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Basilea 2 Terzo Pilastro Informativa al pubblico situazione al 31/12/2010 Gruppo Bancario

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Basilea 2

Terzo Pilastro

Informativa al pubblico situazione al 31/12/2010

Gruppo Bancario

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 2

Sommario

Introduzione 03 Tavola 01 - Requisito informativo generale 04 Informativa Qualitativa 04 Struttura e organizzazione della funzione di gestione dei rischi 04 Sistema dei controlli interni 06 Obiettivi e politiche di gestione dei rischi 08 Rischio di credito 08 Rischio di mercato 12 Rischio operativo 15 Rischio tasso d’interesse sul banking book 17 Rischio liquidità 19 Altri rischi 21 Tavola 02 - Ambito di applicazione 22 Informativa Qualitativa 22 Denominazione della Banca cui si applicano gli obblighi dell’informativa 22 Illustrazione dell’area di consolidamento rilevante per i fini prudenziali e di bilancio 22 Informativa Quantitativa 24 Tavola 03 - Composizione del patrimonio di vigilanza 26 Informativa Qualitativa 26 Informativa Quantitativa 28 Tavola 04 – Adeguatezza patrimoniale 30 Informativa Qualitativa 30 Informativa Quantitativa 31 Tavola 05 – Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche 32 Informativa Qualitativa 32 Definizioni di crediti “scaduti” e “deteriorati” utilizzate ai fini contabili 32 Descrizione delle metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore 33 Informativa Quantitativa 35 Tavola 06 – Rischio di credito: Informativa sui portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell’ambito dei metodi IRB 46 Informativa Qualitativa 46 Informativa Quantitativa 47 Tavola 07 – Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB 49 Tavola 08 – Tecniche di Attenuazione del Rischio 50 Informativa Qualitativa 50 Informativa Quantitativa 52 Tavola 09 – Rischio di controparte 53 Informativa Qualitativa 53 Informativa Quantitativa 55 Tavola 10 – Operazioni di cartolarizzazione 57 Informativa Qualitativa 57 Informativa Quantitativa 64 Tavola 11 – Rischi di mercato: informazioni per le banche che utilizzano il metodo dei modelli interni per il rischio di posizione, per il rischio di cambio e per il rischio di posizione in merci (IMA) 68 Tavola 12 – Rischio operativo 69 Informativa Qualitativa 69 Tavola 13 – Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario 71 Informativa Qualitativa 71

Informativa Quantitativa 78 Tavola 14 – Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario 79 Informativa Qualitativa 79 Informativa Quantitativa 81 Dichiarazione del Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari 82

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 3

Introduzione

La Banca d’Italia, con circolare 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”, ha introdotto la normativa di Basilea 2 nell’ambito del sistema bancario italiano.

La suddetta normativa prevede che le istituzioni finanziarie pubblichino i dati relativi al capitale e al risk management secondo le regole definite nell’Allegato A del Titolo IV Capitolo 1 Sezione II della menzionata circolare (cosiddetto Terzo pilastro). Le informazioni pubblicate nel presente documento, nel rispetto di tale disposto normativo, hanno carattere sia qualitativo che quantitativo, sono rese su base consolidata e sono classificate in tavole, così come previsto nell’Allegato A del Titolo IV Capitolo 1 Sezione II della circolare n. 263 della Banca d’Italia.

Per completezza si specifica che le informazioni relative al patrimonio di vigilanza ed agli assorbimenti patrimoniali sono pubblicate nella parte F della nota integrativa del bilancio consolidato; ulteriori informazioni relative ai vari tipi di rischi a cui il Gruppo è esposto sono riportate nella parte E della nota integrativa del bilancio consolidato.

Tutti gli importi, se non diversamente indicato, sono espressi in migliaia di euro.

La normativa di riferimento prevede altresì che gli enti creditizi adottino presidi organizzativi idonei a garantire la conformità degli adempimenti informativi affinché le soluzioni adottate siano inquadrate nell’ambito del sistema dei controlli interni. In tale contesto il Gruppo Banca delle Marche prevede che il documento di informativa al pubblico, redatto dalle competenti funzioni aziendali, sia valutato e validato dal Comitato Presidio Rischi, con riferimento alla qualità delle informazioni ed al rispetto dei requisiti minimi di informativa, e sia sottoposto alla verifica del Collegio Sindacale della Capogruppo per quanto riguarda l’adeguatezza delle procedure adottate. Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo valuta l’adeguatezza qualitativa delle informazioni riassunte per la rappresentazione ai terzi dell’adeguatezza patrimoniale, dell’esposizione ai rischi e delle caratteristiche generali dei sistemi preposti all’identificazione, alla misurazione e alla gestione dei rischi stessi ed è organo deputato all’approvazione del documento “informativa al pubblico”.

Il documento è inoltre soggetto ai controlli e all’attestazione del Dirigente Preposto alla Redazione dei Documenti Contabili Societari ai sensi del comma 2 dell’art. 154 bis del TUF.

Il Gruppo Banca delle Marche pubblica questa informativa al pubblico (Pillar 3), e i successivi aggiornamenti, sul proprio sito internet www.bancamarche.it, nella sezione dedicata al Bilancio e Informativa al Pubblico.

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Tavola 1. Requisito informativo generale

Informativa Qualitativa La disciplina prudenziale, contenuta nella circolare Banca d’Italia n.

263/2006, impone agli intermediari l’adozione di nuove metodologie di gestione e controllo dei rischi, e li incentiva a dotarsi di una strategia e di un processo di controllo strutturato della propria adeguatezza patrimoniale.

Agli investimenti in tecnologia e risorse per il miglioramento delle prassi gestionali fanno riscontro benefici connessi a tecniche più accurate di misurazione dei rischi e nella gestione attiva ed integrata dei medesimi.

Tali aspetti si traducono in vantaggi potenziali, in termini di maggiore efficienza e di stimolo alla competitività, anche a favore degli altri soggetti esterni (clientela, investitori, risparmiatori ecc.).

I rischi a cui il Gruppo Banca delle Marche è potenzialmente esposto hanno richiesto la predisposizione ed attivazione di metodologie e strumenti orientati a gestirli e necessari a misurare il capitale appropriato per fronteggiarli, avvalendosi di idonei strumenti e tecniche di mitigazione e traslazione.

Viene, pertanto, attribuita forte enfasi alla gestione e al controllo dei rischi, presupposto indispensabile per garantire un’adeguata creazione di valore, mantenendo la solidità finanziaria del Gruppo medesimo.

In tal senso, assumono rilievo i presidi organizzativi e di controllo a fronte delle singole tipologie di rischio che, inserendosi nel sistema organizzativo e dei controlli interni, ne assicurano una gestione efficace, efficiente e corretta. Il complesso delle regole interne, procedure operative e strutture di controllo opera in maniera integrata a diversi livelli, allo scopo di assicurare l’efficienza dei processi operativi, tutelare il patrimonio aziendale, minimizzare le perdite inattese, garantire l’affidabilità del Gruppo e il corretto svolgimento dell’attività, nel rispetto della normativa interna ed esterna.

Struttura e organizzazione della funzione di gestione dei rischi La Capogruppo, nel gennaio 2008, ha istituito la Funzione di Gestione del

Rischio, che esercita la funzione di controllo ai sensi del regolamento congiunto Banca d’Italia / Consob in materia di organizzazione degli intermediari e delle disposizioni prudenziali di Vigilanza della Banca d’Italia, assegnandone la responsabilità alla Direzione Centrale Pianificazione e Controllo Rischi per tutto il Gruppo Banca delle Marche.

La Direzione applica e mantiene le politiche e le procedure del sistema di gestione dei rischi, presiedendo al funzionamento del sistema e verificandone la conformità e il rispetto.

Assicura la valutazione del capitale assorbito e della relativa adeguatezza e verifica l’efficacia delle misure prese per rimediare alle carenze riscontrate, presentando agli Organi Aziendali relazioni sull’attività svolta e fornendo loro consulenza in materia di gestione del rischio.

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Nell’ambito della Direzione Centrale Pianificazione e Controllo Rischi, vengono attuati gli orientamenti strategici del gruppo bancario attraverso la formulazione del Piano strategico, dei Budget annuali, della Policy sul credito, realizzando l’allocazione del capitale in maniera consona ai fabbisogni rivenienti dal Piano strategico medesimo.

La definizione ed attuazione delle politiche di risk management rispondono al fine della gestione e contenimento del rischio assunto dal Gruppo, per il raggiungimento delle finalità strategiche.

Nella Direzione Centrale Pianificazione e Controllo Rischi sono presenti funzioni di indirizzo e di misurazione della performance a diversi livelli (rete, cliente, prodotto, processi) che fanno capo al Servizio Pianificazione e Controllo di gestione, e funzioni di presidio dei rischi con l’obiettivo di contenimento e gestione dei rischi declinati, realizzati nell’ambito dell’Area Capital Management. Quest’ultima è suddivisa in due servizi – Alm e Risk Management, Politiche del Credito – che sovrintendono, ciascuno per la propria competenza, ai sistemi di gestione del rischio.

Le suddette attività di gestione dei rischi vengono riportate e discusse nella riunione mensile del Comitato Presidio Rischi, organo collegiale avente potere deliberativo, consultivo e informativo, costituito allo scopo di assicurare il presidio e la gestione integrata dei rischi e la salvaguardia del valore aziendale.

Il Comitato Presidio Rischi ha la funzione di attuare le linee guida derivanti dalle decisioni assunte dal Consiglio di Amministrazione in tema di gestione e controllo dei rischi, assicurando l’indirizzo e il coordinamento delle principali azioni, nel rispetto delle indicazioni delle Autorità di Vigilanza.

In tale ambito verifica la coerenza dei requisiti patrimoniali e dell’impatto del rischio con le politiche di gestione del patrimonio, accertando che l‘esposizione complessiva ai rischi rientri nei limiti regolamentari e altresì che l’evoluzione del profilo rischio/rendimento sia coerente con le linee strategiche definite dal Consiglio di Amministrazione. Inoltre, esamina la valutazione sull’adeguatezza attuale e prospettica del capitale economico e regolamentare del Gruppo (Internal Capital Adequacy Assessment Process, ICAAP).

Il Comitato Presidio Rischi, per i rischi diversi dai rischi di mercato e di controparte, rischi di tasso di interesse su portafoglio bancario, rischi di liquidità e rischi derivanti da cartolarizzazione, le cui attività sono conferite al Comitato ALM, valuta e approva le metodologie, le procedure e il reporting verso l’Alta Direzione; inoltre, valida le policy per l’approvazione del Consiglio di Amministrazione.

Il Gruppo, nella gestione dei rischi, utilizza “modelli di funzionamento” definiti in specifiche policy approvate dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo e delle società controllate, articolati in strutture e processi operativi, sistemi gestionali, metodi di lavoro e flussi informativi, reportistica periodica volta a misurare i fattori di rischio secondo un processo continuativo. Tale approccio è conforme alla Circolare della Banca d’Italia n. 263/2006, che

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ha imposto ad ogni intermediario di introdurre sistemi di gestione del rischio e di sviluppare il processo ICAAP. Tale sistema di analisi aziendale è volto a sistematizzare tutti gli elementi ed i fattori importanti per il buon governo dei rischi aziendali, ai fini della prudente e sana gestione, nel rispetto del principio di proporzionalità, legata alla dimensione e alla complessità delle banche.

Le attività svolte nel continuo a presidio della gestione del rischio del Gruppo trovano la loro sintesi nel processo ICAAP di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale tra il patrimonio assorbito dai rischi (capitale interno) e i mezzi patrimoniali (capitale) individuati per la sua copertura.

Attraverso l’ICAAP il Gruppo compie l’autonoma valutazione della propria adeguatezza patrimoniale, tenendo conto del livello dei rischi, della struttura di governo e di controllo, del sistema di gestione dei rischi, degli obiettivi strategici e delle variabili di contesto.

In tale ambito la funzione di gestione dei rischi assicura lo sviluppo e l’aggiornamento delle metodologie e degli strumenti connessi all’identificazione, valutazione e controllo dei rischi aziendali e di Gruppo, promuovendo la cultura del rischio a livello aziendale e, in particolare, ha il compito di:

• garantire la formulazione della Policy dei singoli rischi; • individuare le metodologie e gli strumenti finalizzati all’identificazione,

misurazione, valutazione, controllo, gestione e attenuazione dei rischi rilevanti sottoponendoli all’approvazione dei Comitati di presidio dei Rischi;

• assicurare la coerenza tra le strategie espresse dal Consiglio di Amministrazione e i limiti previsti dalla normativa aziendale per l’assunzione dei singoli rischi;

• predisporre adeguata informativa per il Collegio Sindacale e per le altre funzioni di controllo;

• fornire assistenza e supporto alle Strutture coinvolte nel processo ICAAP, in particolare nella gestione delle azioni correttive;

• curare il processo di reporting per i Comitati di presidio dei rischi per le materie di loro specifica competenza;

• valutare la copertura di eventuali oscillazioni derivanti da rischi assunti, proponendo, nel caso, operazioni di capital management da sottoporre all’approvazione del Consiglio di Amministrazione.

Sistema dei controlli interni Il sistema dei controlli interni, costituito dalle regole, procedure e

strutture organizzative, è finalizzato, tramite la misurazione, gestione e monitoraggio dei rischi, ad una conduzione dell’impresa sana, corretta e coerente con gli obiettivi strategici prefissati.

Il sistema dei controlli interni, tipicamente articolato su tre livelli, è l’insieme delle regole, delle procedure e delle strutture organizzative che mirano ad assicurare il rispetto delle strategie aziendali e il conseguimento delle finalità, dell’efficacia ed efficienza dei processi aziendali, della

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salvaguardia del valore delle attività e protezione dalle perdite, dell’affidabilità e integrità delle informazioni contabili e gestionali, della conformità delle operazioni con la legge, la normativa di vigilanza nonché con le politiche, i piani, i regolamenti e le procedure interne.

Controllo e governo societario concorrono al buon funzionamento dell’impresa, nel rispetto degli obiettivi di sana e prudente gestione, onde perseguire una duratura creazione di valore, aumentare la fiducia degli investitori e assicurare la stabilità e la redditività di lungo periodo.

Il governo societario di Banca Marche e delle società del Gruppo è fondato sul modello di amministrazione e controllo tradizionale, con la corretta individuazione e separazione delle funzioni di:

• supervisione strategica, che determina indirizzi e obiettivi aziendali strategici e verifica la loro attuazione;

• gestione dell’operatività aziendale, volta a realizzare gli obiettivi strategici; • controllo della regolarità dell’attività di amministrazione e dell’adeguatezza

degli assetti organizzativi e contabili. Il sistema dei controlli coinvolge, con diversi ruoli, gli Organi societari e

l’organizzazione aziendale e di Gruppo. In tale ambito, la funzione di Audit del Gruppo assicura, in linea con gli

indirizzi formulati dalla Capogruppo, il processo di revisione interna del sistema di gestione dei rischi, al fine di garantire che il Gruppo sia dotato, nel continuo, di una governance dei rischi adeguata e coerente con i propri obiettivi strategici e con le risk policy in vigore. Inoltre, effettua un’attività di revisione sull’adeguatezza e sulla rispondenza del processo di determinazione dell’ICAAP rispetto ai requisiti stabiliti dalla normativa, individuando le aree di miglioramento e verificandone, nel tempo, l’attivazione e l’impatto degli interventi attuati.

La funzione di Compliance, istituita in seno alla Capogruppo, ha il compito di verificare che la normativa e le procedure interne siano coerenti con l’evoluzione delle norme esterne. Inoltre, ha la responsabilità di relazionare agli Organi Aziendali sui rischi di compliance in una visione sistemica e di individuare, ove opportuno, idonee soluzioni per l’attenuazione/eliminazione di tale classe di rischi, condividendole con le altre funzioni facenti parte del sistema dei controlli, ciascuna per i propri ambiti di competenza. La funzione ha il compito di valutare i rischi legali e reputazionali legati alla non conformità alla normativa esterna (ad es. Vigilanza) o di autoregolamentazione ( statuti, codici di condotta, codici di autodisciplina).

Si rileva che Banca delle Marche, nell’ambito di programmi di emissioni obbligazionarie sull’euromercato (c.d. EMTN acronimo di European Medium Term Notes), ha emesso obbligazioni quotate presso la borsa del Lussemburgo scegliendo l’Italia come Stato membro d’origine e conseguentemente ha maturato l’obbligo – previsto dall’art. 154 bis del TUF modificato dal D.Lgs 195/2007 di recepimento della Direttiva Transparency – di istituire la funzione di “Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari” .

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L’art. 154 bis del TUF prevede al comma 4 che il Consiglio di Amministrazione vigili affinché il Dirigente Preposto disponga di adeguati poteri e mezzi per l'esercizio dei compiti a lui attribuiti, nonché sul rispetto effettivo delle procedure amministrative e contabili. In ragione di ciò, il Dirigente Preposto, in Banca Marche, ha facoltà di:

• accesso libero a tutte le informazioni ritenute rilevanti per l’assolvimento dei propri compiti, sia all’interno della società sia all’interno delle società del gruppo, garantendo la riservatezza dei documenti e delle informazioni acquisite;

• avvalersi delle strutture responsabili dei processi amministrativo contabili per le analisi di processo necessarie;

• attivare i canali informativi necessari con le altre Funzioni aziendali al fine di assicurarsi le informazioni necessarie per il presidio dei processi amministrativo contabili;

• avvalersi di un’adeguata struttura di staff (Servizio Controlli Contabili) per lo svolgimento dei compiti attribuiti;

• spesa nei limiti del budget approvato annualmente dal Consiglio di Amministrazione di Banca Marche.

Obiettivi e politiche di gestione dei rischi

RISCHIO DI CREDITO Il rischio di credito è il rischio che, nell'ambito di un'operazione creditizia,

il debitore non assolva, anche solo in parte, agli obblighi di rimborso del capitale e di pagamento degli interessi.

La politica del credito del Gruppo Banca Marche, descritta nel Piano Industriale approvato dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, persegue l’obiettivo del sostegno finanziario ai territori d’insediamento, in particolare in questo prolungato e difficile momento congiunturale che richiede un rilevante sostegno all’economia locale e lo sviluppo e mantenimento di relazioni privilegiate con la piccola e media impresa. Particolare importanza riveste il sostegno ai liberi professionisti e, soprattutto, al segmento delle famiglie consumatrici caratterizzate da specifiche attività finalizzate al supporto delle situazioni di difficoltà, al rilancio del credito al consumo e all’offerta di mutui casa.

Gli obiettivi strategici in ambito creditizio, sono sintetizzati in un documento di indirizzo delle linee guida di politica creditizia del Gruppo (c.d. Loan Policy) che assicura l’adozione e l’utilizzo di principi creditizi, norme e processi per l’erogazione del credito e il suo monitoraggio al fine di permettere una più consapevole ed efficiente allocazione del capitale economico e regolamentare a disposizione del Gruppo Bancario.

Le strategie e le politiche creditizie sono state indirizzate alla diversificazione del portafoglio con l’obiettivo di limitare la concentrazione delle esposizioni su singole controparti o gruppi e su specifici settori di attività; ciò nell’ambito di un’efficiente selezione della clientela affidata sulla quale

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procedere a un’accurata analisi del merito creditizio. A tal proposito la policy creditizia si è arricchita di uno specifico regolamento, costantemente aggiornato, per la verifica delle situazioni di concentrazione sulla propria clientela, sui settori di attività economica agiti nonché sui possibili rischi di concentrazione in ambiti geografici.

L’obiettivo del mantenimento dell’elevata qualità del portafoglio impieghi, richiede l’adozione di specifiche procedure informatiche finalizzate all’integrazione dei sistemi di valutazione del merito di credito basati su modelli di rating interno (cfr. Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche – Basilea2 - circolare Banca d’Italia n. 263 del 27/12/2006) e con strumenti di mitigazione del rischio nell’ambito dei processi di erogazione e monitoraggio del credito.

Per quanto riguarda il sistema di rating interno, è già disponibile per la clientela imprese e famiglie della Capogruppo e della CARILO il modello di rating andamentale di controparte (PD), attribuito in funzione dell’analisi del bilancio, del profilo andamentale e dei dati andamentali esterni.

Lo sviluppo della modellistica ha riguardato anche la valutazione delle operazioni in prima accettazione il cui motore di calcolo, già presente e in fase di revisione sul segmento Retail, è in corso di test per l’attivazione, presso la Capogruppo, all’interno della procedura di concessione affidamenti (PEF) per gli altri segmenti di clientela.

I modelli di rating uniscono alla componente statistica del modello il giudizio di esperti del settore del credito mediante un processo strutturato denominato “override”, attraverso un applicativo già disponibile presso la Capogruppo, il cui funzionamento sarà presto esteso a livello di Gruppo Bancario, che consente lo svolgimento, in maniera strutturata, di tutte le fasi per la richiesta e l’eventuale modifica del giudizio finale.

Il modello statistico sulla perdita in caso di insolvenza (LGD – Loss Given Default), per la cui stima la Capogruppo dispone di una dettagliata e profonda base dati sulle sofferenze estinte arricchita con informazioni reperite sui supporti cartacei, è già stato sviluppato internamente secondo le specifiche regolamentari in modo da tenere in conto tutti i costi rilevanti, diretti e indiretti, collegati al recupero del credito e l’effetto di attualizzazione dei flussi. La Capogruppo ha già avviato le attività per il suo utilizzo distribuito, già nelle fasi di istruttoria, degli affidamenti e per la modulazione dei prezzi (pricing risk-adjusted). Le evidenze sui tassi di rientro in bonis per le diverse categorie di default consentono di completare la stima del tasso di recupero osservato sulle sole esposizioni trasferite a sofferenza (c.d. cure rate). La Capogruppo ha avviato le attività per il suo utilizzo distribuito nelle fasi di modulazione dei prezzi (pricing risk-adjusted).

Riguardo all’esposizione in caso di insolvenza (EAD – Exposure At Default), la Capogruppo ha completato lo sviluppo dei propri modelli interni per la stima di tale indicatore.

I processi di convalida del sistema interno di rating (intesi come insieme formalizzato di attività, strumenti e procedure per stabilire l’accuratezza delle

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stime delle componenti di rischio) saranno compiutamente eseguiti da una specifica funzione aziendale costituita presso la Capogruppo. Tale processo valuta anche che il sistema interno di rating influenzi adeguatamente le fasi gestionali di determinazione del pricing, della concessione e rinnovo degli affidamenti e di misurazione dei rischi associati.

L’indicazione del livello di rating delle controparti “rated” è presente, da tempo, nelle principali procedure operative delle Banche del Gruppo, e dall’inizio del 2010 è divenuto un elemento fondamentale per la determinazione dell’organo delegato alla concessione degli affidamenti presso la Capogruppo.

La gestione aggregata a livello di Gruppo Bancario della composizione ed esposizione delle controparti e dei gruppi economici dei clienti comuni è garantita da due appositi applicativi, ”Anagrafe di gruppo” e “Mappa dei gruppi economici e finanziari di gruppo”, con i quali è possibile visionare e governare tutte le informazioni della clientela, presupposto indispensabile per le attività di costruzione del sistema interno di rating e per le nuove segnalazioni di vigilanza.

Nell’ambito delle attività di monitoraggio andamentale, unitamente alle indicazioni fornite dal Sistema Interno di Rating, la Capogruppo dispone di uno strumento di early-warning denominato PUARC (Punteggio Unico Aziendale Rischio Cliente), attribuito alle singole posizioni affidate al fine di valutare i comportamenti operativi della clientela, rendendo più efficiente ed efficace il sistema dei controlli.

La gestione del monitoraggio operativo viene svolta mediante la procedura “S.G.R. - Sistema gestione del rischio” che mette a disposizione degli organi decisionali una “scrivania elettronica” tramite la quale intervenire in tempi rapidi nei casi di insorgenza di anomalie. Si sostanzia, pertanto, nel costante monitoraggio del portafoglio crediti a qualsiasi livello gerarchico.

Integrato con SGR, il Gruppo dispone della procedura “SGS - Sistema gestione sofferenze”, che consente la gestione e la contabilizzazione dei rapporti trasferiti a sofferenza e contiene le informazioni necessarie alla stima della perdita in caso di insolvenza (LGD).

Le attività di controllo andamentale delle posizioni affidate includono la rilevazione automatica delle posizioni che presentano pagamenti in ritardo o scaduti (past-due), iscrizioni pregiudizievoli (ipoteche giudiziali e legali), quella di protesti e fallimenti e dei flussi di ritorno ricevuti dalla Centrale dei Rischi, la rappresentazione della clientela interessata da “sofferenza allargata”.

Le fasi di istruttoria e di concessione sono supportate dalla procedura PEF - pratica di fido elettronica - che consente la gestione di tutta la fase di istruttoria che incorpora la componente di valutazione qualitativa necessaria a completare il processo di attribuzione del rating di controparte.

La PEF automatizza alcune fasi gestionali di fondamentale importanza nel processo di concessione del credito quale la determinazione dello scoring di prima accettazione, razionalizzando ed omogeneizzando quello già in uso da tempo per il segmento Retail (privati/famiglie).

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La Vice Direzione Generale Mercato della Capogruppo effettua la propria attività deliberativa e di presidio del rischio di credito, nonché di indirizzo, dando disposizioni operative a livello di Gruppo Bancario.

Rilevante è l’attività di verifica del trend congiunturale svolto periodicamente mediante uno studio monografico sull’andamento dei settori merceologici di maggiore importanza tra quelli presenti sul territorio in cui opera il Gruppo Bancario.

Inoltre, in attuazione alle disposizioni contenute nel Regolamento di Gruppo, la Vice Direzione Generale Mercato della Capogruppo formula pareri preventivi di coerenza alle politiche imprenditoriali di Gruppo, relativamente alla concessione, da parte delle altre Aziende appartenenti al Gruppo Banca Marche, di finanziamenti di importo rilevante.

Sono svolte attività di verifica sulle posizioni in comune con le controllate affinché il censimento/classificazione sia il più possibile omogeneo e al fine di tutelare al meglio le ragioni di credito del Gruppo Bancario.

La mitigazione del rischio di credito è un tema fondamentale nella definizione delle politiche creditizie del Gruppo Bancario che, prescindendo dalle metodologie adottate per la determinazione del merito creditizio, continua a essere indirizzata verso l’accrescimento delle capacità professionali delle risorse impiegate nel processo di concessione ed erogazione del credito, con investimenti effettuati e programmati in formazione. Permane, comunque, fondamentale l’importanza riguardo all’analisi e l’individuazione della capacità del richiedente di generare autonome risorse finanziarie.

Con il Nuovo Accordo di Basilea, inoltre, si è avuto un ampliamento delle tecniche di attenuazione del rischio di credito riconosciute ai fini del calcolo dell’assorbimento patrimoniale purché assistito da precisi requisiti organizzativi, economici e legali.

Allo scopo la Capogruppo dispone di un apposito applicativo di Gestione Amministrativa delle Garanzie (GAG) per assicurare la conformità della garanzia alle indicazioni normative (verifica della “certezza giuridica”, della validità, efficacia e opponibilità ai terzi). Essa gestisce le caratteristiche peculiari di ogni tipo di garanzia, in particolare raccoglie in forma strutturata le informazioni riguardanti gli immobili in garanzia e utilizzabili ai fini della rivalutazione periodica prevista dalla normativa. Evidenzia, inoltre, il valore di mercato dei pegni su titoli.

A livello di strategie operative, per le controparti del segmento delle imprese, al fine di frazionare il rischio “settore/cliente”, il Gruppo Bancario ha fornito alla propria rete commerciale indirizzi di sostegno finanziario per iniziative specifiche frazionate e, per quanto riguarda il settore edile, con unità immobiliari commercialmente appetibili.

Le iniziative di finanziamento, normalmente, devono essere sostenute anche dagli imprenditori con il giusto apporto di capitale di rischio.

Al fine di limitare la durata delle operazioni a M/T si è disposto, soprattutto per quelle strumentali (opifici ecc.) di ridurre entro i 10 anni (incluso il preammortamento) la durata delle operazioni ipotecarie, o di

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indirizzare la clientela verso forme di sostegno finanziario erogate dal Gruppo Banca Marche attraverso operazioni di leasing erogate dalla società Medioleasing.

Particolarmente importanti sono le operazioni assistite da garanzie personali dell’imprenditore e, per le piccole e medie imprese, anche quelle rilasciate dai consorzi di garanzia (Confidi) a favore dei propri associati.

Gli affidamenti concessi alla clientela privata (retail) sono costituiti prevalentemente da mutui residenziali destinati all’acquisto dell’abitazione e sono sempre assistiti da garanzia ipotecaria conforme a quanto previsto dalla normativa sul credito fondiario (Loan to Value pari o inferiore all’80%).

RISCHIO DI MERCATO Il rischio di mercato è il rischio generato dall’operatività sui mercati

riguardanti gli strumenti finanziari, le valute e le merci e rileva soprattutto sul portafoglio di negoziazione.

Il processo di gestione dei rischi di mercato nel Gruppo Banca delle Marche è volto a valutare e gestire tutte le posizioni esposte ai fattori di rischio rilevanti per gli investimenti finanziari:

• rischio di posizione sul portafoglio di negoziazione a fini di Vigilanza, che si compone di: a. rischio generico su titoli di debito, di capitale e relativi derivati, legato

alla volatilità dei fattori di rischio tipici dei mercati in cui ogni portafoglio opera ed alla sensitivity degli strumenti in portafoglio rispetto ai fattori stessi;

b. rischio specifico su titoli di debito e di capitale e relativi derivati, legato alla natura dell’emittente dei titoli di debito e di capitale che compongono i portafogli: per le obbligazioni è legato al rischio di default dell’emittente, per le azioni è il rischio non diversificabile;

c. rischio di posizione su quote di O.I.C.R.; • rischio di regolamento: il rischio connesso con la mancata consegna alla

scadenza del contratto dei titoli o degli importi di denaro dovuti dalla controparte per operazioni relative al portafoglio di negoziazione di vigilanza;

• rischio di cambio, riferito all’intero bilancio, rappresentativo del rischio di subire perdite per effetto di avverse variazioni dei corsi delle divise estere. Le società del Gruppo che effettuano operazioni rientranti nell’ambito del

portafoglio di negoziazione sono Banca Marche e Carilo. Di conseguenza, il rischio di mercato è in capo a tali società del Gruppo.

Al fine di ottenere una maggiore completezza conoscitiva dei rischi di mercato di tutto il portafoglio finanziario, la Banca ha deciso di estendere il controllo gestionale dei predetti rischi anche al portafoglio titoli del Banking Book delle Banche del Gruppo.

Il portafoglio finanziario è stato articolato in una struttura ad albero, costituita da Portafogli Elementari e Portafogli Aggregati. La finalità di tale articolazione è quella di delineare centri di profitto specifici, atti a trattare

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 13

classi di strumenti finanziari omogenei per tipologia di rischi da essi rivenienti, per mercati di riferimento o per finalità operativa.

La definizione dell’operatività caratteristica di ogni portafoglio, corrispondente all’individuazione dello specifico ruolo strategico assegnato ad ognuno di essi, consente, inoltre, di riferire agli stessi la misurazione e la valutazione del profilo di rischio-rendimento nell’ambito della policy definita.

Il modello di governance definito a presidio del processo di controllo del rischio di mercato del Gruppo si fonda sui seguenti principi:

• separazione tra i processi di assunzione ed i processi di controllo del rischio di mercato;

• sviluppo dei processi di controllo e gestione del rischio di mercato, coerentemente con la struttura gerarchica del Gruppo e mediante un processo di deleghe;

• chiarezza delle responsabilità degli organi e delle funzioni aziendali e adeguatezza dei flussi informativi;

• conformità dei processi di gestione e monitoraggio del rischio con le indicazioni della vigilanza prudenziale. Il processo di gestione del rischio si articola in quattro sotto-processi:

a) Definizione / revisione modello. La metodologia relativa al rischio di mercato, sia in fase di prima applicazione sia in fase di eventuali aggiornamenti, viene validata dal Comitato ALM ed approvata dal Consiglio di Amministrazione. Il modello definito ed approvato è comunicato alle funzioni competenti responsabili della relativa implementazione.

b) Limiti e soglie di sorveglianza. Il sistema dei controlli interni prevede che per ogni tipologia di portafoglio siano fissati limiti e soglie di sorveglianza in termini di:

• posizione nominale; • rischio; • loss warning level.

Il livello di capitale assorbito assegnato dal Consiglio di Amministrazione (limite di rischio) indica quanta parte del patrimonio viene allocata al portafoglio complessivo per lo svolgimento dell’operatività sui mercati finanziari e costituisce un indicatore della massima perdita potenziale del valore del portafoglio, entro un certo intervallo di confidenza e in un determinato orizzonte temporale, a fronte di variazioni avverse di una serie di fattori di mercato (tassi di interesse, tassi di cambio, corsi dei titoli azionari, volatilità, ...)

c) Monitoraggio rischi e reporting. Lungo la catena dei poteri delegati o sub-delegati, nel caso in cui risulti dalle posizioni rilevate giornalmente il superamento dei limiti operativi prefissati, la posizione deve essere sottoposta alla valutazione del soggetto gerarchicamente superiore, il quale lo approva per iscritto, tenuto conto della stabilità degli obiettivi aziendali. Sia in caso di

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approvazione sia in caso contrario, lo stesso darà indicazioni per la gestione dello sconfinamento e le eventuali azioni correttive. Il processo è curato dal Servizio ALM e Risk Management, che è responsabile del reporting giornaliero e della conservazione di tutta la documentazione. Inoltre, mensilmente, il Servizio ALM e Risk Management predispone la reportistica periodica da indirizzare al Comitato ALM contenente l’andamento dei rischi e della correlata performance. L’insieme del set informativo fornito al Comitato Alm permette di individuare eventuali azioni di mitigazione dei rischi attraverso la ridefinizione degli indirizzi o di appropriate politiche di copertura.

d) Analisi impatti nuove tipologie di strumenti finanziari. Tale sottoprocesso è attivato in caso di acquisizione di nuove tipologie di strumenti finanziari, per le quali è previsto che il Servizio ALM e Risk Management effettui una valutazione di impatto sul profilo di rischio di mercato ed un’analisi sull’eventuale necessità di implementazione di modellistica aggiuntiva. I risultati di tale analisi sono riferiti al Comitato ALM per l’approvazione dell’operazione.

Per il calcolo delle configurazioni di rischio e per la valutazione dei limiti il Gruppo utilizza dal mese di luglio 2009 un modello di Value at Risk (VaR) di tipo parametrico, con approccio delta-normal, per il calcolo del rischio generico sui titoli di debito e dei rischi generico e specifico sui titoli di capitale e sulle quote di O.I.C.R..

Il calcolo del VaR è basato su un orizzonte temporale di 10 giorni lavorativi, un intervallo di confidenza del 99% ed una profondità delle serie storiche per le volatilità e le correlazioni pari a 150 giorni lavorativi.

Per gli altri rischi di mercato a cui il Gruppo è esposto (rischio specifico per il comparto obbligazionario, di regolamento, di controparte e concentrazione sul portafoglio di negoziazione, rischio di cambio sull’intero bilancio) viene replicata giornalmente la modellistica standard di Vigilanza, i cui algoritmi sono stati riprodotti con strumenti informatici.

Nel biennio 2009-2010 la Banca ha implementato un’evoluzione del calcolo del VaR parametrico con l’introduzione di un modello di simulazione storica full evaluation finalizzato a superare le ipotesi sulle distribuzioni dei rendimenti poste alla base del precedente modello e di aumentare l’accuratezza della stima del rischio per gli strumenti non lineari.

Attualmemente il VaR a simulazione storica è calcolato per il Trading Book giornalmente, in parallelo con il Var parametrico, per un successivo passaggio all’utilizzo della nuova metodologia nel sistema di controllo dei limiti.

Ad ottobre 2008 è stata introdotta la Market Risk Policy, periodicamente aggiornata al fine di rafforzare il presidio in termini di valutazione e di elaborazione dei rischi dei nuovi strumenti finanziari, mediante una stringente definizione del processo di operatività in nuove tipologie di strumenti finanziari

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e con la progressiva evoluzione dei modelli di calcolo dei rischi di mercato, con approcci sempre più sofisticati.

I più recenti aggiornamenti che il Consiglio di amministrazione ha apportato a tale policy riguardano l’ampliamento delle tipologie di strumenti finanziari ammessi nei portafogli, in seguito ad una evoluzione della modellistica di pricing, e l’introduzione di un controllo mensile sul mantenimento nel continuo delle condizioni verificate o ipotizzate inizialmente riguardo al grado di liquidabilità del mercato di riferimento dei titoli presenti nel portafoglio di trading.

Gli aggiornamenti alla policy sono stati applicati senza apportare modifiche nell’assetto del governo dei rischi.

Inoltre, la Capogruppo ha adottato un approccio di rischio incrementale per effettuare prove di stress, basandosi sull’ipotesi di effetti distorsivi causati da possibili crisi nei mercati finanziari. In particolare, si è ipotizzato un aumento significativo della volatilità dei singoli fattori di rischio ed una contemporanea diminuzione delle loro correlazioni (e che, quindi, il portafoglio non possa beneficiare appieno degli effetti di mitigazione del rischio derivanti, in situazione di normalità, dalla diversificazione delle attività).

RISCHIO OPERATIVO Il rischio operativo è il rischio di subire perdite derivanti

dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Nel rischio operativo è compreso il rischio legale, mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione. Tale rischio va riferito all’intera attività bancaria e finanziaria delle società del Gruppo.

Il Gruppo Banca delle Marche ha definito il quadro complessivo per la gestione dei rischi operativi assegnando specifici ruoli e responsabilità, emanando apposita normativa interna e definendo processi organizzativi per la valutazione e misurazione, gestione, controllo e mitigazione.

Al Consiglio di Amministrazione della Capogruppo sono attribuite funzioni relative alle scelte strategiche e di indirizzo sul governo dei rischi operativi, mentre al Collegio Sindacale è assegnato il compito di vigilare sull’adeguatezza e sulla rispondenza del sistema di gestione e controllo.

Il Comitato Presidio Rischi è il principale referente per le attività di analisi, misurazione, monitoraggio e mitigazione dei rischi operativi. Tale organo ha il compito di attuare le linee guida derivanti dalle decisioni assunte dal Consiglio di Amministrazione in tema di gestione e controllo di tali rischi, assicurando il coordinamento e l’indirizzo delle principali azioni.

La responsabilità delle attività relative al sistema di gestione dei rischi operativi è assegnata alla funzione responsabile della gestione dei Rischi a livello accentrato per tutte le società del Gruppo. La funzione di ORM (Operational Risk Management – nucleo specialistico della funzione di gestione dei rischi) è responsabile della definizione, implementazione e manutenzione del modello di misurazione e controllo nonché dell’attuazione del framework metodologico ed organizzativo complessivo; inoltre è responsabile della

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misurazione del profilo di rischio, del reporting verso gli organi di vertice e della verifica dell’efficacia degli interventi di mitigazione. Il modello adottato prevede responsabilità decentrate presso tutte le strutture delle società del Gruppo al fine della raccolta e censimento degli eventi di perdita operativa e della valutazione prospettica dell’analisi di scenario. La responsabilità del riscontro, nella contabilità aziendale, dei dati di perdita raccolti, è assegnata alle funzioni di Contabilità Generale delle singole società del Gruppo; i presidi ed i controlli di secondo livello, anche ai fini della validazione dei dati raccolti vengono effettuati dall’unità accentrata di ORM presso la funzione di Risk Management.

La Capogruppo e le società del Gruppo si sono dotate, ai fini del metodo adottato per il calcolo dei requisiti patrimoniali (TSA), di adeguati controlli interni e di un efficace sistema di gestione dei rischi operativi, oltre ai meccanismi di governo societario previsti dalle Disposizioni di Vigilanza.

In conformità alle prescrizioni regolamentari, il sistema di gestione prevede responsabilità chiaramente assegnate e contempla gli elementi caratterizzanti previsti dalla Vigilanza:

• la classificazione delle attività per linee di business; • il sistema di raccolta e conservazione dei dati di perdita (LDC); • la valutazione dell’esposizione ai rischi operativi (RSA); • il sistema di reporting.

Il sistema di gestione, i cui requisiti di idoneità sono attestati dagli organi societari, viene certificato dal processo di autovalutazione annuale, eseguito da tutte le società del Gruppo che rientrano nel perimetro TSA, e sottoposto alla verifica periodica da parte della funzione di revisione interna.

Il monitoraggio dei rischi operativi è realizzato mediante specifici reporting periodici riguardanti dati interni di perdita, confronto con i dati esterni consortili (ABI-DIPO – Database delle Perdite Operative) e posizionamento a livello di sistema, valutazione prospettica dell’analisi di scenario per i principali ambiti mappati. Sulla base delle informazioni censite vengono attivati gli eventuali interventi ai fini della mitigazione.

Il sistema di gestione dei rischi operativi è stato implementato nel corso del 2009, in termini di modello organizzativo, metodologie adottate e processi definiti. Nel corso del 2010 è proseguita l’attività di implementazione volta ad abilitare la Banca ed il Gruppo alla futura adozione dei Metodi Avanzati (AMA) in ottica regolamentare.

Il Gruppo Banca delle Marche attua una politica tradizionale di trasferimento del rischio operativo mediante opportune coperture assicurative volte alla mitigazione degli impatti derivanti da eventuali perdite inattese. Inoltre, il Gruppo si è dotato di un piano di continuità operativa che definisce e norma processi, responsabilità e presidi per la gestione di tutte le iniziative finalizzate al contenimento, entro livelli accettabili, dei danni conseguenti ad eventi estremi quali incidenti o catastrofi.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 17

RISCHIO TASSO D’INTERESSE SUL BANKING BOOK Il Gruppo Banca Marche, allo scopo di misurare e monitorare il rischio di

tasso di interesse, si è dotato di un sistema di Asset & Liability Management (ALM), con il principale obiettivo di favorire una macrogestione integrata e strategica delle poste di bilancio attive e passive e degli strumenti fuori bilancio. Tale gestione è finalizzata, nel breve periodo, al controllo e all’ottimizzazione del risultato economico dell’esercizio e, nel lungo periodo, alla massimizzazione del valore patrimoniale del Gruppo.

Il Gruppo si avvale di una politica di gestione del rischio tasso (Interest Rate Risk Policy), comprendente un sistema di limiti/soglie di sorveglianza coerente con la natura e la complessità dell’attività svolta, anche in relazione al rischio insito nei nuovi prodotti e tipi di attività.

La gestione del rischio di tasso è accentrata presso la Capogruppo, che definisce le linee guida per la gestione integrata dei rischi a livello di Gruppo ed è responsabile della redazione della relativa Policy. I soggetti principalmente coinvolti nel modello di gestione del rischio tasso di interesse sono i seguenti:

• la funzione di Risk Management, che assicura il controllo del rischio tasso, definendo il modello di gestione del rischio, sottoponendolo a prove di stress e monitorando il rispetto dei limiti/soglie di sorveglianza;

• il Comitato ALM, con ruolo di elaborazione delle politiche di gestione e di controllo del rischio tasso, in coerenza con gli obiettivi di rischio-rendimento definiti dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo;

• l’Area Finanza della Capogruppo e le funzioni di concessione del credito, che operano sugli strumenti finanziari e sui prodotti del banking book, ciascuna per le proprie competenze, in coerenza con le linee guida definite nella Policy per la gestione del rischio di tasso e nel rispetto dei limiti/soglie di sorveglianza definiti dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo. Le fonti di generazione del rischio di tasso per la Banca sono state

individuate nei processi del credito, della raccolta e della finanza per finalità diverse da quelle di negoziazione.

L’indicatore di riferimento per il calcolo dell’indicatore di rischio, del livello dei limiti e delle soglie di sorveglianza è misurato in termini di sensitivity di valore economico delle attività e passività in bilancio rispetto a uno shift parallelo della curva dei tassi di ±200 bps, in rapporto al patrimonio di vigilanza. In particolare, è considerata la variazione di valore economico generata dal solo scenario avverso: quindi si utilizza lo scenario di shift verso l’alto oppure quello verso il basso, scegliendo quello che dei due genera una riduzione di valore.

Viene inoltre determinato, tramite il modello di reddito, l’impatto sul margine di interesse a seguito di shift verso l’alto e verso il basso della curva dei tassi, in questo caso di ±100 bps.

La reportistica relativa alla misurazione del rischio di tasso di interesse viene sottoposta con frequenza mensile al Comitato ALM. Sia per la

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 18

Capogruppo che per le singole Legal Entities (Carilo e Medioleasing) vengono prodotti degli indicatori di variazione del margine di interesse sul margine complessivo e di variazione del valore economico sul patrimonio di vigilanza in caso di shock paralleli della curva. La reportistica prodotta è corredata da opportuni approfondimenti relativi alle principali poste di bilancio (mutui, prestiti obbligazionari e operazioni fuori bilancio).

Il Comitato ALM, nel valutare i risultati delle analisi sul rischio tasso di interesse, approva eventuali azioni correttive mirate all’attenuazione del rischio in oggetto individuando le politiche di copertura ritenute più idonee; ciò nell’ottica di immunizzare il portafoglio bancario dalle variazioni di fair value della raccolta e degli impieghi causate dai movimenti della curva dei tassi di interesse.

In particolare per le coperture di fair value, le operazioni in essere sono coperture specifiche con cui la Banca riduce il rischio tasso di interesse su strumenti finanziari del passivo (prestiti obbligazionari emessi) o dell’attivo (titoli o crediti), negoziando contratti di Interest Rate Swap (IRS) o di Interest Rate Option (cap/floor) con controparti istituzionali.

Per la Controllata Carilo le coperture sono stipulate con la Capogruppo, che provvede a replicare specularmente tali coperture sul mercato.

Si elencano di seguito le diverse tipologie di copertura in essere, descrivendo gli strumenti finanziari oggetto delle stesse e la natura dei rischi coperti:

• copertura di prestiti obbligazionari a tasso fisso, con l’obiettivo di immunizzare le variazioni di fair value della raccolta obbligazionaria a tasso fisso delle Banche del Gruppo, causate dai movimenti della curva dei tassi di interesse. Tali tipologie di copertura riguardano tassi fissi plain vanilla, zero coupon o step up callable;

• copertura di prestiti obbligazionari a tasso variabile con opzione da non scorporare, con l'obiettivo di immunizzare le variazioni di fair value della raccolta obbligazionaria a tasso variabile, causate dall'effetto dei movimenti della curva dei tassi di interesse sulla componente di derivati strettamente connessi agli strumenti ospite. Si tratta di prestiti a tasso variabile con opzione implicita strettamente correlata allo strumento ospite (prevalentemente della tipologia Cap), che pertanto non deve essere scorporata per la contabilizzazione al fair value. Gli strumenti di copertura sono basis swap con opzioni su tassi (Cap);

• copertura di prestiti obbligazionari strutturati, con l'obiettivo di immunizzare dai movimenti della curva dei tassi di interesse le variazioni di fair value di quelle obbligazioni strutturate che devono essere separate dai derivati incorporati, per la contabilizzazione di questi ultimi al fair value con variazioni al conto economico. Gli strumenti coperti sono rappresentati dai prestiti obbligazionari strutturati emessi dalle Banche del Gruppo, privati dei derivati che devono essere scorporati, mentre sono designati quali strumenti di copertura le componenti IRS di equity swap (escludendo la parte equity linked);

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• copertura di titoli a tasso fisso diversi da quelli di negoziazione, con l’obiettivo di immunizzare da ipotetici aumenti del livello dei tassi di interesse le variazioni di fair value;

• copertura del rischio tasso legato alla presenza di tasso massimo su parte del portafoglio di mutui a tasso variabile, con l’obiettivo di immunizzare dai movimenti della curva dei tassi le variazioni di fair value della componente opzionale di tali mutui; queste coperture sono gestite in ottica di portafoglio (cd. macrohedge) e sono stipulate individuando sottoportafogli di mutui con caratteristiche di indicizzazione e di strike omogenee. Alla fine del 2010 non vi erano coperture di cash flow, dal momento che

le coperture effettuate dalla Capogruppo negli anni precedenti, finalizzate all’immunizzazione del margine di interesse rispetto a ipotetiche riduzioni dei tassi, sono state estinte o sono scadute nel corso dell’anno.

RISCHIO LIQUIDITA’ Il rischio di liquidità si manifesta tipicamente come difficoltà (o

impossibilità) a reperire i fondi per far fronte ai propri impegni di pagamento. In questo contesto si distingue tra:

• mismatch liquidity risk, ovvero il rischio di liquidità implicito nella struttura stessa delle attività e passività del Gruppo per via della trasformazione delle scadenze operata dagli intermediari finanziari, tale per cui il profilo dei flussi di cassa in uscita non risulta perfettamente compensato dal profilo dei flussi di cassa in entrata (con riferimento sia alle scadenze contrattuali che comportamentali);

• contingency liquidity risk, ovvero il rischio che eventi futuri possano richiedere un ammontare di liquidità significativamente superiore a quanto precedentemente pianificato dal Gruppo; in altri termini, è il rischio di non riuscire a far fronte ad impegni di pagamento improvvisi ed inattesi a breve e brevissimo termine. La normativa attualmente in vigore sulla gestione del rischio di liquidità

non prevede metodologie di misurazione standardizzate, né predispone una modellizzazione semplificata per le banche che non adottano metodologie di misurazione dei rischi evolute, mentre nel framework internazionale emanato dal Comitato di Basilea a dicembre 20101 sono stati definiti gli indicatori per la misurazione della posizione di liquidità, che saranno introdotti come minimi regolamentari a inizio 2015 (LCR) e a inizio 2018 (NSFR).

La Banca d’Italia, nella Circolare 263/06 e successivi aggiornamenti, detta le linee guida in tema di individuazione dei flussi finanziari (inflows e outflows) e di misurazione dei conseguenti sbilanci ed eccedenze, oltre che di strumenti di attenuazione del rischio di liquidità (tra cui la detenzione di un

1 Basel III: International Framework for liquidity risk measurement, standards and monitoring

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adeguato ammontare di riserve e la definizione di limiti operativi coerenti alla soglia di tolleranza al rischio).

All’interno di tale normativa, le linee guida cui il Gruppo Banca delle Marche fa riferimento per il governo del rischio liquidità si basano sui seguenti principi:

• separazione tra i processi di gestione della liquidità (Liquidity Management) ed i processi di controllo del rischio di liquidità (Liquidity Risk Controlling);

• condivisione delle decisioni e chiarezza delle responsabilità tra organi direttivi, di controllo ed operativi;

• conformità dei processi di gestione e monitoraggio del rischio di liquidità con le indicazioni della vigilanza prudenziale;

• sviluppo dei processi di gestione e di controllo del rischio di liquidità coerentemente con la struttura gerarchica del Gruppo e mediante un processo di deleghe. Il modello complessivo per la gestione ed il monitoraggio del rischio di

liquidità si articola su due ambiti: 1. la gestione della liquidità di breve termine (o liquidità operativa), ovvero

la gestione degli eventi che impattano sulla posizione di liquidità del Gruppo nell’orizzonte temporale da 1 giorno fino a 6 mesi, con l’obiettivo primario del mantenimento della capacità del Gruppo di far fronte agli impegni di pagamento ordinari e straordinari, minimizzandone i costi; in tale ambito vengono monitorati gli sbilanci tra fonti in entrata e in uscita, nonché i limiti ed i livelli di sorveglianza;

2. la gestione della liquidità di medio/lungo termine (liquidità strutturale), ovvero la gestione degli eventi che impattano sulla posizione di liquidità del Gruppo nell’orizzonte temporale oltre i 6 mesi, con l’obiettivo primario del mantenimento di un adeguato rapporto dinamico tra passività ed attività a medio/lungo termine. La Funzione di Risk Management ha la responsabilità del monitoraggio

della liquidità nel suo complesso, con riferimento sia alla liquidità di breve termine che strutturale. A tal fine svolge le seguenti attività:

• definisce i criteri di rappresentazione dei singoli report; • verifica che i livelli di liquidità siano conformi ai limiti e alle soglie di

sorveglianza definite nella Policy aziendale; • produce la reportistica complessiva per gli organi competenti e per il

Comitato ALM. In ottica di salvaguardare al meglio il patrimonio del Gruppo nelle fasi

iniziali di una crisi di liquidità e garantire il normale corso degli affari anche in condizioni di stress e/o crisi di liquidità prolungate, il Gruppo Banca delle Marche ha predisposto un Contingency Liquidity Plan orientato ad identificare i segnali di pre-allarme sia di tipo endogeno (crisi specifica) che esogeno (crisi sistemica). Gli indicatori di contingency sono rilevati costantemente dalla funzione di ALM e Risk Management.

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In caso di stress/crisi di liquidità, in considerazione del livello di gravità della stessa, evidenziato dagli indicatori di cui sopra, vengono attivate procedure di monitoraggio e/o comunicazione propedeutiche all’attivazione delle funzioni aziendali responsabili della gestione e del monitoraggio della liquidità. In ogni caso il Comitato ALM, nel valutare i risultati delle analisi sul rischio liquidità (operativa e strutturale), anche in presenza di un normale corso degli affari, definisce con cadenza mensile eventuali azioni correttive mirate all’attenuazione del rischio in oggetto.

Al fine di adeguare tutti gli aspetti delle attività di controllo del rischio di liquidità al framework normativo di Basilea 3, la Capogruppo ha prontamente avviato le necessarie iniziative progettuali al fine di individuare le possibili aree di adeguamento. Inoltre si sono avviate attività di analisi degli strumenti necessari per il calcolo degli indicatori Liquidity Coverage Ratio (LCR) e Net Stable Funding Ratio (NSFR). In tal modo la Banca sarà in grado da inizio 2012 di attivare il monitoraggio richiesto per il periodo di osservazione definito dal Comitato di Basilea, in considerevole anticipo, peraltro, rispetto all’entrata in vigore dei nuovi indicatori come requisiti regolamentari (2015 per l’LCR e 2018 per il NSFR).

ALTRI RISCHI

Il Gruppo ha individuato e presidia inoltre altri rischi, rappresentati da: • concentrazione, rischio che singole posizioni o gruppi di esposizioni

connesse si caratterizzino per una sovraesposizione rispetto ad una situazione di equidistribuzione e frazionamento del rischio;

• residuo, rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito risultino meno efficaci del previsto;

• controparte, rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti finanziari, risulti inadempiente prima del regolamento della transazione stessa;

• strategico, rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo;

• reputazionale, rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine del Gruppo da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o autorità di vigilanza;

• derivante da cartolarizzazione, rischio che la sostanza economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione del rischio. Anche tali rischi sono gestiti e presidiati con procedure e strumenti

formalizzati in specifiche policy approvate dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo e recepite dalle società controllate.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 22

Tavola 2. Ambito di applicazione

Informativa qualitativa Denominazione della Banca cui si applicano gli obblighi dell’informativa.

Banca delle Marche Spa, Capogruppo del Gruppo Bancario Banca delle Marche iscritto all’albo dei Gruppi Bancari.

Illustrazione dell’area di consolidamento rilevante per i fini prudenziali e di bilancio.

Il bilancio consolidato, redatto sulla base dei principi contabili internazionali, comprende:

• con il metodo del consolidamento integrale, il bilancio di Banca Marche e delle aziende sulle quali la Banca esercita il controllo, indicate di seguito:

1. Banca delle Marche Gestione Internazionale Lux S.A.; 2. Carilo - Cassa di Risparmio di Loreto SpA; 3. Focus Gestioni Società di Gestione del Risparmio SpA; 4. Marche Covered Bond SpA; 5. Medioleasing SpA;

• con il metodo del patrimonio netto la SE.BA Spa, in cui la Capogruppo esercita un’influenza notevole. Dall’area di consolidamento è stata esclusa la Montefeltro Leader

soc.cons.a.r.l., in quanto trattasi di una partecipazione in un’entità ad esclusivo carattere territoriale locale e il cui consolidamento patrimoniale ed economico risulta irrilevante rispetto al bilancio consolidato del Gruppo.

Nell’area di consolidamento integrale sono comprese, tra l’altro, anche: • le società veicolo Marche Mutui 2 e Marche Mutui 4 verso le quali, pur in

assenza di legame partecipativo, esiste nella sostanza una relazione di controllo a fronte delle operazioni di cartolarizzazione di mutui poste in essere dalla Capogruppo, perfezionate, nell’ordine, nel mese di ottobre 2006 e nel mese di giugno 2009;

• la società veicolo Medioleasing Finance Srl verso la quale esiste nella sostanza una relazione di controllo a fronte della cartolarizzazione posta in essere dalla società controllata Medioleasing Spa nel mese di maggio 2008;

• il fondo “Focus Impresa” gestito dalla controllata Focus Gestioni SGR. Il consolidamento integrale consiste nell’acquisizione “linea per linea”

degli aggregati di stato patrimoniale e di conto economico delle società controllate. Dopo l’attribuzione ai terzi in voce propria, delle quote di loro pertinenza del patrimonio e del risultato economico, il valore della partecipazione viene annullato in contropartita al valore residuo del patrimonio della controllata.

Le differenze risultanti da questa operazione, se positive, sono rilevate – dopo l’eventuale imputazione ad elementi dell’attivo o del passivo della

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 23

controllata – come avviamento nella voce attività immateriali. Le differenze negative sono imputate al conto economico.

Le attività, passività, proventi ed oneri tra imprese consolidate vengono integralmente eliminati.

I bilanci della Capogruppo e delle altre società utilizzati per predisporre il bilancio consolidato fanno riferimento alla stessa data.

Il metodo del patrimonio netto prevede l’iscrizione iniziale della partecipazione al costo ed il suo successivo adeguamento di valore sulla base della quota di pertinenza nel patrimonio netto della partecipata. Le differenze tra il valore della partecipazione ed il patrimonio netto della partecipata di pertinenza sono incluse nel valore contabile della partecipata. La quota di pertinenza del risultato d’esercizio della partecipata è rilevata in specifica voce del conto economico consolidato. La valutazione con il metodo del patrimonio netto è stata effettuata sulla base degli ultimi bilanci o situazioni contabili disponibili. Le quote di patrimonio netto e di risultato economico di pertinenza di terzi sono iscritte nelle specifiche voci del passivo e del conto economico.

Si precisa che non sussistono, all’interno del Gruppo, impedimenti che ostacolino il rapido trasferimento di risorse patrimoniali o di fondi.

Le Banche del Gruppo applicano per i requisiti patrimoniali individuali a fronte dei rischi di credito, controparte, mercato ed operativo una riduzione del 25%, in quanto, a livello consolidato, il patrimonio di vigilanza è superiore ai requisiti minimi obbligatori.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 24

Informativa quantitativa Tavola 2.1 - Area di Consolidamento 31.12.2010

Denominazione Sede Settore Percentuale di Partecipazione

Tipo di Rapporto

Trattamento ai Fini del Bilancio

Trattamento ai Fini della Vigilanza

Trattamento ai Fini di Vigilanza

Prudenziale

Tipologia di Attività

A.1 Consolidate Integralmente Banca Marche Ancona Attività Bancaria X X Integrale Integrale X Bancaria Banca delle Marche Gestione Internazionale LUX S.A. Lussemburgo Gestione Collettiva di Fondi 99,98 1 Integrale Integrale Finanziaria Carilo S.p.A. - Cassa di Risparmio di Loreto Loreto (AN) Attività Bancaria 78,81 1 Integrale Integrale Bancaria Focus Gestioni SGR S.p.A. Jesi (AN) Gestione Collettiva del Risparmio 100,00 1 Integrale Integrale Finanziaria

Medioleasing S.p.A. Ancona Erogazione Leasing Finanziario ed Operativo 100,00 1 Integrale Integrale Finanziaria

Marche Mutui 2 Roma Veicolo Cartolarizzazione Crediti - 3 Integrale Integrale Finanziaria Marche Mutui 4 Conegliano (TV) Veicolo Cartolarizzazione Crediti - 3 Integrale Integrale Finanziaria Marche Covered Bond Conegliano (TV) Veicolo Cartolarizzazione Crediti 60,00 1 Integrale Integrale Finanziaria Medioleasing Finance Conegliano (TV) Veicolo Cartolarizzazione Crediti - 3 Integrale Integrale Finanziaria

Fondo Focus Impresa Ancona Fondo Comune di investimento Mobiliare Chiuso 80,77 3 Integrale Integrale Finanziaria

A.2 Consolidate con il Metodo del Patrimonio Netto

SE.BA. S.p.A. Jesi (AN) Fornitura Servizi alle banche 42,67 - Patrimonio Netto

Patrimonio Netto

Non Finanziaria

Tipo di rapporto: 1. maggioranza dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria 2. influenza dominante nell'assemblea ordinaria 3. altra forma di controllo

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 25

La società Montefeltro Leader Scrl, società promotrice di Programmi Comunitari, di cui il Gruppo bancario detiene il 25,89% del capitale sociale, è esclusa dal perimetro di consolidamento sia ai fini del Bilancio Consolidato redatto secondo i Principi Internazionali IAS/IFRS, sia ai fini della nozione di Gruppo così come definito dalla Normativa di Vigilanza, in quanto si tratta di una partecipazione in un'entità a carattere esclusivamente territoriale.

L'area di consolidamento è variata, rispetto al precedente esercizio, a seguito dell'inclusione della Società Veicolo Marche Covered Bond S.r.l.

La società, partecipata da Banca Marche per il 60% e costituita ai sensi della legge 130/99 ha come oggetto esclusivo la realizzazione di operazioni di emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite (OBG) previste dall’art. 7-bis della legge 130/99 mediante:

- l’acquisto di attivi (crediti oppure titoli) idonei consentiti dalla predetta disciplina;

- l’assunzione di finanziamenti concessi o garantiti anche dalle stesse banche cedenti e volti a finanziare l’acquisto degli attivi di cui al punto precedente (anche detto Finanziamento Subordinato);

- la prestazione di garanzia irrevocabile, a prima richiesta, incondizionata e autonoma per le obbligazioni emesse dalle banche cedenti ovvero da altre banche.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 26

Tavola 3. Composizione del patrimonio di vigilanza

Informativa qualitativa Il patrimonio di vigilanza è stato calcolato sulla base delle disposizioni

emanate dalla Banca d’Italia (Circolare 263 del dicembre 2006 e 12° aggiornamento della Circolare 155 del febbraio 2008) a seguito della nuova disciplina prudenziale per le banche e i gruppi bancari introdotta dal Nuovo Accordo di Basilea sul Capitale (Basilea 2).

Il Gruppo Bancario è soggetto, su base consolidata, alle regole in materia di patrimonio di vigilanza, requisito patrimoniale complessivo, valutazione dell’adeguatezza del capitale interno e concentrazione dei rischi.

Ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza consolidato, vengono prese in esame le società che rientrano nel perimetro di consolidamento del Gruppo Banca Marche, in vigenza delle regole sopra citate.

Il Patrimonio di Vigilanza consolidato, costituito dalla somma del patrimonio di base e supplementare, al netto delle deduzioni, al 31 dicembre 2010 si attesta a 1.697,555 milioni di euro, di cui 1.170,883 milioni di euro è riconducibile al patrimonio di base, 526,672 milioni di euro a quello supplementare.

Il patrimonio di vigilanza registra un complessivo incremento di 45,466 milioni rispetto alla fine del precedente anno.

Il patrimonio di base è costituito da capitale sociale e riserve ed è comprensivo della quota di utile dell’esercizio capitalizzata; nel calcolo del patrimonio di base concorrono i filtri prudenziali positivi e negativi per un importo rispettivamente pari a 7,456 milioni di euro e 4,393 milioni di euro.

L’incremento del patrimonio di base complessivamente registrato nel 2010 è pari a 21,814 milioni, a cui concorrono la capitalizzazione dell’utile per circa 49,533 milioni di euro e l’incremento netto dei filtri prudenziali IAS per 7,598 milioni di euro, al netto dell’incremento di 28,479 milioni delle azioni proprie in portafoglio, computate tra gli elementi negativi del patrimonio di base e complessivamente pari a 31,118 milioni. Tale importo comprende le azioni proprie ottenute in pagamento da Aviva Italia Holding come corrispettivo della cessione delle partecipazioni azionarie in Aviva Life e Aviva Assicurazioni.

Vengono inoltre dedotte, come prescritto dalla Normativa di Vigilanza, le immobilizzazioni immateriali, che si attestano a 39,828 milioni di euro, con un incremento di 7,237 milioni di euro rispetto alla fine dell’anno 2009.

Il patrimonio supplementare si attesta a 526,672 milioni, con un decremento di 4,598 milioni dovuto principalmente alla riduzione delle passività subordinate di 2° livello.

I prestiti subordinati, pari a 522,532 milioni al netto di temporanei riacquisti, sono integralmente ammessi al computo nel patrimonio supplementare.

Tali prestiti subordinati fanno riferimento a 4 emissioni effettuate dalla Capogruppo per 545 milioni, con scadenze entro l’anno 2017 e all’emissione da parte della società controllata Carilo di 10 milioni, in ammortamento prudenziale e scadenza nel 2012.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 27

In base alla Normativa di Vigilanza Prudenziale (Circ. n. 155 del 18 dicembre 1991) vengono dedotte al 50% dal patrimonio di base e al 50% dal patrimonio supplementare le interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari superiori al 10% del capitale dell’ente partecipato per un importo pari a 0,453 milioni ciascuno, sui medesimi livelli dell’anno precedente.

A seguito della sopra citata cessione delle partecipazioni azionarie assicurative non viene più operata la deduzione dal patrimonio di base e supplementare delle partecipazioni in società di assicurazione, acquistate in data antecedente il 20 luglio 2006, per un importo pari a 28,250 milioni alla fine del 2009.

Si ricorda, inoltre, che la Banca d’Italia, con un Provvedimento emesso il 18 maggio 2010, ha emanato disposizioni di vigilanza sul trattamento prudenziale delle riserve relative ai titoli di debito emessi da Amministrazioni centrali di Paesi dell’Unione Europea classificati tra le “ Attività disponibili per la vendita”. In particolare, con riferimento ai suddetti titoli, il Provvedimento, in alternativa all’approccio asimmetrico ( integrale deduzione della minusvalenza netta dal Patrimonio di base e parziale inclusione della plusvalenza netta nel Patrimonio supplementare) già previsto, riconosce la possibilità di neutralizzare completamente le plusvalenze e le minusvalenze rilevate nelle citate riserve a partire dal 1° gennaio 2010. Il Gruppo Banca delle Marche ha esercitato tale opzione e pertanto il Patrimonio di viglilanza ed i Coefficienti di solvibilità al 31 dicembre 2010 tengono conto di tale disposizione.

Al 31/12/2010 non sono presenti strumenti “innovativi” e “non innovativi” di capitale.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 28

Informazione quantitativa

Tavola 3.1 - Composizione del Patrimonio di Vigilanza

31.12.2010 31.12.2009

Elementi positivi del Patrimonio di Base - Capitale 558.793 558.404 - Sovraprezzi di emissione 120.863 120.862 - Riserve 512.806 457.601 - Utile del periodo 49.533 55.196Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+): incrementi del Patrimonio di base: 7.456 1.078 - Fair value option: variazioni del proprio merito creditizio 7.456 1.078Totale elementi positivi del Patrimonio di Base 1.249.451 1.193.141Elementi negativi del Patrimonio di Base - azioni o quote proprie 31.118 2.639 - avviamento 2.776 2.776 - altre immobilizzazioni immateriali 39.828 32.591Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-):decrementi del Patrimonio di base: 4.393 5.613 - variazione del proprio merito creditizio - - - riserve negative su Attività finanziarie disponibili per la vendita: titoli di capitale e quote di O.I.C.R. - 165

- riserve negative su Attività finanziarie disponibili per la vendita: titoli di debito 4.393 5.448

Totale elementi negativi del Patrimonio di Base 78.115 43.619Patrimonio di Base al lordo degli elementi da dedurre 1.171.336 1.149.522Deduzione del Patrimonio di base Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari superiori al 10% e inferiori al 20% del capitale dell'ente partecipato 453 453

TOTALE PATRIMONIO DI BASE (TIER1) 1.170.883 1.149.069Elementi positivi del Patrimonio Supplementare: - riserve da valutazione (Leggi speciali di rivalutazione) 3.616 3.616 - riserve positive su Attività finanziarie disponibili per la vendita: titoli di capitale e quote di O.I.C.R. 1.954 -

- passività subordinate di 2° livello 522.532 528.107Totale elementi positivi del Patrimonio Supplementare 528.102 531.723Elementi negativi del Patrimonio Supplementare: - riserve positive su Attività finanziarie disponibili per la vendita: titoli di capitale e quote di O.I.C.R. (quota non computabile) 977 -

Totale elementi negativi del Patrimonio Supplementare 977 -Patrimonio Supplementare al lordo degli elementi da dedurre 527.125 531.723Patrimonio Supplementare (Valore positivo ammesso) 527.125 531.723Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o superiori al 20% del capitale dell'ente partecipato 453 453

Totale degli elementi da dedurre 453 453TOTALE PATRIMONIO SUPPLEMENTARE (TIER2) 526.672 531.270Elementi da dedurre dal totale del patrimonio di base e supplementare: - 28.250 - partecipazioni in Società di Assicurazione - 28.250TOTALE PATRIMONIO DI VIGILANZA 1.697.555 1.652.089TOTALE PATRIMONIO DI TERZO LIVELLO - -TOTALE PATRIMONIO DI VIGILANZA E DI TERZO LIVELLO 1.697.555 1.652.089

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 29

Tavola 3.2 - Caratteristiche degli strumenti subordinati computati nel Patrimonio Supplementare

31.12.2010 31.12.2009

Tipologia d'emissione Denominazione Tasso di interesse

Step Up

Data di emissione

Data di scadenza Valuta Capitale

emesso

Capitale al

31.12.2010

Valore dibilancio

Apporto al Patrimonio di

Vigilanza

Valore di bilancio

Apporto al Patrimonio di Vigilanza

Prestito Obbligaz. Subordinato BDM DC15 TV SUB CALL EURIBOR 3M +0,50 Sì 22/12/2005 22/12/2015 EUR 65.000 60.173 60.162 60.006 63.079 62.888 Prestito Obbligaz. Subordinato BDM 24ST15 TV -SUB EURIBOR (6M+0,7)/2 No 24/09/2008 24/09/2015 EUR 180.000 178.447 179.258 178.447 177.880 177.068 Prestito Obbligaz. Subordinato BDM EUR 15/06/2016 EURIBOR 3M+55BP Sì 15/06/2006 15/06/2016 EUR 120.000 117.538 117.545 117.509 119.822 119.782 Prestito Obbligaz. Subordinato BDM EUR TV% 17 S/U C EURIBOR 3M+0,35 Sì 01/06/2007 01/06/2017 EUR 180.000 162.800 161.540 162.710 161.348 162.344 Prestito Obbligaz. Subordinato CRL SUB TV 05/012 Eur V (EURIBOR 6M+0,65)/2 No 14/10/2005 10/10/2012 EUR 10.000 3.860 3.874 3.860 6.025 6.025

555.000 522.818 522.379 522.532 528.154 528.107

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 30

Tavola 4. Adeguatezza patrimoniale

Informativa qualitativa Il Gruppo Banca delle Marche valuta la propria adeguatezza patrimoniale

e prospettica, attraverso specifici processi coordinati dalla funzione di gestione del rischio.

Per quanto riguarda il Primo Pilastro, viene svolta un’attività di monitoraggio e gestione dei coefficienti patrimoniali regolamentari, verificandone il loro andamento rispetto alle attese di Budget e di Piano strategico.

A livello consolidato e individuale viene effettuato, per le componenti del Gruppo, il monitoraggio e la previsione del coefficiente di solvibilità regolamentare, evidenziando sia l'evoluzione prospettica del coefficiente (Patrimonio di vigilanza / Attività ponderate per il rischio), sia la verifica della crescita prevista rispetto ai "plafond" operativi assegnati alle banche del Gruppo per i mesi residui dal budget. Il calcolo del coefficiente di solvibilità viene prodotto trimestralmente per finalità regolamentari e, nelle cadenze intermedie, viene monitorato con i dati andamentali aggiornati.

La riduzione dei ratios patrimoniali rispetto all’esercizio 2009 è da attribuirsi alle novità regolamentari introdotte dalla Vigilanza con il 5° aggiornamento della circolare n. 263.

Per quanto concerne il Secondo Pilastro, nel processo di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (processo ICAAP) vengono considerati, oltre ai rischi di primo pilastro (credito, controparte, mercato, operativo), anche gli altri rischi definiti rilevanti per il Gruppo:

• rischio di concentrazione; • rischio di tasso di interesse derivante da attività diverse dalla

negoziazione; • rischio di liquidità; • rischio residuo; • rischio derivante da cartolarizzazione; • rischio strategico; • rischio di reputazione.

Il calcolo dei fabbisogni di capitale derivante dall’esposizione ai suddetti rischi (c.d. capitale interno) viene effettuato per i rischi del Primo Pilastro sulla base delle norme regolamentari, su quelli di Secondo Pilastro in funzione della loro misurabilità mediante modelli interni, e riguarda i seguenti rischi:

1. Rischio di credito; 2. Rischio di controparte; 3. Rischio di mercato; 4. Rischio operativo; 5. Rischio di concentrazione; 6. Rischio tasso nel banking book.

Le altre tipologie di rischio, come il rischio di liquidità, il rischio residuo, il rischio strategico ed il rischio reputazionale, non sono state considerate ai fini

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 31

del calcolo del capitale interno, ma valutate in funzione dell’adeguatezza del loro presidio.

Inoltre la disciplina di vigilanza prudenziale (Circ. 263/06 e successive modifiche) prevede prove di stress per una migliore valutazione dell’esposizione ai rischi, dei relativi sistemi di attenuazione e controllo e, ove ritenuto necessario, dell’adeguatezza del capitale interno. Per prove di stress si intendono tecniche quantitative e qualitative idonee a valutare la vulnerabilità a eventi eccezionali ma plausibili, stimando gli effetti sui rischi del Gruppo di eventi specifici (analisi di sensibilità) o di movimenti congiunti di un insieme di variabili economico-finanziarie in ipotesi di scenari avversi (analisi di scenario). I risultati delle prove di stress costituiscono oggetto del processo di controllo prudenziale.

Il Gruppo, nell’ambito del resoconto ICAAP, con riferimento ai dati del 31 dicembre 2010 consolidati, ha confermato una situazione di solidità, anche attraverso gli stress test, attestata da un congruo margine residuo rispetto ai requisiti patrimoniali.

Informativa quantitativa

Tabella 4.1 - Adeguatezza patrimoniale

31 12 2010 31 12 2009 Rischio di Credito Esposizioni verso amministrazioni e banche centrali 17 158Esposizioni verso enti territoriali 1.736 1.858Esposizioni verso enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico 8.259 10.687Esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo 8 10Esposizioni verso intermediari vigilati 14.927 16.476Esposizioni verso imprese ed altri soggetti 676.820 492.241Esposizioni al dettaglio 199.851 199.253Esposizioni garantite da immobili 179.442 259.429Esposizioni scadute 157.152 132.096Esposizioni appartenenti a categorie ad alto rischio per fini regolamentari 206 258Esposizioni verso organismi i investimento collettivo del risparmio (OICR) 1.342 75Altre esposizioni 24.154 22.935Esposizioni verso cartolarizzazioni 7.811 5.833Totale Rischio di Credito 1.271.725 1.141.309Rischi di Mercato Metodo standardizzato 17.421 21.591Totale Rischi di Mercato 17.421 21.591Rischio Operativo Metodo base 584 752Metodo standardizzato 83.597 77.242Totale Rischi Operativi 84.181 77.994Totale requisiti prudenziali 1.373.327 1.240.894

Attività di rischio ponderate 17.166.588 15.511.175

Patrimonio di Base 1.170.883 1.149.069Coefficiente patrimoniale di base (TIER 1 Capital ratio) 6,82% 7,41%Patrimonio di Vigilanza 1.697.555 1.652.089Coefficiente patrimoniale totale (Total Capital Ratio) 9,89% 10,65%

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 32

Tavola 5. Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche

Informazione qualitativa Definizioni di crediti “scaduti” e “deteriorati” utilizzate ai fini contabili

Per il Gruppo Banca delle Marche, le definizioni delle diverse categorie di crediti deteriorati coincidono con le definizioni di Vigilanza.

Più in dettaglio, le esposizioni deteriorate sono suddivise nelle seguenti categorie:

Sofferenze Esposizioni nei confronti di soggetti debitori che si trovano in stato

d’insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili.

Incagli Esposizioni nei confronti di soggetti in temporanea situazione di obiettiva

difficoltà, che sia prevedibile possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo.

Tra le partite incagliate vanno in ogni caso incluse ( c.d. “incagli oggettivi”) le esposizioni per le quali risultino soddisfatte entrambe le seguenti condizioni:

i. siano scadute e/o sconfinanti in via continuativa: 1. da oltre 150 giorni, nel caso di esposizioni connesse con

l’attività di credito al consumo aventi durata originaria inferiore a 36 mesi;

2. da oltre 180 giorni, nel caso di esposizioni connesse con l’attività di credito al consumo avente durata originaria pari o superiore a 36 mesi;

3. da oltre 270 giorni, per le esposizioni diverse da quelle di cui ai precedenti punti 1) e 2);

ii. l’importo complessivo delle esposizioni di cui al precedente alinea i. e delle altre quote scadute da meno di 150, 180 o 270 giorni (esclusi gli eventuali interessi di mora richiesti al cliente), a seconda del tipo di esposizione che risulti scaduta, verso il medesimo debitore, sia almeno pari al 10 per cento dell’intera esposizione verso tale debitore.

Esposizioni ristrutturate Esposizioni per le quali le società del Gruppo, a causa del deterioramento

delle condizioni economico-finanziare del debitore, acconsentono a modifiche delle originarie condizioni contrattuali che diano luogo ad una perdita.

Le rinegoziazioni dei mutui eseguite secondo quanto disposto dal D.L. 93 del 27/5/2008 “Disposizioni a difesa del potere di acquisto delle famiglie” (c.d.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 33

legge “Tremonti”), se appartenenti a controparti attribuite in precedenza a una delle categorie di crediti deteriorati, sono state esposte tra le esposizioni ristrutturate sulla base delle indicazioni ricevute dall’Organo di Vigilanza.

Esposizioni scadute e/o sconfinanti Esposizioni diverse da quelle classificate a sofferenza, incaglio o fra le

esposizioni ristrutturate che, alla data di riferimento della segnalazione, risultano scadute e/o sconfinanti da oltre 180 giorni con carattere continuativo. Per alcune tipologie di esposizione (essenzialmente banche, amministrazioni centrali e clientela non residente, nonché le esposizioni garantite da immobili), le disposizioni di Vigilanza non prevedono l’utilizzo del termine dei 180 giorni, ma fissano il termine in 90 giorni. Si prescinde dall’esistenza di eventuali garanzie (personali o reali) poste a presidio delle esposizioni.

Le esposizioni scadute e/o sconfinanti possono essere determinate facendo riferimento, alternativamente, al singolo debitore o alla singola transazione, ad esclusione di quelle ricadenti nel portafoglio “esposizioni garantite da immobili” che sono sempre determinate con il metodo della singola transazione.

Descrizione delle metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore

Il valore di bilancio dei crediti viene costantemente sottoposto alla verifica della sussistenza di eventuali perdite di valore, che potrebbero determinare una riduzione del loro presumibile valore di realizzo.

I crediti che presentano una riduzione di valore per un’obiettiva evidenza di perdita, sono sottoposti a valutazione analitica. Rientrano in tale ambito i crediti ai quali è stato attribuito lo status di sofferenza, incaglio, incaglio oggettivo, ristrutturato o di scaduto/sconfinato secondo le attuali normative.

Per le sofferenze e per gli incagli che presentano evidenze oggettive di perdite, l’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario. I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi e del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie.

Per gli incagli e per le esposizioni ristrutturate che non rilevano evidenze individuali di perdita e per le esposizioni scadute e/o sconfinanti (compresi gli incagli oggettivi), la valutazione viene effettuata sulla base delle stime di perdite medie rilevate sulle specifiche tipologie di portafoglio crediti. La perdita per riduzione di valore è iscritta a conto economico nella voce 130 a) “Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti”. La componente della rettifica riconducibile all’attualizzazione dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo il meccanismo del tasso di interesse effettivo ed imputata tra le riprese di valore.

Se vengono meno i motivi che sono alla base della riduzione di valore dell’attività, vengono effettuate a conto economico delle riprese di valore che, comunque, non possono determinare un valore contabile superiore al costo ammortizzato del credito in assenza delle precedenti rettifiche.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 34

I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita e cioè, di norma, i crediti in bonis sono sottoposti a valutazione collettiva.

Tale valutazione avviene per categorie omogenee di crediti e le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto delle garanzie reali e delle serie storiche, fondate su elementi osservabili alla data della valutazione, che consentano di stimare il valore della perdita latente in ciascuna categoria di crediti. In particolare, il Gruppo ha effettuato una macrosuddivisione della clientela per segmenti (Imprese; Pubblica Amministrazione; Banche; Finanziarie; Famiglie; Altro) e per classi omogenee di rischio secondo una media trimestrale del punteggio PUARC (cfr par. Tavola1 - Requisito informativo generale).

Nella stima delle perdite subite, determinate da fattori o eventi osservabili e quantificabili al momento della valutazione e non ancora contabilmente rilevate (incurred loss), si è tenuto conto di un orizzonte temporale di un anno come quantificazione del tempo necessario perché tali eventi producano conseguenze economiche.

Le rettifiche di valore determinate collettivamente sono imputate nel conto economico, alla voce 130 a) “Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti”.

Informativa quantitativa Si precisa che i dati riportati nelle Tavole seguenti possono differire da

analoghe informazioni riportate nella Parte E della nota integrativa del Bilancio Consolidato essendo costruiti sulla base dei criteri adottati dalla circolare 263 del 27 gennaio 2006 ai fini del calcolo del rischio di credito sulle esposizioni.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 35

Tavola 5.1 Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia

Portafogli/ Qualità Esposizioni Deteriorate Altre Esposizioni

Sofferenze Incagli Esposizioni

Ristrutturate Esposizioni

Scadute Altre Attività

Totale 31.12.2010

Valori medi31.12.2010

Totale 31.12.2009

Valori medi 31.12.2009

Attività Finanziarie di Negoziazione - 3.445 - 493 138.224 142.162 228.189 118.900 271.202

Attività Finanziarie Disponibili per la Vendita - - - - 1.111.600 1.111.600 740.717 539.378 555.276 Attività Finanziarie detenute sino alla scadenza

- - - - - - - -

Crediti verso Banche - - - - 620.716 620.716 456.278 312.387 374.060

Crediti verso Clientela 684.280 589.056 17.566 363.117 17.141.571 18.795.590 17.704.183 17.779.402 17.158.480

Attività Finanziarie Valutate al Fair Value - - - - 19.536 19.536 19.174 19.039 18.994

Attività Finanziarie in corso di dismissione - - - - 1.623 1.623 1.894 4.058 2.029

Derivati di copertura - - - - 1.827 1.827 37.591 19.766 55.473

Totale 684.280 592.501 17.566 363.610 19.035.097 20.693.054 19.188.026 18.792.930 18.435.512

Valori Medi 31.12.2010 505.028 437.849 20.146 329.920 17.895.083 19.188.026

Totale 31.12.2009 481.458 443.089 17.038 479.809 17.371.536 18.792.930

Valori Medi 31.12.2009 415.402 360.524 21.436 313.075 17.325.076 18.435.512

L'esposizione media, distinta per portafoglio di appartenenza e per qualità creditizia dell'esposizione, è stata costruita sulla base della media aritmetica dei valori contenuti nelle “informativa al pubblico”, riferite al 31.12.2010 ed al 31.12.2009.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 36

Tavola 5.2 Esposizioni creditizie lorde totali e medie verso Banche

Tipologia di Esposizione/ Portafoglio Contabile

Attività Finanziarie di Negoziazione

Attività Finanziarie Valutate al Fair Value

Attività Finanziarie Disponibili per la

Vendita Crediti verso Banche Derivati di Copertura

Fair Value Positivi Esposizioni Fuori

Bilancio Totale

31.12.2010 Totale

31.12.2009

Esposizione

Lorda Esposizione

Media Esposizione

Lorda Esposizione

Media Esposizione

Lorda Esposizione

Media Esposizione

Lorda Esposizione

Media Esposizione

Lorda Esposizione

Media Esposizione

Lorda Esposizione

Media Esposizione

Lorda Esposizione

Media Esposizione Lorda

Esposizione Media

Esposizioni creditizie lorde totali e medie verso banche

A. Esposizioni per cassa: a) Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - - b) Incagli - - - - - - - - - - - - - - - - c) Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - - - - - - - - - d) Esposizioni scadute - - - - - - - - - - - - - - - - e) Altre attività - - - - 100.241 79.686 620.716 457.199 - - - - 720.957 536.885 372.570 444.849

Totale A - - - - 100.241 79.686 620.716 457.199 - - - - 720.957 536.885 372.570 444.849

B. Esposizioni fuori bilancio: a) Deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - - b) Altre 48.706 49.204 - - - - - - 1.827 9.512 44.630 61.655 95.163 120.371 135.678 132.975

Totale B 48.706 49.204 - - - - - - 1.827 9.512 44.630 61.655 95.163 120.371 135.678 132.975

Totale A+B 31.12.2010 48.706 49.204 - - 100.241 79.686 620.716 457.199 1.827 9.512 44.630 61.655 816.120 657.256 508.248 577.824

Totale A+B 31.12.2009 57.225 49.454 - - 60.183 69.409 312.387 375.440 18.736 13.354 59.717 70.167 508.248 577.824

La tabella mostra la distribuzione per portafogli contabili delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.

L’esposizione media è stata determinata come media aritmetica semplice sulla base dei dati pubblicati nel Bilancio al 31.12.2010 e al 31.12.2009.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 37

Tavola 5.3 Esposizioni creditizie lorde totali e medie verso Clientela

Tipologia di Esposizione/Portafoglio Contabile

Attività Finanziarie di Negoziazione

Attività Finanziarie

Valutate al Fair Value

Attività Finanziarie Disponibili per la

Vendita Crediti verso Clientela

Derivati di Copertura

Fair Value Positivi

Attività Finanziarie in

corso di dismissione

Esposizioni Fuori Bilancio: Garanzie rilasciate ed impegni

Totale 31.12.2010

Totale 31.12.2009

Esp Lorda Esp

Media Esp

Lorda Esp

Media Esp Lorda Esp

Media Esp Lorda Esp Media Esp

Lorda Esp

Media Esp

Lorda Esp

Media Esp Lorda Esp Media Esp Lorda Esp Media Esp Lorda Esp Media

Esposizioni creditizie lorde totali e medie verso clientela

A.Esposizionipercassa: a) Sofferenze - - - - - - 1.020.900 789.740 - - - - - - 1.020.900 789.740 763.834 674.160

b) Incagli - - - - - - 652.418 483.152 - - - - - - 652.418 483.152 489.653 398.519 c) Esposizioni ristrutturate - - - - - - 17.940 20.399 - - - - - - 17.940 20.399 17.179 21.628

d) Esposizioni scadute - - - - - - 366.231 332.129 - - - - - - 366.231 332.129 482.305 315.078

e) Altre attività - - 19.536 19.174 1.011.359 662.324 17.219.327 16.482.914 - - 1.623 1.894 - - 18.251.845 17.166.307 16.930.710 16.623.538

Totale A - - 19.536 19.174 1.011.359 662.324 19.276.816 18.108.334 - - 1.623 1.894 - - 20.309.334 18.791.726 18.683.681 18.032.923

B. Esposizioni fuori bilancio: a) Deteriorate 3.938 2.763 - - - - 34 - - 85.847 55.953 89.785 58.750 76.847 43.233

b) Altre 89.518 176.221 - - - - 28.045 - - 2.556.325 2.357.878 2.645.843 2.562.145 3.080.498 2.520.296

Totale B 93.456 178.984 - - - - - - - 28.079 - - 2.642.172 2.413.832 2.735.628 2.620.895 3.157.345 2.563.529

Totale A+B 31.12.2010 93.456 178.984 19.536 19.174 1.011.359 662.324 19.276.816 18.108.334 - 28.079 1.623 1.894 2.642.172 2.413.832 23.044.962 21.412.621 21.841.026 20.596.451

Totale A+B 31.12.2009 61.675 221.749 19.039 18.994 479.195 487.807 18.181.389 17.524.093 1.030 42.119 4.058 2.029 3.094.640 2.299.662 21.841.026 20.596.451

La tabella mostra la distribuzione per portafogli contabili delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso la clientela. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.

L’esposizione media è stata determinata come media aritmetica semplice sulla base dei dati pubblicati nel Bilancio al 31.12.2010 e al 31.12.2009.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 38

Tavola 5.4 Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso clientela

Esposizioni/ Controparte

Governi e Banche Centrali Altri Enti Pubblici Società Finanziarie Imprese di Assicurazione Imprese non Finanziarie Altri Soggetti

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

re s

peci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

ort

afo

gli

o

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

re s

peci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

ort

afo

gli

o

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

re s

peci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

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afo

gli

o

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

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peci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

ort

afo

gli

o

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

re s

peci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

ort

afo

gli

o

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

re s

peci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

ort

afo

gli

o

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

A. Esposizioni per cassa:

A.1 Sofferenze - - - - - - - - 10.774 576 - 10.198 - - - - 858.621 286.727 - 571.894 151.505 49.317 - 102.188

A.2 Incagli - - - - 1.049 1 - 1.048 89 13 - 76 - - - - 545.615 56.295 - 489.320 105.665 7.053 - 98.612

A.3 Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - - - - - - - - - 9.756 359 - 9.397 8.184 15 - 8.169

A.4 Esposizioni scadute - - - - - - - - 976 4 - 972 - - - - 289.673 2.824 - 286.849 75.582 286 - 75.296

A.5 Altre esposizioni 826.076 - - 826.076 207.759 - 3 207.756 788.510 - 174 788.336 191.744 - 1 191.743 12.058.747 - 73.967 11.984.780 4.179.009 - 3.611 4.175.398

Totale A 826.076 - - 826.076 208.808 1 3 208.804 800.349 593 174 799.582 191.744 - 1 191.743 13.762.412 346.205 73.967 13.342.240 4.519.945 56.671 3.611 4.459.663

B. Esposizioni fuori bilancio:

B.1 Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - - 3.492 - - 3.492 144 - - 144

B.2 Incagli - - - - - - - - 650 - - 650 - - - - 43.814 - - 43.814 1.803 - - 1.803

B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - - 39.556 - - 39.556 326 - - 326

B.4 Altre esposizioni 1.945 - - 1.945 18.156 - - 18.156 14.779 - - 14.779 647 - - 647 2.459.912 - - 2.459.912 150.404 - - 150.404

Totale B 1.945 - - 1.945 18.156 - - 18.156 15.429 - - 15.429 647 - - 647 2.546.774 - - 2.546.774 152.677 - - 152.677

Totale A+B 31.12.2010 828.021 - - 828.021 226.964 1 3 226.960 815.778 593 174 815.011 192.391 - 1 192.390 16.309.186 346.205 73.967 15.889.014 4.672.622 56.671 3.611 4.612.340

Totale A+B 31.12.2009 303.849 - - 303.849 241.129 - - 241.129 277.435 2.035 138 275.262 175.913 8 1 175.904 16.412.054 285.131 64.477 16.062.446 4.430.646 46.767 3.430 4.380.449

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 39

Tavola 5.4 - prosegue

Esposizioni/ Controparte

Totale 31.12.2010 Totale 31.12.2009

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

re

speci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

ort

afo

glio

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

Esp

osi

zio

ne L

ord

a

Rett

ific

he d

i valo

re

speci

fich

e

Rett

ific

he d

i valo

re d

i p

ort

afo

glio

Esp

osi

zio

ne N

ett

a

A. Esposizioni per cassa:

A.1 Sofferenze 1.020.900 336.620 - 684.280 763.834 282.376 - 481.458

A.2 Incagli 652.418 63.362 - 589.056 489.653 48.185 - 441.468

A.3 Esposizioni ristrutturate 17.940 374 - 17.566 17.179 141 - 17.038

A.4 Esposizioni scadute 366.231 3.114 - 363.117 482.305 3.239 - 479.066

A.5 Altre esposizioni 18.251.845 - 77.756 18.174.089 16.930.710 - 68.046 16.862.664

Totale A 20.309.334 403.470 77.756 19.828.108 18.683.681 333.941 68.046 18.281.694

B. Esposizioni fuori bilancio:

B.1 Sofferenze 3.636 - - 3.636 11.749 - - 11.749

B.2 Incagli 46.267 - - 46.267 53.203 - - 53.203

B.3 Altre attività deteriorate 39.882 - - 39.882 11.895 - - 11.895

B.4 Altre esposizioni 2.645.843 - - 2.645.843 3.080.498 - - 3.080.498

Totale B 2.735.628 - - 2.735.628 3.157.345 - - 3.157.345

Totale A+B 31.12.2010 23.044.962 403.470 77.756 22.563.736 21.841.026 333.941 68.046 21.439.039

Totale A+B 31.12.2009 21.841.026 333.941 68.046 21.439.039

La tabella mostra la distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 40

Tavola 5.5 - Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso banche - distribuzione mondiale

Esposizioni/ Aree Geografiche

Italia Altri Paesi Europei America Asia Resto del mondo Totale 31.12.2010 Totale 31.12.2009 Esposisizione

Lorda Rettifiche di

Valore Esposizione

Netta Esposisizione

Lorda Rettifiche di

Valore Esposizione

Netta Esposisizione

Lorda Rettifiche di

Valore Esposizione

Netta Esposisizione

Lorda Rettifiche di

Valore Esposizione

Netta Esposisizione

Lorda Rettifiche di

Valore Esposizion

e Netta Esposisizione

Lorda Rettifiche di Valore

Esposizione Netta

EsposisizioneLorda

Rettifiche di Valore

Esposizione Netta

A. Esposizioni per cassa:

A.1 Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

A.2 Incagli - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

A.3 Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

A.4 Esposizioni scadute - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

A.5 Altre esposizioni 613.076 - 613.076 98.281 - 98.281 3.933 - 3.933 596 - 596 5.071 - 5.071 720.957 - 720.957 372.570 - 372.570

Totale A 613.076 - 613.076 98.281 - 98.281 3.933 - 3.933 596 - 596 5.071 - 5.071 720.957 - 720.957 372.570 - 372.570

B. Esposizioni fuori bilancio:

B.1 Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

B.2 Incagli - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

B.4 Altre esposizioni 42.437 - 42.437 47.798 - 47.798 3.946 - 3.946 837 - 837 145 - 145 95.163 - 95.163 135.678 - 135.678

Totale B 42.437 - 42.437 47.798 - 47.798 3.946 - 3.946 837 - 837 145 - 145 95.163 - 95.163 135.678 - 135.678

Totale A+B 31.12.2010 655.513 - 655.513 146.079 - 146.079 7.879 - 7.879 1.433 - 1.433 5.216 - 5.216 816.120 - 816.120 508.248 - 508.248

Totale A+B 31.12.2009 325.524 - 325.524 145.098 - 145.098 31.347 - 31.347 483 - 483 5.796 - 5.796 508.248 - 508.248

La tabella mostra la distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 41

Tavola 5.5.a - Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso banche - distribuzione nazionale

Esposizioni/ Aree Geografiche

Italia Nord Ovest Italia Nord Est Italia Centro Italia Sud ed Isole Totale 31.12.2010 Totale 31.12.2009 Esposisizione

Lorda Rettifiche di valore

Esposizione Netta

EsposisizioneLorda

Rettifiche di valore

Esposizione Netta

EsposisizioneLorda

Rettifiche di valore

Esposizione Netta

EsposisizioneLorda

Rettifiche di valore

Esposizione Netta

EsposisizioneLorda

Rettifiche di valore

Esposizione Netta

EsposisizioneLorda

Rettifiche di valore

Esposizione Netta

A. Esposizioni per cassa: A.1 Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - - - -A.2 Incagli - - - - - - - - - - - - - - - - - -A.3 Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - - - - - - - - - - -A.4 Esposizioni scadute - - - - - - - - - - - - - - - - - -A.5 Altre esposizioni 78.592 - 78.592 2.156 - 2.156 531.915 - 531.915 413 - 413 613.076 - 613.076 268.328 - 268.328

Totale A 78.592 - 78.592 2.156 - 2.156 531.915 - 531.915 413 - 413 613.076 - 613.076 268.328 - 268.328

B. Esposizioni fuori bilancio:B.1 Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - - - -B.2 Incagli - - - - - - - - - - - - - - - - - -B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - - - -B.4 Altre esposizioni: 16.913 - 16.913 - - - 25.524 - 25.524 - - - 42.437 - 42.437 57.196 - 57.196

Totale B 16.913 - 16.913 - - - 25.524 - 25.524 - - - 42.437 - 42.437 57.196 - 57.196

Totale A+B 31.12.2010 95.505 - 95.505 2.156 - 2.156 557.439 - 557.439 413 - 413 655.513 - 655.513 325.524 - 325.524

Totale A+B 31.12.2009 119.960 - 119.960 635 - 635 204.929 - 204.929 - - - 325.524 - 325.524

La tabella mostra la distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 42

Tavola 5.6 - Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso clientela - distribuzione mondiale

Esposizioni/ Aree Geografiche

Italia Altri Paesi Europei America Asia Resto del mondo Totale 31.12.2010 Totale 31.12.2009 Esposisizione

Lorda Rettifiche di

Valore Esposizione Netta EsposisizioneLorda

Rettifiche di Valore

Esposizione Netta

EsposisizioneLorda

Rettifiche di Valore

Esposizione Netta

EsposisizioneLorda

Rettifiche di Valore

Esposizione Netta

EsposisizioneLorda

Rettifiche di Valore

Esposizione Netta

Esposisizione Lorda

Rettifiche di Valore Esposizione Netta

Esposisizione Lorda

Rettifiche di Valore Esposizione Netta

A. Esposizioni per cassa:

A.1 Sofferenze 1.017.554 334.103 683.451 3.312 2.493 819 34 24 10 - - - - - - 1.020.900 336.620 684.280 763.834 282.376 481.458

A.2 Incagli 652.173 63.347 588.826 245 15 230 - - - - - - - - - 652.418 63.362 589.056 489.653 48.185 441.468

A.3 Esposizioni ristrutturate 17.940 374 17.566 - - - - - - - - - - - - 17.940 374 17.566 17.179 141 17.038

A.4 Esposizioni scadute 365.193 3.092 362.101 1.037 22 1.015 1 - 1 - - - - - - 366.231 3.114 363.117 482.305 3.239 479.066

A.5 Altre esposizioni 18.187.209 77.714 18.109.495 55.309 42 55.267 8.568 - 8.568 2 - 2 757 - 757 18.251.845 77.756 18.174.089 16.930.710 68.046 16.862.664

Totale A 20.240.069 478.630 19.761.439 59.903 2.572 57.331 8.603 24 8.579 2 - 2 757 - 757 20.309.334 481.226 19.828.108 18.683.681 401.987 18.281.694

B. Esposizioni fuori bilancio:

B.1 Sofferenze 3.636 - 3.636 - - - - - - - - - - - - 3.636 - 3.636 11.749 - 11.749

B.2 Incagli 46.267 - 46.267 - - - - - - - - - - - - 46.267 - 46.267 53.203 - 53.203

B.3 Altre attività deteriorate 39.864 - 39.864 - - - - - - 18 - 18 - - - 39.882 - 39.882 11.895 - 11.895

B.4 Altre esposizioni 2.644.443 - 2.644.443 1.150 - 1.150 250 - 250 - - - - - - 2.645.843 - 2.645.843 3.080.498 - 3.080.498

Totale B 2.734.210 - 2.734.210 1.150 - 1.150 250 - 250 18 - 18 - - - 2.735.628 - 2.735.628 3.157.345 - 3.157.345

Totale A+B 31.12.2010 22.974.279 478.630 22.495.649 61.053 2.572 58.481 8.853 24 8.829 20 - 20 757 - 757 23.044.962 481.226 22.563.736 21.841.026 401.987 21.439.039

Totale A+B 31.12.2009 21.743.198 399.497 21.343.701 87.538 2.486 85.052 9.344 4 9.340 2 - 2 944 - 944 21.841.026 401.987 21.439.039

La tabella mostra la distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 43

Tavola 5.6 a - Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" verso clientela - distribuzione nazionale

Esposizioni/ Aree Geografiche

Italia Nord Ovest Italia Nord Est Italia Centro Italia Sud ed Isole Totale 31.12.2010 Totale 31.12.2009 Esposisizione

Lorda Rettifiche di

Valore Esposizione Netta Esposisizione Lorda

Rettifiche di Valore Esposizione Netta Esposisizione

Lorda Rettifiche di

Valore Esposizione Netta Esposisizione Lorda

Rettifiche di Valore Esposizione Netta

Esposisizione Lorda

Rettifiche di Valore Esposizione Netta

Esposisizione Lorda

Rettifiche di Valore Esposizione Netta

A. Esposizioni per cassa:

A.1 Sofferenze 19.606 6.941 12.665 109.311 40.861 68.450 766.670 248.976 517.694 121.967 37.325 84.642 1.017.554 334.103 683.451 761.071 280.025 481.046

A.2 Incagli 30.146 4.542 25.604 102.653 11.306 91.347 438.103 39.113 398.990 81.271 8.386 72.885 652.173 63.347 588.826 489.006 48.181 440.825

A.3 Esposizioni ristrutturate - - - 396 - 396 15.883 373 15.510 1.661 1 1.660 17.940 374 17.566 17.179 141 17.038

A.4 Esposizioni scadute 1.298 - 1.298 47.718 1.187 46.531 263.964 1.598 262.366 52.213 307 51.906 365.193 3.092 362.101 482.222 3.238 478.984

A.5 Altre esposizioni 298.238 2.515 295.723 1.841.155 7.998 1.833.157 14.982.534 61.561 14.920.973 1.065.282 5.640 1.059.642 18.187.209 77.714 18.109.495 16.841.329 67.912 16.773.417

Totale A 349.288 13.998 335.290 2.101.233 61.352 2.039.881 16.467.154 351.621 16.115.533 1.322.394 51.659 1.270.735 20.240.069 478.630 19.761.439 18.590.807 399.497 18.191.310

B. Esposizioni fuori bilancio:

B.1 Sofferenze 136 - 136 208 - 208 2.696 - 2.696 596 - 596 3.636 - 3.636 11.749 - 11.749

B.2 Incagli 265 - 265 9.597 - 9.597 30.381 - 30.381 6.024 - 6.024 46.267 - 46.267 52.689 - 52.689

B.3 Altre attività deteriorate - - - 18.762 - 18.762 14.434 - 14.434 6.668 - 6.668 39.864 - 39.864 11.895 - 11.895

B.4 Altre esposizioni 31.167 - 31.167 293.356 - 293.356 2.157.346 - 2.157.346 162.574 - 162.574 2.644.443 - 2.644.443 3.076.058 - 3.076.058

Totale B 31.568 - 31.568 321.923 - 321.923 2.204.857 - 2.204.857 175.862 - 175.862 2.734.210 - 2.734.210 3.152.391 - 3.152.391

Totale A+B 31.12.2010 380.856 13.998 366.858 2.423.156 61.352 2.361.804 18.672.011 351.621 18.320.390 1.498.256 51.659 1.446.597 22.974.279 478.630 22.495.649 21.743.198 399.497 21.343.701

Totale A+B 31.12.2009 329.782 9.734 320.048 1.208.473 21.184 1.187.289 18.872.391 327.453 18.544.938 1.332.552 41.126 1.291.426 21.743.198 399.497 21.343.701

La tabella mostra la distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 44

Tavola 5.7 - Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie

Voci/Scaglioni temporali a vista da oltre 1 giorno a 7

giorni

da oltre 7 giorni a 15

giorni

da oltre 15 giorni a 1 mese

da oltre 1 mese fino a

3 mesi

da oltre 3 mesi fino a 6 mesi

da oltre 6 mesi fino a

1 anno

da oltre 1 anno fino a 5 anni

Oltre 5 anni

Durata indeterminata

Attività per cassa 4.582.769 29.843 90.083 162.717 1.005.423 560.114 1.105.320 5.437.851 7.205.520 518.007

A.1 Titoli di Stato 43 - 84 250 42.673 35.805 8.393 184.978 562.715 -

A.2 Titoli di debito quotati 8.784 304 - - 8.166 1.444 19.920 331.544 100.303 3.160

A.3 Quote O.I.C.R. 33.113 - - - - - - - - -

A.5 Finanziamenti 4.540.829 29.539 89.999 162.467 954.584 522.865 1.077.007 4.921.329 6.542.502 514.847

- banche 128.767 - - 599 290 159 646 934 - 434.609

- clientela 4.412.062 29.539 89.999 161.868 954.294 522.706 1.076.361 4.920.395 6.542.502 80.238

Passività per cassa 7.574.469 708.283 191.779 825.220 1.647.150 1.167.978 1.766.943 4.397.946 565.686 64.929

B.1 Depositi 6.752.983 120.073 51.904 67.358 218.461 180.847 151.631 140.770 179.914 -

- banche 34.632 80.000 - - 7.971 2.630 10.601 112.387 179.914 -

- clientela 6.718.351 40.073 51.904 67.358 210.490 178.217 141.030 28.383 - -

B.2 Titoli di debito 22.157 35.399 110.927 158.379 583.835 956.739 1.489.024 3.838.871 385.772 -

B.3 Altre passività 799.329 552.811 28.948 599.483 844.854 30.392 126.288 418.305 - 64.929

Operazioni "fuori bilancio"

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale

- posizioni lunghe - 54.811 72.734 33.132 128.959 45.613 19.159 387 4 -

- posizioni corte - 67.074 72.408 33.536 128.724 32.962 20.224 417 - -

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

- posizioni lunghe 69.074 1.980 1.639 13.688 13.326 2.474 159 32.564 753 -

- posizioni corte 69.690 - - - 80 144 214 5.289 62.496 -

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere

- posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- posizioni corte - - - - - - - - - -

C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi

- posizioni lunghe 255 - - - - - - - - -

- posizioni corte - 255 - - - - - - - -

La tabella mostra la distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività finanziarie e delle passività finanziarie. I valori riportati sono quelli utilizzati ai fini dell'informativa di bilancio e si riferiscono sia a posizioni classificate nel Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza che nel Portafoglio Bancario.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 45

Tavola 5.8 - Esposizioni per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore specifiche

Causali/ Categorie

Sofferenze Incagli Esposizioni

ristrutturate Esposizioni

scadute A. Rettifiche complessive iniziali 282.376 48.185 141 3.239

- di cui: esposizioni cedute non cancellate 1.584 791 - 65

B. Variazioni in aumento 184.474 181.762 359 131.182

B.1 rettifiche di valore 118.700 163.354 359 114.670

B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 61.419 15.600 - 16.507

B.3 altre variazioni in aumento 4.355 2.808 - 5

C. Variazioni in diminuzione 130.230 166.585 126 131.307

C.1 riprese di valore da valutazione 55.782 89.175 - 108.389

C. 2 riprese di valore da incasso 6.503 6.777 70 19

C.3 cancellazioni 67.945 5 - -

C.4 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - 70.571 56 22.899

C.5 altre variazioni in diminuzione - 57 - -

D. Rettifiche complessive finali 336.620 63.362 374 3.114

- di cui: esposizioni cedute non cancellate 2.607 1.071 150 21

L'ammontare complessivo delle cancellazioni imputate direttamente a conto economico ammonta a 9.812 migliaia di euro

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 46

Tavola 6. Rischio di credito: Informativa sui portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell’ambito dei metodi IRB

Informativa qualitativa La Capogruppo e le altre società del Gruppo utilizzano la metodologia

standardizzata, prevista per la determinazione dei requisiti di vigilanza a fronte del rischio di credito (Circ. 263/06 Titolo II – Capitolo 1, Parte Prima).

Detta metodologia standardizzata prevede la suddivisione delle esposizioni in diversi portafogli, secondo la natura della controparte oppure delle caratteristiche tecniche del rapporto, e l’applicazione di coefficienti di ponderazione distinti su ciascuno di essi.

Per il calcolo del requisito patrimoniale nell’ambito del metodo standardizzato, la normativa prevede anche la possibilità di determinare i coefficienti di ponderazione sulla base delle valutazioni del merito creditizio rilasciate da agenzie esterne riconosciute da Banca d’Italia. Il Gruppo Banca delle Marche, sul portafoglio “Amministrazioni Centrali e Banche Centrali”, si avvale delle valutazioni esterne del merito creditizio rilasciate dalla società di rating FITCH e utilizza le indicazioni di SACE quale ECA per i coefficienti della controllata Medioleasing.

L’accreditamento di FITCH quale ECAI e di SACE quale ECA è stato effettuato da ciascuna società del Gruppo mediante comunicazione scritta alla Banca d’Italia.

Inoltre la Banca si avvale della società Standard & Poor’s al fine di valutare le posizioni verso le cartolarizzazioni aventi un rating a breve termine e verso le cartolarizzazioni diverse da quelle aventi un rating a breve termine.

Per le altre esposizioni si fa invece riferimento ai diversi fattori di ponderazione previsti dalla normativa per la metodologia standardizzata, come segue:

1. le esposizioni verso le amministrazioni centrali e le banche centrali di Stati membri dell’Unione Europea, denominate nella valuta locale, sono ponderate a zero se la corrispondente provvista è denominata nella medesima valuta;

2. le esposizioni nei confronti di intermediari vigilati, aventi durata originaria pari o inferiore a tre mesi, sono ponderate al 20 per cento;

3. alle esposizioni classificate nel portafoglio al dettaglio si applica un fattore di ponderazione pari al 75 per cento;

4. alle esposizioni garantite da ipoteca su immobili residenziali e a quelle derivanti da operazioni di leasing aventi ad oggetto tali tipologie di immobili si applica una ponderazione del 35 per cento su una quota non eccedente l’80 per cento del valore dell’immobile, a condizione che si tratti

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 47

di immobili residenziali utilizzati, destinati ad essere utilizzati, dati in locazione o destinati ad essere dati in locazione dal proprietario, e che la capacità di rimborso del debitore non dipenda in misura rilevante dai flussi finanziari generati dall’immobile che funge da garanzia (il rispetto di tali requisiti esclude le società immobiliari, le società di costruzione e di fondi immobiliari, per le quali la vendita e la locazione a terzi costituiscono la principale attività;

5. alle esposizioni garantite da ipoteca su beni immobili non residenziali (immobili destinati a uffici, al commercio o ad altre attività produttive) e a quelle derivanti da operazioni di leasing aventi ad oggetto tali tipologie di immobili si applica una ponderazione del 50 per cento su una quota non eccedente il 50 per cento del valore dell’immobile; anche in questo caso sono escluse da tale ponderazione le società immobiliari, di costruzione e di fondi immobiliari.

Informativa quantitativa Tavola 6.1 – Distribuzione delle esposizioni: metodologia standardizzata

Portafoglio regolamentare 31.12.2010 31.12.2009

Amministrazioni Centrali e Banche Centrali 1.549.643 1.134.303

Intermediari Vigilati 1.134.513 521.836

Enti Territoriali 101.600 111.796

Enti Senza Scopo Di Lucro ed Enti del Settore Pubblico 210.800 339.956

Banche Multilaterali di Sviluppo 5.672 5.280

Imprese e Altri Soggetti 8.460.244 6.276.663

Esposizioni al Dettaglio 3.330.847 3.340.723

Esposizioni Verso O.I.C.R. 16.775 1.381

Esposizioni Garantite da Immobili 5.725.832 8.063.272

Esposizioni Scadute 1.564.417 1.370815

Esposizioni ad Alto Rischio 1.286 1.611

Altre Esposizioni 1.050.102 592.582

Cartolarizzazioni 46.628 77.248

Totale 23.198.359 21.837.466

Si precisa che le esposizioni indicate tengono già conto delle tecniche di mitigazione del rischio.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 48

Nel prospetto che segue vengono indicate le esposizioni per il rischio di credito e di controparte associate a ciascuna classe di ponderazione. Le esposizioni sono quelle determinate secondo le regole di Vigilanza prudenziale e tengono già conto degli effetti delle tecniche di mitigazione del rischio (compensazioni, garanzie, ecc.).

Tavola 6.2 - Portafogli assoggettati al Metodo standardizzatoal 31.12.2010

% DI PONDERAZIONE Deduzioni dal

Patrimonio di Vigilanza

0 20 35 50 75 100 150 200 1250 Totale

Amministrazioni Centrali e Banche Centrali 1.549.281 194 - - - 168 - - - 1.549.643

Intermediari Vigilati 216.670 913.984 - 120 - 3.739 - - - 1.134.513

Enti Territoriali - 99.878 - - - 1.721 - - - 101.600Enti Senza Scopo Di Lucro ed Enti del Settore Pubblico

- 134.455 - - - 76.346 - - - 210.800

Banche Multilaterali di Sviluppo 5.151 520 - - - - - - - 5.672

Imprese e Altri Soggetti - - - - - 8.460.244 - - - 8.460.244

Esposizioni al Dettaglio - - - - 3.330.847 - - - - 3.330.847

Esposizioni Verso O.I.C.R. - - - - - 16.775 - - - 16.775

Esposizioni Garantite da Immobili - - 4.132.580 1.593.252 - - - - - 5.725.832

Esposizioni Scadute - - - 27.465 - 709.532 827.420 - - 1.564.417

Esposizioni ad Alto Rischio - - - - - - - 1.286 - 1.286

Altre Esposizioni 655.269 116.123 - - - 278.710 - - - 1.050.102 906

Cartolarizzazioni - 21.317 - 5.095 - 9.486 - - 10.731 46.628

Totale 2.426.371 1.286.471 4.132.580 1.625.932 3.330.847 9.556.721 827.420 1.286 10.731 23.198.359 906

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 49

Tavola 7. Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB

Il Gruppo non utilizza sistemi interni per il calcolo del requisito patrimoniale regolamentare a fronte dei rischi di credito.

Ai fini del computo del Capitale Interno, la Capogruppo e le altre società del Gruppo utilizzano la metodologia standardizzata, prevista per la determinazione dei requisiti di vigilanza (Circ. 263/06 Titolo II – Capitolo 1, Parte Prima).

La misurazione del Capitale Interno a fronte del rischio di credito viene effettuata gestionalmente, con periodicità mensile, con le medesime modalità stabilite dalla normativa del Primo Pilastro.

Peraltro, mette conto evidenziare che il CdA della Capogruppo, con delibera del 5/12/2007, ha introdotto il Sistema Interno di Rating in Banca Marche disciplinando le disposizioni operative con l’emanazione di un fascicolo normativo interno (Fascicolo n°183). Il Sistema Interno di Rating consentirà, per il futuro, la quantificazione del rischio di credito anche mediante metodologie di calcolo regolamentari più avanzate (IRB) ovvero mediante modelli interni di Credit VaR.

Il sistema di rating, elaborato dalla Capogruppo Banca Marche ed esteso alla controllata CARILO, è attualmente differenziato per portafogli di clientela omogenea sotto il profilo del rischio per i quali sono stati sviluppati specifici modelli (andamentali/prima accettazione).

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 50

Tavola 8. Tecniche di Attenuazione del Rischio

Informativa qualitativa Le norme di Vigilanza consentono l’utilizzo ai fini prudenziali di strumenti

di attenuazione del rischio di credito e indicano puntuali requisiti di ammissibilità, giuridici, economici ed organizzativi e le modalità di calcolo della riduzione del predetto rischio.

Nell’ambito della gestione del rischio di credito, il Gruppo si avvale di tecniche di attenuazione del rischio previste dalla normativa di Vigilanza Prudenziale individuate nel documento di Loan Policy.

Il Gruppo ha predisposto processi e procedure diretti ad assicurare la certezza giuridica e l’effettività delle proprie garanzie.

Il carattere vincolante dell’impegno giuridico e il reale valore della garanzia, in questo modo, sono certificati da un preciso iter informatico/procedurale che consente di beneficiare delle attenuazioni del rischio derivanti dalle garanzie nel rispetto delle disposizioni normative.

Il Gruppo Banca delle Marche non utilizza tecniche di compensazione contabili in bilancio e ai fini di vigilanza per posizioni reciproche tra l’Istituto e la controparte. Adotta comunque politiche di mitigazione del rischio di controparte per le operazioni in derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa, sottoscrivendo contratti contenenti clausole di netting (ISDA Master Agreement, per le operazioni in derivati, e ISMA Repurchase Agreement, per le operazioni di pronti contro termine). Ad ulteriore garanzia su tale rischio, nel corso del 2009 sono stati attivati numerosi contratti di Credit Support Annex (CSA), con le principali Istituzioni Finanziarie con le quali la Capogruppo ha operazioni in derivati OTC in essere.

Particolare rilevanza riveste il riconoscimento delle esposizioni assistite da garanzia ipotecaria su immobili residenziali e non residenziali, le quali possono essere inserite nel portafoglio “Esposizioni garantite da immobili” a condizione che il valore dell’immobile non dipenda in misura rilevante dal merito di credito del debitore, che l’immobile sia stimato da un perito indipendente ad un valore non superiore al valore di mercato e che la garanzia sia opponibile in tutte le giurisdizioni pertinenti e possa essere escussa in tempi ragionevoli.

Il Gruppo, inoltre, secondo quanto indicato dalle normative di vigilanza, utilizza anche metodi statistici per sorvegliare il valore degli immobili e individuare quelli che necessitano di una nuova verifica periziale.

Il Gruppo Banca delle Marche si avvale anche di strumenti di mitigazione di tipo personale, ma valutabili ai fini di Vigilanza solo in presenza di garanzia concessa da intermediario vigilato o pubblica amministrazione, e di tipo finanziario, solo nel caso di pegno su titoli emessi dallo Stato o da intermediari vigilati.

Attualmente l’utilizzo delle garanzie è volto esclusivamente alla copertura del rischio di credito in quanto le coperture sul rischio controparte, che emergono dalle operazioni di Pronti contro Termine, riguardano titoli con

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 51

caratteristiche tali da rendere del tutto remota l’eventualità di inefficacia della garanzia.

Il rischio residuo, pertanto, viene presidiato sulle garanzie ricevute a fronte dei soli impieghi creditizi.

Il credito erogato dal Gruppo è assistito, in prevalenza, da garanzie di natura reale ed, in minor misura, da garanzie personali.

Le garanzie finanziarie ammissibili sono prevalentemente a copertura di operazioni di pronti contro termine. I titoli sono emessi dallo Stato italiano e da intermediari vigilati.

Per quanto riguarda l’esposizione potenziale al rischio di mercato, si rileva che i pronti contro termine hanno scadenza inferiore all’anno.

Le altre garanzie reali sono rappresentate da ipoteche su beni immobili, a fronte di esposizioni per l’acquisto di immobili prevalentemente residenziali ed in minore misura non residenziali.

Per quanto attiene le operazioni su derivati creditizi, queste hanno per controparti banche e istituzioni finanziarie, che si collocano in area investment grade.

La principale concentrazione di garanzie è relativa al credito e si riferisce a garanzie reali legate ai finanziamenti per mutui alla clientela Retail che, di fatto, non comporta un’effettiva concentrazione del rischio in virtù dell’elevato frazionamento del rischio, implicito per la tipologia di clientela. Peraltro, sono in vigore disposizioni specifiche sui finanziamenti per mutui ipotecari con importo superiore ai 3 milioni di euro, soglia oltre la quale il valore della garanzia viene aggiornato con perizie periodiche del bene.

Per le operazioni sotto la soglia di rilevanza è attivato un costante aggiornamento del valore degli immobili attraverso la rilevazione dei valori medi del mercato mobiliare. Le informazioni sulle valutazioni sono fornite, con cadenza annuale, da operatori specializzati del settore.

Le garanzie personali utilizzabili ai fini di vigilanza, come evidenziato nell’informativa quantitativa, coprono una quota molto contenuta dell’esposizione creditizia complessiva. I garanti sono rappresentati prevalentemente da Intermediari vigilati ed enti territoriali quali, enti pubblici ed associazioni di categoria.

La tavola seguente riguarda le esposizioni soggette a rischio di credito, coperte da garanzia.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 52

Informativa quantitativa

Tavola 8.1 - Esposizioni coperte da garanzie

Portafoglio Garanzie

reali finanziarie

Altre garanzie

Garanzie personali

Totale 31.12.2010

Garanzie reali

finanziarie

Altre garanzie

Garanzie personali

Totale 31.12.2009

Amministrazioni Centrali e Banche Centrali - 16.609 - 16.609 - 9.845 - 9.845 Intermediari Vigilati 217.642 1.934 32.280 251.856 - 2.141 30.861 33.002 Enti Territoriali - - 17.436 17.436 - - 15.227 15.227 Enti senza scopo di lucro ed Enti del Settore Pubblico 1 - - 1 - - - - Banche Multilaterali di Sviluppo - 651 - 651 - 641 - 641 Imprese e Altri Soggetti 107 - - 107 - - - - Esposizioni al Dettaglio - - - - - - - - Esposizioni Verso Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (O.I.C.R.) - 868 - 868 - 830 - 830

Esposizioni Garantite da Immobili - 5.725.832 - 5.725.832 - 6.399.456 - 6.399.456 Esposizioni Scadute - 596.316 - 596.316 - 562.210 - 562.210 Esposizioni ad alto rischio - - - - - - - - Altre esposizioni 684.891 - - 684.891 191.501 19 - 191.520 Cartolarizzazioni - - - - - - - - Totale 902.641 6.432.210 49.716 7.294.567 191.501 6.975.142 46.088 7.212.731

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 53

Tavola 9. Rischio di controparte

Informativa qualitativa Il rischio di controparte è il rischio che la controparte di una transazione

avente a oggetto determinati strumenti finanziari risulti inadempiente prima del regolamento della transazione stessa.

Si tratta di una particolare fattispecie del rischio di credito, che genera una perdita se le transazioni poste in essere con una determinata controparte hanno un valore positivo al momento dell’insolvenza. A differenza del rischio di credito generato da un finanziamento, dove la probabilità di perdita è unilaterale in capo alla sola Società erogante, il rischio di controparte crea un rischio di perdita di tipo bilaterale.

Il Gruppo Banca delle Marche misura l’esposizione al rischio di controparte, come dettato dalla normativa, per tutte le posizioni in strumenti finanziari del portafoglio bancario e del portafoglio di negoziazione appartenenti alle seguenti tipologie di strumenti:

• Derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa (OTC) • Security Financing Transaction (SFT o Pronti contro Termine) • Operazioni con regolamento a lungo termine (LST)

Il requisito patrimoniale è ottenuto applicando il modello basato sull’approccio standard, che prevede il metodo del “valore corrente”, per i derivati OTC e le operazioni a lungo termine, e il metodo di CRM (Credit Risk Mitigation) semplificato sul valore a pronti delle operazioni di pronti contro termine del portafoglio bancario.

Con il metodo del “ valore corrente “, al fair value dell’esposizione (costo di sostituzione), viene applicata la formula prevista dalla normativa di vigilanza prudenziale per determinare, mediante l’aggiunta di add-on regolamentari, l’”equivalente creditizio” al quale si applicano i coefficienti di ponderazione differenziati in base alla natura della controparte.

Relativamente alle modalità di applicazione del metodo CRM é possibile far riferimento alla definizione illustrata nel capitolo del Rischio di credito;.

Nel Gruppo Banca delle Marche il rischio di controparte viene generato dall’attività di negoziazione in derivati OTC e LST con la clientela, a complemento dell’attività creditizia e commerciale, e dall’attività in strumenti finanziari in conto proprietà.

Le operazioni con la clientela sono relative a soluzioni finanziarie poste in essere dall’Area Finanza mediante la conclusione di contratti derivati esclusivamente di copertura, contro l'eventuale andamento sfavorevole dei mercati finanziari. Sono comprese anche le operazioni con l’estero richieste da operatori in grado di documentare l’esistenza di una futura disponibilità di divisa estera o di un futuro impegno di pagamento, compreso anche l’impegno a rimborsare un finanziamento in divisa.

Per tali operazioni l’Area Finanza, ricevuta la proposta contrattuale da parte del proponente l’operazione deve, propedeuticamente alla

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 54

predisposizione dell’operazione, verificare la presenza della copertura creditizia (fido) sulla singola controparte (cliente).

Tale attività viene svolta mediante la verifica della capienza (c.d. esposizione originaria) sui fidi in essere ovvero a seguito della proposta di un nuovo affidamento da parte della funzione commerciale proponente.

Le operazioni effettuate con la clientela sono poi specificatamente “pareggiate” con controparti istituzionali.

Analogamente alle transazioni per conto della clientela, anche per l’operatività in conto proprio e per quella di negoziazione pareggiata con le istituzioni finanziarie (compresa l’operatività in pronti contro termine attivi e passivi), l’Area finanza deve verificare la capienza della copertura creditizia ovvero predisporre un’apposita richiesta di istruttoria dell’affidamento al Servizio Concessione e Pricing.

Nelle consuete attività di monitoraggio andamentale sulla clientela, l’Area Concessione, mediante il Servizio Monitoraggio Crediti, verifica le posizioni sconfinanti con operatività in derivati OTC intervenendo in presenza di anomalie sulla base dei regolamenti interni dei crediti.

Il Gruppo Banca delle Marche non utilizza tecniche di compensazione contabili in bilancio per posizioni reciproche tra l’Istituto e la controparte. Comunque, tutte le operazioni in derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa dalla Capogruppo sono stipulate con controparti con le quali è stato sottoscritto un contratto ISDA Master Agreement e ISMA Repurchase Agreement per le operazioni di pronti contro termine, contenenti clausole di netting. Come ulteriore forma di attenuazione del rischio la Capogruppo ha sottoscritto con primarie controparti istituzionali accordi di cash collateral nell’ambito della stipula di Credit Support Annex.

La policy del rischio di controparte adottata dal Gruppo Banca delle Marche prevede, a rafforzamento dei processi operativi di istruttoria e controllo delle singole posizioni, anche la fissazione di soglie di sorveglianza complessive di rischio assegnate alla clientela ordinaria e alle attività in conto proprio e di limiti complessivi di rischio assegnati alle istituzioni finanziarie.

In tale ambito sono valutate le singole controparti che esprimono una forte correlazione tra l’andamento positivo del mark to market e il grado di rischio della controparte (wrong-way risk).

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 55

Informativa quantitativa

Tavola 9.1 Rischio di controparte: derivati e pronti contro termine

Tipologia di strumento

31.12.2010 31.12.2009 Fair value

lordo positivo

CompensazioniFair value

netto compensato

Effetto accordi di garanzia

Metodo del Valor Corrente

Fair value lordo positivo Compensazioni

Fair value netto

compensato

Effetto accordi di garanzia

Metodo del Valor Corrente

Derivati Finanziari Over The Counter: 140.017 - 140.017 - 175.243 137.441 - 137.441 - 199.068 - su tassi di interesse e titoli di debito 87.140 - 87.140 - 107.590 127.543 - 127.543 - 173.987 - su titoli di capitale ed indici azionari 144 - 144 - 1.451 268 - 268 - 2.059 - su tassi di cambio ed oro 52.733 - 52.733 - 66.202 9.630 - 9.630 - 23.022 Derivati creditizi 3.413 - 3.413 - 6.755 1.192 - 1.192 - 2.442 Portafoglio di negoziazione: 3.413 - 3.413 - 6.755 1.192 - 1.192 - 2.442 Credit Default Products 3.413 - 3.413 - 6.755 1.192 - 1.192 - 2.442 - - - - - - - - - - Pronti contro termine passivi 672.426 - 672.426 - 672.428 629.007 - 629.007 - 629.645

La tabella rappresenta l’esposizione del gruppo bancario al rischio di controparte per gli strumenti derivati

OTC, LST e per operazioni di pronti contro termine, classificate sia nel Portafoglio di Negoziazione che nel Portafoglio Bancario.

Ai fini della tabella sono considerati tutti i derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa (OTC) con qualunque controparte (istituzionale, corporate, retail, ecc.), le operazioni con regolamento e lungo termine (LST) e i Pronti Contro Termine sia attivi che passivi.

Nell’ambito di questi ultimi sono comprese operazioni di rifinanziamento verso Amministrazioni e Banche Centrali.

La tabella espone anche il rischio di controparte, calcolato secondo il Metodo del valore corrente, sui derivati di tipo Domestic Currency Swap, ai fini delle Segnalazioni di Vigilanza Prudenziale. Ai fini gestionali, su tali derivati non sussiste alcun rischio di controparte, in quanto sono perfettamente coperti dalla raccolta in certificati di deposito denominata nella stessa valuta.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 56

Tavola 9.2 Valori nozionali dei contratti derivati creditizi

Tipologia di prodotti

Portafoglio di negoziazione di vigilanza

Portafoglio bancario

Acquisti di protezione

Vendite di protezione

Acquisti di protezione

Vendite di protezione

31.12.2010 Credit Default Products 15.000 - - - 31.12.2009 Credit Default Products 15.000 - - -

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 57

Tavola 10. Operazioni di cartolarizzazione

Informativa qualitativa Nell’ambito delle iniziative volte ad assicurare il soddisfacimento del

fabbisogno finanziario del Gruppo, lo strumento della cartolarizzazione ha assunto in passato un’elevata importanza, essendo stato per lungo tempo in grado di ampliare il bacino di raccolta di fondi rispetto a quello offerto dalle tradizionali emissioni obbligazionarie, sia domestiche che internazionali.

Nel 2010 allo strumento di cartolarizzazione tradizionale si è aggiunto anche quello del Covered Bond.

Al 31 dicembre 2010 il Gruppo ha strutturato:

• cinque operazioni di cartolarizzazione, di cui quattro ancora attive (due di tipo Residential Mortgages Backed Securities – RMBS, un Lease Backed Securities - LBS ed una, l’ultima della serie, di tipo “misto”, avente ad oggetto mutui residenziali e commerciali) ed una RMBS estinta anticipatamente nel luglio 2010;

• un programma di obbligazioni bancarie garantite (“Programma di Covered Bond”) con contestuale perfezionamento nel luglio 2010 della prima emissione sotto programma.

Nell’ambito delle operazioni di cartolarizzazione “proprie” del Gruppo Banca delle Marche è importante distinguere tra:

• cartolarizzazioni che attraverso la trasformazione dei crediti ceduti in titoli rifinanziabili si inquadrano nella politica di rafforzamento della posizione di liquidità del Gruppo ( “auto cartolarizzazioni”);

• cartolarizzazioni strutturate con l’obiettivo di conseguire vantaggi economici riguardanti l’ottimizzazione del portafoglio crediti e la diversificazione delle fonti di finanziamento ( “cartolarizzazioni in senso stretto”). Pur non qualificandosi come operazioni di cartolarizzazione in senso

stretto, la descrizione delle operazioni di “auto cartolarizzazione “ è riportata per completezza nella “Informativa qualitativa”. Le stesse informazioni, invece, non contribuiscono ai dati numerici inseriti nelle tabelle.

Cartolarizzazioni in senso stretto Operazione Marche Mutui Nel mese di marzo 2003 la Capogruppo Banca delle Marche (Originator)

ha perfezionato il suo primo RMBS, cedendo pro soluto alla Società Veicolo Marche Mutui S.r.l. (Issuer) un portafoglio di crediti in bonis derivanti da mutui fondiari assistiti da garanzia ipotecaria di primo grado, per un ammontare pari ad € 344 milioni circa.

Il Prezzo di Cessione dei Crediti, pari al valore di carico degli stessi, è stato finanziato attraverso l’emissione, in data 31 marzo 2003, di titoli per un importo complessivo pari ad € 353,010 milioni, che ha consentito anche la

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 58

costituzione di una Riserva di Cassa di € 8,61 milioni (Cash Reserve) volta ad evitare eventuali tensioni di liquidità alla SPV.

Ai titoli è stato attribuito il rating dalle due principali agenzie, Moody’s Investors Service e Standard & Poor’s, alle quali è stato altresì assegnato il compito di monitorare periodicamente, con cadenza trimestrale, l’operazione. Ai fini dell’assegnazione del rating i titoli sono stati suddivisi in cinque tranches, di cui due, le classi A1 e A2 (rispettivamente di € 35 e € 281,8 milioni), senior, due, le classi B e C (rispettivamente di € 16,2 e € 11,4 milioni), mezzanine ed una, la classe D (di € 8,61 milioni), junior, ordinate sulla base del grado di priorità con cui devono essere rimborsate dalla Società Veicolo.

Le classi senior e mezzanine sono state quotate presso il Luxembourg Stock Exchange e collocate presso investitori istituzionali, nazionali ed esteri; la tranche junior, priva di rating, è stata invece interamente sottoscritta inizialmente dall’Originator.

In base al Contratto di Servicing, Banca delle Marche ha assunto il ruolo di “servicer” dell’operazione; in virtù di tale impegno contrattuale, essa mantiene i rapporti con i clienti, continuando a gestire i mutui appartenenti al portafoglio ceduto, ed elabora con cadenza trimestrale il Servicer Report, all’interno del quale sono riportate in modo dettagliato le informazioni sull’andamento del portafoglio cartolarizzato, in termini sia di grandezze stock sia di valori flusso.

Operazione Marche Mutui 2 Nel mese di ottobre 2006 la Capogruppo Banca delle Marche (Originator)

ha perfezionato il suo secondo RMBS, cedendo pro soluto alla Società Veicolo Marche Mutui 2 S.c.a.r.l. (Issuer) un portafoglio di crediti in bonis derivanti da mutui fondiari assistiti da garanzia ipotecaria di primo grado, per un ammontare pari ad € 631 milioni circa.

Il Prezzo di Cessione dei Crediti, dato dal valore di carico degli stessi, è stato finanziato attraverso l’emissione, in data 20 ottobre 2006, di titoli per un pari importo.

Ai titoli è stato attribuito il rating dalle due principali agenzie, Moody’s Investors Service e Standard & Poor’s, alle quali è stato altresì assegnato il compito di monitorare periodicamente, con cadenza trimestrale, l’operazione. Ai fini dell’assegnazione del rating i titoli sono stati suddivisi in cinque tranches, di cui due, le classi A1 e A2 (rispettivamente di € 88,4 e € 511,45 milioni), senior, due, le classi B e C (rispettivamente di € 12 e € 15,8 milioni), mezzanine ed una, la classe D (di € 3,785), junior, ordinate sulla base del grado di priorità con cui devono essere rimborsate dalla Società Veicolo.

Le classi senior e mezzanine sono state quotate presso l’Irish Stock Exchange e collocate presso investitori istituzionali, nazionali ed esteri; la tranche junior, priva di rating, è stata invece interamente sottoscritta inizialmente dall’Originator.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 59

In base al Contratto di Servicing, Banca delle Marche ha assunto il ruolo di “servicer” dell’operazione; in virtù di tale impegno contrattuale, essa mantiene i rapporti con i clienti, continuando a gestire i mutui appartenenti al portafoglio ceduto, ed elabora con cadenza trimestrale il Servicer Report, all’interno del quale sono riportate in modo dettagliato le informazioni sull’andamento del portafoglio cartolarizzato, in termini sia di grandezze stock sia di valori flusso.

Operazione Medioleasing Finance Nel mese di maggio 2008 Medioleasing S.p.A. (Originator), società

controllata al 100% dalla Capogruppo Banca Marche, ha perfezionato il suo primo LBS (Leasing Backed Securities), cedendo pro soluto a Medioleasing Finance, società a responsabilità limitata (Issuer) costituita ai sensi della legge 130/99, un portafoglio di crediti nascenti da contratti di locazione finanziaria per un ammontare di circa 400 milioni di euro.

Medioleasing Finance ha finanziato il pagamento del prezzo di acquisto del portafoglio mediante l’emissione di titoli, collocati per 300 milioni di euro presso la Banca Europea per gli Investimenti (BEI).

La partecipazione della BEI all’operazione, in qualità di sottoscrittore dei titoli con rating AAA, è finalizzata alla promozione di progetti di investimento realizzati da imprese di piccole e medie dimensioni operanti all’interno del territorio della Repubblica Italiana; in tale ottica, i fondi ricevuti da Medioleasing dovranno essere utilizzati, entro 18 mesi dalla data di perfezionamento dell’operazione, per il finanziamento di iniziative aventi determinate caratteristiche.

Dal punto di vista di Medioleasing S.p.A. e del Gruppo Banca delle Marche, l’intervento della BEI ha permesso di allungare la durata media della provvista, così garantendo maggiore stabilità alla struttura finanziaria, e al tempo stesso di ottenere risorse finanziarie a condizioni estremamente competitive in termini di spread. Tali vantaggi sono tanto più apprezzabili in una fase, come quella attuale, caratterizzata da una forte instabilità dei mercati finanziari.

Il prezzo di cessione dei Crediti è stato finanziato da Medioleasing Finance attraverso l’emissione, in data 23 maggio 2008, di titoli per un importo complessivo pari ad euro 411.500.000. La differenza tra l’ammontare dei titoli emessi ed il prezzo di cessione del Portafoglio, pari ad euro 6.101.084 corrisponde alla linea di liquidità disponibile alla Società Veicolo.

Ai titoli è stato attribuito il rating dall’Agenzia Moody’s Investors Service, che ha richiesto la suddivisione dei titoli in tre tranches:

• Classe Senior di euro 300.000.000 - rating Aaa – sottoscritta da Banca Europea per gli Investimenti;

• Classe Mezzanine di euro 105.400.000 - rating A2 – sottoscritta da Medioleasing S.p.A.;

• Classe Junior di euro 6.100.000 - priva di rating – sottoscritta da Medioleasing S.p.A.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 60

Con particolare riferimento alla Classe Mezzanine, in caso di eventuale miglioramento dei mercati finanziari, Medioleasing potrà valutare la possibilità di collocare le note sul mercato.

I titoli emessi da Medioleasing Finance hanno un profilo di ammortamento “bullet”, con rimborso integrale del capitale atteso al termine del nono anno dall’emissione.

Data tale struttura dei titoli, è previsto un meccanismo di revolving periodico del portafoglio; in pratica, al fine di consentire al veicolo di mantenere un volume di attivi pari al valore dei titoli emessi, Medioleasing S.p.A. cederà trimestralmente a Medioleasing Finance portafogli successivi, selezionati in modo da garantire caratteristiche di omogeneità rispetto al portafoglio iniziale.

A garanzia del buon funzionamento dell’operazione, la Capogruppo Banca delle Marche è intervenuta nella transazione in qualità di Garante della Liquidità, garantendo l'adempimento delle obbligazioni in capo a Medioleasing Finance relativamente al pagamento degli interessi ed al rimborso del capitale sui titoli.

Alla scadenza del nono anno dall’emissione, Medioleasing avrà un’opzione per il riacquisto da Medioleasing Finance del portafoglio di leasing allora in essere; il prezzo di vendita del portafoglio sarà utilizzato dalla Società Veicolo per il rimborso integrale dei titoli emessi.

Qualora tale opzione non venga esercitata, Banca Marche sarà chiamata, in qualità di Garante della Liquidità, a fornire a Medioleasing Finance la liquidità necessaria al rimborso dei titoli.

Medioleasing interviene nell’operazione, oltre che come Originator, anche in qualità di Servicer della Società Veicolo, mantenendo la gestione dei crediti ceduti e l’abituale relazione con la clientela interessata dalla cartolarizzazione.

Operazioni di “ auto cartolarizzazione” In data 30 maggio 2008 la Capogruppo Banca delle Marche (Originator)

ha stipulato un contratto di cessione con la Società Veicolo Marche Mutui 3 S.r.l. (Issuer), ai fini del perfezionamento, avvenuto nel mese di luglio 2008, del suo terzo RMBS. Nell’ambito della suddetta operazione, Banca delle Marche ha ceduto pro soluto a Marche Mutui 3 un portafoglio di crediti in bonis derivanti da mutui fondiari ed ipotecari, per un ammontare al 30 aprile 2008 (Valuation Date) pari ad euro 986 milioni circa.

Il Prezzo di Cessione dei Crediti, pari al valore di carico degli stessi, è stato finanziato attraverso l’emissione, in data 8 luglio 2008, di titoli per un importo complessivo di € 999,594 milioni, che ha consentito anche la costituzione di una Riserva di Cassa di € 14,043 milioni (Cash Reserve), volta ad evitare eventuali tensioni di liquidità alla Società Veicolo.

Ai titoli è stato attribuito il rating dall’Agenzia Moody’s Investors Service, a cui è stato altresì assegnato il compito di monitorare periodicamente, con cadenza semestrale, l’operazione. Ai fini dell’assegnazione del rating i titoli sono stati suddivisi in due tranches, di cui una senior, la classe A (di € 936,250

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 61

milioni), ed una junior, la classe J (di € 63,344 milioni), in base al grado di priorità con cui la Società Veicolo procederà ad effettuare i rimborsi.

La classe A, dotata di rating, è stata quotata presso il Luxembourg Stock Exchange e riacquistata dall’Originator per essere utilizzata in operazioni di rifinanziamento (REPO) sul mercato monetario con la Banca Centrale Europea.

In data 28 maggio 2010 Banca delle Marche ha sottoscritto i contratti per il riacquisto, pro soluto e in blocco, del portafoglio crediti dalla Società Veicolo Marche Mutui 3.

A seguito di quanto sopra: • la Banca ha liquidato alla Società Veicolo il corrispettivo dei crediti

pari al valore degli stessi al 30 aprile 2010; • alla data di pagamento interessi immediatamente successiva al

riacquisto, il 20 luglio 2010, la Società Veicolo ha rimborsato integralmente i titoli con contestuale estinzione anticipata dell’operazione.

Operazione Marche Mutui 4 In data 30 giugno 2009 la Capogruppo Banca delle Marche (Originator)

ha stipulato un contratto di cessione con la Società veicolo Marche Mutui 4 società a responsabilità limitata (Issuer) appositamente costituita ai sensi della legge 130/99, ai fini del perfezionamento, avvenuto poi nel mese di luglio 2009, della quarta cartolarizzazione di crediti nascenti da contratti di mutuo. Nell’ambito della suddetta operazione, Banca delle Marche ha ceduto pro soluto a Marche Mutui 4 un portafoglio di crediti in bonis derivanti da mutui ipotecari, residenziali e commerciali, per un ammontare al 31 maggio 2009 (Valuation Date) pari ad € 1,881 miliardi circa.

Il Prezzo di Cessione dei Crediti, pari al valore di carico degli stessi, è stato finanziato attraverso l’emissione, in data 24 luglio 2009, di titoli per un importo complessivo pari ad € 1,960 miliardi. Ciò ha consentito la costituzione di una Riserva di Cassa di € 65 milioni (Cash Riserve), volta ad evitare eventuali tensioni di liquidità alla SPV.

Ai titoli è stato attribuito il rating dall’Agenzia Moody’s Investors Service, a cui è stato altresì assegnato il compito di monitorare con cadenza semestrale l’operazione. Ai fini dell’assegnazione del rating i titoli sono stati suddivisi in due tranches, di cui una senior, la classe A (di € 1,505 miliardi), ed una junior, la classe J (di € 454,450 milioni).

La classe A, dotata di rating, è stata quotata presso il Luxembourg Stock Exchange e riacquistata da Banca delle Marche per essere utilizzata in operazioni di rifinanziamento (REPO) sul mercato monetario con la Banca Centrale Europea. Per questo motivo, i titoli senior sono stati strutturati in modo da possedere tutti i requisiti richiesti dalla normativa in materia (quotazione in un mercato regolamentato, rating fornito da almeno una delle Agenzie di Rating, emissione in forma dematerializzata,…). Anche la classe J, priva di rating, è stata sottoscritta da Banca delle Marche.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 62

In base al Contratto di Servicing, Banca delle Marche ha assunto il ruolo di “servicer” dell’operazione; in virtù di tale impegno contrattuale, essa è tenuta a mantenere i rapporti con i clienti, continuando a gestire i mutui appartenenti al portafoglio ceduto, e ad elaborare con cadenza semestrale il Servicer Report, all’interno del quale sono riportate in modo dettagliato le informazioni sull’andamento del portafoglio cartolarizzato, in termini sia di grandezze stock sia di valori flusso.

Metodi per il calcolo degli importi delle esposizioni Il Rischio derivante da cartolarizzazioni è il rischio che la sostanza

economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio. Dalla Circolare 263/2006 e dalle linee guida fornite dal Comitato di Basilea, scaturiscono le seguenti considerazioni:

• le autorità di Vigilanza pongono particolare attenzione sull’effettivo trasferimento del rischio derivante dalle operazioni di cartolarizzazione, richiedendo, già in sede di Pillar 1, requisiti stringenti per il riconoscimento di vantaggi patrimoniali;

• tali vantaggi si concretizzano in seguito alla verifica del sostanziale trasferimento del rischio interno all’operazione. L’errata valutazione della sostanza economica comporterebbe una patrimonializzazione inadeguata e la sostanziale inadeguatezza delle procedure di misurazione e controllo degli altri rischi (primo su tutti il rischio di credito). Attualmente, le cartolarizzazioni poste in essere dal Gruppo, due relative

a mutui residenziali, una di tipo “misto” (mutui residenziali e commerciali) ed una relativa a crediti in leasing, presentano assorbimenti patrimoniali pari all’assorbimento delle attività cedute, in quanto quest’ultimo risulta inferiore al teorico assorbimento delle posizioni detenute dal Gruppo verso tali cartolarizzazioni.

Comunque, la Capogruppo analizza, attraverso il Servizio Alm e Risk Management, funzione deputata al controllo del rischio di cartolarizzazione, gli effetti derivanti dal mancato trasferimento del rischio insito nelle cartolarizzazioni con il costante controllo del mantenimento dei requisiti di validità dell’operazione nel tempo.

Operazioni di cartolarizzazione:politiche Contabili Le regole per la rilevazione contabile delle operazioni di cartolarizzazione

dei crediti, regolate dai principi contabili internazionali (IAS – International Accounting Standards) nel documento IAS 39 (paragrafi relativi alla derecognition degli attivi oggetto di cessione), sono suddivise come segue:

1) In caso di derecognition degli attivi ceduti Qualora siano stati trasferiti effettivamente tutti i rischi e i benefici in

capo agli attivi ceduti, il cedente (Originator) provvede all’eliminazione contabile degli stessi dal proprio bilancio, rilevando in contropartita il corrispettivo ricevuto e l’eventuale utile o perdita da cessione.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 63

Le attività cedute sono quindi cancellate dallo Stato Patrimoniale del cedente e l’utile o la perdita da cessione, nonché l’eventuale credito relativo al corrispettivo della vendita, sono registrati in bilancio alla data di perfezionamento della cessione.

2) In caso di mancata derecognition degli attivi ceduti Qualora l’operazione di cartolarizzazione non soddisfi i requisiti richiesti

dallo Ias 39 per la derecognition degli attivi ceduti, il cedente deve provvedere al mantenimento degli stessi nel proprio bilancio, provvedendo all’iscrizione del finanziamento come contropartita del corrispettivo ricevuto.

Il portafoglio di crediti oggetto di cessione continua quindi ad essere classificato nella categoria di crediti di cui faceva originariamente parte e continua ad essere misurato al costo ammortizzato e valutato (analiticamente o in forma collettiva) come se la transazione non avesse mai avuto luogo.

Ciò accade ad esempio nel caso in cui il cedente sottoscrive integralmente la classe di titoli junior oppure mette a disposizione dell’operazione una garanzia collaterale.

Per le cessioni perfezionate prima del 1° gennaio 2004 (Marche Mutui), il Gruppo si è avvalso dell’esenzione dai requisiti di conformità ai principi IAS consentita in sede di prima applicazione degli stessi, lasciando così tendenzialmente invariate, dal punto di vista contabile, le modalità di registrazione dell’operazione rispetto alle precedenti situazioni economico-patrimoniali del Gruppo.

Per le cessioni realizzate successivamente a tale data (Marche Mutui 2, Marche Mutui 4 e Medioleasing Finance), hanno trovato puntuale applicazione le norme previste dallo IAS 39 in materia di derecognition delle attività cedute sopra sintetizzate; di conseguenza, avendo mantenuto nella “sostanza” tutti i rischi ed i benefici collegati agli attivi ceduti, il Gruppo ha dovuto trattenere questi ultimi in bilancio.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 64

Informativa quantitativa

Tavola 10.1 Esposizioni sottostanti alle attività cartolarizzate

Cartolarizzazioni tradizionali 31.12.2010 31.12.2009 A. Attività sottostanti proprie A.1 Oggetto di integrale cancellazione dal bilancio 102.130 124.038

- Mutui fondiari assistiti da garanzia ipotecaria 102.130 124.0381. Sofferenze 5.205 5.3182. Incagli - -3. Esposizioni ristrutturate - -4. Esposizioni scadute - -5. Altre attività 96.925 118.720

A.2 Non cancellate 652.958 676.546

- Mutui fondiari ed ipotecari 232.602 279.8671. Sofferenze 5.621 4.4932. Incagli 3.078 2.2243. Esposizioni ristrutturate - -4. Esposizioni scadute 2.940 5.0655. Altre attività 220.963 268.085

- Locazione finanziaria 420.356 396.6791. Sofferenze 8.207 1.2072. Incagli 19.890 5.3643. Esposizioni ristrutturate 1.520 -4. Esposizioni scadute 8.734 14.7685. Altre attività 382.005 375.340

La tabella evidenzia le esposizioni sottostanti alle attività cartolarizzate, suddivise per tipologia di esposizione, e per qualità creditizia dell'esposizione.

Il Punto “A.1 Oggetto di integrale cancellazione dal bilancio” riguarda le esposizioni sottostanti alla prima cartolarizzazione effettuata dalla Capogruppo, Banca Marche, nel Marzo 2003, per le quali la Società Capogruppo si è avvalsa dell'esenzione offerta dai principi IAS/IFRS in sede di prima applicazione di quest'ultimi. Di conseguenza è rimasta invariata la prassi contabile di registrazione dell'operazione, rispetto alla precedente normativa.

Il Punto “A.2 Non cancellate”, fa riferimento alle ultime operazioni di cartolarizzazione poste in essere dal Gruppo Bancario, per le quali è stata applicata la pratica prevista dallo IAS 39 (derecognition delle attività cedute). Il Gruppo, avendo di fatto mantenuto tutti i rischi ed i benefici collegati alle attività cedute, ha continuato a registrare nel proprio attivo tali crediti.

Si precisa che non formano oggetto di rilevazione nella presente tabella e nelle successive le operazioni di auto cartolarizzazione.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 65

Tavola 10.2 - Posizioni derivanti dalle operazioni di cartolarizzazione ripartite per tipologia di attività cartolarizzate e per tipologia di esposizioni

31.12.2010 31.12.2009 Esposizioni per cassa Esposizioni per cassa

Senior Mezzanine Junior Totale Senior Mezzanine Junior Totale A. Oggetto di integrale cancellazione dal bilancio - 4.933 7.220 12.153 - 4.931 7.644 12.575

Marche Mutui 1 (Mutui fondiari assistiti da garanzia ipotecaria) - 4.933 7.220 12.153 - 4.931 7.644 12.575

B. Non cancellate - 105.400 18.095 123.495 - 105.400 18.094 123.494

Marche Mutui 2 (Mutui fondiari assistiti da garanzia ipotecaria) - - 11.995 11.995 - - 11.994 11.994

Marche Mutui 3 (Mutui fondiari ed ipotecari) - - - - - - - -Medioleasing Finance (Locazione finanziaria) - 105.400 6.100 111.500 - 105.400 6.100 111.500Totale - 110.333 25.315 135.648 - 110.331 25.738 136.069

La tabella mostra le posizioni sottostanti alle operazioni di cartolarizzazione, principalmente costituite da Titoli emessi dalla Società Veicolo.

L'operazione di cartolarizzazione Marche Mutui 1, beneficiando dell'esenzione concessa dagli IAS/IFRS in sede di prima applicazione, è stata oggetto di integrale cancellazione dal bilancio. Tavola 10.3 Tipologia delle esposizioni per fasce di ponderazione

31.12.2010

Cartolarizzazioni proprie Fasce di Ponderazione

0% 20% 35% 50% 75% 100% 150% Totale

Mutui residenziali 50 9 209.430 1.954 9.757 10.088 1.314 232.602Locazione finanziaria - 16 - 171.220 61.230 155.919 31.971 420.356

Totale 50 25 209.430 173.174 70.987 166.007 33.285 652.958

31.12.2009

Cartolarizzazioni proprie Fasce di Ponderazione

0% 20% 35% 50% 75% 100% 150% Totale

Mutui residenziali - 10 254.902 4.573 11.079 7.776 1.527 279.867Locazione finanziaria - - - 285.692 36.771 58.883 15.333 396.679

Totale 0 10 254.902 290.265 47.850 66.659 16.860 676.546

La tabella mostra le esposizioni verso le cartolarizzazioni distinte per fascia di ponderazione e tipologia di operazione. Gli importi sono presentati secondo le disposizioni della disciplina di vigilanza e si riferiscono alle esposizioni verso cartolarizzazioni proprie nel portafoglio bancario. Si precisa che non sono considerate le esposizioni verso cartolarizzazioni che si riferiscono ad operazioni che non sono riconosciute come “cartolarizzazioni in senso stretto” ai fini di vigilanza prudenziale, perché non realizzano l’effettivo trasferimento del rischio di credito.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 66

Operazioni di cartolarizzazione effettuate nel periodo In data 31 maggio 2010 Banca delle Marche (Originator) ha ceduto pro

soluto ed in blocco a Marche Covered Bond (Guarantor), società a responsabilità limitata appositamente costituita ai sensi della legge 130/99, un portafoglio (Cover Pool) di mutui residenziali in bonis originati da Banca delle Marche.

Il valore di cessione al 30 aprile 2010 (Value Date) del Cover Pool è stato di euro 1.020.330.752,24 per un totale di 11.177 rapporti.

La segregazione del Cover Pool dall’attivo della Banca tramite cessione al Guarantor si è resa necessaria per la strutturazione, nel luglio 2010, del primo programma di obbligazioni bancarie garantite (“Programma di Covered Bond”) fino ad un massimo di euro 5 miliardi e per il contestuale perfezionamento della prima emissione sotto programma.

Le obbligazioni bancarie garantite sono, infatti, titoli di debito emessi direttamente da istituti bancari – in questo caso da Banca delle Marche (di cui rappresentano passività dirette e non subordinate) – e garantiti da un cover pool specificamente segregato a favore degli obbligazionisti.

Per questo motivo, la principale caratteristica di tali obbligazioni è di associare alla garanzia derivante dalla segregazione dei crediti ceduti al Veicolo, destinati al soddisfacimento esclusivo degli obbligazionisti, la garanzia generica sul patrimonio dell’emittente.

Il Programma di Covered Bond è stato strutturato con l’obiettivo di migliorare la qualità del funding, soprattutto in funzione dell’allungamento della vita media del debito della Banca.

Per quanto riguarda l’emissione inaugurale di covered bond, con un cover pool di euro 1 mld circa, l’ammontare nominale che Banca delle Marche ha emesso, tenendo conto dell’overcollateralizzazione richiesta dall’Agenzia di Rating, è stato pari ad euro 725 mln.

La prima serie di Covered Bond è stata quotata presso il Luxembourg Stock Exchange ed interamente sottoscritta dalla Banca per essere utilizzata come collateral per operazioni di rifinanziamento principale (“MRO”) con la BCE o di pronti contro termine con altre controparti istituzionali.

L’Agenzia di Rating Moody’s Investors Service ha attribuito rating Aaa all’emissione.

I covered bond sono stati emessi in data 23 luglio 2010 e verranno rimborsati in un’unica soluzione il 25 luglio 2015.

Il veicolo Marche Covered Bond s.r.l. è iscritto all’elenco generale art. 106 del Testo Unico Bancario e dal 7 luglio 2010 è entrato a far parte del Gruppo Banca Marche, in quanto la Banca ha sottoscritto una quota di partecipazione pari al 60% del capitale sociale della società.

Nel corso della vita dell’operazione di Covered Bond, ai sensi del contratto di cessione, Banca delle Marche dovrà o potrà, a seconda dei casi, cedere al Guarantor, in presenza di determinate condizioni, ulteriori crediti ipotecari e altre attività idonee.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 67

In particolare, la Banca: ha l’obbligo di cedere al Guarantor portafogli successivi nel caso in cui

tale cessione sia necessaria al fine di: • integrare il Cover Pool a fronte dell’emissione, da parte di Banca

delle Marche di ulteriori serie di Obbligazioni Bancarie Garantite nell’ambito del programma di Covered Bond;

• garantire la conformità del Cover Pool alle disposizioni dettate dalla normativa sulle Obbligazioni Bancarie Garantite in merito al rapporto tra Cover Pool e titoli emessi;

ha la facoltà di cedere portafogli successivi qualora il Veicolo disponga di fondi in conto capitale sufficienti al pagamento del corrispettivo.

In base al Contratto di Servicing, Banca delle Marche ha assunto il ruolo di “servicer” dell’operazione. In virtù di tale impegno contrattuale, essa è tenuta a mantenere i rapporti con i clienti, continuando a gestire i mutui appartenenti al Cover Pool ed assicurando il corretto trasferimento degli incassi generati dal portafoglio sul Conto Incassi (Collection Account) aperto a nome di Marche Covered Bond presso Banca delle Marche.

In qualità di servicer, la Banca è tenuta altresì ad elaborare con cadenza trimestrale (marzo, giugno, settembre e dicembre) il Servicer Report - all’interno del quale sono riportate in modo dettagliato le informazioni sull’andamento del Cover Pool, in termini sia di grandezze stock sia di valori flusso. In qualità di Test Calculation Agent, Banca delle Marche è tenuta a calcolare i Test periodici previsti dalla normativa e dai contratti dell’operazione.

Al 31 dicembre 2010, il debito residuo del portafoglio collaterale è pari ad euro 943.579.338,81.

Tavola 10.4 - Operazioni di cartolarizzazione effettuate nel periodo di riferimento

Marche Covered Bond- Mutui residenziali 31.12.2010

Attività cedute: 1. Sofferenze -2. Incagli -3. Esposizioni ristrutturate -4. Esposizioni scadute -5. Altre attività 1.020.331Totale 1.020.331

Obbligazioni emesse dalla Capogruppo Banca Marche S.p.a.: Classe A (Rating: Aaa) 725.000Totale 725.000

Si precisa che le obbligazioni emesse dalla Capogruppo a fronte dell’operazione di Covered Bond sono state integralmente riacquistate per essere utilizzate come collateral per operazioni di rifinanziamento principale (“MRO”) con la BCE o di pronti contro termine con altre controparti istituzionali.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 68

Tavola 11. Rischi di mercato: informazioni per le banche che utilizzano il metodo dei modelli interni per il rischio di posizione, per il rischio di cambio e per il rischio di posizione in merci (IMA)

La tavola non viene compilata perché il Gruppo non utilizza sistemi interni per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte dei rischi di mercato.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 69

Tavola 12. Rischio operativo

Informativa qualitativa Il requisito patrimoniale a livello di Gruppo è calcolato utilizzando il

metodo Standardizzato “combinato” (TSA - Traditional Standardised Approach).

Tale approccio prevede che la Capogruppo adotti il metodo TSA in combinazione con il metodo adottato dalle controllate: TSA per tutte le società del gruppo ad eccezione della controllata lussemburghese Banca Marche Gestione internazionale Lux S.A. (metodo Base – BIA) e della società Marche Covered Bond srl. Ulteriori dettagli sono forniti nella Tavola 1 – Requisito informativo generale – Rischio operativo.

Per l’utilizzo del metodo Standardizzato, la banca si è dotata di un efficace sistema di gestione dei rischi operativi sottoposto ad un processo di auto-valutazione volto a valutare la qualità del sistema, la sua rispondenza alle prescrizioni normative ed alle esigenze operative e di mercato; tale autovalutazione è soggetta alla verifica della funzione di revisione interna e sottoposta annualmente all’organo con funzione di supervisione strategica per l’attestazione del rispetto dei requisiti d’idoneità previsti dalla normativa.

Nel metodo Standardizzato, il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi si determina applicando al margine di intermediazione, distinto nelle 8 linee di business regolamentari secondo le quali è suddivisa l’attività aziendale, coefficienti specifici che variano da un minimo del 12% ad un massimo del 18%.

Le linee di business regolamentari sono: • servizi finanziari per l’impresa; • negoziazione e vendita; • servizi bancari al dettaglio; • servizi bancari a carattere commerciale; • servizi di pagamento e regolamento; • gestioni fiduciarie; • gestioni patrimoniali; • intermediazione al dettaglio.

Il Gruppo Banca Marche ha sviluppato un modello interno, in linea con i requisiti normativi previsti dalle Disposizioni di Vigilanza, che utilizza i metodi avanzati AMA per giungere ad una stima del capitale a rischio.

Allo stato attuale, il modello viene utilizzato ai soli fini gestionali interni e si basa sull’utilizzo delle quattro componenti previste dalla regolamentazione (dati interni di perdita operativa, dati esterni, analisi di scenario, valutazione dei fattori del contesto operativo e del sistema dei controlli interni).

Per quanto riguarda i dati empirici, la metodologia adottata si basa sull’analisi dei dati storici interni di perdita operativa (rilevati e censiti dai vari responsabili decentrati, quindi controllati e validati dalla funzione centrale di ORM) opportunamente integrati con i dati esterni consortili ottenuti grazie alla

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 70

partecipazione al DIPO (Database Italiano Perdite Operative) gestito in sede ABI (Associazione Bancaria Italiana). Nel modello vengono applicate tecniche attuariali di tipo LDA (Loss Distribution Approach) che prevedono lo studio e la modellizzazione separata delle distribuzioni di frequenza e di impatto dei dati storici e quindi il calcolo della perdita aggregata attraverso tecniche analitiche o di simulazione. Il capitale a rischio viene stimato su un orizzonte temporale di un anno con un intervallo di confidenza al 99,9% come previsto dalla regolamentazione.

A ciò si aggiunge poi la componente di Analisi di Scenario che valuta l’esposizione ai rischi operativi in ottica forward-looking integrando una misura di stima prospettica a quella di ordine storico costruita sui dati empirici. Vengono raccolte valutazioni analitiche dagli esperti del business (sia in termini quantitativi di frequenza ed impatto del caso tipico/pessimo che in termini qualitativi circa fattori critici ed interventi di mitigazione attuabili) per tutti quegli scenari che sono stati classificati come rischiosi in sede di analisi dei fattori del contesto operativo e di valutazione del sistema dei controlli interni. Le informazioni qualitative raccolte sono elaborate dal motore statistico dell’applicativo specifico al fine di ottenere misure di perdita attesa ed inattesa; queste vengono poi combinate e ponderate con le misure di rischio derivanti dai dati empirici al fine di pervenire ad una stima di rischio complessiva.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 71

Tavola 13. Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario

Informativa qualitativa Esposizioni in strumenti di capitale incluse nel portafoglio bancario: differenziazione delle esposizioni in funzione degli obiettivi perseguiti.

Gli investimenti in strumenti di capitale presenti nel Gruppo Bancario assolvono a più funzioni, di seguito indicate: • strategiche: partecipazioni in società sottoposte ad influenza notevole,

classificate nella Voce 100 – Partecipazioni:

Tavola 13.1 Composizione della Voce 100 - Partecipazioni

Valore di Bilancio

31.12.2010 Valore di Bilancio

31.12.2009 SE.BA. - 339Montefeltro Leader scarl 19 19Totale 19 358

• strumentali all’attività operativa delle Banche appartenenti al Gruppo e istituzionali: partecipazioni in associazioni di categoria, società consortili, società, enti ed istituzioni legate al territorio classificate nella Voce 40 – Attività finanziarie disponibili per la vendita:

Tavola 13.2 Composizione della Voce 40 - Attività finanziarie disponibili per la vendita

Valore di Bilancio 31.12.2010

Valore di Bilancio31.12.2009

Livello 1: 827 958Conafi Prestitò S.p.A. 827 958Livello 2: 9.125 6.500Partecipazione Ariston Thermo S.p.A. 9.125 6.500Livello 3: 13.185 12.928Valutati al Fair Value 915 915Partecipazione Aerdorica s.p.a. 915 915Valutati al Costo 12.270 12.013Part.Ass.rass.int.musica sacra virg 1 1Partecipazioni Confidicoop Marche Soc.Cooperativa 2.483 2.483Partecipazioni Confidicoop MutualCredito S.c.p.a. 250 -Partecipazione Banca d'italia 6.827 6.827Partecipazione Centro agroalimentare di Macerata S.r.l. 7 7Partecipazione Swift Bruxelles 26 26Partecipazione Interporto Marche S.p.A. 1.196 1.196Partecipazione Meccano società consortile per azioni 71 71Partecipazione Siteba S.p.A. 7 7Partecipazione S.s.b. S.p.A. 13 12Partecipazione Centro factoring S.p.A. 85 86Partecipazione Soc.reg.di gar.Marche S.c.a.r.l. 465 465Partecipazione Soggetto Intermediario Locale App.Centr. S.c.a.r.l. 1 4Partecipazione Finanziaria Regionale Abruzzese S.p.A. 77 77Partecipazione Nuova Via Trento S.p.A. 231 231Partecipazione Pesaro Parcheggi S.p.A. 240 240Partecipazione Fermano leader soc.cons.r 1 1Partecipazione P.b. s.r.l. 3 3Partecipazione Sgr società di Gestione per il Realizzo S.p.A. 276 276Partecipazione Tecnomarche 10 -

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 72

• di investimento finanziario: partecipazioni in private equity detenute dal Fondo Focus Impresa, classificate nella Voce “30 – Attività finanziarie valutate al fair value” e partecipazioni in corso di dismissione incluse nella Voce “150 – attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione:

Tavola 13.3 Composizione della Voce 30 - Attività finanziarie valutate al fair value

Valore di Bilancio 31.12.2010

Valore di Bilancio 31.12.2009

Maritime Holding S.p.A. 4.155 4.155Finifast S.p.A. 5.540 5.540Erydel S.p.A. 754 754Totale 10.449 10.449

Tavola 13.4 Composizione della Voce 150 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione:

Valore di Bilancio

31.12.2010 Valore di Bilancio

31.12.2009

Aviva Assicurazioni S.p.A. - 3.498Aviva Life S.p.A. - 24.752SE.DA. S.p.A. 1.623 4.058Totale 1.623 32.308

Contabilizzazione e valutazione degli strumenti di capitale inclusi nel portafoglio bancario.

Le esposizioni in strumenti di capitale incluse nel portafoglio bancario sono classificate nelle voci di bilancio “Attività finanziarie disponibili per la vendita”, “Attività finanziarie valutate al fair value”, “Partecipazioni” e “ Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione”.

Vengono, quindi, di seguito riportati: a) i criteri contabili relativi ai portafogli di classificazione degli strumenti di

capitale inclusi nel portafoglio bancario; b) le modalità di determinazione del fair value degli strumenti finanziari

adottati dal Gruppo; c) le modalità di determinazione delle perdite di valore.

a) Criteri contabili relativi ai portafogli di classificazione degli strumenti di capitale inclusi nel portafoglio bancario

Attività finanziarie disponibili per la vendita

Criteri di iscrizione L’iscrizione iniziale dell’attività finanziaria avviene alla data di

regolamento per i titoli di debito o di capitale ed alla data di erogazione nel caso di crediti. La rilevazione iniziale delle attività avviene al fair value, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Se l’iscrizione avviene a seguito di riclassificazione dal portafoglio delle attività detenute fino a scadenza o, in rare circostanze, dal

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 73

portafoglio delle attività detenute per la negoziazione, il valore di iscrizione è rappresentato dal fair value al momento del trasferimento.

Criteri di classificazione Vengono incluse in questo portafoglio le interessenze azionarie non

gestite con finalità di negoziazione e non qualificabili di controllo o di collegamento e quote OICR.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la

vendita continuano ad essere valutate al fair value. La determinazione del fair value è basata su prezzi ufficiali rilevati alla data di bilancio, se gli strumenti sono quotati in mercati attivi; per gli strumenti finanziari non quotati in mercati attivi il fair value è determinato facendo ricorso a tecniche di valutazione. I titoli di capitale, per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile, sono mantenuti al costo.

Gli utili e le perdite derivanti da variazioni di fair value sono rilevati in una specifica riserva di patrimonio netto, voce 140 “Riserve da valutazione”. La componente reddituale risultante dall’applicazione del costo ammortizzato viene rilevata a conto economico, alla voce 10 “Interessi attivi e proventi assimilati”.

Le attività finanziarie disponibili per la vendita sono sottoposte ad una verifica volta ad individuare l’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore; eventuali perdite per riduzione di valore vanno a conto economico alla voce 130 b) “Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita”. Oltre che per la rilevazione di una perdita per riduzione di valore, gli utili o le perdite cumulati nella riserva di patrimonio netto vengono registrati a conto economico al momento della dismissione dell’attività alla voce 100 b) “Utili (Perdite) da cessione o riacquisto di attività finanziarie disponibili per la vendita”.

Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a patrimonio netto.

I dividendi sono registrati nella voce di conto economico 70 “Dividendi e proventi simili”.

Criteri di cancellazione Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti

contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici connessi alla proprietà dell’attività.

Attività finanziarie valutate al fair value

Criteri di iscrizione L’iscrizione iniziale dell’attività finanziaria avviene alla data di

regolamento. All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie valutate al

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 74

fair value vengono rilevate al fair value del corrispettivo dato che normalmente è determinabile facendo riferimento al costo della transazione.

Criteri di classificazione Sono classificate in questa categoria le attività finanziarie che si intende

valutare al fair value con impatto a conto economico (ad eccezione degli strumenti di capitale che non hanno un fair value attendibile) quando la designazione del fair value consente di eliminare o di ridurre le significative distorsioni nella rappresentazione contabile del risultato economico e patrimoniale degli strumenti finanziari.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività sono valutate al loro

fair value. Per la determinazione del fair value degli strumenti finanziari quotati in

un mercato attivo, vengono utilizzate le quotazioni di mercato. In assenza di un mercato attivo viene utilizzato il corrispettivo pagato (valore di rilevazione iniziale).

Gli utili e le perdite derivanti dalla variazione di fair value delle attività finanziarie sono rilevati nella voce 110 “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value” di conto economico. Gli eventuali dividendi conseguiti su titoli di capitale classificati in tale portafoglio, sono rilevati nella voce 70 di conto economico “Dividendi e proventi assimilati”.

Criteri di cancellazione Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti

contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi/benefici ad essa connessi.

Partecipazioni Criteri di iscrizione

Le partecipazioni sono iscritte al costo.

Criteri di classificazione La voce include le interessenze detenute in società collegate. Si

considerano “collegate” le società in cui si detiene il 20% o una quota superiore dei diritti di voto e le società che per particolari legami giuridici debbono considerarsi sottoposte ad influenza notevole, ossia il potere di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e gestionali della partecipata senza averne il controllo o controllo congiunto.

Criteri di valutazione e di rilevazione delle componenti reddituali Ad ogni periodo di rendicontazione viene accertata l’eventuale obiettiva

evidenza che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione. Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 75

partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento.

Qualora il valore di recupero risulti inferiore al valore contabile, la relativa differenza è rilevata a conto economico, nella voce 240 “Utili (Perdite) delle partecipazioni”.

Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico, nella stessa voce 240.

Criteri di cancellazione Le partecipazioni vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali

sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando la partecipazione viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad essa connessi.

Il risultato della cessione è imputato a conto economico alla voce 240 “Utili (Perdite) delle partecipazioni”.

Attività in via di dismissione Vengono classificate nella voce 150 dell’attivo “Attività non correnti e

gruppi di attività in via di dismissione” e alla voce 90 del passivo “Passività associate ad attività in via di dismissione” attività non correnti o gruppi di attività/passività per le quali è stato avviato un processo di dismissione e la loro vendita è ritenuta altamente probabile. Tali attività/passività sono valutate al minore tra il valore di carico ed il loro fair value al netto dei costi di cessione.

b) Modalità di determinazione del fair value degli strumenti finanziari adottati dal Gruppo

Titoli quotati e non quotati Nel caso di titoli quotati su mercati attivi, la determinazione del fair value

è basata sulle quotazioni del mercato di riferimento desumibili da providers internazionali e rilevate l’ultimo giorno valido dell’esercizio o del periodo di riferimento. Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni, che riflettono normali operazioni di mercato, sono prontamente e regolarmente disponibili ed esprimono il prezzo di effettive operazioni di mercato, la significatività dei prezzi.

Nel caso di titoli non quotati su mercati attivi il fair value è determinato applicando tecniche di valutazione finalizzate alla determinazione del prezzo che lo strumento avrebbe avuto alla data di valutazione. La determinazione del fair value è ottenuta attraverso l’applicazione di metodologie diffuse a livello di mercati e modelli valutativi interni. Per i titoli di capitale vengono utilizzati i prezzi desumibili da transazioni comparabili, i multipli di mercato di società direttamente confrontabili, nonché modelli di valutazione di tipo patrimoniale, reddituale e misto.

In particolare nell’ambito dei portafogli “negoziazione” e “disponibile per la vendita”, viene utilizzato il prezzo ‘denaro’ per i titoli con rimanenze finali positive e il prezzo ‘lettera’ per i titoli con rimanenze finali negative.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 76

Per quanto riguarda i titoli azionari quotati su mercati regolamentati italiani ed esteri, vengono utilizzati i prezzi denaro/lettera distribuiti giornalmente dalle borse di quotazione.

c) Modalità di determinazione delle perdite di valore Attività finanziarie

Ad ogni data di rendicontazione le attività finanziarie non iscritte al fair value con variazioni a conto economico sono sottoposte ad un test di impairment (perdita di valore) al fine di verificare se esistono obiettive evidenze che possano far ritenere non interamente recuperabile il valore di carico delle attività stesse.

Nel caso di attività finanziarie disponibili per la vendita, tale verifica è svolta nel rispetto di quanto previsto dal principio IAS 39 § 59; si ha evidenza di riduzione di valore quando sussistono uno o più eventi (ad esempio eventi di default) che generano aspettative di mancato recupero dei flussi attesi.

Per gli strumenti di capitale quotati in mercati attivi l’evidenza è data dal prezzo di mercato che comporti una riduzione di valore al di sotto del costo superiore al 50% o nel caso in cui esso permanga al di sotto del valore di carico per oltre 18 mesi; in questi casi la perdita di valore è normalmente ritenuta durevole.

Per gli strumenti di capitale non quotati in mercati attivi la valutazione dell’evidenza di impairment viene effettuata considerando sia indicatori interni inerenti la società oggetto di valutazione sia esterni, che permettano di ottenere un FV della società. Per quanto riguarda i fattori interni sono ritenuti rilevanti ai fini dell’impairment il conseguimento di risultati economici negativi, un significativo scostamento degli obbiettivi di budget comunicati al mercato, l’annuncio/l’avvio di piani di ristrutturazione, il downgrading da parte di una società specializzata di almeno due classi, il deterioramento della qualità creditizia dell’emittente; viene inoltre condotta un’analisi specifica relativa alla rilevanza strategica dell’investimento. Per quanto riguarda i fattori esterni la valutazione dell’evidenza di riduzione di valore (IAS 39 § 61) include informazioni circa cambiamenti con effetto avverso che si sono verificati nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale in cui l’emittente opera, e indica che il costo dell’investimento in uno strumento rappresentativo di capitale può non essere recuperato. La presenza di un indicatore di impairment interno e di un fair value derivante dall’analisi dei multipli di mercato inferiore di oltre il 50% rispetto al valore di carico, o inferiore al valore di carico per un periodo superiore a 18 mesi, comporta la rilevazione dell’impairment.

Qualora la variazione negativa di fair value sia considerata impairment, la perdita di valore rilevata nell’esercizio e l’eventuale riserva di patrimonio netto sono imputate a conto economico.

Partecipazioni Per le partecipazioni di influenza notevole, lo IAS 36 dispone che venga

effettuato un test di impairment finalizzato alla determinazione del valore

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 77

recuperabile (recoverable amount) riferibile alle stesse; se tale valore è durevolmente inferiore al valore di carico delle partecipazioni, è necessario effettuare una svalutazione (impairment loss).

Il valore recuperabile viene definito come il valore più alto tra il fair value al netto dei costi di vendita e il valore d’uso dell’attività.

Il fair value al netto dei costi di vendita, a sua volta, è definibile come l’ammontare ottenibile dalla vendita della partecipazione in una libera transazione fra parti consapevoli e disponibili, mentre il valore d’uso coincide con il valore attuale dei flussi finanziari futuri attesi che si suppone deriveranno dalla detenzione della partecipazione.

Da ciò deriva che non è sempre necessario determinare sia il fair value al netto dei costi di vendita che il suo valore d’uso: se uno dei due dati è superiore al valore contabile, infatti, non occorre stimare l’altro. Inoltre, qualora non vi sia ragione di credere che le due stime divergano sensibilmente, possono essere utilizzate indistintamente come proxy del valore realizzabile.

Per il Gruppo, poiché le partecipazioni in oggetto sono in società non quotate, è assunto come fair value al netto dei costi di vendita di riferimento il valore di società simili operanti nello stesso settore quotate presso mercati regolamentati.

A tal fine è stato calcolato il valore del capitale giornaliero di un panel di aziende quotate comparabili; tale valore (Equity Value) è ottenuto moltiplicando i prezzi di mercato di ciascuna società per il numero di azioni in circolazione. All’Equity Value viene poi sommata algebricamente la Posizione Finanziaria Netta per ottenere l’Enterprise Value (EV).

Vengono poi calcolati diversi EV medi in base a differenti orizzonti temporali presi come riferimento per il calcolo delle capitalizzazioni e si procede poi alla definizione dei rapporti (multipli) con grandezze economico-patrimoniali delle società quotate.

Tali multipli vengono poi applicati alle stesse grandezze economico-patrimoniali della società oggetto di valutazione e, sottraendo algebricamente la PFN della società valutata e eliminando i valori estremi, si ottiene l’Equity Value teorico della stessa.

Nel caso in cui non sia possibile determinare il fair value al netto dei costi di vendita, si procede alla stima del valore d’uso.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 78

Informativa quantitativa

Tavola 13.1 Esposizioni in strumenti di "Capitale" - Portafoglio Bancario

Portafoglio Contabile Valore di Bilancio

Fair Value

Utili/ Perditerealizzate

nel periodo

Plusvalenze/ Minusvalenze a

Patrimonio Netto

Plusvalenze/ Minusvalenze a Patrimonio Netto computate

nel Patriomio di Base/ Supplementare

31.12.2010

Voce 30 - Attività finanziarie valutate al Fair Value: 10.449 10.449 - - -

- Livello 1 - - - -

- Livello 2 - - - -

- Livello 3 10.449 10.449 - -

Voce 40 - Attività finanziarie disponibili per la vendita: 23.137 23.137 - 2.473 1.954

- Livello 1 827 827 - -123 212

- Livello 2 9.125 9.125 - 2.596 2.096

- Livello 3 13.185 13.185 - - -354

Voce 100 - Partecipazioni: 19 - - - -

- quotate - -

- non quotate 19 x - -

Vece 150 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione:

1.623 - -311 - -

Partecipazioni: -

- quotate - -

- non quotate 1.623 x -311 -

31.12.2009

Voce 30 - Attività finanziarie valutate al Fair Value: 10.449 10.449 - - -

- Livello 1 - - - - -

- Livello 2 - - - - -

- Livello 3 10.449 10.449 - - -

Voce 40 - Attività finanziarie disponibili per la vendita: 20.386 20.386 - 2.376 -165

- Livello 1 958 958 - 335 335

- Livello 2 6.500 6.500 - 2.041 -500

- Livello 3 12.928 12.928 - - -

Voce 100 - Partecipazioni: 358 - - - -

- quotate - - - -

- non quotate 358 x - -

Vece 150 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione:

32.308 - - - -

Partecipazioni:

- quotate - - -

- non quotate 32.308 x - -

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 79

Tavola 14. Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario

Informativa qualitativa Il rischio di tasso di interesse è il rischio, ovvero la probabilità, che

variazioni del tasso di interesse producano effetti negativi sulla situazione economico-patrimoniale del Gruppo.

Il rischio di tasso nasce tradizionalmente dalle differenze in termini di “mapping” temporale delle scadenze e dalle differenti metodologie di determinazione del tasso tra le poste attive e passive del bilancio.

Attraverso l’adozione di tecniche di ALM, la Capogruppo gestisce le principali fonti che originano il rischio di tasso di interesse:

1. rischio di revisione del tasso: derivante dagli sfasamenti temporali nella data di revisione del tasso delle attività, delle passività e delle poste fuori bilancio, che possono esporre il reddito e il valore economico a fluttuazioni impreviste al variare dei tassi d'interesse;

2. rischio di curva dei rendimenti: le asimmetrie nelle scadenze e nei tempi di revisione del tasso possono esporre il Gruppo anche a mutamenti nell'inclinazione e conformazione della curva dei rendimenti;

3. rischio di base: risultante da un'imperfetta correlazione nell'aggiustamento dei tassi attivi e passivi su strumenti con caratteristiche di revisione del prezzo analoghe.

Il Gruppo Banca delle Marche utilizza le tecniche ALM per il controllo e la gestione dei rischi finanziari con due approcci tra loro complementari: prospettiva degli utili correnti (o Maturity Gap) e prospettiva dei valori di mercato (Duration Gap, Sensitivity Analysis).

Il modello di reddito secondo l‘approccio degli utili correnti riguarda un’analisi di breve periodo ed ha l’obiettivo di stimare l’impatto sul margine di interesse derivante da un’eventuale variazione dei tassi di mercato. L’indicazione dell’esposizione al rischio di interesse è data dal confronto tra l’ammontare delle attività e delle passività sensibili alle fluttuazioni nei tassi di interesse, in quanto soggette rispettivamente a reinvestimento o rifinanziamento o a revisione del tasso. Il gapping period cui si riferisce la misurazione del rischio è definito pari a un anno. Il gapping period è poi ulteriormente suddiviso in un numero variabile di sotto-periodi (maturity buckets). Il gap è definito dalla differenza tra valore delle Attività sensibili e Passività sensibili, dove con poste “rate sensitive” si intendono quelle poste che scadono o subiscono una revisione contrattuale entro la fine del maturity bucket.

Il secondo modello adottato dal Gruppo per la gestione del rischio di tasso è il Modello di valore economico, il quale è finalizzato ad effettuare un’analisi di più lungo periodo, volta a stimare il rischio di una riduzione del valore economico del patrimonio netto del Gruppo (e quindi del rendimento per gli azionisti) derivante da una variazione inattesa nei tassi. Il modello si basa

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 80

sull’esame della diversa reattività ai tassi del valore economico delle attività e delle passività. Il parametro di sensitività usato è la duration (o durata media finanziaria). Questa è utilizzata come misura di sensibilità del prezzo di un’operazione finanziaria al variare del tasso di interesse (Modified Duration): la duration esprime, infatti, la perdita percentuale di prezzo subita in seguito ad un aumento dell’1% del tasso di interesse. Pertanto, un valore di duration elevato indica una maggiore esposizione al rischio per il Gruppo dovuto a quella specifica operazione finanziaria.

Le poste a vista con clientela (conti correnti attivi e passivi e depositi a risparmio) vengono, all’interno dell’analisi, modellizzate secondo una logica comportamentale. Sulla base di un’analisi degli andamenti storici e con l’applicazione di strumenti statistici, viene distinta una componente stabile (core deposit) ed una fortemente volatile (quest’ultima ottenuta come differenza tra il volume actual e il core deposit). Per la componente stabile viene identificato un profilo di persistenza, l’altra componente viene identificata come una posta a tasso fisso a giorno. Tale analisi è prevista allo stato attuale solo per la Capogruppo Banca Marche, mentre per la controllata Carilo viene predeterminata la duration di tali poste (sempre nell’ipotesi di una certa anelasticità delle poste a vista).

I finanziamenti con opzione di rimborso anticipato a favore del cliente (PO con put a favore del sottoscrittore) vengono prudenzialmente considerati, ai fini del monitoraggio del rischio tasso, come strumenti di raccolta con durata finanziaria calcolata in funzione della prima data utile di esercizio della put. Qualora l’opzione di rimborso anticipato fosse a favore della Banca (PO con call a favore dell’emittente), nel momento in cui viene determinata la volontà di avvalersi della facoltà di rimborso prima della scadenza, il finanziamento viene riposizionato sulla nuova data di rimborso, altrimenti viene trattato senza accorgimenti particolari.

A far tempo dal 31/12/2010 il modello di calcolo del rischio tasso è stato perfezionato con l’introduzione delle poste in sofferenza posizionate sulla data di presunto realizzo, conformemente all’aggiornamento di dicembre 2010 alla circolare Banca d’Italia n.263 (in precedenza tali posizioni erano considerate non sensibili al rischio tasso).

L’implementazione, che ha riguardato sia il modello del reddito sia quello del valore, ha determinato un incremento degli impieghi sensibili al rischio tasso ed un conseguente incremento degli indicatori, in particolar modo per dell’indicatore di variazione del valore economico, come descritto nel paragrafo successivo.

La determinazione ed il monitoraggio della posizione di rischio del Gruppo Banca delle Marche e delle componenti avviene con cadenza mensile.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 81

Informativa quantitativa La posizione aperta al rischio tasso del gruppo è prevalentemente in Euro

(posizione lunga € 24,7 mld, corta € 23,6 mld). L’esposizione in altre valute assume un valore marginale (posizione lunga € 0,087 mld, corta € 0,047 mld, al netto delle componenti pareggiate dei Certificati di Deposito in Yen e delle loro coperture con DCS), le valute diverse dall’Euro vengono perciò raggruppate (voce “non Euro”).

L’indicatore delta margine d’interesse per uno shock positivo parallelo della curva di 100 bps, espresso in termini percentuali rispetto al margine d’interesse atteso, si attesta, al 31 dicembre 2010, a circa 5,56% (di cui 5,50% euro e 0,06% non euro). In caso di shock negativo della curva lo stesso indicatore si attesta a -6,42% (di cui -6,36% euro e -0,06% non euro). Il livello dell’indicatore indica che il margine d’interesse del Gruppo è impattato favorevolmente da ipotetiche variazioni dei tassi verso l’alto. L’effetto asimmetrico è spiegato dal maggiore impatto che lo scenario di discesa ipotizzato avrebbe sugli impieghi rispetto alla raccolta, dato l’attuale livello dei tassi d’interesse sulla parte breve della curva, che in ogni caso rende tale scenario difficilmente realizzabile.

L’aumento degli impieghi sensibili a variazioni dei tassi verso l’alto è stato parzialmente finanziato da raccolta insensibile nell’orizzonte temporale di un anno (a tasso fisso), determinando un incremento dell’indicatore rispetto al valore del 31 dicembre 2009 (2,81%).

L’indicatore di sensitivity del valore economico del Gruppo, espresso rapportando al patrimonio di vigilanza la variazione di tale valore rispetto a uno shift parallelo della curva dei tassi, è pari a -11,84% in caso di aumento dei tassi di 200 bps su tutte le scadenze (di cui -11,93% euro e 0,09% non euro). L’indicatore passa a 15,25% (di cui 15,38% euro e -0,13% non euro) nel caso di uno shift di pari entità, ma inverso.

Il livello dell’indicatore è lievemente più basso di quello registrato a fine 2009 (-12,52%) per effetto della riduzione della duration degli attivi, dovuta a preferenze della clientela per mutui a tasso variabile. Tale lieve riduzione è il risultato di un effetto compensativo con la citata introduzione delle poste in sofferenza, che ha determinato un incremento dell’indicatore pari a -2,48%.

La sensitivity del valore economico del Gruppo fa riferimento soprattutto all’incremento della domanda di mutui a tasso fisso da parte della clientela osservata nel biennio 2007-2008, a fronte dei livelli crescenti dei tassi di interesse. La successiva fase di repentina riduzione dei tassi ha determinato una riduzione del fenomeno dai primi mesi del 2009 ed un’inversione di tale tendenza: è tutt’ora in corso una progressiva preferenza da parte della clientela per i finanziamenti a tasso variabile, nell’attuale contesto di tassi di interesse a breve che, seppur recentemente in aumento, mostrano ancora un livello contenuto.

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Informativa al pubblico al 31 dicembre 2010 82

Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari