Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf ·...

105

Transcript of Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf ·...

Page 1: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...
Page 2: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

Piano Regionale Attività di Cava L.R. 7 settembre 1982, n. 44 - “Norme per la disciplina dell’attività di cava”

Relazione

Page 3: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 1

Gruppo di lavoro : Coordinamento generale: Roberto Casarin Coordinatore: Andrea Costantini Collaboratore principale: Vito Fittipaldi, Erardo Garro Consulenti: Paolo Balistreri Tullio Cigni Roberto Gaino Collaboratori: - Direzione regionale geologia e attività estrattive: Servizio cave e miniere,

Servizio geologia e Servizio amministrativo - Unità di progetto sistema informativo territoriale e cartografia - Direzione regionale urbanistica Collaboratori esterni: Luciano Dozzi

Page 4: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 2

INDICE Premessa 3 0 Finalità del Piano 1 1 Stato di fatto 15 1.1 Volumi residui 16 2 Stima dei fabbisogni e delle disponibilità di materiale da riciclo 17 2.1 Premessa 18 2.2 Analisi dell’attività edilizia privata 19 2.2.1 Coefficienti tecnici di utilizzazione 26 2.3 Opere pubbliche 27 2.4 Analisi dell’attività estrattiva 27 2.4.1 Riserve di materiali 31 2.5 Determinazione del fabbisogno regionale 31 3 Situazione geologica e georisorse disponibili 33 3.1 Relazione geologica 34 3.2 Georisorse potenzialmente disponibili 36 3.2.1 Metodologia d’analisi 36 3.2.2 Inquadramento geolitologico generale 37 3.2.3 Individuazione dei giacimenti potenzialmente disponibili 43 4 Idrologia e idrogeologia del territorio 47 4.1 Quadro di riferimento ambientale 48 4.1.1 Idrologia 48 4.1.1.1 Fascia montana e colIinare 49 4.1.1.2 Fascia di ricarica degli acquiferi nell'area pedemontana (alta pianura) 49 4.1.1.3 Fascia di pianura (bassa pianura) 50 4.1.1.4 Fascia costiera 50 4.1.2 Idrogeologia 50 4.2 Correlazione tra l'attività di escavazione e l'idrologia del territorio 53 4.3 Correlazione tra l'attività di escavazione e l'idrogeologia del territorio 55 5 Vincoli territoriali 59 5.1 Inquadramento del P.r.a.c. nel P.T.R.C. e nel P.R.S. 60 5.2 Le politiche del P.T.R.C. 61 5.2.1 Il Piano: obiettivi e modello programmatico 61 5.2.2 Il sistema dell’ambiente naturale e storico 63 5.2.3 Altri aspetti generali 64 5.3 Il P.T.R.C. 65 5.4 I contenuti della cartografia tematica di riferimento 67 5.5 PRS e governo del territorio 70 6 Insiemi estrattivi 72 6.1.1 Provincia di Treviso 75 6.1.2 Provincia di Vicenza 81 6.1.3 Provincia di Padova 84 6.1.4 Provincia di Verona 85 6.2 Attivazione dei contesti vocati 89 7 Ripartizione delle risorse 91 7.1 Contributo autorizzabile provinciale 92 7.2 Risorse provinciali autorizzabili 92

Page 5: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 3

Premessa Il Piano Regionale dell’Attività di Cava (PRAC) muove da alcune consi-

derazioni che ne costituiscono l’ossatura metodologica e ne connotano i carat-teri essenziali.

I riferimenti di principio derivano dagli studi preliminari del nuovo Pro-gramma Regionale di Sviluppo (PRS), dove si ribadisce che:

“Una corretta gestione del territorio costituisce un elemento fondamenta-le nelle politiche regionali per garantire uno sviluppo economico e sociale equi-librato, compatibile con la valorizzazione e salvaguardia delle risorse disponibi-li”.

La consapevolezza che il territorio meriti una particolare attenzione rap-presenta tuttavia una conquista culturale alquanto recente anche nella stessa Comunità Europea che solo da alcuni anni considera che una corretta e attenta politica di gestione e pianificazione del territorio costituisca uno degli aspetti principali di coesione economica e sociale, di sviluppo sostenibile e di equilibrio tra le differenti aree geografiche. In questo senso il territorio deve essere ri-guardato, organizzato e tutelato come risorsa.

- Risorsa sociale, perché direttamente correlato alla “qualità della vita” dell’individuo.

- Risorsa economica perché presupposto principale per la produttività di individui e imprese.

- Risorsa ambientale, da tutelare nel quadro di una sostenibilità am-bientale dello sviluppo.

Nel nuovo PRS si afferma ancora che per il settore estrattivo : “… vanno sviluppati la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali in

coerenza con gli scopi della programmazione economica e della pianificazione territoriale. Le esigenze di salvaguardia del territorio e dell’ambiente e le neces-sità di tutela del lavoro e delle imprese troveranno compatibilità dei piani regio-nali e provinciali dell’attività di cava.”

Più avanti si ricorda come: “Alcuni contenuti della L.R. 44/82 risultano però ormai obsoleti, pertanto

la modificazione del quadro normativo di riferimento, il mutamento delle esigen-ze imprenditoriali e, al tempo stesso, la maturazione piena della sensibilità am-bientale richiedono una revisione della legge stressa e la contestuale predispo-sizione del Piano Regionale dell’Attività Estrattive.”

L’assunzione dei dati La fase della pianificazione delle risorse è stata preceduta da una attenta

e approfondita analisi del territorio, estesa ai suoi vari aspetti riguardanti la for-mazione geologica, la morfologia dei terreni, il sistema idrogeologico e, soprat-tutto, dalla conoscenza dell’evoluzione del sistema estrattivo nella Regione Ve-neto, attraverso la complessa e documentata banca dati dell’archivio informa-

Page 6: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 4

tizzato della Direzione regionale geologia e attività estrattive-Servizio cave e miniere che rappresenta una preziosa “memoria storica”.

Contemporaneamente sono state consultate le associazioni degli indu-striali del settore per verificare e chiarire eventuali tendenze, distorsioni e/o a-spettative del sistema economico in atto.

La consultazione ha consentito di dimensionare i dati della produzione e del consumo soprattutto in relazione al fabbisogno regionale.

Nei capitoli seguenti i dati emersi vengono disaggregati in analisi più ap-profondite: in definitiva, ne è derivato che il fabbisogno di materiale selezionato di ghiaia e sabbia, più probabile per l’intera regione, è rappresentato da 13.650.000 mc/anno, al netto dei fabbisogni necessari per la realizzazione delle grandi opere infrastrutturali.

Questa quantità tiene conto della produzione di materiali di riciclo e di de-

triti.

L’approccio progettuale All’interno del gruppo di lavoro del PRAC, è emersa da subito,

l’opportunità che la pianificazione delle risorse si estenda per un periodo più ampio, rispetto ai 9 anni previsti dalla normativa attuale, ipotesi peraltro emersa anche durante la consultazione con le associazioni di categoria.

Il PRAC, pertanto, prevede una programmazione estesa a 20 anni (2 cicli decennali), con pianificazione attuativa nei primi 10 anni e con prosieguo nell’ambito della programmazione e adeguamenti e/o revisioni con scadenza almeno quinquennale. Così facendo, rispetto alla disponibilità per il primo de-cennio (pari al 50% della potenzialità ventennale) si possono aggiungere even-tuali variazioni, pertinenti con i criteri, per effetto delle successive verifiche e re-visioni.

Potrebbe apparire complesso e di difficile soluzione il come e in quale misura distribuire questa risorsa sul territorio in modo equilibrato, se non si ri-chiamassero le priorità di criterio e di indirizzo posti alla base del PRAC, soprat-tutto in considerazione del fatto che il territorio regionale si mostra offeso e lace-rato sia da cave singole sia da cave plurime in contesti territoriali spesso geo-graficamente consistenti.

Per questi criteri e indirizzi, individuati in numerosi incontri preparatori, si è scelto di ridurre al minimo possibile lo scavo di nuova produzione, interessan-do piuttosto completamenti e approfondimenti, anche in falda, per i siti già de-gradati.

Tant’è che la potenzialità di produzione assegnata, come più avanti viene diffusamente illustrato, viene riversata in misura consistente, (pari all’80% del totale), proprio ai comparti già interessati dall’escavazione, mentre il residuo 20% viene reso disponibile per la nuova coltivazione.

Sulla base di questo principio, all’interno delle quote provinciali di asse-gnazione, la maggior parte della potenzialità viene assegnata ai siti esistenti di cave plurime o singole, dove la quantità assegnata possa produrre le risorse fi-

Page 7: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 5

nanziarie tali da consentire un serio recupero ambientale capace di restituire al-la collettività un sito non più “ripristinabile”.

A questo proposito, il PRAC introduce una profonda trasformazione del concetto di ripristino che orientava la ricomposizione ambientale nella normativa previgente.

L’innovazione che sta alla base di questa affermazione è la sostituzione del concetto di “ripristino ambientale” con quello di recupero ambientale, nella convinzione che non sia più “ripristinabile” un luogo modificato dalle attività di coltivazione in modo morfologicamente irreversibile.

In questo senso il ripristino agricolo, quale ritorno all’agricoltura, così co-me concepito nella L.R. 44/82, rappresenterà solo una delle possibili modalità del progetto di ricomposizione finale.

Ne consegue che la ricomposizione finale del progetto di cava assume ora una importanza fondamentale che si riverbera sul territorio e che coinvolge necessariamente sia l’Ente Locale per la eventuale riclassificazione urbanistica dei siti a giacimento esaurito, sia la sensibilità della Regione nei confronti di proposte che affrontino ad esempio problemi di emergente attualità, come l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc.

Dal punto di vista disciplinare, la pianificazione del territorio operata dal PRAC, rischia di fallire se venisse impostato alle due condizioni limite caratteri-stiche di siffatti piani.

La prima delle condizioni limite è la tentazione di costruire una pianifica-zione con la velleità di prevedere l’assetto dell’intero comparto in una proiezione ventennale, immaginando e definendo tutti i siti possibili sui quali riversare la to-talità delle riserve.

Una tale visione di gestire il territorio, caratteristica degli anni ’60 -‘70, come è noto, ha dimostrato tutto il suo fallimento.

Non meno pericoloso apparirebbe un piano privo di direttrici di indirizzo e focalizzazioni territoriali, cardini, di riferimento. Cioè come un contenitore da “riempire” di volta in volta, affidandosi alla libera iniziativa degli operatori del set-tore.

Un piano così concepito avrebbe caratteri di tale labilità da suscitare di-strazioni nella struttura economica del settore, con la formazione di oligopoli, spesso incompatibili con le finalità di interesse pubblico del PRAC.

Scegliere di non individuare nel PRAC talune siti di cave singole o pluri-me, cui assegnare, in parte, il compito di soddisfare il fabbisogno, così come scegliere di non individuare contesti ampi su cui sia possibile consentire nuove cave significa rinunciare ad una corretta pianificazione, con tutte le condizioni di flessibilità necessarie.

Diversamente che per le cave singole (CS) e per i comparti definiti come Ambiti Territoriali Estrattivi (ATE), i Contesti Vocati (CV) alla nuova produzione saranno sottoposti a tutta una serie di criteri di compatibilità territoriale come la vicinanza ad importanti infrastrutturazioni stradali, ovvero il minore impatto am-

Page 8: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 6

bientale in riferimento sia alla dimensione, che dovrà essere adeguata, sia per i caratteri di antropizzazione dell’intorno.

In ogni caso, condizione di ammissibilità all’istruttoria dei Contesti Vocati a nuova produzione, come per gli ATE resta inderogabilmente l’esito favorevole della procedura di V.I.A. regionale.

La distribuzione territoriale di ATE, di CS e di Contesti Vocati rappresen-tata nel PRAC, costituisce, anche geograficamente, una sorta di rete portante dell’intero sistema Regionale del settore estrattivo di ghiaie e sabbia.

Il dimensionamento delle attribuzioni Al fine di ottenere una equilibrata distribuzione delle risorse è stato indi-

viduato un complesso algoritmo capace di sviluppare le potenzialità attribuite con criteri di sostanziale equilibrio dinamico.

I volumi assegnati di materiale di cava (sabbia e ghiaia) agli ATE e alle CS vengono calcolati da tale algoritmo, il quale tiene conto sia della logica di at-tribuzione ancorata alle superfici interessate sia dei volumi residui disponibili, in ragione inversa, corretti da un opportuno coefficiente. Tale coefficiente di sensi-bilità è stato assunto pari a 0,5.

Page 9: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 7

Cave Singole Contesti Vocati

(nuovi ATE eventualmente da attivare)

Previsioni di fabbisogno su ba-se ventennale (10 + 10)

Page 10: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 8

Piano Regionale Attività di Cava L.R. 7 settembre 1982, n. 44 - “Norme per la disciplina dell’attività di cava”

0

Finalità del piano

Page 11: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 9

A seguito del trasferimento alle regioni delle competenze in materia di cave (D.P.R. n. 2 del 14/2/1972), la Regione Veneto ha emanato la L.R. n. 36 del 17/4/1975 con la quale subordinava l’attività di cava al rilascio dell’autorizzazione della Giunta Regionale fino all’entrata in vigore del Piano Regionale delle attività estrattive previsto dalla medesima normativa.

Il primo Piano Regionale è stato adottato, sulla base della L.R. n. 5 del 22/1/1980, ed approvato con provvedimento n. 1058 del 21/4/1980.

In conseguenza di referendum, la sopra citata L.R. n. 5/1980 è stata e-spressamente abrogata dall’art. 1 della L.R. n. 50 del 20/8/1981.

Successivamente la Regione Veneto si è dotata di una nuova normativa in materia di cave, emanando la L.R. n. 44 del 7/9/1982 “Norme per la disciplina dell’attività di cava”, la quale, con le successive modifiche ed integrazioni, è at-tualmente operante.

Le norme contenute nella legge trovano applicazione nell’attività di cava dei materiali classificati di seconda categoria ai sensi del terzo comma dell’art. 2 del R.D. n. 1443 del 29/7/1927, industrialmente utilizzabili.

Tali materiali, ai sensi dell’art. 3 della L.R. 44/1982 sono stati suddivisi in due gruppi:

• Gruppo A - Costituito da materiali la cui estrazione comporta un elevato grado di utilizzazione del territorio: ghiaie e sabbie; calcari per cemento.

• Gruppo B – Costituito dai materiali la cui estrazione comporta un minor grado di utilizzazione del territorio: calcari e trachite da taglio e lucidabili, marmo, quarzo, quarzite, pietre molari; calcari per calce, calcari per gra-nulati, per costruzioni, per industria, marmorino; basalti; argille per lateri-zi; argilla ferrifera e materiali vulcanici; terre coloranti; sabbie silicee e terra da fonderia; gesso; torba; materiale detritico; ogni altro materiale rinvenibile sotto qualsiasi forma di deposito naturale appartenente alla seconda categoria di cui all’art. 2 del R.D. n. 1443 del 29/7/1927. L’estrazione dei materiali di gruppo A generalmente esprime un consi-

stente impatto territoriale e conseguentemente è assoggettata a pianificazione regionale e provinciale.

L’estrazione dei materiali del gruppo B, invece, è soggetta a pianificazio-ne solo quando esprime, per dimensione e particolarità dei luoghi un elevato grado di utilizzazione del territorio.

Va evidenziato il fatto che l’attività estrattiva, in base all’art. 13 della L.R. 44/1982, può aver luogo esclusivamente nelle zone “E” agricole così come de-finite dall’art. 2 del D.M. n. 1444 del 2/4/1968.

Nella Regione Veneto sono attualmente attive (dato al 31.03.2008) 587 cave di cui 143 cave di materiali del gruppo A e 444 cave di materiali di gruppo B. Le cave di ghiaia in essere sono 134.

L’art. 4 della L.R. 44/1982 prevede tra gli strumenti di pianificazione in materia di estrazione di materiali di cava, il PRAC (Piano regionale dell’attività di cava), disciplinandone negli articoli seguenti (da 5 a 8) le finalità ed i contenu-

Page 12: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 10

ti nonché il procedimento di formazione, approvazione ed efficacia del piano stesso.

L’art. 43 della stessa legge regionale determina invece il regime transito-rio destinato a rimanere in vigore sino all’avvenuta approvazione del PRAC e l’art. 44 conforma una griglia normativa che funge da prima pianificazione.

In attuazione all’art. 5 della L.R. 44/1982, la Giunta Regionale ha adotta-to con deliberazione n. 6228 del 20/11/1984 una proposta di Piano Regionale delle attività estrattive.

Nel febbraio 1985 questa proposta è stato inviata alle Province, ai Co-muni ed alle Comunità Montane, dandone diffusione con pubblicazione sui quo-tidiani locali, in modo da assicurare a tutti la possibilità di presentare osserva-zioni.

La Giunta Regionale, esaminate le osservazioni pervenute, ha adottato la delibera n. 92 in data 17/2/1987 di “Presentazione al consiglio Regionale del-la Proposta di Piano Regionale dell’Attività di cava”, trasmessa al Consiglio Re-gionale per l’approvazione.

Tale piano non è operante ed ha incontrato una serie di difficoltà che non ne hanno consentito l’approvazione.

Peraltro, nel frattempo sono stati presentati al Consiglio Regionale altri progetti di legge, per l’esame della competente Commissione Consiliare, ai fini di una riformulazione della normativa regionale sulle attività estrattive.

Tali progetti di legge hanno presentato come denominatore comune la pianificazione sia regionale sia provinciale; si sono differenziati sostanzialmente in ordine all’individuazione dei soggetti a cui dovrebbero essere delegate le competenze in materia di cava.

Con il D.P.R. 12/4/1996 sono state assoggettate alla valutazione di im-patto ambientale (V.I.A.) regionale, le cave con produzione annua superiore a 500.000 m3 o con un’area di scavo superiore a 20 Ha.

Sono assoggettate alla stessa valutazione di impatto ambientale regiona-le le cave che ricadono, anche parzialmente, all’interno di aree naturali protette come definite dalla legge n. 349 del 6/12/1991.

La Regione Veneto, peraltro, ha disciplinato i contenuti e le procedure per la valutazione di impatto ambientale con apposita L.R. n. 10 del 26/3/1999.

Con la L.R. n.11 del 13/4/2001 sono state sub-delegate alle Province le funzioni di Polizia Mineraria, consistente nella verifica e nel controllo mirato an-che alla prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, un settore tra i più delicati in merito all’attività di cava.

La L.R. n. 26 del 16/8/2002, invece, con l’art. 2 ha introdotto una ulteriore modifica alla L.R. 44/1982, in particolare all’art. 28 il quale impone al Comune territorialmente interessato, d’intesa con la Provincia, le funzioni di vigilanza sui lavori di ricerca e di coltivazione dei materiali di cava circa la loro abusività e dif-formità dalla legge, dal permesso di ricerca, dall’autorizzazione o dalla conces-sione.

Page 13: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 11

In conseguenza di un ricorso, presentato da alcune amministrazioni co-munali, finalizzato all’accertamento dell’illegittimità del silenzio della Regione Veneto in ordine alla mancata approvazione del Piano Regionale dell’attività di cava e conseguentemente fosse dichiarata in capo alla Regione Veneto la sus-sistenza all’obbligo di dar corso al procedimento di formazione del Piano, il T.A.R del Veneto con sentenza n. 6519/2002 ha ordinato “all’amministrazione regionale di approvare il Piano Regionale dell’attività di cava entro dodici mesi”.

In seguito a tale sentenza il Consiglio regionale ha inserito nella Legge finanziaria per l’esercizio 2003 l’art. 44 ai sensi del quale “entro il 30 giugno 2003 la Giunta Regionale presenta al Consiglio per l’approvazione il Piano Re-gionale per le attività estrattive”.

In sede giurisdizionale la sezione VI del C.d.S., con sentenza n. 1188/2008, ha confermato la decisione del TAR Veneto.

Il Consiglio Regionale con deliberazione n. 107 del 27-28/12/2002 ha im-pegnato la Giunta Regionale e quindi la Commissione tecnica regionale per le attività estrattive (CTRAE), ad approvare le richieste di nuove attività estrattive solo in presenza del parere favorevole della Provincia competente per territorio. Tale indirizzo normativo è stato successivamente tramutato in norma con la L.R. 1/2004, art. 24.

Nel corso del 2006 è stato altresì emanato il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 - "Norme in materia ambientale", che riguarda, tra l’altro, le proce-dure per la valutazione ambientale strategica (VAS). In particolare ai fini della parte seconda del citato decreto è stato definito che si intende per procedimen-to di valutazione ambientale strategica - VAS: l'elaborazione di un rapporto concernente l'impatto sull'ambiente conseguente all'attuazione di un determina-to piano o programma da adottarsi o approvarsi, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell'iter decisionale di approvazione di un piano o programma e la messa a disposizio-ne delle informazioni sulla decisione.

Il Piano costituisce, quindi, uno strumento generale di pianificazione dell’attività estrattiva, che definisce e contiene:

a) Le aree favorevolmente indiziate dalla presenza di giacimenti suscettibili di coltivazione per le sabbie e ghiaie, individuati sulla base di ricerche geologiche, pedologiche e idrogeologiche;

b) Le previsioni, articolate a livello regionale e provinciale dei fabbisogni delle sabbie e ghiaie, formulate in relazione agli elementi statistici e ai programmi regionali di sviluppo dei settori interessati;

c) La ripartizione delle quantità di sabbie e ghiaie da estrarre nelle varie province, onde assicurare il soddisfacimento dei fabbisogni complessivi di cui sopra;

d) Le norme generali per la coltivazione delle cave atte a garantire, nel terri-torio interessato da attività di coltivazione di sabbie e ghiaie, la salva-guardia dei valori ambientali insieme a quello degli interessi economici e produttivi, assicurando comunque la ricomposizione ambientale finale. In una seconda fase si provvederà ad estendere il PRAC agli altri mate-

riali appartenenti al Gruppo A, nonché ad integrare il documento stesso con gli adempimenti previsti relativamente ai materiali di Gruppo B. Saranno altresì ri-

Page 14: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 12

definiti i gruppi A e B in materiali di interesse regionale e in materiali di interesse locale anche a seguito di necessario adeguamento del quadro normativo regio-nale di settore.

Dovrà inoltre provvedersi alla formazione di indirizzi relativi all’attività e-strattiva dei materiali di gruppo B ovvero per quelli di interesse locale. Infatti la suddivisione dei materiali in gruppo A e B operata dall’art. 3 della L.R. 44/1982 appare superata dalla introduzione delle procedure di V.I.A. mentre appare ri-spondente all’interesse generale una suddivisione sulla base della valenza so-cio-economica espressa dai materiali (materiali di interesse regionale e di inte-resse locale).

L’attività estrattiva di cava assume particolare importanza nell’economia regionale veneta in quanto concorre in modo determinante allo sviluppo di nu-merose attività produttive di trasformazione e crea impulso ad altre attività in-dotte.

All’aspetto economico si contrappone il fatto che l’attività di cava agisce sul territorio con il prelievo di materie prime non riproducibili, creando talora problemi di ordine ambientale e di uso del territorio.

Si impone, pertanto, la necessità di una regolamentazione dell’attività e-strattiva di cava in un contesto generale che contempli e prenda atto di attuali e diverse esigenze, come l’ambiente, il paesaggio, il sistema economico e occu-pazionale, la redditività delle imprese, i livelli di produzione rapportati ai fabbi-sogni, il contenimento dei costi dei prodotti di cava sul mercato.

Il Piano, pertanto, si basa sui seguenti principi: • Utilizzazione ottimale delle risorse disponibili; • Salvaguardia dell’ambiente, intesa come un corretto uso del territorio

non solo come diminuzione degli impatti sul paesaggio ma perché all’attività di cava non conseguano ambiti di territorio non soggetti a riu-so;

• Tutela dell’attività delle imprese operanti nel settore con garanzia di con-tinuità nella produzione dei materiali;

• Mantenimento dei livelli occupazionali con possibilità di incremento nell’evoluzione dell’economia regionale.

Il progetto di PRAC, dopo l'adozione intervenuta in data 23.10.2003 con D.G.R. 3121, è stato sottoposto alla procedura di pubblicazione per consentire a chiunque ne avesse interesse di proporre suggerimenti e osservazioni, come previsto dall'art. 7 della L.R. 44/82.

In data 13.02.04, sulla stampa a diffusione locale, era stato indicato sia il termine di 60 giorni entro i quali dovevano pervenire le osservazioni, sia le sedi presso le quali il PRAC sarebbe stato depositato in libera consultazione.

Il procedimento ed i termini temporali di pubblicazione ai fini della pre-sentazione delle osservazioni sono stati indicati nella nota della Direzione Geo-logia e Attività Estrattive del 5 dicembre 2007 prot. 685640/57.02, inviata in pari data (via fax) all'Ufficio staccato di Padova all'attenzione dei consulenti.

Pertanto sono state considerate nei termini [NT] tutte le osservazioni pervenute nel periodo intercorrente tra il 13.02.04 e il 12.04.04 (compresi); sono

Page 15: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 13

state invece ritenute fuori dei termini [FT] le osservazioni pervenute al di fuori delle succitate date.

Tuttavia, secondo una prassi consolidata, mutuata dai procedimenti del-l'urbanistica, d’intesa con la Direzione Geologia - Attività Estrattive , il gruppo di lavoro incaricato della redazione del PRAC ha ritenuto di valutare e di contro-dedurre sia le osservazioni pervenute nei termini [NT], sia quelle pervenute fuori termini [FT], fino al 31.10.2007, ultima data ritenuta utile per predisporre even-tuali modifiche e/o aggiornamenti degli elaborati progettuali.

Nel grafico di seguito allegato, si evidenzia il numero delle osservazioni e dei quesiti presentati, che risultano:

363 osservazioni (124 NT e 239 FT) 1520 quesiti (568 NT e 952 FT) Nel secondo grafico vengono evidenziate in modo sintetico la sintesi del-

le proposte di controdeduzione e la tipologia degli oggetti osservati.

Page 16: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 14

Page 17: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 15

Piano Regionale Attività di Cava L.R. 7 settembre 1982, n. 44 - “Norme per la disciplina dell’attività di cava”

1

Stato di fatto (dati aggiornati al 31.03.2008)

Page 18: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 16

1. Stato di fatto (dati aggiornati al 31.03.2008) L'attività estrattiva di cava nella Regione del Veneto costituisce un impor-

tante segmento dell'intero settore industriale locale. Le tipologie di materiali e-stratti trovano collocazione in diversi settori di utenza, che spaziano dall'impiego degli inerti per il confezionamento del calcestruzzo, al calcare per cemento, al-l'argilla per laterizi, alla pietra da taglio, etc..

Nei paragrafi che seguono vengono riportati, per le cave in essere, i vo-lumi residui, aggiornati al 31.03.2008, con la metodologia di seguito esplicata.

Ai fini di una puntuale ricostruzione dello stato di fatto, è stata richiesta ai titolari di cava la presentazione di una relazione tecnica asseverata, con la qua-le andavano quantificati i volumi residui al 30.06.2006 a giacimento. A tali volu-mi sono stati sommati i volumi di materiale successivamente autorizzati fino al 31.03.2008. Non sono stati sottratti i volumi coltivati successivamente al 30.06.2006.

Non vengono considerati i volumi ancora disponibili esterni agli insiemi estrattivi in quanto rappresentano valori del tutto marginali.

1.1 Volumi residui

Relativamente alle ghiaie e sabbie, si rileva che la quantità preponderan-te di volumi residui definiti con le modalità di cui sopra ricade attualmente nella Provincia di Treviso, con 83.140.705 m3 autorizzati. Seguono a livello inferiore le Province di Verona (15.149.487 m3) e Vicenza (5.877.621 m3), nonchè Pa-dova (95.357 m3).

Nelle province di Rovigo, Venezia e Belluno non sono stati individuati in-siemi estrattivi.

-

10

20

30

40

50

60

70

80

TV VR VI PD RO VE BL

Ghiaia e sabbia - % volumi residui

Page 19: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 17

Piano Regionale Attività di Cava L.R. 7 settembre 1982, n. 44 - “Norme per la disciplina dell’attività di cava”

2

Stima dei fabbisogni e della disponibilità di materiale da riciclo

2.1 Premessa 2.2 Analisi dell’attività edilizia privata 2.2.1 Coefficienti tecnici di utilizzazione 2.3 Opere pubbliche 2.4 Analisi dell’attività estrattiva 2.4.1 Riserve di materiali 2.5 Determinazione del fabbisogno regionale

Page 20: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 18

2. Stima dei fabbisogni e delle disponibilità di materiale da riciclo

2.1 Premessa La valutazione dei fabbisogni costituisce un aspetto prioritario nella reda-

zione del Piano regionale dell’attività di cava (PRAC), ed è stata condotta in conformità ai criteri stabiliti dalla normativa.

La Legge Regionale 44/82, infatti, prevede che il Piano regionale dell’attività di cava definisca “le previsioni, articolate a livello regionale e provin-ciale, per il periodo di validità del PRAC, dei fabbisogni dei materiali di gruppo A, formulate essenzialmente in relazione agli elementi statistici e ai programmi regionali di sviluppo dei settori interessati”.

Premesso che risulta assai difficile pervenire ad una determinazione certa delle quantità di materiali che verranno utilizzati, a causa delle fluttuazioni del mercato privato e delle opere pubbliche e della limitatezza dei dati statistici di-sponibili, una quantificazione seppur approssimata del fabbisogno di materiali inerti, comunque aggiornabile in fase di revisione del Piano, costituisce un pas-saggio fondamentale per la programmazione economica ed ambientale del ter-ritorio, gettando le basi per un corretto sfruttamento di una risorsa non rinnova-bile.

E’ soltanto attraverso questa quantificazione che si può giungere, previo confronto con i quantitativi residui di materiale estraibile nelle cave esistenti, alla definizione della necessità, o meno, di nuove aree estrattive.

Per l’impostazione della metodologia di lavoro ci si è basati anche sull’analisi comparata di metodiche utilizzate in analoghe ricerche effettuate per altri Piani Cave, realizzati in territori di regioni limitrofe.

Per la stima dei fabbisogni dei materiali classificati come sabbia e ghiaia, la procedura di lavoro è stata sviluppata nel modo seguente:

▫ analisi delle serie storiche relative all’attività edilizia; ▫ proiezione dei dati nel periodo di validità del Piano; ▫ applicazione dei coefficienti tecnici di utilizzazione; ▫ analisi dei dati relativi alle opere pubbliche; ▫ confronto con l’analisi dei dati relativi all’attività estrattiva; ▫ determinazione del fabbisogno di inerti.

Per quanto riguarda la fonte dei dati ci si è riferiti innanzitutto alle statisti-che elaborate dalla Regione Veneto, in particolare dall’Unità di Progetto Stati-stica e dal Servizio Cave, integrate da analisi ed elaborazioni prodotte da ANCE e CRESME.

Page 21: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 19

2.2 Analisi dell’attività edilizia privata

Per quanto riguarda l’attività edilizia abitativa e produttiva in ambito preva-lentemente privato, l’indagine sul costruito deriva dai dati ISTAT, aggregati per province, espressi in volume di fabbricati in metri cubi vuoto per pieno (v.p.p.). Tali dati sono strutturati in serie storiche, cioè in successioni di osservazioni or-dinate logicamente secondo il fattore tempo, generalmente equidistanti, in que-sto caso annuali. In particolare i dati a disposizione comprendono un arco tem-porale che va dal 1990 al 2000.

Le tipologie di edificato, considerate in tali serie, sono le seguenti: ▫ volume residenziale nuovo ▫ volume residenziale di ampliamenti ▫ volume non residenziale nuovo ▫ volume non residenziale di ampliamenti

Nella Tavola 1 e 2 vengono riportati rispettivamente il volume dei fabbricati di nuova costruzione e il volume degli ampliamenti, aggregati per le tipologie residenziali e non residenziali, mentre nella Tavola 3 sono riportati i dati relativi alla sommatoria dei precedenti.

Poiché le serie storiche forniscono dati che arrivano fino al 2000 e il PRAC individua i fabbisogni di materiale inerte a partire dal 2003, i valori riferiti agli anni 2001 e 2002 sono stati stimati sulla base di dati relativi all’andamento del mercato delle costruzioni; a tal scopo si è fatto riferimento ad altre analisi stati-stiche, basate su diverse fonti, che riguardano le imprese del settore, in partico-lare sono stati utilizzati i dati relativi al numero di imprese attive e all’occupazione nell’attività economica delle “Costruzioni” e i dati degli investi-menti fissi lordi in costruzioni.

Queste tipologie di informazioni permettono quindi una valutazione, in termini di variazione annuale percentuale, nel biennio 2000-2002.

I dati utilizzati sono quelli delle elaborazioni e delle stime operate dal CRESME, scorporati per le nuove costruzioni e per gli interventi di recupero, per i primi si ha un forte incremento nel 2001 (+11,7%), seguito da un incre-mento decisamente più limitato nell’anno 2002 (+3,6%); per la seconda tipolo-gia si assiste invece ad una fase di decremento, minima nel 2001 (-0,3%) ma più accentuata nell’anno successivo (-1,9%).

Come serie storiche di dati utilizzati per le previsioni sono stati quindi con-siderati i dieci anni che vanno dal 1993 al 2002, proiettati a livello provinciale e regionale su un arco temporale di dieci anni, quindi nel periodo 2003-2012.

Per la stima previsionale è stato utilizzato un modello statistico basato sul-la logica di un “approccio classico” alle serie storiche, in particolare il metodo del livellamento esponenziale.

Tale metodo ben si adatta a serie storiche, come quelle relative all’attività edilizia, in cui i valori nei diversi istanti temporali non sembrano avere un parti-colare trend di crescita o diminuzione, ma piuttosto seguono un andamento ir-regolare con la presenza di picchi in aumento o in attenuazione; secondo studi

Page 22: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 20

analoghi, è stato evidenziato che tra l’andamento dell’attività edilizia e il fattore tempo non esisterebbe una relazione di tipo lineare.

In effetti la variabile in questione (attività edilizia) è influenzata da una mol-titudine di fattori esterni le cui relazioni non risultano sempre comprensibili.

Il metodo del livellamento esponenziale risulta appropriato per serie stori-che i cui dati si muovono casualmente attorno ad un valore medio costante, ed inoltre permette di effettuare delle previsioni attendibili pur avendo limitate os-servazioni del fenomeno negli anni passati.

Secondo tale modello il valore più recente fornisce il contributo più impor-tante alla previsione, mentre i valori precedenti offrono un tributo sempre più decrescente; il tasso di diminuzione di importanza dei termini della serie è go-vernato dalla costante di livellamento (α).

Delle numerose procedure basate sul livellamento esponenziale si è scel-to di utilizzare il livellamento esponenziale semplice; per quanto riguarda la co-stante α, gli studi in letteratura indicano che, qualora le serie storiche siano ca-ratterizzate da forti mutamenti, come nel nostro caso, tale parametro può as-sumere valori compresi tra 0,3 e 0,5. Si rimanda ai testi elencati in bibliografia per una maggior comprensione del metodo adottato.

Alla luce di quest’ultima osservazione, per il presente studio è stato assun-to un valore di α pari a 0,4.

Sulla base di queste considerazioni e dei dati disponibili sono state elabo-rate le stime previsionali, a livello provinciale e regionale, dei volumi relativi alle nuove costruzioni e agli ampliamenti; tali elaborazioni sono illustrate nella Tavo-la 4. Complessivamente, a livello regionale, nel periodo 2003-2012 si ha quindi:

Nuove costruzioni Volume totale = 297.815.087 m3 v.p.p. Volume medio annuale = 29.781.509 m3 v.p.p.

Ampliamenti Volume totale = 83.246.058 m3 v.p.p. Volume medio annuale = 8.324.606 m3 v.p.p.

I dati di partenza sulle volumetrie, basati su rilevazioni ISTAT, non forni-scono tuttavia un quadro conoscitivo completo del fenomeno in esame, cioè in sostanza sono sottostimati rispetto alla realtà. Questa caratteristica, già eviden-ziata anche in analoghi studi, è intrinseca; infatti la modalità di rilevazione del dato ISTAT, basato sulla compilazione di un questionario (rilievo indiretto) da parte dei responsabili degli Uffici Comunali e successivamente spedito, risente del grado di collaborazione dei Comuni che, per il Veneto nell’anno 2000, è sta-to quantificato pari a 88,8; in secondo luogo gli interventi, quali ristrutturazioni e trasformazioni di fabbricati già esistenti, che non comportano variazione di vo-lume, non rientrano nel campo di osservazione del questionario ISTAT.

I volumi sopra determinati sono stati quindi modificati attraverso l’applicazione di un opportuno coefficiente di adeguamento. Rifacendosi alle numerose indagini effettuate in occasione di analoghe ricerche si è visto che il

Page 23: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 21

rapporto tra i volumi derivanti da indagini dirette e quelli dei dati ISTAT varia mediamente tra 1,15 e 1,52.

Nel presente studio tale coefficiente è stato assunto pari alla media dei va-lori noti in letteratura e quindi uguale a 1,33. Si ha perciò:

Nuove costruzioni Volume medio annuale = 29.781.509 x 1,33 = 39.609.407 m3 v.p.p. Ampliamenti Volume medio annuale = 8.324.606 x 1,33 = 11.071.726 m3 v.p.p.

Page 24: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 22

Tavola 1

Volume di fabbricati, residenziali e non, di nuova costruzione per provincia (in m 3 vuoto per pieno) (*) - Anni 1990:2000

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 Var% 2000/1990

Belluno 1.241.118 833.619 1.134.937 733.145 1.121.816 1.079.072 855.604 686.185 573.794 1.056.671 1.111.041 -10,5

Padova 4.755.376 4.878.745 4.682.758 3.782.100 4.632.343 5.251.581 4.867.781 3.963.882 3.686.283 4.229.638 6.016.828 26,5

Rovigo 1.414.299 1.081.144 823.875 922.550 970.789 939.807 1.008.802 1.244.299 958.973 1.255.836 1.552.449 9,8

Treviso 4.470.787 5.859.159 5.170.680 4.750.769 5.139.726 5.777.162 5.351.908 4.357.692 5.848.517 4.881.049 5.304.563 18,6

Venezia 2.800.672 3.011.317 2.589.643 2.158.552 2.204.770 2.365.752 2.706.044 2.761.479 2.865.321 2.631.128 3.556.057 27,0

Verona 4.218.307 4.961.281 5.010.115 2.999.133 3.570.549 4.740.844 4.330.831 3.866.145 3.521.285 5.139.155 5.447.792 29,1

Vicenza 5.052.382 4.955.549 4.545.154 4.542.252 4.490.229 6.572.935 5.825.925 4.274.236 4.196.998 5.655.700 5.714.411 13,1

Veneto 23.952.941 25.580.814 23.957.162 19.888.501 22.130.222 26.727.153 24.946.895 21.153.918 21.651.171 24.849.177 28.703.141 19,8

Variazioni percentuali rispetto all'anno precedente del volume di fabbricati, residenziali e non, di nuova costruzione. Confronto Veneto e province - Anni 1991:2000

(*) La qualità del dato risente del grado di collaborazione dei ComuniFonte: Elaborazioni Regione Veneto - U.P. Statistica su dati Istat

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Belluno Veneto

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Padova Veneto

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Rovigo Veneto

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Treviso Veneto

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Venezia Veneto

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Verona Veneto

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Vicenza Veneto

Page 25: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 23

Tavola 2

Volume degli ampliamenti, residenziali e non, per provincia (in m 3 vuoto per pieno) (*) - Anni 1990:2000

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 Var% 2000/1990

Belluno 369.045 342.950 241.421 327.077 228.900 401.885 399.075 230.030 238.341 262.537 279.775 -24,2

Padova 1.651.495 1.250.076 1.702.580 1.351.529 1.729.558 2.062.144 2.116.154 1.637.340 1.650.518 1.404.504 1.690.886 2,4

Rovigo 360.477 326.488 305.754 177.533 460.113 501.835 383.126 306.686 152.927 517.868 604.678 67,7

Treviso 1.582.003 1.529.536 1.834.088 1.442.310 1.437.257 1.990.248 1.956.686 1.633.196 1.205.264 1.900.856 1.611.866 1,9

Venezia 674.614 528.900 653.304 498.843 593.308 698.103 671.056 684.211 792.468 704.168 923.463 36,9

Verona 1.247.973 1.072.405 1.276.058 905.681 911.648 1.422.487 1.357.204 1.335.203 1.056.282 1.639.717 1.614.725 29,4

Vicenza 1.497.277 1.616.967 1.647.564 1.281.988 1.914.215 2.537.388 2.335.057 1.743.538 1.441.913 2.033.067 2.106.330 40,7

Veneto 7.382.884 6.667.322 7.660.769 5.984.961 7.274.999 9.614.090 9.218.358 7.570.204 6.537.713 8.462.717 8.831.723 19,6

Variazioni percentuali rispetto all'anno precedente del volume degli ampliamenti, residenziali e non. Confronto Veneto e province - Anni 1991:2000

(*) La qualità del dato risente del grado di collaborazione dei ComuniFonte: Elaborazioni Regione Veneto - U.P. Statistica su dati Istat

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Belluno Veneto

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Padova Veneto

-600

60120180240

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Rovigo Veneto

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Treviso Veneto

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Venezia Veneto

-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Verona Veneto

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Vicenza Veneto

Page 26: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 24

Tavola 3

Volume di fabbricati di nuova costruzione e ampliamenti, residenziali e non, per provincia (in m 3 vuoto per pieno) (*) Anni 1990:2000

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 Var% 2000/1990

Belluno 1.610.163 1.176.569 1.376.358 1.060.222 1.350.716 1.480.957 1.254.679 916.215 812.135 1.319.208 1.390.816 -13,6

Padova 6.406.871 6.128.821 6.385.338 5.133.629 6.361.901 7.313.725 6.983.935 5.601.222 5.336.801 5.634.142 7.707.714 20,3

Rovigo 1.774.776 1.407.632 1.129.629 1.100.083 1.430.902 1.441.642 1.391.928 1.550.985 1.111.900 1.773.704 2.157.127 21,5

Treviso 6.052.790 7.388.695 7.004.768 6.193.079 6.576.983 7.767.410 7.308.594 5.990.888 7.053.781 6.781.905 6.916.429 14,3

Venezia 3.475.286 3.540.217 3.242.947 2.657.395 2.798.078 3.063.855 3.377.100 3.445.690 3.657.789 3.335.296 4.479.520 28,9

Verona 5.466.280 6.033.686 6.286.173 3.904.814 4.482.197 6.163.331 5.688.035 5.201.348 4.577.567 6.778.872 7.062.517 29,2

Vicenza 6.549.659 6.572.516 6.192.718 5.824.240 6.404.444 9.110.323 8.160.982 6.017.774 5.638.911 7.688.767 7.820.741 19,4

Veneto 31.335.825 32.248.136 31.617.931 25.873.462 29.405.221 36.341.243 34.165.253 28.724.122 28.188.884 33.311.894 37.534.864 19,8

Variazioni percentuali rispetto all'anno precedente del volume di fabbricati di nuova costruzione e ampliamenti, residenziali e non. Confronto Veneto e province - Anni 1991:2000

(*) La qualità del dato risente del grado di collaborazione dei ComuniFonte: Elaborazioni Regione Veneto - U.P. Statistica su dati Istat

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Belluno Veneto

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Padova Veneto

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Rovigo Veneto

-60-40-20

020406080

10019

91/9

0

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Treviso Veneto

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Venezia Veneto

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Verona Veneto

-60-40-20

020406080

100

1991

/90

1992

/91

1993

/92

1994

/93

1995

/94

1996

/95

1997

/96

1998

/97

1999

/98

2000

/99

Vicenza Veneto

Page 27: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 25

Tavola 4

Previsione del volume di fabbricati, residenziali e non, di nuova costruzione per provincia (in mc v.p.p.) - Anni 2003-2012Proiezione basata su livellamento esponenziale con α = 0,4

Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza Veneto1993 733.145 3.782.100 922.550 4.750.769 2.158.552 2.999.133 4.542.252 19.888.5011994 1.121.816 4.632.343 970.789 5.139.726 2.204.770 3.570.549 4.490.229 22.130.2221995 1.079.072 5.251.581 939.807 5.777.162 2.365.752 4.740.844 6.572.935 26.727.1531996 855.604 4.867.781 1.008.802 5.351.908 2.706.044 4.330.831 5.825.925 24.946.8951997 686.185 3.963.882 1.244.299 4.357.692 2.761.479 3.866.145 4.274.236 21.153.9181998 573.794 3.686.283 958.973 5.848.517 2.865.321 3.521.285 4.196.998 21.651.1711999 1.056.671 4.229.638 1.255.836 4.881.049 2.631.128 5.139.155 5.655.700 24.849.1772000 1.111.041 6.016.828 1.552.449 5.304.563 3.556.057 5.447.792 5.714.411 28.703.1412001 1.241.033 6.720.797 1.734.086 5.925.197 3.972.116 6.085.184 6.382.997 32.061.4082002 1.285.710 6.962.746 1.796.513 6.138.504 4.115.112 6.304.250 6.612.785 33.215.6192003 1.153.049 6.140.360 1.594.849 5.720.008 3.673.691 5.683.433 6.069.883 30.035.2732004 1.151.276 6.131.212 1.592.618 5.708.518 3.668.470 5.676.179 6.058.896 29.987.1702005 1.148.563 6.120.008 1.590.270 5.696.086 3.663.138 5.667.543 6.048.036 29.933.6442006 1.145.953 6.107.307 1.587.997 5.682.113 3.657.416 5.656.076 6.032.139 29.869.0012007 1.143.884 6.095.533 1.585.557 5.669.169 3.650.871 5.645.602 6.018.048 29.808.6632008 1.142.224 6.085.946 1.582.548 5.658.629 3.644.192 5.636.251 6.007.710 29.757.4992009 1.140.836 6.077.030 1.580.228 5.644.484 3.637.262 5.627.734 5.997.559 29.705.1332010 1.138.280 6.066.800 1.577.191 5.632.678 3.630.898 5.615.304 5.983.880 29.645.0312011 1.135.593 6.052.247 1.573.436 5.619.848 3.622.297 5.602.128 5.970.059 29.575.6092012 1.132.592 6.035.992 1.569.242 5.605.517 3.612.690 5.587.410 5.954.620 29.498.063

alpha 11.432.251 60.912.436 15.833.937 56.637.052 36.460.924 56.397.659 60.140.829 297.815.087 Totale0,4 1.143.225 6.091.244 1.583.394 5.663.705 3.646.092 5.639.766 6.014.083 29.781.509 Media

Previsione del volume degli ampliamenti, residenziali e non, per provincia (in mc v.p.p.) - Anni 2003-2012Proiezione basata su livellamento esponenziale con α = 0,4

Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza Veneto1993 327.077 1.351.529 177.533 1.442.310 498.843 905.681 1.914.215 5.984.9611994 228.900 1.729.558 460.113 1.437.257 593.308 911.648 1.914.215 7.274.9991995 401.885 2.062.144 501.835 1.990.248 698.103 1.422.487 2.537.388 9.614.0901996 399.075 2.116.154 383.126 1.956.686 671.056 1.357.204 2.335.057 9.218.3581997 230.030 1.637.340 306.686 1.633.196 684.211 1.335.203 1.743.538 7.570.2041998 238.341 1.650.518 152.927 1.205.264 792.468 1.056.282 1.441.913 6.537.7131999 262.537 1.404.504 517.868 1.900.856 704.168 1.639.717 2.033.067 8.462.7172000 279.775 1.690.886 604.678 1.611.866 923.463 1.614.725 2.106.330 8.831.7232001 278.936 1.685.813 602.864 1.607.030 920.693 1.609.881 2.100.011 8.805.2282002 273.636 1.653.783 591.410 1.576.497 903.199 1.579.293 2.060.111 8.637.9292003 272.400 1.641.639 546.396 1.594.367 862.755 1.535.950 2.020.846 8.474.3182004 271.481 1.634.667 544.541 1.588.573 860.363 1.532.275 2.013.129 8.444.9922005 269.889 1.626.354 542.518 1.580.550 857.549 1.526.541 2.002.901 8.406.2372006 268.296 1.617.824 540.974 1.572.663 854.844 1.521.070 1.993.488 8.369.0772007 267.368 1.611.224 539.738 1.566.079 852.086 1.515.688 1.986.460 8.338.5612008 266.418 1.604.570 539.121 1.561.221 848.891 1.511.430 1.980.647 8.312.2072009 265.372 1.598.909 537.034 1.553.558 846.053 1.504.820 1.972.452 8.278.0932010 264.257 1.592.093 534.596 1.547.061 842.330 1.498.311 1.963.961 8.242.4922011 263.144 1.585.297 532.166 1.540.583 838.619 1.491.821 1.955.496 8.206.9972012 262.052 1.578.804 529.844 1.534.393 835.073 1.485.621 1.947.407 8.173.083

alpha 2.670.678 16.091.380 5.386.928 15.639.047 8.498.561 15.123.527 19.836.789 83.246.058 Totale0,4 267.068 1.609.138 538.693 1.563.905 849.856 1.512.353 1.983.679 8.324.606 Media

Page 28: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 26

2.2.1 Coefficienti tecnici di utilizzazione

Alle proiezioni riguardanti l’edilizia residenziale e produttiva sono stati ap-plicati dei coefficienti tecnici di utilizzazione che permettono di risalire ai m3 ef-fettivi di materiali inerti.

In bibliografia esistono diversi studi ed esperienze in tal senso che indica-no tuttavia valori piuttosto disomogenei fra loro a causa della diversità di cam-pionamento e dei metodi utilizzati per pervenire agli indici di trasformazione.

Tali coefficienti si riferiscono alla sabbia, alla ghiaia e ai materiali di riem-pimento, calcolati per le diverse tipologie funzionali costruttive; normalmente in-fatti si suddivide l’attività edilizia nelle categorie residenziale, produttiva, opere pubbliche di genio civile, suddividendole ulteriormente a seconda che si tratti di nuove costruzioni o di interventi di ristrutturazione senza variazioni volumetri-che.

Nel nostro caso la situazione è complicata dal fatto che i dati delle serie storiche relativi all’attività edilizia sono suddivisi tra nuove costruzioni ed inter-venti di ampliamento (che comportano quindi variazioni volumetriche) e com-prendono insieme l’edilizia residenziale e non residenziale (produttiva), mentre le opere pubbliche sono escluse.

Per arrivare a quantificare i coefficienti tecnici di utilizzazione dei materiali è stato deciso quindi di mediare i valori indicati in letteratura tenendo conto, per quanto possibile, del rapporto tra componente residenziale e componente pro-duttiva. Non avendo dati precisi per quanto riguarda i volumi di costruito disag-gregati per le diverse componenti, tale rapporto è stato stimato sulla scorta dei dati relativi all’andamento del mercato nel Veneto, in particolare per quanto ri-guarda gli investimenti, nell’ultimo triennio. COEFFICIENTI TECNICI DI UTILIZZAZIONE (da dati di letteratura) Ghiaia Sabbia Riempimenti Edilizia residenz. nuova

0,1962 -0,38 - 0,6 (compreso sabbia) - 0,338 - 0,65 (compreso sabbia)

0,1457 - 0,004 0,08

Edilizia residenz. ristrutturazione

0,031 - 0,18 0,09 (compreso sabbia)

0,066 - 0,004 0,08

Edilizia produttiva nuova

0,02 - 0,11 - 0,22 0,6 (compreso sabbia)

0,025 - 0,085 - 0,001

0,34

Edilizia produttiva ristrutturazione

0,02 - 0,026 - 0,1 0,09 (compreso sabbia)

0,025 - 0,046 0,01

In conclusione quindi, per il settore delle nuove costruzioni è stato adottato

un coefficiente, comprensivo dei materiali di pregio e di quelli utilizzati come riempimento, pari a 0,32 mentre per il settore degli ampliamenti il coefficiente adottato è pari a 0,19.

Page 29: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 27

I coefficienti così adottati determinano una stima preliminare dei fabbiso-gni relativi agli aggregati sabbia e ghiaia per l’edilizia privata che risulta pari a:

Nuove costruzioni = 39.609.407 x 0,31 = 12.278.916 m3 Ampliamenti = 11.071.726 x 0,18 = 1.992.911 m3 Totale = 14.271.827 m3

2.3 Opere pubbliche

Il fabbisogno previsto di materiali inerti sopra riportato non tiene conto pe-rò delle opere pubbliche cosiddette “ordinarie”; queste non risultano facilmente quantificabili in quanto manca il dato preciso relativo al “costruito” per tale setto-re.

I dati disponibili infatti, pur essendo suddivisi per categorie di opere, quali edilizia residenziale, di servizi, infrastrutture, reti tecnologiche, ecc., forniscono valori relativi agli importi totali dei lavori eseguiti ed iniziati.

È possibile tuttavia fare delle analisi deduttive e delle considerazioni: ana-lisi a livello europeo (Euroconstruct) per gli ultimi anni indicano che gli investi-menti in costruzioni sono costituiti per il 20% dalle opere di Genio Civile 47% circa dal mercato dell’edilizia residenziale, per il 33% dal comparto non residen-ziale.

Altre analisi condotte invece a livello locale, in particolare CRESME, indi-cano per questo settore nel triennio 2000-2002, un volume di investimenti pari a circa l’11-13% del totale.

Si può stimare quindi, almeno come previsione decennale, che i materiali del raggruppamento sabbia e ghiaia utilizzati per questo settore, corrispondano ad una percentuale di circa il 12% del valore determinato per il mercato privato, quindi pari a 1.712.619 m3.

Le infrastrutture viabilistiche e le grandi opere pubbliche invece, non con-corrono alla determinazione dei fabbisogni in quanto, secondo l’art. 9 della L.R. 9 agosto 2002 n. 15, per le infrastrutture di trasporto ricomprese negli elenchi di cui alla legge 443/2001 ”Delega al Governo in materia di infrastrutture ed inse-diamenti produttivi strategici ed altri interventi per il rilancio delle attività produt-tive”, è previsto il rilascio di autorizzazioni di cave di prestito in deroga alle pro-cedure della L.R. 44/82.

2.4 Analisi dell’attività estrattiva Per quanto riguarda l’analisi sull’attività delle aziende estrattive, i dati con-

siderati derivano dalle schede statistiche compilate annualmente dalle aziende del settore e depositate presso l’Ufficio Cave della Regione Veneto. quelli riferiti ai quantitativi di materiale estratto suddivisi per tipologia, da questi si evince che, nel periodo 1990-2002, sono stati estratti, per il gruppo sabbia e ghiaia, poco meno di 9 milioni di m3 all’anno a livello regionale.

Page 30: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 28

Si ritiene opportuno aggiungere il materiale di detrito che viene utilizzato come materiale di riempimento per sottofondi; nello stesso periodo, ammonta ad una media annuale per l’intera Regione di poco superiore a 600.000 m3, mentre nel solo periodo che va dal 1995 al 2001 arriva a quasi 800.000 m3 ma nel corso dell’ultimo anno si è attestato a quasi 1.300.000 m3, dimostrando di rappresentare un settore con interesse sempre più crescente che permette, tra l’altro, un cospicuo risparmio di materiale cosiddetto “pregiato”.

Sommando tra loro quindi i dati relativi alle sabbie e ghiaie e il materiale detritico si valuta un consumo a livello regionale, nel periodo 1990-2002, varia-bile da un minimo di 7,3 ad un massimo di 12,3 milioni di m3, con una media, negli ultimi 5 anni, pari a quasi 10 milioni di m3 (Tavole 5 e 6).

Tali valori risultano inferiori al fabbisogno annuale stimato con l’analisi sull’attività edilizia, ciò può essere dovuto a diversi fattori: un primo fattore po-trebbe essere legato alla non sempre corretta e completa compilazione delle schede statistiche; un secondo fattore invece potrebbe essere in relazione con i flussi di import-export di tale settore; i dati relativi al commercio estero (base ISTAT) tuttavia non forniscono valori in m3, essi sembrano indicare comunque un bilancio approssimativamente in parità. Un’analisi certa di questi flussi di ma-teriali risulta comunque piuttosto difficile e necessiterebbe di ulteriori approfon-dimenti.

Page 31: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 29

Fonte: Servizio Cave della Regione Veneto Tavola 5

Page 32: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 30

Fonte: Servizio Cave della Regione Veneto Tavola 6

Page 33: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 31

2.4.1 Riserve di materiali

Dall’analisi dello stato di fatto relativo alle cave in essere si evince che, al 31 marzo 2008, per la tipologia sabbia e ghiaia, sono presenti riserve autorizza-te, a livello regionale, quantificabili in poco più di 100 milioni di m3.

Tali riserve potranno soddisfare le esigenze di mercato richieste nel perio-do necessario per l’operatività del PRAC.

Le riserve attuali, ancorché distribuite in modo non bilanciato nel territorio, necessitano per sopperire sia ad eventuali picchi di richiesta del mercato, sia come una sorta di “riserva strategica” a livello regionale a garanzia di continuità della capacità del sistema estrattivo regionale di soddisfare le richieste di mate-riale.

In sede di si dovrà quindi provvedere progressivamente ad un riequilibrio logistico delle riserve tra gli insiemi estrattivi regionali.

Peraltro le autorizzazioni per la coltivazione degli ambiti (ATE, CS, CV) prevedono procedure temporalmente impegnative.

2.5 Determinazione del fabbisogno regionale

Alla luce di quanto visto nei paragrafi precedenti, il fabbisogno di sabbia e ghiaia per l’attività edilizia privata e per le opere pubbliche ricorrenti è quantifi-cato come segue:

Fabbisogno regionale annuale = 14.271.827 + 1.712.619 = 15.984.446 m3 I materiali impiegati per sopperire a tale fabbisogno possono essere in

parte assorbiti dalla possibilità di utilizzare, al posto della georisorsa pregiata costituita dalla sabbia e ghiaia, materiali derivanti dal riciclaggio degli inerti.

Tale attività al momento non è quantitativamente rilevante a causa di un deficit normativo nell’utilizzo di tali materiali riciclati che dovrà essere colmato, anche alla luce di quanto prevede la proposta di legge regionale in materia di lavori pubblici, laddove contempla all’art. 34 l’impiego nei lavori pubblici di “una quota parte di materiali di recupero industriale o riciclati provenienti da opera-zioni di recupero.

Si stima pertanto, per i prossimi anni, un utilizzo di materiale di riciclo pari ad almeno il 6-7% del fabbisogno complessivo regionale, quindi corrispondente a oltre 1 milione di m3/anno.

Nel periodo di tempo trascorso dall'adozione del PRAC (2003) ad oggi, la dinamica economica della dimensione del sistema estrattivo veneto ha subito una contrazione per effetto, soprattutto, della flessione del settore delle costru-zioni e, in particolare, nel settore dell'edilizia, civile, produttiva e delle opere pubbliche, nella misura valutabile in circa il 6%.

Page 34: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 32

Pertanto, alla luce delle suesposte considerazioni come del resto anche

emerso da osservazioni pervenute, il fabbisogno regionale annuo autorizzabile di sabbie e ghiaie, risulta:

• dimensionamento PRAC 2003 pari a mc/a 15.984.000

• riduzione del 6% per contrazione del mercato, restano quindi arrotondati mc/a 15.000.000

• riduzione per l’utilizzo di materiali riciclati pari a mc/a 1.350.000 EFFETTIVO FABBISOGNO ANNUO DI PIANO mc/a 13.650.000

Secondo aggiornati rilevamenti statistici, la produzione media

dell’estrazione di ghiaie e sabbie nell’ultimo decennio, è stata pari a circa 9.500.000 mc/a. Peraltro, tale dato appare fortemente sottostimato dato il suo carattere di origine statistica e non tiene conto di altre fonti di approvvigiona-mento.

Inoltre, una parte di questi materiali, oscillante tra i 3.000.000 ed i 4.000.000 di mc/annuo costituisce il saldo negativo tra importazioni ed esporta-zioni.

In considerazione dei consistenti quantitativi di riserve già autorizzate la cui scadenza si protrae nell’arco di quasi un ventennio, si ritiene di proiettare la previsione di Piano in un arco temporale di vent’anni con una programmazione attuativa in due cicli decennali.

Si reputa necessario, peraltro, monitorare adeguatamente l’andamento del mercato e del settore estrattivo, al fine di poter effettuare nuove analisi in occa-sione delle revisioni almeno quinquennali del PRAC.

Peraltro, al fine di garantire il soddisfacimento del fabbisogno regionale secondo parametri di sviluppo sostenibile, l’attività estrattiva prevista dal PRAC sarà oggetto di monitoraggio almeno annuale sia per gli aspetti estrattivi che per gli aspetti correlati alle matrici ambientali interessate dagli interventi.

Page 35: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 33

Piano Regionale Attività di Cava L.R. 7 settembre 1982, n. 44 - “Norme per la disciplina dell’attività di cava”

3

Situazione geologica e georisorse disponibili

3.1 Relazione geologica 3.2 Georisorse potenzialmente disponibili 3.2.1 Metodologia d’analisi 3.2.2 Inquadramento geolitologico generale 3.2.3 Individuazione dei giacimenti potenzialmente disponibili

Page 36: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 34

3.1 Relazione geologica Poiché la pianificazione dell’attività estrattiva di cava nel territorio regiona-

le si fonda, in misura determinante, sulla distribuzione areale dei materiali di-sponibili ma soprattutto sull’idoneità, per gli usi connessi con l’attività estrattiva, delle unità geologiche interessate, si è ritenuto di elaborare un documento pro-pedeutico di analisi basato sulle principali unità geolitologiche e finalizzato all’individuazione delle aree indiziate per la presenza di materiali suscettibili all’attività di cava,

Queste unità geolitologiche sono state riconosciute su cartografie alla sca-la compresa tra 1:250.000 e 1:100.000, che hanno costituito la base per un GIS (Geographical Information System).

La cartografia base di riferimento è la Carta Geologica del Veneto alla scala 1:250.000, realizzata dall’Università di Padova con incarico della Regione a metà degli anni ’80 e pubblicata nel 1990 con la collaborazione del Servizio Geologico d’Italia (fig. 1).

Questa carta costituisce la documentazione geologica più completa, omo-genea e soprattutto più aggiornata dell’intero territorio regionale.

Ha la particolarità di rappresentare le unità geologiche non nel senso clas-sico secondo un modello temporale bensì raggruppando singole formazioni ge-ologiche in complessi di rocce appartenenti ad unità con caratteristiche forma-zionali, geotecniche e geomeccaniche simili. La carta quindi può essere consi-derata una via di mezzo tra una carta geologica classica ed un carta geolitolo-gica nella quale la suddivisione dei materiali è maggiormente utilizzabile agli scopi del piano cave in questione.

Page 37: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 35

Figura 1. La Carta Geologica del Veneto al 250.000 è stata realizzata partendo da

una base alla scala 1:100.000 e suddivide il territorio regionale in 51 unità geo-logiche.

Il lavoro svolto è consistito nella vettorializzazione dei poligoni, relativi al-le 51 unità geologiche, partendo dalle carte di base al 100.000 attraverso l’uso di apposito software.

La parte geografica è stata rappresentata sulla base cartografica regio-

nale (carta delle ombre, idrografia, viabilità, toponomastica e limiti amministrati-vi) predisposta dall’Unità Complessa per il SIT e la Cartografia.

E’ stata integrata in un GIS (con programma ESRI ArcView) dove a cia-scuna unità geologica o complesso geologico e quindi a ciascuno dei poligoni digitalizzati, è stato assegnato un attributo che rappresenta il collegamento con una banca dati.

Il DataBase è stato realizzato con Microsoft Access e consiste in una se-rie di schede (fig. 2), una per ciascuna unità geolitologica, le quali evidenziano i seguenti aspetti:

litologia formazione geologica o complesso roccioso spessore aree principali di affioramento caratteri giacimentologici materiali utilizzati denominazione locale o commerciale del materiale

Le schede e quindi le diverse unità geolitologiche sono state inoltre sud-

divise per Province. In totale sono 120 schede

Page 38: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 36

Figura 2. L’elaborato finale consiste in una cartografia geologica alla scala

1:100.000, suddivisa per ambiti provinciali ed un fascicolo relativo alle schede litologiche dei materiali utilizzabili.

Va, comunque sottolineato che la presenza di formazioni geologiche di

natura corrispondente ai tipi di materiali appartenenti alla seconda categoria, di cui all’art. 2, comma 3, del R.D. 29 luglio 1927, n. 1443, non significa assoluta-mente che tali materiali siano idonei per le finalità estrattive su tutta l’estensione dei loro affioramenti. I requisiti di idoneità discendono, infatti, oltre che dalla na-tura e dalla presenza degli affioramenti anche, e soprattutto, dalle caratteristi-che giacimentologiche che possono essere riconosciute come favorevoli solo se valutate nei singoli siti sulla base di ricerche di dettaglio che ne accertino il valore e le reali possibilità estrattive.

In particolare, la necessità di validazione locale della potenzialità dei cor-pi estrattivi si rivela indispensabile specialmente per le aree di pianura per le quali gli spessori sono solo induttivi.

3.2 Georisorse potenzialmente disponibili

3.2.1 Metodologia d’analisi La stesura della carta delle georisorse si è basata sull’analisi della Carta

Geologica del territorio della Regione Veneto alla scala 1:250.000 che ha per-messo di individuare i complessi rocciosi e le principali formazioni geologiche affioranti nel territorio. Tali dati sono stati integrati dalla lettura della Carta Geo-morfologica (scala 1:250.000) che, attraverso il riconoscimento dei processi fisi-ci del passato o attuali e delle forme di accumulo, ha permesso di evidenziare le caratteristiche lito-morfologiche del territorio.

La sovrapposizione del quadro geologico e geomorfologico ha indirizzato la definizione delle unità geologiche che rappresentano litotipi o gruppi di litotipi aventi caratteristiche d’impiego omogenee.

L’individuazione delle geounità deriva dalla scelta di utilizzare come pa-rametri discriminanti l’utilizzazione attuale e/o potenziale della risorsa e la sud-divisione dei materiali di cava di preminente interesse regionale e di interesse provinciale.

In virtù del crescente utilizzo dei materiali di detrito, si è deciso di inserirli in un’apposita geounità.

Successivamente sulla base della carta geologica alla scala 1:100.000, tenuto conto della presenza di vincoli assoluti e in parte di quelli relativi, delle Schede Geologiche dei materiali di cava e della distribuzione e diffusione delle cave attive e estinte, per ogni provincia sono stati identificati i giacimenti poten-zialmente disponibili o georisorse.

Page 39: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 37

3.2.2 Inquadramento geolitologico generale Sulla scorta della Carta Geologica del Veneto, rappresentativa delle for-

mazioni e/o complessi rocciosi affioranti e in base alle informazioni contenute nelle Schede Geologiche dei materiali relative alla litologia, allo spessore, alle aree principali di affioramento e ai caratteri giacimentologici, oltre che alle utiliz-zazioni dei materiali sono state individuate le unità geologiche di seguito deno-minate geounità, che rappresentano litotipi o gruppi di litotipi aventi caratteristi-che d’impiego omogenee. Geounità 1

Sono state inserite in questa geounità le alluvioni ciottolose e ghiaioso-sabbiose, ed i depositi fluvioglaciali, rinvenibili in gran parte lungo una fascia dell’alta pianura veneta che, da sud-ovest a nord-est senza soluzione di conti-nuità borda i rilievi collinari, estendendosi a meridione fino alla linea delle risor-give.

I depositi alluvionali hanno spessori potenti e sono costituiti in prevalenza da ghiaie e sabbie grossolane con locali e sporadiche lenti limoso-argillose.

La composizione granulometrica dei sedimenti varia da grossolana, all’apice delle conoidi, a media con prevalenza della componente sabbiosa scendendo verso la bassa pianura.

I litotipi di questa geounità sono inoltre presenti nelle aree collinari e montane in corrispondenza di coltri alluvionali antiche, talvolta terrazzate, di-sposte ai margini degli alvei attuali, caratterizzate spesso da una alterazione più o meno pronunciata dei sedimenti.

Sono inoltre compresi i depositi sabbiosi deltizi e le sporadiche lenti a componente sabbiosa distribuite nella bassa pianura. UTILIZZAZIONE ATTUALE E/O POTENZIALE:

Il materiale viene utilizzato per rilevati, come inerte per calcestruzzo e per conglomerati bituminosi. Geounità 2

È costituita dai detriti di versante, depositi morenici ed i coni di deiezione antichi e/o recenti e sporadiche zone di materiale di frana.

I depositi morenici, a granulometria estremamente variabile spesso frammisti a particelle limoso-argillose, costituiscono i rilievi collinari gardesani prossimi alla pianura con fondovalle spesso interessato da depositi fluvio-glaciali e fluviali.

Le cerchie moreniche maggiori dell’area gardesana appartenenti alla glaciazione rissiana sono prevalentemente ghiaiose, talvolta debolmente ce-mentate, coperte da materiale argilloso alterato da colore rosso-brunastro, nelle zone crestali dei rilievi, a seguito del dilavamento delle acque meteoriche ven-gono ad affiorare le ghiaie biancastre, mentre nelle vallecole secondarie e nei fondovalle che fungevano da scaricatore fluvio-glaciali si rinviene il terreno argil-loso rossiccio dilavato.

Page 40: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 38

Vaste aree costituite in prevalenza da detriti di falda e conoidi detritiche si rinvengono nel vicentino a nord di Schio, nei pressi di Belluno e nella zona dell’Alpago.

Nel bacino del Boite sono presenti sia i detriti di versante che il materiale morenico più o meno rimaneggiato.

Nell’alta valle del Piave, nei dintorni di Comelico si rinvengono marne grossolane sciolte, mentre a nord di S..Stefano di Cadore si hanno vaste aree di detrito di falda sciolte. UTILIZZAZIONE ATTUALE E/O POTENZIALE:

Il materiale viene utilizzato come inerte per calcestruzzo e per rilevati e sottofondi e argille per laterizi.

Geounità 3

A questa geounità sono attribuiti i depositi alluvionali sabbioso-limosi e limo-argillosi, le alluvioni fluvio-glaciali coperte da un potente strato di alterazio-ne superficiale argilloso, le argille lacustri, argille rosse carsiche, le argille ben-tonitiche e le rare placche loess.

Tali formazioni sono comprese a meridione dalla linea che va da Villafranca a S.Bonificio e che risale poi alla base dei Colli Berici occidentali, spostandosi a nord verso Malo e quindi con andamento est-ovest procede fino a Treviso per poi piegare verso nord-est fino ad Orsago al limite della Regione. Nella fascia di territorio tra Malo e Treviso sotto i depositi argilloso-limosi potenti fino a 4-5 me-tri, sono presenti localmente potenti depositi ghiaioso-sabbiosi.

Sono inoltre comprese le argille lacustri del Pontico superiore sovrastanti ai depositi conglomeratici del Pontico inferiore e le argille sabbiose azzurre di Cornuda (Pliocene medio-inferiore); esse affiorano a nord di Nervesa della Bat-taglia fino ai dintorni di Vittorio Veneto.

Altri affioramenti si hanno allo sbocco delle valli nei Monti Lessini e una vasta zona in Val Visdende originatasi a seguito della creazione di un lago di sbarramento per frana. UTILIZZAZIONE ATTUALE E/O POTENZIALE:

Il materiale viene generalmente utilizzato come argilla per laterizi e per terre cotte.

Geounità 4

È costituita dalle sequenze marnose e calcareo-marnose della Scaglia Rossa e le formazioni a componente prevalentemente marnosa, marnoso-calcarea e argilloso-marnosa, costituite dai Calcari di Spilecco, dalle Marne di Priabona, dai calcari e marne argillose in facies di flysch eo-oligocenici, dalle marne e calcari marnosi langhiani-aquitaniani, dalle marne e argille marnose mioceniche (Tortoniano-Elveziano).

Gli affioramenti più consistenti sono localizzati tra Feltre e l’Alpago e nel Bosco del Cansiglio; sottili lingue dai contorni frastagliati sono presenti nelle Prealpi Venete occidentali tra il lago di Garda ed i Monti Lessini.

Page 41: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 39

Nei Monti Berici la geounità è costituita dalle Marne di Priabona e da un lembo di Scaglia Rossa che si raccorda agli affioramenti dello stesso materiale disposti lungo la direttrice Monticello, Albettone, Lovertino.

Nei Colli Euganei la geounità è costituita dalla Scaglia Rossa e dagli af-fioramenti delle Marne Euganee di età eo-oligocenica. UTILIZZAZIONE ATTUALE E/O POTENZIALE:

I litotipi di questa geounità forniscono materiale per cemento artificiale e naturale e per calce idraulica, le sequenze più francamente argillose possono localmente trovare impiego per l’industria dei laterizi, mentre i termini più fran-camente calcarei della Scaglia Rossa sono impiegati come pietra da taglio. Geounità 5

Appartengono a questa geounità le sequenze prevalentemente calcaree giurassico-cretaciche, appartenenti alle formazioni quali “Calcari grigi di Nori-glio”, “Calcari oolitici di S. Vigilio” e il “Biancone”.

I “Calcari grigi di Noriglio” sono costituiti da ripetute alternanze di calcari–oolitici chiari, in grossi banchi, calcari argillosi grigiastri, calcari marnosi e marne lignitifere.

I “Calcari oolitici di S.Vigilio” sono costituiti da calcarei bronzei, calcarei oolitici e pseudoolitici giallastri in starti decimetrici con interstrati marnosi e pre-senza di letti e noduli di selce.

Il Biancone è costituito da calcari a grana fina e a frattura concoide, in starti decimetrici, con noduli di selce bruna e grigia, sempre più abbondanti nel-la parte alta dove il calcare si fa più argilloso.

Le aree più estese sono ubicate nel Garda, nei Monti Lessini, fra l’alta Val d’Astico e il Piave,, tra il M.Barbaria ed il Bosco del Cansiglio al limite tra le Province di Belluno e di Treviso. Altre aree si trovano a nord di Ponte nelle Alpi da M. Pelf fino alla Valle di Zoldo, al M. Civetta sui versanti dell’Antelao, nei din-torni della Croda Rossa e in lembi sparsi nell’alto Cadore. UTILIZZAZIONE ATTUALE E/O POTENZIALE:

Le sequenze povere di selce sono idonee come materiale per cemento artificiale e per calce.

Tutti i litotipi possono dare materiale per pietrisco e granulati diversi e per rilevati.

I litotipi più compatti a stratificazione media o in banchi, possono essere impiegati come pietra da taglio e lavorata e come pietra ornamentale lucidabile.

Geounità 6

Raggruppa i litotipi a componente prevalentemente dolomitica e calca-reo-dolomitica, costituenti le formazioni di età triassica e le facies dolomitiche delle formazioni giurassico-cretaciche.

Nelle formazioni triassiche sono incluse la Dolomia Principale, i calcari dolomitici, le dolomie del Norico, le brecce marnoso-dolomitiche a cemento cal-careo marnoso, alternanze a dolomie brecciate o stratificate d età carnica, la Dolomia dello Schlern e la Dolomia del Serla.

Page 42: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 40

Tra le formazioni giurassico-cretaciche, sono comprese il complesso do-lomitico indifferenziato, le facies dolomitiche dei “Calcari grigi di Noriglio”, dei “Calcari oolitici di S. Vigilio” e del “Rosso Ammonitico” e i calcarei eteropici del “Biancone”.

La Dolomia Principale si rinviene in alcuni gruppi dolomitici come Tofane, Cristallo Marmarole, Antelao, Pelmo e tra Agordo-Longarone e Lorenzago di Cadore e a nord di Feltre; nell’area prealpina affiora lungo il corso dell’Adige negli Alti Lessini e alla base dell’Altopiano dei Sette Comuni.

Nei Lessini Veronesi la geounità comprende anche il Complesso Dolomi-tico indifferenziato costituito da bancate di dolomie e calcari dolomitici giallastri o rossicci, sovrastante la Dolomia Principale e a contatto superiormente con il Biancone.

A sud di Belluno la geounità è formata da dolomie grigiastre liassiche con noduli e liste di selce, passanti verso l’alto a dolomie saccaroidi a stratificazione indistinta.

La Dolomia dello Schiar affiora dalla Croda di Longerin a Sappada, nel gruppo dei Cadini – M.Popera – Aiola, a sud di Cortina d’Ampezzo, alla testata della Valle del Cordevole, nei dintorni di Agordo e nelle Pale di S. Martino – Croda Grande.

Al M. Rinaldo e nei dintorni di Lorenzago di Cadore, a sud di Auronzo e tra Caprile ed Alleghe, l’unità è costituita anche da dolomie biancastre o grigie e calcari dolomitici massicci o ben stratificati appartenenti alle Dolomie del Serla UTILIZZAZIONE ATTUALE E/O POTENZIALE:

I materiali possono trovare impiego come dolomie per refrattari a altri usi, come pietra ornamentale da taglio e lavorata, come pietrisco e granulati diversi, come materiale per rilevati. Geounità 7

Questa geounità comprende i calcari nodulari rossi o rosei, calcari rossi spesso selciferi e i calcari nodulari e compatti roseo carnicini o giallastri appar-tenenti al Rosso Ammonitico (Giurassico), le calcareniti giallastre, i calcari com-patti a Nummuliti, i calcari giallastri (Pietra Gallina di Avesa) e i calcari nulliporici di età eocenica (luteziano), la formazione delle “Calcareniti di Castelgomberto” (Oligocene) e infine le calcareniti a glauconia di età cattiana.

Il Rosso Ammonitico si rinviene nei Lessini e fra la Val d’Astico e il Bren-ta, fra la Valle del Brenta e il Piave e nei rilievi tra Valdobbiadene ed il Lago di S.Croce.

La successione delle calcareniti e dei calcari a nummuliti eocenici del lu-teziano si rinvengono nei Lessini fra S. Ambrogio di Valpolicella e Soave e in un esile affioramento fra Caltriano e Bassano del Grappa.

I termini calcarei e calcarenitici oligocenici affiorano invece nei Lessini a nord di Montecchio Maggiore e lungo una sottile striscia tra Pederobba e Vitto-rio Veneto.

Page 43: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 41

UTILIZZAZIONE ATTUALE E/O POTENZIALE:

Il Rosso Ammonitico viene utilizzato come pietra ornamentale lucidabile che assume nomi commerciali diversi come: Rosso sanguigno. Rosso chiaro. Mandorlato, ecc.

I calcari nummulitici del Luteziano sono utilizzati come pietra tenera da taglio e lucidabile e tra queste le varietà dei Marmi del Chiampo (perlato rosa, perla, bianco perlato, ecc) e la Masegna.

I calcari nulliporici e coralligeni di Castelgomberto sono usati come pietra tenera da taglio.

Infine gli scarti delle cave di pietre ornamentali possono essere utilizzati come materiale per rilevati, e come pietrisco e granulati diversi. Geounità 8

Appartengono a questa geounità rocce intrusive, effusive e metamorfiche che, indipendentemente dalla loro origine, sono tali da offrire impiego industriale omogeneo caratterizzato dalla compattezza del materiale, quali le rocce effusi-ve permiche, le rocce metamorfiche del basamento cristallino, le porfiriti triassi-che ed i prodotti effusivi basici di età cenozoica triassica o carbonica.

Le rocce effusive permiche affiorano in Veneto solo ad ovest di Falcade e sono costituite da ignimbriti riodacitiche e quarzolatitiche in banchi, per lo più compatte.

Le rocce metamorfiche del basamento cristallino sono formate da porfi-roidi affioranti nei dintorni di M. Cavallino e dagli gneiss rinvenibili tra Gosaldo e Agordo.

Le porfiriti triassiche della Conca di Recoaro sono formate da crioliti, da-citi e latiti in ammassi subvulcanici o corpi filoniani (crioliti di M. Alba) o lave da-citiche e latitiche.

Tra le vulcaniti localmente più diffuse vanno considerate le lave basalti-che paleogeniche collegate all’attività eruttiva dei Lessini, dei Berici e dei Colli Euganei UTILIZZAZIONE ATTUALE E/O POTENZIALE:

Tali litotipi vengono utilizzati come pietre ornamentali da taglio e lavorate, come pietrischi a granulati diversi, pietre da costruzione, blocchi per opere di di-fesa e materiali per rilevati; i particolare i basalti non alterati costituiscono un ot-timo materiale per massicciate ferroviarie e per l’asfaltatura delle strade.

Analisi della compresenza di materiali argillosi e ghiaiosi (artt. 13 e 44 L.R. 44/82 - sulla base delle cartografie geologiche disponibili).

L’analisi della compresenza di sabbia e ghiaia con argilla per laterizi pre-

vista dall’art. 13 della L.R. 44/1982 è stata effettuata sulla base delle risultanze delle indagini geologiche dei piano regolatori comunali e della documentazione d’archivio del Servizio geologia della Direzione regionale geologia e attività e-strattive. Tale analisi supera in modo oggettivo le problematiche connesse a ta-le compresenza e resta confermata. In sede di controdeduzioni non si ritiene utile riportare le tabelle delle risultanze di tali analisi, che si intendono qui ri-chiamate.

Page 44: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 42

Tabella 1: Geounità in funzione dell’utilizzo dei materiali litoidi

GEOUNITÀ Rif. Geol. UTILIZZAZIONE INDUSTRIALE

Alluvioni ciottolose, ghiaiose e sabbiose recenti ed antiche, anche terrazzate, ghiaie e sabbie fluvioglaciali con strato di alterazione superficiale argilloso di ridotto spessore

1 4a

INERTI PER CALCESTRUZZO E CONGLO-MERATI BITUMINOSI GHIAIE E SABBIE PER RILEVATI

Depositi morenici localmente coperti da materiale detritico, detriti di falda talvolta anche cementati, coni di deiezione o di detrito recenti e/o antiche, materiali di frana

2 3

GHIAIE E SABBIE PER RILEVATI, INERTI PER CALCESTRUZZO E CONGLOMERATI BITU-MINOSI

Alluvioni sabbioso-limose e limo-argil-lose, alluvioni fluvio-glaciali con strato di alterazione superficiale argilloso di spessore levato; argille lacustri, argille rosse carsiche, sabbie argillose, argille-sabbiose gladio-lacustri, argille sabbiose azzurre, argille bentonitiche, placche e coltre di loess

4b 4c 5

ARGILLE PER LATERIZI E TERRE COTTE

Argille marnose, marne, marne argillo-se, marne calcaree, marne con selce, calcari marnosi localmente selciferi, cal-cari e marne argillose, calcari marnosi con selce con intercalazioni argillose rossicce, calcari marnosi più o meno tu-facei

7a 7b 10 11

MATERIALE PER CEMENTO ARTIFICIALE, CALCE IDRAULICA, PIETRE TENERE DA TA-GLIO LIMITATAMENTE ALLE UNITÀ PIÙ SPICCATAMENTE CALCAREO-MARNOSE, LE ARGILLE MARNOSE POSSONO LOCAL-MENTE TROVARE IMPIEGO COME ARGILLA PER LATERIZI

Calcari bianchi selciferi con livelli mar-nosi, calcari a frattura concoide con sel-ce, calcari oolitici, talvolta selciferi, cal-cari compatti, calcari pseudo-oolitici con intercalazioni marnose, calcari con livelli marnosi e argillosi, calcari com-patti bianco-avorio, calcari saccaroidi

12 13

15b 16

CALCARE PER CEMENTO ARTIFICIALE E PER CALCE, CALCARE PER INDUSTRIA, PIETRISCO E GRANULATI DIVERSI, PIETRA TAGLIATA E LAVORATA, BLOCCAME DA SCOGLIERA, MATERIALI PER RILEVATI.

Calcari e calcari dolomitici stratificati o in banchi, dolomie cristalline, calcari dolo-mitici localmente con letti marnosi, do-lomie saccaroidi, dolomie bituminose, calcari e dolomie detritici, brecce calca-reo-dolomitiche

14 15° 15c 17 20 25 16

DOLOMIE PER REFRATTARI E ALTRI USI, PIETRE ORNAMENTALI DA TAGLIO E LAVO-RATE, PIETRISCO E GRANULATI DIVERSI, MATERIALI PER RILEVATI.

Calcari rosei e biancastri nodulari, cal-cari rossi compatti, calcari marnosi na-striformi, calcari marnosi nodulari selci-feri, calcari nulliporici e coralligeni, cal-cari marnosi tufacei, calcareniti e arena-rie glauconitiche, calcareniti fossiliferi

14 16

PIETRA ORNAMENTALE LUCIDABILE, PIE-TRA DA TAGLIO, MATERIALI PER RILEVATI, LIMITATE AREE CAPACI DI FORNIRE SABBIE SILICEE

Granodioriti, ignimbriti, porfiriti, basalti, andesiti, keratofiri, lipariti, trachiti, orto-gneiss

23 27

PIETRE ORNAMENTALI DA TAGLIO E LAVO-RATE, PIETRISCHI E GRANULATI DIVERSI, PIETRE DA COSTRUZIONE, BLOCCHI PER OPERE DI DIFESA, MATERIALI PER RILEVA-TI, MATERIALI REFRATTARI

Page 45: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 43

3.2.3 Individuazione dei giacimenti potenzialmente disponibili

Per ogni Provincia è stato redatto un documento cartografico alla scala 1:100.000 denominato Carta delle Risorse Potenzialmente Disponibili conte-nente la delimitazione delle “georisorse ” di superficie fonte dei materiali litoidi potenzialmente sfruttabili; la georisorsa è definita come raggruppamento di lito-tipi aventi caratteristiche d’impiego omogenee.

Per la stesura della Carta si è fatto riferimento alla Carta Geologica Pro-vinciale alla scala 1:100.000, alle Carte rappresentative dei vincoli assoluti e re-lativi presenti sul territorio regionale (Tav. A.3.1. ÷ Tav. 3.4.3.3.) e alle informa-zioni desunte dal catasto regionale cave in atto e cave dimesse.

Provincia di Verona

GEORISORSA SABBIA-GHIAIA: I materiali prevalentemente ghiaioso-sabbiosi rinvenibili in Provincia di

Verona hanno origine dalla conoide dell’Adige, dalle alluvioni di fondovalle dei corsi d’acqua lessinei e dalle alluvioni fluvio-glaciali legate agli archi morenici stadiali del Garda.

I giacimenti potenzialmente disponibili sono rinvenibile nell’alta pianura veronese, con prevalenza nella porzione nord occidentale estendendosi a meri-dione sino al limite delle risorgive.

In particolare la zona è delimitata ad ovest dall’apparato morenico del Garda e dal confine provinciale, a nord dalla Valpolicella, Verona, Valle di Squaranto, Valle d’Illasi e la Valle dell’Alpone; a sud si sviluppa sino alla linea che idealmente congiunge Nogarole Rocca, passando immediatamente a nord di Vigasio, a Palù e Arcole protendendosi ad est sino al confine provinciale.

GEORISORSA CALCARI PER INDUSTRIA: I giacimenti potenzialmente disponibili soprattutto per la georisorsa di

calcare per cemento e calce sono localizzati prevalentemente in sinistra Adige in Comune di Dolcè, e lungo il lato orientale del Comune di Vestenanova al con-fine con Vicenza.

Il calcaree per granulati è principalmente concentrato in vaste aree in Comune di Grezzana.

GEORISORSA ARGILLA: Il materiale prevalentemente argilloso-sabbioso è localizzato nella parte

meridionale della Provincia, a valle della linea delle risorgive. In particolare nel settore sud orientale della provincia i depositi sono costituti da materiale spicca-tamente limoso argilloso, interrotto da sporadiche lenti sabbiosi di estensioni e spessori estremamente variabili.

L’escavazione di tale materiale, utilizzato come argilla per laterizi, sfrutta i primi 3-4 metri per la presenza della superficie freatica prossima al piano cam-pagna.

Page 46: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 44

Provincia di Vicenza

GEORISORSA GHIAIA-SABBIA: I materiali ghiaioso-sabbiosi presenti nella Provincia di Vicenza fanno

parte delle alluvioni fluviali dei corsi d’acqua Agno-Guà, Astico e Brenta. La zona è delimitata a settentrione dalle conoidi del sistema dell’Astico e

del Brenta che bordano i rilievi montuosi, a ovest dai fondivalle del sistema A-gno-Guà e Chiampo ad occidente dei Monti Berici, a meridione dai confini co-munali di Malo e Villaverla ed ad est dal limite provinciale.

GEORISORSA CALCARI PER INDUSTRIA: È presente principalmente lungo i versanti meridionali dei Monti Berici in

particolare nella porzione dei comuni di Orgiano, Sossano e Villana.

GEORISORSA ARGILLA: Il materiale prevalentemente argilloso-sabbioso è localizzato nella parte

centro-meridionale della Provincia, nella zona Caldogno-Malo e a sud-est di Vi-cenza nell’area compresa tra il fiume Bacchiglione e il confine provinciale.

Il materiale viene impiegato come argilla per laterizi e terre cotte; local-mente, nella zona Caldogno-Malo, sotto la coltre argillosa si hanno importanti depositi ghiaiosi utilizzabili come inerti per calcestruzzo, conglomerati bitumino-si e per rilevati.

Provincia di Rovigo

GEORISORSA SABBIA- GHIAIA: Questa georisorsa è costituita per la provincia di Rovigo principalmente

da depositi sabbiosi che bordano in sponda destra il corso dell’Adige tra Ca-stelguglielmo e Arquà Polesine e sono presenti inoltre in sinistra Po fra Solarolo e Occhiobello.

Un’importante area è localizzata fra Isola d’Ariano e Rosolina dove il ma-teriale sabbioso è a componente prevalentemente silicea e viene utilizzato co-me inerte per calcestruzzo.

GEORISORSA ARGILLA: Questa risorsa derivante dagli apporti di materiale fino dei corsi d’acqua

Po ed Adige rappresenta gran parte del territorio di Rovigo. I sedimenti sono per lo più a componente limosa e argillosa, con sabbie fini. Aree più spiccata-mente limose-argillose si rinvengono nel settore occidentale della Provincia e lungo la fascia compresa fra Rovigo-Lendinara-Badia Polesine.

Provincia di Padova

GEORISORSA GHIAIA-SABBIA: I depositi di materiale ghiaioso sono localizzati nella parte nord-

occidentale della Provincia lungo una fascia con andamento est-ovest solcata

Page 47: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 45

dal fiume Brenta, delimitata superiormente dal confine provinciale e inferiormen-te dal limite che segna il passaggio dall’unità 4b a 4c della carta geologica della Regione Veneto.

GEORISORSA CALCARI PER INDUSTRIA: È presente principalmente nei Colli Euganei meridionali in Comune di

Baone e Arqua Petrarca e in lembi sparsi in quelli settentrionali, in particolare si cita il territorio in comune di Cinto Euganeo.

GEORISORSA ARGILLA: È presente a valle della linea delle risorgive sino al confine provinciale. A sud di Padova i sedimenti tendono ad assumere una componente pre-

valentemente limosa e limo-argillosa. Allo stato attuale vengono sfruttati come argille per laterizi i materiali del-

la coltre di copertura più superficiale potente pochi metri.

Provincia di Treviso

GEORISORSA GHIAIA-SABBIA: I depositi grossolani sono presenti nell’alta pianura del Piave dai rilievi

collinari sino al limite delle risorgive. I giacimenti potenzialmente disponibili sono localizzati nella fascia di alta

pianura delimitata superiormente dal Montello e dai Colli Asolani e inferiormente dal limite delle risorgive.

Si è esclusa dalla perimetrazione l’estesa area in sinistra idrografica del Piave nella piana tra Vidor e Pieve di Soligo.

GEORISORSA CALCARI PER INDUSTRIA: È presente sui rilievi collinari di Vittorio Veneto, in località Onigo (Pede-

robba) e nell’area di Possagno, al margine orientale dove il materiale prevalente risulta essere il marmorino.

GEORISORSA ARGILLA: È presente nella bassa pianura, lungo la fascia di territorio a valle della

linea delle risorgive sino al confine di Provincia.

Provincia di Belluno

GEORISORSA GHIAIA-SABBIA: I depositi costituiti dalle alluvioni terrazzate ciottoloso-ghiaiose e sabbio-

se si rinvengono prevalentemente lungo l’asse vallivo del fiume Piave che dalla stretta di Longarone passa per Belluno e prosegue fino alla confluenza del tor-rente Cordevole in prossimità di S.Giustina.

Page 48: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 46

GEORISORSA CALCARI PER INDUSTRIA: È presente localmente in una fascia che si sviluppa in direzione nord-sud

a Ponte nelle Alpi in destra idrografica del fiume Rai e a Chies d’Alpago, in prossimità della sorgente del Torrente Tesa.

Page 49: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 47

Piano Regionale Attività di Cava L.R. 7 settembre 1982, n. 44 - “Norme per la disciplina dell’attività di cava”

4

Idrologia ed idrogeologia del territorio

4.1 Quadro di riferimento ambientale 4.1.1 Idrologia 4.1.1.1 Fascia montana e collinare 4.1.1.2 Fascia di ricarica degli acquiferi nell’area pedemontana (alta pianura) 4.1.1.3 Fascia di pianura (bassa pianura) 4.1.1.4 Fascia costiera 4.1.2 Idrogeologia 4.2 Correlazione tra l’attività di escavazione e l’idrologia del territorio 4.3 Correlazione tra l’attività di escavazione e l’idrogeologia del territorio

Page 50: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 48

4. Idrologia ed idrogeologia del territorio La conoscenza della rete idrografica superficiale e delle falde acquifere

sotterranee e dei loro regimi, sono elementi essenziali per definire le correlazio-ni che si stabiliscono tra le attività di escavazione di materiali inerti e la tutela dei diversi corpi idrici.

L’argomento, che è già stato oggetto di altri accurati studi correlati tra l’altro alla redazione del Piano di Risanamento Regionale delle Acque (PRRA), al piano di tutela della acque in approvazione e al Modello Strutturale degli Ac-quedotti del Veneto qui considerati in una chiave di lettura funzionale alle tema-tiche del Piano Regionale per le Attività di Cava (PRAC).

4.1 Quadro di riferimento ambientale

4.1.1 Idrologia

Il territorio della Regione è suddiviso in unità idrografiche, quasi tutte com-pletamente ricomprese nell’ambito del territorio regionale; ognuna evidenzia ca-ratteristiche e peculiarità tra loro molto diverse.

Procedendo da Est verso Ovest, le unità idrografiche sono così identifica-te: 1) il fiume Tagliamento; 2) la rete idrica minore tra il Tagliamento ed il Livenza; 3) il fiume Livenza; 4) la rete idrica minore tra il Livenza ed il Piave; 5) il fiume Piave; 6) il fiume Sile; 7) il bacino e la rete tributaria della Laguna di Venezia; 8) il fiume Brenta; 9) il fiume Bacchiglione; 10) il sistema Fratta - Gorzone; 11) il fiume Adige; 12) il sistema Canalbianco-Po di Levante; 13) il sistema Garda-Sarca-Mincio-Po.

Dette unità sono inserite in quattro diverse zone territoriali omogenee, ca-ratterizzate da diversi comportamenti idrologici: a) la fascia montana e collinare b) la fascia di ricarica degli acquiferi nell’area pedemontana (alta pianura); c) la fascia di pianura (bassa pianura) d) la fascia costiera.

La caratterizzazione delle citate zone territoriali omogenee dipende dalle seguenti condizioni.

Page 51: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 49

4.1.1.1 Fascia montana e colIinare

E’ elemento fisico di confine del lato Nord del Veneto ed è costituita dai ri-lievi dolomitici del Bellunese e dalle zone alpine e collinari di varia conformazio-ne ed origine.

In quest'area hanno sede, su territori in gran parte veneti, i bacini del Pia-ve, dell'Astico (Bacchiglione) e dell'Agno (Gorzone) mentre entrano nel territorio regionale il Brenta e l'Adige.

Detta fascia si spinge ad Est fino al limite orientale dei bacino dei Piave ed a ovest fino ai rilievi che delimitano il lago di Garda (Lessini e Monte Baldo); a meridione giunge, con propaggini isolate, fino alla bassa pianura (Colli Berici ed Euganei). L'uscita da tale fascia coincide con la chiusura dei bacini montani.

Le numerosissime opere di difesa idraulica, di sistemazione delle sponde e dei versanti, gli sbarramenti e le derivazioni ad uso idroelettrico condizionano, talvolta anche in modo sostanziale, il regime idraulico dei maggiori corsi d’acqua, tanto nell'andamento delle portate fluenti che nel trasporto solido.

4.1.1.2 Fascia di ricarica degli acquiferi nell'area pedemontana (alta pianura)

L'area pedemontana è costituita dalle conoidi alluvionali depositate dai corsi d'acqua che escono dai bacini montani e trova il suo limite meridionale sulla fascia delle risorgive.

E’ questa l’area che fornisce il massimo contributo all’alimentazione delle falde idriche sotterranee, in conseguenza dell’elevata permeabilità dei terreni che la costituiscono

I maggiori corsi d'acqua divagano su ampi alvei ghiaiosi, disperdendo no-tevoli frazioni delle portate che hanno raccolto nel bacino montano.

In tali aree la rete naturale di raccolta delle acque meteoriche non è signi-ficativa; si osserva la presenza di importanti reti di distribuzione di acque irrigue che, diramandosi nel territorio, forniscono acque per uso irriguo incidendo sul regime della falda.

La linea delle risorgive rappresenta il saldo attivo tra l'alimentazione sotter-ranea avvenuta sulla fascia montana e collinare a seguito delle infiltrazioni nella frattura dei massicci calcarei, quelle dovute alle acque meteoriche che percola-no nel sottosuolo e quelle conseguenti alla dispersione dei corsi d'acqua natu-rali e di irrigazione da una parte, ed il deflusso sotterraneo nell'acquifero inferio-re in pressione che va ad interessare tutta la bassa pianura dall’altra.

Le risorgive si localizzano in una fascia nella quale si manifesta una so-stanziale diminuzione della permeabilità del terreno per effetto della presenza di alluvioni e di granulometrie più fini.

E’ un fenomeno che interessa sostanzialmente tutta l'alta zona alluvionale della pianura veneta e padana dal Friuli Venezia-Giulia alla Lombardia; la fascia veneta delle risorgive corre prevalentemente con direzione Nord Est-Sud Ovest,

Page 52: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 50

dal confine orientale di regione fino ai Colli Euganei dove si interrompe, per ri-prendere ad occidente del Guà e proseguire fino al Mincio.

4.1.1.3 Fascia di pianura (bassa pianura)

La fascia di bassa pianura ha origine all’incirca dalla linea delle risorgive, caratterizzate da diffusi fenomeni di risorgenza che danno origine ad una molti-tudine di corsi d’acqua minori caratterizzati da portate fluenti sostanzialmente perenni.

Esempi significativi di tali fenomeni sono il Lemene, il Sile, il Dese, il Mar-zenego, il Tergola, il Bacchiglione ed il Tartano.

Questa zona è interessata dall'ingresso nel territorio regionale del Livenza, mentre il Tagliamento ne costituisce il confine ad Est con la pianura friulana.

Il territorio planiziale veneto degrada quindi molto dolcemente verso la li-nea di costa; in prossimità di questi i terreni risultano di formazione sempre più recente, la granulometria fine ne riduce sensibilmente la permeabilità e si os-servano vaste aree talvolta depresse rispetto al medio mare.

Qui le acque meteoriche sono raccolte e convogliate in una fitta rete di fossati e scoli di bonifica per lo più artificiali.

In quasi tutta la provincia di Rovigo e nei territori più prossimi alla costa adriatica il loro deflusso avviene prevalentemente con sollevamento meccanico delle acque. L’assetto idrografico di questa parte di territorio è fortemente con-dizionato dalle interconnessioni e collegamenti artificiali, oltre che dalle nume-rose opere di sollevamento dei deflussi.

4.1.1.4 Fascia costiera

Il regime idraulico dei corsi d’acqua in quest’ultima fascia è strettamente correlato alle oscillazioni delle maree. Dal punto di vista qualitativo le acque ri-sentono, inevitabilmente in senso negativo, degli apporti eutrofizzanti e d’inquinamento batteriologico dell’intera rete idrografica regionale.

Immediatamente prima dello sbocco in mare, le foci dei fiumi compresi tra il Tagliamento ed il Po di Levante sono collegate dalla linea navigabile, che cor-re parallela alla costa; essa raccoglie pure acque di bonifica (Brian) di territori compresi tra i fiumi maggiori. Tale assetto rende non determinabile il rispettivo recapito del corso d’acqua nonostante l'esistenza, in taluni casi, di interclusioni rappresentate dalle conche di navigazione.

4.1.2 Idrogeologia

Il Veneto fa parte di un complesso sistema idrogeologico costituito da for-mazioni di natura calcareo-dolomitica in cui hanno sede gli acquiferi di monta-gna e, in zona di pianura, di acquiferi reperibili nei livelli ghiaiosi e/o sabbiosi a geometria semplice.

Page 53: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 51

Gli acquiferi della zona di montagna, dello spessore di circa 3.500/4.000 m. e una permeabilità per fratturazione e/o carsismo da media ad alta, sono li-mitati da affioramenti di calcari marnosi e di marne argillose; ad Est ed a Ovest sono limitati rispettivamente dai fiumi Adige e Tagliamento.

La ricarica dipende prevalentemente dalla infiltrazione diretta delle precipi-tazioni meteoriche e, sia pure in misura minore, dalla dispersione dei corsi d’acqua soprattutto nei periodi di piena.

La discarica avviene attraverso le sorgenti di vario tipo, attraverso la rica-rica di corsi d’acqua nei tratti in cui questi ultimi esercitano una funzione dre-nante degli acquiferi e come alimentazione dell’acquifero della fascia pedemon-tana della pianura, laddove si determinano situazioni di continuità idraulica.

Il limite montagna - pianura è caratterizzato da differenti condizioni geolito-logiche e strutturali.

Nella zona di pianura, sono riscontrabili: - un materasso ghiaioso grossolano nella zona pedemontana, riconducibile

alle attività dei fiumi principali (Piave, Brenta, Astico, Adige), nel quale ha sede un “acquifero freatico indifferenziato” utilizzato per scopi idropotabili (acquedotti ed acque minerali) ed industriali e reperibile a quote decrescenti dal piede dei monti verso sud, fino al suo affioramento nella fascia delle ri-sorgive;

- una alternanza di litotipi sabbiosi e litotipi argillosi-limosi nella media e bas-sa pianura. Nei primi 30-50 m è reperibile un acquifero freatico, piuttosto e-steso anche se discontinuo, seguito in profondità da un altro acquifero; in-sieme costituiscono un complesso superficiale di falde, indicato come “ac-quifero superiore”. Nella parte fino alla profondità di 300-350 m, sono state individuate sei falde in pressione nel Bacino Orientale e tre falde in pressio-ne nel Bacino Occidentale. Esse costituiscono “l’acquifero inferiore - falde confinate”. Oltre tale profon-dità è stata riscontrata la presenza persistente di acque salmastre (acquife-ro quaternario) qualitativamente scadenti.

La ricarica dell’acquifero freatico indifferenziato avviene attraverso la infil-trazione diretta delle precipitazioni meteoríche dove le ghiaie, molto permeabili, sono coperte solo da un sottile strato di terreno vegetale e prevalentemente per effetto dell’infiltrazione dall’alveo e dal subalveo dei fiumi. Altri momenti di rica-rica avvengono attraverso gli afflussi laterali del substrato roccioso, nei tratti in cui esso è costituito da acquiferi calcarei, nonché dalle percolazioni dei superi irrigui.

La discarica naturale dell’acquifero freatico indifferenziato avviene attra-verso le risorgive, funzionanti come troppo pieno, e mediante la ricarica degli acquiferi della media e della bassa pianura.

La scarsa ricarica dell’acquifero superiore della bassa pianura è da ascri-vere alla sostanziale inesistenza di un acquifero freatico in alcune aree ed an-cora alla modesta permeabilità dei terreni affioranti: avviene allora in quantità assai modesta, attraverso l’infiltrazione diretta delle precipitazioni, la dispersio-

Page 54: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 52

ne dei corsi d’acqua nonché di afflussi laterali provenienti dall’acquifero freatico indifferenziato.

La discarica naturale avviene lungo la linea di costa, attraverso i depositi sabbiosi litoranei.

La ricarica dell’acquifero inferiore - falde confinate è determinata dagli af-flussi laterali dell’acquifero freatico indifferenziato, ed influenzata dalla locale presenza di paleoalvei profondi, mentre la discarica è invece rappresentata dai prelievi per vari scopi ed usi.

Le condizioni piezometriche degli acquiferi e le loro variazioni nel tempo, che costituiscono un elemento importante sia nella pianificazione territoriale sia nel quadro di una corretta gestione delle risorse, sono state più volte verificate con misure dirette, utilizzando una rete di controllo costituita da numerosi pozzi freatici ed artesiani.

Per quanto riguarda l’acquifero freatico indifferenziato, che assume parti-colare rilevanza nelle considerazioni che verranno nel prosieguo effettuate, a nord delle risorgive, si può considerare quanto segue: - in corrispondenza dei fiumi principali (Piave, Brenta, Tagliamento e Astico)

e per tratti rilevanti del loro corso sono presenti dorsali molto pronunciate, con direzioni di deflusso divergenti dalle aste fluviali, a confermare il pro-cesso di alimentazione e di dispersione in falda;

- immediatamente a monte della fascia delle risorgive l’andamento delle linee isofreatiche suggerisce il fenomeno inverso e cioè il drenaggio della falda da parte dei corsi d’acqua;

- a oriente del Brenta le isofreatiche si dispongono per un lungo tratto con andamento NNE-SSW e N-S, fin quasi alle aree prossime al Montello, oltre le quali l’andamento WNW-ESE delle isofreatiche evidenzia il processo di dispersione del Piave; si caratterizza perciò un importante asse di drenag-gio con direzione NW-SE, che convoglia le ricariche dei due fiumi;

- nell’area di Schio le isofreatiche individuano un altro importante asse di drenaggio, orientato NNW-SSE, impostato sull’antico conoide dell’Astico;

- in corrispondenza dell’attuale corso dell’Adige le isofreatiche non mostrano, in modo particolarmente marcato, fenomeni di dispersione in falda; a ovest a sud ovest sono presenti invece assi di ricarica e di drenaggio, probabil-mente legati ai paleoalvei del fiume;

- in prossimità dei rilievi collinari morenici si evidenzia un’alimentazione verso est, che è probabilmente in relazione con la presenza di alluvioni ghiaiose e/o ciottolose, successivamente coperte dai depositi morenici;

- la profondità della falda è molto variabile secondo le zone considerate; i va-lori maggiori si misurano a ridosso dei rilievi prealpini; da questi ultimi la profondità decresce gradualmente fino alle risorgive, dove la falda affiora in superficie;

- le variazioni nel tempo del livello freatico assumono valori diversi in dipen-denza dell’ubicazione dei pozzi rispetto alle aree di alimentazione; in pros-simità delle risorgive le oscillazioni sono molto modeste, dell’ordine, gene-

Page 55: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 53

ralmente, di qualche decimetro; variazioni più accentuate si misurano al piede dei monti, in prossimità dei tratti disperdenti dei corsi d’acqua ed in vicinanza del corso d’acqua medesimo. In direzione W-E le oscillazioni minori si rilevano nelle aree di interfiume;

- le direzioni generali di deflusso della falda freatica risultano NNW-SSE e N-S dai Lessini Orientali fino al Brenta e NW-SE da quest’ultimo fino al Liven-za; in destra Tagliamento la direzione di deflusso prevalente è NE-SW; condizioni particolari di deflusso si rilevano, come già precedentemente de-scritto, in corrispondenza dei tratti disperdenti dei corsi d’acqua e dei più o meno marcati assi di drenaggio;

- in destra Adige la direzione generale di deflusso risulta NW-SE; in sinistra invece, in relazione agli apporti provenienti dalle valli della Lessinia, le iso-freatiche tendono a disporsi parallelamente al piede dei monti, con direzioni di deflusso N-S.

4.2 Correlazione tra l'attività di escavazione e l'idrologia del territorio

E’ necessario che la compatibilità idraulica di ogni intervento di modifica del territorio passi attraverso l’individuazione delle aree esposte a rischio idrau-lico. Vanno infatti mantenute condizioni di sicurezza idraulica nei vari bacini idri-ci principali, nelle aste secondarie e nelle reti minori dei corsi d’acqua.

Le Autorità di Bacino operanti nel territorio, hanno elaborato Piani di as-setto idrogeologico dei vari corsi d’acqua (PAI), attraverso l'elaborazione di mo-delli matematici che consentono di evidenziare, in funzione dell’entità di un de-terminato evento di piena e del corrispondente tempo di ritorno, le tratte critiche dei corsi d’acqua da cui potrebbero generarsi esondazioni di rilevante entità.

Gli indicatori di criticità assegnati a ciascuna tratta e associati a corsi d’acqua omogenei, consentono l’immediato apprezzamento della criticità di una particolare area e l’individuazione delle aree soggette ad allagamenti di maggio-re o minore intensità, in occasione delle piene. Sono stati quindi elaborati Piani di assetto idrogeologico (PAI), corredati da specifiche “Norme di Attuazione”.

Le norme dei citati Piani prevedono in rispettivamente: 1) Autorità di Bacino dei Fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta-Bac-

chiglione: all’articolo 9: “Nelle aree classificate a pericolosità media, elevata o molto elevata la concessione per nuove attività estrattive o per l’emungimento di acque sotterranee può essere rilasciata solo previa verifica, che queste sia-no compatibili, oltreché con le pianificazioni di gestione della risorsa, con le condizioni di pericolo riscontrate e che non provochino un peggioramento delle stesse”.

2) Autorità di Bacino del Sile e della Pianura tra Piave e Livenza: all’articolo 12: "Nelle aree classificate a pericolosità elevata – P3 può

essere esclusivamente consentita la realizzazione di opere di: omissis …..

Page 56: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 54

h) interventi di modifica della morfologia del territorio, quali ad esem-pio cave e migliorie fondiarie, a condizione che non comportino incremento del livello di rischio.

3) Autorità di Bacino del fiume Po: l'articolo 18 Compatibilità delle attività estrattive, punto 1. prevede che

“Fatto salvo, qualora più restrittivo, quanto previsto dalle vigenti leggi di tute-la, nei territori della Fascia A-B le attività estrattive sono ammesse se indivi-duate nell’ambito dei Piani di settore. Restano comunque escluse dalla pos-sibilità di attività estrattive le aree del demanio fluviale.” I successivi paragra-fi del medesimo articolo contengono inoltre una serie di norme e cautele da osservare per il rilascio di eventuali concessioni alla coltivazione di cave nel-le aree di pericolosità idraulica nel bacino del Fiume.

4) Autorità di Bacino del fiume Lemene: articolo 12: "Nelle aree classificate a pericolosità elevata - P£ può es-

sere esclusivamente consentita la realizzazione di opere di: omissis ….. h) interventi di modifica della morfologia del territorio, quali ad esem-

pio cave e migliorie fondiarie, a condizione che non comportino incremento del livello di rischio.

5) Autorità di Bacino del Fissero-Tartaro-Canaalbianco: non sono state previste particolari limitazione all'esercizio dell'attività

di cava; 6) Autorità di Bacino Nazionale dell'Adige:

all’articolo 11 - Linee guida di settore, rinvia di due anni dall’approvazione del Piano la deliberazione, d’intesa con la Regione, delle linee guida e degli indirizzi, da applicarsi nelle aree pericolose delimitate dal piano medesimo, in materia di: d. conduzione delle attività estrattive con speciale riguardo: 1) alle attività lo-

calizzate nei siti più vulnerabili; 2) all’estrazione di materiali litoidi dagli alvei e dalle zone golenali; 3) alle modalità di smaltimento e drenaggio delle acque superficiali nelle aree di coltivazione; 4) all’individuazione di condizioni e modalità per la cessazione, la riduzione o la stabilizzazione della produzione nelle aree di pericolosità idraulica molto elevata ed ele-vata nei casi in cui non si tratti di estrazioni necessarie per la messa in sicurezza delle aree, per il mantenimento ed il ripristino delle sezioni utili di deflusso, per la conservazione dell’efficienza delle opere idrauliche.

Al successivo articolo 12 – Opere ed attività soggette al controllo nel-le aree di pericolosità idraulica, prevede che la competente autorità regiona-le sulla base di apposito studio di compatibilità idraulica in alcuni dei casi e-lencati nella norma medesima e previa valutazione del rischio residuo, pos-sa rilasciare concessioni per di siti di cava e siti di estrazione di materiali li-toidi, con relativi impianti di lavorazione.

L’esame dei piani suddetti ha evidenziato che, qualora le specifiche nor-me in ciascuno di essi contenute, vengano rispettate, non sussistono pregiudi-ziali controindicazioni sulla compatibilità idraulico-ambientale dell’esercizio di un’attività di escavazione, ancorché quando essa venga effettuata al di sotto del

Page 57: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 55

piano di campagna ed in prossimità di un corso d’acqua, con il buon regime i-draulico del medesimo corpo idrico.

Devono tuttavia essere considerate come imprescindibili, anche sul pia-no pratico, le normali cautele stabilite dalle vigenti norme legislative, con parti-colare riferimento a quelle del Testo Unico 25 luglio 1904 n° 523 “Delle disposi-zioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie”.

Anche sulla scorta delle predette norme, in caso di escavazioni nelle a-ree definite a rischio dovranno inoltre essere preventivamente verificati, caso per caso, la compatibilità di ciascun intervento di escavazione con le peculiarità idrauliche del luogo in cui detto intervento è stato previsto.

In casi eccezionalmente favorevoli è ipotizzabile un positivo apporto si-nergico tra un'attività di coltivazione di una cava di inerti, autorizzata ad un di-stanza relativamente ridotta da un corso d’acqua ad alto fattore di criticità, e particolari necessità idrauliche che prevedano l'utilizzo del bacino risultante dall’escavazione come bacino di laminazione delle piene del medesimo corso d’acqua.

Si ritiene pertanto che esista una sostanziale ininfluenza tra fenomeni di escavazione in genere e di coltivazione di cave in particolare, con la tutela del regime idraulico della rete idrografica superficiale.

Tuttavia, stante la delicatezza degli elementi considerati, detta circostan-za dovrà essere oggetto di particolare cura ed attenzione nella fase di elabora-zione del progetto di coltivazione di una cava, e del relativo Studio di Impatto Ambientale.

4.3 Correlazione tra l'attività di escavazione l'idrogeologia del territorio Il quadro idrogeologico in precedenza descritto è sufficiente a delineare il

modello di rapporti intercorrenti tra cave e risorse idriche. Risulta innanzi tutto evidente che la coltivazione di cave di materiali inerti

verrà ad essere localizzata prevalentemente dove le caratteristiche geologiche del territorio lo consentono, e che coincidono sostanzialmente con quelle in cui è allocata la falda freatica indifferenziata.

Si osserva come, fino ad oggi, le escavazioni siano state effettuate per lo più in senso orizzontale al di sopra della falda, interessando superfici di rilevan-ti, accentuando le problematiche legate alla ricomposizione ambientale delle frazioni di territorio compromesse.

Una siffatta situazione derivante dall’applicazione delle vigenti normative di settore risulta parzialmente non coerente con gli indirizzi di gestione del terri-torio che sono stati considerati concetti guida nella politica ambientale definita dal Piano Regionale di Sviluppo, là dove stabilisce che: - il territorio è primariamente una risorsa sociale, che incide nella qualità della

vita degli individui;

Page 58: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 56

- il territorio è una risorsa economica, che concorre a definire la funzione di produttività degli attori (imprese ed individui) che vi agiscono;

- il territorio è una risorsa ambientale che deve essere tutelata nel rispetto dei principi della sostenibilità ambientale dello sviluppo.

Tale incoerenza può essere superata concentrando l’attività di escava-zione in un ridotto numero di siti e sviluppandola in senso verticale, modificando gli attuali indirizzi estrattivi, passando dove possibile alla coltivazione di cave sottofalda. Ciò contribuirà ad un utile riequilibrio del rapporto fra superfici d’acqua e superfici di terra, riproponendo equilibri utili al mantenimento di un si-stema ambientale caratterizzato da biodiversità come nel passato. Tale elemen-to prima degli interventi edilizi ed urbanistici in generale era rappresentato da fossati, canali e zone umide atte a sostenere la biodiversità del sistema veneto. Peraltro tale aspetto viene riproposto dal PTRC in rapporto alla conservazione e tutela delle zone umide.

In quest’ottica si reputa necessario effettuare una serie di considerazioni relativamente alla fascia di territorio potenzialmente interessato a tale tipo di escavazione e quindi al tipo di acquifero interessato.

La parte di territorio indagato per la potenziale effettuazione di escava-zioni sottofalda è certamente quello formato da un materasso ghiaioso grosso-lano ubicato per lo più nella zona pedemontana e riconducibile alle attività dei fiumi principali (Piave, Brenta, Astico, Adige), nel quale è allocato in profondità l’acquifero freatico indifferenziato.

La vigente legislazione proibisce all’articolo 44 della legge regionale 07 settembre 1982 n° 44, alla lettera g) proibisce “di portare a giorno, sia pure temporaneamente, le falde freatiche con i lavori di cava ….. omissis”. Va co-munque osservato che tale norma, assieme a tutte le altre norme elencate nello stesso articolo, ha valenza transitoria, fino all’entrata in vigore del PRAC (Piano Regionale Attività di Cave).

La deduzione più immediata porta a pensare che, lo stesso Legislatore abbia ipotizzato, una volta superata la transitorietà della norma, la possibilità di procedere ad escavazioni sottofalda, sia pure in presenza di particolari cautele che, nella fattispecie sono state appositamente previste nelle Norme Tecniche di Attuazione del presente Piano.

Risulta altresì evidente che la norma (art. 44, g) L.R. 44/1982) che impo-ne il mantenimento di un franco minimo di m. 2,00 rispetto al livello di massima escursione valutata delle massime riscontrate in un congruo periodo di tempo, avesse lo scopo di mantenere un minimo strato di copertura della falda, al fine di tutelarne l’incolumità.

Tuttavia non poteva certamente trattarsi di protezione assoluta dagli in-quinamenti, poiché trattandosi di falda freatica indifferenziata, inserita in un ma-terasso ghiaioso grossolano, risulta potenzialmente raggiungibile da eventuali fenomeni di inquinamento che si venissero a verificare tanto in corrispondenza della cava che nell’ambiente superficiale del territorio circostante.

Pur tuttavia, la falda freatica attualmente assicura acque quantitativa-mente e qualitativamente di valore, pur in presenza localmente di incidenze de-

Page 59: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 57

rivanti dal dilavamento del suolo agrario, interessato da fertilizzanti, anticritto-gamici e dalle dispersioni dei canali di scolo e dalle attività antropiche in genere.

Tali incidenze, anche potenziali, non sono comunque elise dallo strato di copertura di m. 2,00 della falda, previsto dalla sopra citata norma.

Portare a giorno la falda freatica con le escavazioni non costituisce nel concreto incentivazione delle fragilità rispetto alla copertura prevista attualmen-te dalla norma, bensì elemento, sulla scorta delle precedenti osservazioni, che deve essere accompagnato da attente valutazioni e tutele, soprattutto nella fase successiva alla coltivazione in un ottica di un corretto riuso anche a fini ambien-tali e valorizzazione della risorsa anche ai fini di incentivazione della biodiversi-tà.

Dal punto di vista idrodinamico, l’apertura di una cava determina defor-mazioni della superficie piezometrica, che si traducono in abbassamenti a mon-te ed in sollevamenti a valle della cava e dipendono essenzialmente dalle di-mensioni, dalla forma della cava e dalla sua disposizione rispetto alle linee di flusso; sono gli elementi che correlati alla struttura idrogeologica del territorio, dovranno essere attentamente studiati e considerati in sede di progettazione di una cava in falda.

L’estensione e l’entità della depressione piezometrica è proporzionale al perimetro dello scavo e che la sua lunghezza è il parametro più importante nel determinarne l’estensione.

L’angolo formato fra la direzione di massimo allungamento della cava e le linee di flusso della falda è un altro elemento di grande rilevanza. E’ accertato che maggiore è questo angolo, minore è l’effetto sulla piezometria.

Lo scavo non crea particolari problemi se la struttura idrogeologica del territorio è tale da supplire alla richiesta di alimentazione conseguente all’apertura di una cava, con un semplice allargamento del fronte di richiamo.

In via generale in un contesto quale quello della alta pianura veneta tali deformazioni piezometriche risultano di modesta entità.

Una razionale impostazione del problema richiede la costruzione di un “modello fisico” del territorio interessato dall’escavazione, la cui estensione de-ve comprendere l’area che si presume venga interessata dalle modificazione della piezometria della falda indotte dallo scavo.

Andranno attentamente esaminate le condizioni di alimentazione della falda sottoposta alla depressione ed al sollevamento che si verificherà a valle della cava.

Tali studi consentiranno la costruzione di modelli matematici che permet-teranno di prevedere, in modo adeguato, gli effetti dell’apertura dello scavo.

Una buona e completa progettazione delle cave dal punto di vista idro-geologico e la predisposizione di un buon monitoraggio della piezometria e del-la qualità in fase di esercizio, consento di ottenere condizioni di compatibilità ambientale degli scavi in falda nonché esiti finali di pregio.

E’ infatti possibile intervenire anche con varianti non sostanziali in fase di coltivazione per adeguare la gestione delle attività di coltivazione a criteri idonei

Page 60: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 58

a soddisfare le necessità della conservazione del patrimonio idrogeologico ed ecologico.

Tuttavia, in considerazione dell’irreversibilità di tali interventi, risulta op-portuno che essi debbano preferibilmente interessare aree di scarso pregio pur tuttavia non trascurando i valori aggiunti connessi ad un corretto riuso degli specchi d’acqua. In ogni caso le attività estrattive che interessano la falda non potranno utilizzare mezzi che incidono significativamente sulla depressione del-la medesima.

La coltivazione dovrà avvenire esclusivamente nella falda freatica ancor-ché interessata da lenti impermeabili discontinue che non confinano idraulica-mente falde sottostanti.

Sulla base di tali considerazioni sono state individuate le norme regola-mentari per le coltivazioni sotto falda ed in sede di V.I.A. dei singoli progetti tali aspetti saranno debitamente considerati anche a limitazione delle istanze in re-lazione agli impatti attesi sulle matrici ambientali coinvolte.

Diverso é l’approccio da assumere in un territorio la cui idrogeologia è rappresentata da un panorama multifalde, costituito da un’alternanza di litotipi sabbiosi e argillosi-limosi che separano gli acquiferi, anche artesiani, ivi allocati.

In tale situazione, le escavazioni sotto falda potrebbero danneggiare irre-parabilmente le citate intercalazioni, con gravi conseguenze tanto dal punto di vista idrodinamico che della qualità dell’acqua.

Dal punto di vista idrodinamico potrebbero verificarsi perdite di artesiani-tà da falde tra loro confinate, in forza della loro diversa pressione e possibili dif-fusioni di fenomeni di inquinamento dall’una all’altra falda.

In ogni caso, l’eventualità sopra rappresentata destrutturerebbe l’assetto multifalde di pianura e sarebbe di grave danno per tutto il sistema di approvvi-gionamento idropotabile sia pubblico che privato.

Per quanto sopra le attività estrattive non potranno in alcun caso interes-sare falde idriche confinate sottostanti la falda freatica.

Page 61: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 59

Piano Regionale Attività di Cava L.R. 7 settembre 1982, n. 44 - “Norme per la disciplina dell’attività di cava”

5

Vincoli territoriali 5.1 Inquadramento del P.R.A.C. nel P.T.R.C. e nel P.R.S. 5.2 Le politiche del P.T.R.C. 5.2.1 Il Piano: obiettivi e modello programmatico 5.2.2 Il sistema dell’ambiente naturale e storico 5.2.3 Altri aspetti generali 5.3 Il P.T.R.C. 5.4 I contenuti della cartografia tematica 5.5 PRS e governo del territorio

Page 62: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 60

5. Vincoli territoriali

5.1 Inquadramento del P.R.A.C. nel P.T.R.C. e nel P.R.S. La LR 44/82, art. 6, lettera a), stabilisce che tra i contenuti della relazione

debba esserci l’individuazione delle compatibilità del PRAC con le linee fonda-mentali del Programma Regionale di Sviluppo (P.R.S.) di cui alla L.R. n. 72 del 1977.

Il citato P.R.S. (peraltro scaduto proprio nel 1982) già individuava il PTRC come lo strumento regionale di pianificazione territoriale, e specificava, come questo dovesse essere inteso “... come il quadro di riferimento all’interno del quale verificare la congruenza di ciascun piano di settore e quindi anche di ogni azione prevista dal P.R.S., rispetto agli obiettivi territoriali generali della programmazione” ed aggiungeva che “... quale piano direttore il P.T.R.C. realiz-za anche il legame tra il momento della pianificazione e quello della localizza-zione territoriale delle scelte tramite gli strumenti urbanistici locali”

All’inizio dell’elaborazione del P.T.R.C. (estate 1984), non appariva pros-sima la sostituzione del P.R.S. scaduto con un nuovo documento. Fu necessa-rio pertanto assumere metodologie di lavoro e atteggiamenti progettuali che consentissero di impostare, elaborare e concludere i lavori del P.T.R.C., tenen-do conto delle non più procrastinabili esigenze di coordinamento dei fatti della pianificazione territoriale.

Nel periodo successivo all’adozione del P.T.R.C., la Regione ha peraltro prodotto il nuovo P.R.S. , approvato con la L.R. n. 6/89.

In rapporto a quest’ultimo P.R.S., il P.T.R.C. ha potuto registrare nella sua definitiva versione, la conferma e un sostanziale rafforzamento delle sue principali linee progettuali.

Invero tutti i legami con la più generale impostazione della programma-zione regionale, che il P.T.R.C. ipotizzava, furono stabiliti in forma esplicita con questo fondamentale strumento, che ha peraltro potuto tener conto, a sua volta, di tutte le valutazioni, interpretazioni e proposte che il Piano Territoriale aveva elaborato.

Il P.T.R.C. investe infatti l’intero “fattore ambiente” per il quale il P.R.S. (capitolo 7.1) indica i seguenti contenuti, obiettivi e direttive generali:

- il sistema delle risorse e dei beni naturali, ambientali e storico-artistici, del territorio rurale;

- l’insieme delle strutture insediative, urbane e territoriali, nelle quali la comunità veneta vive e lavora;

- la dotazione infrastrutturale ed i servizi di trasporto che collegano lo spazio regionale a quello nazionale e internazionale nonché le reti che garantiscono l’efficienza delle regioni interne.

Il P.T.R.C. e il P.R.S. si integrano infine, di fatto, nel progetto di attuazio-ne che la Regione Veneto ha delineato facendo leva su tre principali categorie di strumenti:

Page 63: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 61

- i “piani di settore”, che possono ora rispondere agli obiettivi specifici lo-ro propri nel rispetto delle prescrizioni del P.R.S. e del P.T.R.C.;

- i “piani di area”, che consentano di individuare le giuste soluzioni per tutti quei contesti territoriali che richiedono ancor più specifici, articolati e multidisciplinari approcci alla progettazione;

- i “progetti” del P.R.S., che si configurano come strumenti di particolare efficacia nell’orientare l’azione intersettoriale della regione definendone altresì le aree territoriali di applicazione; molti dei “progetti” hanno effet-tiva e diretta attinenza con la realizzazione di obiettivi e progetti conte-nuti nel P.T.R.C.

5.2 Le politiche del P.T.R.C.

Si riportano qui di seguito degli estratti dalla Relazione del PTRC che de-scrivono le filosofie e le azioni proposte dal PTRC, per arrivare in fine alla defi-nizione dei limiti posti all’attività estrattiva.

5.2.1 Il Piano: obiettivi e modello programmatico (Dalla sez. 4 della Relazione del PTRC)

4.2 L’ARTICOLAZIONE DEL PIANO Il P.T.R.C. articola le proprie proposte che riguardano il "fattore ambiente"

indicato nei P.R.S., in quattro grandi sottosistemi: - il “sistema dell’ambiente” che costituisce, con il complesso delle pre-

scrizioni e vincoli da uso derivati, il quadro delle aree di più rigida tutela del terri-torio regionale, in cui sono compresi le aree ed i beni sottoposti a diversi gradi di protezione e i relativi provvedimenti di incentivazione e sviluppo, accanto a quelli per il territorio agricolo di cui si considerano, in questo contesto, gli aspetti che formano parte integrante del sistema ambientale;

- il “sistema insediativo” nel quale vengono trattate le questioni attinenti all’armatura urbana e i servizi (generali e alla persona), alle politiche della casa, alla forma urbana, agli standard urbanistici;

- il “sistema produttivo” nel quale vengono definite le modalità per la re-golazione degli insediamenti produttivi, per la riorganizzazione di quelli esistenti e per le eventuali e/o necessarie rilocalizzazioni; sono inoltre trattati i problemi dei settori terziario e turistico con linee ed indirizzi per il loro sviluppo o migliore organizzazione;

- il “sistema delle relazioni” nel quale trovano coerenza i diversi pro-grammi e deliberazioni nazionali e regionali relativi al trasporto e alle comunica-zioni, e vengono formulate direttive per il riordino delle reti.

(omissis)

Page 64: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 62

4.3.4 Rilevanza del sistema ambientale nel P.T.R.C. Sulla scorta delle considerazioni fin qui svolte, il P.T.R.C. assume il siste-

ma storico-ambientale, inteso nella sua più vasta accezione, quale principale ri-ferimento per le soluzioni da adottare in ordine alla struttura territoriale regiona-le.

L’ambiente rappresenta il termine cui vanno confrontati e con il quale van-no coordinati ed integrati gli altri sistemi, l’insediativo, il produttivo, l’infrastrutturale.

Le decisioni relative alla salvaguardia dei valori ambientali hanno, di nor-ma, la prevalenza su quelle relative agli altri settori, che devono osservarne le esigenze di tutela, conservazione e valorizzazione.

Di conseguenza, anche il grado di definizione dei meccanismi di piano e dell’apparato normativo risultano più dettagliati e vincolanti per il settore am-bientale che per gli altri settori, caratterizzati da margini di autonomia e flessibili-tà più accentuati.

Tale scelta è dettata anzitutto dalla convinzione che l’ambiente rappresen-ta una parte rilevante e non riproducibile del “patrimonio” del Veneto e dalla consapevolezza che si ha subito in passato gravi processi di depauperamenti.

Il riferimento è, ovviamente, al sistema storico ed ambientale, che nel Ve-neto rappresenta un patrimonio di eccezionale ed insostituibile valore e rispetto al quale la scelta già maturata nella coscienza collettiva e nella pratica ammini-strativa è orientata alla conservazione, manutenzione, restauro, riuso e ripristi-no dei beni che lo costituiscono.

Il piano individua in dettaglio aree, singoli elementi e sistemi meritevoli di salvaguardia, precisa obiettivi, direttive ed interventi ammissibili, seleziona il grado di tutela a seconda della tipologia e precisa le modalità per una corretta valorizzazione e fruizione delle risorse stesse.

In questa logica, il P.T.R.C. organizza il sistema dell’ambiente sia con gli interventi specifici di tutela collegati ad indirizzi di utilizzo economico-produttivo delle risorse, sia verificando che l’organizzazione insediativa proposta ne rispet-ti la logica e ne sostenga il disegno storico-culturale.

Per far fronte alla complessità delle interrelazioni fra i sistemi e controllare gli effetti degli intensi processi antropici in atto che interagiscono con il quadro ambientale, la Regione accentua la sua capacità di intervento e tende a supera-re la segmentazione tra le varie competenze amministrative.

Emerge così, con forza, l’esigenza di sottoporre il territorio veneto, e parti-colarmente l’area centrale a maggiore peso insediativo, ad un’operazione di ri-pristino ambientale in grado di ridurre i carichi di inquinamento entro limiti pre-determinati mediante adeguati provvedimenti di settore, alcuni dei quali già in atto mentre l’insieme degli interventi da attuarsi nei prossimi anni sono da indi-care nel “progetto-ambiente” predisposto secondo le previsioni del P.R.S. 88-90.

Oltre al predetto indispensabile intervento, che mira a risanare nella mag-gior misura possibile i danni pregressi con particolare attenzione ai siti mag-

Page 65: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 63

giormente degradati e quelli a maggior fragilità ambientale, il P.T.R.C. individua i settori di attività e i siti nei quali debbano essere messe in atto politiche con-correnti, volte ad impedire il crearsi di nuove condizioni di compromissione, in particolare dettando norme per la disciplina dei nuovi insediamenti, instaurando procedure per la preventiva valutazione dei rischi ambientali connessi alle tra-sformazioni territoriali, realizzando, oltre a quelli già disposti, ulteriori inventari dei diversi beni da tutelare, attivando infine reti di rilevamento e controllo dei li-velli di inquinamento.

5.2.2 Il sistema dell’ambiente naturale e storico (Dalla sez. 5 della Relazione del PTRC) 5.2.12 - Studi e piani relativi alle attività estrattive :

L’escavo di inerti è un’attività nella quale molto accentuate sono le difficol-

tà di conciliare interesse economico e tutela ambientale. Quest’attività, regolata da una legislazione statale superata, ha comportato

costi rilevanti soprattutto nelle aree ricche di giacimenti alluvionali causando al-terazioni paesaggistiche, sottrazione di suolo ad altri usi e profonde, talora in-sanabili, compromissioni ecologiche.

La Regione, nella ricerca di un difficile equilibrio tra soddisfacimento della domanda di materiali estrattivi e salvaguardia delle risorse non riproducibili ha formulato, nel trascorso decennio, le seguenti scelte di Piano:

- la L.R. 36/’75 “Norme per l’esercizio dell’attività estrattiva in ordi-ne a cave e torbiere” ha precisato i contenuti del futuro “Piano regionale delle attività estrattive”;

- la successiva L.R. 44/’82 “Norme per la disciplina dell’attività di cava” ha ampliato la strumentazione a carattere pianificatorio stabilendo per l’estrazione dei materiali di cava i seguenti livelli:

- Piano regionale dell’attività di cava (P.R.A.C.); - Piano provinciale dell’attività di cava (P.P.A.C.); - Programma provinciale di escavazione (P.P.E.); - Progetto di coltivazione

(omissis) b. limiti all’attività estrattiva:

Il P.T.R.C. definisce i limiti di compatibilità tra le esigenze di tipo produttivo espresse dal P.R.A.C. e quelle più generali di tutela dell’ambiente, con partico-lare riferimento alle aree più fragili sotto il profilo ambientale.

Premesso che tutti gli interventi riguardanti le attività estrattive nelle aree di cui all’art. 51 vanno obbligatoriamente sottoposti a valutazione di impatto

Page 66: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 64

ambientale, vengono comunque individuate le aree nelle quali, per la presenza di rischio ecologico o di elevato interesse ambientale, non è accettabile alcun impatto e nelle quali non può essere quindi ammessa alcuna attività di cava.

Con riferimento alle categorie individuate nel presento capitolo, l’attività e-strattiva riguardante i materiali di gruppo A viene esclusa nei seguenti ambiti: - le aree costiere soggette ad erosione; - le aree interessate dal Piano di utilizzazione delle risorse idrotermali euga-

nee; - le aree naturalistiche di livello regionale; - le aree indiziate dalla presenza di monumenti geologici e/o naturalistici; - gli ambiti di interesse storico culturale, connotati dalla presenza di centri sto-

rici, monumenti isolati, ambiti di interesse archeologico, aree interessate dal-la centuriazione romana, manufatti difensivi e siti fortificati, documenti della civiltà industriale, itinerari storico-ambientali.

Dovrà comunque essere garantito l’approvvigionamento di materiali del gruppo B (pietra di Vicenza, trachite, ecc.) per provvedere al restauro dei mo-numenti architettonici e degli ambienti urbani di interesse storico.

(omissis)

5.2.3 Altri aspetti generali

Per gli altri aspetti generali riguardanti le politiche territoriali storico – am-bientali del PTRC, si rinvia alla lettura dei seguenti argomenti della Relazione, che qui solo si citano:

− Le Risorse Fisiche (cap. 5.2); − Le Risorse Naturalistiche ed Ambientali (cap. 5.3); − Il Territorio Agricolo (cap. 5.4); − I Beni Storico - Culturali (cap. 5.5); − Parchi e Riserve (cap. 5.6).

Page 67: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 65

5.3 Il P.T.R.C.

Gli articoli 17 e 51 delle Norme di Attuazione del PTRC sono la traduzio-ne normativa dei contenuti riassunti al precedente cap. 2. Ne riportiamo qui il testo per esteso.

E’ evidenziata in grassetto la parte dell’art. 17 che riguarda in modo diret-to i limiti imposti all’individuazione dei siti di escavazione.

Articolo 17 - Direttive in materia di attività estrattive

1 Coordinamento delle attività estrattive. Il Piano di Settore “Piano Regionale per le Attività di Cava” (P.R.A.C.). re-

datto ai sensi della L.R 7.9.1982, n. 44, delimita in apposita cartografia le zone dove sono individuate risorse estrattive ai fini dell'apertura di nuove cave o della continuazione di quelle esistenti.

Il P.R.A.C. definisce il fabbisogno complessivo per il periodo di validità del Piano stesso e la ripartizione provinciale, tenendo conto della disponibilità di materiali derivanti da:

- asportazione dei materiali litoidi dagli alvei e dalle zone golenali dei corsi d'acqua e dalle spiagge e fondali lacuali di competenza regionale e statale;

- i lavori di qualunque natura concessi o semplicemente autorizzati dalle Amministrazioni pubbliche;

- recupero di inerti dalle demolizioni edilizie, utilizzabili con i più opportu-ni trattamenti come succedanei dei materiali litoidi.

Gli Enti competenti a emanare i relativi provvedimenti permissivi, previa in-tesa specifica delle Amministrazioni Statali con la Regione, sono tenuti a comu-nicare alla Regione, contestualmente al rilascio dei medesimi, la quantità e na-tura del materiale oggetto di asporto da contabilizzare, a cura del Dipartimento Regionale Geologia e Attività Estrattive, con riferimento al bilancio delle diverse categorie di materiali derivanti da fonti di escavazione diverse dalle cave.

2. Non è consentita l'apertura di nuove cave per i materiali del grup-

po “A” di cui all'art. 3 della L. R. 44/1982 nelle seguenti aree: - le aree costiere soggette ad erosione; - le aree interessate dal piano di utilizzazione della risorsa idro-termale

euganea; - gli ambiti naturalistici di livello regionale; - le aree interessate dalla presenza di monumenti naturali botanici e

geologici individuate ai sensi dell'art. 19 ultimo comma delle presenti norme;

- gli ambiti di interesse storico-culturale, connotati dalla presenza di cen-tri storici, monumenti isolati, ambiti di interesse archeologico, aree inte-ressate dalla centuriazione romana, come individuate nella Tav. 4 del

Page 68: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 66

P.T.R.C., manufatti difensivi e siti fortificati, documenti della civiltà in-dustriale, itinerari storici ed ambientali;

- parchi e riserve naturali. Per tutte le cave ricadenti nelle zone suddette alla data di approvazione

del P.T.R.C., l'autorità competente al rilascio dell'autorizzazione verifica la com-patibilità della coltivazione in atto con le caratteristiche storico-ambientali o con gli equilibri ecologici delle aree su richiamate, provvedendo eventualmente ai sensi e nei limiti di cui all'art. 31 della L.R. 7.9.1982, n. 44.

I Piani per le attività di cava, relativi sia ai materiali di gruppo “A” che di gruppo “B2”, delimitano le aree in cui non è consentita l'estrazione, nonché quelle degli ambiti estrattivi per materiali escavabili non in modo sparso, e stabi-liscono le prescrizioni da osservare nei progetti di coltivazione e in quelli di ri-composizione ambientale.

Nelle zone classificate E/1 ed E/2 ai sensi della L.R. 5.3.1985, n. 24, l'a-pertura di nuove cave è valutata in rapporto alla produttività agricola dei terreni.

Le modalità della ricerca e della coltivazione mineraria di cui al R.D. 23 lu-glio 1927, n.1443, avvengono nelle zone interessate dal presente Piano, nel ri-spetto delle procedure di carattere ambientale e paesistico, d'intesa con gli or-gani dello Stato e della Regione che formulano il proprio avviso entro il termine di 60 giorni.

Le movimentazioni e le asportazioni dei materiali autorizzate ed in atto a-venti carattere temporaneo, finalmente al mantenimento della regolare regima-zione dei corsi d'acqua e quelle necessarie per il reperimento e l'uso negli stes-si dei materiali destinati ad opere di difesa idraulica, non sono da considerarsi nuove cave.

Fino all'approvazione del P.R.A.C. eventuali autorizzazioni o concessioni vengono rilasciate su parere favorevole di Comuni e Province, anche attivando gli accordi di programma previsti dalla legge 8 giugno 1990, n. 142.

Nella redazione degli strumenti urbanistici e nella revisione di quelli vigenti i Comuni interessati prevedono le aree soggette all'attività di cava. Indicano le modalità di coltivazione e il progetto di recupero ambientale, nonché gli oneri di indennizzo da parte del titolare dell'autorizzazione, attraverso una convenzione.

___________

Articolo 51 - Valutazione di Impatto Ambientale. Ai fini della Valutazione di Impatto Ambientale di cui alla vigente legisla-

zione le località sottoelencate sono da considerare:

1. Zone ad alto rischio:

Page 69: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 67

− le zone soggette a vincolo idrogeologico, in attesa della de-finitiva conclusione delle indagini in corso sulle zone di dis-sesto in atto e/o potenziale;

− le aree costiere soggette ad erosione; − le aree di pianura a scolo meccanico e quelle nelle quali

sono documentati fenomeni ciclici di erosione; − le aree soggette a rischio sismico; − la fascia di alimentazione diretta delle falde artesiane desti-

nate ad usi idropotabili, secondo le indicazioni del P.R.R.A.; − le aree indiziate dalla presenza di risorse idrotermali.

2. Zone ad alta sensibilità ambientale:

- gli ambiti naturalistico-ambientali e paesaggistici di livello regionale;

- gli ambiti di interesse faunistico; - le aree indiziate dalla presenza di monumenti naturali, bo-

tanici e geologici individuati ai sensi dell'art.19 ultimo com-ma;

- gli ambiti caratterizzati da buona integrità del territorio agri-colo;

- gli ambiti di alta collina e montagna; - gli ambiti di interesse storico-culturale, connotati dalla pre-

senza di centri storici, monumenti isolati, ambiti di interesse archeologico, aree interessate dalla centuriazione romana, manufatti difensivi e siti fortificati, documenti della civiltà in-dustriale, itinerari storici ed ambientali;

- parchi e riserve naturali.

5.4 I contenuti della cartografia tematica di riferimento

5.4.1 - Gli ambiti di esclusione dall’apertura di nuove cave, di cui all’art. 17 delle Norme di Attuazione del PTRC, sono individuati nella tavola di analisi 3.1 con la denominazione: “Ambiti di salvaguardia”.

All’interno di questa denominazione sono ricompresi: - Le zone archeologiche vincolate ai sensi della L.1089/39 e L. 431/85; - la centuriazione di Camposampiero - l’ambito del Piano di Utilizzazione della Risorsa Idrotermale euganea - gli ambiti per l’istituzione di parchi e riserve di interesse regionale, provincia-

le e locale. - Le principali strade di valore storico e storico – ambientale. 5.4.1.1 - E’ necessario precisare che la tav. 3.1 riprende, uniformandoli nella grafia, i corrispondenti tematismi contenuti nella tav. 4 del PTRC, con la sola di-stinzione delle “principali strade di valore storico e storico – ambientale”.

Page 70: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 68

La cartografia invece, pur mantenendo la scala 1:250.000, non è più co-struita sulla base raster fornita dall’IGM (Istituto Geografico Militare) ma è deri-vata dalla Carta Tecnica Regionale Numerica (CTRN).

Sono due cartografie costitutivamente e qualitativamente diverse, e con diversa precisione metrica. La CTRN, infatti, essendo costituita su base digitale da elementi geometrici vettoriali acquisiti ad una scala di dettaglio (1:5000), ne mantiene la corrispondente precisione anche nell’impiego di rappresentazioni cartografiche a scale inferiori. La base IGM, invece, costruita con l’impiego di strumentazioni analogiche, è restituita alla scala 1:250.000 mediante rappre-sentazioni di elementi di tipo simbolico che sono misurabili con approssimazioni sull’ordine del centinaio di metri.

La trasposizione sulla CTRN dei tematismi del PTRC, costruiti su base IGM, non ha potuto quindi eliminare una certa indeterminazione nella corri-spondenza geografica.

Questo limite si è maggiormente evidenziato nella trasposizione degli stessi tematismi alla scala 1:100.000, dove si è posta la necessità di conciliare la morfologia della base cartografica CTRN con le geometrie costruite su base IGM 1: 250.000.

5.4.2 - La ricognizione degli altri tematismi riguardanti le tutele paesaggistico ambientali nel PTRC con i necessari aggiornamenti rispetto alla situazione del 1991 si sintetizza nella tav. 3.2: “Ambiti di tutela per l’attività estrattiva”.

All’interno di questa denominazione sono ricompresi: − gli ambiti dei Parchi Nazionali e Regionali istituiti (agg. 2003) − i corsi d’acqua vincolati (L. 431/1985) − i Siti di Importanza Comunitaria e le Zone di Protezione Speciale (agg.

2003); − le aree di tutela paesaggistica (L. 431/1985) e zone selvagge - ambiti

dei 9 Piani d’Area approvati e dei 5 Piani d’Area adottati (agg. 2003); − Gli ambiti dei 9 Piani d’Area approvati e dei 5 Piani d’Area adottati; − le zone umide individuate ai sensi del D.P.R. 448/76.

5.4.3 - Non tutte le tipologie di aree sono individuate nella cartografia del PTRC. Per le seguenti tematiche il PTRC ne demanda ai Comuni o alle Province l’ in-dividuazione nei rispettivi piani di competenza:

− aree interessate dalla presenza di monumenti naturali botanici e geologici;

− centri storici, monumenti isolati, manufatti difensivi e siti fortificati, do-cumenti della civiltà industriale, itinerari storici ed ambientali

Si riportano qui di seguito gli estratti dalle Norme di Attuazione del PTRC che riguardano questi ulteriori adempimenti:

− Ultimo comma dell’articolo 19 - Direttive per la tutela delle risorse natu-ralistico-ambientali:

“ Gli Strumenti territoriali e/o urbanistici individuano i siti e i singoli ele-menti definiti “monumenti naturali” botanici e geologici, nel territorio di

Page 71: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 69

propria competenza, predisponendo adeguate misure per la salva-guardia, la conservazione, il restauro o il ripristino dei singoli elementi.”

− Articolo 26 – Direttive per le altre categorie di beni storico-culturali: “La Regione promuove, in accordo con le Province, Comunità Montane

e Comuni, il censimento e la catalogazione dei monumenti architettonici iso-lati e dei beni territoriali di interesse storico-culturale.

Le Province, in sede di P.T.P. o di appositi Piani di settore, definiscono le politiche per il recupero fisico, il riuso corretto e compatibile con le caratte-ristiche del bene, il ripristino delle parti degradate.

I Comuni con riferimento ai singoli beni, alla natura del sito, all'esten-sione dell'area potenzialmente interessata, all'eventuale presenza di vincoli, nonché allo stato di conservazione dei manufatti, dettano norme per gli uti-lizzi compatibili con le esigenze di tutela e predispongono apposite varianti ai P.R.G. vigenti e indicano le modalità di esecuzione degli interventi.

In tale sede si provvede alla perimetrazione dell'area interessata, non-ché all'individuazione di congrue aree di rispetto e delle conseguenti norma-tive”

− Primo comma dell’articolo 29 - Direttive per i documenti della civiltà indu-striale:

“La Regione, nella predisposizione di appositi piani di ricerca ed in par-ticolare nell'ambito degli studi preliminari per la formazione dei P.T.P., pro-muove il rilevamento delle caratteristiche urbanistiche, architettoniche e tipo-logiche dei siti e dei manufatti che costituiscono documenti della civiltà indu-striale, secondo metodologie unificate (schede di indagine e rappresenta-zioni cartografiche unificate, rilievo fotografico, ecc.).”

− Ultimo comma dell’articolo 30 - Direttive per gli itinerari di interesse stori-co e ambientale:

“Le Province, in sede di formazione del P.T.P. e i Comuni in sede di re-dazione o revisione degli strumenti urbanistici, provvedono all'identificazione dei percorsi minori di interesse storico-ambientale e delle strutture di suppor-to ed accessorie, formulando proposte per il recupero, l'utilizzo funzionale, l'inserimento in circuiti culturali attrezzati, dettando norme per la loro salva-guardia, anche al fine di favorire l'incentivazione dell'agriturismo.”

Nelle tavole di analisi del PRAC sono riportati nella tavole 3.1 i tematismi degli ambiti di salvaguardia e nella tavola 3.2 quelli di tutela.

La suddivisione si è ressa necessaria perché l'attività estrattiva si consi-dera compatibile, con tutte le cautele necessarie da valutare caso per caso, ri-spetto alla salvaguardia della tavola 3.2, mentre non risulta ammissibile all'in-terno della tutela della tavola 3.1.

E' da rilevare tuttavia come il territorio regionale sia fortemente interessa-to da tutele e salvaguardia: il PRAC aveva assunto questo sistema vincolistico come elemento direttore rispetto al quale l'attività estrattiva, sia nel recupero dell'esistente, sia nella nuova produzione resta subordinato. Peraltro è in fase avanzata di stesura il nuovo P.T.R.C. in aderenza ai mutati indirizzi emersi dal P.R.S. approvato ed alle sopravvenute normative urbanistiche.

Page 72: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 70

5.5 PRS e governo del territorio.

Va evidenziato che, dall’adozione del PRAC, l’azione regionale in mate-ria di gestione del territorio è stata recentemente innovata in modo incisivo an-che sulla spinta di nuovi indirizzi normativi e regolamentari europei, nazionali e regionali.

Si richiama al riguardo la L.R 11/2004, che definisce un nuovo assetto in materia urbanistica e territoriale, e la L.R. 5/2007 di approvazione del Pro-gramma Regionale di Sviluppo (PRS).

E’ inoltre in fase di elaborazione la stesura del nuovo PTRC in sintonia con il nuovo approccio sancito dal PRS di cui alla L.r. 5/2007.

In quest’ottica dinamica sopravvenuta, il PRAC e le attività estrattive cor-relate vanno poste come opportunità sia di valorizzazione delle georisorse che di valorizzazione, attraverso una progettualità ambientalmente evoluta, delle specificità territoriali e ambientali.

Tutto ciò attraverso forme di riuso dei siti estrattivi a giacimento esaurito, previe ricomposizioni ambientali, mirate alla costruzione e valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio ed anche a soddisfacimento di esigenze socio-economiche territoriali.

Le attività di coltivazione di cava sono quindi individuate dal PRAC come parte integrante della costruzione dello sviluppo sostenibile veneto.

Il PRS infatti nella definizione degli obiettivi di sviluppo del territorio e, conseguentemente delle politiche territoriali, evidenzia tre ordini principali di considerazioni:

1. il territorio come risorsa sociale in quanto variabile interna di una funzio-ne di “qualità della vita degli individui da tutelare e costruire”;

2. il territorio come risorsa economica ed in quanto tale concorrente a defi-nire la funzione di produttività di tutti gli attori economici che agiscono in un determinato contesto (imprese e individui);

3. il territorio come risorsa ambientale da tutelare e fruire in un’ottica della sostenibilità ambientale dello sviluppo. In relazione alle attività estrattive il PRS afferma che per tale settore

“vanno sviluppate la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali in coerenza con gli scopi della programmazione economica e della pianificazione territoriale. Le esigenze di salvaguardia del territorio e dell’ambiente e le necessità di tutela del lavoro e delle imprese troveranno compatibilità nei piani regionali e provin-ciali delle attività di cava”.

In particolare il PRS evidenzia che “alcuni contenuti della L.R. 44/1982 risultano però ormai obsoleti, pertanto la modificazione del quadro normativo di riferimento, il mutamento delle esigenze imprenditoriali e, al tempo stesso la maturazione piena della sensibilità ambientale, richiedono una revisione della legge e la contestuale predisposizione del piano regionale delle attività estratti-ve”.

Nella stesura della presente parte del piano regionale delle attività di ca-va (PRAC) relativo al materiale di ghiaia e sabbia sono stati considerati tutti gli

Page 73: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 71

aspetti urbanistici, ambientali, paesaggistici, socio-economici espressi dal terri-torio interessato dagli insiemi estrattivi e dalla pianificazione in essere ed i qua-dri conoscitivi della medesima.

Il PRAC, quindi, di livello regionale, integra ed adegua la pianificazione territoriale regionale ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 24 della L.R. 11/2004, e in tal senso prevale sulle contrastanti indicazioni della pianificazione sotto ordi-nata, compresi i piani di area, la pianificazione urbanistica provinciale ed i piani di assetto del territorio comunali ed intercomunali.

L’adeguamento normativo alla L.R. 44/1982 invocato dal PRS, l’approvazione del presente Piano, l’estensione della pianificazione di settore alla coltivazione degli altri materiali di interesse regionale e gli indirizzi per l’attività di coltivazione dei materiali di interesse provinciale, completeranno il quadro prefigurato dal PRS per la valorizzazione delle georisorse e degli ambiti già interessati dalle attività estrattive nell’ottica dello sviluppo sostenibile, se-condo le linee tracciate dall’Unione Europea (Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo) e definite dalla Regione Veneto nel PRS.

Page 74: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 72

Piano Regionale Attività di Cava L.R. 7 settembre 1982, n. 44 - “Norme per la disciplina dell’attività di cava”

6

Insiemi estrattivi

ATE - Ambiti Territoriali Estrattivi CS - Cave singole

CV - Contesti vocati

6.1 Insiemi estrattivi 6.1.1 Provincia di Treviso 6.1.2 Provincia di Vicenza 6.1.3 Provincia di Padova 6.1.4 Provincia di Verona 6.2 Attivazione dei contesti vocati

Page 75: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 73

6.1 Insiemi estrattivi

Gli insiemi estrattivi sono stati identificati nelle aree caratterizzate dalla presenza della georisorsa sabbia e ghiaia che soddisfano determinati criteri di valutazione.

Risulta abbastanza ovvio, nel contesto veneto in cui l’attività estrattiva ri-sulta ormai consolidata da parecchi anni, che le aree caratterizzate da risorse geominerarie con una valenza realmente sfruttabile, sono ampiamente cono-sciute.

In questo contesto tuttavia, si è voluto introdurre dei criteri di valutazione oggettivi per la determinazione di queste aree, al fine soprattutto di salvaguar-dare il territorio da un’attività, che interessa una risorsa non rinnovabile, realiz-zata in modo indiscriminato e non organico; si è voluto cioè introdurre il concet-to di pianificazione dell’attività estrattiva.

In sintesi i criteri utilizzati per l’individuazione degli insiemi estrattivi sono: - presenza di attività estrattiva in corso ed esaurita - qualità mineraria - vincoli assoluti - vincoli relativi - viabilità stradale - presenza di infrastrutture - rete idrografica Il criterio di base, utilizzato in questa valutazione, è stato quello di indivi-

duare gli insiemi estrattivi laddove è presente sul territorio una forte vocazione mineraria esplicitata dalla presenza di numerose cave attive o dismesse.

Tale criterio implica che la coltivazione della risorsa riguarderà prioritaria-mente aree già interessate da attività estrattiva al fine di non compromettere ul-teriormente zone territoriali attualmente intatte e soprattutto per assicurare il re-cupero ambientale e il riuso, in armonia con il territorio circostante, di aree già compromesse.

La localizzazione degli insiemi estrattivi nel territorio è stata fatta valutan-do il loro potenziale bacino di utenza, la presenza nelle vicinanze di impianti di lavorazione e trasformazione della materia prima scavata, l’esistenza di un’adeguata struttura viaria, tenendo presente che i costi del trasporto travali-cano la dimensione economica, per assumerne anche una ambientale.

La delimitazione degli insiemi estrattivi, inoltre, ha tenuto conto del siste-ma dei vincoli vigenti, riportati nella Carta delle aree vincolate che delimita gli ambiti di salvaguardia assoluta comprendenti, tra gli altri, le zone archeologiche vincolate ai sensi della L.1089/39 e L.431/85, gli ambiti per l’istituzione di Parchi e riserve di interesse regionale, provinciale e locale, le principali strade di valore storico e storico-ambientale e gli ambiti di tutela per l’attività estrattiva che com-prendono gli ambiti dei parchi nazionali e regionali istituiti ed operanti, i corsi

Page 76: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 74

d’acqua vincolati ai sensi della 431/85, i SIC e ZPS della rete Natura 2000, le aree di tutela paesaggistica, le zone selvagge, le aree umide e i piani d’area.

Nel rispetto completo degli ambiti di salvaguardia assoluta, sono state e-scluse dalla perimetrazione degli insiemi estrattivi qualsiasi area ricadente in ta-le tipologia di vincolo.

Si è posta particolare attenzione anche nei riguardi degli ambiti di tutela, con particolare riferimento a quella paesistica ed idrogeologica, cercando di e-scludere le aree ricadenti in tale vincolo dalle individuazione dell’insieme estrat-tivo, mantenendo all’interno della perimetrazione dell’insieme solo quelle aree caratterizzate dalla presenza di attività estrattiva in atto, al fine di permetterne un successivo recupero ambientale ed un corretto riuso compatibile con le aree limitrofe.

Si è cercato inoltre di rispettare aree caratterizzate da emergenze idrogeo-logiche, quale la fascia delle risorgive, salvo casi particolari, e di limitare gli in-siemi estrattivi alla zone di pianura spingendosi non oltre il limite pedemontano per non creare impatti paesaggistici sull’ambiente collinare e i rilievi.

La perimetrazione degli insiemi estrattivi ha seguito, dunque, la delimita-zione della geounità sabbia e ghiaia che presenta dal punto di vista mineralogi-co i materiali di migliore qualità, in termini di utilizzo, idonei, dunque, come rile-vati, inerte per calcestruzzo e per conglomerati bituminosi e in altri tratti, è stata fatta coincidere con elementi fisici come strade, elementi idrografici e limiti am-ministrativi.

L’applicazione dei criteri sopraccitati ha condotto all’individuazione di 8 in-siemi estrattivi, distribuiti sulle province di Treviso, Vicenza, Padova e Verona, di cui si riporta una breve descrizione delle rispettive peculiarità e l’elenco dei Comuni interessati, rimandando alla lettura della carta per una più immediata visualizzazione.

Per il Piano adottato è stata utilizzata come supporto la Carta Tecnica Re-gionale allora disponibile. Si trattava di una versione in formato raster che pre-sentava limiti sia per l’intellegibilità delle grafie sia per la vetustà dei contenuti rappresentati.

Poiché numerose osservazioni suggerivano di verificare le scelte proget-tuali in base ad un puntuale aggiornamento della informazione cartografica, si è proceduto a riversare le scelte di Piano su un nuovo e più aggiornato supporto a base vettoriale georeferenziata Carta Tecnica Regionale Numerica (CTRN).

Inoltre, un ulteriore significativo aiuto è venuto dalla possibilità di analizza-re il territorio consultando recenti ortofoto georeferenziate e di grande dettaglio.

Sia la CTRN sia le Ortofoto sono state rese disponibili dal Servizio Carto-grafico Regionale.

A fronte di tutto ciò, sono stati introdotti i necessari ed opportuni adegua-menti e aggiornamenti principalmente per aderire con maggiore precisione alla reale situazione del territorio sulla base delle tracce della CTRN. Nella generali-tà dei casi le rettifiche sono risultate alquanto marginali e praticamente inin-fluenti rispetto ai parametri dimensionali adottati.

Page 77: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 75

In particolare sono stati ridefiniti, con maggiore attenzione alle peculiarità e alle caratterizzazioni dei singoli territori provinciali, i perimetri degli Insiemi E-strattivi, da considerarsi unicamente come individuazione di giacimenti di geori-sorsa potenzialmente sfruttabile.

Poiché i perimetri degli Insiemi Estrattivi non hanno valenza parametrica, le modifiche apportate non incidono in alcun modo sul dimensionamento del PRAC.

Nei casi di cave singole contigue, ovvero quando queste ricadono in un in-torno ravvicinato di ATE, al fine di ricondurre il sistema a condizioni di coltiva-zione della risorsa più razionale e di ricupero ambientale più coerente si sono adeguati e ridefiniti i relativi sedimi e gli areali, unificandoli in ATE.

Alla luce delle osservazioni pervenute e in considerazione di una serie di valutazioni e di analisi che riguardano gli aspetti della tutela ambientale dei terri-tori e della loro riqualificazione anche nel rispetto delle ricadute economiche le-gate alla razionalizzazione dell’attività estrattiva proposta dal Prac, si propon-gono le modifiche di seguito elencate riguardanti rispettivamente gli IE, le Cs, gli ATE ed i Cv.

Di seguito si espongono le modificazioni conseguente alle valutazioni delle osservazioni per ciascuna Provincia, mentre le modifiche apportate alle Norme Tecniche di Attuazione sono state raccolte nell’elaborato B: NORME TECNI-CHE DI ATTUAZIONE.

Conseguentemente le perimetrazioni individuate sono state in parte modi-ficate come di seguito specificato.

Gli insiemi estrattivi risultano così ridefiniti.

6.1.1. PROVINCIA DI TREVISO

Un considerevole numero di osservazioni provenienti soprattutto dagli Enti Locali della Provincia di Treviso sollecitano, talvolta in modo estremamente si-gnificativo, la riduzione e spesso lo stralcio di ATE, Cv e Cs previsti dal PRAC, sia in termini qualitativi che quantitativi.

In generale, le argomentazioni addotte fanno soprattutto riferimento al fat-to che la provincia di Treviso appare fortemente tributaria nei confronti delle al-tre province, rispetto al soddisfacimento del fabbisogno regionale stimato dal PRAC.

Insieme estrattivo n. 1: ricade nella PROVINCIA DI TREVISO, svilup-pandosi a Sud Est di Vittorio Veneto, in prossimità del confine regionale. L’areale, all’interno dei depositi di alluvioni fluviali e fluvioglaciali del Quaterna-rio, è delimitato a nord dalla s.p.71, ad ovest dal limite amministrativo del Co-mune di Cordignano, a Sud dalla strada statale 13 e ad est dalla s.p. 43. Inte-ressa principalmente una porzione del Comune di Cordignano e limitatamente la parte nord dei Comuni di Orsago e Godega di S. Urbano. Strategicamente, l’Insieme Estrattivo è destinato a soddisfare le necessità dell’area localizzata all’estremo Nord-Est della Regione, attualmente servita in gran parte con mate-

Page 78: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 76

riali provenienti dalla confinante Regione Friuli Venezia Giulia, oppure scavati in altre aree della Provincia. Gli oneri derivanti dal trasporto dei materiali assumo-no talvolta dimensioni significative. Nell’Insieme Estrattivo l’attività di cava è già stata esercitata prima dell’entrata in vigore della L.R. 44/82.

Rispetto al PRAC adottato, il perimetro dell’Insieme è stato adeguato per farlo coincidere a segni orografici certi quali strade e canali e confini ammini-strativi.

All’interno di questo IE si individua:

• [CS] CAVE SINGOLE ▫ CS TV 6

Secondo la previsione del PRAC viene mandata ad esaurimento.

• [CV] CONTESTI VOCATI ▫ CV TV a

Rispetto al Piano adottato l’areale è traslato verso est per meglio cor-rispondere ai criteri di localizzazione.

Insieme estrattivo n. 2: ricade nella PROVINCIA DI TREVISO svilup-

pandosi in sinistra Piave in una limitata porzione dei Comuni di Vazzola, Mare-no di Piave, Santa Lucia di Piave, Cimadolmo e Susegana; all’interno di quest’area, delimitata a nord dalla s.p.34, ad ovest dalla s.s.13, a sud dal limite della fascia di rispetto del Piave e ad est dalla s.p.92, non è mai stata esercitata la coltivazione di cave. La sua posizione è considerata strategica per la presen-za di consistenti infrastrutture stradali provinciali e comunali che la collegano con la parte a Sud-Est del territorio che a tutt’oggi è stato rifornito con materiali provenienti da altre zone della Provincia, gravati da importanti costi di trasporto. L’Insieme Estrattivo è ubicato ad una distanza relativamente breve da almeno cinque impianti di lavorazione della materia prima.

Rispetto al PRAC adottato, il perimetro dell’Insieme viene adeguato con lo stralcio di una porzione di territorio ricadente in Comune di Susegana, parte Ovest; vengono corretti, inoltre, i limiti Est e Sud in sovrapposizione con il sedime stradale esistente.

All’interno di questo IE si individua:

• [CV] CONTESTI VOCATI ▫ CV TV b

Si conferma la previsione del PRAC adottato

▫ CV TV c Si conferma la previsione del PRAC adottato

Insieme estrattivo n. 3: ricade nella PROVINCIA DI TREVISO nella fa-

scia dei depositi grossolani dell’alta pianura delimitata superiormente dal Mon-tello e inferiormente dalle strade provinciali n.5 e n.102.

Page 79: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 77

Interessa per intero e per loro frazioni i seguenti territori comunali: Nerve-sa della Battaglia, Spresiano, Arcade, Giavera del Montello, Villorba, Poveglia-no, Volpago del Montello, Ponzano Veneto, Trevignano, Montebelluna, Altivole, Paese, Quinto di Treviso, Istrana, Morgano e Vedelago. L’Insieme Estrattivo rappresenta la parte di territorio che ha costituito, in quest’ultimo ventennio, l’unica fonte di approvvigionamento di sabbia e ghiaia di tutta la Provincia. I Comuni ricompresi in questo Insieme Estrattivo sono gli stessi già elencati nell’allegato 1 dalla L.R. 44/82. La sua perimetrazione è stata effettuata tenen-do necessariamente conto dello stato di compromissione del territorio conse-guente ad una pluridecennale escavazione e dalla necessità di pervenire ad una razionalizzazione delle coltivazioni in atto, per conseguire un ottimale recu-pero del territorio secondo i criteri stabiliti nelle Norme Tecniche di Attuazione del presente Piano.

Rispetto al PRAC adottato, il perimetro dell’Insieme viene adeguato con lo stralcio ad Ovest di una porzione del territorio del Comune di Castelfranco Ve-neto/Frazione S. Floriano, con l’esclusione della Cs TV14 in quanto cava a ter-mini scaduti, con progetto di ricomposizione finale già autorizzato. Viene stral-ciato, inoltre, parte del territorio posto a Sud Est facendo coincidere parzial-mente il nuovo limite con il confine comunale (Treviso/Paese), con il sedime della ferrovia Treviso/Montebelluna e con elementi orografici ben definiti. Viene anche modificato il perimetro posto a Est sino a farlo coincidere con il sedime dell’Autostrada A27 e il perimetro della CS1 esistente. Viene infine stralciata una porzione del territorio del Comune di Spresiano, sino a coincidere con i limi-ti Est dell’ATE TV1 e TV2. Il perimetro lato Nord è stato fatto coincidere con il sedime della ferrovia Montebelluna / Udine. Infine, il perimetro lato Nord Ovest è stato fatto coincidere con il confine comunale di Trevignano sino a lambire il lato Nord dell’ATE TV11.

All’interno di questo IE si individua:

• [ATE] AMBITI TERRITORIALI ESTRATTIVI

▫ ATE TV 1 Rispetto al PRAC adottato, il perimetro dell’ATE è stato modificato in modo non sostanziale a Sud e Sud-ovest per seguire segni orografici facilmente individuabili e a Nord-est con un incremento trascurabile per ricomprendere un ambito di cava attiva.

▫ ATE TV 2 Rispetto al PRAC adottato,il perimetro dell’ATE è stato modificato in riduzione in modo non sostanziale ad Sud, a Nord ed a Est per segui-re segni orografici facilmente individuabili. Per gli stessi motivi in am-pliamento ad Ovest ed a Nord.

▫ ATE TV 3 Rispetto al PRAC adottato, il perimetro è stato modificato ad Est per seguire segni orografici facilmente individuabili. Inoltre, il perimetro viene ampliato per comprendere porzioni di territorio già interessate dall’amplia-mento di cave esistenti.

Page 80: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 78

▫ ATE TV 4 Rispetto al PRAC adottato,viene stralciata una porzione a nord-ovest dell’ATE in allineamento con il segno orografico esistente, anche in ri-ferimento ad una D.G.R. di autorizzazione di Valutazione di Impatto Ambientale che interessa una minore porzione di territorio. Inoltre, in parziale accoglimento di un’osservazione (n° 90n 1 - 2) vie-ne rettificato ad est ed a Ovest il perimetro dell’A.T.E. Stante le condi-zioni giacimentologiche, territoriali e infrastrutturali, è opportuno ac-corpare la contigua CS TV 3 così da ampliare il perimetro dell’ATE preesistente attraverso l’individuazione di porzioni di territorio coerenti e compatibili. A Nord-NordEst viene aggiunta una porzione di area per recuperare, ai fini di una razionale ricomposizione ambientale, brani di territorio già compromessi e per favorire l’avvicinamento del perimetro dell’ATE alla prevista nuova infrastruttura viaria.

▫ ATE TV 5 Rispetto al PRAC adottato,In accoglimento delle osservazioni perve-nute [33i/20], si stralcia a Nord- Est la porzione di area a servizi impe-gnata dall’ATE. A Sud si stralcia una porzione di ATE (oltre la strada provinciale), per quanto occupata da una discarica. Sullo stesso lato Sud viene funzionalmente adeguato il perimetro dell’A.T.E. con una modesta porzione di territorio.

▫ ATE TV 6 Rispetto al PRAC adottato,Il perimetro dell’ATE è stato modificato in modo non sostanziale a Nord, per seguire segni orografici facilmente individuabili. Si stralcia, inoltre, una porzione di ATE ad Ovest, impe-gnata dalla discarica come segnalato dal Comune di Paese [oss. 33i/21], mentre si ricomprende nel perimetro una porzione di territorio utile ad una coerente ricomposizione finale, come pure una porzione all’estremo lato Sud. Ad Est, viene rettificato il perimetro per seguire segni orografici facilmente individuabili.

▫ ATE TV 7 Rispetto al PRAC adottato,Viene stralciata la parte a Sudest dell’ATE in quanto porzione di superficie esterna al limite dell’Ie modificato in sede di controdeduzioni, peraltro impegnata da edifici ed attrezzature connesse con l’attività di cava.

▫ ATE TV 8 Rispetto al PRAC adottato,L’ATE è stato modestamente incrementato a Sud per farlo corrispondere al sedime attuale di cava in atto. Inoltre, si da atto che la cava 3045 è interessata da una previsione di discari-ca peraltro mai attivata, come segnalato della Direzione Geologia Atti-vità Estrattive.

▫ ATE TV 9 Rispetto al PRAC adottato,Il perimetro dell’L’ATE viene modificato in modo non sostanziale a Nord per far coincidere, ove possibile, il suo perimetro alla viabilità esistente.

Page 81: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 79

▫ ATE TV 10 Rispetto al PRAC adottato non viene apportata alcuna modifica.

▫ ATE TV 11 Rispetto al PRAC adottato,A parziale accoglimento dell’osservazione del Comune di Vedelago ( 74i/14) viene stralciata la parte meridionale dell’ATE.

• [CS] CAVE SINGOLE ▫ CS TV 1

Il PRAC conferma l’autorizzazione in essere, non assegnando volumi estraibili.

▫ CS TV 2 Cava a termini scaduti per la quale è stata attivata la procedura di e-stinzione, anche in accoglimento di osservazioni condivise, la cava viene mandata ad esaurimento.

▫ CS TV 3 Rispetto al Piano adottato, viene stralciata e accorpata all’ATE TV 4 così da costituire un unico ambito estrattivo. Dal punto di vista giaci-mentologico questo contesto territoriale risulta ottimale per un corretto sfruttamento della risorsa. Dal punto di vista ambientale, un non ac-corpamento rischierebbe ricomposizioni finali settorializzate e, pertan-to, prive di significative progettualità finalizzate ad una seria riqualifi-cazione di sedimi attualmente degradati.

▫ CS TV 4 Il PRAC conferma l’ampliamento assegnando volumi estraibili.

▫ CS TV 5 Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento.

▫ CS TV 6 Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento.

▫ CS TV 7 Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento.

▫ CS TV 8 Il PRAC conferma l’ampliamento assegnando volumi estraibili.

▫ CS TV 9 Il PRAC conferma l’ampliamento assegnando volumi estraibili.

▫ CS TV 10 Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento.

▫ CS TV 11 Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento.

▫ CS TV 12 La cava individuata con cod. 3329 a–b ingloba la ex Cs TV13 come ri-portata nel PRAC adottato: Trattasi, pertanto di cava singola oggetto

Page 82: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 80

di unico provvedimento autorizzativo. il PRAC conferma l’autorizzazione in essere, non assegnando volumi estraibili.

▫ CS TV 13 La cava individuata con cod. 3329 a–b è inglobata nella Cs TV12 co-me riportata nel PRAC adottato: trattasi, pertanto di cava singola og-getto di unico provvedimento autorizzativo. Il PRAC conferma l’autorizzazione in essere, non assegnando volumi estraibili.

▫ CS TV 14 Cava a termini scadutI, ora esterna all’IE.

• [CV] CONTESTI VOCATI ▫ CV TV d

Rispetto al Piano adottato, l’areale viene traslato fino a risultare bari-centrico alla Strada Provinciale n° 56 di Arcade - Povegliano

▫ CV Tv e Si conferma la previsione del PRAC adottato

▫ CV TV f Si conferma la previsione del PRAC adottato

▫ CV TV g Rispetto al Piano adottato, viene ricollocato più a Nord, in un areale ri-compreso tra gli ATE 9 e 11 così da prefigurare l’ipotesi di individua-zione di un futuro polo estrattivo strategicamente collocato in un con-testo territoriale strettamente connesso a grandi infrastrutture viarie.

Insieme estrattivo n. 4: ricade nella PROVINCIA DI TREVISO nella fa-

scia occidentale di alta pianura caratterizzata da materiali ghiaioso-sabbiosi. L’insieme estrattivo si sviluppa in una limitata zona a nord del limite superiore delle risorgive, interessando in parte il territorio dei Comuni di Castello di Gode-go e Loria.

Rispetto al PRAC adottato, il perimetro dell’Insieme lato Sud viene ade-guato facendolo coincidere con il limite comunale di Galliera Veneta. Viene modificato il perimetro Est con l’esclusione della maggior parte del territorio co-munale di Castello di Godego per la presenza, segnalata dalla stessa Ammini-strazione di un sito di protezione speciale Natura 2000 e per una elevata antro-pizzazione.

All’interno di questo IE si individua:

• [CS] CAVE SINGOLE ▫ CS TV 15

Codice 3338. Sito di coltivazione autorizzato successivamente all’adozione del PRAC. L’autorizzazione non è ancora efficace, con-seguentemente non si assegnano ulteriori volumi estraibili.

Page 83: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 81

• [CV] CONTESTI VOCATI ▫ CV TV i

Si conferma la previsione del PRAC adottato

▫ CV Tv m Si conferma la previsione del PRAC adottato

6.1.2. PROVINCIA DI VICENZA A seguito di segnalazioni pervenute soprattutto da parte di Enti Locali, è

stata riscontrata la presenza di: - discariche ubicate all’interno di ATE; - compromissioni urbanistiche e di tipo ambientale; - varianti urbanistiche intervenute in tempi successivi all’adozione del

PRAC relative a zonizzazioni diverse dalla ZTO E. Conseguentemente alcuni sedimi classificati come ATE sono stati ridi-

mensionati e in alcuni casi stralciati dalle previsioni del Prac.

Insieme estrattivo n. 5: ricade nella PROVINCIA DI VICENZA, in una fa-

scia di alta pianura caratterizzata da materiali ghiaioso-sabbiosi che fanno parte delle alluvioni fluviali dei corsi d’acqua Astico e Brenta che solcano tale territo-rio. L’insieme estrattivo si sviluppa in direzione ovest est quasi interamente a nord del limite inferiore delle risorgive. In particolare l’insieme è delimitato a nord in parte dai confini amministrativi di Rossano Veneto, Cartigliano, Schia-von e Sarcedo e in parte dalla s.s 245 fino ad incontrare la s.p. n.58, a sud dalla s.s. n.53 e a est dal limite amministrativo provinciale. Interessa interamente il territorio dei Comuni di Rossano Veneto, Tezze sul Brenta, Pozzoleone, Schia-von e in parte i Comuni di Rosà, Cartigliano, Breganze, Sarcedo, Thiene, Ma-rano Vicentino, Sandrigo, Dueville, Bressanvido e Bolzano Vicentino.

Rispetto al PRAC adottato, il perimetro è stato modificato nella parte Sud–Ovest, in corrispondenza di una porzione del territorio del comune di Villaverla, in quanto prevalentemente caratterizzato dalla presenza della georisorsa argil-la. Nel lato Nord le modifiche consistono nel far coincidere il perimetro in corri-spondenza a rilevanti evidenze orografiche e, ove possibile, con i confini co-munali.

• [IE] INSIEMI ESTRATTIVI ▫ IE 5

- Il perimetro è stato modificato nella parte Sud–Ovest, in corri-spondenza di una porzione del territorio del comune di Villaverla, in quanto prevalentemente caratterizzato dalla presenza della georisorsa argilla.

Page 84: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 82

- Nel lato Nord le modifiche consistono nel far coincidere il perime-tro in corrispondenza a rilevanti evidenze orografiche e, ove pos-sibile, con i confini comunali.

• [ATE] AMBITI TERRITORIALI ESTRATTIVI ▫ ATE VI 1

E’ stato verificato che la porzione della parte Sud dell’ATE ricade, se-condo il vigente PRG, in ZTO Produttiva e, conseguentemente, viene stralciata con la ridefinizione del limite meridionale così come a nord per seguire segni orografici certi. Inoltre a parziale ristoro dello stralcio a Sud, si recupera parzialmente a Nord un sedime da associare all’ATE.

▫ ATE VI 2 E’ stata stralciata la porzione di ATE ad Est perché interessata da una discarica. L’area a Sud è stata stralciata per una migliore configura-zione dell’ATE, che tenga conto anche dell’esistente viabilità comuna-le. A compensazione delle aree stralciate, l’ATE viene ampliato in di-rezione Ovest fino a lambire il torrente Igna.

▫ ATE VI 3 Nel documento trasmesso dalla Direzione Geologia in data 26.11.2007: “Aggiornamento PRAC adottato …..” si rileva che, all’interno dell’ATE:

1. la cava 7135 è in parte adibita a discarica; 2. parte del sedime risulta a termini scaduti senza istanza di pro-

roga; 3. una parte di essa risulta estinta.”

Per quanto sopra, l’ATE VI3 viene trasformato in Cs VI11.

▫ ATE VI 4 Come risulta dal documento trasmesso dalla Direzione Geologia in data 26.11.2007 avente per oggetto: “Aggiornamento PRAC adottato ”si rileva che all’interno dell’ATE le cave 7496, 7137P, 7138 risultano estinte, ricomposte e classificate in senso urbanistico per ospitare im-pianti. In particolare risulta in attività la 7139 mentre la 7140 è impe-gnata da impianti e da discarica di inerti.” In conseguenza di ciò, l’ATE viene stralciato e la cava 7139 diviene Cs VI12.

▫ ATE VI 5 Il perimetro viene adeguato rispetto alla giacitura della viabilità esi-stente NW-SE. Viene inoltre incrementato ad Est per allinearlo al nuo-vo asse stradale; ad Ovest per riconfigurare l’ambito dell’ATE in modo più coerente e razionale fino a coincidere con segni orografici certi.

▫ ATE VI 6 L’ATE viene stralciato in quanto è stato verificato che sono venuti me-no i requisiti per l’individuazione di un ATE. Infatti la cava 7254 è stata dichiarata non più coltivabile dalla Direzione Geologia, che ne ha inti-mato la definitiva sistemazione ambientale. (decreto del Dirigente Re-gionale Direzione Geologia del 12.05.2006, n° 97).

Page 85: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 83

▫ ATE VI 7 Si confermano previsioni del PRAC precisando che la porzione meri-dionale dell’ATE ricade all’interno del vincolo S.I.C. Si mantiene quindi il perimetro a suo tempo adottato suggerendo per questa porzione la sola ricomposizione ambientale.

▫ ATE VI 8 L’ATE viene stralciato in quanto la Direzione Geologia ha comunicato l’esistenza di un accordo di programma tra Amministrazione Comuna-le ed i privati, approvato anche dal Consiglio Regionale. Tale accordo prevede lo stralcio dell’attività di cava e la conclusione di ogni ulteriore attività estrattiva.

• [CS] CAVE SINGOLE ▫ CS VI 1

Il PRAC conferma l’ampliamento assegnando volumi estraibili.

▫ CS VI 2 Il PRAC conferma l’ampliamento assegnando volumi estraibili.

▫ CS VI 3 Il PRAC conferma l’ampliamento assegnando volumi estraibili.

▫ CS VI 4 Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento.

▫ CS VI 5

il PRAC conferma l’ampliamento assegnando volumi estraibili.

▫ CS VI 6 La cava è stata estinta con D.D.R. 27.05.2007.

▫ CS VI 7 Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento.

▫ CS VI 8 Il sedime della cava in essere è stato modificato a seguito di parziale estinzione della medesima e per alcune modifiche di superficie inter-venute successivamente all’adozione del PRAC. Il PRAC conferma l’ampliamento assegnando volumi estraibili

▫ CS VI 9 Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento.

▫ CS VI 10 Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento.

▫ CS VI 11 Nuova CS divenuta tale in seguito alla soppressione dell’ l’ATE VI3.

▫ CS VI 12 Nuova CS divenuta tale in seguito alla soppressione dell’ l’ATE VI4.

Page 86: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 84

• [CV] CONTESTI VOCATI ▫ CV VI a

Nessuna modifica

▫ CV VI b Nessuna modifica

▫ CV VI c Nessuna modifica

▫ CV VI d Un’attenta analisi del territorio con particolare attenzione agli aspetti idrogeologici e litostratigrafici suggeriscono lo stralcio del Cv, posto a ridosso dell’ambito di un’ansa del fiume Astico,

6.1.3. PROVINCIA DI PADOVA In funzione della distribuzione regionale della georisorsa, la provincia di

Padova contribuisce in misura marginale al fabbisogno. Tuttavia, in relazione alle verifiche ed analisi effettuate, si evidenziano le

seguenti modifiche.

Insieme estrattivo n. 6: ricade interamente nella PROVINCIA DI PA-DOVA, nell’area nord occidentale dei depositi fluvio-glaciali e alluvionali del Brenta. È delimitato a nord, ovest e sud dal confine amministrativo provinciale e ad est in parte dalla s.p. 94 fino ad incontrare la strada statale n.53 e prose-guendo per la provinciale n. 24. Interessa interamente il Comune di Gazzo, San Pietro in Gu' e Carmignano di Brenta e porzioni dei Comuni di Galliera Veneta, Cittadella, Grantorto e Piazzola sul Brenta.

Rispetto al PRAC adottato, Viene stralciata una porzione di territorio a Sud in quanto le condizioni idrogeologiche del territorio individuato suggeri-scono una particolare tutela a difesa della falda acquifera.

• [ATE]AMBITI TERRITORIALI ESTRATTIVI ▫ ATE PD1

Viene stralciata a Nord-Ovest una modesta porzione di territorio per riconfigurare il perimetro in modo più funzionale.

• [CV] CONTESTI VOCATI ▫ CV PD a

Nessuna modifica.

Page 87: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 85

6.1.4. PROVINCIA DI VERONA Per quanto riguarda la provincia di Verona, le osservazioni pervenute so-

prattutto dagli Enti Locali mettono in evidenza la necessità di incrementare il contributo della risorsa provinciale.

In particolare, questa raccomandazione si rileva ad esempio, per il sedime dell’ATE individuato nel comune di Valeggio sul Mincio, come pure per alcuni territori del comune capoluogo dove, a causa della presenza all’interno di ATE di Beni Culturali e per la compresenza di discariche di materiali inerti, la poten-zialità della risorsa viene fortemente ridotta.

Il particolare procedimento secondo il quale i Comuni della Provincia di Verona possono variare in ogni momento i propri strumenti urbanistici in rela-zione al PAQE, istituendo zonizzazioni confliggenti con l'attività estrattiva, ha prodotto numerose osservazioni tendenti a negare le scelte del PRAC, nell'os-servanza di pianificazioni urbanistiche a questo scopo predisposte.

Osservazioni così orientate non sono state accolte in considerazione del fatto che il PRAC appare strumento sovraordinato alla pianificazione comunale.

Insieme estrattivo n. 7: ricade interamente nella PROVINCIA DI VERO-

NA, sviluppandosi a Est del capoluogo. L’areale è delimitato ad est dal limite amministrativo del Comune di Zevio, a nord dalla perimetrazione della geounità ghiaia e sabbia, ad ovest dai limiti amministrativi di Oppeano, S.Giovanni Lupa-toto sino ad incrociare il limite superiore delle risorgive continuando per il limite amministrativo di Zevio seguendo per S.Michele di Verona e a sud dal limite in-feriore delle risorgive. Interessa porzioni dei Comuni di Verona, San Martino Buon Albergo, San Giovanni Lupatoto, Zevio, Oppeano e Palù.

Rispetto al PRAC adottato, viene stralciata una porzione di territorio a Sud e a Est caratterizzata da contesti antropizzati e per la soggiacenza della falda che risulta relativamente ridotta rispetto al piano campagna. Viene stralciato parte del comune di Lavagno a Sud della linea ferroviaria, facendo coincidere il nuovo perimetro con il confine comunale di S. Martino B. A Nord, anche in ac-coglimento dell’osservazione della Provincia di Verona, viene ridotto il perime-tro dell’ATE fino a coincidere in parte con la linea ferroviaria per escludere nu-clei storici e in particolare la corte rurale “Le Albare”. Ad Ovest le modifiche fanno coincidere il perimetro in corrispondenza a rilevanti evidenze orografiche e, ove possibile, con i confini comunali.

• [ATE] AMBITI TERRITORIALI ESTRATTIVI ▫ ATE VR 5

In accoglimento dell’osservazione del Comune di San Martino di Buon Albergo (81n/32) si stralcia la porzione a Nord della strada Porcilaia, e si include l’intero sedime della cava 6151.

▫ ATE VR 6 A Nord viene stralciato il sedime corrispondente alla cava 6169 in gran parte autorizzata a discarica e, conseguentemente, delle aree limitro-fe. Tale riduzione comporta anche lo stralcio della corte rurale “Le Al-

Page 88: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 86

bare”, soggetta a vincolo paesaggistico. A parziale compensazione delle superfici stralciate, viene integrato nel perimetro dell’ATE il terri-torio ad Est fino al limite così come definito in sede di controdeduzio-ne.

▫ ATE VR 11 Nuovo ambito che ingloba la ex cava Cs VR 11 e l’ex Contesto vocato Cv VR h. Pertanto costituiscono il sedime dell’ambito di nuova deno-minazione ATE VR 11.

• [CS] CAVE SINGOLE ▫ CS VR 8

Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento.

▫ CS VR 9 Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento.

▫ CS VR 10 Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento.

▫ CS VR 12 Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento

• [CV] CONTESTI VOCATI ▫ CV VR g

Nessuna modifica.

Insieme estrattivo n. 8: ricade interamente nella PROVINCIA DI VERO-

NA, a ovest del capoluogo provinciale costeggiando la linea ferroviaria che col-lega Verona ad Ostiglia. È compreso tra la porzione nord occidentale dell’alta pianura veronese e l’autostrada A22, caratterizzato da giacimenti di spessori ragguardevoli, di natura prevalentemente ghiaiosa con livelli sabbiosi, coltivabili a fossa. La zona a sud del limite superiore delle risorgive è caratterizzata da giacimenti di natura prevalentemente sabbiosa. Interessa porzioni dei Comuni di Verona, Pescantina, Bussolengo, Sona, Sommacampagna, Villafranca, Va-leggio sul Mincio, Mozzecane, Povegliano Veronese, Vigasio e Nogarole Roc-ca.

Rispetto al PRAC adottato, il perimetro è stato modificato in modo consi-stente: a Nord-Est per escludere i contesti urbanizzati di S. Pietro in Cariano e di Verona facendo coincidere il nuovo limite con segni orografici certi; a Sud per escludere porzioni di territorio nei comuni di Mozzecane, Povegliano e No-garole Rocca, in relazione a particolari fragilità ambientali. Viene ancora ridotto il perimetro a tutela degli abitati di Valeggio sul Mincio, di Sommacampagna, di Bussolengo e di Pescantina, facendolo combaciare con segni orografici certi.

Page 89: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 87

• [ATE] AMBITI TERRITORIALI ESTRATTIVI ▫ ATE VR 1

A Nord viene modificato il perimetro per trascurabili porzioni, derivate anche da un’osservazione; analogamente a Sudest, per seguire segni orografici certi.

▫ ATE VR 2

L’ATE viene confermato nella sua originaria configurazione in acco-glimento dell’osservazione del Comune di Verona [81n/21].

▫ ATE VR 3

Si prende atto della presenza ad Est di un manufatto storico costituito dal forte di San Massimo, con conseguente stralcio dell’ATE. Il sedime resta parzialmente individuato dalla preesistente attività estrattiva ri-classificato come Cava singola Cs VR16.

▫ ATE VR 4 L’ambito viene riconfigurato a Sud con lo stralcio di una porzione in parziale accoglimento dell’osservazione del Comune di Villafranca Ve-ronese [75i/6].

▫ ATE VR 7

Si rileva: la presenza di discariche di 2° categoria in parte estinte, la presenza della corte storica Bernascona e di infrastrutturazioni viarie che necessitano di adeguate fasce di rispetto. Conseguentemente l’ATE viene stralciato e trasformato in Cs VR17; contestualmente vie-ne previsto un nuovo CVn, al fine di riequilibrare il territorio per la do-tazione di idonea georisorsa.

▫ ATE VR 8 L’ATE viene modificato con l’inseri-mento a Nord di una modesta por-zione di superficie fino al terrazzo naturale della Bassa Fioroni.

▫ ATE VR 9 Nessuna modifica.

▫ ATE VR 10 Ambito di nuova formazione che ingloba la ex Cs VR 4 ed una nuova cava autorizzata successivamente all’adozi-one del PRAC (cod. 6560).

• [CS] CAVE SINGOLE ▫ CS VR 1

Il PRAC conferma l’ampliamento assegnando volumi estraibili.

▫ CS VR 2 Il PRAC conferma l’ampliamento assegnando volumi estraibili.

▫ CS VR 3

Page 90: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 88

Il PRAC conferma l’ampliamento assegnando volumi estraibili.

▫ CS VR 4 La Cs è stralciata in quanto è stata assorbita nell’ATE di nuova for-mazione ATE VR 10.

▫ CS VR 5 Cava estinta in data 31.01.2006.

▫ CS VR 6 Il PRAC conferma l’ampliamento assegnando volumi estraibili.

▫ CS VR 7 Il PRAC conferma l’ampliamento assegnando volumi estraibili.

▫ CS VR 11 La Cs è stralciata in quanto è stata assorbita nell’ATE di nuova forma-zione ATE VR 11.

▫ CS VR 13 Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento.

▫ CS VR 14 Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento.

▫ CS VR 15 Si conferma la previsione del PRAC e viene mandata ad esaurimento.

▫ CS VR 16 La cava deriva dalla soppressione dell’ATE VR 3 assegnando volumi estraibili.

▫ CS VR 17 La cava deriva dalla soppressione dell’ATE VR 7 assegnando volumi estraibili.

• [CV] CONTESTI VOCATI In considerazione del fatto che nella provincia di Verona sono stati stralciati numerosi Contesti vocati, si propone l’inserimento di due nuovi Cv strategicamente collocati in funzione di un corretto riequilibrio territoriale. Si tratta del Cv “n” e Cv “p”.

▫ CV VR a Nessuna modifica.

▫ CV VR b Nessuna modifica.

▫ CV VR c Viene stralciato in considerazione dell’elevata densità di attività estrat-tiva, anche pregressa, in un ambito territoriale relativamente contenu-to.

Page 91: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 89

▫ CV VR d e CV VR e divengono un unico Contesto Vocato che assume la denominazione CV VR d ricollocato in posizione baricentrica, per le stesse motivazioni esposte al precedente Cv VRc.

▫ CV VR f Nessuna modifica.

▫ CV VR h Viene stralciato in seguito alla individuazione di un nuovo ATE deno-minato VR 10 condividendo quanto proposto in osservazioni proposte del sito.

▫ CV VR i Viene stralciato in accoglimento di osservazioni condivise.

▫ CV VR m Viene stralciato in accoglimento di osservazioni condivise.

▫ CV VR n Viene individuato un nuovo contesto vocato a sud dell'ATE VR7 a se-guito di osservazioni condivise.

▫ CV VR p In prossimità dell’ATE VR8 in Comune di Valeggio sul Mincio, viene individuato un nuovo Contesto vocato, che assume la denominazione di Cvp che lambisce il lato Est dell’ATE medesimo.

6.2 Attivazione dei contesti vocati Come esplicitato, il PRAC ha quale obiettivo prioritario il recupero e il ri-

uso secondo un attento e corretto rispetto dell’ambiente dei siti compromessi dall’attività di cava, attraverso il soddisfacimento del fabbisogno regionale, così come è stato ridimensionato in sede di controdeduzioni alle osservazioni.

In questo senso, avviare da subito l’attivazione degli ATE e il completa-mento delle Cs, anziché procedere a nuove coltivazioni di ghiaie e sabbie in Contesti vocati, apparirebbe una conseguente opzione.

Questi, infatti, potrebbero risultare opportuni e/o necessari in tempi suc-cessivi, in considerazione dell’evoluzione dell’attività estrattiva nelle diverse province per effetto di questa nuova pianificazione.

In tal modo, una attenta attivazione di alcuni Contesti Vocati [Cv] potrà ga-rantire una più corretta distribuzione del prelievo della georisorsa alle diverse scale territoriali, in coerenza con gli orientamenti a suo tempo individuati per la caratterizzazione degli IE e la localizzazione dei sedimi da attribuire ai Cv, se-condo specifiche peculiarità strategiche rilevate in ambito provinciale.

L’attivazione dei Contesti vocati, secondo la procedura di nuovi ATE, do-vrà perseguire i seguenti obiettivi:

Page 92: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 90

1. Qualità della geo-risorsa presente in funzione di un corretto sfruttamento del giacimento con il minimo impatto sul territorio.

2. Ridurre scompensi di reperimento di georisorsa caratterizzanti i territori di confine regionale.

3. Ricadute orientate alla tutela dei contesti occupazionali e socio-economici della Regione.

4. Riequilibrio territoriale conseguente a difficoltà di reperimento e/o per l’assenza di attività estrattive in ambito locale, così da ridurre in modo sen-sibile l’incidenza del trasporto. Tutto ciò nel rispetto di un equilibrato rapporto tra attività estrattiva e sal-

vaguardia dell’ambiente e nella compatibilità di adeguate infrastrutture viarie. Pertanto l’attività di coltivazione nell’ambito dei CV come individuati dal

PRAC, può essere consentita esclusivamente previa individuazione, in sede di revisione di Piano, di ATE con relativi volumi assegnati e definizione di coerenti sedimi.

I CV attivati costituiscono nuovi ATE e le procedure per l’ottenimento dell’autorizzazione allo svolgimento dell’attività di coltivazione di cava nei CV sono le stesse stabilite per gli ATE.

In tal senso i contesti vocati si pongono come parte della pianificazione da attivare in sede di revisione in coerenza con le necessità espresse dal sistema socio-economico.

Page 93: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 91

Piano Regionale Attività di Cava L.R. 7 settembre 1982, n. 44 - “Norme per la disciplina dell’attività di cava”

7

Ripartizione delle risorse

7.1 Contributo autorizzabile provinciale 7.2 Risorse provinciali autorizzabili

Page 94: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 92

7 Ripartizione delle risorse

7.1 Contributo autorizzabile provinciale

Per determinare i volumi estraibili di sabbia e ghiaia nelle singole province si è valutata la produzione annua provinciale ricavata dalle schede statistiche denunciate dalle imprese del settore.

I dati storici della produzione relativa al periodo dal 1990 al 2002 sono i seguenti:

Treviso 66.307.202 pari al 58.48% Verona 31.508.075 pari al 27.81% Vicenza 14.376.535 pari al 12.73% Padova 1.068.607 pari al 0.98% TOTALE 113.393.419

In sede di adozione del progetto di PRAC, attraverso una compensazione tra le province, nel rispetto comunque delle percentuali emerse, si era stimata la seguente ripartizione annua autorizzabile:

Treviso 8.625.000 m3 pari al 50% Verona 5.175.000 m3 pari al 30% Vicenza 2.932.500 m3 pari al 17% Padova 517.500 m3 pari al 3%

TOTALE 17.250.000 m3

7.2 Risorse provinciali autorizzabili All’interno di ogni provincia queste quantità sono state assegnate secondo

tre diverse tipologie di cava: - ATE: ambito Territoriale costituito da una o più cave; - Cava singola: attività estrattiva singolarmente individuata nel territorio; - Cava di nuova formazione: attività estrattiva prevista dal PRAC all'inter-

no dell'insieme estrattivo, da realizzarsi prioritariamente nell'area dei Contesti Vocati, ritenendosi questi ultimi indicativi.

Poiché il piano tende a privilegiare il recupero ambientale dei siti già com-promessi, riordinando così un sistema territoriale fortemente degradato dall'atti-vità estrattiva, ha assegnato l'80% della potenzialità estrattiva alle attività già in atto (ATE e cave singole) riservando solo il 20% alle cave di nuova formazione come precedentemente riferite ai Contesti Vocati.

All'interno della quota dell'80%, il 60% è stato attribuito agli ATE, in consi-derazione del fatto di dover garantire maggiori risorse per il recupero di siti for-temente degradati anche per la presenza di cave plurime.

Il restante 20% si è stimata quota sufficiente a garantire la medesima fina-lità a cave singole.

Page 95: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 93

Per quanto riguarda la provincia di Padova, data l'esiguità dell'assegna-zione e per la presenza di un unico ATE e di nessuna cava singola, la riparti-zione si è così effettuata: all'unico ATE il 30%, ai contesti Vocati il 50%, mentre il residuo 20% è stato associato all'ATE 7VI per la contiguità con il territorio pro-vinciale.

In Provincia di Verona, all'ATE 8 di Valeggio sul Mincio è stato attribuito in via preliminare il 5% dell'intero fabbisogno provinciale, in quanto rappresenta una particolare specificità di insieme estrattivo peraltro individuato nel PRG Comunale in sede di adozione.

Pertanto in sede di elaborazione del progetto di piano il riparto dei volumi estraibili è rappresentato dalla tabella che segue:

Distribuzione

Provincia

%

Quantità ATE C.s. C.v.

NOTE

PD 3 517.500 30 % 50 % 20 % trasferito ATE 7 VI

TV 50 8.625.000 60 % 20 % 20 %

VR 30 5.175.000 5 % + 55 % 20 % 20 % Oltre al potenziale calco-lato aritmeticamente, al-l'ATE 8 VR viene asse-gnato il 5 % sul totale.

VI 17 2.932.500 60 % 20 % 20 %

TOTALE 100 17.250.000

A seguito dell’accoglimento delle osservazioni come riportato al preceden-

te punto 2.5 il fabbisogno annuo di piano è stato ridotto a 13.650.000 mc. Né è derivata una ipotesi di ripartizione dei volumi attribuiti alle singole

province ed ai singoli ATE secondo i parametri ripresi nella successiva tabella.

Distribuzione Provincia

%

Quantità ATE C.s. C.v.

NOTE

PD 3 409.500 30 % 50 % 20 % trasferito ATE 7 VI

TV 50 6.825.000 60 % 20 % 20 %

VR 30 4.095.000 5 % + 55 % 20 % 20 % Oltre al potenziale calco-lato aritmeticamente, al-l'ATE 8 VR viene asse-gnato il 5 % sul totale.

VI 17 2.320.500 60 % 20 % 20 %

TOTALE 100 13.650.000

Page 96: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 94

Un ulteriore dato che si è considerato è quello risultante dalla “Situazione volumi di cava” aggiornata al 31 marzo 2008.

In questo rapporto si evidenzia che i volumi residui autorizzati ed asseve-rati per le attività di cava all’interno degli Insiemi estrattivi sommano complessi-vamente a mc 104.103.170∗ che, disaggregati per provincia, risultano dalla seguente tabella:

Padova mc 95.357 par i a l 0,09% Treviso mc 82.980.705 par i a l 79,71% Verona mc 15.149.487 par i a l 14,55%

Vicenza mc 5.877.621 par i a l 5,65%

TOTALE mc 104.103.170 100,00%

A fronte di questa situazione, al fine di riequilibrare sul territorio regionale la coltivazione della risorsa, anche in esito alle numerose osservazioni la riparti-zione della risorsa per ciascuna provincia viene corretta in modo da tener conto anche della quantità di risorsa sabbia e ghiaia asseverata e autorizzata al 31 marzo 2008.

Per conseguire quest’obiettivo, si è proceduto ad una significativa riduzio-

ne del contributo di risorsa attribuito alla provincia di Treviso a favore delle pro-vince di Verona e Vicenza.

Riduzione che appare coerente con l’assunto che la ricomposizione finale dei siti più degradati del territorio regionale, costituisce uno dei presupposti es-senziali del progetto di PRAC.

La pianificazione della georisorsa ha come riferimento principale gli Ambiti Territoriali Estrattivi (ATE) nella considerazione che le cave singole (CS) come classificate dal PRAC nella pianificazione decennale, sono destinate all’estinzione.

Partendo da tale considerazione si prevede che nella prima fase di attua-zione del PRAC alle Cave singole (CS) della provincia di Treviso non venga at-tribuita alcuna ulteriore capacità estrattiva quando la dotazione attuale della ca-va (autorizzato+asseverato al 31.03.2008) superi il volume estraibile che il PRAC assegna alle stesse.

I relativi volumi residui non attribuiti vengono assegnati proporzionalmente alle province di Verona e Vicenza, al fine di soddisfare il fabbisogno regionale, secondo lo schema seguente.

Qualora la dotazione attuale delle CS derivante dalla somma dei volumi comunicati, asseverati da ciascun operatore e di quanto autorizzato successi-

∗ Il modello non considera la cava singola TV -15 autorizzata ed in fase di ritiro per un

volume pari a mc 517.016.

Page 97: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 95

vamente all’asseverazione medesima (D1), risulti superiore alla quantità di vo-lume assegnato dal PRAC (D2) quest’ultimo non viene attribuito. La cava singo-la (CS) viene destinata ad esaurimento nel rispetto dell’autorizzazione in esse-re.

Qualora invece la dotazione attuale delle CS derivante dalla somma dei volumi comunicati, asseverati da ciascun operatore e di quanto autorizzato suc-cessivamente all’asseverazione medesima (D1), risulti inferiore alla quantità di volume assegnato dal PRAC (D2), alla cava singola (CS) viene attribuita l’assegnazione del PRAC diminuita della dotazione (asseverato+autorizzato). Salvo che D2-D1 risulti inferiore o uguale a mc 10.000.

Con l’applicazione di questo criterio, relativamente alla sola provincia di

Treviso, la sommatoria degli accantonamenti resi dalle CS, risulta di mc/anno 1.034.848.

Questa risorsa viene utilizzata nella ridistribuzione del contributo di ghiaie e sabbie per il riequilibrio del fabbisogno regionale tra le province di Vicenza e Verona, secondo le rispettive percentuali assegnate dal PRAC (VR, 30 % - VI, 17 %).

Ne risulta un incremento di volumi di ghiaie e sabbie per la provincia di Verona pari a mc/a 660.541, mentre l’incremento provinciale per Vicenza è pari a mc/a 374.307.

L’applicazione del correttivo, nonché il trasferimento al ATE VI 7, porta alla

seguente nuova ripartizione delle risorse:

Il potenziale estrattivo provinciale è stato ripartito agli ATE ed alle Cave

singole in ragione diretta con i seguenti algoritmi, dove i parametri principali so-no la superficie di ambito per gli ATE, la superficie di scavo effettivamente auto-rizzata per le cave in atto, in ragione inversa, alle quantità di residuo disponibile per ciascuna attività, secondo un coefficiente di correzione pari a 0,5 ritenuto il più compatibile nell'ambito di un'equa ripartizione territoriale.

F/ANNO PD TV VR VI 13.650.000 327.600 6.825.000 4.095.000 2.402.400

RIDISTRIBUZIONE - -1.034.848 660.541 374.307RIPARTIZIONE 327.600 5.790.152 4.755.541 2.776.707

PARI A 2,40% 42,42% 34,84% 20,34%

Page 98: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 96

Algoritmo di Assegnazione delle Risorse agli Ambiti Territoriali Estrattivi (A.T.E.)

per le Province di Padova(1), Treviso, Verona(2) e Vicenza(1)

INPUT

- Fabbisogno regionale annuo - Periodo di riferimento del Piano - Distribuzione percentuale del fabbisogno annuo (F/annuo) per Provincia - Distribuzione percentuale del F/annuo provinciale tra - ATE - Ambiti Territoriali Estrattivi - CS - Cave singole in ampliamento - CN - Cave di nuova formazione - Quantità minima assegnata ad ogni cava degli ATE di Provincia - Quantità minima assegnata ad ogni cava in ampliamento di Provincia - Per ogni ATE - Quantità residua autorizzata - Superficie di ATE - Numero di cave in atto - Coefficiente sull'influenza dei residui già autorizzati - Per ogni cava da ampliare - Quantità residua autorizzata - Superficie di CS - Coefficiente sull'influenza dei residui già autorizzati - Per le complessive cave esterne agli Insiemi Estrattivi - Superficie totale per Provincia - Residui totali per Provincia

ALGORITMO DI ASSEGNAZIONE DELLE RISORSE

Si compone di due addendi:

- 1° addendo: Prodotto tra la quantità minima assegnata per ogni cava e il numero di cave afferenti un dato ATE;

- 2° addendo: Aliquota della quantità rimanente sottraendo la sommatoria delle quantità minime assegnate ad ogni cava alla parte assegnata al totale degli ATE della Provincia; detta aliquota è calcolata distribuendo ai vari ATE della Provincia la quantità rimanente in funzione della proporzionalità diretta tra la superficie di ogni ATE e il totale delle superfici degli ATE della Provincia; detto rapporto è corretto dalla proporzionalità inversa tra le quantità residue già autorizzate di ogni ATE e il loro totale riferito sempre alla Provincia.

Fi = Qmin x ni + (F - Σ (Qmin x ni)) x (Si x (1 - k x Ri / Rt) / Σ (Si x (1 - k x Ri / Rt)))

Dove Fi = Quantità annua da assegnare ad ogni specifico ATE F = Quantità annua di nuova assegnazione all'insieme degli ATE di una-Provincia

data Qmin = Quantità minima assegnata per ogni cava degli ATE di data Provincia

(in sede di prima previsione è posto pari a 0 m3) ni = numero di cave attive presenti nello specifico ATE

Page 99: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 97

Si = Superficie dell’ATE considerato Ri / Rt = Rapporto tra la quantità residua autorizzata nell’ATE considerato

e la quantità residua autorizzata totale nel territorio provinciale k = coefficiente di correzione della sensibilità del rapporto Ri / Rt

(in sede di prima previsione è posto pari a 0,5)

(1) nel territorio provinciale di Padova è stato individuato un unico ATE. In questo caso non è applicabile l'algoritmo di assegnazione delle risorse. Inoltre, una quantità pari a 81.900 m3 è stata assegnate all'ATE 7 VI per la contiguità territoriale di quell'ATE.

(2) per l'ATE 8 VR (Valeggio sul Mincio), in considerazione della specificità del sito è assegnata in via preliminare una quantità pari al 5% dell'intero fabbisogno provinciale. Il restante 95% è distribuito utilizzando l'algoritmo.

Page 100: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 98

Algoritmo di Assegnazione delle Risorse alle Cave Singole

INPUT

- Fabbisogno regionale annuo - Periodo di riferimento del Piano - Distribuzione percentuale del fabbisogno annuo (F/annuo) per Provincia - Distribuzione percentuale del F/annuo provinciale tra - ATE - Ambiti Territoriali Estrattivi - CS - Cave singole in ampliamento - CN - Cave di nuova formazione - Quantità minima assegnata ad ogni cava degli ATE di Provincia - Quantità minima assegnata ad ogni cava in ampliamento di Provincia - Per ogni ATE - Quantità residua autorizzata - Superficie di ATE - Numero di cave in atto - Coefficiente sull'influenza dei residui già autorizzati - Per ogni cava da ampliare - Quantità residua autorizzata - Superficie di CS - Coefficiente sull'influenza dei residui già autorizzati - Per le complessive cave esterne agli Insiemi Estrattivi - Superficie totale per Provincia - Residui totali per Provincia

ALGORITMO DI ASSEGNAZIONE DELLE RISORSE

Si compone di due addendi:

- 1° addendo: Quantità minima assegnata per ogni cava ;

- 2° addendo: Aliquota della quantità rimanente sottraendo la sommatoria delle quantità minime assegnate ad ogni cava alla parte assegnata al totale delle Cave Singole della Provincia; detta aliquota è calcolata distribuendo alle Cave Singole della Provincia la quantità rimanente in funzione della proporzionalità diretta tra la superficie di ogni cava e il totale delle superfici delle Cave Singole della Provincia; detto rapporto è corretto dalla proporzionalità inversa tra le quantità residue già au-torizzate di ogni cava e il loro totale riferito sempre alla Provincia.

Fi = Qmin + (F - Σ (Qmin x ni)) x (Si x (1 - k x Ri / Rt) / Σ (Si x (1 - k x Ri / Rt)))

Dove Fi = Quantità annua da assegnare ad ogni specifica Cava Singola F = Quantità annua di nuova assegnazione all'insieme delle Cave Singole di una-

Provincia data Qmin = Quantità minima assegnata ad ogni Cava Singola di data Provincia (in sede di prima previsione è posto pari a 0 m3) Si = Superficie della Cava Singola considerata Ri / Rt = Rapporto tra la quantità residua autorizzata nella Cava Singola considerata

e la quantità residua autorizzata totale delle Cave Singole nel territorio provin-ciale

k = coefficiente di correzione della sensibilità del rapporto Ri / Rt (in sede di prima previsione è posto pari a 0,5).

Page 101: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

PRAC – ELABORATO A – RELAZIONE – PAGINA 99

In conseguenza di quanto sopra le previsioni del PRAC vengono riassunte nelle seguenti tabelle:

A - Sintesi dei dati regionali; B - Ambiti Territoriali Estrattivi; C - Cave Singole

Page 102: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

Regione

Dotazione regionale attuale mc 103.244.105

Fabbisogno per il periodo di Piano mc 136.500.000

Periodo di Piano anni 10

Fabbisogno aggiuntivo annuo (F/anno) mc/anno 13.650.000

Province

F/anno provinciale mc/anno 327.600 5.790.152 4.755.541 2.776.707

Dotazione attuale provinciale mc 95.357 82.463.689 15.104.487 5.858.347

ATE totale (Ambiti Territoriali Estrattivi di Piano)

F/anno totale ATE mc/anno 122.850 4.095.000 2.853.325 1.698.784

Dotazione attuale ATE mc 95.357 57.899.484 8.511.881 712.863

CS totale (Cave Singole di Piano)

F/anno totale CS mc/anno - 330.152 951.108 538.961

Dotazione attuale CS mc - 24.564.205 6.592.606 5.145.484

CV totale (Contesti Vocati di Piano)

F/anno totale CN mc/anno 204.750 1.365.000 951.108 538.961

della distribuzione dei fabbisogni annui (F/anno) agli Ambiti Territoriali Estrattivi, alle Cave Singole e ai Contesti Vocati

PD TV VR VI

SINTESI DEI DATI REGIONALI

distinti per Provincia interessata

Piano Regionale delle Attività di Cava

Segreteria Regionale all'Ambiente e Territorio

Servizio Cave Direzione Geologia e Attività Estrattive

Applicazione dell'algoritmo di cui al Paragrafo 7.2. della Relazione riequilibrato rispetto al Piano adottato secondo la metodica illustrata al medesimo Paragrafo.

Tabella

A

PRAC - Tabella A

Page 103: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

Province

A.T.E. - 1Superficie di ATE mq 263.139 3.325.112 772.460 611.565 Dotazione attuale mc 95.357 7.303.791 2.595.881 - F/anno mc/anno 122.850 903.924 129.342 396.643

A.T.E. - 2Superficie di ATE mq 698.802 758.740 469.998 Dotazione attuale mc 59.610 - - F/anno mc/anno 202.652 149.903 304.827

A.T.E. - 3Superficie di ATE mq 1.179.849 - - Dotazione attuale mc 7.702.854 - - F/anno mc/anno 319.559 - -

A.T.E. - 4Superficie di ATE mq 3.574.526 785.173 - Dotazione attuale mc 21.472.150 704.795 - F/anno mc/anno 844.829 148.703 -

A.T.E. - 5Superficie di ATE mq 736.154 1.037.940 579.977 Dotazione attuale mc 208.359 357.000 355.945 F/anno mc/anno 213.209 200.764 282.246

A.T.E. - 6Superficie di ATE mq 1.041.427 1.217.749 - Dotazione attuale mc 991.099 100.850 - F/anno mc/anno 299.582 239.163 -

A.T.E. - 7Superficie di ATE mq 760.151 - 1.302.261 Dotazione attuale mc 597.979 - 356.918 F/anno mc/anno 219.418 - 715.068

A.T.E. - 8Superficie di ATE mq 872.144 7.242.740 - Dotazione attuale mc 280.000 915.200 - F/anno mc/anno 252.439 1.591.786 -

A.T.E. - 9Superficie di ATE mq 821.652 341.674 - Dotazione attuale mc 6.600.000 195.581 - F/anno mc/anno 224.813 66.728 -

A.T.E. - 10Superficie di ATE mq 509.218 923.714 - Dotazione attuale mc 730.000 3.642.574 - F/anno mc/anno 146.817 143.448 -

A.T.E. - 11Superficie di ATE mq 1.797.705 928.730 - Dotazione attuale mc 11.953.642 - - F/anno mc/anno 467.757 183.488 -

Piano Regionale delle Attività di Cava

Segreteria Regionale all'Ambiente e Territorio

Servizio Cave Direzione Geologia e Attività Estrattive

Sintesi dei dati della distribuzione dei fabbisogni annui (F/anno) distinti per Provincia interessata

PD TV VR VI

Ambiti Territoriali Estrattivi Tabella

B

PRAC - Tabella B

Page 104: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

Province

C.S. - 1Superficie attuale della Cava Singola mq 377.100 201.375 155.580 Dotazione attuale mc 3.094.452 1.570.900 786.500 F/anno mc/anno - 112.576 111.690

C.S. - 2Superficie attuale della Cava Singola mq - 175.786 95.669 Dotazione attuale mc 6.000 1.361.464 34.000 F/anno mc/anno - 100.043 74.118

C.S. - 3Superficie attuale della Cava Singola mq - 78.870 94.000 Dotazione attuale mc - 49.497 122.330 F/anno mc/anno - 49.867 72.198

C.S. - 4Superficie attuale della Cava Singola mq 173.000 - - Dotazione attuale mc 50.000 - 100.000 F/anno mc/anno 117.138 - -

C.S. - 5Superficie attuale della Cava Singola mq - - 142.630 Dotazione attuale mc 105.903 - 1.005.123 F/anno mc/anno - - 100.038

C.S. - 6Superficie attuale della Cava Singola mq - 377.763 - Dotazione attuale mc - 1.199.217 - F/anno mc/anno - 217.941 -

C.S. - 7Superficie attuale della Cava Singola mq - 219.595 - Dotazione attuale mc 1.362.850 - - F/anno mc/anno - 139.366 -

C.S. - 8Superficie attuale della Cava Singola mq 423.000 - 67.986 Dotazione attuale mc 810.000 210.000 624.910 F/anno mc/anno 213.014 - 49.637

C.S. - 9Superficie attuale della Cava Singola mq 188.000 - - Dotazione attuale mc 1.200.000 - 1.630.975 F/anno mc/anno - - -

C.S. - 10Superficie attuale della Cava Singola mq - - - Dotazione attuale mc - - 164.000 F/anno mc/anno - - -

Sintesi dei dati della distribuzione dei fabbisogni annui (F/anno) distinti per Provincia interessata

PD TV VR VI

Cave Singole

Piano Regionale delle Attività di Cava

Segreteria Regionale all'Ambiente e Territorio

Servizio Cave Direzione Geologia e Attività Estrattive

Tabella

C

PRAC - Tabella C - Pagina 1

Page 105: Piano Regionale Attività di Cavarepository.regione.veneto.it/UCI/Piano cave/A-Relazione.pdf · l’accumulo di riserve idriche, la riforestazione, siti di biodiversità, etc. ...

Province PD TV VR VI

C.S. - 11Superficie attuale della Cava Singola mq - - 139.000 Dotazione attuale mc 105.000 - 405.921 F/anno mc/anno - - 103.783

C.S. - 12Superficie attuale della Cava Singola mq 1.264.929 - 36.335 Dotazione attuale mc 17.830.000 - 271.725 F/anno mc/anno - - 27.498

C.S. - 13Superficie attuale della Cava Singola mq - - Dotazione attuale mc - 310.500 - F/anno mc/anno - - -

C.S. - 14Superficie attuale della Cava Singola mq - - Dotazione attuale mc - 21.100 - F/anno mc/anno - - -

C.S. - 15Superficie attuale della Cava Singola mq - - Dotazione attuale mc - - - F/anno mc/anno - - -

C.S. - 16Superficie attuale della Cava Singola mq 453.000 Dotazione attuale mc 1.850.928 F/anno mc/anno 247.137

C.S. - 17Superficie attuale della Cava Singola mq 132.830 Dotazione attuale mc 19.000 F/anno mc/anno 84.179

PRAC - Tabella C - Pagina 2