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1 PIANO DI LAVORO TERRITORIALE PER LA CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO NELLA PROVINCIA DI PAVIA PIANO DI MONITORAGGIO E VALUTAZIONE A cura del Tavolo Tecnico – Gruppo Monitoraggio e valutazione

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PIANO DI LAVORO TERRITORIALE PER LA CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO

NELLA PROVINCIA DI PAVIA

PIANO DI MONITORAGGIO E VALUTAZIONE

A cura del Tavolo Tecnico – Gruppo Monitoraggio e valutazione

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INDICE

Premessa – Il sistema di monitoraggio e valutazione pag. 3

Il Piano di Lavoro Territoriale: finalitò, obiettivi, risultati attesi pag. 4

Articolazione della governance pag. 5

Le azioni del Piano – Quadro di sviluppo pag. 6

1. Le azioni trasversali pag. 7

1.1 Avvio di un’indagine conoscitiva finalizzata all’emersione del bisogno di conciliazione presso lavoratrici/lavoratori “ 7

1.2 Sensibilizzazione e informazione – Piano di comunicazione “ 9

1.3 Formazione “ 11

1.4 Azioni di supporto alla rete – Insediamento di un Tavolo di lavoro permanente “ 13

2. Le azioni specifiche pag. 15

2.1 TelelavoroInProvincia – Provincia di Pavia “ 15

2.2 Telelavoro – Ambito Distrettuale di Vigevano “ 18

2.3 Mamme di condominio –Ambito Distrettuale di Garlasco “ 20

2.4 Bambini al Centro – Comune di Pavia “ 22

2.5 Start up servizi interaziendali, Bio Network Pavia – Provincia di Pavia “ 25

2.6 Bando per Servizi interaziendali di conciliazione – Camera di Commercio “ 28

2.7 Famiglie SupporTATE – Ambito Distrettuale di Certosa di Pavia “ 30

2.8 Un FioccoInProvincia – Provincia di Pavia “ 33

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PREMESSA – IL SISTEMA DI MONITORAGGIO E VALUTAZIONE

Finalità Il sistema di monitoraggio e valutazione costituisce lo strumento tramite il quale si intende produrre (sia in itinere, sia in fase conclusiva) un’analisi degli interventi realizzati, al fine di documentarne lo

svolgimento e valutarne l’efficacia – ovvero il rapporto tra i risultati raggiunti e gli obiettivi prefissati – e l’impatto sul territorio. Tramite la produzione di un quadro critico in grado di illustrare il percorso svolto ed evidenziare

potenzialità e criticità, il sistema mira a sostenere ed accompagnare la rete attivata, ponendosi quale utile mezzo di supporto alla gestione e all’apprendimento collettivo, in vista del pieno conseguimento degli obiettivi progettuali.

Metodologia L’attività di monitoraggio e valutazione assume un approccio di tipo partecipato, basato sull’auto-

valutazione: essa prevede il coinvolgimento diretto e l’intervento attivo di tutti i soggetti impegnati nella realizzazione delle azioni progettuali per stimolare il confronto, favorire l’azione collaborativa e sviluppare la capacità di adattamento costante alle esigenze emergenti.

Obiettivi • Registrare i dati inerenti la realizzazione delle attività, organizzandoli progressivamente in un quadro

globale che consenta di mantenere una visione d’insieme dello sviluppo progettuale.

• Fornire ai soggetti coinvolti nella gestione e realizzazione degli interventi un aggiornamento periodico sullo svolgimento delle attività, con carattere sia descrittivo, sia valutativo che evidenzi i punti di forza e i punti di debolezza, per consentire e facilitare i necessari interventi di aggiustamento

in itinere. • Produrre una valutazione dei risultati conseguiti, condotta tramite il riferimento a indicatori

quantitativi e qualitativi. • Verificare le modalità di organizzazione e di funzionamento della rete di intervento attivata.

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IL PIANO DI LAVORO TERRITORIALE: FINALITÀ, OBIETTIVI, RISULTATI ATTESI

Ai sensi dell’art. 8 dell’Accordo Territoriale per la Conciliazione famiglia-lavoro nella provincia di Pavia, sottoscritto il 6 ottobre 2011, il Tavolo Politico Istituzionale composto dai Soggetti promotori ha predisposto in data 7 novembre 2011 il Piano di Lavoro Territoriale per la Conciliazione dei Tempi di Vita e di Lavoro nella provincia di Pavia, validato da Regione Lombardia in data 20 dicembre 2012.

Finalità generale e obiettivi di medio e lungo termine Il Piano di Lavoro si prefigge di contribuire ad accrescere il benessere della popolazione e creare le condizioni per un rilancio della competitività del

territorio pavese, rendendolo attrattivo anche sotto il profilo della “qualità della vita”. A tale scopo e mediante la costituzione di una solida e duratura “Rete territoriale per la conciliazione famiglia-lavoro” nella provincia di Pavia, composta dai Soggetti promotori e dai Soggetti aderenti, si intendono conseguire i seguenti obiettivi:

• valorizzare e pubblicizzare le buone prassi già esistenti sul territorio con azioni di comunicazione e di “messa in rete”; • accrescere, con azioni di formazione e di informazione, la consapevolezza di organizzazioni e di famiglie rispetto ai benefici derivanti dalla

conciliazione tra impegni familiari e impegni di lavoro;

• promuovere presso le imprese un nuovo modello gestionale, socialmente responsabile, incentivando l’adozione di misure di conciliazione fondate su leve finanziarie (redistribuzione e benefit), culturali (formazione – a partire dal management – e comunicazione), organizzative (luoghi e tempi di lavoro) e di servizio (cura, time saving), per migliorare il benessere delle persone in azienda e, conseguentemente, la loro performance lavorativa;

• promuovere, anche all’interno della PA, una cultura della conciliazione: sensibilizzazione verso una nuova politica di organizzazione del lavoro e

creazione di competenze professionali in materia di pari opportunità e, in particolare, sui temi della conciliazione; • promuovere forme di collaborazione tra le imprese che contemplino anche “scambi di dipendenti”, in modo da favorire l’avvicinamento dei

lavoratori alla propria famiglia;

• realizzare interventi sperimentali a favore della conciliazione, sulla base della domanda e dei bisogni emergenti dal territorio. Risultati attesi • incremento dell’adozione di buone prassi sul territorio (da misurare attraverso azioni di monitoraggio) • incremento dell’occupazione femminile, anche sotto forma di auto-imprenditorialità.

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ARTICOLAZIONE DELLA GOVERNANCE

ll modello di governance adottato risponde all’esigenza di coinvolgere tutti i soggetti pubblici e privati interessati alla realizzazione di interventi in materia di conciliazione famiglia-lavoro sul territorio pavese, in un processo condiviso e partecipato, sia nell’assunzione delle decisioni, che nell’attuazione delle medesime, in linea con gli obiettivi generali assunti dalla programmazione regionale.

La Rete Territoriale è stata avviata da Soggetti pubblici e privati – promotori ed aderenti – che hanno manifestato una forte motivazione all’iniziativa. La Rete è flessibile e aperta alla possibilità di successive adesioni da parte di altri Soggetti portatori di interesse rispetto al tema conciliativo.

I SOGGETTI PROMOTORI (n° 16)

• Regione Lombardia

• ASL di Pavia

• Provincia di Pavia

• Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato di Pavia

• Comune di Pavia

• Ambito Distrettuale di Pavia

• Ambito Distrettuale di Broni

• Ambito Distrettuale di Casteggio

• Ambito Distrettuale di Certosa

• Ambito Distrettuale di Corteolona

• Ambito Distrettuale di Garlasco

• Ambito Distrettuale di Mortara

• Ambito Distrettuale di Vigevano

• Ambito Distrettuale di Voghera

• Consigliera Provinciale di Parità

• Comunità Montana Oltrepo Pavese

Funzione governance dell’intero processo al fine di garantirne la piena attuazione attraverso un’azione di monitoraggio.

Ruoli • soggetto capofila: ASL Pavia, (per il tramite della Direzione Sociale) Funzione di coordinamento per l’attuazione degli interventi previsti;

• facilitatore: Sede Territoriale di Regione Lombardia (STER) Funzione di raccordo, insieme al Soggetto capofila, tra la governance e il territorio; è responsabile delle attività di comunicazione.

Strumenti • Tavolo di indirizzo politico-istituzionale, presieduto da Regione Lombardia e composto dai rappresentanti politico-istituzionali dei

Soggetti promotori – il funzionamento del Tavolo è disciplinato da apposito Regolamento Funzione di indirizzo e di elaborazione del Piano di Lavoro; convoca i Soggetti aderenti al fine di coinvolgerli attivamente nelle diverse fasi progettuali e operative.

• Tavolo tecnico, composto dai referenti tecnici delegati da ciascun Soggetto promotore; Funzione di supporto nella stesura del Piano di Lavoro, nello sviluppo delle fasi di percorso e nella realizzazione degli interventi e delle azioni (inclusi gli incontri e il

confronto con gli Aderenti).

I SOGGETTI ADERENTI (n° 17)

• Policlinico S. Matteo • Azienda Ospedaliera della

Provincia di Pavia • Fondazione Maugeri • Fondazione Mondino

• Centro Servizi Volontariato • ANFFAS Pavia • Caritas di Vigevano • Ufficio Scolastico

• Università degli Studi • Unione Industriali • Confartigianato Imprese Pavia • Confartigianato Lomellina

• Confesercenti • Confcooperative • CGIL – CISL – UIL

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LE AZIONI DEL PIANO – QUADRO DI SVILUPPO

 

 

 (*) Per queste azioni la definizione di dettaglio del crono-programma è in fase di definizione.

                     

2011 2012 2013 O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G

1. AZIONI TRASVERSALI 1.1 Avvio indagine conoscitiva per emersione bisogni di conciliazione di lavoratrici/tori

1.2 Sensibilizzazione e informazione – Piano di comunicazione

1.3 Formazione

1.4 Azioni di supporto alla rete – Insediamento di un Tavolo di lavoro permanente

2. AZIONI SPECIFICHE

2.1 TelelavoroInProvincia – Provincia di Pavia (*)

2.2 Telelavoro – Ambito Distrettuale di Vivevano (*)

2.3 Mamme di condominio – Ambito Distrettuale di Garlasco

2.4 Bambini al Centro – Comune di Pavia

2.5 Start up servizi interaziendali, Bio Network Pavia – Provincia di Pavia

2.6 Bando per Servizi interaziendali di conciliazione – Camera di Commercio

2.7 Famiglie supporTATE – Ambito Distrettuale di Certosa di Pavia

2.8 Un FioccoInProvincia – Provincia di Pavia (*)

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LE AZIONI TRASVERSALI    1.1 – AVVIO DI UNA INDAGINE CONOSCITIVA FINALIZZATA ALL’EMERSIONE DEL BISOGNO DI CONCILIAZIONE PRESSO LAVORATRICI/LAVORATORI Finalità: Far emergere il bisogno di conciliazione di lavoratrici/lavoratori e organizzazioni per elaborare uno studio specifico in materia, da mettere in rete ed immettere in un flusso informativo coordinato e integrato tra le diverse fonti al fine di implementare un processo organico e sistemico di interventi sul tema della conciliazione nella provincia di Pavia. Obiettivi e articolazione: L’azione si pone l’obiettivo di avviare un’indagine conoscitiva sui bisogni di conciliazione espressi dalle lavoratrici e dai lavoratori, sia all’interno delle organizzazioni pubbliche, sia di quelle private; ciò allo scopo di elaborare un quadro delle esigenze esistenti, attualmente mancante, in base al quale individuare a intraprendere misure di intervento concrete da sperimentare. L’azione assume così anche l’obiettivo indiretto di focalizzare l’attenzione dei soggetti coinvolti sul tema della conciliazione, promovendo una prima riflessione diffusa e “sistemica” sui possibili processi da attivare nel territorio della provincia di Pavia. L’azione si articola in due macro-fasi: • macro-fase 1 – Indagine all’interno delle organizzazioni pubbliche, coordinata da Regione Lombardia - Sede Territoriale di Pavia

Regione Lombardia ha già attivato diversi istituti per l’organizzazione del lavoro e la gestione del personale orientate alla famiglia; può quindi qualificarsi quale punto di sperimentazione avanzata nella PA, concretamente teso a conseguire una migliore conciliazione dei tempi di vita sul territorio. Per ulteriormente valorizzare gli istituti in materia di conciliazione anche presso le Sedi periferiche, la Sede Territoriale di Pavia intende farsi promotrice presso i suoi dipendenti di una rilevazione dei bisogni in materia di conciliazione famiglia-lavoro, mediante apposito questionario, per individuare interventi migliorativi. In seguito a questo primo step, si procederà con il coinvolgimento degli altri Enti del sistema regionale, proponendo analoga rilevazione al gdl Sireg, già attivo presso la Sede Territoriale di Pavia. L’intervento si sviluppa attraverso le seguenti attività: 1) Elaborazione della scheda per gli enti e del questionario rivolto ai dipendenti 2) Somministrazione del questionario in 3 step successivi: dipendenti STER, dipendenti Aziende SIREG, dipendenti degli Enti pubblici presenti sul

territorio 3) Imputazione e elaborazione dati 4) Analisi dei dati, con l’apporto dell’Università 5) Concertazione delle azioni da attivare, previa opportuna verifica di fattibilità, anche attraverso accordi con altri Enti e realtà già operanti in tal

senso sul territorio, in sinergia con la rete costituenda • macro-fase 2 – Indagine all’interno delle imprese, coordinata dalla Camera di Commercio di Pavia

L’intervento prevede una rilevazione sul tema conciliazione famiglia-lavoro all’interno delle imprese pavesi – o di un primo gruppo di imprese che rispondono positivamente alla richiesta di partecipazione – mediante la realizzazione delle seguenti attività:

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1) elaborazione di un questionario rivolto alle imprese e di un questionario rivolto a lavoratrici/tori; 2) svolgimento di incontri in ciascun ambito territoriale (n° 9 incontri), in occasione dei quali sarò attivato il confronto con le imprese partecipanti

sul tema della conciliazione famiglia-lavoro e sarà proposta l’adesione all’indagine; 3) invio di un questionario da compilare a cura delle imprese e di un questionario rivolto ai lavoratori/trici; 4) imputazione e elaborazione dei dati 5) analisi dei dati 6) individuazione azioni e/o interventi sperimentali

2011 2012 2013 Fasi e crono-programma di dettaglio: O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G

Macro-fase 1 – Indagine presso le organizzazioni pubbliche 1.1- Elaborazione della scheda per gli enti e del questionario rivolto ai dipendenti 1.2.a- Somministrazione del questionario ai dipendenti STER 1.2.b- Somministrazione del questionario ai dipendenti Aziende SIREG 1.2.c- Somministrazione del questionario ai dipendenti degli Enti pubblici territoriali 1.3- Imputazione e elaborazione dati 1.4- Analisi dei dati, con l’apporto dell’Università 1.5- Verifica fattibilità e concertazione azioni da attivare, eventuale sottoscrizione accordi Macro-fase 2 – Indagine presso le organizzazioni private 2.1- Elaborazione del questionario rivolto a imprese e lavoratrici/tori 2.2- Realizzazione di incontri presso gli ambito territoriali 2.3- Somministrazione del questionario a imprese e lavoratrici/tori 2.4- Imputazione e elaborazione dati 2.5- Analisi dei dati, con l’apporto dell’Università 2.6- Verifica fattibilità e concertazione azioni da attivare, sottoscrizione accordi

Soggetti Beneficiari Risultati attesi Indicatori Strumenti di mon.val Responsabile MF1- Regione Lombardia –sede Territoriale di Pavia MF2 - Camera di Commercio Coinvolti nella realizzazione Tavolo-tecnico Università di Pavia- Centro di Ricerca Interdipartimentale “Studi di Genere”

• Aziende del Sistema Regionale (almeno n° 4)

• Enti pubblici (almeno n° 2) • Imprese e organizzazioni private

(almeno n° 18)

• Dipendenti delle Aziende del Sistema Regionale (SIREG)

• Lavoratrici/tori delle imprese e delle organizzazioni private coinvolte nella rilevazione

• conoscenza dei bisogni di conciliazione famiglia-lavoro dei dipendenti SIREG, di Enti pubblici e di lavoratrici/tori delle organizzazioni private della provincia di Pavia

• individuazione di azioni sperimentali finalizzate a migliorare la conciliazione famiglia-lavoro

Di realizzazione • attività prevista/svolta • tempi previsti/effettivi • beneficiari raggiunti

(tipologia e numero) • prodotti elaborati Di risultato • N° 2 Report • Interventi sperimentali

individuati (almeno n° 2)

• scheda di monitoraggio periodica

• verifica degli indicatori di realizzazione/di risultato

 

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1.2 SENSIBILIZZAZIONE E INFORMAZIONE – PIANO DI COMUNICAZIONE Finalità dell’azione: Diffondere policy e azioni alla platea più ampia possibile, per promuovere la cultura della conciliazione, coltivare e integrare nel quotidiano le pratiche di benessere conciliativo, al fine di migliorare la qualità vita. Obiettivi e articolazione Il Piano di comunicazione persegue l’obiettivo della costruzione di una relazione bidirezionale e costante nel tempo (quindi non episodica) tra

Regione Lombardia, Asl di Pavia, i soggetti della rete e pubblico di riferimento, rispetto al “Piano di lavoro territoriale per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nella provincia di Pavia”. La redazione del piano è articolata in due macro-fasi: • macro-fase 1 - Progettazione strategica

Obiettivo 1, focalizzare gli obiettivi dell’amministrazione con riferimento alla policy in questione rispetto al contesto esterno. In questa fase verranno individuati gli attori coinvolti nel processo comunicativo e i destinatari delle azioni di comunicazione;

• macro-fase 2 - Progettazione operativa

Obiettivo 2, tradurre degli obiettivi strategici in obiettivi concreti di comunicazione, attraverso la scelta delle modalità comunicative e dei canali più adatti al raggiungimento dei fini istituzionali.

A tale fine l’azione si articola nei seguenti interventi: 1) Analisi del contesto e segmentazione del pubblico di riferimento (obiettivo 1) – Individuazione di: • bisogni di conciliazione espressi dal territorio (anche sulla base dei risultati dei questionari somministrati a pubbliche amministrazioni ed imprese);

• destinatari del processo comunicativo; • fattori di contesto che possono favorire il processo comunicativo e di quelli che invece possono rappresentare un ostacolo di cui è necessario

tenere conto nella fase operativa; 2) Predisposizione dei canali e delle modalità comunicative (obiettivo 2):

• predisposizione dei contenuti della comunicazione e dei contenuti di pagine web dedicate sul portale dell’Asl di Pavia sui temi della conciliazione (legislazione, buone pratiche, bandi, avvisi, iniziative regionali e nazionali) e aggiornamento costante della stessa nel periodo di riferimento della convenzione. I siti degli enti sottoscrittori potranno a loro volta prevedere un link di re-indirizzamento a tale pagina web dedicata;

• formazione del personale Asl preposto all’aggiornamento del sito; • organizzazione di una rete di sportelli “family friendly” con condivisione di dati, anche mediante l’allestimento di una Banca Dati condivisa e

l’inserimento nelle pagine web attivate sul sito di ASL Pavia;

• campagna promozionale attraverso supporti multimediali (portale e indirizzo e-mail dedicato), attività di ufficio stampa (conferenze e comunicati, incontri con i giornalisti, monitoraggio attraverso la rassegna stampa quotidiana), realizzazione di punti informativi dedicati;

• eventi di presentazione di bandi e iniziative.

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• stampati (opuscoli e locandine), supporti multimediali (portale e indirizzo email dedicato), attività di ufficio stampa (conferenze e comunicati, incontri con i giornalisti, flusso di informazioni, monitorato attraverso la rassegna stampa quotidiana), realizzazione di punti informativi.

3) Evento con rappresentanti del mondo politico-istituzionale

2011 2012 2013 Fasi e crono-programma di dettaglio O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G

1- Analisi del contesto e segmentazione del pubblico di riferimento 2- Predisposizione dei contenuti della comunicazione e del sito web 3- Formazione del personale ASL preposto all’aggiornamento del sito 4- Attivazione e costante aggiornamento del sito web 5- Evento politico-istituzionale

Soggetti Beneficiari Risultati attesi Indicatori Strumenti di mon.val Responsabile Regione Lombardia – Sede Territoriale di Pavia Coinvolti nella realizzazione Tavolo-tecnico – Università di Pavia- Centro di Ricerca Interdipartimentale “Studi di Genere”

I destinatari sono diversificati per tipologia a seconda dell’intervento: • Cittadini • Imprese, • Operatori dei servizi • Istituzioni del territorio • Personale dipendente dei

soggetti coinvolti

• Incremento della conoscenza delle politiche di conciliazione e delle azioni

• promozione del piano di conciliazione e delle azioni previste presso target specifici e i cittadini in generale

• stabilizzazione della rete di comunicazione avviata dal Piano tra RL, ASL Pavia, soggetti della rete

Di realizzazione • attività prevista/svolta • tempi previsti/effettivi • beneficiari raggiunti

(tipologia e numero) • prodotti elaborati Di risultato • N° articoli stampa • Stabilizzazione dei canali di

comunicazione condivisa/congiunta

• scheda di monitoraggio periodica

• verifica degli indicatori di realizzazione/di risultato

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1.3 FORMAZIONE Finalità: Aumentare le conoscenze e le competenze dei soggetti coinvolti (enti promotori e aderenti, stakeholder) sul tema della conciliazione e sulle misure e

gli strumenti per l’implementazione di un processo organico e sistemico nella provincia di Pavia. Obiettivi e articolazione: A) Incontro sull’innovazione sociale (4 ore) L’innovazione sociale mira a costruire partnership tra autorità governative, società civile e imprese for profit e no profit, nell’ottica di disegnare servizi innovativi per i bisogni della comunità. Il “Piano di lavoro territoriale per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nella provincia di Pavia”

rappresenta un esempio concreto di innovazione sociale. Si prevedono vari interventi di esperti nel campo dell’innovazione: consulenti regionali sui temi della conciliazione e dell’innovazione, il direttore del progetto Percorsi di Secondo welfare dell’Università degli Studi di Milano, Arianna Visentini di Variazioni Srl, Iris Network (Istituto di Ricerca sull’Impresa Sociale).

L’incontro sarà l’occasione per presentare il ciclo di lezioni e seminari previsti nel piano di formazione. Target: enti promotori ed aderenti dell’Accordo, aziende e terzo settore, giornalisti B) Ciclo di lezioni (n° 4 ore cad – n° 28 ore totali) 1. Lezione introduttiva sui temi della conciliazione: quadro europeo ed italiano, orientamenti regionali, partnership pubblico-privato, secondo

welfare, New Public Governance.

• Destinatari: tutti i sottoscrittori dell’Accordo

2. Lezione sulla contrattazione di secondo livello (esperto giuslavorista). • Destinatari: i sottoscrittori dell’Accordo, gli stakeholders interessati (in particolare imprese e mondo cooperativo)

3. Seminario sulle best practices di welfare aziendale in tema di conciliazione attivate sul territorio nazionale. • destinatari: i sottoscrittori dell’Accordo e gli stakeholders interessati (in particolare imprese e mondo cooperativo)

4. Seminario con Cisl Lombardia sulle buone pratiche di welfare aziendale promosse dal sindacato, soprattutto nel settore dell’artigianato • destinatari: i sottoscrittori dell’Accordo e gli stakeholders interessati (in particolare imprese e mondo cooperativo)

5. Incontro con i responsabili dei progetti di welfare aziendale di alcune aziende che si sono distinte nelle misure conciliative (ATM, SEA, Luxottica) • destinatari: i sottoscrittori dell’Accordo e le imprese e il mondo cooperativo

6. Laboratorio sulle sperimentazioni di azioni positive attivate in Lombardia in questi anni sui temi della conciliazione, in particolare sui progetti ex art.9 della legge 53/2000. • destinatari: i sottoscrittori dell’Accordo e gli stakeholders interessati (in particolare imprese e mondo cooperativo)

7. Laboratorio sulla realizzazione di bandi europei e sui meccanismi di finanziamento dei fondi europei in materia di pari opportunità.

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• destinatari: i sottoscrittori dell’Accordo e gli stakeholders interessati (in particolare imprese e mondo cooperativo)

C) Ciclo di formazione per operatori di sportello family friendly ( 8 ore) Incontri formativi, di cui uno specificamente dedicato all’utilizzo della piattaforma informatica comune di informazione sui temi della conciliazione predisposta all’interno del sito dell’Asl Pavia

D) Focus group finali per verificare l’efficacia del processo formativo e raccogliere le riflessioni degli stakeholders. Redazione di una relazione finale Suddivisione in gruppi in ragione delle caratteristiche dei target della formazione (rappresentanti degli enti promotori, sindacati e rappresentanti delle imprese, Terzo settore).

2011 2012 2013 Fasi e crono-programma di dettaglio O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G

A- Incontro sull’innovazione B- Ciclo di n° 7 lezioni C- Ciclo di formazione per gli operatori di sportello family friendly D- Focus group finali con gli stakeholder

Soggetti Beneficiari Risultati attesi Indicatori Strumenti di mon.val Responsabile Università di Pavia- Centro di Ricerca Interdipartimentale “Studi di Genere” Coinvolti nella realizzazione Tavolo-tecnico

Enti promotori Enti aderenti Aziende Terzo Settore Sindacati Giornalisti

• N° 4 interventi formativi realizzati secondo il programma previsto

• Aumentate conoscenze/competenze rispetto al tema della conciliazione

Di realizzazione • attività prevista/svolta • tempi previsti/effettivi • beneficiari raggiunti

(tipologia e numero) • prodotti elaborati Di risultato • N° 1 relazione finale

sull’efficacia del percorso formativo

• Valutazione positiva dei beneficiari in merito alle conoscenze/competenze acquisite rispetto al tema della conciliazione (almeno 70% dei beneficiari)

• scheda di monitoraggio periodica

• scheda di verifica degli indicatori di realizzazione/di risultato

• questionario di valutazione ai beneficiari

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1.4 AZIONI DI SUPPORTO ALLA RETE – INSEDIAMENTO DI UN TAVOLO DI LAVORO PERMANENTE Finalità: Stabilizzare la rete attivata in seguito alla firma dell’Accordo Territoriale (soggetti promotori e soggetti aderenti) ed ampliarla tramite il coinvolgimento

di altri soggetti portatori di interesse per la creazione di un Tavolo di lavoro permanente sul tema della conciliazione famiglia-lavoro che si ponga come riferimento provinciale per l’implementazione di un processo organico e sistemico.

Obiettivi e articolazione: L’azione accompagna lo sviluppo del Piano con il duplice obiettivo di: • assicurare il coordinamento, il monitoraggio e la valutazione degli interventi trasversali e sperimentali previsti,

• sperimentare ed implementare un percorso di lavoro condiviso e partecipato che conduca all’insediamento di un Tavolo provinciale permanente sul tema della conciliazione famiglia-lavoro.

Le attività previste riguardano pertanto:

1) gli incontri del Tavolo di indirizzo politico-istituzionale si prevede in proposito lo svolgimento di un incontro in fase iniziale, due incontri in fase intermedia e un incontro in fase conclusiva;

2) gli incontri del Tavolo tecnico e degli eventuali gruppi di lavoro costituiti al suo interno si prevede lo svolgimento di incontri a cadenza

quindicinale o mensile, da stabilire anche in base alle necessità emergenti nello sviluppo del Piano; 3) il coinvolgimento dei soggetti aderenti, mediante incontri plenari o per gruppi omogenei; 4) il coinvolgimento di altri possibili soggetti portatori di interesse, anche nella auspicata prospettiva della formalizzazione di un Tavolo di lavoro

permanente e della creazione di un Osservatorio provinciale delle Politiche Sociali.

2011 2012 2013 Fasi e crono-programma di dettaglio O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G

1) Incontri del Tavolo di indirizzo politico-istituzionale

2) Incontri del Tavolo tecnico e dei gruppi di lavoro

3) Coinvolgimento dei soggetti aderenti

4) Ampliamento della rete dei soggetti aderenti

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Soggetti Beneficiari Risultati attesi Indicatori Strumenti di mon.val

Referente ASL Pavia Coinvolti nella realizzazione Tavolo tecnico

Enti promotori (n° 16) • referenti del Tavolo politico di

indirizzo • referenti del Tavolo tecnico Enti aderenti (n° 17) Altri soggetti portatori di interesse (n.q.)

• Realizzazione delle azioni previste dal Piano tramite un lavoro condiviso e partecipato che veda l’intervento di tutti i soggetti promotori e il coinvolgimento dei soggetti aderenti

• Ampliamento della rete attivata

• Sperimentazione di un modello di governance da adottare stabilmente

Di realizzazione • attività prevista/svolta • tempi previsti/effettivi • beneficiari raggiunti

(tipologia e numero) • prodotti elaborati Di risultato • Tavolo di Lavoro

permanente Valutazione positiva dei beneficiari in merito a: -­‐ funzionamento della

rete/del Tavolo, -­‐ impatto degli interventi

attuati a livello territoriali (almeno 70% dei beneficiari)

• scheda di registrazione degli incontri

• scheda di verifica degli indicatori di realizzazione/di risultato

• questionario di valutazione ai beneficiari

 

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LE AZIONI SPECIFICHE  

2.1 TELELAVOROInPROVINCIA Provincia di Pavia

Finalità: • Miglioramento delle politiche di conciliazione famiglia-lavoro a favore dei dipendenti dell’Ente Provincia di Pavia • Miglioramento del benessere lavorativo e personale

• Maggiore responsabilizzazione e motivazione • Aumento del livello di soddisfazione e senso di appartenenza del lavoratore all’Ente e, conseguentemente, miglioramento dell’efficacia nello

svolgimento dei propri compiti

• Miglioramento della qualità del lavoro in funzione dell’attuazione delle politiche di conciliazione famiglia-lavoro • Minore assenteismo • Riduzione delle inefficienze in caso di maternità e/o spostamenti in sedi periferiche dell’Ente

• Incidenza positiva sul traffico locale • Risparmio economico per l’Ente da un punto di vista di costi generali strutturali Con il lavoro a distanza, la Provincia intende risolvere i disagi e i costi di un diffuso pendolarismo e di problematiche legate alla mancata attuazione di politiche di tempi e orari consone alle esigenze dei dipendenti dell’Ente e alla difficoltà di garantire la presenza in ufficio per chi ha problemi urgenti e

impellenti di conciliazione famiglia-lavoro. Obiettivi e articolazione: La Provincia di Pavia intende avviare una sperimentazione della durata di un anno su 8 postazioni di tele-worker, coinvolgendo 8 dipendenti dell’Ente che abitualmente svolgeranno lavoro su pc relativamente all’elaborazione/aggiornamento dei dati, progettazione, verbalizzazione dei processi interni ed esterni all’ente, lavori di videoscrittura in generale su programmi word/excell e specifici dell’Ente.

La fare progettuale coinvolge tutti i Settori dell’Ente. La sperimentazione, sulla base dei risultati raggiunti, una successiva fase di ampliamento e di creazione di nuove postazioni di telelavoro. L’azione si articola nelle seguenti attività:

1) Attività preliminari: • individuazione delle attività telelavorabili a cura dei Dirigenti dei Settori coinvolti; • mappatura, da parte di ciascun Settore, delle attività individuate individuate come telelavorabili, sulla base di quanto previsto dal

regolamento recante disciplina del telelavoro nelle pubbliche amministrazioni, approvato con D.P.R. 25/02/1999, n. 70 a norma dell’art. 4,

comma 3, della legge 16 giugno 1998, n. 191 e successive variazioni e integrazioni. In particolare, l’accordo quadro nazionale sul telelavoro

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nelle pubbliche amministrazioni stipulato il 23 marzo 2000 dal’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, l’ARAN, e le maggiori Confederazioni sindacali nazionali del Pubblico impiego.

• programmazione preventiva dell’applicazione del telelavoro con la quale devono essere individuati gli obiettivi lavorativi perseguibili mediante la modalità di svolgimento della prestazione lavorativa (tipologia – durata sperimentale della prestazione – metodologie di ordinamento delle attività – individuazione degli indicatori di prestazione e delle modalità di coordinamento del lavoro svolto….)

• confronto e condivisione con le rappresentanze sindacali.

La responsabilità della fase progettuale è ascritta al Dirigente con funzioni di coordinatore dei Dirigenti, con il supporto tecnico-operativo dell’ufficio del personale.

2) Individuazione dei beneficiari effettivi e assegnazione al telelavoro • volontarietà della prestazione: a cura dei dirigenti, attuata la fase progettuale 1 – Attività preliminari, verrà inviata a tutto il personale circolare

informativa sulla sperimentazione del progetto di telelavoro in cui verrà esplicitato l’aspetto della reversibilità per il “ritorno” all’esercizio

tradizionale, nonché in merito alla totale perfetta equiparazione con i lavoratori ritenuti “tradizionali”. • assegnazione al telelavoro: ai sensi dell’art. 4 del citato accordo, sarà rappresentato, nella circolare al personale che, in caso di “esubero” di

richieste di assegnazione di telelavoro, saranno applicati criteri per giungere ad una equa attribuzione, privilegiando:

- lavoratrici/tori in condizioni di handicap psico-fisico; - lavoratrici con figli minori o in età prescolare; - lavoratrici/tori che debbano assistere a domicilio familiari, anziani o con handicap; - lavoratrici/tori la cui sede abitativa sia particolarmente lontana dalla sede lavorativa o abbia difficoltà di raggiungimento sulla base della

carente applicazione di consone politiche di conciliazione e dei tempi e degli orari (ex l.r. 28/2004). La responsabilità dell’informazione e della raccolta di adesioni, nonché l’assegnazione al telelavoro è ascritta a ciascun dirigente di settore coinvolto dall’attività di progetto.

La responsabilità della fase progettuale di coordinamento è ascritta al Dirigente con funzioni di coordinatore dei Dirigenti, con il supporto tecnico-operativo dell’ufficio del personale.

Fattori da considerare per identificare le attività più idonee al telelavoro Output lavorativo: indica il risultato o prodotto finale dell’attività lavorativa svolta. L’output lavorativo può essere un bene o servizio di natura informatica e comunicativa e quindi digitalizzabile oppure di natura materiale e relazionale, quindi difficilmente digitalizzabile e fruibile attraverso le moderne tecnologie informatiche e telematiche. Input lavorativo: consiste nella materia prima usata per produrre il prodotto finale; anche l’input può avere un contenuto in parte digitalizzabile. Modalità: serve a distinguere il livello di relazionalità che l’attività lavorativa implica tra il soggetto che svolge la mansione e le altre figure lavorative che

ruotano attorno a quel compito. Tecnologie delocalizzabili: sono tutte quelle apparecchiature che l’individuo utilizza per svolgere la sua professione e che, data la loro natura, possono essere facilmente utilizzate in un luogo piuttosto che in un altro

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3) Individuazione dei beneficiari effettivi e assegnazione al telelavoro • postazione di lavoro: la postazione di lavoro è il sistema tecnologico costituito da un insieme di apparecchiature e di programmi informatici

che permettono lo svolgimento di attività di telelavoro. A cura del responsabile del settore informatico si procederà all’acquisito di n. 8 apparecchi informatici idonei dotati della strumentazione necessaria alla prestazione lavorativa a cui la/il dipendente è chiamata/o. Il responsabile del settore informatico procede alla messa a disposizione delle apparecchiature, dell’installazione e del collaudo, della manutenzione e della gestione dei sistemi di supporto per i

dipendenti. Il responsabile del settore informatico procederà inoltre alla specifica analisi dei rischi garantendo adeguati livelli di sicurezza delle comunicazioni tra la postazione di telelavoro ed il proprio sistema informativo.

• formazione del telelavoratore: a cura del responsabile del settore informatico sarà fornita adeguata assistenza tecnica e formativa per lo svolgimento della prestazione lavorativa. La responsabilità della fase progettuale è ascritta al Responsabile UO Innovazione Tecnologica.

4) Monitoraggio conclusivo della sperimentazione alla fine della fase di sperimentazione La sperimentazione avrà per l’Ente durata biennale.

2011 2012 2013 Fasi e crono-programma di dettaglio (*) O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G

1- Attività preliminari 2- Individuazione dei beneficiari effettivi e assegnazione al telelavoro 3- Predisposizione delle postazioni di lavoro e formazione dei telelavoratori 4- Monitoraggio conclusivo della sperimentazione

(*) La definizione di dettaglio del crono-programma delle attività previste è in fase di definizione

Soggetti Beneficiari Risultati attesi Indicatori Strumenti di mon.val

Responsabile Provincia di Pavia Coinvolti nella realizzazione n.p.

Dipendenti della Provincia di Pavia (n° 8)

• Attivazione di n° 8 postazioni di telelavoro

• Migliore conciliazione famiglia-lavoro dei dipendenti coinvolti

• Benefici interni all’Ente in termini di migliore organizzazione, efficienza, qualità del lavoro

Di realizzazione • attività prevista/svolta • tempi previsti/effettivi • beneficiari raggiunti (tipologia e n°) • prodotti elaborati Di risultato • 8 postazioni di telelavoro attivate • Valutazione positiva dei dipendenti

coinvolti in termini di conciliazione famiglia-lavoro

• Valutazione positiva dell’Ente in termini di migliore organizzazione, efficienza e qualità del lavoro

• scheda di monitoraggio periodica

• scheda di verifica degli indicatori di realizzazione/di risultato

• questionario di valutazione ai beneficiari

• questionario di valutazione ai Dirigenti interessati

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2.2 TELELAVORO: RAZIONALIZZAZIONE DELLE PROCEDURE DI LAVORO E CONCILIAZIONE CON I RITMI DI VITA E FAMILIARI Ambito Distrettuale di Vigevano (Comuni di Vigevano, Gambolò, Gravellona Lomellina, Cassolnovo)

Finalità: • Sperimentare un migliore impiego ed una maggiore flessibilità organizzativa del personale dell’ente, realizzando anche risparmi di natura

gestionale; • Incrementare il livello qualitativo della vita dei lavoratori e meglio coniugare le esigenze lavorative con quelle loro proprie e familiari (es. riduzione

delle lunghe trasferte per giungere sul luogo di lavoro) • Diffondere la cultura del telelavoro e della flessibilita’ in generale • Assicurare la governance dei processi in assenza di prossimità. Obiettivi e articolazione: La sperimentazione prevede l’impianto del modello operativo del telelavoro presso l’ambito territoriale di Vigevano. I destinatari dell’intervento sono lavoratori/lavoratrici che rivestono un ruolo caratterizzato da prestazioni telelavorabili, con mantenimento dei livelli di efficacia ed efficienza, da individuare attraverso analisi del contesto organizzativo ed operativo. Sulla base delle esperienze più frequenti si individuano le seguenti fattispecie di applicazione del telelavoro: • dipendenti/madri dopo il periodo di astensione obbligatoria post parto, o per cura figli, • dipendenti che debbono curare familiari, • disabili con problemi di mobilità, • progettisti reti internet, intranet e reti civiche e comunque informatici. In particolare sono state individuate nel Comune di Vigevano, capofila dell’Ambito, n. 4 postazioni di telelavoro afferenti al Servizio Informatico, a! Servizio Informatico Territoriale-Ufficio Stampa, da attivare in via sperimentale per creare un modello da asportare nell’ambito stesso , Gli obiettivi specifici della sperimentazione sono: • miglioramento dell’efficienza, della produttività e incentivo alle nuove forme di flessibilità dei lavoratori; • incremento del livello di soddisfazione e della qualità della vita dei lavoratori; • creazione di nuove opportunità di lavoro per i disabili, per coloro che hanno problemi di mobilità • supporto alla maternità, consentendo maggiori possibilità di presidio familiare. Team interno e partner esterni: Servizio gestione giuridica del personale, Servizio Informatico Comunale, Servizio Sicurezza a RSPP, Servizi tecnologici, Servizi interessati, Comitato di direzione o organismo analogo. Le misure previste per il raggiungimento degli obiettivi sono articolate in tre livelli: • teorica: studio della normativa a della disposizioni contrattuali applicabili ad individuazione dell’applicabilità del telelavoro all’interno delle strutture; • organizzativa e giuridica: individuazione, in seno al Comitato di Direzione (o analogo organismo) del Settore/i interessato alla sperimentazione,

comunicazione al personale circa Ia possibilità di avviare esperienze di telelavoro ricezione e eventuale selezione, redazione appendice per il telelavoro al contratto individuale di lavoro subordinato a tempo indeterminato

• attuativa: procedimento di acquisto dell’hardware e adattamento della rete interna a esterna, visita al domicilio del telelavoratore.

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L’azione si articola nelle seguenti attività: 1) Condivisione tra i Comuni dell’ambito per l’attivazione sperimentazione condivisa 2) Avvio della co-progettazione per l’attuazione della sperimentazione 3) Individuazione dei profili professionali potenzialmente interessati 4) Individuazione dei dipendenti attuatori/sperimentatori 5) Adozione degli atti giuridici necessari 6) Effettuazione operazioni materiali per funzionamento postazioni di telelavoro 7) Monitoraggio dell’esperienza 8) Valutazione ex post e replica della sperimentazione/consolidamento dell’istituto

2011 2012 2013 Fasi e crono-programma di dettaglio (*) O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G

1- Condivisione tra i Comuni dell’ambito per l’attivazione sperimentazione condivisa 2- Avvio della co-progettazione per l’attuazione della sperimentazione 3- Individuazione dei profili professionali potenzialmente interessati 4- Individuazione dei dipendenti attuatori/sperimentatori 5- Adozione degli atti giuridici necessari 6- Effettuazione operazioni materiali per funzionamento postazioni di telelavoro 7- Monitoraggio dell’esperienza 8- Valutazione ex post e replica della sperimentazione/consolidamento dell’istituto

(*) La definizione di dettaglio del crono-programma delle attività 6, 7 e 8 è in fase di definizione

Soggetti Beneficiari Risultati attesi Indicatori Strumenti di mon.val Responsabile Ambito territoriale di Vigevano (n° 4 Comuni) Coinvolti nella realizzazione Settori interni all’Ente: • Settore personale • Settore Informatico • Settore Urbanistica • Ufficio Stampa

Dipendenti dei Comuni dell’ambito (n° 4)

• Attivazione di n° 4 postazioni di telelavoro

• Migliore conciliazione delle famiglia-lavoro dei dipendenti coinvolti

• Migliore efficienza delle prestazioni e minore assenteismo

Di realizzazione • attività prevista/svolta • tempi previsti/effettivi • beneficiari raggiunti (tipologia e

numero) • prodotti elaborati Di risultato • 4 postazioni di telelavoro attivate • Valutazione positiva dei dipendenti

coinvolti in termini di conciliazione famiglia-lavoro

• Valutazione positiva dell’Ente in termini di efficienza delle prestazioni e minore assenteismo

• scheda di monitoraggio periodica

• scheda di verifica degli indicatori di realizzazione/di risultato

• questionario di valutazione ai beneficiari

• questionario di valutazione ai referenti dei Servizi interessati

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2.3 MAMME DI CONDOMINIO Ambito Distrettuale di Garlasco (Comuni di Alagna, Borgo San Siro, Breme, Dorno, Ferrera Erbognone, Frascarolo, Galliavola, Gambarana,

Garlasco, Gropello Cairoli, Lomello, Mede, Mezzana Bigli, Ottobiano, Pieve Albignola, Pieve del Cairo, San Giorgio Lomellina, Sannazzaro de’ Burgondi, Sartirana, Scaldasole, Semiana, Suardi, Tromello, Valeggio, Valle Lomellina, Velezzo, Villa Biscossi)

Finalità Migliorare la conciliazione dei tempi lavoro-famiglia delle famiglie del territorio e nel contempo fornire nuove opportunità di lavoro a donne e mamme che scelgono di aprire un nido famiglia.

Obiettivi e articolazione La sperimentazione integra una progettualità avviata tramite i fondi della ex Legge 23/99 , per rinforzarne l’applicabilità sul territorio ed assicurare che

gli interventi già svolti abbiano un’adeguata ricaduta sui territori dell’Ambito. Il percorso di formazione finanziato con i fondi della ex Lg. 23/99 consiste nell’erogazione di n° 100 ore di contenuti teorici riguardanti lo sviluppo del bambino 0/3 dal punto di vista funzionale, psicologico e sociale con indicazioni sulle metodologie educative adeguate. Contemporaneamente è

stato sviluppato il concetto di domesticità, di patto educativo con la famiglia, elementi sulla salute del bambino, igiene, sicurezza in casa e cenni sulle modalità burocratiche da utilizzare per aprire un nido-famiglia. Il tirocinio di 30 ore presso strutture di nido pubblico completa la formazione dal punto di vista della operatività. L’obiettivo principale della sperimentazione nell’ambito del Piano è di mantenere le aspiranti “mamme di condominio” o le famiglie nelle condizioni

di aprire un nido famiglia presso la propria abitazione, conciliando così al meglio i tempi famiglia-lavoro e offrendo al territorio nuovi posti in nido famiglia. L’azione si articola nelle seguenti attività:

1) valutazione e predisposizione dell’elenco delle corsiste che avranno registrato la frequenza indicata e superato la prova di apprendimento; tale elenco rimarrà a disposizione della cittadinanza, presso gli uffici comunali dei Comuni dell’Ambito Distrettuale e verrà adeguatamente pubblicizzato attraverso canali informativi comunali e mass-media;

2) sopralluoghi dei supervisori del progetto presso le abitazioni delle aspiranti “mamme di condominio” per: -­‐ valutare il grado di sicurezza e predisporre un ambiente adeguato, sicuro e sano; -­‐ guidare nell’adempimento delle formalità amministrative e il disbrigo delle pratiche burocratiche per l’apertura dell’Associazione o della

micro-azienda indispensabili all’avvio del nido di condominio; 3) supervisione psico-pedagogica dei tirocini delle aspiranti presso le strutture di nido (pubbliche) del territorio di Garlasco, per verificare sul campo le

competenze apprese; 4) incontri quindicinali di supervisione psico-pedagogica e organizzativa rivolti al gruppo delle corsiste (sia che hanno aperto il nido di condominio, sia

intenzionate ad aprirlo) e aperti anche ad eventuali collaboratrici e alle famiglie intenzionate ad affidare il bambino al nido-famiglia per una maggiore comprensione del Servizio; tale supervisione riguarda la stesura del piano educativo e l’avvio delle attività con gli utenti, per rendere

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operativi i contenuti teorici del corso trattati nelle lezioni teoriche e sperimentati nei tirocini nei nidi pubblici secondo il percorso finanziato con i fondi ex Legge 23/99.

La sperimentazione prevede quindi sia le attività preliminari all’apertura dei nidi-famiglia che un periodo di supervisione dei nidi avviati e di quelli in via di attivazione, la quale terminerà nel mese di maggio 2013 con incontri quindicinali del gruppo (aspiranti e nidi avviati) e con il coinvolgimento delle famiglie che inseriscono o hanno intenzione di inserire i figli nei nidi-famiglia.

2011 2012 2013 Fasi e crono-programma di dettaglio O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G

1- Valutazione e predisposizione elenco corsiste 2- Sopralluoghi dei supervisori presso le abitazioni delle aspiranti 3- Supervisione psico-pedagogica dei tirocini 4- Incontri quindicinali di supervisione psico-pedagogica e organizzativa

Soggetti Beneficiari Risultati attesi Indicatori Strumenti di mon.val Responsabile Ambito territoriale di Garlasco Coinvolti nella realizzazione Cooperativa Sociale “Silvabella” (Mortara) Organizzazione di volontariato “Ghan-gli uomini nuovi” (Vigevano)

• Donne (n° 25) • Famiglie (n° 12)

• Predisposizione di n° 1 elenco “mamme di condominio”

• Attivazione di n° 2/3 nidi famiglia e corrispondenti n° 2/3 associazioni/micro-aziende

• Soddisfazione dei beneficiari (donne e famiglie)

Di realizzazione • attività prevista/svolta • tempi previsti/effettivi • beneficiari raggiunti

(tipologia e numero) • prodotti elaborati Di risultato • N° 1 elenco “mamme di

condominio” • N° 2/3 nidi famiglia attivi (n°

2/3 associazioni/micro-aziende)

• Valutazione positiva della sperimentazione da parte delle “mamme di condominio” (almeno 70%)

• Valutazione positiva del servizio intermini di migliore conciliazione famiglia-lavoro (almeno 70% delle famiglie beneficiarie)

• scheda di monitoraggio periodica

• scheda di verifica degli indicatori di realizzazione/di risultato

• questionario di valutazione alle “mamme di condominio”

• questionario di valutazione alle famiglie coinvolte

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2.4 BAMBINI AL CENTRO – progetto di sostegno alla conciliazione per famiglie mono-parentali e fragili Comune di Pavia

Finalità Sperimentare e consolidare nuove prassi per affrontare la gestione dei figli minori in un’ottica di conciliazione dei tempi e sostegno alla genitorialità

per famiglie mono-parentali e in situazioni di fragilità, mediante l’attivazione di un intervento sperimentale di supporto nell’attività di cura di minori in orari non coperti dai servizi già attivi sul territorio. Obiettivi e articolazione L’Assessorato Pari Opportunità e Politiche dei Tempi e degli Orari del Comune di Pavia, in collaborazione con la Cooperativa sociale “Famiglia e Territorio” – promossa e fortemente sostenuta dalle ACLI pavesi –, intende realizzare in via sperimentale un servizio di accoglienza rivolto a famiglie mono-parentali e fragili inteso a sostenere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro al fine di consentire a genitori soli con figli piccoli di far fronte

agli impegni lavorativi. Il servizio prevede la creazione di uno spazio per la cura e l’accoglienza dei figli minori con età compresa tra i 6 e gli 11 anni in orario pomeridiano extra-scolastico, con supporto nello svolgimento dei compiti e realizzazione di azioni ludico/ricreative, avvalendosi della professionalità della Cooperativa Sociale Famiglia e Territorio.

Per rafforzare il conseguimento degli obiettivi prefissati, la sperimentazione prevede la presa in carico dei bambini direttamente presso la scuola e l’accompagnamento al centro mediante percorsi Pedibus; tale intervento attribuisce un valore aggiunto all’iniziativa anche in ragione della valenza educativa che lo caratterizza (educazione stradale, alla sostenibilità, all’autonomia, alla salute, socializzazione, sicurezza, ecc.).

Gli obiettivi della sperimentazione sono: • consentire a genitori lavoratori soli di far fronte ai propri compiti con la serenità garantita dal sapere che i propri figli vengono accolti da personale

qualificato in grado di intrattenerli con attività ludico-educative; • accogliere i minori in spazi idonei;

• realizzare un servizio di sostegno ai compiti; • realizzare un laboratorio settimanale specifico musica. I destinatari dell’intervento sono famiglie mono-parentali con genitori che presentano problematiche di conciliazione in quanto:

• svolgono lavori atipici (attività organizzata secondo fasce orario non standard, in periodi frammentati nel corso della settimana, del mese o dell’anno, in luoghi differenziati o con modalità che tendono ad annullare la distinzione tra tempi di vita e di lavoro),

• affrontano un percorso di separazione che implica la necessità di inserimento-reinserimento nel mondo del lavoro,

• presentano altre fragilità specifiche connesse alla conciliazione tra impegni lavorativi e responsabilità di cura dei figli. (genitori: • con responsabilità familiari e con orari/turni di lavoro atipici - notturni, serali, festivi ecc. • con gravosi problemi di cura di familiari •

inoccupati/disoccupati in cerca di lavoro • con situazioni di fragilità personale). Il numero massimo di bambini utenti per ciascuna edizione del servizio

è pari a 20 unità.

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La sperimentazione si articola in due macro-fasi, corrispondenti a due periodi di realizzazione: • macro-fase 1 – Anno scolastico 2011/2012, gennaio-giugno 2012 – 1° edizione presso il quartiere Pavia Nord, intesa a verificare le modalità di

realizzazione dell’intervento e a individuare i punti di forza e le eventuali criticità rispetto alle quali introdurre elementi correttivi nell’ambito della macro-fase 2;

• macro-fase 2 – Anno scolastico 2012/2013, settembre 2012-giugno 2013 – n° 1 edizione per tutto l’anno scolastico presso il quartiere Pavia Nord –

NOTA: in alternativa si valuterà se ripartire le risorse per la realizzazione di n° 2 edizioni (presso il quartiere Pavia Nord e un altro quartiere cittadino) riducendo i mesi di realizzazione.

Le attività si sviluppano secondo le seguenti fasi:

1) Articolazione del servizio/intervento: - individuazione della sede; - rilevazione di bisogni specifici, anche mediante il coinvolgimento diretto dei beneficiari finali;

- individuazione dello staff operativo; - reperimento dei beni necessari; - predisposizione dei percorsi Pedibus per l’accompagnamento dei bambini dalla scuola al centro (definizione e verifica degli itinerari,

apposizione dei cartelli, elaborazione dei documenti di gestione; fornitura dei gilet ad alta visibilità); 2) Individuazione dei beneficiari:

- attivazione dei soggetti territoriali (dirigenza scolastica, associazioni del terzo settore, ecc.) che possono contribuire all’individuazione dei beneficiari;

- attività di diffusione - selezione dell’utenza.

3) Erogazione del servizio in via sperimentale: da 3 a 5 pomeriggi settimanali, dalle ore 16.30 alle 18.30; - accompagnamento degli alunni nei tragitti scuola-sede del centro (Pedibus); ciascun gruppo viene accompagnato da 2 educatori (solo nel

caso in cui la sede del centro sia collocata molto vicina alla scuola, si potrà prevedere un unico accompagnatore); - svolgimento delle attività presso il centro (sostegno per i compiti, attività laboratoriale, ecc.); si prevede la presenza di 2/3 educatori

contemporaneamente. - laboratorio creativo gestito da un esperto una volta alla settimana; - eventuali prolungamenti orari, svolgimento di feste intermedie con il coinvolgimento delle famiglie, o integrazione delle attività presso il centro

in occasione di giorni di vacanza. Sono inoltre previsti i seguenti interventi trasversali: 4) interventi di comunicazione (produzione di materiale informativo e di diffusione, realizzazione comunicati e conferenze stampa, aggiornamento

dell’area dedicata sul sito comunale); 5) conduzione delle attività di coordinamento, con elaborazione dei relativi strumenti (diari di bordo); 6) monitoraggio e valutazione (intermedia e finale) con elaborazione dei relativi strumenti (strumenti di monitoraggio e valutazione, ecc.).

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2011 2012 2013 Fasi e crono-programma di dettaglio O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G

Macro-fase 1 – Anno scolastico 2011/2012 1.a- Articolazione dell’intervento 2.a- Individuazione dei beneficiari 3.a- Erogazione del servizio Macro-fase 2 – Anno scolastico 2012/2013 1.b- Articolazione dell’intervento 2.b- Individuazione dei beneficiari 3.b- Erogazione del servizio Interventi trasversali 4- Comunicazione 5- Coordinamento 6- Monitoraggio e valutazione

Soggetti Beneficiari Risultati attesi Indicatori Strumenti di mon.val Responsabile Comune di Pavia Coinvolti nella realizzazione Cooperativa sociale Famiglia e Territorio delle ACLI Direzioni Didattiche Soggetti del Terzo Settore

Famiglie mono-parentali o fragili (almeno n° 15 + 15)

• Attivazione di n° 2 edizioni del servizio

• Genitori lavoratrici/ori con situazioni di difficoltà in grado di meglio conciliare lavoro e responsabilità familiari.

Di realizzazione • attività prevista/svolta • tempi previsti/effettivi • beneficiari raggiunti

(tipologia e numero) • prodotti elaborati Di risultato • n° 2 edizioni del servizio • valutazione positiva delle

famiglie coinvolte nei termini di migliore conciliazione famiglia-lavoro (70%)

• scheda di monitoraggio periodica

• scheda di verifica degli indicatori di realizzazione/di risultato

• questionario di valutazione ai beneficiari

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2.5 START UP DI SERVIZI INTERAZIENDALI – SPERIMENTAZIONE DELLA RETE D’IMPRESE BIO NERWORK PAVIA NEL CIRCUITO PAVIA IN FAMIGLIA (Progetto Impresa Donna in ambito rurale)

Provincia di Pavia

Finalità Promuovere interventi che consentano di conciliare la gestione della famiglia con un percorso lavorativo supplementare utile a migliorare ed incrementare il proprio budget aziendale – in tempi di grave crisi economica, come quello attuale – e con la prospettiva di offrire anche ad altre

persone posti di lavoro sul loro territorio (incremento dei posti di lavoro), migliorando così le condizioni di vita di altri soggetti e incidendo favorevolmente sulla mobilità e sul pendolarismo; ciò al fine di sostenere l’imprenditoria femminile, inserendo regimi di orari flessibili che permettano la conciliazione famiglia-lavoro nell’ambito dell’occupazione femminile e in funzione della libertà di scelta delle donne di partecipare al mercato del

lavoro. Obiettivi e articolazione L’azione prevede l’attivazione di servizi interaziendali di conciliazione nell’ambito della rete d’imprese Bio Network Pavia, che ha già dato avvio a una forma di collaborazione sperimentale nell’intento di formalizzare il relativo contratto entro la fine dell’anno 2012. Le aziende coinvolte sono: • Azienda agricola tenuta San Giovanni – Uberto da Olevano – Olevano di Lomellina (PV) – titolare Cristiana Sartori

• Azienda agricola Oikos Abitare Poeticamente la Terra – Cascina Orologio – Travacò Siccomario (PV) – titolare Piera Pisanu • Azienda agricola Castelfelice “Oasi della Gioventù” – Montebello della Battaglia (PV) – titolare Maria Cristina Galati Tali aziende rientrano nell’ambito del circuito denominato Pavia in Famiglia (progetto della Provincia di Pavia – Assessorato alle Pari Opportunità dal

titolo “Impresa Donna in ambito rurale”1 ), costituito da imprese femminili in ambito rurale con connotazione family-friendly, ossia caratterizzate da organizzazione, servizi e strutture a misura di famiglia con particolare attenzione ai bambini, alle persone anziane e alle persone diversamente abili. Le imprese in rete hanno partecipato al percorso di formazione organizzato da Paviasviluppo – Azienda speciale della Camera di Commercio di

Pavia – nell’ambito dell’azione finanziata la Regione Lombardia con la misura 331/A - Asse 3 - PSR 2007/2013 dal titolo “Nascita e sviluppo di imprese femminili pavesi family-friendly in ambito rurale” nonché al percorso “Dalla collaborazione al contratto di rete” presso l’azienda camerale Paviasviluppo. Le aziende hanno partecipato anche al percorso di informazione e diffusione della conoscenza del progetto organizzato dalla Provincia di Pavia-Assessorato alle Pari Opportunità nell’ambito dell’azione - misura 111/B - Asse 1 - PSR 2007/2013, dal titolo “Family-friendly in area

agricola”. Come previsto dal Protocollo d’Intesa relativo al progetto “Impresa Donna in ambito rurale”, le imprese del circuito di Pavia sono diversificate per area territoriale (Pavese, Oltrepo, Lomellina). Le imprese del Bio Network Pavia, sono perciò ubicate in aree territoriali provinciali diverse e distanti. Se

                                                                                                               1   In data 8 aprile 2011 è stato sottoscritto un Protocollo di Intesa tra la Provincia di Pavia, la Camera di Commercio di Pavia, il GAL Lomellina e il GAL Oltrepo (soggetti promotori), in partenariato con le Associazioni datoriali agricole CIA, Unione Agricoltori, Confapi e Coldiretti (soggetti parternariali) per il progetto “Imprendidonna in ambito rurale”.

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da un lato tale diversificazione consente una presenza su tutto il territorio provinciale, dall’altro la distanza potrebbe provocare un notevole dispendio in termini di tempo lavorativo e di efficienza aziendale, oltre a sottrarre ore alla vita familiare, nella gestione dei contatti lavorativi/organizzativi e nel

reciproco “scambio di clientela” e di informazioni. Per consolidare la propria collaborazione e, soprattutto, renderla più competitiva sul mercato, dunque, le imprenditrici hanno necessità di liberare tempo per sé e per la propria famiglia. Ciò è tanto più necessario nell’attuale critica congiuntura economica, in cui risulta fondamentale implementare l’occupazione femminile ed in particolare sostenere l’imprenditoria rosa, introducendo strumenti che consentano la conciliazione tra

vita e lavoro anche in funzione della libertà di scelta delle donne alla partecipazione alla vita economica e sociale. Gli obiettivi della sperimentazione, in quanto leva di conciliazione, sono pertanto: • potenziare la produttività e la competitività dell’azienda, con incremento del proprio budget aziendale;

• offrire nuove opportunità di occupazione sul territorio, rendendolo più attrattivo e migliorando così le condizioni di vita di altri soggetti. La rete si fonderà infatti su un’ispirazione socialmente responsabile, con politiche di sostenibilità ambientale e, in generale, di miglioramento della qualità della vita, ad esempio tramite azioni che limitino gli spostamento in auto e il pendolarismo, avvalendosi anche della tecnologia.

I servizi interaziendali previsti nell’ambito della sperimentazione sono: A) Servizio di “time saving” – Costruzione di un network informativo (tramite la costruzione di un sito web comune e di una intranet) che consenta lo

scambio di informazioni e documenti a distanza;

B) Servizio “di cura” – Avvio di un servizio di baby-sitting da mettere a disposizione dell’organizzazione aziendale (figli, nipoti di imprenditrici e di eventuali dipendenti), nonché delle famiglie in transito nelle aziende con relativo acquisto di attrezzature di uso comune per azioni di conciliazione da condividere e utilizzare da parte della rete di impresa costituenda per l’avvio del servizio interaziendale a sostegno della genitorialità e del contesto familiare basato su modalità innovative di conciliazione tra tempi di vita famiglia-lavoro.

Le attività si articolano come segue: 1) Avvio e ultimazione individuazione fornitori; 2) Start up dei servizi

-­‐ Costruzione di un network informativo costruzione del sito web, costruzione di un’area intranet per le informazioni a distanza -­‐ Servizi interaziendali di sostegno alla rete/alla famiglia avvio di un servizio di baby-sitting

3) Piena operatività dei servizi

4) Monitoraggio della rete

2011 2012 2013 Fasi e crono-programma di dettaglio O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G

1) Avvio e ultimazione individuazione fornitori

2) Start up dei servizi

3) Piena operatività dei servizi

4) Monitoraggio della rete

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Soggetti Beneficiari Risultati attesi Indicatori Strumenti di mon.val

Responsabile Provincia di Pavia Coinvolti nella realizzazione Camera di Commercio di Pavia

• Aziende del Bio Network Pavia (n° 3)

• Famiglie che transitano nelle aziende

• Attivazione di n° 2 servizi sperimentali

• Migliore gestione delle attività interaziendali

• Migliore conciliazione lavoro-famiglia

Di realizzazione • attività prevista/svolta • tempi previsti/effettivi • beneficiari raggiunti

(tipologia e numero) • prodotti elaborati Di risultato • n° 2 servizi sperimentali

attivati • Valutazione positiva delle

imprenditrici coinvolte in termini di efficienza aziendale e di conciliazione

• scheda di monitoraggio periodica

• scheda di verifica degli indicatori di realizzazione/di risultato

• questionario di valutazione ai beneficiari

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2.6 BANDO PER IL FINANZIAMENTO DI SERVIZI INTERAZIENDALI DI CONCILIAZIONE PER LA SPERIMENTAZIONE DI RETI INNOVATIVE DI IMPRESE

Camera di Commercio di Pavia

Finalità Innovare e sollecitare forme di collaborazione tra le imprese, che possano sfociare in veri e propri accordi di rete o in associazione, tenendo conto che l’agire collettivo conferisce alle PMI, caratteristiche del tessuto imprenditoriale pavese, una maggiore forza sul mercato nonché un ammortamento dei costi che esse devono sopportare, pur assicurando il mantenimento delle singole soggettività. In particolare stimolare l’adozione

di comuni politiche di conciliazione, con accrescimento della competitività delle imprese e benessere dei/delle dipendenti. Le finalità del Bando previsto dall’azione sono pertanto: • diffondere la cultura della conciliazione vita-lavoro nel mondo dell’impresa, anche al fine di sostenerne la competitività; • sostenere l’occupazione femminile e promuovere le pari opportunità tra uomini e donne, anche con riferimento alla permanenza nel mondo del

lavoro, per contribuire anche al rilancio dell’economia locale; • promuovere un welfare locale integrato, sperimentando modelli innovativi in azienda.

Obiettivi e articolazione L’azione si sviluppa attraverso la predisposizione e la pubblicazione di un bando rivolto a reti di imprese, già esistenti (iscritte al Registro delle Imprese) o in fase di costituzione, le cui componenti abbiano sede legale e/o operativa in provincia di Pavia; le reti devono trovarsi in una fase sperimentale.

L’obiettivo del bando è il finanziamento di progetti di creazione e/o messa in comune di servizi interaziendali di conciliazione famiglia-lavoro nella sperimentazione di reti innovative di impresa. Le tipologie di interventi ammissibili riguardano servizi di conciliazione, ossia quelli di supporto alla cura familiare e “salva tempo” per agevolare i

dipendenti (nonché le imprenditrici/gli imprenditori) nel sostenere le incombenze derivanti dalla vita familiare. I servizi di conciliazione possono essere, quindi, “di cura” o di “time saving”. Le attività previste si articolano nelle seguenti fasi: 1) Emanazione del bando

2) Istruttoria e selezione delle reti 3) Supporto allo start up 4) Procedure di liquidazione

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2011 2012 2013 Fasi e crono-programma di dettaglio O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G

1) Emanazione del bando 2) Istruttoria e selezione delle reti 3) Supporto allo start up 4) Procedure di liquidazione

Soggetti Beneficiari Risultati attesi Indicatori Strumenti di mon.val Responsabile Camera di Commercio di Pavia

• Imprese con sede legale e/o operativa in provincia di Pavia, in rete (fase sperimentale) o in fase di costituzione della rete

• Dipendenti delle imprese coinvolte

• Attivazione di servizi di conciliazione nell’ambito di reti di imprese (almeno n° 2)

• Miglioramento nella competitività delle imprese coinvolte

• Miglioramento nella conciliazione vita-lavoro dei dipendenti delle imprese coinvolte

Di realizzazione • attività prevista/svolta • tempi previsti/effettivi • beneficiari raggiunti

(tipologia e numero) • prodotti elaborati Di risultato • almeno n° 1 servizio di

conciliazione attivato nell’ambito di reti di imprese

• Valutazione positiva delle imprese coinvolte in termini di competitività

• Valutazione positiva dei dipendenti in termini di conciliazione famiglia-lavoro

• scheda di monitoraggio periodica

• scheda di verifica degli indicatori di realizzazione/di risultato

• questionario di valutazione ai beneficiari

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2.7 FAMIGLIE supportTATE – SOLUZIONI FLESSIBILI IN RETE PER IL TERRITORIO Ambito Distrettuale di Certosa di Pavia (Comuni di Bascapé, Battuda, Beregiardo, Borgarello, Bornasco, Casorate Primo, Ceranova, Certosa di

Pavia, Cura Carpignano, Giussago, Landriano, Lardirago, Marcignago, Marzano, Rognano, Roncaro, Sant’Alessio con Vialone, Siziano, Torrevecchia Pia, Trovo, Trivolzio, Vellezzo Bellini, Visigulfo, Zeccone)

Finalità Attivare un servizio finalizzato a supportare le famiglie nella conciliazione degli impegni di lavoro e di cura dei figli, in orari insoliti rispetto ai pubblici servizi esistenti, nel contempo promovendo la creazione di nuove opportunità lavorative.

Obiettivi e articolazione Il territorio del Distretto di Certosa di Pavia, collocato nel nord del pavese a ridosso della cintura metropolitana, è caratterizzata dalla presenza di numerose famiglie lavoratrici, spesso prive di rete familiare di supporto, necessitanti quindi di servizi e riposte adeguate a consentire di conciliare il

tempo lavorativo con la sicurezza e la cura dei figli. Le occupazioni sono per lo più lontane dal luogo di residenza ed il bisogno di supporto insiste quindi su un ampio arco della giornata. Il contesto evidenzia al riguardo la progressiva e costante organizzazione e interconnessione di servizi e percorsi pubblici e privati volti a rispondere al bisogno, quali centri per la prima infanzia, servizi di pre e post scuola, attività ludico/ricreative e

sportive, spazi per l’aggregazione. Tale rete garantisce risposte concrete per lo più nelle classiche ore diurne della settimana lavorativa, in contesti comunque extra familiari. Esclude quindi, per sua natura, la possibilità di sostenere la famiglia in caso di malattia del bambino o di necessità di cura in orari insoliti per i pubblici servizi (sera, festivi, etc.). Tutto ciò induce quindi le famiglie ad appoggiarsi spesso a “baby-sitter” individuate mediante la

rete informale, sovente senza formazione, stipulando accordi di fatto non tutelanti né per il lavoratore, né per la famiglia. D’alto canto, anche per l’intervenuta crisi economica che aumenta il tasso di disoccupazione soprattutto femminile, sono molte le donne alla ricerca di occupazioni anche temporanee e a tempo parziale. Il “lavoro” di cura dei bambini è una tra le occupazioni ricercate e offerte nella rete sommersa, essendo da molti

ritenuto di basso profilo specialistico. La sperimentazione mira al conseguimento dei seguenti obiettivi: • offrire alla persone interessate e disoccupate presenti nel Distretto la possibilità di partecipare gratuitamente a percorsi di formazione

teorico/pratici sulla cura e l’educazione dei bambini da 0 a 11 anni; • costituire un registro delle “baby-sitter” presenti sul distretto, con attestato di partecipazione al corso, e verifica dei requisiti di Legge per intervenire

nel sevizio pubblico;

• rispondere ai bisogni delle famiglie di contare su supporti non continuativi per la cura dei figli, mettendo a disposizione delle stesse il registro costituito, nonché la possibilità di segnalare la positività o negatività dell’esperienza per il dinamico evolversi della qualificazione dell’offerta sul territorio.

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I destinatari dell’azione sono:

• famiglie del territorio con minori e assenza di rete famigliare di supporto; • persone disoccupate, prevalentemente donne, senza formazione specifica. La sperimentazione si articola nelle seguenti attività:

1) organizzazione di n. 5 corsi di formazione da realizzarsi in ognuno dei tre poli del Distretto di Certosa, costituiti ciascuno da 16 ore teoriche ad opera di pedagogisti e psicologi sui principali temi legati all’educazione e alla cura dei minori e 20 ore di tirocinio pratico in centri per la prima infanzia presenti sul territorio distrettuale (min n° 80+100 ore);

2) diffusione e pubblicizzazione dell’iniziativa in ambito distrettuale (min 24 siti comunali, 10.000 brochure distribuite); 3) raccolta della domande di partecipazione; 4) realizzazione dei percorsi formativi;

5) convenzioni con centri prima infanzia per tirocini formativi 6) realizzazione dei tirocini formativi e valutazioni competenze 7) costituzione del registro e diffusione delle stesso;

8) monitoraggio dell’accesso al registro nel corso del periodo settembre/dicembre 2012, con rilevazione del grado di soddisfazione dell’utenza e della persona formata

Possibili sviluppi futuri:

• condivisione e concertazione delle tariffe a carico dell’utenza; • sostegno allo sviluppo di Associazione /agenzia di servizio nell’ambito dell’imprenditoria femminile e connessione della stessa alla rete dei servizi; • emersione e regolarizzazione dell’offerta, mediante anche il corso ai ticket lavoro.

2011 2012 2013 Fasi e crono-programma di dettaglio O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G

1) organizzazione di n° 5 corsi di formazione 2) diffusione e pubblicizzazione dell’iniziativa 3) raccolta delle domande di partecipazione 4) realizzazione dei percorsi formativi teorici 5) convenzioni con centri prima infanzia per tirocini formativi 6) realizzazione dei tirocini formativi e valutazioni competenze 7) costituzione e diffusione del registro 8) monitoraggio accessi al registro, rilevazione valutazione utenza/persone formate

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Soggetti Beneficiari Risultati attesi Indicatori Strumenti di mon.val

Responsabile Ambito Distrettuale di Certosa di Pavia Coinvolti nella realizzazione • Comuni del distretto (min 20) • Centro per l’Infanzia (min 3) • Assistenti sociali (min 3)

• Famiglie del territorio con minori e assenza di rete famigliare di supporto (min 50)

• Persone disoccupate, prevalentemente donne, senza formazione specifica (richiesta di accesso alla formazione min 80 persone)

• Emersione del grado di richiesta di accesso a questo tipo di servizio;

• Accesso veloce ad un servizio di supporto e cura dei figli in caso di bisogno non continuativo

• Garanzia di controllo dei requisiti delle persone che costituiscono il registro (es. assenza condanne penali ecc.)

• Circuitazione dell’offerta nel distretto e conseguente facilitazione dell’incontro domanda /offerta

• Aumento delle conoscenze e delle competenze in campo educativo dei lavoratori

Di realizzazione • attività prevista/svolta • tempi previsti/effettivi • beneficiari raggiunti

(tipologia e numero) • prodotti elaborati Di risultato • Costituzione del registro

(min 30 nominativi) • Valutazione positiva delle

persone (prev. donne) coinvolte nei termini di aumento di conoscenze e competenze (almeno 70%)

• Valutazione delle famiglie nei termini di migliore conciliazione lavoro-cura dei figli (almeno 70%)

• Sostenibilità del servizio

• scheda di monitoraggio periodica

• scheda di verifica degli indicatori di realizzazione/di risultato

• questionario di valutazione ai beneficiari

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2.8 UN FIOCCOInPROVINCIA Provincia di Pavia

Finalità Aiutare l’Ente e le proprie dipendenti ad affrontare serenamente la maternità ed i conseguenti momenti di attivazione di forme conciliative adeguate. Obiettivi e articolazione Il progetto “Un Fiocco in Azienda” è nato come iniziativa del gruppo Donne manager di manageritalia Milano; la Provincia di Pavia aderisce formalmente all’iniziativa avviandone la sperimentazione nei confronti delle proprie dipendenti.

Lo sviluppo dell’intervento prevede il supporto alle mamme dipendenti dell’Ente affinché possano: • ottenere tutte le informazioni adeguate sulle normative e sulle procedure burocratiche per i periodi di astensione, obbligatoria o facoltativa; • avere un affiancamento per restare in contatto con la vita dell’Ente anche durante l’assenza dal lavoro;

• essere sostenute e valorizzate nel loro ruolo di genitore. I vantaggi per le beneficiarie e per l’Ente risultano essere i seguenti: • aumento del livello di soddisfazione; • miglioramento del clima interno da un punto di vista conciliativo e del senso di appartenenza del lavoratore, con conseguente miglioramento

dell’efficienza nello svolgimento delle proprie mansioni; • maggiore produttività da parte delle future o neo-mamme; • riduzione del tasso di abbandono del lavoro dopo la maternità;

• visibilità positiva all’esterno. La sperimentazione si articola in due macro-fasi e nelle seguenti attività/fasi: Macro-fase 1 – La sperimentazione all’interno della Provincia di Pavia, rivolta alle dipendenti future mamme e/o neo-mamme:

1) comunicare alla dipendente, a cura dell’Ufficio Personale, tutto quanto riguarda i suoi diritti e doveri legati alla maternità: aspetti legislativi, amministrativi ed economici, quali le procedure legate all’astensione obbligatoria/facoltativa, eventuali aspettative;

2) formalizzare un canale di comunicazione durante l’assenza, concordato preventivamente, per condividere informazioni circa: - l’evoluzione delle attività dell’Ente (riorganizzazioni, cambiamenti, ecc.);

- la possibilità di partecipare a corsi di formazione durante l’astensione facoltativa; 3) concedere l’utilizzo degli asset tecnologici, se richiesto dalla dipendente, per mantenere il contatto con le informazioni legate alla dirigenza (se

dirigenti – alte professionalità…);

4) prevedere al rientro dalla maternità un colloquio di orientamento con la dipendente per un bilancio di competenze, finalizzato ad eventuale formazione e/o a pianificare insieme l’eventuale spostamento sulla base del bisogno conciliativo;

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5) informare la dipendente sulla possibilità di programmi messi in campo dall’ASL e/o Consultori e/o altre strutture per una corretta alimentazione e per eventuali supporti psicologici per evitare la depressione post-partum.

Macro-fase 2 – Il coinvolgimento del territorio 6) Redazione di una specifica pubblicazione sulla sperimentazione in atto all’interno della Provincia di Pavia e di materiale informativo (locandina,

materiale pubblicitario, inviti, gadget); 7) Organizzazione di un evento a rilevanza provinciale, con il coinvolgimento del mondo datoriale

2011 2012 2013 Fasi e crono-programma di dettaglio (*) O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G

Macro-fase 1 – La sperimentazione all’interno della Provincia di Pavia 1) Comunicazione alla dipendente 2) Formalizzazione canale di comunicazione con la dipendente 3) Concessione utilizzo asset tecnologici 4) Colloqui di orientamento 5) Informazione su programmi di ASL/Consultori/altre strutture Macro-fase 2 – Il coinvolgimento del territorio 6) Redazione pubblicazione e materiale informativo 7) Organizzazione evento a rilevanza provinciale

(*) La definizione di dettaglio del crono-programma delle attività previste è in fase di definizione

Soggetti Beneficiari Risultati attesi Indicatori Strumenti di mon.val

Responsabile Provincia di Pavia Coinvolti nella realizzazione n.p.

• Dipendenti future e/o neo-mamme

• Mondo datoriale

• Miglioramento nella conciliazione lavoro-famiglia delle dipendenti future/neo mamme

• Miglioramento per l’Ente in termini di qualità e benessere lavorativo

• Coinvolgimento del mondo datoriale sul tema della conciliazione famiglia-lavoro con specifico riferimento alla situazione delle lavoratrici future/neo mamme

Di realizzazione • attività prevista/svolta • tempi previsti/effettivi • beneficiari raggiunti

(tipologia e numero) • prodotti elaborati Di risultato • Valutazione positiva delle

future/neo mamme in riferimento in termini di conciliazione famiglia-lavoro

• Valutazione positiva dell’Ente in termini di qualità e benessere lavorativo

• scheda di monitoraggio periodica

• scheda di verifica degli indicatori di realizzazione/di risultato

• questionario di valutazione ai beneficiari (furure/neo mamme – dirigenti)