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Centro Intercomunale della Valdera (Prov. di Pisa) PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE RELAZIONE Prima stesura dicembre 2006 Revisione definitiva Ottobre 2007 Approvato dalla Conferenza dei Sindaci in data 29 / ottobre / 2007

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Centro Intercomunale della Valdera (Prov. di Pisa)

PPIIAANNOO IINNTTEERRCCOOMMUUNNAALLEE

DDII PPRROOTTEEZZIIOONNEE CCIIVVIILLEE

RELAZIONE

Prima stesura dicembre 2006

Revisione definitiva Ottobre 2007

Approvato dalla Conferenza dei Sindaci in data 29 / ottobre / 2007

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INDICE

Parte Generale

A) Quadro conoscitivo del territorio intercomunale.

B) Analisi dei fattori di pericolosità nell’ambito intercomunale:

C) Individuazione dei possibili scenari di danno

Parte Operativa

D) Individuazione sede centro intercomunale

E) Individuazione dell’organizzazione del Centro intercomunale in emergenza

Allegati Operativi

All. 1 Le procedure

All. 2 Le aree di Emergenza

All. 3 I Cancelli

All. 4 Le risorse

All. 5 Modulistica (fuori testo)

Cartografia (fuori testo)

Tavola 1 Corografia generale 1:100.000

Tavola 2 Carta della Viabilità 1:30.000

Tavola 3 Carta della rete idrografica 1:30.000

Tavola 4 Carta litologica e geologica 1:30.000

Tavola 5 Carta della pericolosità e del rischio 1:30.000

Tavola 5a 5b 5c5d Carta della pericolosita e del rischio (dettglio) 1:15.000

Tavola 6 Carta Operativa 1:30.000

Tavola 7 Carta Operativa (dettaglio dei centri abitati) formato A3

Allegato fuori testo: Manuale Operativo

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PREMESSA

Il Piano Intercomunale rappresenta lo strumento operativo per assolvere direttamente allo

svolgimento delle competenze di cui all’articolo 8, comma 2, lettera d), della L.R. 67/2003 ovvero

adottare “gli atti e tutte le iniziative necessarie per garantire, in emergenza, la salvaguardia della

popolazione e dei beni, assumendo il coordinamento degli interventi di soccorso nell’ambito del

territorio comunale e raccordandosi con la provincia per ogni necessario supporto”.

Rappresenta dunque lo strumento operativo di riferimento per il comune per fronteggiare le

competenze ad esso attribuite dalle normative in materia di protezione civile, essenzialmente

finalizzate ad assicurare gli interventi indirizzati all’incolumità e all’assistenza della popolazione,

alla salvaguardia dei beni, in particolare di quelli pubblici, funzionali al mantenimento delle normali

condizioni di vita della popolazione ed allo svolgimento delle attività pubbliche essenziali.

Per la stesura della parte operativa si è tenuto conto dell’organizzazione complessiva degli enti,

delle risorse umane e del materiale disponibile con riferimento, in particolare, all’organizzazione e

ai compiti dell’ufficio tecnico, della polizia municipale, degli uffici competenti in materia di viabilità,

edilizia e di servizi sociali e al volontariato presente nel territorio comunale.

Relativamente all’attività da svolgere nel presente piano sono stabilite delle linee guida operative

che necessariamente dovranno essere successivamente adattate e personalizzate dai soggetti

costituenti le Funzioni di Supporto tramite la messa a punto dei relativi mansionari. Tali strumenti

regolano le attività di centro operativo, centro situazioni ed attività operativa.

Il piano intercomunale di protezione civile è stato redatto tenendo conto del principale

fenomenologia generatrice di rischio presente sul territorio rappresentata dagli eventi idrogeologici.

Sul territorio sono presenti in maniera subordinata rischi di tipo antropico quali rischio incendi

boschivi, rischio da trasporti sulla viabilità ed altri comuni a tutto il territorio nazionale (black-out,

emergenze sanitarie ecc.) per le quali tuttavia non esistono indicatori di rischio specifico e che

potranno essere affrontati negli sviluppi della pianificazione di emergenza.

Relativamente al rischio sismico i comuni associati sono tutti classificati sismici e sono stati

interessati in passato da eventi sismici. Tuttavia relativamente alla definizione dello scenario di

rischio ad oggi non sono disponibili studi per supportare una adeguata pianificazione di emergenza

e per la definizione di uno scenario significativo. Nonostante ciò nell’individuazione delle aree di

emergenza si è tenuto comunque di conto della presenza di tale rischio sebbene non sia stato

possibile specificare l’individuazione ufficiale delle aree di attesa.

La gestione in forma associata della funzione di elaborazione del piano di protezione civile non è

intesa dalla LR n.67/2003 esclusivamente come forma di “supporto” al singolo comune, ma come

modalità per realizzare un piano di protezione civile integrato a scala intercomunale.

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Per tale motivo l’art.16, comma 2 prevede che in tali casi il piano possa essere predisposto in

modo “unico” per l’ambito intercomunale.

L’unicità del piano viene quindi intesa come unica rappresentazione dei rischi (quantomeno quelli

comuni all’ambito intercomunale) e delle risorse disponibili, e prevede che le azioni dei singoli

comuni siano di tipo integrato, per quanto necessario in rapporto agli scenari di rischio ipotizzati.

Ll’organizzazione e le procedure operative, sono state impostate in modo da:

� essere condivise in una ottica di integrazione, ma decise e gestite da ciascun comune con i

propri uffici (ipotesi minimale di forma associata)

oppure, in alternativa

� essere assolte per la parte di Centro Situazioni dal Centro intercomunale (e quindi

unitariamente e concordemente decise).

L’organizzazione e le procedure operative relative alla attività di centro operativo saranno

comunque condivise in una ottica di integrazione da ciascun comune.

La redazione del presente documento deriva dall’applicazione, dell’insieme degli indirizzi espressi

dalla L. 225/92, dalla D.L. 180/98 convertito nella L. 267/98, dalla L. 401/01 e dalla Legge

Regionale 29 dicembre 2003 n°67 e relativo regolame nto di attuazione (DPGRT del 1 dicembre

2004, n. 69/R e smi ).

Per gli aspetti tecnici si è fatto riferimento alle recenti linee guida regionali per la redazione del

Piano Intercomunale di Protezione Civile (Decreto dirigenziale 2977 del 30-05-2005 Approvazione

delle istruzioni tecniche per la elaborazione del piano intercomunale di protezione civile) e al

modello organizzativo nazionale proposto dal Dipartimento della Protezione Civile “Modello

Augustus”.

In allegato si la normativa di riferimento in materia di Protezione Civile esistente all’atto di

redazione del presente Piano.

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PARTE

A

QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO INTERCOMUNALE

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A - QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO INTERCOMUNALE

A.1 Suddivisione amministrativa

Il Centro Intercomunale di Protezione Civile (C.I.P.C.) della Valdera collocato a sud-est di Pisa fa

parte del Sistema Provinciale di Protezione Civile ed è stato individuato come tale nella cartografia

allegata alla Deliberazione Consiglio Provinciale n. 132/03 con la sigla C.I.P.C. n° 5.

Il Centro ricade sotto l’Amministrazione Provinciale di Pisa e comprende i Comuni di: Ponsacco,

Capannoli, Casciana Terme, Chianni, Lajatico, Palaia, Peccioli e Terricciola.

Ponsacco: E’ un Comune che si sviluppa su un territorio prevalentemente pianeggiante con quote

altimetriche comprese fra i 15,00 ml ed i 24,00 ml. Il territorio comunale ha una superficie di Kmq

19,90 ed una popolazione di 12.580 abitanti, si tratta quindi di un territorio fortemente antropizzato

nel quale si evidenzia la presenza di numerose attività artigianali e commerciali in Loc. Le Melorie.

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La città di Ponsacco è attraversata dal Fiume Cascina, che nasce nei pressi di Casciana Terme e

va a sfociare nel Fiume Era. Il Comune di Ponsacco è situato in una posizione che può definirsi

strategica per gli altri comuni della Valdera in quanto costituisce il centro più esteso della zona ed il

punto di passaggio per la Valdarno.

Capannoli : Il Comune di Capannoli, costituito dal centro abitato, dalla frazione di Santo Pietro

Belvedere e dalle località di Solaia e SS. Annunziata, conta 5.105 abitanti ed ha una superficie di

22,47 chilometri quadrati per una densità abitativa di 225,19 abitanti per chilometro quadrato. Il

territorio comunale con morfologia prevalentemente pianeggiante (65 %) – collinare (35 %),

presenta quote altimetriche comprese tra i 25 e i 147 metri sul livello del mare. Capannoli sorge

nella valle del fiume Era occupando anche una parte della riserva naturale dell'Alta Valdera.

L'economia locale si basa prevalentemente sull'agricoltura e segnatamente sulla produzione

vitivinicola e sull'allevamento di bestiame. Rilevante è l'attività di numerose industrie per la

produzione di mobili per la casa.

Casciana Terme : Si estende su una superficie di Kmq 36,44 e cont a 3.538 abitanti.

Il Comune di Casciana Terme è costituito dal centro abitato, dalla frazione di Parlascio, Sant’Ermo,

Colle Montanino, Ceppato e da una serie di piccole località.

Il territorio del Comune di Casciana Terme è costituito in prevalenza da terreno collinare con quote

altimetriche comprese fra i 43,00 ml ed i 507,00 ml .Da segnalare la presenza sul territorio degli

impianti termali, conosciuti fin dall’antichità per le proprietà curative delle acque termali sorgive.

Chianni : Si estende su una superficie di Kmq 62,90 e con ta 1.563 abitanti.

Il Comune di Chianni è costituito dal centro abitato, dalla frazione di Rivalto e da una serie di

piccole località.

Il territorio del Comune di Chianni è costituito al 100% da terreno collinare. Esso si sviluppa

prevalentemente ad ovest dello spartiacque dei rilievi Monte Vitalba (mt 675) e Monte Vaso (mt

634), Poggio Castagnolo (mt 601), Poggio Biancanelle (mt 590) e Poggio Ceraso (mt 584).

A sud il territorio comunale è delimitato dal corso del torrente La Sterza e a nord da quello del

torrente della Fine. Gli altri corsi d’acqua esistenti (circa n. 15) sono costituiti da botri di scarso

interesse e con portata d’acqua limitata.

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Le coltivazioni prevalenti sono esclusivamente graminacee e foraggiere con ampi spazi di

cespugliato adatto alla pastorizia. Vi sono anche coltivazioni di oliveti e vigneti ma per il 50% il

territorio risulta boschivo e per circa un’estensione di 200 ha la proprietà è demaniale.

Lajatico : Il Comune di Lajatico, costituito dal centro abitato, dalla frazione di Orciatico e dalle

località di La Sterza e San Giovanni, conta 1.389 abitanti ed ha una superficie di 72,34 Kmq. Il

territorio comunale con morfologia prevalentemente pianeggiante–collinare, presenta quote

altimetriche comprese tra i 50 e i 628 metri sul livello del mare. Comune dedito principalmente

all'agricoltura mantiene, ancora oggi, una notevole attività in questo settore con la produzione di

cereali, vino, uva e olio. Un'altra caratteristica della sua economia è la presenza nel suo territorio di

importanti allevamenti ovini e bovini che si avvalgono di pascoli naturali. Notevole è dunque la

produzione del latte che viene poi trasformato in altre provincie per la mancanza di caseifici nella

zona. Assai sviluppata la coltivazione di alberi da frutta e di prodotti ortofrutticoli. Le industrie sono

invece tutte collocate in pianura. Prevalentemente si tratta di industrie di trasformazione di prodotti

agricoli nonché di mobili. I numerosi boschi, dove sono insediate varie aziende faunistiche,

forniscono molto legname.

Palaia : Il territorio comunale di Palaia si estende su una superficie Kmq 73 e conta 4.522 abitanti.

E’ formato da un sistema collinare complesso che si articola sul doppio sistema idrografico dell’Era

e dell’Arno. Tale sistema appartiene a quello delle colline centrali della Toscana con quote

altimetriche comprese fra 15 ml e 300 ml (Toiano). L’area, si caratterizza per l’ampia valle dell’Era

che scorre in direzione sud-nord verso l’Arno, contornata da dolci rilievi che degradano lentamente

nella vasta pianura pisana. Ad ovest le ultimi propaggini provenienti dai monti di Castellina, ad est i

rilievi di Cornocchio, più complessi e articolati, attraversati dal Carfalo e dal Tosola affluenti del

Roglio che in piena pianura si immette nell’Era, mentre a nord la Chiecina e la Chiecinella affluenti

diretti dell’Arno, creano un sistema di vallecole interne su cui il sistema di displuvio delle acque ha

inciso potentemente sul territorio.

L’area, per la sua collocazione geografica, si pone come zona di transizione fra la Valdera e il

sistema del Valdarno in diretto collegamento con S.Miniato. A sud troviamo i poggi di Toiano e di

Montefoscoli aggettanti sul corso del Carfalo, ad ovest il Roglio nell’ampia pianura dell’Era, a nord

ed ad est i torrenti Ricavo, Chiecinella e Chiecina, affluenti diretti dell’Arno che scorrono in angusti

spazi vallivi. Il carattere torrentizio dei fiumi e situazioni di impaludamenti hanno spinto nel corso

dei secoli l’insediamento solo sulle creste dei poggi.

Il territorio agricolo, presenta una struttura tipica della campagna toscana con un sistema

organizzato su un centro produttivo e una rete di poderi e case coloniche sparse che presidiano

tutto il territorio.

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Peccioli : Il Comune di Peccioli, costituito dal centro abitato, dalla frazione di Montecchio,

Fabbrica, Montelopio, Ghizzano, Legoli e Cedri, conta 4.831 abitanti ed ha una superficie di Kmq

52,20. Il territorio del comunale con morfologia prevalentemente collinare, presenta quote

altimetriche comprese tra i 33 e i 284 metri sul livello del mare.

Il centro di Peccioli è situato su di un poggio alla cui base meridionale scorre il Fiume Era, mentre

le acque meteoriche dell’opposta pendice scendono nel Fosso Racoso, che sfocia nel Torrente

Roglio.

Terricciola : E’ un Comune situato alla confluenza delle valli dell’Era del Cascina e del Torrente

Sterza, si sviluppa su un territorio prevalentemente collinare con quote altimetriche comprese fra i

32,00 ml ed i 211,00 ml. con una percentuale di superficie pianeggiante pari al 15 %. Il territorio

comunale ha una superficie di Kmq 43,45 ed una popolazione di 3.925 abitanti. Le sue origini

risalgono agli Etruschi.

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A.2 Estensione territoriale e popolazione

Il territorio di competenza del Centro Intercomunale di Protezione Civile della Valdera si estende

per 382,70 Kmq con 37.453 abitanti al censimento del 21 ottobre 2001 e una densità media di

97,86 residenti per Kmq (TAV 1 Corografia Generale).

Comuni popolazione famiglie abitazioni

superficie (kmq)

Capannoli 5.105 1.818 1.869

22,47

Casciana Terme 3.538 1.348 1.621

36,44

Chianni 1.563 675 908

62,90

Lajatico 1.389 569 741

72,34

Palaia 4.522 1.697 2.014

73,00

Peccioli 4.831 1.869 2.302

52,20

Ponsacco 12.580 4.684 4.953

19,90

Terricciola 3.925 1.512 1.696

43,45

Totale 37.453 14.172 16.104

382,70

Popolazione ed abitazioni

02000400060008000

100001200014000

Capan

noli

Cascin

a Ter

me

Chiann

i

Lajat

ico

Palaia

Peccio

li

Ponsa

cco

Terric

ciola

Popolazione

Famiglie

Abitazioni

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Superficie (kmq)

01020304050607080

Capann

oli

Cascina

Ter

me

Chianni

Lajatic

o

Palaia

Peccio

li

Ponsa

cco

Terric

ciola

Superficie (kmq)

A.3 Flussi turistici e lavorativi

Il territorio è interessato da flussi turistici stagionali primavera-estate-inizio autunno di tipo

prevalentemente agrituristico.

Gli agriturismi sono sparsi soprattutto nelle zone collinari.

Nel Comune di Casciana Terme sono inoltre presenti un elevato numero di strutture ricettive di

supporto alla stazione termale, che vede durante l’anno un alto numero di presenze anche di

soggetti con problemi fisici in quanto il complesso termale è sede di attività di riabilitazione.

Comune n° strutt. recettive n° posti letto

Ponsacco 2 46

Peccioli 23 342

Lajatico 11 163

Palaia 11 321

Casciana Terme 9 704

Chianni 4 65

Capannoli 8 81

Terricciola 10 122

Totale 78 1844

Per quanto riguarda i flussi lavorativi essi sono diretti prevalentemente verso le zone artigianali

presenti in tutti i comuni con estensioni variabili, in particolare le più rilevanti sono presenti nei

comuni di Ponsacco (loc. Le Melorie), Peccioli (loc. La Fila), Terricciola (loc.La Rosa).

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È da mettere in evidenza che nelle zone di Le Melorie e di La Rosa sono presenti flussi lavorativi e

di visitatori al di fuori del normale orario di lavoro, talvolta anche nei fine settimana, per la presenza

di mostre e strutture di grande distribuzione.

Si svolgono sul territorio periodicamente sagre e feste paesane che raccolgono anche grandi

numeri di persone per tempi limitati.

A.4 Reticolo idrografico

Il territorio del Centro Intercomunale di Protezione Civile della Valdera ricade nel bacino del Fiume

Era, tributario in sinistra del Fiume Arno.

Il Fiume Era è collettore di alcuni affluenti quali il Fiume Cascina , il Torrente Roglio, il Torrente la

Sterza ed il Torrente Carfalo.

Il territorio è suddiviso per competenze amministrative relative alla gestione e manutenzione ai

seguenti fra i seguenti consorzi di bonifica:

- Cons. Bonifica Fiumi e Fossi di Pisa – su parte dei Comuni di Ponsacco e Casciana T.

- Cons . Bonifica delle Colline Livornesi – su piccola parte del comune di Chianni

- Cons. di Bonifica della Valdera S.Miniato – sui restanti territori comunali

Vedasi TAV 3 Carta del reticolo idrografico).

TOTALE CENTRO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE DELLA VALDERA

Classe Strahler Lunghezza (metri)

Classe 1 673863,658

Classe 2 340577,494

Classe 3 178701,931

Classe 4 94255,965

Classe 5 102322,719

Classe 6 39389,043

Classe 7 52814,17

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COMUNE DI PONSACCO - RETE IDRICA

COMUNE DI CAPANNOLI - RETE IDRICA

Classe Strahler Lunghezza (metri) Classe Strahler Lunghezza classe 1 31665,783 classe 1 33317,503 classe 2 28611,684 classe 2 15295,255 classe 3 4039,376 classe 3 6709,759 classe 4 812,26 classe 4 2926,316 classe 5 5412,714 classe 5 2519,412 classe 6 0 classe 6 9800,716 classe 7 10445,145 classe 7 9463,689

COMUNE DI CASCIANA TERME - RETE IDRICA

COMUNE DI CHIANNI - RETE IDRICA

Classe Strahler Lunghezza Classe Strahler Lunghezza classe 1 55775,625 classe 1 101003,055 classe 2 30888,234 classe 2 52946,032 classe 3 26637,686 classe 3 30572,883 classe 4 5172,86 classe 4 15074,739 classe 5 7667,858 classe 5 10477,57 classe 6 0 classe 6 0 classe 7 0 classe 7 0

COMUNE DI LAJATICO - RETE IDRICA

COMUNE DI PALAIA - RETE IDRICA

Classe Strahler Lunghezza Classe Strahler Lunghezza classe 1 104286,29 classe 1 126576,331 classe 2 55005,251 classe 2 57720,554 classe 3 33424,292 classe 3 26391,146 classe 4 17860,33 classe 4 19924,39 classe 5 22039,249 classe 5 16579,934 classe 6 4621,411 classe 6 12395,759 classe 7 7918,189 classe 7 0

COMUNE DI PECCIOLI - RETE IDRICA

COMUNE DI TERRICCIOLA - RETE IDRICA

Classe Strahler Lunghezza Classe Strahler Lunghezza classe 1 159414,163 classe 1 61824,908 classe 2 65198,489 classe 2 34911,995 classe 3 36210,045 classe 3 14716,744 classe 4 22665,029 classe 4 9820,041 classe 5 23842,635 classe 5 13783,347 classe 6 12571,157 classe 6 0 classe 7 16113,513 classe 7 8873,634

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A.5 Rete delle infrastrutture stradali

Il territorio del C.I.P.C. della Valdera è attraversato da una fitta rete viaria costituita da strade

regionali, provinciali e comunali, sulle quali si registrano elevati flussi di traffico di persone/cose.

La principale arteria stradale che percorre il territorio del C.I.P.C. della Valdera è la Strada

Regionale Sarzanese-Valdera n° 439, che collega i t erritori della Valdera con il Valdarno,

consentendo l’accesso sulla S.S. di grande comunicazione FI-PI-LI.

Le altre infrastrutture stradali importanti presenti sul territorio sono costituite da :

1. S.P. Delle Colline per Legoli n° 11, che collega Ponsacco con i Comuni di Palaia e Peccioli,

spingendosi fino al territorio della provincia di Firenze;

2. S.P. Del Commercio n° 13, che collegandosi con l a S.P. di Montevaso, consente il

collegamento tra i Comuni di Casciana Terme e Ponsacco.

I Comuni di Terricciola e Lajatico sono serviti da viabilità provinciale che si attesta sulle viabilità

provinciali sopradescritte (S.P. 42 e S.P. 45).

Il territorio del C.I.P.C. è inoltre percorso da una fitta rete viaria comunale costituita in prevalenza

da strade asfaltate, che collegano tutte le località presenti sul territorio. (TAV 2 Carta della

viabilità).

TOTALE CIPC VALDERA

Tipo Strada Lunghezza (metri)

Strada Privata 27360 Strada Comunale 643532 Strada Provinciale 174000 Strada Regionale 31289

Strada Statale 0 TOTALE RETE STRADALE 876180

LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI PONSACCO

LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI CAPANNOLI

Tipo Strada Lunghezza (metri) Tipo Strada

Lunghezza (metri)

Strada Privata 6743 Strada Privata 0 Strada Comunale 114876 Strada Comunale 60622

Strada Provinciale

11327

Strada Provinciale 12428

Strada Regionale 2899 Strada Regionale 4285 Strada Statale 0 Strada Statale 0

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LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI CASCIANA TERME

LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI CHIANNI

Tipo Strada Lunghezza (metri) Tipo Strada Lunghezza (metri)

Strada Privata 0 Strada Privata 4114

Strada Comunale 52330 Strada Comunale 46454

Strada Provinciale 24774 Strada Provinciale 41952

Strada Regionale 0 Strada Regionale 0 Strada Statale 0 Strada Statale 0

LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI LAJATICO

LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI PALAIA

Tipo Strada Lunghezza (metri) Tipo Strada Lunghezza (metri)

Strada Privata 4217 Strada Privata 883 Strada Comunale 27822 Strada Comunale 103406

Strada Provinciale 17803 Strada Provinciale 30000

Strada Regionale 14322 Strada Regionale 0 Strada Statale 0 Strada Statale 0

LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI PECCIOLI

LUNGHEZZA STRADE COMUNE DI TERRICCIOLA

Tipo strada Lunghezza (metri) Tipo strada Lunghezza (metri)

Strada Privata 9495 Strada Privata 1908

Strada Comunale 123478 Strada Comunale 114544

Strada Provinciale 22058 Strada Provinciale 13656

Strada Regionale 0 Strada Regionale 9782 Strada Statale 0 Strada Statale 0

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A.6 Infrastrutture di servizio

Per quanto riguarda le infrastrutture di servizio si rilevano per i rispettivi gestori le seguenti strutture

principali:

TOSCANA GAS: rete gas cittadino a bassa e media pressione

ACQUE SPA: rete acquedottistica civile e pozzi, fognatura nera e depurazione

ENEL: rete elettrica e la centrale di trasformazione di Ponsacco.

TELECOM: rete telefonica aerea ed in trincea

TELEFONIA MOBILE: ripetitori sparsi sul territorio dei vari gestori

GEOFOR SPA e CONSORZIO ALTA VALDERA: Servizi di netezza Urbana.

BELVEDERE SPA: gestione discarica per RSU di Legoli

TRASPORTI PUBBLICI: CPT Consorzio Pisano Trasporti

SERVIZI SANITARI: sono gestiti dalla ASL 5 e sono costituiti da ambulatori sparsi sul territorio.

Per le strutture Ospedaliere più vicine e pronto soccorso si fa riferimento all’ospedale di

Pontedera.

I servizi di illuminazione pubblica, fognatura bianca e igiene stradale sono gestiti in vario modo

dalle singole amministrazioni comunali.

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A.7 Rete di monitoraggio idro-pluviometrico

L’attuale rete di monitoraggio idro-pluviometrico presente sul territorio del Centro Intercomunale di

Protezione Civile della Valdera si avvale di stazioni e di sensori afferenti al Centro Funzionale

della Regione Toscana (All. Carta delle stazioni idrometriche e pluviometriche).

Idrometri

Codice Fiume Stazione Provincia Zona di allerta

241 Era Molino d'Era PI D2

242 Era Capannoli PI D2

243 Era Belvedere PI D2

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Pluviometri

Codice Stazione Provincia Zona di allerta

147 Volterra PI D2

148 La Madonnina PI D2

149 Molino d'Era PI D2

150 Orciatico PI D2

151 Capannoli PI D2

152 Ghizzano di Peccioli PI D2

153 Casciana Terme PI D2

1016 Terricciola PI D2

1047 Volterra Balze PI D2

1068 Peccioli PI D2

Ubicazione Pluviometri

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A. 8 - Inquadramento climatico della Valdera

Il clima della Valdera, essendo quest'ultima posta tra la fascia costiera e le zone più “continentali”

della regione, presenta caratteristiche di transizione. Adottando la classificazione in tipologie

termiche proposta dal Pinna¹, possiamo così definire il clima di queste area della provincia di Pisa:

● la parte pianeggiante e quella collinare fino ai 350-400 m ricade nel clima temperato caldo

(media annua tra 14.5 e 16.9°C, mese più freddo con temperatura tra 6° e 9.9°C, quattro

mesi con temperatura media ≥ 20°C ed escursione annua fra 15° e 17°C.

● La parte meridionale (alta Valdera) prossima allo spartiacque ove l'altezza supera i 400 m è

caratterizzata invece dal clima sublitoraneo ( media annua compresa tra 10° e 14.4°C,

quella del mese più freddo tra i 4°C ed i 5.9°C men tre due soli mesi hanno temperatura

media ≥ 20°C e l'escursione termica oscilla tra 16° e 19°C .

Considerando come parametro di giudizio

anche i quantitativi di precipitazione

cumulata nell'anno, possiamo

caratterizzare la Valdera in altro modo. In

base ai noti metodi di De Martonne e

Gaussen, si trova che la zona in oggetto è

caratterizzata generalmente da un clima

subumido mentre durante l'estate, a causa

della maggiore aridità, ci avviciniamo molto

al clima (più arido) di tipo mediterraneo.

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Centro Intercomunale della Valdera 20

Parte

B

ANALISI DEI FATTORI DI PERICOLOSITA’ SUL TERRITORIO INTERCOMUNALE

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Centro Intercomunale della Valdera 21

B.1 – PRINCIPALI ELEMENTI DI CRITICITÀ O VULNERABI LITÀ DEL TERRITORIO.

Vista la vastità del territorio ricadente nell'area di competenza del CIPC, esistono diversi elementi

di criticità dislocati in maniera uniforme su tutta la superficie.

Il motivo principale, come facilmente deducibile, può essere ricondotto alla necessità di ogni

singola Amministrazione di fornire il proprio territorio di tutti quei servizi essenziali necessari alla

comunità, ma che molto spesso possono diventare elementi di criticità in fase di evento. (Scuole e

popolazione scolastica, strutture sanitarie ecc.).

Il presente piano ha utilizzato come riferimento, del quadro della pericolosità idrogeologica, quello

derivante dalla cartografia di corredo al Piano di Bacino del F. Arno, stralcio Assetto Idrogeologico

di cui al D.P.C.M. 6/05/2005, ovvero utilizzando la cartografia prodotta dalla stessa Autorità di

Bacino alla scala 1:25.000.

Questa scelta è stata adottata al fine di omogeneizzare i criteri di definizione della pericolosità,

riferendosi ad uno strumento unitario che rappresenta, ad oggi, il quadro normativo di riferimento

per la definizione del rischio idrogeologico; uniformandosi così all’indirizzo dato dalla Provincia di

Pisa con l’adeguamento al PIT del PTC (Del.C.P. 148/085) pubblicato sul BURT del 11/01/2006

all’art. 81.1.2.

Tale quadro potrà e dovrà essere modificato alla luce sia degli studi di maggior dettaglio che, i

singoli comuni, vorranno redigere a supporto di eventuali osservazioni al PAI, sia in seguito ad

eventuali interventi di messa in sicurezza idraulica del territorio e di bonifica di fenomeni franosi.

In particolare per la ricostruzione dello scenario di evento sono state analizzate le situazioni

indicate a Pericolosità Idraulica e da Frana elevata e molto elevata (PI-PF 3 e 4), corrispondenti

rispettivamente a:

pericolosità idraulica molto elevata (P.I.4) comprendente aree inondabili da eventi con tempo di

ritorno TR < 30 anni e con battente h ¡> 30 cm;

pericolosità idraulica elevata (P.I.3) comprendente aree inondabili da eventi con tempo di ritorno

TR ¡< 30 anni con battente h < 30 cm e aree inondabili da un evento con tempo di ritorno 30 < TR

¡< 100 anni e con battente h ¡> 30 cm;

pericolosità molto elevata da frana (P.F.4): pericolosità indotta da fenomeni franosi attivi che siano

anche causa di rischio molto elevato;

pericolosità elevata da processi geomorfologici di versante e da frana (P.F.3): aree interessate da

fenomeni di dissesto attivi o quiescenti e da condizioni geomorfologiche marcatamente sfavorevoli

– aree con fenomeni franosi attivi o inattivi che tuttavia presentano segni di potenziale instabilità

(frane quiescenti) causa potenziale di rischio elevato.

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Centro Intercomunale della Valdera 22

B.2 ANALISI DEI FATTORI DI PERICOLOSITA'

B.2.1 – Pericolosità prevalente - P. Idrogeologic a

Il quadro dei rischi è attualmente derivato dallo studio e dal confronto eseguito sui piani comunali

redatti dalle singole amministrazioni facenti parte del C.I.P.C. e dall'esame geologico-idraulico di

tutto il territorio, recependo inoltre le linee di indirizzo stabilite nel PAI .

Da tale studio si ricavano indicazioni quasi esclusivamente relative al rischio idrogeologico (frane e

alluvioni) e per quanto concerne l'analisi delle pericolosità idraulica e geologica, si specifica quanto

segue.

Pericolosità Idraulica: in questo capitolo si è adottata senza riserve la cartografia del rischio

idrogeologico allegata al Piano per l’Assetto Idrogeologico del fiume Arno redatto dall'Autorità di

Bacino del Fiume Arno, la quale risulta lo strumento di analisi più evoluto sotto il profilo scientifico

e di rango vincolistico maggiore.

Il Piano classifica il territorio intercomunale in zone a diverso rischio di esondazione PI1; PI2; PI3;

PI4 a seconda del tempo di ritorno per un fenomeno atteso.

Il più pericoloso (in termini di ricorrenza) è individuato in quello più immediato/ricorrente “PI4” che

riporta tempi di ritorno inferiori ai 50 anni. Quello più gravoso in termini di danno atteso è invece

quello PI1 che rappresenta il “Top Event”, il quale è valutato con un tempo di ritorno

duecentennale, a cui corrisponde un battente d’acqua più elevato e conseguentemente una

maggiore estensione della superficie territoriale allagata.

Le aree assoggettate a pericolosità di inondazione, sono qualificate di volta in volta: in base

all’orografia dei terreni, depressi o in rilievo, in relazione alla loro collocazione in alto o basso

idraulico rispetto all’alveo dei fiumi, in base alla ricostruzione storica dei precedenti eventi

alluvionali.

Il modello adottato dall’autorità di bacino non prende in considerazione i fenomeni come la rottura

degli argini, ma solo i fenomeni connessi con tracimazione dei corsi d’acqua per sopraggiunte

ondate di piena e da ristagni d’acqua dovuti alle intense precipitazioni.

Pericolosità geologica:anche per questo tipo di rischio, per le valutazioni viene adottata senza

alcuna riserva, la cartografia del rischio idrogeologico allegata al Piano per l’Assetto Idrogeologico

del fiume Arno, la quale classifica il territorio a zone di diverso rischio frana PF1; PF2; PF3; PF4 a

seconda della presenza o meno di frane attive sul territorio.

In relazione alla tipologia di rischio di cui trattasi, è necessario anticipare una serie di riflessioni di

carattere generale relative a questo tipo di rischio:

a) A differenza di ciò che avviene in ambito idraulico, per le dinamiche di versante,

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Centro Intercomunale della Valdera 23

l’attivazione di un processo di frana (da non confondersi con i processi di

erosione superficiale dei terreni), porta inevitabilmente ad una attenuazione del

rischio dovuto al raggiungimento di un equilibrio statico delle masse più stabile,

quando addirittura impedendone la successiva riattivazione;

b) rischi connessi alla qualità dei terreni montani, spogliati dalla coltre arborea o

con estese superfici di sedimenti incoerenti.

In relazione a ciò si considerano propriamente tutti i fenomeni di erosione

superficiale dei soprasuoli che danno luogo ad effetti di dilavamento del terreno con asportazione

del mantello superficiale (ricco di materiali organici). Il fenomeno si concentra in tutte le aree in cui

l’errata modalità di coltivazione dei terreni (con creazione del solco nel verso della massima

pendenza) o in suoli già sensibilmente denudati (per incendi o diradamento), produce nel tempo

processi di erosione definiti “calanchivi” o dei colamenti detritici;

c) l’accelerazione dei fenomeni di versante è dovuta inoltre a: intense precipitazioni

meteorologiche; presenza di acquiferi superficiali; velocità di corrivazione delle

acque superficiali;

Per la redazione del piano, viste le premesse di cui sopra e fatte le dovute considerazioni legate

alla realtà del territorio, saranno considerati tutti gli aspetti di criticità con pericolosità elevata PI3,

PF3 e molto elevata PI4, PF4, come classificati dal Dl. 180 del 98' noto anche come “Decreto

Sarno”,escludendo le classi inferiori in quanto considerate non rilevanti.

Tabella rischio idraulico per comune

comune ha in pi3 ha in pi4

CAPANNOLI 180,57 246,29

CASCIANA

TERME 55,19 137,95

CHIANNI 99,62 62,92

LAJATICO 134,06 234,4

PALAIA 20,34 57,65

PECCIOLI 506,22 280,23

PONSACCO 391,34 298,73

TERRICCIOLA 255,2 148,72

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Centro Intercomunale della Valdera 24

Tabella rischio idraulico per corso d’acqua

bacino comune ha in pi3 bacino comune ha in pi4

FIUME CASCINA CAPANNOLI 42,47 FIUME CASCINA CAPANNOLI 12,02

FIUME CASCINA CASCIANA T. 41,82 FIUME CASCINA CASCIANA T. 64,23

FIUME CASCINA CHIANNI 29,36 FIUME CASCINA CHIANNI 9,54

FIUME CASCINA PONSACCO 16,54 FIUME CASCINA PONSACCO 46,78

FIUME CASCINA TERRICCIOL

A 91,13 FIUME CASCINA TERRICCIOLA 31,07

FIUME ERA CAPANNOLI 79,45 FIUME ERA CAPANNOLI 165,45

FIUME ERA LAJATICO 35,25 FIUME ERA LAJATICO 70,39

FIUME ERA PECCIOLI 293,07 FIUME ERA PECCIOLI 166,82

FIUME ERA PONSACCO 152,02 FIUME ERA PONSACCO 245,79

FIUME ERA TERRICCIOL

A 140,7 FIUME ERA TERRICCIOLA 90,79

FIUME ISOLA CASCIANA T. 1,39 FIUME ISOLA CASCIANA T. 39,97

SCOLMAT.DELL'ARN

O PONSACCO 222,78

SCOLMAT.

DELL'ARNO PONSACCO 6,16

TORRENTE RAGONE LAJATICO 14,43 TORRENTE ALPINO LAJATICO 13,59

TORRENTE ROGLIO CAPANNOLI 58,61

TORRENTE

CHIECINA PALAIA 0,13

TORRENTE ROGLIO PALAIA 20,09 TORRENTE RAGONE LAJATICO 105,39

TORRENTE ROGLIO PECCIOLI 211,96 TORRENTE ROGLIO CAPANNOLI 68,83

TORRENTE STERZA CHIANNI 70,26 TORRENTE ROGLIO PALAIA 55,22

TORRENTE STERZA LAJATICO 84,34 TORRENTE ROGLIO PECCIOLI 84,47

TORRENTE STERZA

TERRICCIOL

A 23,19 TORRENTE STERZA CHIANNI 53,39

TORRENTE TORA CASCIANA T. 6,98 TORRENTE STERZA LAJATICO 42,48

TORRENTE STERZA TERRICCIOLA 21,95

TORRENTE TORA

CASCIANA

TERME 22,34

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Centro Intercomunale della Valdera 25

Tabella rischio frana

comune

ha in

pf3

ha in

pf4 eventi in pf3 eventi in pf4

CAPANNOLI 49,73 14,93 30 1

CASCIANA

TERME 199,22 35,7 144 19

CHIANNI 361,72 104

LAJATICO 359,37 53

PALAIA 1629,88 53,41 424 6

PECCIOLI 398,21 6,26 109 3

PONSACCO 11,54 10

TERRICCIOLA 219,27 164

B.2.2 - Analisi della Pericolosità Idraulica sul te rritorio intercomunale.

Per quanto riguarda la pericolosità idraulica, questa si manifesta essenzialmente lungo i corsi

d'acqua principali, costituiti dal Fiume Era e da tutti i suoi affluenti quali il Torrente Roglio, il

Torrente Cascina ed il Torrente Sterza. A questo proposito possiamo sottolineare che nelle zona

classificate dal PAI in PI4, non sono presenti strutture a rischio, ma soltanto poche abitazioni

sparse tra le quali molte disabitate.

Analizzando nello specifico le varie aste fluviali, si denota che i corsi d'acqua che hanno la maggior

percorrenza all'interno del territorio intercomunale sono il fiume Era, il torrente Cascina ed il

torrente Sterza che hanno le loro origini molto a sud rispetto alla sede del C.I.P.C. situata nel

comune di Ponsacco.

Il fiume ERA , ha origini in loc. Piano d'Era a sud est dell'abitato di Fabbrica nel Comune di

Peccioli, sulla confluenza di quattro torrenti l'Alpino, il Ragone, il Foscecchia ed il Fosce, il quale

costeggia l'abitato della località San Giovanni nel Comune di Lajatico. Dal punto di vista della

pericolosità idraulica, detti torrenti risultano praticamente neutri infatti le zone esondabili sono

soltanto quelle relative all'alveo fluviale, all'interno del quale non rientra nessun tipo di costruzione,

ne tanto meno vi sono tratti di viabilità particolarmente interessati da condizioni di attenzione.

L'unico punto da segnalare, risulta essere un ponte posto lungo la S.S. Sarzanese Valdera in

direzione di Volterra in loc. Piano di Ragone, a cavallo del Torrente Roglio, il quale si trova in PI4.

Dopo la confluenza del torrente Sterza la cartografia segnala in area PI3, n.3 fabbricati fino ad

arrivare all'abitato della Rosa di Terricciola.

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Centro Intercomunale della Valdera 26

Dopo la Loc. La Rosa, il fiume rallenta la sua corsa e iniziano a costituirsi grandi anse lungo il

percorso ed aumenta pertanto l'area in PI4, ma fortunatamente il fiume scorre in una piana

coltivata e fino ad arrivare alla confluenza in destra idraulica del torrente Roglio, dove vi sono solo

un fabbricato in PI4 e n.8 fabbricati marginali in PI3.

Dopo la confluenza con il torrente suddetto, il fiume Era arriva a lambire il centro abitato di

Ponsacco creando una grossa area PI4 in destra idraulica nella quale ricadono n.6 fabbricati,

mentre la zona che si crea in PI3 interessa anche una piccola porzione di abitato nella via

Maremmana.

Esistono altre aree in PI3 all'interno dell'abitato di Ponsacco, una posta in sinistra idraulica dell'Era

dopo la località Fornace delle Piagge, che cartograficamente interessa n.9 case sparse e ed una

porzione marginale dell'abitato.

Altra vasta area in PI3 nell'abitato di Ponsacco è creata dalla Fossa Nuova, la quale interessa

diverse case sparse ed una area dell'abitato a margine sud di Ponsacco.

Il torrente STERZA , ha origini nella valle a Ovest dell'abitato di Lajatico a confine con il Comune di

Chianni, in una zona praticamente disabitata. Molti sono i suoi affluenti provenienti sia da destra

che da sinistra idraulica, ma tutti con origine dalle basse colline circostanti. Il torrente costeggia la

S.P. di Miemo, senza però interessare la sede stradale con le zone PI3 e PI4. Il primo centro

abitato che il torrente interseca, è la località “la Sterza”, dove lo stesso attraversa la S.S.

Sarzanese Valdera e lambisce il parcheggio di un noto ristorante, ma anche se l'area risulta in PI4,

non esistono pericoli reali per le aree in oggetto. In questa zona la cartografia segnala un

fabbricato marginale in PI3 dopo l'intersezione suddetta. Il torrente poi continua la sua corsa sino

ad arrivare alla sua confluenza nel fiume Era il loc. Piano di Tamburino nel Comune di Peccioli.

Il fiume CASCINA , ha origine nel Comune di Chianni a Est del Capoluogo in una zona disabitata,

ed è alimentato da diversi affluenti tutti di origine torrentizia stagionale. La cartografia inserisce in

PI4 del Cascina un fabbricato posto in prossimità dell'intersezione con la S.P. di Terricciola in loc.

Terroti ed altre tre i zona PI3 nei pressi dell'intersezione stessa. Scendendo verso valle il fiume

scorre all'interno del Comune di Casciana Terme nel quale non presenta alcuna criticità, fino però

ad arrivare in loc. la Fraschetta, dove a causa, di un ponte che crea problemi al defluimento delle

acque in caso di forte precipitazioni, sono collocate in zona PI3 n.5 abitazioni. Piccoli problemi

vengono creati dal Torrente Caldana affluente in sinistra idraulica del fiume Cascina, il quale

costeggiando l'abitato di Casciana Terme fa ricadere in PI3 un fabbricato posto in loc. Molino

Nuovo. Altri piccoli problemi alla viabilità si presentano in loc. la Muraiola, dove il torrente Muraiola

interseca la S.P. del Commercio interrompendo il transito in caso di forti precipitazioni a carattere

temporalesco. Oltrepassata la zona in questione il fiume arriva in loc. la Fornace dove si trova un

fabbricato in PI4, ma poi il fiume entra nella zona regimata e quindi arriva direttamente alla

confluenza con il fiume Era dopo l'abitato di Ponsacco senza avere più alcun tipo di problema.

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Centro Intercomunale della Valdera 27

Il torrente Roglio ultimo, in quanto di lunghezza e portata minore degli altri tre, nel territorio

intercomunale nasce nel territorio comunale di Peccioli in loc. la Vigna nei pressi dell'abitato di

Ghizzano, mentre la sua confluenza nel fiume Era è situata vicino all'abitato di Ponsacco. Il

maggior affluente del suddetto torrente è il torrente Carfalo. Il Roglio attraversa poi il Comune di

Palaia lambendo cartograficamente la S.P. della Fila e l'abitato di Forcoli, senza però aver mai

creato problemi di rilievo. Vi sono poi alcuni fabbricati in PI3 in sinistra idraulica in loc. Santa

Barbara.

B.2.3 - Analisi Pericolosità Frana nell’area interc omunale.

Per quanto riguarda la pericolosità frana, questa si manifesta maggiormente sul territorio collinare

posto a Nord Est del territorio del CIPC, ovvero nel Comune di Palaia, interessando anche diversi

centri abitati quali il Capoluogo di Palaia (PF4), la località di Toiano (PF4) e marginalmente la

frazione di Montefoscoli e Partino (PF3).

Altre zone a rischio si manifestano all'intorno dell'abitato di Terricciola e Morrona (PF3), Santo

Pietro Belvedere (PF3 e PF4), Collemontanino (PF3), Chianni (PF3), Orciatico (PF3) e altri

fenomeni franosi si riscontrano su tutto il territorio.

In generale tali fenomeni di instabilità hanno evoluzione lenta, tuttavia possono avere repentine

accelerazioni a seguito di periodi piovosi prolungati o intensi tali da produrre la saturazione dei

terreni.

B.2.4 – Altri fattori di pericolosità.

Oltre ai rischi sopra esposti, necessita porre attenzione anche ad altri fattori di rischio presenti sul

territorio e derivanti da vari fattori scatenanti, che in questa fase vengono soltanto elencati e

brevemente descritti, perchè non oggetto di questo Piano Intercomunale.

- Pericolosità sismica.

Relativamente al rischio sismico non esistono studi di base significativi ai fini di protezione civile,

ma soltanto alcuni cenni storici relativi all’evento sismico di maggiore rilevanza storicamente

registrato nell’area cioè quello corrispondente al terremoto di Orciano Pisano del 14 agosto 1846,

con massimo risentimento nel Comune di Orciano Pisano. L’evento fu caratterizzato da una

intensità pari all’X grado della scala M.C.S. (Mercalli Cancani Sieberg) corrispondente ad una

Magnitudo, scala Richter di circa 7,5. Di tale evento si hanno vari rapporti dell’epoca (Pilla e altri

geologi del tempo), che indicano come colpita la fascia delle colline pisano-livornesi dalla Val di

Cecina al Valdarno e la Valdera, per quanta riguarda il reperimento dei dati si è fatto riferimento al

Catalogo CFT-I Catalogo dei Forti Terremoti Italiani (INGV, 1997).

Il terremoto colpì la Toscana occidentale, al confine tra le province di Pisa e Livorno, in una zona

collinare con i paesi situati sulla sommità di poggi e rilievi. L'area dei maggiori effetti fu calcolata di

96 miglia quadrate (circa 250 kmq). Le località più gravemente colpite furono Orciano Pisano,

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Centro Intercomunale della Valdera 28

Guardistallo e Luciana. A Orciano, paese di 750 abitanti, crollarono o dovettero essere demolite 99

case su 113; le altre risultarono inabitabili. Osservatori coevi rilevarono che l'entità dei danni fu

aggravata dallo stato fatiscente delle case abitate dai contadini. Vi furono danni agli edifici in una

quarantina di località; in particolare, 10 villaggi subirono effetti molto gravi. A Orciano crollò o

dovette essere demolito l'88% delle case, a Luciana il 41%, a Lorenzana e nella campagna il 30%,

a Montescudaio il 22%, a Castelnuovo della Misericordia il 12%, a Riparbella l'11%. Per quanto

riguarda l'edilizia ecclesiastica 129 chiese risultarono da restaurare o da ricostruire..

A Casciana, Castelnuovo, Lajatico, Lari, Levignani e Livorno furono osservati cambiamenti nel

regime delle acque sotterranee, formazione di nuove sorgenti minerali e variazioni di colore delle

acque termali. A Rosignano, dove i terreni davano una sensazione di calore, a Guardistallo e a

Volterra si aprirono fenditure nel terreno. Furono osservate larghe spaccature nel suolo nei pressi

della foce del torrente Fine; nella zona di Lorenzana si aprirono nel suolo dei conetti da cui

fuoriuscirono acqua e sabbia azzurra. Frane e smottamenti a Levigliani e a Castellina. A Livorno fu

osservato un effetto di maremoto.

Crespina ebbe 52 case danneggiate e 270 senzatetto. tra Luciana e Lorenzana, in una vallicella, si

aprirono degli imbutini di diametro compreso tra un pollice e un piede dai quali fuoriuscì acqua

mista a sabbia azzurrognola originando strisce di terreno di tale colore. Nell'area, si hanno notizie

relative al crollo del campanile della chiesa parrocchiale di Terricciola, senza però segnalazioni di

decessi dovuti alla sisma.

Come scenario di riferimento in caso di evento sismico tipo 1846, che può rappresentare ad oggi

l’evento massimo atteso, si dovranno attendere i maggiori danni in corrispondenza dei vecchi

edifici in muratura, con particolare coinvolgimento dei centri storici, e conseguenze presumibili

sulla viabilità (interruzioni per crolli totali o parziali) e sui palazzi storici, campanili ecc. Sulla base

dei semplici dati storici non è ad oggi possibile valutare in modo significativo le conseguenze di

eventi di amplificazione locale. Di difficile valutazione è l’innesco o la riattivazione di frane,

fenomeno che fu invece segnalato nel 1846.Nell'arco degli anni sono stati registrati alcuni lievi

episodi, ma non di particolare rilevanza.

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 29

Classificazione sismica regionale vigente

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 30

- Eventi metereologici.

Relativamente agli eventi metereologici del territorio, escluso quelli legati rischio idrogeologico,

negli ultimi ha provocato non pochi disagi alla circolazione del traffico anche sulle principali arterie

che attraversano la Valdera in direzione della Val di Cecina.

Detta tipologia di rischio interessa in modo differenziato il territorio, in quanto comporta livelli

diversi di disagio.

Le zone collinari, in particolar modo i Comuni di Lajatico, Chianni e Palaia, subiscono grossi disagi

legati alla circolazione stradale, che molte volte risulta interrotta per diverse ore, ed in alcuni casi

legati a viabilità secondarie, anche ad alcuni giorni; mentre invece le zone di valle, sempre a

seguito degli eventi in oggetto, risultano colpite da fenomeni di gelo persistente, che in alcuni casi

crea il blocco delle condutture idriche, comportando disagi per gli approvvigionamenti idrici della

vita quotidiana.

Eventi catastrofici di questo tipo si sono verificati nell'anno 1985 nel quale, oltre all'interruzione dei

collegamenti stradali, si ebbero gravi danni a tutto il sistema dei servizi, in particolar modo alle

linee acquedottistiche dovuti alle bassissime temperature raggiunte (circa – 17).

Tabella eventi meteorologici estremi in Valdera

EVENTO FREQUENZA* PERIODO CARATTERISTICHE

Piogge estese e persistenti con cumulati

oltre i 100 mm/24h Bassa

Autunno e primavera

I fenomeno si presenta specie in autunno con perturbazioni estese e ben strutturate

tipicamente di origine atlantica. Le precipitazioni possono durare per più

giorni con cumulati considerevoli. Temporali violenti

associati a forti rovesci di pioggia (rain rate oltre

80 mm/h) e / o forti raffiche di vento

(velocità > 80 km/h)

Bassa

Tarda primavera /

estate / inizio autunno

Il fenomeno si distingue dal temporale di “routine” per precipitazioni brevi ma molto

intense accompagnate anche da vento forte e turbinoso.

Grandinate distruttive Molto raro Estate

La precipitazione grandiosa si presenta spesso in seno ad un violento temporale.

La durata del fenomeno difficilmente supera i 15 minuti e si estende per aree di

pochi km².

Venti persistenti oltre 80 km/h

Molto bassa Autunno / primavera

Il fenomeno si presenta quasi esclusivamente con correnti sud

occidentali. Con velocità che hanno raggiunto anche i 140 km/h può avere

durate di diverse ore.

Neve oltre i 30 cm sulle colline (altezza >400 m)

Molto Bassa Inverno

Il fenomeno si presenta spesso tra gennaio e marzo con maggior

coinvolgimento delle spartiacque tra la Valdera e la Val di Cecina.

Neve > 5cm fino al piano. Raro Inverno

Le precipitazioni, se da cuscino freddo, coinvolgono maggiormente il basso corso

dell’Era. Trombe d’aria e/o piccoli

tornado F0 (scala T. Theodore Fujita)

Raro Estate Il fenomeno si presenta spesso in seno a

sistemi frontali in arrivo da ovest dopo lunghi periodi siccitosi. Altri casi sono stati

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Centro Intercomunale della Valdera 31

osservati per modeste infiltrazioni di aria fresca in quota su preesistente substrato

molto caldo.

Gelicidio o vetroghiaccio Molto raro Inverno

Il repentino innalzamento delle temperature in quota per l’ingresso di

correnti miti occidentali genera precipitazioni piovose che gelano a

contatto con il suolo per la temporanea persistenza di un cuscino freddo nei bassi

strati.

Nebbia con visibilità inferiore ai 50m

Bassa Autunno / inverno

Tipicamente interessate dal fenomeno le pianure della Valdera. L’evento può ripetersi per più giorni consecutivi.

Temperature minime inferiori ai -10°C

Molto raro Inverno

Valori termici così bassi si riscontrano nelle eccezionali ondate di “burian” o,

talvolta, sulle zone di pianura soggette a forte irraggiamento. Hanno fatto storia i

-30°C raggiunti nel gennaio 1985.

Giornata di ghiaccio (a livello del mare)

Raro Inverno Le temperature massime e minime si

mantengono costantemente sotto lo zero per l’intera giornata.

* Significato delle diciture riportate nel campo “frequenza”:

• Bassa� 1-3 giorni all’anno • Molto bassa� 1 giorno all’anno • Raro � 1 giorno ogni 2-3 anni • Molto raro � 1 giorno ogni 2-5 anni

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Pluviometria

Piovosità media in Valdera.

Sintesi pluviometria di picco sul bacino dell’Era riferita alla serie 1960-2000 (annali idrografico) :

Tempo 5' 10' 15' 20' 30' 1h 3h 6h 12h 24h

mm di precipitazione 12 28 28 32 47 70 144 162 166 168

I fenomeni eccezionali del 1966 e 1993

Precipitazioni cadute in Valdera tra Ottobre e Dicembre 1966.

0

20

40

60

80

100

120

140

Gennaio Aprile Luglio OttobrePioggia (mm)

0

100

200

300

400

Ottobre Novembre Dicembre

Media mensile (mm)

Anno 1966 (mm)

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 33

Precipitazioni Ottobre 2003

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31

Giorni

mm

Dati riferiti alla stazione di Legoli (Peccioli) totale mese 441.4 mm

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 34

Precipitazioni ottobre 2003

0

20

40

60

80

100

120

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31

Giorni

mm

Dati riferiti alla stazione di Villa Saletta (Palaia) totale mese 360.2 mm.

Precipitazioni anno 1993

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

500

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Mesi

mm

Palaia

Legoli

Palaia 2000

Andamento delle precipitazioni nell’anno 1993 e raffronto con l’anno 2000.

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Centro Intercomunale della Valdera 35

Termometria

Dati riferiti alla stazione di Peccioli nell’anno 2005

Dati riferiti alla stazione di Terricciola anno 2005

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Centro Intercomunale della Valdera 36

- Rischi antropici.

Rischio Incendio Boschivo.

Il patrimonio forestale dell’area del Centro intercomunale è caratterizzato da una grande ricchezza

di specie e da una notevole estensione.

L’elevato indice di boscosità, la tipologia delle formazioni forestali presenti, la loro diffusione

unitamente alle condizioni climatiche rendono il nostro territorio particolarmente vulnerabile.

La quasi totalità degli incendi boschivi si sviluppa durante il periodo estivo; statisticamente è stato

notato che i giorni più pericolosi sono quelli festivi e prefestivi e le ore di più probabile inizio

dell’evento sono quelle della tarda mattinata fino al primo pomeriggio, soprattutto nei casi in cui le

giornate sono particolarmente ventose. La combustione viene facilitata dal clima, soprattutto

quando intervengono temperature elevate, siccità e vento, ma anche dallo stato di manutenzione

del soprassuolo, generalmente abbandonato al proprio destino. Elementi fondamentali per

contrastare questo tipo di rischio, sono i Piani Comunali Antincendi Boschivi, necessari a

pianificare la fase di intervento in caso di emergenza, oltre al supporto operativo creato dalle

squadre AIB comunali composte o da personale dipendente dell'Amministrazione Comunale o da

volontari debitamente formati con corsi Regionali. Ogni anno inoltre, viene adottato dalla Provincia

di Pisa il Piano Operativo Provinciale Antincendi Boschivi, redatto in attuazione della LR 39/2000

“Legge Forestale della Toscana” come modificata con LR 1/2003, che ha recepito le disposizioni di

principio della legge quadro in materia di incendi boschivi del 21/11/2000 n. 353, nonché del Piano

Operativo Antincendi Boschivi Regionale vigente al momento.

- Rischio Trasporti.

In tale categoria vengono ricondotti disastri ferroviari, aerei e viari.

Per i primi il nostro territorio intercomunale non è interessato da linee ferroviarie, pertanto non è da

tenersi in considerazione.

Per quanto riguarda il rischio derivante da incidenti viari, le arterie principali (SS 439 e S.P. della

Fila) attraversano i centri abitati di Ponsacco, Capannoli e Selvatelle, e aprescindere dalle tipologie

di materiali trasportati per i quali non ci sono dati statistici, possono rappresntare un rischio

potenziale come l’incidente avvenuto nel 2002 con il ribaltamento di una cisterna di carburante e

successivo incendio all’interno dell’abitato di Ponsacco.

Per quanto riguarda gli incidenti aerei dobbiamo dire che nello spazio aereo del nostro territorio si

svolge una intensa attività di volo di apparecchi ultraleggeri specialmente nell'area della

aviosuperficie di Capannoli che tuttavia rappresenta un rischio basso.

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Centro Intercomunale della Valdera 37

- Rischio Industriale

Il pericolo di incidente industriale, nel nostro territorio, sembra piuttosto basso, non solo per la

presenza di una scarsa attività industriale locale ma anche per la tipologia degli impianti esistenti.

Esistono sul territorio alcune fabbriche di materiale esplosivo, ma non sono considerate a rischio e

non esistono industrie che producano sostanze chimiche tali da creare rischio elevato.

- Rischio Sanitario

La tutela e la bonifica del territorio, sono continuamente oggetto di primario interesse sia delle

Amministrazioni Comunali sia di tutti gli Enti interessati alla materia. Esempio lampante è

l'impegno annuale delle singole amministrazioni ad eseguire interventi con la finalità di

minimizzare la presenza e la diffusione dei culicidi molesti e di altri artropodi ematofagi, sul

territorio, oltre ad interventi continui di derattizzazione ecc.

L’obiettivo è quello di limitare fin quanto possibile la riproduzione degli insetti infestanti eliminando

al tempo stesso il rischio di pericoli per la salute.

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Centro Intercomunale della Valdera 38

Parte

C

Analisi speditiva del rischio

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Centro Intercomunale della Valdera 39

C - Analisi speditiva del rischio

L’individuazione delle aree di pericolosità secondo il PAI ed i singoli Piani Comunali di Protezione

Civile, ha permesso di definire lo scenario di rischio con la valutazione del danno potenziale

producibile a seguito del verificarsi dell’evento ipotizzato.

Sulla base della sovrapposizione delle informazioni ricavate dagli strumenti suddetti, è stato

possibile eseguire una differenziazione di livelli di rischio al fine di stabilire le misure più urgenti di

intervento.

Le diverse situazioni saranno aggregate in quattro classi di rischio a gravosità crescente, alle quali

sono attribuite le seguenti definizioni:

- Classe R1: Rischio moderato .

Sono possibili danni moderati di carattere economico ed al patrimonio ambientale.

- Classe R2: Rischio medio .

Sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale, che non

pregiudicano incolumità delle persone, l’agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività

economiche.

- Classe R3: Rischio elevato .

Sono possibili pericoli per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici ed alle

infrastrutture, con conseguente inagibilità degli stessi, l’interruzione di funzionalità delle

attività socio economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale;

- Classe R4: Rischio molto elevato .

Sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici,

alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socioeconomiche.

In particolare per la ricostruzione dello scenario di rischio, sono state analizzate le situazioni

indicate a rischio idrogeologico elevato e molto elevato (R3 e R4).

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Centro Intercomunale della Valdera 40

C.1 - Strutture e eventi di potenziale criticità su l territorio individuati dai Piani Comunali di

Protezione Civile.

Onde avere un quadro chiaro delle criticità, si riportano di seguito gli elenchi suddivisi per comune

delle criticità e vulnerabilità estratti dai Piani comunali di protezione civile.

Elenco strutture ed infrastrutture a rischio idroge ologico ( ricadenti in PI3 - PI4 - PF3 - PF4).

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Centro Intercomunale della Valdera 41

Comune di Ponsacco

Tipologia di struttura Identificativo Localizzazione Tipologia e livello di pericolosità

Centri abitati 1 Zona A Fossa Nuova PI3 presenti n.503

abitanti. 2 Zona B Rimembranza PI3 presenti 252

abitanti 3 Zona C Ascellino PI3 presenti 170

abitanti 4 Zona D Contrada Acquitrino PI3 presenti 12 abitanti 5 Zona F Gambucci PI3 presenti 33 abitanti Case sparse 1 Zona G S. Andrea PI3/PI4 presenti 67

abitanti 2 Zona H Lo smorto e Uomo

morto PI3/PI4 presenti 0 abitanti.

Beni architettonici Servizi Residenze sanitarie RSA

Edifici pubblici Scuole Infrastrutture

Popolazione a Rischio

Rischio inondazione n.

Rischio Frana n.

Elenco sagre (maggiori manifestazioni e collaterali)

– Fiera paesana mese di Ottobre.

– Mercato settimanale (Mercoledì).

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Centro Intercomunale della Valdera 42

Comune di Casciana Terme

Tipologia di struttura Identificativo Localizzazione Tipologia e livello di pericolosità

Centri abitati 1 Area “La

Fraschetta” Via del Commercio nord incrocio con Via Pontederese

Rischio inondazione R4.

2 Area “Campolungo” Loc. Sant’Ermo – Via Pontederese Via del commercio

Rischio inondazione R3.

3 Area “La Tora” Loc. Tartaglia – Via Comunale per Lorenzana – incrocio Via Provinciale del Commercio

Rischio inondazione R3.

Case sparse nessuna Beni architettonici nessuna Servizi nessuna Residenze sanitarie RSA

nessuna Edifici pubblici nessuna Scuole nessuna Infrastrutture nessuna

Popolazione a Rischio

Rischio inondazione n. 61

Rischio Frana n. nessuna

Elenco sagre (maggiori manifestazioni e collaterali)

– Fiera paesana mese di Ottobre.

– Mercato settimanale (Mercoledì).

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Centro Intercomunale della Valdera 43

Comune di Chianni

Tipologia di struttura Identificativo Localizzazione Tipologia e livello di pericolosità

Centri abitati 1 Abitazione - 4

abitazioni Località Terroti. Area inondabile dal Torrente La Fine e La Cascina.

Rischio Inondazione. Rischio R2.

2 In questa area sono ubicate n. 2 unità immobiliari pertanto vi sono n. 2 residenti.

Località Il Molino- La Gora

Rischio Inondazione. Rischio R3.

3 In questa area sono ubicate n. 3 unità immobiliari di cui una è un ristorante. Pertanto vi sono n. 7 residenti di cui un disabile e due anziani.

Località Croce del Magno. Area inondabile dal Torrente La Cascina.

Rischio Inondazione. Rischio R1.

4 In questa area sono ubicate n. 3 unità immobiliari di cui un capannone commerciale; pertanto ci sono circa n. 3 residenti

Località La Cascina. Area inondabile dal Torrente La Cascina.

Rischio Inondazione. Rischio R2.

5 In questa area sono ubicate n. 3 unità immobiliari di cui un capannone agricolo; pertanto sono presenti circa n. 4 residenti di cui un anziano

Località Vignone. Area inondabile dal Torrente La Cascina.

Rischio Inondazione. Rischio R2.

6 In questa area sono ubicate n. 47 unità immobiliari I residenti son circa 110 persone

Località Mercatale. Rischio Frana. Rischio R4

7 In questa area sono ubicate n. 16 unità immobiliari con circa n. 31 residenti

Località La Pescaia. Rischio Frana. Rischio R4

Case sparse 1 Abitazione -

disabitata Zona La Posta. Area inondabile del Torrente la Fine.

Rischio Inondazione. Rischio R1.

2 In questa area Località Piano della Rischio Inondazione.

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Centro Intercomunale della Valdera 44

sono ubicate n. 1 unità immobiliare costituita da magazzino agricolo.

Cascina. Area inondabile dal Torrente La Cascina.

Rischio R2.

3 In questa area sono ubicate n. 3 unità immobiliari per ricovero attrezzi.

Località La Cascina. Area inondabile dal Torrente La Cascina.

Rischio Inondazione. Rischio R2.

4 In questa area sono ubicate n. 6 unità immobiliari di cui un capannone per allevamento zootecnico bovini; pertanto sono presenti circa n. 10 residenti

Località Gallettino di Sotto. Area inondabile dal Torrente La Cascina.

Rischio Inondazione. Rischio R2.

5 In questa area sono ubicate n. 1 unità immobiliari; pertanto vi sono presenti n. 3 residenti

Località La Cascinella. Area inondabile dal Torrente La Cascina.

Rischio Inondazione. Rischio R2.

6 In questa area sono ubicate n. 7 unità immobiliari; pertanto sono presenti in questa area n. 5 residenti

Località Il Piano. Area inondabile dal Torrente La Cascina.

Rischio Inondazione. Rischio R2.

7 In questa area sono ubicate n. 2 unità immobiliari con circa n. 8 residenti

Località Ostoncino. Area inondabile dal Botro dell’Ostone.

Rischio Inondazione. Rischio R2.

8 In questa area sono ubicate n. 1 unità immobiliare attualmente non abitata

Località La Cascina. Area inondabile dal Torrente La Sterza.

Rischio Inondazione. Rischio R2.

9 In questa area sono ubicate n. 3 unità immobiliari in corso di ristrutturazione per cui attualmente non ci sono residenti

Località Podere Sterza I.

Rischio frana. Rischio R3.

10 In questa area sono ubicate n. 5 unità immobiliari con circa n. 14 residenti

Località I Gulfi. Rischio frana. Rischio R3.

11 In questa area sono ubicate n. 1 unità immobiliare

Località Calderai.

Rischio frana. Rischio R3.

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Centro Intercomunale della Valdera 45

costituito da edificio rurale

12 In questa area sono ubicate n. 2 unità immobiliari.

Località Ghiaccione.

Rischio frana. Rischio R3.

13 In questa area sono ubicate n. 1 unità immobiliare.

Località Le Casine. Rischio frana. Rischio R3.

14 In questa area sono ubicate n. 2 unità immobiliari di cui una è magazzino non utilizzato.

Località Noverchia. Rischio frana. Rischio R3.

15 In questa area sono ubicate n. 1 unità immobiliare.

Località Montelo.

Rischio frana. Rischio R3.

16 In questa area sono ubicate n. 2 unità immobiliari di cui una è un calzaturificio.

Località Ricandoli.

Rischio frana. Rischio R3.

Beni architettonici nessuna Servizi 1 Ristorante.

Per l’attività di ristorazione si prevede una capienza di circa 30 persone

Località Croce del Magno. Area inondabile dal Torrente La Cascina.

Rischio Inondazione. Rischio R1.

Residenze sanitarie RSA

nessuna Edifici pubblici nessuna Scuole 1 Sono presenti la

scuola materna, la scuola elementare, la scuola media e la palestra del Comune di Chianni. Pertanto la capienza di tali edifici è di circa 145 tra alunni e personale didattico

Località Mercatale. Rischio Frana. Rischio R4

Infrastrutture

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Centro Intercomunale della Valdera 46

nessuna

Popolazione a Rischio

Rischio inondazione n.

Rischio Frana n.

Elenco sagre (maggiori manifestazioni e collaterali)

– Fiera paesana mese di Ottobre.

– Mercato settimanale (Mercoledì).

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Centro Intercomunale della Valdera 47

Comune di Palaia

Tipologia di struttura Identificativo Localizzazione Tipologia e livello di pericolosità

Centri abitati 1 Abitazioni – 24

nuclei familiari Area inondabile a destra idrografica del Torrente Roglio da Molino del Roglio a C. S. Andrea

Rischio inondazione

2 Abitazioni – 12 nuclei familiari

Area inondabile a sinistra e destra idrografica del torrente Chiecinella, dallo stabilimento Candia fino alla confluenza nel torrente Chiecinella

Rischio inondazione

3 Abitazioni – 108 nuclei familiari

Palaia Centro Storico Rischio Frana

4 Abitazioni – 2 nuclei familiari

Toiano Centro Storico Rischio Frana

Case sparse 1 Abitazioni – 3

nuclei familiari Loc. La Casina Via Comunale per Toiano

Rischio Frana

Beni architettonici 1 Chiesa di S.

Andrea, Chiesa di Santa Maria

Palaia Centro Storico P.zza S. Andrea e P.zza della Repubblica.

Rischio Frana

2 Intero borgo di Toiano

Toiano Rischio Frana

Servizi 1 Ristorante Pizzeus Area inondabile a

destra idrografica del Torrente Roglio da Molino del Roglio a C. S. Andrea

Rischio inondazione

2 Impresa materiali edili, macelleria, pelletteria, distributore carburanti, ferramenta, negozio abbigliamento, ambulatorio comunale, comune, stazione radio base tim, Ufficio postale, fioraio, macelleria, alimentari, negozio abbigliamento, 3 bar, 2 parrucchieri, dentista, fabbro, negozio articoli per

Palaia Centro Storico Rischi Frana

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 48

la casa, giornali e tabacchi.

3 Rete distribuzione acqua, rete telefonica, rete elettrica.

Via Comunale per Toiano

Rischio Frana

Residenze sanitarie RSA

Nessuna Edifici pubblici Nessuna Scuole Nessuna Infrastrutture 1 Strada Comunale

per Toiano Toiano Interrotta

frequentemente per frane

Popolazione a Rischio

Rischio inondazione n. 132

Rischio Frana n. 243

Elenco sagre (maggiori manifestazioni e collaterali)

– Fiera paesana mese di Ottobre.

– Mercato settimanale (Mercoledì).

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Centro Intercomunale della Valdera 49

Comune di Terricciola

Tipologia di struttura Identificativo Localizzazione Tipologia e livello di pericolosità

Centri abitati 1 Abitazioni – 2

nucleo familiare Area inondabile a sinistra idrografica del fiume Era da Piano della Sterza a Piano di Succhiato

Rischio Inondazioni

2 Abitazioni – 5 nuclei familiari

Area inondabile a sinistra idrografica del Torrente Sterza , Piano della Sterza

Rischio Inondazioni

3 Abitazioni – 10 nuclei familiari

Area inondabile a destra idrografica del fiume Cascina dal Piano della Cascina alla Fornace.

Rischio Inondazioni

4 Abitazioni – 3 nuclei familiari

Terricciola – Versante Nord Via Roma, p.zza XXV Luglio

Rischio Frana. Frane quiescenti per scivolamento rischio medio R2.

5 Abitazioni – 20 nuclei familiari

Terricciola Versante Sud Via T.G. del Testa, e vicoli lato frana

Rischio Frana. Frane attiva per scivolamento rischio elevato R3.

6 Abitazioni – 8 nuclei familiari

Terricciola versante sud, via XX Settembre, via Rampucci,.

Rischio Frana. Frana quiescente per scivolamento e colamento, rischio medio R2, ma contigua ad una frana attiva a rischio elevato R3.

7 Abitazioni – 3 nuclei familiari

Morrona versante Nord Via del Chianti, Via del Fondaccio

Rischio Frana. Frana attiva per scivolamento rischio elevato R3.

8 Abitazioni – 1 nucleo familiare

Morrona versante Nord Via del Chianti.

Rischio Frana. Frana quiescente per movimenti superficiali. Rischio medio R2.

9 Abitazioni – 1 nucleo familiare

Morrona Versante sud Via del Chianti

Rischio Frana. Frana quiescente per scivolamento . Rischio medio R2.

10 Abitazioni – 11 nuclei familiari

Morrona Versante sud Via A. Baldi

Rischio Frana. Frana attiva per scivolamento Rischio elevato R3.

Case sparse Nessuna Beni architettonici

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1 Chiesa della SS. Annunziata

Via Roma Rischio Frana. Frane quiescenti per scivolamento rischio medio R2.

2 Edifici del centro storico di Terricciola

Terricciola Versante Sud Via T.G. del Testa, e vicoli lato frana

Rischio Frana. Frane attiva per scivolamento rischio elevato R3.

Servizi 1 C.I.M. Segheria

marmi Via Volterrana n.1 Selvatelle

Rischio inondazione n.36 addetti

2 Campo pozzi acquedotto Azienda speciale Cerbaie

Via di Salatola n.43 La Rosa

Rischio inondazione n.36 addetti

3 Albergo della Sterza di Salvadori Pasquino

Via Volterrana n.308 La Sterza

Rischio inondazione n.36 posti letto n.5 addetti.

4 Mobilificio Belcari e Bulleri

Via Volterrana n.507 La Sterza

Rischio inondazione n.27 addetti

5 Arcenni R. & G. srl Via Volterrana n.508 La Sterza

Rischio inondazione n.12 addetti.

6 Agraria Puccioni Via dei Fontini n.55 Rischio inondazione n.1 addetti.

7 Sede Misericordia Donatori Frates

Via Roma 30 Rischio Frana. Frane quiescenti per scivolamento rischio medio R2.

8 Circolo Bar Via Roma n.28 Rischio Frana. Frane quiescenti per scivolamento rischio medio R2. n.1 addetto.

9 Poste Terricciola versante sud, via XX Settembre n.17,

Rischio Frana. Frana quiescente per scivolamento e colamento, rischio medio R2, ma contigua ad una frana attiva a rischio elevato R3. n.2 addetti

Residenze sanitarie RSA

Nessuna Edifici pubblici 1 Teatro Comunale

Pozzuolo Terricciola Versante Sud Via T.G. del Testa, Via Pozzuolo.

Rischio Frana. Frana quiescente per scivolamento rischio medio R2. Non utilizzato fatiscente.

Scuole 1 Elementare Terricciola Versante

Sud Via T.G. del Testa, Via Pozzuolo.

Rischio Frana. Frana quiescente per scivolamento rischio

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medio R2. 2 Palestra comunale Via Pozzuolo Rischio Frana.

Frana quiescente per scivolamento rischio medio R2.

Infrastrutture 1 Acquedotto e

strada provinciale Terricciola Versante Sud Via T.G. del Testa, e vicoli lato frana

Rischio Frana. Frane attiva per scivolamento rischio elevato R3.

2 Strade Comunali Via del Chiantie Via del Fondaccio

Rischio Frana. Frana attiva per scivolamento rischio elevato R3.

Popolazione a Rischio

Rischio inondazione n. 123

Rischio Frana n. 118

Elenco sagre (maggiori manifestazioni e collaterali)

– Fiera paesana mese di Ottobre.

– Mercato settimanale (Mercoledì).

I Piani comunali dei Comuni di Capannoli, Lajatico e Peccioli, sono privi di dati in materia.

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C.2 - Strutture e eventi di potenziale criticità su l territorio individuati dalla comparazione dei

dati desunti dai Piani Comunali di Protezione Civil e e dalla cartografia del PAI.

Si riportano di seguito le schede relative a strutture ed eventi di potenziale criticità sul territorio

individuati dalla comparazione dei dati desunti dai Piani Comunali di Protezione Civile e dalla

cartografia del PAI:

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COMUNE DI PONSACCO

Id area a rischio CIPC A – Fossa Nuova alimentata dal Cascina Id area a rischio piano comunale A Comune Ponsacco Località Fossa Nuova Vie Buozzi, Rosselli, Frank, Amendola, Godetti,

Cervi, trav. Livornese, Leopardi, Montale, Calvino, Novelli, Di Vittorio, Curiel, Petrarca, N.Sauro.

Pericolosità Idraulica Popolazione totale 503 Disabili 5 Età<14 nd Età>65 372 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

72

Centri abitati e frazioni esposte Ponsacco Edifici strategici nessuno Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

nessuno

Patrimonio artistico ambientale nd Id area a rischio CIPC B – Fossa Nuova alimentata dal Cascina Id area a rischio piano comunale B Comune Ponsacco Località Rimembranza Vie Turati, Gasperi, Giovanni XXIII, Venagli Pericolosità Idraulica Popolazione totale 252 Disabili 2 Età<14 nd Età>70 50 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

90

Centri abitati e frazioni esposte Ponsacco Edifici strategici Distaccamento VVF, magazzini comunali. Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd

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Centro Intercomunale della Valdera 54

Id area a rischio CIPC C – Fossa Nuova alimentata dal Cascina Id area a rischio piano comunale C Comune Ponsacco Località Ascellino Vie Bixio, Boccaccia, Cattaneo, Alighieri, Mameli,

Montanelli, Pisacane, Rospicciano, Togliatti. Pericolosità Idraulica Popolazione totale 170 Disabili 4 Età<14 nd Età>70 146 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

88

Centri abitati e frazioni esposte Ponsacco Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale nn Id area a rischio CIPC D - Fossa Nuova alimentata dal Cascina Id area a rischio piano comunale D Comune Ponsacco Località Contrada acquitrini Vie Curigliana, Gori. Pericolosità Idraulica Popolazione totale 120 Disabili 1 Età<14 Età>70 11 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1

Centri abitati e frazioni esposte Ponsacco Edifici strategici nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

nn

Patrimonio artistico ambientale nn

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Centro Intercomunale della Valdera 55

Id area a rischio CIPC E - Fossa Nuova alimentata dal Cascina Id area a rischio piano comunale E Comune Ponsacco Località Le Melorie Vie Delle Melorie Pericolosità Idraulica Popolazione totale 20 Disabili 0 Età<14 nd Età>70 4 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

9

Centri abitati e frazioni esposte Le Melorie Edifici strategici nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

nn

Patrimonio artistico ambientale nn Id area a rischio CIPC A – Fiume Cascina Id area a rischio piano comunale F Comune Ponsacco Località Gambucci Vie Galilei, Pacinotti, Volta, Vecchia Pontedera. Pericolosità Idraulica Popolazione totale 33 Disabili 0 Età<14 nd Età>70 64 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

19

Centri abitati e frazioni esposte Ponsacco Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn

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Centro Intercomunale della Valdera 56

Id area a rischio CIPC B - Era Id area a rischio piano comunale G Comune Ponsacco Località Sant’ Andrea Vie Chiavaccini, Puntale, Riotta, Valdera. Pericolosità Idraulica. Popolazione totale 67 Disabili 0 Età<14 nd Età>70 94 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

47

Centri abitati e frazioni esposte Ponsacco Edifici strategici Poliambulatorio V. Rospicciano Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale nn Id area a rischio CIPC A - Era Id area a rischio piano comunale H Comune Ponsacco Località Ponsacco Vie Nn Pericolosità Idraulica Popolazione totale 4 Disabili 1 Età<14 nd Età>70 4 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

Nn

Centri abitati e frazioni esposte ponsacco Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn

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Centro Intercomunale della Valdera 57

Id area a rischio CIPC B - Cascina Id area a rischio piano comunale - Comune Ponsacco Località Tana Cieca Vie Pericolosità Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Patrimonio artistico ambientale

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Centro Intercomunale della Valdera 58

COMUNE DI TERRICCIOLA Id area a rischio CIPC A – La Sterza Id area a rischio piano comunale

A - Locanda la Sterza Comune Terricciola Località La Sterza Vie Volterrana Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 57 Disabili n.n. Età<10 1 Età>70 1 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

3

Centri abitati e frazioni esposte n.n. Edifici strategici 1 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

n.n.

Patrimonio artistico ambientale n.n. Id area a rischio CIPC N - Era Id area a rischio piano comunale B - Podere le Venelle Comune Terricciola Località Terricciola Vie Volterrana Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 0 Disabili n.n. Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1

Centri abitati e frazioni esposte n.n. Edifici strategici 1 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

n.n.

Patrimonio artistico ambientale n.n. Id area a rischio CIPC I – Era Id area a rischio piano comunale C - La Rosa Comune Terricciola Località Terricciola Vie Salaiola Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 1 Disabili n.n. Età<14 0 Età>70 1 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1

Centri abitati e frazioni esposte n.n.

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Centro Intercomunale della Valdera 59

Edifici strategici 1 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

n.n.

Patrimonio artistico ambientale n.n. Id area a rischio CIPC F – Era Id area a rischio piano comunale D - Dico Comune Terricciola Località Terricciola Vie Volterrana Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 38 Disabili n.n. Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1

Centri abitati e frazioni esposte 0 Edifici strategici 1 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

n.n.

Patrimonio artistico ambientale n.n. Id area a rischio CIPC F- Cascina Id area a rischio piano comunale E - Molino Rossi Comune Terricciola Località Terricciola Vie Della Cascina Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 3 Disabili n.n. Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte n.n. Edifici strategici 0 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

n.n.

Patrimonio artistico ambientale n.n.

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Centro Intercomunale della Valdera 60

Id area a rischio CIPC E – Cascina Id area a rischio piano comunale F - Podere Canessa Comune Terricciola Località Terricciola Vie Della Cascina Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 5 Disabili n.n. Età<10 1 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte n.n. Edifici strategici n.n. Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

n.n.

Patrimonio artistico ambientale n.n. Id area a rischio CIPC D – Cascina Id area a rischio piano comunale G -Molino La Fraschetta Comune Terricciola Località “ Vie Dei Fontini Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 6 Disabili n.n. Età<10 0 Età>70 4 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1

Centri abitati e frazioni esposte n.n. Edifici strategici 1 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

n.n.

Patrimonio artistico ambientale n.n.

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Centro Intercomunale della Valdera 61

Id area a rischio CIPC C - Cascina Id area a rischio piano comunale H -La Fornace Comune Terricciola Località “ Vie S.Pietro Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale 4 Disabili n.n. Età<10 0 Età>70 1 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte 0 Edifici strategici 0 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

n.n.

Patrimonio artistico ambientale n.n. Id area a rischio CIPC 1 Id area a rischio piano comunale T Comune Terricciola Località “ Vie Roma, ,G.Del Testa, Rampucci, XX Settembre

Pozzuolo, vicolo del Barbacane, vicolo della Ripe,vicolo delle Grotte, vicolo del Chiassetto, Piazza XXV luglio,corte G. Del Testa

Pericolosità Rischio di frana Popolazione totale 73 Disabili n.n. Età<10 5 Età>70 10 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

2

Centri abitati e frazioni esposte 0 Edifici strategici 7 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

n.n.

Patrimonio artistico ambientale n.n.

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 62

Id area a rischio CIPC 2 Id area a rischio piano comunale M Comune Terricciola Località “ Vie Baldi, del Fondaccio ,del Chianti Pericolosità Rischio di frana Popolazione totale 37 Disabili n.n. Età<10 1 Età>70 13 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte n.n. Edifici strategici n.n. Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

n.n.

Patrimonio artistico ambientale n.n. Id area a rischio CIPC G - Era Id area a rischio piano comunale - Comune Terricciola Località Era Morta Vie Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale Disabili Età<10 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

n.n.

Patrimonio artistico ambientale n.n.

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Centro Intercomunale della Valdera 63

Id area a rischio CIPC H - Era Id area a rischio piano comunale

- Comune Terricciola Località Piano della Sovita Vie Pericolosità Rischio di alluvione Popolazione totale Disabili Età<10 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

n.n.

Patrimonio artistico ambientale n.n.

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Centro Intercomunale della Valdera 64

COMUNE DI PALAIA Id area a rischio CIPC Id area a rischio piano comunale A Comune Palaia Località Alica Vie Via per Alica Pericolosità Frana Popolazione totale 21 Disabili ? Età<14 0 Età>70 5 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Alica Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC A - Torrente Chiecinella Id area a rischio piano comunale C Comune Palaia Località Chiecinella Vie Sp.36 delle Colline Palatesi Pericolosità Idraulico Popolazione totale 38 Disabili ? Età<14 5 Età>70 8 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC A – Rigone di Baccanella Id area a rischio piano comunale F Comune Palaia Località Forcoli Vie Sp.11 delle Colline Pericolosità Idraulica Popolazione totale 26 Disabili 0 Età<14 1 Età>70 1 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Forcoli Edifici strategici Nn

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Centro Intercomunale della Valdera 65

Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC 7 Id area a rischio piano comunale M Comune Palaia Località Montefoscoli Vie Vie di Accesso al Paese Pericolosità Frana Popolazione totale nn Disabili nn Età<14 nn Età>70 nn Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

nn

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC 8 Id area a rischio piano comunale MC Comune Palaia Località Monzone la Casina Vie S.c. Toiano Pericolosità Frana Popolazione totale 9 Disabili 0 Età<14 1 Età>70 2 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn

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Centro Intercomunale della Valdera 66

Id area a rischio CIPC 9 Id area a rischio piano comunale MO Comune Palaia Località Montacchita Vie Via della Montacchita, Via delle Colline Pericolosità Frana Popolazione totale 9 Disabili 0 Età<14 1 Età>70 2

Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC 10 Id area a rischio piano comunale P Comune Palaia Località Centro Storico Palaia e via di Gello Vie SP 36 delle colline palatesi Pericolosità Frana Popolazione totale 255 Disabili nn Età<14 8 Età>70 53 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

4

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn

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Centro Intercomunale della Valdera 67

Id area a rischio CIPC 11 Id area a rischio piano comunale T Comune Palaia Località Toiano Vie SC di Toiano Pericolosità Frana Popolazione totale 3 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 1 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC A - Roglio Id area a rischio piano comunale - Comune Palaia Località Forcoli Vie Roma Pericolosità Idraulica Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1

Centri abitati e frazioni esposte Forcoli Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

ponte

Patrimonio artistico ambientale Nn

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Centro Intercomunale della Valdera 68

Id area a rischio CIPC D - Carfalo Id area a rischio piano comunale - Comune Palaia Località La Cerbana Vie Sp. Colline per Legoli incrocio SC di Toiano Pericolosità idraulica Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1 agriturismo

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC 22 – Palaia centro Id area a rischio piano comunale - Comune Palaia Località Palaia Vie Centro abitato Pericolosità frana Popolazione totale - Disabili - Età<14 - Età>70 - Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

-

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn

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Centro Intercomunale della Valdera 69

Id area a rischio CIPC 23 – Palaia pieve Id area a rischio piano comunale - Comune Palaia Località Palaia Vie Centro abitato Pericolosità frana Popolazione totale - Disabili - Età<14 - Età>70 - Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

-

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Pieve di Palaia

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Centro Intercomunale della Valdera 70

COMUNE DI PECCIOLI Id area a rischio CIPC L - Era Id area a rischio piano comunale Comune Peccioli Località Sant’Antonio (deposito ghiaia) Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1

Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Patrimonio artistico ambientale Id area a rischio CIPC M - Era Id area a rischio piano comunale Comune Peccioli Località Molino di Ripabianca Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Patrimonio artistico ambientale Id area a rischio CIPC C - Roglio Id area a rischio piano comunale Comune Peccioli Località Santa Barbara Vie Sp. Delle Colline- Sp della Fila Pericolosità Idraulica Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici

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Centro Intercomunale della Valdera 71

Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Patrimonio artistico ambientale Id area a rischio CIPC B - Carfalo Id area a rischio piano comunale Comune Peccioli Località San Piero Vie Sp. Delle Colline per Legoli Pericolosità Idraulica Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Ponte

Patrimonio artistico ambientale Id area a rischio CIPC C - Carfalo Id area a rischio piano comunale Comune Peccioli Località Piano della Ferraiola Vie Sp. Per Legoli Pericolosità Idraulica Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Ponti 5

Patrimonio artistico ambientale

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Centro Intercomunale della Valdera 72

COMUNE DI CHIANNI Id area a rischio CIPC B – La Fine Id area a rischio piano comunale La posta Comune Chianni Località La Posta Vie Strada Provinciale 42 Pericolosità Idraulica Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC A – La Fine Id area a rischio piano comunale Terroti Comune Chianni Località Terroti Vie Strada provinciale 42/Via vecchia pontederese. Pericolosità Idraulica Popolazione totale 4 Disabili Nd Età<14 Nd Età>70 Nd Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 73

Id area a rischio CIPC C – LA sterza Id area a rischio piano comunale - Comune Chianni Località Podere lecciarelli Vie Strada provinciale 42/Via vecchia pontederese. Pericolosità Idraulica Popolazione totale 4 Disabili nd Età<14 nd Età>70 nd Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Sp. Per Miemo

Patrimonio artistico ambientale nd Id area a rischio CIPC G - Cascina Id area a rischio piano comunale La gora Comune Chianni Località La gora Vie Strada provinciale 42, Via vecchia pontederese. Pericolosità Idraulica. Popolazione totale 2 residenti e 30 persone attività commerciali Disabili nd Età<14 nd Età>70 nd Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

Un’attività pubblica (Pub)

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 74

Id area a rischio CIPC H - Cascina Id area a rischio piano comunale Piano della Cascina Comune Chianni Località Piano della Cascina Vie Via Vecchia Pontederese Pericolosità Idraulica Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

1

Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC I - Cascina Id area a rischio piano comunale Croce del Magno Comune Chianni Località Croce del Magno Vie Via vecchia pontederese, strada Volterrana. Pericolosità Idraulica Popolazione totale 7 Disabili 1 Età<14 nd Età>70 2 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 75

Id area a rischio CIPC L - Cascina Id area a rischio piano comunale La Cascina Comune Chianni Località La Cascina Vie Strada comunale Volterrana Pericolosità Idraulica Popolazione totale 3 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC M - Cascina Id area a rischio piano comunale La Cascina 1 Comune Chianni Località La Cascina Vie Strada comunale volterrana Pericolosità Idraulica Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 76

Id area a rischio CIPC N - Cascina Id area a rischio piano comunale Vignone Comune Chianni Località Il Vignone Vie Strada comunale volterrana Pericolosità Idraulica Popolazione totale 4 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 1 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale nd Id area a rischio CIPC O - Cascina Id area a rischio piano comunale Gallettino di sotto Comune Chianni Località Gallettino Vie Strada Comunale Volterrana Pericolosità Idraulica Popolazione totale 10 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 77

Id area a rischio CIPC P - Cascina Id area a rischio piano comunale La Cascinella Comune Chianni Località La Cascinella Vie Strada comunale via Volterrana Pericolosità Idraulica Popolazione totale 3 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

1

Patrimonio artistico ambientale Nd Nd Id area a rischio CIPC Q - Cascina ? Id area a rischio piano comunale Il Piano Comune Chianni Località Il Piano Vie Strada comunale del Piano Pericolosità Idraulica Popolazione totale 5 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 78

Id area a rischio CIPC A – Botro dell’Ostone Id area a rischio piano comunale Ostoncino Comune Chianni Località Ostoncino Vie Strada comunale del Piano, via Vecchia

Volterrana Pericolosità Idraulica Popolazione totale 8 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC B – La Sterza Id area a rischio piano comunale Piano dei Sondri Comune Chianni Località Piano dei Sondri Vie Strada Provinciale 14 per Miemo, strada

comunale del Piano Pericolosità Idraulica Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 79

Id area a rischio CIPC 12 Id area a rischio piano comunale Podere sterza Comune Chianni Località Podere sterza 1 Vie Strada provinciale 14 per Miemo Pericolosità Frana Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC 13 Id area a rischio piano comunale I gulfi Comune Chianni Località I Gulfi Vie Strada provinciale 14 per Miemo, strada

provinciale 55 del Pruno. Pericolosità Frana Popolazione totale 14 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 80

Id area a rischio CIPC 14 Id area a rischio piano comunale Montevaso Comune Chianni Località Calderai Vie Strada provinciale 55 Pericolosità Frana Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC 15 Id area a rischio piano comunale Ghiacciane Comune Chianni Località Ghiacciane Vie Strada provinciale 48 Montevaso Pericolosità Frana Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 81

Id area a rischio CIPC 16 Id area a rischio piano comunale Le Casine Comune Chianni Località Le Casine Vie Strada provinciale 48 per Montevaso Pericolosità Frana Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC 17 Id area a rischio piano comunale Noverchia Comune Chianni Località Noverchia Vie S. Provinciale 48 per Montevaso Pericolosità Frana Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 82

Id area a rischio CIPC 18 Id area a rischio piano comunale Mercatale Comune Chianni Località Mercatale Vie S.Provinciale 48 di Montevaso Pericolosità Frana Popolazione totale 145 Disabili ? Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici 3 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC 19 Id area a rischio piano comunale Pescaia Comune Chianni Località Pescaia Vie S.p. 48 per Montevaso Pericolosità Frana Popolazione totale 31 Disabili 0 Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd

Page 83: PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE...Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007 Centro Intercomunale della Valdera 4 Per tale motivo l’art.16, comma 2 prevede

Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 83

Id area a rischio CIPC 20 Id area a rischio piano comunale Mentalo Comune Chianni Località Montalo Vie Sp. 48 per Montevaso. Pericolosità Frana Popolazione totale 0 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd Id area a rischio CIPC 21 Id area a rischio piano comunale Ricandoli Comune Chianni Località Ricandoli Vie Sp. 48 per Montevaso Pericolosità Frana Popolazione totale nd Disabili Nd Età<14 Nd Età>70 Nd Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

1

Centri abitati e frazioni esposte Nd Edifici strategici Nd Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nd

Patrimonio artistico ambientale Nd

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 84

Id area a rischio CIPC O - Era Id area a rischio piano comunale Località S. Francesco Comune Laiatico Località San Francesco Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale 5 Disabili 0 Età<14 1 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC 3 Id area a rischio piano comunale La Fornace Comune Laiatico Località La Fornace Vie Pericolosità Frane Popolazione totale 5 Disabili 1 Età<14 0 Età>70 1 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 85

Id area a rischio CIPC 4 Id area a rischio piano comunale Via nuova per Orciatico Comune Laiatico Località Via nuova per Orciatico Vie Pericolosità Frane Popolazione totale 34 Disabili 0 Età<14 6 Età>70 8 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC 5 Id area a rischio piano comunale Via delle Fonti Comune Laiatico Località Via delle Fonti Vie Pericolosità Frane Popolazione totale 28 Disabili 0 Età<14 0 Età>70 2 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 86

Id area a rischio CIPC 6 Id area a rischio piano comunale Podere San Giovanni Comune Laiatico Località Podere San giovanni Vie Pericolosità Frane Popolazione totale 4 Disabili 0 Età<14 1 Età>70 0 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC C - Era Id area a rischio piano comunale Podere Isola Comune Capannoli Località Podere Isola Vie Strada vicinale con innesto sulla SP delle

Colline per Legoli Pericolosità Idraulica Popolazione totale nn Disabili nn Età<14 nn Età>70 nn Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 87

Id area a rischio CIPC D – Era 1 Id area a rischio piano comunale Saltero Comune Capannoli Località Loc. Saltero Vie SC Capannoni-Forcoli Pericolosità Idraulica Popolazione totale nn Disabili nn Età<14 nn Età>70 nn Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC B - Roglio Id area a rischio piano comunale Comune Capannoli Località Podere della Vecchia Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Patrimonio artistico ambientale

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 88

Id area a rischio CIPC E – Era Id area a rischio piano comunale Comune Capannoni Località Santa Maria Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Patrimonio artistico ambientale Id area a rischio CIPC D1-Era Id area a rischio piano comunale La Fraschetta Comune Casciana Terme Località La Fraschetta Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale 23 Disabili nn Età<14 nn Età>70 nn Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 89

Id area a rischio CIPC A-Torrente Ecina, Fosso Valderio Id area a rischio piano comunale Campolungo Comune Casciana Terme Località Campolungo Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale 4 Disabili ? Età<14 ? Età>70 ? Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn Id area a rischio CIPC B – Torrente la Tora Id area a rischio piano comunale La Tora Comune Casciana Terme Località La Tora Vie Pericolosità Idraulica Popolazione totale 5 Disabili nn Età<14 nn Età>70 nn Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte Nn Edifici strategici Nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Nn

Patrimonio artistico ambientale Nn

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 90

QUADRO RIASSUNTIVO AREE A RISCHIO DERIVANTI DA PAI E PIANI COMUNALI

RIASSUNTO COMUNE DI CHIANNI Popolazione totale 266 Disabili 1 Età<14 nn Età>70 3 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

6

Centri abitati e frazioni esposte 3 Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

3

Patrimonio artistico ambientale nn RIASSUNTO COMUNE DI PONSACCO Popolazione totale 1169 Disabili 13 Età<14 nn Età>70 745 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

326

Centri abitati e frazioni esposte 2 Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

nn

Patrimonio artistico ambientale nn RIASSUNTO COMUNE DI CASCIANA T. Popolazione totale 32 Disabili nn Età<14 nn Età>70 nn Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte 1 Edifici strategici nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

nn

Patrimonio artistico ambientale nn RIASSUNTO COMUNE DI LAIATICO Popolazione totale 76 Disabili 1 Età<14 8 Età>70 11 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

0

Centri abitati e frazioni esposte 1 Edifici strategici nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

nn

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 91

Patrimonio artistico ambientale nn RIASSUNTO COMUNE DI PALAIA Popolazione totale 361 Disabili nn Età<14 16 Età>70 72 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

nn

Centri abitati e frazioni esposte 5 Edifici strategici nn Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

nn

Patrimonio artistico ambientale nn RIASSUNTO COMUNE TERRICCIOLA Popolazione totale 187 Disabili nn Età<14 7 Età>70 31 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

7

Centri abitati e frazioni esposte 3 Edifici strategici 11 Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

nn

Patrimonio artistico ambientale nn RIASSUNTO COMUNE DI PECCIOLI Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

Patrimonio artistico ambientale RIASSUNTO COMUNE DI CAPANNOLI Popolazione totale Disabili Età<14 Età>70 Attività produttive, grande distribuzione ed industrie

Centri abitati e frazioni esposte Edifici strategici Viabilità (in particolare collegamenti unici con centri e frazioni)

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Centro Intercomunale della Valdera 92

Patrimonio artistico ambientale

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 93

Parte

D

Sede Centro Intercomunale

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 94

La sede del Centro Intercomunale della Valdera è localizzata nel Comune di Ponsacco in via

Perugia all’interno dell’area PIP vicino alla local ità Le Melorie .

ESTRATTO MAPPA AREA

Recapiti telefonici:

H24 0587 734.456

FAX in H24 0587 734.457

FAX out 0587 736.878

Ufficio 1 0587 734.440

Ufficio 2 0587 734.448

Ufficio 3 0587 734.449

Cell. 1

Cell. 2

Distaccamento Vigili del Fuoco Volontari 0587.736.864

[email protected] www.protezionecivilevaldera.org

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 95

La struttura è costituita all’interno di un edificio destinato a magazzino e archivio comunale, per

una superficie coperta totale di circa 800 mq.

In tali locali ha sede inoltre il distaccamento Vigili del Fuoco Volontari di Ponsacco.

PLANIMETRIA GENERALE

Gli spazi dedicati al Centro Intercomunale occupano una superficie di circa 300 mq esono costituiti

da un ufficio, una sala strategica, una sala operativa/riunioni, sala radio e un centralino, una

camera, un soggiorno per i Vigili del Fuoco.

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 96

PIANTA PT e 1P

PIANTA 1P

La struttura è orientata all’attivazione di un Centro Operativo secondo il Metodo Augustus con

l’attivazione delle Funzioni di Supporto del Metodo Augustus.

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 97

L’edificio è completamente cablato con numerose prese di rete in modo da attivare varie postazioni

di lavoro in caso di emergenza.

La Sala radio è predisposta per otto postazioni radio, sono presenti antenne e apparati fissi (UHF e

VHF) dedicati alle frequenze amatoriatli (ARI), del Volontariato (CRI, ANPAS, Misericordie) oltre

alla rete UHF Intercomunale.

Esiste inoltre la possibilità di espandere il numero di apparati a secondo le necessità.

Sono inoltre presenti vari apparati radio intercomunali portatili e uno montato sul fuoristrada.

Per le comunicazioni telefoniche il Centro è dotato di un centralino con n° 5 lineee ISDN con 10

numeri ad esclusivo servizio della Protezione Civile, due di queste sono dedicate alla ricezione e

invio fax esterne al centralino.

Per il collegamento di rete è presente una linea ADLS.

Per il collegamento tra il personale della Protezione Civile sono previsti telefoni cellulari con

servizio di MMS per garantire la visualizzazione di immagini riguardanti gli eventi sul territorio.

Si prevede di dotare inoltre la sala operativa di telefonia satellitare.

L’impianto elettrico prevede la presenza di gruppi di continuità di supporto ad una linea vita

dedicata e numerosi punti presa.

In caso di emergenza elettrica i gruppoi di continuità sono in grado di dare il tempo di azionare un

gruppo elettrogeno con una potenza di 15 KW, ubicato in apposito locale nel perimetro della

struttura.

Sono presenti inoltre numerose luci di emergenza.

E’ presente un impianto TV e TVSAT comprensivi di apparati TVColor, decoder, CD/VCR.

La sala è inoltre dotata di ampi pannelli ad uso lavagna e supporto per la cartografia utile per la

pianificazione e la gestione delle emergenze.

Sono in dotazione alla Sala Operativa vari PC Windows stampanti e software..

Il Centro è inoltre dotato di video proiettore per lezioni, fotocamera digitale e GPS palmare.

I locali sono riscaldati e climatizzati.

E’ presente inoltre una rimessa per gli automezzi dei Vigili del Fuoco e una tettoia per il

rimessaggio dei mezzi dei Vf e della PC Intercomunale.

All’interno dei magazzini comunali sono stoccati anche materiale tecnico della protezione civile

quali pompe, tende, brande.

Il Centro Intercomunale ha in dotazione un LandRover defender.

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 98

Parte

E

ORGANIZZAZIONE E ATTIVITA’

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 99

Indice Parte E

E. ORGANIZZAZIONE E ATTIVITA’ DEL CENTRO INTERCOMUNALE

E.1 - ATTIVITÀ OPERATIVE

E.1.1 Attivita’ di Centro Situazioni (Ce.Si.)

E.1.2 Attivita’ di Centro Operativo Intercomunale (C.O.I)

E.1.3 Organizzazione delle attivita’ operative

E.1.4 Raccordo informativo

E.1.6 Le Procedure Operative

E.1.7 Procedure Finanziarie

E.2 ORGANIZZAZIONE IN EMERGENZA

E.2.1 Unità di crisi Intercomunale

E.2.1.2 Comitato operativo intercomunale

E.2.2 Le Funzioni di Supporto

E.3 RAPPORTI TRA CIPC E COMUNI IN EMERGENZA

E.4 CENTRO INTERCOMUNALE SEDE DI COORDINAMENTO OPERATIVO

DECENTRATE

E.5 FASI OPERATIVE

E.5.1 Fase Di Attenzione

E.5.2 Fase di Pre-Allarme

E.5.3 Fase di Allarme

E.6 INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE

E.7 GEMELLAGGI

E.8 AGGIORNAMENTI

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Premessa alla struttura organizzativa

Il CIPC della Valdera nasce con convenzione del novembre 2002 come convenzione tra gli otto

comuni della Valdera che prevede la realizzazione di un associato privo di personalità giuridica.

Che si configura come struttura operativa funzionalmente gestito dai comuni presso la sede

operativa della Prot. Civile a Ponsacco ai sensi .30, D. Lgs. 267/00.

Resta ferma la titolarità in capo al Comune delle funzioni relative all’adozione di atti e di tutte le

iniziative necessarie per garantire, in emergenza, la salvaguardia della popolazione e dei beni,

assumendo il coordinamento degli interventi di soccorso nell’ambito del territorio comunale e

raccordandosi con la Provincia per ogni necessario supporto…” (estratto da: art.8, legge regionale

29 dicembre 2003, n. 67)

Quindi si configura come costituzione di un ufficio nelle disponibilità dei Sindaci, dove la titolarità

della funzione resta nella competenza del singolo Comune che utilizza l’ufficio comune per

svolgerla.. sotto la propria direzione e responsabilità…”come previsto da: Allegato A della DGRT

n.238/2003).

La convenzione ha definito la sede, il personale e gli oneri finanziari a carico dei comuni per

l'espletamento delle funzioni.

Il sistema delle risorse prevede l’individuazione di un responsabile, un coordinatore operativo, di

un referente di protezione civile per ogni comune associato (8); prevede la collaborazione con le

locali associazioni di volontariato coordinati dai tre referenti di zona della consulta provinciale di

protezione civile e del Distaccamento dei Vigili del Fuoco Volontari di Ponsacco che hanno sede

operativa nella stessa sede del Centro.

Per le attività di indirizzo si avvale dell’assemblea dei Sindaci denominata Comitato di Gestione e

composta dagli stessi o da loro delegati, poichè l’attività ordinaria e di strutturazione del servizio di

protezione civile è erogata in forma associata, al fine di coordinare correttamente l’attività del CIPC

nei comuni secondo priorità reali e condivise in emergenza il Comitato fungerà anche di organo di

confronto e indirizzo per l’attività del CIPC..

L’attività in emergenza viene svolta per tutti i comuni a livello di coordinamento dalla Sala

Operativa Intercomunale SOI organizzata in 10 Funzioni di Supporto.

Per l’attuazione corretta e funzionale delle attività di informazione e assistenza alla popolazione

presso ciascun comune (art.5, DPGR n.69/R/2004) sono costituite presso i comuni delle unità di

crisi comunali che garantiscono la perima risposta del comune all’emergenza ovvero delle strutture

decentrate delle funzioni di supporto proporzionate alle dinamiche emergenziali in atto.

Il CIPC è titolare dell’attività di Centro situazioni, come previsto dal Allegato 1 del Decreto

n.6884/2005 per le seguenti attività :

– allertamento del sistema di PC intercomunale

– monitoraggio

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– segnalazioni di criticità

– rapporti informativi con la provincia e la SOUP

.

Il CIPC è titolare dell’attività di centro operativo, come previsto da Allegato 2 del Decreto

n.6884/2005 mediante le attività di:

– censimento dei danni,

– impiego del volontariato art.23, DPGR n.7/R/2006

– rapporti informativi con la Provincia e la Regione

– attivazione dei centri operativi

– rapporti informativi con la provincia e la SOUP

– segnalazione evento

– segnalazione danni

Inoltre è titolare in tempo ordinario delle attività di formazione ed esercitazione del sistema locale

di protezione civile, delle attività di pianificazione (redazione aggiornamento e gestione del piano

di emergenza intercomunale di pc).

Il CIPC, gode di un proprio capitolo di spesa e di entrata nel bilancio del comune capofila

(Ponsacco) e pertanto può ricevere i contributi relativi agli interventi di soccorso, assistenza alla

popolazione; primo ripristino delle condizioni essenziali di vita della comunità colpita; impiego delle

organizzazioni del volontariato, gli interventi per eliminare o ridurre situazioni di grave rischio per la

pubblica incolumità come previsto artt. 2 e 7, DPGR 34/R/2004.

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E. ATTIVITA' OPERATIVE

Nell’ambito dell’organizzazione intercomunale e delle relative attività si è principalmente tenuto

conto di due concetti fondamentali validi anche nel caso di forme associate:

1) la titolarità della funzione/servizio/attività resta nella competenza del singolo Comune

che utilizza l’ufficio comune per svolgerla “... sotto la propria direzione e responsabilità…”

(Allegato A DGRT n.238/2003)

2) il Comune resta titolare delle funzioni relative all’adozione di atti e di tutte le iniziative

necessarie per garantire, in emergenza, la salvaguardia della popolazione e dei beni,

assumendo il coordinamento degli interventi di soccorso nell’ambito del territorio comunale

…” (art.8, LR 67/03) Ovvero il Sindaco è autorità di Protezione civile (L225/92).

3 ) l’attività di informazione e assistenza alla popolazione viene svolta presso ciascun

comune..” (art.5, DPGR n.69/R/2004).

I comuni associati organizzano sia tramite il CIPC, che con il coinvolgimento delle proprie strutture

comunali, le attività operative in modo adeguato ad assicurare gli interventi di competenza, ovvero

forniscono le risorse disponibili, per :

• l'incolumità e l'assistenza alla popolazione;

• la salvaguardia dei beni, con particolare riguardo di quelli pubblici funzionali al

mantenimento delle normali condizioni di vita della popolazione ed allo svolgimento delle

attività pubbliche essenziali.

Tenendo conto:

a) dell'organizzazione complessiva dei comuni associati e in particolare, dell'organizzazione

e dei compiti degli uffici tecnici, delle polizie municipali, degli uffici competenti in materia di

viabilità, edilizia e di servizi sociali;

b) dei rischi presenti sul territorio, con particolare riguardo al numero delle persone

potenzialmente soggette alle varie tipologie di rischio e alla densità abitativa delle aree a

rischio nonché alla esistenza di edifici strategici dislocati nelle aree a rischio, quali ospedali,

scuole, impianti produttivi, edifici di grande distribuzione, monumenti ed altri beni culturali.

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E.1 - ATTIVITÀ OPERATIVE

Il CIPC assicura le seguenti attività operative (art. 2 DPGR 69R/2004 e s.m.i.) finalizzate a

realizzare l'efficacia della risposta complessiva del sistema intercomunale di protezione civile alle

situazioni di emergenza:

a) attività di centro situazioni , in via ordinaria e continuativa;

b) attività di centro operativo , in emergenza o in previsione di una emergenza.

Le due attività sono integrate e complementari, ovvero in caso di emergenza le due attività sono

portate avanti in maniera integrata dalla sala operativa.

Le suddette attività sono svolte all’interno della sala operativa intercomunale (S.O.I.) che è

organizzata in Funzioni di Supporto secondo il Metodo Augustus.

Le Funzioni di Supporto assicurano il coordinamento con le altre forze operative competenti per gli

interventi di soccorso.

Il Centro inoltre assicura il supporto ai comuni alle seguenti attività mediante le risorse messe a

disposizione dei comuni o da risorse esterne (provincia, regione ecc.) :

1. l’informazione alla popolazione in corso o in previsione di una emergenza,

2. l'evacuazione della popolazione in situazione di rischio,

3. l'assistenza alla popolazione.

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E.1.1 Attivita’ di Centro Situazioni (Ce.Si.)

L'attività di centro situazioni comprende:

a) il ricevimento delle segnalazioni circa situazioni di criticità in atto o previste;

b) la verifica delle segnalazioni ricevute e della loro possibile evoluzione;

c) il mantenimento di un costante flusso informativo con le strutture dei comuni associati

che svolgono attività operative nonché con le altre componenti del sistema e gli altri

soggetti che concorrono alle attività di protezione civile.

Per gli eventi di tipo idrogeologico o comunque per gli eventi prevedibili, l'attività di centro

situazioni comprende:

• ricezione dei fax di allerta trasmessi dalla provincia anche ai singoli comuni associati e

successiva conferma telefonica alla provincia sulla effettiva ricezione dei fax da parte dei

singoli comuni.

• in caso di allerta meteo regionale attua le procedure di monitoraggio programmato .

• L’elaborazione e trasmissione alla provincia di segnalazioni di criticità relative a tutto il

territorio intercomunale

• Il mantenimento di un costante flusso informativo con le strutture competenti per le

attività di sorveglianza e pronto intervento, (Comuni associati, Provincia, Vigili del Fuoco,

Consorzi di Bonifica, Forze dell’Ordine, ecc.)

Per gli eventi non prevedibili, l'attività di centro situazioni è di fatto limitata se non assente portando

il sistema ad un livello operativo, quindi compatibilmente con l’entità e la tipologia di evento si potrà

avere :

• L’elaborazione e trasmissione alla provincia di segnalazioni di criticità relative a tutto il

territorio intercomunale

• Il mantenimento di un costante flusso informativo con le strutture competenti per le

attività di sorveglianza e pronto intervento, (Comuni associati, Provincia, Viglili del Fuoco,

Consorzi di Bonifica, Forze dell’Ordine, ecc.)

• Il monitoraggio del territorio attraverso i dati provenienti da Comuni, l’attività del

Volontariato e da qualsiasi altro contatto, al fine di ottenere un quadro aggiornato e

verificato della situazione .

Per poi passare alla fase operativa se necessario.

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E.1.2 Attivita’ di Centro Operativo Intercomunale ( C.O.I)

L'attività di centro operativo comprende l'attuazione degli interventi di soccorso attraverso:

a) l'accertamento delle esigenze di intervento sul territorio intercomunale attraverso

l’attività di monitoraggio e il flusso informativo da e verso i comuni;

b) il supporto ai comuni coinvolti in situazioni di emergenza, sulla base delle loro

esigenze e relative capacità operativa e del quadro complessivo dei rischi.

c) l'attivazione diretta delle risorse necessarie per far fronte alle esigenze di intervento

(delle amministrazioni locali e del volontariato) o l'attivazione dei centri di competenza a ciò

preposti (Provincia, Prefettura e Regione).

d) la prima definizione dei danni attraverso:

• elaborazione in collaborazione con i tecnici dei comuni di una scheda censimento

danni-ente per ogni comune associato;

• verifiche in collaborazione con i tecnici dei comuni dei danni a privati ed imprese;

• elaborazione dei report riassuntivi dei danni a privati ed imprese e relativa

trasmissione alla regione e alla provincia.

A tale attività potranno partecipare tecnici accreditati e formati specificamente a tale attività

come Tecnici Rilevatori inviati da altre amministrazioni o Ordini Professionali.

E.1.3 Organizzazione delle attivita’ operative

Il CIPC è organizzato per lo svolgimento delle attività operative in modo da assicurare (art. 3

DPGR 69R/2004 e s.m.i.):

a) una operatività H24 della attività di centro situazioni ;

b) la adeguatezza delle attività di centro operativo alle esigenze di intervento derivanti dalla

situazione di emergenza in corso o prevista

L'organizzazione delle attività, ai fini di garantire l'adeguatezza di cui sopra, è definita facendo

riferimento alle situazioni di massimo danno atteso quali risultano dal quadro dei rischi definito

nella prima parte del piano, fermo restando che le attività e l'organizzazione preposta vengono

attivate, in emergenza, secondo le effettive necessità.

Per gli eventi di tipo idrogeologico o comunque per gli eventi prevedibili, le attività e

l'organizzazione preposta sono attivate in forma progressiva in conformità alle disposizioni

regionali, in modo da assicurare un corrispondente grado di operatività delle varie componenti del

sistema di protezione civile.

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L'organizzazione delle attività suddette prevede anche il supporto delle organizzazioni di

volontariato nonché degli altri soggetti che compongono il sistema della protezione civile o che vi

concorrono.

L’organizzazione delle attività operative alla data di stesura del piano prevede:

Per le attività di CeSi:

Normalità:

• Reperibilità telefonica H24/365 di almeno una unità del personale del CIPC.

• Reperibilità telefonica dei Sindaci o loro delegati H24/365.

• Supporto/primo intervento: una squadra di Vigili del Fuoco Volontari è operativa

presso la sede del CIPC, sede anche del distaccamento, tutti i giorni almeno dalle

14 alle 8 e tutti i festivi.

Allerta:

Oltre a quanto sopra:

• Presidio della sala operativa da parte di un volontario per centralino e monitoraggio.

• Presenza in SOI del responsabile o di altro personale secondo necessità.

Per le attività di COI

• Presenza del responsabile e/o di altro personale secondo necessità in SOI

• Funzioni di Supporto

• Unità di Crisi Comunali (se attivate dai Sindaci)

Per le attività di Indirizzo si in ordinario che in emergenza

• Comitato di gestione / Assemblea dei Sindaci

Per i primi interventi sul territorio si avvale:

• Servizi di pronto intervento dei comuni (H24/365)

• Vigili del Fuoco Volontari per primi interventi di soccorso tecnico urgente

• Associazioni di Volontariato per monitoraggio del territorio e primi interventi di

supporto alla popolazione

• Servizi di Soccorso 118, 115, 112, 113.

Risorse umane per le attività operative

Il CIPC per statuto prevede un responsabile e un coordinatore operativo .

Il CIPC si avvale di collaborazioni professionali per le attività ordinarie e di monitoraggio.

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Il CIPC si avvale delle risorse messe a disposizione dei comuni e dei referenti comunali di p.c..

Il CIPC si avvale della collaborazione delle associazioni di volontariato.

E.1.4 Raccordo informativo

Una reciproca e tempestiva informazione costituisce un elemento strategico di coordinamento

delle attività dei vari soggetti che operano nell'ambito di una emergenza di protezione civile nonché

presupposto per l'attivazione delle iniziative di competenza dei medesimi.

Costituiscono oggetto di raccordo informativo:

a) l'evoluzione in loco della situazione meteorologica prevista negli di avvisi di criticità

idraulica e idrogeologica e le risultanze dell'attività di monitoraggio e di presidio attivata in

sede locale; le informazioni attinenti la lettera a) sono oggetto di costante rapporto

informativo tra il CIPC, i comuni, la Provincia, la Prefettura e la Regione, secondo le

disposizioni vigenti in materia di procedure di allertamento.

b) la segnalazione di eventi e i danni conseguenti; la segnalazione degli eventi e dei

conseguenti danni è comunicata dai singoli comuni al CIPC che provvederà alla

trasmissione alla provincia e alla Regione.

c) la segnalazione dell'attivazione delle strutture preposte alle attività di centro

operativo. La attivazione delle strutture preposte alle attività di centro operativo è

comunicata alla Provincia, alla Regione, alla Prefettura, alla azienda sanitaria ASL5, al

comando provinciale dei Vigili del Fuoco.

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E.1.6 Le Procedure Operative

Il CIPC ha definito le procedure operative (art. 4 DPGR 69R/2004 e s.m.i.) che regolano le attività

di centro operativo e centro situazioni ed in particolare per le seguenti attività:

1. Attivazione del centro operativo

2. Procedura di raccordo con i Comuni

3. Procedura di raccordo con altri enti

4. gestione degli stati di allerta

5. Segnalazione criticità

6. Segnalazione danni

7. Attivazione volontariato

8. Procedura monitoraggio e attività di monitoraggio dei punti critici;

9. Reperibilità

10. L'attivazione delle risorse necessarie per far fronte alle prime esigenze

Tali procedure operative sono redatte in modo da garantire la funzionalità rispetto alle effettive

situazioni di emergenza, anche tramite la previsione di fasi di verifica in tempo reale e

l'individuazione del soggetto competente a disporne l'immediato adeguamento.

Le procedure costituiscono un allegato operativo che sono modificabili con la semplice

approvazione del comitato gestione.

E.1.7 Procedure Finanziarie

Il CIPC gode di un suo specifico capitolo di spesa e di entrata all’interno del bilancio del Comune

Capofila, in tale capitolo potranno essere fatte confluire risorse finanziarie necessarie a far fronte le

situazioni di emergenza sia tramite fondi di provenienza Statale, Regionale o Provinciale, sia da

parte dei Comuni stessi; ad oggi la procedura più corretta per mettere a disposizione risorse

finanziarie è quella della variazione di bilancio attuata dai comuni e dal comitato di gestione dl

CIPC.

..”Nei casi in cui gli interventi di soccorso…assistenza alla popolazione; primo ripristino delle

condizioni essenziali di vita della comunità colpita; impiego delle organizzazioni del volontariato,gli

interventi per eliminare o ridurre situazioni di grave rischio per la pubblica incolumità…siano

realizzati in forma associata .. i contributi di cui agli articoli 11 (“Contributo annuale alle province”) e

13 (“Contributo a fondo perduto”) sono erogati in favore degli enti responsabili della gestione

associata, in conformità a quanto previsto a tale fine nelle convenzioni stipulate per la costituzione

della stessa..”(estratto da: artt. 2 e 7, DPGR 34/R/2004 - Regolamento Interventi finanziari

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regionali) estratto da: Decreto N° 2977 del 30 Magg io 2005 Approvazione delle istruzioni tecniche

per la elaborazione del piano intercomunale di Protezione Civile.

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E.2 ORGANIZZAZIONE IN EMERGENZA

Il CIPC prevede è, come da statuto, organizzato come segue e può essere considerato per lo

status di normalità:

• Comitato di Gestione: assemblea dei Sindaci o loro delegati per le attività di

programmazione e indirizzo

• Ufficio Intercomunale: con il compito di attuare i contenuti della convenzione

funzionalmente alle attività ordinarie di protezione civile, Compreso Attivita di Cesi, e in

emergenza tramite le attività di C.O.I. .

In caso di emergenza si ha la trasformazione funzionale di quanto previsto per la normalità

secondo il seguente schema:

NORMALITA’ EMERGENZA

Comitato di Gestione

Coordinamento Intercomunale in

emergenza

Ufficio Intercomunale - CeSi

CIPC in Emergenza: CeSi – COI

Referenti Funzioni di supporto (COI)

Referenti comunale di protezione civile

e Sindaco

Unità di Crisi Comunale - COI

I Comuni presentano la seguente organizzazione:

NORMALITA’ EMERGENZA

• Sindaco

• Referente Comunale di

Protezione Civile

• Pronto Intervento tecnico

Unita di Crisi Comunale

In emergenza si costituisce una Unita di Crisi Comunale per ogni comune associato, almeno dal

Sindaco e dal Referenti comunale di protezione civile per la definizione della prima emergenza.

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In caso di emergenza prolungata e/o che interessi più comuni l’attività di indirizzo e coordinamento

tra i Sindaci potrà essere svolta a livello intercomunale tramite il Comitato di Gestione/Assemblea

dei Sindaci.

Complessivamente si ha la seguente struttura operativa:

ATTIVITA OPERATIVE ATTIVITA’ STRATEGICA

CeSi

C.O.I.

Unità di Crisi Comunale

Coordinamento

Intercomunale in

Emergenza

Reperibile

Responsabile

del CIPC

Attivazione

progressiva

delle

Funzioni di

Supporto

Ref.comunale

Sindaco

Assemblea dei Sindaci /

Comitato di gestione

(attiva per emergenze

sovracomunali o su

richiesta del sindaco

colpito da emergenza)

E.2.1 Unità di crisi comunale

Il raccordo strategico-operativo del Comune con il CIPC e quindi con gli altri componenti del

sistema di protezione civile avviene attraverso la attivazione di un organismo di coordinamento

denominato unità di crisi Comunale.

E’ sostanzialmente costituita dal Sindaco e dal referente comunale di protezione civile col compito

di attuare le zioni delle funzioni di supporto mediante l’utilizzo dei servizi comunali.

Il Sindaco convoca tale organismo e assicura la direzione ed il coordinamento dei servizi di

soccorso e d’assistenza alla popolazione.

Il Sindaco comunica l’attivazione della UdCC al CIPC che provvede a comunicarlo alla Provincia,

alla Regione, alla Prefettura e a i Comuni Associati.

A tale comunicazione segue di norma l’attivazione del Centro Operativo Intercomunale e

l’attivazione delle Funzioni di Supporto (intercomunali) necessarie da parte del CIPC.

L’Unità di Crisi Comunale è quindi la prima interfaccia col territorio sia per il recepimento delle

informazioni e dei bisogni che per l’erogazione dei primi interventi.

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Centro Intercomunale della Valdera 112

A seguito della prima emergenza attivato a regime il sistema intercomunale di protezione civile

rappresenta per quanto riguarda l’operatività, una struttura decentrata del COI al fine di meglio

attuare le azioni di soccorso e assistenza alla popolazione col compito di:

- Fungere da punto di contatto e di valutazione a livello comunale a supporto del Sindaco e il

Centro Intercomunale anche per eventuali azioni amministrative e tecniche a livello

comunale.

- Sportello informativo per la popolazione: front-office per la ricezione di richieste di

intervento, raccolta e distribuzione modulistica per verifiche, segnalazione danni e richieste

di assistenza.

- Disporre le attività di prontointervento di competenza comunale anche mediante il servizio

di reperibilità comunale istituito.

Presso ogni UCL possono essere quindi costituite attività decentrate delle funzioni di supporto, a

secondo delle dinamiche emergenziali per una più funzionale azione di intervento, soprattutto per

emergenze di lungo periodo, ed in particolare:

2 – SANITA’ ASSISTENZA SOCIALE

4 – MATERIALI E MEZZI (ASPETTI LOGISTICI E FINANZIARI)

7 – STRUTTURE OPERATIVE LOCALI (COORDINAMENTO SOCCORSI)

9 – ASSISTENZA E INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE

Tali attività decentrate sono parte integrante della funzione di supporto rispettiva a livello

intercomunale con la quale concordano tutta l’attività, la loro eventuale attivazione è solo

funzionale alla miglior gestione dell’emergenza, per evitare duplicazioni queste non vengono

pianificate ma possono essere costituite in corsa dal responsabile del Centro Intercomunale sentita

l’Unità di Crisi Intercomunale, sulla base anche delle specifiche risorse di coordinamento.

Il rapporto con i mass media può essere curato anche direttamente dal Sindaco previo accordo

con la Funzione di supporto Intercomunale corrispondente.

Compito della UCL è anche quello di far propri del comune e attuare gli atti amministrativi preparati

anche dal Centro Intercomunale per darne attuazione a livello comunale (Ordinanze, atti

amministrativi specifici, ecc.).

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Centro Intercomunale della Valdera 113

E.2.2 Coordinamento Intercomunale in Emergenza

Qualora l’evento sia prevedibile e possa interessare l’intero territorio o una parte in maniera

massiccia o anche un solo comune in modo da non poter essere affrontatao con mezzi ordinari, al

fine anche di meglio applicare il principio di sussidiarietà tra enti, fermo restando il ruolo del

Sindaco e le podestà nel proprio comune, il raccordo strategico-operativo avviene attraverso la

attivazione di un organismo di coordinamento, denominato Coordinamento Intercomunale in

Emergenza.

Nell'ambito dell'unità di crisi sono concordemente assunte le iniziative da intraprendere da parte di

ciascun soggetto partecipante, nel rispetto delle competenze previste dall'ordinamento vigente e in

modo da assicurare la massima integrazione delle rispettive attività.

E’ costituita da:

a) i Sindaci dei comuni associati ovvero dai componenti il Comitato di Gestione

L’Unità di Crisi Intercomunale si avvale del supporto decisionale a seconda della natura ed

estensione dell’evento di:

b) il Resp. del centro Intercomunale

c) I Referenti delle funzioni di supporto

Può essere infine integrata dal contributo della Provincia e della Prefettura per il supporto alle

attività strategico operative attraverso un loro rappresentante delegato.

L'unità di crisi è convocata dal Sindaco del Comune Capofila ovvero dal Presidente del Comitato di

Gestione e presieduto dallo stesso o suo delegato, su richiesta di uno o più Sindaci dei Comuni

associati.

L'unità di crisi intercomunale opera in raccordo con i comuni interessati ai fini di assicurare ogni

possibile forma di integrazione operativa nonché la partecipazione alle eventuali decisioni che

coinvolgano i territorii dei singoli comuni.

L'unità di crisi intercomunale opera in raccordo e coordinandosi con l'unità di crisi provinciale.

Il raccordo tra l’attività delle unità di crisi e l’attività di competenza delle strutture operative statali è

definito ai sensi dell’articolo 5, commi 4 e 4bis del decreto legge 7 settembre 2001, n.343

(Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività

di protezione civile e per migliorare le strutture logistiche nel settore della difesa civile), convertito,

con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n.401.

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E.2.3 Le Funzioni di Supporto

Le attività operative e di soccorso, nonché le attività propedeutiche di pianificazione, previsione e

prevenzione, sono svolte all’interno della sala operativa intercomunale (SOI) che è organizzata in

Funzioni di Supporto secondo il Metodo Augustus.

Le Funzioni di supporto esercitano in via primaria le attività di Centro Situazioni (F1) e Centro

Operativo; inoltre assicurano il coordinamento operativo con i Comuni, nonché con le altre forze

operative competenti per gli interventi di soccorso (Componenti) o risorse esterne.

Ogni funzione di supporto è costituita da enti e strutture competenti, formanti il gruppo di lavoro, i

quali definiranno la loro partecipazione mediante un loro delegato a seconda della complessita’

della situazione verificatasi in emergenza o in previsione di questa, o di scelte specifiche

dipendenti da ciascun contesto emergenziale.

E’ individuato un referente della Funzione di Supporto con il compito di coordinamento dei vari

soggetti componenti.

Tra i componenti la funzione si individua uno o più delegati del referente della Funzione in modo

da garantirne la continiutà funzionale.

Il referente garantisce la presenza in Sala Operativa in caso di emergenza o in previsione della

stessa.

Ogni componente provvede a comunicare al CIPC tutti i dati e i recapiti necessari alle procedure di

allertamento affinche’ siano sempre tutte attivabili in emergenza, provvede altresì a comunicare

tempestivamente qualsiasi modifica in merito.

I dati relativi alle componenti stesse (addetti e relativi recapiti) sono riportati in un allegato

operativo in modo da poter essere aggiornato nei dati, direttamente dal responsabile dell’ufficio, o

modificato, mediante la semplice decisione del comitato di gestione.

L’attività delle Funzioni di Supporto in tempo ordinario permette il continuo aggiornamento del

piano mediante l’attività delle componenti riunite nel Comitato operativo intercomunale.

Attraverso accordi e/o protocolli d’intesa, i componenti delle funzioni di supporto stabiliscono

attività e procedure.

L’attivazione delle Funzioni di Supporto può avvenire in maniera progressiva sulla base delle

effettive esigenze e sviluppi dell’emergenza in modo da assicurare una risposta tempestiva

efficiente ed efficace alle emergenze.

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 115

Il responsabile del CIPC o suo delegato assumerà anche il ruolo di coordinatore della Sala

Operativa composta dalle seguenti funzioni:

1 – TECNICO SCIENTIFICA - PIANIFICAZIONE

2 – SANITA’ ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA

3 – VOLONTARIATO

4 – MATERIALI E MEZZI

5 – SERVIZI ESSENZIALI

6 – CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE

7 – STRUTTURE OPERATIVE LOCALI E VIABILITÁ E MATERIALI PERICOLOSI

8 – COMUNICAZIONI

9 – ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE E ATTIVITA’ SCOLATICA

10 – COORDINAMENTO CENTRO (Segreteria-Massmedia-Coordinamento COC)

Il coordinatore della sala operativa, sarà anche responsabile della funzione specifica (F10), in

quanto esperto dell’operatività e organizzazione degli altri centri operativi; questo al fine di

garantire nell' area dell'emergenza il massimo coordinamento delle operazioni di soccorso

razionalizzando risorse di uomini e materiali.

Funzione di Supporto Componenti

Referente (proposta)

1 – TECNICO SCIENTIFICA – PIANIFICAZIONE

Comuni Provincia Serv. Difesa Suolo / Idraulica Cons. di Bonifica Fiumi e Fossi Centro Funzionale RT Genio Civile RT Ordini professionali ARPAT

CIPC

2 – SANITA’ ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA

ASL 118 ASL servizio prevenzione ASL veterinaria ASL servizi sociali Comuni Servizi sociali CRI Caritas Volontariato Ordini e collegi professionali

ASL

3 – VOLONTARIATO ANPAS CRI MISERICORDIE Altre Associazioni presenti sul territorio e convenzionate come da regolamento regionale.

Turnazione tra i rappresentanti di zona della consulta provinciale:

ANPAS CRI MISERICORDIE

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 116

4 – MATERIALI E MEZZI

Provincia Comuni Cons. di Bonifica Toscanagas Geofor Belvedere Servizi Igiene Alta Valdera Acque Spa Techset (Cispel) CPT Associazioni di Categoria Volontariato

Comuni - Manutenzioni LL.PP. / Ambiente Comuni - Economato / Ragioneria

5 – SERVIZI ESSENZIALI

Comuni - Attività produttive Associazioni di Categoria ENEL Toscanagas Geofor Belvedere Servizi Igiene Alta Valdera Acque Spa CPT Poste Banche

Comuni - Manutenzioni LL.PP. / Ambiente Comuni - Attività produttive

6 – CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE

Comuni uffici tecnici (LLPP ed edilizia) Provincia Regione (URTT - ex Genio Civile) Ordini professionali (Ingegneri, Architetti, geometri e periti) Sovraintendenza ai beni artistici e culturali

Comuni (LLPP ed edilizia)

7 – STRUTTURE OPERATIVE LOCALI VIABILITÁ E MATERIALI PERICOLOSI

Comuni (LLPP PM) Provincia (Polizia Provinciale Viabilità) Prefettura Vigili del Fuoco Forze dell’Ordine ANA AGESCI Volontariato

Vigili del Fuoco Ponsacco Polizie Municipali

8 – COMUNICAZIONI ARI FIR Comuni servizio informatici Telecom e altri gestori rete fissa Gestori rete mobile Emittenti radio e televisioni locali

ARI / CED Comuni

9 – ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE E ATTIVITA’ SCOLATICA

Comuni servizio scolastci e servizi sociali CRI AGESCI CARITAS SAN VINCENZO Dirigenti scolastici Volontariato

Comuni servizio scolastci e servizi sociali CRI

10 – COORDINAMENTO CENTRO (Segreteria-Mass media-Coordinamento COC)

Centro Intercomunale Unità di Crisi URP Segreterie

CIPC

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 117

Funzione 1 – TECNICO SCIENTIFICA – PIANIFICAZIONE

Attività

propedeutiche in

situazione ordinaria

– Attività di Centro Situazioni (Ce.Si.)

– Acquisizione dei dati relativi alle diverse tipologie di rischio ai fini di

previsione prevenzione e soccorso mediante il raccordo con le varie

componenti scientifiche e tecniche.

– Elaborazione degli scenari per i vari tipi di rischio.

– Individuazione le aree di emergenza protezione civile (aree di attesa,

aree ammassamento soccorritori, aree di ricovero per tendopoli,

strutture di ricovero, magazzini di raccolta).

– Monitoraggio delle situazioni in stato di criticità e di allerta.

– Individuazione delle soglie di rischio con la collaborazione e

partecipazione scientifica di soggetti ed enti .

In emergenza

– Attività di Centro Situazioni (Ce.Si.)

– Interpretazione a scala locale dei dati acquisiti dalle reti di

monitoraggio.

– Elaborazione dei dati scientifici e tecnici e delle proposte tecniche per

fronteggiare l’emergenza.

– La gestione dei rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche

e coordinamento delle loro attività.

– Organizzazione e coordinamento del monitoraggio diretto del

territorio.

Componenti

Comuni

Provincia Serv. Difesa Suolo / Idraulica

Cons. di Bonifica

Fiumi e Fossi

Centro Funzionale RT

Genio Civile RT

Ordini professionali

ARPAT

Referente

CIPC

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 118

Funzione 2 – SANITA’ ASSISTENZA SOCIALE E VETERINAR IA

Attività

propedeutiche in

situazione ordinaria

– Acquisizione dei dati relativi alle diverse tipologie di rischio ai fini di

previsione prevenzione e soccorso.

– Elaborazione dei dati dell’attività di competenza.

– Elaborazione delle procedure di coordinamento tra le varie

componenti, istituzionali e/o del volontariato, da impegnare nel

soccorso alla popolazione.

– Censimento dei disabili residenti nei Comuni e individuazione delle

procedure e metodi di comunicazione e soccorso.

In emergenza

– Gestione del soccorso sanitario, del soccorso veterinario e del

servizio di assistenza sociale in raccordo con i piani di emergenza

dell’ASL.

– Verifica della situazione igienico sanitaria sul territorio.

– Organizza le attività necessarie al riconoscimento delle vittime e, in

raccordo con le autorità preposte, all’inumazione dei cadaveri.

– Organizza le attività relative al ricovero del patrimonio zootecnico e

alla tumulazione delle carcasse animali.

Componenti

ASL 118

ASL servizio prevenzione

ASL veterinaria

ASL servizi sociali

Comuni Servizi sociali

CRI

Caritas

Volontariato

Ordini e collegi professionali

Referente

Asl

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Centro Intercomunale della Valdera 119

Funzione 3 – VOLONTARIATO

Attività

propedeutiche in

situazione ordinaria

– Censimento delle risorse umane e materiale a disposizione delle

associazioni di volontariato e relativa disponibilità

– Procedure per il coordinamento delle associazioni per l’allertamento e

l’attivazione.

– Collaborazione all’organizzazione di esercitazioni.

– Supporto alla promozione della cultura di protezione civile e alla

formazione dei volontari stessi.

In emergenza

– Attività di supporto e di soccorso secondo le specificità organizzative

e risorse.

– Si coordina con le altre funzioni di supporto per l’impiego dei volontari.

– Provvede all’equipaggiamento dei volontari coordinandosi con la

funzione materiali e mezzi.

– Gestione operativa, tecnico-amministrativa e logistica del volontariato,

compresi i soccorritori esterni al territorio.

Componenti

ANPAS

CRI

MISERICORDIE

Altre Associazioni presenti sul territorio e convenzionate come da

regolamento regionale.

Referente

Turnazione tra i rappresentanti di zona della consulta provinciale:

ANPAS

CRI

MISERICORDIE

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 120

Funzione 4 – MATERIALI E MEZZI

Attività

propedeutiche in

situazione ordinaria

– Acquisisce i dati e le informazioni relative alle risorse pubbliche e

private: materiali, servizi, attrezzature tecniche, macchine operatirici,

mezzi di trasporto, con notizie circa la reperibilità la disponibilità il tipo

di trasporto e i empi necessari all’arrivo in zona.

– Definizione delle procedure amministrative per l’acquisto di beni e

prestazioni di servizi in caso di emergenza per conto e in supporto dei

comuni.

In emergenza

– Supporto alle operazioni di soccorso

– Aggiorna in tempo reale il quadro delle risorse

– Reperisce i materiali e servizi e mezzi occorrenti alle altre funzioni.

– Cura i rapporti col rappresentante della provincia per la richiesta di

materiali e mezzi in caso di necessario supporto.

– Gestione delle procedure amministrative per l’acquisto e prestazioni di

servizi in caso di emergenza per conto e in supporto dei comuni.

Componenti

Provincia

Comuni

Cons. di Bonifica

Toscanagas

Geofor Belvedere Servizi Igiene Alta Valdera

Acque Spa

Techset (Cispel)

CPT

Associazioni di Categoria

Volontariato

Referente

Comuni - Manutenzioni LL.PP. / Ambiente

Comuni - Economato / Ragioneria

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Centro Intercomunale della Valdera 121

Funzione 5 – SERVIZI ESSENZIALI

Attività

propedeutiche in

situazione ordinaria

– Acquisizione dei dati inerenti le diverse tipologie di rischio per

garantire la continuità nell’erogazione dei servizi.

– Cura i rapporti con i responsabili delle ditte erogatrici di servizi

essenziali e con le associazioni di categoria.

In emergenza

– Segnala agli enti gestori dei servizi e coordina gli interventi necessari

per la rimozioni delle situazioni di pericolo derivanti dai servizi stessi e

il ripristino della funzionalità e la continuità dei servizi essenziali.

– Promuove gli interventi finalizzati alla continuità e/o tempestiva ripresa

delle attività produttive e commerciali, nonché postal e bancari.

– In caso di evento prevedibile, provvede alla informazionealle alle ditte

in aree a rischio al fine della messa in sicurezza dei lavoratori e del

sistema produttivo.

Componenti

Comuni - Attività produttive

Associazioni di Categoria

ENEL

Toscanagas

Geofor Belvedere Servizi Igiene Alta Valdera

Acque Spa

CPT

Poste

Banche

Referente

Comuni - Manutenzioni LL.PP. / Ambiente

Comuni - Attività produttive

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 122

Funzione 6 – CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE

Attività

propedeutiche in

situazione ordinaria

– Censisce gli edifici strategici per le attività di protezione civile.

– Censisce gli edifici di interesse storico-artistico

– Predisposizione di una procedura per il tempestivo censimento dei

beni danneggiati mediante la specifica modulistica regionale e

nazionale per un rilevameno omogeneo.

– Determinazione deinsettori d’intervento e individuazione di esperti del

settore sanitario , commerciale, industriale per le verifiche di agibilità e

il rilevamento danni in caso di evento.

– Favorisce e coordina i tecnici delle pubbliche amministrazioni e gli

ordini professionali per la formazione di esperti nel rilevamento danni.

In emergenza

– Supporto alla verifica speditiva della stabilità e della agibilità degi

edifici e delle infrastrutture.

– Censimento in collaborazione con i tecnici dei comuni associati dei

danni ai privati e alle imprese.

– Elaborazione, in collaborazione con i tecnici dei comuni associati,

della scheda censimento danni all’ente per ogni comune associato.

– Elaborazione dei report riassuntivi dei danni ai privai e alle imprese e

trasmissione alla provincia e regione.

– Recepisce dalle altre FS il quadro della situazione su feriti, vittime e

senza casa.

– Supporta i comuni per la predisposizione dei provvedimenti

amministrativi per garantire la pubblica e privata incolumità.

Componenti

Comuni uffici tecnici (LLPP ed edilizia)

Provincia

Regione (URTT - ex Genio Civile)

Ordini professionali (Ingegneri, Architetti, geometri e periti)

Sovraintendenza ai beni artistici e culturali

Referente

Comuni (LLPP ed edilizia)

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Centro Intercomunale della Valdera 123

Funzione 7 – STRUTTURE OPERATIVE LOCALI VIABILITÁ E MATERIALI PERICOLOSI

Attività

propedeutiche in

situazione ordinaria

– Individuazione delle criticità relative alla viabilità ed individuazione dei

cancelli e dei percorsi alternativi nei vari scenari di evento insieme ai

comuni e ai comandi polizia municipale.

– Verifica e aggiornamento della viabilità in funzione di interruzioni o

limitazioni di traffico, insieme ai comuni e ai comandi polizia

municipale.

– Verifica e aggiornamento dei dati atinenti le attività di competenza.

– Aggiornamento delle tipologie d’intervento in funzione dgli scenari.

In emergenza

– Supporto alla gestione operativa degli interventi di soccorso.

– Il coordinamento nella regolamentazione delle vaibilità nelle aree a

rischio.

– Il coordinamento nella regolamentazione degli afflussi dei soccorsi.

– Il coordinamento della gestione dei trasporti per la popolazione.

– Supporto ai comuni per interventi relativi all’ordine pubblico mediante

interfaccia con la Prefettura.

– Coordinamento delle strutture operative.

– Supporta i comuni per l’informazione alla popolazione e la diffusione

degli ordini di di evacuazione alla popolazione .

Componenti

Comuni (LLPP PM)

Provincia (Polizia Provinciale Viabilità)

Prefettura

Vigili del Fuoco

Forze dell’Ordine

ANA

AGESCI

CNSAS (corpo nazionale soccorso alpino speleologico) (?)

Volontariato

Referente

Vigili del Fuoco

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 124

Funzione 8 – COMUNICAZIONI

Attività

propedeutiche in

situazione ordinaria

– Coordina gli enti al fine di garantire la funzionalità dei collegamenti

telematici (Internet, Reti locali) e delle strumentazioni informatiche.

– Gestisce il sito Internet intercomunale.

– Gestione della rete di radiocomunicazioni intercomunale e

implementazione della stessa anche mediante prove radio

esercitazioni e formazione.

– Mantiene efficiente la strumentazione della Sala Radio Intercomunale.

– Gestione della Rete informatiuca locale e predisposizione per

l’implementazione in caso di emergenza.

– Studia e progetta sistemi di comunicazioni alternativi (voce e dati).

In emergenza

– Provvede ad assicurare il tempestivo ripristino e/o la continuità delle

comunicazioni, coordinandosi con gli enti gestori (telefonia fissa e

mobile).

– Gestione della rete di radiocomunicazioni intercomunale

– Gestione della Sala Radio Intercomunale.

– Attua l’installazione di sistemi di comunicazioni alternativi (voce e

dati).

Componenti

ARI

FIR

Comuni servizio informatici

Telecom e altri gestori rete fissa

Gestori rete mobile

Emittenti radio e televisioni locali

Referente

ARI

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Centro Intercomunale della Valdera 125

Funzione 9 – ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE E ATTIVITA ’ SCOLATICA

Attività

propedeutiche in

situazione ordinaria

– Acqusizione dei diversi scenari utili al fine dell’attività di assistenza

alla popolazione.

– Censimento aggiornamento delle aree di emergenza.

– Monitoraggio della capacità ricettiva delle strutture turistiche.

– Censisce la popolazione residente nelle aree a rischio e si coordina

con la F2 per le informazioni inerenti i disabili.

– Acquisisce dati sulle presenze di lavoratori delle attività presenti nelle

aree a rischio.

– Censimento e aggiornamento delle risorse necessarie per l’assistenza

alla popolazione con particolare rigardo alle ditte produttrici e

distributrici di prodotti alimentari .

– Supporto alla redazione degli atti necessari alla disponibilità degli

immobili e aree di emergenza per l’utilizzo immediato all’occorrenza.

– Acquisisce dati sulla popolazione scolastica, raccordandosi con i

dirigenti scolastici sui piani di sicurezza interni.

In emergenza

– Coordina e supporta gli enti al fine di garantire il supporto alla

popolazione rimasta senza tetto o soggetta ad altre difficoltà mediante

la predisposizione di alloggi, servizi e alimentazione.

– Coordina e supporta gli enti al fine di individuare le priorità nella

gestione degli aiuti alla popolazione.

– Supporto alla redazione degli atti necessari alla messa a disposizione

degli immobili e aree di emergenza.

– Supporta i comuni e i dirigenti scolastici per assicurarela ripresa e la

continuità dell’attività scolastica.

Componenti

Comuni servizio scolastci e servizi sociali

CRI

AGESCI

CARITAS / SAN VINCENZO

Dirigenti scolastici

Volontariato

Referente

Comuni servizio scolastci e servizi sociali

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 126

Funzione 10 – COORDINAMENTO CENTRO (Segreteria-Mass media-Coordinamento COC)

Attività

propedeutiche in

situazione ordinaria

– Svolge tutte le attività di competenza di coordinamento e supporto ai

comuni.

– Mantiene i rapporti con la Provincia e con i comuni.

– Supporta i comuni per le procedura e le modalità di informazione

preventiva alla popolazione soggetta a rischio con particolare cura

dell’impatto psicologico derivante dall’informazione stessa.

– Cura i rapporti con le emittenti radio televisivi e la stampa.

– Supporta i Comuni relativamente alla gestione delle procedure tecnico

amministrative gestionali e alla pianificazione.

– Supporta i Comuni relativamente alla formazione del personale

– Svolge tutti i compiti istituzionali del Centro Intercomunale.

In emergenza

– Coordina il Centro Operativo Intercomunale (FS) al fine di garantire

l’efficacia delle operazioni di soccorso nell’area di emergenza

razionalizzando le risorse di uomini mezzi e materiali in funzione delle

priorità.

– Gestione della comunicazione ufficiale delle notizie dell’intercomunale

e supporta i comuni per la diffusione di comunicazioni ufficiali.

– Supporta i comuni per l’informazione alla popolazione sulle

disposizioni impartite ed in particolare sui comportamenti da tenere

per fronteggiare l’evento.

– Supporta i Comuni per la predisposizione di tutti gli atti relative alla

gestione degli eventi.

Componenti

Centro Intercomunale

Referente

Centro Intercomunale

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 127

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 128

E.3 CENTRO INTERCOMUNALE SEDE DI COORDINAMENTO OPER ATIVO DECENTRATE

E' opportuno ricordare che i primi soccorsi alle popolazioni colpite da eventi calamitosi sono diretti

e coordinati dal Sindaco del comune interessato dall'evento, che attuerà il Piano di Emergenza

Intercomunale e comunque le prime risposte operative d'emergenza, avvalendosi di tutte le risorse

disponibili a livello comunale e intercomunale, dandone immediata comunicazione al Prefetto e al

Presidente della Giunta Regionale (cfr. L.225/92) attraverso il CIPC tramite la struttura operativa

della Provincia.

Qualora l'evento calamitoso sia di rilevanza da non possa essere fronteggiato con mezzi e risorse

a disposizione dei Comuni Associati (=CIPC) viene chiesto il supporto esterno della Provincia della

Regione e dello Stato trasformando l’attività della SOI in quella di una struttura definita SEDE DI

COORDINAMENTO OPERATIVO DECENTRATO (art. 13 del DPGR n. 69/R del 1 dicembre

2004), coordinata a livello provinciale (Provincia e Prefettura per le rispettive competenze)

secondo le modalità contenute nel Piano Provinciale di PC.

Il Centro Intercomunale di Protezione Civile Valdera è inserito nel Sistema Provinciale di

Protezione Civile dei Centri Intercomunali di Protezione Civile (C.I.P.C.) e dei Centri Operativi

Misti (C.O.M.) con Deliberazione Consiglio Provinciale n. 132/03, aggiornata alla Deliberazione N°

31 del 17 marzo 2006 ed è individuato con la sigla C.I.P.C. n° 5 e C.O.M n°5. Nei Centro Operativi

Misti (COM), ovvero centri operativi sub-provinciali, si realizza il raccordo tra la Provincia, la

Prefettura ed i Comuni interessati al fine di garantire sia il coordinamento dei soccorsi in caso di

interventi di Protezione Civile, sia la realizzazione associata per la gestione e la pianificazione dei

servizi di protezione civile secondo ambiti ottimali territoriali (Centri Intercomunali di Protezione

Civile).

Per la trattazione di tali aspetti si rimanda alla fase pianificatoria provinciale per competenza.

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 129

Per garantire un puntuale raccordo tra strutture comunali ed intercomunali e/o provinciali si allega

il seguente prospetto che offre una sinossi tra le varie numerazioni delle FS definite sia a livello di

Metodo Augustus che dell’adattamento a livello locale:

COM

o SOP

M.Augustus

COC

M.Augustus DESCRIZIONE CIPC

UCL

1 1 tecnica e di pianificazione 1

2 2 sanita’, assistenza sociale e veterinaria 2 X

3 10 mass-media ed informazione 10

4 3 volontariato 3

5 4 materiali e mezzi 4 X

6 7 trasporto, circolazione e viabilita’ 7

7 8 telecomunicazioni 8

8 5 servizi essenziali 5

9 6 censimento danni a persone e cose 6

10 7 strutture operative s.a.r. 7 X

11 - enti locali 10

12 7 materiali pericolosi 7

13 9 assistenza alla popolazione 9 X

14 � 10 coordinamento 10

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 130

E.5 FASI OPERATIVE

La fase detta di NORMALITA’ corrisponde allo stato di attività ordinaria del sistema di protezione

civile.

In caso di emergenza o previsione di emergenza il sistema di protezione civile prevede tre livelli di

attivazione:

1. Previsione (prima dell’evento) – fase di allertamento

2. Evento in corso (all’inizio del periodo di validità dell’Avviso di criticità o all’insorgere di

fenomeni significativi non previsti) – fase di monitoraggio

3. Post evento (al termine del periodo di validità dell’Avviso di criticità e per le 48 ore

successive o al termine delle condizioni di rischio) – fase di verifica

Ai vari livelli di attivazione corrispondono gli stati di operatività da assumere durante lo stato i

allerta:

a) ATTENZIONE – rappresenta il momento in cui i sistemi di allertamento o i fenomeni

precursori, indicano la possibilità del verificarsi di un evento calamitoso.

b) PRE-ALLARME – rappresenta il momento in cui l’evento in corso manifesta un pericolo per

le persone e per il territorio.

c) ALLARME – evento in corso.

La relazione tra i diversi livelli di allertamento attivazione e operatività possono sintetizzarsi nel

seguente schema:

Allertamento Attivazione Operatività

Normalità

Pre-attenzione

Vigilanza

Previsione

Attenzione

Pre Allarme

Allerta

Evento in corso

Allarme

Post evento

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Centro Intercomunale della Valdera 131

Per gli eventi non prevedibili come terremoti, incendi, incidenti ecc. logicamente viene a mancare

tutta la fase di allertamento e quindi l’attivazione corrisponderà all’evento in corso e lo stato di

operatività sarà di pre-allarme o allarme in funzione della gravità dell’evento stesso.

Le attività che si svolgono nelle emergenze, a prescindere che siano in un contesto di allerta

meteo, di cui alla specifica procedura regionale riportata in allegato, sono riportate di seguito.

E 5.1 Attenzione

Definizione dello Stato di Attenzione : Non necessita di una dichiarazione sindacale di norma

viene di norma definito dal livello di allertamento per fenomeni idrogeologici e metereologici

stabilito dal Centro Funzionale Regionale.

Le attività di CIPC e Comuni sono quelle riportate nella specifica procedura allegata per i

livelli di Pre-Attenzione, Vigilanza e Allerta.

Nella fase di attenzione in previsione della dichia razione dello stato di preallarme il CIPC

convoca l’Unità di Crisi Intercomunale, sulla base delle valutazioni del responsabile o su

richiesta dei Sindaci o su input del sistema region ale.

Cessazione stato di Attenzione : termina con il decadere del periodo definito dal CFR. Non viene

formalizzato di norma.

Ferme restando le eventuali iniziative di informazione generale adottate dalla Regione e dalle

Province, il Centro Intercomune supporta i comuni associati al fine di garantire l’attività di

informazione alla popolazione interessata dalle criticità, facendo riferimento anche alle procedure

di allerta.

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Centro Intercomunale della Valdera 132

E 5.2 Pre-Allarme

Dichiarazione dello Stato di Pre-Allarme : Sindaco Comune Interessato o Sindaco Comune

capofila.

Quando di dichiara : Si ha il passaggio alla fase di pre-allarme, nel caso di evoluzione dei

fenomeni monitorati, su indicazione diretta del sistema di PC regionale. Ovvero in caso di

segnalazione e valutazione a livello comunale di situazioni critiche. Avviene generalmente in un

contesto di Allerta Meteo Regionale.

Comunicazione : il CIPC provvede a comunicare l’attivazione dello stato di pre-allarme e quindi

del COI Centro Operativo Intercomunale alla Provincia, alla Prefettura, ai Comuni Associati e alle

componenti delle Funzioni di Supporto.

Il CIPC I Comuni

o Attiva la Sala Operativa Intercomunale

funzionalmente all’evento in corso,

convocando i referenti delle Funzioni di

Supporto necessarie.

o Opera attraverso il COI con le attività delle

Funzioni di Supporto riportate nelle schede

specifiche delle FS.

o Mantiene un flusso informativo da e per i

Comuni.

o Mantiene un flusso informativo con la

Provincia la Reagione e La Prefettura.

- Fornisconp le risorse umane disponibii alla

costituzione delle FS del COI.

Attraverso l’Unità di Crisi Comunale:

- Verifica le criticità presenti sul territorio, ne

informa il CIPC e adotta le prime azioni di

contrasto.

- Attiva le prime azioni per la salvaguardia della

popolazione ritenute opportune in rapporto

alla criticità prevista in accordo col CIPC COI.

- Provvede all’informazione della popolazione

in accordo e col supporto del CIPC COI.

- Attiva col supporto e coordinamento del COI

eventuali procedure specifiche stabilite dai

comuni.

Cessazione stato di Preallarme : cessa di norma al termine della fase di criticità. Prevede di

norma la fine delle attività di COI ma non di CeSi. Tale situazione viene comunicata a Provincia e

alle componenti delle FS..

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 133

E 5.3 Fase di Allarme

Si devono distinguere le seguenti tipologie di accadimento:

1) Evento prevedibile

2) Evento Improvviso

Dichiarazione dello Stato di Allarme :

1) Sindaco Comune Interessato.

2) Il Sindaco del Comune Capofila.

Quando di dichiara :

1) Si ha il passaggio alla fase di allarme, nel caso di evoluzione dei fenomeni monitorati, su

indicazione diretta del sistema di PC regionale. Ovvero in caso di segnalazione e valutazione a

livello comunale di situazioni critiche. Avviene generalmente in un contesto di Allerta Meteo

Regionale. In particolare lo stato di Allarme viene dichiarato in caso di pericolo imminente per la

popolazione o strutture strategiche per il territorio. Ovvero quando si adottano le attività di

evaciuazione della popolazione.

2) In caso di evento improvviso tipo sisma indicativamente superiore a magnitudo 4 il sistema si

porta automaticamente in stato di Allarme.

Comunicazione : il CIPC provvede a comunicare l’attivazione dello stato di allarme e quindi del

COI Centro Operativo Intercomunale alla Provincia, alla Prefettura, ai Comuni Associati e alle

componenti delle Funzioni di Supporto.

Oltre a proseguire le attività della fase di Attenzione e Pre-allarme, provvede ai seguenti

adempimenti :

Il CIPC I Comuni

o Valuta le strategie di intervento con l’Unità

di Crisi Intercomunale.

o Attiva la Sala Operativa Intercomunale

funzionalmente all’evento in corso,

convocando i referenti delle Funzioni di

Supporto necessarie (punto E2.3).

- Fornisce le risorse umane disponibii alla

costituzione delle FS del COI.

Attraverso l’Unità di Crisi Comunale:

- Verifica le criticità presenti sul territorio, ne

informa il CIPC e adotta le prime azioni di

contrasto.

- Attiva le prime azioni per la salvaguardia della

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 134

o Opera attraverso il COI con le attività delle

Funzioni di Supporto riportate nelle schede

specifiche delle FS (punto E2.3).

o Mantiene un flusso informativo da e per i

Comuni.

o Mantiene un flusso informativo con la

Provincia la Regione e La Prefettura.

popolazione ritenute opportune in rapporto

alla criticità prevista in accordo col CIPC COI.

- Provvede all’informazione della popolazione

in accordo e col supporto del CIPC COI.

- Attiva col supporto e coordinamento del COI

eventuali procedure specifiche stabilite dai

comuni.

Cessazione stato di Allarme :

1) 2) Cessa di norma al termine della fase di criticità. Prevede di norma ancora l’attività di COI.

Tale situazione viene comunicata a Provincia e alle componenti delle FS..

2) In caso di sisma lo stato di allarme può rientrare automaticamente in caso di verifiche negative

da parte del CIPC, sentiti i Sindaci.

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Centro Intercomunale della Valdera 135

E.6 INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE

Il Sindaco è il responsabile delle informazioni alla popolazione.

Il Sindaco può utilizzare il CIPC per informare preventivamente la popolazione in particolare

quella residente nelle zone a rischio mediante campagne specifiche di informazione preventiva

con iniziative relative alla cultura della autoprotezione e della protezione civile.

In emergenza le informazioni devono raggiungere alla popolazione nella maniera più tempestiva

possibile e pertanto i Sindaci si avvaleranno sia dell’attività dell’Unità di Crisi Comunale che del

Centro Operativo Intercomunale.

Il CIPC ha in corso accordi con i mass media locali e in particolar modo con radio locali al fine di

predisporre modalità di informazione rapida e diffusa.

L’Informazione nelle zone di particolare interesse potrà essere effettuata con i mezzi dotati di

megafono quali mezzi della Polizia municipale.

Procedure di dettaglio e modalità specifiche saranno concordate nell’evoluzione e

implementazione del piano.

E.7 GEMELLAGGI

I Comuni associati nello spirito del principio di sussidiarietà mettono a disposizione del proprio

sistema di protezione civile nell’ambito del sistema regionale di protezione civile.

Altresì al fine di rendere più funzionale l’intervento di forze esterne sui territori colpinti e necessari

di aiuto, i comuni promuovono la forma del gemellaggio con altri comuni o centri intercomunali

con i quali condividere percorsi formativi ed operativi.

E.8 AGGIORNAMENTI

Il presente piano sarà oggetto di continuo aggiornamento da parte del CIPC sopratutto per quanto

riguarda la parte degli allegati e del quadro conoscitivo, modifiche relative agli aspetti organizzativi

saranno condivisi all’interno dell’assemblea dei Sindaci Comitato di gestione e comunicati a

Regione e Provincia.

Il CIPC inoltre promuove e partecipa ad esercitazioni sul campo e per posti di comando insieme a

tutto il sistema di protezione civile della Valdera al fine di migliorare l’operatività del piano.

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Centro Intercomunale della Valdera 136

ALLEGATO 1

PROCEDURE

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 137

INDICE

1. PROCEDURA DI ATTIVAZIONE DEL CENTRO OPERATIVO

2. PROCEDURE DI RACCORDO TRA IL CENTRO INTERCOMUNALE E I COMUNI

3. PROCEDURE DI RACCORDO CON LA PROVINCIA O CON LE ALTRI ENTI

4. PROCEDURA ALLERTAMENTO REGIONALE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO

5. PROCEDURA SEGNALAZIONE CRITICITA’

6. PROCEDURA SEGNALAZIONE DANNI

7. PROCEDURA ATTIVAZIONE DEL VOLONTARIATO

8. PROCEDURA MONITORAGGIO E ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO DEI PUNTI CRITICI

9. REPERIBILITÀ

10. ATTIVAZIONE DELLE RISORSE

11. PROCEDURE FINANZIARIE

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 138

1. Procedura di attivazione del centro operativo COI

PROCEDURA DEL CIPC

Il Centro Operativo Intercomunale si attiva ogni qualvolta la situazione sul territorio è indirizzata o

interessata ad eventi straordinari e non gestibili con la normale attività ordinaria delle strutture

comunali.

L’attività operativa è generalmente anticipata dall’attività di monitoraggio e presidio garantita dalla

FS 1.

� L’attivazione del COI viene richiesta dal Sindaco interessato all’emergenza o su indicazione

del sistema regionale di pc ovvero dal Resp. del CIPC sulla base dei dati del CeSi.

� In caso di evento che interessa tutti i comuni è dichiarata dai Sindaci interessati.

� Il Responsabile o suo delegato provvede a convocare i referenti delle Funzioni di Supporto

interessati all’emergenza i quali provvederanno ad attivare i rispettivi gruppi di lavoro,ogni FS

deve essere in grado di operare in completa autonomia organizzativa presso la sala

operativa. Tali attività devo essere predisposte, pianificate e verificate dalle singole FS.

� L’attivazione del Centro Operativo è comunicata ai Sindaci dei Comuni associati, alla

Provincia alla Prefettura alla Regione Toscana, all’ASL 5 e al Comando provinciale dei Vigili

del Fuoco ai sensi artt.9 e 13, DPGR n.69/R/2004.

2. Procedure di raccordo tra il Centro intercomunal e e i comuni

PROCEDURA INTEGRATA COMUNI CIPC

Attualmente le procedure di raccordo sono relative alla gestione degli allerta meteo, (vedi

procedura specifica).

Per le comunicazioni correnti e anche di emergenza si utilizzeranno la rete telefonica, email,

servizi web del sito intercomunale e servizi di videoconferenza o comunicazione multipla tipo

Skype.

Esiste la consuetudine di utilizzare la rete radio intercomunale UHF per il lancio di messaggi sulla

situazione meteo o sull’evoluzione locale; ogni comune di norma tiene accesa l’apparato radio

durante le allerte meteo.

Il CIP è dotato inoltre di sistema di invio sms tramite web.

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 139

3. Procedure di raccordo con il livello provinciale o con le altre forze operative

PROCEDURA INTEGRATA CIPC PROVINCIA PREFETTURA REGIO NE.

Attualmente le procedure di raccordo sono relative alla gestione degli allerta meteo segnalazione

evento e segnalazione danni (vedi procedura specifica).

Per le comunicazioni correnti e anche di emergenza si utilizzeranno la rete telefonica, email, oltre

alla rete radio VHF interente della provincia di Pisa e della rete radio regionale dell’AIB.

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 140

4. SISTEMA DI ALLERTAMENTO PER IL RISCHIO IDROGEOLO GICO ED IDRAULICO

PROCEDURA INTEGRATA CIPC COMUNI

Oggetto delle presenti procedure è la definizione delle modalità operative per la gestione del

sistema di allertamento per gli eventi potenzialmente prevedibili, tipicamente di natura

idrogeologica.

In particolare, sono specificate le relazioni tra i livelli di criticità, gli stati di allerta e le procedure e le

azioni di protezione civile da attivare (DCR 911/2006).

Il sistema di protezione civile prevede, oltre al livello di normalità, tre livelli di attivazione:

� Previsione (prima dell’evento) – fase di allertamento

� Evento in corso (all’inizio del periodo di validità dell’Avviso di criticità o all’insorgere di

fenomeni significativi non previsti) – fase di monitoraggio

� Post evento (al termine del periodo di validità dell’Avviso di criticità e per le 48 ore

successive o al termine delle condizioni di rischio) – fase di verifica

I Comuni sono tenuti a consultare quotidianamente i l Bollettino di Vigilanza Meteorologica

regionale e il Bollettino di sintesi delle criticit à regionali (Normalità).

Lo schema generale di allertamento è il seguente:

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 141

Le attività da svolgere durante la Previsione nei vari livelli di allertamento sono riportate nelle

schede allegate.

PRE-ATTENZIONE

Bollettino di

Vigilanza

Meteorologica

Bollettino di

sintesi delle

criticità

Attività del Centro

Intercomunale

Attività del Comune(*)

possibilità di

fenomeni

significativi per

dopodomani

(48-72 ore)

-

- Segue l’evoluzione dei

fenomeni sul sito web del

Centro Funzionale.

- Garantisce, per il giorno

successivo (domani), le

condizioni di operatività

necessarie per il

ricevimento di eventuali

Avvisi di Criticità.

- Segnala a Comuni e

Provincia eventuali

situazioni di vulnerabilità

- Verifica la disponibilità

delle associaioni di

volontariato e dei Vigili del

Fuoco Volontari.

- Segue l’evoluzione dei

fenomeni sul sito web del

Centro Funzionale.

- Garantisce, per il giorno

successivo (domani), le

condizioni di operatività

necessarie per il

ricevimento di eventuali

Avvisi di Criticità.

- Segnala al CIPC eventuali

situazioni di vulnerabilità

- Verifica la disponibilità dei

servizio di pronto

intervento comunale

Le attività sono parallele e non in sovrapposizione in quanto trattasi di una attività ordinaria relativa

al sistema di reperibilità e comunicazione tra entri.

(*) Da intendersi al minimo come Sindaco e referente comunale anche se sarebbe opportuno che

si diffondesse l’abitudine dei servizi tecnici a controllare il bollettino quotidianamente nello spirito di

una cultura di pc.

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 142

VIGILANZA

Bollettino di

Vigilanza

Meteorologica

Bollettino di

sintesi delle

criticità

Attività del Centro

Intercomunale

Attività del Comune

fenomeni

significativi per

oggi o domani

(24 – 48 ore)

situazioni di

criticità ordinaria

per la giornata

in corso (oggi)

e/o per quella

successiva

(domani) e non

sia emesso

Avviso di

Criticità

- Segue l’evoluzione dei

fenomeni sul sito web del

Centro Funzionale

- Garantisce le condizioni di

operatività necessarie per il

ricevimento di eventuali

Avvisi di criticità moderata

o elevata trasmessi anche

con preavvisi inferiori alle

12 ore rispetto alla data di

inizio dei fenomeni;

- Assicura l’operatività dei

recapiti telefonici e fax

forniti alle Province e

segnalano prontamente alle

medesime eventuali eventi

meteorologici intensi in

corso o situazioni di

vulnerabilità.

- Segue l’evoluzione dei

fenomeni sul sito web del

Centro Funzionale

- Garantisce le condizioni di

operatività necessarie per il

ricevimento di eventuali

Avvisi di criticità moderata

o elevata trasmessi anche

con preavvisi inferiori alle

12 ore rispetto alla data di

inizio dei fenomeni;

- Assicura l’operatività dei

recapiti telefonici e fax

forniti alle Province e

segnalano prontamente al

Centro Intercomunale,

eventuali eventi

meteorologici intensi in

corso o situazioni di

vulnerabilità.

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 143

ALLERTA

Bollettino di

Vigilanza

Meteorologica

Bollettino di

sintesi delle

criticità

Attività del Centro

Intercomunale

Attività del Comune

fenomeni

significativi per

oggi o domani

(24 – 48 ore)

situazioni di

criticità

moderata o

elevata con

Avviso di

Criticità

a partire da

domani

(ALLERTA 1)

o da oggi

(ALLERTA 2)

- Garantisce la reperibilità

telefonica e fax H24

- Verifica i collegamenti con i

Comuni nonché con le

organizzazioni del

volontariato convenzionate

o comunque da attivare in

caso di emergenza e con

gli altri soggetti a supporto

delle attività di soccorso

- Verifica la reperibilità dei

Comuni e delle

associazioni di volontariato

locali e dei Vigili del Fuoco

volontari.

- Verifica l’efficienza e la

disponibilità delle ulteriori

risorse presenti sul

territorio intercomunale.

- Verifica necessità di

attivare il COI se non

attivato e convocare il

coordinamento

Intercomunale in

emergenza.

- Verifica le criticità presenti

sul territorio e supporta i

comuni nelle prime azioni

di contrasto e di

informazione e

salvaguardia della

- Garantisce la reperibilità

telefonica e fax H24

- Verifica la disponibilità dei

propri servizi tecnici e in

particolare con quelli

competenti per le attività di

pronto intervento .

- Verifica le criticità presenti

sul territorio, ne informa il

CIPC e adotta le prime

azioni di contrasto .

- Comunica al C.I.P.C. le

determinazioni assunte, le

attività in essere e le

eventuali criticità.

- Attiva le prime azioni per la

salvaguardia della

popolazione ritenute

opportune in rapporto alla

criticità prevista in accordo

col CIPC.

- Provvede all’informazione

della popolazione.

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 144

popolazione.

- Comunica alla provincia le

determinazioni assunte dai

Comuni e dal Centro, le

attività in essere e le

eventuali criticità, ai sensi

delle disposizioni

approvate con Decreto

dirig. n.6884 del 13

Dicembre 2005

- Compatibilmente con le

proprie risorse e le risorse

messe a disposizione del

sistema regionale di pc

applica il principio di

sussidiarietà nel territorio

dei comuni associati.

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 145

4.1 PROCEDURA DI ALLERTAMENTO SISTEMA INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVLE

ATTIVITA INTEGRATA CIPC – COMUNI – PROVINCIA

SISTEMA ALLERTA REGIONALE

Sono previsti due livelli di allertamento:

ALLERTA 1 – preavviso > 12 ore su inizio eventi

ALLERTA 2 – preavviso < 12 ore su inizio eventi

PROCEDURA DI ALLERTAMENTO INTERCOMUNALE

1) In caso di allerta meteo regionale la Provincia avverte i comuni e i centri intercomunali tramite

invio di sms, email e fax ai numeri segnalati dai comuni stessi, oltre ad avvisare con sms anche i

Sindaci.

1b) In caso di Allerta 2 la Provincia allerta il CIPC anche via telefono.

2) Il reperibile di turno (o in assenza di esso il dirigente o il Sindaco stesso - NB procedura interna

all’amministrazione comunale) conferma la ricezione dell’allerta meteo al numero del centro

intercomunale entro le due ore dalla ricezione.

NUMERO INTERCOMUNALE PER CONFERMA ALLERTA

0587 734 456

In caso di difficoltà di comunicazione utilizzare i seguenti numeri alternativi:

0587 734 440 448 449 oltre a cellulari responsabile e vice (vedi elenco numeri telefonici)

2b) In caso di Allerta 2 il Centro chiama telefonicamente i comuni per verificare la ricezione

dell’allertamento e eventuali criticità. Si invitano i comuni comunque a dare immediata conferma ai

numeri di cui sopra.

ATTENZIONE !!!

Nel caso di mancata reperibilità dell’incaricato sarà contattato il Sindaco.

In caso di mancanza di comunicazione o irreperibilità da parte dei comuni la normativa regionale

prevede, ove sia comunicata l’allerta 2), che la Provincia informi la Prefettura richiedendone il

supporto per contattare i comuni medesimi.

3) Il centro intercomunale comunica alla Provincia di Pisa la ricezione da parte dei comuni ed

eventuali criticità chiamando il numero: 050 929 284 e 050 9711111

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 146

SCHEMA GENERALE DI ALLERTAMENTO (ALLERTA 1)

provincia

1) Comunicazione ALLERTA

tramite FAX sms emai a tutti

3) Conferma telefonica avvenuta ricezione

2b) Il CIPC Chiama i comuni verificando la ricezione e/o criticità

comuni CIPC

1b) Eventuale Telefonata da Provincia a CIPC

NB - I comuni possono comunque chiamare il CIPC per dare conferma

provincia

1) Comunicazione ALLERTA

tramite FAX sms emai a tutti

3) Conferma telefonica avvenuta ricezione

2) Conferma telefonica avvenuta ricezione

comuni CIPC

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 147

SCHEMA GENERALE DI ALLERTAMENTO (ALLERTA 2)

Cessazione dello stato di allerta

Lo stato di allerta cessa automaticamente al termine di validità dell’Avviso di Criticità.

Eventuali cessazioni posticipate verranno comunicate, tramite messaggio fax, con le stesse

procedure previste per l’invio della allerta. Le cessazioni anticipate sono comunicate tramite web.

Messaggistica sms da centro intercomunale

Oltre all’sms, al FAX e alla email, comunicato dalla Provincia il Centro può inviare un sms di

sollecito a contattare il Centro stesso per dare conferma della ricezione dell’allerta meteo.

In caso di allertamenti locali NON preannunciati dal sistema regionale il Centro Intercomunale può

provvedere ad allertare i comuni e il volontariato

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Centro Intercomunale della Valdera 148

5 PROCEDURA SEGNALAZIONE CRITICITA’ Decreto Dirigenziale n. 6884 del 13 dicembre 2005

Allegato 1

ATTIVITA’ DEL CESI – COI.

Per eventi non prevedibili o per altri eventi differenti lo stato di allerta meteo:

� il CeSi in caso di criticità invia la segnalazione alla Provincia (tramite apposita scheda o

telefonicamente).

Durante lo stato di allerta:

� il CeSi durante l’attività di MONITORAGGIO PROGRAMMATO ORDINARIO) effettua solo in

caso di criticità segnalazioni alla Provincia (tramite apposita scheda o telefonicamente).

� In presenza di situazioni di criticità locali rilevanti, il CIPC per il Comune/i interessati a criticità

concorda con la Provincia l’avvio di una procedura di MONITORAGGIO INTENSIVO (se non

già in corso), definendo d’intesa con la medesima la periodicità per l’invio dei REPORT

L’efficacia dell’attività di monitoraggio dipende in larga misura dalla tempestiva segnalazione delle

criticità da parte del Comune/C.I.

Il CENTRO SITUAZIONI provvede a segnalare immediatamente al manifestarsi dell’evento i

seguenti elementi (D.G.R. n. 949/2004 punto A1.2):

- tipologia dell’evento

- area interessata

- effetti rilevanti: popolazione dispersa, evacuata, isolata servizi pubblici e viabilità interrotte,

altre situazioni di disagio

- interventi di soccorso attivati”.

In caso di allerta il CIPC anche tramite i Comuni (art. 24 dpcm del 27/02/2004 approvate con la

delibera Giunta regionale n. 637/2005, smi con delibera n. 775/2005):

• “verifica le criticità presenti nel territorio e adotta le azioni di contrasto come previsto dal

piano intercomunale di protezione civile

• comunica alla provincia le determinazioni assunte, le attività in essere e le eventuali

criticità”.

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 149

Le segnalazioni da parte del CIPC costituiscono il contenuto dei report elaborati dalla provincia e

trasmessi alla regione entro le ore 9:30 e le ore 15:30 (in caso di monitoraggio programmato)

comunque la segnalazione di danni è una attività da svolgere celermente anche per le vie brevi in

modo da comunicare l’effettivo stato delle cose. Pertanto le segnalazione dai comuni è opportuno

vengano trasmesse prima di tali orari utilizzando una SCHEDA SEGNALAZIONE omologa, quanto

a contenuto, al REPORT.

La scheda di segnalazione è invita dal CIPC alla Provincia:

• via fax

• anche comunicata telefonicamente o con le altre modalità eventualmente concordate

(Radio ).

Il Centro Situazioni jntercomunale fa riferimento con la Sala Operativa Unificata regionale in caso

di irraggiungibilità della Provincia si rapporta.

Da ricordare che i Centri intercomunali l’invio delle segnalazioni è effettuato esclusivamente dal

Centro intercomunale, utilizzando una unica SCHEDA SEGNALAZIONE per tutti i comuni

associati interessati e specificando il comune interessato alle varie criticità .

Anche i rapporti informativi telefonici ulteriori e ogni altro contatto informativo con la provincia e la

SOUP sono in titolarità del Centro intercomunale.

Tale procedura è fondamentale per l’accesso ai contributi finanziari regionali (DPGR n. 34 del

30/06/2004) e trova riferimento normativo nella D.G.R. n. 637/2005, successivamente modificata

con D.G.R. n. 775/2005“il Comune comunica alla provincia le determinazioni assunte, le attività in

essere e le eventuali criticità (articolo 24 comma 1)”

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 150

6 PROCEDURA SEGNALAZIONE DANNI Decreto Dirigenziale n. 6884 del 13 dicembre 2005

Allegato 2

PROCEDURA INTEGRATA CIPC – COMUNI

L’attività di segnalazione danni rappresenta una attività strategica nella gestione di un evento

calamitoso sia per la definizione dell’estensione dell’evento e la conseguente richiesta dello stato

di emergenza in tempi brevi sia per la conseguente attivazione di contributi finanziari della

Regione.

Il CIPC provvede al censimento danni compilando e trasmettendo alla Provincia le seguenti

schede, per l’attività di raccolta e distribuzione si potrà provvedere anche presso i singoli comuni

interessati:

• SCHEDA DANNI ENTE, RELAZIONE COMPLESSIVA DELL’EVENTO

• SCHEDA DANNI PRIVATI

• SCHEDA DANNI IMPRESE

Si ricorda come che ove il Centro intercomunale gestisce in forma associata l’attività di censimento

dei danni, l’invio della SCHEDA DANNI ENTE è effettuato esclusivamente dal Centro

intercomunale, utilizzando una SCHEDA per ogni comune associato interessato (e non una

cumulativa per tutti i comuni della forma associata) ed una eventuale scheda per il Centro

Intercomunale medesimo ove abbia direttamente effettuato interventi.

I Comuni provvedono a inviare le schede rilevamento danni al CIPC.

Anche ulteriori rapporti informativi con la Provincia e la Regione sono in titolarità del Centro

intercomunale.

.

SCHEDA DANNI ENTE e RELAZIONE COMPLESSIVA DELL’EVEN TO

La SCHEDA DANNI ENTE ha lo scopo di condurre un primo censimento danni finalizzato alla

valutazione della rilevanza dell’evento contiene

a) la descrizione definitiva degli effetti dell’evento;

b) la precisazione dei danni occorsi;

c) gli interventi di contrasto così organizzati:

- interventi intrapresi nella fase dell’emergenza

- interventi da avviare con la massima urgenza in quanto relativi a criticità non risolte

- interventi da avviare per il completo superamento dell’emergenza.

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Piano Intercomunale di Protezione Civile - Ottobre 2007

Centro Intercomunale della Valdera 151

E’ inviata dal entro 7 giorni dalla fine dell’evento alla Provincia (eventuali necessari

approfondimenti o dati integrativi potranno essere segnalati con un aggiornamento della scheda).

Tale scheda è accompagnata da cartografia in scala 1:10.000 con rappresentazione areale o

puntuale dell’evento occorso, eventualmente accompagnata da cartografia di maggior dettaglio, ed

è compilata come segue:

EFFETTI AL SUOLO: descrivere gli effetti indotti dall’evento.

DANNI SUBITI DA INFRASTRUTURE, EDIFICI E OPERE PUBBLICHE (tali quadri vengono

compilati dal soggetto competente alla relativa ges tione, e comunque dal comune anche

per tutte le opere pubbliche che non sono di compet enza comunale o provinciale: ospedali

…) riportare la descrizione dei danni al sistema infrastrutturale, agli edifici ed alle opere pubbliche

con riferimento alle tipologie di danno subito, al grado di danneggiamento ed agli effetti in termini di

fruibilità degli stessi (interruzioni nella viabilità, inagibilità/agibilità parziale di edifici pubblici);

POPOLAZIONE EVACUATA e ALTRI DANNI ALLA POPOLAZIONE:

Indicare gli effetti dell’evento sulla popolazione mediante:

A) individuazione delle situazioni che hanno comportato inagibilità delle abitazioni, sia per

danni diretti che in forma preventiva, con la conseguente evacuazione di privati,

attualmente risolte o tuttora in corso

B) Modalità di sistemazione dei nuclei familiari tuttora evacuati in base a provvedimenti di

inagibilità/evacuazione, per la eventuale concessione di contributi per l’autonoma

sistemazione

C) Quantificazione degli immobili danneggiati e dei mobili registrati danneggiati o distrutti

DANNI AL SISTEMA PRODUTTIVO: Individuare le situazioni relative alle imprese che hanno

comportato inagibilità o comunque sospensioni prolungate dell’attività produttiva e una prima stima

del numero delle impresedanneggiate con riferimento alle relative tipologie di danno prevalente.

INTERVENTI DI SOCCORSO EFFETTUATI CON I RELATIVI IMPORTI DI SPESA SOSTENUTI:

Descrivere gli interventi di soccorso o di ripristino urgente, conclusi o in fase di completamento,

attivati con procedure di urgenza e/o di somma urgenza

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Centro Intercomunale della Valdera 152

INTERVENTI URGENTI GIA’ AVVIATI: individuare gli interventi avviati, sulla base di alcune

categorie tipiche indicate, oppure utilizzare l’ipotesi residuale per la quale devono essere

specificate le valutazioni circa l’urgenza degli interventi stessi.

ULTERIORI INTERVENTI URGENTI DA ATTIVARE (quadro C1) o ULTERIORI CRITICITA’ DA

RISOLVERE PER IL COMPLETO SUPERAMENTO DELL’EMERGENZA E PER LA MESSA IN

SICUREZZA (quadro C2): Verificare le criticità persistenti a seconda della categoria di priorità.

Provincia

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SCHEDA DANNI PRIVATI E SCHEDA DANNI IMPRESE

PROCEDURA INTEGRATA CIPC COMUNI

Il CIPC insieme ai tecnici dei comuni, dopo la prima e sommaria valutazione dei danni ai privati e

alle imprese riportata nella scheda “CENTRO INTERCOMUNALE – SEGNALAZIONE

CRITICITA’”, effettua una ricognizione analitica degli stessi mediante la distribuzione e la raccolta

della SCHEDA DANNI PRIVATI e della SCHEDA DANNI IMPRESE.

Le schede dovranno essere consegnate al Comune entro 15 giorni dalla loro distribuzione da

parte del medesimo .

Ove l’attività di rilevamento danni svolta dalla apposita FUNZIONE DI SUPPORTO si verifichi la

presenza di danni significativi alle parti abitative degli immobili, ai beni mobili ivi contenuti e ai beni

mobili registrati, promuove mediante sopralluogo anche solo esternamente alle strutture la verifica

degli effetti dell’evento, descrivendo la situazione di fatto visibile. I risultati di tale sopralluogo sono

riportati in calce alla domanda.

Se sono stati coinvolti dall’evento un numero consistente di abitazioni, il Comune effettua la

predetta verifica rappresentando l’impatto dell’evento per aree colpite su apposita cartografia ed

evidenziando la diversa intensità raggiunta (ad esempio in relazione all’altezza dell’acqua).

Devono essere comunque oggetto di verifiche puntuali gli immobili:

- ove i danni indicati nelle SCHEDE siano di particolare entità economica o siano di carattere

strutturale

- ove l’immobile danneggiato sia stato dichiarato inagibile dal Comune o verificato tale dai Vigili del

Fuoco; in questo caso il Comune deve anche individuare gli interventi necessari per la revoca della

inagibilità ed effettuare la relativa stima economica in modo che possa essere concesso il

contributo regionale.

Le singole SCHEDE DANNI PRIVATI e SCHEDE DANNI IMPRESE non devono essere

trasmesse dal Comune né alla Regione né alla Provincia.

I relativi dati saranno comunicati alla Regione e alla Provincia con le modalità di volta in volta

stabilite dalla Regione in rapporto all’entità dell’evento.

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7 - PROCEDURA ATTIVAZIONE DEL VOLONTARIATO

PROCEDURA CIPC

L’accesso ai benefici di cui agli artt.9 e 10 del DPR n.194/2001 è subordinato a due condizioni:

- l’autorizzazione all’impiego del volontariato da parte del Dipartimento della Protezione

Civile;

- l’iscrizione delle organizzazioni attivate all’elenco nazionale del volontariato di cui all’art.1,

comma 3, del DPR 194/2001;

Procedura:

1. Richiesta di attivazione del volontariato

Il CIPC (utilizzando il fac-simile Mod. A/1 ), invia richiesta al Centro Situazioni regionale che

provvede ai necessari adempimenti per il rilascio dell’autorizzazione da parte del Dipartimento

della Protezione Civile.

2. Adempimenti CIPC al termine della emergenza

Organizzazioni impiegate

Il CIPC, entro 10 giorni dal termine dell’emergenza trasmette alla Regione una comunicazione

nella quale sono specificate le organizzazioni di volontariato effettivamente impiegate ed il periodo

di impiego. A tale fine sarà utilizzato il fac-simile Mod. B.

Attestato di presenza

Il CIPC provvede a rilasciare attestato di presenza ai singoli volontari secondo il fac-simile Mod. C.

Tale Modello deve essere controfirmato e timbrato anche dal Legale rappresentante

dell’associazione di appartenenza del volontario. Mod. C

Riepilogo spese volontariato

Il CIPC entro 60 giorni dalla cessazione della attività di soccorso, invia alla Regione il riepilogativo

delle spese sostenute dalle organizzazioni di volontariato impiegate. A tale fine verranno usati il

fac-simile Mod. D “Riepilogo spese organizzazioni” ed il Mod. D/1 “Rimborso spese singola

organizzazione”.

3. Domanda di rimborso del datore di lavoro pubblico o privato

La richiesta di rimborso del datore di lavoro pubblico o privato, delle somme equivalenti agli

emolumenti versati al proprio dipendente che abbia partecipato alle attività di soccorso autorizzate,

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è redatta nella forma di dichiarazione sostitutiva ai sensi e per gli effetti di cui al DPR n.445/2000,

secondo il fac - simile Mod. E .

4. Domanda di rimborso del lavoratore autonomo

La richiesta di rimborso per mancato guadagno del lavoratore autonomo, è redatta nella forma di

dichiarazione sostitutiva ai sensi e per gli effetti di cui al DPR n.445/2000, secondo il fac - simile

Mod. F. Mod. F

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8. PROCEDURA MONITORAGGIO E ATTIVITÀ DI MONITORAGGI O DEI PUNTI CRITICI

ATTIVITA CIPC-COMUNI-VOLONTARIATO-ALTRI ENTI

Le attività di monitoraggio vengono svolte:

X in sala operativa SOI

X sul territorio

Il monitoraggio di SOI rientra nell’attività di CeSi svolta giornalmente dall’ufficioo intercomunale

e a cui partecipano con l’osservazione dei bollettini e il controllo della ricezione di eventuali

allerta tutti i comuni.

Per l’attività di monitoraggio in SOI è prodotto un allegato specifico contenente i principali

numeri telefonici di riferimento per l’allerta e il controllo e un elenco di siti internet preposti

all’attività di monitoraggio del territorio.

Il monitoraggio sul territorio viene svolto dai Comuni mediante i propri uffici tecnici e di PM e

dalle associazioni di volontariato convenzionate, secondo uno schema definito dal quadro dei

rischi contenuto nel presente piano e legato allo sviluppo della dinamica emergenziale.

L’attività di monitopraggio prevede inoltre contatti anche con Provincia e Consorzi di Bonifica

per il monitoraggio sui corsi d’aacqua e il Centro Funzionale Regionale anche mediante i

collegamenti ad Internet.

Il contatto con le FF.OO. cittadini e attività sul territorio permettono un ulteriore analisi della

situazione.

Le attività di monitoraggio sono di competenza della FS 1 e pertanto saranno definite

nell’ambito di un protocollo operativo di gestione della stessa.

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9. REPERIBILITÀ

ATTIVITA CONGIUNTA COMUNI CIPC

Attualmente il sistema della reperibilità legato alla procedura di allertamento regionale prevede:

X n° 2 operatori del CIPC in reperibilità telefonic a alternata eventualmente supportata da altre

collaborazioni

X n°1 reperibile per ogni comune associato con funz ioni anche di pronto intervento tecnico

Al sistema di allertamento partecipano anche i Sindaci che sono coinvolti e avvertiti sia dalla

provincia che dal CIPC per allerta meteo e per comunicazioni di urgenza.

10. ATTIVAZIONE DELLE RISORSE

ATTIVITA CONGIUNTA COMUNI CIPC

Le risorse in disponibilità dei comuni e del CIPC vengono attivate direttamente dal CIPC con

l’apporto del personale dei comuni per un efficace disposizione logistica delle stesse.

Queste possono essere anche essere impiegate dal volontariato convenzionato.

Le risorse del volontariato sono attivate dal CIPC secondo la specifica procedura e secondo un

accordo operativo in corso di definizione.

Le risorse esterne alle amministrazioni possono essere attivate direttamente dal CIPC nell’ambito

delle proprie disponibilità finanziarie

11. PROCEDURE FINANZIARIE

ATTIVITA CONGIUNTA COMUNI CIPC

Il CIPC gode di un suo specifico capitolo di spesa e di entrata all’interno del bilancio del Comune

Capofila, in tale capitolo potranno essere fatte confluire risorse finanziarie necessarie a far fronte le

situazioni di emergenza sia tramite fondi di provenienza Statale, Regionale o Provinciale, sia da

parte dei Comuni stessi; ad oggi la procedura più corretta per mettere a disposizione risorse

finanziarie è quella della variazione di bilancio attuata dai comuni e dal comitato di gestione dl

CIPC.