Pillole di latino giuridico: espressioni, brocardi e citazioni usate ed ...

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ACCADEMIA DELLA CLEPSIDRA LATINORUM Pillole di saggezza della romanità antica. Espressioni usate ed abusate da giuristi e burocrati di ogni tempo ed ancora oggi molto frequenti anche nel conversare quotidiano Alberto Bordi COLLANA EDITORIALE I GRANI DI SABBIA GENNAIO 2008

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ACCADEMIA DELLA CLEPSIDRA

LATINORUM Pillole di saggezza della romanità antica. Espressioni usate ed abusate da giuristi e

burocrati di ogni tempo ed ancora oggi molto frequenti anche nel conversare

quotidiano

Alberto Bordi

COLLANA EDITORIALE I GRANI DI SABBIA GENNAIO 2008

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I N D E X

Praefatio……………………………………..

Quanto latino nel linguaggio del terzo millennio………………..

Il fascino del Lexicon recentis latinitatis e del diarium latinum

Allo stadio di calcio a vedere la partitissima Roma Carthago: commenti su un arbitro di duemila anni fa………………………………

La saggezza del mondo romano dalla A alla Z…………………….

Tempus fugit, il latino nelle meridiane………………………………………………..

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PRAEFATIO

Quante volte è capitato di non poter capire a pieno il filo di un discorso o il contenuto

di uno scritto a causa di un brocardo, di una citazione, di una frase latina che, letta e

riletta, pensata e ripensata, non sembra in alcun modo riconducibile al senso del

discorso o dello scritto. Renzo Tramaglino “nei Promessi Sposi” manzoniani non

doveva trovarsi in una situazione molto dissimile, quando, esasperato dalle citazioni

latineggianti di Don Abbondio, gli urla che non sa che farsene del suo Latinorum.

Un genitivo plurale, questo, che appare privo di spiegazione ed usato fuor di luogo,

come spesso accade a chi, in presenza della lingua dei Cesari, non sa che pesci

prendere, sprofondando in un mutismo che, quantomeno, evita figure peggiori.

Questo “Latinorum” del terzo millennio è un piccolo elenco di saggezza latina, per

lo più giuridica, che potrà essere di un certo aiuto per chi non vuole rimanere

spiazzato davanti ad un giurista, un leguleio, che vuole a tutti i costi fare sfoggio

della sua cultura classica.

In questo “Latinorum” sono riportate vere e proprie pillole di latino, espressioni e

citazioni usate ed abusate soprattutto da avvocati, giuristi e burocrati di ogni tempo

ma ancora oggi molto frequenti anche nel conversare spicciolo del nostro quotidiano.

E’ comunque innegabile che il latino nelle pubbliche amministrazioni italiane non è

mai morto definitivamente ed ha continuato a vivere, grazie alla terminologia

utilizzata nell’attività giuridico-amministrativa dal personale, soprattutto dirigenziale,

al servizio dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali.

Perché tanto amore per questo latino? Probabilmente nella storia del pianeta non

esiste una lingua più precisa del latino, che declina in modo chirurgico ogni termine,

ogni caso, rapportandolo alla situazione che si vuol rappresentare. Citiamo al

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riguardo un piccolo esempio che ha per oggetto una domanda semplice semplice:

“verrai domani?”

Nel caso in cui l’interrogativo risulti finalizzato a sapere se l’interlocutore sia

intenzionato a venire o meno, la corretta traduzione sarà “veniesne cras ?”; ma se

invece, la domanda “verrai domani?” mira a sapere se l’interlocutore sia intenzionato

a venire domani o un altro giorno, il ne enclitico, particella che si doveva per regola

appoggiare alla parola più importante, si dovrà appoggiare al cras (domani) e la

frase diventa di conseguenza “crasne venies?”.

Due modi differenti per tradurre una piccola frase, di sole due parole, nella quale

l’individuazione della parola più importante dipende dal mero tono della domanda.

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Quanto latino nel linguaggio del terzo millennio

Sono oramai lontani i tempi della grande polemica circa l’uso obbligatorio della

lingua latina nella scuola media italiana, ma a rilanciare prepotentemente il tema sul

valore del latino nella società odierna è la proposta vaticana di ripristinare la messa in

latino, in luogo del meno solenne ma più comprensibile italiano. A ben vedere la

conflittualità tra chi la ritiene una lingua morta e quanti la indicano come

l’insostituibile palestra dell’intelletto, non può dirsi certamente sopita, anzi rischia di

riemergere con toni accesi ogniqualvolta un citazionista incallito, come ad esempio il

presidente della Lazio calcio, Claudio Lotito, sfoggia la sua conoscenza urbi et orbi.

Soprattutto negli ambienti giuridici la forma latina è quasi d’obbligo per cui è

frequente ascoltare interlocutori che sostengono le loro tesi contrapposte a colpi di

“res iudicata”, di reformatio in pejus”, di “falsus procurator”, di “ne bis in idem” e di

un più complicato “nemo locupletari ipotest cum aliena iactura”. Ma l’uso, o meglio

l’abuso, di latino, rappresenta talvolta anche un vizio di ostentazione di una certa

cultura classica che fa decisamente indispettire chi deve subire, spesso senza capire o

poter replicare, scampoli di saggezza di millenaria memoria, condensata in celebri

brocardi come “melius abundare quam deficere”, “in medio stat virus”, “festina

lente”, “repetita iuvant”, “verba volant scripta manent”, et cetera et cetera.

Una situazione, insomma, che ci riporta al povero Renzo dei Promessi Sposi, che,

esasperato, dall’atteggiamento sfuggente di Don Abbondio, condito da una sequela di

impedimenti al matrimonio, tutti esternati rigorosamente in latino (error, conditio,

votum , cognatio, crimen…), lo interrompe esclamando “che vuol ch’io faccia del suo

latinorum?”, un genitivo plurale sintatticamente di certo fuor di luogo ma

significativo al punto giusto per sottolineare il carattere ostico di tale linguaggio.

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Eppure, volenti o nolenti, il mondo che ci circonda, detto inter nos, così incline alla

ipermodernità ed alla cibernetica, pulsa ancora con i battiti della latinità. “Par

condicio”, “alibi”, “sponsor”, “referendum”, “agenda”, “medium”, “virus”,”album”,

“bonus-malus”, “ambo”, “audio-video”, “bis”, “deficit”, “una tantum”, “duplex”,

“habitat”, “humus”, “gratis”, “solarium”, “lavabo”, “rebus”, “proloco”, “monitor”,

“idem”, “libido”,”curriculum”, tanto per citare solo alcuni termini frequenti nel

nostro lessico quotidiano e senza tirare in ballo i tantissimi termini usati in medicina,

come “ictus”, “herpes”, “delirium tremens”, “claudicatio”, per indicare il variegato

panorama delle patologie. E’ decisamente innegabile che dietro ogni parola latina

sembra ci sia sempre un aneddoto, un grande personaggio, un aneddoto, un

messaggio etico, un principio giuridico, un evento della storia, un qualche mistero,

qualcosa comunque di importante, che dall’antica civiltà romana riverbera il suo

fascino verso di noi, uomini del terzo millennio, e che ci emoziona e ci attira come

una qualsiasi scritta o incisione che leggiamo su una pietra o su un monumento. Ed è

tutto questo che rende magicamente interessante anche una semplicissima curiosità

come quella che accomuna le città di Orvieto e Viterbo, derivate etimologicamente

dalle medesime parole latine “urbs” e “vetus” (città e antica) anche se invertite,

oppure che giustifica la pessima fama attribuita ancora oggi al numero 17, che i

romani scrivevano XVII, ma che anagrammavano con un nefasto VIXI, ossia sono

vissuto e quindi deceduto.

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Il fascino del Lexicon recentis latinitatis e del diarium latinum

Sono in molti a non accontentarsi delle tante e significative presenze di latino nello

scrivere e nel conversare moderno ed hanno voluto realizzare una pubblicazione per

certi aspetti straordinaria, in quanto capace di attraversare il tempo e di tradurre in

latino personaggi, oggetti e situazioni appartenenti all’era moderna. Parliamo del

“Lexicon recentis latinitatis” contenente oltre ventimila nuovi lemmi in grado di

indicare, nella lingua di Cicerone, oggetti e concetti del nostro quotidiano. Così

l’astronave è detta “navis sideralis”, la bomba atomica è il “pyrobolus atomicus”, la

sigaretta è il “nicotianum bacillum” mentre lo shampoo è la “spumifera lotio”, il

casinò è la taverna aleatoria, e così via. Ma non è tutto: mentre alcuni studenti hanno

portato sulle scene teatrali Pinocchio nella versione latina di “Pinocolus”, altri hanno

tradotto le storie di Paperino “Donaldus anas” e di Topolino “Michael Musculus”.

Pochi sanno inoltre che la fondazione Latinitas pubblica il “diarium latinum” ove si

redige, nella lingua di Livio e di Tacito, la cronaca degli avvenimenti di maggior

rilevanza mondiale.

Il fascino di dedicarsi a neologismi latini attraversa il mondo intero ed attrae in

particolare i cultori della lingua dei “Cesari” che si cimentano a tradurre in latino

soprattutto macchinari e strumenti di nuova generazione. In Finlandia alcuni studiosi

hanno coniato un lessico per l’ascensore (anabathrum), per il frigorifero (armarium

frigidarium), per il grattacielo (caeliscalpium), per il bulldozer (chamulcus

automataius), per la bomba fumogena (globus fumificus), per la metropolitana

(hamaxosticus subterraneus), per il condizionatore (instrumentum aeri temperando),

per la lampada tascabile (manuale lampadium electricum), per il rompighiaccio

(navis glacifraga), per l’oleodotto (olei ductus) e perfino per il poliziotto (biocolyta) e

per i terroristi (tromocrates).

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Insomma il latino è ancora presente intorno a noi, esercita un indubbio fascino, ma va

usato “cum grano salis”, nelle giuste occasioni e senza eccessi. “Est modus in rebus”

diceva Orazio, anche qui ci vuole la giusta misura; quindi usarlo una tantum è

piacevole, ma esagerare può risultare fastidioso. In ogni caso, per chi non lo ha

studiato, che questo non costituisca un cruccio, perchè c’è sempre l’inglese come

nuova lingua universale ed un “no problems” vale sempre un “nulla quaestio”. Ad

maiora.

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Allo stadio di calcio a vedere la partitissima Roma Carthago: commenti su un

arbitro di duemila anni fa

In camera caritatis mi avevano confidato che quello era davvero un arbitro sui

generis, un dittatore ante litteram in campo e fuori, anche se, detto incidenter

tantum, non ne conoscevamo il curriculum vitae. Sugli spalti soliti striscioni Roma

caput mundi e ubi maior minor cessat. Dopo appena tre minuti dall’incipit si era

gia capito che quella giacchetta nera, chiamata Carognina, non era super partes ed

arbitrava pro domo sua, ed infatti, al primo contrasto tra un nostro giocatore ed un

avversario, fu preso da un raptus incontenibile e tirò fuori il cartellino giallo nei

confronti del centravanti Colossum, il non plus ultra dei bomber sudpontini.

Sull’episodio il guardialinee a latere, ignaro del qui pro quo accaduto, non volle

assumersi l’onere di un’ errata corrige e, rivolto erga omnes con un sibillino dubito

ergo sum, percorse sua sponte addirittura la strada di una reformatio in peius

dell’accaduto, ottenendo per il gladiatorio attaccante romano la sospensione a divinis

dai campi di gioco, come fosse una res nullius.

Forse la ratio di quel gesto severo era quella di prevenire il gioco duro ma quando il

nostro centrocampista factotum era sul punto di mettere la palla nella rete, dopo aver

fatto tabula rasa della difesa avversaria, sempre lui decretò coram populo un fallo

inesistente contro di noi. Si capiva ictu oculi che voleva il de profundis per la

compagine capitolina. Alla mezz’ora del primo tempo indicò, per una parva res, la

via degli spogliatoi ai nostri due terzini Orazio e Curiazio che, obtorto collo,

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obbedirono. Ma il repulisti non era finito e, dulcis in fundo, assegnò un rigore

inesistente alla squadra del Carthago.

Mutatis mutandis sembrava di rivivere la finale della coppa degli imperatori, persa

in extremis contro l’Hispaniola, allorché l’arbitro decretò motu proprio che un gol

degli avversari dovesse valere il doppio ope legis.

All’inizio del secondo tempo i nostri giocatori erano oramai rari nantes in gurgite

vasto ma ugualmente volevano tentare l’extrema ratio del contropiede. La nostra ala

destra, un quisque de populo, homo novus del campionato imperiale, al decimo

della ripresa, dopo una strabiliante serpentina, si trovò solo, incredibile dictu,

davanti al portiere del Carthago. Serviva solo un piccolo tocco per fare gol, quando

sentì l’urlo dell’arbitro che, pollice verso, gli si rivolse ex cathedra con un

impietoso: “quo vadis?”. La frase impietrì il giovane atleta al punto tale da

impedirgli di calciare a porta praticamente vuota, scatenando le ire dell’ allenatore

trasteverino che, dopo aver attraversato di corsa il terreno di gioco, lo affrontò a

brutto muso dicendogli “quo usque abuteris patientia nostra, Carognina?”

Oramai la partita era compromessa né si poteva sperare nei minuti di prorogatio, ma

l’arbitro prima del triplice fischio finale riuscì perfino a dare una ammonizione pro-

capite ai nostri giocatori in campo ed uscendo dal terreno di gioco, ore rotundo

sentenziò con un emblematico sorriso “semel in anno licet insanire”.

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La saggezza del mondo romano dalla A alla Z

A

Ab absurdo: “per assurdo” introduce una forma di argomentazione finalizzata a

dimostrare una tesi opposta.

Aberratio: l’aberrazione è una deviazione che nel diritto romano conosceva due

fattispecie differenti, la aberratio ictus e l’aberratio delicti. Nel primo caso la

deviazione riguarda il colpo, diretto ad una persona piuttosto che ad un’altra, nel

secondo caso invece riguarda la fattispecie delittuale, che è differente da quella che il

soggetto attivo intendeva porre in essere.

Abigeatus: il furto di bestiame; è considerato un’aggravante del reato di furto

Ab inizio: dall’inizio, dal principio

Ab intestato: colui che muore senza aver fatto testamento

Abortio: l’interruzione della gravidanza non era ritenuta un reato nella romana

repubblicana; in epoca successiva, in coincidenza con la crisi demografica nei

territori dell’impero, fu considerata crimine contro la prosecuzione della stirpe e

punita severamente.

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Ab ovo: dall’origine. Pare tragga spunto dalla narrazione omerica della guerra di

Troia, che parte dall’uovo di Leda, dal quale ebbe origine la bella Elena.

Ab ovo usque ad mala: dall’uovo fino alle mele. Chiamato in causa, con malcelato

accento critico, è chi si dilunga esageratamente nelle descrizioni.

Abrogatio: fino al periodo giustinianeo ogni legge era destinata ad avere valenza ad

infinitum e quindi non esisteva l’abrogazione espressa; bastava disciplinare la stessa

materia con una nuova legge e questa avrebbe implicitamente sostituito la precedente.

Proprio la conseguente proliferazione normativa portò a ricorrere agli esperti di

diritto, i iuris periti, antesignani dei moderni avvocati.

Absit iniuria verbo: “che le parole non vengano interpretate come ingiuriose” da

parte del destinatario delle stesse

Ab urbe condita: dalla fondazione della città, termine spesso preso come riferimento

nella realizzazione di edifici, monumenti, che riportano per l’appunto questa

datazione parametrata.

Abusus non tollit usum: l’abuso non esclude l’uso.

Acceptilatio: era uno dei modi di estinzione della obbligazione nel diritto romano. In

pratica una sorta di remissione del debito mediante una ricevuta o una liberatoria

fittizia.

Accessorium sequitur principale: l’accessorio segue il principale. Il principio, che

si applica ad esempio al regime delle pertinenze, è vigente anche nel diritto italiano.

Accipiens: colui che riceve una cosa da colui che la consegna, o tradens.

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Acta est fabula: la rappresentazione è finita. La formula di chiusura delle

rappresentazioni teatrali pare sia stata pronunciata da Augusto in persona in punto di

morte.

Actio: il diritto di agire in giudizio.

Actioni nondum natae non praescribitur: la prescrizione decorre da quando il

diritto avrebbe potuto essere esercitato

Actor forum rei sequitur: l’attore deve seguire il foro del convenuto

Actore non probante, reus absolvitur: l’onere di provare la colpevolezza

dell’imputato spetta all’attore, e se la colpevolezza non è dimostrata, ne consegue

l’assoluzione. Si ricollega al principio penalistico italiano “in dubio pro reo”.

Actori incumbit onus probandi: l’onere della prova incombe su colui che agisce in

tribunale

Actus legittimi: sono i negozi che non tollerano l’apposizione della condizione

Ad abundantiam: in abbondanza, che si abbina al “melius abundare quam deficere”,

meglio essere eccessivi piuttosto che carenti.

Ad bestias: formula con la quale i Romani condannavano i colpevoli ad essere

sbranati dalle bestie nel circo.

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Ad acta: per gestire quelle determinate cose. Si parla di commissario ad acta nel

caso di affidamento a tale figura della gestione di una specifica procedura o

problematica

Ad audiendum verbum: per avere istruzione dal superiore, in attesa di precise

indicazioni su una certa cosa.

Adfines inter se non sunt adfines: gli affini tra di loro non sono affini.

Ad hoc: finalizzato a questo, ad una specifica questione, a proposito. Oggi si parla di

provvedimenti adhocati, mirati ad un particolare fine.

Ad horas: a momenti, nelle prossime ore. Significa che il provvedimento o la

questione in trattazione si definirà, giungerà a maturazione nel giro di qualche ora,

insomma come a dire che ogni momento e quello buono per la conclusione della cosa

della quale si e in attesa.

Ad kalendas graecas: le calende erano il primo giorno di ogni mese, nel calendario

romano, ma non esistevano in quello greco. Oggi l’espressione, per la sua

contraddittorietà, equivale a “mai”.

Ad impossibilia nemo tenetur: nessuno è tenuto a fare cose impossibili, i miracoli

non sono di questa terra. E’ l’espressione tipica di chi è destinatario di una richiesta

superiore alle proprie capacità.

Ad interim: provvisoriamente. Gli incarichi interinali, conferiti anche a ministri,

hanno il carattere della provvisorietà. Molto diffusi sono oggi i lavori interinali, il cui

rapporto si intende a tempo determinato.

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A divinis: la sospensione dagli affari divini, ossia dalle funzioni sacerdotali

rappresenta un provvedimento sanzionatorio nei confronti degli ecclesiastici ritenuti

eretici.

Alias: altrimenti, detto con altro nome (Ad esempio… parlando del grande Antonio

De Curtis, alias Totò)

Ad libitum: a piacere, a volontà, a scelta.

Ad limina: alle soglie, richiama l’uso dei cristiani di soffermarsi sulle soglie delle

basiliche.

Ad maiora: a cosa più grandi, più importanti, augurio per successi futuri.

Ad nutum: nel diritto del lavoro italiano è oggetto di particolare attenzione il

licenziamento ad nutum, senza obbligo di motivazione specifica da parte del datore di

lavoro (ossia ad un solo cenno). Nel diritto romano il solo gesto era sufficiente a

risolvere un contratto.

Adoptio naturam imitatur: l’adozione, “che imita la natura”, esisteva anche nel

diritto romano e fu Giustiniano ad introdurre , tra adottante ed adottato, una

differenza di età di almeno 18 anni.

Ad personam: destinato ad una specifica persona. Nell’ambito amministrativo si usa

tale termine in caso di qualifiche o benefici conferiti ad una singola persona in

ragione della sua peculiare posizione giuridica.

Ad probationem: quando la forma rileva solo al fine della prova

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Ad substantiam: atti nei quali la forma è elemento essenziale, come il matrimonio

Adulterium: come nel diritto romano, anche l’ordinamento italiano lo ha considerato

per molto tempo un reato riferibile al solo adulterio femminile. E’ stato finalmente

depenalizzato, nel 1975, con il nuovo diritto di famiglia (legge 151).

Ad usum delphini: l’espressione indicava la preventiva censura dei testi destinati al

delfino di Francia in modo che questi non potesse essere turbato o fuorviato dalle

letture intraprese. Delfino era definito Luigi figlio di Luigi XIV perché di

corporatura molto robusta. Si intende pure in riferimento ad una decisione presa per

favorire chi è vicino ai potenti.

Advocatus: la figura nasce in epoca romano con il proliferare di leggi e di litigiosità

in base alle stesse. Di fronte ai giudici era necessario che comparissero e venissero

chiamati in causa (advocati) gli esperti della disciplina giuridica.

Advocatus diaboli: si contrapponeva con le sue argomentazioni all’advocatus dei

nei processi di beatificazione.

Aequitas: principio cardine del diritto romano, è la giustizia del caso concreto,

necessaria per raccordare la norma astratta al caso specifico valutato dal giudice.

Affermanti incumbit probatio: spetta a chi afferma l’onere della prova

Affidavit: “Certificò”. Nella tradizione medievale del diritto anglosassone indica la

dichiarazione asseverata, resa più forte con giuramento e valida come perizia in

quanto “confidata” all’autorità.

A fortiori (ratione): a maggior ragione.

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A latere: oggi riferito al giudice che affianca, durante il processo, il presidente del

tribunale. In origine la locuzione si riferiva ai cardinali che affiancavano il pontefice

e che avevano ricoperto incarichi di particolare rilevanza.

Alea iacta est: il rischio è assunto, ossia il dado è tratto, come pare abbia detto

Cesare oltrepassando il Rubicone sfidando il senato romano.

Alibi: altrove. Nel gergo delle indagini collegate ad un delitto l’alibi rappresenta la

situazione che mette al riparo da attacchi o imputazioni di colpevolezza, proprio

perché l’essere altrove consente di dimostrare in modo evidente l’estraneità al

crimine

Alinea: a linea. E’ il secondo comma di un articolo di legge costituito da soli due

commi.

Alligans: colui che dà denaro per corrompere un pubblico ufficiale; sicuramente

esisteva anche ai tempi della Roma imperiale..

Alter ego: promotore generale; gli effetti degli atti posti in essere dall’alter ego

producono effetti immediatamente nella sfera del rappresentato.

Amantes amentes: gli amanti sono fuori di mente. Nel passo di Terenzio un aspetto

quasi fisiologico della condizione di chi ama “da pazzi”.

Ambitus: i reati elettorali Nel mondo romano antico era il reato di accaparramento di

voti, posto in essere sia con una propaganda scorretta che con brogli elettorali, oppure

corrompendo gli elettori o realizzando il voto di scambio. In questo l’antica Pompei,

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nota anche per le frequenti consultazioni elettorali, non era cosi dissimile dalle

odierne metropoli. I reati elettorali trovano espressa previsione nel nostro

ordinamento nei DD.P.R. 351 del 1957 e 570 del 1960.

Amicus certus in re incerta cernitur: l’amico vero si riconosce nell’incerta fortuna.

Amicus ollaris: amico della pentola; chi si mostra tale per convenienza, per

opportunismo.

Amicus Plato, sed magis amica veritas: frase attribuita ad Aristotele, per cui la

verità va privilegiata rispetto all’amicizia.

Analogia iuris: si determina quando una norma è ricavata dall’ordinamento vigente,

in sostanza avviene con l’applicazione di un principio fondamentale dell’ordinamento

a situazioni analoghe, costantemente utilizzata nei Paesi anglosassoni, trova in Italia ,

ove vige il diritto scritto, notevoli limitazioni.

Analogia legis: si determina quando una norma è ricavata da altra disposizione

legislativa. Secondo l’articolo 12 delle Preleggi o disposizioni preliminari al codice

civile (Disposizioni sulla legge in generale) se una controversia non può essere decisa

in base ad una norma precisa, si ha riguardo a disposizioni che regolano casi simili: in

tal modo l’analogia si colloca nell’interpretazione della legge.

Anatocismus: anatocismo ossia interessi sugli interessi. Per non penalizzare

oltremodo la posizione fisiologicamente debole del debitore in un’obbligazione,

l’articolo 1283 del nostro codice civile, coerentemente con il diritto romano, vieta

l’anatocismo, ossia gli interessi che si vengono a maturare su un debito scaduto.

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Angulus ridet: l’angolo mi sorride; è richiamato il piacere dell’intimità domestica,

dei luoghi cari alle proprie abitudini familiari.

Animus: l’animo, l’intima volontà di un soggetto giuridico, cosi il possessore si

qualifica per l’animus possidendi, ossia per l’intendimento di trattenere a se la cosa

mentre colui che pone in essere attività contro il proprio avversario per la tutela dei

propri diritti si caratterizza per l’animus aemulandi.

An sit et ubi sit: per la dichiarazione di scomparsa di una persona, uno dei

presupposti è che non si abbiano notizie se il soggetto sia in vita e dove si trovi

Ante litteram: anticipatore di correnti o mode future, in un certo qual modo prima

“che si scriva” di questo nuovo orientamento.

Apertis verbis: a chiare lettere, a parole aperte.

Apocha: la ricevuta, la quietanza che il creditore rilasciava al debitore attestante

l’avvenuto pagamento del dovuto.

A priori: “da ciò che è prima”. Valutazioni aprioristiche sono quelle sprovviste da

adeguata cognizione dei fatti .

Aquila non captat muscas: i grandi uomini non si occupano di piccole cose, un

po’come gli animali.

A quo – ad quem: dal quale – al quale. Dies a quo e quello a partire dal quale inizia

il conteggio di un certo periodo oppure il termine iniziale per gli effetti di un

determinato atto. Dies ad quem e il termine opposto, quello finale, entro il quale e

possibile svolgere una determinata attività giuridica (Ex: presentazione di una

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domanda ). Giudice a quo è il magistrato da cui e stato adottato un provvedimento. Il

caso più frequente in cui e utilizzata tale formula riguarda la remissione di una

questione, sulla valutazione di legittimità di una norma, alla Corte Costituzionale.

Arbiter elegantiarum: arbitro di eleganza. L’espressione usata da Tacito si riferisce

a Caio Petronio, forse l’autore del Satyricon.

Arcana imperii: i segreti dello Stato

Argumentum a contrario: in sede interpretativa non si considera quanto non detto

espressamente da una norma; è correlato a ubi lex voluit, dixit, ubi noluit, tacuit

Argumentum a simili: in sede interpretativa si estende il contenuto di una

disposizione a casi simili a quelli espressamente indicati dalla norma

Arrha: la caparra. Confirmatoria è quella versata a titolo di garanzia ed anticipazione

dall’acquirente al venditore. Poenitentialis quella che il venditore pagava in caso di

recesso, doppia della confirmatoria.

Ars longa, vita brevis: la vita è breve, soltanto l’arte può renderla lunga.

Asino asinum fricat: l’asino si strofina all’asino, come a dire che ognuno tende

inevitabilmente a frequentare chi gli è simile

Audaces fortuna iuvat: il soggetto è la fortuna, che aiuta gli audaci. E’implicito un

certo sprezzo per i prudenti, i troppo cauti, i calcolatori.

Audiatur et altera pars: cardine del principio del contraddittorio “venga ascoltata

anche l’altra parte”.

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Aurea mediocritas: esaltazione per chi rifugge dagli estremi, per chi si colloca su

posizioni e comportamenti discreti, lontani dagli eccessi.

Aut Aut: alternativa obbligata, o l’uno o l’altro, la scelta risulta imposta. Aut Aut è

anche il titolo di una celebre opera di Soren Kirkegaard, uno dei padri

dell’esistenzialismo moderno.

Ave, imperator, morituri te salutant: il saluto (estremo) dei gladiatori

all’imperatore prima di un combattimento nelle arene o negli anfiteatri della romanità

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B

Barba non facit philosophum: le fattezze fisiche non mostrano la vera personalità di

un uomo: sembra trapelare una certa sfiducia nella fisiognomica, la conoscenza

attraverso i tratti somatici, descritta mirabilmente in musica dal maestro Franco

Battiato.

Bona ex eo dicuntur quod beant, hoc est beatos faciunt: beare est prodesse:

secondo Ulpiano bene è qualunque cosa può essere fonte di utilità.

Bona fides: la buona fede rivestiva in passato e riveste tuttora, una importanza

notevole in taluni istituti giuridici, dal possesso alla usucapione, ma anche in materia

matrimoniale, contrattuale e successoria.

Bona fides praesumitur: la buona fede si presume sempre

Bonus pater familias: il buon padre di famiglia. Nel nostro ordinamento, la diligenza

del buon padre di famiglia è richiesta nell’adempimento delle obbligazioni (art.1176

c.c.). In mancanza di questa “soglia minima della modalità della prestazione”

contenuta in un’obbligazione, il soggetto passivo del rapporto obbligatorio incappa

nella colpa, che secondo il nostro codice penale (art.43) consiste nella mancanza do

osservanza di leggi o regolamenti, nell’imprudenza, imperizia o mancanza di

diligenza.

Brevi manu: per le vie brevi: espressione in uso tra gli amministratori dell’antica

Roma come pure tra i burocrati delle amministrazioni moderne.

Page 23: Pillole di latino giuridico: espressioni, brocardi e citazioni usate ed ...

Brocardica: nel Medio Evo erano le compilazioni delle massime giurisprudenziali in

lingua latina. Il termine deriva da Burckhardo da Worms, noto glossatore del IX

secolo d.C.

Busillis: il termine, che indica una problematica o qualcosa che va risolta, nasce da

un’errata lettura di Diebus illis (in quei giorni) da cui il concetto di incomprensibilità

legato a tale parola

C

Capitis deminutio: diminuzione di uno dei tre elementi cardine per il cittadino

romano, la libertà, la famiglia e i diritti civili. Indica la perdita di un diritto, di una

prerogativa, di uno status, in precedenza posseduti, con sottolineatura del

declassamento subìto. Nella romanità la massima perdita era quella della libertà, la

minima quella di appartenere ad una certa famiglia.

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Captatio benevolentiae: la conquista del favore del pubblico da parte dell’oratore,

che non risparmia mezzi verbali di ogni tipo per persuadere i suoi ascoltatori.

Carmina non dant panem: le poesie non danno pane, un invito ad essere anche

pratici e concreti, punti fermi della romanità.

Carpe diem: vivi ogni giorno, prendi quello che ti offre ogni giornata di vita, del

domani non c’è certezza. Messaggio e fondamento dell’epicureismo, ripreso anche da

Lorenzo il Magnifico.

Casus belli: motivo, occasione di guerra.

Causae pretendi: sono le motivazioni di una richiesta, in particolare di un ricorso

mentre il petitum è l’oggetto della richiesta, è quanto si chiede al giudice, che non

deve giudicare oltre (ultra petita) quanto richiesto nella domanda giudiziale .

Causa simulandi: costituisce il motivo per cui si ricorre alla simulazione, ad esempio

il fine di evitare il diritto di prelazione di un altro soggetto.

Causam dans: il dante causa è la persona o la cosa che dà origine al negozio

giuridico, mentre il causam habens è la persona o la cosa che è destinataria degli

effetti del negozio giuridico.

Cave ab nomine unius libri: l’ignoranza è la fonte di tutti i mali, ieri come oggi.

Meglio stare alla larga da chi non legge.

Caveat emptor: “il compratore faccia attenzione”, il monito valeva ai tempi

dell’antica Roma e vale ancora oggi; esso si riferisce in particolare ai vizi evidenti

Page 25: Pillole di latino giuridico: espressioni, brocardi e citazioni usate ed ...

che il compratore deve saper rilevare all’atto della compravendita per non dover

subire le conseguenze per aver acquistato un oggetto fallato.

Cave canem: fai attenzione al cane. Il monito, in uso presso i cancelli e le entrate

delle case di mezzo mondo, proviene da Pompei

Chirografario:il concetto si abbina di solito ad un credito, un mutuo, un

finanziamento non assistito da garanzia reale o personale (pegno, anticresi, ipoteca).

La radice etimologica è greca (scritto a mano: keir e grafo)

Cicero pro domo sua: orazione a difesa dei propri interessi, come quella per

l’appunto pronunciata da Cicerone per la ricostruzione della propria casa a spese

dello Stato.

Civis romanus sum: formula affermativa della cittadinanza romana, grazie alla quale

si potevano evitare provvedimenti sanzionatori. La frase è presente nelle orazioni di

Cicerone contro Verre che violò i diritti dei cittadini romani, condannati a morte dove

Verre governava.

Cogito ergo sum: attribuita a Renè Descartes, Cartesio, quale riprova inconfutabile

della esistenza. Pensiero uguale esistenza.

Coactus tamen volui: volontà è viziata ma non manca completamente, nel senso che

pur essendo presente una costrizione, questa poteva essere contrastata.”Coactus” si

traduce con “costretto”.

Cogitationis poenam nemo patitur: nessuno può essere punito per i suoi pensieri

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Comma: in greco significava “breve frase” ma nel linguaggio giuridico consolidato

esso indica la frase o la disposizione dopo un “a capo”. E’ di fatto una suddivisione

dell’articolo di una disposizione di legge. Capoverso è invece il primo andare a capo,

ossia il secondo comma. Il secondo capoverso sarà il terzo comma.

Commodatum: il comodato è la forma di contratto con la quale una parte, il

comodante, presta una cosa ad un altro, il comodatario, affinchè se ne serva per un

determinato uso. Si presume come locazione gratuita di un bene.

Compos sui: pienamente padrone di sé.

Concussio: la concussione è il reato posto in essere dal funzionario pubblico che

chiede soldi ad un privato in cambio di “favori” correlati all’esercizio della sua

funzione pubblica.

Condicio facti: apposta in relazione al verificarsi o al venir meno di determinati

eventi.

Condicio iuris: non è derogabile dalle parti perché prevista dalla legge. Nel

testamento essa è rappresentata dalla morte del testatore.

Contemplatio domini: quando non si dichiara di agire in nome altrui come è in

realtà.

Contra legem: ciò che contrasta con la legge.

Facet qui id facit quod lex prohibet; il risultato di quanto posto in essere è vietato.

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Contra non valentem agere, non currit praescriptio: l’eccezione di prescrizione

non può essere sollevata nei confronti di chi non è nelle condizioni di svolgere una

qualche attività.

Conventio ad excludendum: intesa finalizzata ad escludere qualcuno. In politica con

essa si tende ad escludere un partito, una fazione, una componente

Coram populo: di fronte al popolo, ossia pubblicamente

Corpora ex cohaerentibus o universitates rerum cohaerentium: definizione di

cose composte.

Corpus mechanicum: bene materiale o componente materiale di un’opera..

Corpus mysticum: è il bene immateriale, l’opera intellettuale. Tale elemento rileva

spesso, in contrapposizione alla componente materiale, ai fini della attribuzione di un

diritto d’autore

Corruptio ottimi pessima: è la peggiore, in assoluto, la corruzione di chi è sempre

stata un’ottima persona. E’ il motto dell’Alto Commissario istituito contro la

corruzione.

Corruptissima repubblica plurimae leges: un eccessivo prolificare di leggi

caratterizza spesso i periodi di massima corruzione pubblica. La massima preoccupa

particolarmente se valutata in rapporto alla ipertrofia che caratterizza da anni il

legislatore nazionale italiano.

Page 28: Pillole di latino giuridico: espressioni, brocardi e citazioni usate ed ...

Cui prodest?: letteralmente “ a chi giova”, l’interrogativo è utilizzato in diritto per

comprendere a chi produca vantaggio un determinato comportamento oppure un certo

atto criminoso.

Cum grano salis: con discernimento. Il termine, riportato da Plinio, si riferisce ad un

granello di sale che doveva aggiungersi ad un antidoto al veleno per poterlo renderlo

efficace.

Curriculum vitae: indica i momenti più significativi di una vita lavorativa. Di norma

in italiano non si coniuga al plurale, come anche per molti altri termini latini

(memorandum, referendum etc.), mentre per agenda il plurale neutro è giustificato in

quanto indica “le cose da fare”.

Cum quibus. Nel gergo popolare si intendono i denari, nello specifico ci si riferisce

ai progetti impossibili da realizzare se mancano i mezzi “con i quali” procedere

Cum voluero et cum potuero: quando vorrò e quando potrò; il termine potestativo

rientra nella sfera del debitore, mentre la posizione del creditore risulta di chiara

soggezione

Page 29: Pillole di latino giuridico: espressioni, brocardi e citazioni usate ed ...

D

Damnum emergens: il danno emergente è preso in considerazione in caso di

inadempienza contrattuale, allorché, per valutare l’entità del danno da risarcire, si fa

riferimento alla perdita patrimoniale subita (damnum emergens) ed al lucrum

cessans, ossia al profitto mancato.

De auditu: per sentito dire, senza alcuna certezza, riportando le voci circolanti

De cuius: il defunto. L’espressione integrale è is de cuius hereditate agitur

De facto: in termini di fatto.

Defensor civitatis : il difensore dei cittadini contro la cattiva amministrazione

pubblica. Il Difensore Civico esisteva già nell’ordinamento romano ed oggi trova

spazio in quello italiano sia a livello regionale che a livello comunale, previsto dalla

legge 142 del 1990 (Riforma delle autonomie). La massima espressione di questa

figura tutoria si ha in Scandinavia, dove l’ombudsman dispone di ampi poteri,

compreso quello di rimuovere i funzionari responsabili di maladministration.

De gustibus non est disputandum. Non è da discutere sui gusti dell’umanità tanto

essi sono vari ed opinabili, questo vale per la cucina, per l’abbigliamento e per ogni

altra cosa.

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De iure: in termini di diritto oppure secondo l’ordinamento giuridico vigente

De iure condito – De iure condendo: di diritto fondato – di diritto da fondare. E’ in

pratica la differenza tra il diritto esistente, quello delle leggi gia facenti parte

dell’ordinamento, e il diritto futuro, possibile ma ancora non parte integrante

dell’ordinamento giuridico. I termini si utilizzano con frequenza quando si affrontano

questioni relative alla introduzione di nuovi istituti giuridici oppure alla modifica di

leggi e regolamenti.

Delenda Carthago: Marco Porcio Catone non si fidava di una città come Cartagine

capace di produrre una frutta tanto rigogliosa ed allora espresse la convinzione che

l’acerrima nemica di Roma dovesse essere distrutta.

De plano: “pianamente, in maniera evidente”. Si usa per le verità oggettive che non

possono essere contraddette in alcun modo.

De rustica progenie sempre villana fuit: chi proviene da una famiglia rozza,

difficilmente riesce a mascherare le sue origini e queste saranno rese prima o poi

palesi da comportamenti di chiara villania.

Deus ex machina: la divinità che nella tragedie greche, sospesa con un meccanismo

a carrucola, risolveva l’intreccio della vicenda. In pratica un espediente

drammaturgico che poneva fine alla vicenda teatrale terrena con l’intervento di un

dio.

De visu: per diretta visione.

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Dies a quo non computatur in termino: il giorno iniziale dal quale decorre un

termine non è computato ai fini della scadenza.

Dies ad quem computatur in termino: il giorno finale di un termine è computato ai

fini della scadenza.

Dies certus an et incertus quando: formula per indicare un termine indeterminato

nel quando (ad esempio la morte di mio padre).

Dies incertus an et certus quando: la formula si riferisce sostanzialmente ad una

condizione, in cui il termine è incerto se si verificherà ma è certo nella sua

connotazione cronologica (ad esempio il giorno dei miei sessant’anni).

Dies incertus an et incertus quando: qui l’incertezza del termine è completa (ad

esempio quando diventerò avvocato, se lo diventerò)

Dies incertus an et quando: formula per indicare il termine determinato sia nel suo

verificarsi che nella precisa connotazione temporale

Dies irae: i giorni dell’ira, del giudizio, della resa dei conti.

Divide et impera: strategia vincente in qualunque campo è quella di dividere per poi

poter comandare più agevolmente sulle compagini frammentate

Dolus futurus non potest relitti: il dolo futuro non può essere perdonato

Dolo petis quod mox restiturus es: se c’è un adempimento dell’obbligazione

durante la pendenza, non si può ripetere la prestazione, perché questa è comunque

dovuta, anche se in un momento successivo.

Page 32: Pillole di latino giuridico: espressioni, brocardi e citazioni usate ed ...

Dolus bonus: è rappresentato icasticamente dalla finta esaltazione della bontà

straordinaria della propria merce da parte del venditore ambulante.

Dolus causam dans: è il dolo determinante, quello efficace ad incidere sulla

volizione altrui (a stipulare un contratto per esempio).

Dolus incidens: è quello che non è determinante al punto di risultare fondamentale

per la stipula di un contratto.

Domi leones, foris vulpes: uno spaccato della duplicità umana, leoni in casa, volpi

che fuggono, fuori.

Do ut des: la formula dell’opportunismo più manifesto. Dare con l’intento di

ricevere. Si allude alla permuta ossia ad uno scambio reciproco con vantaggio di

entrambi le parti.

Duabus sedere sellis: sedere su due sedie. Oggi l’ambiguità si indica dicendo di stare

con i piedi in due staffe

Dubia in meliorem partem interpretari debent: i casi dubbi debbono essere

interpretati nel modo meno gravoso

Dulcis in fundo: adagio medievale a significare una sorpresa finale, in senso ironico.

Ad esempio, una pessima cena al ristorante con, dulcis in fundo, un conto

particolarmente salato.

Dum spiro, spero: finchè respiro, spero, ossia la speranza è l’ultima a morire.

Page 33: Pillole di latino giuridico: espressioni, brocardi e citazioni usate ed ...

Dura lex sed lex: il brocardo esalta il valore ed il ruolo della legge nella società,

anche se la sua applicazione può risultare severa ed onerosa. La legge, come è scritto

in molte aule dei nostri tribunali, e' uguale per tutti e pertanto deve essere osservata

dall’intera collettività anche se il rispetto di essa dovesse risultare particolarmente

duro per il singolo.

E

Page 34: Pillole di latino giuridico: espressioni, brocardi e citazioni usate ed ...

Eius nulla colpa est, cui parere necesse sit: non incorre in una colpa chi è obbligato

ad obbedire

Eius est tollere legem, cuius est condere: il legislatore ha il potere di creare la legge

come anche di rimuoverla

Emptio rei natae: vendita dei frutti, se questi sono prodotti, venuti in essere

E pluribus unum: “uno tra i tanti”, a sottolineare un forte legame di solidarietà. La

frase compare nello stemma degli Stati Uniti d’America ed in alcune monete quale

simbolo del patto federativo.

Erga omnes: verso tutti. Soprattutto nel diritto del lavoro si e soliti parlare di

contratti erga omnes ossia che producono od estendono i loro effetti verso l’intera

categoria di lavoratori di quel comparto, a differenza ed in contrapposizione con i

contratti individuali oppure riferibili a determinate categorie di lavoratori o a specifici

livelli.

Errare humanum est, perseverare (autem) diabolicum: errare e umano,

perseverare e diabolico. Brocardo attribuito a S.Agostino; in campo giuridico

evidenzia la pericolosità sociale dei comportamenti recidivanti, reiterati, disciplinati

dall’articolo 99 del nostro codice penale. Gli inglesi dicono “to err is human to

forgive divine”, ossia errare è umano, perdonare è divino.

Error in persona: errore sulla identità o qualità di una persona (Ex: ho pagato la

parcella a quello che pensavo fosse il primario invece era un infermiere!).

Error in quantitate: errore posto in essere sulla quantità della prestazione;

(consegnare cento litri di vino anziché i mille pattuiti).

Page 35: Pillole di latino giuridico: espressioni, brocardi e citazioni usate ed ...

Error in substantia: è l’errore che incide sulla qualità di una cosa (consegnare aceto

anziché vino, come concordato).

Error iuris: errore di diritto. L’ordinamento vigente lo rende scusabile solo se e

l’elemento unico o determinante di una certa attività giuridica. Esso è annoverato

come una delle cause che rendono praticabile la revocazione straordinaria di una

sentenza (confronta articolo 395 C.p.c.).

Espressis verbis: con parole espresse, chiare

Est modus in rebus: è necessaria una certa misura nelle cose. Gli eccessi nel diritto

vengono spesso sanzionati, come ad esempio nella legittima difesa allorché questa

risulta sproporzionata alla offesa o alla minaccia ricevuta.

Et cetera: e le rimanenti cose. Utile locuzione per chiudere, in modo indefinito, una

elencazione di cose.

Ex abrupto: all’improvviso, inaspettatamente. Nel lessico giuridico la locuzione si

utilizza per sottolineare anche discorsi o interventi imprevisti.

Ex aequo: indica situazione di parità, come in occasione di conferimento di premi

Ex cathedra: l’atteggiamento di chi si sente professore. Parlare ex cathedra significa

porsi dall’alto in basso nei confronti degli interlocutori. Nell’ambiente ecclesiastico

sottolinea l’infallibilità del pontefice.

Ex factu oritur ius: il diritto nasce dalle circostanze di fatto

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Excursus: il termine viene generalmente utilizzato come sinonimo di digressione, per

illustrare le fasi o l’evoluzione di una determinata situazione, della quale si tracciano

le linee fondamentali.

Excusatio non petita, accusatio manifesta: adagio di origine medievale. Chi si

scusa senza essere stato accusato, manifesta il proprio senso di colpevolezza. Una

scusa non richiesta equivale ad una accusa manifesta, questo il nocciolo di un motto

latino che risulta valido ancora oggi nelle sue componenti comportamentali e

psicologiche. In effetti chi tende a giustificarsi prima ancora di essere accusato,

spesso tradisce il proprio disagio interiore, rasentando o anticipando una confessione.

Ex nominatione: riguarda il termine, va conteggiato in questo caso a mese e non a

giorni.

Ex numeratione dierum: il termine scade nel giorno corrispondente del mese

iniziale

Ex nunc, “da ora”, ossia con efficacia da questo momento.

Extrema ratio: la soluzione estrema per un problema.

Ex tunc: “da allora” ossia con efficacia retroattiva; in contrapposizione a Ex nunc,

“da ora”, ossia con efficacia da questo momento

Evictio: evizione. Nel contratto di compravendita il venditore deve garantire

l’acquirente, oltre che dai vizi della cosa, anche dai rischi dell’evizione, ossia dalle

pretese di un terzo sul possesso della cosa venduta.

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F

Faber est suae quisque fortunae: ciascuno è artefice della propria fortuna.

Fac simile: “fai la cosa in modo similare”; indica un modulo, un esempio, simili al

vero. Ai tempi del liceo si studiavano fac, dic, duc e fer , come i quattro imperativi

monchi. La dicitura compare sulle schede elettorali distribuite nella fase di

propaganda prima del voto.

Facta probantur, iura deducuntur: i fatti si provano, il diritto si applica e si deduce

Facultativis non datur praescriptio: alle facoltà non si applica la prescrizione, ossia

la perdita di un diritto a seguito di inerzia continuata per un certo periodi tempo.

Falsus procurator: il negozio posto in essere da chi non possiede una valida procura

è inefficace ma può essere ratificato.

Fas est et ab hoste doceri: è possibile imparare anche dal nemico. Roma è diventata

grande anche per aver saputo cogliere e far proprie le attività virtuose dei propri

nemici.

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Favor testamenti: rispettare quanto più possibile, in sede interpretativa di atti e

documenti, la volontà del testatore.

Festina lente: un ossimoro che andrebbe sempre considerato, vista la vita accelerata

che si tende a condurre in questo terzo millennio. Dallo storico Svetonio è attribuita

all’imperatore Augusto.

Forma mentis: modo di vedere, impostazione mentale

Frangar non flectar: sarò spezzato, non sarò piegato.

Fructus non intelliguntur nisi deductis impensis: nella restituzione dei frutti vanno

dedotte le spese sostenute per la loro raccolta.

G

Gaudeamus igitur iuvenes dum sumus: canto goliardico inneggiante alla bellezza

della gioventù, “godiamo finchè siamo giovani” perché nel prosieguo della vita i

piaceri non saranno vissuti con la stessa intensità.

Genius loci: il genio, il lume che protegge un certo luogo.

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Genus numquam perit: aforisma giuridico che afferma che l’obbligazione di cose

fungibili è sempre possibile. Il denaro, bene generico per eccellenza, può essere

sempre restituito. Contrariamente ad un quadro di un determinato pittore, che, se

danneggiato o distrutto, non può essere restituito in forma specifica ma solo per

equivalente

Graecia capta cepit Romam: la Grecia conquistata conquistò Roma. Questo il più

grande merito di Roma: aver preso il meglio dalle popolazioni sottomesse, e la Grecia

conquistata portò a Roma le forme più alte della civiltà.

Gratis et amore dei: sottolineatura di una attività per la quale non si è visto alcun

compenso, solo un rapido ringraziamento.

Gutta cavat lapidem: Lucrezio nel De rerum natura sembra sottolineare la preziosa

forza della tenacia, quella stessa che permette ad una piccola goccia di scavare anche

la pietra più dura.

Page 40: Pillole di latino giuridico: espressioni, brocardi e citazioni usate ed ...

H

Habeas corpus: é l’abbreviazione di habeas corpus ad subiciendum (che tu abbia la

piena potestà del tuo corpo). La locuzione viene dal diritto anglosassone e si riferisce

ai diritti fondamentali della libertà personale, spesso ignorati o calpestati nei periodi

oscuri del medioevo.

Habemus papam: la formula che saluta l’elezione di un papa, accanto alla fumata

bianca. Si usa spesso anche per sottolineare l’individuazione di una soluzione, spesso

sofferta.

Hic et nunc: qui e ora, ossia immediatamente.

Hic manebimus optime: qui rimarremo ottimamente, questo avrebbe affermato un

soldato romano, in prossimità della curia, dopo l’incendio dei Galli del 390 a.C.

Hic sunt leones: qui ci sono i leoni, sono quindi terre non civilizzate dove l’uomo

non ha ancora messo piede. Il termine veniva utilizzato nelle carte geografiche

antiche per indicare territori inesplorati.

Hoc erat in votis: la realizzazione di un sogno, di un desiderio, quasi voluta dal

destino. Orazio così manifesta il piacere di poter dimorare in una villa nella Sabina

donatagli da un amico.

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Homo homini lupus: fulcro della filosofia di Hobbes sulla necessità che i rapporti tra

gli individui siano regolati da una autorità sovrana. La menzione originaria si trova

nell’Asinaria di Plauto ed equipara sostanzialmente le relazioni tra gli uomini a quelle

tra i lupi.

Homo nascitur ad laborem: l’uomo è destinato a lavorare

Homo novus: così era definito colui che percorreva il cursus honorum, che ricopriva

cariche pubbliche senza avere alle spalle parenti che avevano amministrato la res

publica.

Homo proponit, Deus disponit: l’uomo prepara gli eventi, ma è la divinità a

deciderli.

Honòris causa/ad honòrem: motivata dall’onore, dal valore dell’attività svolta. Il

termine si abbina prevalentemente alla concessione di una laurea giustificata dai

meriti speciali del destinatario. Ad esempio un attore come Benigni, grande

conoscitore di Dante, è risultato meritevole, per qualche ateneo, di una laurea ad

honorem in lettere.

Honos habet onus: onori ed oneri vanno di pari passo e così ogni carica comporto il

suo peso

Horresco referens: l’inorridire, di sdegno o di altro sentimento negativo, nel

raccontare un episodio particolarmente duro.

Page 42: Pillole di latino giuridico: espressioni, brocardi e citazioni usate ed ...

I

Ibis redibis non morieris in bello: esempio dell’ambiguità dei brocardi; infatti a

seconda del posizionamento della virgola il senso della frase cambia completamente

passando dal positivo “andrai tornerai, non morirai in guerra” al negativo “andrai,

non tornerai, morirai in guerra”.

Ictus: termine usato in medicina. Un tempo si diceva “il colpo”; oggi ci si riferisce ad

una occlusione di una arteria dovuta ad embolo o ad altra causa.

Ignorantia legis non excusat: L’ ignoranza della legge non scusa. E’ uno dei

principi fondamentali del nostro ordinamento, in base al quale nessun cittadino può

invocare, con particolare riferimento al diritto penale, la non conoscenza di una legge

o di una prescrizione, per eluderne l’applicazione. Il rigore di tale principio e' stato

temperato dalla storica sentenza della Corte Costituzionale n.364 del 1988, che ha

considerato tale ignoranza scusabile in presenza di un difetto di adeguata

pubblicizzazione della legge, che risulterebbe pertanto non applicata perché non

conosciuta. Questo antico brocardo si ricollega al dibattito circa la validità degli

strumenti posti a disposizione del cittadino per conoscere adeguatamente la

legislazione vigente.

Illic et immediate: subito ed immediatamente

Imprimatur: si stampi, questo il sigillo dell’autorizzazione ecclesiatica alla stampa

di un libro..

In articolo mortis: in punto di morte

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In dubio pro reo: fondamento del diritto penale italiano; è il principio di massima

garanzia per i cittadini: non si può essere condannati fin tanto che esista un dubbio

sulla colpevolezza dell’imputato.

In camera caritatis: lontano da occhi indiscreti. Nella stanza dove si gestiva il potere

e la carità ad esso correlata. In forma privata.

In cauda venenum: il veleno è nella coda, meglio gioire a cose finite.

Incohatio delicti: l’inizio dell’esecuzione dell’attività criminosa

Index animi sermo: le parole rivelano le intenzioni più intime di una persona

In extrèmis: negli ultimi attimi di una data situazione. Oggi molto usato nel

linguaggio calcistico, per indicare il fine partita.

In fìeri: in divenire, in potenza, detto di un progetto o di una cosa ancora non

delineata o realizzata ma che sta prendendo forma.

Infra: "sotto", usato in citazioni e rimandi, indicati nella parte inferiore della pagina

In fraudem vero qui salvis legis verbis sententiam eius circumvenit: indica chi

agisce per eludere la legge.

Iniuria non excusat iniuriam: l’ingiustizia non giustifica l’ingiustizia e nessuno può

farsi giustizia da sé; si tratterebbe di un pericoloso “esercizio arbitrario delle proprie

ragioni”.

In incertam personam: rappresentanza innominata

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Incidenter tantum: detto per inciso.

Incivile est, nisi tota lege perspecta, una aliqua particula eius proposita indicare

vel rispondere: l’interpretazione di una norma non può essere avulsa dal quadro

complessivo vigente rappresentato dall’ordinamento giuridico.

Indigno aufertur hereditas: l’eredità viene tolta all’indegno

In hoc signo vinces: “sotto questo segno (la croce) vincerai”; questa la scritta che

sarebbe apparsa in sogno a Costantino la notte precedente alla vittoriosa battaglia di

Ponte Milvio contro Massenzio

In limine: sul limite, sul confine iniziale. Il termine introduce una prima valutazione

che precede l’esame più ampio e profondo di una questione. Equivale a dire “in via

preliminare”.

In medio stat virus: Aristotele diceva che nella via di mezzo si ritrova la virtù.

In pectore: il termine nasce in ambito ecclesiastico e si riferisce alla possibilità che il

pontefice nomini un cardinale senza correlata attribuzione di funzioni. Nel linguaggio

politico amministrativo la locuzione è usata per dare per sicura una nomina riferita ad

una certa persona “papabile”.

In re ipsa: il significato, il valore, di una cosa è insito (inest) nella cosa stessa.

Insalutato ospite: senza salutare l’ospite, a sottolineare una conflittualità o una

avversità palpabile

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In subiecta materia: nella materia trattata

Intelligenti pauca: alla persona intelligente servono poche parole per comprendere;

oggi si dice “ a buon intenditor poche parole”

Inter nos: tra di noi, a ribadire la confidenza in un gruppo ristretto ed affidabile.

Inter proximos fraus facile praesumitur: negli atti tra parenti è facile presumere la

frode

Interpretatio contra stipulantem: nel dubbio le clausole contrattuali sono

interpretate contro chi le ha predisposte.

Interusurium: il vantaggio di chi riceve la prestazione prima del dovuto

Intuitu personae: sono i negozi nei quali ha particolare rilevanza la persona, con le

sue doti umane e professionali (intuitus).

In vino veritas: i poteri disinibitori del vino erano certamente conosciuti anche nel

mondo romano ove non mancavano simposii e pranzi luculliani, nel corso dei quali

spesso potevano fuoriuscire verità di ogni tipo.

Ioci causa: dichiarazione “per ischerzo”, per motivo di gioco.

Ipse dixit: in forma lapidaria si enfatizza l’autorevole intervento di una persona.

Iura in re: i diritti reali, ossia diritti sulla cosa. Proprietà, uso, usufrutto etc.

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Iura in re aliena: diritti su cosa altrui (Superficie, enfiteusi, uso, locazione). In

contrapposizione alla proprietà, diritto sulla cosa propria.

Iura novit curia: “la curia conosce il diritto”. L’ordinamento giudiziario italiano si

basa sul presupposto che il giudice, il tribunale, la magistratura tutta, conoscano, in

via generale, la normativa vigente, e nello specifico, il diritto da applicare al caso in

trattazione. In altri ordinamenti e' invece cura ed onere delle parti indicare alla curia

le disposizioni da applicare alla questione posta all’attenzione di chi giudica. I giudici

conoscono le leggi, per cui non è necessario indicare ad essi il contenuto di talune

disposizioni ed allegarne i testi.

Iurisdictio: insieme alla legislatio (potere legislativo) ed alla administratio (potere

amministrativo), la iurisdictio (potere giudiziario), esercitata dai magistrati,

costituisce una delle funzioni cardine dell’ordinamento. La separazione delle tre

funzioni sarà considerata dagli illuministi un fondamento ineludibile per il

mantenimento della democrazia.

Iuris effectus in executione consistit: una verità di cui i giuristi spesso si

dimenticano è quella che riguarda il valore e l’efficacia di una legge che si misura

con la sua esecuzione in concreto

Iuris et de iure: il termine è riferito alla presunzione che non ammette la prova

contraria.

Iuris ignorantia nocet, facti ignorantia non nocet: quella che nuoce è la ignoranza

di diritto, non quella di fatto

Iuris tantum: il termine è riferito alla presunzione che ammette la prova contraria

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Ius: il diritto, correlato al significato di iustitia, nel mondo latino rappresentava un

concetto etico religioso ed i primi esperti di diritto non a caso erano sacerdoti.

Ius disponendi: diritto di disporre.

Ius excludendi alios: l’esclusività sulla cosa, legittima il titolare della proprietà ad

escludere gli altri da qualunque diritto sulla stessa.

Ius poenitendi: diritto di recesso

Ius primae noctis: diritto della prima notte, “droit du seigneur” in francese. Pare

spettasse al feudatario in occasione del matrimonio di un proprio servo della gleba.

Ius publicum est quod ad statum rei romane spectat, privatum, quod ad

singulorum utilitatem: millenaria, ma concisa ed efficace questa distinzione tra i

concetti di diritto pubblico e diritto privato.

Ius sanguinis: criterio adottato in Italia con la legge 91 del 1992 in tema di

cittadinanza; si è cittadino italiano se si è figli di madre italiana.

Ius soli: criterio in uso in alcuni Paesi latini, per cui si è cittadini se si è nati nel

territorio dello Stato.

Ius superveniens: il diritto sopravveniente è applicabile, con efficacia retroattiva,

alle controversie ancora pendenti al momento della sua entrata in vigore.

Iuxta alligata et provata partium: decisione del giudice basata su prove proposte

dalle parti.

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L

Lapsus calami: errore di penna non voluto dall’autore dello scritto; lapsus linguae è

invece l’errore della parola; tra non molto forse si palerà di lapsus tastierae, ossia di

un errore di digitazione della tastiera del computer, oppure di un “lapsus mousei”,

riferendoci ad un movimento errato con il mouse del Pc.

Latinorum: il latino usato erroneamente, fuor di luogo e alterato nella forma. Un

genitivo plurale che appare privo di spiegazione. Renzo Tramaglino “nei Promessi

Sposi” manzoniano urla a Don Abbondio che non sa che farsene del suo Latinorum.

Lato sensu: “in senso lato”, sottende l’interpretazione ampia, estensiva di una norma.

Leges ab omnibus intellegi debent: le leggi debbono essere comprese da tutti

Legibus solutus: al di sopra delle legge, indipendente dalle leggi. Nessuno può

essere considerato tale. Qualcuno oggi, come i monarchi assoluti del passato,

vorrebbe non sottostare alle regole comuni.

Lex loci contractus: la legge del luogo in cui il contratto è concluso

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Lex posterior derogat priori: la legge successiva deroga alla precedente. Già nella

Legge delle XII Tavole il contrasto tra due leggi vigenti si risolveva a vantaggio della

legge posteriore che espressamente o implicitamente derogava alla precedente.

Lex rei sita: criterio che applica la disciplina del luogo ove la cosa è oggetto di

possesso o di proprietà.

Lex specialis posterior derogat generali: una legge speciale posteriore può derogare

ad una legge generale precedente.

Locus regit actum: criterio per cui si applica il principio di territorialità, la disciplina

del luogo ove l’atto è compiuto.

Longa manus: "lunga mano", si dice di persona che agisce più o meno

nascostamente per incarico di altri.

Lucrum cessans: lucro cessante. Nel caso di un’ azione di risarcimento si richiede

all’inadempiente dell’obbligazione non solo il danno emergente ma anche il lucro

cessante, ossia il mancato profitto che il danneggiato avrebbe invece messo a frutto in

assenza dell’inadempimento.

Lucrum radicatum est quasi damnum: un guadagno mancato è quasi un danno

Lupus i fabula: l’arrivo della persona di cui si sta parlando

M

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Magna negligentia culpa, magna culpa dolo: una grande negligenza equivale a

colpa mentre una grande colpa equivale a dolo

Maiora premunt: “incalzano cose di maggiore importanza”; un modo come un altro

per scantonare da un impegno invocando una problematica più seria.

Mala fides superveniens non nocet: la malafede va valutata all’atto dell’acquisto e

non in un momento successivo.

Mala tempora currunt: viviamo brutti tempi. Cambiano i tempi ma non l’abitudine

di lamentarsi del periodo e dei giorni nei quali si vive

Manus manum lavat:una mano lava l’altra, proverbio ripreso da Seneca e Petronio

che inneggia alla solidarietà ed alla collaborazione

Magister officiorum: il maestro degli uffici. Rappresentava il più alto funzionario, il

vertice dell’apparato burocratico dell’impero romano.

Mare magnum: soprattutto nella terminologia burocratica allude alla vastità delle

cose da fare….arretrato compreso.

Margaritas…. ante porcos: non date perle ai porci, questa l’esortazione del vangelo,

mettendo in guardia dalle reazioni di chi non sa apprezzare i doni ricevuti.

Mater certa est, pater numquam: l’adagio, di origine ignota, illustra con poche

parole la diversità dei genitori rispetto alla prole, relegando il padre ad una presenza

neanche certa rispetto all’atto di concepimento.

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Medice cura te ipsum: “medico cura te stesso”; come dire che la bravura di un

medico si vede da come egli sa provvedere al suo stato di salute.

Melius abundare quam deficere: è preferibile abbondare piuttosto che essere

risicati. Questo non vale sempre: da evitare nella salatura delle pietanze in cucina.

Melius est ius deficiens quan ius incertum: la saggezza latina diceva che è

preferibile non avere alcun diritto che averne uno incerto.

Melius est non solvere quam solutum ripetere: un suggerimento che attraverso i

secoli è quello chè “è meglio non pagare piuttosto che richiedere quanto pagato”

Memento Audere Semper: l’audacia come modus vivendi. Era l’acrostico di

Gabriele D’Annunzio usato anche per i MAS, missili anti sommergibile.

Memento mori: ricordiamoci che non siamo immortali e dobbiamo morire.

Metus ab estrinseco: timore che nasce dalle minacce altrui

Metus ab intrinseco: timore di minaccia da parte delle forze naturali che spinge al

negozio

Metus reverentialis: timore reverenziale che trova fondamento nel prestigio,

nell’autorevolezza o nella carica dell’interlocutore.

Miles gloriosus: il soldato vanitoso prototipo di millanteria senza fondo. Il

Pirgopolinice (in greco “vincitore di molte città”) della omonima commedia plautina.

Minus habens: un incapace, poco sveglio e poco dotato di testa

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Miscere sacra profanis: “gioca coi fanti ma lascia stare i santi” era il detto popolare

romano che esortava a non fare commistione tra cose sacre e cose profane o

comunque di poca rilevanza

Miser contribuens plebs: povero il popolo, nella veste di contribuente, costretto a

pagare le tasse

Modus vivendi: stile di vita

More solito: secondo l’uso consolidato

More uxorio: espressione che indica la condizione di due persone, che vivono come

se fossero marito e moglie. Anche il legislatore italiano ha preso in considerazione i

rapporti giuridici correlabili a questa condizione (Pacs, Dico).

Mors tua vita mea: morte tua salvezza mia…nei casi in cui c’è spazio per uno solo e

l’altro deve soccombere. E’ sinonimo di una lotta al coltello.

Mortis causa: sono i negozi, come le istituzioni di erede o di legato, correlati

imprescindibilmente all’evento morte. Il contrario è rappresentato dagli atti inter

vivos.

Motu proprio: di propria iniziativa. Formula usata prevalentemente in riferimento ai

decreti emanati dal Presidente della Repubblica destinati a conferire onorificenze.

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Mutatis mutandis: mutato tutto ciò che va cambiato; si usa quando si vuole

rapportare due situazioni che hanno aspetti in comune ma anche dimensioni o ambiti

che li differenziano.

Page 55: Pillole di latino giuridico: espressioni, brocardi e citazioni usate ed ...

N

Ne bis in idem: non due volte sulla stessa cosa. Il diritto processuale italiano

richiama il principio del diritto romano che sottolineava la illiceità, per i giudici, di

pronunciarsi due volte sulla medesima questione. Tali pronunce, in ipotesi diverse

sullo stesso oggetto, andrebbero ad intaccare il principio supremo della certezza del

diritto. Il divieto del “bis in idem” non contraddice invece col sistema del doppio

grado di giudizio, essendo interessati giudici di diverso rango istituzionale.

Nec audio nec video: concetti base dei comportamenti omertosi do ogni tempo

Nec vi nec clam: né con la violenza né in modo clandestino. Nella prescrizione

acquisitiva o usucapione, il requisito del possesso continuato della cosa deve essere

accompagnato dalla assenza di violenza e di clandestinità.

Negotiorum gestio: gestione degli affari altrui. Si tratta di una obbligazione senza

preventivo mandato, in base alla quale un soggetto inizia una attività utile (utiliter

coeptum) per gli affari altrui.

Negotium :é la negazione dell’ozio (nec otium) ed in tal senso giustifica il significato

moderno del termine riferito ai locali adibiti ad attività commerciale. Riferito al

mondo del diritto, il negozio giuridico, secondo la impostazione di un insegnamento

universitario costante, è da intendersi qualunque manifestazione di volontà alla quale

l’ordinamento giuridico ricollega effetti giuridici.

Negotium mixtum cum donatione: vendere per liberalità ad un prezzo irrisorio

equivale ad abbinare al sinallagma tipico della compravendita una componente di

liberalità

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Neminem laedit qui suo iure utitur: non danneggia nessuno chi esercita un proprio

diritto

Nemini res sua servit: nessuno può avere un diritto di servitù sulla cosa propria.

Nella disciplina delle servitù prediali, fondo dominante e fondo servente non possono

appartenere alla stessa persona; in tal caso si verifica l’istituto della confusione, con

identità di titolarità dei fondi e conseguente venir meno della servitù.

Nemo ad factum cogi potest: è un generico divieto all’esercizio arbitrario delle

proprie ragioni. Il brocardo, riferito alla indipendenza di un’obbligazione, sottolinea

come ci si debba rivolgere al giudice per il risarcimento del danno e non si possa

costringere il debitore ad una determinata attività.

Nemo invitus donat: nessuno dona senza volerlo

Nemo plus iuris quam se ipse habet transferre potest: nessuno può trasferire di più

di quanto egli stesso possiede.

Nemo potest alicui laedere: “nessuno può recar danno al prossimo”. principio

cardine del nostro ordinamento civilistico. La responsabilità Aquiliana o

extracontrattuale determina la responsabilità di chi ha cagionato il danno rispetto al

danneggiato e l’obbligo di risarcimento del danno (Art.2043 c.c.)

Nemo testis in causa propria: nessuno può essere testimone in una causa in cui è

parte

Ne ullus: nullo; a significare che un negozio giuridico affetto da nullità è insanabile

ed è come se non fosse mai stato posto in essere.

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Nihil obstat quominus imprimatur, questa la frase latina che indica nella sua

interezza che “non ci sono ostacoli alla pubblicazione”. E’ la formula autorizzatoria

alla stampa di un testo, sorta in ambito canonico e riferita agli scritti firmati da

religiosi.

Noli me tangere: non voglio che tu mi tocchi, non mi toccare; questa le parole rivolte

da Cristo dopo la resurrezione a Maddalena perché ancora non era salito al cielo.

Molti pittori hanno dedicato la loro opera alla rappresentazione di questo episodio

delle sacre scritture.

Nomen iuris: la categoria giuridica dalla quale si evince la disciplina da applicare.

Nomen omen: nel nome c’è già il destino di una persona; questa la convinzione degli

antichi romani e questo il motivo che spinge ancora oggi a dare ai propri figli nomi

beneauguranti, come Felice, Fortunato etc. Si trova anche in forma plurale: nomina

sunt omina.

Non olet: non ha odore (il denaro), questa la risposta dell’imperatore Vespasiano a

chi gli rimproverava di aver messo una tassa sull’orina.

Non omnis moriar: non morirò del tutto, questa la convinzione di Orazio riferita agli

artisti che meriteranno il dono dell’immortalità.

Non plus ultra: non più oltre. La scritta che segnava il limite geografico dei territori

conosciuti, le famose colonne d’Ercole coincidenti con l’attuale stretto di Gibilterra.

Il termine si usa anche per indicare il meglio del meglio, ossia qualcosa rispetto alla

quale non c’e più nulla di ulteriore.

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Nosce te ipsum: versione latina del conosci te stesso socratico, inciso nel greco

originario anche sul tempio di Delfi.

Noxa caput sequitur: il danno segue il capo(famiglia). Si riferisce al “principio di

nossalità” per cui, in epoca arcaica, la responsabilità penale per i fatti commessi da un

figlio o da un liberto, ricadevano automaticamente nella sfera del capofamiglia. Nel

nostro ordinamento la responsabilità penale è personale. Il principio di nossalità si

ricollega in un certo qual modo al principio della responsabilità oggettiva, applicabile

nel diritto civile ed in misura sicuramente meno rigorosa.

Nulla poena sine lege: quintessenza del principio di legalità che ispira il nostro

ordinamento penale. Nessuna pena può essere inflitta se non prevista dalla legge.

Nullum crimen, nulla poena sine lege: nessun crimine, nessuna pena senza che lo

preveda la legge. Il principio di legalità previsto dall’articolo 25 della nostra

Costituzione e dall’articolo 1 del codice penale, nel prevedere che nessuno possa

essere punito se non in base ad una specifica norma di legge, costituisce una delle

massime garanzie per i cittadini

Numerus clausus: il numero chiuso indica un insieme di elementi ai quali, in modo

categorico, non ne possono essere aggiunti degli altri. Il numero chiuso non consente,

in definitiva, ulteriori accessi ad un elenco, che risulta tassativo e tipizzato.

Nunc et numquam: ora o mai. Invito all’estremo tentativo

Nunc et semper: ora e sempre

Nuncius: colui che trasmette materialmente la dichiarazione altrui. Non c’è

rappresentanza.

Page 59: Pillole di latino giuridico: espressioni, brocardi e citazioni usate ed ...

O

Obtemperandum est consuetudini rationabili tamquam legi: si devono osservare

nello stesso modo tanto le leggi che le consuetudini ragionevoli

Obtorto collo: con il collo ritorto; espressione presente in numerose opere letterarie

latine che indica un’azione sopportata o posta in essere controvoglia. Questo ablativo

di modo mostra fisicamente l’atto di subire (o mal sopportare) cose imposte e non

condivise né apprezzate.

Occasio facit furem: l’occasione fa l’uomo ladro.

Omissis: “tralasciati, omessi volutamente” alcuni passi o alcune parti di un testo, per

lo più normativo

Omisso medio: saltato un grado intermedio

Omnia munda mundis: tutto è puro per i puri; le parole di S.Paolo sono messe da

Manzoni in bocca a Padre Cristoforo alla presenza di Fra Fazio.

Omnia probant quod non singola: tutte le circostanze provano ciò che non prova la

singola

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Onus probandi incumbit ei qui dicit, non ei qui negat: l’onere della prova grava su

chi agisce (attore) non su chi si difende (convenuto). Il principio ispira ancora oggi il

nostro diritto processuale.

Ope legis: per opera della legge. Indica in maniera generalizzata, chiara, sintetica ed

evidente tutti gli effetti riconducibili alla forza della legge.

Optimum odor in corpore est nullus: il miglior odore del corpo è quello naturale, lo

diceva Seneca duemila anni fa.

Optio unico actu consumitur: l’opzione, la scelta tra due possibilità, si consuma in

unico atto

Orribile dictu, visu: orribile a dirsi, a vedersi, esclamazione particolarmente incisiva

allora come oggi.

Ostracismus: ostracismo. Era l’esilio decennale al quale venivano condannati i rei di

attentato alla costituzione. La radice “ostracon” (coccio) e giustificata dal fatto che i

voti per tale pena venivano solitamente scritti su cocci.

O tempora o mores: locuzione ciceroniana con la quale oratore arpinate, attaccando

la congiura di Catilina, stigmatizza la decadenza dei costumi.

P

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Pacta semper servanda sunt: i patti, gli accordi, devono sempre essere rispettati, sia

che riguardino gli individui e sia che si riferiscano alle relazioni tra Paesi diversi. Il

principio, nel sottolineare la rilevanza della parola data e del consenso manifestato tra

le parti, rappresenta altresì un sostegno fondamentale alla certezza dei rapporti

giuridici quale bene di prima grandezza nella vita di una comunità. Si tratta di una

norma di carattere generale, che riguarda tanto i rapporti tra individui che quelli tra

nazioni, è attribuita ad Ulpiano.

Pactum de colpa lata non praestanda: il patto di non rispondere per colpa grave

Pactum de non alienando: il patto di non vendere.

Pactum disciplicentiae : anche nel mondo romano esisteva la clausola “soddisfatti o

rimborsati”. Infatti, nel caso di non gradimento della merce da parte dell’acquirente,

grazie al pactum disciplicentiae era possibile restituire al venditore l’oggetto

comprato ed ottenere indietro il prezzo pagato. Tale formula di garanzia non e'

dissimile da quella utilizzata oggi nelle vendite per corrispondenza e nelle vendite

televisive, regolate dall’apposita legge 50 del 15 gennaio 1992.

Panem et circenses: Giovenale inquadra le esigenze fondamentali del popolo

romano, pane e divertimenti. E’ cambiato qualcosa da allora? Anche oggi si parla e si

segue molto di calcio, si pensa alla propria economia familiare, ma non si va oltre.

Peccato!

Parva res: piccola cosa. Con tale terminologia si vuole sottolineare la pochezza, la

irrilevanza della cosa trattata, talora anche ai fini dell’impegno per essa richiesto.

Piccola problematica, tema di poco conto.

Par condicio: condizione di parità che significa anche pari opportunità

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Pater familias: nel diritto romano era colui che, non avendo ascendenti maschili,

esercitava il diritto di proprietà sulla casa. L’espressione risente del genitivo greco.

Pauper ubique iacet: il povero soccombe ovunque e comunque; amara

considerazione socio-esistenziale di Ovidio.

Pax Romana: la pace e la civiltà che i Romani riuscirono a portare tra i barbari…

Per aspera ad astra: alle grandi conquiste da sempre si arriva attraverso

impegni faticosi

Periculum in mora: è il “pericolo nel ritardo”, che sussiste nel tempo intercorrente

fra la presentazione di un ricorso e la decisione sullo stesso. Sulla base di questo

pericolo si può chiedere al giudice un provvedimento di urgenza (esempio art.700

cpc), affinché la sentenza finale non sia vanificata dall’avverarsi del pericolo

ventilato.

Pessima tempora, plurimae leges: l’ipertrofia normativa, le troppe leggi sono un

segno di un pessimo ordinamento che penalizza i cittadini

Plagium: secondo il diritto romano era il reato commesso da chi rendeva un soggetto

in schiavitù e per il quale era prevista la pena di morte. Oggi il plagio è inteso come

stato di schiavitù psicologica. La Corte Costituzionale, con sentenza 96 del 1981 ha

dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma penale che lo disciplinava

(art.603).

Plus dat qui cito dat: il valore del denaro, anche presso gli antichi, si accresce se il

pagamento viene effettuato più tempestivamente. I pagamenti differiti depauperano il

valore del denaro.

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Plus dixit quam voluti: siamo nel campo dell’interpretazione di una legge, nella

quale il legislatore sembra aver detto più di quello che voleva dire.

Plus valet quod agitur quam quod simulate concipitur: l’ordinamento attribuisce

maggior valenza al negozio dissimulato che non a quello simulato.

Poena maior absorbet minorem: la pena maggiore assorbe quella più leggera

Pollice verso: gli spettatori delle cruente esibizioni negli anfiteatri dell’antica Roma

spesso con il pollice verso il basso manifestavano il diniego della grazia o della

sopravvivenza al gladiatore perdente, ma il pollice che contava era ovviamente quello

dell’imperatore.

Pondere, numero, mensura consistunt: definizione delle cose fungibili, come il

denaro.

Post coitum omne animal triste est: considerazione attribuita ad Aristotele, in base

alla quale dopo il rapporto sessuale ogni essere animale, uomo compreso, è triste.

Prima digestio fit in ore: la prima digestione avviene nella bocca, un precetto

medico particolarmente indicato per quanti mangiano in fretta e trangugiano i cibi

senza la debita masticazione.

Prima facie: prima vista. La lettura di un testo giuridico prima facie può consentire

alcune riflessioni ma una valutazione compiuta dello stesso non può che aversi dopo

un’analisi approfondita del documento.

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Primus inter pares: primo tra persone di pari dignità, come il presidente del

consiglio italiano rispetto agli altri ministri che compongono il governo.

Prius tempore potior iure: letteralmente “primo nel tempo, più forte nel diritto”. La

frase esalta il valore del tempo nei rapporti giuridici, abbinando un diritto più solido

ad una priorità temporale. E’ la situazione giuridica che si viene a determinare

ogniqualvolta si forma una coda di persone, nell’ambito della quale colui che e'

arrivato per primo, o che comunque precede, ha diritto al servizio per il quale si e' in

fila, prima degli altri che seguono, che potrebbero non arrivare ad ottenere il servizio

erogato.

Pro captu lectoris habent sua fata libelli: il successo di un libretto, di un testo, è

proporzionale alla capacità di comprendere del lettore. Attribuita a Terenziano.

Procurator in rem suam: tale figura si caratterizza per la procura che è conferita

anche nell’interesse del rappresentante.

Pro domo sua: solo per il vantaggio della sua casa. Titolo di un’orazione

ciceroniana, evidenza lo spirito utilitaristico che sottende.

Producta sceleris: i proventi del reato, la refurtiva del “colpo”

Pro forma: per la forma. Si usa ormai anche in italiano per indicare una pura

formalità. Un esame pro forma e quello in cui non c’e una vera selezione ma

costituisce una mera formalità per promuovere tutti.

Promoveatur ut amoveatur: “si promuova perché venga allontanato”. Nelle

amministrazioni pubbliche e private tale tecnica di allontanamento “per merito” è

molto in uso ancora oggi

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Propter necessitatem illicitum efficitur licitum: lo stato di necessità può rendere

lecito ciò che di norma è illecito

Prorogatio: proroga, differimento della scadenza di un termine.

Pro solvendo – pro soluto: Clausole tipiche della cessione del credito, a seconda che

il creditore cedente garantisca (pro solvendo) oppure no (pro soluto) il debito al

nuovo creditore.

Q

Quae tangi possunt: le cose corporali sono quelle che possono essere toccate

Quae temporalia ad agendum perpetua ad excipendum: l’eccezione di

prescrizione può essere proposta in ogni tempo

Quaestio facti: questione di fatto e non di diritto e pertanto non suscettibile di

controllo giurisprudenziale da parte della Corte di Cassazione. Impone una

valutazione fatta caso per caso

Qui possidet, dominus esse praesumitur: si presume che il possessore sia il

proprietario.

Qui(d) pro quo: al posto di altra cosa. Indica equivoco o malinteso.

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Quis custodies ipsos custodies?: chi custodisce i custodi; chi controlla i controllori?

Quisque (oppure quivis) de populo: uno qualsiasi del popolo. Indica una persona,

qualunque cittadino del popolo, della collettività, senza nessuna prerogativa; un

soggetto indefinito in grado oppure legittimato a svolgere una certa attività

Qui tacet consentire videtur, si loqui debuisset ac potuisset: la mancanza di un

dissenso espresso, lascia intendere un consenso, come nel caso dell’approvazione

silenziosa del mandante rispetto all’operato del mandatario. Una delle valutazione del

silenzio in campo giuridico (silenzio assenso, silenzio rifiuto).

Quod non est in actis non est in mondo: come a dire che la perdita di una prova ne

esclude l’esistenza

Quod principi placuit legis habet vigorem: letteralmente “ciò che è gradito al

principe ha forza di legge”. La storia ci insegna che questo è il rischio che corre un

popolo di fronte alla estrema arbitrarietà da parte di chi detiene il potere.

Quo utimur: “del quale facciamo uso”

Quo vadis?: questo l’interrogativo rivolto da Pietro, in fuga da Roma, al fantasma di

Cristo. Le parole dell’apostolo sono diventate poi il titolo dell’omonimo libro del

polacco Henryk Sienkievicz (1895).

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R

Ratio legis : l’ intento, lo spirito della legge. Termine usato, spesso abusato; sta ad

indicare la causa socio-economica di una legge, il suo principio ispiratore, l’intento

del legislatore. E’ il principio che ha regolato una norma, la finalità ecnomico-sociale

da questa perseguita

Rebus sic stantibus: essendo le cose cosi. La frase, un ablativo assoluto, fotografa la

situazione giuridica esistente oppure, in senso più ampio la stato attuale delle cose.

Rectius: più correttamente.

Redde rationem: nel Vangelo di Luca, la richiesta di un rendiconto figura nella

parabola dell’economo infedele. Indica il momento della verifica.

Reformatio in peius: “riforma in peggio”. L’art. 597 del codice di procedura penale

prevede il divieto, per il giudice di appello, di riformare in peggio, quindi con una

pena più severa, quanto già deciso dal giudice di primo grado nei confronti

dell’imputato

Relata refero: “Riporto le cose (a me) riferite”. Nella pratica forense questo motto

medievale sta a precisare come le affermazioni riportate in aula siano state riferite da

altri. La formula risulta di una certa utilità per prendere una certa distanza e nel

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declinare ogni responsabilità in ordine a cose che potrebbero non essere conformi alla

verità, ma comunque hanno un loro peso nella questione dibattuta.

Rem tene, verba sequentur: tieni la cosa (a mente), le parole seguiranno. Il brocardo

andrebbe ripetuto a quanti sono in procinto di sostenere un esame, a ricordare che chi

ha studiato non ha nulla da temere, le parole verranno fuori.

Repetitio indebiti: è la restituzione di quanto percepito indebitamente e costituisce

fonte di obbligazione.

Repetita iuvant: le cose ripetute giovano, sono utili. Già in epoca classica era

conosciuto anche l’analogo “bis reperita placent” …le cose ripetute due volte

piacciono.

Rerum suarum quilibet moderator et arbiter: ognuno è arbitro e controllore dei

propri beni

Res derelictae: le cose abbandonate, sono oggetto di occupazione, uno dei mezzi di

acquisto della proprietà a titolo originario.

Res distantes: nell’universalità di cose mobili non c’è coesione tra le cose.

Res inter alios acta tertio neque prodest neque nocet: di norma un rapporto

giuridico produce effetti solo tra le parti e non deve né avvantaggiare né nuocere ai

terzi.

Res iudicata: quando il contenuto di una sentenza non può più essere modificato da

altro giudice

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Res iudicata facit de albo nigrum, originem creat, aequat quadrata rotundis,

naturalia sanguinis vincula et falsum in verum mutat: il brocardo indica la valenza

della cosa giudicata, che può addirittura equiparare le cose quadrate a quelle rotonde.

Res iudicata pro veritate habetur: va considerata come verità la cosa giudicata

definitivamente, ossia che non può essere modificata da altro giudice

Res nullius: la cosa di nessuno; è oggetto di acquisto a titolo originario come i pesci

del pescatore o la cosa rinvenuta per strada.

Res propria nemini servit: la cosa propria non può essere assoggettata a servitù; il

brocardo si applica alla disciplina delle servitù prediali

Resoluto iure dantis, resolvitur et ius accipientis: risolto il diritto di chi dà, si

risolve di conseguenza anche il diritto di chi riceve.

S

Salvis iuribus: é la formula d’uso che si utilizza di norma in calce ad una lettera

quando si vuole manifestare l’intendimento di avvalersi di ogni mezzo e procedura

per tutelare i propri diritti. La postilla latina corrispondente a “fatti salvi i diritti” che

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solitamente i legali accompagnano ad un invito o ad un atto di significazione dai toni

moderati, spesso viene trascritta, anche da avvocati blasonati, erroneamente “salvis

Juribus”, dimenticando che il diritto, la giustizia e la norma, erano indicati nell’antica

Roma con il termine ius, dal quale derivano i termini di giurisprudenza, giurisperito

ed altro ancora.

Sed quis custodiet ipsos custodies? Chi sorveglia i sorveglianti, chi controlla i

controllori? Due interrogativi sempre validi nella sfera pubblica come in quella

privata.

Semel in anno licet insanire: una volta all’anno è lecito fare pazzie.(Seneca)

Semiplena probatio: il giudice può chiedere di perfezionare la prova addotta

Servitus altius non tollendi: una delle servitù prediali, attinenti cioè al fondo

(praedium); nello specifico si indica il divieto di elevare (una costruzione) oltre una

certa altezza.

Servitus civiliter exercenda est: la servitù deve essere esercitata con moderazione

Sesquipedalia verba: parole sesquipedali, ossia lunghe un piede e mezzo e quindi

troppo lunghe. Orazio usa questa locuzione riferendosi a quelli che usano parole

troppo auliche ed ampollose.

Sic stantibus rebus: in diritto indica la situazione esistente

Si quid universitati debetur singuli non debetur, nec quod debet universitas

singuli debent: i singoli sono irresponsabili per le obbligazioni assunte dalla persona

giuridica. Questo uno dei vantaggi collegati alla creazione delle società.

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Simul stabunt, simul cadent: “insieme stanno, insieme cadono”. Esempio di latino

applicato ad una vicenda istituzionale moderna. Dopo la modifica dell’articolo 126

della Costituzione, si intende evidenziare che nel caso in cui il consiglio regionale

approvi una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente della Regione, ovvero

quest’ultimo si dimetta o venga rimosso, entrambi gli organi vengono

contestualmente a cessare dalle loro funzioni.

Si vis pacem para bellum: se vuoi la pace prepara la guerra; amara condizione sul

rapporto dell’uomo con i suoi simili.

Soluti retentio: il trattenimento di quanto ricevuto quale pagamento

Stabat mater: titolo del testo elaborato da Jacopone da Todi ispirandosi allo stare

della Vergine Maria presso la croce del figlio.

Status: qualità generica ricollegabile alla posizione dell’individuo nella collettività.

Lo status di cittadino comporta, ad esempio, tutta una serie di diritti e di doveri.

Status quo (ante): indica la situazione originaria, preesistente. Ritornare allo status

quo, o usare la formula statu quo, significa ripristinare la situazione giuridica o di

fatto che preesiteva rispetto ad un dato evento.

Stipulatio sorti et usurarium: la stipula del capitale e degli interessi. Era l’unica

pattuizione consentita nel diritto romano che comportasse la corresponsione degli

interessi passivi, sempre considerati al limite della legalità e della correttezza morale.

Stricto sensu: “In senso stretto”. Si tende ad usare questa locuzione quando si vuole

fare riferimento ad una interpretazione in senso rigoroso e restrittivo di un concetto o

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di una norma di legge. Ad essa si contrappone l’altra locuzione “lato sensu”,

caratterizzata da un’interpretazione più ampia ed estensiva.

Sub iudice: sottoposta al giudizio del magistrato; dicesi di situazione pendente che

sarà resa definitiva solo dalla relativa sentenza.

Sui generis: “del tutto particolare” ovvero non inquadrabile in una categoria

considerata. Spesso si attribuisce all’espressione un significato negativo, nel senso di

sottolinearne la particolarità di rango inferiore rispetto ad una categoria.

Summum ius summa iniuria: l’applicazione rigorosa del diritto può portare

all’ingiustizia; aforisma attribuito a Cicerone.

Superiorem non recognoscet: non riconoscere un superiore equivale ad affermare la

propria autonomia ed indipendenza. Si dice di ordinamento originario quello non

soggetto a controlli o imposizioni da parte di un ordinamento superiore. Il tema si è

riproposto per l’Italia nel momento dell’ingresso in un ordinamento sopranazionale

come l’Unione Europea

Sursum corda: in alto i cuori! L’invito vale per tutti, soprattutto per i depressi e gli

indecisi, ma l’incoraggiamento ha radici ecclesiastiche essendo rivolto

principalmente ai fedeli.

T

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Tamquam non esset: come se una cosa, una circostanza, non esistesse

Tandundem eiusdem generis: l’obbligo del debitore a restituite la stessa quantità del

medesimo genere

Tantum iudicatum quantum litigatum. Tanto deve essere giudicato quanto è in

contestazione. Il giudice non deve decudere ultra petitum ma in base a quanto chiesto

(petitum)

Tempus regit actum: il tempo regola l’atto. Principio della massima importanza che

sottolinea come un atto, un provvedimento, una situazione giuridica, sia regolata

dalla normativa, dall’ordinamento, vigenti nel tempo in cui l’atto o la situazione sono

stati posti in essere

Tentare non nocet: tentare non nuoce.

Tertium non datur: terza possibilità non è data. Nei casi in cui vige il principio

dell’alternatività, per cui e possibile scegliere una sola delle due opzioni previste, non

è dato ricorrere ad un’altra via (ad alteram viam recursus non datur). Nei ricorsi

contro un provvedimento illegittimo della pubblica amministrazione, ad esempio, è

data la possibilità di rivolgersi al TAR competente (legge 1034 del 1971), oppure, in

alternativa, al Presidente della Repubblica (DPR 1199 del 1971), terze soluzioni non

sono prospettabili.

Testis unus testis nullus: un solo testimone equivale a nessun teste.

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Transeat: “si vada oltre”, oggi prevale il significato di sopportazione di un

comportamento , come a dire “passi pure”…per questa volta

Tres faciunt collegium: tre persone costituiscono un collegio, una società valida

U

Ubi maior minor cessat: in presenza di chi vale di più o ha maggior potere, chi vale

di meno deve farsi da parte. Dove c’e il superiore l’inferiore deve cedere. Brocardo

rigoroso e fondamentale negli ordinamenti, come quelli militari oppure nella Pubblica

Amministrazione, ove vige la gerarchia, un principio ritenuto funzionale alla buona

organizzazione degli apparati istituzionali.

Ubi societas ibi ius: ogni aggregazione umana deve essere necessariamente regolata

da una serie di norme finalizzate a rendere pacifica la convivenza degli associati

Ultra vires: a differenza dell’erede, non risponde oltre le proprie “forze”, ossia i

propri beni, l’avente diritto per i debiti delle persone di cui si è dichiarata la morte

presunta. (Ricordarsi che Vis roboris = forza; vir viri = uomo)

Unicuique suum: a ciascuno il suo. Il motto, presente fin nel diritto Giustinianeo e

titolo di un famoso libro di Leonardo Sciascia, sottolinea la cosiddetta giustizia dei

beni ripartiti, in modo che ognuno possa avere quanto gli spetta.

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Universitas facti: l’università di fatto, ossia più beni unificati dal proprietario, ad

esempio una biblioteca, o una pinacoteca.

Universitas iuris: l’università di diritto, ossia beni unificati in base al diritto, come

l’eredità.

Uno spiritu continentur: definizione delle cose semplici.

Urbi et orbi: alla città (di Roma) ed al mondo, ricorre nella benedizione papale

rivolta a tutti i fedeli.

Usque ad siderea usque ad inferos: la proprietà si intendeva in passato estendersi

dalle stelle agli inferi; ora tale concezione ha subito notevoli limitazioni.

Utile per inutile non vitiatur: le clausole nulle non sono valide, ma la restante parte

valida del negozio produce i suoi effetti, in base al principio della conservazione

degli atti.

Utiliter coeptum: attività iniziata utilmente, in particolare riferita alla negotiorum

gestio.

Utrumque ius: l’uno e l’altro diritto; ci si riferisce al diritto civile ed al diritto

canonico

V

Vacatio legis: si tratta del lasso temporale compreso tra la data della pubblicazione di

una legge sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e la data della entrata in

vigore della legge stessa. Questa “vacanza della legge” ai sensi dell’articolo 73 della

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Costituzione e dell’articolo 10 delle Preleggi al codice civile, consta di norma in 15

giorni, ma è facoltà del legislatore determinare un periodo più breve, per questioni di

urgenza, oppure più lungo, imposto dalla esigenza di una migliore comprensione di

una legge che presenta contenuti particolarmente ampi.

Vendere fumum: vendere fumo, i millantatori esistevano ai tempi di Nerone ed

esistono anche oggi!

Venia aetatis: l’abbassamento dell’età. Istituto gia conosciuto nel diritto romano,

esistente ancora oggi nel nostro codice civile laddove si prevede l’abbassamento della

maggiore età (18 anni) ai fini coniugali.

Verbatim: letteralmente

Verba volant scripta manent: altro tassello della saggezza latina che sottolinea

l’indiscussa superiorità del valore delle cose scritte rispetto a quanto comunicato in

via orale, destinato a non lasciare traccia.

Versus: letteralmente “contro”, per lo più abbreviato in Vs; si usa ancora oggi per

indicare le parti di una causa. Esempio: Caio vs/ Sempronio.

Vexata quaestio: dibattuta questione. In sede di ricorso o di relazioni di carattere

giuridico si definisce vexata quaestio la tematica, la questione oggetto di conflittualità

o di intenso, e perlopiù controverso, dibattito.

Vim vi repelle licet: “è lecito respingere la violenza con la violenza” principio a

fondamento della legittima difesa, che deve essere peraltro proporzionata all’offesa

subita.

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Vis absoluta: indica la violenza fisica che determina la non riconducibilità degli atti

compiuti alla persona oggetto di tale violenza.

Vis compulsiva: secondo il giurista romano Paolo essa consiste nella violenza

psichica, ossia nella minaccia di subire un male ingiusto.

Vitiatur et vitiat: se la clausola che contempla una condizione è viziata, l’intero

negozio è viziato.

Vitiatur sed non vitiat: si considera non apposta la condizione illecita.

Volenti non fit iniuria: non viene a determinarsi l’offesa se c’è il consenso

dell’offeso

Vox clamantis in deserto: voce nel deserto, ossia parole e consigli inascoltati.

Vox populi vox dei: voce del popolo voce di Dio. La voce, l’opinione, del popolo,

pur non avendo, a stretto rigore, una valenza giuridica, devono essere prese in

considerazione dal legislatore, dalle istituzioni e dai giudici.

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Il latino nelle meridiane

Il termine non è certamente di grande uso ma la gnomonica è molto più vicina a noi

di quanto si possa pensare e può essere definita la tecnica di costruzione di quadranti

solari correlata all’uso di uno gnomone, ossia dello stilo che con la sua ombra è in

grado di fornirci con esattezza l’ora solare. In questa tecnica o scienza che dir si

voglia rientrano varie discipline tra le quali l’astronomia e la geometria, (combinate

nell’astrometria), la trigonometria e la sciografia, ossia la scienza che studia le

ombre.

L’intento di misurare il tempo rapportandolo alla posizione del sole fa parte

integrante dell’esistenza umana: lo perseguivano le popolazioni della Mesopotamia,

lo hanno inseguito con buoni risultati gli studiosi celtici, può considerarsi una

piacevole attività dell’uomo moderno ancora oggi, in cui sembra tornato a nuova vita

l’interesse per quei meravigliosi oggetti che sono le meridiane, spesso annoverabili

come veri capolavori artistici.

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La prima meridiana o quadrante solare sembra essere stata progettata intorno al 600

a.C. dal greco Anassimandro di Mileto e nella latinità è Vitruvio Pollione, nel I

secolo a.C, a tracciarne la fisionomia e l’utilizzo compiuto nel trattato De

Architectura.

Siamo nell’anno 9 a.C. quando l’imperatore Ottaviano Augusto decide di far

costruire in Campo Marzio un gigantesco quadrante solare orizzontale, utilizzando

come gnomone un obelisco egizio depredato ad Eliopoli che oggi si può ammirare

piantato in piazza Montecitorio a Roma.

Meridiane di grande pregio e di grande interesse storico-scientifico sono visibili in

tutta Italia ed in tutto il mondo, soprattutto nelle piazze delle città d’arte: esemplari di

particolare attrattiva sono presenti nel Duomo di Milano, nella Cattedrale di

Palermo, nella Basilica di San Petronio a Bologna e nella Basilica di Santa Maria

degli Angeli a Roma.

Costante di quasi tutte le meridiane (etimologicamente: metà del giorno-

mezzogiorno) è la presenza di frasi in latino legate al trascorrere del tempo oppure ad

un auspicio di vita felice o migliore. Citiamone alcune.

Afflictis lentæ: le ore passano lente per quanti soffrono; afflictis longæ, celeres

gaudentibus horæ : lunghe sono le ore per chi soffre, veloci per chi gode; a solis

ortu usque ad occasum: dal sorgere del sole fino al tramonto indico l'ora; carpe

diem : prendi il giorno, profitta dell'oggi (Orazio);

brevis hora est: breve è il tempo (Ovidio); da mihi solem, dabo tibi horam:

dammi il sole, ti darò l'ora; discipulus est prioris posterior dies: il giorno che

segue impara dal precedente (Publilio Siro); dum fugit umbra, simul fugit

irreparabile tempus: mentre l'ombra fugge, irreparabilmente fugge il tempo; dum

loquor, hora fugit: mentre parlo, l'ora fugge (Ovidio); ex oriente lux: la luce viene

da oriente; festina lente: affrettati lentamente; fugit irreparabile tempus: fugge

irreparabile il tempo; fugit hora,ora: l'ora fugge, prega; gaudium et luctum fero:

porto la gioia ed il dolore; horas tibi serenas: ti siano serene le ore che tu trascorri; .

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horas doceo: indico le ore; in horas: d'ora in ora (Orazio Flacco); lente hora,

celeriter anni: passa lentamente un'ora, velocemente gli anni; lucem demonstrat

umbra: l’ombra evidenzia la luce; meam vide umbram, tuam videbis vitam:

guarda la mia ombra, vedrai la tua vita; nec quæ præterit hora redire potest: l'ora

passata non torna più; nemo mortalium omnibus horis sapit : nessun uomo è

saggio a tutte le ore; sicut umbra dies nostri: come ombra passano i nostri giorni;

silenter loquor: parlo in modo silenzioso; sine lumine pereo: senza luce scompaio;

sol rex regum: sole re dei re; tempora tempore tempera: mitiga le sventure col

tempo; tempus breve est: il tempo è breve ; tempus edax rerum: il tempo

divoratore delle cose (Ovidio); tempus fugit ; tempus omnia dabit ; tempus

vincit omnia: il tempo vince ogni cosa ; ultima forsan - forse [questa è] l'ultima

[ora]; ultimam time: abbi paura dell'ultima [ora] ; utere, non numera: metti le ore

a profitto non le contare; utere, non reditura: approfitta[ne], [queste ore] non

torneranno; velut umbra præterit vita hominis: come ombra passa la vita

dell'uomo; veni, vidi, vale; vita fugit sicut umbra; vita in motu: la vita [è] nel

movimento; vulnerant omnes, ultima necat: tutte [le ore] feriscono, l'ultima uccide;

vitae laudem fons canit murmure suo (riferito ad una fontana, come quella presente

in Villa Borghese a Roma); nescit occasum lumen ecclesiae; transit umbra lux

permanet; auspice coelum ut agricola.

Pro captu lectoris habent sua fata libelli............................