Piazza Italia 15 settembre 2013

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Caracas, settembre 15, 2013 - N° 000 Umberto Calabrese Direttore Supplemento di Editoriale Piazza Italia per incontrarsi Prendere il tuo spazio envenuti amici leori in Piaz- za Italia, oggi per noi inizia un nuovo cammino, che intendia- mo fare insieme a voi, in questa nuova testata che è il supplemento cartaceo del quotidiano on line Agorà Magazi- ne. Con la stessa passione che in ques- ti 7 anni ci ha visto a me e Nunzia Au- lea “agorazare” per l’agorà virtuale, ed esperimentare le nuove tecnologie multimediali, e poco a poco, passare dalla sola edizione in lingua italiana all’edizione in lingua spagnola, e ulti- mamente in lingua inglese. La nostra sda rimane ovviamente il web, noi di Spazio Agorà come editori web, stiamo investendo energie e risor- se umane ed economiche perché siamo profondamente convinti che è sempre più internet il futuro dell’informazione, ma è anche vero che in Paesi dove in- ternet è ancora un mezzo di elite noi B Umberto Calabrese vogliamo essere presenti anche con la tradizionale forma cartacea. Vogliamo prestare un servizio, questo è il nostro intento, in primo luogo alla nostra co- munità italiana, che qui in Venezuela ha messo radici ed in senso lato al Paese che ci ha accolto, che ha permesso a molti di noi di avere una vita migliore. Perché un quotidiano italiano fa una testata bilingue in Venezuela? Questa è la domanda che credo vi state ponen- do in molti, e come editore e direore de Piazza Italia di certo non mi soraggo alla risposta! Bilingue perché vogliamo parlare a tui. 1) A chi è arrivato qui negli anni ’50 e con i suoi sacrici e duro lavoro, inte- grandosi: ha migliorato la sua vita e la vita culturale ed economica del Vene- zuela, senza mai perdere i valori e le tradizioni culturali dell’Italia; 2) per gratitudine: a) verso a chi di voi con gli aiuti mandati negli anni dicili del dopo guerra dall’estero ed anche dal Venezuela, avete contribuito al boom degli anni ’60 alla nostra madre Patria; Pag. 2 uesta nuovo giornale si propone come un’innovativa forma di comunicazione (sociale, politica, intelleuale) tra l’Italia e gli Italiani residenti all’estero: una comunicazione aderente ai meriti civili da essi conseguiti araverso il lavoro svolto lontano dalla Patria. Al Giornale stampato che è il supplemento del quotidia- no www.agoramagazine.it, viene adato un lo di Pensiero che, avvicinando vir- tualmente le geograe, accompagni lo sviluppo economico e spirituale della presenza italiana. Gli Italiani che, nella prima metà del ’900, hanno lasciato l’Italia per crearsi migliori opportunità di lavoro, possedevano, evidentemente, particolari doti di vitalità, di de- terminazione, e di forza sica e spirituale; e le hanno messe tue a disposizione dei Paesi di accoglienza. Pag. 2 i capita spesso di pensare all’avventura dei miei genitori, arrivati in Venezuela alla ne degli anni 50, come migliaia di connazio- nali, con un bagaglio esiguo di averi ma carico di speranze. Mio padre era radiotelegrafista, ma per alcuni anni prima di poter aprire il suo primo laboratorio di elettronica, ha fatto di tutto: dal venditore di succo di canna al mercato, al barman nell’allora super esclusivo Hotel Humbolt. Pag. 5 PLAZA ITALIA, Av. San Martín, Caracas Escultura de La Libertad, donada por el pueblo italiano en 1912, para conmemorar el centena- rio de la Independencia de Venezuela. De fondo la iglesia Nuestra Señora de Lourdes. Con esta foto inaugu- ramos nuestro viaje por las plazas que cuentan la historia de los italia- nos en el mundo. L´Angolo di Ugo Perché “Piazza Italia” Imprenditori Terra di Grazia Ugo Di Martino Nunzia Auletta Q M Ripartire dall’inizio, della nostra civiltà, per l’appunto dall’agorà, la piazza, luogo di incontro Rif. J-40283048-3 Rif. J-40283048-3

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Caracas, settembre 15, 2013 - N° 000 Umberto Calabrese Direttore Supplemento di

EditorialePiazza Italia per incontrarsiPrendere il tuo spazio

envenuti amici lett ori in Piaz-za Italia, oggi per noi inizia un nuovo cammino, che intendia-

mo fare insieme a voi, in questa nuova testata che è il supplemento cartaceo del quotidiano on line Agorà Magazi-ne. Con la stessa passione che in ques-ti 7 anni ci ha visto a me e Nunzia Au-

lett a “agorazare” per l’agorà virtuale, ed esperimentare le nuove tecnologie multimediali, e poco a poco, passare dalla sola edizione in lingua italiana all’edizione in lingua spagnola, e ulti-mamente in lingua inglese.La nostra sfi da rimane ovviamente il web, noi di Spazio Agorà come editori web, stiamo investendo energie e risor-se umane ed economiche perché siamo profondamente convinti che è sempre più internet il futuro dell’informazione, ma è anche vero che in Paesi dove in-ternet è ancora un mezzo di elite noi

B

Umberto Calabrese

vogliamo essere presenti anche con la tradizionale forma cartacea. Vogliamo prestare un servizio, questo è il nostro intento, in primo luogo alla nostra co-munità italiana, che qui in Venezuela ha messo radici ed in senso lato al Paese che ci ha accolto, che ha permesso a molti di noi di avere una vita migliore. Perché un quotidiano italiano fa una testata bilingue in Venezuela? Questa è la domanda che credo vi state ponen-do in molti, e come editore e dirett ore de Piazza Italia di certo non mi sott raggo alla risposta!

Bilingue perché vogliamo parlare a tutt i. 1) A chi è arrivato qui negli anni ’50 e con i suoi sacrifi ci e duro lavoro, inte-grandosi: ha migliorato la sua vita e la vita culturale ed economica del Vene-zuela, senza mai perdere i valori e le tradizioni culturali dell’Italia; 2) per gratitudine: a) verso a chi di voi con gli aiuti mandati negli anni diffi cili del dopo guerra dall’estero ed anche dal Venezuela, avete contribuito al boom degli anni ’60 alla nostra madre Patria; Pag. 2

uesta nuovo giornale si propone come un’innovativa forma di comunicazione (sociale, politica, intellett uale) tra l’Italia e gli Italiani residenti all’estero: una comunicazione aderente ai meriti civili da essi conseguiti att raverso il lavoro

svolto lontano dalla Patria. Al Giornale stampato che è il supplemento del quotidia-no www.agoramagazine.it, viene affi dato un fi lo di Pensiero che, avvicinando vir-tualmente le geografi e, accompagni lo sviluppo economico e spirituale della presenza italiana. Gli Italiani che, nella prima metà del ’900, hanno lasciato l’Italia per crearsi migliori opportunità di lavoro, possedevano, evidentemente, particolari doti di vitalità, di de-terminazione, e di forza fi sica e spirituale; e le hanno messe tutt e a disposizione dei Paesi di accoglienza.

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i capita spesso di pensare all’avventura dei miei genitori, arrivati in Venezuela alla fi ne

degli anni 50, come migliaia di connazio-nali, con un bagaglio esiguo di averi ma carico di speranze.Mio padre era radiotelegrafista, ma per alcuni anni prima di poter aprire il suo primo laboratorio di elettronica, ha fatto di tutto: dal venditore di succo di canna al mercato, al barman nell’allora super esclusivo Hotel Humbolt.

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PLAZA ITALIA,Av. San Martín, CaracasEscultura de La Libertad, donada por el pueblo italiano en 1912, para conmemorar el centena-rio de la Independencia de Venezuela. De fondola iglesia Nuestra Señora de Lourdes.Con esta foto inaugu-ramos nuestro viaje por las plazas que cuentan la historia de los italia-nos en el mundo.

L´Angolo di Ugo

Perché “Piazza Italia”Imprenditori

Terra di Grazia

Ugo Di Martino Nunzia Auletta

Q M

Ripartire dall’inizio, della nostra civiltà, per l’appunto dall’agorà, la piazza, luogo di incontro

Rif. J-40283048-3 Rif. J-40283048-3

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Editoriale - Editorial-2-Caracas, settembre 15, 2013. Edizione 000

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b) verso il Venezuela, per con-tinuare l’integrazione e l’accrescimento reciproco socio culturale;3) ai nostri giovani che vivono, studiano, lavorano in questo Paese che parlano e leggono facilmente lo spagnolo per invogliarli a mante-nere viva la nostra lingua italiana, e nel contempo portare a tutti la nostra cultura e arte: il made italy, la gastronomia, la moda, il design, la cinematografia, le bellezze natu-rali, le città d’arte;Per conoscere a nostra volta, la cultura e l’arte, la gastronomia, la

moda, il design, la cinematografia, le bellezze naturali, le città del Ve-nezuela;4) non siamo ipocriti per fare e far-vi fare business.“La piazza, luogo di incontro, uno spazio libero, dove i liberi cittadi-ni si incontrano, nel loro “agoràzo” (andare un po qua e un po là). In-contrando quanta più gente è pos-sibile, per accrescere, vicendevol-mente il proprio sapere, per essere più creativi. Per partecipare alla vita della polis, ed alla gestione del bene comune. Una Piazza, dove mettere in mostra la propria merce. I prodotti della propria creatività.

Editado por: Editorial Espacio Agora C.A. Rif. J-40283048-3, y Ugo Di Martino por Licencia de Ass.ne Spazio Agorá

Dirección: Avenida José Felix Ribas, Edifi cio Meramary, Chacao, Caracas.

Teléfonos:(0212) 935.56.79, 793.30.420

Suplemento del 15 de septiembrede 2013 de www.agoramagazine.it

Registrato al Tribunale di Roma (Italia)N° 358/2007 del 27 luglio 07- Edito da Ass.ne Spazio Agorà.

DirectorUmberto Calabrese

Director EditorialNunzia Auletta

Director ResponsableDomenico Esposito

ViceDIrectorRoberto De Giorgi

Coordinación de RedacciónRosymer Rodríguez

ColaboradoresDomenico EspositoGerardo MolinaRoberto De GiorgiSara Tali GrandazzoMery Aybar MárquezFederico ValicentiMassimo Norbis P.

Coordinación de DiseñoHector Merino

Publicidad y Mercadeo Massimo Norbis

Contacto [email protected] [email protected]

Uno spazio interattivo, per scam-biare, idee, opinioni, o semplice-mente, come in tutte le piazze del

mondo, per vedere ed essere visti. Una “Piazza”, uno spazio ritrova-to, da usare, da vivere, giorno dopo

giorno. Dove incontrarci, dialoga-re, crescere la nostra conoscenza, la nostra creatività. Uno spazio libero, per ritrovare il piacere di: scrivere, di far politica, di gustarsi un’opera d’arte, di vestirsi, di man-giare, di viaggiare …semplicemen-te di vivere e di stare in Piazza Ita-lia - scrivevo il 27 luglio del 2007 quando iniziammo con Agorà - di agoràzare, scoprirete, anche voi, che... nulla mi è caro come vivere e vivere insieme, perché l’uomo è un essere sociale che evolve cercando sempre spazi nuovi dove costruire la sua agorà, per concordare un appuntamento con chi si ama”.

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Hanno prodotto ricchezza, contri-buendo in prima persona sia allo sviluppo delle regioni ospitanti, sia alla crescita economica italia-na. Se nella seconda metà del XX secolo il nostro Paese ha potuto de-collare e svilupparsi, lo deve anche all’iniziativa e alle rimesse dei suoi tanti Figli all’estero. La convivenza con altre culture e altre mentalità, giovava alla cittadinanza ospitante; ma, soprattutto, giovava ai lavorato-ri italiani, che, in più, fortificavano il loro profilo umano con la fatica del nuovo lavoro, e con il sacrificio della lontananza dagli affetti e dai territori d’origine.Il risultato di tutto ciò, è stato certa-mente molto positivo: per merito di entrambe le parti. Lo dimostra il fatto che gli Italiani, in moltissimi Paesi, sono inseriti perfettamente nelle re-altà sociali dove risiedono, e che, pri-vi di ogni complesso di lontananza, mantengono con l’Italia e con le Isti-tuzioni italiane contatti vivi e forti, alimentati dallo sviluppo dei mezzi di trasporto e di comunicazione.Il collegamento intellettuale con l’Italia è sempre stato forte e ininte-rrotto. La prima generazione, ha edu-cato i propri figli su questi binari, e oggi anche le seconde e terze genera-zioni danno seguito a questa linea di pensiero e di comportamenti. Di più: i giovani sono passati dalla “nostal-gia” al “senso di appartenenza”, ad una comune cultura dei diritti e dei valori.Noi, fondatori di Piazza Italia, cre-diamo che un ulteriore filo di Pen-siero, sostenuto dagli Italiani d’Italia e insieme dagli Italiani all’estero, possa contribuire allo sviluppo de-lle idee e delle iniziative reciproche; sostenendo a sua volta, da entrambi i lati di tale filo, gli obiettivi sociali, l’innovazione e il valore della con-nessione intellettuale: in uno spirito di internazionalità e di reciprocità, nelle quali il concetto di Patria si de-clina al plurale, esaltando lo sviluppo

e la fratellanza.In quest’ottica, riteniamo indispensa-bile che la grande Comunità Italiana del Venezuela possa disporre di uno strumento informativo ed aggregan-

te, nel quale riconoscersi, confrontar-si, esprimersi: un giornale che porti nella nostra Comunità (oggi arricchi-ta dalla Nuove Generazioni, portatri-ci di nuove culture e nuove speranze) modelli organizzativi, economici, so-ciali e politici. Con il fine di rinnova-re lo scambio intergenerazionale con la Patria. L’Uomo, per realizzarsi come tale, ha

bisogno di vivere e di crescere in Co-munità e in Comunione: esse comin-ciano nella Famiglia, si sviluppano nella Comunità sociale e si esaltano nella Comunione di Pensiero. Tan-to più se il nostro Pensiero desidera mantenersi su un “cammino” già per-corso (nei suoi risvolti dolci e amari):

1) la Famiglia in Italia; 2) la Comunità e il Territorio italiano che portiamo nei cromosomi; 3) l’attuale Paese di residenza, del quale siamo parte inte-grante, e che a sua volta ci coinvolge: con le sue Donne e i suoi Uomini, le sue Immagini e i suoi Valori.Noi, ideatori di questo giornale, fer-mamente convinti del valore aggiun-to che essa propone ad entrambi i capi del collegamento intellettuale tra l’Italia e il Venezuela, prendiamo l’impegno morale di non deludere le aspettative che qui sopra abbiamo espresso; e ci impegniamo a comu-nicare con i Lettori in uno spirito di “onestà intellettuale” e di “amicizia”. Piazza Italia affronterà temi econo-mici e sociali, ma anche etici e filoso-fici: per il successo della “Famiglia”, del “Lavoro”, e dell’ “Imprenditoria-lità”. E lo farà, attraverso un’analisi approfondita dei “Valori”, applicati al “Sociale” e alla “Politica”.I risultati concreti di questa inizia-tiva editoriale, dipenderanno dal fatto che si instauri una reale comu-nicazione a due vie tra il Giornale e i Lettori: affinché gli Italiani del Ve-nezuela mettano in campo il valore aggiunto della loro “creatività” (essi stessi partecipi delle dinamiche del Pensiero, dei Valori e degli Ideali, che rappresentano il futuro d’ogni Siste-ma Paese).In conclusione, riteniamo che la grande Comunità Italiana in Vene-zuela debba contare su un Giornale adeguato a costituire un terreno co-mune di incontro per la conoscenza approfondita della più interessanti tematiche: un Giornale che ponga la massima cura alla correttezza e alla trasparenza delle informazioni (escludendo parzialità di qualsiasi tipo). Intendiamo porci come sen-tinelle di una “Informazione libera e pluralistica”, che superi i limiti (parzialità e scarsità di contenuti) dell’unica iniziativa editoriale fi-nora presente, espressione aprio-ristica di un Partito Politico.

Perché “Piazza Italia”

Prendiamo l’impegnomorale di non deluderele aspettative che qui sopra abbiamo espresso; e ciimpegniamo a comunicare con i Lettori in uno spiritodi “onestà intellettuale”e di “amicizia”.

EditorialePiazza Italia per incontrarsi

Il nostro motto è: “Le Stelle sono in alto: non si possono toccare; ma facciamo come i marinai, che guardando alle stelle, arrivano dove vogliono.”

Uno spazio interattivo, per scambiare, idee, opinioni, o semplicemente, come in tutte le piazzedel mondo, per vedereed essere visti.

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Italia -3- Caracas, settembre 15, 2013. Edizione 000

Per far crescere la consapevolezza dell’importanza di essere europei

2013, Anno europeo dei cittadini”

l 2013 è stato dichiarato “Anno Eu-ropeo dei Citt adini”. L’iniziativa è datata 23 novembre dello scor-

so anno e reca la fi rma del Parlamen-to Europeo e del Consiglio. Che, ne-lla circostanza, ha chiarito i processi da porre in essere, con particolare riguardo ad una prerogativa: “sensi-bilizzare il pubblico con riguardo ai diritt i e alle responsabilità connessi alla citt adinanza dell’Unione”. E si è subito catapultati nel clima di una Cultura, forse spesso trascurata per dare posto alle ricorrenti occasioni celebrative dell’Unione europea e per fare risaltare il primo att o costitutivo, conosciuto come “Tratt ati di Roma”, fi rmati a Roma il 25 marzo 1957, is-titutivi della Comunità economica europea e della Comunità europea dell’energia atomica.Merita rilievo, inoltre, un secondo particolare: nel 2013 ricorre il ven-tesimo anniversario dell’istituzione della citt adinanza dell’Unione. Il tratt ato di Lisbona (13 dicembre 2007) stabilisce che chiunque abbia la citt a-dinanza di uno Stato membro è citt a-dino dell’Unione, che la citt adinanza dell’Unione si aggiunge, senza sosti-tuirla, alla citt adinanza nazionale di

uno Stato membro e che i citt adini dell’Unione godono dei diritt i e sono soggett i ai doveri previsti nei tratt a-ti. Ecco l’aspett o culturale di primaria importanza che tor-na utile conoscere da parte di studenti, lavoratori, persone in cerca di lavoro, volontari, con-sumatori, imprenditori, giova-ni o pensionati. D’altra parte, nel lanciare il progett o, Parlamento europeo e Consiglio hanno chiarito che in tale contesto, la sensibilizza-zione dovrebbe essere integra-ta dal punto di vista geografi co, demografi co e sociale, nonché concentrarsi sull’eliminazione degli ostacoli che ancora si frappongono all’esercizio dei diritt i derivanti dalla citt adi-nanza dell’Unione. È opportuno tras-mett ere il messaggio – si legge anco-ra - che i citt adini stessi dell’Unione hanno un ruolo fondamentale da svolgere nel raff orzamento di tali di-ritt i att raverso la loro partecipazione alla società civile e alla vita democra-tica. Né si esaurisce l’intervento con l’indicazione della linea di pensiero. I promotori sono stati molto att enti –

infatt i – nell’indicare anche la specifi -cità degli obiett ivi, allo scopo di non ingenerare interpretazioni errate,

sott olineandone gli aspett i specifi ci, nei termini di seguito trascritt i:• “raff orzare la consapevolezza dei citt adini dell’Unione per quan-to riguarda il diritt o di circolare e di soggiornare liberamente nell’Unione e anche tutt i gli altri diritt i garantiti ai citt adini dell’Unione senza alcu-na discriminazione, compreso il loro diritt o di voto alle elezioni locali ed europee nello Stato Membro in cui ri-siedono;

• “raff orzare la consapevolez-za dei citt adini dell’Unione circa le modalità con le quali possono tangi-

bilmente benefi ciare dei diritt i dell’Unione, nonché circa le politiche e i Programmi esis-tenti per sostenere l’esercizio di tali diritt i;• “stimolare un dibat-tito sui benefi ci e sulle poten-zialità del diritt o di circolare e di soggiornare liberamente quale aspett o inalienabile de-lla citt adinanza dell’Unione, con l’obiett ivo di incoraggiare e raff orzare la partecipazio-ne civica e democratica att iva dei citt adini dell’Unione, in particolare a forum civici su-lle politiche dell’Unione e alle elezioni del Parlamento euro-

peo raff orzando, in tal modo, la co-esione sociale, la diversità culturale, la solidarietà, la parità tra donne e uomini, il rispett o reciproco e un sen-so di un’identità comune europea tra i citt adini dell’Unione, sulla base dei valori fondamentali dell’Unione san-citi nel TUE (Tratt ato dell’Unione Eu-ropea) e nel TFUE (Tratt ato sul Fun-zionamento dell’Unione Europea), nonché nella Carta dei diritt i fon-damentali dell’Unione europea.

Domenico Esposito

I

L’Unione Europea Paesi Membri: 28Popolazione: 503.678.862 abitantiLa bandiera europea: Le 12 stelle in cerchio rappresentano gli ideali di unità, solidarietà e armonia tra i popoli d’Europa.L’inno europeo: La melodia scelta per simboleggiare l’UE dal 1972 è “lnno alla Gioia”, tratta dalla Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven, composta nel 1823. Festa dell’Europa: Gli ideali all’origine dell’Unione europea sono stati enunciati per la prima volta il 9 maggio 1950 dal ministro degli Esteri francese Robert Schuman. Ecco perché questa data è stata scelta per celebrare la Festa dell’Europa.Il motto dell’UE: “Unita nella diversità” Lingue: Native più parlate: Tedesco (18%), francese e italiano (13%). Stra-niere più parlate: Inglese (34%), Tedesco e francese (14%), Spagnolo (6%).

IstituzioniParlamento Europeo: organo legislativo dell’Unione, é composto da 766 deputati eletti nei 28 Stati membri dell’Unione europea allargata. Dal 1979 i deputati sono eletti a suffragio universale diretto per una periodo di cinque anni. Il Presidente attuale è il tedesco Martin Schulz (gennaio 2012 -luglio 2014.Consiglio Europeo: istituzione in seno alla quale i ministri di tutti i paesi dell’UE si riuniscono per adottare le normative e coordinare le politiche. Oggi è presieduto da Herman Van Rompuy (giugno 2012 - novembre 2014). Commissione europea: rappresenta e tutela gli interessi dell’UE nel suo insieme. Prepara le proposte per nuove normative europee. Gestisce il lavoro quotidiano per l’attuazione delle politiche UE e l’assegnazione dei fondi. Composta da 28 commissari è presieduta da José Manuel Barroso (gennaio 2010 - dicembre 2014).

Fonte: http://europa.eu

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Italia-4-Caracas, settembre 15, 2013. Edizione 000

La rielezione di Giorgio Napolitano, da parte di un Parlamento dilaniato dalla divisione politica, ha rappresen-tato una eccezione nella lunga storia di avvicendamenti presidenziali dalla fondazione della Repubblica.Un avvenimento senza precedenti che lo stesso Napolitano ha cosí commen-tato nel suo discorso d’insediamento: “Ci siamo ritrovati insieme in una scelta pienamente legitt ima, ma ec-cezionale. Perché senza precedenti è apparso il rischio che ho appena ri-chiamato: senza precedenti e tanto più grave nella condizione di acuta diffi coltà e perfi no di emergenza che l’Italia sta vivendo in un contesto eu-ropeo e internazionale assai critico e per noi sempre più stringente.”

La sua scelta di accett are la rielezio-ne è stata dett ata del bisogno di dare “una testimonianza di consapevolez-za e di coesione nazionale”, dirett a in particolar modo a dare risposte ai problemi dei citt adini e rinnovare la fi ducia internazionale verso l’Italia. Ma quale ruolo è chiamato a svol-gere il Presidente? Dal momento che l’Italia è una repubblica parla-mentare, il Capo dello Stato, no ha un ruolo politico di governo, ma di rappresentante dell’unitá nazionale e della Costituzione. Le sue princi-pali funzioni sono quelle di rappre-sentanza esterna, come la ratifica di trattati internazionali; parlamentare, come la nomina di senatori a vita o

scioglimento delle camere; legislati-va e normativa, come la promulga-zione o rinvio di leggi approvate dal Parlamento; giurisdizionale, come presiedere il Consiglio Superiore della Magistratura; ed esecutiva e di indirizzo politico, come detenere il comando delle forze armate e confe-rire l’incarico al Presidente del Con-siglio. Il Presidente della Repubblica è elett o dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri, con la partecipazione di tre delegati per ogni Regione, in modo che sia assicurata la rappre-sentanza delle minoranze. L’elezione avviene per scrutinio segreto a mag-gioranza di due terzi dell’assemblea, che dopo il terzo scrutinio diventa maggioranza assoluta. Il Presidente cha ha ott enuto il piú alto consenso, è stato Sandro Pertini, elett o nel 1978 con l'83,6% dei voti (832 su 995).Un particolare decisamente curioso: degli undici presidenti della Repub-blica, sei provengono da due sole Regioni: Campania e Piemonte. Ein-audi, Saragat e Scalfaro sono nati in Piemonte e De Nicola, Leone e Napo-litano, in Campania. Degli altri cin-que, quatt ro provengono da due altre Regioni (Toscana: Gronchi e Ciampi; Sardegna: Segni e Cossiga), mentre il Pertini è l'unico ligure. Segni, Leo-ne, Cossiga e Ciampi avevano pre-cedentemente ricoperto la carica di Presidente del Consiglio dei ministri, mentre Leone e Napolitano erano già senatori a vita.Chiudiamo ringraziando Giorgio Napolitano per il suo sett ennato che sicuramente non è stato fra i più faci-li, ma sopratt utt o per il suo senso di responsabilità istituzionale che lo ha portato ad accett are la rielezione in un momento de grandi sfi de istituzio-nali. Dalla sua guida speriamo possa sorgere una Italia rinnovata, che dia spazio e speranza ai giovani e dove il benessere dei citt adini pesi piú degli interessi della politica.

Enrico De Nicola Partito Liberale Italiano1 gennaio 1948 -12 maggio 1948

Luigi Einaudi

Partito Liberale Italiano12 maggio 1948 - 11 maggio 1955

Giovanni Gronchi Democrazia Cristiana11 maggio 1955 - 11 maggio 1962

Antonio SegniDemocrazia Cristiana

11 maggio 1962 - 6 dicembre 1964

Giuseppe SaragatPartito Social Democrático29 dicembre 1964 - 29 dicembre 1971

Giovanni LeoneDemocrazia Cristiana

29 dicembre 1971 - 15 giugno 1978

Alessandro PertiniPartito Socialista italiano15 giugno 1978 - 29 giugno 1985

Francesco Cossiga3 luglio 1985 - 28 aprile 1992

Oscar Luigi ScalfaroDemocrazia Cristiana28 maggio 1992 - 15 maggio 1999

Carlo Azeglio CiampiIndipendente

18 maggio 1999 - 15 maggio 2006

Giorgio NapolitanoDemocrátici di Sinistra giá PCI15 maggio 2006 – rieletto 20 aprile 2013

Galleria dei PresidentiITALIA

I Presidenti della Repubblica Italiana

La residenza uffi ciale del Presidente è il Palazzo del Quirinale, tuttavia

non tutti i presidenti scelsero di abitare in questo luogo usandolo più che altro come uffi cio. La tradizione

di abitare al Quirinale è stata ripresa dal presidente Scalfaro a metà del

suo mandato ed è poi proseguita con i suoi successori.

Il Presidente ha a disposizione anche la Tenuta Presidenziale di

Castelporziano, nel litorale romano, la quale era la riserva di caccia della

famiglia reale dei Savoia. Una terza residenza è Villa Rosebery, situata a Napoli e utilizzata in occasione delle

visite in quella città.

Palazzo del QuirinaleResidenza uffi ciale del Presidente

Napolitano è il dodicesimo Capo dello Stato, chiamato a svolgere la suafunzione di garante della Costituzione e timoniere de un’Italia che esige riforme strutturali profonde

Nunzia Auletta

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Impresa - Negocios -5- Caracas, settembre 15, 2013. Edizione 000

Continua da Pag. 1La sua parlantina ed un inglese imparato con i soldati americani di stanza a Napoli, gli garantivano delle ott ime mance dai tu-risti che aff ollavano l’albergo tra le nuvo-le, che ancora adorna la cima dell’Avila, la montagna che domina Caracas.

Mia madre era sarta, come si addiceva alle signorine da maritare, che impa-ravano a cucire e ricamare per prepa-rare il loro corredo e per avere comun-que un mestiere, seguendo la massima dei paesani “impara l’arte e mettila da parte”.Quasi non parlava lo spagnolo ma sa-peva il fatto suo, ed in poco tempo si

Imprenditori

Terra di Grazia

era piazzata in una delle più belle bou-tique di Sabana Grande, un tempo una via elegante, dove le signore della buo-na società si facevano fare costosi abiti da festa. Il suo lavoro piaceva tanto che ben presto, diventò la sarta personale di alcune signore dai cognomi altiso-nanti. Lavoravano tanto entrambi, ma si co-minciavano a vedere i frutti, una casa più bella, mobili nuovi, la macchina, e finalmente alla fine degli anni sessanta il primo negozio. Un percorso di pro-gresso economico e personale, che per-mise a mio padre di riprendere a stu-diare e a mia madre di inseguire la sua vena artistica. Una sforzo imprenditoriale di gestione familiare, che in quarant’anni permise di crescere, di dare lavoro ad altri e di aprire le porte dell’azienda alla se-guente generazione.Famiglia e negozio erano un tutt’uno, non c’era pranzo o cena familiare dove non si mischiassero le chiacchiere del più e del meno con le decisioni di affa-ri. Poteva diventare noioso, specie per

os estadios colmados de hinchas, el público alentando por su equi-po favorito ya no son sorpresa

son elementos del paisaje deportivo, que remiten a un concepto: la pasión.Sin embargo, detrás de esa escena, se desarrolla un gran negocio que movi-liza millones, por eso los éxitos y fra-casos deportivos tienen repercusión directa no sólo en la economía de los clubes, la sociedad y el tejido social, sino en la economía de los países.Los equipos hoy, son marcas, al pie de igualdad que las comerciales, por ello deben alcanzar prestigio, su meta es venderse para sobrevivir. Por eso, gestionar el “negocio de la pasión” es el más elevado reto profesional a nivel mundial. Hay que ser consciente del poder que tiene el deporte como mar-ca” y saber que por encima del cam-

Marketing deportivo

El poder que convierte la pasión en dinero

peonato, hay una promesa realizada a millones de personas, que debe mante-nerse inquebrantable. La pasión es un entramado de emocio-nes y sensaciones personales, las que luego toman vida cuando se compar-ten y se hacen realidad en forma colec-tiva, y nunca es al revés. Hay fanáticos que siguen todo lo que pasa con sus ídolos, y para los clubes es importante entender cómo ellos piensan, sienten y deciden. Otro de los desafíos del marketing de-portivo tiene que ver con el imperativo de la renovación y el cambio constan-te, lo cual es difícil de lograr, porque muchos equipos suelen atarse a deter-minados valores y paradigmas, lo que les impide cambiar y evolucionar como los piden sus seguidores.La industria deportiva, viene crecien-

L

me che avevo scelto la carriera accade-mica, e che con l’atteggiamento tipico di chi deve ancora dimostrare tanto, mi ponevo come consulente al di sopra delle parti. Un quadro questo che si è ripetuto in migliaia di famiglie italiane in questo paese. Dai piccoli ai grandi imprenditori, il Venezuela porta i segni del lavoro degli italiani, dalla gastronomia, alla confezione, dalle grandi costruzioni alle industrie. Molte grandi e visibili, ma ancora di più quelle piccole e me-die che replicano per cultura e intenti il tessuto economico di base, costitui-to da imprese familiari, che ha fatto dell’Italia il paese che è oggi. Oggi che l’Italia affronta una crisi economica che rende difficile i sogni di rientro di mol-ti che di seconda e terza generazione cercano nuovi orizzonti nelle radici di origine. Oggi che questa “Terra di Grazia”, come la nominò Colombo il primo ita-liano che prima che esistesse l’Italia nazione arrivò in queste coste, si di-mena tra modelli economici e sociali

in conflitto. In questi tempi strani, difficili, ma in-teressanti, sono tanti gli imprenditori italiani che continuano a scommettere nelle bontà di questo paese di contrasti e opportunità. In questo spazio che vo-gliamo aprire in Piazza Italia, speriamo

di poter portare le testimonianze, espe-rienze e profili dell’Italia che lavora in Venezuela. Una finestra per riconos-cere i successi e condividere le lezioni degli errori. Per aprire un dialogo e riconoscerci nel lavoro quotidiano di coloro che con orgoglio hanno assunto l’essere venezuelani, senza mai ab-bandonare la loro italianità.

Nunzia AulettaProfesora del Centro

de Emprendedores IESA@nunziaauletta

do junto a la del entretenimiento, y esa es una de las razones por las cuales el marketing deportivo adquirió ma-yor peso en los últimos años. En este contexto los deportes se convierten en una gran oportunidad de negocios, hay equipos, en especial en América Latina, que aún no se lanzan a la im-plementación de un plan en este ám-bito y destinan sus ingresos a acciones solo meramente deportivas. En este aspecto, muchos equipos no le dan valor a la marca, por ello para pensar un plan de marketing deportivo prin-cipalmente hay que considerar, por un lado, las distintas clases de preferen-cias de los hinchas y por el otro, cuáles son los atributos que los diferencian a unos de otros.Uno de los puntos estratégicos, es no centrarse solamente en los resultados

de los partidos, sino en-focarse en las características perma-nentes que identifi can a los equipos, es decir separar el escudo del club y la his-toria para poder trabajar más “el valor real de mercado” y pensar a los equipos de un modo sustentable, como empre-sas con racionalidad empresarial.La decisión de las empresas de analizar los atributos con los que asociarse es precisamente en donde reside el poder del marketing deportivo: Hay algo que el deporte no puede dar por seguros, que son los resultados fi nales de los partidos, pero si se puede garantizar las promesas que como disciplina haya hecho fuera del campo de juego.Gerardo Molina, escritor Best Seller, es el especialista más reconocido en Mar-keting Deportivo en Iberoamérica.

Gerardo [email protected]

In questi tempi strani, diffi cili, ma interessanti, sono tanti gli imprenditori italiani che continuano a scommettere nelle bontà di questo paese di con-trasti e opportunità.

Dai piccoli ai grandi im-prenditori, il Venezuela porta i segni del lavoro degli italiani, dalla gas-tronomia, alla confezione, dalle grandi costruzioni alle industrie.

Page 6: Piazza Italia 15 settembre 2013

Impresa - Negocios-6-Caracas, settembre 15, 2013. Edizione 000

Rif. J-00067547-3

H oy Venezuela pro-duce 17.000 tone-ladas de cacao al

año, menos del 1% de la producción mundial, según César Guevara, presidente de la asociación de procesadores industriales del cacao. Ha sido visto como un cultivo artesanal y nunca se promovió la exportación en

gran escala. Venezuela es uno de los sitios donde se producen variedades aromáticas especiales, junto con Ecuador, Trinidad y Tobago y algunas islas caribeñas.“En los bosques venezolanos nacen los Rolls Royce y los Ferrari del cacao”, ex-presó Antonio Pasquali, ex funcionario de las Naciones Unidas y ex profesor universitario que se describe como un “chocolatómano”. El y otros afi cionados venezolanos dicen que se cree que el fa-moso cacao criollo se originó en la cuenca del Lago de Maracaibo, y sigue habiendo varias variedades criollas hoy en día. Pero como son frágiles y vulnerables a contraer enfermedades, en muchas regiones se em-pezó a cultivar una variedad híbrida, más resistente, llamada trinitario. Los expertos distinguen entre una rica variedad de ca-caos, con nombres como Porcelana y Río Caribe, como si se tratase de vinos fi nos.“Venezuela siempre ha te-nido un chocolate fantás-tico, exquisito para mí”, declaró Michael Rec-chiuti, un vendedor de chocolates de San Francisco que usa el ve-nezolano para algunas de sus

creaciones y dice que tiene un sabor diferente. Indicó que con-sidera el chocolate venezolano uno de los mejores del mundo, junto con los de Madagascar, Ecuador y algunos otros paí-ses.Entre los más importantes productores y procesadores del precioso grano se encuen-tra la empresa Chocolates El Rey, la cual tiene el mérito de haber rescatado las tradicio-nes venezolanas y producido

un chocolate de alta calidad en lugar de exportar el cacao puro.

Según Pasquali: “El Rey le ha con-ferido otra dimensión a la fama inter-

nacional de la Venezuela cacaotera y nos permite conseguir a los chocolatómanos, dentro del país, chocolates de alta calidad antes inexistentes.” El negocio del Rey se ha expandido desde 1995, cuando lan-zó una línea de barras de un solo grano. Ofrece varios tonos de chocolate con le-che y chocolate oscuro con nombres como “Caoba” y “Apamate”.El crecimiento de El Rey demuestra cómo algunos empresarios se las ingenian para salir adelante en la industria del chocola-te en Venezuela mientras los productores de otras cosechas como café y azúcar han tenido problemas derivados de los contro-les de precios y las regulaciones para la exportación. Por su parte, de la Corporación Socialis-ta del Cacao Venezolano, está llevando cabo un esfuerzo de comercialización na-cional del chocolate en puntos de ventas dedicados bajo la denominación Cacao Venezuela, donde se expenden alimentos derivados del grano de cacao a precios asequibles, elaborados en la Empresa So-cialista Cacao Oderí. Parte del aromático cacao es producido por granjeros independientes de la re-gión de Barlovento, al este de Caracas, en cuyos densos bosques costeros flo-rece. En esta región, la Cámara Vene-zolana Italiana en colaboración con el Centro de Emprendedores del Instituto de Estudios Superiores de Administra-ción (IESA) y otros operadores técnicos

del sector, están desarrollando un proyecto de formación de 400

microemprendedores ca-caoteros en la región,

con el apoyo de la Unión Europea.

Redacción

Hecho en VenezuelaCacao de clase mundial

Artemide se Ilumina en MiamiErnesto Gismondi, fundador del Gru-po Artemide, inauguró un nuevo Show room de 320 metros cuadrados en Mia-mi. Algunas de las piezas más emble-máticas de Artemide de las colecciones de Design, Outdoor y Architectural pueden descubrirse en este nuevo es-pacio, situado en el corazón de la zona comercial peatonal del distrito de Coral Gables. La sala de exposición está dirigida a profesionales del diseño y consumido-res con gusto por el diseño italiano. En varias paredes hay instalados iPads, donde el cliente puede tener información de productos y precios, proporcionándoles a la vez una experiencia de compra única e interactiva.

Fiat y Chrysler registran el mejor año de su historia “El 2012 fue el mejor año de la historia de la centenaria historia de Fiat y Chrys-ler.” En la carta a los accionistas de Exor, el holding del Grupo Agnelli, el presi-dente John Elkann destaca los “grandes resultados” obtenidos por el grupo en un entorno muy difícil, con el mercado eu-ropeo del automóvil en fuerte descenso e incluso más que el italiano. “Esto demuestra cuán profunda ha sido la transformación de Fiat-Chrysler, cuyos ingresos ya en el mercado italiano representa menos del 10%, en comparación con alrededor del 50% de hace diez años”, dice Sergio Marchionne. Elkann, que reconoce el mérito de “han sido capaces de preservar el capital, el aplazamiento de las inversiones en nuevos modelos, mientras que todos decían que había que hacer todo lo contrario.”El grupo registró utilidades consolidades de alrededor de 400 millones de dólares en el año 2012.

Replay ha creado los “social denim”Después del chaleco que se hincha con cada “Me gusta”, llegan los vaqueros que actualizan Facebook por ti. La fi rma ita-liana Replay ha creado los Social Denim. Los vaqueros incorporan en el bolsillo una pequeña bolsa de vinilo con un dispositi-vo Bluetooth. Este dispositivo se comuni-ca con una aplicación para ’smartphones’ para compartir actualizaciones fácilmente en redes sociales. Así la gente puede comunicar su ubicación actual o su estado de ánimo. Estos vaqueros estarán dis-ponibles en las tiendas europeas, así como de la tienda online de Replay este mes de diciembre. Los precios van desde los 196 a los 260 dólares.

Made in Italy

Los entendidos dicen que el chocolate venezolano tiene aromas y saboresexquisitos derivados de sus variedades del cacao, la tierra y el clima, junto con la cuida-dosa fermentación y proceso de secado.

El cacao venezolano ha sido siempre una exportación preciada, su característico aroma y sabor ha dado cabida para el desarrollo de granos con denominación de origen que son apreciados por maestros chocolateros en todo el mundo.

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Comunità - Comunidad -7- Caracas, settembre 15, 2013. Edizione 000

El reto para Cupellini: La cuestión de género

Cupellini afirma que enfrenta uno de los más grandes retos de su carrera, el he-cho de atender a un número mayor de italianos, de manejar ahora todas las no-vedades que gestionó Davoli y enfrentar emergencias le hacen saber que será una gran experiencia formativa.Al comentar sobre su condición de mu-jer, afirma haberse sentido muy respe-tada y apoyada. Al respecto, su mentor destaca: “Jessica tiene una madurez in-creíble y muchas capacidades para asu-mir esta responsabilidad” afirma Gio-vanni Davoli.

La cantidad de solicitudes de trámites es mayor

Cupellini explica que en el país existen 2 consulados, con autonomía uno del otro; el que está ubicado en la ciudad de Ma-racaibo, con sólo 18 mil italianos registra-dos y gerencia los 5 estados occidentales de la nación; y el de Caracas, en el que ella asumirá como Cónsul encargada.Destaca que actualmente los venezolanos y los italianos tenemos situaciones simi-lares de crisis y que el cambio más fuer-te fue pasar de atender en Italia de 40-50 personas diarias a 200-300 en Venezuela.

El contexto histórico infl uye

Además destacó que hasta 1992, Italia no permitía la ciudadanía a los inmigrantes, y en Venezuela el mayor proceso de entra-da de italianos ocurrió durante el período de Pérez Jimenez hasta los años 80, hecho que originó una alta demanda durante es-tos últimos años de solicitudes de ciuda-danía, pues ahora son permitidas hasta 5 por familia.Otro hecho que señala como importante es que en los últimos años se aumentaron al doble las solicitudes de pasaporte, lo atribu-ye a la situación país que quizás lleva a los italianos a tener un “plan B”.

De su cargo

Cupellini comenta que será designada como Cónsul regente, ya que para el cargo de Cónsul General se requieren al menos 10 años de carrera y subraya la importancia de esta experiencia en su crecimiento personal y profesional.Así, asume con el apoyo del Ministerio de Italia y del resto de los funcionarios un reto para el que Giovanni Davoli la formó, y quien confía en sus competencias para el ejercicio exitoso de su labor.

“En algún sentido de mi vida, nunca me iré de Venezuela”Giovanni Davoli

De origen Romano y con un dominio bastante fluido del idioma español, Giovanni Davoli gerencia el consula-do de Italia en Venezuela hace 4 años, labor que concluye con éxitos notorios en áreas como las comunicaciones, los programas sociales y la cercanía con la comunidad, que puede observarse al mi-rarlo moverse dentro de las instalacio-nes del consulado como uno más entre los 200-300 italianos que visitan a diario la institución.Con experiencia en diversos países como Croacia, Costa de Marfil y otros afirma que su ejercicio en Venezuela fue uno de los más enriquecedores profesionalmente al tener que afrontar situaciones bastante difíciles con la comunidad como acciden-tes, emergencias y el hecho de contar con pocos recursos, situación que obliga mu-chas veces al recurso humano a generar un mayor esfuerzo.

Un Cónsul 2.0: Las redes sociales como protagonistas en la comunicación

En virtud de este contexto, Davoli destaca como uno de los cónsules que más trabajó las comunicaciones, innovación en per-files en redes sociales atendidos directa-mente por él, y la implementación de im-portantes estrategias comunicacionales.La red social twitter destaca: El Cónsul atiende directamente las necesidades de quienes le escriben y cuenta con 1234 se-guidores, que solicitan nacionalización,

Dos retos, asumidos con responsabilidad, experiencia y humanismo

La comunidad italiana en Venezuela despidióla exitosa gestión de Giovanni Davoli

ciudadanía, e información general del ente.Al respecto, afirma que “a través de las redes sociales podemos evaluar cómo lo estamos haciendo y actualizarnos”

El período electoral

Uno de los grandes logros de su período fue el aumentar la participación activa en el proceso electoral de la comunidad ita-liana en el país, esto contrasta con el resto de Latinoamérica, que manifestó una baja tendencia en cuanto a votantes y afirma que esto se debe a la aplicación de una es-trategia comunicacional enfocada.

La comunidad italiana en Venezuela porta un alto sentido de pertenencia

En este país son mayores los italianos naci-dos en Italia respecto a otros de la región, por lo que destaca un amplio sentido patrió-tico, las asociaciones fuertes de italianos, el uso constante del idioma y la permanencia de las costumbres típicas.Existen registrados 118 mil italianos en la base de datos del Consulado General de Italia en Caracas, que además extiende sus funciones a las islas de Trinidad y Tobago, Barbados, Granada, Guyana, Zurinam, San Vicente y Santa Lucía.

Los programas sociales: Avances en materia de Salud

Otra de las áreas en las que Davoli

hizo énfasis es la salud, desarrolló un programa para atender a los ciu-dadanos italianos en indigencia que necesiten medicinas, atención en clí-nicas y que sólo deben acudir al con-sulado y presentar su situación. Es un proyecto del que muchos italianos pueden gozar beneficios, ya que los gastos corren por cuenta de la insti-tución.Finalmente, el Cónsul, quien desa-rrolló un modelo de gerencia huma-na e integradora parte a una nueva misión en New York ante la ONU en representación de Italia y rescata como mensaje la idea de ampliar la solidaridad entre los compatriotas en Venezuela: “Las instituciones deben estar cerca del ciudadano” Giovanni Davoli.

Jessica Cupellini, lidera ahorael consulado de Italia

En el período que inicia, como “cosa del destino” tal como ella lo indi-ca, asume el liderazgo del consulado Jessica Cupellini, nacida en la isla de Margarita, de padres italianos y cuya sonrisa espontánea deja ver su origen caribeño, que contrasta completamen-te con su fenotipo bastante italiano y su estilo clásico.Residenciada en Venezuela hasta los 7 años, partió en el año 1988 y afirma con este regreso que las cosas han cam-biado, pero que el venezolano mantie-ne su actitud positiva.

El consulado de Italia en Venezuela cambia su fi gura regente, y esta vez será una mujer italo-venezolana quien asuma como Cónsul encargada las funciones que desde hace 4 años estánen manos de Giovanni Davoli, quien parte a New York a representara sus compatriotas en una misión ante la ONU (Organizaciónde las Naciones Unidas)

Giovanni Davoli, cónsul saliente, y Jessica Cupellini, cónsul regente

Rosymer Rodríguez

Datos de interésAquí una reseña de la participación en elecciones de febrero 2013 de italianos

en Venezuela

SenadoInscritos: 81.037Votantes: 30.218

37,2 %Cámara de Diputados

Inscritos: 91.518Votantes: 33.908

37,05 %

Page 8: Piazza Italia 15 settembre 2013

-8-Caracas, settembre 15, 2013. Edizione 000 Comunità - Comunidad

Umberto CalabreseTexto y fotografi a

Festa della Repubblica Italiana al Centro Italiano Venezolano di Caracas

Italia per noi... Italia per tutti!

Non poteva mancare in questo primo nu-mero di Piazza Italia, uno dei momenti di condivisioni piú importanti per la nostra comunità. Prima di lasciarci per le vacan-ze estive , ci siamo incontrati per festeg-giare il 57° anniversario del referendum istituzionale che ha sancito la fi ne di 85 anni di regno dei Savoia e la nascita della Repubblica Italiana.

Domenica 2 giugno 2013, il Centro Ita-liano Venezuelano di Caracas era in fes-ta; nel piazzale c’era tutt o un brulichio di persone: chi si era assicurato una sedia per godersi lo spett acolo e i discorsi di rito, chi passeggiava fra gli stand delle varie associazioni Italo – Venezuelane, gli abruzzesi, i marchigiani, i campani, i luca-ni, i pugliesi, i calabresi, i laziali, ecc... Presente anche la Camera di Commercio Venezuelana Italiana, i rappresentanti degli italo-venezuelani -Ugo Di Martino dell’Uffi cio di Presidenza GCIE e res-

ponsabile dell’America Latina, Michele Buscemi Presidente del Comites di Cara-cas- ed ovviamente il padrone di casa, il Presidente del CIV Pietro Cascett a. Nell’area riservata alle autorità il Sinda-co Metropolitano di Caracas Antonio Ledezma, e Luciano Luciani, presidente dell’Istituto Italiano di Cultura. Quando l’Ambasciatore d’Italia S.E. Paolo Serpi viene chiamato sul palco scende il silenzio di rito, gli italo-venezuelani visibilmente commossi ascoltano gli inni, prima quello venezuelano e poi l’inno italiano ’Fratelli

d’Italia’ magistralmente interpretato dal Coro Giuseppe Verdi del CIV, ma cantato da tutt i i presenti.Paolo Serpi, l’ambasciatore d’Italia in Venezuela, apre il suo discorso con un saluto in italiano per poi passare al dis-corso in spagnolo, ricorda Serpi, il forte legame fra i due Paesi che è molto più antico dell’immigrazione degli anni cinquanta, ma parte: “proprio dalla scoperta dell’America continentale, nel secondo viaggio di Cristoforo Colom-bo che approdò proprio in Venezuela,

S.E. Paolo Serpi Ambasciatore d’Italia in Venezuela, con il direttore di Agorà Magazine Umberto Calabrese e il Presidente del Comites Caracas Michele Buscemi

Fratelli d’Italia tutti in piedi

Ugo Di Martino, dell’Uffi cio di Presidenza del CGIE con S.E. Paolo Serpi

Pietro Cascetta, Presidente del CIV e S.E. Paolo Serpi ascoltano l’inno interpretato del Coro Giuseppe Verdi

S.E. Paolo Serpi, con Michele Buscemi, Presidente del Comites di Caracas e un gruppo di imprenditori italo-venezuelani

Michele Buscemi e signora, in visita allo Stand dei Laziali nel Mondo

CON LA PRESENZADI S.E. L’AMBASCIATORE D’ITALIAPAOLO SERPI

Page 9: Piazza Italia 15 settembre 2013

-9- Caracas, settembre 15, 2013. Edizione 000Comunità - Comunidad

Stand della Camera di commercio Venezuelana italiana

Stand Associazione Pugliesi di Caracas

Il coro del Centro Italiano Venezolano “Giuseppe Verdi” che ha eseguitomagistralmente gli inni nazionali del Venezuela e dell’Italia

Ripercorrere la storia d’Italia attraverso gli abiti delle donne italiane attraverso i secoli - Agrupación Folklórica Arlecchino

Stand regione Molise

Stand Assolucana

Stand della Regione MarcheStand della Regione Calabria

E non era festa senza la tarantella del balletto dell’Agrupación Folklórica Arlecchino di Caracas

al nome stesso datole da Amerigo Ves-pucci (piccola Venezia) per le sue tante lagune.” “Ma - aggiunge l’Ambasciatore - un legame che va a incidere nella storia dell’indipendenza, dal Proclama di Si-món Bolívar a Roma nel quartiere Monte-sacro, a un manipolo di italiani che segui-rono il Libertador in batt aglia. Una prima immigrazione del XIX secolo, composta nativi dell’Isola d’Elba e della toscana - ri-

corda l’Ambasciatore - Codazzi, Miliani, Barreto, Castelli ecc... che erano non solo compagni d’armi, ma amici del Liberta-dor Simon Bolivar...Un legame che si è fatt o forte nel secondo dopoguerra, quan-do ci fu l’importante migrazione di italia-ni qui in Venezuela, italiani che con il loro lavoro hanno contribuito allo sviluppo di questo Paese e continuano a farlo..., sen-za mai spezzare il legame con la Patria, le tradizioni, la cultura, la lingua...”

Page 10: Piazza Italia 15 settembre 2013

Arte - Arte-10-Caracas, settembre 15, 2013. Edizione 000

Visitando la mostra sarà possi-bile ripercorrere i tratti salienti dell'inarrestabile ascesa del grande artista italiano: dagli esordi venezia-ni in seno alle botteghe di Giovan-ni Bellini e Giorgione all'autonomia acquisita con le grandi tele per i dogi, gli Este e i Della Rovere fino ad arrivare alle committenze impe-riali di Carlo V e poi del figlio Fi-lippo II. Ad accompagnare il percorso espo-sitivo, gli esiti dell'ampia campagna di analisi scientifiche che ha inte-ressato gran parte della produzione dell'artista. Compiuta dal Centro di Ateneo di Arti Visive dell'Università degli Studi di Bergamo, la campagna ha offerto risultati di assoluto rilievo per riuscire a definire i rapporti tra opere autografe e opere di bottega e per documentare compiutamen-te l'evoluzione tecnica di Tiziano, a partire dai suoi anni di formazione.

Roma, Scuderie del Quirinale, Via XXIV Maggio 16 . Sito web: htt p://www.scuderiequirinale.it/

Redazione

a vita di Enrico Caruso (1873 –1921) appare un buon bigliett o da visita, per parlare della storia

d’Italia e del suo mezzogiorno talentuo-so che all’inizio del secolo scorso mett e-va in scena il nostro paese, mostrandolo a quell’America “sogno” di emigranti. Forse contribuendo, in tal modo, a far conoscere meglio il paese di origine di quei pezzenti e puzzolenti appena sbar-cati nei viaggi della speranzaPensate a Rodolfo Valentino, il castella-netano (Taranto) che percorre lo stes-so periodo di vita di Caruso e proba-bilmente gli stessi viaggi in piroscafo, l’uno nel nascente mondo del cinema muto, il nostro tenore con il primo lan-cio del disco di vinile.Siamo nei primi vent’anni del ’900, anni di Giolitt i, segnati da quell’uccisione, nel 1900, del re Umberto I°, che aveva fatt o piombare l’Italia nell’esecrazione e nella paura; vent’anni coperti anche da-lla prima guerra mondiale. Anni diffi cili per queste esperienze di vita che nas-cono da quartieri marginali e povere famiglie, come quella di via SS. Giovan-ni e Paolo 7 nel quartiere di San Carlo all’Arena, dove nacque Enrico, il primo fi glio, dopo 17 parti fi niti male - un seg-no del fato - e primo di altri tre fratelli.Qualche mese fa, RAI Fiction ci ha rega-lato in “Caruso La Voce dell’Amore” la traduzione cinematografi ca della vita di questo nostro grande interprete. Una vita fatt a di nobile gavett a, dopo la scoperta di un talento innato, dalle scuole serali,

l Concerto e la Bella di Palaz-zo Pitti, la Flora degli Uffizi, la Pala Gozzi di Ancona, la Danae

di Capodimonte, il Carlo V con il cane e l'Autoritratto del Prado o lo Scorticamento di Marsia di Krome-riz sono solo alcune delle opere più conosciute di Tiziano (Pieve di Ca-dore 1485 circa - Venezia 1576) che saranno esposte alle Scuderie del Quirinale. Una mostra concepita per concludere idealmente l'ampio progetto di rilettura della pittura veneziana e di riflessione sul ruolo cardine che essa avuto nel rinnova-mento della cultura italiana ed euro-pea. Un percorso che le Scuderie del Quirinale, a Roma, hanno sviluppa-to analizzando l'opera dei protago-nisti della rivoluzione pittorica mo-derna - da Antonello da Messina a Giovanni Bellini, da Lorenzo Lotto a Tintoretto - di cui Tiziano è tes-timonianza finale e altissima quale artista europeo per eccellenza.

Hit Parade

Italia

1 Max GazzèSotto casa Emi / Capitol

2Vasco RossiL'uomo più semplice(Che c'è)Emi / Capitol

3Fedez feat. Francesca Mi-chielinCigno NeroSony / Bmg

4 Antonio MaggioMi servirebbe sapere / Universal

5JovanottiTi porto via con meUniversal

6MarcoMengoni L'essenziale Sony / Bmg

7CesareCremoniniLa nuova stella di Broadway Universal

8GiannaNanniniIndimenticabileSony / Bmg

9Fabri FibraRing Ring Universal

10NeffaMolto Calmo Sony Music

teatri di periferia, parroc-chia e coro della chiesa. Poi le prime nozioni di canto con i maestri Schirardi e De Lutio. E’ il 6 novembre 1894 l’inizio delle sue tournè nei teatri di Caserta, Napoli e Salerno e la sua prima esi-bizione all’estero al Cairo. Nella realtà era già inserito nel mondo della musica, quando nel 1897, a Salerno, Caruso conobbe il dirett ore d’orchestra Vincenzo Lom-bardi che gli propose di eff ett uare con lui la stagio-ne estiva a Livorno; ed è qui che Caruso conobbe il soprano Ada Bott i Giachett i,

sposata e madre di un bambino con la quale avrà una relazione durata undici anni e dalla quale nascerano due fi gli, Ro-dolfo ed Enrico junior.La storia di questa relazione è legata alla fuga di Ada che lo lascerà per fu-ggire con Romati, il loro autista, con il quale cercherà anche di estorcergli denaro. Estorsione e non diff amazione dunque, e tutt o fi nirà in tribunale con la dichiarazione di colpevolezza per la

Personaggi

Enrico Caruso, un eroe italianonella magia del canto

Giachett i che verrà condannata a tre mesi di reclusione e a 100 lire di multa.Per il resto è la vita di un grande artista che ha fatt o grande anche quell’Italiett a piccola che cresceva nei bassi di New York.Caruso sfrutt ò le potenzialità del dis-co per farsi conoscere in tutt o il mon-do, quel disco in vinile che inquietava musicisti ed autori che erano abituati al brusio del pubblico, grazie alle prime tecnologie americane, al primo gram-mofono, diventa, per la musica del nostro Enrico nazionale, un micidiale strumento di diff usione planetaria.Per questo Enrico Caruso ha biografi e in inglese, è forse l’italiano più appar-tenente alla cultura del mondo, come fu Cristoforo Colombo centinaia di anni prima. Il 2021 - sarà il centenario della morte del grande tenore - il mon-do ancora parlerà di Enrico Caruso.

Mostre

Tiziano a Roma

Tiziano Vecellio, Flora, 1517

Tiziano Vecellio, Danae e la pioggiadi monete d´oro, 1544-1545

I

L

“La vita mi procura moltesofferenze. Quelli che nonhanno mai provato niente,non possono cantare”

Enrico Caruso

Roberto De Giorgi

Page 11: Piazza Italia 15 settembre 2013

Arte - Arte -11- Caracas, settembre 15, 2013. Edizione 000

Quando si parla di modasolitamente si pensa dientrare in contatto conun universo dominatodalla frivolezza e dallasuperficialità, con qualcosa che riguarda il genere umano solo in maniera marginale e dunque non meritevole di un interesse critico

a moda è onnipresente, en-tra in vari campi della vita sociale, nell’arte, nella

letteratura, nella fotografia e dunque nel mondo socio-cul-turale. Un rapporto parti-colarmente intenso lega la moda all’arte, facendo spesso coincidere le moda-lità attraverso le quali i due setto-ri si esprimono. Lungo il Nove-cento arte e moda hanno dialogato ispirandosi vicen-devolmente, creando con la medesima intenzione artis-tica, collaborando tra di loro.L’ambiente in cui si muovono stilisti e artisti è contiguo e com-plice e l’incontro ravvicinato tra abiti e opere d’arte fa si che la moda, in molti casi, si trasformi in pura arte. Le incursioni de-gli stilisti nell’arte nascono da un’ espansione di creatività che porta alla nascita di personalità

eccentriche che scelgono la moda come linguaggio attraverso il quale esprimere la proprio vena artistica. Il rapporto tra i due mondi è ambi-valente, vi sono stati molti artisti, come Warhol attraverso la popart, Balla con il futurismo, Dalì con la corrente surrealista e tanti altri, che si sono cimentati nel campo della moda, come nuovo spazio dove es-primere la propria arte.Nella distinzione settecentesca tra arte e artigianato i sarti furono catalogati tra gli artigiani, disponendosi così in una sfera extrartistica. La moda però, fin da allora, nutriva l’ ambizione di

essere riconosciuta come arte. Tale sentimento di riscatto ver-so una catalogazione limitata si concretizzò con l’opera del couturier Charles- Frederick

Worth che riuscì a stravolgere la fi-gura dello stilista,

il quale creava in modo libero e indi-

pendente senza esse-re più soggetto ai soli

desideri e gusti delle clienti. Il compito di creare le

tendenze divenne unicamente de-lla figura dello stilista. Da Worth in poi lo stilista inventa, crea, progetta,

azionando così un meccanismo di ri-qualificazione culturale, con l’intento di far emergere i loro prodotti con una rilevanza artistica.La relazione complicata tra queste due sfere si concretizza in diversi modi. Il mondo della moda si av-vicina a quello dell’arte emulando-

lo, talvolta prelevandone i migliori artisti per co-llaborarvi, o talvolta solo ispirandosi. Altre volte la moda si è “appropria-ta” dei luoghi consacrati all’arte, come i musei, altre volte ancora sono gli stilisti che hanno ini-ziato a ragionare come artisti contemporanei creando opere den-se di originalità, trasportati dal desiderio di uscire dallo schema dettato dalla tradizio-ne. La loro arte sta nel fatto

che sono riusciti attraverso nuove vie, a presentare un lavoro perso-nalizzato capace di coinvolgere lo spettatore e di catapultarlo nel loro mondo creativo. La loro attività sta nell’aver continuamente sperimen-tato nuove tecniche, colori, forme, tessuti, mettendosi spesso contro corrente, scandalizzando e insie-me affascinando il loro pubblico. Il lavoro dell’arte forse è proprio questo, rapire lo spettatore, fargli attraversare nuovi percorsi della mente, aprire nuove strade chiuse

dalla tradizione. E così hanno fatto molti fashion designer che hanno oltrepassato i con-fini dell’idea comunemente accettata di ciò che la moda dovrebbe essere, portando un’iniezione di energia e rivelando una moda che va oltre a sé stessa e oltre al mondo patinato e pro-fumato in cui è sempre

stata collocata. Lo stilista come l’artista riversa inevitabil-

mente nelle sue creazioni la sua interpretazione del mondo e della vita, permeando le sue creazioni di passioni e di valori. La moda, come altre espressioni artistiche, interpreta la realtà. Lo stilista si presenta come figura creativa che vive il suo tempo, assorbendo-ne gli stimoli sociali e culturali. L’opera d’arte e la creazione di

moda esprimono una concezione di vita, un’ emozione.Essere consapevoli dell’esis-tenza di una cultura di moda coincide con il riconoscere che sotto la superficie

frivola si cela qualcosa di più com-plesso e di più profondo, e che la moda rappresenta uno dei lingua-ggi creativi più diffusi, con la spic-cata capacità di entrare in contatto con altre discipline culturali. Arte e moda dovrebbero essere conside-rate due contenitori culturali tra i quali vi è un reciproco scambio di stimoli e di idee. Tracciare linee di demarcazione tra i due campi pare quasi impossibile dato che la coin-cidenza tra le due sembra una legge costante. L’ utilizzo di materiali e tessuti artificiali e della tecnologia digitale e del virtuale è praticato sia sul terreno dell’arte che del fashion.Arte e moda adottano soluzioni estetiche simili, comunicano attra-verso gli stessi canali, hanno un’ enorme influenza sulla cultura di massa. Camminano su due percorsi paralleli che spesso si incrociano, si sfiorano e talvolta si sovrappongo-no. Facendo dunque un approfon-dimento sul tema moda, andando a scavare tra le sue radici, potrà sem-brare di vedere modelle e manichini indossare letteralmente arte e capire che quell’abito non è solo un tessuto cucito per abbellire la figura ma che è una tendenza, una moda che è diventata avanguardia.

Moda

Vestirsi di arte

LUn rapporto particolar-mente intenso lega la moda all’arte, facendo spesso coincidere le modalità attraverso le quali i due settorisi esprimono

Nella distinzione settecentesca tra artee artigianato i sarti furono catalogati tra gli artigiani, disponendosi così in una sfera extrartistica

Sara Tali Grandazzo

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Cultura - Cultura-12-Caracas, settembre 15, 2013. Edizione 000

Mery Aybar Marquez“Sono una donna Argentina , medi-co, fi glia di un drammaturgo, dece-duto, unico scrittore del suo tempo, autodidatta, in una piccola città all’interno di Tucuman, provincia del nord della repubblica Argentina. Mi sono sempre defi nita “ medico di professione, ma artista per voca-zione “. Mi appassiona la musica;

suono il pianoforte e la chitarra, ho cantato e canto in diversi cori della mia città, come dilettante e professionista; ho voce da contralto. La pittura è un mio hobby ( ho ottenuto buoni risultati) ed al mattino, prima di iniziare il mio lavoro, mi dedico al giardinaggio. Da oltre 30 anni esercito come medico specializzata in Dermatologia ed Estetica non invasiva. Mi considero una donna felice e realizzata: 4 fi gli professionisti. 4 bellisimi nipoti. come si può notare svolgo attività poco o molto importanti . Studio italiano, inglese e portoghese.

os vemos- se lo dijo sin cam-biar el tono de voz, aunque muy adentro se ahogaba, por-

que el corazón latía con fuerza, pri-sionero de esa emoción contenida. Dejó bailar en su cabeza la idea sur-gida días atrás, apenas unos pocos, cuando él le comentó que estaba dis-puesto a cruzar el charco solamente para conocerla.Te buscaré en otros mares -le había asegurado- recorreré caminos y posa-das, hasta encontrarte, hasta mirarme en tus ojos y juntos descubriremos la magia de compartir nuestras vidas; estamos en la misma ruta, lo presien-to y aunque no haya rozado tu piel ni estrechado tu cuerpo, sé de la suavi-dad de cada rincón tuyo, presiento cómo huele la camisa con que duer-mes y cómo sabe tu boca.Le emocionaron sus palabras, era de-masiado. Un estremecimiento la in-dispuso, aún así, decidió que no haría marcha atrás, aunque era necesario manejar este delirio con prudencia. -Podré?, -se preguntó.-Continúa sonriendo, te lo ruego! - le repetía cada noche, antes de cerrar su note-book- porque una sonrisa tuya semeja una golosina y quisiera hacer-me un banquete! -Risas, emociones y esperanzas germinaban y sin querer-lo, aparecían ya, los brotes primeros. ¡Ay Dios, cuánta ternura, cuántos de-seos y promesas puestos en ese día! No. no sabía si estaba preparada. Y el cuerpo comenzó a estremecerla.Esa frase, adornada con la mansa son-risa que le devolvía la pantalla, pobla-ron su cuerpo de palomas ansiosas, encaprichadas en levantar vuelo. Te espero a ti -repitió- compañera de mis noches en vela, para compartir esta corta y efímera existencia, lo que nos reste de nuestra vida- Sabes? Me gustaría observar el mundo llevándo-te de la cintura, recorrer lo que nos queda, siempre “ del brazo y por la calle”.Miedo, sí, sentía mucho miedo cuan-do lo escuchaba, entusiasmado, pro-gramar el encuentro. Era miedo lo

que le impedía pensar. Entretejía sue-ños en las madrugadas y durante el día, comenzaba a destejer, de a poco, lo que la noche anterior había elabo-rado con esmero, dispuesta a todo. Sí, todo en la noche parecía posible y la distancia era una aliada incompa-rable. Él le confesó que estaba solo; había perdido a su compañera hacía ya 5 años, con quien tuvo una vida muy feliz y hoy le entristecía vivir en soledad. Expresaba que, la vida de a dos era más placentera y que, junto a ella, había llegado la oportunidad prodigiosa, de disfrutar, unidos, to-das las maravillas de éste mundo má-gico y misterioso. Quieres acompañarme?- Le había propuesto tiempo atrás, cuando ape-nas comenzaban a conocerse.- Ella tembló ante la posibilidad de perder su libertad; ¡Estaba tan acostumbrada a vivir y hacer a su antojo desde hacía ¡tanto tiempo!.-Me gusta cocinar, preparo sabrosos platos, para “chuparse los dedos”-Él le manifestaba, alegremente, en cada encuentro, hasta le acercaba algunas recetas de cocina- siempre regados con una copa de vino rojo o blanco, al calor de la chimenea y de postre una de tus saludables sonrisas. Es-tas sencillas cosas y otras más exci-tantes anhelo compartir contigo. Te animas?Su cara asombrada se reflejó en la pantalla de su note-book y por unos momentos se dejó transportar, de su mano, al mundo de la fantasía- Porque no?- le preguntó a su propia imagen -Unos dicen que viven la vida loca y yo estoy loca por vivir la vida!“El amor es el eje que mueve el mun-do...es la razón de la cordura y el hilo que te ata a la locura, si has de perder-lo o ganarlo todo, que sea por amor” Ella había leído esta frase y quizás, estaba sosteniéndose de cada letra, aferrada con energía, para decidirse. Claro, el amor- se repitió en voz baja- no esta locura parecida al amor y siguió absorta observándolo e ima-ginando momentos sugerentes, ins-piradores de uno que otro arrebato, para cuando llegase.La despedida siempre se prolongaba más de lo previsto, sin otra cosa que llevados por sus obligaciones diarias. Las ondas, en la noche silenciosa, eran portadoras de un ir y venir de besos, abrazos, deseos y ansias. Un -hasta mañana- se imponía e iba adornado, de –Dulces sueños…que descanses…que sueñes conmigo y así llegaba la penumbra y el silencio que hería y los distanciaba.-Me has sacado las ganas de descansar en mi cama- le dijo él, como corolario -porque ahora descanso viéndote, sin-tiendo que, a pesar de la distancia, ya estoy allí, contigo.

i vediamo – lo disse senza cam-biare il tono di voce, nonostante che dentro di se soffocava, per-

ché il suo cuore batteva forte, prigio-niero di quella emozione contenuta. Lasciò danzare nella sua testa l’idea nata giorni addietro, solo pochi, quan-do lui le disse che era disposto ad at-traversare il mare, solamente per co-noscerla.Ti cercherò in altri mari- disse- perco-rrerò sentieri e vallate, fino ad incon-trarti, sino a specchiarmi nei tuoi occhi e insieme scopriremo la magia delcondividere le nostre vite; ci troviamo sulla stessa strada, lo sento ed anche se io non ho sfiorato la tua pelle né abbracciato il tuo corpo, conosco la soavità di ogni tuo punto, immagino l’odore della camicia con cui dormi e il sapore della tua bocca.La emozionarono le sue parole: Era troppo! Si sentì mancare e ugualmen-te, decise che non avrebbe fatto marcia indietro, nonostante fosse necessario trattare quel delirio con prudenza. – Ci riuscirò?- si chiese. continua a sorridere, te ne prego! – Lui le ripeteva ogni notte, prima di chiudere il suo note-book- perché un tuo sorriso è come uno zuccherino ed io voglio saziarmene! – Risate, emozio-ni e speranze proliferavano e senza vo-lerlo cominciavano ad apparire i primi germogli.Oh mio Dio, quanta tenerezza, quanti desideri e promesse nati quel giorno! No non sapevo se ero pronta, il corpo cominciò a tremare.Quella frase, adornata da un dolce sorriso che le restituiva lo schermo, riempì il suo corpo di colombe eccita-te, ansiose di spiccare il volo. Ti aspetto- ripetè- compagna delle mie notti insonni, per condividere questa breve ed effimera esistenza, ciò che rimane del nostro passaggio su questa terra. – Sai? Mi piacerebbe os-servare il mondo tenendoti per la vita, percorrendo ciò che ci resta, sempre a braccetto per le strade.Paura, si, molta paura provava as-coltandolo, entusiasta, programmare l’incontro. Era la paura che le impedi-va di pensare.Tesseva i sogni al mattino e durante il giorno, cominciava a disfare, quello che aveva elaborato con impegno la notte precedente. Sì, tutto nella notte pareva possibile e la distanza era una alleata incomparabile.Lui le confessò che era solo; 5 anni prima era mancata la sua compagna, con la quale aveva passato un a vita felice e oggi non voleva continuare a stare solo. Diceva che in due tutto era più piacevole e che insieme a lei, era venuta l’opportunità prodigiosa di godere, uniti, delle meraviglie di questo mondo magico e misterioso.Vuoi accompagnarmi?- le aveva pro-posto tempo addietro, quando appena

cominciavano a conoscersi- Lei tremò, davanti alla possibilità di perdere la sua libertà! Era così abituata a vivere a modo suo, da tanto tempo! Mi piace cucinare, preparo piatti gus-tosi, da leccarsi le dita- le rivelava alle-gramente, ad ogni incontro e le spie-gava varie ricette di cucina- sempre accompagnate da un buon bicchiere di vino rosso o bianco, vicino al camino e come dessert alcuni dei suoi salutari sorrisi. Queste semplici cose ed altre più eccitanti desidero dividerle con te. Te la senti?La sua espressione di sorpresa appar-ve riflessa sullo schermo del note-book e per alcuni istanti si lasciò portare per mano, nel mondo della fantasia.Perché no? Domandò alla sua immagi-ne.- Alcuni dicono di vivere una vita pazza ed io sono pazza di vivere la vita!“L’amore è la forza che muove il mon-do…è il motivo per essere assennati o il filo che ti lega alla pazzia, se devi perdere o vincere tutto che sia per amore.”Lei aveva letto quella frase e forse, sta-va aggrappandosi ad ogni parola, affe-rrata energicamente, per decidersi. Certo, l’amore- si ripetè a bassa voce- no questa pazzia simile all’amore e continuò ad osservarlo, come assorta, immaginando momenti indicativi, is-piratori di impeti continui, quando sa-rebbe arrivato.Il congedo si prolungava sempre, più del previsto, senza altro motivo che non le incombenze quotidiane. Le onde, nella notte silenziosa, era-no portatrici di un andare e venire di baci, abbracci, desideri e ansie. Un – a domani – era d’obbligo e veniva ador-nato da – Dolci sogni…riposa bene…sogna con me e così giungeva la pe-nombra e il silenzio che feriva e gli allontanava. Mi hai fatto passare la voglia di dor-mire nel mio letto – le disse, come co-rollario – perché ora dormo vedendoti, sentendo che, nonostante la distanza, gia sono lì, con te.

Los libros de Ágora

DecisionesUna historia del libro “HORAS INCIERTAS

I libri di Agorá

DecisioniUn racconto tratto dal libro “ORE INCERTE”

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Gastronomia - Gastronomía -13- Caracas, settembre 15, 2013. Edizione 000

el XVI secolo a Napoli ad un pane schiacciato venne dato il nome di pizza che deriva dalla

storpiatura della parola “pitt a”, venduta in strada non fu considerata una ricett a di cucina per lungo tempo. Prima del XVII secolo la pizza era coperta con sal-sa bianca, fu più tardi sostituita con olio d’oliva, formaggio, pomodoro o pesce.Fu l’uso del pomodoro come condimen-to che ci diede la particolare focaccia che chiamiamo “pizza”.La prima vera unio-ne tra la pizza ed il pomodoro avvenne a metà del Sett ecento nel Regno di Napoli

e fi no al 1830 circa era venduta in bancarelle ambulanti

e da venditori di strada

fuori d a i

f o r -ni. La

pizza a Napoli fu

popolarissima sia presso i napoleta-

ni più poveri che presso i nobili, compresi i sovrani borbonici. Lentamen-te la “pitt a” di origine popolare ,arricchita con pomodoro, si diff use in tutt e le classi sociali ed in tutt e le regioni italiane e con essa anche i locali specializzati nella pre-parazione.

Mentre prima si consumava in piedi e per strada, la vendita entrò nei forni e in se-guito servita nelle tratt orie da cui nacque-ro le prime pizzerie. Nel 1843, lo scritt ore ed esperto di cibo francese Alexandre Du-mas padre, nella sua opera Le Corricolo, scrive che “a Napoli la pizza aromatizza-ta con olio, lardo, sego, formaggio, pomo-doro, o acciughe” era l’unico cibo per la gente umile durante l’inverno. Nel giugno 1889 la storia racconta che, per onorare la Regina d’Italia Margherita di Savoia, il cuoco Raff aele Esposito, che lavorava alla pizzeria “Pietro... e basta”, fondata nel 1880 ed opera ancora oggi sott o il nome di “Pizzeria Brandi”, creò la pizza Margherita e fu il primo ad ag-giungere il formaggio sfornando una pizza condita con pomodoro, mozzarella e basilico perchè rappresentava il nuovo vessillo tricolore con il bianco della moz-zarella, il rosso del pomodoro ed il verde del basilico.Quella che oggi è chiamata pizza Marghe-rita era tutt avia già stata preparata prima della dedica. Nel 1830, un certo Riccio nel libro “Napoli, contorni e dintorni”, aveva scritt o di una pizza con pomodoro, moz-zarella e basilico. Francesco De Bouchard nel 1866 nel suo “Usi e costumi di Napo-li” riporta la descrizione dei principali tipi di pizza, ossia quelli che oggi prendono nome di pizza marinara, pizza margheri-ta e calzone: “Le pizze più ordinarie, dett e coll’aglio e l’oglio, han per condimento l’olio, e sopra vi si sparge, oltre il sale, l’origano e spicchi d’aglio trinciati minu-tamente. Altre sono coperte di formaggio

gratt ugiato e condite collo strutt o, e allora vi si pone disopra qualche foglia di basi-lico.” Sino all’inizio del Novecento la pizza e le pizzerie rimangono un fenomeno prett amente napoletano, e gradualmente italiano, poi sull’onda dell’emigrazione iniziano a diff ondersi all’estero ma sol-tanto dopo la seconda guerra mondiale, adeguandosi ai gusti dei vari paesi, di-ventano un fenomeno mondiale. Gli ita-liani emigrati hanno fatt o conoscere, ap-prezzare e anche modifi care la pizza nel mondo. Oggi ormai anche molti cuochi di diff erenti nazionalità sono diventati es-perti pizzaioli per i quali esiste anche un campionato mondiale e ultimamente vin-to, non a caso, da un giapponese. La Pizza a NapoliI Napoletani prendono la loro pizza mol-to seriamente. I puristi, come nella famosa pizzeria “Da Michele”, fondata nel 1870, sostengono che esistono solo due vere pizze: la “Marinara” e la “Margherita”, ed è tutt o ciò che servono. La Marinara è la più antica e ha un condimento di po-modoro, origano, aglio, olio extra-vergine d’oliva e solitamente basilico.Era chiama-ta “Marinara” non, come molti credono, perché contiene pesce ma perché era il

Tutti pazzi per la pizza

Ricetta

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La “verace pizza napoletana” deve essere morbida, elastica, facilmente piegabile a libretto, dal sapore caratteristico deri-vante dal cornicione che presenta il tipico gusto del pane ben cresciuto e ben cotto, mescolato al sapore acidulo del pomo-doro che persa la sola acqua in eccesso resterà denso e consistente dall’aroma, rispettivamente dell’origano, dell’aglio o del basilico.LA PASTA PER LA PIZZAIngredienti 1 litro di acqua 50g Sale 3 g Lievito 1,700 Farina Tempo di impasto: 10 minuti Prima Lievitazione 2 hSi mescolano farina, acqua, sale e lievito, si fa una fontana al centro,si versa un litro di acqua e inizia l’impasto. Per ottenere un’ottimale consistenza dell’impasto è molto importante la quantità d’acqua che una farina è in grado di assorbire. Tale ope-razione deve durare 10 minuti. L’impasto deve presentarsi al tatto non appiccicoso, morbido ed elastico. Viene posto su un ta-volo da lavoro della pizzeria dove si lascia riposare per 2 ore coperto da un panno umido in modo che la superfi cie non pos-sa indurirsi formando una sorta di crosta causata dall’evaporazione dell’umidità ri-lasciata dall’impasto stesso. Trascorse le 2 ore di lievitazione si passa alla formatura

Fu l’uso del pomodorocome condimento che ci diedela particolare focacciache chiamiamo“PIZZA”

cibo che i pescatori mangiavano quando tornavano a casa dalle lunghe giornate di pesca nella Baia di Napoli. Sostengono inoltre che la pizza deve esse-re cucinata in un forno a legno, alla tem-peratura di 485 °C per non più di 60-90 se-condi; che la base deve essere fatt a a mano e non deve essere utilizzato il matt arello o comunque non è consentito l’utilizzo di mezzi meccanici per la sua preparazione (i pizzaioli fanno la forma della pizza con le loro mani facendola “girare” con le loro dita) e che la pizza non deve superare i 35 cm di diametro o essere spessa più di un terzo di centimetro al centro utilizzando solamente l’olio di oliva e aggiungendo fett e di pomodoro in senso orario.La pizza negli Stati UnitiLa pizza fece la sua prima apparizione ne-gli Stati Uniti con l’arrivo degli immigrati italiani nel tardo XIX secolo. Fu sicura-mente il caso delle citt à con vaste popo-lazioni italiane, come San Francisco, Chi-cago, New York City, e Philadelphia dove la pizza fu inizialmente venduta sulle strade dei quartieri italiani. Nel tardo XIX secolo a Chicago, ad esempio, la pizza fu introdott a da un venditore ambulante che camminava su e giù lungo Taylor Street con un mastello di pizze sulla testa. Ques-to era il modo tradizionale in cui si ven-deva la pizza a Napoli, in cilindri di rame con delle maniglie ai lati e un coperchio sopra per mantenere calde le pizze. Non passò molto tempo prima che i piccoli caff è e le drogherie iniziarono ad off rire le pizze alle loro comunità.

del panetto, che deve essere eseguita esclu-sivamente a mano. Con l’ausilio di una spato-la si taglia dall’impasto deposto sul bancone una porzione di pasta lievitata e successiva-mente le si dà una forma di panetto di circa gr 180. Una volta formati i panetti avviene una seconda lievitazione in cassette per alimenti della durata da 4 a 6 ore. L’impasto, conser-vato a temperatura ambiente è pronto per es-sere utilizzato entro le 6 ore successiveCOTTURALa cottura dovrà avvenire direttamente sul piano del forno e non in teglie. Il pizzaiolo trasferisce su una pala di legno (o di allumi-nio), aiutandosi con un poco di farina e con movimento rotatorio, la pizza farcita, che viene fatta scivolare sulla platea del forno con un movimento rapido del polso tale da impedire la fuoriuscita dei condimenti. La co-ttura avviene esclusivamente in forni a legna dove si raggiunge una temperatura di cottura di 485 °C. Il pizzaiolo deve controllare la co-ttura della pizza sollevandone un lembo, con l’aiuto di una pala metallica e ruotando la piz-za verso il fuoco, utilizzando sempre la stessa zona di platea iniziale per evitare che la piz-za possa bruciarsi a causa di due differenti

temperature. È importante che la pizza venga cotta in maniera uniforme su tutta la sua cir-conferenza. Sempre con la pala metallica, al termine della cottura, il pizzaiolo preleverà la pizza dal forno e la deporrà sul piatto da por-tata. I tempi di cottura non devono superare i 60-90 secondi.Pizza alla MarinaraIngredienti pomodoro pelato g 70 - 100 olio di oliva (vergine o extravergine) g 4 – 5 (tolleranza 20%) aglio 1 spicchio origano g 0,5 (un pizzico) sale quanto basta preparazione Con un cuc-chiaio si depongono al centro del disco di pasta il pomodoro pelato frantumato (è consentito l’uso di pomodori freschi tagliati in aggiunta o in sostituzione del pomodoro pelato). Lo spic-chio d’ aglio, privo della corteccia dura, viene tagliato in fettine sottili con un “raschietto”; le fettine vengono sparse sulla superfi cie del po-modoro. L’origano viene distribuito sulla super-fi cie del pomodoro con movimento ordinato; il sale (se non aggiunto al pomodoro frantumato prima) verrà sparso uniformemente sulla su-perfi cie della pizza. L’ olio di oliva viene deposto con movimento a spirale, partendo dal centro verso la periferia, utilizzando un orciuolo in rame con becco sottile.

Pizza alla Margheritaingredienti pomodoro pelato g 60 - 80 olio di oliva (vergine o extravergine) g 4 – 5 (con tolleranza +20%) mozzarella (di bufala o stg) o fi or di latte g 80 - 100 basilico fresco alcune foglie formaggio a pasta dura (da grattugia) g 10-15 sale quanto basta pre-parazione Con un cucchiaio si depongono al centro del disco di pasta il pomodoro pelato frantumato (è consentito l’uso di pomodori freschi tagliati in aggiunta o in sostituzione del pomodoro pelato). Il sale (se non aggiunto al pomodoro frantumato prima) verrà sparso uniformemente sulla superfi cie della pizza. La mozzarella o il fi or di latte, tagliata a listelli non molto spessi, verranno distribuiti uniformemente sulla superfi cie del pomodoro. Il formaggio grattugiato (se usato) verrà sparso sulla superfi cie della pizza con movimento rota-torio e uniforme. Alcune foglie di basilico fresco verranno deposte sui condimenti. L’ olio di oliva viene deposto con movimento a spirale, partendo dal centro verso la pe-riferia, utilizzando un orciuolo in rame con becco sottile.

RICETTE dahttp://www.pizzanapoletana.org

Federico Valicenti

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Venezuela-14-Caracas, settembre 15, 2013. Edizione 000

áblenos un poco de qué es el DVC y cuál es su labor en VenezuelaEl DVC es una asociación civil

sin fi nes de lucro, fundada en el año 1964 por Eugenio Mendoza y un grupo de em-presarios, con el fi n de conectar esfuerzos de la iniciativa privada en pro del bien co-mún, a través de la ejecución de proyectos sociales e iniciativas de Responsabilidad Social Empresarial. Trabajamos en dos áreas fundamentales: Construcción de Comunidad y Voluntariado empresarial.

¿Por qué Construcción de Comunidad a par-tir de la primera infancia?Las experiencias nos han indicado las aristas sociales más relevantes para el desarrollo integral de una comunidad. Si bien hace más de 20 años estuvimos construyendo escuelas, y enfocados en el mejoramiento del hábitat, la salud y otros temas; hoy en día nos encontramos con el problema de los jóvenes sin pre-paración, es decir, futuros trabajadores no cualifi cados. Al profundizar en las raíces de esta problemática, llegamos a entender que muchas defi ciencias en la capacitación de este capital social es-tán asociadas a una infancia llena de carencias. Esa fase de desarrollo de los

Organizando la responsabilidad social

50 años conectando a empresas y sociedadEntrevista al Ing. Nelson Parrella, director ejecutivo del Dividendo Voluntario para la Comunidad

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infantes tiene una etapa clave que es la primera infancia, periodo entre los 0 y 6 años de edad. Una infancia mal atendi-da conlleva deserción escolar, embarazo precoz, violencia y la transmisión inter-generacional de la pobreza.

En el área de proyectos, ¿qué tipo de servicios brindan a las empresas?Canalizamos los recursos y aportes de las empresas, trabajadores e individuos en favor de proyectos y organizaciones que atienden las carencias de las comu-nidades más necesitadas. En el área de Proyectos, nos enfocamos hacia el mejo-ramiento del hábitat para el desenvolvi-miento sostenible de la comunidad, así como en el fortalecimiento institucional a organizaciones de desarrollo social. Apoyamos también en la formación del Voluntariado corporativo, logrando, por medio de talleres de capacitación, que cada participante se involucre al 100% con actividades de impacto social.

En la actualidad, ¿cuáles son los proyectos emblemas del DVC?Uno de nuestros proyectos insignia en Primera Infancia es en el del barrio La Morán, de la Parroquia El Paraíso, donde alcanzamos impor¬tantes avances en el mejoramiento de la calidad de vida de la población, para luego replicar la experien-cia en el sector La Pradera de la Parroquia La Vega. Actualmente, la escuela pública Carmen Sallés, dirigida por las Hermanas Concepcionistas Misioneras de la Ense-ñanza, brinda servicios a más de 200 niños.

En la comunidad italiana existen numerosos empresarios que pueden estar interesados en colaborar con el DVC. ¿Cómo se puede con-cretizar esta colaboración? Contamos con distintos programas de recaudación. Para empezar la empresa puede convertirse en miembro del DVC,

aportando una cuota anual en apoyo a nuestra gestión administrativa.También puede entrar en el progra-ma “Aporte Voluntario por Nómina”

(AVN), en el cual cada trabajador vo-luntariamente autoriza a la empresa a deducir de su sueldo un monto mensual determinado, el cual, al ser sumado a la contribución directa de la empresa, per-mite el desarrollo de proyectos de gran impacto social.Además, las empresas cuentan con la po-

sibilidad de unirse al programa “Dona tus productos”, que, como su nombre bien indica, supone la donación de pro-ductos o servicios para ser destinados a comunidades con necesidades detec-tadas previamente por el DVC. La em-presa también puede participar en las “Contribuciones Destinadas”, que cons-tituyen un aporte directo de diversas em-presas, personas naturales y asociaciones a los proyectos de las Organizaciones de Desarrollo Social en las comunidades. Finalmente, contamos con el programa de “Aporte Personal” o “Amigos del DVC”, donde les ofrecemos a las per-sonas, comprometidas con el desarrollo del país, la posibilidad de aportar direc-tamente a nuestra institución, y colabo-rar así con los programas de desarrollo social del DVC en las comunidades.dvc.dividendovoluntario.org

Redacción

Ing. Nelson Parrella, director ejecutivo del Dividendo Voluntario para la Comunidad

Existen muchos mitos a la hora de ven-der una propiedad con los que a diario los asesores inmobiliarios nos vemos obligados a lidiar, en el continuo esfuer-zo por brindar una buena experiencia de servicio a quienes por necesidad, seguri-dad y otros motivos nos contratan para gerenciar la venta de su inmueble.A la hora de promover un servicio inmobiliario, constantemente escu-chamos argumentos que alegan los clientes en defensa de la venta de sus activos por aquello de “ahorrarse” una comisión, hecho que muchas veces los lleva a pagar precios mucho más altos que sólo dinero, entre ellos costes in-mensos en seguridad y tiempo.Uno de estos citados argumentos o mitos a

la hora de rechazar la asesoría de un agen-te de bienes raíces es aquel que reza “mi casa se vende sola”. En esta oportunidad vamos a desglosar un poco el contenido fantasioso y surrealista de esta afi rmación.En principio, vender un inmueble puede parecer una tarea que cualquiera pudie-ra realizar, pero en la práctica se convier-te las más de las veces en un cuadro di-fícil de manejar si no se tiene experiencia en manejo de clientes, conocimiento de mercado, terminología legal de inmue-ble y otras variables que se escapan de control del propietario y terminan en muchos casos agotándolo emocional y físicamente en el proceso.Es importante entonces entender que la venta conlleva muchas aristas para las

que un asesor inmobiliario se prepara y en nombre del vendedor puede manejar de forma más efi ciente, evi-tándole así la inseguridad a la que se enfrenta en este contexto.La promoción, muestra, análisis de mercado, aseso-ría, califi cación de clientes y garantía de que usted está en manos profesionales se-guramente pagan el precio de una comisión que oscila entre el 3 y el 5 por ciento del valor total de su inmueble.Por último, el hecho de delegar esta tarea en personas expertas en esta área hará que su casa se venda en el menor tiem-

po posible y al precio más competitivo en el mercado. Confíele su propiedad a los mejores, y esa pequeña inversión le retornará con creces. Y, lo más importan-te, usted sentirá la confi anza y seguridad que fi nalmente, son impagables.

Sobre mitos inmobiliarios

“Mi casa se vende sola”

“Muchas defi ciencias en la capacitación de este capital social están asociadas a una infancia llena de carencias”

“Enfocamos nuestro campo de acción hacia elmejoramiento del hábitat necesario para eldesenvolvimiento sostenible de la comunidad (...)”

El Dividendo Voluntario parala Comunidad es una de lasinstituciones más longevasen el país en cuanto al desarrollo de programas de voluntariadoy responsabilidad social.

Rosymer Rodríguez

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Sports - Deportes -15- Caracas, settembre 15, 2013. Edizione 000

Rif.

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tonio Conte, che si aggiunge a un mazzo di bravissimi tecnici italiani, come Capello, Ancellott i, Guidolin, Cosmi o Marcello Lippi, che ci fanno sapere che non solo contiamo con bravissimi giocatori ma con un gruppo di allenatori che sono capaci di disegnare azioni e tecniche di eccellente fatt ura ed immaginazione. Lo so, state pensando che se abbiamo tutt o questo perché non riusciamo a conquista-re da vari anni un titolo europeo. Non é facile per noi, il nostro torneo é forse il più esigente d’Europa, ed anche il più equili-brato. Non é strano vedere che la squadra in coda riesca a batt ere la capolista, come nella partita di serie B dove il Grosseto, ul-tima in classifi ca batt é il Sassuolo in casa

(0-2). Questo ci fa capire che nessuna par-tita è facile, nessun risultato scontato, e che ogni minuto in campo bisogna sudarlo fi no alla fi ne. Ma non perdiamo le speranze di vedere una fi nale europea tutt a italiana, come lo è stata tutt a tedesca lo scorso 25 maggio, e potremo allora vanagloriarci del nos-tro calcio, diventando l’invidia di tutt o il mondo.Dopo esserci goduti la Confederations Cup, dove si respirava aria di Mondia-le Brasile 2014, e i nostri Azzurri si sono piazzati terzi, batt endo l’Uruguay, non ci rimane se non riaccendere con ansia la TV e riprendere il tifo: il piú bel calcio del mondo è appena ricominciato.

i, durante tre mesi ci è mancato uno dei divertimenti più apprezzati dagli italiani, ovunque si trovino, le partite

di calcio della domenica, che tra anticipi e posticipi ormai occupano tutt o il fi ne set-timana. Prima di riprendere a tifare, gioire, soff rire, e discutere sulle sorti della nostra squadra del cuore, ricordiamo lo scorso campio-nato, con lo scudett o vinto per la 29ª volta dalla Juventus.L’inizio e la parte media del campionato é risultata molto emotiva. E stato bellissimo il torneo del Napoli, che alla fi ne é arrivato secondo, facendo sognare ai partenopei de-lle glorie degli anni 80, quando il San Paolo

impazziva per l’indimenticabile Diego Ar-mando Maradona. Al posto del “Pibe de oro” oggi c’è il grande uruguaiano Edison Cavani, che con dei gol da brivido, molti segnati giá in tempo di recupero, ha fatt o sperare grandi cose ai napoletani. Ma é lei, la Vecchia Signora, la grande Juve, che scenderà in campo con lo scudett o cu-cito nella maglia, dopo una stagione dalla mano di uno dei piú grandi giocatori nati in Italia Andrea Pirlo. Questa squadra mi ha fatt o ricordare molto la grande Italia del 2006, campione del mondo in Germania, senza un “goleador” defi nito, ma con tutt i i giocatori pericolosi sott o la porta. Ott ima la conduzione dell’allenatore An-

CalcioTRE MESI DI NOIADopo la pausa estiva ricomincia il campionato

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Mássimo Norbis P.

Gli Amici della Piazza sono aziende che contribuiscono a rendere possibile questa iniziativa editoriale. A loro va il nostro ringraziamento.

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Caracas, settembre 15, 2013. Edizione 000 Viaggi - Viajes

El Chianti es una de las zonas más bellas de la Toscana, ha estado siem-pre ligada al vino y su cultura. Las colinas del Chianti están dibujadas por kilómetros y kilómetros de vi-ñedos, que a cada estación cambian de color ofreciendo paisajes únicos. Verde, púrpura, rojo y amarillo son los colores que brillan en estas coli-nas, y que cada año atraen a miles de visitantes.Entre Florencia y Siena son muchas las granjas, viñedos y bodegas que orgu-llosamente ofrecen su producto con pasión y esfuerzo. Grandes, pequeñas, viejas o nuevas, todas las bodegas de Chianti ofrecen la oportunidad de de-gustar sus vinos. De hecho, usted no necesita más que un buen mapa y un buen paladar para iniciar una gira de cata de vinos , sea que usted quiera ha-cer su recorrido en autobús o en carro. Un buen punto de partida es Greve di Chianti, donde pueden encontrarse excelentes enotecas, entre las que se cuentan Le Cantine, lugar donde catar productos de diferentes bodegas y vi-

Oltre alla vacanza al mare, il 65% dei viag-giatori nei mesi estivi non rinuncia a tras-correre almeno un paio di giorni in una metropoli e per farlo opta per i week-end lunghi prima di partire per il mare o per la montagna.Le preferite sono le città d’arte. Secondo il portale www.speedvacanze.it le metropoli estere più amate dai turisti italiani sono Lon-dra (22%) e Parigi (21%), in testa alla classifica, seguite da Barcellona (18%) e Madrid (13%), sempre in voga sia per le bellezze artistiche che per la vivace vita notturna. E poi ancora, tra le città preferite soprattutto dai croceristi, vi è Rabat (8%), che custodisce tesori antichi

come la Torre di Hassan o la Piazza del Pala-zzo Reale “Grand Mechouar”.La classifi ca delle 5 citt à italiane preferite dai turisti vede invece Roma (26%) in testa alle preferenze, sia dei viaggiatori italiani che stranieri, seguita da Milano (18%) che, a sorpresa, si posiziona come seconda citt à italiana scelta per un city-break. Poi anco-ra, tra i vacanzieri che scelgono le citt à del nostro Paese per il ricchissimo patrimonio artistico-culturale che le caratt erizza, le pre-ferenze vanno a Firenze (17%) seguita da Venezia (15%) e da Palermo (14%).“Roma continua a conquistare non solo

gli stranieri ma anche i viaggiatori italiani. I Fori imperiali, Piazza San Pietro, Fonta-na di Trevi, Piazza Navona: la Città Eterna rende ancora più indelebile il ricordo di un city-break in una Capitale europea”, com-menta Giuseppe Gambardella, fondatore del portale SpeedVacanze.it, specializzato nell’organizzazione di eventi, viaggi per sin-gle e programmazione di week-end chic.Per le classiche vacanze, invece, le preferen-ze dei viaggiatori si dividono tra spiagge italiane (36%), crociere (34%) e destinazioni a medio raggio (14%).Per i single, infi ne, sono le crociere con il 37% delle preferenze a predominare nella

scena vacanziera, seguite dal mare italiano (25%), con una particolare propensione alla riscoperta delle coste della Sardegna, della Puglia e della Calabria.Poi ancora il 18% dei single sceglie vacanze da lupo di mare nel Mediterraneo, facendo registrare un nuovo record per i viaggi in barca a vela o in catamarano. Il 15% sceglie infi ne destinazioni a medio raggio, tra le quali è molto richiesta Palma di Maiorca che piace in particolare ai giovani che ne ap-prezzano i locali di tendenza e la possibilità di praticare numerosi sport acquatici.

Turismo

Le metropoli preferite dai turisti

La classifi cadelle 5 città

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vede inveceRoma (26%)

in testaalle preferenze

sitar el Museo del Vino. El Chianti Clásico es el vino de de-nominación de origen controlada, y es producido con un mínimo de 80% de Sangiovese, la uva roja típica de la zona. Además de Sangiovese pue-den estar presente en un máximo de 20%, otras uvas rojas, tales como las locales Canaiolo y Colorino, y las internacionales, como Cabernet Sau-vignon y Merlot, recomendadas y autorizadas en el área de producción.Entre las principales características organolépticas del Chianti Clási-co, encontramos el color rubí que a veces puede llegar a ser profundo e intenso, el olor con notas fl oreales de violetas e iris combinados con un ca-rácter típico de fruta roja, y el sabor seco, con cuerpo, con buenos taninos que se perfecciona con el tiempo en un suave aterciopelado. La gradua-ción alcohólica mínima es de 12 gra-dos para el vino joven y 12,5 grados para el Reserva. Fuente: htt p://www.chianti.com

El Chianti Los Caminos del Vino

Rif. J-31542532-7