Piazza del Popolo Edizione speciale

40
P IAZZA DEL P OPOLO ‘98 ‘98 Notiziario di Besate AnnoXVI Num.5 (130) - Febbraio 2014 La Grande Guerra: per non dimenticare Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 1

description

La Grande Guerra: per non dimenticare

Transcript of Piazza del Popolo Edizione speciale

Page 1: Piazza del Popolo Edizione speciale

PIAZZA DEL POPOLO‘98‘98Notiziario di Besate AnnoXVI Num.5 (130) - Febbraio 2014

La Grande Guerra: per non dimenticare

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 1

Page 2: Piazza del Popolo Edizione speciale

2 Piazza del Popolo ‘98I N M E M O R I A M

E D I Z I O N E S P E C I A L E

� Cari lettori,Nella ricorrenza del centenario del-l’inizio del primo conflitto mondiale,Piazza del Popolo ’98 vuole farememoria di questo evento nefastoper l’umanità intera, come d’altraparte lo è ogni guerra, con una edi-zione speciale, ospitando sulle suepagine una serie di documenti,immagini, scritti, testimonianze frut-to di un paziente e non sempre faci-le lavoro di ricerca, raccolta, organiz-zazione, effettuato dalla nostra stori-ca collaboratrice ed ex insegnanteMatilde Butti.

In particolar modo questo opuscolovuole essere una comme-morazione della GrandeGuerra vista con “occhibesatesi”, quegli occhi dichi “della guerra non sapevaun bel niente” ma vedevapartire figli, fratelli, padri perfronti lontani dai quali moltinon avrebbero mai più fattoritorno.

Non è un ricordare piacevole,ma è un ricordare necessario.Non è un festeggiare, ma unmeditare su un grande male dellanostra storia. Come nella espe-rienza personale di ciascuno di noiil ricordo di eventi spiacevoli o didolori causati da nostri comporta-menti sbagliati ci dovrebbe indurre,se abbiamo una coscienza, a cerca-re di evitare alcune situazioni, così ilricordo collettivo di quell’immensodolore dovrebbe far sì che unacomunità, un popolo, se ha coscien-za, cerchi di evitare di ricommetterequel male che lo ha causato.

Uso il condizionale “dovrebbe” per-ché purtroppo la Storia stessa ci hapiù volte mostrato e continua amostrarci tutt’ora che gli uomini, e diconseguenza anche le comunità e ipopoli, o hanno una memoria troppocorta oppure smarriscono la propriacoscienza e molte volte non sannoimparare dai propri errori. Infatti allaprima grande guerra, dopo appenavent’anni, è seguita la seconda eancor più sanguinosa guerra mon-diale, nonostante l’enorme scia dimorte, di distruzione e di dolore chequesto conflitto aveva lasciato dietrodi sé. E ancora oggi

molte guerre continuano a esserecombattute nel mondo e il sangue dimolti altri uomini continua ad essereversato sulla terra.

Possa quindi questa memoria risve-gliare un poco le nostre coscienzeaffinché possiamo trarre insegna-mento dal male che è stato, perchéciò che è stato non si ripeta e perchécoloro che persero la propria vita nonl’abbiano persa invano.

Michele Abbiati

Prefazione

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 2

Page 3: Piazza del Popolo Edizione speciale

Matilde ButtiBesate - febbraio 2014

IN MEMORIAMLA GRANDE GUERRA

1914 - 1918

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 3

Page 4: Piazza del Popolo Edizione speciale

4 Piazza del Popolo ‘98I N M E M O R I A M

E D I Z I O N E S P E C I A L E

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 4

Page 5: Piazza del Popolo Edizione speciale

5Piazza del Popolo ‘98I N M E M O R I A M

F E B B R A I O 2 0 1 4

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 5

Page 6: Piazza del Popolo Edizione speciale

6

E D I Z I O N E S P E C I A L E

I N M E M O R I A MPiazza del Popolo ‘98

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 6

Page 7: Piazza del Popolo Edizione speciale

7Piazza del Popolo ‘98I N M E M O R I A M

F E B B R A I O 2 0 1 4

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 7

Page 8: Piazza del Popolo Edizione speciale

8I N M E M O R I A MPiazza del Popolo ‘98

E D I Z I O N E S P E C I A L E

Cari Besatesi! La Grande Guerra del 1914 – 18 compiecento anni. Il nostro contributo alla memoria di migliaia emigliaia di giovani vite spezzate sui campi di battaglia èdoveroso. Ancor di più, è spontaneo e vien da sé, primaancora della data ufficiale che sarà quella del 24 maggio2015. Sì, perché l’Italia entrò nel conflitto un anno dopo,quando già la guerra infuriava… ed era la prima grandeguerra di massa della storia. L’Europa del Novecento non

aveva più paura della guerra!Pensate! 20 Paesi coinvolti. 70 milioni di uomini mobilitati.9 milioni di militari morti. Un milione tra i civili. Tecnologiabellica sempre più distruttiva. E tutti credono che la guerrasarà breve! E tutti pensano che sarà l’ultima! GORIZIATRENTO TRIESTE sono sulla bocca di tutti e il senno di poioramai è inutile.

Sui campi delle FiandreSui campi delle Fiandre sbocciano i papaveri in mezzo a tante croci, che, in lunghe file uguali, segnano il nostro

posto, una per ciascuno. Nel cielo ancora volano le allodolecantando, ma il rombo dei cannoni confonde quella voce.

Noi siamo i morti uccisi dalla guerra. Non molti giorni fa eravamo vivi: ci sorrideva l’alba ed il tramonto ci affascinava

con i suoi colori, noi amavamo ed eravamo amati. Ed, ecco, riposiamo sui campi delle Fiandre.

Proseguite voi la nostra lotta contro il nemico per la libertà. Le nostre mani cadono, ma a voi la torcia passano

degli ideali eterni d’ogni uomo. Siano le vostre mani ormai a tenerla in alto. Se non ricorderete perché noi siamo morti, più non avremo pace ne’ riposo, pur se nei campi aperti

delle Fiandre seguiteranno a crescere i papaveri.John Mc Crae

La poesia che segue è stata scritta dal soldato John Mc Craequalche giorno prima di morire nella battaglia sul campo delleFIANDRE. E’ IL SUO TESTAMENTO!

24 MAGGIO 1915: DICHIARAZIONE DI GUERRA!

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 8

Page 9: Piazza del Popolo Edizione speciale

9I N M E M O R I A M

F E B B R A I O 2 0 1 4

Piazza del Popolo ‘98

Cari Besatesi! La Grande Guerra del 1914 – 18 compiecento anni. Il nostro contributo alla memoria di migliaia emigliaia di giovani vite spezzate sui campi di battaglia èdoveroso. Ancor di più, è spontaneo e vien da sé, primaancora della data ufficiale che sarà quella del 24 maggio2015. Sì, perché l’Italia entrò nel conflitto un anno dopo,quando già la guerra infuriava… ed era la prima grandeguerra di massa della storia. L’Europa del Novecento non

aveva più paura della guerra!Pensate! 20 Paesi coinvolti. 70 milioni di uomini mobilitati.9 milioni di militari morti. Un milione tra i civili. Tecnologiabellica sempre più distruttiva. E tutti credono che la guerrasarà breve! E tutti pensano che sarà l’ultima! GORIZIATRENTO TRIESTE sono sulla bocca di tutti e il senno di poioramai è inutile.

Sui campi delle FiandreSui campi delle Fiandre sbocciano i papaveri in mezzo a tante croci, che, in lunghe file uguali, segnano il nostro

posto, una per ciascuno. Nel cielo ancora volano le allodolecantando, ma il rombo dei cannoni confonde quella voce.

Noi siamo i morti uccisi dalla guerra. Non molti giorni fa eravamo vivi: ci sorrideva l’alba ed il tramonto ci affascinava

con i suoi colori, noi amavamo ed eravamo amati. Ed, ecco, riposiamo sui campi delle Fiandre.

Proseguite voi la nostra lotta contro il nemico per la libertà. Le nostre mani cadono, ma a voi la torcia passano

degli ideali eterni d’ogni uomo. Siano le vostre mani ormai a tenerla in alto. Se non ricorderete perché noi siamo morti, più non avremo pace ne’ riposo, pur se nei campi aperti

delle Fiandre seguiteranno a crescere i papaveri.John Mc Crae

La poesia che segue è stata scritta dal soldato John Mc Craequalche giorno prima di morire nella battaglia sul campo delleFIANDRE. E’ IL SUO TESTAMENTO!

24 MAGGIO 1915: DICHIARAZIONE DI GUERRA!

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 9

Page 10: Piazza del Popolo Edizione speciale

10I N M E M O R I A MPiazza del Popolo ‘98

E D I Z I O N E S P E C I A L E

Decorati di Besate:MIGLIAVACCAGIUSEPPETENENTE DEI BER-SAGLIERIGià decorato della Croce almerito di guerra, fu confe-rita medaglia d’argentocon la seguente motiva-zione “Comandante diuna sezione mitragliatriciin momenti difficili, men-tre il violento tiro nemicomieteva vittime intorno alui e si sferrava un con-trattacco avversario,durante il quale rimane-va ferito il Comandantedi Com pagnia, unicoUfficiale superstite rittosulla trincea conqui-stata, con calma e fer-mezza mirabili osser-vava e correggeva iltiro delle proprie armirespingendo il nemicoche già aveva ottenu-to un lieve vantag-gio”. Monte Val Bella29 giugno 1918.

MAINETTIANGELOCAPITANO

Mainetti Angelodella cascinaMolinetto che giàportava i segni didue ferite di guerra, nel 1919 fu deco-rato per la terza volta con medaglia

Besate negli anni della grande guerrad’argento con la seguente motiva-zione “Comandante di Compagniamitragliatrici usciva risolutamenteall’attacco con il proprioComandante di Battaglione, sottoviolentissimo bombardamento eraffiche intense di mitragliatriciavversarie: trascinava con l’esem-pio fanti e mitraglieri all’assalto econ grande sprezzo di pericolo rag-giungeva l’obiettivo assegnato allacolonna. Bella figura diCondottiero.” Roccioni AbeteSolarolo 24 e 25 ottobre 1918.

PIETRA FRANCESCO

Nato a Besate nel 1893 decorato conmedaglia d’ argento nel 1916 colpitoa morte in una azione militare.SCRITTO del 1916 indirizzato all’amica Luisa Cazzaniga di Ab -biategrasso. PIETRA aveva 23 anni.“….per ora, quieti nelle trincee e imiei poveri sky quasi sempreimmobili nelle cabine han l’aria didue ali stroncate. Me ne servo tal-volta ma per mio svago; la primavolta che mi sono avventurato fuoridalla cerchia dei reticolati gliaustriaci mi hanno onorato di dueskrapuels…… E’ gente stupidacome le oche, si sono lasciati pren-dere nel ricovero come si prendonole marmotte. Diversivo frequente èil passaggio dei Russi che vengonoa consegnarsi qui…… Il nostroReggimento non ne ha lasciato unonelle loro grinfie e i nostri mortitutti dormono in un piccolo cimite-ro nel folto del bosco. Del nostrosoldato sono entusiasta: piemonte-si, meridionali, anche lombardi,abbiatensi no …… Dove siamo?Se la censura non lo vietasse!! Lotroverà nelle mie poesie che Leinviai. Intanto, ecco delle fotografieche le parleranno della nostra vitae di questi ghiacciai…”

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 10

Page 11: Piazza del Popolo Edizione speciale

11I N M E M O R I A M

F E B B R A I O 2 0 1 4

Piazza del Popolo ‘98

Besate negli anni della grande guerra

� Nell’aprile 1917 arrivarono aBesate trenta prigionieri di guerra efurono ospitati nell’oratorio maschiledella chiesa di S. Michele Arcangeloretta dal curato Don Pietro Zanattimentre il sindaco comunale eraSantagostino. Erano Rumeni eUngheresi, richiesti dai fittabili delpaese e delle cascine per i lavori agri-coli nelle nostre campagne. Besate era un paese agricolo e i fitta-bili che conducevano le aziende agri-cole erano una ventina oltre i numero-si coltivatori diretti. Molti besatesiricordavano i prigionieri ma nessunoha saputo dire se la manodopera eraretribuita o dovuta. Un gruppo consi-stente lavorava alla cascina Cantaranacondotta dal fittabile Maldifassi.Mia madre, Rosa Belloni classe 1903,ricordava bene alcuni di questi giova-ni lavoratori alla cascina Cantarana ediceva sempre che erano benvoluti datutti, cioè dai fittabili, dai contadini coiquali lavoravano e dai besatesi. Nonesisteva ombra di inimicizia fra di loroe quando con le sue sorelle Maria,

Angelina e Carolina si recava alloZerbo perché era domenica, li vedevain lontananza e sventolavano le maniin segno di saluto. Ricordo questa suafrase gh’èvan no la fàcia catìva delnemìs!.Oggi… questo banale ricordo di miamadre, mi ha riportato quello che idiari della Grande Guerra hanno cele-brato come LA TREGUA DI NATALE.“La pace, la pace tra i soldati anchesolo per qualche ora, nella notte piùmagica di tutte. “Qualcuno cominciò aintonare un canto di Natale e tuttiseguirono come potevano e sapevano.Anche se parlavamo lingue diverse,capimmo cosa significava” Un gesto dipace ignorato dagli Alti Comandi edalla Corte Marziale e che rimase soloun ricordo. “Un vero lampo di luce e diamore nella notte dell’ odio di tutti igiorni.”Nonostante le varie testimonianzelegate all’ accaduto, la Tregua diNatale del 1914 è stata riscopertasolo recentemente.

(da HISTORY- nov.2013)

Besate accoglie i prigionieri di guerra

d’argento con la seguente motiva-zione “Comandante di Compagniamitragliatrici usciva risolutamenteall’attacco con il proprioComandante di Battaglione, sottoviolentissimo bombardamento eraffiche intense di mitragliatriciavversarie: trascinava con l’esem-pio fanti e mitraglieri all’assalto econ grande sprezzo di pericolo rag-giungeva l’obiettivo assegnato allacolonna. Bella figura diCondottiero.” Roccioni AbeteSolarolo 24 e 25 ottobre 1918.

PIETRA FRANCESCO

Nato a Besate nel 1893 decorato conmedaglia d’ argento nel 1916 colpitoa morte in una azione militare.SCRITTO del 1916 indirizzato all’amica Luisa Cazzaniga di Ab -biategrasso. PIETRA aveva 23 anni.“….per ora, quieti nelle trincee e imiei poveri sky quasi sempreimmobili nelle cabine han l’aria didue ali stroncate. Me ne servo tal-volta ma per mio svago; la primavolta che mi sono avventurato fuoridalla cerchia dei reticolati gliaustriaci mi hanno onorato di dueskrapuels…… E’ gente stupidacome le oche, si sono lasciati pren-dere nel ricovero come si prendonole marmotte. Diversivo frequente èil passaggio dei Russi che vengonoa consegnarsi qui…… Il nostroReggimento non ne ha lasciato unonelle loro grinfie e i nostri mortitutti dormono in un piccolo cimite-ro nel folto del bosco. Del nostrosoldato sono entusiasta: piemonte-si, meridionali, anche lombardi,abbiatensi no …… Dove siamo?Se la censura non lo vietasse!! Lotroverà nelle mie poesie che Leinviai. Intanto, ecco delle fotografieche le parleranno della nostra vitae di questi ghiacciai…”

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 11

Page 12: Piazza del Popolo Edizione speciale

12I N M E M O R I A M

E D I Z I O N E S P E C I A L E

Piazza del Popolo ‘98

� Mentre la patriaesalta il sacrificiodella vita di una gio-ventù immolata aldovere verso laNazione, le madripiangono i figli, i figlii loro padri, le sposeil loro sposo… Ora,possiamo soltantoricordarli sperandoin un futuro diverso.La mia attenzione èdedicata alle Mam -me di tutti i Cadutiche con un doloremai sopito, senzaneppure un encomioe la minima ricono-scenza… hannorappresentato conaltissima dignità ilvalore dei propricari, vittime dellaguerra. La patria premiasolo e soltanto il valore militare. Ma sono emerse in loro qualità impor-tanti: la fede cristiana, il coraggio,l‘abnegazione… eroismi nati con laguerra, per la guerra, taciti e pazienti.Meritevoli non meno di quelli militari.Gloria al soldato! Gloria alle madri: a

quei fiori profumati di bontà che nel-l’oscurità del focolare domestico pre-gavano… piangevano… speravano. Non dimenticherò mai quella nonnache mentre mi leggeva l’ultima lette-ra del figlio, bagnava di lacrime ilfoglio ingiallito dal tempo.

Non dimenticheròmai quei diari di guerra delle dodi-ci battagliedell’Isonzo “…gliItaliani giacciono unoaccanto all’ altro sulcampo di battaglia”.Un campo nero….La riflessione va lon-tano e mi fa vederedue Italie: quelladella patria e del-l’esaltazione patriot-tica, quella delleMadri che apparten-gono alla sfera emo-tiva ed affettiva eche è la dimensionedell’esistenza. La più vera perché èquella dell’uomo, èquella di un’anima.La patria vuole laguerra ma il nomestesso è già indice di

un destino. La Madre vuole la pace.Ma non la pace funebre. “Quella pace

che porta gioia, come un rogo cheannulla tutte le reliquie insanguinatedella terra e gli abiti militari intrisi disangue”. (dal Profeta Isaia)

“Dal fante al cappellano.tutto l’eroismo

del popolo italiano.”Un dolore mai sopito

In memoria dei nostri Caduti besatesi sia della prima che della seconda guerra mondiale, ho scelto un brano di JOSEF HOLZER dal suo libro E DIO DISSE.

I NOSTRI CADUTI BESATESI

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 12

Page 13: Piazza del Popolo Edizione speciale

13I N M E M O R I A M

F E B B R A I O 2 0 1 4

Piazza del Popolo ‘98

� Mentre la patriaesalta il sacrificiodella vita di una gio-ventù immolata aldovere verso laNazione, le madripiangono i figli, i figlii loro padri, le sposeil loro sposo… Ora,possiamo soltantoricordarli sperandoin un futuro diverso.La mia attenzione èdedicata alle Mam -me di tutti i Cadutiche con un doloremai sopito, senzaneppure un encomioe la minima ricono-scenza… hannorappresentato conaltissima dignità ilvalore dei propricari, vittime dellaguerra. La patria premiasolo e soltanto il valore militare. Ma sono emerse in loro qualità impor-tanti: la fede cristiana, il coraggio,l‘abnegazione… eroismi nati con laguerra, per la guerra, taciti e pazienti.Meritevoli non meno di quelli militari.Gloria al soldato! Gloria alle madri: a

quei fiori profumati di bontà che nel-l’oscurità del focolare domestico pre-gavano… piangevano… speravano. Non dimenticherò mai quella nonnache mentre mi leggeva l’ultima lette-ra del figlio, bagnava di lacrime ilfoglio ingiallito dal tempo.

Non dimenticheròmai quei diari di guerra delle dodi-ci battagliedell’Isonzo “…gliItaliani giacciono unoaccanto all’ altro sulcampo di battaglia”.Un campo nero….La riflessione va lon-tano e mi fa vederedue Italie: quelladella patria e del-l’esaltazione patriot-tica, quella delleMadri che apparten-gono alla sfera emo-tiva ed affettiva eche è la dimensionedell’esistenza. La più vera perché èquella dell’uomo, èquella di un’anima.La patria vuole laguerra ma il nomestesso è già indice di

un destino. La Madre vuole la pace.Ma non la pace funebre. “Quella pace

che porta gioia, come un rogo cheannulla tutte le reliquie insanguinatedella terra e gli abiti militari intrisi disangue”. (dal Profeta Isaia)

“Dal fante al cappellano.tutto l’eroismo

del popolo italiano.”Un dolore mai sopito

In memoria dei nostri Caduti besatesi sia della prima che della seconda guerra mondiale, ho scelto un brano di JOSEF HOLZER dal suo libro E DIO DISSE.

…nella discendenza di Seth, l’umanità cercò di rimanere in contatto con Dio finché però pure essa precipitò nelle cose

del mondo e fu annientata con una catastrofe.Al tempo di Noè, Dio annientò

tutto il resto dell’umanità: ora invece lascia che assieme all’eletto continui

a prosperare anche il resto dell’umanità come la zizzania del Vangelo.

Dio non vuole più distruggere il cattivo con il buono ma lascia che ambedue crescano

insieme fino al periodo della mietitura.I loro nomi gloriosi sono scritti sulla lapide della vecchia scuola elementare, sull’altare

della Patria nel nostro Camposanto, sono scritti sulla Campana dei Cadutiche

ogni sera suona i rintocchi dell’Ave Mqria. Sono scritti nel nostro cuore.

I NOSTRI CADUTI BESATESI

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 13

Page 14: Piazza del Popolo Edizione speciale

14I N M E M O R I A MPiazza del Popolo ‘98

Monumento in Piazza del Popolo - anno 1925

Costituzione Comitato per le Onoranze ai Caduti - anno 1923

Acquisto della Bandiera Nazionale - anno 1923

Campana dei Caduti

Lapidi commemorative in via Duca Uberto sull’edificio che ospitava le vecchie scuole

Intestazione di alcune strade del paese: via 4 novembre - via Trieste - vicolo Cesare Battisti (martire dell’IRREDENTISMO italiano)

via Angelo Mainetti (besatese, capitano medaglia d’argento)vicolo Francesco Pietra (besatese, medaglia d’argento)

Commemorazione annuale con rito della S. Messa e corona di alloro. Nella S. Messa di commemorazione i NOMI dei CADUTI BESATESI

vengono enunciati ad alta voce dal Sindaco del paese.

Devozione delle madri e mogli dei soldati a S. Innocente martire, soldato della Legione tebea con relativo “festone” alla prima domenica di settembre.

BESATE AI SUOI CADUTI

� ANNI ’60. La seconda guerramondiale era finita da tempo e glistormi dei bombardieri che volavano abassa quota oramai erano un ricordo.Attorno al campanile della chiesa di S.Michele Arcangelo volavano stormi dirondini. E tornare a guardare il volo delle ron-dini era la più bella immagine dellaspensieratezza e dell’auspicio verso

tempi infinitamente lontani e futuri.Sotto il campanile: un sagrato che eraun’oasi di pace e di silenzio. Era statoil nostro riparo in momenti di panicoquando i lampi delle mitragliatrici chesparavano da lontano, volavano perl’aria. Qui, proprio qui… fu preparatoun altare per la solenne benedizionedi una CAMPANA GLORIOSA la cam-pana dei CADUTI su cui erano incisi

come tante ferite sanguinanti i nomidei Caduti besatesi: 46! Suonerà perloro la campana! Ogni giorno. Ognimattina. Ogni sera.Suonerà l’AVE MARIA a perenne ricor-do di questi nostri giovani morti suicampi di battaglia e che passarono tranoi così brevemente… Un salutocommovente ed amico: il frutto dellapietà cittadina e cristiana.

La campana dei caduti

Don Luigi Orlandi benedice la Campana dei Caduti.

E D I Z I O N E S P E C I A L EVai Aquilino - guerra di Libia

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 14

Page 15: Piazza del Popolo Edizione speciale

I N M E M O R I A MPiazza del Popolo ‘98

Monumento in Piazza del Popolo - anno 1925

Costituzione Comitato per le Onoranze ai Caduti - anno 1923

Acquisto della Bandiera Nazionale - anno 1923

Campana dei Caduti

Lapidi commemorative in via Duca Uberto sull’edificio che ospitava le vecchie scuole

Intestazione di alcune strade del paese: via 4 novembre - via Trieste - vicolo Cesare Battisti (martire dell’IRREDENTISMO italiano)

via Angelo Mainetti (besatese, capitano medaglia d’argento)vicolo Francesco Pietra (besatese, medaglia d’argento)

Commemorazione annuale con rito della S. Messa e corona di alloro. Nella S. Messa di commemorazione i NOMI dei CADUTI BESATESI

vengono enunciati ad alta voce dal Sindaco del paese.

Devozione delle madri e mogli dei soldati a S. Innocente martire, soldato della Legione tebea con relativo “festone” alla prima domenica di settembre.

BESATE AI SUOI CADUTI

15

F E B B R A I O 2 0 1 4

� ANNI ’60. La seconda guerramondiale era finita da tempo e glistormi dei bombardieri che volavano abassa quota oramai erano un ricordo.Attorno al campanile della chiesa di S.Michele Arcangelo volavano stormi dirondini. E tornare a guardare il volo delle ron-dini era la più bella immagine dellaspensieratezza e dell’auspicio verso

tempi infinitamente lontani e futuri.Sotto il campanile: un sagrato che eraun’oasi di pace e di silenzio. Era statoil nostro riparo in momenti di panicoquando i lampi delle mitragliatrici chesparavano da lontano, volavano perl’aria. Qui, proprio qui… fu preparatoun altare per la solenne benedizionedi una CAMPANA GLORIOSA la cam-pana dei CADUTI su cui erano incisi

come tante ferite sanguinanti i nomidei Caduti besatesi: 46! Suonerà perloro la campana! Ogni giorno. Ognimattina. Ogni sera.Suonerà l’AVE MARIA a perenne ricor-do di questi nostri giovani morti suicampi di battaglia e che passarono tranoi così brevemente… Un salutocommovente ed amico: il frutto dellapietà cittadina e cristiana.

La campana dei caduti

Don Luigi Orlandi benedice la Campana dei Caduti.segue �

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 15

Page 16: Piazza del Popolo Edizione speciale

16 Piazza del Popolo ‘98I N M E M O R I A M

E D I Z I O N E S P E C I A L E

Caro concittadino, ora che sai…quando senti suonare i rintocchidell’Ave Maria… fermati! Rivolgi iltuo pensiero a chi partì per la guer-ra in un giorno lontano e non tornòpiù. Morì in terra straniera e nellasolitudine dell’ignoto. Morì sotto uncielo di fuoco e senza neppure unabara, senza gli onori militari e allor-quando il suo cuore era strapieno disogni.Il saluto di questa campana al gior-no che nasce e che muore è per noicome un poema. E’ il canto dellanostra fraternità. Dice uno storico:“nel corso della pace sono i figli adare sepoltura ai padri. Nel corsodella guerra sono i padri a daresepoltura ai figli.”E a Besate… un padre e una madredi nome Rovellaschi diedero sepol-tura col pensiero a due figli: Luigi eAntonio. ROVELLASCHI come EROI. Ilparroco don Luigi Orlandi insiemealla cittadinanza aveva deciso perquesta nobile iniziativa.Ora la campana suona anche perdon LUIGI ORLANDI, il parroco checondivise con tutti noi le angoscedella guerra. Diceva una sorella delbersagliere Chiappini Domenico,morto sul fronte greco: “quando lacampana suonò per la primavolta… ricordo! Provai un senti-mento di affetto raccolto e geloso.Mi stringevo la testa fra le mani…perché rivedevo quel suo volto e nonsapevo come dire il mio dolore…”La campana dei Caduti è sulla torredel campanile e la si può toccaresolo col desiderio! Ma anche dall’alto, dal suo tronodove è collocata ci racconta unastoria quasi incredibile. Una storiad’Amore che il popolo besateseebbe per i suoi figli.

Lapide commemorativa

Lapide commemorativa

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 16

Page 17: Piazza del Popolo Edizione speciale

17I N M E M O R I A M

Piazza del Popolo ‘98

Urna di S. Innocente

Altare della Patria

Lapide commemorativa

Lapide commemorativa

F E B B R A I O 2 0 1 4

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 17

Page 18: Piazza del Popolo Edizione speciale

18

E D I Z I O N E S P E C I A L E

Piazza del Popolo ‘98I N M E M O R I A M

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 18

Page 19: Piazza del Popolo Edizione speciale

19Piazza del Popolo ‘98

F E B B R A I O 2 0 1 4

I N M E M O R I A M

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 19

Page 20: Piazza del Popolo Edizione speciale

20

E D I Z I O N E S P E C I A L E

Piazza del Popolo ‘98I N M E M O R I A M

� Grande guerra! Ancora oggi,dopo cento anni, è un grido cherisuona nella mente e nel cuore diNoi tutti. E’ il grido di richiamo allamemoria di milioni di vite spezzatesul campo di battaglia nel fior fioredegli anni. Vite di giovani e giovanis-simi provati da un destino di guerra. La via che vogliamo percorrere oggiè quella del ricordo ma è un accosta-mento ad un mondo lontano neltempo e nello spazio e fra tantemiserie umane. Il ritorno su questoscenario dal Tonale a Capodistria… l’imbattersi nelle vestigia di un conflit-to è sempre una grande emozione.Ma il sacrificio silenzioso ed inno-cente di una gioventù sacrificata allapatria, mi investe e se la guerra èmaledetta da sempre come Sodoma,benedetta è invece questa genera-zione di “stirpe aurea” che ha datonon molto ma tutto per la bandieradell’Unità dell’Italia.La sofferenza di quelle madri fu infi-nita come l’universo. Le loro lacrimebrillarono come perle. Il loro dolore!Come il fuoco che bruciava ma nonriscaldava…MONTEGRAPPA CARSO ADAMELLOS. MICHELE…. evocatori di gloria e ditragedia. Sono nomi incisi dentro diNoi. Noi! che in questo mondo…siamo arrivati decenni dopo.ALPINI del GRAPPA! FANTI delCARSO! GRANATIERI ! ARTIGLIERI!CORAZZIERI! SOLDATI di TUTTE LEARMI! DISPERSI fra i ghiacciaidell’Adamello e mai ritrovati !

RACCONTERETE SEMPREquesta pagina di storia dolorosa chevi ha condotto alla pace eterna! Comei Santi! “Una nube dorata le cui gocceriflettono la luce del sole che è Dio!”(dalla lettera agli Ebrei).Davanti a VOI… sull’ altare dellapatria, le nostre mani sono vuote etremanti, non avendo potuto NOI

asciugare né una lacrima, né dissol-vere un dolore! Ci sarà sempre qual-cuno anche fra le generazioni futureche parlerà di VOI e di un cimitero dighiaccio sull’Adamello che ancoraoggi dopo un secolo, restituisce ritro-vamenti di cadaveri. Si parlerà di VOIin “saecula saeculorum”.

Cento anni dopo1914 - 2014

La grande guerraIl teologo tedesco DIETRICH BONHOEFFER morto martire sotto il nazismo nel 1945, scrive

“Facciamo silenzio prima di ascoltare la parola di Dio…

Facciamo silenzio dopo l’ascolto della parola di Dio

perché essa parla ancora e vive e dimora in Noi.”

Facciamo nostre queste bellissime parole e prepariamoci, prima di aprire queste pagine, a quelsilenzio interiore che ci farà sentire strettamente vicini ai protagonisti.Entriamo in un mondo a noi tutti molto caro perché ci conduce ai nostri affetti perduti per sem-pre. Ci conduce in quel mondo di dolore dove il cristiano sente Dio con lui e dove il non creden-te avverte il segno del Mistero. Il nostro silenzio sarà la nostra preghiera.

Silenzio

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 20

Page 21: Piazza del Popolo Edizione speciale

21

F E B B R A I O 2 0 1 4

Piazza del Popolo ‘98I N M E M O R I A M

� Grande guerra! Ancora oggi,dopo cento anni, è un grido cherisuona nella mente e nel cuore diNoi tutti. E’ il grido di richiamo allamemoria di milioni di vite spezzatesul campo di battaglia nel fior fioredegli anni. Vite di giovani e giovanis-simi provati da un destino di guerra. La via che vogliamo percorrere oggiè quella del ricordo ma è un accosta-mento ad un mondo lontano neltempo e nello spazio e fra tantemiserie umane. Il ritorno su questoscenario dal Tonale a Capodistria… l’imbattersi nelle vestigia di un conflit-to è sempre una grande emozione.Ma il sacrificio silenzioso ed inno-cente di una gioventù sacrificata allapatria, mi investe e se la guerra èmaledetta da sempre come Sodoma,benedetta è invece questa genera-zione di “stirpe aurea” che ha datonon molto ma tutto per la bandieradell’Unità dell’Italia.La sofferenza di quelle madri fu infi-nita come l’universo. Le loro lacrimebrillarono come perle. Il loro dolore!Come il fuoco che bruciava ma nonriscaldava…MONTEGRAPPA CARSO ADAMELLOS. MICHELE…. evocatori di gloria e ditragedia. Sono nomi incisi dentro diNoi. Noi! che in questo mondo…siamo arrivati decenni dopo.ALPINI del GRAPPA! FANTI delCARSO! GRANATIERI ! ARTIGLIERI!CORAZZIERI! SOLDATI di TUTTE LEARMI! DISPERSI fra i ghiacciaidell’Adamello e mai ritrovati !

RACCONTERETE SEMPREquesta pagina di storia dolorosa chevi ha condotto alla pace eterna! Comei Santi! “Una nube dorata le cui gocceriflettono la luce del sole che è Dio!”(dalla lettera agli Ebrei).Davanti a VOI… sull’ altare dellapatria, le nostre mani sono vuote etremanti, non avendo potuto NOI

asciugare né una lacrima, né dissol-vere un dolore! Ci sarà sempre qual-cuno anche fra le generazioni futureche parlerà di VOI e di un cimitero dighiaccio sull’Adamello che ancoraoggi dopo un secolo, restituisce ritro-vamenti di cadaveri. Si parlerà di VOIin “saecula saeculorum”.

Cento anni dopo1914 - 2014

La grande guerraIl teologo tedesco DIETRICH BONHOEFFER morto martire sotto il nazismo nel 1945, scrive

“Facciamo silenzio prima di ascoltare la parola di Dio…

Facciamo silenzio dopo l’ascolto della parola di Dio

perché essa parla ancora e vive e dimora in Noi.”

Facciamo nostre queste bellissime parole e prepariamoci, prima di aprire queste pagine, a quelsilenzio interiore che ci farà sentire strettamente vicini ai protagonisti.Entriamo in un mondo a noi tutti molto caro perché ci conduce ai nostri affetti perduti per sem-pre. Ci conduce in quel mondo di dolore dove il cristiano sente Dio con lui e dove il non creden-te avverte il segno del Mistero. Il nostro silenzio sarà la nostra preghiera.

Silenzio

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 21

Page 22: Piazza del Popolo Edizione speciale

22I N M E M O R I A MPiazza del Popolo ‘98

E D I Z I O N E S P E C I A L E

BOLLETTINO DI GUERRA n°1268 del 4 novembre 1918 - ORE 12La guerra contro l’Austria - Ungheria, che sottol’alta guida di sua di S. M. IL RE-DUCE SUPREMO-L’ ESERCITO ITALIANO, inferiore per numero e permezzi, iniziò il 24 maggio 1915

e con fede incrollabile e tenace valore condusseininterrotta ed asprissima per 41 mesi,

E’ VINTA.Il Corriere della SERA del 5 novembre, pubblica ilbollettino della vittoria firmato ARMANDO DIAZ. L’ armistizio finale fu firmato a VILLA GIUSTI.

4 Novembre 1918

� Dopo la ritirata di CAPORETTO lamobilitazione raggiunse il numero di 27classi di leva e si arrivò fino alla classedel 1899: i giovanissimi! L’esercito italia-no poteva contare su cinque milioni emezzo di combattenti di cui 680.000caddero sul campo di battaglia. Un milio-ne e mezzo tornarono feriti e mutilati.Mio padre: Butti Angelo classe 1899 erauno di questi giovanissimi.Partì nell’ottobre 1915 per Villa Opicina diTrieste. La seconda tappa fu a Malcesine,sul lago di Garda, sulla linea difensiva delfronte italiano dopo Caporetto; poi a Pisa,in convalescenza dalla malaria contrattaal fronte. Era un fante! Un fante che nonera mai andato oltre la città di Milano,

come quasi tutti gli Italiani di quel tempo.Nella norma c’erano anche tante altrecose: il senso del dovere, la rassegnazio-ne, forse anche l’amor di patria? Io nedubito. Ma… era pur sempre un giovanedi quell’Italia contadina! Era un fante!Ma... della guerra sapeva solo e soltantoche si doveva conquistare Trento eTrieste perché ciò era nel comune senti-re. Pronto ad andare a piedi da Besate aTrieste …perché lui era della classe dei“Ragazzi del ’99”. Sì, da Besate aTrieste… ma non per sparare e morire!Da Besate a Trieste… non per far pian-gere e soffrire! Non per affrontare la tem-pesta del fuoco!... Chissà se almeno incuor suo, provò a maledire l’esercito, le

armi, la guerra. Non te lo diceva ma laribellione era tutta negli occhi anzichénella parola! C’era quella maledetta voceche diceva “Va’”! Attendevi la chiamatanel tuo paesello natìo e senza pensare aldomani, anche senza quella sicuracoscienza di sé e senza essere il patrio-ta, andavi e non tornavi .Sapevano tuttiche doveva essere la guerra “lampo”…durata poi 41 mesi. Sapeva che gliavrebbero consegnato il moschetto Mod.91 lungo m.1’29. Sapeva bene che ilfante era un soldato che andava al fron-te. Amen e Così sia!Della guerra dunque, non sapeva UN BELNIENTE!!!E tutti i soldati erano come lui!

QUEI RAGAZZI DELLA CLASSE 1899Testimonianze personali

Soldati di terra e di mare! L’ora solenne di rivendi-cazioni nazionali è suonata. Seguendo l’esempiodel mio grande AVO, assumo oggi il comando delleForze di terra e di mare con sicura fede nella vitto-

ria che il Vostro valore, la Vostra abnegazione, laVostra disciplina sapranno conseguire. SOLDATI! AVoi la gloria di piantare il tricolore sui terreni sacriche la Natura pose a confine della Patria nostra.

24 Maggio 1915: l’ Italia dichiara GUERRAIL DISCORSO DI VITTORIO EMANUELE

Reduci besatesi - Butti Angelo è il 4° in prima fila da sinistra.

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 22

Page 23: Piazza del Popolo Edizione speciale

23I N M E M O R I A M

F E B B R A I O 2 0 1 4

Piazza del Popolo ‘98

BOLLETTINO DI GUERRA n°1268 del 4 novembre 1918 - ORE 12La guerra contro l’Austria - Ungheria, che sottol’alta guida di sua di S. M. IL RE-DUCE SUPREMO-L’ ESERCITO ITALIANO, inferiore per numero e permezzi, iniziò il 24 maggio 1915

e con fede incrollabile e tenace valore condusseininterrotta ed asprissima per 41 mesi,

E’ VINTA.Il Corriere della SERA del 5 novembre, pubblica ilbollettino della vittoria firmato ARMANDO DIAZ. L’ armistizio finale fu firmato a VILLA GIUSTI.

4 Novembre 1918

� Dopo la ritirata di CAPORETTO lamobilitazione raggiunse il numero di 27classi di leva e si arrivò fino alla classedel 1899: i giovanissimi! L’esercito italia-no poteva contare su cinque milioni emezzo di combattenti di cui 680.000caddero sul campo di battaglia. Un milio-ne e mezzo tornarono feriti e mutilati.Mio padre: Butti Angelo classe 1899 erauno di questi giovanissimi.Partì nell’ottobre 1915 per Villa Opicina diTrieste. La seconda tappa fu a Malcesine,sul lago di Garda, sulla linea difensiva delfronte italiano dopo Caporetto; poi a Pisa,in convalescenza dalla malaria contrattaal fronte. Era un fante! Un fante che nonera mai andato oltre la città di Milano,

come quasi tutti gli Italiani di quel tempo.Nella norma c’erano anche tante altrecose: il senso del dovere, la rassegnazio-ne, forse anche l’amor di patria? Io nedubito. Ma… era pur sempre un giovanedi quell’Italia contadina! Era un fante!Ma... della guerra sapeva solo e soltantoche si doveva conquistare Trento eTrieste perché ciò era nel comune senti-re. Pronto ad andare a piedi da Besate aTrieste …perché lui era della classe dei“Ragazzi del ’99”. Sì, da Besate aTrieste… ma non per sparare e morire!Da Besate a Trieste… non per far pian-gere e soffrire! Non per affrontare la tem-pesta del fuoco!... Chissà se almeno incuor suo, provò a maledire l’esercito, le

armi, la guerra. Non te lo diceva ma laribellione era tutta negli occhi anzichénella parola! C’era quella maledetta voceche diceva “Va’”! Attendevi la chiamatanel tuo paesello natìo e senza pensare aldomani, anche senza quella sicuracoscienza di sé e senza essere il patrio-ta, andavi e non tornavi .Sapevano tuttiche doveva essere la guerra “lampo”…durata poi 41 mesi. Sapeva che gliavrebbero consegnato il moschetto Mod.91 lungo m.1’29. Sapeva bene che ilfante era un soldato che andava al fron-te. Amen e Così sia!Della guerra dunque, non sapeva UN BELNIENTE!!!E tutti i soldati erano come lui!

QUEI RAGAZZI DELLA CLASSE 1899Testimonianze personali

Soldati di terra e di mare! L’ora solenne di rivendi-cazioni nazionali è suonata. Seguendo l’esempiodel mio grande AVO, assumo oggi il comando delleForze di terra e di mare con sicura fede nella vitto-

ria che il Vostro valore, la Vostra abnegazione, laVostra disciplina sapranno conseguire. SOLDATI! AVoi la gloria di piantare il tricolore sui terreni sacriche la Natura pose a confine della Patria nostra.

24 Maggio 1915: l’ Italia dichiara GUERRAIL DISCORSO DI VITTORIO EMANUELE

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 23

Page 24: Piazza del Popolo Edizione speciale

Dalle lettere di guerra � La lettera è stata ritrovataquarant’anni dopo, vicino alleossa di un attendente del sottote-nente Adolfo Ferrero morto nellabattaglia sull’Ortigara.“Cari genitori, qui fra 5 ore saràun inferno. Tremerà la terra,s’oscurerà il cielo, una densa cali-gine coprirà ogni cosa. Rombi,tuoni e boati risuoneranno fraquesti morti, cupi come le esplo-sioni che in questo istante mede-simo sento in lontananza. Vorreidirvi tante cose ma voi le immagi-nate. Vi amo… Vi amo tutti. Dareiun tesoro per poter rivedervi. Manon posso. Il mio cieco destinonon vuole.”

Besatesi classe 1898 alle armi: Codegoni Carlo, Botta Eugenio, Villa Carlo, Cristini Pietro, Meazza Emilio, Gomaraschi Battista,Carcassola Riccardo.

24

E D I Z I O N E S P E C I A L E

Piazza del Popolo ‘98I N M E M O R I A M

Un rocolo attorno al nostro Angiolin di sedici anni!“ Piangeranno anche i sassi” Cosa vuoi fare? L’è ‘na roeva che gira!

Fa’ dietro-front e tàja la corda se… Quàrciat ben che sul m. Baldo… fa frècc Prendi questa brancata de castègn sècch invoca semper Mater Salvatoris bèva un bicerin di questo vinello, l’è cume un rosoli à la tu màma ga trèma

al barbàrott, pòra Maria! Prega la Madona del GERB che l’è la Madona di Besaràtt ti, che ta sé bon… scriva, scriva.. scriva… Noi… in d’la nostra curt fèm la nuvèna

per al nostar Angiolin…. Proprio cul coeur in di man!

Tanta spontaneità e tenerezza… suscitano commozione anche dopo cento anni. Partì per la guerra ragazzo imberbe e taciturno per lo sconforto. Tornò dalla guerra nel settembre 1919 a suo dire,

vecchio, più vecchio di suo padre Dionigi classe 1870.

Il saluto del vicinato, nel cortile di via Roma 5 dove abitava, dai ricordi della sorella Santina che aveva dodici anni. Faccio uso delle stesse sue parole ed espressioni

per non alterare tutta la genuinità.

Il primo caduto della grande guerra

23 Maggio 1915: l’ordine era di raggiungere la linea dell’ ISONZO. In quell’ alba del 24 maggio, la modesta resistenza nemica…

uno scambio di fucilate, provoca il primo CADUTO della guerra 1915-1918. Fu un alpino italiano.

Il suo nome è passato alla storia RICCARDO DI GIUSTO del Battaglione Cividale - 8° Regg. fulminato da una fucilata

sulla fronte, sparata da un finanziere austriaco che si era appostato dietro ad un cespuglio.

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 24

Page 25: Piazza del Popolo Edizione speciale

Dalle lettere di guerra � La lettera è stata ritrovataquarant’anni dopo, vicino alleossa di un attendente del sottote-nente Adolfo Ferrero morto nellabattaglia sull’Ortigara.“Cari genitori, qui fra 5 ore saràun inferno. Tremerà la terra,s’oscurerà il cielo, una densa cali-gine coprirà ogni cosa. Rombi,tuoni e boati risuoneranno fraquesti morti, cupi come le esplo-sioni che in questo istante mede-simo sento in lontananza. Vorreidirvi tante cose ma voi le immagi-nate. Vi amo… Vi amo tutti. Dareiun tesoro per poter rivedervi. Manon posso. Il mio cieco destinonon vuole.”

Besatesi classe 1898 alle armi: Codegoni Carlo, Botta Eugenio, Villa Carlo, Cristini Pietro, Meazza Emilio, Gomaraschi Battista,Carcassola Riccardo.

25I N M E M O R I A M

Piazza del Popolo ‘98

F E B B R A I O 2 0 1 4

Un rocolo attorno al nostro Angiolin di sedici anni!“ Piangeranno anche i sassi” Cosa vuoi fare? L’è ‘na roeva che gira!

Fa’ dietro-front e tàja la corda se… Quàrciat ben che sul m. Baldo… fa frècc Prendi questa brancata de castègn sècch invoca semper Mater Salvatoris bèva un bicerin di questo vinello, l’è cume un rosoli à la tu màma ga trèma

al barbàrott, pòra Maria! Prega la Madona del GERB che l’è la Madona di Besaràtt ti, che ta sé bon… scriva, scriva.. scriva… Noi… in d’la nostra curt fèm la nuvèna

per al nostar Angiolin…. Proprio cul coeur in di man!

Tanta spontaneità e tenerezza… suscitano commozione anche dopo cento anni. Partì per la guerra ragazzo imberbe e taciturno per lo sconforto. Tornò dalla guerra nel settembre 1919 a suo dire,

vecchio, più vecchio di suo padre Dionigi classe 1870.

Il saluto del vicinato, nel cortile di via Roma 5 dove abitava, dai ricordi della sorella Santina che aveva dodici anni. Faccio uso delle stesse sue parole ed espressioni

per non alterare tutta la genuinità.

Il primo caduto della grande guerra

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 25

Page 26: Piazza del Popolo Edizione speciale

26

O T T O B R E 2 0 1 2

I N M E M O R I A M

E D I Z I O N E S P E C I A L E

Piazza del Popolo ‘98

Lettera inviata a Giovanni Carcassola di Besateda parte di un amico di nome Angelo D.

� “Caro Giovanni, scusami tantodel mio lungo silenzio causa di pocotempo ma non per questo ti abbiamodimenticato, anzi mi sei caro quanto ècaro un mio fratello. Ricevetti tutta la

tua corrispondenza e la tua ultima let-tera mi diceva che volevi fare doman-da di venire a casa. Magari fossedomani quel giorno sì caro di vedertifra noi.

Io troppo lo desidero e lo credo pros-simo. Credi Giovanni non passa notte se nonche sogno di te, tanto più ora chesiamo nella lotta elettorale, rammentoquando io ero in Calabria e tu sì caromi davi notizie. Questo, ora anch’io voglio fare altret-tanto. I candidati concorrenti sono treAvv. Gallina - Salterio - D’Aragona…W Salterio… Anche a Besate si scrivesui muri e si incendiano i manifestidel Gallina. Alla cooperativa distribuiscono ai fan-ciulli dei cappelli con la scritta wSalterio… A Besate sono morti Carlo (del Driss)Luigi (stradino)…” firmata Angelo D. Datata 19.10.1913.“D” potrebbe essere DE AMICI perchéAngelo De Amici era un cugino delCarcassola. “Il besatese Giovanni Carcassolacaporal maggiore mentre era in rico-gnizione con uno squadrone di caval-leria leggera il giorno di Pasqua 1913in Libia, si scontrò con indigeni e sol-dati turchi e si difese valorosamentepur ricevendo ferite in varie parti delcorpo, che lo obbligarono poi a unadegenza all’ospedale militare e al suoritorno fu accolto festosamente dalleautorità e dai compaesani.” Gli fu concessa una benemerenza perquesta Campagna di Libia. La letteraera indirizzata senz’altro all’ospedalemilitare dove Giovanni Carcassola eraricoverato.

Giovanni Carcassola

Le battaglie da incubo dove lasciarono la vita i soldati besatesi.

� IL CARSO: un altopiano dalla Carinzia alla Slovenia.Durante la prima guerra mondiale l’esercito italiano volevasorpassare il Carso che sbarrava la via per Trieste. Sull’ alti-piano della Bainsizza le truppe italiane costrinsero il nemicoa ripiegare su una linea arretrata tanto che l’esercito austro-ungarico non era più nelle condizioni di sostenere un nuovoattacco. Ma l’attacco finale fu rimandato a quella che sarà la

dodicesima battaglia dell’Isonzo.Sull’altopiano della BAINSIZZA morì ARESI ANTONIO fuVincenzo 1917.Sul CARSO: morirono AMBROSINI FRANCESCO fu Luigi 1918 MOTTINI LUIGI di Pietro 1916; NEGRI ALFREDO fu Angelo 1916Sul CARSO combattè il poeta Giuseppe Ungaretti che scrissela poesia dal titolo :

San Michele del Carso

ANNO 1915: fra S. Michele e S. Martino del Carso, si com-battè una battaglia particolarmente aspra ma con risultatimodesti.“All’alba del 29 giugno 1916 nella zona del S.Michele, fece la sua tragica apparizione un nuovo crudelemezzo di lotta: il gas asfissiante. Sorpresi nel sonno, in pochiminuti persero la vita 2700 uomini dell’ XI C0RPO D’ARMA-TA, mentre altri 4000 rimasero gravemente intossicati.Sul S. Michele lasciarono la vita:ARESI ROMEO fu FELICE 1915ABBIATI PIETRO fu ANTONIO 1915BOLIATI LUIGI di CARLO 1915BERTOIA CESARE 1916CAP. MAGG. DE AMICI ANGELO disperso 1916.

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 26

Page 27: Piazza del Popolo Edizione speciale

27

O T T O B R E 2 0 1 2

I N M E M O R I A M

F E B B R A I O 2 0 1 4

Piazza del Popolo ‘98

Lettera inviata a Giovanni Carcassola di Besateda parte di un amico di nome Angelo D.

� “Caro Giovanni, scusami tantodel mio lungo silenzio causa di pocotempo ma non per questo ti abbiamodimenticato, anzi mi sei caro quanto ècaro un mio fratello. Ricevetti tutta la

tua corrispondenza e la tua ultima let-tera mi diceva che volevi fare doman-da di venire a casa. Magari fossedomani quel giorno sì caro di vedertifra noi.

Io troppo lo desidero e lo credo pros-simo. Credi Giovanni non passa notte se nonche sogno di te, tanto più ora chesiamo nella lotta elettorale, rammentoquando io ero in Calabria e tu sì caromi davi notizie. Questo, ora anch’io voglio fare altret-tanto. I candidati concorrenti sono treAvv. Gallina - Salterio - D’Aragona…W Salterio… Anche a Besate si scrivesui muri e si incendiano i manifestidel Gallina. Alla cooperativa distribuiscono ai fan-ciulli dei cappelli con la scritta wSalterio… A Besate sono morti Carlo (del Driss)Luigi (stradino)…” firmata Angelo D. Datata 19.10.1913.“D” potrebbe essere DE AMICI perchéAngelo De Amici era un cugino delCarcassola. “Il besatese Giovanni Carcassolacaporal maggiore mentre era in rico-gnizione con uno squadrone di caval-leria leggera il giorno di Pasqua 1913in Libia, si scontrò con indigeni e sol-dati turchi e si difese valorosamentepur ricevendo ferite in varie parti delcorpo, che lo obbligarono poi a unadegenza all’ospedale militare e al suoritorno fu accolto festosamente dalleautorità e dai compaesani.” Gli fu concessa una benemerenza perquesta Campagna di Libia. La letteraera indirizzata senz’altro all’ospedalemilitare dove Giovanni Carcassola eraricoverato.

Giovanni Carcassola

Le battaglie da incubo dove lasciarono la vita i soldati besatesi.

� IL CARSO: un altopiano dalla Carinzia alla Slovenia.Durante la prima guerra mondiale l’esercito italiano volevasorpassare il Carso che sbarrava la via per Trieste. Sull’ alti-piano della Bainsizza le truppe italiane costrinsero il nemicoa ripiegare su una linea arretrata tanto che l’esercito austro-ungarico non era più nelle condizioni di sostenere un nuovoattacco. Ma l’attacco finale fu rimandato a quella che sarà la

dodicesima battaglia dell’Isonzo.Sull’altopiano della BAINSIZZA morì ARESI ANTONIO fuVincenzo 1917.Sul CARSO: morirono AMBROSINI FRANCESCO fu Luigi 1918 MOTTINI LUIGI di Pietro 1916; NEGRI ALFREDO fu Angelo 1916Sul CARSO combattè il poeta Giuseppe Ungaretti che scrissela poesia dal titolo :

San Michele del Carso

ANNO 1915: fra S. Michele e S. Martino del Carso, si com-battè una battaglia particolarmente aspra ma con risultatimodesti.“All’alba del 29 giugno 1916 nella zona del S.Michele, fece la sua tragica apparizione un nuovo crudelemezzo di lotta: il gas asfissiante. Sorpresi nel sonno, in pochiminuti persero la vita 2700 uomini dell’ XI C0RPO D’ARMA-TA, mentre altri 4000 rimasero gravemente intossicati.Sul S. Michele lasciarono la vita:ARESI ROMEO fu FELICE 1915ABBIATI PIETRO fu ANTONIO 1915BOLIATI LUIGI di CARLO 1915BERTOIA CESARE 1916CAP. MAGG. DE AMICI ANGELO disperso 1916.

SAN MARTINO DEL CARSO

Di queste case Non è rimastoChe qualche Brandello di muroDi tanti Che mi corrispondevanoNon è rimasto Neppure tanto

Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato.

Carcassola Carlo, morto sul Carso.

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 27

Page 28: Piazza del Popolo Edizione speciale

E D I Z I O N E S P E C I A L E

28I N M E M O R I A MPiazza del Popolo ‘98

La conquista del Monte NeroORGOGLIO e AMAREZZA! Ore 4,45 del 16 giugno 1915: la conquista del MONTENERO è compiuta. Prontezza operativa! Superiorità numerica! Ardimento deglialpini in alta quota!Fu questo, il primo attacco dopo il 24 maggio per raggiungere la linea dell’Isonzo.L’alpino Domenico Borella, subito dopo l’azione, scrisse la canzone .

Monte Nero - Monte Nero“Traditor della patria mia/ ho lasciato la casa mia/ per venirti a conquistar/ Per venirti a conquistare/ ho perduto tanti compagni/ tutti giovani sui vent’anni/ la sua vita non torna più/ Spunta l’ alba del 16 giugno/ comincia il fuoco d’ artiglieria/ terzo Alpini è sulla via/ Montenero a conquistar/ Arrivati a trenta metri/ dal costone trincerato/ con assalto disperato/ il nemico fu prigionier/ Il Colonnello che piangeva/ a veder tanto macello/ fatti coraggio alpino bello/ che l’onor sarà per te/”

Sul Monte Nero lasciò la vita VIGONI ALBERTO di Antonio 1915.

Sull’ Adamellola battaglia dei ghiacci

Battaglia dell’Ortigara

� Svernare in alta quota, oltre tremila metri, per conser-vare le posizioni conquistate, la sopravvivenza dei reparti di1500 uomini, non era affatto garantita. Non c’ erano prece-denti storici se non di qualche marcia. Ricoveri… barac-che… teleferiche… opere geniali. Il tutto, allacciato a trin-cee, camminamenti, al rifugio Garibaldi. Un baluardo indipen-dente ed attrezzato dovuto solo e soltanto ad un’ organizza-zione grandiosa e alla genialità degli alpini.L’attacco doveva essere per il 16 gennaio 1917 e per il gelonon poteva venire di notte ma in pieno giorno e suddiviso indiverse colonne. L’ora stabilita per l’attacco: 9:30 del 16 giu-gno! Un razzo sibilante era il segnale.La 242° Compagnia attaccò con tre plotoni. La 241°

Compagnia iniziò la scalata della parete. L’attacco dovevaessere avvolgente. Senza la Compagnia sciatori, l’attacconon sarebbe riuscito. Dall’Ufficio Storico: “senza la pressionecontinua, inesorabile della Compagnia sciatori, le altre colon-ne di attacco non sarebbero riuscite a condurre a termine lascalata e gettarsi sui difensori dalla vetta.”Alle 12:40, la 242° Compagnia del BATT. VAL BALTEA costrin-geva alla resa il presidio: nove alpini caduti in battaglia, 111feriti e molti prigionieri.Passò alla storia col nome di BATTAGLIA dei GHIACCI prepa-rata e realizzata in alta quota. Ma anche come Cimitero dighiaccio per il numero dei soldati dispersi sui ghiacciaidell’Adamello e mai ritrovati.

� 10-30 giugno 1917: una pagina di eroismo! Così, riferi-sce la storia. Padre Bevilacqua, sottotenente del BattaglioneStelvio, divenuto poi cardinale, così scrive: “Ortigara!Cattedrale di alpini, monumento del sacrificio umano, montedella nostra trasfigurazione”. Sulle pagine della RASSEGNAITALIANA: …”SULL’ ORTIGARA gli alpini scrissero pagine di

eroismo non umano, un libro intessuto con gli stracci di carnee con gli splendori dell’anima alpina”.“Meglio di tante pagine, parla la colonna spezzata con scrittoPER NON DIMENTICARE posta dai superstiti tra le rocce diquota 2105.” Il bilancio delle perdite sull’ORTIGARA di tutti ireparti impegnati nell’operazione è di oltre 23000 uomini.

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 28

Page 29: Piazza del Popolo Edizione speciale

29I N M E M O R I A M

F E B B R A I O 2 0 1 4

Piazza del Popolo ‘98

La conquista del Monte NeroORGOGLIO e AMAREZZA! Ore 4,45 del 16 giugno 1915: la conquista del MONTENERO è compiuta. Prontezza operativa! Superiorità numerica! Ardimento deglialpini in alta quota!Fu questo, il primo attacco dopo il 24 maggio per raggiungere la linea dell’Isonzo.L’alpino Domenico Borella, subito dopo l’azione, scrisse la canzone .

Monte Nero - Monte Nero“Traditor della patria mia/ ho lasciato la casa mia/ per venirti a conquistar/ Per venirti a conquistare/ ho perduto tanti compagni/ tutti giovani sui vent’anni/ la sua vita non torna più/ Spunta l’ alba del 16 giugno/ comincia il fuoco d’ artiglieria/ terzo Alpini è sulla via/ Montenero a conquistar/ Arrivati a trenta metri/ dal costone trincerato/ con assalto disperato/ il nemico fu prigionier/ Il Colonnello che piangeva/ a veder tanto macello/ fatti coraggio alpino bello/ che l’onor sarà per te/”

Sul Monte Nero lasciò la vita VIGONI ALBERTO di Antonio 1915.

Sull’ Adamellola battaglia dei ghiacci

Battaglia dell’Ortigara

� Svernare in alta quota, oltre tremila metri, per conser-vare le posizioni conquistate, la sopravvivenza dei reparti di1500 uomini, non era affatto garantita. Non c’ erano prece-denti storici se non di qualche marcia. Ricoveri… barac-che… teleferiche… opere geniali. Il tutto, allacciato a trin-cee, camminamenti, al rifugio Garibaldi. Un baluardo indipen-dente ed attrezzato dovuto solo e soltanto ad un’ organizza-zione grandiosa e alla genialità degli alpini.L’attacco doveva essere per il 16 gennaio 1917 e per il gelonon poteva venire di notte ma in pieno giorno e suddiviso indiverse colonne. L’ora stabilita per l’attacco: 9:30 del 16 giu-gno! Un razzo sibilante era il segnale.La 242° Compagnia attaccò con tre plotoni. La 241°

Compagnia iniziò la scalata della parete. L’attacco dovevaessere avvolgente. Senza la Compagnia sciatori, l’attacconon sarebbe riuscito. Dall’Ufficio Storico: “senza la pressionecontinua, inesorabile della Compagnia sciatori, le altre colon-ne di attacco non sarebbero riuscite a condurre a termine lascalata e gettarsi sui difensori dalla vetta.”Alle 12:40, la 242° Compagnia del BATT. VAL BALTEA costrin-geva alla resa il presidio: nove alpini caduti in battaglia, 111feriti e molti prigionieri.Passò alla storia col nome di BATTAGLIA dei GHIACCI prepa-rata e realizzata in alta quota. Ma anche come Cimitero dighiaccio per il numero dei soldati dispersi sui ghiacciaidell’Adamello e mai ritrovati.

� 10-30 giugno 1917: una pagina di eroismo! Così, riferi-sce la storia. Padre Bevilacqua, sottotenente del BattaglioneStelvio, divenuto poi cardinale, così scrive: “Ortigara!Cattedrale di alpini, monumento del sacrificio umano, montedella nostra trasfigurazione”. Sulle pagine della RASSEGNAITALIANA: …”SULL’ ORTIGARA gli alpini scrissero pagine di

eroismo non umano, un libro intessuto con gli stracci di carnee con gli splendori dell’anima alpina”.“Meglio di tante pagine, parla la colonna spezzata con scrittoPER NON DIMENTICARE posta dai superstiti tra le rocce diquota 2105.” Il bilancio delle perdite sull’ORTIGARA di tutti ireparti impegnati nell’operazione è di oltre 23000 uomini.

Sacrario al Passo del Tonale.

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 29

Page 30: Piazza del Popolo Edizione speciale

30

E D I Z I O N E S P E C I A L E

I N M E M O R I A MPiazza del Popolo ‘98

Battaglia di Caporetto24 ottobre 1917

� Gen. Cadorna: "la mancata resistenza dei reparti della IIArmata, vilmente ritiratasi senza combattere o ignominiosa-mente arresasi al nemico…” La sconfitta ebbe conseguenzemilitari e politiche con la formazione di un nuovo governo.Ma, la sconfitta era dovuta al crollo di un esercito stermina-to dal gas fosgene e l’esercito retrocedette sulla linea delPiave. Qui, si combattè una terribile battaglia d’arresto.

Il Generale Cadorna tuonò: o sul Piave si resiste, o ritornere-mo sotto il tallone austriaco.Attacchi e contrattacchi si susseguirono dal novembre 1917all’estate 1918. Una disperata resistenza che si può riassumere con iseguenti dati : 10.000 morti - 30.000 feriti - 265.000 prigio-nieri - 300.000 sbandati. Cadorna venne esonerato. I servizi alleati progettarono azio-

ni con il coinvolgimento di truppe d’assalto, esercito, popola-zione, aeronautica con l’uso del paracadute per trasportareinformatori in territorio nemico. Nessuno in Italia sapeva cosafosse il paracadute! La battaglia infuriò a Vittorio Veneto. Qui, i ragazzi del ’99compirono prodigi di valore nell’offensiva, tali… che avreb-bero portato alla vittoria.TRENTO e TRIESTE vennero liberate. Austria – Ungheriachiesero l’armistizio che venne firmato a Villa Giusti in Italiail 4 novembre 1918 .

Molte furono le medaglie d’oro assegnate ad ufficiali. Primo,ad Alessandro Tandura classe 1893 e nativo di VittorioVeneto, paracadutato nei pressi di Vittorio Veneto per operainformativa rischiosissima ma superata dopo insidie, perico-li e sacrifici d’ogni genere.

La trincea simbolo della grande guerra

� Sono ancora oggi visibili in molte località del Trentino.Erano fossati, camminamenti scavati nelle viscere dellaterra. Permettevano di sferrare gli attacchi a distanza sullalinea del fronte, rimanendo protetti.Permettevano di tagliare i reticolati del nemico senzaessere visti.Il fante strisciava a terra per raggiungere il reticolato e sidisponevano uno accanto all’altro, a ondate. Quando letrincee nemiche venivano distrutte, i soldati alzavano ilgrido “SAVOIA!”. Le prime furono quelle di YPRES nel 1914utilizzando i crateri dei bombardamenti.Fra le trincee dei due schieramenti, i cento o duecentometri di distanza erano considerati terra di nessuno. Era illuogo della passività e nello stesso tempo di una spasmo-

dica attesa dell’assalto.Un’esperienza infernale, seppelliti come topi, fra cadaverie moribondi e sporcizia… C’era chi moriva straziato damalattie e chi era infestato dai pidocchi…Ma la Grande Guerra fu guerra di posizione. Ecco le paro-le di un violinista, FRIZ KREISLER, vissuto per quattro set-timane in trincea: “un ipnotico stato d’animo, quando ci sitrova sulla linea del fuoco e ciò impedisce agli occhi dellamente di registrare e osservare le cose in maniera norma-le. C’è da dire che si è completamente rassegnati al pro-prio destino.”“L’incertezza del giorno dopo, tende a sminuire i dettagli ele condizioni di vita…”

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 30

Page 31: Piazza del Popolo Edizione speciale

31I N M E M O R I A M

Piazza del Popolo ‘98

F E B B R A I O 2 0 1 4

Battaglia di Caporetto24 ottobre 1917

� Gen. Cadorna: "la mancata resistenza dei reparti della IIArmata, vilmente ritiratasi senza combattere o ignominiosa-mente arresasi al nemico…” La sconfitta ebbe conseguenzemilitari e politiche con la formazione di un nuovo governo.Ma, la sconfitta era dovuta al crollo di un esercito stermina-to dal gas fosgene e l’esercito retrocedette sulla linea delPiave. Qui, si combattè una terribile battaglia d’arresto.

Il Generale Cadorna tuonò: o sul Piave si resiste, o ritornere-mo sotto il tallone austriaco.Attacchi e contrattacchi si susseguirono dal novembre 1917all’estate 1918. Una disperata resistenza che si può riassumere con iseguenti dati : 10.000 morti - 30.000 feriti - 265.000 prigio-nieri - 300.000 sbandati. Cadorna venne esonerato. I servizi alleati progettarono azio-

ni con il coinvolgimento di truppe d’assalto, esercito, popola-zione, aeronautica con l’uso del paracadute per trasportareinformatori in territorio nemico. Nessuno in Italia sapeva cosafosse il paracadute! La battaglia infuriò a Vittorio Veneto. Qui, i ragazzi del ’99compirono prodigi di valore nell’offensiva, tali… che avreb-bero portato alla vittoria.TRENTO e TRIESTE vennero liberate. Austria – Ungheriachiesero l’armistizio che venne firmato a Villa Giusti in Italiail 4 novembre 1918 .

Molte furono le medaglie d’oro assegnate ad ufficiali. Primo,ad Alessandro Tandura classe 1893 e nativo di VittorioVeneto, paracadutato nei pressi di Vittorio Veneto per operainformativa rischiosissima ma superata dopo insidie, perico-li e sacrifici d’ogni genere.

La trincea simbolo della grande guerra

� Sono ancora oggi visibili in molte località del Trentino.Erano fossati, camminamenti scavati nelle viscere dellaterra. Permettevano di sferrare gli attacchi a distanza sullalinea del fronte, rimanendo protetti.Permettevano di tagliare i reticolati del nemico senzaessere visti.Il fante strisciava a terra per raggiungere il reticolato e sidisponevano uno accanto all’altro, a ondate. Quando letrincee nemiche venivano distrutte, i soldati alzavano ilgrido “SAVOIA!”. Le prime furono quelle di YPRES nel 1914utilizzando i crateri dei bombardamenti.Fra le trincee dei due schieramenti, i cento o duecentometri di distanza erano considerati terra di nessuno. Era illuogo della passività e nello stesso tempo di una spasmo-

dica attesa dell’assalto.Un’esperienza infernale, seppelliti come topi, fra cadaverie moribondi e sporcizia… C’era chi moriva straziato damalattie e chi era infestato dai pidocchi…Ma la Grande Guerra fu guerra di posizione. Ecco le paro-le di un violinista, FRIZ KREISLER, vissuto per quattro set-timane in trincea: “un ipnotico stato d’animo, quando ci sitrova sulla linea del fuoco e ciò impedisce agli occhi dellamente di registrare e osservare le cose in maniera norma-le. C’è da dire che si è completamente rassegnati al pro-prio destino.”“L’incertezza del giorno dopo, tende a sminuire i dettagli ele condizioni di vita…”

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 31

Page 32: Piazza del Popolo Edizione speciale

32

E D I Z I O N E S P E C I A L E

I N M E M O R I A MPiazza del Popolo ‘98

Si chiamava CarloOrelli e si è spentoil 22.01.2005all’età di 110 anni,dopo aver ricevutodal Presidentedella RepubblicaCarlo AzeglioCiampi l’onorifi-cenza di GrandeUfficiale del -l’Ordine al Meritodella RepubblicaItaliana. Fu combattente con il poeta GiuseppeUngaretti, che scrisse la poesia SanMartino del Carso.Ne parlarono tutti i giornali con inter-viste. Eccone le sue parole: “…nonpenso mai a cosa ho fatto, se ero eroi-co o meno. Ho soltanto obbedito agliordini e fatto quello che mi hannocomandato di fare. Come uccidereun’altra persona che a me non aveva fattoniente. Si può punire chi è cattivo ma non chi èbuono. Invece la guerra è fatta così. Muore ilcattivo e anche il buono. E quando… muori.. tiseppelliscono e basta. Nessuno si ricorda piùdi te.”Dalla testimonianza di Carlo Orelli, residente aRoma dopo la guerra.

UNA GRANDE DATALEGGE DELLO STATO: dal 2005 in Italia non ci sono più soldati di leva ma VOLONTARI A FERMA PROLUNGATA e cioè unESERCITO PROFESSIONALE.

Viva l’ Italia !

CESARE BATTISTI

� L ‘IRREDENTISMO: dottrina politica che rivendicava iterritori di TRENTO e di TRIESTE etnicamente appartenentiall’ Italia ma politicamente sotto il dominio dell’ImperoAustro-Ungarico.Al grido appassionato di “VIVA L’ITALIA”! Morirono i tre“Irredentisti”

CESARE BATTISTIDAMIANO CHIESA NAZARIO SAURO

Vicende appassionate e dolorose! Storie di fede politica edi fede religiosa, storie di affetti. “Viva l’Italia!” è l’escla-mazione gridata in faccia ai fucilatori. Una morte spietatache negava con violenza gli ideali di libertà per cui si eranobattuti. Una morte che insultava la stessa loro giovinezza.Una “forma mentis” la loro che appartiene solo e soltantoall’eroismo: incrollabili nella fede e nel sacrificio!

� Nato a Trento il 4 febbraio 1875, morto a Trento il 12luglio 1916. Nato da Cesare e dalla nobildonna MariaTeresa Fogolari. Laureato nel 1898 in geografia. Si batteper l’autonomia delTrentino e per questo sifa eleggere deputato alParlamento di Vienna nel1911. Con la guerra austro-serba, si trasferisce inItalia e diventa subito unpropagandista per l’inter-vento italiano control’Austria. Con la dichiarazione diguerra dell’Italia, siarruola nel Batt. Edolo50° Comp. Nella controf-fensiva italiana fu fattoprigioniero e riconosciutoda Bruno Franceschinidella Val di Non.Incarcerato. Incatenato,fu esposto su di un carroai cittadini di Trento comebersaglio di insulti esputi… fu solo la primatappa del suo patibolo…Nel processo, gli fu nega-

ta anche la difesa di fiducia. Fu condannato a morte peralto tradimento.Cesare Battisti nel processo, confermò dalla prima parola

all’ultima, tutti suoi idealida vero e proprio irreden-tista. Fu impiccato nellaFOSSA della Cervara die-tro il Castello del BuonConsiglio.Il corpo di Battisti fuesposto al pubblico dalboia.ONORIFICENZE: targhebusti monumenti vie piaz-ze a lui intestate in paesie città d’Italia. a Trento fueretto un grande mauso-leo. La montagna su cuivenne catturato vennechiamata Monte CornoBattisti. Una galleria per ilmonte Pasubio porta ilsuo nome. A Besate,abbiamo il vicolo CESAREBATTISTI.Medaglia d’oro al valormilitare. Cesare Battisti èconsiderato eroe naziona-le italiano.

L’ultimo fante del Carso

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:42 Pagina 32

Page 33: Piazza del Popolo Edizione speciale

33I N M E M O R I A M

Piazza del Popolo ‘98

Si chiamava CarloOrelli e si è spentoil 22.01.2005all’età di 110 anni,dopo aver ricevutodal Presidentedella RepubblicaCarlo AzeglioCiampi l’onorifi-cenza di GrandeUfficiale del -l’Ordine al Meritodella RepubblicaItaliana. Fu combattente con il poeta GiuseppeUngaretti, che scrisse la poesia SanMartino del Carso.Ne parlarono tutti i giornali con inter-viste. Eccone le sue parole: “…nonpenso mai a cosa ho fatto, se ero eroi-co o meno. Ho soltanto obbedito agliordini e fatto quello che mi hannocomandato di fare. Come uccidereun’altra persona che a me non aveva fattoniente. Si può punire chi è cattivo ma non chi èbuono. Invece la guerra è fatta così. Muore ilcattivo e anche il buono. E quando… muori.. tiseppelliscono e basta. Nessuno si ricorda piùdi te.”Dalla testimonianza di Carlo Orelli, residente aRoma dopo la guerra.

UNA GRANDE DATALEGGE DELLO STATO: dal 2005 in Italia non ci sono più soldati di leva ma VOLONTARI A FERMA PROLUNGATA e cioè unESERCITO PROFESSIONALE.

F E B B R A I O 2 0 1 4

Viva l’ Italia !

CESARE BATTISTI

� L ‘IRREDENTISMO: dottrina politica che rivendicava iterritori di TRENTO e di TRIESTE etnicamente appartenentiall’ Italia ma politicamente sotto il dominio dell’ImperoAustro-Ungarico.Al grido appassionato di “VIVA L’ITALIA”! Morirono i tre“Irredentisti”

CESARE BATTISTIDAMIANO CHIESA NAZARIO SAURO

Vicende appassionate e dolorose! Storie di fede politica edi fede religiosa, storie di affetti. “Viva l’Italia!” è l’escla-mazione gridata in faccia ai fucilatori. Una morte spietatache negava con violenza gli ideali di libertà per cui si eranobattuti. Una morte che insultava la stessa loro giovinezza.Una “forma mentis” la loro che appartiene solo e soltantoall’eroismo: incrollabili nella fede e nel sacrificio!

� Nato a Trento il 4 febbraio 1875, morto a Trento il 12luglio 1916. Nato da Cesare e dalla nobildonna MariaTeresa Fogolari. Laureato nel 1898 in geografia. Si batteper l’autonomia delTrentino e per questo sifa eleggere deputato alParlamento di Vienna nel1911. Con la guerra austro-serba, si trasferisce inItalia e diventa subito unpropagandista per l’inter-vento italiano control’Austria. Con la dichiarazione diguerra dell’Italia, siarruola nel Batt. Edolo50° Comp. Nella controf-fensiva italiana fu fattoprigioniero e riconosciutoda Bruno Franceschinidella Val di Non.Incarcerato. Incatenato,fu esposto su di un carroai cittadini di Trento comebersaglio di insulti esputi… fu solo la primatappa del suo patibolo…Nel processo, gli fu nega-

ta anche la difesa di fiducia. Fu condannato a morte peralto tradimento.Cesare Battisti nel processo, confermò dalla prima parola

all’ultima, tutti suoi idealida vero e proprio irreden-tista. Fu impiccato nellaFOSSA della Cervara die-tro il Castello del BuonConsiglio.Il corpo di Battisti fuesposto al pubblico dalboia.ONORIFICENZE: targhebusti monumenti vie piaz-ze a lui intestate in paesie città d’Italia. a Trento fueretto un grande mauso-leo. La montagna su cuivenne catturato vennechiamata Monte CornoBattisti. Una galleria per ilmonte Pasubio porta ilsuo nome. A Besate,abbiamo il vicolo CESAREBATTISTI.Medaglia d’oro al valormilitare. Cesare Battisti èconsiderato eroe naziona-le italiano.

L’ultimo fante del Carso

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:43 Pagina 33

Page 34: Piazza del Popolo Edizione speciale

34

E D I Z I O N E S P E C I A L E

I N M E M O R I A MPiazza del Popolo ‘98

Damiano ChiesaNacque a Trento il 24 maggio 1894. Laurea: ingegnerianavale. Medaglia d’oro al valor militare e alla memoria.Anno 1915: invece di arruolarsi come austriaco, entrònel Regio Esercito col falso nome di Mario Angelotti. Lasua famiglia fu deportata nel campo di internamentoKatzenau. Fu catturato. Nel processo, Damiano Chiesa fu ricono-sciuto ufficialmente da un orologiaio che viveva aRovereto, città di Damiano Chiesa. Fu condannato allafucilazione per alto tradimento alla Casa d’Asburgo,La sera del 19 maggio 1916 alle ore 19. Damiano Chiesacadeva riverso, ormai cadavere nel fossato del castellodel Buon Consiglio a Trento,dopo aver riaffermato solenne-mente la sua italianità al grido diVIVA L’ITALIA! Le sue spogliesono conservate a Roveretopresso l’Ossario di CASTELDAN-TE.L’ultima sua lettera alla famiglia“Papà, mamma, Beppina, Joleed Emma carissimi, negli ultimimomenti di mia vita, confortatodalla Fede, dalla S. Comunione edalle belle parole del curato dicampo, mando a tutti i miei salu-ti più cari, l’assicurazione chenell’altra vita non sono morto,che sempre vivo in eterno e pre-gherò per voi tutti. Devo ringra-ziarvi di tutto quanto avete fattoper me e domando il vostro per-dono. Sempre vostro affeziona-tissimo Damiano Chiesa.”

Nazario Sauro� Nacque a Capodistria il 20 settembre 1880. M. a Pola1916 .Tenente di vascello della Regia Marina, fu giustiziato peralto tradimento dall’Austria-Ungheria.Con l’entrata in guerra dell’Italia. N. Sauro si arruolò volon-tario nella Regia Marina e in 14 mesi di attività compì oltre60 Missioni.Avrebbe dovu-to effettuareun’incursionesu Fiume ma ilsommergibi leGIACINTO PUL-LINO si inca-gliò. Fu inter-cettato dalcacciatorpedi-niere Satellit efatto prigionie-ro. Fu proces-sato a Pola e ilsuo nomerisultava NicolaSambo. Il cognato L.Steffe dellaguardia di finanzaaustriaca, testimoniòla sua vera identità, lamadre pur di salvarlodalla forca, negò diconoscerlo. Fu impic-cato per alto tradimen-to nelle carceri di Polail 10 agosto 1916.Medaglia d’oro al valormilitare. Le sue spogliesi trovano nel tempiovotivo di Venezia. Un sottomarino dellaMarina militare porta il

suo nome.Una galleria per il monte Pasubio porta il suo nome. Uncampo a Venezia è a lui dedicato.

Lettera - testamento ai figli“Caro Nino, Tu forse comprendi od altrimenti comprende-rai fra qualche anno quale era il mio dovere di italiano.Diedi a te, a Libero ad Anita a Italo ad Albania nomi dilibertà ma non solo sulla carta; questi nomi avevano biso-gno di suggello ed il mio giuramento l’ho mantenuto. Io muoio col solo dispiacere di privare i miei carissimi ebuonissimi figli del loro amato padre, ma vi iene in aiutola Patria, che è il plurale di padre e su questa patria, giurao Nino e farai giurare i tuoi fratelli quando avranno l’ etàper ben comprendere, che sarete sempre, ovunque eprima di tutto italiani! I miei baci e la mia benedizione. Papà dà un bacio a mia mamma che è quella che più ditutti soffrirà per me, amate vostra madre! E porta il saluto a mio padre.”

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:43 Pagina 34

Page 35: Piazza del Popolo Edizione speciale

35I N M E M O R I A M

Piazza del Popolo ‘98

F E B B R A I O 2 0 1 4

Damiano Chiesa Nazario Sauro� Nacque a Capodistria il 20 settembre 1880. M. a Pola1916 .Tenente di vascello della Regia Marina, fu giustiziato peralto tradimento dall’Austria-Ungheria.Con l’entrata in guerra dell’Italia. N. Sauro si arruolò volon-tario nella Regia Marina e in 14 mesi di attività compì oltre60 Missioni.Avrebbe dovu-to effettuareun’incursionesu Fiume ma ilsommergibi leGIACINTO PUL-LINO si inca-gliò. Fu inter-cettato dalcacciatorpedi-niere Satellit efatto prigionie-ro. Fu proces-sato a Pola e ilsuo nomerisultava NicolaSambo. Il cognato L.Steffe dellaguardia di finanzaaustriaca, testimoniòla sua vera identità, lamadre pur di salvarlodalla forca, negò diconoscerlo. Fu impic-cato per alto tradimen-to nelle carceri di Polail 10 agosto 1916.Medaglia d’oro al valormilitare. Le sue spogliesi trovano nel tempiovotivo di Venezia. Un sottomarino dellaMarina militare porta il

suo nome.Una galleria per il monte Pasubio porta il suo nome. Uncampo a Venezia è a lui dedicato.

Lettera - testamento ai figli“Caro Nino, Tu forse comprendi od altrimenti comprende-rai fra qualche anno quale era il mio dovere di italiano.Diedi a te, a Libero ad Anita a Italo ad Albania nomi dilibertà ma non solo sulla carta; questi nomi avevano biso-gno di suggello ed il mio giuramento l’ho mantenuto. Io muoio col solo dispiacere di privare i miei carissimi ebuonissimi figli del loro amato padre, ma vi iene in aiutola Patria, che è il plurale di padre e su questa patria, giurao Nino e farai giurare i tuoi fratelli quando avranno l’ etàper ben comprendere, che sarete sempre, ovunque eprima di tutto italiani! I miei baci e la mia benedizione. Papà dà un bacio a mia mamma che è quella che più ditutti soffrirà per me, amate vostra madre! E porta il saluto a mio padre.”

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:43 Pagina 35

Page 36: Piazza del Popolo Edizione speciale

36

E D I Z I O N E S P E C I A L E

I N M E M O R I A MPiazza del Popolo ‘98

Il Sacrario del Montegrappa� Qui, non ci sono principi di sangue reale ma 10332 sol-dati e anche senza nome. Nessuno di questi soldati che quiriposano nella pace eterna, hanno potuto opporsi al destinopreparato negli alti comandi militari ma hanno dovuto piegar-si come canne al vento al “pugno di ferro” degli statisti ogeneralissimi. Proprio così… perché le guerre non vengonopreparate nei focolari domestici.La strada che porta al Montegrappa è da capogiro già di perse stessa per tutti quei tornanti e il “rosso di sera” su quellecime, ti faceva pensare ai tramonti di fuoco e di guerra suquelle montagne ancora disseminate di proiettili e di sanguefraterno e che ti guardavano impassibili in quel silenzio ditomba. Quel silenzio ti avvolgeva e ti faceva sentire lontanadalle cose del mondo e neppure quel po’ di sole dorato tidava tepore. Ecco: sul portale Roma, è scolpito“Montegrappa tu sei la mia patria”. Al centro dell’ossario ita-liano, c’è un tempietto con la Madonna del Grappa, simbolodella patria e della protezione divina. Fu posta sulla vetta nel1901 da Papa Pio X. Il sacrario riporta lo stemma della cittàdi Vicenza. Il modello è a colombario. OSSARIO ITALIANO:12615 morti di cui, identificati 2283. Architetto: GiovanniGreppi. Scultore: Gianni Castiglioni.E’ costituito da gradoni semicircolari in pietra viva. Le chiusu-re sono in bronzo. Inaugurazione: 22 settembre 1935. NelSacrario c’è la tomba del generale Gaetano Giardino coman-dante l’Armata del Grappa. Contiene 22.910 resti di soldati.

Questa è la guerra!Davanti a questo grandioso Cimitero militare situato sulpendìo e circondato da un paesaggio imponente di dirupi, dinevai nella nuvolaglia grigia di quel giorno… ti trovavi a ral-lentare il passo o ad accelerarlo perché sentivi un fremitonelle vene e perché lì, il volto immoto della morte era a tevicino. Nulla qui, ti irritava più della parola, delle belle frasi,delle belle scritte. Nel silenzio infatti e nella pace della mon-tagna la Madonna ha scelto le sue apparizioni. Nel silenziodella montagna Dio Padre ha enunciato le Beatitudini. Unsacerdote davanti ad una croce mi disse: “qui… sentiremocantare anche gli angeli! Infatti, circondati da tutto l’azzur-ro di quel cielo… ti sentivi più in cielo che in terra.Su quel Grappa che ti guardava impassibile, respiravil’umano col divino e parlavano solo e soltanto le mirabilivicende eroiche, tragiche, gloriose e patetiche di quella gio-

ventù morta per l’Italia.Avresti voluto scoprire il mistero della guerra... cercavi qual-che segno della legge dell’Amore familiare e divino… mainvano. Trovavi solo e soltanto la retorica patriottica. Non unaccenno al volto degli affetti ma un cumulo di memorieall’esperienza della guerra. Ecco la retorica: ”fulgido esem-pio”, “gagliarda energia”, “tenace volontà”, “audace nel-l’azione”, “puro amor di patria” “irresistibile impeto”, “impa-vido”, “intrepido”, “sprezzante del pericolo”, “la via dell’ono-re” …. Mancava solo e soltanto “chi per la patria muor, vis-suto è assai!!!” Il mio viaggio finisce qui. La dimensione del-l’uomo è ignorata, quella del soldato è esaltata e quell’oriz-zonte senza frontiere… quell’orizzonte senza orizzonti…che io non ho cercato ma ho trovato, mi ha lasciato un pro-fondo senso di tristezza. Lo puoi sentire perfino nell’aria cherespiri… che qualcosa di stonato c’è… che qualcosa d’infi-nito manca… perché lassù… il paesaggio lo porta con sé,nella maestà delle sue vette che toccano il cielo.Il GRAPPA mi ha fatto pensare al GOLGOTA dove sulla crocesi è compiuto il sacrificio redentore dell’ UOMO-DIO.AMORE dell’uomo! Ma la guerra… non si fa per amore!Ventiduemilanovecentodieci CROCI! Gridano vendetta alcospetto di DIO.

Il Sacrario di RedipugliaAmministrazione di Gorizia

� Inaugurazione: 18 settembre 1938 Soldati italiani: 100.000 Nel sacrario: ho visto l’arroganza e lo strapotereho visto la disumanità di ogni guerra!Ma io non conto niente e non rappresento nessuno. Comepotrei dare il mio contributo a quella “ARMATA NUOVA” dipensiero che inneggia alla pace e non alla guerra? La miacoscienza non ha bisogno di essere ridestata.La Vostra voce risuona forte ed io l’ho sempre sentita perchéparlo a bassa voce. Come si possono dimenticare 700.000giovani morti italiani? Ma dov’è la sfolgorante vittoria? In checosa dobbiamo sperare? Nel ramoscello verdeggiante chesboccia dal ramo secco?

Dice il profeta ISAIA “…quanto risuona triste ed ironico ilricordo della terra data all’uomo perché vi dimorasse digenerazione in generazione”. Si incitava alla guerra in millemaniere e c’era perfino il “signum laudis” che veniva asse-gnato abbondantemente. Resistere! Era la parola d’ordine.Gli Arditi non dubitavano, gli Arditi non si piegavano… gliArditi morivano, gli Arditi amavano il sacro suolo della patria,gli Arditi erano del gruppo d’assalto… gli Arditi erano del fir-mamento, gli Arditi avevano il vessillo nero col motto “chi usafiamma è più ardente”! La resa al nemico? No! Sono FiammaNera! Fiamma Verde! Fiamma Rossa! E nel Sacrario di REDI-PUGLIA l’aria che respiri è questa! Patriottismo! Esaltazione!Fanatismo! Ma ci sorride il ricordo buono e generoso di ogni

Caduto e tutto diventa sprone e messaggio per la pace etutto diventa preghiera.

Adamello - Cimitero di ghiaccio� Molti soldati caduti sui ghiacciai dell’Adamello nonebbero mai sepoltura: sono “i Dispersi”. Il soldato italiano oaustriaco colpito a morte in parete, scivolava nelle spaccatu-re profonde e non c’ era possibilità di esumarlo.A tutt’oggi, il ghiacciaio nella sua lenta avanzata, restituisce,di tanto in tanto, i cadaveri della guerra. Una decina di corpisono venuti allo scoperto soltanto in questi ultimi anni, anco-ra in carne e con indumenti quasi intatti.Il merito va ad alpinisti che durante i mesi estivi si aggiranoalla ricerca di reperti bellici per i vari musei storici allestitinelle valli.I diari storici ci dicono che interi plotoni di soldati in perlu-strazione nel ghiaccio, non fecero più ritorno e parlano di

dispersi. La loro fine… non si saprà mai. Solo il 20% deicadaveri è stato restituito. Molti libri, rievocando i fatti bellici, scrivono tuttora “il nostrofiero passato”. Un passato che ha visto i nemici combattersiper poi unirsi nel cimitero di ghiaccio nell’abbraccio dellamorte! E’ un passato di odio!Ma… dietro al soldato che combatteva o che moriva, c’eratutto un popolo di animo elevatissimo che nella tacita soffe-renza si prodigava nella bontà, nella pietà, un popolo con infi-nite risorse che sfioravano l’eroismo senza nessuna ricom-pensa e che sfugge alla grande istoria. Un popolo pazientenel sacrificio della vita quotidiana e incrollabile nella fede deivalori morali. Ed era un popolo in armi!

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:43 Pagina 36

Page 37: Piazza del Popolo Edizione speciale

37I N M E M O R I A M

Piazza del Popolo ‘98

Il Sacrario del Montegrappa� Qui, non ci sono principi di sangue reale ma 10332 sol-dati e anche senza nome. Nessuno di questi soldati che quiriposano nella pace eterna, hanno potuto opporsi al destinopreparato negli alti comandi militari ma hanno dovuto piegar-si come canne al vento al “pugno di ferro” degli statisti ogeneralissimi. Proprio così… perché le guerre non vengonopreparate nei focolari domestici.La strada che porta al Montegrappa è da capogiro già di perse stessa per tutti quei tornanti e il “rosso di sera” su quellecime, ti faceva pensare ai tramonti di fuoco e di guerra suquelle montagne ancora disseminate di proiettili e di sanguefraterno e che ti guardavano impassibili in quel silenzio ditomba. Quel silenzio ti avvolgeva e ti faceva sentire lontanadalle cose del mondo e neppure quel po’ di sole dorato tidava tepore. Ecco: sul portale Roma, è scolpito“Montegrappa tu sei la mia patria”. Al centro dell’ossario ita-liano, c’è un tempietto con la Madonna del Grappa, simbolodella patria e della protezione divina. Fu posta sulla vetta nel1901 da Papa Pio X. Il sacrario riporta lo stemma della cittàdi Vicenza. Il modello è a colombario. OSSARIO ITALIANO:12615 morti di cui, identificati 2283. Architetto: GiovanniGreppi. Scultore: Gianni Castiglioni.E’ costituito da gradoni semicircolari in pietra viva. Le chiusu-re sono in bronzo. Inaugurazione: 22 settembre 1935. NelSacrario c’è la tomba del generale Gaetano Giardino coman-dante l’Armata del Grappa. Contiene 22.910 resti di soldati.

Questa è la guerra!Davanti a questo grandioso Cimitero militare situato sulpendìo e circondato da un paesaggio imponente di dirupi, dinevai nella nuvolaglia grigia di quel giorno… ti trovavi a ral-lentare il passo o ad accelerarlo perché sentivi un fremitonelle vene e perché lì, il volto immoto della morte era a tevicino. Nulla qui, ti irritava più della parola, delle belle frasi,delle belle scritte. Nel silenzio infatti e nella pace della mon-tagna la Madonna ha scelto le sue apparizioni. Nel silenziodella montagna Dio Padre ha enunciato le Beatitudini. Unsacerdote davanti ad una croce mi disse: “qui… sentiremocantare anche gli angeli! Infatti, circondati da tutto l’azzur-ro di quel cielo… ti sentivi più in cielo che in terra.Su quel Grappa che ti guardava impassibile, respiravil’umano col divino e parlavano solo e soltanto le mirabilivicende eroiche, tragiche, gloriose e patetiche di quella gio-

ventù morta per l’Italia.Avresti voluto scoprire il mistero della guerra... cercavi qual-che segno della legge dell’Amore familiare e divino… mainvano. Trovavi solo e soltanto la retorica patriottica. Non unaccenno al volto degli affetti ma un cumulo di memorieall’esperienza della guerra. Ecco la retorica: ”fulgido esem-pio”, “gagliarda energia”, “tenace volontà”, “audace nel-l’azione”, “puro amor di patria” “irresistibile impeto”, “impa-vido”, “intrepido”, “sprezzante del pericolo”, “la via dell’ono-re” …. Mancava solo e soltanto “chi per la patria muor, vis-suto è assai!!!” Il mio viaggio finisce qui. La dimensione del-l’uomo è ignorata, quella del soldato è esaltata e quell’oriz-zonte senza frontiere… quell’orizzonte senza orizzonti…che io non ho cercato ma ho trovato, mi ha lasciato un pro-fondo senso di tristezza. Lo puoi sentire perfino nell’aria cherespiri… che qualcosa di stonato c’è… che qualcosa d’infi-nito manca… perché lassù… il paesaggio lo porta con sé,nella maestà delle sue vette che toccano il cielo.Il GRAPPA mi ha fatto pensare al GOLGOTA dove sulla crocesi è compiuto il sacrificio redentore dell’ UOMO-DIO.AMORE dell’uomo! Ma la guerra… non si fa per amore!Ventiduemilanovecentodieci CROCI! Gridano vendetta alcospetto di DIO.

Il Sacrario di RedipugliaAmministrazione di Gorizia

� Inaugurazione: 18 settembre 1938 Soldati italiani: 100.000 Nel sacrario: ho visto l’arroganza e lo strapotereho visto la disumanità di ogni guerra!Ma io non conto niente e non rappresento nessuno. Comepotrei dare il mio contributo a quella “ARMATA NUOVA” dipensiero che inneggia alla pace e non alla guerra? La miacoscienza non ha bisogno di essere ridestata.La Vostra voce risuona forte ed io l’ho sempre sentita perchéparlo a bassa voce. Come si possono dimenticare 700.000giovani morti italiani? Ma dov’è la sfolgorante vittoria? In checosa dobbiamo sperare? Nel ramoscello verdeggiante chesboccia dal ramo secco?

Dice il profeta ISAIA “…quanto risuona triste ed ironico ilricordo della terra data all’uomo perché vi dimorasse digenerazione in generazione”. Si incitava alla guerra in millemaniere e c’era perfino il “signum laudis” che veniva asse-gnato abbondantemente. Resistere! Era la parola d’ordine.Gli Arditi non dubitavano, gli Arditi non si piegavano… gliArditi morivano, gli Arditi amavano il sacro suolo della patria,gli Arditi erano del gruppo d’assalto… gli Arditi erano del fir-mamento, gli Arditi avevano il vessillo nero col motto “chi usafiamma è più ardente”! La resa al nemico? No! Sono FiammaNera! Fiamma Verde! Fiamma Rossa! E nel Sacrario di REDI-PUGLIA l’aria che respiri è questa! Patriottismo! Esaltazione!Fanatismo! Ma ci sorride il ricordo buono e generoso di ogni

Caduto e tutto diventa sprone e messaggio per la pace etutto diventa preghiera.

F E B B R A I O 2 0 1 4

Adamello - Cimitero di ghiaccio� Molti soldati caduti sui ghiacciai dell’Adamello nonebbero mai sepoltura: sono “i Dispersi”. Il soldato italiano oaustriaco colpito a morte in parete, scivolava nelle spaccatu-re profonde e non c’ era possibilità di esumarlo.A tutt’oggi, il ghiacciaio nella sua lenta avanzata, restituisce,di tanto in tanto, i cadaveri della guerra. Una decina di corpisono venuti allo scoperto soltanto in questi ultimi anni, anco-ra in carne e con indumenti quasi intatti.Il merito va ad alpinisti che durante i mesi estivi si aggiranoalla ricerca di reperti bellici per i vari musei storici allestitinelle valli.I diari storici ci dicono che interi plotoni di soldati in perlu-strazione nel ghiaccio, non fecero più ritorno e parlano di

dispersi. La loro fine… non si saprà mai. Solo il 20% deicadaveri è stato restituito. Molti libri, rievocando i fatti bellici, scrivono tuttora “il nostrofiero passato”. Un passato che ha visto i nemici combattersiper poi unirsi nel cimitero di ghiaccio nell’abbraccio dellamorte! E’ un passato di odio!Ma… dietro al soldato che combatteva o che moriva, c’eratutto un popolo di animo elevatissimo che nella tacita soffe-renza si prodigava nella bontà, nella pietà, un popolo con infi-nite risorse che sfioravano l’eroismo senza nessuna ricom-pensa e che sfugge alla grande istoria. Un popolo pazientenel sacrificio della vita quotidiana e incrollabile nella fede deivalori morali. Ed era un popolo in armi!

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:43 Pagina 37

Page 38: Piazza del Popolo Edizione speciale

38I N M E M O R I A MPiazza del Popolo ‘98

CONCLUSIONECARI BESATESI questa commemorazione havoluto essere un nostro pellegrinaggio nel vialedelle Rimembranze dei Caduti, nella storia delRegno d’Italia, nella vita di una generazioneimmolata al dovere per la patria. Anche se tristee dolente, è stato un delizioso dialogo con noistessi per l’intensità dei ricordi che mai e poi maidevono finire nella polvere del tempo. La memoria ha come luogo di cura il pensiero, lacultura, la riflessione. Una tappa codesta, profon-damente sentita e liberamente voluta. Perché?Man mano che gli anni passano la spiritualità di

tutti Noi si illumina e se il cuore detta… la menteabbraccia… il pensiero corre e si ferma.Si è fermato qui, perché crediamo che Amore eRicordo vivono insieme. Crediamo che l’ Amore èuna forza sacra come la stessa morte dei nostriCaduti nella GRANDE GURRA del 1914-1918.A questi giovani coraggiosi, generosi, valorosi…va la nostra memoria. Con la ferma speranza che la loro testimonianzaancora oggi risplendente nella vita civile, possatradursi nel sogno che l’uomo possa operare perla pace.

E D I Z I O N E S P E C I A L E

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:43 Pagina 38

Page 39: Piazza del Popolo Edizione speciale

39I N M E M O R I A M

Piazza del Popolo ‘98

CONCLUSIONECARI BESATESI questa commemorazione havoluto essere un nostro pellegrinaggio nel vialedelle Rimembranze dei Caduti, nella storia delRegno d’Italia, nella vita di una generazioneimmolata al dovere per la patria. Anche se tristee dolente, è stato un delizioso dialogo con noistessi per l’intensità dei ricordi che mai e poi maidevono finire nella polvere del tempo. La memoria ha come luogo di cura il pensiero, lacultura, la riflessione. Una tappa codesta, profon-damente sentita e liberamente voluta. Perché?Man mano che gli anni passano la spiritualità di

tutti Noi si illumina e se il cuore detta… la menteabbraccia… il pensiero corre e si ferma.Si è fermato qui, perché crediamo che Amore eRicordo vivono insieme. Crediamo che l’ Amore èuna forza sacra come la stessa morte dei nostriCaduti nella GRANDE GURRA del 1914-1918.A questi giovani coraggiosi, generosi, valorosi…va la nostra memoria. Con la ferma speranza che la loro testimonianzaancora oggi risplendente nella vita civile, possatradursi nel sogno che l’uomo possa operare perla pace.

F E B B R A I O 2 0 1 4

Testimonianze

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:43 Pagina 39

Page 40: Piazza del Popolo Edizione speciale

COMUNE DI BESATEVia Duca Uberto Visconti di Modrone, 5 - Besate (Mi)

Stampato da GRAFICHE NOÈ EDOARDOVia Pitagora, 6 - Binasco (MI)

Tel. 02 9055410 - Fax 02 90091278 - Cell. 348 410900www.grafichenoe.com - [email protected]

Esec_ediz_spec14:Layout 1 04/03/14 10:43 Pagina 40