PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE...Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007...
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Centro Intercomunale della Valdera (Prov. di Pisa)
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RELAZIONE
Prima stesura dicembre 2006
Revisione definitiva Ottobre 2007
Approvato dalla Conferenza dei Sindaci in data 29 / ottobre / 2007
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INDICE
Parte Generale
A) Quadro conoscitivo del territorio intercomunale.
B) Analisi dei fattori di pericolosità nell’ambito intercomunale:
C) Individuazione dei possibili scenari di danno
Parte Operativa
D) Individuazione sede centro intercomunale
E) Individuazione dell’organizzazione del Centro intercomunale in emergenza
Allegati Operativi
All. 1 Le procedure
All. 2 Le aree di Emergenza
All. 3 I Cancelli
All. 4 Le risorse
All. 5 Modulistica (fuori testo)
Cartografia (fuori testo)
Tavola 1 Corografia generale 1:100.000
Tavola 2 Carta della Viabilità 1:30.000
Tavola 3 Carta della rete idrografica 1:30.000
Tavola 4 Carta litologica e geologica 1:30.000
Tavola 5 Carta della pericolosità e del rischio 1:30.000
Tavola 5a 5b 5c5d Carta della pericolosita e del rischio (dettglio) 1:15.000
Tavola 6 Carta Operativa 1:30.000
Tavola 7 Carta Operativa (dettaglio dei centri abitati) formato A3
Allegato fuori testo: Manuale Operativo
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PREMESSA
Il Piano Intercomunale rappresenta lo strumento operativo per assolvere direttamente allo
svolgimento delle competenze di cui all’articolo 8, comma 2, lettera d), della L.R. 67/2003 ovvero
adottare “gli atti e tutte le iniziative necessarie per garantire, in emergenza, la salvaguardia della
popolazione e dei beni, assumendo il coordinamento degli interventi di soccorso nell’ambito del
territorio comunale e raccordandosi con la provincia per ogni necessario supporto”.
Rappresenta dunque lo strumento operativo di riferimento per il comune per fronteggiare le
competenze ad esso attribuite dalle normative in materia di protezione civile, essenzialmente
finalizzate ad assicurare gli interventi indirizzati all’incolumità e all’assistenza della popolazione,
alla salvaguardia dei beni, in particolare di quelli pubblici, funzionali al mantenimento delle normali
condizioni di vita della popolazione ed allo svolgimento delle attività pubbliche essenziali.
Per la stesura della parte operativa si è tenuto conto dell’organizzazione complessiva degli enti,
delle risorse umane e del materiale disponibile con riferimento, in particolare, all’organizzazione e
ai compiti dell’ufficio tecnico, della polizia municipale, degli uffici competenti in materia di viabilità,
edilizia e di servizi sociali e al volontariato presente nel territorio comunale.
Relativamente all’attività da svolgere nel presente piano sono stabilite delle linee guida operative
che necessariamente dovranno essere successivamente adattate e personalizzate dai soggetti
costituenti le Funzioni di Supporto tramite la messa a punto dei relativi mansionari. Tali strumenti
regolano le attività di centro operativo, centro situazioni ed attività operativa.
Il piano intercomunale di protezione civile è stato redatto tenendo conto del principale
fenomenologia generatrice di rischio presente sul territorio rappresentata dagli eventi idrogeologici.
Sul territorio sono presenti in maniera subordinata rischi di tipo antropico quali rischio incendi
boschivi, rischio da trasporti sulla viabilità ed altri comuni a tutto il territorio nazionale (black-out,
emergenze sanitarie ecc.) per le quali tuttavia non esistono indicatori di rischio specifico e che
potranno essere affrontati negli sviluppi della pianificazione di emergenza.
Relativamente al rischio sismico i comuni associati sono tutti classificati sismici e sono stati
interessati in passato da eventi sismici. Tuttavia relativamente alla definizione dello scenario di
rischio ad oggi non sono disponibili studi per supportare una adeguata pianificazione di emergenza
e per la definizione di uno scenario significativo. Nonostante ciò nell’individuazione delle aree di
emergenza si è tenuto comunque di conto della presenza di tale rischio sebbene non sia stato
possibile specificare l’individuazione ufficiale delle aree di attesa.
La gestione in forma associata della funzione di elaborazione del piano di protezione civile non è
intesa dalla LR n.67/2003 esclusivamente come forma di “supporto” al singolo comune, ma come
modalità per realizzare un piano di protezione civile integrato a scala intercomunale.
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Per tale motivo l’art.16, comma 2 prevede che in tali casi il piano possa essere predisposto in
modo “unico” per l’ambito intercomunale.
L’unicità del piano viene quindi intesa come unica rappresentazione dei rischi (quantomeno quelli
comuni all’ambito intercomunale) e delle risorse disponibili, e prevede che le azioni dei singoli
comuni siano di tipo integrato, per quanto necessario in rapporto agli scenari di rischio ipotizzati.
Ll’organizzazione e le procedure operative, sono state impostate in modo da:
� essere condivise in una ottica di integrazione, ma decise e gestite da ciascun comune con i
propri uffici (ipotesi minimale di forma associata)
oppure, in alternativa
� essere assolte per la parte di Centro Situazioni dal Centro intercomunale (e quindi
unitariamente e concordemente decise).
L’organizzazione e le procedure operative relative alla attività di centro operativo saranno
comunque condivise in una ottica di integrazione da ciascun comune.
La redazione del presente documento deriva dall’applicazione, dell’insieme degli indirizzi espressi
dalla L. 225/92, dalla D.L. 180/98 convertito nella L. 267/98, dalla L. 401/01 e dalla Legge
Regionale 29 dicembre 2003 n°67 e relativo regolame nto di attuazione (DPGRT del 1 dicembre
2004, n. 69/R e smi ).
Per gli aspetti tecnici si è fatto riferimento alle recenti linee guida regionali per la redazione del
Piano Intercomunale di Protezione Civile (Decreto dirigenziale 2977 del 30-05-2005 Approvazione
delle istruzioni tecniche per la elaborazione del piano intercomunale di protezione civile) e al
modello organizzativo nazionale proposto dal Dipartimento della Protezione Civile “Modello
Augustus”.
In allegato si la normativa di riferimento in materia di Protezione Civile esistente all’atto di
redazione del presente Piano.
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PARTE
A
QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO INTERCOMUNALE
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A - QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO INTERCOMUNALE
A.1 Suddivisione amministrativa
Il Centro Intercomunale di Protezione Civile (C.I.P.C.) della Valdera collocato a sud-est di Pisa fa
parte del Sistema Provinciale di Protezione Civile ed è stato individuato come tale nella cartografia
allegata alla Deliberazione Consiglio Provinciale n. 132/03 con la sigla C.I.P.C. n° 5.
Il Centro ricade sotto l’Amministrazione Provinciale di Pisa e comprende i Comuni di: Ponsacco,
Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Lajatico, Palaia, Peccioli e Terricciola.
Ponsacco: E’ un Comune che si sviluppa su un territorio prevalentemente pianeggiante con quote
altimetriche comprese fra i 15,00 ml ed i 24,00 ml. Il territorio comunale ha una superficie di Kmq
19,90 ed una popolazione di 12.580 abitanti, si tratta quindi di un territorio fortemente antropizzato
nel quale si evidenzia la presenza di numerose attività artigianali e commerciali in Loc. Le Melorie.
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La città di Ponsacco è attraversata dal Fiume Cascina, che nasce nei pressi di Casciana Terme e
va a sfociare nel Fiume Era. Il Comune di Ponsacco è situato in una posizione che può definirsi
strategica per gli altri comuni della Valdera in quanto costituisce il centro più esteso della zona ed il
punto di passaggio per la Valdarno.
Capannoli : Il Comune di Capannoli, costituito dal centro abitato, dalla frazione di Santo Pietro
Belvedere e dalle località di Solaia e SS. Annunziata, conta 5.105 abitanti ed ha una superficie di
22,47 chilometri quadrati per una densità abitativa di 225,19 abitanti per chilometro quadrato. Il
territorio comunale con morfologia prevalentemente pianeggiante (65 %) – collinare (35 %),
presenta quote altimetriche comprese tra i 25 e i 147 metri sul livello del mare. Capannoli sorge
nella valle del fiume Era occupando anche una parte della riserva naturale dell'Alta Valdera.
L'economia locale si basa prevalentemente sull'agricoltura e segnatamente sulla produzione
vitivinicola e sull'allevamento di bestiame. Rilevante è l'attività di numerose industrie per la
produzione di mobili per la casa.
Casciana Terme : Si estende su una superficie di Kmq 36,44 e cont a 3.538 abitanti.
Il Comune di Casciana Terme è costituito dal centro abitato, dalla frazione di Parlascio, Sant’Ermo,
Colle Montanino, Ceppato e da una serie di piccole località.
Il territorio del Comune di Casciana Terme è costituito in prevalenza da terreno collinare con quote
altimetriche comprese fra i 43,00 ml ed i 507,00 ml .Da segnalare la presenza sul territorio degli
impianti termali, conosciuti fin dall’antichità per le proprietà curative delle acque termali sorgive.
Chianni : Si estende su una superficie di Kmq 62,90 e con ta 1.563 abitanti.
Il Comune di Chianni è costituito dal centro abitato, dalla frazione di Rivalto e da una serie di
piccole località.
Il territorio del Comune di Chianni è costituito al 100% da terreno collinare. Esso si sviluppa
prevalentemente ad ovest dello spartiacque dei rilievi Monte Vitalba (mt 675) e Monte Vaso (mt
634), Poggio Castagnolo (mt 601), Poggio Biancanelle (mt 590) e Poggio Ceraso (mt 584).
A sud il territorio comunale è delimitato dal corso del torrente La Sterza e a nord da quello del
torrente della Fine. Gli altri corsi d’acqua esistenti (circa n. 15) sono costituiti da botri di scarso
interesse e con portata d’acqua limitata.
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Le coltivazioni prevalenti sono esclusivamente graminacee e foraggiere con ampi spazi di
cespugliato adatto alla pastorizia. Vi sono anche coltivazioni di oliveti e vigneti ma per il 50% il
territorio risulta boschivo e per circa un’estensione di 200 ha la proprietà è demaniale.
Lajatico : Il Comune di Lajatico, costituito dal centro abitato, dalla frazione di Orciatico e dalle
località di La Sterza e San Giovanni, conta 1.389 abitanti ed ha una superficie di 72,34 Kmq. Il
territorio comunale con morfologia prevalentemente pianeggiante–collinare, presenta quote
altimetriche comprese tra i 50 e i 628 metri sul livello del mare. Comune dedito principalmente
all'agricoltura mantiene, ancora oggi, una notevole attività in questo settore con la produzione di
cereali, vino, uva e olio. Un'altra caratteristica della sua economia è la presenza nel suo territorio di
importanti allevamenti ovini e bovini che si avvalgono di pascoli naturali. Notevole è dunque la
produzione del latte che viene poi trasformato in altre provincie per la mancanza di caseifici nella
zona. Assai sviluppata la coltivazione di alberi da frutta e di prodotti ortofrutticoli. Le industrie sono
invece tutte collocate in pianura. Prevalentemente si tratta di industrie di trasformazione di prodotti
agricoli nonché di mobili. I numerosi boschi, dove sono insediate varie aziende faunistiche,
forniscono molto legname.
Palaia : Il territorio comunale di Palaia si estende su una superficie Kmq 73 e conta 4.522 abitanti.
E’ formato da un sistema collinare complesso che si articola sul doppio sistema idrografico dell’Era
e dell’Arno. Tale sistema appartiene a quello delle colline centrali della Toscana con quote
altimetriche comprese fra 15 ml e 300 ml (Toiano). L’area, si caratterizza per l’ampia valle dell’Era
che scorre in direzione sud-nord verso l’Arno, contornata da dolci rilievi che degradano lentamente
nella vasta pianura pisana. Ad ovest le ultimi propaggini provenienti dai monti di Castellina, ad est i
rilievi di Cornocchio, più complessi e articolati, attraversati dal Carfalo e dal Tosola affluenti del
Roglio che in piena pianura si immette nell’Era, mentre a nord la Chiecina e la Chiecinella affluenti
diretti dell’Arno, creano un sistema di vallecole interne su cui il sistema di displuvio delle acque ha
inciso potentemente sul territorio.
L’area, per la sua collocazione geografica, si pone come zona di transizione fra la Valdera e il
sistema del Valdarno in diretto collegamento con S.Miniato. A sud troviamo i poggi di Toiano e di
Montefoscoli aggettanti sul corso del Carfalo, ad ovest il Roglio nell’ampia pianura dell’Era, a nord
ed ad est i torrenti Ricavo, Chiecinella e Chiecina, affluenti diretti dell’Arno che scorrono in angusti
spazi vallivi. Il carattere torrentizio dei fiumi e situazioni di impaludamenti hanno spinto nel corso
dei secoli l’insediamento solo sulle creste dei poggi.
Il territorio agricolo, presenta una struttura tipica della campagna toscana con un sistema
organizzato su un centro produttivo e una rete di poderi e case coloniche sparse che presidiano
tutto il territorio.
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Peccioli : Il Comune di Peccioli, costituito dal centro abitato, dalla frazione di Montecchio,
Fabbrica, Montelopio, Ghizzano, Legoli e Cedri, conta 4.831 abitanti ed ha una superficie di Kmq
52,20. Il territorio del comunale con morfologia prevalentemente collinare, presenta quote
altimetriche comprese tra i 33 e i 284 metri sul livello del mare.
Il centro di Peccioli è situato su di un poggio alla cui base meridionale scorre il Fiume Era, mentre
le acque meteoriche dell’opposta pendice scendono nel Fosso Racoso, che sfocia nel Torrente
Roglio.
Terricciola : E’ un Comune situato alla confluenza delle valli dell’Era del Cascina e del Torrente
Sterza, si sviluppa su un territorio prevalentemente collinare con quote altimetriche comprese fra i
32,00 ml ed i 211,00 ml. con una percentuale di superficie pianeggiante pari al 15 %. Il territorio
comunale ha una superficie di Kmq 43,45 ed una popolazione di 3.925 abitanti. Le sue origini
risalgono agli Etruschi.
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A.2 Estensione territoriale e popolazione
Il territorio di competenza del Centro Intercomunale di Protezione Civile della Valdera si estende
per 382,70 Kmq con 37.453 abitanti al censimento del 21 ottobre 2001 e una densità media di
97,86 residenti per Kmq (TAV 1 Corografia Generale).
Comuni popolazione famiglie abitazioni
superficie (kmq)
Capannoli 5.105 1.818 1.869
22,47
Casciana Terme 3.538 1.348 1.621
36,44
Chianni 1.563 675 908
62,90
Lajatico 1.389 569 741
72,34
Palaia 4.522 1.697 2.014
73,00
Peccioli 4.831 1.869 2.302
52,20
Ponsacco 12.580 4.684 4.953
19,90
Terricciola 3.925 1.512 1.696
43,45
Totale 37.453 14.172 16.104
382,70
Popolazione ed abitazioni
02000400060008000
100001200014000
Capan
noli
Cascin
a Ter
me
Chiann
i
Lajat
ico
Palaia
Peccio
li
Ponsa
cco
Terric
ciola
Popolazione
Famiglie
Abitazioni
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Superficie (kmq)
01020304050607080
Capann
oli
Cascina
Ter
me
Chianni
Lajatic
o
Palaia
Peccio
li
Ponsa
cco
Terric
ciola
Superficie (kmq)
A.3 Flussi turistici e lavorativi
Il territorio è interessato da flussi turistici stagionali primavera-estate-inizio autunno di tipo
prevalentemente agrituristico.
Gli agriturismi sono sparsi soprattutto nelle zone collinari.
Nel Comune di Casciana Terme sono inoltre presenti un elevato numero di strutture ricettive di
supporto alla stazione termale, che vede durante l’anno un alto numero di presenze anche di
soggetti con problemi fisici in quanto il complesso termale è sede di attività di riabilitazione.
Comune n° strutt. recettive n° posti letto
Ponsacco 2 46
Peccioli 23 342
Lajatico 11 163
Palaia 11 321
Casciana Terme 9 704
Chianni 4 65
Capannoli 8 81
Terricciola 10 122
Totale 78 1844
Per quanto riguarda i flussi lavorativi essi sono diretti prevalentemente verso le zone artigianali
presenti in tutti i comuni con estensioni variabili, in particolare le più rilevanti sono presenti nei
comuni di Ponsacco (loc. Le Melorie), Peccioli (loc. La Fila), Terricciola (loc.La Rosa).
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È da mettere in evidenza che nelle zone di Le Melorie e di La Rosa sono presenti flussi lavorativi e
di visitatori al di fuori del normale orario di lavoro, talvolta anche nei fine settimana, per la presenza
di mostre e strutture di grande distribuzione.
Si svolgono sul territorio periodicamente sagre e feste paesane che raccolgono anche grandi
numeri di persone per tempi limitati.
A.4 Reticolo idrografico
Il territorio del Centro Intercomunale di Protezione Civile della Valdera ricade nel bacino del Fiume
Era, tributario in sinistra del Fiume Arno.
Il Fiume Era è collettore di alcuni affluenti quali il Fiume Cascina , il Torrente Roglio, il Torrente la
Sterza ed il Torrente Carfalo.
Il territorio è suddiviso per competenze amministrative relative alla gestione e manutenzione ai
seguenti fra i seguenti consorzi di bonifica:
- Cons. Bonifica Fiumi e Fossi di Pisa – su parte dei Comuni di Ponsacco e Casciana T.
- Cons . Bonifica delle Colline Livornesi – su piccola parte del comune di Chianni
- Cons. di Bonifica della Valdera S.Miniato – sui restanti territori comunali
Vedasi TAV 3 Carta del reticolo idrografico).
TOTALE CENTRO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE DELLA VALDERA
Classe Strahler Lunghezza (metri)
Classe 1 673863,658
Classe 2 340577,494
Classe 3 178701,931
Classe 4 94255,965
Classe 5 102322,719
Classe 6 39389,043
Classe 7 52814,17
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COMUNE DI PONSACCO - RETE IDRICA
COMUNE DI CAPANNOLI - RETE IDRICA
Classe Strahler Lunghezza (metri) Classe Strahler Lunghezza classe 1 31665,783 classe 1 33317,503 classe 2 28611,684 classe 2 15295,255 classe 3 4039,376 classe 3 6709,759 classe 4 812,26 classe 4 2926,316 classe 5 5412,714 classe 5 2519,412 classe 6 0 classe 6 9800,716 classe 7 10445,145 classe 7 9463,689
COMUNE DI CASCIANA TERME - RETE IDRICA
COMUNE DI CHIANNI - RETE IDRICA
Classe Strahler Lunghezza Classe Strahler Lunghezza classe 1 55775,625 classe 1 101003,055 classe 2 30888,234 classe 2 52946,032 classe 3 26637,686 classe 3 30572,883 classe 4 5172,86 classe 4 15074,739 classe 5 7667,858 classe 5 10477,57 classe 6 0 classe 6 0 classe 7 0 classe 7 0
COMUNE DI LAJATICO - RETE IDRICA
COMUNE DI PALAIA - RETE IDRICA
Classe Strahler Lunghezza Classe Strahler Lunghezza classe 1 104286,29 classe 1 126576,331 classe 2 55005,251 classe 2 57720,554 classe 3 33424,292 classe 3 26391,146 classe 4 17860,33 classe 4 19924,39 classe 5 22039,249 classe 5 16579,934 classe 6 4621,411 classe 6 12395,759 classe 7 7918,189 classe 7 0
COMUNE DI PECCIOLI - RETE IDRICA
COMUNE DI TERRICCIOLA - RETE IDRICA
Classe Strahler Lunghezza Classe Strahler Lunghezza classe 1 159414,163 classe 1 61824,908 classe 2 65198,489 classe 2 34911,995 classe 3 36210,045 classe 3 14716,744 classe 4 22665,029 classe 4 9820,041 classe 5 23842,635 classe 5 13783,347 classe 6 12571,157 classe 6 0 classe 7 16113,513 classe 7 8873,634
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A.5 Rete delle infrastrutture stradali
Il territorio del C.I.P.C. della Valdera è attraversato da una fitta rete viaria costituita da strade
regionali, provinciali e comunali, sulle quali si registrano elevati flussi di traffico di persone/cose.
La principale arteria stradale che percorre il territorio del C.I.P.C. della Valdera è la Strada
Regionale Sarzanese-Valdera n° 439, che collega i t erritori della Valdera con il Valdarno,
consentendo l’accesso sulla S.S. di grande comunicazione FI-PI-LI.
Le altre infrastrutture stradali importanti presenti sul territorio sono costituite da :
1. S.P. Delle Colline per Legoli n° 11, che collega Ponsacco con i Comuni di Palaia e Peccioli,
spingendosi fino al territorio della provincia di Firenze;
2. S.P. Del Commercio n° 13, che collegandosi con l a S.P. di Montevaso, consente il
collegamento tra i Comuni di Casciana Terme e Ponsacco.
I Comuni di Terricciola e Lajatico sono serviti da viabilità provinciale che si attesta sulle viabilità
provinciali sopradescritte (S.P. 42 e S.P. 45).
Il territorio del C.I.P.C. è inoltre percorso da una fitta rete viaria comunale costituita in prevalenza
da strade asfaltate, che collegano tutte le località presenti sul territorio. (TAV 2 Carta della
viabilità).
TOTALE CIPC VALDERA
Tipo Strada Lunghezza (metri)
Strada Privata 27360 Strada Comunale 643532 Strada Provinciale 174000 Strada Regionale 31289
Strada Statale 0 TOTALE RETE STRADALE 876180
LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI PONSACCO
LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI CAPANNOLI
Tipo Strada Lunghezza (metri) Tipo Strada
Lunghezza (metri)
Strada Privata 6743 Strada Privata 0 Strada Comunale 114876 Strada Comunale 60622
Strada Provinciale
11327
Strada Provinciale 12428
Strada Regionale 2899 Strada Regionale 4285 Strada Statale 0 Strada Statale 0
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LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI CASCIANA TERME
LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI CHIANNI
Tipo Strada Lunghezza (metri) Tipo Strada Lunghezza (metri)
Strada Privata 0 Strada Privata 4114
Strada Comunale 52330 Strada Comunale 46454
Strada Provinciale 24774 Strada Provinciale 41952
Strada Regionale 0 Strada Regionale 0 Strada Statale 0 Strada Statale 0
LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI LAJATICO
LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI PALAIA
Tipo Strada Lunghezza (metri) Tipo Strada Lunghezza (metri)
Strada Privata 4217 Strada Privata 883 Strada Comunale 27822 Strada Comunale 103406
Strada Provinciale 17803 Strada Provinciale 30000
Strada Regionale 14322 Strada Regionale 0 Strada Statale 0 Strada Statale 0
LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI PECCIOLI
LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI TERRICCIOLA
Tipo strada Lunghezza (metri) Tipo strada Lunghezza (metri)
Strada Privata 9495 Strada Privata 1908
Strada Comunale 123478 Strada Comunale 114544
Strada Provinciale 22058 Strada Provinciale 13656
Strada Regionale 0 Strada Regionale 9782 Strada Statale 0 Strada Statale 0
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A.6 Infrastrutture di servizio
Per quanto riguarda le infrastrutture di servizio si rilevano per i rispettivi gestori le seguenti strutture
principali:
TOSCANA GAS: rete gas cittadino a bassa e media pressione
ACQUE SPA: rete acquedottistica civile e pozzi, fognatura nera e depurazione
ENEL: rete elettrica e la centrale di trasformazione di Ponsacco.
TELECOM: rete telefonica aerea ed in trincea
TELEFONIA MOBILE: ripetitori sparsi sul territorio dei vari gestori
GEOFOR SPA e CONSORZIO ALTA VALDERA: Servizi di netezza Urbana.
BELVEDERE SPA: gestione discarica per RSU di Legoli
TRASPORTI PUBBLICI: CPT Consorzio Pisano Trasporti
SERVIZI SANITARI: sono gestiti dalla ASL 5 e sono costituiti da ambulatori sparsi sul territorio.
Per le strutture Ospedaliere più vicine e pronto soccorso si fa riferimento all’ospedale di
Pontedera.
I servizi di illuminazione pubblica, fognatura bianca e igiene stradale sono gestiti in vario modo
dalle singole amministrazioni comunali.
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A.7 Rete di monitoraggio idro-pluviometrico
L’attuale rete di monitoraggio idro-pluviometrico presente sul territorio del Centro Intercomunale di
Protezione Civile della Valdera si avvale di stazioni e di sensori afferenti al Centro Funzionale
della Regione Toscana (All. Carta delle stazioni idrometriche e pluviometriche).
Idrometri
Codice Fiume Stazione Provincia Zona di allerta
241 Era Molino d'Era PI D2
242 Era Capannoli PI D2
243 Era Belvedere PI D2
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Pluviometri
Codice Stazione Provincia Zona di allerta
147 Volterra PI D2
148 La Madonnina PI D2
149 Molino d'Era PI D2
150 Orciatico PI D2
151 Capannoli PI D2
152 Ghizzano di Peccioli PI D2
153 Casciana Terme PI D2
1016 Terricciola PI D2
1047 Volterra Balze PI D2
1068 Peccioli PI D2
Ubicazione Pluviometri
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A. 8 - Inquadramento climatico della Valdera
Il clima della Valdera, essendo quest'ultima posta tra la fascia costiera e le zone più “continentali”
della regione, presenta caratteristiche di transizione. Adottando la classificazione in tipologie
termiche proposta dal Pinna¹, possiamo così definire il clima di queste area della provincia di Pisa:
● la parte pianeggiante e quella collinare fino ai 350-400 m ricade nel clima temperato caldo
(media annua tra 14.5 e 16.9°C, mese più freddo con temperatura tra 6° e 9.9°C, quattro
mesi con temperatura media ≥ 20°C ed escursione annua fra 15° e 17°C.
● La parte meridionale (alta Valdera) prossima allo spartiacque ove l'altezza supera i 400 m è
caratterizzata invece dal clima sublitoraneo ( media annua compresa tra 10° e 14.4°C,
quella del mese più freddo tra i 4°C ed i 5.9°C men tre due soli mesi hanno temperatura
media ≥ 20°C e l'escursione termica oscilla tra 16° e 19°C .
Considerando come parametro di giudizio
anche i quantitativi di precipitazione
cumulata nell'anno, possiamo
caratterizzare la Valdera in altro modo. In
base ai noti metodi di De Martonne e
Gaussen, si trova che la zona in oggetto è
caratterizzata generalmente da un clima
subumido mentre durante l'estate, a causa
della maggiore aridità, ci avviciniamo molto
al clima (più arido) di tipo mediterraneo.
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Centro Intercomunale della Valdera 20
Parte
B
ANALISI DEI FATTORI DI PERICOLOSITA’ SUL TERRITORIO INTERCOMUNALE
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 21
B.1 – PRINCIPALI ELEMENTI DI CRITICITÀ O VULNERABI LITÀ DEL TERRITORIO.
Vista la vastità del territorio ricadente nell'area di competenza del CIPC, esistono diversi elementi
di criticità dislocati in maniera uniforme su tutta la superficie.
Il motivo principale, come facilmente deducibile, può essere ricondotto alla necessità di ogni
singola Amministrazione di fornire il proprio territorio di tutti quei servizi essenziali necessari alla
comunità, ma che molto spesso possono diventare elementi di criticità in fase di evento. (Scuole e
popolazione scolastica, strutture sanitarie ecc.).
Il presente piano ha utilizzato come riferimento, del quadro della pericolosità idrogeologica, quello
derivante dalla cartografia di corredo al Piano di Bacino del F. Arno, stralcio Assetto Idrogeologico
di cui al D.P.C.M. 6/05/2005, ovvero utilizzando la cartografia prodotta dalla stessa Autorità di
Bacino alla scala 1:25.000.
Questa scelta è stata adottata al fine di omogeneizzare i criteri di definizione della pericolosità,
riferendosi ad uno strumento unitario che rappresenta, ad oggi, il quadro normativo di riferimento
per la definizione del rischio idrogeologico; uniformandosi così all’indirizzo dato dalla Provincia di
Pisa con l’adeguamento al PIT del PTC (Del.C.P. 148/085) pubblicato sul BURT del 11/01/2006
all’art. 81.1.2.
Tale quadro potrà e dovrà essere modificato alla luce sia degli studi di maggior dettaglio che, i
singoli comuni, vorranno redigere a supporto di eventuali osservazioni al PAI, sia in seguito ad
eventuali interventi di messa in sicurezza idraulica del territorio e di bonifica di fenomeni franosi.
In particolare per la ricostruzione dello scenario di evento sono state analizzate le situazioni
indicate a Pericolosità Idraulica e da Frana elevata e molto elevata (PI-PF 3 e 4), corrispondenti
rispettivamente a:
pericolosità idraulica molto elevata (P.I.4) comprendente aree inondabili da eventi con tempo di
ritorno TR < 30 anni e con battente h ¡> 30 cm;
pericolosità idraulica elevata (P.I.3) comprendente aree inondabili da eventi con tempo di ritorno
TR ¡< 30 anni con battente h < 30 cm e aree inondabili da un evento con tempo di ritorno 30 < TR
¡< 100 anni e con battente h ¡> 30 cm;
pericolosità molto elevata da frana (P.F.4): pericolosità indotta da fenomeni franosi attivi che siano
anche causa di rischio molto elevato;
pericolosità elevata da processi geomorfologici di versante e da frana (P.F.3): aree interessate da
fenomeni di dissesto attivi o quiescenti e da condizioni geomorfologiche marcatamente sfavorevoli
– aree con fenomeni franosi attivi o inattivi che tuttavia presentano segni di potenziale instabilità
(frane quiescenti) causa potenziale di rischio elevato.
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B.2 ANALISI DEI FATTORI DI PERICOLOSITA'
B.2.1 – Pericolosità prevalente - P. Idrogeologic a
Il quadro dei rischi è attualmente derivato dallo studio e dal confronto eseguito sui piani comunali
redatti dalle singole amministrazioni facenti parte del C.I.P.C. e dall'esame geologico-idraulico di
tutto il territorio, recependo inoltre le linee di indirizzo stabilite nel PAI .
Da tale studio si ricavano indicazioni quasi esclusivamente relative al rischio idrogeologico (frane e
alluvioni) e per quanto concerne l'analisi delle pericolosità idraulica e geologica, si specifica quanto
segue.
Pericolosità Idraulica: in questo capitolo si è adottata senza riserve la cartografia del rischio
idrogeologico allegata al Piano per l’Assetto Idrogeologico del fiume Arno redatto dall'Autorità di
Bacino del Fiume Arno, la quale risulta lo strumento di analisi più evoluto sotto il profilo scientifico
e di rango vincolistico maggiore.
Il Piano classifica il territorio intercomunale in zone a diverso rischio di esondazione PI1; PI2; PI3;
PI4 a seconda del tempo di ritorno per un fenomeno atteso.
Il più pericoloso (in termini di ricorrenza) è individuato in quello più immediato/ricorrente “PI4” che
riporta tempi di ritorno inferiori ai 50 anni. Quello più gravoso in termini di danno atteso è invece
quello PI1 che rappresenta il “Top Event”, il quale è valutato con un tempo di ritorno
duecentennale, a cui corrisponde un battente d’acqua più elevato e conseguentemente una
maggiore estensione della superficie territoriale allagata.
Le aree assoggettate a pericolosità di inondazione, sono qualificate di volta in volta: in base
all’orografia dei terreni, depressi o in rilievo, in relazione alla loro collocazione in alto o basso
idraulico rispetto all’alveo dei fiumi, in base alla ricostruzione storica dei precedenti eventi
alluvionali.
Il modello adottato dall’autorità di bacino non prende in considerazione i fenomeni come la rottura
degli argini, ma solo i fenomeni connessi con tracimazione dei corsi d’acqua per sopraggiunte
ondate di piena e da ristagni d’acqua dovuti alle intense precipitazioni.
Pericolosità geologica:anche per questo tipo di rischio, per le valutazioni viene adottata senza
alcuna riserva, la cartografia del rischio idrogeologico allegata al Piano per l’Assetto Idrogeologico
del fiume Arno, la quale classifica il territorio a zone di diverso rischio frana PF1; PF2; PF3; PF4 a
seconda della presenza o meno di frane attive sul territorio.
In relazione alla tipologia di rischio di cui trattasi, è necessario anticipare una serie di riflessioni di
carattere generale relative a questo tipo di rischio:
a) A differenza di ciò che avviene in ambito idraulico, per le dinamiche di versante,
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Centro Intercomunale della Valdera 23
l’attivazione di un processo di frana (da non confondersi con i processi di
erosione superficiale dei terreni), porta inevitabilmente ad una attenuazione del
rischio dovuto al raggiungimento di un equilibrio statico delle masse più stabile,
quando addirittura impedendone la successiva riattivazione;
b) rischi connessi alla qualità dei terreni montani, spogliati dalla coltre arborea o
con estese superfici di sedimenti incoerenti.
In relazione a ciò si considerano propriamente tutti i fenomeni di erosione
superficiale dei soprasuoli che danno luogo ad effetti di dilavamento del terreno con asportazione
del mantello superficiale (ricco di materiali organici). Il fenomeno si concentra in tutte le aree in cui
l’errata modalità di coltivazione dei terreni (con creazione del solco nel verso della massima
pendenza) o in suoli già sensibilmente denudati (per incendi o diradamento), produce nel tempo
processi di erosione definiti “calanchivi” o dei colamenti detritici;
c) l’accelerazione dei fenomeni di versante è dovuta inoltre a: intense precipitazioni
meteorologiche; presenza di acquiferi superficiali; velocità di corrivazione delle
acque superficiali;
Per la redazione del piano, viste le premesse di cui sopra e fatte le dovute considerazioni legate
alla realtà del territorio, saranno considerati tutti gli aspetti di criticità con pericolosità elevata PI3,
PF3 e molto elevata PI4, PF4, come classificati dal Dl. 180 del 98' noto anche come “Decreto
Sarno”,escludendo le classi inferiori in quanto considerate non rilevanti.
Tabella rischio idraulico per comune
comune ha in pi3 ha in pi4
CAPANNOLI 180,57 246,29
CASCIANA
TERME 55,19 137,95
CHIANNI 99,62 62,92
LAJATICO 134,06 234,4
PALAIA 20,34 57,65
PECCIOLI 506,22 280,23
PONSACCO 391,34 298,73
TERRICCIOLA 255,2 148,72
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Tabella rischio idraulico per corso d’acqua
bacino comune ha in pi3 bacino comune ha in pi4
FIUME CASCINA CAPANNOLI 42,47 FIUME CASCINA CAPANNOLI 12,02
FIUME CASCINA CASCIANA T. 41,82 FIUME CASCINA CASCIANA T. 64,23
FIUME CASCINA CHIANNI 29,36 FIUME CASCINA CHIANNI 9,54
FIUME CASCINA PONSACCO 16,54 FIUME CASCINA PONSACCO 46,78
FIUME CASCINA TERRICCIOL
A 91,13 FIUME CASCINA TERRICCIOLA 31,07
FIUME ERA CAPANNOLI 79,45 FIUME ERA CAPANNOLI 165,45
FIUME ERA LAJATICO 35,25 FIUME ERA LAJATICO 70,39
FIUME ERA PECCIOLI 293,07 FIUME ERA PECCIOLI 166,82
FIUME ERA PONSACCO 152,02 FIUME ERA PONSACCO 245,79
FIUME ERA TERRICCIOL
A 140,7 FIUME ERA TERRICCIOLA 90,79
FIUME ISOLA CASCIANA T. 1,39 FIUME ISOLA CASCIANA T. 39,97
SCOLMAT.DELL'ARN
O PONSACCO 222,78
SCOLMAT.
DELL'ARNO PONSACCO 6,16
TORRENTE RAGONE LAJATICO 14,43 TORRENTE ALPINO LAJATICO 13,59
TORRENTE ROGLIO CAPANNOLI 58,61
TORRENTE
CHIECINA PALAIA 0,13
TORRENTE ROGLIO PALAIA 20,09 TORRENTE RAGONE LAJATICO 105,39
TORRENTE ROGLIO PECCIOLI 211,96 TORRENTE ROGLIO CAPANNOLI 68,83
TORRENTE STERZA CHIANNI 70,26 TORRENTE ROGLIO PALAIA 55,22
TORRENTE STERZA LAJATICO 84,34 TORRENTE ROGLIO PECCIOLI 84,47
TORRENTE STERZA
TERRICCIOL
A 23,19 TORRENTE STERZA CHIANNI 53,39
TORRENTE TORA CASCIANA T. 6,98 TORRENTE STERZA LAJATICO 42,48
TORRENTE STERZA TERRICCIOLA 21,95
TORRENTE TORA
CASCIANA
TERME 22,34
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Tabella rischio frana
comune
ha in
pf3
ha in
pf4 eventi in pf3 eventi in pf4
CAPANNOLI 49,73 14,93 30 1
CASCIANA
TERME 199,22 35,7 144 19
CHIANNI 361,72 104
LAJATICO 359,37 53
PALAIA 1629,88 53,41 424 6
PECCIOLI 398,21 6,26 109 3
PONSACCO 11,54 10
TERRICCIOLA 219,27 164
B.2.2 - Analisi della Pericolosità Idraulica sul te rritorio intercomunale.
Per quanto riguarda la pericolosità idraulica, questa si manifesta essenzialmente lungo i corsi
d'acqua principali, costituiti dal Fiume Era e da tutti i suoi affluenti quali il Torrente Roglio, il
Torrente Cascina ed il Torrente Sterza. A questo proposito possiamo sottolineare che nelle zona
classificate dal PAI in PI4, non sono presenti strutture a rischio, ma soltanto poche abitazioni
sparse tra le quali molte disabitate.
Analizzando nello specifico le varie aste fluviali, si denota che i corsi d'acqua che hanno la maggior
percorrenza all'interno del territorio intercomunale sono il fiume Era, il torrente Cascina ed il
torrente Sterza che hanno le loro origini molto a sud rispetto alla sede del C.I.P.C. situata nel
comune di Ponsacco.
Il fiume ERA , ha origini in loc. Piano d'Era a sud est dell'abitato di Fabbrica nel Comune di
Peccioli, sulla confluenza di quattro torrenti l'Alpino, il Ragone, il Foscecchia ed il Fosce, il quale
costeggia l'abitato della località San Giovanni nel Comune di Lajatico. Dal punto di vista della
pericolosità idraulica, detti torrenti risultano praticamente neutri infatti le zone esondabili sono
soltanto quelle relative all'alveo fluviale, all'interno del quale non rientra nessun tipo di costruzione,
ne tanto meno vi sono tratti di viabilità particolarmente interessati da condizioni di attenzione.
L'unico punto da segnalare, risulta essere un ponte posto lungo la S.S. Sarzanese Valdera in
direzione di Volterra in loc. Piano di Ragone, a cavallo del Torrente Roglio, il quale si trova in PI4.
Dopo la confluenza del torrente Sterza la cartografia segnala in area PI3, n.3 fabbricati fino ad
arrivare all'abitato della Rosa di Terricciola.
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Dopo la Loc. La Rosa, il fiume rallenta la sua corsa e iniziano a costituirsi grandi anse lungo il
percorso ed aumenta pertanto l'area in PI4, ma fortunatamente il fiume scorre in una piana
coltivata e fino ad arrivare alla confluenza in destra idraulica del torrente Roglio, dove vi sono solo
un fabbricato in PI4 e n.8 fabbricati marginali in PI3.
Dopo la confluenza con il torrente suddetto, il fiume Era arriva a lambire il centro abitato di
Ponsacco creando una grossa area PI4 in destra idraulica nella quale ricadono n.6 fabbricati,
mentre la zona che si crea in PI3 interessa anche una piccola porzione di abitato nella via
Maremmana.
Esistono altre aree in PI3 all'interno dell'abitato di Ponsacco, una posta in sinistra idraulica dell'Era
dopo la località Fornace delle Piagge, che cartograficamente interessa n.9 case sparse e ed una
porzione marginale dell'abitato.
Altra vasta area in PI3 nell'abitato di Ponsacco è creata dalla Fossa Nuova, la quale interessa
diverse case sparse ed una area dell'abitato a margine sud di Ponsacco.
Il torrente STERZA , ha origini nella valle a Ovest dell'abitato di Lajatico a confine con il Comune di
Chianni, in una zona praticamente disabitata. Molti sono i suoi affluenti provenienti sia da destra
che da sinistra idraulica, ma tutti con origine dalle basse colline circostanti. Il torrente costeggia la
S.P. di Miemo, senza però interessare la sede stradale con le zone PI3 e PI4. Il primo centro
abitato che il torrente interseca, è la località “la Sterza”, dove lo stesso attraversa la S.S.
Sarzanese Valdera e lambisce il parcheggio di un noto ristorante, ma anche se l'area risulta in PI4,
non esistono pericoli reali per le aree in oggetto. In questa zona la cartografia segnala un
fabbricato marginale in PI3 dopo l'intersezione suddetta. Il torrente poi continua la sua corsa sino
ad arrivare alla sua confluenza nel fiume Era il loc. Piano di Tamburino nel Comune di Peccioli.
Il fiume CASCINA , ha origine nel Comune di Chianni a Est del Capoluogo in una zona disabitata,
ed è alimentato da diversi affluenti tutti di origine torrentizia stagionale. La cartografia inserisce in
PI4 del Cascina un fabbricato posto in prossimità dell'intersezione con la S.P. di Terricciola in loc.
Terroti ed altre tre i zona PI3 nei pressi dell'intersezione stessa. Scendendo verso valle il fiume
scorre all'interno del Comune di Casciana Terme nel quale non presenta alcuna criticità, fino però
ad arrivare in loc. la Fraschetta, dove a causa, di un ponte che crea problemi al defluimento delle
acque in caso di forte precipitazioni, sono collocate in zona PI3 n.5 abitazioni. Piccoli problemi
vengono creati dal Torrente Caldana affluente in sinistra idraulica del fiume Cascina, il quale
costeggiando l'abitato di Casciana Terme fa ricadere in PI3 un fabbricato posto in loc. Molino
Nuovo. Altri piccoli problemi alla viabilità si presentano in loc. la Muraiola, dove il torrente Muraiola
interseca la S.P. del Commercio interrompendo il transito in caso di forti precipitazioni a carattere
temporalesco. Oltrepassata la zona in questione il fiume arriva in loc. la Fornace dove si trova un
fabbricato in PI4, ma poi il fiume entra nella zona regimata e quindi arriva direttamente alla
confluenza con il fiume Era dopo l'abitato di Ponsacco senza avere più alcun tipo di problema.
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Il torrente Roglio ultimo, in quanto di lunghezza e portata minore degli altri tre, nel territorio
intercomunale nasce nel territorio comunale di Peccioli in loc. la Vigna nei pressi dell'abitato di
Ghizzano, mentre la sua confluenza nel fiume Era è situata vicino all'abitato di Ponsacco. Il
maggior affluente del suddetto torrente è il torrente Carfalo. Il Roglio attraversa poi il Comune di
Palaia lambendo cartograficamente la S.P. della Fila e l'abitato di Forcoli, senza però aver mai
creato problemi di rilievo. Vi sono poi alcuni fabbricati in PI3 in sinistra idraulica in loc. Santa
Barbara.
B.2.3 - Analisi Pericolosità Frana nell’area interc omunale.
Per quanto riguarda la pericolosità frana, questa si manifesta maggiormente sul territorio collinare
posto a Nord Est del territorio del CIPC, ovvero nel Comune di Palaia, interessando anche diversi
centri abitati quali il Capoluogo di Palaia (PF4), la località di Toiano (PF4) e marginalmente la
frazione di Montefoscoli e Partino (PF3).
Altre zone a rischio si manifestano all'intorno dell'abitato di Terricciola e Morrona (PF3), Santo
Pietro Belvedere (PF3 e PF4), Collemontanino (PF3), Chianni (PF3), Orciatico (PF3) e altri
fenomeni franosi si riscontrano su tutto il territorio.
In generale tali fenomeni di instabilità hanno evoluzione lenta, tuttavia possono avere repentine
accelerazioni a seguito di periodi piovosi prolungati o intensi tali da produrre la saturazione dei
terreni.
B.2.4 – Altri fattori di pericolosità.
Oltre ai rischi sopra esposti, necessita porre attenzione anche ad altri fattori di rischio presenti sul
territorio e derivanti da vari fattori scatenanti, che in questa fase vengono soltanto elencati e
brevemente descritti, perchè non oggetto di questo Piano Intercomunale.
- Pericolosità sismica.
Relativamente al rischio sismico non esistono studi di base significativi ai fini di protezione civile,
ma soltanto alcuni cenni storici relativi all’evento sismico di maggiore rilevanza storicamente
registrato nell’area cioè quello corrispondente al terremoto di Orciano Pisano del 14 agosto 1846,
con massimo risentimento nel Comune di Orciano Pisano. L’evento fu caratterizzato da una
intensità pari all’X grado della scala M.C.S. (Mercalli Cancani Sieberg) corrispondente ad una
Magnitudo, scala Richter di circa 7,5. Di tale evento si hanno vari rapporti dell’epoca (Pilla e altri
geologi del tempo), che indicano come colpita la fascia delle colline pisano-livornesi dalla Val di
Cecina al Valdarno e la Valdera, per quanta riguarda il reperimento dei dati si è fatto riferimento al
Catalogo CFT-I Catalogo dei Forti Terremoti Italiani (INGV, 1997).
Il terremoto colpì la Toscana occidentale, al confine tra le province di Pisa e Livorno, in una zona
collinare con i paesi situati sulla sommità di poggi e rilievi. L'area dei maggiori effetti fu calcolata di
96 miglia quadrate (circa 250 kmq). Le località più gravemente colpite furono Orciano Pisano,
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Centro Intercomunale della Valdera 28
Guardistallo e Luciana. A Orciano, paese di 750 abitanti, crollarono o dovettero essere demolite 99
case su 113; le altre risultarono inabitabili. Osservatori coevi rilevarono che l'entità dei danni fu
aggravata dallo stato fatiscente delle case abitate dai contadini. Vi furono danni agli edifici in una
quarantina di località; in particolare, 10 villaggi subirono effetti molto gravi. A Orciano crollò o
dovette essere demolito l'88% delle case, a Luciana il 41%, a Lorenzana e nella campagna il 30%,
a Montescudaio il 22%, a Castelnuovo della Misericordia il 12%, a Riparbella l'11%. Per quanto
riguarda l'edilizia ecclesiastica 129 chiese risultarono da restaurare o da ricostruire..
A Casciana, Castelnuovo, Lajatico, Lari, Levignani e Livorno furono osservati cambiamenti nel
regime delle acque sotterranee, formazione di nuove sorgenti minerali e variazioni di colore delle
acque termali. A Rosignano, dove i terreni davano una sensazione di calore, a Guardistallo e a
Volterra si aprirono fenditure nel terreno. Furono osservate larghe spaccature nel suolo nei pressi
della foce del torrente Fine; nella zona di Lorenzana si aprirono nel suolo dei conetti da cui
fuoriuscirono acqua e sabbia azzurra. Frane e smottamenti a Levigliani e a Castellina. A Livorno fu
osservato un effetto di maremoto.
Crespina ebbe 52 case danneggiate e 270 senzatetto. tra Luciana e Lorenzana, in una vallicella, si
aprirono degli imbutini di diametro compreso tra un pollice e un piede dai quali fuoriuscì acqua
mista a sabbia azzurrognola originando strisce di terreno di tale colore. Nell'area, si hanno notizie
relative al crollo del campanile della chiesa parrocchiale di Terricciola, senza però segnalazioni di
decessi dovuti alla sisma.
Come scenario di riferimento in caso di evento sismico tipo 1846, che può rappresentare ad oggi
l’evento massimo atteso, si dovranno attendere i maggiori danni in corrispondenza dei vecchi
edifici in muratura, con particolare coinvolgimento dei centri storici, e conseguenze presumibili
sulla viabilità (interruzioni per crolli totali o parziali) e sui palazzi storici, campanili ecc. Sulla base
dei semplici dati storici non è ad oggi possibile valutare in modo significativo le conseguenze di
eventi di amplificazione locale. Di difficile valutazione è l’innesco o la riattivazione di frane,
fenomeno che fu invece segnalato nel 1846.Nell'arco degli anni sono stati registrati alcuni lievi
episodi, ma non di particolare rilevanza.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 29
Classificazione sismica regionale vigente
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Centro Intercomunale della Valdera 30
- Eventi metereologici.
Relativamente agli eventi metereologici del territorio, escluso quelli legati rischio idrogeologico,
negli ultimi ha provocato non pochi disagi alla circolazione del traffico anche sulle principali arterie
che attraversano la Valdera in direzione della Val di Cecina.
Detta tipologia di rischio interessa in modo differenziato il territorio, in quanto comporta livelli
diversi di disagio.
Le zone collinari, in particolar modo i Comuni di Lajatico, Chianni e Palaia, subiscono grossi disagi
legati alla circolazione stradale, che molte volte risulta interrotta per diverse ore, ed in alcuni casi
legati a viabilità secondarie, anche ad alcuni giorni; mentre invece le zone di valle, sempre a
seguito degli eventi in oggetto, risultano colpite da fenomeni di gelo persistente, che in alcuni casi
crea il blocco delle condutture idriche, comportando disagi per gli approvvigionamenti idrici della
vita quotidiana.
Eventi catastrofici di questo tipo si sono verificati nell'anno 1985 nel quale, oltre all'interruzione dei
collegamenti stradali, si ebbero gravi danni a tutto il sistema dei servizi, in particolar modo alle
linee acquedottistiche dovuti alle bassissime temperature raggiunte (circa – 17).
Tabella eventi meteorologici estremi in Valdera
EVENTO FREQUENZA* PERIODO CARATTERISTICHE
Piogge estese e persistenti con cumulati
oltre i 100 mm/24h Bassa
Autunno e primavera
I fenomeno si presenta specie in autunno con perturbazioni estese e ben strutturate
tipicamente di origine atlantica. Le precipitazioni possono durare per più
giorni con cumulati considerevoli. Temporali violenti
associati a forti rovesci di pioggia (rain rate oltre
80 mm/h) e / o forti raffiche di vento
(velocità > 80 km/h)
Bassa
Tarda primavera /
estate / inizio autunno
Il fenomeno si distingue dal temporale di “routine” per precipitazioni brevi ma molto
intense accompagnate anche da vento forte e turbinoso.
Grandinate distruttive Molto raro Estate
La precipitazione grandiosa si presenta spesso in seno ad un violento temporale.
La durata del fenomeno difficilmente supera i 15 minuti e si estende per aree di
pochi km².
Venti persistenti oltre 80 km/h
Molto bassa Autunno / primavera
Il fenomeno si presenta quasi esclusivamente con correnti sud
occidentali. Con velocità che hanno raggiunto anche i 140 km/h può avere
durate di diverse ore.
Neve oltre i 30 cm sulle colline (altezza >400 m)
Molto Bassa Inverno
Il fenomeno si presenta spesso tra gennaio e marzo con maggior
coinvolgimento delle spartiacque tra la Valdera e la Val di Cecina.
Neve > 5cm fino al piano. Raro Inverno
Le precipitazioni, se da cuscino freddo, coinvolgono maggiormente il basso corso
dell’Era. Trombe d’aria e/o piccoli
tornado F0 (scala T. Theodore Fujita)
Raro Estate Il fenomeno si presenta spesso in seno a
sistemi frontali in arrivo da ovest dopo lunghi periodi siccitosi. Altri casi sono stati
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 31
osservati per modeste infiltrazioni di aria fresca in quota su preesistente substrato
molto caldo.
Gelicidio o vetroghiaccio Molto raro Inverno
Il repentino innalzamento delle temperature in quota per l’ingresso di
correnti miti occidentali genera precipitazioni piovose che gelano a
contatto con il suolo per la temporanea persistenza di un cuscino freddo nei bassi
strati.
Nebbia con visibilità inferiore ai 50m
Bassa Autunno / inverno
Tipicamente interessate dal fenomeno le pianure della Valdera. L’evento può ripetersi per più giorni consecutivi.
Temperature minime inferiori ai -10°C
Molto raro Inverno
Valori termici così bassi si riscontrano nelle eccezionali ondate di “burian” o,
talvolta, sulle zone di pianura soggette a forte irraggiamento. Hanno fatto storia i
-30°C raggiunti nel gennaio 1985.
Giornata di ghiaccio (a livello del mare)
Raro Inverno Le temperature massime e minime si
mantengono costantemente sotto lo zero per l’intera giornata.
* Significato delle diciture riportate nel campo “frequenza”:
• Bassa� 1-3 giorni all’anno • Molto bassa� 1 giorno all’anno • Raro � 1 giorno ogni 2-3 anni • Molto raro � 1 giorno ogni 2-5 anni
Pluviometria
Piovosità media in Valdera.
Sintesi pluviometria di picco sul bacino dell’Era riferita alla serie 1960-2000 (annali idrografico) :
Tempo 5' 10' 15' 20' 30' 1h 3h 6h 12h 24h
mm di precipitazione 12 28 28 32 47 70 144 162 166 168
I fenomeni eccezionali del 1966 e 1993
Precipitazioni cadute in Valdera tra Ottobre e Dicembre 1966.
0
20
40
60
80
100
120
140
Gennaio Aprile Luglio OttobrePioggia (mm)
0
100
200
300
400
Ottobre Novembre Dicembre
Media mensile (mm)
Anno 1966 (mm)
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Precipitazioni Ottobre 2003
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31
Giorni
mm
Dati riferiti alla stazione di Legoli (Peccioli) totale mese 441.4 mm
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 34
Precipitazioni ottobre 2003
0
20
40
60
80
100
120
1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31
Giorni
mm
Dati riferiti alla stazione di Villa Saletta (Palaia) totale mese 360.2 mm.
Precipitazioni anno 1993
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
500
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Mesi
mm
Palaia
Legoli
Palaia 2000
Andamento delle precipitazioni nell’anno 1993 e raffronto con l’anno 2000.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 35
Termometria
Dati riferiti alla stazione di Peccioli nell’anno 2005
Dati riferiti alla stazione di Terricciola anno 2005
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 36
- Rischi antropici.
Rischio Incendio Boschivo.
Il patrimonio forestale dell’area del Centro intercomunale è caratterizzato da una grande ricchezza
di specie e da una notevole estensione.
L’elevato indice di boscosità, la tipologia delle formazioni forestali presenti, la loro diffusione
unitamente alle condizioni climatiche rendono il nostro territorio particolarmente vulnerabile.
La quasi totalità degli incendi boschivi si sviluppa durante il periodo estivo; statisticamente è stato
notato che i giorni più pericolosi sono quelli festivi e prefestivi e le ore di più probabile inizio
dell’evento sono quelle della tarda mattinata fino al primo pomeriggio, soprattutto nei casi in cui le
giornate sono particolarmente ventose. La combustione viene facilitata dal clima, soprattutto
quando intervengono temperature elevate, siccità e vento, ma anche dallo stato di manutenzione
del soprassuolo, generalmente abbandonato al proprio destino. Elementi fondamentali per
contrastare questo tipo di rischio, sono i Piani Comunali Antincendi Boschivi, necessari a
pianificare la fase di intervento in caso di emergenza, oltre al supporto operativo creato dalle
squadre AIB comunali composte o da personale dipendente dell'Amministrazione Comunale o da
volontari debitamente formati con corsi Regionali. Ogni anno inoltre, viene adottato dalla Provincia
di Pisa il Piano Operativo Provinciale Antincendi Boschivi, redatto in attuazione della LR 39/2000
“Legge Forestale della Toscana” come modificata con LR 1/2003, che ha recepito le disposizioni di
principio della legge quadro in materia di incendi boschivi del 21/11/2000 n. 353, nonché del Piano
Operativo Antincendi Boschivi Regionale vigente al momento.
- Rischio Trasporti.
In tale categoria vengono ricondotti disastri ferroviari, aerei e viari.
Per i primi il nostro territorio intercomunale non è interessato da linee ferroviarie, pertanto non è da
tenersi in considerazione.
Per quanto riguarda il rischio derivante da incidenti viari, le arterie principali (SS 439 e S.P. della
Fila) attraversano i centri abitati di Ponsacco, Capannoli e Selvatelle, e aprescindere dalle tipologie
di materiali trasportati per i quali non ci sono dati statistici, possono rappresntare un rischio
potenziale come l’incidente avvenuto nel 2002 con il ribaltamento di una cisterna di carburante e
successivo incendio all’interno dell’abitato di Ponsacco.
Per quanto riguarda gli incidenti aerei dobbiamo dire che nello spazio aereo del nostro territorio si
svolge una intensa attività di volo di apparecchi ultraleggeri specialmente nell'area della
aviosuperficie di Capannoli che tuttavia rappresenta un rischio basso.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 37
- Rischio Industriale
Il pericolo di incidente industriale, nel nostro territorio, sembra piuttosto basso, non solo per la
presenza di una scarsa attività industriale locale ma anche per la tipologia degli impianti esistenti.
Esistono sul territorio alcune fabbriche di materiale esplosivo, ma non sono considerate a rischio e
non esistono industrie che producano sostanze chimiche tali da creare rischio elevato.
- Rischio Sanitario
La tutela e la bonifica del territorio, sono continuamente oggetto di primario interesse sia delle
Amministrazioni Comunali sia di tutti gli Enti interessati alla materia. Esempio lampante è
l'impegno annuale delle singole amministrazioni ad eseguire interventi con la finalità di
minimizzare la presenza e la diffusione dei culicidi molesti e di altri artropodi ematofagi, sul
territorio, oltre ad interventi continui di derattizzazione ecc.
L’obiettivo è quello di limitare fin quanto possibile la riproduzione degli insetti infestanti eliminando
al tempo stesso il rischio di pericoli per la salute.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 38
Parte
C
Analisi speditiva del rischio
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 39
C - Analisi speditiva del rischio
L’individuazione delle aree di pericolosità secondo il PAI ed i singoli Piani Comunali di Protezione
Civile, ha permesso di definire lo scenario di rischio con la valutazione del danno potenziale
producibile a seguito del verificarsi dell’evento ipotizzato.
Sulla base della sovrapposizione delle informazioni ricavate dagli strumenti suddetti, è stato
possibile eseguire una differenziazione di livelli di rischio al fine di stabilire le misure più urgenti di
intervento.
Le diverse situazioni saranno aggregate in quattro classi di rischio a gravosità crescente, alle quali
sono attribuite le seguenti definizioni:
- Classe R1: Rischio moderato .
Sono possibili danni moderati di carattere economico ed al patrimonio ambientale.
- Classe R2: Rischio medio .
Sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale, che non
pregiudicano incolumità delle persone, l’agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività
economiche.
- Classe R3: Rischio elevato .
Sono possibili pericoli per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici ed alle
infrastrutture, con conseguente inagibilità degli stessi, l’interruzione di funzionalità delle
attività socio economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale;
- Classe R4: Rischio molto elevato .
Sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici,
alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socioeconomiche.
In particolare per la ricostruzione dello scenario di rischio, sono state analizzate le situazioni
indicate a rischio idrogeologico elevato e molto elevato (R3 e R4).
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 40
C.1 - Strutture e eventi di potenziale criticità su l territorio individuati dai Piani Comunali di
Protezione Civile.
Onde avere un quadro chiaro delle criticità, si riportano di seguito gli elenchi suddivisi per comune
delle criticità e vulnerabilità estratti dai Piani comunali di protezione civile.
Elenco strutture ed infrastrutture a rischio idroge ologico ( ricadenti in PI3 - PI4 - PF3 - PF4).
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 41
Comune di Ponsacco
Tipologia di struttura Identificativo Localizzazione Tipologia e livello di pericolosità
Centri abitati 1 Zona A Fossa Nuova PI3 presenti n.503
abitanti. 2 Zona B Rimembranza PI3 presenti 252
abitanti 3 Zona C Ascellino PI3 presenti 170
abitanti 4 Zona D Contrada Acquitrino PI3 presenti 12 abitanti 5 Zona F Gambucci PI3 presenti 33 abitanti Case sparse 1 Zona G S. Andrea PI3/PI4 presenti 67
abitanti 2 Zona H Lo smorto e Uomo
morto PI3/PI4 presenti 0 abitanti.
Beni architettonici Servizi Residenze sanitarie RSA
Edifici pubblici Scuole Infrastrutture
Popolazione a Rischio
Rischio inondazione n.
Rischio Frana n.
Elenco sagre (maggiori manifestazioni e collaterali)
– Fiera paesana mese di Ottobre.
– Mercato settimanale (Mercoledì).
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 42
Comune di Casciana Terme
Tipologia di struttura Identificativo Localizzazione Tipologia e livello di pericolosità
Centri abitati 1 Area “La
Fraschetta” Via del Commercio nord incrocio con Via Pontederese
Rischio inondazione R4.
2 Area “Campolungo” Loc. Sant’Ermo – Via Pontederese Via del commercio
Rischio inondazione R3.
3 Area “La Tora” Loc. Tartaglia – Via Comunale per Lorenzana – incrocio Via Provinciale del Commercio
Rischio inondazione R3.
Case sparse nessuna Beni architettonici nessuna Servizi nessuna Residenze sanitarie RSA
nessuna Edifici pubblici nessuna Scuole nessuna Infrastrutture nessuna
Popolazione a Rischio
Rischio inondazione n. 61
Rischio Frana n. nessuna
Elenco sagre (maggiori manifestazioni e collaterali)
– Fiera paesana mese di Ottobre.
– Mercato settimanale (Mercoledì).
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 43
Comune di Chianni
Tipologia di struttura Identificativo Localizzazione Tipologia e livello di pericolosità
Centri abitati 1 Abitazione - 4
abitazioni Località Terroti. Area inondabile dal Torrente La Fine e La Cascina.
Rischio Inondazione. Rischio R2.
2 In questa area sono ubicate n. 2 unità immobiliari pertanto vi sono n. 2 residenti.
Località Il Molino- La Gora
Rischio Inondazione. Rischio R3.
3 In questa area sono ubicate n. 3 unità immobiliari di cui una è un ristorante. Pertanto vi sono n. 7 residenti di cui un disabile e due anziani.
Località Croce del Magno. Area inondabile dal Torrente La Cascina.
Rischio Inondazione. Rischio R1.
4 In questa area sono ubicate n. 3 unità immobiliari di cui un capannone commerciale; pertanto ci sono circa n. 3 residenti
Località La Cascina. Area inondabile dal Torrente La Cascina.
Rischio Inondazione. Rischio R2.
5 In questa area sono ubicate n. 3 unità immobiliari di cui un capannone agricolo; pertanto sono presenti circa n. 4 residenti di cui un anziano
Località Vignone. Area inondabile dal Torrente La Cascina.
Rischio Inondazione. Rischio R2.
6 In questa area sono ubicate n. 47 unità immobiliari I residenti son circa 110 persone
Località Mercatale. Rischio Frana. Rischio R4
7 In questa area sono ubicate n. 16 unità immobiliari con circa n. 31 residenti
Località La Pescaia. Rischio Frana. Rischio R4
Case sparse 1 Abitazione -
disabitata Zona La Posta. Area inondabile del Torrente la Fine.
Rischio Inondazione. Rischio R1.
2 In questa area Località Piano della Rischio Inondazione.
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Centro Intercomunale della Valdera 44
sono ubicate n. 1 unità immobiliare costituita da magazzino agricolo.
Cascina. Area inondabile dal Torrente La Cascina.
Rischio R2.
3 In questa area sono ubicate n. 3 unità immobiliari per ricovero attrezzi.
Località La Cascina. Area inondabile dal Torrente La Cascina.
Rischio Inondazione. Rischio R2.
4 In questa area sono ubicate n. 6 unità immobiliari di cui un capannone per allevamento zootecnico bovini; pertanto sono presenti circa n. 10 residenti
Località Gallettino di Sotto. Area inondabile dal Torrente La Cascina.
Rischio Inondazione. Rischio R2.
5 In questa area sono ubicate n. 1 unità immobiliari; pertanto vi sono presenti n. 3 residenti
Località La Cascinella. Area inondabile dal Torrente La Cascina.
Rischio Inondazione. Rischio R2.
6 In questa area sono ubicate n. 7 unità immobiliari; pertanto sono presenti in questa area n. 5 residenti
Località Il Piano. Area inondabile dal Torrente La Cascina.
Rischio Inondazione. Rischio R2.
7 In questa area sono ubicate n. 2 unità immobiliari con circa n. 8 residenti
Località Ostoncino. Area inondabile dal Botro dell’Ostone.
Rischio Inondazione. Rischio R2.
8 In questa area sono ubicate n. 1 unità immobiliare attualmente non abitata
Località La Cascina. Area inondabile dal Torrente La Sterza.
Rischio Inondazione. Rischio R2.
9 In questa area sono ubicate n. 3 unità immobiliari in corso di ristrutturazione per cui attualmente non ci sono residenti
Località Podere Sterza I.
Rischio frana. Rischio R3.
10 In questa area sono ubicate n. 5 unità immobiliari con circa n. 14 residenti
Località I Gulfi. Rischio frana. Rischio R3.
11 In questa area sono ubicate n. 1 unità immobiliare
Località Calderai.
Rischio frana. Rischio R3.
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Centro Intercomunale della Valdera 45
costituito da edificio rurale
12 In questa area sono ubicate n. 2 unità immobiliari.
Località Ghiaccione.
Rischio frana. Rischio R3.
13 In questa area sono ubicate n. 1 unità immobiliare.
Località Le Casine. Rischio frana. Rischio R3.
14 In questa area sono ubicate n. 2 unità immobiliari di cui una è magazzino non utilizzato.
Località Noverchia. Rischio frana. Rischio R3.
15 In questa area sono ubicate n. 1 unità immobiliare.
Località Montelo.
Rischio frana. Rischio R3.
16 In questa area sono ubicate n. 2 unità immobiliari di cui una è un calzaturificio.
Località Ricandoli.
Rischio frana. Rischio R3.
Beni architettonici nessuna Servizi 1 Ristorante.
Per l’attività di ristorazione si prevede una capienza di circa 30 persone
Località Croce del Magno. Area inondabile dal Torrente La Cascina.
Rischio Inondazione. Rischio R1.
Residenze sanitarie RSA
nessuna Edifici pubblici nessuna Scuole 1 Sono presenti la
scuola materna, la scuola elementare, la scuola media e la palestra del Comune di Chianni. Pertanto la capienza di tali edifici è di circa 145 tra alunni e personale didattico
Località Mercatale. Rischio Frana. Rischio R4
Infrastrutture
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Centro Intercomunale della Valdera 46
nessuna
Popolazione a Rischio
Rischio inondazione n.
Rischio Frana n.
Elenco sagre (maggiori manifestazioni e collaterali)
– Fiera paesana mese di Ottobre.
– Mercato settimanale (Mercoledì).
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Comune di Palaia
Tipologia di struttura Identificativo Localizzazione Tipologia e livello di pericolosità
Centri abitati 1 Abitazioni – 24
nuclei familiari Area inondabile a destra idrografica del Torrente Roglio da Molino del Roglio a C. S. Andrea
Rischio inondazione
2 Abitazioni – 12 nuclei familiari
Area inondabile a sinistra e destra idrografica del torrente Chiecinella, dallo stabilimento Candia fino alla confluenza nel torrente Chiecinella
Rischio inondazione
3 Abitazioni – 108 nuclei familiari
Palaia Centro Storico Rischio Frana
4 Abitazioni – 2 nuclei familiari
Toiano Centro Storico Rischio Frana
Case sparse 1 Abitazioni – 3
nuclei familiari Loc. La Casina Via Comunale per Toiano
Rischio Frana
Beni architettonici 1 Chiesa di S.
Andrea, Chiesa di Santa Maria
Palaia Centro Storico P.zza S. Andrea e P.zza della Repubblica.
Rischio Frana
2 Intero borgo di Toiano
Toiano Rischio Frana
Servizi 1 Ristorante Pizzeus Area inondabile a
destra idrografica del Torrente Roglio da Molino del Roglio a C. S. Andrea
Rischio inondazione
2 Impresa materiali edili, macelleria, pelletteria, distributore carburanti, ferramenta, negozio abbigliamento, ambulatorio comunale, comune, stazione radio base tim, Ufficio postale, fioraio, macelleria, alimentari, negozio abbigliamento, 3 bar, 2 parrucchieri, dentista, fabbro, negozio articoli per
Palaia Centro Storico Rischi Frana
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Centro Intercomunale della Valdera 48
la casa, giornali e tabacchi.
3 Rete distribuzione acqua, rete telefonica, rete elettrica.
Via Comunale per Toiano
Rischio Frana
Residenze sanitarie RSA
Nessuna Edifici pubblici Nessuna Scuole Nessuna Infrastrutture 1 Strada Comunale
per Toiano Toiano Interrotta
frequentemente per frane
Popolazione a Rischio
Rischio inondazione n. 132
Rischio Frana n. 243
Elenco sagre (maggiori manifestazioni e collaterali)
– Fiera paesana mese di Ottobre.
– Mercato settimanale (Mercoledì).
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Centro Intercomunale della Valdera 49
Comune di Terricciola
Tipologia di struttura Identificativo Localizzazione Tipologia e livello di pericolosità
Centri abitati 1 Abitazioni – 2
nucleo familiare Area inondabile a sinistra idrografica del fiume Era da Piano della Sterza a Piano di Succhiato
Rischio Inondazioni
2 Abitazioni – 5 nuclei familiari
Area inondabile a sinistra idrografica del Torrente Sterza , Piano della Sterza
Rischio Inondazioni
3 Abitazioni – 10 nuclei familiari
Area inondabile a destra idrografica del fiume Cascina dal Piano della Cascina alla Fornace.
Rischio Inondazioni
4 Abitazioni – 3 nuclei familiari
Terricciola – Versante Nord Via Roma, p.zza XXV Luglio
Rischio Frana. Frane quiescenti per scivolamento rischio medio R2.
5 Abitazioni – 20 nuclei familiari
Terricciola Versante Sud Via T.G. del Testa, e vicoli lato frana
Rischio Frana. Frane attiva per scivolamento rischio elevato R3.
6 Abitazioni – 8 nuclei familiari
Terricciola versante sud, via XX Settembre, via Rampucci,.
Rischio Frana. Frana quiescente per scivolamento e colamento, rischio medio R2, ma contigua ad una frana attiva a rischio elevato R3.
7 Abitazioni – 3 nuclei familiari
Morrona versante Nord Via del Chianti, Via del Fondaccio
Rischio Frana. Frana attiva per scivolamento rischio elevato R3.
8 Abitazioni – 1 nucleo familiare
Morrona versante Nord Via del Chianti.
Rischio Frana. Frana quiescente per movimenti superficiali. Rischio medio R2.
9 Abitazioni – 1 nucleo familiare
Morrona Versante sud Via del Chianti
Rischio Frana. Frana quiescente per scivolamento . Rischio medio R2.
10 Abitazioni – 11 nuclei familiari
Morrona Versante sud Via A. Baldi
Rischio Frana. Frana attiva per scivolamento Rischio elevato R3.
Case sparse Nessuna Beni architettonici
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Centro Intercomunale della Valdera 50
1 Chiesa della SS. Annunziata
Via Roma Rischio Frana. Frane quiescenti per scivolamento rischio medio R2.
2 Edifici del centro storico di Terricciola
Terricciola Versante Sud Via T.G. del Testa, e vicoli lato frana
Rischio Frana. Frane attiva per scivolamento rischio elevato R3.
Servizi 1 C.I.M. Segheria
marmi Via Volterrana n.1 Selvatelle
Rischio inondazione n.36 addetti
2 Campo pozzi acquedotto Azienda speciale Cerbaie
Via di Salatola n.43 La Rosa
Rischio inondazione n.36 addetti
3 Albergo della Sterza di Salvadori Pasquino
Via Volterrana n.308 La Sterza
Rischio inondazione n.36 posti letto n.5 addetti.
4 Mobilificio Belcari e Bulleri
Via Volterrana n.507 La Sterza
Rischio inondazione n.27 addetti
5 Arcenni R. & G. srl Via Volterrana n.508 La Sterza
Rischio inondazione n.12 addetti.
6 Agraria Puccioni Via dei Fontini n.55 Rischio inondazione n.1 addetti.
7 Sede Misericordia Donatori Frates
Via Roma 30 Rischio Frana. Frane quiescenti per scivolamento rischio medio R2.
8 Circolo Bar Via Roma n.28 Rischio Frana. Frane quiescenti per scivolamento rischio medio R2. n.1 addetto.
9 Poste Terricciola versante sud, via XX Settembre n.17,
Rischio Frana. Frana quiescente per scivolamento e colamento, rischio medio R2, ma contigua ad una frana attiva a rischio elevato R3. n.2 addetti
Residenze sanitarie RSA
Nessuna Edifici pubblici 1 Teatro Comunale
Pozzuolo Terricciola Versante Sud Via T.G. del Testa, Via Pozzuolo.
Rischio Frana. Frana quiescente per scivolamento rischio medio R2. Non utilizzato fatiscente.
Scuole 1 Elementare Terricciola Versante
Sud Via T.G. del Testa, Via Pozzuolo.
Rischio Frana. Frana quiescente per scivolamento rischio
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 51
medio R2. 2 Palestra comunale Via Pozzuolo Rischio Frana.
Frana quiescente per scivolamento rischio medio R2.
Infrastrutture 1 Acquedotto e
strada provinciale Terricciola Versante Sud Via T.G. del Testa, e vicoli lato frana
Rischio Frana. Frane attiva per scivolamento rischio elevato R3.
2 Strade Comunali Via del Chiantie Via del Fondaccio
Rischio Frana. Frana attiva per scivolamento rischio elevato R3.
Popolazione a Rischio
Rischio inondazione n. 123
Rischio Frana n. 118
Elenco sagre (maggiori manifestazioni e collaterali)
– Fiera paesana mese di Ottobre.
– Mercato settimanale (Mercoledì).
I Piani comunali dei Comuni di Capannoli, Lajatico e Peccioli, sono privi di dati in materia.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 52
C.2 - Strutture e eventi di potenziale criticità su l territorio individuati dalla comparazione dei
dati desunti dai Piani Comunali di Protezione Civil e e dalla cartografia del PAI.
Si riportano di seguito le schede relative a strutture ed eventi di potenziale criticità sul territorio
individuati dalla comparazione dei dati desunti dai Piani Comunali di Protezione Civile e dalla
cartografia del PAI:
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 53
COMUNE DI PONSACCO
Id area a rischio CIPC A – Fossa Nuova alimentata dal Cascina Id area a rischio piano comunale A Comune Ponsacco Località Fossa Nuova Vie Buozzi, Rosselli, Frank, Amendola, Godetti,
Cervi, trav. Livornese, Leopardi, Montale, Calvino, Novelli, Di Vittorio, Curiel, Petrarca, N.Sauro.
Pericolosità Idraulica Popolazione totale 503 Disabili 5 Età<14 nd Età>65 372 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
72
Centri abitati e frazioni esposte Ponsacco Edifici strategici nessuno Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
nessuno
Patrimonio artistico ambientale nd Id area a rischio CIPC B – Fossa Nuova alimentata dal Cascina Id area a rischio piano comunale B Comune Ponsacco Località Rimembranza Vie Turati, Gasperi, Giovanni XXIII, Venagli Pericolosità Idraulica Popolazione totale 252 Disabili 2 Età<14 nd Età>70 50 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
90
Centri abitati e frazioni esposte Ponsacco Edifici strategici Distaccamento VVF, magazzini comunali. Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 54
Id area a rischio CIPC C – Fossa Nuova alimentata dal Cascina Id area a rischio piano comunale C Comune Ponsacco Località Ascellino Vie Bixio, Boccaccia, Cattaneo, Alighieri, Mameli,
Montanelli, Pisacane, Rospicciano, Togliatti. Pericolosità Idraulica Popolazione totale 170 Disabili 4 Età<14 nd Età>70 146 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
88
Centri abitati e frazioni esposte Ponsacco Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale nn Id area a rischio CIPC D - Fossa Nuova alimentata dal Cascina Id area a rischio piano comunale D Comune Ponsacco Località Contrada acquitrini Vie Curigliana, Gori. Pericolosità Idraulica Popolazione totale 120 Disabili 1 Età<14 Età>70 11 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1
Centri abitati e frazioni esposte Ponsacco Edifici strategici nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
nn
Patrimonio artistico ambientale nn
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 55
Id area a rischio CIPC E - Fossa Nuova alimentata dal Cascina Id area a rischio piano comunale E Comune Ponsacco Località Le Melorie Vie Delle Melorie Pericolosità Idraulica Popolazione totale 20 Disabili 0 Età<14 nd Età>70 4 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
9
Centri abitati e frazioni esposte Le Melorie Edifici strategici nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
nn
Patrimonio artistico ambientale nn Id area a rischio CIPC A – Fiume Cascina Id area a rischio piano comunale F Comune Ponsacco Località Gambucci Vie Galilei, Pacinotti, Volta, Vecchia Pontedera. Pericolosità Idraulica Popolazione totale 33 Disabili 0 Età<14 nd Età>70 64 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
19
Centri abitati e frazioni esposte Ponsacco Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 56
Id area a rischio CIPC B - Era Id area a rischio piano comunale G Comune Ponsacco Località Sant’ Andrea Vie Chiavaccini, Puntale, Riotta, Valdera. Pericolosità Idraulica. Popolazione totale 67 Disabili 0 Età<14 nd Età>70 94 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
47
Centri abitati e frazioni esposte Ponsacco Edifici strategici Poliambulatorio V. Rospicciano Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale nn Id area a rischio CIPC A - Era Id area a rischio piano comunale H Comune Ponsacco Località Ponsacco Vie Nn Pericolosità Idraulica Popolazione totale 4 Disabili 1 Età<14 nd Età>70 4 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
Nn
Centri abitati e frazioni esposte ponsacco Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 57
Id area a rischio CIPC B - Cascina Id area a rischio piano comunale - Comune Ponsacco Località Tana Cieca Vie Pericolosità Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Patrimonio artistico ambientale
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 58
COMUNE DI TERRICCIOLA Id area a rischio CIPC A – La Sterza Id area a rischio piano comunale
A - Locanda la Sterza Comune Terricciola Località La Sterza Vie Volterrana Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 57 Disabili n.n. Età<10 1 Età>70 1 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
3
Centri abitati e frazioni esposte n.n. Edifici strategici 1 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
n.n.
Patrimonio artistico ambientale n.n. Id area a rischio CIPC N - Era Id area a rischio piano comunale B - Podere le Venelle Comune Terricciola Località Terricciola Vie Volterrana Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 0 Disabili n.n. Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1
Centri abitati e frazioni esposte n.n. Edifici strategici 1 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
n.n.
Patrimonio artistico ambientale n.n. Id area a rischio CIPC I – Era Id area a rischio piano comunale C - La Rosa Comune Terricciola Località Terricciola Vie Salaiola Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 1 Disabili n.n. Età<14 0 Età>70 1 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1
Centri abitati e frazioni esposte n.n.
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Centro Intercomunale della Valdera 59
Edifici strategici 1 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
n.n.
Patrimonio artistico ambientale n.n. Id area a rischio CIPC F – Era Id area a rischio piano comunale D - Dico Comune Terricciola Località Terricciola Vie Volterrana Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 38 Disabili n.n. Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1
Centri abitati e frazioni esposte 0 Edifici strategici 1 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
n.n.
Patrimonio artistico ambientale n.n. Id area a rischio CIPC F- Cascina Id area a rischio piano comunale E - Molino Rossi Comune Terricciola Località Terricciola Vie Della Cascina Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 3 Disabili n.n. Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte n.n. Edifici strategici 0 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
n.n.
Patrimonio artistico ambientale n.n.
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Centro Intercomunale della Valdera 60
Id area a rischio CIPC E – Cascina Id area a rischio piano comunale F - Podere Canessa Comune Terricciola Località Terricciola Vie Della Cascina Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 5 Disabili n.n. Età<10 1 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte n.n. Edifici strategici n.n. Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
n.n.
Patrimonio artistico ambientale n.n. Id area a rischio CIPC D – Cascina Id area a rischio piano comunale G -Molino La Fraschetta Comune Terricciola Località “ Vie Dei Fontini Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 6 Disabili n.n. Età<10 0 Età>70 4 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1
Centri abitati e frazioni esposte n.n. Edifici strategici 1 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
n.n.
Patrimonio artistico ambientale n.n.
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Centro Intercomunale della Valdera 61
Id area a rischio CIPC C - Cascina Id area a rischio piano comunale H -La Fornace Comune Terricciola Località “ Vie S.Pietro Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 4 Disabili n.n. Età<10 0 Età>70 1 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte 0 Edifici strategici 0 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
n.n.
Patrimonio artistico ambientale n.n. Id area a rischio CIPC 1 Id area a rischio piano comunale T Comune Terricciola Località “ Vie Roma, ,G.Del Testa, Rampucci, XX Settembre
Pozzuolo, vicolo del Barbacane, vicolo della Ripe,vicolo delle Grotte, vicolo del Chiassetto, Piazza XXV luglio,corte G. Del Testa
Pericolosità Rischio di frana Popolazione totale 73 Disabili n.n. Età<10 5 Età>70 10 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
2
Centri abitati e frazioni esposte 0 Edifici strategici 7 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
n.n.
Patrimonio artistico ambientale n.n.
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Centro Intercomunale della Valdera 62
Id area a rischio CIPC 2 Id area a rischio piano comunale M Comune Terricciola Località “ Vie Baldi, del Fondaccio ,del Chianti Pericolosità Rischio di frana Popolazione totale 37 Disabili n.n. Età<10 1 Età>70 13 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte n.n. Edifici strategici n.n. Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
n.n.
Patrimonio artistico ambientale n.n. Id area a rischio CIPC G - Era Id area a rischio piano comunale - Comune Terricciola Località Era Morta Vie Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale Disabili Età<10 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
n.n.
Patrimonio artistico ambientale n.n.
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Centro Intercomunale della Valdera 63
Id area a rischio CIPC H - Era Id area a rischio piano comunale
- Comune Terricciola Località Piano della Sovita Vie Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale Disabili Età<10 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
n.n.
Patrimonio artistico ambientale n.n.
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Centro Intercomunale della Valdera 64
COMUNE DI PALAIA Id area a rischio CIPC Id area a rischio piano comunale A Comune Palaia Località Alica Vie Via per Alica Pericolosità Frana Popolazione totale 21 Disabili ? Età<14 0 Età>70 5 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Alica Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC A - Torrente Chiecinella Id area a rischio piano comunale C Comune Palaia Località Chiecinella Vie Sp.36 delle Colline Palatesi Pericolosità Idraulico Popolazione totale 38 Disabili ? Età<14 5 Età>70 8 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC A – Rigone di Baccanella Id area a rischio piano comunale F Comune Palaia Località Forcoli Vie Sp.11 delle Colline Pericolosità Idraulica Popolazione totale 26 Disabili 0 Età<14 1 Età>70 1 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Forcoli Edifici strategici Nn
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Centro Intercomunale della Valdera 65
Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC 7 Id area a rischio piano comunale M Comune Palaia Località Montefoscoli Vie Vie di Accesso al Paese Pericolosità Frana Popolazione totale nn Disabili nn Età<14 nn Età>70 nn Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
nn
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC 8 Id area a rischio piano comunale MC Comune Palaia Località Monzone la Casina Vie S.c. Toiano Pericolosità Frana Popolazione totale 9 Disabili 0 Età<14 1 Età>70 2 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn
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Centro Intercomunale della Valdera 66
Id area a rischio CIPC 9 Id area a rischio piano comunale MO Comune Palaia Località Montacchita Vie Via della Montacchita, Via delle Colline Pericolosità Frana Popolazione totale 9 Disabili 0 Età<14 1 Età>70 2
Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC 10 Id area a rischio piano comunale P Comune Palaia Località Centro Storico Palaia e via di Gello Vie SP 36 delle colline palatesi Pericolosità Frana Popolazione totale 255 Disabili nn Età<14 8 Età>70 53 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
4
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn
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Centro Intercomunale della Valdera 67
Id area a rischio CIPC 11 Id area a rischio piano comunale T Comune Palaia Località Toiano Vie SC di Toiano Pericolosità Frana Popolazione totale 3 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 1 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC A - Roglio Id area a rischio piano comunale - Comune Palaia Località Forcoli Vie Roma Pericolosità Idraulica Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1
Centri abitati e frazioni esposte Forcoli Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
ponte
Patrimonio artistico ambientale Nn
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Centro Intercomunale della Valdera 68
Id area a rischio CIPC D - Carfalo Id area a rischio piano comunale - Comune Palaia Località La Cerbana Vie Sp. Colline per Legoli incrocio SC di Toiano Pericolosità idraulica Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1 agriturismo
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC 22 – Palaia centro Id area a rischio piano comunale - Comune Palaia Località Palaia Vie Centro abitato Pericolosità frana Popolazione totale - Disabili - Età<14 - Età>70 - Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
-
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn
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Centro Intercomunale della Valdera 69
Id area a rischio CIPC 23 – Palaia pieve Id area a rischio piano comunale - Comune Palaia Località Palaia Vie Centro abitato Pericolosità frana Popolazione totale - Disabili - Età<14 - Età>70 - Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
-
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Pieve di Palaia
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Centro Intercomunale della Valdera 70
COMUNE DI PECCIOLI Id area a rischio CIPC L - Era Id area a rischio piano comunale Comune Peccioli Località Sant’Antonio (deposito ghiaia) Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1
Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Patrimonio artistico ambientale Id area a rischio CIPC M - Era Id area a rischio piano comunale Comune Peccioli Località Molino di Ripabianca Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Patrimonio artistico ambientale Id area a rischio CIPC C - Roglio Id area a rischio piano comunale Comune Peccioli Località Santa Barbara Vie Sp. Delle Colline- Sp della Fila Pericolosità Idraulica Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici
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Centro Intercomunale della Valdera 71
Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Patrimonio artistico ambientale Id area a rischio CIPC B - Carfalo Id area a rischio piano comunale Comune Peccioli Località San Piero Vie Sp. Delle Colline per Legoli Pericolosità Idraulica Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Ponte
Patrimonio artistico ambientale Id area a rischio CIPC C - Carfalo Id area a rischio piano comunale Comune Peccioli Località Piano della Ferraiola Vie Sp. Per Legoli Pericolosità Idraulica Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Ponti 5
Patrimonio artistico ambientale
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Centro Intercomunale della Valdera 72
COMUNE DI CHIANNI Id area a rischio CIPC B – La Fine Id area a rischio piano comunale La posta Comune Chianni Località La Posta Vie Strada Provinciale 42 Pericolosità Idraulica Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC A – La Fine Id area a rischio piano comunale Terroti Comune Chianni Località Terroti Vie Strada provinciale 42/Via vecchia pontederese. Pericolosità Idraulica Popolazione totale 4 Disabili Nd Età<14 Nd Età>70 Nd Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 73
Id area a rischio CIPC C – LA sterza Id area a rischio piano comunale - Comune Chianni Località Podere lecciarelli Vie Strada provinciale 42/Via vecchia pontederese. Pericolosità Idraulica Popolazione totale 4 Disabili nd Età<14 nd Età>70 nd Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Sp. Per Miemo
Patrimonio artistico ambientale nd Id area a rischio CIPC G - Cascina Id area a rischio piano comunale La gora Comune Chianni Località La gora Vie Strada provinciale 42, Via vecchia pontederese. Pericolosità Idraulica. Popolazione totale 2 residenti e 30 persone attività commerciali Disabili nd Età<14 nd Età>70 nd Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
Un’attività pubblica (Pub)
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd
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Centro Intercomunale della Valdera 74
Id area a rischio CIPC H - Cascina Id area a rischio piano comunale Piano della Cascina Comune Chianni Località Piano della Cascina Vie Via Vecchia Pontederese Pericolosità Idraulica Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
1
Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC I - Cascina Id area a rischio piano comunale Croce del Magno Comune Chianni Località Croce del Magno Vie Via vecchia pontederese, strada Volterrana. Pericolosità Idraulica Popolazione totale 7 Disabili 1 Età<14 nd Età>70 2 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 75
Id area a rischio CIPC L - Cascina Id area a rischio piano comunale La Cascina Comune Chianni Località La Cascina Vie Strada comunale Volterrana Pericolosità Idraulica Popolazione totale 3 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC M - Cascina Id area a rischio piano comunale La Cascina 1 Comune Chianni Località La Cascina Vie Strada comunale volterrana Pericolosità Idraulica Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 76
Id area a rischio CIPC N - Cascina Id area a rischio piano comunale Vignone Comune Chianni Località Il Vignone Vie Strada comunale volterrana Pericolosità Idraulica Popolazione totale 4 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 1 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale nd Id area a rischio CIPC O - Cascina Id area a rischio piano comunale Gallettino di sotto Comune Chianni Località Gallettino Vie Strada Comunale Volterrana Pericolosità Idraulica Popolazione totale 10 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 77
Id area a rischio CIPC P - Cascina Id area a rischio piano comunale La Cascinella Comune Chianni Località La Cascinella Vie Strada comunale via Volterrana Pericolosità Idraulica Popolazione totale 3 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
1
Patrimonio artistico ambientale Nd Nd Id area a rischio CIPC Q - Cascina ? Id area a rischio piano comunale Il Piano Comune Chianni Località Il Piano Vie Strada comunale del Piano Pericolosità Idraulica Popolazione totale 5 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 78
Id area a rischio CIPC A – Botro dell’Ostone Id area a rischio piano comunale Ostoncino Comune Chianni Località Ostoncino Vie Strada comunale del Piano, via Vecchia
Volterrana Pericolosità Idraulica Popolazione totale 8 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC B – La Sterza Id area a rischio piano comunale Piano dei Sondri Comune Chianni Località Piano dei Sondri Vie Strada Provinciale 14 per Miemo, strada
comunale del Piano Pericolosità Idraulica Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 79
Id area a rischio CIPC 12 Id area a rischio piano comunale Podere sterza Comune Chianni Località Podere sterza 1 Vie Strada provinciale 14 per Miemo Pericolosità Frana Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC 13 Id area a rischio piano comunale I gulfi Comune Chianni Località I Gulfi Vie Strada provinciale 14 per Miemo, strada
provinciale 55 del Pruno. Pericolosità Frana Popolazione totale 14 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 80
Id area a rischio CIPC 14 Id area a rischio piano comunale Montevaso Comune Chianni Località Calderai Vie Strada provinciale 55 Pericolosità Frana Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC 15 Id area a rischio piano comunale Ghiacciane Comune Chianni Località Ghiacciane Vie Strada provinciale 48 Montevaso Pericolosità Frana Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 81
Id area a rischio CIPC 16 Id area a rischio piano comunale Le Casine Comune Chianni Località Le Casine Vie Strada provinciale 48 per Montevaso Pericolosità Frana Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC 17 Id area a rischio piano comunale Noverchia Comune Chianni Località Noverchia Vie S. Provinciale 48 per Montevaso Pericolosità Frana Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 82
Id area a rischio CIPC 18 Id area a rischio piano comunale Mercatale Comune Chianni Località Mercatale Vie S.Provinciale 48 di Montevaso Pericolosità Frana Popolazione totale 145 Disabili ? Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici 3 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC 19 Id area a rischio piano comunale Pescaia Comune Chianni Località Pescaia Vie S.p. 48 per Montevaso Pericolosità Frana Popolazione totale 31 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 83
Id area a rischio CIPC 20 Id area a rischio piano comunale Mentalo Comune Chianni Località Montalo Vie Sp. 48 per Montevaso. Pericolosità Frana Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC 21 Id area a rischio piano comunale Ricandoli Comune Chianni Località Ricandoli Vie Sp. 48 per Montevaso Pericolosità Frana Popolazione totale nd Disabili Nd Età<14 Nd Età>70 Nd Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
1
Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nd
Patrimonio artistico ambientale Nd
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Centro Intercomunale della Valdera 84
Id area a rischio CIPC O - Era Id area a rischio piano comunale Località S. Francesco Comune Laiatico Località San Francesco Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale 5 Disabili 0 Età<14 1 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC 3 Id area a rischio piano comunale La Fornace Comune Laiatico Località La Fornace Vie Pericolosità Frane Popolazione totale 5 Disabili 1 Età<14 0 Età>70 1 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 85
Id area a rischio CIPC 4 Id area a rischio piano comunale Via nuova per Orciatico Comune Laiatico Località Via nuova per Orciatico Vie Pericolosità Frane Popolazione totale 34 Disabili 0 Età<14 6 Età>70 8 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC 5 Id area a rischio piano comunale Via delle Fonti Comune Laiatico Località Via delle Fonti Vie Pericolosità Frane Popolazione totale 28 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 2 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 86
Id area a rischio CIPC 6 Id area a rischio piano comunale Podere San Giovanni Comune Laiatico Località Podere San giovanni Vie Pericolosità Frane Popolazione totale 4 Disabili 0 Età<14 1 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC C - Era Id area a rischio piano comunale Podere Isola Comune Capannoli Località Podere Isola Vie Strada vicinale con innesto sulla SP delle
Colline per Legoli Pericolosità Idraulica Popolazione totale nn Disabili nn Età<14 nn Età>70 nn Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 87
Id area a rischio CIPC D – Era 1 Id area a rischio piano comunale Saltero Comune Capannoli Località Loc. Saltero Vie SC Capannoni-Forcoli Pericolosità Idraulica Popolazione totale nn Disabili nn Età<14 nn Età>70 nn Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC B - Roglio Id area a rischio piano comunale Comune Capannoli Località Podere della Vecchia Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Patrimonio artistico ambientale
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Centro Intercomunale della Valdera 88
Id area a rischio CIPC E – Era Id area a rischio piano comunale Comune Capannoni Località Santa Maria Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Patrimonio artistico ambientale Id area a rischio CIPC D1-Era Id area a rischio piano comunale La Fraschetta Comune Casciana Terme Località La Fraschetta Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale 23 Disabili nn Età<14 nn Età>70 nn Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 89
Id area a rischio CIPC A-Torrente Ecina, Fosso Valderio Id area a rischio piano comunale Campolungo Comune Casciana Terme Località Campolungo Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale 4 Disabili ? Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC B – Torrente la Tora Id area a rischio piano comunale La Tora Comune Casciana Terme Località La Tora Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale 5 Disabili nn Età<14 nn Età>70 nn Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Nn
Patrimonio artistico ambientale Nn
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Centro Intercomunale della Valdera 90
QUADRO RIASSUNTIVO AREE A RISCHIO DERIVANTI DA PAI E PIANI COMUNALI
RIASSUNTO COMUNE DI CHIANNI Popolazione totale 266 Disabili 1 Età<14 nn Età>70 3 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
6
Centri abitati e frazioni esposte 3 Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
3
Patrimonio artistico ambientale nn RIASSUNTO COMUNE DI PONSACCO Popolazione totale 1169 Disabili 13 Età<14 nn Età>70 745 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
326
Centri abitati e frazioni esposte 2 Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
nn
Patrimonio artistico ambientale nn RIASSUNTO COMUNE DI CASCIANA T. Popolazione totale 32 Disabili nn Età<14 nn Età>70 nn Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte 1 Edifici strategici nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
nn
Patrimonio artistico ambientale nn RIASSUNTO COMUNE DI LAIATICO Popolazione totale 76 Disabili 1 Età<14 8 Età>70 11 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
0
Centri abitati e frazioni esposte 1 Edifici strategici nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
nn
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Centro Intercomunale della Valdera 91
Patrimonio artistico ambientale nn RIASSUNTO COMUNE DI PALAIA Popolazione totale 361 Disabili nn Età<14 16 Età>70 72 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
nn
Centri abitati e frazioni esposte 5 Edifici strategici nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
nn
Patrimonio artistico ambientale nn RIASSUNTO COMUNE TERRICCIOLA Popolazione totale 187 Disabili nn Età<14 7 Età>70 31 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
7
Centri abitati e frazioni esposte 3 Edifici strategici 11 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
nn
Patrimonio artistico ambientale nn RIASSUNTO COMUNE DI PECCIOLI Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Patrimonio artistico ambientale RIASSUNTO COMUNE DI CAPANNOLI Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie
Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 92
Patrimonio artistico ambientale
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Centro Intercomunale della Valdera 93
Parte
D
Sede Centro Intercomunale
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Centro Intercomunale della Valdera 94
La sede del Centro Intercomunale della Valdera è localizzata nel Comune di Ponsacco in via
Perugia all’interno dell’area PIP vicino alla local ità Le Melorie .
ESTRATTO MAPPA AREA
Recapiti telefonici:
H24 0587 734.456
FAX in H24 0587 734.457
FAX out 0587 736.878
Ufficio 1 0587 734.440
Ufficio 2 0587 734.448
Ufficio 3 0587 734.449
Cell. 1
Cell. 2
Distaccamento Vigili del Fuoco Volontari 0587.736.864
[email protected] www.protezionecivilevaldera.org
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Centro Intercomunale della Valdera 95
La struttura è costituita all’interno di un edificio destinato a magazzino e archivio comunale, per
una superficie coperta totale di circa 800 mq.
In tali locali ha sede inoltre il distaccamento Vigili del Fuoco Volontari di Ponsacco.
PLANIMETRIA GENERALE
Gli spazi dedicati al Centro Intercomunale occupano una superficie di circa 300 mq esono costituiti
da un ufficio, una sala strategica, una sala operativa/riunioni, sala radio e un centralino, una
camera, un soggiorno per i Vigili del Fuoco.
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Centro Intercomunale della Valdera 96
PIANTA PT e 1P
PIANTA 1P
La struttura è orientata all’attivazione di un Centro Operativo secondo il Metodo Augustus con
l’attivazione delle Funzioni di Supporto del Metodo Augustus.
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Centro Intercomunale della Valdera 97
L’edificio è completamente cablato con numerose prese di rete in modo da attivare varie postazioni
di lavoro in caso di emergenza.
La Sala radio è predisposta per otto postazioni radio, sono presenti antenne e apparati fissi (UHF e
VHF) dedicati alle frequenze amatoriatli (ARI), del Volontariato (CRI, ANPAS, Misericordie) oltre
alla rete UHF Intercomunale.
Esiste inoltre la possibilità di espandere il numero di apparati a secondo le necessità.
Sono inoltre presenti vari apparati radio intercomunali portatili e uno montato sul fuoristrada.
Per le comunicazioni telefoniche il Centro è dotato di un centralino con n° 5 lineee ISDN con 10
numeri ad esclusivo servizio della Protezione Civile, due di queste sono dedicate alla ricezione e
invio fax esterne al centralino.
Per il collegamento di rete è presente una linea ADLS.
Per il collegamento tra il personale della Protezione Civile sono previsti telefoni cellulari con
servizio di MMS per garantire la visualizzazione di immagini riguardanti gli eventi sul territorio.
Si prevede di dotare inoltre la sala operativa di telefonia satellitare.
L’impianto elettrico prevede la presenza di gruppi di continuità di supporto ad una linea vita
dedicata e numerosi punti presa.
In caso di emergenza elettrica i gruppoi di continuità sono in grado di dare il tempo di azionare un
gruppo elettrogeno con una potenza di 15 KW, ubicato in apposito locale nel perimetro della
struttura.
Sono presenti inoltre numerose luci di emergenza.
E’ presente un impianto TV e TVSAT comprensivi di apparati TVColor, decoder, CD/VCR.
La sala è inoltre dotata di ampi pannelli ad uso lavagna e supporto per la cartografia utile per la
pianificazione e la gestione delle emergenze.
Sono in dotazione alla Sala Operativa vari PC Windows stampanti e software..
Il Centro è inoltre dotato di video proiettore per lezioni, fotocamera digitale e GPS palmare.
I locali sono riscaldati e climatizzati.
E’ presente inoltre una rimessa per gli automezzi dei Vigili del Fuoco e una tettoia per il
rimessaggio dei mezzi dei Vf e della PC Intercomunale.
All’interno dei magazzini comunali sono stoccati anche materiale tecnico della protezione civile
quali pompe, tende, brande.
Il Centro Intercomunale ha in dotazione un LandRover defender.
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Centro Intercomunale della Valdera 98
Parte
E
ORGANIZZAZIONE E ATTIVITA’
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Centro Intercomunale della Valdera 99
Indice Parte E
E. ORGANIZZAZIONE E ATTIVITA’ DEL CENTRO INTERCOMUNALE
E.1 - ATTIVITÀ OPERATIVE
E.1.1 Attivita’ di Centro Situazioni (Ce.Si.)
E.1.2 Attivita’ di Centro Operativo Intercomunale (C.O.I)
E.1.3 Organizzazione delle attivita’ operative
E.1.4 Raccordo informativo
E.1.6 Le Procedure Operative
E.1.7 Procedure Finanziarie
E.2 ORGANIZZAZIONE IN EMERGENZA
E.2.1 Unità di crisi Intercomunale
E.2.1.2 Comitato operativo intercomunale
E.2.2 Le Funzioni di Supporto
E.3 RAPPORTI TRA CIPC E COMUNI IN EMERGENZA
E.4 CENTRO INTERCOMUNALE SEDE DI COORDINAMENTO OPERATIVO
DECENTRATE
E.5 FASI OPERATIVE
E.5.1 Fase Di Attenzione
E.5.2 Fase di Pre-Allarme
E.5.3 Fase di Allarme
E.6 INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE
E.7 GEMELLAGGI
E.8 AGGIORNAMENTI
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Centro Intercomunale della Valdera 100
Premessa alla struttura organizzativa
Il CIPC della Valdera nasce con convenzione del novembre 2002 come convenzione tra gli otto
comuni della Valdera che prevede la realizzazione di un associato privo di personalità giuridica.
Che si configura come struttura operativa funzionalmente gestito dai comuni presso la sede
operativa della Prot. Civile a Ponsacco ai sensi .30, D. Lgs. 267/00.
Resta ferma la titolarità in capo al Comune delle funzioni relative all’adozione di atti e di tutte le
iniziative necessarie per garantire, in emergenza, la salvaguardia della popolazione e dei beni,
assumendo il coordinamento degli interventi di soccorso nell’ambito del territorio comunale e
raccordandosi con la Provincia per ogni necessario supporto…” (estratto da: art.8, legge regionale
29 dicembre 2003, n. 67)
Quindi si configura come costituzione di un ufficio nelle disponibilità dei Sindaci, dove la titolarità
della funzione resta nella competenza del singolo Comune che utilizza l’ufficio comune per
svolgerla.. sotto la propria direzione e responsabilità…”come previsto da: Allegato A della DGRT
n.238/2003).
La convenzione ha definito la sede, il personale e gli oneri finanziari a carico dei comuni per
l'espletamento delle funzioni.
Il sistema delle risorse prevede l’individuazione di un responsabile, un coordinatore operativo, di
un referente di protezione civile per ogni comune associato (8); prevede la collaborazione con le
locali associazioni di volontariato coordinati dai tre referenti di zona della consulta provinciale di
protezione civile e del Distaccamento dei Vigili del Fuoco Volontari di Ponsacco che hanno sede
operativa nella stessa sede del Centro.
Per le attività di indirizzo si avvale dell’assemblea dei Sindaci denominata Comitato di Gestione e
composta dagli stessi o da loro delegati, poichè l’attività ordinaria e di strutturazione del servizio di
protezione civile è erogata in forma associata, al fine di coordinare correttamente l’attività del CIPC
nei comuni secondo priorità reali e condivise in emergenza il Comitato fungerà anche di organo di
confronto e indirizzo per l’attività del CIPC..
L’attività in emergenza viene svolta per tutti i comuni a livello di coordinamento dalla Sala
Operativa Intercomunale SOI organizzata in 10 Funzioni di Supporto.
Per l’attuazione corretta e funzionale delle attività di informazione e assistenza alla popolazione
presso ciascun comune (art.5, DPGR n.69/R/2004) sono costituite presso i comuni delle unità di
crisi comunali che garantiscono la perima risposta del comune all’emergenza ovvero delle strutture
decentrate delle funzioni di supporto proporzionate alle dinamiche emergenziali in atto.
Il CIPC è titolare dell’attività di Centro situazioni, come previsto dal Allegato 1 del Decreto
n.6884/2005 per le seguenti attività :
– allertamento del sistema di PC intercomunale
– monitoraggio
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 101
– segnalazioni di criticità
– rapporti informativi con la provincia e la SOUP
.
Il CIPC è titolare dell’attività di centro operativo, come previsto da Allegato 2 del Decreto
n.6884/2005 mediante le attività di:
– censimento dei danni,
– impiego del volontariato art.23, DPGR n.7/R/2006
– rapporti informativi con la Provincia e la Regione
– attivazione dei centri operativi
– rapporti informativi con la provincia e la SOUP
– segnalazione evento
– segnalazione danni
Inoltre è titolare in tempo ordinario delle attività di formazione ed esercitazione del sistema locale
di protezione civile, delle attività di pianificazione (redazione aggiornamento e gestione del piano
di emergenza intercomunale di pc).
Il CIPC, gode di un proprio capitolo di spesa e di entrata nel bilancio del comune capofila
(Ponsacco) e pertanto può ricevere i contributi relativi agli interventi di soccorso, assistenza alla
popolazione; primo ripristino delle condizioni essenziali di vita della comunità colpita; impiego delle
organizzazioni del volontariato, gli interventi per eliminare o ridurre situazioni di grave rischio per la
pubblica incolumità come previsto artt. 2 e 7, DPGR 34/R/2004.
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Centro Intercomunale della Valdera 102
E. ATTIVITA' OPERATIVE
Nell’ambito dell’organizzazione intercomunale e delle relative attività si è principalmente tenuto
conto di due concetti fondamentali validi anche nel caso di forme associate:
1) la titolarità della funzione/servizio/attività resta nella competenza del singolo Comune
che utilizza l’ufficio comune per svolgerla “... sotto la propria direzione e responsabilità…”
(Allegato A DGRT n.238/2003)
2) il Comune resta titolare delle funzioni relative all’adozione di atti e di tutte le iniziative
necessarie per garantire, in emergenza, la salvaguardia della popolazione e dei beni,
assumendo il coordinamento degli interventi di soccorso nell’ambito del territorio comunale
…” (art.8, LR 67/03) Ovvero il Sindaco è autorità di Protezione civile (L225/92).
3 ) l’attività di informazione e assistenza alla popolazione viene svolta presso ciascun
comune..” (art.5, DPGR n.69/R/2004).
I comuni associati organizzano sia tramite il CIPC, che con il coinvolgimento delle proprie strutture
comunali, le attività operative in modo adeguato ad assicurare gli interventi di competenza, ovvero
forniscono le risorse disponibili, per :
• l'incolumità e l'assistenza alla popolazione;
• la salvaguardia dei beni, con particolare riguardo di quelli pubblici funzionali al
mantenimento delle normali condizioni di vita della popolazione ed allo svolgimento delle
attività pubbliche essenziali.
Tenendo conto:
a) dell'organizzazione complessiva dei comuni associati e in particolare, dell'organizzazione
e dei compiti degli uffici tecnici, delle polizie municipali, degli uffici competenti in materia di
viabilità, edilizia e di servizi sociali;
b) dei rischi presenti sul territorio, con particolare riguardo al numero delle persone
potenzialmente soggette alle varie tipologie di rischio e alla densità abitativa delle aree a
rischio nonché alla esistenza di edifici strategici dislocati nelle aree a rischio, quali ospedali,
scuole, impianti produttivi, edifici di grande distribuzione, monumenti ed altri beni culturali.
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Centro Intercomunale della Valdera 103
E.1 - ATTIVITÀ OPERATIVE
Il CIPC assicura le seguenti attività operative (art. 2 DPGR 69R/2004 e s.m.i.) finalizzate a
realizzare l'efficacia della risposta complessiva del sistema intercomunale di protezione civile alle
situazioni di emergenza:
a) attività di centro situazioni , in via ordinaria e continuativa;
b) attività di centro operativo , in emergenza o in previsione di una emergenza.
Le due attività sono integrate e complementari, ovvero in caso di emergenza le due attività sono
portate avanti in maniera integrata dalla sala operativa.
Le suddette attività sono svolte all’interno della sala operativa intercomunale (S.O.I.) che è
organizzata in Funzioni di Supporto secondo il Metodo Augustus.
Le Funzioni di Supporto assicurano il coordinamento con le altre forze operative competenti per gli
interventi di soccorso.
Il Centro inoltre assicura il supporto ai comuni alle seguenti attività mediante le risorse messe a
disposizione dei comuni o da risorse esterne (provincia, regione ecc.) :
1. l’informazione alla popolazione in corso o in previsione di una emergenza,
2. l'evacuazione della popolazione in situazione di rischio,
3. l'assistenza alla popolazione.
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Centro Intercomunale della Valdera 104
E.1.1 Attivita’ di Centro Situazioni (Ce.Si.)
L'attività di centro situazioni comprende:
a) il ricevimento delle segnalazioni circa situazioni di criticità in atto o previste;
b) la verifica delle segnalazioni ricevute e della loro possibile evoluzione;
c) il mantenimento di un costante flusso informativo con le strutture dei comuni associati
che svolgono attività operative nonché con le altre componenti del sistema e gli altri
soggetti che concorrono alle attività di protezione civile.
Per gli eventi di tipo idrogeologico o comunque per gli eventi prevedibili, l'attività di centro
situazioni comprende:
• ricezione dei fax di allerta trasmessi dalla provincia anche ai singoli comuni associati e
successiva conferma telefonica alla provincia sulla effettiva ricezione dei fax da parte dei
singoli comuni.
• in caso di allerta meteo regionale attua le procedure di monitoraggio programmato .
• L’elaborazione e trasmissione alla provincia di segnalazioni di criticità relative a tutto il
territorio intercomunale
• Il mantenimento di un costante flusso informativo con le strutture competenti per le
attività di sorveglianza e pronto intervento, (Comuni associati, Provincia, Vigili del Fuoco,
Consorzi di Bonifica, Forze dell’Ordine, ecc.)
Per gli eventi non prevedibili, l'attività di centro situazioni è di fatto limitata se non assente portando
il sistema ad un livello operativo, quindi compatibilmente con l’entità e la tipologia di evento si potrà
avere :
• L’elaborazione e trasmissione alla provincia di segnalazioni di criticità relative a tutto il
territorio intercomunale
• Il mantenimento di un costante flusso informativo con le strutture competenti per le
attività di sorveglianza e pronto intervento, (Comuni associati, Provincia, Viglili del Fuoco,
Consorzi di Bonifica, Forze dell’Ordine, ecc.)
• Il monitoraggio del territorio attraverso i dati provenienti da Comuni, l’attività del
Volontariato e da qualsiasi altro contatto, al fine di ottenere un quadro aggiornato e
verificato della situazione .
Per poi passare alla fase operativa se necessario.
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Centro Intercomunale della Valdera 105
E.1.2 Attivita’ di Centro Operativo Intercomunale ( C.O.I)
L'attività di centro operativo comprende l'attuazione degli interventi di soccorso attraverso:
a) l'accertamento delle esigenze di intervento sul territorio intercomunale attraverso
l’attività di monitoraggio e il flusso informativo da e verso i comuni;
b) il supporto ai comuni coinvolti in situazioni di emergenza, sulla base delle loro
esigenze e relative capacità operativa e del quadro complessivo dei rischi.
c) l'attivazione diretta delle risorse necessarie per far fronte alle esigenze di intervento
(delle amministrazioni locali e del volontariato) o l'attivazione dei centri di competenza a ciò
preposti (Provincia, Prefettura e Regione).
d) la prima definizione dei danni attraverso:
• elaborazione in collaborazione con i tecnici dei comuni di una scheda censimento
danni-ente per ogni comune associato;
• verifiche in collaborazione con i tecnici dei comuni dei danni a privati ed imprese;
• elaborazione dei report riassuntivi dei danni a privati ed imprese e relativa
trasmissione alla regione e alla provincia.
A tale attività potranno partecipare tecnici accreditati e formati specificamente a tale attività
come Tecnici Rilevatori inviati da altre amministrazioni o Ordini Professionali.
E.1.3 Organizzazione delle attivita’ operative
Il CIPC è organizzato per lo svolgimento delle attività operative in modo da assicurare (art. 3
DPGR 69R/2004 e s.m.i.):
a) una operatività H24 della attività di centro situazioni ;
b) la adeguatezza delle attività di centro operativo alle esigenze di intervento derivanti dalla
situazione di emergenza in corso o prevista
L'organizzazione delle attività, ai fini di garantire l'adeguatezza di cui sopra, è definita facendo
riferimento alle situazioni di massimo danno atteso quali risultano dal quadro dei rischi definito
nella prima parte del piano, fermo restando che le attività e l'organizzazione preposta vengono
attivate, in emergenza, secondo le effettive necessità.
Per gli eventi di tipo idrogeologico o comunque per gli eventi prevedibili, le attività e
l'organizzazione preposta sono attivate in forma progressiva in conformità alle disposizioni
regionali, in modo da assicurare un corrispondente grado di operatività delle varie componenti del
sistema di protezione civile.
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Centro Intercomunale della Valdera 106
L'organizzazione delle attività suddette prevede anche il supporto delle organizzazioni di
volontariato nonché degli altri soggetti che compongono il sistema della protezione civile o che vi
concorrono.
L’organizzazione delle attività operative alla data di stesura del piano prevede:
Per le attività di CeSi:
Normalità:
• Reperibilità telefonica H24/365 di almeno una unità del personale del CIPC.
• Reperibilità telefonica dei Sindaci o loro delegati H24/365.
• Supporto/primo intervento: una squadra di Vigili del Fuoco Volontari è operativa
presso la sede del CIPC, sede anche del distaccamento, tutti i giorni almeno dalle
14 alle 8 e tutti i festivi.
Allerta:
Oltre a quanto sopra:
• Presidio della sala operativa da parte di un volontario per centralino e monitoraggio.
• Presenza in SOI del responsabile o di altro personale secondo necessità.
Per le attività di COI
• Presenza del responsabile e/o di altro personale secondo necessità in SOI
• Funzioni di Supporto
• Unità di Crisi Comunali (se attivate dai Sindaci)
Per le attività di Indirizzo si in ordinario che in emergenza
• Comitato di gestione / Assemblea dei Sindaci
Per i primi interventi sul territorio si avvale:
• Servizi di pronto intervento dei comuni (H24/365)
• Vigili del Fuoco Volontari per primi interventi di soccorso tecnico urgente
• Associazioni di Volontariato per monitoraggio del territorio e primi interventi di
supporto alla popolazione
• Servizi di Soccorso 118, 115, 112, 113.
Risorse umane per le attività operative
Il CIPC per statuto prevede un responsabile e un coordinatore operativo .
Il CIPC si avvale di collaborazioni professionali per le attività ordinarie e di monitoraggio.
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Centro Intercomunale della Valdera 107
Il CIPC si avvale delle risorse messe a disposizione dei comuni e dei referenti comunali di p.c..
Il CIPC si avvale della collaborazione delle associazioni di volontariato.
E.1.4 Raccordo informativo
Una reciproca e tempestiva informazione costituisce un elemento strategico di coordinamento
delle attività dei vari soggetti che operano nell'ambito di una emergenza di protezione civile nonché
presupposto per l'attivazione delle iniziative di competenza dei medesimi.
Costituiscono oggetto di raccordo informativo:
a) l'evoluzione in loco della situazione meteorologica prevista negli di avvisi di criticità
idraulica e idrogeologica e le risultanze dell'attività di monitoraggio e di presidio attivata in
sede locale; le informazioni attinenti la lettera a) sono oggetto di costante rapporto
informativo tra il CIPC, i comuni, la Provincia, la Prefettura e la Regione, secondo le
disposizioni vigenti in materia di procedure di allertamento.
b) la segnalazione di eventi e i danni conseguenti; la segnalazione degli eventi e dei
conseguenti danni è comunicata dai singoli comuni al CIPC che provvederà alla
trasmissione alla provincia e alla Regione.
c) la segnalazione dell'attivazione delle strutture preposte alle attività di centro
operativo. La attivazione delle strutture preposte alle attività di centro operativo è
comunicata alla Provincia, alla Regione, alla Prefettura, alla azienda sanitaria ASL5, al
comando provinciale dei Vigili del Fuoco.
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Centro Intercomunale della Valdera 108
E.1.6 Le Procedure Operative
Il CIPC ha definito le procedure operative (art. 4 DPGR 69R/2004 e s.m.i.) che regolano le attività
di centro operativo e centro situazioni ed in particolare per le seguenti attività:
1. Attivazione del centro operativo
2. Procedura di raccordo con i Comuni
3. Procedura di raccordo con altri enti
4. gestione degli stati di allerta
5. Segnalazione criticità
6. Segnalazione danni
7. Attivazione volontariato
8. Procedura monitoraggio e attività di monitoraggio dei punti critici;
9. Reperibilità
10. L'attivazione delle risorse necessarie per far fronte alle prime esigenze
Tali procedure operative sono redatte in modo da garantire la funzionalità rispetto alle effettive
situazioni di emergenza, anche tramite la previsione di fasi di verifica in tempo reale e
l'individuazione del soggetto competente a disporne l'immediato adeguamento.
Le procedure costituiscono un allegato operativo che sono modificabili con la semplice
approvazione del comitato gestione.
E.1.7 Procedure Finanziarie
Il CIPC gode di un suo specifico capitolo di spesa e di entrata all’interno del bilancio del Comune
Capofila, in tale capitolo potranno essere fatte confluire risorse finanziarie necessarie a far fronte le
situazioni di emergenza sia tramite fondi di provenienza Statale, Regionale o Provinciale, sia da
parte dei Comuni stessi; ad oggi la procedura più corretta per mettere a disposizione risorse
finanziarie è quella della variazione di bilancio attuata dai comuni e dal comitato di gestione dl
CIPC.
..”Nei casi in cui gli interventi di soccorso…assistenza alla popolazione; primo ripristino delle
condizioni essenziali di vita della comunità colpita; impiego delle organizzazioni del volontariato,gli
interventi per eliminare o ridurre situazioni di grave rischio per la pubblica incolumità…siano
realizzati in forma associata .. i contributi di cui agli articoli 11 (“Contributo annuale alle province”) e
13 (“Contributo a fondo perduto”) sono erogati in favore degli enti responsabili della gestione
associata, in conformità a quanto previsto a tale fine nelle convenzioni stipulate per la costituzione
della stessa..”(estratto da: artt. 2 e 7, DPGR 34/R/2004 - Regolamento Interventi finanziari
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Centro Intercomunale della Valdera 109
regionali) estratto da: Decreto N° 2977 del 30 Magg io 2005 Approvazione delle istruzioni tecniche
per la elaborazione del piano intercomunale di Protezione Civile.
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Centro Intercomunale della Valdera 110
E.2 ORGANIZZAZIONE IN EMERGENZA
Il CIPC prevede è, come da statuto, organizzato come segue e può essere considerato per lo
status di normalità:
• Comitato di Gestione: assemblea dei Sindaci o loro delegati per le attività di
programmazione e indirizzo
• Ufficio Intercomunale: con il compito di attuare i contenuti della convenzione
funzionalmente alle attività ordinarie di protezione civile, Compreso Attivita di Cesi, e in
emergenza tramite le attività di C.O.I. .
In caso di emergenza si ha la trasformazione funzionale di quanto previsto per la normalità
secondo il seguente schema:
NORMALITA’ EMERGENZA
Comitato di Gestione
→
Coordinamento Intercomunale in
emergenza
Ufficio Intercomunale - CeSi
→
CIPC in Emergenza: CeSi – COI
Referenti Funzioni di supporto (COI)
Referenti comunale di protezione civile
e Sindaco
→
Unità di Crisi Comunale - COI
I Comuni presentano la seguente organizzazione:
NORMALITA’ EMERGENZA
• Sindaco
• Referente Comunale di
Protezione Civile
• Pronto Intervento tecnico
→
Unita di Crisi Comunale
In emergenza si costituisce una Unita di Crisi Comunale per ogni comune associato, almeno dal
Sindaco e dal Referenti comunale di protezione civile per la definizione della prima emergenza.
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Centro Intercomunale della Valdera 111
In caso di emergenza prolungata e/o che interessi più comuni l’attività di indirizzo e coordinamento
tra i Sindaci potrà essere svolta a livello intercomunale tramite il Comitato di Gestione/Assemblea
dei Sindaci.
Complessivamente si ha la seguente struttura operativa:
ATTIVITA OPERATIVE ATTIVITA’ STRATEGICA
CeSi
C.O.I.
Unità di Crisi Comunale
Coordinamento
Intercomunale in
Emergenza
Reperibile
Responsabile
del CIPC
Attivazione
progressiva
delle
Funzioni di
Supporto
Ref.comunale
Sindaco
Assemblea dei Sindaci /
Comitato di gestione
(attiva per emergenze
sovracomunali o su
richiesta del sindaco
colpito da emergenza)
E.2.1 Unità di crisi comunale
Il raccordo strategico-operativo del Comune con il CIPC e quindi con gli altri componenti del
sistema di protezione civile avviene attraverso la attivazione di un organismo di coordinamento
denominato unità di crisi Comunale.
E’ sostanzialmente costituita dal Sindaco e dal referente comunale di protezione civile col compito
di attuare le zioni delle funzioni di supporto mediante l’utilizzo dei servizi comunali.
Il Sindaco convoca tale organismo e assicura la direzione ed il coordinamento dei servizi di
soccorso e d’assistenza alla popolazione.
Il Sindaco comunica l’attivazione della UdCC al CIPC che provvede a comunicarlo alla Provincia,
alla Regione, alla Prefettura e a i Comuni Associati.
A tale comunicazione segue di norma l’attivazione del Centro Operativo Intercomunale e
l’attivazione delle Funzioni di Supporto (intercomunali) necessarie da parte del CIPC.
L’Unità di Crisi Comunale è quindi la prima interfaccia col territorio sia per il recepimento delle
informazioni e dei bisogni che per l’erogazione dei primi interventi.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 112
A seguito della prima emergenza attivato a regime il sistema intercomunale di protezione civile
rappresenta per quanto riguarda l’operatività, una struttura decentrata del COI al fine di meglio
attuare le azioni di soccorso e assistenza alla popolazione col compito di:
- Fungere da punto di contatto e di valutazione a livello comunale a supporto del Sindaco e il
Centro Intercomunale anche per eventuali azioni amministrative e tecniche a livello
comunale.
- Sportello informativo per la popolazione: front-office per la ricezione di richieste di
intervento, raccolta e distribuzione modulistica per verifiche, segnalazione danni e richieste
di assistenza.
- Disporre le attività di prontointervento di competenza comunale anche mediante il servizio
di reperibilità comunale istituito.
Presso ogni UCL possono essere quindi costituite attività decentrate delle funzioni di supporto, a
secondo delle dinamiche emergenziali per una più funzionale azione di intervento, soprattutto per
emergenze di lungo periodo, ed in particolare:
2 – SANITA’ ASSISTENZA SOCIALE
4 – MATERIALI E MEZZI (ASPETTI LOGISTICI E FINANZIARI)
7 – STRUTTURE OPERATIVE LOCALI (COORDINAMENTO SOCCORSI)
9 – ASSISTENZA E INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE
Tali attività decentrate sono parte integrante della funzione di supporto rispettiva a livello
intercomunale con la quale concordano tutta l’attività, la loro eventuale attivazione è solo
funzionale alla miglior gestione dell’emergenza, per evitare duplicazioni queste non vengono
pianificate ma possono essere costituite in corsa dal responsabile del Centro Intercomunale sentita
l’Unità di Crisi Intercomunale, sulla base anche delle specifiche risorse di coordinamento.
Il rapporto con i mass media può essere curato anche direttamente dal Sindaco previo accordo
con la Funzione di supporto Intercomunale corrispondente.
Compito della UCL è anche quello di far propri del comune e attuare gli atti amministrativi preparati
anche dal Centro Intercomunale per darne attuazione a livello comunale (Ordinanze, atti
amministrativi specifici, ecc.).
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 113
E.2.2 Coordinamento Intercomunale in Emergenza
Qualora l’evento sia prevedibile e possa interessare l’intero territorio o una parte in maniera
massiccia o anche un solo comune in modo da non poter essere affrontatao con mezzi ordinari, al
fine anche di meglio applicare il principio di sussidiarietà tra enti, fermo restando il ruolo del
Sindaco e le podestà nel proprio comune, il raccordo strategico-operativo avviene attraverso la
attivazione di un organismo di coordinamento, denominato Coordinamento Intercomunale in
Emergenza.
Nell'ambito dell'unità di crisi sono concordemente assunte le iniziative da intraprendere da parte di
ciascun soggetto partecipante, nel rispetto delle competenze previste dall'ordinamento vigente e in
modo da assicurare la massima integrazione delle rispettive attività.
E’ costituita da:
a) i Sindaci dei comuni associati ovvero dai componenti il Comitato di Gestione
L’Unità di Crisi Intercomunale si avvale del supporto decisionale a seconda della natura ed
estensione dell’evento di:
b) il Resp. del centro Intercomunale
c) I Referenti delle funzioni di supporto
Può essere infine integrata dal contributo della Provincia e della Prefettura per il supporto alle
attività strategico operative attraverso un loro rappresentante delegato.
L'unità di crisi è convocata dal Sindaco del Comune Capofila ovvero dal Presidente del Comitato di
Gestione e presieduto dallo stesso o suo delegato, su richiesta di uno o più Sindaci dei Comuni
associati.
L'unità di crisi intercomunale opera in raccordo con i comuni interessati ai fini di assicurare ogni
possibile forma di integrazione operativa nonché la partecipazione alle eventuali decisioni che
coinvolgano i territorii dei singoli comuni.
L'unità di crisi intercomunale opera in raccordo e coordinandosi con l'unità di crisi provinciale.
Il raccordo tra l’attività delle unità di crisi e l’attività di competenza delle strutture operative statali è
definito ai sensi dell’articolo 5, commi 4 e 4bis del decreto legge 7 settembre 2001, n.343
(Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività
di protezione civile e per migliorare le strutture logistiche nel settore della difesa civile), convertito,
con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n.401.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 114
E.2.3 Le Funzioni di Supporto
Le attività operative e di soccorso, nonché le attività propedeutiche di pianificazione, previsione e
prevenzione, sono svolte all’interno della sala operativa intercomunale (SOI) che è organizzata in
Funzioni di Supporto secondo il Metodo Augustus.
Le Funzioni di supporto esercitano in via primaria le attività di Centro Situazioni (F1) e Centro
Operativo; inoltre assicurano il coordinamento operativo con i Comuni, nonché con le altre forze
operative competenti per gli interventi di soccorso (Componenti) o risorse esterne.
Ogni funzione di supporto è costituita da enti e strutture competenti, formanti il gruppo di lavoro, i
quali definiranno la loro partecipazione mediante un loro delegato a seconda della complessita’
della situazione verificatasi in emergenza o in previsione di questa, o di scelte specifiche
dipendenti da ciascun contesto emergenziale.
E’ individuato un referente della Funzione di Supporto con il compito di coordinamento dei vari
soggetti componenti.
Tra i componenti la funzione si individua uno o più delegati del referente della Funzione in modo
da garantirne la continiutà funzionale.
Il referente garantisce la presenza in Sala Operativa in caso di emergenza o in previsione della
stessa.
Ogni componente provvede a comunicare al CIPC tutti i dati e i recapiti necessari alle procedure di
allertamento affinche’ siano sempre tutte attivabili in emergenza, provvede altresì a comunicare
tempestivamente qualsiasi modifica in merito.
I dati relativi alle componenti stesse (addetti e relativi recapiti) sono riportati in un allegato
operativo in modo da poter essere aggiornato nei dati, direttamente dal responsabile dell’ufficio, o
modificato, mediante la semplice decisione del comitato di gestione.
L’attività delle Funzioni di Supporto in tempo ordinario permette il continuo aggiornamento del
piano mediante l’attività delle componenti riunite nel Comitato operativo intercomunale.
Attraverso accordi e/o protocolli d’intesa, i componenti delle funzioni di supporto stabiliscono
attività e procedure.
L’attivazione delle Funzioni di Supporto può avvenire in maniera progressiva sulla base delle
effettive esigenze e sviluppi dell’emergenza in modo da assicurare una risposta tempestiva
efficiente ed efficace alle emergenze.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 115
Il responsabile del CIPC o suo delegato assumerà anche il ruolo di coordinatore della Sala
Operativa composta dalle seguenti funzioni:
1 – TECNICO SCIENTIFICA - PIANIFICAZIONE
2 – SANITA’ ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
3 – VOLONTARIATO
4 – MATERIALI E MEZZI
5 – SERVIZI ESSENZIALI
6 – CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
7 – STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÁ E MATERIALI PERICOLOSI
8 – COMUNICAZIONI
9 – ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE E ATTIVITA’ SCOLATICA
10 – COORDINAMENTO CENTRO (Segreteria-Massmedia-Coordinamento COC)
Il coordinatore della sala operativa, sarà anche responsabile della funzione specifica (F10), in
quanto esperto dell’operatività e organizzazione degli altri centri operativi; questo al fine di
garantire nell' area dell'emergenza il massimo coordinamento delle operazioni di soccorso
razionalizzando risorse di uomini e materiali.
Funzione di Supporto Componenti
Referente (proposta)
1 – TECNICO SCIENTIFICA – PIANIFICAZIONE
Comuni Provincia Serv. Difesa Suolo / Idraulica Cons. di Bonifica Fiumi e Fossi Centro Funzionale RT Genio Civile RT Ordini professionali ARPAT
CIPC
2 – SANITA’ ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
ASL 118 ASL servizio prevenzione ASL veterinaria ASL servizi sociali Comuni Servizi sociali CRI Caritas Volontariato Ordini e collegi professionali
ASL
3 – VOLONTARIATO ANPAS CRI MISERICORDIE Altre Associazioni presenti sul territorio e convenzionate come da regolamento regionale.
Turnazione tra i rappresentanti di zona della consulta provinciale:
ANPAS CRI MISERICORDIE
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Centro Intercomunale della Valdera 116
4 – MATERIALI E MEZZI
Provincia Comuni Cons. di Bonifica Toscanagas Geofor Belvedere Servizi Igiene Alta Valdera Acque Spa Techset (Cispel) CPT Associazioni di Categoria Volontariato
Comuni - Manutenzioni LL.PP. / Ambiente Comuni - Economato / Ragioneria
5 – SERVIZI ESSENZIALI
Comuni - Attività produttive Associazioni di Categoria ENEL Toscanagas Geofor Belvedere Servizi Igiene Alta Valdera Acque Spa CPT Poste Banche
Comuni - Manutenzioni LL.PP. / Ambiente Comuni - Attività produttive
6 – CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
Comuni uffici tecnici (LLPP ed edilizia) Provincia Regione (URTT - ex Genio Civile) Ordini professionali (Ingegneri, Architetti, geometri e periti) Sovraintendenza ai beni artistici e culturali
Comuni (LLPP ed edilizia)
7 – STRUTTURE OPERATIVE LOCALI VIABILITÁ E MATERIALI PERICOLOSI
Comuni (LLPP PM) Provincia (Polizia Provinciale Viabilità) Prefettura Vigili del Fuoco Forze dell’Ordine ANA AGESCI Volontariato
Vigili del Fuoco Ponsacco Polizie Municipali
8 – COMUNICAZIONI ARI FIR Comuni servizio informatici Telecom e altri gestori rete fissa Gestori rete mobile Emittenti radio e televisioni locali
ARI / CED Comuni
9 – ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE E ATTIVITA’ SCOLATICA
Comuni servizio scolastci e servizi sociali CRI AGESCI CARITAS SAN VINCENZO Dirigenti scolastici Volontariato
Comuni servizio scolastci e servizi sociali CRI
10 – COORDINAMENTO CENTRO (Segreteria-Mass media-Coordinamento COC)
Centro Intercomunale Unità di Crisi URP Segreterie
CIPC
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Centro Intercomunale della Valdera 117
Funzione 1 – TECNICO SCIENTIFICA – PIANIFICAZIONE
Attività
propedeutiche in
situazione ordinaria
– Attività di Centro Situazioni (Ce.Si.)
– Acquisizione dei dati relativi alle diverse tipologie di rischio ai fini di
previsione prevenzione e soccorso mediante il raccordo con le varie
componenti scientifiche e tecniche.
– Elaborazione degli scenari per i vari tipi di rischio.
– Individuazione le aree di emergenza protezione civile (aree di attesa,
aree ammassamento soccorritori, aree di ricovero per tendopoli,
strutture di ricovero, magazzini di raccolta).
– Monitoraggio delle situazioni in stato di criticità e di allerta.
– Individuazione delle soglie di rischio con la collaborazione e
partecipazione scientifica di soggetti ed enti .
In emergenza
– Attività di Centro Situazioni (Ce.Si.)
– Interpretazione a scala locale dei dati acquisiti dalle reti di
monitoraggio.
– Elaborazione dei dati scientifici e tecnici e delle proposte tecniche per
fronteggiare l’emergenza.
– La gestione dei rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche
e coordinamento delle loro attività.
– Organizzazione e coordinamento del monitoraggio diretto del
territorio.
Componenti
Comuni
Provincia Serv. Difesa Suolo / Idraulica
Cons. di Bonifica
Fiumi e Fossi
Centro Funzionale RT
Genio Civile RT
Ordini professionali
ARPAT
Referente
CIPC
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Centro Intercomunale della Valdera 118
Funzione 2 – SANITA’ ASSISTENZA SOCIALE E VETERINAR IA
Attività
propedeutiche in
situazione ordinaria
– Acquisizione dei dati relativi alle diverse tipologie di rischio ai fini di
previsione prevenzione e soccorso.
– Elaborazione dei dati dell’attività di competenza.
– Elaborazione delle procedure di coordinamento tra le varie
componenti, istituzionali e/o del volontariato, da impegnare nel
soccorso alla popolazione.
– Censimento dei disabili residenti nei Comuni e individuazione delle
procedure e metodi di comunicazione e soccorso.
In emergenza
– Gestione del soccorso sanitario, del soccorso veterinario e del
servizio di assistenza sociale in raccordo con i piani di emergenza
dell’ASL.
– Verifica della situazione igienico sanitaria sul territorio.
– Organizza le attività necessarie al riconoscimento delle vittime e, in
raccordo con le autorità preposte, all’inumazione dei cadaveri.
– Organizza le attività relative al ricovero del patrimonio zootecnico e
alla tumulazione delle carcasse animali.
Componenti
ASL 118
ASL servizio prevenzione
ASL veterinaria
ASL servizi sociali
Comuni Servizi sociali
CRI
Caritas
Volontariato
Ordini e collegi professionali
Referente
Asl
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Centro Intercomunale della Valdera 119
Funzione 3 – VOLONTARIATO
Attività
propedeutiche in
situazione ordinaria
– Censimento delle risorse umane e materiale a disposizione delle
associazioni di volontariato e relativa disponibilità
– Procedure per il coordinamento delle associazioni per l’allertamento e
l’attivazione.
– Collaborazione all’organizzazione di esercitazioni.
– Supporto alla promozione della cultura di protezione civile e alla
formazione dei volontari stessi.
In emergenza
– Attività di supporto e di soccorso secondo le specificità organizzative
e risorse.
– Si coordina con le altre funzioni di supporto per l’impiego dei volontari.
– Provvede all’equipaggiamento dei volontari coordinandosi con la
funzione materiali e mezzi.
– Gestione operativa, tecnico-amministrativa e logistica del volontariato,
compresi i soccorritori esterni al territorio.
Componenti
ANPAS
CRI
MISERICORDIE
Altre Associazioni presenti sul territorio e convenzionate come da
regolamento regionale.
Referente
Turnazione tra i rappresentanti di zona della consulta provinciale:
ANPAS
CRI
MISERICORDIE
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 120
Funzione 4 – MATERIALI E MEZZI
Attività
propedeutiche in
situazione ordinaria
– Acquisisce i dati e le informazioni relative alle risorse pubbliche e
private: materiali, servizi, attrezzature tecniche, macchine operatirici,
mezzi di trasporto, con notizie circa la reperibilità la disponibilità il tipo
di trasporto e i empi necessari all’arrivo in zona.
– Definizione delle procedure amministrative per l’acquisto di beni e
prestazioni di servizi in caso di emergenza per conto e in supporto dei
comuni.
In emergenza
– Supporto alle operazioni di soccorso
– Aggiorna in tempo reale il quadro delle risorse
– Reperisce i materiali e servizi e mezzi occorrenti alle altre funzioni.
– Cura i rapporti col rappresentante della provincia per la richiesta di
materiali e mezzi in caso di necessario supporto.
– Gestione delle procedure amministrative per l’acquisto e prestazioni di
servizi in caso di emergenza per conto e in supporto dei comuni.
Componenti
Provincia
Comuni
Cons. di Bonifica
Toscanagas
Geofor Belvedere Servizi Igiene Alta Valdera
Acque Spa
Techset (Cispel)
CPT
Associazioni di Categoria
Volontariato
Referente
Comuni - Manutenzioni LL.PP. / Ambiente
Comuni - Economato / Ragioneria
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Centro Intercomunale della Valdera 121
Funzione 5 – SERVIZI ESSENZIALI
Attività
propedeutiche in
situazione ordinaria
– Acquisizione dei dati inerenti le diverse tipologie di rischio per
garantire la continuità nell’erogazione dei servizi.
– Cura i rapporti con i responsabili delle ditte erogatrici di servizi
essenziali e con le associazioni di categoria.
In emergenza
– Segnala agli enti gestori dei servizi e coordina gli interventi necessari
per la rimozioni delle situazioni di pericolo derivanti dai servizi stessi e
il ripristino della funzionalità e la continuità dei servizi essenziali.
– Promuove gli interventi finalizzati alla continuità e/o tempestiva ripresa
delle attività produttive e commerciali, nonché postal e bancari.
– In caso di evento prevedibile, provvede alla informazionealle alle ditte
in aree a rischio al fine della messa in sicurezza dei lavoratori e del
sistema produttivo.
Componenti
Comuni - Attività produttive
Associazioni di Categoria
ENEL
Toscanagas
Geofor Belvedere Servizi Igiene Alta Valdera
Acque Spa
CPT
Poste
Banche
Referente
Comuni - Manutenzioni LL.PP. / Ambiente
Comuni - Attività produttive
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 122
Funzione 6 – CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
Attività
propedeutiche in
situazione ordinaria
– Censisce gli edifici strategici per le attività di protezione civile.
– Censisce gli edifici di interesse storico-artistico
– Predisposizione di una procedura per il tempestivo censimento dei
beni danneggiati mediante la specifica modulistica regionale e
nazionale per un rilevameno omogeneo.
– Determinazione deinsettori d’intervento e individuazione di esperti del
settore sanitario , commerciale, industriale per le verifiche di agibilità e
il rilevamento danni in caso di evento.
– Favorisce e coordina i tecnici delle pubbliche amministrazioni e gli
ordini professionali per la formazione di esperti nel rilevamento danni.
In emergenza
– Supporto alla verifica speditiva della stabilità e della agibilità degi
edifici e delle infrastrutture.
– Censimento in collaborazione con i tecnici dei comuni associati dei
danni ai privati e alle imprese.
– Elaborazione, in collaborazione con i tecnici dei comuni associati,
della scheda censimento danni all’ente per ogni comune associato.
– Elaborazione dei report riassuntivi dei danni ai privai e alle imprese e
trasmissione alla provincia e regione.
– Recepisce dalle altre FS il quadro della situazione su feriti, vittime e
senza casa.
– Supporta i comuni per la predisposizione dei provvedimenti
amministrativi per garantire la pubblica e privata incolumità.
Componenti
Comuni uffici tecnici (LLPP ed edilizia)
Provincia
Regione (URTT - ex Genio Civile)
Ordini professionali (Ingegneri, Architetti, geometri e periti)
Sovraintendenza ai beni artistici e culturali
Referente
Comuni (LLPP ed edilizia)
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 123
Funzione 7 – STRUTTURE OPERATIVE LOCALI VIABILITÁ E MATERIALI PERICOLOSI
Attività
propedeutiche in
situazione ordinaria
– Individuazione delle criticità relative alla viabilità ed individuazione dei
cancelli e dei percorsi alternativi nei vari scenari di evento insieme ai
comuni e ai comandi polizia municipale.
– Verifica e aggiornamento della viabilità in funzione di interruzioni o
limitazioni di traffico, insieme ai comuni e ai comandi polizia
municipale.
– Verifica e aggiornamento dei dati atinenti le attività di competenza.
– Aggiornamento delle tipologie d’intervento in funzione dgli scenari.
In emergenza
– Supporto alla gestione operativa degli interventi di soccorso.
– Il coordinamento nella regolamentazione delle vaibilità nelle aree a
rischio.
– Il coordinamento nella regolamentazione degli afflussi dei soccorsi.
– Il coordinamento della gestione dei trasporti per la popolazione.
– Supporto ai comuni per interventi relativi all’ordine pubblico mediante
interfaccia con la Prefettura.
– Coordinamento delle strutture operative.
– Supporta i comuni per l’informazione alla popolazione e la diffusione
degli ordini di di evacuazione alla popolazione .
Componenti
Comuni (LLPP PM)
Provincia (Polizia Provinciale Viabilità)
Prefettura
Vigili del Fuoco
Forze dell’Ordine
ANA
AGESCI
CNSAS (corpo nazionale soccorso alpino speleologico) (?)
Volontariato
Referente
Vigili del Fuoco
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 124
Funzione 8 – COMUNICAZIONI
Attività
propedeutiche in
situazione ordinaria
– Coordina gli enti al fine di garantire la funzionalità dei collegamenti
telematici (Internet, Reti locali) e delle strumentazioni informatiche.
– Gestisce il sito Internet intercomunale.
– Gestione della rete di radiocomunicazioni intercomunale e
implementazione della stessa anche mediante prove radio
esercitazioni e formazione.
– Mantiene efficiente la strumentazione della Sala Radio Intercomunale.
– Gestione della Rete informatiuca locale e predisposizione per
l’implementazione in caso di emergenza.
– Studia e progetta sistemi di comunicazioni alternativi (voce e dati).
In emergenza
– Provvede ad assicurare il tempestivo ripristino e/o la continuità delle
comunicazioni, coordinandosi con gli enti gestori (telefonia fissa e
mobile).
– Gestione della rete di radiocomunicazioni intercomunale
– Gestione della Sala Radio Intercomunale.
– Attua l’installazione di sistemi di comunicazioni alternativi (voce e
dati).
Componenti
ARI
FIR
Comuni servizio informatici
Telecom e altri gestori rete fissa
Gestori rete mobile
Emittenti radio e televisioni locali
Referente
ARI
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 125
Funzione 9 – ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE E ATTIVITA ’ SCOLATICA
Attività
propedeutiche in
situazione ordinaria
– Acqusizione dei diversi scenari utili al fine dell’attività di assistenza
alla popolazione.
– Censimento aggiornamento delle aree di emergenza.
– Monitoraggio della capacità ricettiva delle strutture turistiche.
– Censisce la popolazione residente nelle aree a rischio e si coordina
con la F2 per le informazioni inerenti i disabili.
– Acquisisce dati sulle presenze di lavoratori delle attività presenti nelle
aree a rischio.
– Censimento e aggiornamento delle risorse necessarie per l’assistenza
alla popolazione con particolare rigardo alle ditte produttrici e
distributrici di prodotti alimentari .
– Supporto alla redazione degli atti necessari alla disponibilità degli
immobili e aree di emergenza per l’utilizzo immediato all’occorrenza.
– Acquisisce dati sulla popolazione scolastica, raccordandosi con i
dirigenti scolastici sui piani di sicurezza interni.
In emergenza
– Coordina e supporta gli enti al fine di garantire il supporto alla
popolazione rimasta senza tetto o soggetta ad altre difficoltà mediante
la predisposizione di alloggi, servizi e alimentazione.
– Coordina e supporta gli enti al fine di individuare le priorità nella
gestione degli aiuti alla popolazione.
– Supporto alla redazione degli atti necessari alla messa a disposizione
degli immobili e aree di emergenza.
– Supporta i comuni e i dirigenti scolastici per assicurarela ripresa e la
continuità dell’attività scolastica.
Componenti
Comuni servizio scolastci e servizi sociali
CRI
AGESCI
CARITAS / SAN VINCENZO
Dirigenti scolastici
Volontariato
Referente
Comuni servizio scolastci e servizi sociali
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 126
Funzione 10 – COORDINAMENTO CENTRO (Segreteria-Mass media-Coordinamento COC)
Attività
propedeutiche in
situazione ordinaria
– Svolge tutte le attività di competenza di coordinamento e supporto ai
comuni.
– Mantiene i rapporti con la Provincia e con i comuni.
– Supporta i comuni per le procedura e le modalità di informazione
preventiva alla popolazione soggetta a rischio con particolare cura
dell’impatto psicologico derivante dall’informazione stessa.
– Cura i rapporti con le emittenti radio televisivi e la stampa.
– Supporta i Comuni relativamente alla gestione delle procedure tecnico
amministrative gestionali e alla pianificazione.
– Supporta i Comuni relativamente alla formazione del personale
– Svolge tutti i compiti istituzionali del Centro Intercomunale.
In emergenza
– Coordina il Centro Operativo Intercomunale (FS) al fine di garantire
l’efficacia delle operazioni di soccorso nell’area di emergenza
razionalizzando le risorse di uomini mezzi e materiali in funzione delle
priorità.
– Gestione della comunicazione ufficiale delle notizie dell’intercomunale
e supporta i comuni per la diffusione di comunicazioni ufficiali.
– Supporta i comuni per l’informazione alla popolazione sulle
disposizioni impartite ed in particolare sui comportamenti da tenere
per fronteggiare l’evento.
– Supporta i Comuni per la predisposizione di tutti gli atti relative alla
gestione degli eventi.
Componenti
Centro Intercomunale
Referente
Centro Intercomunale
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 127
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 128
E.3 CENTRO INTERCOMUNALE SEDE DI COORDINAMENTO OPER ATIVO DECENTRATE
E' opportuno ricordare che i primi soccorsi alle popolazioni colpite da eventi calamitosi sono diretti
e coordinati dal Sindaco del comune interessato dall'evento, che attuerà il Piano di Emergenza
Intercomunale e comunque le prime risposte operative d'emergenza, avvalendosi di tutte le risorse
disponibili a livello comunale e intercomunale, dandone immediata comunicazione al Prefetto e al
Presidente della Giunta Regionale (cfr. L.225/92) attraverso il CIPC tramite la struttura operativa
della Provincia.
Qualora l'evento calamitoso sia di rilevanza da non possa essere fronteggiato con mezzi e risorse
a disposizione dei Comuni Associati (=CIPC) viene chiesto il supporto esterno della Provincia della
Regione e dello Stato trasformando l’attività della SOI in quella di una struttura definita SEDE DI
COORDINAMENTO OPERATIVO DECENTRATO (art. 13 del DPGR n. 69/R del 1 dicembre
2004), coordinata a livello provinciale (Provincia e Prefettura per le rispettive competenze)
secondo le modalità contenute nel Piano Provinciale di PC.
Il Centro Intercomunale di Protezione Civile Valdera è inserito nel Sistema Provinciale di
Protezione Civile dei Centri Intercomunali di Protezione Civile (C.I.P.C.) e dei Centri Operativi
Misti (C.O.M.) con Deliberazione Consiglio Provinciale n. 132/03, aggiornata alla Deliberazione N°
31 del 17 marzo 2006 ed è individuato con la sigla C.I.P.C. n° 5 e C.O.M n°5. Nei Centro Operativi
Misti (COM), ovvero centri operativi sub-provinciali, si realizza il raccordo tra la Provincia, la
Prefettura ed i Comuni interessati al fine di garantire sia il coordinamento dei soccorsi in caso di
interventi di Protezione Civile, sia la realizzazione associata per la gestione e la pianificazione dei
servizi di protezione civile secondo ambiti ottimali territoriali (Centri Intercomunali di Protezione
Civile).
Per la trattazione di tali aspetti si rimanda alla fase pianificatoria provinciale per competenza.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 129
Per garantire un puntuale raccordo tra strutture comunali ed intercomunali e/o provinciali si allega
il seguente prospetto che offre una sinossi tra le varie numerazioni delle FS definite sia a livello di
Metodo Augustus che dell’adattamento a livello locale:
COM
o SOP
M.Augustus
COC
M.Augustus DESCRIZIONE CIPC
UCL
1 1 tecnica e di pianificazione 1
2 2 sanita’, assistenza sociale e veterinaria 2 X
3 10 mass-media ed informazione 10
4 3 volontariato 3
5 4 materiali e mezzi 4 X
6 7 trasporto, circolazione e viabilita’ 7
7 8 telecomunicazioni 8
8 5 servizi essenziali 5
9 6 censimento danni a persone e cose 6
10 7 strutture operative s.a.r. 7 X
11 - enti locali 10
12 7 materiali pericolosi 7
13 9 assistenza alla popolazione 9 X
14 � 10 coordinamento 10
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 130
E.5 FASI OPERATIVE
La fase detta di NORMALITA’ corrisponde allo stato di attività ordinaria del sistema di protezione
civile.
In caso di emergenza o previsione di emergenza il sistema di protezione civile prevede tre livelli di
attivazione:
1. Previsione (prima dell’evento) – fase di allertamento
2. Evento in corso (all’inizio del periodo di validità dell’Avviso di criticità o all’insorgere di
fenomeni significativi non previsti) – fase di monitoraggio
3. Post evento (al termine del periodo di validità dell’Avviso di criticità e per le 48 ore
successive o al termine delle condizioni di rischio) – fase di verifica
Ai vari livelli di attivazione corrispondono gli stati di operatività da assumere durante lo stato i
allerta:
a) ATTENZIONE – rappresenta il momento in cui i sistemi di allertamento o i fenomeni
precursori, indicano la possibilità del verificarsi di un evento calamitoso.
b) PRE-ALLARME – rappresenta il momento in cui l’evento in corso manifesta un pericolo per
le persone e per il territorio.
c) ALLARME – evento in corso.
La relazione tra i diversi livelli di allertamento attivazione e operatività possono sintetizzarsi nel
seguente schema:
Allertamento Attivazione Operatività
Normalità
Pre-attenzione
Vigilanza
Previsione
Attenzione
Pre Allarme
Allerta
Evento in corso
Allarme
Post evento
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 131
Per gli eventi non prevedibili come terremoti, incendi, incidenti ecc. logicamente viene a mancare
tutta la fase di allertamento e quindi l’attivazione corrisponderà all’evento in corso e lo stato di
operatività sarà di pre-allarme o allarme in funzione della gravità dell’evento stesso.
Le attività che si svolgono nelle emergenze, a prescindere che siano in un contesto di allerta
meteo, di cui alla specifica procedura regionale riportata in allegato, sono riportate di seguito.
E 5.1 Attenzione
Definizione dello Stato di Attenzione : Non necessita di una dichiarazione sindacale di norma
viene di norma definito dal livello di allertamento per fenomeni idrogeologici e metereologici
stabilito dal Centro Funzionale Regionale.
Le attività di CIPC e Comuni sono quelle riportate nella specifica procedura allegata per i
livelli di Pre-Attenzione, Vigilanza e Allerta.
Nella fase di attenzione in previsione della dichia razione dello stato di preallarme il CIPC
convoca l’Unità di Crisi Intercomunale, sulla base delle valutazioni del responsabile o su
richiesta dei Sindaci o su input del sistema region ale.
Cessazione stato di Attenzione : termina con il decadere del periodo definito dal CFR. Non viene
formalizzato di norma.
Ferme restando le eventuali iniziative di informazione generale adottate dalla Regione e dalle
Province, il Centro Intercomune supporta i comuni associati al fine di garantire l’attività di
informazione alla popolazione interessata dalle criticità, facendo riferimento anche alle procedure
di allerta.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 132
E 5.2 Pre-Allarme
Dichiarazione dello Stato di Pre-Allarme : Sindaco Comune Interessato o Sindaco Comune
capofila.
Quando di dichiara : Si ha il passaggio alla fase di pre-allarme, nel caso di evoluzione dei
fenomeni monitorati, su indicazione diretta del sistema di PC regionale. Ovvero in caso di
segnalazione e valutazione a livello comunale di situazioni critiche. Avviene generalmente in un
contesto di Allerta Meteo Regionale.
Comunicazione : il CIPC provvede a comunicare l’attivazione dello stato di pre-allarme e quindi
del COI Centro Operativo Intercomunale alla Provincia, alla Prefettura, ai Comuni Associati e alle
componenti delle Funzioni di Supporto.
Il CIPC I Comuni
o Attiva la Sala Operativa Intercomunale
funzionalmente all’evento in corso,
convocando i referenti delle Funzioni di
Supporto necessarie.
o Opera attraverso il COI con le attività delle
Funzioni di Supporto riportate nelle schede
specifiche delle FS.
o Mantiene un flusso informativo da e per i
Comuni.
o Mantiene un flusso informativo con la
Provincia la Reagione e La Prefettura.
- Fornisconp le risorse umane disponibii alla
costituzione delle FS del COI.
Attraverso l’Unità di Crisi Comunale:
- Verifica le criticità presenti sul territorio, ne
informa il CIPC e adotta le prime azioni di
contrasto.
- Attiva le prime azioni per la salvaguardia della
popolazione ritenute opportune in rapporto
alla criticità prevista in accordo col CIPC COI.
- Provvede all’informazione della popolazione
in accordo e col supporto del CIPC COI.
- Attiva col supporto e coordinamento del COI
eventuali procedure specifiche stabilite dai
comuni.
Cessazione stato di Preallarme : cessa di norma al termine della fase di criticità. Prevede di
norma la fine delle attività di COI ma non di CeSi. Tale situazione viene comunicata a Provincia e
alle componenti delle FS..
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 133
E 5.3 Fase di Allarme
Si devono distinguere le seguenti tipologie di accadimento:
1) Evento prevedibile
2) Evento Improvviso
Dichiarazione dello Stato di Allarme :
1) Sindaco Comune Interessato.
2) Il Sindaco del Comune Capofila.
Quando di dichiara :
1) Si ha il passaggio alla fase di allarme, nel caso di evoluzione dei fenomeni monitorati, su
indicazione diretta del sistema di PC regionale. Ovvero in caso di segnalazione e valutazione a
livello comunale di situazioni critiche. Avviene generalmente in un contesto di Allerta Meteo
Regionale. In particolare lo stato di Allarme viene dichiarato in caso di pericolo imminente per la
popolazione o strutture strategiche per il territorio. Ovvero quando si adottano le attività di
evaciuazione della popolazione.
2) In caso di evento improvviso tipo sisma indicativamente superiore a magnitudo 4 il sistema si
porta automaticamente in stato di Allarme.
Comunicazione : il CIPC provvede a comunicare l’attivazione dello stato di allarme e quindi del
COI Centro Operativo Intercomunale alla Provincia, alla Prefettura, ai Comuni Associati e alle
componenti delle Funzioni di Supporto.
Oltre a proseguire le attività della fase di Attenzione e Pre-allarme, provvede ai seguenti
adempimenti :
Il CIPC I Comuni
o Valuta le strategie di intervento con l’Unità
di Crisi Intercomunale.
o Attiva la Sala Operativa Intercomunale
funzionalmente all’evento in corso,
convocando i referenti delle Funzioni di
Supporto necessarie (punto E2.3).
- Fornisce le risorse umane disponibii alla
costituzione delle FS del COI.
Attraverso l’Unità di Crisi Comunale:
- Verifica le criticità presenti sul territorio, ne
informa il CIPC e adotta le prime azioni di
contrasto.
- Attiva le prime azioni per la salvaguardia della
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 134
o Opera attraverso il COI con le attività delle
Funzioni di Supporto riportate nelle schede
specifiche delle FS (punto E2.3).
o Mantiene un flusso informativo da e per i
Comuni.
o Mantiene un flusso informativo con la
Provincia la Regione e La Prefettura.
popolazione ritenute opportune in rapporto
alla criticità prevista in accordo col CIPC COI.
- Provvede all’informazione della popolazione
in accordo e col supporto del CIPC COI.
- Attiva col supporto e coordinamento del COI
eventuali procedure specifiche stabilite dai
comuni.
Cessazione stato di Allarme :
1) 2) Cessa di norma al termine della fase di criticità. Prevede di norma ancora l’attività di COI.
Tale situazione viene comunicata a Provincia e alle componenti delle FS..
2) In caso di sisma lo stato di allarme può rientrare automaticamente in caso di verifiche negative
da parte del CIPC, sentiti i Sindaci.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 135
E.6 INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE
Il Sindaco è il responsabile delle informazioni alla popolazione.
Il Sindaco può utilizzare il CIPC per informare preventivamente la popolazione in particolare
quella residente nelle zone a rischio mediante campagne specifiche di informazione preventiva
con iniziative relative alla cultura della autoprotezione e della protezione civile.
In emergenza le informazioni devono raggiungere alla popolazione nella maniera più tempestiva
possibile e pertanto i Sindaci si avvaleranno sia dell’attività dell’Unità di Crisi Comunale che del
Centro Operativo Intercomunale.
Il CIPC ha in corso accordi con i mass media locali e in particolar modo con radio locali al fine di
predisporre modalità di informazione rapida e diffusa.
L’Informazione nelle zone di particolare interesse potrà essere effettuata con i mezzi dotati di
megafono quali mezzi della Polizia municipale.
Procedure di dettaglio e modalità specifiche saranno concordate nell’evoluzione e
implementazione del piano.
E.7 GEMELLAGGI
I Comuni associati nello spirito del principio di sussidiarietà mettono a disposizione del proprio
sistema di protezione civile nell’ambito del sistema regionale di protezione civile.
Altresì al fine di rendere più funzionale l’intervento di forze esterne sui territori colpinti e necessari
di aiuto, i comuni promuovono la forma del gemellaggio con altri comuni o centri intercomunali
con i quali condividere percorsi formativi ed operativi.
E.8 AGGIORNAMENTI
Il presente piano sarà oggetto di continuo aggiornamento da parte del CIPC sopratutto per quanto
riguarda la parte degli allegati e del quadro conoscitivo, modifiche relative agli aspetti organizzativi
saranno condivisi all’interno dell’assemblea dei Sindaci Comitato di gestione e comunicati a
Regione e Provincia.
Il CIPC inoltre promuove e partecipa ad esercitazioni sul campo e per posti di comando insieme a
tutto il sistema di protezione civile della Valdera al fine di migliorare l’operatività del piano.
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Centro Intercomunale della Valdera 136
ALLEGATO 1
PROCEDURE
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 137
INDICE
1. PROCEDURA DI ATTIVAZIONE DEL CENTRO OPERATIVO
2. PROCEDURE DI RACCORDO TRA IL CENTRO INTERCOMUNALE E I COMUNI
3. PROCEDURE DI RACCORDO CON LA PROVINCIA O CON LE ALTRI ENTI
4. PROCEDURA ALLERTAMENTO REGIONALE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO
5. PROCEDURA SEGNALAZIONE CRITICITA’
6. PROCEDURA SEGNALAZIONE DANNI
7. PROCEDURA ATTIVAZIONE DEL VOLONTARIATO
8. PROCEDURA MONITORAGGIO E ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO DEI PUNTI CRITICI
9. REPERIBILITÀ
10. ATTIVAZIONE DELLE RISORSE
11. PROCEDURE FINANZIARIE
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 138
1. Procedura di attivazione del centro operativo COI
PROCEDURA DEL CIPC
Il Centro Operativo Intercomunale si attiva ogni qualvolta la situazione sul territorio è indirizzata o
interessata ad eventi straordinari e non gestibili con la normale attività ordinaria delle strutture
comunali.
L’attività operativa è generalmente anticipata dall’attività di monitoraggio e presidio garantita dalla
FS 1.
� L’attivazione del COI viene richiesta dal Sindaco interessato all’emergenza o su indicazione
del sistema regionale di pc ovvero dal Resp. del CIPC sulla base dei dati del CeSi.
� In caso di evento che interessa tutti i comuni è dichiarata dai Sindaci interessati.
� Il Responsabile o suo delegato provvede a convocare i referenti delle Funzioni di Supporto
interessati all’emergenza i quali provvederanno ad attivare i rispettivi gruppi di lavoro,ogni FS
deve essere in grado di operare in completa autonomia organizzativa presso la sala
operativa. Tali attività devo essere predisposte, pianificate e verificate dalle singole FS.
� L’attivazione del Centro Operativo è comunicata ai Sindaci dei Comuni associati, alla
Provincia alla Prefettura alla Regione Toscana, all’ASL 5 e al Comando provinciale dei Vigili
del Fuoco ai sensi artt.9 e 13, DPGR n.69/R/2004.
2. Procedure di raccordo tra il Centro intercomunal e e i comuni
PROCEDURA INTEGRATA COMUNI CIPC
Attualmente le procedure di raccordo sono relative alla gestione degli allerta meteo, (vedi
procedura specifica).
Per le comunicazioni correnti e anche di emergenza si utilizzeranno la rete telefonica, email,
servizi web del sito intercomunale e servizi di videoconferenza o comunicazione multipla tipo
Skype.
Esiste la consuetudine di utilizzare la rete radio intercomunale UHF per il lancio di messaggi sulla
situazione meteo o sull’evoluzione locale; ogni comune di norma tiene accesa l’apparato radio
durante le allerte meteo.
Il CIP è dotato inoltre di sistema di invio sms tramite web.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 139
3. Procedure di raccordo con il livello provinciale o con le altre forze operative
PROCEDURA INTEGRATA CIPC PROVINCIA PREFETTURA REGIO NE.
Attualmente le procedure di raccordo sono relative alla gestione degli allerta meteo segnalazione
evento e segnalazione danni (vedi procedura specifica).
Per le comunicazioni correnti e anche di emergenza si utilizzeranno la rete telefonica, email, oltre
alla rete radio VHF interente della provincia di Pisa e della rete radio regionale dell’AIB.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 140
4. SISTEMA DI ALLERTAMENTO PER IL RISCHIO IDROGEOLO GICO ED IDRAULICO
PROCEDURA INTEGRATA CIPC COMUNI
Oggetto delle presenti procedure è la definizione delle modalità operative per la gestione del
sistema di allertamento per gli eventi potenzialmente prevedibili, tipicamente di natura
idrogeologica.
In particolare, sono specificate le relazioni tra i livelli di criticità, gli stati di allerta e le procedure e le
azioni di protezione civile da attivare (DCR 911/2006).
Il sistema di protezione civile prevede, oltre al livello di normalità, tre livelli di attivazione:
� Previsione (prima dell’evento) – fase di allertamento
� Evento in corso (all’inizio del periodo di validità dell’Avviso di criticità o all’insorgere di
fenomeni significativi non previsti) – fase di monitoraggio
� Post evento (al termine del periodo di validità dell’Avviso di criticità e per le 48 ore
successive o al termine delle condizioni di rischio) – fase di verifica
I Comuni sono tenuti a consultare quotidianamente i l Bollettino di Vigilanza Meteorologica
regionale e il Bollettino di sintesi delle criticit à regionali (Normalità).
Lo schema generale di allertamento è il seguente:
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Centro Intercomunale della Valdera 141
Le attività da svolgere durante la Previsione nei vari livelli di allertamento sono riportate nelle
schede allegate.
PRE-ATTENZIONE
Bollettino di
Vigilanza
Meteorologica
Bollettino di
sintesi delle
criticità
Attività del Centro
Intercomunale
Attività del Comune(*)
possibilità di
fenomeni
significativi per
dopodomani
(48-72 ore)
-
- Segue l’evoluzione dei
fenomeni sul sito web del
Centro Funzionale.
- Garantisce, per il giorno
successivo (domani), le
condizioni di operatività
necessarie per il
ricevimento di eventuali
Avvisi di Criticità.
- Segnala a Comuni e
Provincia eventuali
situazioni di vulnerabilità
- Verifica la disponibilità
delle associaioni di
volontariato e dei Vigili del
Fuoco Volontari.
- Segue l’evoluzione dei
fenomeni sul sito web del
Centro Funzionale.
- Garantisce, per il giorno
successivo (domani), le
condizioni di operatività
necessarie per il
ricevimento di eventuali
Avvisi di Criticità.
- Segnala al CIPC eventuali
situazioni di vulnerabilità
- Verifica la disponibilità dei
servizio di pronto
intervento comunale
Le attività sono parallele e non in sovrapposizione in quanto trattasi di una attività ordinaria relativa
al sistema di reperibilità e comunicazione tra entri.
(*) Da intendersi al minimo come Sindaco e referente comunale anche se sarebbe opportuno che
si diffondesse l’abitudine dei servizi tecnici a controllare il bollettino quotidianamente nello spirito di
una cultura di pc.
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Centro Intercomunale della Valdera 142
VIGILANZA
Bollettino di
Vigilanza
Meteorologica
Bollettino di
sintesi delle
criticità
Attività del Centro
Intercomunale
Attività del Comune
fenomeni
significativi per
oggi o domani
(24 – 48 ore)
situazioni di
criticità ordinaria
per la giornata
in corso (oggi)
e/o per quella
successiva
(domani) e non
sia emesso
Avviso di
Criticità
- Segue l’evoluzione dei
fenomeni sul sito web del
Centro Funzionale
- Garantisce le condizioni di
operatività necessarie per il
ricevimento di eventuali
Avvisi di criticità moderata
o elevata trasmessi anche
con preavvisi inferiori alle
12 ore rispetto alla data di
inizio dei fenomeni;
- Assicura l’operatività dei
recapiti telefonici e fax
forniti alle Province e
segnalano prontamente alle
medesime eventuali eventi
meteorologici intensi in
corso o situazioni di
vulnerabilità.
- Segue l’evoluzione dei
fenomeni sul sito web del
Centro Funzionale
- Garantisce le condizioni di
operatività necessarie per il
ricevimento di eventuali
Avvisi di criticità moderata
o elevata trasmessi anche
con preavvisi inferiori alle
12 ore rispetto alla data di
inizio dei fenomeni;
- Assicura l’operatività dei
recapiti telefonici e fax
forniti alle Province e
segnalano prontamente al
Centro Intercomunale,
eventuali eventi
meteorologici intensi in
corso o situazioni di
vulnerabilità.
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Centro Intercomunale della Valdera 143
ALLERTA
Bollettino di
Vigilanza
Meteorologica
Bollettino di
sintesi delle
criticità
Attività del Centro
Intercomunale
Attività del Comune
fenomeni
significativi per
oggi o domani
(24 – 48 ore)
situazioni di
criticità
moderata o
elevata con
Avviso di
Criticità
a partire da
domani
(ALLERTA 1)
o da oggi
(ALLERTA 2)
- Garantisce la reperibilità
telefonica e fax H24
- Verifica i collegamenti con i
Comuni nonché con le
organizzazioni del
volontariato convenzionate
o comunque da attivare in
caso di emergenza e con
gli altri soggetti a supporto
delle attività di soccorso
- Verifica la reperibilità dei
Comuni e delle
associazioni di volontariato
locali e dei Vigili del Fuoco
volontari.
- Verifica l’efficienza e la
disponibilità delle ulteriori
risorse presenti sul
territorio intercomunale.
- Verifica necessità di
attivare il COI se non
attivato e convocare il
coordinamento
Intercomunale in
emergenza.
- Verifica le criticità presenti
sul territorio e supporta i
comuni nelle prime azioni
di contrasto e di
informazione e
salvaguardia della
- Garantisce la reperibilità
telefonica e fax H24
- Verifica la disponibilità dei
propri servizi tecnici e in
particolare con quelli
competenti per le attività di
pronto intervento .
- Verifica le criticità presenti
sul territorio, ne informa il
CIPC e adotta le prime
azioni di contrasto .
- Comunica al C.I.P.C. le
determinazioni assunte, le
attività in essere e le
eventuali criticità.
- Attiva le prime azioni per la
salvaguardia della
popolazione ritenute
opportune in rapporto alla
criticità prevista in accordo
col CIPC.
- Provvede all’informazione
della popolazione.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 144
popolazione.
- Comunica alla provincia le
determinazioni assunte dai
Comuni e dal Centro, le
attività in essere e le
eventuali criticità, ai sensi
delle disposizioni
approvate con Decreto
dirig. n.6884 del 13
Dicembre 2005
- Compatibilmente con le
proprie risorse e le risorse
messe a disposizione del
sistema regionale di pc
applica il principio di
sussidiarietà nel territorio
dei comuni associati.
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Centro Intercomunale della Valdera 145
4.1 PROCEDURA DI ALLERTAMENTO SISTEMA INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVLE
ATTIVITA INTEGRATA CIPC – COMUNI – PROVINCIA
SISTEMA ALLERTA REGIONALE
Sono previsti due livelli di allertamento:
ALLERTA 1 – preavviso > 12 ore su inizio eventi
ALLERTA 2 – preavviso < 12 ore su inizio eventi
PROCEDURA DI ALLERTAMENTO INTERCOMUNALE
1) In caso di allerta meteo regionale la Provincia avverte i comuni e i centri intercomunali tramite
invio di sms, email e fax ai numeri segnalati dai comuni stessi, oltre ad avvisare con sms anche i
Sindaci.
1b) In caso di Allerta 2 la Provincia allerta il CIPC anche via telefono.
2) Il reperibile di turno (o in assenza di esso il dirigente o il Sindaco stesso - NB procedura interna
all’amministrazione comunale) conferma la ricezione dell’allerta meteo al numero del centro
intercomunale entro le due ore dalla ricezione.
NUMERO INTERCOMUNALE PER CONFERMA ALLERTA
0587 734 456
In caso di difficoltà di comunicazione utilizzare i seguenti numeri alternativi:
0587 734 440 448 449 oltre a cellulari responsabile e vice (vedi elenco numeri telefonici)
2b) In caso di Allerta 2 il Centro chiama telefonicamente i comuni per verificare la ricezione
dell’allertamento e eventuali criticità. Si invitano i comuni comunque a dare immediata conferma ai
numeri di cui sopra.
ATTENZIONE !!!
Nel caso di mancata reperibilità dell’incaricato sarà contattato il Sindaco.
In caso di mancanza di comunicazione o irreperibilità da parte dei comuni la normativa regionale
prevede, ove sia comunicata l’allerta 2), che la Provincia informi la Prefettura richiedendone il
supporto per contattare i comuni medesimi.
3) Il centro intercomunale comunica alla Provincia di Pisa la ricezione da parte dei comuni ed
eventuali criticità chiamando il numero: 050 929 284 e 050 9711111
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Centro Intercomunale della Valdera 146
SCHEMA GENERALE DI ALLERTAMENTO (ALLERTA 1)
provincia
1) Comunicazione ALLERTA
tramite FAX sms emai a tutti
3) Conferma telefonica avvenuta ricezione
2b) Il CIPC Chiama i comuni verificando la ricezione e/o criticità
comuni CIPC
1b) Eventuale Telefonata da Provincia a CIPC
NB - I comuni possono comunque chiamare il CIPC per dare conferma
provincia
1) Comunicazione ALLERTA
tramite FAX sms emai a tutti
3) Conferma telefonica avvenuta ricezione
2) Conferma telefonica avvenuta ricezione
comuni CIPC
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Centro Intercomunale della Valdera 147
SCHEMA GENERALE DI ALLERTAMENTO (ALLERTA 2)
Cessazione dello stato di allerta
Lo stato di allerta cessa automaticamente al termine di validità dell’Avviso di Criticità.
Eventuali cessazioni posticipate verranno comunicate, tramite messaggio fax, con le stesse
procedure previste per l’invio della allerta. Le cessazioni anticipate sono comunicate tramite web.
Messaggistica sms da centro intercomunale
Oltre all’sms, al FAX e alla email, comunicato dalla Provincia il Centro può inviare un sms di
sollecito a contattare il Centro stesso per dare conferma della ricezione dell’allerta meteo.
In caso di allertamenti locali NON preannunciati dal sistema regionale il Centro Intercomunale può
provvedere ad allertare i comuni e il volontariato
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Centro Intercomunale della Valdera 148
5 PROCEDURA SEGNALAZIONE CRITICITA’ Decreto Dirigenziale n. 6884 del 13 dicembre 2005
Allegato 1
ATTIVITA’ DEL CESI – COI.
Per eventi non prevedibili o per altri eventi differenti lo stato di allerta meteo:
� il CeSi in caso di criticità invia la segnalazione alla Provincia (tramite apposita scheda o
telefonicamente).
Durante lo stato di allerta:
� il CeSi durante l’attività di MONITORAGGIO PROGRAMMATO ORDINARIO) effettua solo in
caso di criticità segnalazioni alla Provincia (tramite apposita scheda o telefonicamente).
� In presenza di situazioni di criticità locali rilevanti, il CIPC per il Comune/i interessati a criticità
concorda con la Provincia l’avvio di una procedura di MONITORAGGIO INTENSIVO (se non
già in corso), definendo d’intesa con la medesima la periodicità per l’invio dei REPORT
L’efficacia dell’attività di monitoraggio dipende in larga misura dalla tempestiva segnalazione delle
criticità da parte del Comune/C.I.
Il CENTRO SITUAZIONI provvede a segnalare immediatamente al manifestarsi dell’evento i
seguenti elementi (D.G.R. n. 949/2004 punto A1.2):
- tipologia dell’evento
- area interessata
- effetti rilevanti: popolazione dispersa, evacuata, isolata servizi pubblici e viabilità interrotte,
altre situazioni di disagio
- interventi di soccorso attivati”.
In caso di allerta il CIPC anche tramite i Comuni (art. 24 dpcm del 27/02/2004 approvate con la
delibera Giunta regionale n. 637/2005, smi con delibera n. 775/2005):
• “verifica le criticità presenti nel territorio e adotta le azioni di contrasto come previsto dal
piano intercomunale di protezione civile
• comunica alla provincia le determinazioni assunte, le attività in essere e le eventuali
criticità”.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 149
Le segnalazioni da parte del CIPC costituiscono il contenuto dei report elaborati dalla provincia e
trasmessi alla regione entro le ore 9:30 e le ore 15:30 (in caso di monitoraggio programmato)
comunque la segnalazione di danni è una attività da svolgere celermente anche per le vie brevi in
modo da comunicare l’effettivo stato delle cose. Pertanto le segnalazione dai comuni è opportuno
vengano trasmesse prima di tali orari utilizzando una SCHEDA SEGNALAZIONE omologa, quanto
a contenuto, al REPORT.
La scheda di segnalazione è invita dal CIPC alla Provincia:
• via fax
• anche comunicata telefonicamente o con le altre modalità eventualmente concordate
(Radio ).
Il Centro Situazioni jntercomunale fa riferimento con la Sala Operativa Unificata regionale in caso
di irraggiungibilità della Provincia si rapporta.
Da ricordare che i Centri intercomunali l’invio delle segnalazioni è effettuato esclusivamente dal
Centro intercomunale, utilizzando una unica SCHEDA SEGNALAZIONE per tutti i comuni
associati interessati e specificando il comune interessato alle varie criticità .
Anche i rapporti informativi telefonici ulteriori e ogni altro contatto informativo con la provincia e la
SOUP sono in titolarità del Centro intercomunale.
Tale procedura è fondamentale per l’accesso ai contributi finanziari regionali (DPGR n. 34 del
30/06/2004) e trova riferimento normativo nella D.G.R. n. 637/2005, successivamente modificata
con D.G.R. n. 775/2005“il Comune comunica alla provincia le determinazioni assunte, le attività in
essere e le eventuali criticità (articolo 24 comma 1)”
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 150
6 PROCEDURA SEGNALAZIONE DANNI Decreto Dirigenziale n. 6884 del 13 dicembre 2005
Allegato 2
PROCEDURA INTEGRATA CIPC – COMUNI
L’attività di segnalazione danni rappresenta una attività strategica nella gestione di un evento
calamitoso sia per la definizione dell’estensione dell’evento e la conseguente richiesta dello stato
di emergenza in tempi brevi sia per la conseguente attivazione di contributi finanziari della
Regione.
Il CIPC provvede al censimento danni compilando e trasmettendo alla Provincia le seguenti
schede, per l’attività di raccolta e distribuzione si potrà provvedere anche presso i singoli comuni
interessati:
• SCHEDA DANNI ENTE, RELAZIONE COMPLESSIVA DELL’EVENTO
• SCHEDA DANNI PRIVATI
• SCHEDA DANNI IMPRESE
Si ricorda come che ove il Centro intercomunale gestisce in forma associata l’attività di censimento
dei danni, l’invio della SCHEDA DANNI ENTE è effettuato esclusivamente dal Centro
intercomunale, utilizzando una SCHEDA per ogni comune associato interessato (e non una
cumulativa per tutti i comuni della forma associata) ed una eventuale scheda per il Centro
Intercomunale medesimo ove abbia direttamente effettuato interventi.
I Comuni provvedono a inviare le schede rilevamento danni al CIPC.
Anche ulteriori rapporti informativi con la Provincia e la Regione sono in titolarità del Centro
intercomunale.
.
SCHEDA DANNI ENTE e RELAZIONE COMPLESSIVA DELL’EVEN TO
La SCHEDA DANNI ENTE ha lo scopo di condurre un primo censimento danni finalizzato alla
valutazione della rilevanza dell’evento contiene
a) la descrizione definitiva degli effetti dell’evento;
b) la precisazione dei danni occorsi;
c) gli interventi di contrasto così organizzati:
- interventi intrapresi nella fase dell’emergenza
- interventi da avviare con la massima urgenza in quanto relativi a criticità non risolte
- interventi da avviare per il completo superamento dell’emergenza.
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 151
E’ inviata dal entro 7 giorni dalla fine dell’evento alla Provincia (eventuali necessari
approfondimenti o dati integrativi potranno essere segnalati con un aggiornamento della scheda).
Tale scheda è accompagnata da cartografia in scala 1:10.000 con rappresentazione areale o
puntuale dell’evento occorso, eventualmente accompagnata da cartografia di maggior dettaglio, ed
è compilata come segue:
EFFETTI AL SUOLO: descrivere gli effetti indotti dall’evento.
DANNI SUBITI DA INFRASTRUTURE, EDIFICI E OPERE PUBBLICHE (tali quadri vengono
compilati dal soggetto competente alla relativa ges tione, e comunque dal comune anche
per tutte le opere pubbliche che non sono di compet enza comunale o provinciale: ospedali
…) riportare la descrizione dei danni al sistema infrastrutturale, agli edifici ed alle opere pubbliche
con riferimento alle tipologie di danno subito, al grado di danneggiamento ed agli effetti in termini di
fruibilità degli stessi (interruzioni nella viabilità, inagibilità/agibilità parziale di edifici pubblici);
POPOLAZIONE EVACUATA e ALTRI DANNI ALLA POPOLAZIONE:
Indicare gli effetti dell’evento sulla popolazione mediante:
A) individuazione delle situazioni che hanno comportato inagibilità delle abitazioni, sia per
danni diretti che in forma preventiva, con la conseguente evacuazione di privati,
attualmente risolte o tuttora in corso
B) Modalità di sistemazione dei nuclei familiari tuttora evacuati in base a provvedimenti di
inagibilità/evacuazione, per la eventuale concessione di contributi per l’autonoma
sistemazione
C) Quantificazione degli immobili danneggiati e dei mobili registrati danneggiati o distrutti
DANNI AL SISTEMA PRODUTTIVO: Individuare le situazioni relative alle imprese che hanno
comportato inagibilità o comunque sospensioni prolungate dell’attività produttiva e una prima stima
del numero delle impresedanneggiate con riferimento alle relative tipologie di danno prevalente.
INTERVENTI DI SOCCORSO EFFETTUATI CON I RELATIVI IMPORTI DI SPESA SOSTENUTI:
Descrivere gli interventi di soccorso o di ripristino urgente, conclusi o in fase di completamento,
attivati con procedure di urgenza e/o di somma urgenza
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 152
INTERVENTI URGENTI GIA’ AVVIATI: individuare gli interventi avviati, sulla base di alcune
categorie tipiche indicate, oppure utilizzare l’ipotesi residuale per la quale devono essere
specificate le valutazioni circa l’urgenza degli interventi stessi.
ULTERIORI INTERVENTI URGENTI DA ATTIVARE (quadro C1) o ULTERIORI CRITICITA’ DA
RISOLVERE PER IL COMPLETO SUPERAMENTO DELL’EMERGENZA E PER LA MESSA IN
SICUREZZA (quadro C2): Verificare le criticità persistenti a seconda della categoria di priorità.
Provincia
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 153
SCHEDA DANNI PRIVATI E SCHEDA DANNI IMPRESE
PROCEDURA INTEGRATA CIPC COMUNI
Il CIPC insieme ai tecnici dei comuni, dopo la prima e sommaria valutazione dei danni ai privati e
alle imprese riportata nella scheda “CENTRO INTERCOMUNALE – SEGNALAZIONE
CRITICITA’”, effettua una ricognizione analitica degli stessi mediante la distribuzione e la raccolta
della SCHEDA DANNI PRIVATI e della SCHEDA DANNI IMPRESE.
Le schede dovranno essere consegnate al Comune entro 15 giorni dalla loro distribuzione da
parte del medesimo .
Ove l’attività di rilevamento danni svolta dalla apposita FUNZIONE DI SUPPORTO si verifichi la
presenza di danni significativi alle parti abitative degli immobili, ai beni mobili ivi contenuti e ai beni
mobili registrati, promuove mediante sopralluogo anche solo esternamente alle strutture la verifica
degli effetti dell’evento, descrivendo la situazione di fatto visibile. I risultati di tale sopralluogo sono
riportati in calce alla domanda.
Se sono stati coinvolti dall’evento un numero consistente di abitazioni, il Comune effettua la
predetta verifica rappresentando l’impatto dell’evento per aree colpite su apposita cartografia ed
evidenziando la diversa intensità raggiunta (ad esempio in relazione all’altezza dell’acqua).
Devono essere comunque oggetto di verifiche puntuali gli immobili:
- ove i danni indicati nelle SCHEDE siano di particolare entità economica o siano di carattere
strutturale
- ove l’immobile danneggiato sia stato dichiarato inagibile dal Comune o verificato tale dai Vigili del
Fuoco; in questo caso il Comune deve anche individuare gli interventi necessari per la revoca della
inagibilità ed effettuare la relativa stima economica in modo che possa essere concesso il
contributo regionale.
Le singole SCHEDE DANNI PRIVATI e SCHEDE DANNI IMPRESE non devono essere
trasmesse dal Comune né alla Regione né alla Provincia.
I relativi dati saranno comunicati alla Regione e alla Provincia con le modalità di volta in volta
stabilite dalla Regione in rapporto all’entità dell’evento.
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7 - PROCEDURA ATTIVAZIONE DEL VOLONTARIATO
PROCEDURA CIPC
L’accesso ai benefici di cui agli artt.9 e 10 del DPR n.194/2001 è subordinato a due condizioni:
- l’autorizzazione all’impiego del volontariato da parte del Dipartimento della Protezione
Civile;
- l’iscrizione delle organizzazioni attivate all’elenco nazionale del volontariato di cui all’art.1,
comma 3, del DPR 194/2001;
Procedura:
1. Richiesta di attivazione del volontariato
Il CIPC (utilizzando il fac-simile Mod. A/1 ), invia richiesta al Centro Situazioni regionale che
provvede ai necessari adempimenti per il rilascio dell’autorizzazione da parte del Dipartimento
della Protezione Civile.
2. Adempimenti CIPC al termine della emergenza
Organizzazioni impiegate
Il CIPC, entro 10 giorni dal termine dell’emergenza trasmette alla Regione una comunicazione
nella quale sono specificate le organizzazioni di volontariato effettivamente impiegate ed il periodo
di impiego. A tale fine sarà utilizzato il fac-simile Mod. B.
Attestato di presenza
Il CIPC provvede a rilasciare attestato di presenza ai singoli volontari secondo il fac-simile Mod. C.
Tale Modello deve essere controfirmato e timbrato anche dal Legale rappresentante
dell’associazione di appartenenza del volontario. Mod. C
Riepilogo spese volontariato
Il CIPC entro 60 giorni dalla cessazione della attività di soccorso, invia alla Regione il riepilogativo
delle spese sostenute dalle organizzazioni di volontariato impiegate. A tale fine verranno usati il
fac-simile Mod. D “Riepilogo spese organizzazioni” ed il Mod. D/1 “Rimborso spese singola
organizzazione”.
3. Domanda di rimborso del datore di lavoro pubblico o privato
La richiesta di rimborso del datore di lavoro pubblico o privato, delle somme equivalenti agli
emolumenti versati al proprio dipendente che abbia partecipato alle attività di soccorso autorizzate,
Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007
Centro Intercomunale della Valdera 155
è redatta nella forma di dichiarazione sostitutiva ai sensi e per gli effetti di cui al DPR n.445/2000,
secondo il fac - simile Mod. E .
4. Domanda di rimborso del lavoratore autonomo
La richiesta di rimborso per mancato guadagno del lavoratore autonomo, è redatta nella forma di
dichiarazione sostitutiva ai sensi e per gli effetti di cui al DPR n.445/2000, secondo il fac - simile
Mod. F. Mod. F
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Centro Intercomunale della Valdera 156
8. PROCEDURA MONITORAGGIO E ATTIVITÀ DI MONITORAGGI O DEI PUNTI CRITICI
ATTIVITA CIPC-COMUNI-VOLONTARIATO-ALTRI ENTI
Le attività di monitoraggio vengono svolte:
X in sala operativa SOI
X sul territorio
Il monitoraggio di SOI rientra nell’attività di CeSi svolta giornalmente dall’ufficioo intercomunale
e a cui partecipano con l’osservazione dei bollettini e il controllo della ricezione di eventuali
allerta tutti i comuni.
Per l’attività di monitoraggio in SOI è prodotto un allegato specifico contenente i principali
numeri telefonici di riferimento per l’allerta e il controllo e un elenco di siti internet preposti
all’attività di monitoraggio del territorio.
Il monitoraggio sul territorio viene svolto dai Comuni mediante i propri uffici tecnici e di PM e
dalle associazioni di volontariato convenzionate, secondo uno schema definito dal quadro dei
rischi contenuto nel presente piano e legato allo sviluppo della dinamica emergenziale.
L’attività di monitopraggio prevede inoltre contatti anche con Provincia e Consorzi di Bonifica
per il monitoraggio sui corsi d’aacqua e il Centro Funzionale Regionale anche mediante i
collegamenti ad Internet.
Il contatto con le FF.OO. cittadini e attività sul territorio permettono un ulteriore analisi della
situazione.
Le attività di monitoraggio sono di competenza della FS 1 e pertanto saranno definite
nell’ambito di un protocollo operativo di gestione della stessa.
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9. REPERIBILITÀ
ATTIVITA CONGIUNTA COMUNI CIPC
Attualmente il sistema della reperibilità legato alla procedura di allertamento regionale prevede:
X n° 2 operatori del CIPC in reperibilità telefonic a alternata eventualmente supportata da altre
collaborazioni
X n°1 reperibile per ogni comune associato con funz ioni anche di pronto intervento tecnico
Al sistema di allertamento partecipano anche i Sindaci che sono coinvolti e avvertiti sia dalla
provincia che dal CIPC per allerta meteo e per comunicazioni di urgenza.
10. ATTIVAZIONE DELLE RISORSE
ATTIVITA CONGIUNTA COMUNI CIPC
Le risorse in disponibilità dei comuni e del CIPC vengono attivate direttamente dal CIPC con
l’apporto del personale dei comuni per un efficace disposizione logistica delle stesse.
Queste possono essere anche essere impiegate dal volontariato convenzionato.
Le risorse del volontariato sono attivate dal CIPC secondo la specifica procedura e secondo un
accordo operativo in corso di definizione.
Le risorse esterne alle amministrazioni possono essere attivate direttamente dal CIPC nell’ambito
delle proprie disponibilità finanziarie
11. PROCEDURE FINANZIARIE
ATTIVITA CONGIUNTA COMUNI CIPC
Il CIPC gode di un suo specifico capitolo di spesa e di entrata all’interno del bilancio del Comune
Capofila, in tale capitolo potranno essere fatte confluire risorse finanziarie necessarie a far fronte le
situazioni di emergenza sia tramite fondi di provenienza Statale, Regionale o Provinciale, sia da
parte dei Comuni stessi; ad oggi la procedura più corretta per mettere a disposizione risorse
finanziarie è quella della variazione di bilancio attuata dai comuni e dal comitato di gestione dl
CIPC.