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Anno XXII - numero 1 - gennaio-febbraio 2002 - Sped. abb. post. Art. 2 comma 20/c L. 662/96 - Filiale di Roma Periodico bimestrale delle Comunità, Fraternità e Missioni della Famiglia Marianista d’Italia numero 110

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Periodico bimestrale delle Comunità, Fraternità e Missioni della Famiglia Marianista d’Italia

numero110

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Presenza Marianista n. 110

GRUPPO REDAZIONALE MARIANISTA E AMMINISTRAZIONE(Sede legale: Viale Manzoni, 5 -00185 Roma; Tel. 06/70497241)p. Antonio Soldà sm Direttore responsabile -Curia Generalizia dei Marianisti Via Latina, 22 - 00179 RomaTel. 0677209956 Fax 067000406E-mail: [email protected] Verbanese:

Pier Giorgio ArsuffiSr. Michela MessinaEvasio RotaFranco Ressico

Redazione Romana:Marcello Bittante Coordinatore p. Antonio SoldàSr. Roberta NessiDario Tucci

Grafico/Art Director - Paolo GuercioFotolito: Paolo CirciStampa: Grafica Tiburtina (Roma)

Registrato presso il Tribunaledi Roma al n. 114/82 del 24/3/1982Versare la quota prescelta sulC.C. n. 526 74 009 intestato a: Provincia Italiana dell'Istituto del-la Società di Maria/MarianistiViale Manzoni, 5 - 00185 Roma; usare di preferenza il modulo prestampato incluso nella rivista.Offerte per le missioni: delle suore marianiste - C.C. n. 22994008intestato a: Suore Marianiste Missioni - Via Biagio Pallai, 4 - 00151 RomaPresenza Marianista viene speditagratis per un anno a quanti, nonconoscendola, desiderano riceverla ene fanno esplicita richiesta. Chidesidera disdire l'abbonamento è pregatodi comunicarlo alla Redazione. Sonoincoraggiate offerte libere per lemissioni marianiste, per le borse distudio, per la celebrazione di SS. Messeper vivi e defunti. Si utilizzi dipreferenza il modulo prestampatocon queste intenzioni.

GRAZIE!

Anno XXIInumero 1

gennaio/febbraio 2002Numero 110

della nuova serieAnno 47º, n.173º dalla

fondazione, col titolo diBOLLETTINO CHAMINADE

QUOTE DI ABBONAMENTO per il 2001:Ordinari: sotto 9,99 euro;

Sostenitori da 10,00 a 24,99 euro; Benemeriti da 25,00 a 49,99 euro;

Amici sopra i 50,00 euro.Estero $ 20

NB. Sono considerate come ‘offerte’ le quote supe-riori a 10,00 euro, secondo la scaletta su riportata.

Periodico bimestrale delle Comunità, Fraternità e Missioni della Famiglia Marianista d’Italia

SOMMARIO

EDITORIALE: I Marianisti alle frontiere della Chiesadi p.Antonio Soldà ........................................................... pag. 3

VITA DELLA CHIESA = Ordinazione sacerdotale di don Ivan Letodi Giorgio Vannucci.............................................................“ 4

VITA DI FAMIGLIA: Messaggio di Natale 2001 per la Famiglia Marianista.................................................“ 5Con i Marianisti navigando nell’etere telematico ..................“ 6

RIFLESSIONE = IL TERZO BEATO di Rino Cammilleri ..........“ 7FRATERNITA’ – 18° CONVEGNO NAZIONALE:

Essere in Comunità ( 4-5 gennaio 2002)Una riflessione a margine della cronacadi Anna Poce, CLM .............................................................“ 9La parola a p. Salvatore Santacroce sm- relazione ufficiale..“ 11Dalla relazione di Marica Testa, segretaria nazionale CLM..................................................“ 13

CRONACHE DI FAMIGLIA - ROMA – S.Maria=La festa dell’accoglienza-fotocronache .............................“ 15La festa dell’Immacolata-fotocronache ............................“ 16ROMA – C.U. MARIANUM- Ritiro a Camaldoli, di Paolo Rinaldi...................................................................“ 17

LA NOSTRA NUOVA MISSIONE IN ALBANIA= Luoghi e volti ....................................................................“ 18

CRONACHE DI FAMIGLIA La missione in Albania al Convegno delle Fraternità.............................................“ 20 CONDOFURI – Ricambiata la visita al Patriarca Ecumenico, di p. Arnaldo Cantonetti SM ......“ 21

SUORE MARIANISTE- Cronache –Roma –Scuola M. Immacolata

Impara l’arte (di fare il presepio), di Rocco Cardinale ........“ 22Gruppi delle ORE TRE: Roma forever!di Eleonora..........................................................................“ 24Tre giorni meravigliosi di Barbara ....................................“ 25

CRONACHE DI FAMIGLIA- Una nuova realtà missionaria ........................................“ 27Da Latacunga – La voce di p. Remo -.................................“ 28Appunti di un viaggio in Ecuador di p. Pierangelo Casella, SM ................................................“ 30

Ricordo di fratel GIUSEPPE VALENTI, religioso marianista.........................................................“ 33

I NOSTRI CARI DEFUNTI - Un ricordo di Paolino Donato ..........................................“ 34

LA PAGINA DELLA SOLIDARIETA’= OFFERTE E VARIA ........“ 35OMAGGIO AL B. CHAMINADE dalle Poste del CANADA e della COREA .............................“ 36

IN COPERTINA: NUOVO SECOLO, NUOVA MISSIONE = LA NOSTRAALBANIA, in una foto della primavera del 2001 a Shenkol, col SuperioreGenerale p. David J. Fleming SM; (in basso) il commiato dalla Comunitàdel S.Maria di Roma 26/10/2001.

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Presenza Marianista gennaio/febbraio 2002

ALBANIA, nostra nuova terra di missione: è la coraggiosascelta missionaria, compiuta in questi ultimi tempi dalla Fa-miglia Marianista italiana. Non è una novità perché non sia-

mo i primi: tanti altri, da alcuni anni ci hanno preceduti. È vero,ma noi non potevamo mancare all’appello e, pur con un grosso sa-crificio, ci siamo presentati al nastro di partenza.

Eccoci dunque nel ‘Paese delle Aquile’ con l’intenzione di aiutarela povera gente di quel martoriato Paese a ricostruirsi una dignitàche un folle regime dittatoriale aveva fatto di tutto per cancellare.Anche questa costosa risposta fa seguito all’invito di Maria:”Fatequello che Egli vi dirà”, ‘ovunque vi chiami, disposti ad andare anchein capo la mondo’, come completava l’invito-missione il p. Chami-nade.

Ed il fuoco della missione, che ha riscaldato da sempre nellaChiesa i motori della carità fino all’eroismo, continua a riscaldareanche oggi gli stanchi e forse delusi motori del nostro agire quoti-diano. Abbiamo tutti bisogno di un supplemento di entusiasmo, digenerosità, di calore. Siamo poveri ma continuiamo a donare tutto:direi che continuiamo a fare il gioco del ‘vince chi perde’. Come sipuò infatti avere il coraggio di mandare a lavorare fuori casa alcunidei nostri migliori operai quando in casa tanto scarso è il personalee sempre più estesa la messe da coltivare e raccogliere?

La prudenza umana dice di ‘fare il passo secondo la gamba’ men-tre qui il Signore chiede ad un bambino di fare un salto da gigante.Ma Chi lo chiede è lo stesso Signore che già disse un giorno:”Paolo,ti basta la mia grazia: nella tua debolezza si rivela la mia forza”. Sonoqueste le parole sulle quali fondiamo la risposta ai suoi inviti perpartire.

La nuova fontiera della Chiesa si gioca proprio su questi Paesi–l’Albania è come tanti, troppi altri!- mentre continua nelle retro-vie il nostro lavoro missionario. Vorremmo che tutti coloro che ciconoscono (e quelli che ci vogliono conoscere) fossero in grado dileggere sotto questa visuale la nuova realtà, nella quale abbiamo ac-cettato di entrare e poi fossero disposti in tutti i modi loro possibilia ‘darci una mano’. La ‘missione’ non è infatti affare di pochi privi-legiati; chi parte è spesso solo la punta di un iceberg molto piùesteso, costituito da tutti coloro che conoscono e in qualsiasi modo‘supportano’ il lavoro di prima linea. È così in tutti gli eserciti, è co-sì anche nel campo della lotta contro il male che vede Maria ‘capi-tana generale’, come la chiamerebbe il mondo ispanico.

L’idea della missione è quella che ha esaltato da sempre i segua-ci del p. Chaminade (e di quanti altri santi?) che sul suo esempiohanno gettato la vita ed è quindi la nostra.

All’inizio di questo nuovo anno auguro a tutti di sentirsela at-taccata alla pelle, come una malattia da cui si guarisce solo accet-tandola. Buon anno nuovo a tutti!

p. Antonio Soldà sm.

IMarianisti allefrontieredellaChiesa

EditorialeEditoriale

PresenzaMarianistaanche suinternetAprirewww.marianist.orgcliccare su "links to major sitesin the world"(=collegamento coni principali siti delmondo marianista);nella lista dei variPaesi compareITALY, accanto allaquale é riportato:PRESENZAMARIANISTA-ultimo numero,cliccare sul nome; si apre colprogramma 'AcrobatReader 5.0': Si puòleggere e copiarequanto interessa:Buon divertimento!

(comunicato della Redazione)

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I n quest’anno accademico 2001-02 alCentro Universitario Marianum si èsvolta l’ordinazione sacerdotale di

Don Ivan Leto, nostro compagno di colle-gio in questi anni.

E’ stato questo un avvenimento riccodi emozioni, giacchè il rito dell’ordinazio-ne è pregno di significato e inoltre, perchéad essere ordinato presbitero è stato unnostro carissimo amico.

Sabato 24 novembre alle ore 10:00,presso la chiesa del collegio S. Maria, ilCardinal Giovanni Canestri, arcivescovoemerito di Genova, con l’imposizione del-le mani ha ordinato Ivan sacerdote.

L’intera funzione religiosa ci ha regala-to veri ed intensi momenti di spiritualità.Solenni le melodie e i canti intonati dallacorale di Binzago, paese nativo di Ivan,che è voluta venire a Roma per animarequesto evento in segno di amicizia verso ilnovello sacerdote.

A servire l’intero rito noi, giovani stu-denti residenti al CUM, che, con stuporeed affetto per Ivan, abbiamo avuto la gioiadi stargli vicino nel momento fondamen-tale della sua vita di chiamato.

Parecchi erano i sacerdoti concelebran-ti: i Marianisti, i colleghi universitari diDon Ivan, ed altri ancora.

Da Binzago sono venuti a Roma quasicento persone, accompagnate dal ParrocoDon Ampelio, anch’esse molto affiatatecon Ivan.

Terminata la cerimonia si è svolto ilpranzo sempre al S. Maria nel quale paren-ti, amici ed invitati hanno fatto festa alneo presbitero.

Domenica 25 novembre, solennità diCristo Re, Don Ivan ha celebrato la suaprima Messa a Roma, che poi ha ripetutoa Binzago Domenica 2 dicembre.

Commovente il momento della consa-crazione quando, pronunciando le parole,

Ivan si è commosso versando qualche la-crima che esprimeva la soddisfazione diessere giunto a tanto momento.

Il 2 dicembre ho partecipato ai festeg-giamenti in onore di Don Ivan svoltisi aBinzago. Mi sono meravigliato nel vedereun intero paese muoversi per festeggiareun nuovo sacerdote.

A prima mattina la banda si è portataalla casa di Don Ivan e lo ha accompagna-to al Santuario di Santa Maria dove vi èstata la vestizione.

Da lì sempre in corteo siamo andati al-la chiesa parrocchiale dove Ivan ha cele-brato la Santa Messa solenne. Al termineaperitivo e lancio di palloncini quale se-gno beneaugurante al novello sacerdote;pranzo insieme ai parenti e agli amici, ve-spri solenni nel pomeriggio e alla sera,quale segno conclusivo, uno spettacoloteatrale.

Tante sono state le manifestazioni d’af-fetto ed amicizia rivolte a Don Ivan. Luistesso ha più volte ringraziato tutti per ivari momenti di festa in suo onore. Augu-ri ancora, caro Ivan, e sii sempre entusia-sta e sereno con chi incontrerai nel tuopercorso sacerdotale, così come lo sei statocon noi.

Giorgio Vannucci4

Vita della ChiesaVita della ChiesaOrdinazione sacerdotale di Don Ivan Leto

Don Ivan con i colleghi del Marianum.

Presenza Marianista n. 110

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Cari Membri della Famiglia Marianista,

Durante questo periodo di preparazio-ne al Natale, vogliamo rivolgere a voi, co-me pure a tutte le persone di buona vo-lontà, l’augurio cristiano: “La pace sia convoi”.

Questo 25 dicembre sarà la prima cele-brazione dell’Incarnazione nel 21° secolo.Oggi più che mai, il mondo ha bisogno diascoltare la Buona Novella di Gesù Cristo.Circa 2000 anni fa, Maria si trovò incintadel Verbo. Ella era figlia di un popolo co-lonizzato, umiliato e sfruttato ed aspiravacome tutti alla giustizia e alla libertà pro-messe a questo suo popolo. Eppure ella ri-fiutava la via della violenza, preferendopresentare al mondo il Principe della Pace.

Negli ultimi anni e negli ultimi mesi, ilmondo sembra essere divenuto più ostilenei confronti dei poveri e di tutti coloro

che desiderano sinceramente creare unmondo ove il regno di Dio sia pienamentevisibile. Atti di inaudita violenza sembra-no dilagare, insieme ad azioni oppressivedi governi contro la loro stessa gente.

Nel cuore di questa situazione ed an-che nel cuore della Chiesa, Maria ci pre-senta una strada diversa, la strada di SuoFiglio e del Suo messaggio di pace, di spe-ranza e di solidarietà con tutti coloro chesoffrono e sono sfruttati.

Come Maria, anche noi siamo ansiosi dilodare Dio e di annunciare la realtà dellaSua presenza accanto ad ogni uomo. Il Ver-bo si incarna nel 21° secolo. Questo Verboci chiama ad essere pienamente umani, adessere solidali con tutti i sofferenti e a porta-re ogni cosa a compimento, grazie al nostrolavoro individuale, alla nostra comune mis-sione e grazie alla costruzione di una Fami-glia Marianista entusiasta.

Vita di FamigliaVita di FamigliaIl messaggio di Natale 2001

ai membri della Famiglia Marianista

I membri del Consiglio Generale delle FMI e della SM (gennaio 2002)

Presenza Marianista gennaio/febbraio 2002

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@La Famiglia Marianista, proprio come

la Chiesa, si pone quale segno sacramen-tale per provare che la speranza trionferàsulla disperazione, la pace sulla guerra eche la vera pace cresce saldamente dallagiustizia e dal dialogo.

Ricordiamoci, tutti noi, le parole diMaria in risposta alla realtà dell’Incarna-zione: “L’anima mia magnifica il Signore e ilmio spirito esulta in Dio, mio Salvatore”.Prendiamo l’impegno di essere, ora piùche mai, quegli operatori di pace che Diochiama suoi figli. Ci auguriamo che que-sto Natale possa portare il mondo, laChiesa e la Famiglia Marianista più vicinialla realtà del Regno di Dio.

Il Consiglio Mondiale della F.M.:

José M. Alvira SM, Javier Anso SM,

Marie-Luce Baillet FMI, Inaki Barrio Baroja CLM,

Carlos Benéitez CLM, Isabelle de Cantellauve AM,

Gorge J.Cerniglia SM, David J. Fleming SM, Tony Garascia CLM,

Blanca Jamar FMI,Clothilde Lachaussée FMI,

Ezequiel Reggiani CLM, Lucia Ubbiali FMI.

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Presenza Marianista n. 110

Vita di FamigliaVita di Famiglia

Con i Marianisti, navigando nell’etere telematico

Il sito ufficiale web della Famiglia Marianista è sotto l’indirizzo: www.mariani-st.org; è redatto nelle tre lingue ufficiali dei Marianisti (inglese, francese, spagno-lo) e dà tutte le indicazioni generali per muoversi dentro la nostra rete telematica, inbase ai vari Paesi del mondo marianista e per conseguenza alle varie lingue. L’aggior-namento dei dati non è sempre dei migliori e vi offre quasi sempre la curiosità di sa-pere il numero progressivo della vostra ricerca.

È normale che la maggior abbondanza di indirizzi si abbia nel mondo nordame-ricano, dove la Famiglia marianista è più diffusa; le informazioni riguardano ogni ti-po di attività e di notizia, al solo patto che se ne conosca la lingua: comunità, par-rocchie, scuole (università), missioni, opere assistenziali e di volontariato, curiosità erelativa documentazione fotografica.

Molto godibile per noi italiani è tutta la serie di indirizzi e conseguenti notizie delmondo marianista di lingua spagnola, sia europeo che sudamericano; si veda:www.marianistas.org; si presenta come àgora marianista ed è ricchissimo di curio-sità (compresa la chat!)ed informazioni di ogni genere: luoghi, personaggi, attività, pro-getti... In francese esiste una informativa generale sotto l’indirizzo marianist.org. Siaggiunga che la Famiglia marianista svizzera presenta un sito piuttosto geniale ed in-teressante sotto l’indirizzo:www.marianistes.ch; è biligue, cioè francese e tedesco.

In italiano si trova il sito della Famiglia Marianista italiana, sempre in via dimiglioramento, sotto l’indirizzo: http://web.tiscali.it/marianista/; molto utile unelenco abbondante di siti marianisti nel mondo e rispettivo indirizzo. Sotto altro in-dirizzo (www.santamariapallanza.it) si trova il sito del Collegio S. Maria di Pallan-za, con informazioni e foto suggestive.

Quanto agli indirizzi telematici (e-mail) personali della famiglia Marianista, è no-to quello del direttore di P.M.(cfr. pagina 2, in alto a sinistra di ogni numero); per al-tri è opportuno fare al suddetto una richiesta privata.

Un indirizzo interessante per tutti i lettori di PM è questo:www.santiebeati.it,che riporta tutti i santi e beati noti, compresi i nostri marianisti, sotto il nome diciascuno e sotto la rispettiva data. Provare!

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L e furibonde polemiche che hanno ac-compagnato la beatificazione con-giunta, il 3 settembre scorso, dei papi

Giovanni XXIII e Pio IX, hanno sviato l’at-tenzione dagli altri tre beatificati: ColumbaMarmion, Tommaso Reggio e Guillaume-Jo-seph Chaminade.. Se i detrattori di Pio IX sifossero accorti di quest’ultimo, senz’altro lecontumelie laiciste si sarebbero triplicate(ma sono rari i ‘laici’ che conoscono davve-ro la storia cristiana).

Infatti la vicenda, nel beato francese,fondatore dei Marianisti, coinvolge diretta-mente altri due temi, su cui l’orecchio ‘laico’è notoriamente sensibile la Rivoluzionefrancese e le scuole libere.

Guillaume-Joseph Chaminade visse pro-prio tra il 1761 ed il 1850, giusto in tempoper attraversare la presa della Bastiglia, ilTerrore, l’età napoleonica, la Restaurazione,la rivoluzione del 1830 ed, infine, anche il’48. Scampato più volte alla ghigliottina, eb-be una vita (giovanile) intessuta di fughe,travestimenti, galera ed esilio. Era originariodi Périgueux ma il suo centro di operazionifu principalmente Bordeaux. Quando i gia-cobini inaugurarono la caccia al prete, entròin clandestinità. Travestito in vari modi, masoprattutto da calderaio, andava di nascostoad amministrare i sacramenti; un gruppo dimonelli, suoi amici, faceva da palo.

Una volta i sanculotti gli chiesero se ave-va visto passare il noto controrivoluzionarioChaminade, e lui indicò la direzione in cuiquel nemico del popolo era appena passato,augurando loro di acciuffarlo. Un’altra voltasi finse padrone della casa nella quale eraandato a confessare alcuni fedeli e si indi-gnò con le guardie che avevano potuto pen-sare che in quella abitazione onorata si na-scondessero preti. Una vitaccia, insomma.Ma anch’egli, prima o poi, dovette prenderela via dell’espatrio In Spagna, a Saragozza,ebbe l’intuizione soprannaturale della suaopera futura nel Santuario del Pilar.

Qui si rese conto che ormai i tempi esige-vano nuovi modi di evangelizzazione. La

propaganda aveva martellato troppo a lungo;lo stesso abito ecclesiastico induceva sospet-to e ripulsa. Chaminade concepì l’innovativaidea di coinvolgere i laici nell’apostolato, siaperché ‘l’apostolato è il miglior modo per con-servare la virtù’(come soleva dire), sia perchéc’era un mondo da rifare di sana pianta ed ilmiglior sistema era quello di concentrarsisull’educazione. Un corpo di insegnanti laici,inquadrati come un ordine religioso ed aper-ti alle più moderne tecniche pedagogiche:ecco l’intuizione di Chaminade, alla qualemise mano quando, calmatesi le acque, potérientrare in Francia. L’abito dei suoi uominidoveva essere quello corrente, borghese: nonda sfacciati, naturalmente, ma nemmeno dabigotti; non essere i primi a seguire la moda,ma non aspettare che fosse passata.

Chaminade cominciò con le congrega-zioni di laici, piano piano, per non inso-spettire le autorità napoleoniche. Questi lai-ci –quasi tutti giovani- inquadrati dal No-stro, dovevano professare apertamente il lo-ro cattolicesimo, perché la franca e palese te-stimonianza valeva meglio del più insistenteproselitismo. Avevano altresì il dovere di ac-quisire una cultura religiosa proporzionale alloro livello di istruzione e ai loro talenti,perché ‘l’ignoranza è madre di tutte le eresie’.

Poi, man mano che le nubi si allontana-vano, le scuole. Troppo lungo sarebbe riassu-mere qui tutte le difficoltà, le angherie ammi-nistrative, i sospetti, i divieti opposti dai go-verni della cosiddetta Restaurazione. La qualeaveva solo rimesso i re sui troni ma non ave-va alcuna intenzione di restituire alla Chiesa isettori tradizionali –istruzione ed assistenza-di cui la Rivoluzione si era impadronita. Bastipensare che tra il 1817 e il 1825 (dunque, inpiena Restaurazione) nella sola Francia furo-no date alle stampe ben 2.741.000 opere con-tro la religione. Edizioni popolari degli scrittidi Voltaire, Rousseau, Diderot,, degli Enciclo-pedisti, canzoni blasfeme, addirittura unaedizione speciale per ragazzi del Tartufo diMolière. Chaminade con prudenza e pazien-za, approfittava di tutti gli interstizi e gli esca-

Il terzo Beato

Presenza Marianista gennaio/febbraio 2002

Riflessione - I nostri SantiRiflessione - I nostri Santi

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Presenza Marianista n. 110

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Riflessione - I nostri SantiRiflessione - I nostri Santimotages che la legislazione gli consentiva edapriva le sue scuole, formava i suoi insegnan-ti. Come farà, qualche decennio dopo, donBosco in Italia, anziché lasciarsi coinvolgerenelle sterili lamentele dei legittimisti e deinostalgici del Trono e dell’Altare, si rimboccòle maniche e si affidò al sano realismo. Sape-va perfettamente che Luigi XVIII aveva i gior-ni contati: la nazionalizzazione dei beni ec-clesiastici aveva creato una nuova e potenteclasse di proprietari che tutto doveva alla Ri-voluzione e con cui chiunque intendesse go-vernare doveva fare i conti. Le costituzioni edi governi costituzionali li avevano inventati irivoluzionari, e ci sguazzavano assolutamentea loro agio come pesci nell’acqua. La Restau-razione aveva restaurato solo la facciata, male strutture portanti dello Stato erano rimastequelle confermate e consolidate da Napoleo-ne. D’altronde, le Chiese ‘nazionali’ -natecon la spaccatura protestante- ed il centrali-smo -inaugurato dall’assolutismo regio- ave-vano fatto trovare alla Rivoluzione la maggiorparte del lavoro già fatto.

Ma il 2 ottobre 1817, festa degli AngeliCustodi, la chaminadiana Società di Mariavide, malgrado tutto, la luce. Era una comu-nità dedita all’educazione e suddivisa in in-segnanti, sacerdoti (pochi) e operai. Nienteabiti speciali o appellativi come ‘padre’ o‘fratello’.Erano tutti monsieur e basta. Persingolare coincidenza, nello stesso periodo aLione nacque un’altra Società di Maria, crea-ta, questa, dall’abbé Jean-Claude Colin. I duefondatori si conobbero ma le loro opere re-starono distinte. Quelli di Chaminade ven-nero chiamati Marianisti, quelli di Colin, pa-dri Maristi.

Il metodo con cui Chaminade preparavai suoi insegnanti era fondato sulla ragione:«Siamo in un secolo in cui si fanno ‘ragionare’–o piuttosto sragionare- perfino le serve. Bisognache i nostri candidati conoscano tutte le fontidella certezza umana». Chaminade conobbeanche il movimento dei cosiddetti cattoliciliberali che si riunivano attorno al foglio«L’Avenir» ma giudicò il giornale ‘fragile teo-logia con alte pretese’. Quelli che l’avevanocreato? «Ne ho incontrati alcuni incapaci di so-stenere mezz’ora di discussione un po’ seria».

Ma la scuola libera, i governi del tempoproprio non la digerivano. Specialmente conil sopravvento dei liberali nel 1830, le operedi Chaminade subirono diverse battute d’ar-resto. Non si poteva vietarle perché erano sta-te create secondo i crismi di legge. Ma le sipoteva vessare in altro modo. Leggiamo peresempio la curiosa motivazione con cui il Pre-fetto del Giura comunicò al Consiglio Gene-rale dell’Istruzione la revoca dei sussidi statalialle scuole di Chaminade: «Senza dubbio è veroche i professori sono di vita esemplare e sono sot-toposti a regole severissime; che dall’Istituto sonousciti parecchi maestri di scuola; che non abbia-mo mai ricevuto la minima lamentela sui Fratelliposti alla testa dell’Istituto e che non si potrebbenegare che essi rendono dei servizi all’istruzionedel Dipartimento. Ma questa scuola, per il suomodo di insegnare ed il suo regime interno non èin armonia con le istituzioni».

Tutta la vita di Chaminade fu un calva-rio di progressi, sconfitte, ricominciamenti,stoppate e riprese. Anche attentati ed incen-di dolosi. Ma la sua attività non sfuggì ad ungrande santo come Giovanni Maria Vian-ney, il famoso ‘curato d’Ars’(oggi veneratocome patrono dei parroci):»Conosco la So-cietà di Maria. E’ chiamata a fare un bene im-menso nella Chiesa di Dio; vivrà fino alla finedel mondo e tutti i religiosi che morranno in es-sa andranno in Paradiso».

Superate tutte le difficoltà, ormai vec-chio, Chaminade dovette fare i conti conuna specie di rivolta interna da parte deisuoi più stretti collaboratori. Era l’ultima sta-zione del suo personale calvario. Oggi i Ma-rianisti sono sparsi per il mondo ed hannoanche versato il loro tributo di sangue (pa-recchi sono stati trucidati dai miliziani nellaGuerra civile di Spagna).

Chi vuol fare la storia della libertà di in-segnamento nel mondo moderno deve scru-tare la loro vicenda. Una curiosità: l’ammira-glio Yamamoto, capo della marina nipponi-ca nell’ultima guerra, aveva studiato nel col-legio marianista di Tokio, dove chiese e rice-vette il battesimo col nome di Stefano.

Rino Cammilleri(da “Il Kattolico” - ed. PIEMME)

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I l convegno nazionale delle C.L.M.giunto alla 18esima edizione e tenuto-si a Roma il 4-5 gennaio 2002, ha ruo-

tato intorno all’intervento di p. Arnaiz sultema Essere in comunità.

All’elaborazione del documento-basecosi denominato, scelto per la terza As-semblea mondiale tenutasi a Filadelfial’estate scorsa dalle C.L.M., ha partecipatoanche p. Arnaiz e, in occasione del conve-gno, egli ha avuto modo di riparlarne aipresenti radunatisi da tutta Italia, offren-do spunti di chiarimento, meditazione,progetti molto preziosi. Si è ribadito conforte vigore che chi fa parte di una C.L.M.deve essere “persona di comunità”, deveimpegnarsi per vivere in comunità, perché

la vita comunitaria è caratteristica essen-ziale della sua identità e della spiritualitàmarianista. Quest’ultima ruota intorno al-la convinzione che con gli altri, comun-que differenti da noi, ci sentiamo fratelli esorelle perché “sentiamo” di condividereinsieme ciò che ogni persona provanell’intimo: desiderio di comunione,gioia, libertà e verità

Il nostro filo conduttore deve essere:• “essere in comunità” perché altrimenti

“non siamo”, nel senso che ognunonel contesto comunitario genera forzadentro di sé per realizzarsi nel camposociale, politico ed economico;

• “ci si sente” comunità nel senso chenon si può fare a meno di incontrarsiin comunità;

Roma 4 - 5 gennaio 2002

Essere in comunitàUNA RIFLESSIONE A MARGINE DELLA CRONACA

Fraternità Fraternità (C.L.M. Comunità Laiche Marianiste)

18°Convegno

Nazionale

Presenza Marianista gennaio/febbraio 2002

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• “si pensa” come comu-nità, nel senso che sipensa all’altro;

• “si procede” comepersone di comu-

nità, nel senso che si è porta-ti ad aiutare “con un ricco dinamismodi generoso scambio”, a discernere, co-municare, dialogare, rafforzare i legamicomuni alle realtà locali regionali, na-zionali, internazionali, alla Chiesa tut-ta, fino al villaggio globale;“si moltiplicano le comunità”!!!Le C.L.M. sono costituite da noi laici

che, a differenza dei religiosi, non vivia-mo insieme, non abbiamo beni in comu-ne, non abbiamo un’autorità a cui obbedi-re, ognuno di noi ha il legame fondamen-tale innanzi tutto con la propria famiglia.

Siamo persone credenti, animate, co-me nel Cenacolo alla Pentecoste, dallapresenza e dall’azione di Maria “che ciunisce e ci riunisce”, con la voglia di in-tercomunicare, di formarci nella fede, difare singolarmente o in gruppo qualcosaper testimoniare la nostra fede e...”trasfor-mare il mondo”. Alimentiamo i valorifondamentali marianisti: libertà, giustizia,amore, verità, diventiamo consapevoli diessere Chiesa.

In questa società globalizzata, competi-tiva, ossessionata dal successo, è oltremo-do importante la testimonianza di perso-ne che vivono in una dimensione comu-nitaria aperta, accogliente, coinvolgente,fraterna, comunità in cui ognuno, avendo

vivo il senso di appartenenza che dà sicu-rezza, trasmette ciò che è e ciò che fa..

Non è facile!.... Tale obiettivo si rag-giunge se ci si appassiona a questa realtàe...”si fa esperienza mistica”, si guarda,cioè, alla Trinità e si vuole che ci leghil’amore, quello stesso trinitario. Cosi si ar-riva a capire che ciò che ci unisce è moltopiù di ciò che ci separa, che le differenzefavoriscono la complementarità e arricchi-scono la comunione e ci impegniamo avivere esperienze di fede profonda, facen-doci compagnia, formandoci e guidandocia vicenda...diventando uno “spettacolo”contagioso per gli altri gruppi nella Chiesae nella società.

Il momento comunitario di preghiera, unrosario meditato con i pensieri dei Fondatori,nella cappella Salus Populi Romani della Basi-lica di S. Maria Maggiore, ben sottolineato dal-la ricchezza spirituale di p. Salvatore, i lavoridi gruppo che ci hanno portati a riflettere e arelazionare proposte per una maggiore edifica-zione di noi laici marianisti, un momento difesta per animare una pesca di beneficenzaper le missioni, la testimonianza dei missio-nari in Albania e di alcuni membri delle frater-nità di Caldogno e di Campobasso, la celebra-zione eucaristica che ha adunato assorti noilaici e molti religiosi intorno alla Mensa del Si-gnore, sotto lo sguardo sicuramente compiaciu-to di Maria, hanno arricchito e completato ilconvegno in modo molto positivo.

Anna Poce

FraternitàFraternità (C.L.M. Comunità Laiche Marianiste)

18°Convegno

Nazionale

P. Arnaiz e Marica

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Presenza Marianista gennaio/febbraio 2002

L a vita delle CLM così come descrittanella riunione degli animatori ecoordinatori tenutasi a Roma nel

mese di maggio si presenta, a prima vista,come un lento procedere di un fiumetranquillo.

L’impetuosità, che meglio s’adatta aitempi in cui viviamo, dipende dal mododi inserirsi nel tessuto locale, e da quantoil medesimo sia stimolante. Nelle nostrefraternità puoi trovare il lento procedere o1’impetuosità della corrente sia a livello dìsingolo che di gruppo.

Vale per tutti però, la necessità di rive-dere, approfondire, se non riscoprire, lemotivazioni di fede alla base del nostro es-sere cristiani e membri delle CLM.

Tre punti dovranno essere presi ingrande considerazione nel nostro cammi-no annuale:

• identificarsi con chiarezza ed inten-sità nel Vangelo vissuto secondo i mo-di della spiritualità marianista ricono-sciuta solennemente dalla Chiesa bea-tificando il p. Chaminade.

• Consolidare i gruppi di cui facciamoparte e farne nascere di nuovi per mol-tiplicare la presenza di comunità apo-stoliche marianiste.

• Collaborare con le altre branche dellaFamiglia Marianista alla diffusione delcarisma, cioè del dono di Dio fatto anoi e alla Chiesa. A Filadelfia è apparso evidente come

dobbiamo fare nostra la radicalità delVangelo senza adeguarci ad una più “sag-gia” veduta umana individualista ed egoi-sta. Dovremmo rileggere i fatti di questitempi, ascoltare con tensione le emozionie ancor più le reazioni meditate, gli scam-

Dentro il Convegno - 4/5 gennaio 2002

La parola di p. Salvatore

Le relazioni dei responsabili nazionali

Il gruppo dei dirigenti.

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bi avuti e provare a con-frontarli con la radicalitàevangelica per vedere da

che parte stiamo. Va da séche la suddetta dovrebbe essere no-

stra per scelta di vita e di fede come purenostro il coraggio di viverla in un contestoche ci emargina.

Per questo, accogliendo gli stimoliprovenienti dal documento di Filadel-fia, le CLM italiane concentreranno laloro formazione sulla riscoperta dellaidentità cristiana messa alla prova dalleattuali vicende.

Sarà importante acquisire un sentire co-mune, cristiano e marianista in merito a temiquali la povertà nel mondo, la giustizia, laguerra, l’ecologia, le multinazionali, la globa-lizzazione, l’impatto con l’Islam.

Da un sentire comune verranno azionicomuni.

Una forte presa di coscienza, di sensi-bilizzazione, uno stimolo a cambiare stiledi vita, a intervenire nel concreto, sarà il

continuo sostegno al progetto Albania ea tutte le iniziative a favore dei poveri edegli emarginati..

Ogni fraternità si accollerà una microrealizzazioneEssa potrà diventare un importante

punto di riferimento per la propria pre-ghiera, la riflessone, l’azione e l’inserimen-to nelle drammatiche vicende del mondo.

Si intende dare ogni forma di contribu-to, secondo le necessità e le possibilità, co-me fatto a tutt’oggi anche con persone emezzi.

Vorremmo, inoltre, aprirci alla di-mensione mondiale delle CLM.

Questo porterà ad allargare la vita, l’in-teresse, le preoccupazioni, la preghiera adorizzonti sempre più larghi. Entrerà arianuova nel clima a volte un po’ atrofizzatoe abitudinario della nostra vita.

Si allarga e si approfondisce quello spi-rito di famiglia che ci caratterizza comemarianisti, e che è stato più volte ribadito

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Presenza Marianista n. 110

Fraternità Fraternità (C.L.M. Comunità Laiche Marianiste)

18°Convegno

Nazionale

Il gruppo di Campobasso a S. Maria Maggiore.

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dal nostri rappresentanti a Filadelfia. Essihanno compreso che non “è una moda ouna questione formale di nome, maespressione di una identità comune, unadimensione del carisma.”

Le relazioni con le altre branche dellaFamiglia Marianista saranno incrementateattraverso il costituito Consiglio della Fa-miglia Marianista Nazionale di cui fannoparte la Provinciale delle Figlie di MariaImmacolata, il Provinciale dei Marianisti,la Responsabile Nazionale delle CLM el’assistente spirituale. In questo modo saràpiù utile programmare cammini comunidi spiritualità e missione.

L’aspetto comunitario è caratteristicafondamentale del nostro stile di vita . Saràcompito di ogni fraternità approfondirequest’anno il documento di Filadelfia. Quidi seguito riporto in sintesi gli elementisalienti

Noi siamo: Comunità di fede: che prende a modello

la SS. Trinità. Vive in alleanza con Ma-ria, pone al centro della vita la fede. Siradica nel Vangelo ed è attenta alla Pa-rola. Comprende se stessa come Sacra-mento della presenza di Dio e la mani-festazione della fede e dell’ amore tra imembri.

Comunità di vita che pratica il discerni-mento personale e comunitario alla lu-ce del messaggio evangelico e del cari-sma marianista. Luogo di appartenen-za, di amicizia e di riconciliazione, di-venta segno di speranza e testimonian-za di fedeltà, di uguaglianza e di soli-darietà nel mondo d’oggi.

Comunità che costruisce comunità, attraverso la fede vissuta in comunità,una propria vita di preghiera, di cele-brazione, di mutuo sostegno, di testi-monianza e di azione sociale. Crea unacultura marianista comune, che cele-bra la bellezza della propria diversitàattraverso le sue tradizioni e i suoi sim-boli caratteristici.

Comunità in “missione permanente”che incoraggia i membri a vivere pie-namente il Vangelo nella vita pubbli-ca. Aperta al soffio dello Spirito, in al-leanza con la Vergine del Magnificat,cerca di opporsi all’ingiustizia e procla-ma un messaggio di liberazione e disperanza. Solidale con i poveri e gliemarginati, lavora per la giustizia e lapace. Promuove i diritti umani, le rela-zioni personali e i valori ecologici.

P. Salvatore Santacroce S.M. 13

Presenza Marianista gennaio/febbraio 2002

P. Salvatore a sinistra con al centro p. Antonio Soldà e Marica Testa.

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Presenza Marianista n. 110

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…L’aver conosciuto a Filadelfia e vissu-to in comunità con laici marianisti con-vinti, entusiasti, anche battaglieri, soprat-tutto quelli dei paesi ove la vita è più diffi-cile, mi porta a pensare che in genere ilpoco slancio delle nostre CLM è una con-seguenza dello scarso senso di apparte-nenza; essere laico marianista è un’opzio-ne di vita e allora chiediamoci se c’è innoi e in che misura quel senso di apparte-nenza che ci fa agire conformemente alcarisma chaminadiano con convinzione esicurezza, rispondendo così alla sfida cheil fondatore ha indirizzato ai laici, e se vo-gliamo superare quell’atteggiamento conno-tato da paura e da una certa passività, rile-vato anche dal P.Fleming nel suo inter-vento al Convegno dell’anno scorso, quel-lo stare in attesa delle decisioni dei religio-si per ogni intervento

Una comunità laica deve avere unaidentità laica; va guidata sì da religiosi perla formazione nella fede e nei valori deri-vanti dal carisma marianista, ma nell’azio-ne ha una sua indipendenza che è propriadel laico inserito nel suo ambiente fami-liare, sociale, politico, economico.

È necessario rafforzare il senso di ap-partenenza, perché è questo che ci famembri della Famiglia Marianista compo-sta da quanti religiosi e laici condividonola spiritualità marianista e intendono te-stimoniare insieme e lavorare insieme co-me comunità in missione; la Famiglia Ma-rianista è una riscoperta degli ultimi de-cenni, dice il P.Fleming, ma è certamenteoggi nella sua unità senza confusione, pie-namente rispondente a quella voluta dalBeato Chaminade.

In Famiglia si fanno progetti insieme,si portano avanti insieme, ciascuno dà ilsuo contributo con convinzione, secondole sue reali capacità e il proprio stato. “Lenostre relazioni con gli altri rami della

Famiglia Marianista sono basate sullasolidarietà, l’uguaglianza e il rispettodell’autonomia e della diversità e sullacondivisione delle responsabilità”, si leg-ge nell’ultimo articolo del documento diFiladelfia; e in solidale comunione si vi-vono le vicende di famiglia.

Dobbiamo essere convinti di far partedella Famiglia e portare il nostro contri-buto di laici alla missionarietà comune ecome ci ha detto Enrique Llano a Filadel-fia sentirsi in Famiglia non solo in circo-stanze come quella di un Convegno, do-ve, condividendo noi laici con religiosi ereligiose la preghiera, la riflessione, lamensa e i momenti di relax, abbiamo lasensazione di aver raggiunto questa unità,ma nella vita di ogni giorno, anche se si lavo-ra da soli.

Lavoriamo tutti per raggiungere questacomunione; Maria, nostra madre, non cilascia soli; a lei chiediamo di ravvivare lenostre forze, il nostro entusiasmo, di mo-tivare e rendere più sensibile e premurosoil nostro servizio, di accompagnarci colsuo Spirito nella edificazione della nostracomunità e allora anche la nostra missio-narietà avrà più slancio.

Marica Testa Piscolla

Fraternità Fraternità (C.L.M. Comunità Laiche Marianiste)

Dalla relazione di Marica Testa, Segretaria Nazionale18°Convegno

Nazionale

Sr. Pina Segalla a tavola con Marica.

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Roma S. Maria - 21 ottobre 2001

Festa dell’accoglienza

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Cronache di FamigliaCronache di Famiglia

Presenza Marianista gennaio/febbraio 2002

Nelle foto il direttore della scuola elementare, Luciano Marin, con genitori e bambini.

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Roma S. Maria - 8 dicembre 2001

Festa dell’Immacolata

Presenza Marianista n. 110

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Cronache di famigliaCronache di famiglia

Omaggio all’Immacolata di Piazza di Spagna.

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C ome tutti gli anni prima di Natalela nostra Fraternità ha trascorso duegiorni di ritiro nella pace dell’Ere-

mo di Camaldoli. Quest’anno il ritiro èstato allietato dalla presenza di numerosinostri amici (eravamo un bel gruppo di 26persone, tra le quali anche 4 seminaristiCarmelitani!!) che hanno voluto condivi-dere con noi una esperienza forte e indi-menticabile.

Il nostro gruppo nella giornata di saba-to ha approfondito una tematica prenden-do come spunto la lettura dell’ultima let-tera del Cardinal Martini alla propria Dio-cesi, soffermandoci in particolare sull’im-portanza dell’esperienza e dell’esempionello sviluppo della fede personale e delgruppo. Momento culminante del sabatoè stata la celebrazione della S. Messa daparte di P. Loris che ha avuto modo cosìdi celebrare con noi la prima Messa al Sa-cro Eremo.

Il sabato pomeriggio, come consuetu-dine, abbiamo avuto la possibilità di ascol-tare una bellissima lectio divina di DonErnesto sul Vangelo della domenica, ilvangelo delle “Cose ultime”, cogliendospunti preziosi per il nostro ritiro.

Dopo i Vespri abbiamo avuto anche lafortuna di avere la visita, come da provefotografiche allegate, della famosissimavolpe Jonny che, ormai, sembra proprioessere di casa all’Eremo tanto che, addi-rittura, è venuta a mangiare dalle nostremani.

La giornata di Domenica, invece, èstata caratterizzata dalla celebrazione del-la S. messa da parte di P. Loris insieme atutti i Monaci dell’Eremo, ed è stato sicu-ramente un momento toccante in cui P.Loris ha avuto la possibilità di ringraziarela Comunità di Camaldoli per averloospitato durante l’anno sabbatico e peraver anche fatto luce sulla sua vocazionesacerdotale.

Crediamo che questo ritiro sia stataun’ottima possibilità di avvicinare anchealtri ragazzi che hanno potuto condivi-dere con noi un’esperienza che ormaiper i “vecchi” del gruppo e per le loro fa-miglie, che ormai sono “costrette” a se-guirci, è divenuto un momento essenzia-le ed insostituibile del proprio viverequotidiano.

Paolo Rinaldi

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Roma - Marianum 16/18 novembre 2001

In ritiro a Camaldoli

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La nostra nuovamissione in Albania

SHENKOL - Mons. Zef Simoni,vescovo ausiliare di Scutari conLuciano ( a sinistra) e Davide - 2001.

LEZHË - 28 ottobre 2001 - Alcuneimmagini che mostrano i

festeggiamenti per la posa dellaprima pietra per la costruzione della

Cattedrale di Lezhë.

Presenza Marianista n. 110

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Presenza Marianista gennaio/febbraio 2002

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Padre Salvatore ci ha parlato di mi-crorealizzazioni da portare avanticome fraternità; il campo della mis-

sione comune è sempre l’Albania; perquesta dobbiamo impegnarci in primapersona tutti, come singoli e come comu-nità. E’ un progetto nostro, ci appartiene,ha detto Davide che ha mantenuto la pro-messa di essere presente al Convegno eche ci ha dato la sua testimonianza nelpomeriggio, al ritorno dall’incontro dipreghiera a S. Maria Maggiore, prima di ri-prendere il dibattito nei gruppi.

Il progetto Albania, partito anche gra-zie al sostegno delle Fraternità, è andatoavanti e oggi di fatto è una MISSIONE,opera della Famiglia marianista

Vivono attualmente in tre, lui, Lucianoe Domenico presso i Padri Rogazionisti, inattesa di avere, tra breve, un alloggio pro-prio, anche piccolo, ma indipendente;studiano la lingua, fanno conoscenza conla gente del posto, portano aiuto dove ilbisogno è più pressante.

Il paese è povero, molto povero e malridotto, non riesce a decollare. Non dàsegni di speranza o di sviluppo Ci vorran-no generazioni per risanarlo dalla po-vertà. Vive delle rimesse di emigranti e dipiccolo commercio, le industrie impian-tate prima della crisi sono state chiuse; ildesiderio più grande è fuggire: la fuga siprepara in silenzio e senza dar sospetti;quando non vedi più un giovane, unadulto o una famiglia, allora sai che so-no…fuggiti. !

Quelli che restano vivono faticosa-mente privi anche di cose indispensabilicome l’acqua e la corrente elettrica, che,quando c’è, è limitata a poche ore la sera;fa freddo e purtroppo i bambini più picco-li e malnutriti sono le prime vittime diquesta situazione. I ragazzi hanno ancora

ai piedi i sandaletti estivi, dati loro al cam-po nel mese di luglio !.

È un popolo che ha bisogno di esserecompreso, aiutato, anche con la presenza;vanno superate con convinzione quelleidee preconcette sulla pericolosità degli al-banesi; bisogna andar loro incontro conuna mentalità più aperta a portare amici-zia e …lavoro.

Il Vescovo di Lëzha ha invitato i no-stri a organizzare un centro sociale per igiovani del luogo; un centro di aggrega-zione, di formazione, di cultura, di lavoro,sì perché già si è pronti con l’aiuto dellacomunità marianista di Vercelli, a impian-tare una piccola tipografia e una bottegadi ceramica, quest’ultima con materialeproveniente da Scaldaferro. La struttura-base c’è: è un piccolo appartamento cheva arredato con tavoli, sedie e tutto ciòche serve per le attività in programma, li-bri, materiale didattico, audiovisivi; inquesto possiamo concentrare la nostraconcreta collaborazione, come anche nelcontribuire ad attrezzare in toto campi perl’attività sportiva.

Non serve solo il danaro, le sedie o unarete da volley; serve anche la presenza dipersone disponibili, almeno nei campiestivi che dal giugno all’agosto prossimisaranno aperti e allargati anche a ragazzidi altri paesi del circondario; i giovani chenegli anni passato hanno animato i campie quelli che si stanno preparando per far-lo, sono già una garanzia, ma si chiede atutti anche ai non più giovani di esserepresenti a portare avanti questa missione,di lavorare insieme e di testimoniare ilsenso dell’ospitalità, della comunità, ifrutti della collaborazione e di un lavoroedificante, agli abitanti di un paese cosìvicino geograficamente al nostro benesse-re e così sfortunato.

Presenza Marianista n. 110

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La missione in Albania al Convegno delle Fraternità

Cronache di FamigliaCronache di FamigliaALBANIA

Tirana

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Presenza Marianista gennaio/febbraio 2002

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D al 26 novembre al 1° dicembre2001 il marianista p. Arnaldo Can-tonetti, parroco di Condofuri Ma-

rina/RC, ha partecipato ad un Pellegrinag-gio in Turchia, organizzato dall’arcidiocesidi Reggio Calabria e guidato dallo stessoarcivescovo, S.E. mons. Vittorio Mondel-lo, al quale si era unito l’Eparca di Lungro(diocesi degli italo-albanesi dell’Italia con-tinentale), S.E.mons. Ercole Lupinacci.

Questo pellegrinaggio aveva il duplicescopo di restituire al Patriarca Ecumenico,

Bartolomeo I, la visita da lui compiuta lascorsa primavera alle chiese grecaniche ca-labresi e di visitare i luoghi dove sorgeva-no le sette chiese dell’Apocalisse e dove sitennero i Concili Ecumenici più antichi,luoghi privilegiati e santificati anche dallapresenza missionaria e dalla predicazionedell’apostolo S. Paolo.

Il 30 novembre, festa dell’Apostolo S.Andrea, fratello di S. Pietro e patrono del-la Chiesa orientale, abbiamo partecipato aCostantinopoli, nella Chiesa del Patriarca-to Ecumenico, alla solenne Liturgia Euca-ristica presieduta dallo stesso Patriarca allapresenza di una Delegazione ufficiale delVaticano e di Vescovi, sacerdoti e diversiseminaristi provenienti da Reggio Calabriae diocesi.

La delegazione calabrese era compostada venti sacerdoti (fra cui il p. Cantonetti)ed una sessantina laici, con due guide spi-rituali molto esperte: don Romano Matro-ne e don Vincenzo Scaturchio. La foto-ri-cordo (qui sopra) immortala l’importanteavvenimento all’interno del Patriarcato.

p. Arnaldo Cantonetti SM

La Calabria ricambia la visita di cortesiaal Patriarca Ecumenico Bartolomeo I

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M i chiamo Rocco e fin da piccolomi è sempre piaciuto, a Natalefare il Presepio, e ogni anno cer-

cavo di cambiarlo e modificarlo per ren-derlo più attraente.

Col passare degli anni, mio padre miinsegnò a realizzare i plastici ferroviari ot-tenendo buoni risultati ma, soltanto nel-l’estate del 1990 facendo campeggio a Ca-stel Fusano, mentre mia moglie aspettavail primo bambino, un amico mi parlò delmodellismo navale.

Ignaro di che cosa fosse e con l’aiutodi questo amico, ho cominciato ad inte-ressarmi del modellismo e col passare de-gli anni, leggendo molte riviste specializ-zate nel settore mi sono perfezionato. Conmolta pazienza, con molta inventiva e de-dicandomi circa un’ora al giorno e la do-

menica qualche ora in più, sono riuscito acostruire tantissime cose, utilizzando prin-cipalmente il legno (tiglio, mogano, eba-no, noce), ma anche usando la plastica.

Ho costruito il Bounty, lo Sciabeccoveneto, il Victory dell’Ammiraglio Nelson,l’Amerigo Vespucci, alcune sezioni di na-vi, la Torre Eiffel di Parigi, la Mole Anto-nelliana di Torino e da alcune fotografieho potuto ricostruire il Castel Sant’Angelodi Roma, il Castello degli Orsini di Brac-ciano, la Piramide di Cheope (anche nellasezione interna), il Borgo Medioevale delValentino di Torino e il Ponte Girevole diTaranto. Oltre a costruire modelli in le-gno, ho costruito plastici ferroviari, diver-si modelli di carri armati, ponti e Dioramiche sono delle piccole scene di vita diqualsiasi genere.

Presenza Marianista n. 110

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Suore FmiSuore FmiImpara l’arte

(di fare il presepe)(Un modo come un altro per ovviare alla tentazione di sprecare,

“ammazzare” il tempo libero, quando c’è)

Roma- Scuola Maria Immacolata

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Due anni fa ho avuto da sr. Ginna, Di-rettrice delle scuola “Maria Immacolata”di Roma, dove i miei due figli frequentanole Elementari, la proposta di costruire unpresepio riprodotto da una foto: per me èstata una grandissima gioia e ai primi diagosto ho cominciato a lavorare.

Era il mio primo Presepio che facevoper altre persone, ancora non ci credevo, emi ci dedicai con molto desiderio di riu-scire, unendo il passatempo ed il piaceredi creare, non soltanto mio, ma anche ilpiacere di far felici tanti bambini e nellostesso tempo anche tanti genitori, nelguardarlo.

A volte, finito un particolare, mi fer-mavo ad ammirarlo, come se per me fosseun’opera d’arte, e mi meravigliavo nel ve-dere come nel tempo perfezionavo il miomodo di lavorare il legno.

Utilizzando compensato da 4 mm,stucco, bacchette di legno da 1 cm x 0.5cm, cartoni per fare i tetti, cartoncini co-lorati per fare gli interni, rami presi da po-tature, lampadine di diverse misure, unmotorino per far funzionare una fontana,colla, viti e attrezzature varie, l’8 dicembre2000 ho consegnato alla scuola il mio pri-mo lavoro (misure: 2 m x 1,5 m x 2 m), am-mirato da tutti i genitori.

Quest’anno ho voluto rifare un nuovopresepio, anche se un po’ più piccolodell’anno precedente (1,50 m x 1 m x 1m) con molte modifiche: sono riuscito a

creare anche gli interni delle camere sia dapranzo che da letto, la bottega del fornaioe del falegname, cercando di avvicinarmiil più possibile alla realtà. Il risultato è sta-to stupefacente.

Tempo fa ebbi l’opportunità di parla-re di presepi, con l’Assessore per il Turi-smo di Greccio, il quale mi convinse apartecipare, per l’8 dicembre, al concorso“Il Presepio” che si svolge ogni anno aGreccio. Stimolato sia da questo invitoche dalla mia famiglia a partecipare, hocominciato a lavorare qualche ora algiorno riuscendo a costruire un piccolopresepio, cercando di curare i particolaridella vita quotidiana che rappresentava ilpresepio. Con l’aiuto dei miei due bambi-ni che mi aiutavano a tagliare le fascine,a mescolare la ghiaia con la colla e a scar-tavetrare i listelli di legno, ho preparatoil presepio che abbiamo portato l’8 di-cembre a Greccio.

È stata un’esperienza molto bella e gra-tificata personalmente dall’Assessore del-l’Ente per il Turismo di Greccio, il qualemi ha rinnovato l’invito per il prossimoanno.

Abbiamo conosciuto tanti artisti delpresepio: alcuni napoletani, altri di S. Cri-spiano in provincia di Taranto, dove alle-stiscono presepi viventi che sono rinomatiin tutto il mondo.

Rocco Cardinale

Presenza Marianista gennaio/febbraio 2002

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L’autore del Presepe, Rocco Cardinale, (1° a sinistra con due amici).

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I l giorno tanto atteso finalmente eraarrivato: venerdì 11 gennaio. Partenzaore 8:05 da Pallanza e arrivo in treno

a Roma previsto per le ore 14:30. Arrivatia Roma, gruppo Nazaret, S.Maria, Getse-mani e quello delle ragazze di Nembro(BG), abbiamo raggiunto subito la nostraprima meta: “Casa Adele”, dove la careSuore Marianiste ci hanno accolto congrande cortesia e affetto. Ma perché pro-prio a Roma? Per festeggiare Madre Adele,fondatrice delle Suore Marianiste.

Sabato 12 gennaio: visita alla “Casa Ge-neralizia”delle suore marianiste.

Visitando questa casa, abbiamo appre-so da suor Lucia importanti nozioni sullavita e i compiti delle Suore. Sono risultateimportanti le loro missioni (Ecuador, Co-rea…): loro impegno è quello di diffonde-re la fede cristiana anche in Paesi dove es-sa risulta estranea. Fulcro della vocazioneMarianista è Gesù il figlio di Maria, che ciinsegna ad amare e a compiere il bene ver-so tutti. Presenti erano anche alcune suoreprovenienti dall’India. Nella cappella dellaCasa abbiamo recitato la preghiera delleOre Tre, che è anche l’ora prefissata per inostri incontri.

Domenica 13 gennaio. Messa ore 8:00.Nella cappella di Casa Adele abbiamo

cantato e pregato insieme con la Fondatri-ce. All’interno della messa solenne, il mo-mento fatidico: lo scambio di doni. Essen-doci impegnati esplicitamente a recitareogni giorno la preghiera delle Ore Tre, leSuore ci hanno offerto una medagliettacon l’icona di Maria.Noi, come gruppi, ab-biamo offerto alle Suore delle originaliicone mariane molto apprezzate.

Prima della partenza, un breve spetta-colo nella sala teatro allestita con bravurada Suor Pina, in cui i gruppi si sono esibitidavanti alle Suore con vari numeri: canzo-

ni, balletti, poesie. Come ricordo dell’in-contro: una foto tutti insieme che racchiu-deva la tristezza di dover partire!!

Concludo con un doveroso ringrazia-mento a padre Mario, nostra guida e mae-stro: egli ci aiuta ad approfondire la figuradi Maria, nostra Madre. Il mio desiderio èquello di poter rivivere questa esperien-za!!Con affetto saluto tutti e che sia que-sto solo un arrivederci all’anno prossimo!!

Chaire Eleonora

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Incontro a Roma per la festa di M. Adele

Roma forever!!

Suore FmiSuore Fmi

Scheda informativa sui GRUPPI DELLE ORE TRE

Si tratta di un’attività associativa checoinvolge adolescenti e preadolescenti,nata su iniziativa del sacerdote mariani-sta p. Mario Rota, e che prende il nomedalla pratica tradizionale per la FamigliaMarianista della recita di una specialepreghiera a Gesù Crocifisso alle ore tredel pomeriggio, per ricordare il momentoin cui Egli ci ha affidati a Sua Madre.

Oltre ad impegnarsi a recitare ognigiorno questa preghiera, seguita da 3‘Ave Maria’, essi si incontrano una voltala settimana attorno all’icona di Maria‘Madre della tenerezza’, detta comune-mente ‘Madonna di Vladimir’, per prega-re ed approfondire la loro riflessionecristiana attorno a temi di fede che lirendano coscienti della loro vocazione.Caratteristico il loro saluto ‘Chaire’(‘Ave’=rallegrati!)che riprende in grecoil saluto dell’angelo a Maria nell’annu-ciazione e sostituisce il comunissimo‘ciao’, augurando la vera gioia, quellache Maria ci dona con Gesù..

Questi gruppi sono diffusi nelle ope-re educative e parrocchiali affidate allecure dei Marianisti.

Presenza Marianista n. 110

GRUPPI ORE TRE

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E rano le 7,45 della mattina di ve-nerdì 11 gennaio, quando i gruppi“Nazaret”, “S.Maria” e “Getsemani”

si ritrovarono alla stazione di Fondotoce.Prendemmo il treno alle 8:05 e dopo

aver salutato i vari genitori, ci dirigemmoa Milano.

Il viaggio durò quasi due ore, nellequali si fece conoscenza con i vari compo-nenti dei tre gruppi. Ci conoscevamo unpo’ tutti, ma il viaggio fu una buona occa-sione per approfondire i nostri rapporti.Arrivammo a Milano intorno alle 9:45 e lìincontrammo le 5 ragazze che proveniva-no da Bergamo.

Riuscimmo a prendere l’Eurostar quasial pelo, perdendo però p. Mario che sape-va quali erano i posti prenotati. Dopoaverlo ritrovato ci sistemammo nei nostriposti e il viaggio proseguì regolarmentemente tra risa e schiamazzi un po’ eccessi-vi di Lara e Sara. Arrivammo a Roma versole 14,30 e dopo aver preso l’autobus, ci di-rigemmo verso quella che sarebbe diven-tata la nostra nuova casa per i successivi 2giorni.

Dopo una buona oretta di autobus,giungemmo alla casa Adele, delle suoremarianiste dove fummo accolti con gran-de amicizia e disponibilità.

Ci sistemammo nelle camere ed avem-mo appena il tempo di rinfrescarci un po’

che p. Mario ci portò nel magnifico parcodella villa Doria Pamphili per una “passeg-giata distensiva” che durò 2 ore!

La visitammo quasi interamente ma,quando fu il momento di tornare a casa,ci accorgemmo di aver perso la via giusta!Fortunatamente, grazie alle cartine datecidalle suore, ritornammo “sani e salvi” acasa per la cena.

Dopo cena, invece di prendere il tramn. 8 prendemmo il n. 3, che ci portò abba-stanza distanti dalla meta prefissata cheera la fontana di Trevi. La fontana era as-solutamente stupenda e tutti ci divertim-mo a fare foto e a lanciare le lire fornitegentilmente da p.Mario e da suor Maria.Ritornammo a casa stanche ma felici.

La mattina dopo facemmo colazioneassieme e, dopo aver sistemato le camere,ci avviammo verso la meta da me preferi-ta: il Foro romano ed il Colosseo.

L’autobus ci portò solo all’Altare dellaPatria, che era chiuso, e quindi prose-guimmo a piedi. Avevamo appena voltatol’angolo del Monumento, quand’ecco mo-strarsi a noi le stupende rovine del Fororomano.

Scattai moltissime foto e ci fermammoa varie bancarelle e dirigendoci verso ilColosseo trovammo “pretoriani” e “centu-rioni” decisamente grassi che si facevanofotografare a pagamento. Dopo di che

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Tre giorni meravigliosi

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giungemmo finalmente al Colosseo: eramagnifico e la giornata stupenda fungevada bellissimo sfondo.

Nei pressi del Colosseo erano presentitantissimi artisti che mettevano la loro ar-te a servizio dei turisti: uno in particolareci colpì: era un ragazzo cinese o giappone-se che con delle spugnette e degli acqua-relli, dipingeva i nomi trasformando ognilettera in paesaggio o animali.

Proseguimmo, percorrendo una stradache ci condusse sul Campidoglio dove ciinfiltrammo e assistemmo a un matrimo-nio civile. In seguito alcuni di noi salironola scalinata della chiesa dell’ Aracoeli, cheera chiusa.

Tornammo in albergo e nel pomerig-gio andammo a S. Giovanni in Lateranodove alcuni di noi fecero in ginocchio laScala Santa. Visitata la Basilica di San Gio-vanni, ci dirigemmo verso S. Maria Mag-giore. Entrambe le chiese sono molto bel-le, ma non potemmo visitarle in un modoapprofondito per la celebrazione dellaS.Messa. Tornammo a casa dove scoprim-mo che il gruppo proveniente da Campo-basso, era arrivato. Erano 21 ragazze di etàvariabile, un po’ come noi, tra i 10 e i 17anni. Dopo cena, noi provenienti dalNord, iniziammo a fare la conoscenza delgruppo di Campobasso. Ma la conoscenzanon la facemmo in casa ma per strada.Camminammo abbastanza velocemente ein tre quarti d’ora arrivammo alla metaprefissata per quella sera: piazza di Spagna

e la scalinata di Trinità dei Monti:ne rima-nemmo affascinati! Salimmo tutti i 236scalini e visitata piazza di Spagna, passam-mo per piazza Colonna e ce ne ritornam-mo a casa. Ci addormentammo subito an-che perché la mattina dopo dovevamo al-zarci presto per la Messa (alle ore 8:00).

Durante la Messa suonammo e can-tammo e le suore furono molto contentedi noi.

Fatta colazione andammo a S.Pietro edopo aver perso per l’ennesima volta p.Mario, riuscimmo a entrare e a salire tuttii 520 gradini della salita alla cupola: dalassù lo spettacolo era semplicemente stu-pendo!Quando scendemmo, assistemmoall’Angelus del Papa assieme ad altre tan-tissime persone.

Ci ritrovammo tutti assieme davanti alpresepe e tornammo a casa, anche perchéquel pomeriggio noi di Bergamo e di Ver-bania saremmo dovuti partire. Dopo pran-zo allestimmo un piccolo teatrino doveogni gruppo presentò un suo numero. Cidivertimmo tantissimo! Salutammo lesuore, le ragazze di Campobasso e di Ro-ma, e dopo una bella corsa, riuscimmo aprendere il treno.

Giunti a Milano, salutammo le amichedi Bergamo, e dopo aver preso l’ennesimotreno della giornata tornammo, stanchima contenti, nella nostra “piccola” città.

Chaire

Barbara

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Suore FmiSuore Fmi

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I l 12 dicembre 2001, Festa della Madon-na di Guadalupe, patrona di tutte leAmeriche, é diventata anche la data che

segna l’inizio della nuova Regione Indipen-dente della Colombia-Ecuador. Infatti alleore 16.30 nella chiesa dedicata al Beato Cha-minade di Bogotá, parrocchia marianista vi-cino al Collegio “Fé y Alegria”, sempre ani-mato dai Marianisti, si è svolta la celebrazio-ne in cui è stata proclamata la nascita dellanuova Unità. Dopo la prima lettura dellaMessa, P. Eduardo Fernandez Moscoso, Pro-vinciale della Provincia di Saragozza, ha let-to la lettera di commiato ai suoi religiosi cherisiedono in Colombia e dopo di lui ancheP. Pierangelo Casella, Provinciale d’Italia, harivolto un saluto e un augurio ai religiosidella nuova Regione (cfr. sotto). Dopo dichéil Superiore Generale, P. David Fleming, haproclamato la nascita della nuova RegioneIndipendente Colombia e Ecuador. Ha no-minato P. Venancio Garagorri Superiore Re-gionale e questi ha subito fatto la sua pro-messa di impegno nel servizio che gli é statoaffidato invocando la protezione di Mariasulla nuova realtà.

Il Superiore Generale nell’omelia ha vo-

luto ringraziare tutti i religiosi per la dedizio-ne che hanno messo nell’impiantare la SMin Colombia ed Ecuador, coloro che lavora-no ancora e coloro che sono già ritornati al-la casa del Padre o rientrati nelle rispettiveProvince. Questa nuova Regione diventa unsegno di crescita della Famiglia Marianistanell’America Latina e invita quindi a renderegrazie al Signore e a Maria per questo loroprogetto.

Come segno di speranza della crescitadella nuova Regione, dopo l’omelia del Su-periore Generale, c’è stata la prima profes-sione religiosa di 3 giovani al termine delnoviziato, il rinnovamento dei voti tempo-ranei di 5 giovani scolastici e la professioneperpetua di 2 giovani religiosi. Siano resegrazie a Dio perché ci dona di vedere con inostri occhi una realtà che in Italia è damolti anni che non si vede con tanta abbon-danza! La partecipazione della Provinciad’Italia alla nascita della nuova Regione, an-che se con deboli forze di personale, è caricadi speranze perché la benedizione del Signo-re e di Maria faccia crescere di forze nuove laRegione Colombia –Ecuador per lavorare allacrescita del Regno di Dio.

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Cronache di FamigliaCronache di FamigliaProclamazione della Regione Indipendente Colombia-Ecuador

Una nuova realtà missionaria

Missionari della nuovaunità Colombia-Ecuadordavanti alla chiesaintitolata al p. Chaminade.

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Miei Cari amici,Un altro anno della nostra vita sta per

finire, con la visione del Figlio di Dio, chenasce per salvare il mondo. Questo ci con-sola e sostiene la nostra speranza, che èstata mortalmente ferita con il tragico epi-sodio dell’11 settembre e delle sue conse-guenze nei vari aspetti della convivenzamondiale. L’umanità sta male, stava malee quanto è successo lo ha messo in evi-denza. Difatti, la reazione alla violenza èstata altra violenza, entrambe autogiustifi-candosi come volere di Dio e così trasfor-mando un Padre infinitamente buono inun Essere terribilmente vendicativo. Sonotragedie nella tragedia che continuano.Quando potremo dire: ‘basta!’? Quandogli esseri umani useranno solo la capacitàdi amare che Dio ha messo nei loro cuori?Quando Cristo sceglierà ogni cuore uma-no come nuova grotta nella quale nasce-re? Quando tutti noi battezzati avremo ilcoraggio di annunciare, con la nostra stes-sa vita, il Vangelo della giustizia, della fra-ternità e della pace, lasciatoci da Gesù?

Un giovane l’11 settembre diceva aisuoi compagni: “Come c’è qualcuno che hail coraggio di uccidersi e di uccidere, spero checi sia qualcuno che ha tanto amore da dare lasua vita perché il mondo viva”.

Conosciamo dai giornali le reazioni deipaesi forti e del tacito ma universale desi-derio di farla finita in fretta, con Bin La-den,…

Ma voi, dall’altra parte dell’oceano edell’emisfero, sapete che cosa pensano ipopoli deboli di quanto è successo? Tri-stezza e dolore, perché la morte non è diparte. Di fronte agli stati Uniti: chi seminavento, raccoglie tempesta. Abbiamo pauradi essere ancora più dominati di quelloche già siamo da decenni. Che sarà dinoi? Potremo resistere alla crisi economicache si abbatte su tutti? Forse sì. Siamo abi-tuati (e rassegnati) alla povertà. Un altrobuco alla cinghia e la vita continua….

Evidentemente, questo interessa benpoco ai grandi della terra. Ci metteremo ascalpitare e a gridare per far sentire le no-stre ragioni? Saremo trattati come bambi-ni capricciosi che urlano, piangono e stre-pitano perché la mamma gli compri il ge-lato o il giocatolo appena visto nella vetri-na….Però, non stiamo chiedendo giocat-toli! Ci rendiamo conto che quanti po-trebbero aiutarci, avendo già i loro proble-mi, dicono semplicemente“Arrangiatevi!”,perché la tanto decantata logica della glo-balizzazione in questo caso non vale più.Condividere le ricchezze -o portarcele via-sì; condividere i problemi, no.

Cosicché, in Ecuador, ci troviamo conil petrolio ad un prezzo bassissimo e nonsappiamo come finirà il bilancio preventi-vo dello Stato, che lo calcolava intorno ai22 dollari al barile; le esportazioni sonodiminuite e le rimesse in dollari degli emi-granti, trasformatesi ultimamente nella se-conda voce di entrate, hanno subito unaforte riduzione,….

Nonostante tutto, il popolo ha trovatoed ha un motivo per non disperare: “LaNazionale di calcio, per la prima volta nellastoria, si è classificata ai Campionati mon-diali, col secondo posto in classifica fra i Pae-si Latino-Americani”. Potete immaginarel’euforia generalizzata, abilmente gonfiatadai mezzi di comunicazione e astutamentesfruttata dalla propaganda di qualsiasiprodotto che voglia essere venduto... Chisi accontenta, gode, si diceva una volta.Qui ci sentiamo soddisfatti per questagran vittoria sportiva. Una delle frasi piùripetute è stata: “Siamo entrati nella sto-ria!”; così si aggiunge inganno a ingannocollettivo. In Ecuador, se il calcio può ser-vire a creare mete nuove e impegno perraggiungerle, ben venga il calcio! Tocca anoi, evidentemente, come educatori, ridi-mensionare tutto ciò che può portare amanipolare e sfruttare la spontaneità delpopolo.

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S. Natale 2001 - Anno nuovo 2002

Cronache di FamigliaCronache di Famiglia La voce di p. Remo

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Presenza Marianista gennaio/febbraio 2002

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Domenica 25 novembre, abbiamo ef-fettuato il censimento nazionale della po-polazione e delle case. Mi pare che, anchein Italia, si sia fatto lo stesso. Settimaneaddietro, gli studenti degli ultimi due annidel liceo erano stati preparati per applicarele domande ai loro concittadini e, in gene-rale, hanno svolto il loro servizio con re-sponsabilità e soddisfazione. Non ci sonostati problemi e la gente ha accettato lacosa senza fare resistenza, come inveceera successo anni addietro, quando si te-mette -e non a torto- che l’operazione ser-visse per aumentare le tasse.

Un’altra situazione che si è verificata eche sta influendo negativamente nella vitadel nostro popolo è la mancanza di piog-ge, perché praticamente da quasi un annonon piove; ogni tanto, qualche acquazzo-ne per rinfrescare l’aria, nulla di più; I ter-reni non contengono l’umidità minimache permetta la semina; né può crescere er-ba sufficiente per dar da mangiare agli ani-mali. I commercianti ne approfittano perabbassare il prezzo della carne, di fronte al-la necessità dei contadini di vendere le lo-ro bestie, prima che dimagriscano trop-po… Non c’è altro rimedio che pregare.Per fortuna, non manca l’acqua nei rubi-netti della città perché il grandioso Coto-paxi, come madre buona, sciogliendo a po-co a poco il suo meraviglioso manto bian-co di ghiacci perenni, procura il liquido vi-tale ai figli di questa terra, estesa ai suoipiedi (a proposito, in quichua, idioma degliIncas, Cotopaxi è femminile, proprio per que-sta sua funzione materna di dar vita con l’ac-qua che sgorga dalle sue viscere).

Passando ad altro tema, la nostra picco-la comunità di due religiosi, con l’aiuto delSignore e una buona salute, continua lasua vita di preghiera e di servizio. Eviden-temente, non siamo perfetti, però, connostra Madre Maria, ci diamo da fare pernon essere tanto cattivi e poter prestare unservizio utile ai giovani del liceo e ai conta-dini che arrivano alla Casa Campesina. Cisono stati dei miglioramenti significativinelle due opere. Nell’ambulatorio un dot-tore la mattina ed un altro al pomeriggiosono a disposizione continua delle personemeno abbienti della città e delle campa-gne. Da qualche mese, inoltre, grazie ad uncontributo del governo, un gruppo dimamme del nostro Collegio ogni sera aturno prepara un piatto caldo per gli ospitiche passeranno la notte nell’ostello.

Per i ragazzi del collegio, con le quotepagate dai genitori e coi ricavati di unagrossa lotteria, stiamo ristrutturando i la-boratori di Fisica, Chimica e Scienze Natu-rali. L’efficienza ed il …costo dovrebbe es-sere considerevoli. Noi cerchiamo infattiche la qualità dell’educazione e dell’inse-gnamento siano di livello superiore. Allostesso scopo, con i contributi americani di‘Marianist Mission’, del Municipio e dellaRegione, stiamo costruendo il 2° pianodell’edificio scolastico, dove collocheremola biblioteca ed un salone informatico. Perquesta volta è tutto. Grazie del vostro in-teressamento e delle preghiere che fate eche vi chiedo soprattutto per le vocazionimarianiste ecuadoriane.

Buon Natale e Buon Anno nuovo dalvostro aff.mo p. Remo sm

Gli alunni della scuoletta del villaggio di Naranjito, ai margini di Otonga, sotto lo sguardo delmaestro lavano le tazze dopo aver fatto il pranzo a scuola.

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La strada che conduce ad OtongaOtonga, la riserva naturale integrale, è

un incanto della natura, ma per giungervioccorre pazienza e tenacia. Partendo daQuito occorrono circa 2 ore e mezza pergiungere alla Union del Toachi, ovvero do-ve giunge la strada asfaltata e poi altre 3ore per giungere a Las Pampas, il villaggiopiù prossimo alla riserva integrale. Quan-do si sale sul bus che si addentra sulla stra-da per giungere al bosque nublado, ci si ri-trova subito alle strette, perché il bus èpiccolo e i sedili proporzionali alle sue di-mensioni. Ma la caratteristica di questopercorso è che sembra essere più un viag-gio in alto mare che per terra: infatti l’an-datura del bus non supera mai i 10 Kml’ora perché le buche e il fango glielo im-pediscono e chi si trova sopra ha la sensa-zione che ogni metro che si avanza sia in-frangere un’onda che ci viene incontro eche fa cullare tutto il bus da una parte edall’altra e in alto e in basso. Solo chi rie-sce a superare il mal di mare può arrivarea destinazione indenne.

La riserva integraleDa quando si lascia la strada sterrata e

si incomincia il sentiero per giungere nelcuore della riserva naturale integrale, allastazione di osservazione scientifica, occor-rono circa due ore e mezzo di cammino seva bene. Cioè se, nonostante le nuvole ela nebbia quasi constante, non piove equindi si può camminare in modo spedi-to, altrimenti bisogna fare quasi sempre iconti con la pioggia che appesantisce ipiedi e inumidisce lo spirito. Dal mese didicembre 2001 si è più fortunati perché èdisponibile un nuovo sentiero, tracciato ecostruito da don Cesar Tapia, per giungerealla stazione scientifica più facilmente.Grazie alla conoscenza del bosco di donCesar, alla sua squisita attenzione per tut-te le creature che vivono nella foresta,

sembra che il nuovo sentiero che ha trac-ciato ti prenda per mano e ti introduca inun luogo incantato, in un Bosco pieno dimisteri. Infatti sembra di camminare inpunta di piedi per ascoltare il canto degliuccelli, il gorgogliare dei torrenti, per os-servare i grandi alberi che ti appaiono adogni svolta o per stupirti dei fiori che tivengono incontro, e il tutto circondato dauna nebbia che va e che viene e che ti ri-corda che qui entri nel mistero, in quelmistero della natura incontaminata e cheper questo ti canta con tutto il suo esserela presenza del Creatore!

La stazione scientificaDopo le fatiche della salita, quando si

giunge ormai in vista delle capanne dellastazione scientifica, il cuore batte più fortenon solo per lo sforzo, ma anche per lagioia di aver raggiunto la meta (circa 2000metri sul livello del mare). Qui il riposo èd’obbligo, non solo quello fisico, ma an-che quello dello spirito. Un incanto sem-bra avvolgere la tua persona: tutto tacedelle abituali occupazioni interiori perproiettarti ad ascoltare questo silenzio gra-

Cronache di FamigliaCronache di FamigliaAppunti di viaggio del Provinciale in Ecuador - dicembre 2001

Verso Otonga

Amazzonia, rio Hollin ai piedi delvulcano Sumaco: lezione di fr. GiovanniOnore agli studenti dell’UniversitàCattolica dell’Ecuador.

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vido perché ti vuole comunicare qualcosadi importante. Tu e la natura, tu con lecreature e il Creatore, tu nel disegno diDio che ti conduce a guardare lontanoverso il passato da dove vieni e proiettartiin avanti dove Dio ti vuole condurre contutta la creazione. Otonga ti aiuta a sogna-re, a sognare con il cuore di Dio!

La Madonna delle NuvoleSicuramente tutti sanno che Otonga è

un luogo di riserva naturale integrale, manon tutti sanno che è anche una riservasoprannaturale. Gli inizi della sua storia ciriportano a don Cesar Tapia, il primo col-laboratore indigeno di fr. Giovanni Ono-re, in quanto il primo luogo della riserva èlegato alla sua persona. Infatti, trovandosidon Cesar con il figlio Galo alla sommitàdel monte dove c’era la finca (fattoria) piùavanzata, dopo aver lavorato tutta la gior-nata, don Cesar congeda il figlio che ritor-na a casa, mentre lui rimane nella casupo-la di legno che sorgeva sul posto per pas-sarvi la notte. Ormai buio si stende sul pa-gliericcio per riposarsi, quando vede da-vanti a sè una Signora vestita tutta dibianco con il velo sul capo. La visione do-po un po’ scompare e don Cesar rimaneperplesso se quella persone fosse realmen-te la Madonna o non piuttosto una conse-guenza della sua stanchezza. Ma mentrepensa a queste cose ecco che quella biancaSignora riappare di nuovo. Questa volta

don Cesar si stropiccia gli occhi con lemani per meglio vedere la realtà e rendersiconto di quello che gli stava succedendo.Ma anche questa volta, mentre era inten-to a risvegliare tutte le sue energie spiri-tuali, la bianca Signora scompare. Mentresi stava chiedendo il significato di tuttoquesto ecco comparire per la terza volta,più splendente e raggiante di prima, la Si-gnora biancovestita. Senza indugi don Ce-sar si pone subito in ginocchio ricono-scendo in lei la Madonna che gli facevaquesto grande dono. Il suo cuore scoppiadi gioia e di riconoscenza e si sente già inParadiso. Ma ecco che la visione si dileguaadagio adagio e la bianca Signora scompa-re. Però se gli occhi non la vedono più, ilcuore è sempre caldo di quell’amore e diquella grazia di cui è stato circondato. Adistanza di un decina d’anni, a don Cesarsi riscalda il cuore e gli brillano gli occhiquando ne parla quasi che la Vergine Ma-ria sia venuta a dirgli che questa riservaintegrale di bosco nuvoloso è sotto la suaprotezione e che lei, la Vergine delle Nubi,è sempre pronta a condurre tutti i suoi fi-gli che vi faranno visita, a vedere suo Fi-glio che è seduto sopra le nubi, alla visio-ne del cielo!

La famiglia TapiaLa famiglia Tapia abita ai margini della

foresta Otonga a circa 3/4 d’ora di stradada Las Pampas il villaggio più vicino. Per

Collaboratori della casa campesina di Latacunga davanti alla statua della Madonna nel “Pa-tio” della casa. In primo piano da sinistra a destra: fr. Roberto, il legale, la direttrice del labora-torio di analisi, la dentista, la segretaria, il medico e P. Pierangelo.

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raggiungere la loro abitazione occorre per-correre un sentiero che dista 20 minutidalla strada carrozzabile. La casa, cometutte le case della campagna, è in legnocon il tetto di lamiera. Non vi è elettricitàe acqua corrente. Sorge in una piccola ra-dura nel mezzo del bosco.

Don Cesar Tapia è un uomo semplice edi grande fede, vede la presenza del Signo-re in ogni cosa che compie e lo sente par-ticolarmente vicino a tutta la sua famiglia.La sua semplicità apre il suo animo allemeraviglie di Dio, quelle meraviglie che sicontemplano nella natura e che diventa-no per lui ispiratrici di preghiera e annun-cio alle persone che lo accostano. Il suo la-voro consiste nel lavoro dei campi e prin-cipalmente nella coltivazione della cannada zucchero che, attraverso il mulino, di-venta panela, cioè commestibile.

La moglie Carmen è di origine indiadella sierra, ma stabilitasi qui dai tempidel matrimonio. Donna piena di fede savedere il positivo e il bello in tutte le cosescorgendovi sempre la mano di Dio cheguida gli avvenimenti umani al suo dise-gno di amore.

Galo è il figlio maggiore sposato contre figli ha fatto carriera militare. Raggiun-gendo il grado di caporale. Segue Marioscultore affermato che vive in Italia. Elsaabile a fare di tutto, ma speciale nell’at-tenzione e nella cura del prossimo. Wil-man affermata sarta a Quito. Elicio studen-te universitario di biologia a Ibarra. Italolaboratorista nella facoltà di Scienze Natu-rali della Pontificia Universidad Catolica

del Ecuador di Quito. Queti studentessa inInglese. Arturo studente all’ultimo annodella scuole superiori. Irene frequenta il 4corso alle scuole di Las Pampas e vive coni genitori.

La ruminatioLa salita a Otonga ricorda come ogni

montagna invita a guardare verso l’alto ediventa quindi segno di colui che ènell’alto, di Dio. Quando si discende c’èsempre nel cuore una ricchezza, a volteinespressa, che ci si porta dentro e dispo-ne a leggere in modo nuovo la realtà checi circonda. Verso la parte più bassa diOtonga vi sono prati con mucche al pa-scolo ed è normale vederle mangiar l’erbao ruminare. Cogliendo l’occasione diquello che fanno le mucche, mi misi aparlare con Queti di quello che dicevano imonaci medioevali nei confronti della pa-rola di Dio. Come le mucche, occorre ru-minare la Parola di Dio: leggerla, com-prenderla, coglierne il messaggio, appli-carlo alla nostra persona, farla diventarepreghiera perché si realizzi in noi, formu-lare un proposito alla sua luce. Siccome iostavo davanti e Queti dietro di me lungo ilsentiero, quando mi sono girato verso dilei ho visto con sorpresa che aveva presoun quaderno in mano e annotava le coseche dicevo. La tua parola Signore colmarealmente il cuore di gioia quando è accol-ta e custodita!

p. Pierangelo Casella, sm

Cronache di FamigliaCronache di Famiglia

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Presenza Marianista gennaio/febbraio 2002

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Giuseppe Valenti era nato il 3 luglio1914 a Carpineto Romano (Roma) daGennaro e Leonina Cappucci; è entrato alpostulato di Pallanza il 6 settembre 1927,ha iniziato il Noviziato nel 1932 a St.Remy-Signeulx (Francia) concludendolocon i primi voti il 12 settembre 1933 edha proseguito lo Scolasticato sempre a St.Remy.

Iniziò la sua vita di comunità il 15 no-vembre ad Antony nel 1934 per continua-re a Roma nel 1936. Il 22 agosto 1937 fa laProfessione Perpetua ad Antony (Francia),e sempre nel medesimo anno consegue ildiploma di infermiere a Roma.

Nel 1954 venne inviato presso la co-munità del Collegio S. Maria di Pallanza evi rimase fino al 1966, anno in cui fu tra-sferito presso la comunità dell’Istituto S.Maria di Roma, rimanendovi fino al ter-mine della sua vita.

Il nostro fratello Peppino – così veni-va familiarmente chiamato - nella sualunga vita ha esercitato per tanti anni ilsuo servizio come infermiere, presso i ra-gazzi del Santa Maria e con i confratelli,con quella delicatezza e premura che loha sempre contraddistinto, sentendoquesto servizio come missione particola-re: rimanere accanto agli ammalati e pro-digarsi perché potessero quanto prima ri-cuperare la salute.

Un altro tratto della sua attenzione aipiccoli è stata la sua esperienza di educa-tore con i Lupetti :essere educatore dei ra-gazzi è stata per lui una esperienza che loha fatto sentire sempre giovane e sempreentusiasta di quello che riguardava il loromondo.

Conservava nella sua stanza, con unamore particolare, un quadro del BeatoChaminade, disegnato dal confratelloEmilio Rinaldi ed una tela con l’immaginedella Madonna della Rosa, (da lui salvata

fortunosamente dal fuoco ed attribuita adiscepoli del Murillo), costituivano per luiun tesoro giuntogli dalla tradizione nostrae rivelano il suo attaccamento alla voca-zione ed al carisma marianista. Fu il PapaLeone XIII, Gioacchino Pecci suo concitta-dino, a volere a Roma gli educatori Maria-nisti e quindi ad aprire in un certo sensola strada della sua vocazione come maria-nista, alla quale aderì fin da ragazzo, se-guendo l’esempio del fratello maggiore p.Renato. Ed è proprio in questa prospettivache ha voluto impegnare la sua vita comeun dono, una consacrazione di tutto sestesso a Dio, vissuta in alleanza con Maria,per vivere come missionario in ogni picco-la cosa che era chiamato a svolgere.

Nell’aprile del 2001 fu ricoverato all’os-pedale per una crisi cardiaca; superatalacon difficoltà, egli rientrò in comunità, do-ve iniziò una lenta agonia durata fino algiorno della sua morte. Nel corso della suamalattia ebbe modo di sperimentare la pre-murosa assistenza dei confratelli, che lun-go la giornata si alternavano accanto a luiper assicurargli una fraterna ed affettuosacompagnia. Da poco tempo era stato pre-ceduto in cielo, dove già era p. Renato, dal-la sorella e da altri suoi cari.

I nostri defuntiI nostri defuntiRicordo di fr. Giuseppe Valenti,religioso Marianista

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PREGHIAMO PER I NOSTRI CARI DEFUNTI

BERNADETTE TOMIKO TAKADA, madre di p.Andrea, sacerdote marianista (Comunità delSeminario Internazionale, Roma), deceduta aKyoto/Giappone il 13 novembre 2001 all’etàdi 72 anni (vedi foto a lato col marito ed il figliosacerdote).

GIGI MAGUGLIANI, cognato di Tarcisio Ri-moldi, SM(Comunità S. Giovanni, Roma),deceduto a Busto Arsizio/VA il 13 dicembreall’età di 64 anni (vedi foto a lato).

BRUNO ZORDAN, amico della Famiglia Mariani-sta, deceduto a Piana di Valdagno/VI il 20 di-cembre 2001 all’età di 65 anni.

TORQUATO GRASSELLI -nonno di Andrea, ex allievo delS.Maria di Pallanza e suocero di Paola Peroni, ex allie-va,docente e dirigente del medesimo Istituto- deceduto aMilano il 28 dicembre 2001 all’età di 80 anni.

CLORINDA SALEMME CETTA -madre di Ornella CettaPisani, membro della Fraternità Adulti di Roma e nonnadell’ex allievo AndreaPisani - deceduta a Roma il 15dicembre 2001 all’età di 97 anni.

LUCIA GIULIANI, amica e ospite della Famiglia Maria-nista, deceduta a Pallanza il 7 gennaio 2002 all’etàdi 67 anni.

GIUSEPPE VALENTI, religioso marianista della Co-munità S. Maria di Roma, deceduto a Roma il 9gennaio 2002 all’età di 88 anni (vedi foto e ricordo a parte).

GERMANA PIETROPAOLI - già membro della Fraternità Adulti del S.Maria di Roma,madre degli ex allievi Cristina e Valerio- deceduta a Roma il 10 gennaio 2002 all’etàdi 64 anni.

A MIEGA IL RICORDO DI PAOLINO DONATO

Il parroco di Miega, don Paolo Troiani, in concomitanza con la festa patronaledella Madonna della Salute (18 novembre) organizzò la Festa della Vita Consacratacon la presenza del Vescovo di Verona, p. Flavio Roberto Carraro.

Oltre ai religiosi e alle suore (oltre 30 su poco più di 1200 abitanti!), sono interve-nuti anche tutti gli ex-parroci, una decina. Durante l’anno erano deceduti due reli-giosi e il Vescovo, senza che gli venisse suggerito, nominava subito e ricordava beneil nostro carissimo fratel Paolino Donato, che ha lasciato in zona profondo ricordoe sincero rimpianto.

Dopo l’Eucarestia pomeridiana tutti hanno potuto partecipare ad un rinfresco,mentre alla cena, vennero invitati soltanto i sacerdoti, le suore e alcuni parenti; adessi il parroco regalò un quadro che rappresentava la presenza dei religiosi nel mon-do. Prima di separarci ho distribuito a tutti due preziosi libretti del nostro patrimo-nio di Famiglia: la biografia di Faustino e il Mio Ideale.

P. Luigi Ruggin, sm

Gigi Magugliani

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Presenza Marianista gennaio/febbraio 2002

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LE OFFERTE SOSTENITORI

Bianchi Antonio e Lidia Bianchi CristinaBianchi Giancarlo e GianninaBianchi GiovannaBianchi Luca e Ester Bianchi Luciana e Paola Boscato Piero e AnnaBoschi Massimo e MichelaCarlessi Mario e Luigina Castellan Giuseppe Cova Ines De Rubeis DanielaFloriani Bordignon Milena Lago Vanilo Massa Silvio Merlo Chiara Moroni Maria Pietro Fumagalli- (Terza Eta’)

Prandoni Laura Spiniello Carlo Spiniello Fam.

BENEMERITI

enincasa Piroli Jole Boffelli EttoreBraggio Giuseppe e Tina Bricco Don Rino Brivio Carla Di Lisa, Rita Faedo Pio Fattori Claudio Fossati Milena Franch Donati Rosetta, Gardinali Ermanno Natilli, Lina Niro Palladino MariaPaleari Don BenvenutoPaleari Angelo Poce Anna Reali Ledo

Ruggin Luciano MiegaSacco Angelo Selmi Giuseppe Testa,Marika Tucci Carla’ RacheleTucci Cerilli Rosa

AMICI

Cappellini Tilde E Enrico Carducci FabioDi Battista Comm.Pierino Gallavresi Roberto Sormani Angelo Violetto Canata Donatella

PRO MISSIONI

Boscato Piero e AnnaPagliardi FabrizioPenatti Mori AngelaUbbiali Tarcisio

AIUTI ALLA NOSTRA MISSIONE D’ALBANIA: Una lettera accorata, datata 24 dicembre 2001, ci ègiunta dai nostri Missionari in Albania (Davide Gozio e Luciano Levri); ecco cosa dice,tra le altre cose:”L’Alba-nia è la nazione più giovane d’Europa: vi sono tantissimi bambini e ragazzi; questa è la sua grande ricchezza ela sua grande forza per poter progettare il futuro...e la speranza. Il Centro che ci è stato consegnato, costruito aspese della Caritas italiana, ha solo i muri ed è privo di ogni supellettile:senza luce, senza una sedia o una pan-ca; tutto attorno terra, sassi e fango; ai lati due fogne stagnanti all’aperto mandano una puzza terribile e nugo-le di zanzare che ti assalgono. Noi confidiamo molto nell’aiuto di tutta la Famiglia marianista italiana...”.

Queste parole sono seguite da proposte di gemellaggio fra classi delle nostre scuole, parrocchie,centro d’accoglienza, fraternità, gruppi di volontariato, ex alunni;proposte di microrealizzazioni: offer-te di materiale d’arredamento, supellettili, recinzione e sistemazione dei terreni da gioco, impianti elet-trici di emergenza... Per mettersi in contatto con i missionari, intrattenere rapporti epistolari e infor-marsi con esattezza sulle loro necessità, si utilizzi il loro indirizzo telematico che è rispettivamente

>[email protected]< e >[email protected]< Per contattare un responsabile in Italia, rivolgersi a fr. Marcello Bittante, Roma (tel.06, 70497241)

oppure a fr. Domenico Massa, Pallanza (0323,503414)

BORSA PIETRO MONTI per uno studente povero del S. Maria di Pallanza = offerte pervenute da: CO-MUNITA’ MARIANISTA DI PALLANZA, Don Giacomo Bagnati, Giovanni Cornolò, Paolo Gasparini, PaolaCampari, Giovanni Gallinotto, Fratelli Cavagnera, Franco Movallli, Giovanni Roveda, Natascia Nicolazzi,Simona Barbaglia, Mario Monti, Rosanna Rusca, Donatella Gamba Crosta,Angela Minoli, Giancarlo Ferli-ni, Annamaria Franzosini, Roberto Ravicino, Francesca Della Lucia, Luciano Rapp, Emilio Rattazzi, GiulioC. Rattazzi, Giuseppe Feltrin, Giancarla Feltrin Caramella.

NB. La redazione di PM non è in grado di quantificare l’entità delle somme offerte, non indicate sul bol-lettino degli ex-alunni di Pallanza, da cui sono tratti i nomi sopra riportati; la lista è comunque incompleta.

La pagina della solidarietàCON LE OPERE DELLA FAMIGLIA MARIANISTA ITALIANA

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Chaminade filatelicoin Canada e Corea

Omaggio al BeatoChaminade dalleposte della Corea (dicembre 2001) e del Canada(settembre 2000)

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