Pisa EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE - liceodini.it · Il piano di protezione civile non può...
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Carlo Bargagna Croce Rossa Italiana
Formatore Istruttori PC CRI
EMERGENZE DI PROTEZIONE CIVILE
Corso liceo scientifico «Ulisse Dini» (2.2, 3.1)
1.2016
Pisa
SPEGNI IL CELLULARE
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Fonte: Comune di Pisa «Piano PC», Pisa, 2006.
Cosa è mai questo???
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Comune di Pisa, piano di protezione civile:
• Approvato dal Consiglio Comunale nel 2006;
• Aggiornato nel 2010;
• Nel 2011 si inseriscono Piano Rischio Neve e Piano Incidente Aereo;
• Nel 2015 si aggiorna il Piano Rischio Neve e si elimina il Piano Rischio Annegamenti.
http://www.comune.pisa.it/it/list-linked-item/id:30
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Comune di Pisa, piano di protezione civile:
• È finalizzato a fronteggiare concretamente i rischi reali cui una comunità ed il territorio su cui risiede sono soggetti;
• Non deve mostrare limiti condizionanti al momento della sua applicazione pratica in caso di calamità naturali o di emergenze indotte.
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Il piano di protezione civile non può prescindere da:
a. conoscenza dei rischi naturali cui il territorio è soggetto per poter sviluppare gli strumenti più idonei ed efficaci a fronteggiarli quando si presenta il pericolo reale;
b. disporre di un preciso ed aggiornato elenco delle strutture, pubbliche e private, che all'occasione siano in grado di prestare la loro opera in tempo reale e con la necessaria efficienza;
c. predisposizione di un modello d’intervento con procedure d’emergenza che permettano di organizzare efficacemente le risorse tecnologiche ed umane durante le fasi di soccorso.
Rischi presenti sul territorio comunale di Pisa:
• Rischio idraulico (fiume Arno);
• Rischio allagamenti locali (fossi minori e ristagni per insufficienza rete fognaria);
• Rischio sismico;
• Rischio incendi;
• Rischio neve;
Rischi minori non escludibili ma di potenzialità remota:
• Rischi incidenti con presenza di sostanze pericolose;
• Rischi incidenti ferroviari che coinvolgono molte persone;
• Rischi incidenti in mare che coinvolgano molte persone;
• Rischi incidenti aerei. 7
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Dal piano di protezione civile:
• Le associazioni di volontariato forniscono al Prefetto ed al Sindaco ogni possibile e fattiva collaborazione mettendo a disposizione le loro organizzazioni;
• Il volontariato è inserito come strumento attivo di partecipazione all’attuazione del piano di protezione civile, secondo istruzioni e modalità previste e stabilite dal piano stesso;
• E’ comunque utile ricordare che all’attività di Protezione Civile concorrono anche i singoli cittadini.
Aree o strutture di accoglienza o di ricovero
Definizione aree di emergenza Aree
di attesa o di raccolta
Aree di ammassamento
dei soccorsi
aree dove far affluire i materiali, i mezzi e gli uomini necessari alle
operazioni di soccorso
meeting point, punti di raccolta della popolazione per
la prima assistenza al verificarsi di un evento
in grado di assicurare un ricovero per coloro che hanno
dovuto abbandonare la propria abitazione
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Aree attesa popolazione:
Nord fiume Arno:
Palazzetto dello Sport, p.za Carrara, p.za Caduti di Cefalonia;
Sud fiume Arno:
Centro Maccarrone, scuola media Fucini (zona aeroporto), parcheggio scuole Gamerra (Putignano);
San Piero a Grado: p.za Basilica;
Marina di Pisa: p.za delle Baleari, p.za Sardegna;
Tirrenia-Calambrone: p.za Belvedere.
http://www.comune.pisa.it/it/ufficio-scheda/15934/AlertPisa.html
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Il Disaster Risk Reduction (DRR):
È un approccio sistematico all’identificazione, valutazione e riduzione del rischio di disastri;
Ha come obiettivo la riduzione della vulnerabilità socio economica ai disastri;
È parte integrante dell’organizzazione delle agenzie di soccorso;
Considera il disastro un problema complesso da affrontare con una risposta collettiva;
Richiede stretti legami verticali ed orizzontali.
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Il Disaster Risk Reduction (DRR):
Individua nella popolazione locale e nell’organizzazione locale gli attori principali della riduzione del rischio e della risposta ai disastri;
Prevede una ridefinizione del ruolo del governo nella riduzione del rischio.
Ciclo del disastro:
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Previsione (quando, dove,
con che intensità)
Prevenzione (riduzione della
vulnerabilità)
Intervento
Ripristino
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Il rischio è:
la possibilità che un fenomeno naturale o indotto dalle attività dell’uomo possa causare effetti dannosi sulla popolazione, gli insediamenti abitativi e produttivi e le infrastrutture, all’interno di una particolare area, in un determinato periodo di tempo;
il pericolo è rappresentato dall'evento calamitoso che può colpire una certa area (la causa), il rischio è rappresentato dalle sue possibili conseguenze, cioè dal danno che ci si può attendere (l’effetto).
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P = pericolosità: è la probabilità che un fenomeno di una determinata intensità si verifichi in un certo periodo di tempo, in una data area;
V = vulnerabilità di un elemento (persone, edifici, infrastrutture, attività economiche) è la propensione a subire danneggiamenti in conseguenza delle sollecitazioni indotte da un evento di una certa intensità. E' espressa in una scala da 0 (nessuna perdita) a 1 (perdita totale);
E = Esposizione o Valore esposto: è il numero di unità (o "valore") di ognuno degli elementi a rischio presenti in una data area, come le vite umane o gli insediamenti.
PERICOLOSITA’ – VULNERABILITA’ – ESPOSIZIONE
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Il rischio quindi è:
R = P x V x E
Pericolosità
Vulnerabilità
Valore Esposto
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Perché classificare gli eventi calamitosi? Per meglio comprendere:
• La probabilità del loro manifestarsi;
• I loro rischi evolutivi;
In base a questo è possibile:
• Cercare di scongiurare il manifestarsi dell’evento;
• Mitigare i suoi effetti;
• Predisporre l’organizzazione dei soccorsi.
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Eventi naturali:
• Sotto la superficie terrestre;
• Meteorologici;
• Fenomeni idrogeologici superficiali;
• Biologici.
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Fenomeni geologici degli strati profondi:
• Sisma;
• Eruzione vulcanica;
• Bradisismo;
• Tsunami.
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Meteorologici:
• Piogge intense;
• Trombe d’aria e uragani (tempeste di vento);
• Tempeste elettriche;
• Intense nevicate e grandinate;
• Ondate di freddo o caldo;
• Siccità.
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Fenomeni idrogeologici superficiali:
• Alluvioni;
• Inondazioni;
• Valanghe;
• Frane;
• Smottamenti.
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Eventi biologici:
• Invasioni di insetti, animali etc;
• Epidemie animali;
• Epidemie o malattie contagiose.
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Eventi connessi all’attività umana:
• Bellici;
• Incidenti nei trasporti;
• Incidenti rilevanti in attività industriali;
• Incidenti rilevanti in attività nucleari;
• Collasso di sistema tecnologico;
• Incidenti in immobili;
• Incendio boschivo;
• Fenomeni di lento degrado ambientale;
• Sociali.
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Eventi bellici:
• Guerra (Convenzioni di Ginevra);
• Guerriglia;
• Atti di sabotaggio;
• Rapimenti e sequestri.
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Incidenti nei trasporti:
• Incidenti nella circolazione;
• Deragliamenti;
• Caduta di aeromobili;
• Incidenti navali.
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Incidenti rilevanti in attività industriali:
• Impianto;
• Deposito;
• Trasporto.
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Incidenti rilevanti in attività nucleari:
• Impianto;
• Deposito;
• Trasporto;
• Scorie radioattive.
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Collasso di sistema tecnologico:
• Cedimento di diga;
• Crollo di ponte o viadotto;
• Black out energetico.
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Incidenti in immobili:
• Crolli;
• incendi;
• Esplosioni;
• Fughe di gas.
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Fenomeni di lento degrado ambientale:
• Inquinamento dell’aria;
• Inquinamento dell’acqua;
• Inquinamento del suolo;
• Mutamento climatico.
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Catastrofi sociali:
• Moti di rivolta;
• Panico;
• Carestie;
• Prese di ostaggi;
• Terrorismo e incidenti dolosi;
• Incidenti durante raduni.
Nepal, 25 aprile 2015, 08:11:26 (italiana);
Magnitudo (MW): 7,7;
Morti: 8.413 (07/05/2015 Croce Rossa Nepal). 34
Comportamento della folla:
In caso di mancanza di leadership o di informazioni precise, ogni individuo adegua il proprio comportamento a quello degli altri presenti.
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Panico:
Comportamento collettivo autodistruttivo;
Perché si verifichi devono realizzarsi quattro fattori:
• Ansietà diffusa precedente al disastro;
• Mancanza di una leadership;
• Veloce e progressiva chiusura dell’unica via di fuga;
• Verificarsi di un fattore di precipitazione.
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Norme generali di comportamento:
• Conoscere i rischi presenti;
• Informarsi sull’organizzazione locale di emergenza;
• Informarsi sul piano comunale PC;
• Assicurarsi che tutti sappiano cosa fare;
• Preparare un piano di evacuazione dell’abitazione;
• Preparare uno zaino di emergenza.
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Zaino d’emergenza • Sempre pronto vicino all’uscita;
• Coperta;
• Indumenti protettivi adatti alla stagione;
• Cassetta di primo soccorso;
• Acqua in bottiglie di plastica;
• Torcia e radio a pile con pile di scorta;
• Cibo a lunga conservazione;
• Medicinali specifici;
• Libro, giochi o carte;
• Documenti e soldi. 38
Norme generali di comportamento
• Mantieni e contribuisci a mantenere la calma;
• Interrompi ogni attività;
• Prendi un indumento protettivo e lo zaino d‘emergenza;
• Incolonnati lungo le vie di fuga indicate;
• Raggiungi le aree di attesa previste;
• Soccorri chi ti è vicino e ha bisogno d’aiuto;
• Lascia libere le strade per i soccorritori;
• Non spingere, non gridare, non correre;
• Non usare l’ascensore;
• Tieniti informato seguendo TV, radio o internet.
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In caso ti trovi in mezzo ad una folla che scappa, stringi le braccia davanti allo stomaco per garantirti il respiro e proteggere la gabbia toracica;
• In caso di scarsa visibilità procedere con un braccio a proteggere il torace ed uno steso col dorso della mano in avanti;
• In caso di fango o acqua procedere a piccoli passi, con passo da “schermidore” ed in fila indiana.
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Domande???
In conformità col Regolamento della Gestione Ambientale della Croce Rossa Italiana, che vuol dare attuazione a quanto previsto dalla Strategia 2020 del Movimento Internazionale di CR e MLR, il materiale proiettato verrà consegnato in formato elettronico.
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Grazie per l’attenzione,
Carlo Croce Rossa Italiana
Comitato di Pisa Formatore Istruttori PC CRI