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Pinocchio burattino ... Pinocchio bambino Pinocchio secondo noi Alunni classe 5^ scuola primaria Clelia Pizzigoni

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Pinocchio burattino ... Pinocchio bambino

Pinocchio secondo noi

Alunni classe 5^ scuola primaria Clelia Pizzigoni

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INDICE

Presentazione del lavoro

L'autore e il suo paese

Il libro riassunto da noi

I personaggi come li abbiamo visti noi

Alcune riflessioni

Divertiamoci un po'...

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Biografia CARLO LORENZINI / COLLODI Carlo Lorenzini nacque a Firenze il 24 novembre 1826. E’ più noto con lo pseudonimo di “Collodi” dal nome del paese natale della madre. Carlo era un giornalista e anche uno scrittore, figlio di Domenico Lorenzini, cuoco dei conti Ginori, e di Angiolina (Maria Angela) Orzali, figlia maggiore del fattore dei Conti Garzoni, maestra elementare. Egli frequentò grazie all’aiuto della famiglia Ginori, scuole religiose:

a Colle Val d’Elsa dove fu in Seminario dai 12 ai 16 anni, e poi a Firenze presso gli Scolopi. La sua carriera come scrittore iniziò a circa 20 anni d’età, quando redigeva i cataloghi commentati di una prestigiosa libreria fiorentina, per poi iniziare a pubblicare su "L'Italia Musicale”. Carlo Lorenzini fondò e diresse numerosi giornali, tra cui “Il Lampione”, che fu chiuso dalla censura dopo i moti del 1848, e riaprì nel 1859. Collodi era un vero intellettuale risorgimentale, si impegnò direttamente per l’unità d’Italia anche come militare volontario. Nel 1859 partecipò alla Seconda Guerra d’Indipendenza.

“Le avventure di Pinocchio”, è un’opera della sua maturità (1881-1883), quando era ormai famoso come giornalista e scrittore. Il suo primo libro per bambini fu pubblicato nel 1876: “I racconti delle fate”, traduzioni di alcune fiabe letterarie francesi. Nel 1881 pubblicò la prima puntata della “Storia di un burattino” sul

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“Giornale per i bambini”, e sullo stesso giornalino pubblicò altre

storie brevi. Carlo Collodi ha avuto una vita ricca di esperienze umane e letterarie: si trovano numerose testimonianze di questo nelle corrispondenze con colleghi ed amici, e nella biografia scritta da Paolo Lorenzini. Senza conoscere il successo straordinario della sua opera, Carlo Collodi morì il 26 ottobre 1890 a Firenze, dove risiedeva presso il fratello Paolo. Fu sepolto a Firenze e le sue carte sono conservate alla Biblioteca Centrale Nazionale di Firenze.

Il paese natale della madre

COLLODI Collodi è un paesino della Toscana famoso nel mondo per l’autore di Pinocchio. Lo scrittore si chiamava Carlo Lorenzini e scelse come nome d’arte “Collodi”.

E’ il segno di amore con questo piccolo paese: qui la madre era nata e cresciuta e Carlo visse parte dell’infanzia, tornando più volte da adulto a visitare la famiglia materna. Questo è testimoniato anche dalla targa che un amico fraterno del Collodi, il filologo Giuseppe Rigutini, compose per la casa natale della madre dello scrittore subito dopo la sua morte.

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Possiamo immaginare Carlo bambino che tra il 1830 e il 1840 corre libero nelle strade del borgo antico o tra le meraviglie del Giardino Garzoni, accanto alla Villa dei cui signori il nonno era stato fattore, mentre la madre era stata cameriera per la marchesa Marianna Garzoni Venturi.

Da allora questi due luoghi non sono troppo cambiati.

L’antico borgo di Collodi castello alle spalle della Villa Garzoni ha mantenuto il suo aspetto medievale di paese fortificato e ancor oggi si può percorrere solo a piedi. Il maestoso giardino Garzoni, in stile barocco, è tra i più belli e meglio conservati di tutta Europa.

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Con il parco di Pinocchio, rendono unico questo angolo di Toscana

davvero fiabesco.

Caratterizzano il paese come luogo di Pinocchio, rispettando la sua storia e il suo aspetto tipico: i dipinti murali dedicati a Pinocchio nati dal concorso “Collodi, un paese dipinto” (2006); il Monumento a Carlo Collodi vincitore del concorso per Licei Artistici e Istituti d’Arte bandito dalla Fondazione nel Centenario della morte di Carlo Collodi (1990); il simpatico e impressionante Pinocchio in legno più alto del mondo, commissionato dalla Fondazione ad abili carpentieri della Svizzera francese, collocato al centro di un piccolo giardino che permette la sosta dei viaggiatori e sottolinea lo spirito del luogo. Collodi, è frazione di Pescia, antica cittadina il cui territorio è ricco di bellezze naturali e storico-artistiche, e si trova vicino ad alcune delle più straordinarie bellezze artistiche e naturali della Toscana: Firenze, Lucca, Pisa, Vinci, Montecatini Terme, Pistoia, Forte dei Marmi e la Versilia,Abetone e l’Appennino Pistoiese.

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PINOCCHIO ... la storia in breve

CAPITOLO 1

Come andò che maestro Ciliegia, falegname, trovò un pezzo di legno, che piangeva e rideva come un bambino.

Mastro Ciliegia trovò un pezzo di legno e incominciò ad intagliarlo: voleva fare una gamba di tavolo. A quel punto sentì una vocina che gli diceva di non picchiarlo tanto forte perché faceva male.

Mastro Ciliegia si spaventò molto,guardò

da tutte le parti, anche in un armadio chiuso da tanti anni, ma non trovò nessuno. Allora pensò di averla immaginata quella voce e incominciò ancora a tagliarlo con un’accetta, ma la voce disse che gli faceva solletico alla pancia. Allora mastro Ciliegia dalla grandissima paura cadde a terra come un sacco di patate.

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CAPITOLO 2

Maestro Ciliegia regala il pezzo di legno al suo amico Geppetto, il quale lo prende per fabbricarsi un burattino meraviglioso che sappia

ballare, tirar di scherma e fare i salti mortali.

In quel momento arrivò in bottega un vecchietto di nome Geppetto, dopo poco si sentì quella strana vocina che diceva “Polendina”.

Egli pensò che fosse stato maestro Ciliegia a scherzarlo, per via della sua parrucca gialla, allora iniziarono a bisticciare. Dopo essersi morsi e graffiati si ritrovarono in mano entrambi la parrucca dell’altro e poi si calmarono. Mastr’Antonio quindi gli regalò quello strano pezzo di legno, che dette subito un calcio al povero vecchietto. I due uomini si azzuffarono di nuovo, se ne dettero un sacco e una

sporta, poi al termine decisero che sarebbero diventati amici per sempre. Geppetto ringraziò, prese in mano il suo bel pezzo di legno e tornò a casa zoppicando.

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CAPITOLO 3 Geppetto, tornato a casa, comincia subito a fabbricarsi il burattino e gli mette il nome di Pinocchio. Prime monellerie del burattino. La casa di Geppetto era una stanzina terrena, che pigliava luce da una sottoscala: su una parete c’era un fuoco dipinto. Un bel giorno Geppetto si mise subito a fabbricare il suo burattino e pensò di chiamarlo PINOCCHIO: cominciò a costruire i capelli, la fronte, gli occhi, che subito si mossero e lo guardarono fisso.

Appena il naso fu costruito questo cominciò a crescere e più lo accorciava più il naso diventava lungo. Mentre l’anziano falegname stava costruendo la bocca il burattino già rideva e lo scherzava.

Geppetto gli insegnò a camminare, ma Pinocchio cominciò subito a correre e scappare per la strada. Il povero Geppetto lo rincorse, ma suo figlio era troppo veloce. Per fortuna un carabiniere lo

acciuffò per il nasone e lo riconsegnò a Geppetto. Il padre gli disse che a casa avrebbero fatto i conti, ma Pinocchio si buttò per terra e non volle più camminare. La gente parlò male di Geppetto e il carabiniere rimise

in libertà Pinocchio e condusse in prigione quel pover’uomo di Geppetto.

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CAPITOLO 4

La storia di Pinocchio col Grillo-parlante, dove si vede come i ragazzi hanno noia di sentirsi correggere da chi ne sa più di loro.

Mentre Geppetto era stato mandato in prigione, Pinocchio tornò a casa molto contento, ma poco dopo sentì nella stanza qualcosa che faceva crì crì crì e Pinocchio impaurito chiese chi fosse.

Dopo poco, Pinocchio vide un grosso grillo che saliva sul muro, e gli disse che era il Grillo-parlante e viveva in quella stanza da molti anni. Pinocchio gli rispose in modo scortese che quella stanza era sua e lo cacciò via di casa. Il grillo ci rimase molto male e disse a Pinocchio che prima o poi se ne sarebbe pentito di aver trattato male Geppetto e di essere scappato di casa. Pinocchio, visto che non voleva andare a scuola a studiare, decise che il mattino dopo se ne sarebbe andato via per divertirsi tutti giorni senza fare nulla. Il grillo cercò di farlo ragionare suggerendogli di impegnarsi a

studiare o a lavorare: Pinocchio si arrabbiò e lanciò addosso al povero grillo parlante un martello che lo spiaccicò contro il muro.

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CAPITOLO 5

Pinocchio ha fame e cerca un uovo per farsi una frittata; ma sul più bello, la frittata gli vola via dalla finestra.

A un certo punto vide un pentolone che ribolliva, corse verso la padella per vedere cosa c’era dentro, però Pinocchio si accorse che era solo e non aveva mangiato nulla e aveva molta fame: cosi cercò qualcosa da mangiare, ma non trovò niente.

Dopo un po' di tempo trovò un uovo nella pattumiera. Pensò a come cucinarlo e alla fine decise di fare una frittata, ma al momento di romperlo uscì un pulcino che ringraziò Pinocchio e scappò via. Pinocchio sfinito dalla fame si pentì di essere scappato da casa e decise di andare nel villaggio in cerca di elemosina.

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CAPITOLO 6

Pinocchio si addormenta coi piedi sul camino, e la mattina dopo si svegli coi piedi tutti bruciati.

In una notte d’inverno Pinocchio aveva molta paura del temporale, ma aveva anche tanta fame. Così in un centinaio di salti arrivò al paese molto affamato, ma trovò tutto buio. Allora Pinocchio suonò il campanello di una casa abitata da un vecchietto, che pensando che era un ragazzo maleducato che faceva scherzi gli buttò una secchiata d’acqua. Tornò a casa tutto bagnato come un pulcino, era stanchissimo e affamato, tanto che non si reggeva in piedi, così si sedette e mise i piedi fradici sul camino. Lì si addormentò e nel dormire si bruciò i piedi che diventarono cenere.

La mattina venne svegliato dal campanello, rispose: era Geppetto.

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CAPITOLO 7

Geppetto torna a casa e da al burattino la colazione che il povero uomo aveva portato con sè.

Pinocchio non s’era ancora accorto che i suoi piedi stavano bruciando. Quando sentì bussare suo padre, cadde a terra, poi disse che non poteva aprire la porta perché gli avevano mangiato i piedi.

Geppetto prima pensò ad uno scherzo del burattino, poi si accorse che non era una bugia. Quando Pinocchio raccontò l’accaduto, incolpò il Grillo parlante. Il burattino aveva molta fame e Geppetto tolse dalle tasche tre pere che erano la sua colazione.

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CAPITOLO 8

Geppetto rifà piedi a Pinocchio e vende la propria casacca per prendere l’Abbecedario.

A Pinocchio servivano dei nuovi piedi, ma Geppetto non voleva perché altrimenti sarebbe scappato di nuovo da casa. Alla fine prese due pezzi di legno, i suoi attrezzi e glieli costruì. Dopo un’oretta finì il suo capolavoro e con la colla li fissò al corpo: quando Pinocchio si accorse di aver i suoi piedi saltellava felice di qua e di là. Per ringraziare il babbo decise di frequentare la scuola, ma gli disse che gli mancavano il libro e i vestiti. Geppetto prese la carta a fiori e costruì un abito, le scarpe di scorza d’albero e un berrettino di mollica di pane. Il babbo pensò di vendere la sua casacca per comprare il libro per il figlio. Quando ritornò a casa, Pinocchio si accorse subito che l’uomo non indossava più la giacca e stringeva qualcosa tra le mani : era un libro di scuola.

Subito corse dalla felicità ad abbracciare e baciare il babbo.

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CAPITOLO 9

Pinocchio vende l’Abbecedario per andare a vedere il teatrino dei BURATTINI.

Pinocchio col suo Abbecedario nuovo sotto il braccio, prese la via che portava alla scuola e strada facendo fantasticava: parlando tra

sé diceva che a scuola avrebbe imparato a leggere, a scrivere e a fare i conti e che sarebbe diventato ricco. Prima di tutto voleva comprare una giacca al suo babbo. Ad un tratto gli parve di sentire una musica di pifferi in sottofondo. Rimase perplesso e pensò che per la scuola c’è sempre tempo, allora Pinocchio corse a gambe levate per ascoltare la musica che proveniva da un Pinocchio baraccone dove c’era scritto GRAN TEATRO DEI BURATTINI. Voleva entrare a vedere la commedia, allora senza vergognarsi cercò di vendere a un ragazzo prima il berretto, poi la giacchetta e infine le scarpe, ma egli non accettò. Il burattino insisteva e gli chiese se voleva il suo nuovo abbecedario: lui accettò e in cambio gli diede quattro soldi. Così gli vendette il libro che Geppetto gli aveva appena comprato, facendo sacrifici e privandosi di tutto.

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CAPITOLO 10 I burattini riconoscono il loro fratello Pinocchio e gli fanno una grandissima festa; ma sul più bello, esce fuori il burattinaio Mangiafuoco, e Pinocchio corre il pericolo di fare una brutta fine.

Quando Pinocchio entrò nel teatrino delle marionette, il sipario era

tirato e sulla scena si vedevano Arlecchino e Pulcinella, che bisticciavano fra di loro e minacciavano di scambiarsi un carico di schiaffi e di bastonate. All’improvviso Arlecchino smise di recitare e cominciò a indicare Pinocchio, invitandolo a salire per abbracciare i suoi fratelli di legno. Egli spiccò un salto e schizzò sul palcoscenico, dove ricevette grossi abbracci e zuccate di vera e sincera fratellanza. Il pubblico spazientito chiese di vedere la commedia; i burattini invece di continuare la recita, raddoppiarono il chiasso e le grida, mentre portavano Pinocchio in trionfo. Allora il burattinaio uscì fuori: un uomo robusto così brutto che metteva paura soltanto a guardarlo. All’uscita del burattinaio nessuno aprì la bocca, i poveri

burattini tremavano come foglie. Finita la commedia il burattinaio in cucina si era preparato lo spiedo per la cena, chiamò Arlecchino e Pulcinella e disse loro di portargli quel burattino di legno per dare una fiammata all’arrosto. Obbedirono e portarono Pinocchio che urlava di non voler morire!

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CAPITOLO 11

Mangiafuoco starnutisce e perdona Pinocchio, il quale poi difende dalla morte il suo amico Arlecchino.

Mangiafuoco quando vide Pinocchio che si dibatteva e urlava terrorizzato si impietosì e fece uno starnuto, Arlecchino lì presente

disse a Pinocchio che era un bene, perchè quando il burattinaio si inteneriva per davvero aveva il vizio di starnutire. Il burattinaio compativa Pinocchio quindi lo risparmiò, ma al suo posto volle Arlecchino, che si buttò a terra spaventato. All’improvviso Pinocchio si inginocchiò ai piedi del burattinaio supplicandolo di lasciar stare Arlecchino e di gettare lui tra le fiamme. A sentire pronunciare quelle parole in modo eroico tutti i presenti si misero a piangere commossi, allora Mangiafuoco stupito si rassegnò e dovette mangiare il montone mezzo crudo.

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CAPITOLO 12

Il burattinaio Mangiafuoco regala cinque monete d’oro a Pinocchio, perché le porti al suo babbo Geppetto: e Pinocchio, invece, si lascia abbindolare dalla Volpe e dal Gatto e se ne va con loro.

Il giorno dopo Mangiafuoco regalò cinque monete d’oro a Pinocchio per il suo povero padre Geppetto, che era sempre

senza soldi. Poco dopo incontrò una volpe zoppa e un gatto cieco, che si reggevano fra loro: la volpe salutò Pinocchio dicendogli che conosceva suo padre e che l’aveva visto fuori dalla sua bottega infreddolito. Pinocchio, tutto contento, tirò fuori dalla tasca le sue cinque monete d’oro e disse al Gatto e alla Volpe che sarebbe andato a comprare una bella casacca nuova per il suo babbo e un libro di scuola. Subito i due imbroglioni convinsero Pinocchio ad andare con loro nel paese dei Barbagianni, dove avrebbe potuto piantare

le sue monete e farne diventare mille, un milione, miliardi di monete, allora Pinocchio andò con loro.

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CAPITOLO 13

L'osteria del Gambero Rosso

Dopo aver camminato tutto il giorno i tre amici arrivarono stanchi morti all'osteria del Gambero Rosso; decisero di mangiare lì e di dormire fino a mezzanotte per poi essere al Campo dei miracoli per

l'alba. Pinocchio appena addormentato iniziò subito a sognare, ma quando fu sul più bello l'oste lo svegliò e gli disse che i suoi amici erano già partiti senza di lui. Rattristito Pinocchio si avviò verso il Campo dei miracoli e a un certo punto incontrò il Grillo-parlante che gli disse di non fidarsi dei due imbroglioni e di ritornare da Geppetto. Il burattino non diede importanza ai consigli del Grillo e decise di continuare per la sua strada.

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CAPITOLO 14

Pinocchio, per non aver dato retta ai buoni consigli del Grillo-parlante, s’imbatte negli assasini.

Mentre Pinocchio pensava fra sè, che i bambini sono dei poveri disgraziati perchè tutti i grandi li sgridano, li ammoniscono, vide due figuracce che gli chiesero i suoi denari, allora riuscì appena a

nasconderle sotto la sua lingua. Gli assassini lo presero e volevano le monete, ma Pinocchio non parlava fino quando gli dissero che avrebbero ucciso suo padre. Allora lui parlò, sentirono il rumore delle monete in bocca e gli dissero di sputarle, Pinocchio gli morse la mano, la sputò e trovò uno zampino di gatto. Il burattino corse via, trovò un pino altissimo dove si arrampicò, ma gli assassini presero un mucchio di legna secca e vi appiccarono il fuoco. Pinocchio vedendo le fiamme che salivano spiccò un bel salto e corse attraverso i campi.

Gli assassini che stavano rincorrendolo caddero dentro un fosso, Pinocchio pensò di essere salvo, ma voltandosi si accorse che lo rincorrevano ancora tutti e due.

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CAPITOLO 15

Gli assassini inseguono Pinocchio; e, dopo averlo raggiunto, lo impiccano a un ramo della quercia grande.

Pinocchio correva velocissimo per non farsi prendere dagli assassini e pensò di bussare alla porta di una casetta bianchissima in mezzo al verde: gli rispose una bambina con i capelli turchini che

sembrava un fantasma. La Bambina gli disse che doveva andarsene via e che non viveva nessuno in quella casa, perchè erano tutti morti e come per magia ella scomparve. Subito dopo arrivarono gli assassini e costrinsero Pinocchio a consegnare loro le monete d’oro. Egli non parlò e nascose gli zecchini sotto la lingua, ma gli assassini presero due coltelli e glieli ficcarono nelle reni, ma essendo un burattino di legno le lame si ruppero. I ladri decisero così di impiccarlo e il povero Pinocchio pensò al suo povero babbo e sofferente chiuse gli occhi.

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CAPITOLO 16

La bella bambina dai capelli turchini fa raccogliere il burattino: lo mette a letto, e chiama tre medici per sapere se è vivo o morto.

Il povero Pinocchio impiccato dagli assassini al ramo della grande Quercia, sembrava morto.

La bambina dai capelli turchini si affacciò alla finestra, batté per tre volte le mani e un grosso falco si posò sul davanzale della finestra e gli ordinò di togliere dal ramo Pinocchio. Subito dopo il falco tornò e disse alla fata che il burattino era ancora vivo. La fata chiamò un Can barbone che camminava ritto come se fosse un uomo ed era travestito da cocchiere e gli disse di preparare la migliore carrozza che aveva e di far caricare sopra il burattino e portarlo da lei. Appena Pinocchio arrivò a casa, la fata chiamò i migliori medici per curarlo. Tra i medici c’era anche il Grillo-parlante e raccontò alla

fata che il burattino era quel monellaccio di Pinocchio, perchè faceva morire di crepacuore il suo povero babbo.

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CAPITOLO 17

Pinocchio mangia lo zucchero, ma non vuole purgarsi: però quando vede i becchini che vengono a portarlo via, allora si purga. Poi dice una bugia e per castigo gli cresce il naso.

Quando i tre medici furono usciti dalla stanza, la Fata si sedette vicino a Pinocchio e dopo averlo toccato sulla fronte, si accorse che

aveva la febbre: gli sciolse una polverina in un bicchiere d’acqua, ma Pinocchio non volle bere la medicina perché era amara, così la Fata lo convinse dandogli una zolletta di zucchero. Pinocchio la assaggiò, ma disse che era ancora troppo amara. La fata allora spalancò la finestra, entrarono quattro conigli che portavano sulle spalle una piccola bara da morto e dissero a Pinocchio che se non avesse bevuto la medicina sarebbe morto in poco tempo, così impaurito il burattino la ingoiò. Una volta guarito Pinocchio pensò al suo papà e si avviò piano piano nel bosco, poco dopo incontrò il Gatto e la Volpe che gli chiesero dove erano le

monete. Egli non rispose, quindi lo presero e lo legarono per il collo ad un albero, allora lui rispose che le aveva perse e il suo naso cominciò a crescere… Disse così tante bugie che col naso tanto lungo non riuscì più a girarsi. La Fata rideva e gli disse che le bugie hanno le gambe corte. Pinocchio dalla vergogna provò a scappare ma non riuscì.

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CAPITOLO 18

Pinocchio ritrova la Volpe e il Gatto, e va con loro a seminare le quattro monete nel Campo dei Miracoli.

La fata, vedendo Pinocchio disperato per il suo naso enorme, batté le mani e dalla finestra entrarono migliaia di picchi che beccarono il

naso del burattino finché non diventò normale. Pinocchio ringraziò la fata perchè era stata buona con lui e perchè avvisò Geppetto che il suo figliolo stava meglio. Pinocchio aveva tanta voglia di rivedere suo padre, così la fata gli disse di andare per il bosco per la strada più corta. Lungo il cammino incontrò di nuovo il Gatto e la Volpe, mentre parlavano la Volpe gli chiese dov’erano le sue monete d’oro: Pinocchio rispose che erano nel suo taschino. I due gli dissero di seminare le monete così sarebbe cresciuta una pianta di soldi, poi lo mandarono a prendere un secchio d’acqua per bagnare il terreno e così gli rubarono i soldi.

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CAPITOLO 19

Pinocchio è derubato delle sue monete d’oro e, per castigo, si busca quattro mesi in prigione.

Pinocchio andò nel Campo dei miracoli, per vedere se l’albero di monete d’oro, era cresciuto; mentre camminava pensava cosa potesse fare con tutte quelle monete.

Su un albero c’era un pappagallo che rideva vedendo Pinocchio annaffiare l’albero di monete d’oro, allora gli disse che le monete non crescono sugli alberi, per prendere dei soldi bisogna saperseli guadagnare con il lavoro. Il Pappagallo disse a Pinocchio che il Gatto e la Volpe l’hanno derubato, perché, quando lui è andato via dal campo, i due ladri scavarono e portarono via le monete d’oro. Pinocchio decise di andare dal giudice per protestare, il giudice lo ascoltò, ma alla fine lo mise in prigione per quattro mesi molto lunghi. L’imperatore che comandava la città volle che tutti quelli in prigione fossero liberati: quando le porte si aprirono Pinocchio scappò.

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CAPITOLO 20

Liberato dalla prigione, si avvia per tornare a casa della Fata; ma lungo la strada trova un serpente orribile, e poi rimane preso dalla tagliuola.

Pinocchio era felice di rivedere il suo babbo e la sua sorellina dai capelli turchini e al pensiero di rivederli corse a salti. Il burattino decise di cambiare vita e di essere un bravo ragazzo.

Pinocchio vide da lontano un grosso Serpente, si avvicinò e gentilmente gli chiese se si poteva spostare, ma nessuno si mosse: allora disse al serpente che c’era il suo babbo che lo aspettava, ma non ebbe alcuna risposta. Il burattino pensò che fosse morto e provò a scavalcarlo; ma non fece in tempo a mettere il piede per terra, che il serpente si rizzò come una molla, Pinocchio cadde con la faccia nel fango e il serpente morì per colpa di una vena rotta. Pinocchio si alzò e continuò a correre: ad un certo punto vide un campo di viti e iniziò a camminare veloce verso il campo, ma

rimase incastrato in una tagliuola.

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CAPITOLO 21

Pinocchio è preso da un contadino, il quale lo costringe a far da can da guardia a un pollaio.

Pinocchio si mise a piangere ma nessuno poteva sentirlo: diventò buio, un po’ per la paura, un po’ perché la tagliuola gli segava le caviglie, quasi sveniva. Quando vide una Lucciola la chiamò e le chiese di liberarlo; lei gli domandò come mai era rimasto intrappolato. Mentre stavano parlando il padrone del campo si avvicinò per

vedere se qualcuno era rimasto dentro la tagliuola e si meravigliò quando vide un ragazzo al posto di una faina. Pinocchio cercò di dire la verità, ma il padrone non gli credette e lo mise a fare la guardia al posto del suo cane morto: Gli mise un collare con una catenella, lo legò al muro e gli disse di abbaiare se vedeva dei ladri. Quando Pinocchio rimase solo, pensò che se si fosse comportato bene e avesse ubbidito non si sarebbe trovato in quelle condizioni.

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Capitolo 22

Pinocchio scopre i ladri e, in ricompensa di essere stato fedele, vien posto in libertà.

Una Faina gli disse che se le avesse lasciato rubare otto galline e avesse fatto finta di dormire, poteva avere per colazione una gallina. Pinocchio si mise a dormire e le faine entrarono nel pollaio una ad una, ma all’improvviso si sentì chiudere la porta.

Quello che l’aveva chiusa era Pinocchio, che subito dopo si mise ad abbaiare proprio come un cane, svegliando così il contadino che prese il fucile e catturò le faine.

Egli domandò a Pinocchio come aveva fatto a scoprire il

complotto. Lui gli raccontò tutto e il contadino con grande soddisfazione lo lasciò libero.

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CAPITOLO 23

Pinocchio piange la morte della bella Bambina dai capelli turchini : poi trova un Colombo che lo porta sulla riva del mare, e lì si getta in acqua per andare in aiuto del suo babbo Geppetto.

Appena Pinocchio fu libero si diresse verso la casina della

bambina, ma non la vide. Quando arrivò sul posto, c’era solo un pezzo di marmo con scritto che la bambina dai capelli turchini era morta di dolore, per essere stata abbandonata dal suo fratellino Pinocchio. Il burattino ci rimase molto male e cominciò a piangere baciando la targa di marmo. Mentre stava tornando a casa, Pinocchio incontrò un Colombo che lo stava cercando e gli disse che Geppetto aveva costruito una zattera per andare a cercare suo figlio e che era in pericolo. Subito Pinocchio chiese al Colombo di portarlo a riva e quando arrivò vide un gruppo di persone, che indicavano una barchetta piccina piccina in mezzo al mare con dentro un signore. Pinocchio cominciò a gridare e si buttò in mare per cercare di salvare disperatamente il suo babbo che stava rischiando la vita.

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CAPITOLO 24 Pinocchio arriva all'isola delle Api industriose e ritrova la fata.

Pinocchio dalla speranza di ritrovate il suo babbo nuota tutta la notte: stanco e affaticato si ritrovò su un'isola in mezzo al mare, dove tolse i vestiti e li stese su un sasso. Incontrò un Delfino, al quale Pinocchio chiese se aveva visto il suo povero babbo, il delfino gli spiegò che forse era già stato inghiottito dal Pesce-cane. Dopo mezz'ora di cammino arrivò al paese delle Api industriose, dove tutti avevano un lavoro. Pinocchio aveva fame e chiese l’elemosina, anche se il suo babbo gli aveva detto di non farlo. Diverse persone gli offrirono dei soldi in cambio di piccoli lavori: Pinocchio si rifiutò perchè disse che non era un somaro. Dopo un po’ di tempo incontrò una donnina che portava delle brocche d'acqua e Pinocchio gli chiese se poteva berne un pò , la signora rispose che se l’aiutava a portare una brocca, gli dava un pezzo di pane e un bel piatto di cavolfiore; Pinocchio accettò la

proposta della donna anche se la brocca pesava. Quando ebbe quasi finito di mangiare scoprì che quella donnina misteriosa era la fata.

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CAPITOLO 25

Pinocchio promette alla fata di essere buono e di studiare, perchè è stufo di fare il burattino e vuole diventare un bravo ragazzo.

Sulle prime la donnina cominciò col dire che non era lei la fata dai capelli turchini, ma poi finì col farsi riconoscere. Pinocchio voleva crescere come la fata, ma non poteva perchè era un burattino. La fata rispose che sarebbe diventato grande se sapeva meritarlo, impegnandosi ad essere un ragazzino perbene.

Gli spiegò che i ragazzini perbene sono ubbidienti, prendono amore allo studio e al lavoro, dicono sempre la verità…. Pinocchio promise di comportarsi bene e di ubbidire, così avrebbe fatto felice il suo babbo e anche la fata. La fata assicurò che sarebbe diventata la sua mamma, lui avrebbe dovuto ubbidirla e fare quello che lei diceva: avrebbe dovuto ricominciare ad andare a scuola e lavorare, perchè chi sta nell’ozio finisce sempre in carcere o all’ospedale. Queste parole toccarono l’animo di Pinocchio, il quale disse alla fata che avrebbe studiato, lavorato e fatto tutto quello che lei gli avrebbe detto.

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CAPITOLO 26

Pinocchio va con i suoi compagni di scuola in riva al mare, per vedere il terribile Pescecane.

Il giorno dopo Pinocchio andò a scuola ma tutti lo prendevano in giro: gli facevano degli scherzi, che Pinocchio non sopportava. C’era una ragazzo che voleva prendere il burattino per il naso, ma Pinocchio gli diede un bel calcio negli stinchi, ad un altro tirò una gomitata in pancia

e così venne rispettato dai compagni. Il maestro era contento di lui, perché vedeva Pinocchio molto attento e studioso. La fata invece gli raccomandò di stare attento alle brutte amicizie che frequentava, ma Pinocchio non l’ascoltò e se ne andò via. Quando ritornò a scuola, un ragazzo gli disse che sulla spiaggia aveva visto un Pescecane grossissimo, e un gruppetto di ragazzini voleva andare a vederlo. Chiesero anche a Pinocchio se voleva andare con loro, il burattino domandò quanto tempo ci impiegava per andare e tornare dalla spiaggia, perché lui voleva anche andare a scuola. Infine i monelli lo convinsero ad andare con loro e si misero a correre per raggiungere la spiaggia.

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CAPITOLO 27

Gran combattimento fra pinocchio e i suoi compagni: uno dei quali rimasto ferito, Pinocchio viene arrestato dai carabinieri.

Quando giunse sulla spiaggia Pinocchio guardò subito il mare, ma non vide nessun pescecane, così chiese ai suoi compagni dov'era e loro gli risposero burlandosi di lui. Quindi Pinocchio chiese che

cosa ci trovavano di divertente a prendersi gioco di lui e cominciarono a litigare: uno dei monelli tirò un pugno a Pinocchio, egli rispose con un altro pugno e così lottarono lanciandosi i libri. A un certo punto un compagno prese un libro pesante, ma sbagliò il colpo e il libro finì in testa al compagno che rimase ferito, poi lui e gli altri monelli scapparono via e Pinocchio soccorse il compagno ferito. All’improvviso sentì dei passi e vide due carabinieri che lo arrestarono, pensando fosse lui il responsabile della ferita del compagno. Questi lo scortarono verso il paese. Durante il cammino però una folata di vento fece volare via il cappello al burattino. Pinocchio chiese di poterlo andare a

recuperare e così ne approfittò per scappare a gambe levate; i carabinieri allora gli aizzarono contro un cane mastino, campione di corse.

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CAPITOLO 28

Pinocchio corre pericolo di essere fritto in padella come un pesce.

Durante la corsa verso la spiaggia Pinocchio era disperato, perché il cane Alidoro l’aveva quasi raggiunto: sentiva il fiatone del cane e capiva che era vicinissimo.

Per fortuna la spiaggia era vicina, Pinocchio fece un salto potentissimo e arrivò dritto nell’acqua, anche il cane lo seguì, ma non sapeva nuotare: così il burattino lo salvò a patto che Alidoro non lo seguisse più. Pinocchio trovò un posto magnifico vedendo sugli scogli una magnifica grotta, ma appena il burattino si avvicinò alla scogliera venne catturato con tanti pesci da una rete che avevano lanciato i pescatori. I pescatori iniziarono a farli cuocere e a mangiarli; il povero Pinocchio chiese ai pescatori se potevano lasciarlo libero, ma gli risposero di no.

Il pesce burattino non l’avevano mai pescato e non sapevano come cucinarlo, allora decisero di infarinarlo: sembrava un burattino di gesso.

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CAPITOLO 29

Ritorna a casa dalla fata la quale promette che il giorno dopo non sarà più un burattino, ma diventerà un ragazzo. Gran colazione di caffè e latte per festeggiare questo grande avvenimento.

Il pescatore era quasi sul punto di mangiare Pinocchio, ma all’improvviso arrivò un cane affamato che si chiamava Alidoro. Cercò di cacciarlo, ma il cane sentì una vocina sottile sottile e capì che era Pinocchio, così saltò prendendo quel fagotto infarinato e lo portò fuori dalla grotta. Pinocchio ringraziò il cane, dopo un po' che chiacchieravano si lasciarono e il cane tornò a casa. Il burattino decise di andare in una capanna poco lontana, dove c’era un vecchietto: gli chiese se sapeva di un ragazzino di nome Eugenio, senza raccontare che era stato ferito proprio da lui; il vecchietto gli rispose che ora stava bene, ma aggiunse che era colpa di un certo Pinocchio che era un mascalzone, il burattino finse di non sapere niente e piano piano il naso si allungò. Poi tornò a casa dalla fatina, Pinocchio bussò una volta e dalla finestra uscì una Lumaca, gli chiese se poteva aprigli la porta e dopo nove ore aprì, allora gli chiese se poteva portagli qualcosa da mangiare e la lumaca arrivò dopo tre ore e mezza. La fatina vide Pinocchio, lo fece salire in casa e lo perdonò.

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CAPITOLO 30

Pinocchio, invece di diventare un ragazzo, parte di nascosto col suo amico Lucignolo per il Paese dei Balocchi.

Pinocchio andò a cercare i suoi amici per invitarli a casa sua per la colazione, perché sarebbe diventato un bambino come tutti gli

altri. Trovò Lucignolo dietro una stalla di un contadino e lo invitò, ma egli rispose che non sarebbe andato perché stava per partire per il Paese dei Balocchi, e Pinocchio gli chiese che cosa era. Lucignolo disse che era un paese dove la settimana era composta da sei giovedì e una domenica, non esistevano scuole e neanche i maestri, era un paese di allegria, dove si giocava sempre. Lucignolo cercò di convincere Pinocchio ad andare con lui, ma Pinocchio era in dubbio. Quando si stava incamminando verso casa, vide in lontananza il carro che portava al Paese dei Balocchi e così decise di salire anche

lui.

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CAPITOLO 31

Dopo cinque mesi di cuccagna, Pinocchio, con sua grande meraviglia, sente spuntarsi un bel paio di orecchie asinine e diventa un ciuchino, con coda e tutto.

Finalmente il carro arrivò: era tirato da dodici ciuchini e i ragazzi facevano a gara a salire per andare al Paese dei Balocchi. Appena il

carro si fermò, l’omino, un conduttore più largo che lungo, si rivolse a Lucignolo chiedendogli se anche lui voleva andare. Lucignolo gli disse che il divertimento lo aspettava, così il burattino si convinse a salire sul carro. Visto che non c’era posto, Lucignolo si sedette sulle stanghe del carro e il burattino chiese al conduttore di sedersi al suo posto. Detto fatto Pinocchio si avvicinò al ciuchino, che gli diede una musata ed egli cadde per terra, nel rialzarsi fece un salto così bello che tutti si misero a ridere e tifarono per lui. Nell’orecchio dell’asino c’era un Grillo, che disse a Pinocchio che se si lasciano stare i maestri, i libri e la scuola dopo non si saprà niente. Quando il carro arrivò in lontananza si vedevano i muri con scritto “viva i balocchi, non voglio più le scuole, abbasso l’aritmetica”. Il maestro di Pinocchio consigliava di non ascoltare mai i consigli di Lucignolo: il giorno seguente Pinocchio si sentì spuntare delle orecchie asinine.

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CAPITOLO 32 A Pinocchio gli vengono le orecchie di ciuco, e poi diventa un ciuchino vero e comincia a ragliare.

Pinocchio svegliandosi, si accorse che gli erano cresciute le orecchie: si erano così allungate che sembravano due spazzole fatte di canna. Non trovando uno specchio, riempi d’acqua la catinella del lavamani, e specchiandosi dentro vide un paio di orecchie da asino. Cominciò a piangere, a strillare e a battere la testa contro il muro, ma più si disperava, più le sue orecchie crescevano. Sentendo quelle grida entrò nella stanza una Marmottina che gli domandò cosa avesse, Pinocchio rispose che era malato e forse aveva molta febbre. La Marmottina gli disse che aveva la febbre del somaro e che dopo due o tre ore sarebbe diventato un ciuchino, poi aggiunse che tutti i bambini che passavano le loro giornate nei parchi dei divertimenti si trasformavano in piccoli somari. Il burattino rispose che non era colpa sua, ma di Lucignolo, un suo compagno, così con un berretto in testa uscì a cercarlo, e notò che anche egli portata

un cappello in testa. I due amici fecero un patto e si levarono contemporaneamente il berretto: nello stesso istante scoppiarono a ridere fino a non riuscire più a stare dritti, si piegarono tutti e due a terra e si trasformarono in due ciuchini. In quel momento bussarono alla porta: era il conduttore del carro che li aveva portati nel paese dei Balocchi.

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CAPITOLO 33

Diventando un ciuchino vero, è portato a vendere, e lo compra il direttore di una compagnia di pagliacci per insegnargli a ballare e a saltare i cerchi; ma una sera azzoppisce e allora lo ricompra un altro, per far con la sua pelle un tamburo.

L’Omino spalancò la porta e disse a Pinocchio e a Lucignolo che avevano ragliato bene e così li aveva riconosciuti. Quindi vendette Pinocchio ad un direttore di pagliacci che lo mise in una stalla e lo costringeva a mangiare la paglia; venne frustato perchè si rifiutava e poi addestrato a ballare. La sera dopo al circo un uragano di applausi accolse il povero ciuchino Pinocchio tutto agghindato, che incominciò a ballare e a correre, ma quando voltò lo sguardo verso il cielo vide la Fata turchina e ragliò. A causa di quel raglio il direttore gli diede una frustata sul naso e il ciuchino mentre si leccava la ferita inciampò, così dopo un pò uscì di scena. Per quella sera Pinocchio non si fece rivedere, la mattina dopo il veterinario visitò le zampe del ciuchino e disse al direttore che era inguaribile. Allora lo portò in piazza e lo diede a un signore che lo legò e lo immerse nel fiume aspettando che morisse annegato.

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CAPITOLO 34

Pinocchio gettato in mare, è mangiato dai pesci e ritorna ad essere un burattino come prima; ma mentre nuota per salvarsi, è ingoiato dal terribile Pesce-cane.

Appena fu in mare il povero ciuchino ritornò un burattino, allora il

padrone lo tirò su e gli chiese dove era finito il ciuchino. Pinocchio rispose che era lui e che la sua pelle l’avevano mangiata i pesci. Il padrone voleva riportarlo al mercato per venderlo come legno da ardere, ma Pinocchio si tuffò in mare e scappò al largo. Mentre nuotava, vide su uno scoglio una capra di colore turchese che gli disse di nuotar veloce perchè si avvicinava un pesce. Pinocchio cercò di nuotare velocemente, ma venne inghiottito da un Pesce-cane: dentro la sua pancia trovò un pesce Tonno, inghiottito anche lui, che gli disse che il loro destino oramai era finito. Il burattino in fondo al Pesce-cane vide un lumino e volle andare a vedere chi fosse.

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CAPITOLO 35

Pinocchio ritrova in corpo al Pesce-cane… Chi trova? Leggete questo capitolo e lo scoprirete.

Nello stomaco del Pesce-cane, da lontano vede una candela e vicino

ad essa un vecchino: non crede ai propri occhi. E’ proprio il suo babbo Geppetto! Pinocchio grida di gioia, abbraccia il suo papà ed inizia a raccontare tutto quello che gli è successo stando lontano da lui. Anche Geppetto racconta cosa ha fatto per trovare Pinocchio e riferisce di avere vissuto per due anni nello stomaco del pesce-cane. Si era nutrito di scatolette che erano state ingoiate dal pesce-cane in un mercantile che era affondato. Pinocchio e Geppetto non avendo nulla da mangiare, decidono di provare ad uscire dalla bocca del pesce-cane: Geppetto, non sapendo nuotare, rimane aggrappato a Pinocchio e finalmente

furono liberi!

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CAPITOLO 36

Finalmente Pinocchio cessa d’essere un burattino e diventa un ragazzo.

Pinocchio e Geppetto erano in difficoltà in mezzo al mare: il Tonno li salvò. A terra, incontrarono il gatto e la volpe, che vecchi e malandati erano costretti a mendicare, e il grillo parlante che lasciò loro un ultimo insegnamento. Ben presto però Geppetto si ammalò, così Pinocchio per poterlo sfamare cercò lavoro a casa dell’ortolano Giangio, dove gli morì fra le braccia un povero ciuchino: era Lucignolo. Pinocchio per cinque mesi continuò a lavorare con il gingolo e a fare cestini di giunco, guadagnandosi così da vivere e mettendo da parte quaranta soldi. Un giorno andando verso il mercato incontrò la Lumaca, cameriera della Fata Turchina: essa gli raccontò che la Fatina era in ospedale, allora Pinocchio le diede i suoi risparmi per curarla. Durante la notte il burattino sognò la Fata Turchina, che lo ringraziava del suo buon cuore e lo perdonava

per essere stato un burattino monello. Il mattino dopo Pinocchio si accorse di essere diventato un ragazzino: trovò in tasca quaranta monete d’oro zecchino e vide che la sua capanna era diventata una casa e che Geppetto era miracolosamente guarito. Osservando un burattino appoggiato in un angolo, tutto contento, Pinocchio realizzò di essere diventato un ragazzino perbene!

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ATTIVITÀ :

Impariamo a descrivere un personaggio, prima insieme e poi a

gruppi

Coloriamo le immagini date con i nostri device usando il

programma appropriato

DESCRIVIAMO I PERSONAGGI

Descrizione collettiva (co-creazione)

Il protagonista

PINOCCHIO BURATTINO

Geppetto si sente solo e quindi crea un burattino di legno di nome Pinocchio. Utilizza un ceppo che gli ha regalato

Maestro Ciliegia. Pinocchio ha il corpo di legno, con gambe lunghe e

magre e grandi mani. Il suo viso è caratterizzato da occhi azzurri e vispi, minuscole orecchie, una grande bocca, capigliatura corvina e un naso che si allunga ogni volta che dice le bugie. In testa porta un cappello fatto di mollica di pane, indossa un vestitino di carta fiorita, con dei guanti bianchi. Ai piedi calza delle scarpe di corteccia d’albero. Da subito il burattino ha dimostrato di essere molto birichino e monello, spesso è bugiardo e disubbidiente. Inoltre è uno scansafatiche: non vuole andare a scuola perché non ha voglia di studiare e non vuole nemmeno lavorare. Mentre Geppetto lo sta modellando Pinocchio fa la linguaccia, gli toglie la parrucca bionda e

gli tira un calcio sul naso. Poi scappa di casa e correndo per la strada fa un rumore simile a venti paia di zoccoli. Per colpa sua Geppetto finisce in prigione. Ė un burattino tanto distratto che davanti al camino si brucia i piedi. Per noi Pinocchio è un burattino un po’ discolo, ma dall’animo buono: vuole molto bene al suo babbo Geppetto e alla fata Turchina, durante le sue avventure spesso aiuta i suoi compagni.

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Descrizione in gruppi

Gli altri personaggi

LUCIGNOLO

Lucignolo è un bambino che incontra Pinocchio e lo convince ad andare con lui al Paese dei Balocchi. Lucignolo è alto, magro ed ha i capelli neri.

Indossa dei pantaloncini corti arancioni, una casacca rossa ed un berretto blu. Lucignolo è molto svogliato: non gli piace andare a scuola ed è un gran birichino. Conquista la simpatia di Pinocchio e lo convince ad andare con lui al Paese dei Balocchi.

Lucignolo se la spassa e si diverte ma si

dimentica delle cose importanti della vita. Finirà purtroppo per morire come un asino sfiancato dalla fatica del duro lavoro. Lucignolo pur essendo simpatico rappresenta un personaggio negativo; oltre che a nuocere a se stesso, trascina gli altri sulla cattiva strada.

(Martina, Nikola, Aurora)

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GEPPETTO

Geppetto è il babbo di Pinocchio. Geppetto è un vecchio malandato, ha i capelli color giallo polenta ed è abbastanza robusto.

Ha gli occhi marroni, con un naso appuntito le labbra screpolate, indossa sempre una vecchia giacca di fustagno, ha toppe marroncine e un paio di scarpe distrutte e

bucate. Geppetto é permaloso, generoso con tutti e molto buono. Diventa triste quando il suo burattino Pinocchio scappa da casa. Il suo gesto

generoso riesce a mantenere Pinocchio.

(Katiuscia, Paolo, Erica)

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IL GATTO E LA VOLPE

Il Gatto e la Volpe erano due amici che lavoravano per Mangiafuoco. Il Gatto era cieco da tutte due gli occhi, aveva lunghi baffi e gli occhi verdi come due lanterne. Era piccolo di statura ed era cicciottello, aveva le braccia corte e abbastanza magre e le unghie molte affilate.

Il Gatto era furbissimo e bugiardo,

perché ingannava tutti con le sue parole. Egli era sempre in compagnia della

sua amica Volpe. La Volpe era zoppa da un piede, era alta e molto magra.

Indossavano dei panni tutti rattoppati, che sembravano dei veri e propri stracci, andavano in giro con mantelli e con bastoni per tenersi in piedi. Avevano i cappelli a forma di cilindro. La Volpe voleva sempre comandare ed era bugiarda e ladra come il Gatto: due veri e propri imbroglioni. Un giorno essi decisero di ingannare Pinocchio e lo portarono al campo dei Miracoli, dove lo convinsero a piantare le sue quattro

monete d’oro, con la promessa che sarebbe cresciuta un’intera pianta di monete. Quando Pinocchio se ne andò, i due ladri così furbi gli presero tutti i suoi soldi e scapparono via.

(Chiara, Sara, Roberto)

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FATA TURCHINA

La Fata Turchina era la moglie di Geppetto: loro desideravano un figlio da molto tempo, ma un brutto giorno lei muore e si trasforma in una Fata con i capelli Turchini. La Fata è magra, ha degli abiti molto eleganti di colore celeste, porta delle scarpette con il

tacco. Le mani sono graziose, e con sè porta

sempre una bacchetta magica. Il suo viso é molto curato e ha degli occhi azzurri come il mare, una bocca molto sorridente e dei capelli turchini e mossi. La fata Turchina è molto buona, dolce, carina e molto simpatica. A volte però si arrabbia con Pinocchio perché tratta male Geppetto: egli scappa, a volte combina guai e da sempre la colpa al suo caro babbo. La fata cerca in tutti i modi di farlo diventare più rispettoso degli

altri, soprattutto di quelli che gli vogliono bene. Pinocchio solo quando la fata sta per morire si accorge che la fanciulla gli voleva molto bene, perciò corre ad aiutarla e capisce che deve pensare anche agli altri.

La Fata aiuta Pinocchio, perché aveva lavorato per guadagnarsi da mangiare. Inoltre gli regala quaranta soldi d’oro e guarisce il povero Geppetto. Pinocchio sogna la Fata che lo

ringrazia per averla curata e lo trasforma in bambino.

La Fata Turchina saggia e buona cerca di aiutare Pinocchio a ragionare e a comportarsi bene, quindi per Pinocchio lei è sua madre. (Valerio,Francesca R., Sofia O.)

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ALIDORO

Alidoro è un cane di razza mastina, che a un certo punto inizia ad inseguire Pinocchio.

E’ un cane marrone con il collare rosso, con poco pelo, ha gli occhi che fanno paura, ha la pancia bianca, i denti sono appuntiti e

quando apre la bocca c’è da spaventarsi! Alidoro è un cane un po’ dispettoso e non sa nuotare. Quando Pinocchio scappa il cane lo rincorre anche dentro l’acqua, però non sa nuotare. Pinocchio gli dice che se lo salva non lo dovrà disturbare più. Così Pinocchio lo aiuta e

Alidoro se ne torna a casa. Alidoro è un cane dispettoso che alla fine diventa generoso: si comporta bene perchè lascia libero Pinocchio dopo che lo ha salvato dall’annegamento.

(Daniele, Delia)

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PESCE CANE

Pinocchio si mette in mare a cercare il suo babbo, ma viene mangiato da un Pesce Cane.

Il Pesce Cane è di un colore grigetto - marroncino. La bocca è così larga e così

profonda che ci passerebbe comodamente un treno.

Il suo corpo è più grosso di un condominio di cinque piani. Il Pesce-Cane si mangia in un boccone chiunque entra in mare: ha un carattere cattivo. Pinocchio nella pancia del pesce incontra il suo babbo Geppetto.

Dopo vari tentativi riescono a uscire dalla pancia del Pesce-Cane. Pinocchio nuota trafelato: è troppo stanco e non riesce a reggere il peso del suo babbo. In loro aiuto arriva il Pesce Tonno che li salva portandoli a riva.

(Fabian, Sofia B.)

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IL GRILLO

Il Grillo parlante è la coscienza di Pinocchio. Esso gli da sempre buoni consigli e gli suggerisce di comportarsi bene con il suo povero Babbo e di impegnarsi nello studio e nel lavoro. Il Grillo è piccolo e verde. E’ sempre in movimento: salta

tutto il giorno di qua e di là. E’ un insetto molto saggio e buono. Un giorno Pinocchio, appena rientrato in casa dopo essere scappato da Geppetto, sente una vocina che lo rimprovera per aver lasciato solo il suo Babbo. Appena Pinocchio si accorge che quella vocina è del Grillo, si arrabbia e lancia sull’animale una pallina.

(Marco, Gabriele, Francesca A.)

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MANGIAFUOCO

Mangiafuoco è un burattinaio molto severo e burbero, perché

tratta male qualsiasi persona. E’ un uomo molto robusto e brutto, ha la barba lunga e nera come l’inchiostro e i suoi capelli sono lunghi e ricci. Ha una bocca grande e grossa e i suoi occhi sono rossi come il fuoco.

Si veste senza badare all’aspetto e di solito indossa

una lunga veste nera che lo fa sembrare ancora più terrificante. Si comporta molto male ed è antipatico. A tutti sembra un uomo che non ha cuore, ma in fondo ha un animo buono e gentile.

Egli infatti aiuta Pinocchio dandogli da mangiare e poi dei soldi per aiutare il suo povero babbo.

(Mattia, Luca, Diana)

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Cosa hanno scritto alcune persone sul significato

della storia di Pinocchio

Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino titolo del romanzo scritto da Carlo Collodi (all'anagrafe Carlo Lorenzini) destinato al pubblico dei ragazzi: invita allo studio, al lavoro, al risparmio, alla rassegnazione, raccomanda di evitare cattive compagnie e giunge ad una educazione del burattino attraverso l’uso di premi e punizioni.

In questo contesto nasce Pinocchio un burattino vivace e bugiardo ma anche estremamente ingenuo che si abbandona al

piacere senza pensare alle possibili conseguenze, continuamente messo alla prova dalla furbizia della coppia il Gatto e la Volpe, dalle tentazioni nell’amico Lucignolo, e CEDE, TRASGREDISCE le regole. La trasgressione trascina Pinocchio in sventurate vicende ed è quindi soggetto a subire le CONSEGUENZE, le terribili e immancabili punizioni: l’impiccagione, la perdita delle monete, il naso che cresce in modo proporzionale alle bugie che racconta, la trasformazione in asino, il lutto per la fata Turchina, l’avventura nella balena. Subito dopo i castighi, seguono il PENTIMENTO del burattino e la RIABILITAZIONE del personaggio, fino al lieto fine che vede il burattino di legno

trasformarsi definitivamente in un ragazzo in carne ed ossa

Pinocchio da molti è ricordato per la simpatia, così vicino, nelle sue debolezze e incoerenze, al pubblico dei piccoli e grandi lettori Pinocchio è anche un libro educativo e vuole insegnare come da burattini si possa diventare uomini imparando il senso del dovere, abbandonando gli atteggiamenti infantili. La sua morale è affidata all’esperienza dei semplici (Geppetto insegna a Pinocchio la frugalità: metti via le bucce che quando le pere son finite,

riescono buone anche loro) o alla saggezza fantastica degli animali (il Grillo insegna l’amor filiale, il Granchio che bisogna studiare, il Merlo a esser furbo, la Lumaca a essere paziente).

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Analisi dei personaggi

Personaggi principali:

Pinocchio: un vivace bambino-burattino,diventato sinonimo di bugiardo;

Mangiafuoco per indicare un tipo burbero e irascibile;

il gatto e la volpe per indicare una coppia di amici poco affidabili;

Lucignolo il modello di ragazzo ribelle e scapestrato

La fata è una ragazza come lui,che lo sottopone a prove difficili ;

Mastro ciliegia un uomo dall’animo buono e generoso;

Geppetto che dà vita al pezzo di legno e lo amerà come un vero

figlio;

Grillo parlante per indicare chi si prodiga a dare consigli

rimanendo inascoltato o, peggio, considerato un seccatore;

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Attività: PARTENDO DALLA STORIA RIFLETTO SU ME STESSO

MI PRESENTO

Chi sono, cosa faccio, cosa mi piace …

FRANCESCA A.: sono un bambina di dieci anni e come sport pratico danza e

mi piace disegnare.

Chiara:Io sono chiara e mi piace fare atletica e le gare.

SOFIA B. io sono un bambina di dieci anni,di sport faccio atletica,ma mi

piacerebbe giocare a calcio

NIKOLA Io sono un bambino di dieci anni, faccio judo, mi piace giocare al

computer e fare judo.

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AURORA Sono una bambina di dieci anni e mi piace giocare con la wii, usare il

computer.

MARCO Sono un bambino di dieci anni, faccio calcio e mi piace molto giocare al

computer.

SARA Ciao io sono una bambina di dieci anni, faccio tanti sport e mi piacerebbe

giocare a calcio, mi piace anche nuotare, e mi piace giocare con mio fratello Luca a

pallone.

FABIAN Io sono un bambino di dieci anni, come sport faccio calcio e nuoto, mi

piace giocare al computer ma anche andare alla base con i miei amici=)

Mattia:Sono un bambino di dieci anni, faccio lo scolaro e mi piace giocare a

carte e andare in giro con la bici

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DELIA Io sono una bambina di 10 anni, io faccio pallavolo e mi piace studiare e

leggere.

VALERIO Y. Io sono un bambino di 9 anni, faccio degli studi e pratico alcuni

sport, mi piace fare dei giochi al

computer, collezionare carte, giocare al aperto e alcune volte cucinare.

MARTINA Sono una bambina di nove anni, di sport faccio pallavolo, mi piace

disegnare e usare il computer.

DANIELE Sono un bambino di dieci anni, faccio calcio con i miei amici. Mi piace

giocare al tablet e al computer.

DIANA

Io sono una bambina di dieci anni, faccio l’alunna e mi piace giocare a palla con

mio fratello

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GABRIELE io sono un bambino ho nove anni e mi piace giocare a calcio,e mi piace

divertirmi con i videogiochi del tablet.

KATIUSCIA Sono una bambina di dieci anni, faccio danza mi piace nuotare,

giocare alla wii, al computer , e scrivere al computer con le mie amiche.

PAOLO Io sono un bambino di nove anni di nome Paolo che mi piace giocare a

calcio e fare le partite e andare alla base

con i miei compagni.

ROBERTO sono Roberto ho dieci anni vivo a Piazza Brembana, faccio calcio al campo sportivo, mi piace andare in bici con i miei amici, e con la mia famiglia.

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ERICA sono una bambina di nove anni, faccio nuoto e mi piace ballare disegnare

giocare al computer e disegnare.

SOFIA O:sono una bambina di dieci anni,

faccio danza e mi piace tanto, mi piace fare cose tipo andare a fare un giro con le

mie amiche e giocare con il computer.

LUCA:sono un bambino di dieci anni di sport faccio calcio e mi piace andare alla

base con gli amici

FRANCESCA R.: sono una bambina di dieci anni, pratico danza classica

e mi piace disegnare.

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MA IO CHI SONO

VERAMENTE?

Sono un burattino …

o

un

bambino?

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Sono un burattino quando faccio cose brutte e

quando sono bambino faccio cose belle

Sono un burattino quando faccio cose brutte

sono un bambino quando ubbidisco sono un

burattino quando non ubbidisco

Sono un burattino quando disubbidisco e faccio di

testa mia, invece sono una vera bambina quando mi

comporto bene e ragiono con la mia testa.

Io sono un bambino quando sono ubbidiente

quando mi comporto bene e aiuto gli altri quando hanno

bisogno

sono un burattino quando sono disubbidiente e

faccio i dispetti

Quando ascolto e ubbidisco gli altri sono una

bambina ma quando non ascolto gli altri e quando faccio il

muso divento un burattino.

Le nostre risposte

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Alcune volte sono bambina, ma quando non ascolto i

genitori divento burattina.

Credo un bambino ma non quando faccio il cattivo.

Se sono monello e disubbidiente burattino ma se son

buono bambino.

Sono un bambino quando mi comporto bene invece

quando mi comporto male e non ubbidisco sono un

burattino.

quando non ascolto e non ragiono con la mia testa

sono un burattino

Quando ubbidiente e brava con gli altri sono una

bambina. Alcune volte però non ascolto nessuno.

Sono un bambino mi comporto bene, ascolto gli altri

e quando sono un burattino non ascolto mai nessuno e non

ho mai voglia di fare niente.

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Caratteristiche di un burattino

è di legno, deve muoverlo qualcuno

con dei fili le sue fattezze sono

dipinte, non ragiona, non si nutre, non cresce. viene creato da un ceppo

Caratteristiche di un bambino

avere un cuore sa ragionare sa muoversi da solo ha un’intelligenza è una persona si nutre e cresce nasce da una mamma

è capace di relazioni

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Rebus

Prova a risolvere i rebus con i nomi dei personaggi di "Pinocchio".

di

REBUS 1 (Frase: 5, 2, 9) Devi scartare una vocale!

REBUS 2

(Frase: 11

lettere)

------------------------

REBUS 3 (Frase: 7, 8)

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Grazie bambini per averci

accompagnato in questa avventura!

Daniela, Nadia e Viviana