Piazza San Pietro°4-DICE… · L. N. - Trionfo di Maria Trionfo nostro pap. Olimpia N. - Amore...

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Piazza San Pietro lVedi cooarirns:

e Da lungo tempo invocato questo giorno è finalmente nostro, è finalmente vostro », ed un nuovo sole, ed una nuova luce risplendeva quel mattino sui bianco cc-tonnato che ha conosciuto in quel giorno

/e ore più solenni delle storia della Chiesa, La piazza e le vie adiacenti gremite

ali' inverosimile di fede/i, convenuti da ogni parte del mondo per tributare a Maria onore e gloria.

Fedeli di cani nazionalità, gente di ogni

colore salutava in quel giorno Maria « Re-

gina di tutti gli 4ngeli e di tutti i Santi ). Il colonnato ed il tempio sembravano in

quei mattino angusti. A sera, mentre le ombre avvolgevano

nel loro mistero il mondo terreno, luci di

mille fiaccole illuminavano a. giorno la Ba-

silica ed il colonnato. Pellegrini italiani e stranieri si aliardano

fino a notte inoltrata nella Basilica e sulla

Piazza. ripetutamente acclamando al Santo Padre che, per soddisfare 3/ desder/o dei

figli, parecchie volte dalla finestre del suo

studio privato dovette affacciarsi a bene-dire la folla.

Migliaia di luci illuminavano Roma, come secoli addietro al Concilio di Efeso.

Roma cristiana ancora una volta ha

scritto nell'albo dorato delle sue glorie

religiose e civili lmncoronazione di Maria,

Regina del Cielo e della Terra. « Perciò dinanzi a così alta creatura

noi leviamo fidenti g/i occhi da questa

terra, in questo nostro tempo, tra questa

nostra genere" ione ed a tutti gridiamo

in alto i cuori(

L'ANCORA

RIVISTA MENSILE

N. 4 - Dicembre 1950

So ,,i in a r i o

L. N. - Trionfo di Maria Trionfo nostro pap.

Olimpia N. - Amore oltre il Sacrificio 2

G. Di Mattia - La pre- ghiera di un paralitico - 4

Myriam alla ribalta 4 Incontro alla luce: Sera-

fina dice che. 6

Radio Vaticana 8

Il Segretario: La finestra sul mondo ,. 9

Edmonilo Rork : La Croce di Gerusalemme IO

Aiirelia Attui : Anche le - Stelle pregano ,. Il

Uomini in uetrino 14

Rubrica medica

Dott. Trifotie: La tristez- di alcuni ammalati Id

Fior di Lampo: Tempo deIl'wento 18

Piccola storia di una grande anima 19

Abbonamento sos?eniore L. 500 annuo Un numero separato L. 50

Gratuilo agli intermi

Direzione Redazione Ammintstrartona - Roma - Piazza Monte Savello o. TeL,5 65223 - Casella Postale °046 Roma Conto Co,,er,te Postale 1 - 1 4 0 9 7

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(Da un pltun

Trionfo di Maria trionfo nostro Un grande segno è apparso nel cie- 11 Santo Padre -non ha potuto più

lo: una donna. creatura come noi, im- frenare l'entusiasmo dei figli, che vo- mttne però del peccato originate, è in- levano incastonare nel diadema della coronata Regirut del Cielo e della er- loro Regina la gemma della defini-r; dinanzi a Lei tutti, meno Dio, ci zione dogmatica della Sia ammirabile inchiniamo: è Maria, l'augusta Regina Assunzione in Cielo in corpo ed ani- dei cristiani, dolce avvocata dei pec- ma. Egli stesso, fermo come roccia catori. sulle basi della rivelazione e della

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I

tradizzone l'ha voluta porre, cone già no altro Pio quella dell'Immacolata, sul capo dello Vergine e dinanzi a Lei, Padre dì tutti i fedeli, figlio amo-revole della stessa madre che incoro-na, si china.

Salve, o Regina nostra, dolce Ausi-liatrice in tutte le nostre necessità. Lieti con la Chiesa militante, trion-fante e purgante, noi ci chiniamo di-nanzi a Te e con tutto il cuore, in no-vella forma di fede, ora ripetiamo: Credo in Dio Padre onnipotente, crea-tore del cielo e della terra: credo in Gesù Cristo, suo unico Filiuolo nato da Maria, Vergine immacolata, glorio-samente Assunta in Cielo in corpo ed anima.

Prima delle creature, dopo Cristo. entrata in Cielo, col corpo. Maria se-gna a noi il passo nella lotta, dilata il nostro cuore alla speranza per chè an-che noi, uniti, come lei a Gesù nella

carredenzione del genere umqno me-diante il nostro penare, possiamo es-sere un giorno trionfanti in Paradiso..

il nostro corpo, necessario mezzo per poter soffrire, sarà mwvalnenre unito all'anima, dopo che si sarà di-sciolto come seme sotto terra, e così. come Mario oggi, sarà ancora mezzo per vedere Dio come Egli è, faccia a faccia mediante gli occhi della stessa nostra carne.

Salve, o Vergine immacolata, glo-riosamente Assunta in Cielo in corpo ed anima. noi Ti salutiamo oggi cm la Santissima Trinità, che si compiace di averti così elevatà al disopra di tutto l"tvnives'so. Noi Ti veneriamo, crediamo in Te. Ti vogliamo seguire, misticamente uniti, come Te, al sacri-ficio della Croce, per essere pncora con Te uniti per tutta l'eternità in corpo ed anima in Paradiso per tutti i secoli dei secoli.

L.N.

Mi alzai in Iretta. era l'alba. Presi la mia valigia e mi fermai davanti alla porta di una piccola dimora, in-vecchiata dagli anni.

Il campanello della mia abitazione aveva squillato tre volte di seguito. era una chiamata urgente; una donna affetta da T.B.C. stava per dare alla luce la sua creatura.

All'entrata mi fermai colpita per il quadro di desolazione che mi si presentavi: in quella povera stanza giaceva sopra un letto, rivestito di mi-seri cenci, una donna magra, smorta, con due occhioni neri, brillanti, cir-condati da un azzurro cupo. La tosse secca non lasciava in pace quel pic-colo corpo smagrato e dall'aria sof-ferente. Le mani tremole stringevano un fazzoletto con piccole macchie rosse.

Dopo di aver fatto la mia visita, la diagnosi restava ancora un punto in-terroqativo: una cosa sola compresi: la Vergine avrebbe potuto fare ttrja grazia, che il bimbo nascesse vivo e che la mamma sopravivesse.

BASTA POCO baia uosolf'àtoa

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Pcnsai Un istante; portarla alrOspe-dale dove la scienza potesse giovane con tutto il suo sapere e con tutta la sua tecniia? Sarebbe stato tertamente vantaggioso; però, come? è con quali mezzi? Chi avrebbe port.ato l'amma-lata che viveva in un «rancho» (così in Argentina si chiama la casa del-l'uomo che vive nei campi: il rancho è costruito da pareti, il tetto però è di fango e paglia; il pavimento è terra pesta. ricoperta, in qualche an-golo con pelli dì agnello)?

Era impossibile rimuovere- la povera ammalata, bisognava attendere in quell'aria infetta. e in quel buco anti-gienico l'avvenimento.

In un angolo brillava la luce di una candela accesa dinanzi ad una imma-gine sbiadita ed affumicata della Ver-gine, dove si dirigevano gli sguardi imploranti di quegli occhi che la feb-bre bruciava. Anch'io senza che l'am-malata se ne avvedesse rivolsi il mio sguardo verso Colei che è la piena di grazia ed incominciai il mio lavoro.

Passarono ore di angoscie intermi-nabili e di trepide ansLe.

Mi duoleva e soffrivo che nessun dottore sarebbe stato in grado dì ar-rivare in tempo per porgere attuo; dinanzi a me c'era il quadro della più grande disperazione.

Fuori il gaucho con la sua faccia semplice e ignara di tutto quello che lo circondava, ml domandava:

- Signorina, manca molto? Sarà un figlio. vero?

L'anima mia a quelle domande si chiudeva sempre di più nel timore di dovergli dire:

- Povero uomo, tu sarai solo in questa terra desolata. Prega, io non posso fare nulla.

In quell'istante pensavo perchè a-vessi scelto l'a mia carriera piena di sacrifici, perchè avessi dovuto soppor-tare tante tragedie rnntre il mio cuo-re si riempiva del dolore umano e del grido dello strazio e dei gemiti di tutte le mamme.

Ad un tratto quel corpo esangue. quasi privo di sensi. si scosse come da un lungo letargo, dopo poco tempo si udì un vagito: stringevo tra le mani un bimbo che piangeva..., anche lui aveva bisogno dell'aiuto materiale.

La Vergine Santa, che dal suo an-golo buio ci guardava con un benevolo sguardo di protezione, aveva fatto là grazia implorata.

Da quei grandi occhi smorti scor-revano lacrime silenziose di gioia e di ringraziamento. Quella bocca esan-gue ancora continuava a ripetere: Ave Maria.,, Santa Maria....

Io che dovevo essere forte e tran-quilla difronte al dolore, girai la testa per non far vedere le mie lacrime e. quasi senza accorgermi, anch'io dissi: Ave Maria. Tu mi hai aiutata; è una mamma che soffre: è un bimbo che, piange....

Feci passare il babbo perchè an-ch'egli partecipasse della grande gioia. ed io uscii,...

Olimpi a N.

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LA pREGHI:ERA DI UN PARALITICO

Vergine Immacolata deh! clemenza Miracoli 'non chiedo. neppur voglio Sollievo al male o tregua al mio

Questo non mi consente la coscienza.

lo lutto e tutti offesi, or penitenza Valga a fiaccar il fiero e vano

[orgoglio, E si trasporti in funebre convoglio Ogni mia colpa frutto d'insolenza.

Ma per amor del Frutto l',w divino La mia mammetta, sana ognor pre-

[sente, Fa Tu ch'io l'abbia presso il mio

[lettino,

Prima che a lei dalla mia creta, anelo S'tavoli l'elmo e poscia brevemente Essa mi pianga e mi raggiunga in

[cielo.

Giulio Di Mattia

Mgrfam alfa ribalta La proposta di Myriam fu accolta

con entusiasmo. Numerose sono state le lettere che ci sono giunte da parte d'Italia. Alcuni ammalati hanno sen-zaltro inviato la somma di 50 lire per avere dei biglietti.

Da Vicenza, così scrive un'ammala-ta: « trovo accettabilissima la propo-sta di Myriam per le lotterie, le assi-curo il mio piccolo interesse. Se vuole attuare l'idea invii dei piccoli bloc-chetti agli infermi che li desiderano così saranno essi promotori e sosteni-tori dell'iniziativa ».

Da Venezia un'altra sorella soffe-rente così ci scrive: « Io non posso

'fare tanto ma un biglietto lo prendo

per concorrere a sostenere la rivista e mandare un ammalato a Lourdes a.

Visto quindi che l'idea è stata di gradimento ai lettori, la Direzione ha preso in esame la proposta fatta da Myriam ed ha perciò stabilito di indire due lotterie all'anno: una per il tra-sporto gratuito di ammalati a Lourdes ed a Loreto. un'altra per la rivista.

Alla Direzione è sembrato più deli-cato dare la precedenza alla lotteria pro trasporto. ammalati a Lourdes. Per cui si è stabilito:

10) sorteggiare la lotteria il lunedì di Pasqua, ossia il lunedì in albis.

2) La Direzione sorteggerà tot am-

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malati per Lourdes e tanto in base al ricavato e le spese di viaggio 1951.

30) Gli ammalati sorteggiati do-vranno esibire certificato medico, pro-vante la propria malattia.

40) la Direzione preparerà numerosi blocchetti di biglietti, tutti contrasse-

La Madonna benedica

e protegga tutti coloro

che cooperano a con-

solare chi soffre ". gnati. Il biglietto sarà ceduto dietro versamento dell'offerta dì lire 50. Chi dà il tagliando, dovrà scrivere sulla matrice il nome dell'acquirente.

50) Gli ammalati che desiderano es-sere promotori dell'idea devono scri-,'ere entro il 31 dicembre, indicando

quanti blocchetti desiderano. La Dire-zione però non ne invia più di tre biocchelti ai singoli richiedenti - salvo nuove ordinazioni, dopo l'invio delle matrici.

La Direzione affida quindi l'inizia-tiva alla carità ed allo spirito dl ini-ziativa degli ammalati stessi e resta in attesa delle adesioni di quelli che, intendono cooperare all'invio gratuito di ammalati a Lourdes.

Ogni lettore veda se può contribui-re a rassenerare un'anima dolorante. Tutti si sentono orgogliosi di coope-rare con la Consolatrice degli afflitti a rasserenare chi soffre.

Forse con la cooperazione di uno in più ci sarà un ammalato di più che avrà la possibilità di recarsi ai piedi della Vergine Benedetta.

Tutti si sentono mobilitati da Colei che è la vigile dispensatrice di ogni grazia e sotto la cui protezione ponia-mo la suddetta iniziativa.

Ines Orsini, l'interprete di Senta

Maria Goretti nel Film « Cielo

sulla Palude », colta all'obbiet-

tivo con Alessandro Serenelli.

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Sera (ma òice che.. ...Precare noci è affallo quella cosa

noiosa, pesante e impossibile come a-cilmente si dice.

E per confermare le parole coi fatti e covi svelato ogni segreto.

Ma prima, dite, la conoscete Serafi-no. quella signorina alla buona con due riccioli civettuoli sulla fronte e un perenne sorriso di giovinezza sul labbro?

Sto di casa fuor del paese, tra il ver-de e il silenzio, padrona d'un pezzetto di terra in cui crescono fagioli, zucche, pomodori e tanti fiori.

Ebbene, Serafina, sa che la preghie-ra, tale e quale la definisce il Catechi-smo. è ((una pia elevazione dell'anima a Dio per conoscerlo, adorano, ringra-ziarla e domandai-gli quanto ci ab-bisoena », E ricorda anche con quanta

-

I '

5emplicìtá pregasse Santa Teresa del Bambin Gesù. che è la grande amica dei malati.

Mettiamoci allora in ascolto, entrati-do di soppiatto .nel regno di Senatìna.

Eccola qui, accanto ai suoi pulcini, trattenuti dalla chioccia che cerca i chicchi per loro, li spezza col becco quando sono troppì grosi e non li lascia mai allontanare dalla sua pro-tezione.

L'avvenire della Rivista è

nelle mani dei lettori e dei

benefattori A questi il soste-

nerla, a quelli il diffonderla

«Quante volte, pensa Serafìna, Gesù fa cori me come la chioccia coi pulci-ni!

Per mezzo della Croce mi tiene sem-pre accanto a Lui e giorno per giorno pensa alla mia esistenza. spezzandomi il pane. Sa, che come i pulcini, io Sono piccolissima e se mi affido a Lui, se rimetto in Lui ogni mia sollecitudine il Suo Cuore misericordioso provvede a tutto.

Vuole solo questo. Gesù, da met che acconsenta a riconoscermi senipte pie-

Durante il Congresso Menano a Bogotà gli

L «ereoplani lormarono nel cielo la sigla della

Madonna, una M.

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vrna. a vivere di fiducia nella Sua Provvidenza.

Lo chiamiamo « Pater noster ». e può farse un Padre non pensare al suoi figilolini incapaci di guadagnarsi il pane per la vita dei tempo e dell'e-ternità?

Anche la Madonna à vissuto di ade-sione continua alla divina volontà, di fiducioso abbandono.

O Maria, fammi piccola nello spi-rito cosi che viva in un Fiat generoso e confidente! »

Accarezzando con lo sguardo chioccia e pulcini, Serafina osserva al-cune Zinnie fonte sotto la vite e che si sporgono tenacemente in fuori, cer-cando luce e sole.

«La mia anima, per fiorire. à bi-sogno della tua luce. Signore.

Luce di Verità che si diffonde dal Vangelo, questo piccolo libro che mi mette a contatto con te, con la tua vita e col tuo pensiero.

Voglio leggere ogni giorno una pagi-netta del Santo Vangelo, per essere immersa nella luce di Dio!

E ò urgente necessità di tanto sole, per produrre frutti di santità.

Quando posso ricevei-ti sul mio cuo-re. Gesù, sento che il sole inonda la mia anima e fa sbocciare col suo ca-lore ogni più bel fioe di virtù.

Tutti i lettori sofferenti sono invitati a recitare « Tre Ave alla Madonna allo scopo di ot-tenere dei sostenitori della rivi-sta per poter continuare questo modesto apostolato

Propongo di piepaiarrni bene all'in-contro con te nella Santa Comunione e di trattenerti sul mio cuore tenendo accesa la lampada della Fede, alimen-tata dall'olio dell'amore.

Voglio fare tante fervorose Comu-nioni di desiderio perchè la mia anima sia sempre al sole.

O Mamma mia, fammi Santa, dammi Gesù! »

Difficile pregare? No, vero?! Possiamo anche noi, cari fratelli ma-

lati, rifarci gli occhi chiari del fan- ciullo e sforzarci di elevarci a DIO attraverso a tutto ciò che incontriamo nella nostra giornata, sorpassando la scorza - che cela i) suo amore - delle cose esterne.

Vivremo così in continua preghiera. e un canto di letizia s'innalzerà sem-pre dal cuore.

Incontro alla luce)

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Wk.gL4

f; ICi4C

RADIO VATICANA

Quarto d'ora della serenità

Ogni venerdì dalla Stazione Radio Vaticano alle ore 16.30 su onde di m. 202. 5026, 48.47, breve pensiero religioso, musica varie, parole

del medico, preghiere.

Nel mese di agosto. Sarà Menkes, la celebre soprano argentIna, venuta a Roma per l'inizio della stagione li-rica alle Terme di Caracalla, volen-tieri si è prestata alla RadIo Vaticana per l'esecuzione di musica di Giusep-pe Verdi, accompagnata al pianofor-te dal Maestro del Teatro dell'Opera, Catania.

La su- 3 valentia piena di sentimento ha provocato un'ondata di commozio-ne nég]i ammalati, che hanno fatto sa-pere all,i Direzione del Centro Volon-tari della Sofferenza i loro sentimenti cii profonda riconoscenza, specie per ]'interpretazione dell'Ave Maria dal-l'oprra l'Otello.

L'incontro con Sara Menkes fu bre-ve, però pieno di significato.

Alla Radio Vaticana, terminato Il programma, la celebre cantante al sa-cerdote, che le porgeva a nome di tutti gli infermi radio-ascoltatori i più vi-vi ringraziamenti, rispondeva:

«Sono io che devo ringraziare lei.

che ml ha offerta La possibilità di sol-Levare chi soffre.

«lo, Padre, mi chiamo Sara, però si ricordi, per i suoi ammalati mi chiamo serva. Ella mi chiami quando vuole; in qualunque posto io sta ver-rò sempree.

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La finestra sul mondo La parrocchia di San Simone alla

periferia di ... conta un circa 3 mila parrocchiani. Di uomini a Messa la domenica ce ne vanno circa

o 10; di donne una cinquantina. Lo scorso anno su un totale di 13 fune-rali, 7 si sono svolti civilmente Per chi non fosse aggiornato della regia laica e anticlericale, il funerale civile si svolge con bandiera rossa, con la banda che suona «avanti popolo», e COfl corone di garofani rossi.

Don ....è il parroco di questa zo-na periferica. Per Pasqua è andato a benedire le case, come d'uso. Il 40 per cento non lo ha accettato.

Nella sua Chiesa ci sta un altare laterale dedicato all'agonia di Gesù Sotto l'altare è esposto in venerazio-ne la statua del Cristo morto. ' da-vanti a questa Immagine che nel marzo scorso andarono tre bambini di circa 9 anni. 2 erano benjamjne, l'altra era figlia del .. . La bambina si chiama. .. Le altre due si ingi-nocchiarono davanti all'altare..,, no. Anzi, si avvicinò e sputò sull'imma-gine del Cristo morto. «Tanto io non ci credo» rispose a dan.,,., accorso alla chiamata preoccupata dalla be-niamina Adriana.., Intanto la scappava.

Doti Pio . . - cappellano di S. Ma-ria in.... ed insegnante di religione sa dirvi i nomi di quei bambini che appena ricevute le immaginette sa-cre che egli è solito distribuire nel-le solennità liturgiche dell'anno, le Strappano.

A San... un paese di circa 2200 abitanti sulla strada.., l'educazione è prettamente anticlericale, A Messa Si contano di domenica circa 15 uo-mini. Metà dei matrimoni non sono

celebrati in Chiesa. li paese altro paese limitrofo dl circa 1500 abitanti segnala 120 persone non battezzate.

Sono queste le statistiche di alcuni paesi, che Si trovano in Italia e non nella Patagonia!

I veri cristiani però non restano con le mani in mano, anzi si slan-ciano nell'apostolato con un ardore di fede, degno del primi confessori della nostra fede.

Un giovane di Azione Cattolica della Liguria, in questi giorni. 5cr-veva al centro dei «Volontari della Sofferenza» chiedendo preghiere per un corso di Missioni che lui ed atti i giovani, guidati da esperti Sacerdoti sarebbero andati a tenere in paesi cristianizzati.

Si tratta veremente di un'apostoli-ca avventura, clic riuscirà in base all'incremento della grazia. Il Segre-

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tana dei Volontari della Sofferenza a quel giovane ha risposto così: «L Madonna ti precede nel tuo aposto-lato. sarà fedelmente vicino a te per aiutarli, confortarti e sostenerti. Gli ammalti saranno orgogliosi di poter «lavorare» in questi mesi per la ri-cnistianizzazione di alcuni paesi del-}a nostra cara Italia mediante l'of-ferta di quello che maggiormente ne-cessita ai volenterosi difensori di Cristo e della Vergine Santa: la pre-ghiera e la sofferenza-

Il Segretario

La 'Oroce di CerllsaIefflffle,, L'anno scorsoi a Gerusalemme, nel

giorno del venerdì saaito. fu portata lungo la strada del Calvario, una grande Croce di legno, contenente la reliquia della vera Croce.

Al termine della Settimana Santa «la Croce di Gerusalemme» fu por-tata in quasi tutte le nazioni del mon-

do per richiamare l'attenzione dei fe-deli sul probleme della conveniente sistemazione e custodia dei Luoghi Santi.

Si sa, infatti, che il Santo Padre. in questi ultimi tempi ha inviato al mondo cattolico' un'Enciclica, invitan-do tutti i cristiani a pregare per la felice soluzione e la sistemazione di quei luoghi santificati dalla vita di Gesù A Gerusalemme cintola questa preghiera, che dicono sia stata colà portata dai Crociati:

O Gesù, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di me.

O Gesù, preso da mortale tristezza nel Getsemani, abbi pietà di me.

O Gesù, caricato del pesante legno della. Croce, abbi pietà di me.

O Croce di Gesù, respingi da me ogni pericolo.

O Croce di Gesù, difendimi da ogni male.

O Croce di Gesù, che abbracciandoli raggiunga il Paradiso.

Ecco la Croce dei mio Signore f'ug-gano i nemici dell'anima mia.

O Croce di Gesù, che io resti vicino a Te, e sopra di Te, come il mio Re-dentore io soffra per tutta l'uma-nità.

O Gesti di Nazareth crocifisso, abbi sempre di me pietà.

Edmondo Rock

LA STATUA

Scalpellami. Signor. Fa che tranquilla Batti sonoro, spezza: a poco a poco dirompi Il blocco e le vestigia imjrinii io, sia come la pietra ai tuo martello. de tuo pensier nella materia mia.

Nascerà così l'opra. E sai ch'io lasci In tua divina passkn d'rtista libera lavorar sino all'estremo sublime colpa del martel tenace, sari nn capoiavor della tua mano.

(ALAI

Vallombtosa Im. 1000 s. mi DL, .1_I

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Anche le "Stelle,, i R E GA % O

Conosciamo attraverso le cronache 'mondane di Hollywood i volti degli wsfri» dello schermo indaffaratissimi nei vari circoli notturni dove spendo-no, per dovere professionale, ti poco tempo che resto loro libero una volta usciti dal teatri di posa.

Avvicinando invece questi grandi at-tori e stelle cinematografiche attraver-so Il Rev.mo Padre Patrizio Peyton, che è un pò il Cappellano di Ilollu-wood, si scorge che in mezzo ad una vita profondamente cristiana di conti-nui ricorsi allo, preghiera. P. Pat (ab-breviativo di Patrizio) racconta parec-chi di questi episodi. Barbara .Stn-uyck, ad esempio, rischiò di dover in-terrompere la sua brillante carriera almeno dieci un,at fa. Fu mentre sta-va girando «The Greal. Man's Lady» che cadde da cavallo e ne fu calpesta-ta. Per il suo piede gravemente offeso, a parere del medico accorso, non c'era altro da fare che aspettare l'ambulan-za. Barbara si mise a pregare fervi-damente e quando l'ambulanza arrivò volle .salirvi da sola, forte di una nuo-va sicurezza ce dalla preghiera era nata in lei. Non solo, ma prima volle assolutamente finire la scena che stava girando. i4 stesso medicò che aveva disperato, tornando a visitarla la sera dovette ammettere che 1' imprudenza aveva determinato la guarigione.

Infatti se Barbara non avesse cam-minato subito sul piede offeso, questo sarebbe rimasto impedìto per svariati

J,nne Crain

anni. La preghiera l'aveva Wuminain. Per ben 24 ore, Poi O'Brien una vol-

ta scomparve e invano si cercò di lui. Era rimasto tutto il tempo inginocchia-to ai piedi di un altare chiedendo con fervore a Dio la grazia per la sua figliola Marvournee'n, malata senza speranza, almeno secondo il medico. Ma la risposta alle sue preghiere fu la sua guarigione. Pat non si ccntentò di ringraziare il S'ignore, ma volle far conoscere il miracolo delta preghiera con un articolo pubblicato su uno dif-fusissirna rivista americana. Gli giun-sero migliaia di lettere di consenso.

Fra i passeggeri di uno steamer di ritorno dall'Oriente, ai quali non ri-

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nzanel'rI altra scamt:o, durante un vio-lentissimo fortunale al largo delle co-ste californione, che quello sperato dal-la preghiera, si trovava parecchi anni fa l'attore J. Carrol Naish. Lo steamer disalberato e senza governo era in ha-li« delle ondate )airose e ben poco avrebbe ancora resistito: i Iscrreri pregavano. Ed ecco che il C1L000 cinese di bordo comincia a gridare di aver sentito le campane. Campane di terra, campane di chiesa.., Lo £redettero già imra.zilo. Ma poco dopo scorsero un cutter della gurrIia costiera che ve-viVa a rintorchiarli. Lo strano è che il capitano del cutter ammise di non averli veduti tua di aver sentito il suo- no di campane che lo aveva guidato fino alla nave in pericolo. Il mistero non fu mai spiegato, ma J. Carrol Ma-ish è stata sempre il più assiduo nelle preghiere fra le pecorelle hollywoo-diane di Padre Pai.

Le «stelle» non richiedano so!tanlo le grazie con la preghiera, ma con la preghiera sanno anche ringraziare il Signore dei benefici loro concessi. Mol-te carriere sono dovute alla profonda forza che dà la preghiera nelle ore difficili e di fronte agli ostacoli da su-perare.

Lo riconobbe Esteher Williams qua,:-do vinse i 100 metri in stile libero ne-le gare nazionali di nuoto che dettero inizio alla sua celebrità. Appena uscita dall'acqua andò a baciare la madre presente: «Ho vinto mamma!». «Ne ero sicura - rispose la madre - mi r- cordati che non Io avresti potuto da sola..,», «Hai ragione mamma - disse Esther - debbo ringraziare Colui che ha ascoltato le mie preghiere».

Aperto testimone dell'e jcacia della Preghiera è anche 2ing Crosby l'in-terprete delle «Campane di Santa Ma-ria». Tra l'altro una volta che fu in-vitato da Padre Pat o cantare nel suo programma radiofonico di Natale do-vette confessare di esserne impossibì- litato da una forte angina.. Tuttavia accettò chiedendo un coro che avesse potuto sostenerlo quando la sua voce fosse venuta meno. Ma il cono non servi affatto e Crosbj cantò benissimo A che gli domandò come avesse fatto rispose: «Qualcuno deve aver pregato per me».

Jane Rissel non manca di testimo-niare la sua fede in tutti i momenti che il lavoro le lascia libera. Ella' legge e spiega la Bibbia ai Suoi com-pagni di lavoro, intrattenendoli casi in parenljsj spirituali proprio là do-ve la materia trionfa,

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e Vivere, palpitare,

morire ai piedi della

Croce o in Croce

con Cristo ».

(Don Orione)

Ma la più ricca d pìritualità è di fede è forse Loretta Younq. P. Pat racconta di averla accompagnata una volta in visita ad un ospedale di New York in cui prestano servizio le suo-re della Santa Croce. Loretta si pre-sentò con le braccia piene di doni e si intrattenne con infinita pazienza presso ogni letto non disdeqnanio al-fatto di occuparsi anche di una don-na negra malata e afflitta di sordo-mutismo a114 quale per farle intende-re la sua simpatia non esitò a dare un affettuoso bacio sulle guance co-lor cioccolata. Quindi pregò per lei ad alta voce con Padre Pat che ave-va le lacrime agli occhi.

Anche in caso della sorella di Lo-retto, Georgiana, sposata all'alt re Riccardo Manial ban ed allietata do due bambini, vige la rigorosa usan-za del Rosario serale. Si Iniziò izza sera in cui Padre Pat, loro ospite, parlando della sua famigUz in Irta—

da ricordava come in casa sua non si fosse omesso una sola sera il San-to Rosario. Riccardo disse allora a sua moglie: «Penso che sia una idea meraviglisa anche per noi perché non lo diciamo insieme ai n,st-ri bambini?». Fu così che quando Pa-dre Pat tornò dopo qualche tempo in casa loro constatò con sorpresa che avevano mantemuto la promessa. «Da quella sera, non i' abbiamo di-menticotu neppure una volta» disse Riccardo. E Padre Pat ne fu lieto ma non sorpreso, poiché conosce le sue pecorella e sa ormai con quanta de-nota assiduità sono presenti ai suci offisì. In fatti oltre 200 «stelle» non mancano mai a tutti gli appelli di-vini e, a delta di Padre Pat, nessu-no meglio di loro è riuscito ad in-dicare a- milioni di persone la pr.o-fonda ricchezza nascosta nella pre-ghiera.

Aurelio Attui

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UOMINI IN VETRINA Milone

Milone (VI stonio avanti Cristo), filosofo pitagorico, nato a Grotone, di.-v"nne celebre anche per la sua forza fisica, che più volte gli valse la vittoria nei 2iìin,hi olimpici. Si narra che un giorno mentre assisteva alla lezione di Pitagora, una colonna che sosteneva il Soffitto della sala si spezzasse. Egli abbracciò la colonna e la tenne salda, dando ai compagnì ed al Maestro il tempo di fuggire; poi, mentre la volta crollava, si salvò. Invecchiato, visto un tronco d'albero, già quasi spaccato dall'accetta, volle terminare il lavoro con le mani, ma le parti del legno, ricongiungendosi, gli serrarono le braccia,immobilizzandolo: e purtroppo i lupi lo divorarono.

Ermete Novelli, il compianto grande attote, fu ad un certo momento della sua gloriosa attività artistica preso dalla passione per i cani. Ne aveva sempre quattro a cinque, ma, camhian

do spesso di piazza, li distribuiva agli amici, per acquistarne poi altri nella nuova residenza. Il suo preferito però. Loris. un bel bassotto, non fu mai ab-bandonato e aveva anchè l'onore di entrare nel camerino dell'insigne at-tore quando questi conversava coi suoi visitatori.

Una sera al « Valle » di Roma, un critico teatrale che aveva fatto qual-che osservazione sui comici del No-velli, mostrò la sua meraviglia per la presenza dell'animale. E Novelli, col suo ironico sorriso, accennando col gesto come se presentasse una per-sona, disse serio serio: « L'unico cane della mia compagnia! e.

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14 Galli

Di Luigi Galli, valente pittore ro-mano, morto nella miseria in cui ave-va purtroppo constantemente vissuto, sì raccontano vari aneddoti. Eccòne uno.

Una sera, in un banchetto offerto ad alcune personalità. da un gruppo di artisti, un illustre pittore disse:

- E' doloroso, è vergognoso vedere per esempio un artista come Luigi Galli, che all'estero sarebbe acclamato e colmato di onori, vivere qui nella più squallida miseria fra la indifferen-za del mondo ufficiale.

Era la verità ma... Galli sdegnoso di ogni compatimento, abituato a par-lare chiaro. levandosi di scatto l'in-teruppe gridando: - Si, è doloroso, ma è più doloroso e stupefacente ve-dere un animale come te guadagnare un sacco di quattrini!

Detto questo si rimise a sedere, fra lo sbalordimentn generale.

Le Sage

Essendo Le Sage, lo scrittore del '700. arrivato in ritardo dalla duchessa di Doui1lo, alla quale doveva leggere Turcanet, questa gli disse: « Mi avete fatto perdere un'ora ad aspettarvi ». « Bene signora disse Le Sage - e allora ve •ne farò guadagnare due», e se ne andò.

Lesslng

Un giovane autore avendo doman-dato a Lesaing che cosa pensasse di una Sua opera che aveva dato a leg-gere, si senti rtspondere « C'è del nuovo e del vero nel vostro trattato: solamente il nuovo non è vero e il vero non è nuovo ».

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Vi parla

La tristezza di alcuni ammalati

In patologia, nei mali che noi usla-mo curare, non trovo catalogata una malattia tanto comune negli uomini e che crea delle serie complicazioni nelle cure mediche: la tristezza. Nel-la mia esperienza di vita sanatori'ale Quotidianamente vedo molti 'ammalati che. quantunque tutti affetti dalla stessa forma patologica, tuttavia rea-giscono in modi ben diversi sfocian-do poi in una forma unica: la tri-stezza.

Possiamo dire senz'altro che l'am-malato che vive in sanatorio dl so-lito viene a cozzare contro tre, realtà.

10 l'a vita minata che talvolta non reagendo al male si indebolisce

20 il desiderio di crearsi una fa-miglia e la mancanza di affetti.

'30 la posizione sociale dell'amma-lato che può andare dall'isolamento alla necessità di poter lavorare dopo la vita sanatoriale.

Di fronte a queste realtà gli am-malati reagiscono in forme diverse, a seconda della propria forma1one etic'a.

C'è chi trova la propria distrazione cercando di utilizzare la vitalità che ancora ha, lavorando, distraendosi, oc-cupandosi di tutte quelle forme che gli possono essere possibili.

Di fronte 'al désidenio, quasi direi istinto di formare una famiglia, o di avere un affetto, c'e chi trova sod-disfazione in letture più o meno mor-bose e in affetti più o meno disordi-nati.

Di fronte all'isolamento sociale 'e alla preoccupazione dell'avvenire c'è chi comprende e si adatta, e c'è an-che chi, esagerando la propria posi-

il Medico

zione, trova un senso di ribellione contro Dio e contro gli uomini.

Esiste infine l'ammalato che, com-prendendo nella sua buona formazio-ne religiosa, che la malattia in pia-no spirituale, può essere una profes-sione come quello per esempio del medico che lo cura, trova allora nor-male la serena accettazione, pensan-do che egli infine non è nè inutile nè di peso alla società. Dal momento che il lavoro è a tut-

ti comandato, l'ammalato che così im-posta la sua vita, trova che la sua sotierenza è un necessario contribu-to alla ricostruzione sociale come l'o-peraio riscontra che la stanchezza è una normale conseguenza del lavoro che ha svolto.

L'ammalato che per ovvie ragioni non può lavorare come uno sano o non è momentaneamente In grado di formarsi una famiglia o di stare in società, reagisce di solito in due for-me:

jo taluni si creano una sovra-struttura dl ciò che non hanno e non possono avere, stordendosi con vani eccitanti che creano sempre nel pa-ziente una alterazione, che dallo sta-to di esaltazione passa alla depres-sione, terminando poi in una- tetra malinconia.

20 esiste poi l'ammalato che si adagia nella tristezza e sospira a quello che non può avere.

Gli stessi ammalati, comunemente stimati buoni, dediti a forme di apo-stolato e dl vita interiore, non sono immuni dall' incappare. nello scoglio della tristezza.

Il motivo fondamentale è sempre il medesimo:

10 mancanza di vera umiltà.

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CUM CON MARIA MARIA

GAUDETE SIATE CUM LI€T,

MARIA CON t'OL€T€ MARIA

CUM PIN(€T€ MARIA CON ORAT6 MARIA

CUM PREGATE M ARIA CAMMINATE

AMBULM€ CON CUM MARIA

MARIA CON ,J€SUM /'1P1Rt

IQ,A€RiTe- CERCATE % ... í, I TH.AK + PIPIS

20 il voler fare ciò che piace a loro e non quello che vuole Iddio.

Infatti il soggetto dedito sia pure alla vita interiore e che si studia dl migliorare nei propri difetti, nel ve-dersi ricadere in mancanze più o me-no volontarie, passa dallo scoraggia-mento alla tristezza, incapace di uti-lizzare gli stessi difetti, che servono appunto per farlo radicare ne1i vera umiltà.

La mancanza poi della possibilità di fave un apostolato secondo le proprie tendenze, non di rado lo spingono a forme apostoliche tra gli stessi am-malati. talvolta eccentriche ed inoppor-tunc, creandogli poi melanconiche de-pressioni, pensando all'Apostolato che avrebbe voluto compiere e che non è in grado di svolgere, non considerando che la prima e basilare forma di apo-stolato è compiere quello che il Si-gnore vuole in quel dato momento, In

tutte queste forme considerate, le cori-seguenze della tristezza sono gravi sia nel campo fisico che in quello mo-rale.

Nel campo fisico le stesse medicine date ad individui della stessa malattia, non di rado hanno un risultato ben diverso a seconda dell'indole serena o malinconica del paziente.

Per gli ammalati che ancora non hanno compreso il giusto valore so- ciale dello sofferenza, la tristezza non è altro che il segno di una parabola che si svolge in alti e bassi: ossia Si tratta di un susseguirsi di tristi de- pressioni a illusori eccitamenti che fiaccano sempr di più l'organismo, togliendogli anche la possibilità di reagire anche al male. Per gli am-malati che sono giunti a possedere [a vera interpretazione soprnnnatu-rale della vita sofferente, la tristez- za impedisce loro di conseguire la ve-ra santità, mediante la serena. uni- forme accettazione della volontà di Dio. P. Faber sostiene che non vi é nulla che dia al demonio tanta po- tenza sopra di noi come la tristezza: « persino il peccato mortale molte volte serve di mano agli interessi de] l'inferno ».

La tristezza va quindi curata nel-l'ordine più morale che fisico.

La stessa illusione momentanea che l'ammalato cerca in letture, discorsi. ecc,, potrebbe cambiarsi in fonte di gioia se egli l'arginasse anzichè dar-le sfogo.

La gioia delle prime vittorie, anche se sudate è un tale allettamento, che spinge a compiere rapide ascese. La tranquillità inoltre dell'anima che In asmalato non dedito ai vizi possiede, è una grande fonte di gioia.

Lo stesso organismo non vacua-mente frustato con futili esaltazioni e irrobustito dalle cure mediche, ha in sè maggiori riserve per resistere al male, per cui l'ammalato più diffi-cilmente si abbandonerà anche in se-

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t1lto alla tristezza, riprendendo fi-ducia nella vita che va riacquistando e vedendo il domani un pò più ro-seaniente.

Per il soggetto che possiede già una discreta formazione religiosa, troverà una buona cura alla sua tristezza, al pensiero che egli deve compiere ciò che Dio vuole e non ciò che egli vuo-le e che in questo appunto consiste la vera santità, sopportando poi con pace e i'assegnazione i difetti che il Signore permette che ciascuno di noi abbia. Evidentemente per tutti gli am-malati è cura alla tristezza la giusta Impostazione morale e religiosa del dolore. Gli stessi pensieri oggettiva-mente capaci ad illuminare e soste-nere LI paziente, devono essere consi-derati nella forma più attraente per

ciascun individuo allo scopo dl ri trarne il maggior frutto.

Non va inoltre trascurato il gran-de fattore generatore di gioia che è la carità; più un ammalato dimenti-ca se stesso e cede al fratello soffe-rente, più scopre in sè risorse di con-solazione e di gioia, (e quali mentre fugano la tristezza, lo inno progredi-re nella via della santità e donano al-l'organismo. mediante la gioia, nuove ed intime risorse per resistere al male.

I fattori spirituali trovano le radici e si sviuppano nell'uso dei sacramenti e nella continua invocazione di Colei, il cui nome è simbolo dl mare di a-rnarezra e che tuttavia viene con frut-to chiamata dalla Chiesa nelle litanie Lurentane, Causa della nostra letizia.

Dr. TRIFONE

NOTA LITURGICA Tempo d Avvento

Nel tempo d'Avvento la Chiesa pro-pene la meditazione di tre venute (Avventi) di Cristo.

La venuta di Cristo sulla terra nel-la «pienezza dei tempi». La seconda venuto di Cristo alla fine dei tempi. La venuta di Cristo nelle anime de-gli uomini con la sua «grazia». Lo scopo dell'Avvento è di aiutare l'ani-ma e prepararsi a questa terza ve-nota. La Chiesa ci mostra nella sua liturgia la lunga teoria dei secoli pri-ma della redenzione, mentre ci fa ascoltare la voce dei Profeti: «Stil-late o cieli dall'alto la vostra rugia-da e le nubi piovano Il giusto. La terre si dischiuda e germogli il Sal-vatore » (ls'aia).

Al temine dell'aspettativa dei se-coli ecco 11 Battista che ci insegna come dobbiamo accogliere il Cristo: «Preparate le vie del Signore; rad-

drizzate i suoi sentieri. Ogni valle sia colmata, ogni mente e ogni collina sia abbassata». Quando tutto questo sarti compiuto il Verbo incarnato na-scerà in noi con la sua grazia e così noi saremo fatti partecipi della stessa vita divina; Gesù Eucarestia che vie-ne in noi nella Santa Comunìone fa si che non siamo più noi che vivia-mo ma è Lui che vive in noi.

Per il cristiano non basta che Gesù nasca In sè, egii deve far si che na-s"v anche nei cuori dei propri fratelli.

Anche noi ammalati, forse immobili a letto ed impotenti, possiamo, se vo-gliamo. far nascere Gesù anche nel cuore dei nostri fratelli, unendo le no-stre sofferenze al Sangue divino come la goccia d'acqua che si unisce al vino della Messa.

San Paolo dice nella sua prima let-(Continua In 3 pag. dl cop.)

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Piccola storia òi una granae Anima

- .. di strano ari- iene in lei... sente un, debolezza sempre /)/U

((secute nei flU8coli /(//(' (p1 in - 1w.., le ginocchia non hanno più troppa elasticità... alla base della spina dorsale, sente un dolore acuto che a volle le toglie 'il re-spiro... un dolore caratteristico, hriiciante, divora «e... vorrebbe ca mmi liare speditamente, n O'fl p211)... ne risulta un triste don-dolio della persona, che la rende traballante e maisicura.

Ella è tutta. presa. (la Itil, inti- Inc sgomento, ma non /)aVlu. Od tilcicn.o del suo male; gli altri non sanno leggere quello sgomento cime le traspare degli occhi e la

Oprimoro ci FEI LL eome wtz(

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òt (oro poto

credono di seo rsri intelligenza. Maria tenta di rcsis'l ere per sal-vare il suo la roro c il sito pane... lotta COflti'() il fll(lle....i af/g2ap-pa alla speranza, coli la volon-tò ten(ter (li COnserr(lrSj utile al-la .vita im'iìnma a.flmutissim((.

E' in quext o moine mito e/i e Ma-rio viene a conoscere lesistenza di un'Assoeia.ioiic (li fin piegate che si propongono un fine di ri-sanamento sociale ne/I a ni bienie in cui rirono. attrererso il pro-prio in igliora inc n t (i spirituale. Vi aderisce con entusiasmo e vorrebbe dare tonta attività a quest'opera che risponde così ap-pieno alle sue aspirazioni verso il bene. ma il suo male ingigan tìce ogni giorno e lei si sente tanto debole in confronto di quanto 'rarrelhe tare...

* * *

Una minuscola. Cappella, un nido di pace profonda, un silen-zio solcato dalla Voce del Gran-de Amico, percettibile solo alle anime che Lo sanno amare... Un piccolo gruppo di giovani coni-mosse ai piedi dell'Altare.., una alla volta, recitano una formula con la quale 0/ !)-ono al (;rande Amico, per le, Mani della Madre sua, la loro vita di lavoro e di sofferenza, per il ìn.ig/ iora mento (li tante giovani impiegate.

(Continui)

11)

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I 12 3 I 3

I

3

4

5

Parole messe.. in Croce!!

.Collocare le 5 parole sotto defini-te (una lettera per ogni quadretto) ;crivendoje sia in senso orizzontale he verticale. Più in croce di così...

Esse risulteranno le medesime. Per fa-cilitare la soluzione abbiamo giù in-clusa qualche lettera.

Defin2zionl.

Debole di mente: cretino: Nome dato 'anticaente a chi face-va salassi...

Luoghi ove le navi possono gettare le ancore

Nome latino dato da Giulio Cesare all'Inghilterra,

Abitante nella città capoluogo de-l'Emilia.

Parole incrociate semplici -

DEFINIZIONI. - Orizzontali

I •l

s

lui g4

7 I

I L'isola che vide le gesta del ban-dito Giuliano; 2 Effiuvi, profumi di fiori o . . di cucina!; 3 Malattia pro-dotta da punture di -zanzare, nelle zone paludose; 4 Punto cardinale; 5 Cosa poco comune, difficile da tro-vare; 6 Il centro... del coro: 7 Preso a modello, copiato,

Verticali: I Asini; 2 Il nome della consorte del Presidente Einaudi; 3 Le iniziali del Manzoni; 4 L'arcobaleno ne ha sette: 5 Rabbia; 6 Azienda Tram-viaria (sigla): 7 Monete italiane che non suonano perchè son... di carta! 8 La povera Isotta è stata troncata... 9 Strumento che serve al contadino, ma Io tirano i buoi!

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NOTA LITURGICA

tera, diretta ai Corinti: «Le membra j'IJfjfJftj)l soma maTte e unico il corpo. Nè può - locchio dire alta mano: non ho biso- Ut flhIjWUU1t(flhl qno di te, nè la testa al piedi non ho biso'jno di voi ».

Tutti quindi membra del corpo mi- flIbf 1+ Eniuvw. tm- stiro di nostro Signor Gesù Cristo pos- siamo dal fondo del nostro letto, nel - sitei.io della nostra camera, far af- fluire oon la prehie'a ed il sacrifi- cio la grazia di Cristo anche su le tnitaO Inf1D71 membra rattrappite di Questo corpo. Non conta il ostro sacrificio, t'im-

i - LI Lul)ifl..+ 1ff (øfìw portante è che l'Avvento di Gesù si azn,erì in tutte te anime come l'ha I41'UR 1)1 14,

auspicato il Santo Padre in quest'An- no Santo quando ci ha invitati, col sito augusto 'radiomessaggio, a prega- re per tutti i fratelli.

Fior di campo

PAROLE INCROCIATE' UI, invito

d e I I '« A n c o r a »

Collocare le parole nello schema (una lettera in ogni quadretto) secon-do le definizioni corrispondenti. A gio-

co risolto, leggendo le sillabe contenu-te nei quadretti dal bordo più marcato si avrà una frase a sorpresa: è'l'invito che la Rivista rivolge ai suoi lettori.

i Diversità; il risultato della sottrazione. 2 Il c.cjoome di Lucia nei « Promessi Sposi». 3 Ossatura; unione di vari pezzi che formano il telaio, b Esortare; fare animo. 5 Chi riceve un salario. Ci Una operazione di aritmetica che può essere anche di... fanteria! 7 Bilancia a un solo piatto e con lungo braccio. h Un galletto giovane e tenero.... 9 Cittadina in provincia di Frosinone. 10 Abbiamo sempre combattuto per quella di Trieste!

Con pernsianne ccclesaic . Diretr.e R.o.rhinj Ghiie1e M. - R.f.i.fl;', . re. Tiu.z.

A».toriszaione del Tlbunalc di Roma n. 1516 del 19-4.1950 « Officina (,rai:ccz Bui.''. R'1.

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