Piu´ in lá del - 8ealtro · mercato e stabilendo regimi di proprietá privata que hanno avuto...

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1 L’acqua e’ una risorsa vitale che, come sappiamo, sta scarseggiando a livello mondiale. Sappiamo anche che senza acqua non cé vita...Per questa ragione l’accesso all’acqua dovrebbe essere considerato como un diritto umano fondamentale e inalienabile. Il Cile e’ in questo senso un paese privilegiato vista l’abbondanza d' acqua dolce (concentrata prevalentemente nella sud del paese) che rappresenta una delle riserve piu’ grandi dell’intero pianeta. La legislazione cilena peró, specialmente attraverso il Codice dell'Acqua del 1981 (elaborato in piena dittaura militare), favorisce una gestione economica delle risorse idirche, seguendo i criteri del libero mercato e stabilendo regimi di proprietá privata que hanno avuto come conseguenza la concentrazione dei dirtti sull'acqua in mano a grandi imprese, specialmente imprese straniere. La cornice legale e normativa che regge l'accesso, e l'utilizzo dell'acqua nel paese latinomericano considera l'acqua come un bene nazionale di uso pubblico e al tempo stesso come un bene economico. Situazione questa che ha permesso, e permette tutt'oggi, una gestione delle risorse idriche secondo le regole e i codici della propritá privata, avvalandosi di ció che sta scritto nella costituzione cilena. Nell'articolo 24 dellla Costituzione politica si legge infatti che: “i diritti dei singoli sull'acque, che siano riconosciuti o costituiti in conformitá alla legge, concedono ai titolari la propritá su di esse” . Per concedere i dirtti sull'acqua la Direzione Generale dell'acqua deve sostanzialmente verificare che si compiano tre requisisti: -che ci sia reale disponibilitá di acqua laddove venga richiesta -che non ci siano altre persone che giá posseggono dirtti su quelle acque - que tutte le formalitá vengano gestite come richiesto dalle legge. Un volta verificati queste tre condizioni, l'acqua di un fiume, per esempio, passa ad avere un proprietario..........Una situazione questa dove e’ evidente che gli interessi di grandi aziende prevalgono sulle necessitá della popolazione e sulle tutele ambientali che andrebbero garantite per poter assicurarre l'esistenza e la difesa di una risorsa cosi' preziosa (e ogni giorno piu' scarsa). I diritti sull'acqua oltre a essere concessi a privati sono concessi in forma gratuita e perpetua. Non esistono tasse specifiche per l'uso, il mantenimento e la proprietá dell’acqua, ne tantomeno tasse da pagare per le acque servite. Solo recentemente, attraverso una riforma del Codice dell'Acqua, e' stato stabilito il pagamento per il “non uso” dei diritti sull'acqua provvedimaneto che pretende sostanzialmente disincentivare l'accumulo ozioso della risorsa idrica. La riforma del codice ha inoltre definito due tipi di diritti differenti sull'acqua: i diritti consuntivi e non consuntivi. I primi si riferiscono sostanzialmente al consumo di acqua, senza che essa possa essere riutilizzata superficialmente. E' il caso dei diritti sollecitati per irrgazione, industria mineraria e uso domestico. Il diritti non consuntivi invece si riferiscono a quei diritti che si chiedono per utilizzare acque “senza consumarle”, come nel caso dei progetti idroelettrici. In Cile piu’ del 64% dei diritti sull'acqua non consuntivi sono in mano alla impresa ENDESA di cui il maggior azionista e' ENEL. L'84% dei diritti consuntivi sono invece nelle mani dell'industraia minera e agropescuaria. VOZ 1 L’ACQUA IN CILE: TRA LE REGOLE DEL MERCATO I DIRITTI UMANI Maria Paz Aedo (Red Agua Chile)/Sara Larrain (Dirigente ecologista, ex candidata presidencial) Piu´ in lá del tuo naso Mayo 2010 Numero 8 Servicio justicia y paz Per approfondire La privatizzazione dell’acqua e’ solo uno dei molti temi che generano situazioni dove gli interessi economici spezzano la vita di comunitá intere e gli equilibri naturali di interi eco- sistemi. Nel sito di OLCA (observatorio latinoamericano de conflictos ambientales) si trovano numerose notizie interessanti in merito http://www.olca.cl/oca/ index.htm un altro conflicto aperto in Cile PASCUA LAMA http://www.noapascualama.org/ Direzione generale delle Acque in Cile http://www.dga.cl/ ENDESA http://www.endesa.cl/Endesa_Chile/ action.asp?id=00993&lang=es

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L’acqua e’ una risorsa vitale che, come sappiamo, sta scarseggiando a livello mondiale. Sappiamo anche che senza acqua non cé vita...Per questa ragione l’accesso all’acqua dovrebbe essere considerato como un diritto umano fondamentale e inalienabile. Il Cile e’ in questo senso un paese privilegiato vista l’abbondanza d' acqua dolce (concentrata prevalentemente nella sud del paese) che rappresenta una delle riserve piu’ grandi dell’intero pianeta. La legislazione cilena peró, specialmente attraverso il Codice dell'Acqua del 1981

(elaborato in piena dittaura militare), favorisce una gestione economica delle risorse idirche, seguendo i criteri del libero mercato e stabilendo regimi di proprietá privata que hanno avuto come conseguenza la concentrazione dei dirtti sull'acqua in mano a grandi imprese, specialmente imprese straniere. La cornice legale e normativa che regge l'accesso, e l'utilizzo dell'acqua nel paese latinomericano considera l'acqua come un bene nazionale di uso pubblico e al tempo stesso come un bene economico. Situazione questa che ha permesso, e permette tutt'oggi, una gestione delle risorse idriche secondo le regole e i codici della propritá privata, avvalandosi di ció che sta scritto nella costituzione cilena. Nell'articolo 24 dellla Costituzione politica si legge infatti che: “i diritti dei singoli sull'acque, che siano riconosciuti o costituiti in conformitá alla legge, concedono ai titolari la propritá su di esse” . Per concedere i dirtti sull'acqua la Direzione Generale dell'acqua deve sostanzialmente verificare che si compiano tre requisisti:

-che ci sia reale disponibilitá di acqua laddove venga richiesta

-che non ci siano altre persone che giá posseggono dirtti su quelle acque

- que tutte le formalitá vengano gestite come richiesto dalle legge.

Un volta verificati queste tre condizioni, l'acqua di un fiume, per esempio, passa ad avere un proprietario..........Una situazione questa dove e’ evidente che gli interessi di grandi aziende prevalgono sulle necessitá della popolazione e sulle tutele ambientali che andrebbero garantite per poter assicurarre l'esistenza e la difesa di una risorsa cosi' preziosa (e ogni giorno piu' scarsa). I diritti sull'acqua oltre a essere concessi a privati sono concessi in forma gratuita e perpetua. Non esistono tasse specifiche per l'uso, il mantenimento e la proprietá dell’acqua, ne tantomeno tasse da pagare per le acque servite. Solo recentemente, attraverso una riforma del Codice dell'Acqua, e' stato stabilito il pagamento per il “non uso” dei diritti sull'acqua provvedimaneto che pretende sostanzialmente disincentivare l'accumulo ozioso della risorsa idrica. La riforma del codice ha inoltre definito due tipi di diritti differenti sull'acqua: i diritti consuntivi e non consuntivi. I primi si riferiscono sostanzialmente al consumo di acqua, senza che essa possa essere riutilizzata superficialmente. E' il caso dei diritti sollecitati per irrgazione, industria mineraria e uso domestico. Il diritti non consuntivi invece si riferiscono a quei diritti che si chiedono per utilizzare acque “senza consumarle”, come nel caso dei progetti idroelettrici.

In Cile piu’ del 64% dei diritti sull'acqua non consuntivi sono in mano alla impresa ENDESA di cui il maggior azionista e' ENEL. L'84% dei diritti consuntivi sono invece nelle mani dell'industraia minera e agropescuaria.

VOZ 1

L’ACQUA IN CILE: TRA LE REGOLE DEL MERCATO I DIRITTI

UMANI Maria Paz Aedo (Red Agua Chile)/Sara Larrain (Dirigente ecologista, ex candidata presidencial)

Piu´ in lá del

tuo naso Mayo 2010

Numero 8

Servicio

justicia y

paz

Per approfondire

La privatizzazione dell’acqua e’ solo uno dei molti temi che generano situazioni dove gli interessi economici spezzano la vita di comunitá intere e gli equilibri naturali di interi eco-sistemi. Nel sito di OLCA (observatorio latinoamericano de conflictos ambientales) si trovano numerose notizie

interessanti in merito

h t t p : / / w w w . o l c a . c l / o c a /

index.htm

un altro conflicto aperto in Cile

PASCUA LAMA

http://www.noapascualama.org/

Direzione generale delle Acque

in Cile

http://www.dga.cl/

ENDESA

http://www.endesa.cl/Endesa_Chile/

action.asp?id=00993&lang=es

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Il sacerdote gesuita Felipe Berrios ha difeso la costruzione, nel sud del paese, di megacentrali idroelettriche come quelle cons idera te da l p roge t to HIDROAYSEN, sostenendo che opere di questo tipo danno risposta, fin da subito, alla necessità di affrontare la futura scarsità di acqua in Cile, e critica la c amp a gn a “ P a t a g o n i a S i n Represas” (Patagonia senza dighe) perché a suo giudizio cerca solo di proteggere lo sviluppo di un turismo ecologico al quale hanno accesso solo persone che “ nei loro paesi vivono comodamente una vita

di lusso”.

In un ’intervista pubblicata recentemente dal giornale di Aysén, il fondatore di Un Techo para Chile (un Tetto per il Cile) affronta questo tema a proposito del messaggio del primo gennaio di Papa Benedetto XVI in cui dice ai fedeli cattolici che “se vuoi promuovere la pace proteggi il creato”, il che è stato da molti interpretato come un richiamo a non intervenire sulla natura. Ma Berrios crede che la costruzione di dighe sia necessaria se da ciò dipende il “bene comune”, soprattutto se le risorse si usano in maniera responsabile e vengono “restituite”. “Elementi vitali come l’aria, l’acqua o gli alimenti, non possono privatizzarsi nel senso di negarli a qualcuno che li necessita. Di fatto, la chiesa dalle sue origini ha detto che rubare cibo per fame non e’ peccato perché lo fa per sopravvivenza. E quindi è necessario dare diritti sull’acqua a un’impresa in modo che questa possa generare elettricità per poi rilasciare l’acqua di

nuovo” ha detto.

Secondo quest’argomento, ha anche considerato che non esiste “nes sun imped imen to” a l l a c o s t r u z i o n e d i c e n t r a l i idroeletricche. “Al contrario credo che con la futura scarsità di acqua che ci sarà in Cile dovremmo costruire più dighe , in modo che l’acqua non vada dalla montagna al mare, dato che questa è una risorsa

vitale in continua perdita.”

Berrios ha precisato che c’è una differenza tra impossersarsi dell’acqua e non dare accesso ad essa ai piccoli contadini, e concedere “diritti a un impresa che attraverso l’energia dell’acqua sia in grado di produrre elettricità e dopo la rilasci, che è ciò che fanno le imprese

idroelettriche”.

Il sacerdote, intanto, non ha nascosto la sua a p p r e n s i o n e rispetto alla c a m p a g n a “Patagonia Sin Represas” che spinge il Consiglio di Difesa della Patagonia per evitare che HidroAysén costruisca cinque megacentrali nella regione di Aisén , che apporterebbe al Sistema Interconnesso Centrale (SIC) 2.750 Megawatts , attraverso una linea di trasmissione lunga più di due mila chilometri.

“ Io mi farei varie domande. Primo: chi finanzia questo gruppo? Io avrei voluto avere la loro campagna pubblicitaria per poter denunciare la d i suguagl ianza soc ia l e e la concentrazione della ricchezza che c’è in Cile, perché non si denuncia questa situazione che va alla radice di quello che è il difetto ecologico del nostro paese? E secondo: io direi che senza dubbio tutt i vogl iamo proteggere la Patagonia, però essendo onesti : chi può viaggiare in Patagonia? Sono gli stessi che nei loro paesi possono vivere comodamente e con una vita di lusso, con un costo ecologico con il quale potrebbero

vivere 200 o 300 famiglie povere”.

Rispetto a ciò, ha enfatizzato che questi turisti “vogliono andare in luoghi incontaminati per sentire il contatto con la natura. Se lo vogliono fare e noi vogliamo permetterglielo va bene però credo che dovrebbero pagare affinché si possa comprare energia da altri paesi (dato che senza dighe dsarebbe necessario comparare energia da altri) Quindi, siamo

onesti. Questo tipo di turismo oggi in Cile non è possibile, perché non è

redditizio.

Berrios aggiunge poi “nessuno vuole che si distrugga la Patagonia” ma che è necessario arrivare ad un “equilibrio” dato che a suo

giudizio “tutto questo gruppo ambientalista, nella quotidianità non lo è poi tanto” e “tutti abbiamo diritto a

questo sviluppo”

Berrios mette anche in discussione la p o s i z i o n e d e l magnate statunitense Douglas Tompkins. “ C é q u e s t o p e r s o n a g g i o

Tompkins che possiede un vero e proprio santuario della natura e ci sarebbe da chiedersi perché è diventato multimilionario. Se non lo fosse diventato avrebbe contaminato molto meno il pianeta, dato che ciò che più danneggia il pianeta oltre al fumo o alla deforestazione è la cattiva distribuzione delle entrate, la concentrazione della ricchezza”.

In fine si è chiesto “perché non si parla di questo tema? Perché i vescovi non parlano di questo invece di attaccare le dighe che producono un impatto ambientale minimo(…).

*Felipe Berrios è il fondatore di Un Techo

para Chile e direttore della Fondazione

Hogar de Cristo Vivienda.

Felipe Berríos (*)strizza l’occhio a HIDROAYSEN e attacca

Tompkins e gli ecologisti

(www. elmostrador.cl)

PIU´ IN LÁ DEL TUO NASO Página 2

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Para profundizar

La privatización del agua es uno de los muchos temas que gene-ran conflictos ambientales donde los intereses económi-cos aplastan la vida de comuni-dades enteras y los equilibrios naturales. En el sito de OLCA (observatorio latinoamericano de conflictos ambientales) se encuentran numerosas noticias interesantes sobre lo que pasa

en Latinoamérica

h t t p : / / w w w . o l c a . c l / o c a /

index.htm

Otro conflicto abierto PAS-

CUA LAMA

http://www.noapascualama.org/

Direcciones General de Aguas

http://www.dga.cl/

NUMERO 8

Scrivo questa lettera come volontario della campagna Patagonia Sin Represa. Felipe Berrios nell’intervista rilasciata al Giornale di Aysen dichiara che “opere come le dighe sono fondmentali perché possono aiutare a risolvere, fin da ora, la futura scarsitá

di acqua in Cile”.

Credo che la scarsitá di acqua non sia solamente una realtá cilena, quanto piuttosto una situazione planetaria, che di anno in anno si fa piu’ grave. A livello locale e’ necessario che l’intera societá, con le differenti voci che la compongono, sia chiamata a farsi carico del problema, optando per scelte che possano garantire un uno sostenible e solidario delle risorse idiriche. Credo anche che questo non sia compito delle imprese private-nazionali e internazionali- che mantengono un monopolio feroce sull’acqua, tutt’oggi garantito dalla antidemocratica Costiituzione del 1980 e dal Codice dell’acqua anch’esso elaborato in dittatura.

Questi due strumenti, volontariamente elaborati per favorire un controllo privato della risorsa idrica, sono riconosciute a livello internazionale per la loro impronta dichiaratamente e eccessivamente neoliberale. La scarsitá d’acque e’ un tema nazionale, dovrebbe essere vissuto come uno spazio in grado di favorire scelte partecipative. Non e’ un bottino di guerra, della guerra dichiarata contro le comunitá. Dimentica, o non sa, Berrios che la Patagonia e’ condiderata la seconda rieserva di acque del pianeta e che laghi costruiti artificialmente, attraverso dighe, possono provocare modificazioni climatiche, accellerando processi globali, che potrebbero avere pesanti conseguenze sulle stesse riserve di acqua. Difendere l’acque significa in prima istanza smantellare un monopolio che consegna quasi un 100% dei diritti sulle acque (non consuntive) della Patagonia in mano di imprese idroelettriche.

Il sacerdote gesuita continua dicendo che la campagna Patagonia sin Represa, cerca solamente di

proteggere lo sviluppo di un turismo ecologico al quale possono avere accesso solo persone , nei loro paesi, vivono comodamente. La campagna non e’ focalizzata nel ecoturismo. Prima di tutto appoggia la visione che la gente della regione di Aysen ha costruito negli anni e che, a partire dalla lotta contro la costruzione di una zona di raccolta di scorie nucleare, ha deciso di promuovere l’idea di “Aysen Riserva

di vita”

Se la campagna Patagonia sin Represa ha fatto menzione al turismo, ció e’ dovuto al fatto che molti studi sull’impatto dellle megacentrali idroelettriche mostrano come sarebbero devastanti le conseguenze sul turismo, che e’ una delle attivitá economiche predominanti nella zona (una perdita di 40 milioni di dollari annualmente e di molti posti di lavoro). Turismo che, se opportumatnte potenziato, in un ottica responsabile e sostenibile, potrebbe rappresentare un investimento per la zona senza distruggere un patrimonio incontaminato e unico nel pianeta. Credo che dovremmo ascoltare la gente che quella terra la vive e comprendere che tipo di sviluppo vuole costruire.....

Inoltre anche la zona antartica, che e’ ancora piu’ isolata della Patagonia, ed é praticamente inaccessibile per la gente con poche risorse economiche ha acquisito pero´negli anni un altro valore, riconosciuto a livello mondiale, dal momento che che e’ un territorio di pace, libero da armi e denuclearizzato.

Nonostante questo Berrios crede che la costruizione di dighe sia necessaria se da esse dipende il bene comune, soprattutto se le risorse “si usano e poi sono restituite (come nel

caso dell’acque delle dighe) “

Se il bene comunqe per Felipe Berrios, deve essere legato al bene di ENDESA e COLBUN, allora non c’é molto altro da fare. Forse quello che non sa Felipe Berrios e’ che il

progetto di Aysen non e’ un progetto per il suo paese, perché tutti i guadagni andranno direttamente nelle tasche delle grandi imprese private, che hanno potuto ricevere in forma perpetua i diritti sull’acqua senza pagare un centesimo (...) Continua dicendo Berrios che “elementi che sono vitali come l’acqua o l’aria o gli alimenti non possono essere privatizzati nel senso di negarli a qualcuno che ne ha bisogno....Di fatto la chiesa dalle sue origini ha detto che chi ruba cibo per fame non sta commettendo peccato perché mangiare e’ una cosa di cui necessitamo per vivere. Come nel caso in cui vengono concessi diritti a un impresa perché questa impresa possa generare elettricitá e che successivamente restituisca l’acqua usata ...” Voglio sperare che il sacerdote non abbia voluto in questo caso usare la metafora secondo la quale “Hidroaysen e’ paragonabile a una persona che ruba per mantenersi in vita...” La costruzione di dighe e’ un affare tremendamente redditizio, anche se chissa non per gli ecosistemi. Se cosí non fosse nessuna impresa lotterebbe tanto per poterlo portare a termine. Se ENDESA progetta di costruire in Chile e´anche perché qui la legislazione ambientale e’ estremamente debole, e’ perché ha potuto ottenere i diritti sull’acque a costo zero e una volta che avrá recuperato la inversione fatta per costruire la diga, i guadagni saranno enormi. Felipe Berrios sostiene in ultima istanza “ che non esiste nessun

impedimentonella costruzione di dighe. “

Se non esistono impedimenti allora mi chiedo a che cosa servono le legislazioni ambientali, per quanto deboli esse siano? E gli Studi di impatto ambientale? Se non esistessero impedimenti allora perché decine di istituzioni pubbliche hanno presentato critiche oggettive al disegno, considerato irresponsabile di Hidroaysen?

Mi sorprende inoltre che il sacerdote nella intervista non faccia riferimento alle voci della sua stessa chiesa che vivono nella zona di Aysen. Come quella di Monsignor Infante che ha da sempre mantenuto una posizone critica rispetto al progetto a partire dal suo lavoro a livello locale, con piena consapevolezza dei sogni della gente che vuole continuare a vivere in armonia e e rispetto con la terra e la natura. (...)

Lettera a Felipe Berríos Claudio Escobar CáceresClaudio Escobar CáceresClaudio Escobar CáceresClaudio Escobar Cáceres

Ingeniere Civile Industriale della Universitá Cattólica

Attivista di Patagonia sin rerpesa

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Río Figueroa DUEÑO: ENDESA /

AES GENER (ESPAÑA / EEUU)

Río Manso DUEÑO: ENDESA / AES

GENER (ESPAÑA / EEUU)

Río Futaleufú DUEÑO: ENDESA

(ESPAÑA)

Scarca l’archivio con la posizione dei

fiumi (Google Earth)

Piu’ del 64% dell’acqua in Cile è di

proprietà della impresa Spagnola

Endesa (il 67% delle azioni

dell’Endesa sono dell’Enel, impresa

italiana)

Lo sapevi che molti fiumi in Cile

hanno un propriteario?

Río Cuervo DUEÑO: Xstrata

(SUIZA)

Río Bravo DUEÑO: AES GENER

(EEUU)

Río Palena DUEÑO: AES GENER

(EEUU)

Río Baker DUEÑO: ENDESA /

COLBÚN (ESPAÑA)

Río Figueroa DUEÑO: ENDESA /

AES GENER (ESPAÑA / EEUU)

"PATAGONIA CHILENA PATAGONIA CHILENA PATAGONIA CHILENA PATAGONIA CHILENA SIN REPRESAS" SIN REPRESAS" SIN REPRESAS" SIN REPRESAS"

In youtube c’è questo documentario

che spiega in forma chiara cosa sta

succedendo in Patagonia ….. è diviso

in 5 parti

http://www.youtube.com/watch?

v=.kHMSK5PPGU&feature=re

lated (parte 1)

http://www.youtube.com/watch?

v=J7t-I2VfsqE&feature=related

(parte 2)

http://www.youtube.com/watch?

v=zyB7A_vW3ZU&feature=rela

ted (parte 3)

http://www.youtube.com/watch?

v=6Pe5KIyyifo&feature=related (parte 4)

http://www.youtube.com/watch?

v=Jtwyhg4iFQs&feature=relate

d (parte 5)

Inoltre stanno terminando il film

PATAGONIA RISING del quale

potete vedere il trailer: :

http://www.youtube.com/watch?

v=Tq-HUVHcVdQ

Patagonia Rising riporta le voci della

gente intrappolata nelle numerose lotte

per la poroduzione di energia in Cile.

Il film cerca di mettere in rilievo il

ruolo che le imprese hanno sulla

creazione delle dighe,facendo parlare

anche gli esperti in energia

rinnovabile. In questo modoil

documentario cerca di creare coscienza

sulla necessità di trovare soluzioni al

conflitto mondiale sull’acqua che

genera lotte di potere, ogni giorno piu’

feroci.

La produzione di Patagonia Rising è

terminata nel dicembre 2009 e ora

cerca un appoggio post-produzione.

umani in Messico.

- 7 giugno Giorno della libertà di

stampa.

- 15 giugno Giornata Mondiale della

presa di coscienza dell’abuso e del

maltrattamento nella vecchiaia.

-17 giugno Giornata Internazionale

contro la desertificazione.

- 20 giugno Giornata Internazionale di

- 4 giugno Giornata Internazionale dei

bambini vittime innocenti delle

aggressioni. Promulgato il 19 agosto

del 1982, per la situazione vissuta dai

bambini palestinesi e libanesi vittime

del conflitto arabo-israeliano.

- 5 giugno Giornata Mondiale del

medio ambiente.

- 6 giugno del 1990 si fonda la

Commissione Nazionale dei Diritti

appoggio alle vittime delle torture.

- 24 giugno Anno Nuovo Mapuche.

- 28 giugno dell’anno 1995

“Massacro dell’Acqua Bianca”

Come gocce nel mare

Cosa posso vedere?

Día por día (Junio)

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NUMERO 8

L’acqua e il libero mercato

Gli scienziati ci dicono:

bisogna cambiare il modello economico!

Le culture indigene avvertirono il conquistatore

che la madre terra non tiene padrone e l’acqua

non tiene prezzo

è a disposizione

dell’imponente lupo e della bella libellula

dell’umano e del fiore fugace.

La pioggia cadeva, evaporava

e come nuvola volava

da un lato all’altro viaggiava senza fretta senza

badare ai confini.

Fino a quando arrivò la fabbrica grigia che

intrappolò l’acqua e la vendette

semplice o colorata, in bottiglia di plastica o in

lattina.

Si appropriarono dell’acqua però alla montagna

non diedero nulla in cambio.

L’ uomo la ripagò con rifiuti tossici che gettò

nei corsi d’acque

Peró la montagna, con i suoi boschi e gli

animali continuava ad attrarre e filtrare l’acqua

che ci offriva, di nuovo pulita e cristallina.

Cadendo per il fiume e la cascata

irrigava la vita e toglieva la sete dell’animale e

della terra. Mantenendo la vita.

Pero’ l’umano continuava a contaminare il

fiume e l’acqua potabile iniziò ad scarseggiare.

Non era abbtanza e l’umano mise un prezzo Il

monte e alla legna.

E si appropriò anche degli alberi deforestando e

rendendo difficile al monte filtrare l’acqua.

Poi quando un alberò scappò

non nè piantò nessuno altro lasciando la

montagna senza erba ne alberi e senza fiumi nè

uccelli.

Al contrario lasciò in tutta la regione solo sete

ed erosione

Finchè arrivò il giorno che la vita terminó

perché l’acque che rimaneva fu convertita iin

veleno dall’inquinamento.

L’acqua potabile dalla montagna sopogliata

smise di sgorgare.

L’occhio dell’acqua si seccò

e non rimase che il ricordo del passaggio per il

mondo di un modello culturale che di ogni

cosa si e’ voluto appropriare e nulla ha saputo

conservare.....

Prima di dormire

Página 5

Presentazione caschi Bianchi Marco Facchinello 28 anni– veneto

”...così che tutto quello che desiderate che gli uomini vi facciano, fatelo: perché questa è la legge e i profeti. Fate tutto senza lamentele, affinché siate irreprensibili e semplici figli di Dio, senza macchia, nel mezzo di una generazione maligna e perversa e splenderete come luci nel mondo.”

Santa bibbia

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PATAGONIA ¡SIN REPRESAS!

Oggi lo sviluppo del Cile avanza ad un ritmo frenetico. I grandi progetti industriali ricevono appoggi politici per poter generare una crescita economica a breve termine senza badare ai costi sociali, culturali de economici immediati (e tanto meno a quelli a lungo termine). Coloro che difendono il modello di crescita ad-infinitum utilizzano la “crisi energetica” come luogo comune per giustificare lo sviluppo delle mega centrali idroelettriche nella Patagonia Cilena. Si dice che lo Stato ha bisogno di una quantità di megawatts sempre maggiore e nel modo meno caro possibile,. Il mega progetto di Aysen non riconosce il valore della Patagonia che rappresenta una delle zone più importanti del nostro pianeta, e grazie alle sue caratteristiche uniche in relazione al suo ecosistema, la rende oggetto di grande i nteresse di conservazione scientifico e turistico. I Ghiacciai, le montagne, i fiumi, i laghi, i fiordi, le isole, i boschi, le steppe e le zone umide che la costituiscono la rendono una delle riserve di acqua dolce più importante del pianeta e un patrimono naturale e culturale non solo del Cile, ma dell'intera umanità. È un luogo inoltre di preziosa biodiversità, dato che include molti ecosistemi e numerose speci animali e vegetali, Tutta questa ricchezza è messa in pericolo dalla costruzione di dighe che alterano in modo permanente gli equilibri delle zone. Questi progetti stanno permettendo al monopolio elettrico, che si muove in base a interessi commerciali privati, di appropiarsi gratuitamente del prezioso capitale naturale, e di distruggere di fatto il sogno di Aysén di essere una regione capace di conservare le sue qualità ambientali. Questi mega progetti trasgrediscono chiaramente le politiche regionali, che per anni sono stati creati in un dialogo dinamico tra autorità pubblica, cittadini e attori privati, che ha mantenuto come meta quella di potenziare Aysén come “riserva di vita”. Una delle grandi imprese che è coinvolta nella costruzione di dighe è l'ENDESA. Endesa dal 2009 è controllata dall'ENEL (la più importante compagnia elettrica italiana).

Per ulteriori informazioni: www.patagoniasinrepresa.cl

Per firmare la lettera al Direttore di Enel:

http://www.patagoniasinrepresas.cl/final/contenido.php?seccion=comocontribuir

Immagini.......

Calle Victoria 1566 Santiago

Teléfono: 005625512962 [email protected]

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