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Politica Economica Avanazata Lezioni 18 e 20

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Politica Economica Avanazata

Lezioni 18 e 20

Gli indicatori OCSE dello stato dellaregolamentazione nei mercati dei beni

Informazioni raccolte tramite questionari inviati aifunzionari statali

Ad ogni regolamentazione, sulla base deiprovvedimenti esistenti, viene associato un valore numerico da 0 a 6 in funzione del gradodi restrizione che implica.

Le regolamentazioni vengono aggregate in indicatori più generali sulla base di specifici pesi.

G.Nicoletti, S.Scarpetta, O.Boylaud (2000)“Summary Indicators of Product Market Regulations”, OECD WP 226.

Indicatorinel 1998

• Dalla metà degli anni ottanta la regolamentazione del mercato del prodotto in ambito OCSE ha subito profondi cambiamenti.

• Gli elementi di queste riforme sono tre:

(1) privatizzazioni; (2) liberalizzazione di mercati potenzialmente concorrenziali;

(3) regolamentazioni a favore della concorrenza in mercati a monopolio naturale.

Nicoletti e Scarpetta,

Economic Policy, April, 2003

• Per quantificare l’entità delle riforme Nicoletti e Scarpetta, nell’articolo indicato nel titolo (NS) utilizzanogli indicatori OCSE descritti (vedi precedenti slides) cheriflettono la regolamentazione a vari livelli:– A livello di area regolamentata (es regolamentazioni

amministrative, regolamentazioni tariffariere, regolamentazioninelle licenze ecc.. ), a livello di settore (es regolamentazioni nelsettore dei trasporti, regolamentazioni nel settore dell’energia,..) e a livello dell’intera economia (grado di regolamentazione in ITA, UK, ….).

• The indicators measure to what extent competition and firm choices are restricted in industries and areas where there are no a priori reasons for government interference, or where regulatory goals could plausibly be achieved by less coercive means.

• All indicators range from 0 to 6, with 6 being the most restrictive.

Nicoletti e Scarpetta,

Economic Policy, April, 2003

Principali indicatori di PMR usati da NS

Nicoletti e Scarpetta focus on the two main areas of regulation that are likely to have an impact on governance and/or product market competition:

state control and barriers to entry.

By state control we mean provisions that aim at establishing partial or full control over resources or economic activities that could, in principle, be managed by private agents. Examples include public ownership and/or control, restrictions on price setting and/or other firm’s choices.

By entry barriers we mean provisions that create barriers to entrepreneurship in domestic markets where fixed costs, technology and demand conditions make competition viable. These included explicit attempts to affect market structure (defending national champions, etc.) as well as provisions that intentionally or unintentionally affect entry. Examples include: laws or regulations limiting the number of competitors or providing an unfair advantage to some of them (e.g. antitrust exemptions); structural arrangements that make it difficult for competitors to access fixed networks (e.g. vertical integration); regulatory and administrative burdens that impose fixed costs o businesses; and policies that create impediments to international trade and investment (such as foreign investment restrictions and tariff and non-tariff barriers).

Le barriere all’entrata nel settoremanif e nei servizi

• We treated barriers to entry in manufacturing and non-manufacturing industries differently, reflecting structural differences between the two sectors.

• In non-manufacturing, we cover mainly legal and structural barriers such as restrictive licensing, restrictions on the establishment of foreign companies, legal monopoly (or duopoly), and vertical integration or lack of third-party access in network industries.

• In manufacturing industries, we assumed that relevant barriers included only administrative burdens and tariff and non-tariff barriers to trade.

• Clearly, the range of industry-specific regulations that may affect product market competition in manufacturing industries is wider (including, for instance, technical or quality standards, intellectual property rights and antitrust exemptions). However, cross-country information on these regulations is hard to find, and their impact on competition is often difficult to assess

Regolamentazione vsimplementazione

• Stringent regulations may not bite on competition if they are not enforced and, conversely, even the most liberal regulations may not promote competition if their provisions (e.g. concerning access to networks or administrative procedures) are not concretely implemented. Relatedly, national laws may have little bearing for markets when their application depends on local authorities, or when local legislations can be opposite in spirit.

(gas, electricity, post, telecommunications, passenger air transport, railways and roadfreight)

• On average, policies have become friendlier to market mechanisms.

• However, mainly due to differences in initial conditions and in the pace of reform, regulatory policies diverged in relative terms, with a widening variance of approaches across countries in the most recent period.

• Paradoxically, the recent divergence in policies is widest within the EU, despite efforts by the European Commission to harmonize the business environment in the Single Market.

• Dal 1980 le riforme dell’assetto normativo riguardante le regolamentazioni nei mercati, secondo le informazioni che riguardano per altro specialmente i servizi, hanno complessivamente ridotto il carico di regolamentazioni ma questa riduzione si è accompagnata ad un aumento della dispersione circa le regolamentazioni (vedi anche le informazioni presentate nel capitolo del libro di Boeri et al. indicato nella lezione precedente)

Esiste una RELAZIONE tra la regolamentazione/deregolamentazione del mercato dei beni (PMR) e la produttività totale deifattori?

Nota: sull’asse delle ordinate si misura la differenza tra la crescita media della PTF(∆lnPTF) nel decennio 1990-2000 e la crescitamedia nel decennio 1980-2000.

Attenzione: si tratta di relazioni di correlazione, non di CAUSALITA’.

Per indagare sulla relazione di causalità (le PMRcausano/influiscono sulla PTF?), e quindi per poter esprimere delle ipotesi di interventi dipolitica economica, servono analisieconometriche.

Nei lavori empirici esistenti (alcuni dei quali - a livello microeconomico- oggetto delle lezioni del primo modulo) il legame tra efficienza e produttività èstudiato indagando le seguenti relazioni:

Grado di concorrenza � incentivi imprenditoriali/manageriali � produttività e crescita della produttività

Varie difficoltà in questo approccio.1. La misura della concorrenza e del mercato rilevante

per la pressione concorrenziale non è facile;2. Il grado di concorrenza è endogeno (la concorrenza

influenza la performance e quest’ultima, a sua volta, influenza il grado di concorrenza)

3. Le misure del grado di concorrenza non sono direttamente interpretabili in termini di politica economica (vi sono varie politiche che possono favorire la concorrenza: su quali, in particolare, conviene intervenire?)

Approccio di NS: il legame tra efficienza e produttività viene studiato analizzando la seguente relazione:

regolamentazione dei marcati (PRM) � produttività

Per produttività si intende- nel seguito- la produttività totale dei fattori (PTF o MFP) – vedi definizione

L’approccio è macroeconomico.In che modo le PRM influenzano MFP?

1. Direttamente 2. Indirettamente: la regolamentazione modifica (secondo i loro risultati:

rallenta) l’effetto di spinta della crescita della produttività dovuto al gap tecnologico.

gap tecnologico = differenza tra il livello della produttività del paese iesimo nel settore jesimo e il livello della produttività della frontiera tecnologica nell’anno e nel settore di interesse. Ci si aspetta che maggiore il gap (negativo), maggiore lo stimolo alla crescita della produttività verso il livello del paese leader.

Frontiera tecnologica: è il massimo valore della produttività rispetto alla media. E’ definita per ogni anno e per ogni settore.

Paese leader = paese in cui è più elevata la crescita della produttività per settore e per anno, cioè il paese sulla frontiera tecnologica.

Equazione di base (senza PMR)

La crescita della MFP dipende dalla crescita nel paese leader, dall’entità del gap tecnologico, dal capitale umano (definito come media ponderata della forza lavoro per titoli di studio)

Tabella 5 Risultati dell’equazione di base Risultati:

La crescita della produttività del paese leader non è significativa nell’aggregato (col 1) ma solo per i servizi (col 4)

• Maggiore è il gap tecnologico (negativo) maggiore l’effetto positivo sulla crescita della produttività (col1)

• L’effetto del gap tecnologico è maggiore per i servizi (col 4)

( ) ( ) ( )umanocapitaleotecnologicaplnln βσδ +−∆=∆ gMFPMFP leader

Per verificare gli effetti delle PMR l’equazione di base vieneestesa nel seguente modo:

Tabella 6: Si utilizzano indicatori delle regolamenta zioni al 1998 e l’indicatore delle privatizzazioni. (che varia nel t empo)

Risultati:I primi tre sono i medesimi trovati nella regressione di base1. la crescita della produttività nel paese leader ha effetto positivo

limitatamente ai servizi;2. minore è il livello della produttività rispetto alla frontiera (gap

tecnologico) maggiore l’effetto positivo sulla crescita della produttività;

3. tale effetto è maggiore nei servizi;Inoltre:

( ) ( ) ( ) ( )tecgapPMRPMRgMFPMFP leader ⋅+++−∆=∆ αγβσδ umanocapitaleotecnologicaplnln

Tabella 6: Si utilizzano indicatori delle regolamenta zioni al 1998 e l’indicatore delle privatizzazioni. (che varia nel t empo)

1. Le privatizzazioni nel complesso aumentano la crescita della MFP2. La regolamentazione (controllo statale e barriere all’imprenditoria)

non ha effetto diretto sul MFP3. La regolamentazione interagita con il gap tecnologico (effetto

indiretto) è significativa: la regolamentazione riduce l’effetto ‘catch-up’ generato dal gap tecnologico (col. 4 e col. 5)

4. Indice della regolamentazione, variabile nel tempo (dato dal prodotto tra l’indice PMR e l’indicatore, variabile nel tempo, relativo alle barriere all’entrata disponibile solo per i servizi –nell’ipotesi che questo sia un indicatore anche per la de-regolamentazione nel complesso dell’economia): al crescere della regolamentazione si riduce la crescita della produttività

� La mancata crescita causata dalla regolamentazione èparticolarmente grave nei paesi lontani dalla frontiera tecnologica; la regolamentazione può disincentivare il cambiamento organizzativo e tecnologico e ridurre la diffusione di spillover tecnologico se l’entrata nei mercati è limitata

Stima dei possibili guadagni di produttivitàdalle deregolamentazioni

• Secondo i parametri stimati da NS, il raggiungimento di una dimensione media del peso statale per tutti i paesi OECD indurrebbe un aumento della PTF annuale di 0.7 p.p. in alcuni paesi europei in cui il peso statale èancora elevato (Italia, Finlandia, Grecia, Austria, Francia)

• la liberalizzazione dell’entrata nei servizi potrebbe avere due effetti, diretto e indiretto:– aumenterebbe la PTF di 0.1-0.2 p.p. all’anno in paesi

in ritardo (Italia, Portogallo, Grecia)– indirettamente aumenterebbe la velocità di crescita

verso la frontiera tecnologica aumentando la produttività annuale ancora di 0.1-02 p.p.

PRINCIPALI CONCLUSIONI DI NS

• Minori barriere all’entrata e minore controllo statale rendono più veloce il processo di catching-up dei settori verso la frontiera

• ne discende che i paesi che sono in ritardo sia rispetto alla frontiera che nella de-regolamentazione sono quelli che potrebbero trarre il maggior vantaggio dalla stessa.

• Il processo di privatizzazione ha un effetto positivo sulla MFP.

Griffith e Harrison (2004) The link between product market reform

and macro-economic performance, EC dp 209

Ancora sul ruolo della regolamentazione• Approccio a due stadi.• 1°stadio. regolamentazione dei mercati

(PRM) � rendite (mark-up) • 2°stadio. rendite (mark-up) � produttività

1°stadio

YGAP = output gap = differenza tra output effettivo e output tendenziale. Cattura la fase ciclica in ogni paese.

µγµ εββµ ittiititit tfYGAPPMR ++++=

captolavto

aggiuntovaloreit coscos +

2°stadio

• f(µ)è una funzione (ad esempio quadratica) del mark-up; il valore del mark-up utilizzato in questo secondo stadio è quello stimato nel primo stadio. Questo è un modo per correggere l’endogenità del mark-up stesso.

• Gli autori estendono il secondo stadio a molte variabili macroeconomiche (le domande dei fattori: occupazione, investimenti), R&D, produttività del lavoro e crescita della produttività del lavoro).

( ) TFPittiitit tfYGAPPMRfTFP ∆+++++=∆ εβαµ γˆln

Media: 1.26Valore massimo in Italia, media 1.4Valori minimi : Austria e Germania

PMR e mark upRisultati:Il mark up si riduce:• all’aumentare della facilità di iniziare un’attività (in BG: c)• al decrescere delle barriere tariffarie (in BG:σ soprassegnato)• minore il tempo in procedure burocratiche (ma solo nel periodo

1990-2000 e senza il controllo del ciclo) (in BG: c)• al decrescere della regolamentazione nel mkt del lavoro(in BG: ββββ)• al decrescere della regolamentazione nel mkt del creditoIl mark up aumenta :• al ridursi dei controlli sui prezzi• al ridursi del controllo stataleSecondo gli autori questi ultimi due effetti (in un certo senso contrari a

quanto atteso) sono tuttavia ragionevoli se si pensa che i controlli sui prezzi tendono a tenere i prezzi bassi e l’impresa pubblica, avendo obiettivi diversi dalla max del profitto, impone prezzi piùbassi.

Inoltre il mark up aumenta nelle fasi di espansione (il coefficiente sull’outgap è positivo)

Effetto del mark up su occupazione, investimenti, PT Fe crescita della produttività totale dei fattori

• Viene utilizzata una funzione quadratica del mark up:

• Anche l’effetto del mark up su occupazione e investimenti è stimato allo stesso modo:

TFPittiititit tfYGAPPMRTFP ∆++++++=∆ εβαµαµα γ

221 ˆˆln

TFPittiitititit

TFPittiitititit

tfYGAPPMRI

tfYGAPPMRN

++++++=

++++++=

εβαµαµα

εβαµαµα

γ

γ2

21

221

ˆˆln

ˆˆln

Risultati:Al crescere di µ:− diminuisce l’occupazione- diminuiscono gli investimentiNota però che l’effetto complessivo di PMR

è sia tramite il mark up che direttamente.La relazione tra µ e R&D, TFP, crescita della

TFP, produttività del lavoro e crescita dellaproduttività del lavoro è a campana.