POIESIS - Aracne · 2017. 9. 20. · sega l’acqua gelata, il prato bagnato bianco di brina è un...

POIESIS

Direttore

Dante M

POIESIS

Come indica l’antico nome greco, che vuole la poesiauna derivazione del verbo “fare”, la collana intende pro-muovere chi, ai giorni nostri, ritiene ancora l’arte poeticaun mettersi in gioco, un cimento e una scommessa. Lacollana ospiterà i poeti più noti, ma soprattutto i poeti esor-dienti, i quali più di tutti testimoniano il potere salvifico einnovativo del fare poetico.

Ruggero Marino

Le stagioni del Turano

Il materiale fotografico qui riprodotto è stato realizzato dall’autore.

Ruggero Marino


Copyright © MMXVIAracne editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, Ariccia (RM)

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: giugno

Indice

I Poesie 11Diga 13Alberi 15Tramonto 17Tempo sospeso 20Il fiume 22Il vento 23Sulla riva 25Ma dove vanno 27Partita a scacchi 29Lacrime 31Azzurrità 32San Lorenzo 34Lo scorpione 36Nel buio 38Lucciole 40Ho camminato 41Sul monte 42Estate 44Il bosco 45La fine dell’estate 46Presagi 47Veglie 48

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I edizione: giugno

Pigrizia 49Natale 50Un ufo nel cielo 51Miele 52Paura 53Oscurità 54Risveglio 55Il Navegna 56Fra i pagliai 57Spiffero 58La campana 59Notte 60Orizzonti 61Il fulmine 62Un cadavere 63Un giorno 64Mio padre 65Torna presto 66

II Bonsai 67Falce di luna 69Il fuoco 70Il parto 71Freddo 72Ruscello 73L’attesa 74Marzo 75Canto 76Aprile 77Maggio 78

8 Indice Indice

La farfalla 79Riflessi 80Profumo 81Agosto 82Il grano 83Settembre 84Topinambur 85Foglie 86L’acero 87Autunno 88Voglie 89Il camino 90Le viole 91Il clown 92Il pianoforte 93Ulivi 94Pioggia 95Sciarpa 96Estinzione 97Come un’ostia 98Arcobaleno 99Le stoppie 100L’ombra 101Un tappeto 102Tendine 103Il prato 104Nubifragio 105La brina 106Cartucce 107L’alba 108La quercia 109

9Indice Indice

Cucù 110Il giardino 111I sogni 112Barbecue 113Il cielo 114Il sole 115Colline 116Sombreri 117A specchio 118A nanna 119Firmamento 120Folgori 121I pioppi 122Canto 123Conchiglie 124Mistero 125Specchi 126Nel gelo 127Condominio 128Piove 129Piccola fiaba 130

III Verso la fine 131Ricordo, ricordo, ricordo … 133Il male 139

Ringraziamenti 141

10 Indice

Parte 1

POESIE

Indice

Diga

In fondo alla valleprima dell’abissola diga lievitafra sponde rocciosecon muscolidi cemento armatoimprigionando il Turanoin una sorta di Babele.Là dove i campisono distese di canapaper la pelle d’uovodi lenzuola immacolate.L’ultima uva d’autunnopende dalle vignecon acini di pianto,la raccolgono silenziosi,senza cantare,con barche di fortunacontadini di collinadai volti rubizzi, bruciati.Il grano ieri c’eraoggi non c’è più,mentre l’acquasale, e sale ancora

13

gonfiando la terraspugnando le zolleingoiando i ricordi,affogando le case,fino al campanilerimasto a svettare.Anche i morti anneganomentre a dorso di mulodal camposantorisalgono le bare,quelle di chi ancoraha un’anima in paese,gli altri dimenticaticon ossa abbandonate.Colle si facevasempre più piccolofino a sparire laggiùsotto il lago neonato.I vecchi guardavano smarritilo specchio d’acqua immobileposto come una lapidein un fluido sepolcrodi memorie cancellate.Con il futuro moncodi una vita passata.

14 Le stagioni del Turano Poesie

Alberi

Alberialberialberi.Alberi palafittedi un cielosenza tempo.Alberi verdialberi verde stanco.Alberi giallialberi rossi.Alberi sinfoniadi ramisenza mani.Alberi bassialberi altialberi con le frondeperdute contro il sole.Alberi armoniosialberi nodosi.Alberi fioritialberi spoglialberi rinsecchitialberi con le rughe.Alberi gentili

15Le stagioni del Turano Poesie

alberi spaventosialberi maestosi.Alberi amicialberi nemici.Alberi con le chiomealberi con le radici.Vorrei abbracciaregli alberisucchiarne la linfadolcementepossederne la forzaper potere un giornotornare a crescerecome un albero.Un grande albero verdein mezzo alla pianura.


Tramonto

Ogni giornoqualcuno si divertedove il cielo si sposacon la terra al tramonto. Chi è nascosto laggiù?Un mago, un fuochista o un artificiere?Un artista stupendocon pennelli di fiamma:sceglie nuvole ad ondaper macchiarle di sanguein un rosso sgargiante.Ogni vespro rimescola i toniogni sera è capace di incanti.Sta nascostoa giocare col rogoed accende falòdi orizzonti roventi.Ma conosce anche il toccodi nuances da acquerello,un po’ verdi, turchesio di un viola squagliato.Sta accucciato in silenziofino a quando la sfera


rotola giù nello spazioe la recita inizia per un’ora eccitantedi parate nel circocavalcate a coloridai pennacchi bollenti.Io mi affaccio storditoa guardare una stellae rimango incantatosul fuoco riaccesoogni giorno diversoogni istante cangiante.Poi rimango estasiatosfumature genialimentre il tempo è sospesocome appeso al tramontoalchimista perfettoche rimesta la bracesprizza in alto scintilleche si posano quiete.Orizzonti sfumatimentre sfilano aliritagliate nell’orocome nere di pecee la scia di un aereopare un velo di sposa. É la terra col cieloè il sole con l’ariache fanno l’amorenella luna di miele


puntuale ogni seracon il sole sparitonel silenzio feliceche inonda in falòanche l’ultima vampa.


Tempo sospeso

Un tempo sospeso.Il lago è di vetro,il tuffo di un cormoranoscheggia la lastra,un gabbiano plana.Sui pioppi spoglipendono vuoti i nididelle cornacchieche frustano l’aria,una barca lontanasega l’acqua gelata,il prato bagnatobianco di brinaè un tappeto di foglie,il bosco ancora in sonno.Sull’asfalto del pontele ruote delle autohanno rumore di cascatascie bianche di aereigalleggiano in cielo.Un cinguettio di uccelliuna campana smorzatala ferraglia di un trattoreun latrato perduto


un cavallo si profiladal manto di nebbia.Dall’alto la vistaè una coltre biancaforata dai campanilisotto un’ostia di sole.I borghi si risveglianocon la luce che avanzae il tempo riprendea battere il tempo.Uno sparo lacera il silenzio,da qualche parteun cinghiale è in agonia.Ssstttt!Se trattieni il respirosi può ascoltareil respiro della terra.


Il fiume

Scorre la vitafra stagioni aguzzesponde rocciosee muschi aspri.Un giorno trasparecome il fiumein polla cristallina.Poi rapido, ripidosorgente precipitae sale il computodei soli appassiti.Ora è nella vallequieto all’apparirema sempre un saltolo attende traditorea mescolare l’acquain un torbido andare.E scorre ancoraremigando affannato,finché un tempo,all’ultimo ansimareanche il mio fiumesi fonderà nel mare.Sfrangiandosinei giochi dei delfini.


Il vento

Hai mai sentitol’ugola del vento?Del ventoche risuona tra le foglie,del ventoche gioca con i ramidel ventoche piega l’albero,del ventoche sradica radicidel ventoche fischia fra le vettedel ventoche porta le saettedel ventoche frusta la neve,del ventoche si insinua fra le roccedel ventoche ulula nella valle,del ventoche spazza la pianuradel ventoche spettina l’erba,del vento


che srotola la sabbiadel ventoche dipinge le dunedel ventoche increspa il maredel ventoche gonfia le ondedel ventoche sfida i navigantidel ventoche ruggisce nella nottedel ventoche accarezza la pelledel ventoche turbina impazzitodel ventoche suona la sua trombadel ventoche diventa assassino.E tu, mio tornado,sei stata come il vento.


Sulla riva

Sono nato al nordsulle rive di un lagoil lago mai vistose non in un’albadal finestrino in trenotornando dalla Svizzerain una rosa insonnia.Il lago sempre cercato.Mi sono fatta una casasulla riva di un lagonell’entroterra sabinola casa delle vacanzel’approdo inseguito.Come se una scia d’acquaunisse le stagioni in una parabola coincidenteche può essere la vita.Sono nato nel segno dei pescipesci di lago spesso tristicome le carpe scureimmobili sotto un velodi acqua tremolante.Erano più di dieci, grandifra i rami dell’albero caduto


all’inizio di stagione.Poi le reti dei pescatoripersino con le torcenelle notti senza lunale hanno artigliate.Ora con le foglie giallemacchiate, sbrindellateche planano sull’acquafrustata dal ventosono rimaste in tre.Da lago a lagola vita scorre e va.Un giorno la lenzad’un grande pescatorecoglierà all’amoanche l’ultima carpa.In un gioco di cerchi affannatoprima dell’ultimo balzo inargentato.Forse quel giorno anch’iosarò all’ultimo lago.


Ma dove vanno

Ma dove vanno i gabbianicon le ali stanchefra le quinte dei pioppimentre dal lago di ramesale l’ombra che ingoiale colline di fronte.Ma dove vanno i gabbiani,sul fare della sera,con le ali bianche e grigiee le grida scomposte.Ma dove va l’airone solitariocon la falcata cinerinae il verso gutturale.Ma dove va la cornacchiafrustando l’ariacon onde gracidanti.Ma dove vanno le rondinipigolando a schiera,disegnando frenetichetraccianti misteriosi.Come i vitigni affogatiche germogliano sott’acquadove nel cimitero le crocicoperte dalla diga


sono vestite di alghee la campana della chiesaperduta negli abissiaccompagna funereail sole che affondanel giorno che muore.E il silenzio si fa anticocome nell’alba che fucome nell’alba che verrà.


Partita a scacchi

Sull’acqua rasatadel piccolo stagnoun’egretta biancazampetta leggerae sotto il velo traspareun pesce bianco.Cercano ciboi cani randagi bianchimentre la luna biancasi specchia dall’altoe i gabbiani bianchisfarfallano in coro.Solo il tramontoè rosso di fuococon il cormorano neroche plana solitarioe le nere cornacchiesulla punta dei ramimentre sfreccia neroun cuneo d’anatrenere e puntutetagliando il cieloa stormo velocicontro le scie bianche


degli aerei d’argento.Nel gioco eterno di ombra e di lucedel bene e del malenella partita a scacchiche ci vede pedoni.


Lacrime

I rami degli alberinel cielo d’invernosono ragnateleche catturanolacrime di brinanel grigio e nel ferrodelle colline in letargo.Fra squarci di cirrie lampi di neonla grandine cadesul verde fradiciodell’ultimo pratocon gemme di ghiaccioe la gelata nostalgiadei fiori a primavera.Solo la gatta dal pelo tigratoè rimasta, con la pancia rotondaa fare la guardia al cielocon grida di bambini uccisie l’occhio opalescente nel buioper cercare l’amore.Sotto una luna strana in un’aureola di gelo.


Azzurrità

Pensieri azzurrinel cielo azzurro.Il gabbiano solitarioincrespa la lastradel lago azzurrosulla sponda sbeccata.Nel mattino freddol’erba è inamidatanel gelo della notte. Un cerchio di ghiacciosi sfrangia nella tinozzacon riflessi azzurri.Un raggio arrotolacovoni di nebbiascoprendo il paeseingrigito di pietra.Il salice rossastroallunga i bastoninell’aria azzurraal sole d’inverno.Tre corvi frustanocon ali in picchiatail silenzio azzurro.Il fico contorto


stira le braccianelle gemme acerbe,la mimosa cova gli acini giallia galla nel vento.Sull’acqua immobilela barca azzurraaspetta le reticoi pesci d’argento. Quando il pescatore usciràa rompere con la sciala pianura azzurra,violando col motoreil silenzio azzurrocon i pensieri azzurri.


San Lorenzo

Andrea d’agostoaccende i fuochi sul lago.Nella notte di San Lorenzofa concorrenza alle stelle.Di giorno, sotto il soleli lascia riposarenei cilindri marronisulla sponda dei pioppi.Poi, quando le luci si spengonoinfiamma il cielo di colori:pioggia di salici piangentifilamenti di medusegirandole impazziteche escono dall’acqua,luci accecanti e tuonimentre nella valle a giornol’eco rimbalzafra ventagli di colline.Andrea, con gli occhi azzurricorre dietro le cortine di fumofra sibili e bottifino all’ultimo colpocome un tamburino impazzito.Mentre dalle rive


giunge negli intervallil ’eco degli applausi e dei “bravo!”Felice della sua notte di fuocodomani Andrea torneràa controllare il livellodell’acqua nella diga.Quando con il silenzio,passata la paurae il volo spaventato degli uccellitorneranno le rane a cantare.Così San Lorenzo traccia nel buiostrani graffiti luminosicome strappi nel cielodi un dolore lontanoche ha per lacrime stelle.


Lo scorpione

L’aerodinamico scorpionenero translucidosul bianco calcinatodella stanza al piano terraè già condannato.Animali di famigliaanimali stanzialianimali di passoil self service è sempre aperto.Barattoli infinitiper la miriade di gattiil pane sopra il tettoper le nere cornacchie il mangime per l’oca.Una volta c’era il caneun po’ sghembo e bavosouna volta lo scoiattoloin continua frenesiale tartarughe in coppiafinché lui, il maschioche si chiamava Schumachermorì schiacciatosotto un pneumatico


in un tragico incidente.Tollerati anche rane e rospisi salvano ragni e grillia volte le tarantoleo i millepiedi sui muri.Solo lui, lo scorpionedalle piccole cheleè segnato a morte sicura.Aspetta immobilevotato al sacrificio.Perché solo tufra i tanti animalidomandalo al tuo dio.


Nel buio

Al lume di nottiassetate di sonnocon gli occhiin faccia alla lunadal viso maculato.Il corpo infiacchitonei rumori annebbiatidei rami di settembrefra i cani randagii gatti furtiviil salto dei pescinell’acqua del lago.Nel buio la fugadi una freccia lucentesatellite spersoimpazzito nel niente.Io guardo e mi guardomeccano interrottoin qualche congegnonel male che tornaal varco di stagione.Aspetto che passi.E se così non fosse?Senza trovare risposta


il buio della nottedivora anche i perché.Come il satellite svanitonel pozzo del cielo.


Lucciole

A fine giugnoi rovi della scarpatachiamano le lucciolee le lucciole sciamanodanzanti, intermittenti,volubili, fluorescentineri scarabocchisi accendono divertenti.Una lucciola volanei respiri della serasu fino al fangodove le rondinivanno a riposaree si posa sul murocome un lampione sul nido.Mentre è festa in paesela musica arrivacon l’eco della fisarmonicae le voci lontanerimbalzano sull’acqua.Niente fuochi staserasolo il gioco pirotecnicodelle lucciole al neonche tranciano l’oscuritàcome missili aggraziati.


Ho camminato

Ho camminatolungo le corde spezzatedi un violinosu sentieridi foglie avvizzite.Ho incontrato alberi stanchicon le gengive apertebrulicanti di storienelle nebbie screpolate.Acqua di muschionei panni del verdetra le pietre macchiatequando il silenzio è un volo di farfalle.Parlando al ventocome se fosse carneal primo rantolodella luna sorpresaquando le stelleaccecano fra i pioppiil grido delle rane.Vorrei un camminodi viole fioritesulle trappole del boscoe il canto affilatodell’uccello notturno.


Sul monte

Nel pomeriggio che muoremi inerpico sul montea catturare i tramonti.Li arpiono con gli occhidella lontananzaverso i crinalidelle colline in fugaritagliate sull’orlo dell’orizzontedove la terra tocca il cielocon dita di fuoco.Il frastuono di un aereoinvisibile nell’azzurrorimbalza dall’altoin ondate alterne.Perfettamente simmetricodal punto oppostocon una scia di gessoavanza in silenzioun altro aereocome scheggia d’argento.E mentre il giorno si spegnefra rigagnoli sanguigniresta il canto dell’uccellolo scampanio sordo


di un vitello solitarionel bosco rugginososulle soglie della primavera:fra i ciclamini e le violele labbra già avvizzitedei primi bucaneve.E quando le quinte sfumateingoiano l’ultima ostia di luceseduto su un sasso grigioscreziato di lichenimi lascio andarealla voce ancestraledi un’armonia perduta.Dove anche io, uomo,sono per qualche attimoil tassello incompiutodi un antico mosaico cancellato.


Estate

Il coro giallo delle ginestrerotola lungo il pendiodelle colline assolatenell’estate accecatasul lago di amianto.È l’estate delle rane,delle cicale impazzitenel profumo del sole.L’estate delle lucciolecome grani di lucecontro il rosario accesodi un cielo stellato.Quando i raggi scendonocon il filo a piombodel mezzogiorno roventee il riverbero è una spinanegli occhi socchiusi.Quando la carpa rimbalza nel silenziorompendo la lastradell’acqua addormentata.In un giorno fuori del mondoin un giorno fuori del tempo.


Il bosco

Il lago ha voci di fangoe silenzi d’acqua fermacon magie di specchiin immobili lastre di mercurio.Nuvole di fumo si addensanosulla punta del Navegnadove la neve ristagnasognando primavera.Il bosco rosso è in letargosolo i passeri lo scompigliano.


La fine dell’estate

Aria di cristallo appannatonel vento di settembrecon le foglie gialle perdutee il cielo rigonfio.Quando l’estate muorecon un ansimare tiepidosempre più stanco.Quando le ombresi fanno obliquee gli uccelli se ne vannoin filari scuri all’orizzonte.Quando anche la voglia di vivereva in letargo.Fino al nuovo sole.


Presagi

Sciabole di solesquarciano le nuvoledi un cielo capricciosotra cirri corruschigomitoli bianchie vampe d’azzurro.Lampadari di lucerisalgono ad ondesul crinale del monteaccendendo il campo dei girasoliil bosco di quercela macchia di ginestre.Più tardi l’ombraricompone un piatto fondalementre il ventoscioglie in lamentoi lunghi rami dei pioppiche fanno l’altalenaspecchiandosi nel lago.L’estate si consuma cosìnei presagi d’autunno.


Veglie

Sono veglie di bracenelle risse del caminofra i torpori densiche respirano sul lagomentre un raggio rotolalungo la collina.Riflessi d’altre vitecarezze a fior di pellee il brivido fondodi intuire qualcosa.Come la notteche chiude le bracciaproteggendo i misteri.


Pigrizia

Una malinconica pigrizia mi assalequando spio il cielo del tramonto.Quando il merlo nerodal becco arancionevola sul ramo più altodell’abete azzurroe fischia col collo rittoremote ansie d’amore.Sul davanzale le primulehanno sorrisi sfrontatimentre la primavera annunciala musica dei fiori.E la lontananzadei ricordi sepoltiscalda le ossadi un giorno senza storia.


Natale

Sulla sponda del lago le cornacchieformano una macchia nerasulla sponda del lago i gabbianiformano una macchia biancal’oca candida attraversa la superficiestarnazzando nella scia azzurra.Tre cormorani scuri decollano rumorosipattinando con le zampe sull’acqua,l’airone grigio plana solitario.La mattina è gelata, il lago è fermo,avvolto in spirali fumanti nel sole.Il paesaggio si spalanca all’intornoin un calco ghiacciato di brina.In un Natale freddo, silente.Immobile come una statua d’avorio.


Un ufo nel cielo

Quasi un ufo nel cieloil chiarore si annunciacome un freddo falò.Lentamente si avvampaquasi un lume d’Orienteche rimane sospesosul crinale del monte.Come scaglia d’argentoproprio in cima al Navegnauna luna rotonda s’accende.E la notte si inchinafra gli applausi dei grilli.


Miele

Sei come le foglie d’autunnoquando il verdesi appanna lentamentee il respiro del giornoè già più stanconel crepuscolo dei giallie dei rossi cangianti.Quando il miele della tua pelleriflette il caloredi un pallido sole al tramonto.


Paura

Urla di ventonella notte scura.Sensazioni di paura.Paura di silenzidi lunghe assenzedi smarrite lontananzesotto i falò delle stellementre l’albero si inchinadistorto nel ventoche fischia e disperdele lacrime del salice.


Oscurità

Nell’oscurità più profondala luna si è staccata dal ramodel vecchio ulivonaufragando in cielocome un lampioneappeso senza fili.Sul palo della lucein un batter d’aliil barbagianni impauritoha coperto miliardi di stelle.Io guardo e affondosenza capire niente.


Risveglio

È al rallentatore il risveglioquando gli alberi spoglisi vestono lievidi gemme a primaveraed il verde dispiegatutte la gamma del verdee l’erba verde tagliataprofuma persino di verde.Quando le margheritebucano il prato verdee la bimba biondasi china a raccoglierlein un mazzo di verdi speranzeche la primavera rinnova.


Il Navegna

Dietro il Navegnala luna si arrampicacome se una carrucolal’aiutasse a salire,come una lingua giallache sale morbidaa sbaciucchiare il cielo.Finché si distende in un cerchio rotondooltre le trasparenzedi nuvole e frangementre i pioppisi accarezzano nel ventoe il fischio del merlocanta un’acida serenata.


Fra i pagliai

I tentacoli della nottesono braccia di silenziomentre la luna scivolasul vetro del lagoe le montagne affondanonei veli della nebbia.Dalla vallata scurasalgono i rantolidi amori forsennaticon gli occhi chiusisugli aghi dei pagliai.


Spiffero

D’autunno il boscosi incanta.Nel giallo e nel rossosi addormenta.È il tempodel prato gualcitodelle piogge di novembre.Un cavaliere biancosolitariovolteggia sul lagodenso di umori.Nella casa disabitatail respiro respirain volute di fumo.Anche le murasono intirizzite:“Fa freddo tesoroÈ meglio un’altra volta.”“Forse hai ragione.”Basta uno spifferoa uccidere anche un grande amore.


La campana

Fiocchi di ventosulle labbra screpolatenei baci della serafra il crepitio delle lucciolee una luna spaccata.Foglie di piantonell’autunno del doloree i giorni ugualiscanditi dall’attesa.Fin quando il lampotrafigge il silenzioe l’ombra assortapartorisce fantasmi.Allora rimangoad ascoltare il suonoperduto nella valledi una campana lontanaall’ultimo ansimare.


Notte

Un fardello di pensierisi fa stradanella notte accerchiatada una luna rotondada una sfera nebbiosa.Quando il rospocammina sordo sull’erbae una voce lontanafa latrare un cane.Mentre un astro scomparesui solchi del cieloed invita a sognarenell’intrigo di stelle.Allora, un desideriosi arrampica al cervellodel piccolo uomoche farfuglia illusioni,aggrappandosi fragilesull’altalena del cielo.


Orizzonti

Ho bisogno sempre piùdi orizzonti vicini.Mi basta un filo d’erba,la magia di un fioreun albero in giardino.Non ho più bisognodi orizzonti grandidi spazi senza finedi curiosità senza fondo.Con gli anniil cerchio si stringe.


Il fulmine

Il fulmine incrina il cielodivide in due la montagnastrazia con schiocco laceranteil legno dell’albero antico.Squarcia di luce la vallecome fuoco di stoppie in agosto.Illumina il cielo arrabbiatofrustando folate di pioggiamentre il cane impauritosi rintana a orecchie basse,mentre il pastore indugiasotto il grande ombrello nero. E conta i lampi che corronocome folli cavalli filanti


Un cadavere

L’alba ristagna sul lagofra fumi e nebbie senza colori.Il volo nero di una cornacchiatraccia il presagioignorando i silenzi.Sulla sponda terrosala sagoma d’un pescatorecompare e scompare.Un tronco solcala lastra d’acqua immobile.Sulla diganel relitto di ferroè affiorato un cadavererigonfio e bianconell’auto arrugginita.Un foro alla tempiaun’alga fra i capelli:una storia d’amore e morteaffogata fra i pesci.


Un giorno

Un giorno mi siederò su un pratoall’ombra delle querceaspettando i falòaccesi contro il cielo.E parlerò con le cometee le stelle cadentimentre le luccioledanzano tra i rovi.Un giorno mi siederò su un pratosotto la lunaper scoprire lontanala voce del pastoreche parla con il gregge.Un giorno mi siederòsu un vecchio muroad ascoltare le rimefra i sassi di un ruscellocon le primule gialle.Un giorno … un giorno …Finché non avrò più giorni.


Mio padre

Vecchio stancodalle mani bianchetrapunte di cera.Gli ultimi respiristrappati alla vitasempre più pianonell’affanno crescente.Ancora sulla pellela sensazionedi un sorrisoe di un passo malfermocon il bastone.L’immagine nel ricordodi una sediain riva al lagoall’ombra avara del salicegentile e sgraziato:il cappello da marinaioil giornale fra le dita.Era l’addiodel vecchio stancodalle mani bianchetrapunte di cera.


Torna presto

Trenta giorni sono brevi da passare.Avevi le lacrime negli occhie la voce tremava nei singhiozzi“Mi mancherai” ti ho detto“Anche tu” e mi hai stretto.Ti lasciavo nel borgo delle vacanzetra il lago verde e gli uccelli.E tu, con i tuoi dieci anni,come un piccolo uccellogridavi quand’ero già lontano:“Torna presto!”.Lasciandomi un chiodo nel cuore.

66 Le stagioni del Turano

Parte 1i

BONSAI


Falce di luna

Una falce di lunasospesa nel buioscheggia i pensierie uncina nel cuoreun dubbio che sale:estraneo a me stessoin un pozzo infinito.

69

Il fuoco

Ogni annoche passaè come un fuocoche lascia terra bruciatafra le sterpagliedella vita.

Le stagioni del Turano Bonsai70

Il parto

Guardo l’alba sul lagofra le nebbie e la rugiada.Quando il giornosembra sempreun parto faticoso.

Le stagioni del Turano Bonsai 71

Freddo

Fa un freddo pungenteche arriva alle ossa.Fa più male quelloche fa il nido nel cuore.


Ruscello

Sotto i cespugli del boscouna lingua di solepattina sul pratoscoprendo il giallodi una pallida primula.Vicino il ruscellosuona di marzoil suo carillon di primavera.


L’attesa

A primavera mi siedoin giardino.E aspetto.Aspettola staffetta dei fiori,la danza dei colori.


Marzo

Marzo si incuneanell’ultimo invernocon il sorriso dei crochidelle primule gialle.Suonano la caricaper la primavera.


Canto

Ascolta come è dolceil canto della seraquando filari d’uccellivanno di nube in nube.E il verde tenero di primaverafa il primo amore con il vento.


Aprile

Nel giardino d’aprileesplode rosa shokingl’albero di Giuda.Chissà se nel giornoprossimo alla Passionevedendolo fioritol’apostolo traditoresi sarebbe impiccato.


Maggio

I prati di maggiosono orgasmi in fiore.


La farfalla

La farfalla vola sul fiorela gatta corre sul pratomia moglie raccogliele prime foglie cadute.Sempre uguale a se stessasi consuma la vita.


Riflessi

L’estate è roventel’acqua è immobileil vento assente.E il cielo azzurrosi è capovolto nel lago.


Profumo

Quando il profumo di ginestrami inebria la testanella calura riarsal’estate è già apparsa.Allora corro contentocon l’auto nel ventofra grappoli di rosee papaveri rossi.E non mi chiedo piùse il domani sei tu.


Agosto

Agosto gonfio di pioggiaogni giorno quest’annointreccia arcobaleni.


Il grano

Hanno tagliatoi capellial grano maturoe la collinasi è fatta d’oro.


Settembre

Macchie di muccheaccoccolate sul pratochicchi di risodi un gregge sul monteoche cangianti sul verde del lagonel grigio settembrerigonfio di pioggia.Può solo il silenzioudire il sospirodi un’estate che muore.


Topinambur

Topinambur di giallonel settembre avanzatocon il cielo che ingrigiasui monti abbruscati.Come il sole sfioritonell’estate morente.


Foglie

Ce ne andiamocome fogliestrappate dal vento.


L’acero

Vanno a fuocod’autunnole foglie dell’acero.


Autunno

Mi siedo e assistoalla cavalcata romanticadelle fogliein autunno.


Voglie

Foglie giallecadutecon voglied’autunnosilenti.E il ventosoffianteaggirantesugli alberistanchi.


Il camino

Sta finendo la legnanel fuoco del caminocome gli anni bruciatinel falò della vita.


Le viole

Sono spuntate le violese ne sta andando l’invernoHo un inverno in meno davanti.Quando esaurirò gli invernirimpiangerò l’inverno.


Il clown

Madames et monsieurs et voilà le soleilet voilà la lune !Sono i giochi quotidianidel clown del firmamento.


Il pianoforte

Energica e dolcesuonava il pianoforte:Aveva un istintivotalento musicale.Solo con me a voltepareva scordata.


Ulivi

Ho attraversato in jeepla valle degli ulivi d’argentola valle delle farfalledelle farfalle bianchetrascinate dal ventocome preghiere in Oriente.


Pioggia

C’è un velo grigiofra me e la montagnacome un vetro appannato.É la pioggia che cade.


Sciarpa

Bizzoso il Navegnasi è messo in agostouna sciarpa di nubi.


Estinzione

Vorrei la protezioneche si ha per le speciein via d’estinzione.


Come un’ostia

Una luna biancasi è ancorata nel cielocome un’ostiasulle labbra della notte.


Arcobaleno

L’arcobalenoè il clowndella pioggia.


Le stoppie

C’è un tramonto di fuoco.Qualcuno in cielosta bruciando le stoppie.


L’ombra

La montagna al tramontosi specchia scurasulla montagna di fronteche l’ombra divora.Si ripete ugualein un delitto perfettola morte del giorno.


Un tappeto

C’è qualcuno in cielosul fare della serache scolpisce la luna.É rimasta una scheggiasu un tappeto di bracenel rosso che insanguinail giorno in agonia.


Tendine

Finalmente la nebbiaritira le tendineed il sole riappare.


Il prato

Sei come l’erba cattivache riaffiora nel prato.Difficile estirparti


Nubifragio

Dopo il nubifragiocirri di fuocoal tramontodigrignano i denti.


La brina

Si sveglia invecchiatoil prato verdedi brina imbiancato.


Cartucce

L’alba che spuntasparacartucce dorate.


L’alba

All’alba il pratoè un giaciglio bagnatocome se nella notteavesse fatto l’amore.


La quercia

Solo e vecchio si restacome l’ultima fogliasulla quercia del boscoche nel freddo si spoglia.


Cucù

La luna si nascondedietro il montepronta a fare “cucù”.


Il giardino

Un metro di giardinopuò diventare il mondo.


I sogni

La sera avanzacon passo di lavandaed il buioingoia la lunaper prendere all’amoi sogni della notte.


Barbecue

Laggiù sotto l’orizzontedove il sole si è scioltoin ondate di bracegli angeli fanno il barbecue.


Il cielo

Un cielo di stelle:sembra di entrarein una cattedrale


Il sole

C’è la musica del solenella primavera che avanza.


Colline

Sfumate colline d’attornoe fasci di luce nebbiosa.Dai rami spioventi nel boscoricami tessuti dai ragni.Tra felci e muschi odorosiparole sorgenti, cadutenell’acqua di fonti silenti. E i passi su foglie marciteecheggiano volubili suoni.


Sombreri

Si veste di grigiocol freddoil bosco dei faggimentreil Cervia e il Navegnasfoggiano in coppiadue sombreri di neve.


A specchio

Alto un gabbianovola sopra l’acquaun gabbiano a specchiovola sul pelo dell’acquasono due gabbiani in voloo è lo stesso gabbiano?


A nanna

L’ultimo raggio di sole si riflettea sfioro dal crinale del collesull’acqua appena tremante:una scia di luce accecantesi assottiglia, si smorza, si spegneil giorno va a nanna lentamente.


Firmamento

Osservo il firmamentoe vorrei una rispostama le stelle mi fannosoltanto l’occhiolino.


Folgori

Raffiche di folgoridietro le montagnee le creste si accendonodi aureole intermittenti.


I pioppi

I pioppi gemono in piantosotto lo schiaffo del vento.


Canto

Ascolta come è dolceil canto della seraquando filari d’uccellivanno di nube in nube.E il verde tenero di primaverafa il primo amore con il vento.


Conchiglie

Sulla cime del monteho raccolto conchigliesopravvissutea quaranta milioni danniagli zoccoli dei cavalli.E la mente cigolasotto la valanga del tempo.


Mistero

Con la carrucola, sul montecigolando si arrampica la lunae allaga lo sguardoabbandonato sul mistero.


Specchi

Mi viene da piangerenel gioco di specchi opalescentidi creste digradantiquando il sole si impallatra diafane quintenella rossa fissitàdi un giorno al tramonto.


Nel gelo

Sotto l’alberodove riposavachinare il capoe andarsene nel geloin un giorno di solecol vento.


Condominio

In ogni condominioc’è sempre un ominomalvagio, “onnisciente”e cretino.______

In ogni condominioc’è un assetato di dominio.Sono uomini piccini piccinitanto frustrati tanto meschini.

_______

Pace in terraagli uominidi buona volontà.Purché non vivanoin un condominio.


Piove

Fuori piovee io ho gli occhigonfi di pioggia.

Fuori pioveed io ho il cuoregonfio di pioggia.

Fuori piove e io ho i pensierigonfi di pioggia.

Così lascio andareil corpo e la mentecome il ramo del salicecaduto nel fiume.


Piccola fiaba

Ali bianche, vellutateper l’autunno delle fate.Foglie stanche già cadutefra le siepi rabbuiate.Lungo l’acqua corre il soleper la gioia delle viole.

Cento anni ad aspettareper il riso dei bambinimentre sciamano i girininel ruscello addormentato.Viene l’alba con le stregheed il bosco raffreddatocantan forse le sireneper il lago da svegliarecon i pesci che a saltellisi ritaglian contro i colli.

Viene poi l’arcobalenoe uno squarcio di serenoe la pioggia ha solo filidi cristallo là fra i pinimentre sale su nel cieloluna gialla col suo velo.

Le stagioni del Turano130

Parte 1ii

VERSO LA FINE


Ricordo, ricordo, ricordo …

Come vite siamesile esistenze si incrociano,si intrecciano, si accavallano,si plasmano, si amalgamanoe di due rami nel tempoda un’unica radicesi forma un tronco solo.L’unione è in questoaggrovigliato camminofatto di carne e sanguedi gioie e di ferite non semprela mano nella mano.Ma quando uno dei dueresta sospeso in cordatasull’orlo dell’abissosi corre il rischiodi precipitare insieme.Allora la movioladei lunghi anni alle spalletrascorre struggentecarica di malinconia,nel riaffiorare dei ricordicancellando i peggiori.Ricordo, ricordo, ricordo …

133

giovani ed incoscientia cercarci ovunquefamelici l’uno dell’altrocon pelli di raso rosai tuoi occhi immensiun lago senza fineventagli lunghi di cigliauno scialle castano di capelli.Ricordo, ricordo, ricordo …la bellezza incantatricequando il famoso produttoresi avvicinò in via Venetocol biglietto da visitaper portarti ad Hollywood. “una Hepburn sexy” disse.Ricordo, ricordo, ricordo …il matrimonio sotto i pinifra spicchi di cielo,nella piccola chiesaa Villa Borghese,il viaggio di nozzefra gli aranci di Taormina,i passi sull’Etna fumantecome il tuo Nicaraguaquasi un presagiodi terremoti improvvisinel lento andare insieme,il letto bianco a baldacchinoil nostro letto nuzialecomprato in Calabria.

Le stagioni del Turano Verso la fine134

Ricordo, ricordo, ricordo …il tuo ventre rigonfiopersino innaturaletanto che avevo paurache cadessi in avanti.Il dottore allibitoquando in ritardonel diventare madrevolevi lasciare la clinicaper ritornare a casaa prendere i trucchiper farti più bella.Poi due figli,un altro anche perduto,poiché sembravache non fossimo fattil’uno per l’altro.Ricordo, ricordo, ricordo …il tuo orrore del tempogli anniversari mai da festeggiare,l’ostinazione nel liberareil prato dalle foglieil raspare continuo del rastrelloal primo soffio di ventonella casa del lago,la tua tana con i gattii corvi ai quali buttavifette di pane sul tettoper scendere fino alla rivacon il mangime alle papere,

Le stagioni del Turano Verso la fine 135

vestita d’estate come farfallai maglioni a stratid’inverno per il freddo.Ricordo, ricordo, ricordola pace interrottadai vicini prepotenti,quelli malvagi nell’animo,all’apparenza irreprensibili,i voltagabbana e i traditorile cattiverie gratuiteche ci facevano maleche ti hanno fatto male.Ricordo, ricordo, ricordoi colori carnali dei quadriil suono dolce del pianoguai se volava una moscale sinfonie dei tonile tue magiche manicon cui creavi dal niente. Abbiamo rematonon sempre in sintonia,ma abbiamo superatotutte le burrasche insiemeed ora che eravamo vicinicon i capelli bianchiai traguardi più bellitutto sommato serenie due creature accantomi tradisci innanzi tempo.Sei sempre bellissima


anche bambola di ceraocchi implorantie labbra senza suono,una madonna in croce.Ricordo, ricordo, ricordo …la mano sul mio bracciola stretta flebile delle ditache cercano la mia pelleed i baci lanciaticon le labbra sporgentile braccia tremanti,le furie inconsulte,le lacrime sul viso.Io nascondevo il piantoil dolore incarnatodietro le lenti scure.Ricordo, ricordo, ricordo …il tuo corpo offesoscomposto e abbandonatocon lo sguardo da alienole gambe e il seno denudaticome non avresti permesso maialtra da te sempre compostaquando chiudevi il bagno,un fortino oscuratoda tendine e serrande,perché non ti si vedesseanche quando eri solae nelle case vicine non c’eraper chilometri persona.Oggi 25 gennaio 2015,


amore tenero e cannibale,sono quarantotto annida quel giorno lontano,la nostra chiesettanon è più una chiesae noi non siamo più noi,due vite deragliatein un letto d’ospedaleE ricordo, ricordo, ricordo…mi inonda, mi travolge,mi sommerge lo tsunaminell’oceano dei ricordi:in un rosario d’angosciaun giorno dopo l’altrofino alla fine dei giorni.


Il male

Hai occhi di laguna verdeliquidi e trasparenticome non ho visto maidistesa sul letto biancocon le spalle nudela ferita sul craniola ricrescita argentoe la testa rasatacome in un campodi concentramento,ma ancora bellacome un totem scolpito.Tu così viva non sei nataper soffrire allacciataal respiro, il collo offesocon tubi trasparentidai bottoni colorati.Al fianco macchinee numeri accesi di rossonel duello della vita,PER LA VITA.le labbra distortetumefatte si sforzanoma non esce un suono


e nelle sillabe soffiatenon si coglie il sensomentre alzi gli occhi al cielo.Tu così piena di energietu così fiera e battaglieraora sfinita, disarmatail corpo abbandonatouna marionetta senza filinella camera d’ospedaleaffacciata alla campagna.Ricordi quando al lagoraccoglievi nella manogli uccelli caduti implumi?Ora sei come loro,lo sguardo vitreo, spentola mano che stringe appenacome stringevi la rondine,innocente e impaurita,come una creaturache ha smarrito la strada.Ti ho protetta sempreora non posso più.Vorrei darti la forzache anche io sto perdendocome il coraggio di dirti bugieper un domani migliore.Non lo sanno i medicilo sa solo il tuo angelose lui è mai esistito.

Le stagioni del Turano140

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Ringraziamenti

Si ringraziano:

Lega Navale Italiana – Sezione Rieti – Lago del Turano

Studio Legale Vespaziani Fiordeponti e Associati di Rieti.

Un ringraziamento particolare al Professore Antonio Tundo per avermi sostenuto in un momento per me particolarmente difficile.

POIESIS

. Fiona KidmanDove si posa la mano sinistraTraduzioni di Francesca Benocci, Marco Sonzogni e Giulia Zuodar ----, formato × cm, pagine, euro

. Giannino BalbisNell’ombra del vero infinita. Poesie –Prefazione di Giorgio Bárberi SquarottiPostfazione di Alice Loda ----, formato × cm, pagine, euro

. Riccardo CorazzaRinascita ----, formato × cm, pagine, euro

. Sergio RomanelliVenere in esilio ----, formato × cm, pagine, euro

. Fabio Della SetaRoma in valigia. Mille e anche più sonetti in Urbe et in Orbe ----, formato × cm, pagine, euro

. Alessandra ScaranoIl luogo perduto. Poesie (–)Prefazione di Mattia Leombruno ----, formato × cm, pagine, euro

. Tiziana MignosaIl misterioso potere che la bellezza emana. Luci ed ombre diuna missione flash ----, formato × cm, pagine, euro

. Maurizio FurlaniPoesie di tutto l’amore. Quando la sofferenza sublima nellafelicità ----, formato × cm, pagine, euro

. Francesco LibertiMacchie di memoriaPrefazione di Adolfo Ferraro ----, formato × cm, pagine, euro

. Giannino BalbisIl gazzettiere della Pravaterra. Poesie ----, formato × cm, pagine, euro

. Francesca BavieraCome un non finitoPrefazione di Sergio RomanelliDisegni di Alfa Pietta ----, formato × cm, pagine, euro

. Maurizio FurlaniTre anni di poesiaNote introduttive di Maria Carla Renzi ---xxxx-x, formato × cm, pagine, x euro

. Anna Manna, Daniela FabriziMigranti. A passi nudi, a cuori scalziPrefazione di Dante Maffia ---xxxx-x, formato × cm, pagine, x euro

. Mauro GrimoldiPreghiere e verdure ---xxxx-x, formato × cm, x pagine, x euro

xx. Ruggero MarinoLe stagioni del Turano ---xxxx-x, formato × cm, x pagine, x euro

Finito di stampare nel mese di giugno del dalla tipografia «System Graphic S.r.l.»

Roma – via di Torre Sant’Anastasia, per conto della «Aracne editrice int.le S.r.l.» di Ariccia (RM)

POIESIS - Aracne · 2017. 9. 20. · sega l’acqua gelata, il prato bagnato bianco di brina è un...

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