Piazza di Spagna.pdf
-
Upload
carmine-gallizzo -
Category
Documents
-
view
53 -
download
2
description
Transcript of Piazza di Spagna.pdf
-
VIII LEZIONE (27 Novembre 2012)
Nella ottava lezione viene illustrata Piazza di Spagna
Fino all'inizio del '500 la zona era considerata suburbana: si trattava infatti di un esteso terreno lavorato a
vigne con resti di edifici di epoca romana e due palazzi, quello "verso le fratte", che divent poi il palazzo
del Collegio di Propaganda Fide, e quello di propriet dei baroni Monaldeschi, che lo vendettero verso la
met del 600 agli ambasciatori di Spagna presso lo Stato Pontificio. Da qui il nome della piazza che fino ad
allora era nota come Platea Trinitatis dalla chiesa della Trinit che la domina dallalto. Nel XVII secolo
piazza di Spagna era in realt la somma di due distinte piazze, ognuna con la propria autonomia: da una parte
stava piazza di Spagna, all'ombra della sede dell'ambasciata spagnola, dall'altra piazza di Francia cos
chiamata dalla vicina Villa Medici, di propriet del governo francese (nella zona ci furono sempre grandi
conflitti tra spagnoli e francesi perch non era ben definita la propriet degli uni e degli altri). Da met 600
dunque la presenza di due ambasciate (spagnola e francese) confer importanza alla zona, contribuendo ad
accrescere la fama di questa parte di Roma, anche quale centro residenziale e turistico per viaggiatori stranieri
ma richiamando anche molti artisti e letterati. Fu proprio tra il Sei e il Settecento che la piazza assunse la
caratteristica forma 'ad ali di farfalla' (due triangoli col vertice in comune).
.
La piazza dominata dallalto dalla Chiesa di Trinit dei Monti che, insieme al convento, appartiene ai Frati
Minimi Francesi di s. Francesco di Paola. L'area su cui fu edificata era fino ai primi del 500 un enorme
vigneto, donato da Carlo VIII allordine fondato da S. Francesco di Paola. Il santo (1416-1507), che aveva
fama di grandi doti taumaturgiche, fu chiamato in Francia dal re Luigi XI, gravemente ammalato, e visse in
quel paese circa venticinque anni (non torn pi in Italia). Fu molto stimato da Carlo VIII, successore di
Luigi XI, che per questo contribu alla fondazione del monastero del suo Ordine sul monte Pincio.
-
La scalinata
La necessit di creare un collegamento tra la chiesa francese di Trinit de' Monti e la zona sottostante era
stata pi volte sentita e lidea di superare il forte dislivello con una scalinata documentata gi nel 1559. Il
collegamento fra il vertice della collina e Piazza di Spagna era costituito da una coppia di sentieri che
scendevano fra gli alberi. Alla zona di Trinit de Monti si accedeva inoltre attraverso la via Gregoriana,
voluta da papa Gregorio XIII (Ugo Boncompagni, 1572- 1585) in occasione del Giubileo del 1575, e la via
Sistina aperta da Sisto V (1585-1590) verso la fine del XVI secolo.
Il primo ad ideare una scala monumentale che sostituisse l'accesso alla Chiesa della Trinit, fu il cardinale
Mazzarino, che nel 1660 mise a disposizione una forte somma di denaro e diede incarico allabate Elpidio
Benedetti di bandire un concorso tra i migliori architetti di Roma per poter scegliere il progetto migliore. Il
cardinale mor lanno successivo lasciando la responsabilit della realizzazione della scalinata al diplomatico
francese Stefano Gueffier che non ebbe maggior fortuna perch mor a distanza di pochi mesi lasciando in
eredit la cospicua somma ai Minimi Francesi, con il vincolo di usarla per la realizzazione della scalinata.
Furono redatti i primi progetti da parte di numerosi architetti: di questo periodo quello attribuito alla
bottega di Gian Lorenzo Bernini, fondamentale per la successiva progettazione in quanto propose
landamento concavo e convesso delle pareti e le rampe a tenaglia. Ma non se ne fece nulla anche a causa
della controversia tra lo Stato della Chiesa e la corona di Francia sul possesso dellarea interessata.
Fu infine, quasi sessanta anni dopo, Clemente XI (Giovanni Francesco Albani, 1700-1721) a spingere per la
realizzazione della scalinata, obbligando i Minimi a mantenere l'impegno di costruire la via d'accesso
utilizzando il lascito ricevuto. Nel 1717 dunque si band un nuovo concorso per il progetto a cui
parteciparono i migliori architetti del tempo, tra i quali, Alessandro Specchi, il costruttore del porto di
Ripetta, e Francesco De Sanctis.
Fu scelto il progetto dell'architetto Francesco De Sanctis, approvato dai Francesi (proprietari del terreno) e da
papa Innocenzo XIII (Michelangelo Conti, 1721-1724) ma solo a patto che venissero eliminate alcune
impronte troppo straniere dell'opera, che in origine prevedeva l'inserimento di molti simboli francesi e
persino di una statua equestre di Luigi XIII. Il progetto di De Sanctis in parte seguiva alcune soluzioni
avanzate anche da quello di Alessandro Specchi (che ricorda, nella parte alta, il porto di Ripetta). Entrambi,
caratterizzati da rampe di scale a tenaglia, rispondevano al criterio di creare una quinta scenica della chiesa
-
di Trinit dei Monti. La sontuosa scalinata fu disegnata infatti in modo che avvicinandosi gli effetti scenici
aumentassero man mano. Tipico della grande architettura barocca era infatti la creazione di lunghe, profonde
prospettive culminanti con quinte o sfondi a carattere monumentale.
Progetto Specchi
Progetto De Sanctis
I lavori, sempre a causa della citata controversia, iniziarono solo nel 1723 e furono ultimati nel 1726.
Linaugurazione avvenne sotto il pontificato di Benedetto XIII (Pietro Francesco Orsini, 1724-1730), ma
sulle rampe della scalinata (sui cippi alla base del monumento) erano gi incise le aquile dello stemma del
papa defunto insieme ai gigli del re di Francia.
-
La fontana
Al centro della piazza vi la famosa fontana della Barcaccia, che risale al primo periodo barocco, scolpita
da Pietro Bernini e da suo figlio, il pi celebre Gian Lorenzo.
Inizialmente, al posto della fontana centrale, cera un abbeveratoio per cavalli (la piazza fu a lungo il luogo
di arrivo e di sosta delle vetture a cavalli). Gi nel 1570 un documento della Congregatione sopra le fonti
aveva individuato il loco del acquedotto sotto la Trinit come sito per la costruzione di una fontana, ma la
bassa pressione aveva costretto a rinunciare al progetto, e al posto della fontana fu costruita, come riserva
idrica, una cisterna, oggi scomparsa, di cui rimane traccia nella toponomastica locale (vicolo del Bottino).
Nel 1610 venne realizzato l'acquedotto dell'Acqua Paola da un ramo dell'acquedotto dell'Acqua Virgo e nel
1627 papa Urbano VIII (Maffeo Vincenzo Barberini, 1623-1644) incaric Pietro Bernini, che gi lavorava
allampliamento dellacquedotto, di realizzare una fontana nella piazza sottostante la chiesa di Trinit dei
Monti che allora, in mancanza della scalinata, sorgeva sul bordo di una scarpata. L'opera fu completata nel
1629, e il Bernini fu aiutato anche dal figlio Gian Lorenzo, che forse la complet alla morte del padre.
Data la bassa pressione dell'acquedotto dell'Acqua Vergine risult difficile progettare una fontana con
zampilli o cascatelle e men che meno con un poderoso getto centrale. Per superare questi problemi il Bernini,
combinando genio e sensibilit artistica, ide la fontana a forma di barca semisommersa, la affog in una
vasca ovale posta leggermente al di sotto del piano stradale e concep la prua e la poppa con forme identiche
cos da avere due bocche laterali alla stessa altezza ed appena sopra il livello stradale che sembrassero assai
pi in alto di quello che effettivamente sono. Al centro della barca una colonnina sorregge una piccola vasca
oblunga, pi bassa delle estremit di poppa e prua, dalla quale fuoriesce uno zampillo dacqua che, riempita
la vasca, cade allinterno della barca per tracimare poi, dai bordi laterali bassi e svasati, nel bacino
sottostante. Lacqua sgorga da altri sei punti (tre a poppa e tre a prua): due sculture a forma di sole con volto
umano, che gettano acqua verso altrettante conche allinterno dellimbarcazione, e quattro fori circolari (due
per parte) rivolti verso lesterno, simili a bocche di cannone. Oltre ai due soli, completano le decorazioni due
stemmi pontifici, con la tiara e le api simbolo araldico della famiglia del pontefice, alle estremit esterne
della barca, tra le due bocche di cannone.
-
La tradizione popolare vuole che la forma della fontana fosse ispirata da una barca trascinata sulla piazza nel
corso di una piena del Tevere del 1598. Il nome Barcaccia richiama una vecchia imbarcazione prossima
allaffondamento, ma era chiamata barcaccia anche quel tipo di imbarcazione che, nellantica Roma,
veniva usata per il trasporto fluviale di botti di vino, e che, molto simile all'opera berniniana, aveva appunto
le fiancate particolarmente basse per facilitare limbarco e lo sbarco delle botti stesse.
E la prima volta comunque che una fontana viene costruita interamente come opera scultorea allontanandosi
dai canoni classici della forma geometrica.
I due palazzetti gemelli, ai lati della scalinata di Trinit dei Monti, in un'incisione del 1726 appaiono gi
conclusi. In quello sul lato destro della scalinata, chiamato Casina Rossa, il poeta Keats, venuto a Roma nel
vano tentativo di rallentare le ineluttabili conseguenze della tubercolosi, trascorse gli ultimi giorni della sua
vita (mor nel 1821 a soli 26 anni). Ledificio oggi ospita la Keats-Shelley Memorial House, museo dedicato
alla sua memoria e a quella dellamico Shelley, dove si trova una ricca collezione di quadri, sculture,
manoscritti, oggetti e prime edizioni del Romanticismo inglese.
All'angolo sinistro c', invece, la sala da t Babingtons fondata nel 1893 da Isabel Cargill e Anna Maria
Babington, due signorine inglesi di famiglia benestante. Le due giovani decisero di investire i loro risparmi
(100 sterline) aprendo nella capitale una sala da t e di lettura per la comunit anglosassone. Limpresa
-
allepoca comportava notevoli rischi soprattutto perch in Italia non era diffusa lusanza di bere il t che
veniva venduto soltanto in farmacia. Inizialmente la sala da t Babingtons venne aperta in Via Due Macelli
ma dopo solo un anno, dato il grande successo fu spostata in Piazza di Spagna.
Su piazza di Spagna si affaccia inoltre il Palazzo di Propaganda Fide (possedimento extraterritoriale della
Santa Sede), sede storica della Sacra Congregazione di Propaganda Fide e del Collegio Urbano . Il
primo nucleo del palazzo risale alla fine del '500, quando il cardinale Bartolomeo Ferratini incorpor varie
casette in un unico fabbricato. Nel 1625 limmobile fu acquistato dallo spagnolo mons. Juan Bautista
Vives, membro della Congregazione di Propaganda Fide (costituita nel 1622), che lanno dopo lo
don a Urbano VIII per destinarlo all'istituto di cui faceva parte, al fine di munirlo di una sede propria
che consentisse anche di ospitare un Collegio per la formazione di clero missionario.
Il papa commission i lavori al Bernini, al quale si deve la facciata sulla piazza, scandita da paraste che
isolano in verticale quattro serie di finestre; la fascia centrale ha il portale bugnato con timpano triangolare e
finestra sovrastante a timpano curvo e, in alto, la targa con l'iscrizione COLLEGIUM URBANUM DE
PROPAGANDA FIDE coronata dallo stemma di Urbano VIII con le api dei Barberini tra due festoni. Cantonali
bugnati fino al primo piano ed un ricco cornicione, decorato a dentelli e con mensole, concludono il prospetto.
-
La facciata del palazzo su via di Propaganda Fide (dove c lentrata principale) invece del Borromini cui
furono affidati i lavori nel 1644 dal nuovo papa, Innocenzo X. La facciata del Borromini organizzata
intorno a potenti paraste tra le quali le finestre delle ali laterali sono concave mentre quella centrale
convessa. La sua porzione centrale a sua volta concava. Per questo continuo movimento della facciata, il
palazzo considerato uno dei pi interessanti esempi dellarchitettura barocca di Roma. E un linguaggio
originale in cui sono inserite colonne, decorazioni di vario genere e, in particolare, le palme, simbolo del
martirio e le corone dalloro, simbolo della gloria.
-
Sul portone una valva di conchiglia, simbolo del battesimo ma anche simbolo di pellegrinaggio. Un
cornicione su mensole con una serie di scomparti quadrati con rose e melograni separa il piano nobile
dall'attico.
Curiosa la tradizione legata alla costruzione di questo edificio. Borromini, quando subentr nei lavori si
divert a "sfottere" il Bernini, che abitava di fronte, nel suo palazzetto in via della Mercede, ornando le
finestre di grosse orecchie d'asino, ripetendo questo motivo sulla cornice dello stemma papale, posto
all'angolo del palazzo. La risposta del Bernini non si fece attendere: sul suo terrazzo apparve un grosso
"Priapo" munito di tutti gli attributi, scolpito dal Bernini stesso. Certo, orecchie d'asino e relativa risposta
non rimasero a lungo esposte, ma ne rimasta la simpatica memoria.
Sulla piazza si affaccia anche Palazzo Monaldeschi, ancora oggi sede dellAmbasciata di Spagna presso la
Santa Sede. I diplomatici spagnoli, dopo lacquisto alla met del 600, decisero di rinnovare il palazzo
affidando i lavori ad Antonio Del Grande. Dopo la breve dominazione francese a Roma, che comport
l'occupazione temporanea dell'edificio da parte delle milizie napoleoniche, si ebbe un radicale rinnovamento
della facciata ad opera dell'architetto spagnolo Antonio Celles. L'ultimo rinnovamento della facciata fu nel
1932 con l'inserimento del balcone centrale che raggruppa tre finestre del piano nobile. La facciata presenta
tre portali ad arco uniti da un unico bugnato rustico, sovrastati dal balcone, ed formata da tre piani, di cui
quello nobile ha tre logge e finestre con timpani triangolari alternati a curvilinei.
-
Nella parte della piazza antistante palazzo di Propaganda Fide e palazzo Monaldeschi svetta la Colonna
dell'Immacolata Concezione. Lopera, inaugurata nel 1857, dedicata al dogma dellImmacolata Concezione,
proclamato nel 1854 da Papa Pio IX, secondo il quale la Madonna lunico essere umano nato privo del
peccato originale. Fu posta nella piazza antistante lAmbasciata di Spagna presso la Santa Sede perch la
Spagna era il paese che maggiormente si era adoperato per la formulazione del dogma. Si tratta di una
colonna romana rinvenuta nel 1778 negli scavi di Campo Marzio mentre la statua della Madonna opera di
Giuseppe Obici. In occasione della inaugurazione la facciata del palazzo dell'Ambasciata di Spagna fu
ricoperta da una tribuna in legno decorata con colonne, pilastri, timpano (tutto in legno, cartapesta e gesso),
sulla quale sedettero 240 tra vescovi e alti prelati. Fu lultima volta che nella piazza, che era spesso teatro di
grandi feste per celebrazioni importanti (la nascita del Delfino di Francia o dellInfante di Spagna, le nozze dei
reali, etc.), fu costruito un apparato effimero (Bernini fu un grande disegnatore di macchine effimere).
Il palazzo di Piazza di Spagna angolo Via Condotti era Hotel d'Allemagne, che fu fondato dalla famiglia del
pittore Roesler Franz. Nel palazzo allangolo con via delle Carrozze, al n. 84 cera il Caff degli Inglesi,
luogo di incontri sin dal 1700, decorato con illustrazioni di Piranesi sul mondo degli antichi egizi,
illustrazioni che suscitarono critiche feroci in quanto ritenute dagli inglesi kitsch. Qui per la prima volta
vennero venduti i sandwich che prendono il nome dal nobile inglese John Montagu, conte di Sandwich,
che, durante le partite a carte se li faceva servire al tavolo per poter mangiare continuando a giocare.
-
Alle pendici del Pincio (sotto Villa Medici, alla sinistra della Scalinata di Trinit dei Monti) collocato, in
asse con la parte iniziale di via di S. Sebastianello di cui costituisce il fondale scenografico, il settecentesco
Nicchione di S. Sebastianello. Realizzato nel muraglione di sostegno di viale Trinit dei Monti dall'architetto
Filippo Raguzzini cos denominato da un quadro devozionale raffigurante S. Sebastiano che doveva
trovarsi allinterno. Nel 1778 fu colpito da un fulmine. Nel timpano visibile l'emblema araldico del re di
Francia. Una lunga rampa collega il Nicchione al piazzale antistante la chiesa di Trinit dei Monti.
A fianco troviamo il bottino, cio la cisterna di epoca romana, che la pi importante riserva d'acqua
dell'acquedotto Vergine. L'acqua dell'acquedotto Vergine esce qui per la prima volta in superficie e alimenta
la fontana, collocata all'interno del Nicchione, ricavata da un sarcofago del IV secolo. Di forma rettangolare,
appena sopraelevato da terra da due bassi parallelepipedi di travertino, il sarcofago presenta, sul lato
anteriore, strigilato, un ritratto della defunta al centro; dall'interno del sarcofago fuoriescono tre zampilli
d'acqua che ricadono nella vasca a fior di terra.