PM-46 Le colline del Chierese e la conca di Vezzolano · L'assetto insediativo attuale è venuto...

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L'assetto insediativo attuale è venuto definendosi nel basso medioevo, secondo il processo del "restringimento" della popolazione rurale attorno ai nuclei fortificati di altura. I centri abitati hanno poi assunto forma radiale, seguendo linearmente i crinali a partire dai nodi di sommità fortificati; l'occupazione dei fondovalle è fenomeno recente, avvenuto a seguito dello spostamento della viabilità principale dal crinale alle fasce di pianura fluviale, occupate da capannoni commerciali o di trasformazione di prodotti agricoli. La collina torinese La conca di Vezzolano L'altura di Albugnano In prossimità di Torino, il sistema collinare si assottiglia fino a diventare un lembo largo pochi chilometri e solcato da brevi valli a pettine, interessate dalla viabilità tra Asti e i valichi alpini. Il versante orientale della collina, afferente alla conca di Chieri, è fittamente insediato fin dal medioevo (Montosolo di Pino, Pecetto, Revigliasco, fino a Moncalieri), con attività rurali ortofrutticole e viticole nei versanti meglio esposti, boschi di sommità. Il profilo della collina viene segnato dalla basilica di Superga, santuario mariano dinastico. In un'area già frequentata e insediata in età romana, nei decenni finali dell'XI secolo si sviluppa il centro canonicale di Santa Maria di Vezzolano, che si afferma come polo organizzatore sia dell'insediamento rurale prossimo, sia del territorio tra il Po e il Chierese, al confine tra le diocesi di Torino, Ivrea, Vercelli e Asti. La popolazione, tuttavia, alla fine del medioevo migra verso l'insediamento di altura di Albugnano e la chiesa con il complesso canonicale resta un nucleo isolato di rilevante valore artistico. I versanti adiacenti, già destinati a uso viticolo fino all'epidemia di filossera di inizio Novecento, sono ora prevalentemente coperti da boschi, sovente in stato di abbandono: solo il recente rilancio del vino Malvasia e Freisa ha determinato un nuovo sviluppo di aree a vite. Nella cascina presso la canonica è insediato un centro agricolo sperimentale del CNR, che opera nuovi impianti di frutta e vite (come si vede al centro della foto). L'ampio e assolato versante che sale dal rio Nevissano all'altura di Albugnano (553 m) presenta un ricco mosaico colturale e una pluralità di soluzioni insediative: i terreni sono suddivisi in appezzamenti di modeste dimensioni condotti a seminativo, divisi da filari, con presenze di alberi da frutta e vigneti; le cascine hanno sia disposizione aggregata sia isolata, con sviluppo lineare lungo le curve di livello. Alla sommità del poggio l'insediamento "ristretto" di Albugnano, caratterizzato da un'edilizia prettamente laterizia, raccolto intorno alla parrocchiale e al castello (ora demolito). Chieri, centro di fondazione romana interessato anche da fenomeni di centuriazione, nel medioevo diventa città che assume un ruolo economico e finanziario a scala europea, diventando una vera e propria città-stato, il cui territorio si estende a tutte le valli afferenti alla conca. Consistenti le tracce storiche nel paesaggio, dalle cascine fortificate di pianura, ai castelli di altura, alle testimonianze del sistema pievano (dipendente dalla diocesi di Torino). La conca di Chieri Moncucco Montagna Collina Pianura Litorale Naturale Rurale Urbano PM-46 [PAYS.DOC] Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneo Le colline del Chierese e la conca di Vezzolano Punto di ripresa: Albugnano (Asti), piazzale belvedere sul sito già del castello # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # Le propaggini nord-occidentali del sistema collinare centrale si attestano alla destra idrografica del fiume Po, definendo a oriente un'ampia corona di crinali che convergono nella pianura chierese. L'area, sebbene caratterizzata dai rilievi collinari, fin dall'età antica è segnata dai fasci viari che connettono Asti con Torino (portatori di traffico transalpino) e dai legamenti trasversali verso la pianura di Vercelli. Chieri, prestigiosa città comunale nel medioevo, ha esercitato un ruolo polarizzatore sull'area. L'insediamento storico è strutturato soprattutto su siti di altura, esito del "restringimento" della popolazione attorno a fortificazioni di sommità nel basso medioevo (nella foto, Moncucco con il suo castello); l'insediamento rurale ha carattere puntiforme (cascine di modeste dimensioni o a sviluppo lineare) o in piccoli borghi aggregati, disposti sui versanti meglio esposti a mezza costa. Consistenti le tracce storiche, a partire dalle testimonianze archeologiche di età romana: oltre ai numerosi castelli signorili, si segnala il complesso di Santa Maria di Vezzolano (nella conca al centro della foto, non visibile), fondazione canonicale di rango regionale nel basso medioevo. La coltura della vite è diffusa sui versanti solivi, con produzioni di pregio e in estensioni sempre maggiori; i pendii più acclivi e le vallecole laterali hanno vegetazione boschiva, sovente in abbandono; evidenti poi i segni del passaggio dall'uso rurale delle cascine a un uso residenziale o turistico, gravitante sulla conurbazione torinese (immediatamente alle spalle della collina sullo sfondo). Albugnano, punto di ripresa della foto, è uno dei punti più elevati dell'area: il castello attorno a cui si è accentrato il paese (immediatamente a monte di Vezzolano) ha lasciato posto a un ampio piazzale panoramico, con punti di vista anche sulla pianura chivassese e sul Monferrato. Centro di Albugnano Versante di Albugnano, verso Nevissano Conca boscosa della canonica di Vezzolano Crinale tra Moncucco e Cinzano Conca di Chieri Collina torinese Corona alpina

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L'assetto insediativo attuale è venuto definendosi nel basso medioevo, secondo il processo del "restringimento" della popolazione rurale attorno ai nuclei fortificati di altura. I centri abitati hanno poi assunto forma radiale, seguendo linearmente i crinali a partire dai nodi di sommità fortificati; l'occupazione dei fondovalle è fenomeno recente, avvenuto a seguito dello spostamento della viabilità principale dal crinale alle fasce di pianura fluviale, occupate da capannoni commerciali o di trasformazione di prodotti agricoli.

La collina torinese La conca di VezzolanoL'altura di Albugnano

In prossimità di Torino, il sistema collinare si assottiglia fino a diventare un lembo largo pochi chilometri e solcato da brevi valli a pettine, interessate dalla viabilità tra Asti e i valichi alpini. Il versante orientale della collina, afferente alla conca di Chieri, è fittamente insediato fin dal medioevo (Montosolo di Pino, Pecetto, Revigliasco, fino a Moncalieri), con attività rurali ortofrutticole e viticole nei versanti meglio esposti, boschi di sommità. Il profilo della collina viene segnato dalla basilica di Superga, santuario mariano dinastico.

In un'area già frequentata e insediata in età romana, nei decenni finali dell'XI secolo si sviluppa il centro canonicale di Santa Maria di Vezzolano, che si afferma come polo organizzatore sia dell'insediamento rurale prossimo, sia del territorio tra il Po e il Chierese, al confine tra le diocesi di Torino, Ivrea, Vercelli e Asti. La popolazione, tuttavia, alla fine del medioevo migra verso l'insediamento di altura di Albugnano e la chiesa con il complesso canonicale resta un nucleo isolato di rilevante valore ar tistico. I versanti adiacenti, già destinati a uso viticolo fino all'epidemia di filossera di inizio Novecento, sono ora prevalentemente coper ti da boschi, sovente in stato di abbandono: solo il recente rilancio del vino Malvasia e Freisa ha determinato un nuovo sviluppo di aree a vite. Nella cascina presso la canonica è insediato un centro agricolo sperimentale del CNR, che opera nuovi impianti di frutta e vite (come si vede al centro della foto).

L'ampio e assolato versante che sale dal rio Nevissano all'altura di Albugnano (553 m) presenta un ricco mosaico colturale e una pluralità di soluzioni insediative: i terreni sono suddivisi in appezzamenti di modeste dimensioni condotti a seminativo, divisi da filari, con presenze di alberi da frutta e vigneti; le cascine hanno sia disposizione aggregata sia isolata, con sviluppo lineare lungo le curve di livello. Alla sommità del poggio l'insediamento "ristretto" di Albugnano, caratterizzato da un'edilizia prettamente laterizia, raccolto intorno alla parrocchiale e al castello (ora demolito).

Chieri, centro di fondazione romana interessato anche da fenomeni di centuriazione, nel medioevo diventa città che assume un ruolo economico e finanziario a scala europea, diventando una vera e propria città-stato, il cui territorio si estende a tutte le valli afferenti alla conca. Consistenti le tracce storiche nel paesaggio, dalle cascine fortificate di pianura, ai castelli di altura, alle testimonianze del sistema pievano (dipendente dalla diocesi di Torino).

La conca di ChieriMoncucco

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Collina

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PM-46[PAYS.DOC] Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneoLe colline del Chierese e la conca di VezzolanoPunto di ripresa: Albugnano (Asti), piazzale belvedere sul sito già del castello

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Le propaggini nord-occidentali del sistema collinare centrale si attestano alla destra idrografica del fiume Po, definendo a oriente un'ampia corona di crinali che convergono nella pianura chierese. L'area, sebbene caratterizzata dai rilievi collinari, fin dall'età antica è segnata dai fasci viari che connettono Asti con Torino (portatori di traffico transalpino) e dai legamenti trasversali verso la pianura di Vercelli. Chieri, prestigiosa città comunale nel medioevo, ha esercitato un ruolo polarizzatore sull'area. L'insediamento storico è strutturato soprattutto su siti di altura, esito del "restringimento" della popolazione attorno a fortificazioni di sommità nel basso medioevo (nella foto, Moncucco con il suo castello); l'insediamento rurale ha carattere puntiforme (cascine di modeste dimensioni o a sviluppo lineare) o in piccoli borghi aggregati, disposti sui versanti meglio esposti a mezza costa. Consistenti le tracce storiche, a partire dalle testimonianze archeologiche di età romana: oltre ai numerosi castelli signorili, si segnala il complesso di Santa Maria di Vezzolano (nella conca al centro della foto, non visibile), fondazione canonicale di rango regionale nel basso medioevo. La coltura della vite è diffusa sui versanti solivi, con produzioni di pregio e in estensioni sempre maggiori; i pendii più acclivi e le vallecole laterali hanno vegetazione boschiva, sovente in abbandono; evidenti poi i segni del passaggio dall'uso rurale delle cascine a un uso residenziale o turistico, gravitante sulla conurbazione torinese (immediatamente alle spalle della collina sullo sfondo). Albugnano, punto di ripresa della foto, è uno dei punti più elevati dell'area: il castello attorno a cui si è accentrato il paese (immediatamente a monte di Vezzolano) ha lasciato posto a un ampio piazzale panoramico, con punti di vista anche sulla pianura chivassese e sul Monferrato.

Centro di Albugnano

Versante di Albugnano, verso Nevissano

Conca boscosa della canonica di Vezzolano

Crinale tra Moncucco e Cinzano

Conca di Chieri

Collina torinese

Corona alpina

[PAYS.DOC] Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneo

Clemente Rovere, Vezzolano e Albugnano, disegno del 1845 (edito in , a cura di C. Sertorio Lombardi, Torino 1978, n.2240).

Secondo Pia, , fotografia del 30 agosto 1886 (edita in L. Tamburini, M. Falzone del Barbarò, , Torino 1981)

Le due immagini storiche – uno schizzo di viaggio a matita e una delle prime immagini fotografiche note dell'area – testimoniano l'assetto vegetativo e architettonico del complesso della canonica durante l'Ottocento (il disegno a metà secolo, la foto negli ultimi anni del medesimo). Anche il 'taglio' dell'immagine è significativo ai fini dello studio della percezione del sito; mentre il disegno raffigura la facciata della chiesa e – sullo sfondo – l'altura di Albugnano (punto di vista tradizionale, legato all'itinerario medievale), la fotografia è invece impostata secondo l'attuale veduta del complesso, scendendo dalla carrozzabile che lo collega ad Albugnano (e quindi con l'abside in primo piano).

L'elemento di maggiore interesse è dato dal rapporto tra vegetazione boschiva e vigna: Clemente Rovere, con sintesi grafica efficace, rende la totale coltivazione dell'altura di Albugnano mediante l'evocativa rigatura secondo le curve di livello, con filari e addensamenti boschivi nei compluvi vallivi; attorno alla canonica resta la selva narrata dai primi viaggiatori sette-ottocenteschi, ossia il bosco che aveva circondato la chiesa, una volta caduta in sostanziale disuso. La foto di Secondo Pia documenta la grande diffusione della vite nell'immediato intorno di Vezzolano, con il contenimento del bosco alla sommità dell'altura.

Tale diffusione pervasiva della vigna è andata in crisi – fino alla scomparsa pressoché totale – a causa dell'epidemia di filossera che si è diffusa nell'area nei primi decenni del Novecento, fenomeno accompagnato dall'abbandono delle colture e dal passaggio della tradizionale manodopera rurale ad attività industriali nel chierese. Il reimpianto dei vigneti è fenomeno recente, accompagnato alla riscoperta dei vitigni tradizionali dell'area (freisa e malvasia) con ambizioni di produzioni di qualità. Attività agricole sperimentali sono condotte dall'azienda agricola del CNR, insediata alle spalle del complesso religioso.

PM-46Le colline del Chierese e la conca di VezzolanoPunto di ripresa: Albugnano (Asti), piazzale belvedere sul sito già del castello

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L'altura di Albugnano (a destra, punto di ripresa) vista da Moncucco, la conca di Vezzolano (a sinistra) e la dorsale di Cornareto (al centro, con la cascina lineare e i vigneti).

La dorsale di Cornareto, con la chiesa romanica di Santa Maria: i vigneti, i boschi sui pendii più acclivi e le aree a seminativo.

La cava di gesso presso Moncucco; sullo sfondo la città di Chieri e il Monviso.

Il castello di Cinzano (a destra), attorno a cui si è addensato l'insediamento; sull'altura a sinistra, l'antica chiesa, ora cimiteriale.

La basilica di Superga e la collina torinese; sullo sfondo il monte Musiné che segna l'accesso alla val Susa.

La canonica di Santa Maria di Vezzolano, ripresa dal lato nord.

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