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Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia sull’intero territorio regionale (redatto ai sensi dell’art. 47 della Legge regionale 18/2005) Come modificato con Decreto direttoriale - Direzione Centrale lavoro, formazione, commercio e pari opportunità, n 568/LaVFOR.LAV/2013 del 12 febbraio 2013 “Correzioni di errori materiali e di inesattezze rilevate nel testo dell’allegato alla deliberazione della Giunta regionale 13 dicembre 2012, n. 2208, recante “Approvazione del Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia sull’intero territorio regionale” (cap. 9, pag. 62) Novembre 2012

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Piano di gestione

della situazione di grave difficoltà occupazionale

del settore della siderurgia

sull’intero territorio regionale

(redatto ai sensi dell’art. 47 della Legge regionale 18/2005)

Come modificato con Decreto direttoriale - Direzione Centrale lavoro, formazione, commercio e pari

opportunità, n 568/LaVFOR.LAV/2013 del 12 febbraio 2013 “Correzioni di errori materiali e di inesattezze

rilevate nel testo dell’allegato alla deliberazione della Giunta regionale 13 dicembre 2012, n. 2208, recante

“Approvazione del Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della

siderurgia sull’intero territorio regionale” (cap. 9, pag. 62)

Novembre 2012

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

2 Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G.

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G. 3

INDICE

1. Premessa 5

2. Competitività industriale e settore siderurgico europeo 6

2.1 Caratteristiche salienti del settore siderurgico europeo 7

2.2 Le prospettive del settore europeo dell’acciaio 9

2.3 L’outlook di breve periodo 11

3. Il settore della siderurgia in Friuli Venezia Giulia 15

3.1 Il contesto internazionale e nazionale 15

3.2 Le imprese del settore 22

3.3 Il commercio con l’estero 26

3.4 Le dinamiche occupazionali 30

3.5 Il ricorso agli ammortizzatori sociali 38

4. Studi, ricerche, esperienze di reinserimento occupazionale 44

4.1 Gli studi e le ricerche sul settore siderurgico regionale 44

4.2 Le esperienze di reinserimento occupazionale promosse dall’Ammministrazione regionale 46

5. Gli obiettivi e le strategie di realizzazione del piano 49

5.1 Gli obiettivi del piano 49

5.2 Le strategie di attuazione del piano nei confronti delle imprese e dei lavoratori che assumono 50

5.3 Gli interventi rivolti nei confronti dei lavoratori 51

5.4 Gli interventi in favore delle imprese che assumono 52

6. Gli strumenti di intervento per l’attuazione del piano 53

6.1 Programma di informazione rivolto in favore delle imprese e dei lavoratori 53

6.2 Istituzione di un elenco dei lavoratori coinvolti nel programma di riconversione del settore siderurgico regionale 53

6.3 Promozione ddel ricorso al distacco collettivo di cui all’articolo 8 comma 3 della legge 19 luglio 1993, n. 236 quale istituto condiviso tra le parti al fine di evitare le riduzioni di personale 54

6.4 Promozione dei contratti di solidarietà 54

6.5 Concessione di casssa integrazione straordinaria o mobilità 55

6.6 Gli Ammortizzatori in deroga 55

6.7 Programma di formazione allo scopo di migliorare l’occupabilità e facilitare l’inserimento lavorativo 55

6.8 Programma straordinario di lavori socialmente utili e di pubblica utilità allo scopo di integrare il reddito dei lavoratori coinvolti nel processo di riconversione 56

6.9 Incentivi in favore delle imprese che assumono lavoratori provenienti dal settore della siderurgia regionale 56

6.10 Il Progetto “Imprenderò” 57

6.11 L’anticipo del trattamento di CIGO e di CIGS 57

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6.12 Ulteriori strumenti di intervento 58

7. La collaborazione tra soggetti pubblici e privati 59

8. I soggetti che partecipano alla realizzazione del Piano 60

8.1 La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia 60

8.2 Le Amministrazioni provinciali 60

8.3 I Centri per l’impiego 60

8.4 Altri soggetti 61

9 Durata del Piano 62

APPENDICE 1: CLASSIFICAZIONE ATECO 2007 63

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1. Premessa

Il Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore regionale della siderurgia si

propone di illustrare le trasformazioni che sono avvenute nel corso degli ultimi anni nonché l’andamento degli

indicatori di crisi e le difficoltà che sono intervenute nella domanda interna ed estera. Il Piano illustra inoltre i

progetti finalizzati all’orientamento, alla riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori; data la complessità e la

delicatezza della situazione, gli interventi sono stati pianificati ed organizzati affinché il lavoratore possa

ricevere tutte le informazioni, le agevolazioni ed i servizi necessari alla ricollocazione, secondo una logica di

integrazione ed ottimizzazione delle risorse (umane, strumentali, metodologiche) e dei progetti già in essere, di

cui il presente “Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale” è espressione. La

metodologia proposta intende associare le tecniche di ricollocazione comunemente impiegate alle modalità

operative già adottate in precedenti progetti sperimentali, opportunamente migliorate ed adattate al contesto

territoriale e alle risorse disponibili.

Dal punto di vista procedurale, il Piano segue quanto previsto dagli articoli 46, 47, 48 della L.R. 18/2005 - e

dagli ''Indirizzi per la previsione e gestione delle situazioni di grave difficoltà occupazionale'' approvati dalla

Giunta regionale con Delibera 2933/2005. L’Assessore regionale competente ha sancito la crisi del settore

della siderurgia regionale e ha affidato la redazione nonché la realizzazione del Piano di gestione all’Agenzia

Regionale del Lavoro.

Una volta approvato il Piano dalla Giunta regionale, l’implementazione dello stesso sarà coordinata

dall’Agenzia Regionale del Lavoro e realizzata dalle Amministrazioni provinciali e dai Centri per l’impiego che

operano sui rispettivi territori provinciali, grazie sia alla collaborazione attiva delle parti sociali rappresentate

nelle Commissioni provinciali per il Lavoro, sia all’ausilio dell’Agenzia Regionale del Lavoro e di esperti in

materia, secondo la metodologia e le modalità di seguito riportate.

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2. Competitività industriale e settore siderurgico europeo

Tra le caratteristiche della recessione corrente rispetto a quella del 1992.-93 vi è la lenta ripresa, che già è

durata quattro anni e che si prospetta ancora lunga e incerta. Inoltre, il numero di settori coinvolti è molto

elevato e in particolare quelli dei beni capitali, dei beni durevoli e dei beni intermedi sono stati toccati molto

più duramente di quelli di consumo.

La crisi ha impattato severamente sul potenziale di crescita del settore manifatturiero, senza per questo

implicare il fatto che questo diventi meno importante. Anzi, proprio in virtù della maggiore produttività che

caratterizza il settore manifatturiero rispetto a gran parte del settore dei servizi, va facendosi sempre più

strada una rinnovata consapevolezza della centralità del settore manifatturiero per lo sviluppo anche in senso

innovativo dell’economia.

Nelle scorse settimane, la Commissione europea ha approvato la nuova strategia di politica industriale, che

recepisce la necessità di invertire un processo di de-industrializzazione, facendo leva sull’innovazione. Nelle

parole del Vice presidente Antonio Tajani, “senza industria si perdono anche i servizi e la capacità di innovare;

l’economia si desertifica e non si riesce più a creare lavoro”.

Va ricordato peraltro che negli anni immediatamente precedente la crisi (2005) la CE per la prima volta aveva

lanciato un approccio integrato alla politica industriale da attuarsi mediante molteplici iniziative, e che, nel

2007, la Midterm review di Politica Industriale aveva concluso che questo approccio andasse proseguito,

posizione ribadita nel Rapporto europeo sulla competitività del 2007 e in quello appena pubblicato del 2012.

All’interno dell’edizione 2012 della relazione sulla competitività europea, viene esplicitamente riconosciuto che,

per quanto svolga un ruolo importante, le esportazioni da sole non saranno in grado di condurre la UE fuori

dalla crisi attuale. Per quanto centrale nel sostenere i livelli di attività e di occupazione nel breve periodo, la

domanda estera non potrà surrogare la modernizzazione della base industriale e l’eliminazione degli ostacoli

istituzionali all’imprenditorialità. Inoltre, ed è un secondo punto di attenzione, i vantaggi competitivi richiedono

che siano ben chiari il posizionamento dei settori all’interno della catena del valore. I risultati in termini di

catena del lavoro stanno emergendo quale strumentazione di misura più accurato dei risultati in termini di sole

esportazioni.1

La complessità delle condizioni che influiscono sulla competitività del settore siderurgico è leggibile anche

dalle aree di regolamentazione su cui si sono espresse le direttive e i regolamenti della UE, da quello

ambientale e di sviluppo sostenibile, all’energia, al commercio estero, al mercato interno, alla formazione ed

occupazione, sicurezza sul lavoro. All’epoca (fine del 2007) di pubblicazione di uno studio sul settore

dell’acciaio (Study on the competitiveness of the European Steel Sector), venne effettuato un assesment

qualitativo del quadro di regolamentazione, con l’indicazione dell’importanza e dei trend di ciascun ambito.

1 European competitivenss report (2012)

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Le questioni a carattere ambientale, di interesse in particolar modo per la produzione di acciaio grezzo, erano

già al tempo indicate della massima importanza 2, anche per via del riflesso sui costi dei produttori europei

rispetto alla concorrenza. Il trend era indicato in crescente importanza e tale aspettativa è stata nei fatti

confermata nel tempo.3

Altri punti di rilevanza erano individuati con riferimento all’accessibilità dei mercati europei da parte della

concorrenza, in particolare al tema delle barriere non tariffarie per le materie prime (pratiche antidumping) di

particolare impatto per le fonderie; e i trattati/accordi internazionali quali strumento di negoziato all’interno

della sempre più complessa gestione della concorrenza globale.

A tal proposito, il triennio 2008-2011, ha visto la conferma dei trend espansivi della produzione di acciaio da

parte della Cina, che nel 2011 si è assicurata il 45 per cento della produzione mondiale. Il gigante asiatico –

assieme a India, Russia e Ucraina - nel breve volgere di un decennio ha modificato radicalmente gli equilibri ed

il terreno stesso della competizione. Anche il settore dell’acciaio evidenzia un andamento differente tra le

economie sviluppate e quelle emergenti.: in queste ultime un forte trend al rialzo della dinamica della

popolazione, ed un’elevata quota di popolazione attiva inducono forti fabbisogni di infrastruttura e sviluppo

industriale.

All’interno dell’Europa, i paesi del centro nord risultano meglio posizionati, mentre quelli del Sud attraversano

la seconda fase della crisi. Di rilievo anche taluni aspetti legati al mondo del lavoro, stante la difficoltà di

reclutamento quanti-qualitativo di lavoratori (anche a bassa qualifica) unita ai differenziali sulle tutele e agli

standard di sicurezza che hanno portato a importanti delocalizzazioni.

2.1 Caratteristiche salienti del settore siderurgico europeo.

Il settore della produzione dell’acciaio ha conosciuto alcune fasi caratteristiche. Al lungo periodo di crescita, tra

gli anni Cinquanta ed il 1973, segnato dalle esigenze di ricostruzione delle infrastrutture, seguì con la crisi

energetica un calo della domanda con conseguenti accumuli di eccessi di capacità: nel 2001 questa si

attestava, anche per l’Europa, su valori prossimi al 25 per cento.

Dal 1990 in poi, il controllo statale del settore venne progressivamente allentato e il mercato europeo divenne

il più aperto del pianeta.

La trasformazione dell’industria siderurgica europea da un orientamento di prodotto/processo ad uno di

mercato, è stata avviata negli anni ’80, con il passaggio da una gestione pubblica ad una privata, con la

dismissione di impianti obsoleti, la forte accelerazione sul versante dell’innovazione ed una generale

sostituzione verso processi intensivi in capitale

2 La tabella completa è alle pag. 100-102 3 Nel mese di febbraio, la Federacciai ha esplicitamente commentato negativamente la proposta del set-aside delle quote di CO2 dello schema di Emission Trading.

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Grafico 1- Produzione mensile acciaio grezzo, EU27 (scala sn) e Italia (scala dx), migliaia di tonnellate

0

2000

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16000

18000

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Jan 2004 Jan 2005 Jan 2006 Jan 2007 Jan 2008 Jan 2009 Jan 2010 Jan 2011 Jan 2012

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500

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1500

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2500

3000

3500

Produzione acciaio grezzo, EU27 Italia

Fonte: Eurofer

La crescita dei BRIC ha di fatto eroso quote importanti di produzione. Nel 1997 la quota dei paesi UE27 era del

24,3%,, nel 2007 era scesa al 16%. Nel 2007, circa i due terzi degli impianti sono a ciclo integrale. Si è compiuta

dunque una trasformazione strutturale, nel senso che il mercato diventa completamente globalizzato ed i

prezzi sono fissati a livello globale. Non va però taciuto il fatto che costi crescenti di trasporto uniti alle

esigenze di assistenza tecnica di servizio ai clienti rendono la dimensione regionale ancora piuttosto

importante. Con la recessione avviata nel 2008, la quota dell’Europa si è ulteriormente ridotta: l’Italia, che resta

comunque il secondo produttore dell’Europa dietro alla Germania, è scesa sotto la soglia del 2%. Tuttavia,

benché la quantità prodotte siano fortemente diminuite, il settore dell’acciaio resta un settore importante

nella creazione di valore aggiunto, per via dell’aumento dei prezzi dell’acciaio (fino al 2008, vedi Grafico 2) e del

crearsi di settori e produzioni altamente specializzate.4

Grafico 2 – Indice dei prezzi dell’’acciaio

4 Distretto.. di Lecco Sole 24 Ore

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Per fronteggiare l’incremento dei prezzi del minerale, i produttori hanno fatto crescente ricorso al rottame, il

cui prezzo è comunque aumentato sensibilmente con il rimbalzo del 2010 (Graf. 3)

Grafico 3- Prezzi mensili del rottame, 2000-2012

50

150

250

350

450

550

2000

Janu

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2001

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ary

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ary

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ary

2006

Janu

ary

2007

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ary

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2009

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ary

2010

Janu

ary

2011

Janu

ary

2012

Janu

ary

2.2 Le prospettive del settore europeo dell’acciaio

I fondamentali che caratterizzano l’ambiente di operatività del settore siderurgico sono così riassumbili.

• Il primo attiene l’offerta di input minerario, soprattutto il minerale di ferro, che impatta sulle decisioni

localizzative. Nell’Europa a 15, gli stabilimenti integrati erano difatti localizzati presso i bacini minerari

(Saar, Ruhr, Midlands, Wallonia e Slesia). L’ingresso decisivo della Cina sui mercati ha portato a importanti

tensioni. L’offerta di minerale, stimata in oltre 800 miliardi di tonnellate è geograficamente concentrata in

Australia, Brasile e Cina, con prospettive di sviluppo in Africa, dove proprio la Cina ha in corso

un’aggressiva politica di penetrazione anche commerciale. Va inoltre considerato che il mercato dei

minerali è di fatto dominato da tre sole compagnie (Vale, Rio Tinto, BHP Biliton) e questo spiega anche la

spinta all’integrazione verticale.5 Inoltre, i prezzi del minerale solo in minima parte sono determinati spot;

• L’Europa, è dunque fortemente dipendente dai minerali e tale dipendenza è alla radice del progressivo

spostamento degli impianti verso quei paesi in grado di assicurarne la fornitura, nonché dell’elevato grado

di utilizzo di rottame;

• Il costo dell’energia e del coke sono relativamente meno importanti del prezzo del minerale, ed ancora

meno il costo del lavoro e del capitale. La struttura del costo è riportata in Tabella 1.

5 Strategia peraltro non sempre coronata dal risultato sperato, come ad esempio sta accadendo per Angang (SBB Notizie dal mondo dell’acciaio, marzo 2012,)

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Tabella 1- Struttura dei costi di produzione dell’acciaio

• Nella matrice dei costi di produzione, il trasporto ha un’incidenza sul prezzo finale di vendita che oscilla tra

il 5 ed il 15% e nel tempo di fatti si è assistito ad una sostituzione dai vettori più costosi a quello delle vie

d’acqua e marittimo.

• Il settore, come noto, è caratterizzato da investimenti molto elevati e quindi da una scala minima

efficiente che per i grandi stabilimenti non è inferiore ai 2milioni di tonnellate annue. Inoltre, l’operatività a

basso tasso di utilizzo degli impianti è molto costosa. La chiusura degli impianti è solitamente irreversibile.

Il ciclo economico quindi condiziona fortemente le condizioni di profittabilità del settore e questo significa

che nell’attuale contesto di bassa crescita per l’Europa il quadro di breve/medio periodo le prospettive del

settore volgono al ribasso;

• La tecnologia ha da sempre giocato un ruolo importante nel settore, e il settore europeo ha puntato

sempre più a mantenersi sulla frontiera e sulle produzione di nicchia, nonché puntando ad esempio alla

riduzione della fasi di lavorazione intemedie;

• Lo sviluppo tecnologico ha portato a decisivi aumenti di efficienza del lavoro. Si è passati dalle 11 ore per

tonnellata negli anni ’70 a tre ore nel 1993. La domanda di lavoro si è quindi progressivamente spostata

verso profili a più elevata qualifica (ingegneri, tecnici, manager). Negli ultimi anni, il tema delle risorse

umane e della criticità di alcuni aspetti legati al reclutamento, è stato posto al centro dell’attenzione.6

Considerato il forte legame tra il consumo apparente di acciaio ed il livello di sviluppo economico, misurato dal

Pil, nel 2008, era stato stimato un tasso di crescita di lungo periodo dello 0,6%. Il settore delle costruzioni è il

6 Eurofer (2011) - Management of change and human resources. Transfer of learning in the European steel industry.

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settore a valle che maggiormente condiziona la dinamica di quello dell’acciaio ed è evidente come nel breve

periodo, la recessione ancora in corso, unita alla costituzione di capacità in eccesso già presente, implica una

revisione verso il basso del tasso di lungo periodo.

Nello studio del 2008 sopra citato, venivano individuate cinque sfide per il settore:

• lo spostamento del baricentro della produzione da ovest a est;

• le tensioni tra domanda e offerta di materie prime e prezzi dell’energia e degli altri input in forte

crescita;

• le tensioni nelle condizioni istituzionali internazionali sui mercato (concorrenza sleale);

• le asimmetrie nella regolamentazione ambientali tra paesi molto diversi

• scarsità di offerta di lavoro qualificato per le produzioni a più elevato valore aggiunto a a maggior

contenuto tecnologico/innovativo

2.3 L’outlook di breve periodo

La maggior sfida per il settore riguarda l’accumulo di importanti eccessi di capacità, nonostante la crescita del

biennio 2010-11 e delle concomitanti problematiche occupazionali e strategiche legate alle razionalizzazioni.

Anche per la Cina, è stimato un eccesso di capacità del 22% per il 2012. Il settore è connotato ancora da una

certa rigidità nei processi di aggiustamento e i processi di concentrazione non particolarmente accentuati: le

prime cinque aziende del mondo producono il 13 per cento del totale.

Grafico 4 – Produzione mondiale di acciaio, capacità, produzione, consumo

Si aggiunge a questo una maggiore volatilità dei prezzi – soprattutto delle materie prime - e una pressione sui

margini operativi. Nel biennio 2009-11, il prezzo medio del minerale è cresciuto del 46,7%, quello del carbone

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del 30,2%. Nonostante un incremento del 23,4% del prezzo dei coils, questo ha portato ad una compressione

dei margini di notevole entità (Tabella 3).

Tabella 2- Variazione dei prezzi delle materie prime rispetto ai prezzi del’acciaio.

Grafico 4 – Prezzi mondiali dell’acciaio, per lavorazioni (giugno 2011=100)

70

75

80

85

90

95

100

105

giu-11 set-11 dic-11 mar-12 giu-12

Coils Plates Cold coil Wire Medium sections

È in corso una trasformazione del meccanismo di formazione dei prezzi, da contratti annuali a contratti

trimestrali ed i produttori faticano a controllare tale aspetto nonostante siano in corso svariate iniziative per

l’integrazione a monte. Il ricorso a strumenti derivati per cautelarsi sulle variazioni di prezzo stenta a decollare,

per il timore dei produttori che sul mercato entrino speculatori. La crescita dei costi di finanziamento ha

messo e mette in difficoltà i produttori medio-piccoli. La situazione dell’Europa (EU27) è riassumibile in un

serie di indicatori relativi al tasso di crescita, all’occupazione ed all’esportazione extra-Ue.

• Il punto di caduta del’ settore si è verificato nel secondo trimestre 2009, con una perdita rispetto al

picco del primo trimestre 2008 di -36,3%. Nel 2010 il rimbalzo è stato di 19 punti, e di 4,8% nel 2011.

L’ultimo dato disponibile 7 è riferito al mese di luglio 2012, ed è pari a -4,0%. Da dicembre 2011 a luglio

2012, la variazione tendenziale mensile (su dati destagionalizzati) ha registrato valori positivi solo nel

7 EU (2012), The economic recovery in industry, sept. 2012.

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bimestre marzo-aprile, seguiti da tre mesi consecutivi di variazioni negative. A settembre 2012, la

variazione tendenziale della produzione è di circa 4 punti in meno, e superiore per l’Italia (-7,8%)8

• Nel 2009, gli occupati medi del settore hanno superato il milione di unità. Rispetto al picco del primo

trimestre 2008, il primo trimestre 2012 registra una variazione negativa di quasi 14 punti percentuali.

Nel 2010 la flessione dell’occupazione è stata di -5,5% e nel 2011 l’incremento è stato modesto

(+1,3%);

• Per quanto concerne le esportazioni extra-Ue, il triennio 2008-11 ha visto una crescita sostenuta, pari

a 20 punti percentuali.

Le proiezioni per il 2012 danno un aumento del consumo apparente di acciaio nel mondo del 5,4%, e del 2,5%

per l’Europa a 27 (Tabella 2). L’India è il paese emergente per il quale migliori sono le prospettive. I differenziali

di andamento sono dipendenti dai diversi andamenti del settore industriale e dalla domanda di investimenti. Il

rapporto di luglio 2012 di Eurofer aveva evidenziato per il 2012 una flessione del -1,6% e previsioni di nessun

miglioramento significativo fino al primo trimestre 2013. Solo per il secondo semestre 2013 erano indicate

variazioni positive di un certo rilievo, in particolare nel quarto (+3,8%).

Tabella 3– Consumo apparente di acciaio, 2010-12, per regioni

Sulla performance europea incide lo stato di persistente difficoltà del settore delle costruzioni, che (Tabella 4),

incide per il 27% nella quota del consumo. Il settore delle costruzioni ha registrato una marcata flessione del

primo trimestre 2012: le misure di austerità fiscale frenano necessartiametne l’avvio di progetti di

infrastrtturazione pubblica e solo Germania e Polonia nel proseguio dell’anno mostrano segnali di non

contrazione. Secondo per importanza (16%) tra i settori di utilizzazione dell’acciaio è quello dell’automotive,

segnato dalla pesante flessione delle vendite e da una contrazione per il 2012 prevista dell’ordine del -2%.

8 Dati World Steel Association

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Tabella 4 – Previsioni per il 2012-2013, variazioni tendenziali

Nel primo trimestre 2012 la produzione del settore metalmeccanico (terzo settore per incidenza, con il 14% sul

totale) è stata robusta a livello europeo (+3,9%), particolarmente in Germani e Europa centrale. Il

deterioramento del sentiment ha comunque portato nel corso dell’anno ad una flessione degli ordini. L’output

nel 2012 dovrebbe essere stagnante, mentre per il 2013, anche grazie al deprezzamento dell’euro, è prevista

una crescita superiore ai 2 punti.

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3. Il settore della siderurgia in Friuli Venezia Giulia

3.1 Il contesto internazionale e nazionale

La crisi economica globale, che ha colpito molto duramente l’industria manifatturiera italiana e regionale, a

partire dalla fine del 2008 ha avuto pesanti ripercussioni anche sul settore della siderurgia e in particolare della

siderurgia, in termini di una forte contrazione della domanda e quindi della produzione. Il ciclo delle scorte,

detenute sia da commercianti e utilizzatori sia dai produttori, ha contribuito ad aggravare il calo della domanda

siderurgica, già particolarmente accentuato9. La produzione mondiale di acciaio nel 2009 è stata pari a circa

1.236 milioni di tonnellate, con una riduzione del 7,9% rispetto all’anno precedente (Tabella 5). In realtà si è

trattato di un vero e proprio crollo in quanto, se si esclude la Cina, la diminuzione è stata superiore al 20%; la

produzione cinese, infatti, nel 2009 è aumentata del 13% circa. La Cina consolida pertanto il proprio primato

come produttore mondiale di acciaio, con una quota che si aggira attorno al 45% negli ultimi anni (Tabella 6).

I produttori cinesi e delle principali economie emergenti sono stati favoriti negli ultimi anni dalla crescita della

domanda di acciaio, legata alle forti dinamiche di sviluppo economico registrate in tali aree del mondo; inoltre

questi paesi godono di vantaggi competitivi dovuti al basso costo delle materie prime, dell’energia, del lavoro,

e ai minori vincoli ambientali.

Tabella 5 – Produzione mondiale di acciaio grezzo, principali paesi 2006-2011 (milioni di tonnellate)

2006 2007 2008 2009 2010 2011 var. % 2008-2009 var. % 2008-2011

Cina 421,0 489,7 512,3 577,1 637,4 683,9 12,6 33,5

Giappone 116,2 120,2 118,7 87,5 109,6 107,6 -26,3 -9,4

Stati Uniti 98,6 98,1 91,4 58,2 80,5 86,4 -36,3 -5,5

Unione Europea 206,9 210,2 198,2 139,4 172,6 177,2 -29,7 -10,6

Germania 47,2 48,6 45,8 32,7 43,8 44,3 -28,7 -3,3

Italia 31,6 31,6 30,6 19,8 25,8 28,7 -35,2 -6,1

Mondo 1.249,0 1.347,0 1.341,2 1.235,8 1.429,1 1.516,8 -7,9 13,1

Fonte: Federacciai, World Steel Association

Tabella 6 – Produzione mondiale di acciaio grezzo, principali paesi 2006-2011 (val. %)

2006 2007 2008 2009 2010 2011

Cina 33,7 36,4 38,2 46,7 44,6 45,1

Giappone 9,3 8,9 8,9 7,1 7,7 7,1

Stati Uniti 7,9 7,3 6,8 4,7 5,6 5,7

Unione Europea 16,6 15,6 14,8 11,3 12,1 11,7

Germania 3,8 3,6 3,4 2,6 3,1 2,9

Italia 2,5 2,3 2,3 1,6 1,8 1,9

Mondo 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Federacciai, World Steel Association

9 Si veda Federacciai, Relazione annuale 2009.

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

16 Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G.

Il protrarsi della crisi economica, a partire dal 2008, ha inoltre comportato la progressiva chiusura dei mercati di

molti paesi; il protezionismo è andato intensificandosi nella maggior parte dei più grandi mercati siderurgici,

sia dei paesi industrializzati, sia delle economie emergenti. Nel 2009 i Paesi più attivi in tal senso sono stati:

Brasile, India, Iran, Cina, Malesia, Russia, Arabia Saudita. In particolare sono state aumentate le tariffe e

introdotte licenze, restrizioni all’esportazione di materie prime, nonché politiche “Buy National”. Il ricorso

massiccio a dazi anti-dumping e misure di salvaguardia comporta infine una rilevante distorsione dei flussi

commerciali a danno dell’Unione Europea, che nel panorama mondiale risulta essere ancora oggi il mercato

siderurgico più aperto10.

L’Italia, subito dopo la Germania, è al secondo posto tra i paesi produttori di acciaio nell’Unione Europea; nel

2009 la produzione italiana è diminuita del 35%, una flessione superiore a quelle dell’UE nel suo complesso (-

29,7%). Il biennio 2010-2011 ha rappresentato una fase di ripresa della produzione siderurgica mondiale;

anche a livello nazionale si è registrato un recupero, ma la produzione italiana nel 2011 risulta ancora inferiore

di 6 punti percentuali rispetto al valore pre-crisi del 2008. Negli ultimi due anni le scorte di prodotti siderurgici,

fortemente ridotte nel corso del 2009, sono state in parte ricostituite; la ripresa della domanda estera ha

pertanto contribuito a ristabilire un miglioramento del clima nel settore siderurgico11. I prezzi mondiali delle

materie prime (indici Fondo Monetario Internazionale, fonte Federacciai) nel 2011 sono aumentati del 26,3%,

dopo la caduta del 30% registrata nel 2009 e il rimbalzo del 26,1% nel 201012. Nel 2011 la produzione italiana

di acciaio è stata pari a 28,7 milioni di tonnellate (contro le 30,6 di tre anni prima), pari a quasi il 2% della

produzione mondiale e al 16% di quella dell’Unione Europea.

I primi otto mesi del 2012 segnano una nuova inversione di tendenza, la produzione nazionale di acciaio è stata

pari a 18,5 milioni di tonnellate, in diminuzione dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente13.

L’andamento ciclico risulta in fase di indebolimento, in linea con la più generale flessione dell’economia

italiana; inoltre la contrazione dell’attività produttiva dell’industria italiana ha colpito particolarmente i settori

che utilizzano prodotti siderurgici (ad esempio l’edilizia, la produzione di elettrodomestici e dei mezzi di

trasporto). A livello mondiale la produzione di acciaio, sempre nei primi otto mesi del 2012, è aumentata dello

0,9% rispetto al medesimo periodo del 2011. Tale rallentamento rispetto al biennio precedente è dovuto anche

all’andamento della produzione cinese, che nel periodo gennaio-agosto 2012 ha fatto registrare una crescita

tendenziale di appena il 2,3%.

La domanda di acciaio si mantiene dunque molto debole quasi ovunque e il comparto continua ad essere

caratterizzato da un eccesso di capacità produttiva; l’andamento del settore siderurgico del gigante asiatico

appare fortemente indicativo in merito. Peraltro il quadro internazionale è completato dall'intensificarsi della

concorrenza cinese, spesso anche con azioni di dumping vero e proprio messe in atto dalle imprese cinesi, che

offrono la propria produzione in eccesso a prezzi sottocosto.

L’indice nazionale della produzione industriale elaborato dall’Istat conferma la dinamica illustrata. Come si può

vedere nella Grafico 6, le variazioni tendenziali mostrano una fase fortemente negativa a partire da settembre

10 Si veda Federacciai, Relazione annuale 2009. 11 Si veda Federacciai, Relazione annuale 2010. 12 Si veda Federacciai, Relazione annuale 2011. 13 Fonte: Federacciai, World Steel Association.

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G. 17

2008, che è continuata per tutto il 2009; l’andamento risulta peggiore rispetto al resto dell’industria

manifatturiera. Il biennio 2010-2011 evidenzia un recupero14, seguito da una negativa inversione di tendenza

che si manifesta dal mese di novembre del 2011. Grafico 6 – Indici nazionali della produzione industriale, variazione % tendenziale, metallurgia e industria manifatturiera 2006-2012 (dati corretti per gli effetti di calendario)

Fonte: ns elaborazioni su dati Istat

Le difficoltà del settore sono testimoniate anche dai diversi tavoli di confronto attivati presso il Ministero dello

Sviluppo economico che riguardano situazioni di crisi di importanti aziende sul territorio nazionale, che hanno

comportato il ricorso agli ammortizzatori sociali e migliaia di posti di lavoro a rischio. Si pensi ad esempio ai

notori casi dell’Ilva di Taranto del Gruppo Riva, leader del settore in Italia e ai primi posti in Europa o al Gruppo

Lucchini/Severstal con siti produttivi a Piombino e a Trieste; peraltro a Piombino, Taranto e Trieste sono

localizzati i tre altiforni attivi in Italia. Si tratta infatti degli unici tre produttori nazionali siderurgici a ciclo

integrale, ossia a partire dalle materie prime (minerali ferrosi) e non dai rottami; nei casi citati si rilevano inoltre

sia criticità legate agli aspetti economici sia problematiche ambientali.

In Friuli Venezia Giulia, oltre all’annoso caso della Ferriera di Servola che coinvolge circa 800 lavoratori

(compreso l’indotto), si è aggiunto quello della Sertubi sempre di Trieste (circa 200 dipendenti), che fabbrica

tubi in ghisa e che dipende dalla prima per le forniture della materia prima necessaria alla produzione. Anche il

mercato italiano dei tubi in ghisa attraversa una fase di difficoltà, dovuta per esempio alla riduzione delle

risorse a disposizione degli enti locali e ai conseguentemente scarsi investimenti in acquedotti e fognature.

Le difficoltà del settore in regione sono testimoniate dai consuntivi registrati dalle indagini congiunturali

condotte da Confindustria del Friuli Venezia Giulia (Tabella 7). Come si può osservare, tra il primo e il terzo

14 La sensibile variabilità dell’indice dipende dal fatto che è costruito su dati che sono corretti per gli effetti del calendario ma non destagionalizzati. Gli indici destagionalizzati non sono infatti disponibili a livello settoriale.

-50,0

-40,0

-30,0

-20,0

-10,0

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Industria manif. Metallurgia

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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trimestre del 2012 si evidenzia generalmente un peggioramento di tutti gli indicatori, sia in termini

congiunturali che tendenziali. Si noti in particolare, nel terzo trimestre dell’anno, la sensibile diminuzione della

domanda (sia interna che estera) e dei nuovi ordini. Le previsioni per il quarto trimestre del 2012, inoltre,

indicano un calo della produzione per il 45% delle imprese del settore, un calo della domanda interna per il 49%

e, ancora più preoccupante, una contrazione dell’occupazione per il 41%.

Tabella 7 – Consuntivi trimestrali delle imprese della prima trasformazione dei metalli, FVG 2012

Vendite Produzione

Totale Italia Estero Nuovi ordini

Produzione assicurata Periodo

(c) (t) (c) (t) (c) (t) (c) (t) (c) (t) n. giorni

I trim 2012 -6,2 7,2 2,6 -3,6 0,0 -4,9 6,9 -1,0 13,2 -20,0 75

II trim 2012 -2,8 -8,5 -2,0 -7,8 -8,9 -15,7 3,1 1,0 -8,3 -15,2 27

III trim 2012 -10,5 -14,2 -15,3 -15,3 -14,3 -18,0 -16,6 -10,6 -12,0 -15,9 45

Fonte: Indagini congiunturali trimestrali Confindustria FVG

(c) = variazione congiunturale (t) = variazione tendenziale

Come conseguenza delle tendenze evidenziate, l’occupazione in Italia nel 2009 ha subito una prima riduzione

pari al 4,5%, per portarsi negli anni successivi a meno di 37.000 addetti nella siderurgia primaria (Tabella 8); la

crescita esponenziale del numero delle ore di Cassa Integrazione concesse ha permesso di limitare le

ripercussioni della diminuzione dell’attività sull’occupazione.

A fine 2011 l’occupazione nella siderurgia primaria in Italia era pari a 36.898 addetti, in calo dello 0,7% rispetto

all’anno precedente, inferiore del 6% rispetto al livello raggiunto nel 2007 (39.216); gli operai (quasi 29.000)

rappresentano il 78% della forza lavoro impiegata nell’industria.

Tabella 8 – Occupati (a fine anno) nella siderurgia, Italia 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011 Var. % 2008-09 Var. % 2009-11

Operai 31.171 31.146 29.715 29.309 28.926 -4,6 -2,7

Impiegati 8.045 8.242 7.918 7.867 7.972 -3,9 0,7

Totale occupati 39.216 39.388 37.633 37.176 36.898 -4,5 -2,0

Fonte: Federacciai

Nel 2009 il numero delle ore lavorate (Tabella 9) è diminuito in misura decisamente maggiore rispetto

all’occupazione (-18%), ma nel biennio successivo ha fatto registrare un parziale recupero (+13%), mentre il

numero di occupati ha evidenziato un ulteriore calo. Tabella 9 – Ore lavorate nella siderurgia (migliaia), Italia 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011 Var. % 2008-09 Var. % 2009-11

Operai 52.482 51.433 41.110 46.389 47.311 -20,1 15,1

Impiegati 14.129 14.166 12.531 13.036 13.295 -11,5 6,1

Totale ore lavor. 66.611 65.599 53.641 59.423 60.606 -18,2 13,0

Fonte: Federacciai

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Tabella 10 – Ore di CIG autorizzate nel settore della metallurgia15, Italia 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011

Ordinaria 1.189.486 3.201.872 41.190.075 13.656.215 8.368.387

Straordinaria 3.036.151 3.171.556 11.028.899 36.502.434 17.896.643

Deroga 155.763 394.602 3.167.704 7.644.464 7.531.134

Totale metallurgia 4.381.400 6.768.030 55.386.678 57.803.113 33.796.164

% sul totale ore di CIG 2,4 3,0 6,1 4,8 3,5

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

Il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni nel settore siderurgico, come già ricordato, è fortemente cresciuto

negli ultimi anni; le ore autorizzate sono infatti passate da meno di 7 milioni nel 2008 a oltre 55 milioni nel

2009; nel 2010 si evidenzia anche una sorta di effetto di sostituzione tra gli interventi ordinari (che

diminuiscono di 27,5 milioni di ore) e quelli straordinari (che crescono di 25,5 milioni di ore). La tendenza

evidenziata mostra pertanto l’acuirsi di diverse situazioni di crisi aziendali nel settore della siderurgia a livello

nazionale. Il 2011 segna una netta diminuzione delle ore di CIG (-41,5%), che rimangono comunque a livelli

molto superiori rispetto agli anni precedenti il 2009. Al contrario le ore di CIG in deroga, che riguardano

soprattutto le imprese di minori dimensioni, presentano nel 2011 una diminuzione molto contenuta (-1,5%).

Infine le ore di CIG autorizzate nei primi dieci mesi del 2012, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente,

sono solo leggermente diminuite (-1,9%); la tendenza più recente vede una flessione degli interventi

straordinari e in deroga, accompagnata da una rilevante ripresa della CIG ordinaria.

Tabella 11 - Ore di CIG autorizzate nel settore della metallurgia, Italia 2011-2012 (periodo gennaio-ottobre di ogni anno)

2011 2012 Var. ass. Var. %

Ordinaria 6.244.290 10.866.490 4.622.200 74,0

Straordinaria 15.748.836 13.421.666 -2.327.170 -14,8

Deroga 6.764.182 3.915.624 -2.848.558 -42,1

Totale metallurgia 28.757.308 28.203.780 -553.528 -1,9

% sul totale ore di CIG 3,5 3,1

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

Per quanto concerne le imprese che operano nel settore della siderurgia in Italia, all’inizio del 2009 si

contavano 4.211 aziende, mentre nel terzo trimestre del 2012 (ultimo dato attualmente disponibile), il loro

numero è sceso sotto le 3.900 unità (Tabella 12).

Tabella 12 – Imprese attive16 nel settore della metallurgia per forma giuridica, Italia 2009-2012

I trim. 2009 III trim. 2012 Var. ass. 2009-12 Var. % 2009-12

Soc. di capitali 2.411 2.353 -58 -2,4

Soc. di persone 989 835 -154 -15,6

Ditte individuali 776 670 -106 -13,7

Altre forme 35 31 -4 -11,4

Totale 4.211 3.889 -322 -7,6

Fonte: ns elaborazioni su dati Movimprese

15 I dati relativi alla CIG, forniti dall’Inps, sono disaggregati a livello settoriale in base alla classificazione Ateco 2002. 16 Imprese iscritte al Registro delle Imprese, che esercitano l'attività e non risultano avere procedure concorsuali in atto.

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Nel complesso la diminuzione è stata pari a 322 imprese (-7,6%) in meno di quattro anni. Le società di capitali

hanno fatto registrare una diminuzione di minore entità (-2,4%), mentre la crisi ha penalizzato soprattutto le

imprese meno strutturate, come le società di persone (-15,6%) e le ditte individuali (-13,7%). Queste ultime

tipologie hanno evidentemente sofferto di più del cambiamento del contesto economico, si pensi ad esempio

alle maggiori difficoltà legate all’accesso al credito, ai ritardi nei pagamenti che riguardano anche i rapporti di

subfornitura tra piccole e grandi imprese, alla minore capacità di affrontare la concorrenza a livello

internazionale.

Tabella 13 - Imprese attive nel settore della metallurgia, principali regioni, Italia 2009-2012

I trim. 2009 III trim. 2012 Var. ass. 2009-12 Var. % 2009-12

Lombardia 1.591 1.489 -102 -6,4

Toscana 220 192 -28 -12,7

Veneto 399 353 -46 -11,5

Piemonte 297 253 -44 -14,8

Emilia-Romagna 294 270 -24 -8,2

FVG 73 69 -4 -5,5

Puglia 108 102 -6 -5,6

Umbria 29 27 -2 -6,9

Altre regioni 1.200 1.134 -66 -5,5

Italia 4.211 3.889 -322 -7,6

Fonte: ns elaborazioni su dati Movimprese

Tra le regioni più importanti per l’attività siderurgica si riscontra una diminuzione pari a oltre 100 imprese in

meno nel periodo in esame in Lombardia, a 46 in Veneto e a 44 in Piemonte; il Friuli Venezia Giulia mostra

invece una maggiore stabilità, come verrà illustrato nel paragrafo successivo.

Tabella 14 – Consumi di energia elettrica del settore siderurgico (milioni di KWh), principali regioni, Italia 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011 var. % 2008-2009 var. % 2008-2011

Lombardia 7.711,3 7.721,2 5.632,6 6.950,2 7.647,5 -27,1 35,8

Puglia 4.558,8 4.592,2 3.043,2 3.844,8 4.741,0 -33,7 55,8

Veneto 2.105,8 2.121,0 1.612,2 1.837,4 2.104,3 -24,0 30,5

FVG 1.749,6 1.833,7 1.331,6 1.737,8 1.929,7 -27,4 44,9

Umbria 1.396,9 1.388,6 1.250,4 1.390,7 1.340,6 -10,0 7,2

Toscana 964,3 862,9 687,3 816,8 792,9 -20,3 15,4

Piemonte 1.234,1 1.156,3 784,3 515,3 465,3 -32,2 -40,7

Altre regioni 1.955,4 1.949,1 1.389,3 1.582,0 1.618,8 -28,7 16,5

ITALIA 21.676,2 21.625,0 15.730,9 18.675,0 20.640,1 -27,3 31,2

Fonte: ns elaborazioni su dati Terna Spa

Infine un importante indicatore del livello di attività produttiva del settore è costituito dai consumi di energia

elettrica, forniti dall’ente gestore, ossia Terna Spa che è la società responsabile in Italia della trasmissione e del

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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dispacciamento dell'energia elettrica su tutto il territorio nazionale17. Il comparto siderurgico è infatti

fortemente “energivoro”; ad esempio in Friuli Venezia Giulia assorbe oltre il 25% dei consumi di energia

elettrica dell’intera industria regionale.

Tabella 15– Consumi di energia elettrica del settore siderurgico (val. %), principali regioni, Italia 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011

Lombardia 35,6 35,7 35,8 37,2 37,1

Puglia 21,0 21,2 19,3 20,6 23,0

Veneto 9,7 9,8 10,2 9,8 10,2

FVG 8,1 8,5 8,5 9,3 9,3

Umbria 6,4 6,4 7,9 7,4 6,5

Toscana 4,4 4,0 4,4 4,4 3,8

Piemonte 5,7 5,3 5,0 2,8 2,3

Altre regioni 9,0 9,0 8,8 8,5 7,8

ITALIA 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns elaborazioni su dati Terna Spa

L’analisi dei consumi elettrici del settore siderurgico indica che il Friuli Venezia Giulia si trova ai primi posti in

Italia, dopo grandi regioni come Lombardia, Puglia e Veneto. Inoltre si può notare un crollo dei consumi anche

a livello regionale nel 2009 (-27,4%), seguiti da un biennio di recupero, in linea con quanto osservato in

precedenza.

Tabella 16 – Consumi di energia elettrica del settore siderurgico (milioni di KWh), FVG 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011 var. % 2008-2009 var. % 2008-2011

Udine 1.569,9 1.657,4 1.187,1 1.595,5 1.784,6 -28,4 50,3 Trieste 135,6 135,1 110,3 106,8 107,0 -18,4 -3,0 Pordenone 32,0 29,5 24,6 25,9 29,6 -16,6 20,3 Gorizia 12,1 11,7 9,7 9,5 8,5 -17,1 -12,4 FVG 1.749,6 1.833,7 1.331,6 1.737,8 1.929,7 -27,4 44,9

Fonte: ns elaborazioni su dati Terna Spa Tabella 17 – Consumi di energia elettrica del settore metallurgico (val. %), FVG 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011

Udine 89,7 90,4 89,1 91,8 92,5

Trieste 7,8 7,4 8,3 6,1 5,5

Pordenone 1,8 1,6 1,8 1,5 1,5

Gorizia 0,7 0,6 0,7 0,5 0,4

FVG 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns elaborazioni su dati Terna Spa

17 L’Ufficio statistico di Terna, inserito nel Sistan (Sistema Statistico Nazionale) ha il compito per legge di elaborare le statistiche ufficiali dell’intero settore elettrico nazionale ed è pertanto anche responsabile per l’Italia delle comunicazioni statistiche ufficiali agli organismi internazionali come Eurostat, IEA, OCSE, ONU. Le rilevazioni previste nel Programma Statistico Nazionale interessano la totalità dei circa 1.800 operatori del settore elettrico, quali i produttori, i distributori e i grossisti, e forniscono un quadro completo dell’energia elettrica in Italia.

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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In conclusione si può rilevare come il 90% dei consumi di energia elettrica a livello regionale, nel settore

siderurgico, siano imputabili alla provincia di Udine (Tabella 17), dove operano due importanti aziende come le

Acciaierie Bertoli Safau e le Ferriere Nord che producono acciaio dai rottami, tramite appunto il cosiddetto

ciclo da forno elettrico, alternativo al già citato ciclo integrale.

3.2 Le imprese del settore

Le imprese attive nel settore della siderurgia con sede legale in Friuli Venezia Giulia nel terzo trimestre del

2012 risultano complessivamente 69; tale numero è leggermente diminuito negli ultimi anni, in quanto

all’inizio del 2009 erano 73. Se, oltre alle sedi di impresa, si tiene conto anche delle unità locali18 presenti sul

territorio regionale, si arriva ad un totale di 115, 5 in più rispetto al primo trimestre del 2009.

Si ricorda che non è possibile operare dei confronti a livello settoriale con i periodi precedenti al 2009, in

quanto questi ultimi dati sono disponibili esclusivamente secondo la vecchia classificazione delle attività

economiche Ateco 2002.

Tabella 18 – Imprese e unità locali attive nel settore della metallurgia, I trimestre 2009

Provincia Sedi di impresa19

Unità locali con sede in

provincia

Unità locali con sede

fuori provincia Totale

Udine 38 14 9 61

Pordenone 27 1 6 34

Trieste 3 2 2 7

Gorizia 5 0 3 8

FVG 73 17 20 110

Fonte: ns elaborazioni su dati Movimprese di Infocamere

Tabella 19 – Imprese e unità locali attive nel settore della metallurgia, III trimestre 2012

Provincia Sedi di impresa Unità locali con sede in

provincia

Unità locali con sede

fuori provincia Totale

Udine 39 14 10 63

Pordenone 21 1 14 36

Trieste 3 1 2 6

Gorizia 6 2 2 10

FVG 69 18 28 115

Fonte: ns elaborazioni su dati Movimprese di Infocamere

18 Le imprese possono essere istituite ed operare in unico luogo oppure in luoghi diversi mediante varie unità locali. Le varie unità locali possono trovarsi nella stessa o in diverse province; secondo la definizione ISTAT (ai fini del Censimento), l’unità locale è l'impianto (o corpo di impianti) situato in un dato luogo e variamente denominato (stabilimento, laboratorio, negozio, ristorante, albergo, bar, ufficio, studio professionale, ecc.) in cui viene effettuata la produzione o la distribuzione di beni o la prestazione di servizi. 19 Si ricorda che per sede d’impresa si intende il luogo dove l'impresa ha la sede legale.

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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Nel complesso, quindi, rispetto al 2009, sono aumentate le unità locali con sede legale fuori provincia, mentre

è rimasto praticamente invariato il numero di quelle con sede nella stessa provincia (Tabelle 18 e 19). A livello

territoriale si può osservare che gran parte dei siti produttivi si concentrano nelle province di Udine e

Pordenone; inoltre Trieste è l’unica provincia in cui si registra una variazione negativa, sebbene di un’unica

unità.

Tabella 20 – Variazione del numero di Imprese e unità locali attive nel settore della metallurgia, I trimestre 2009-III trimestre 2012

Provincia Sedi di impresa Unità locali con sede in

provincia

Unità locali con sede

fuori provincia Totale

Udine 1 0 1 2

Pordenone -6 0 8 2

Trieste 0 -1 0 -1

Gorizia 1 2 -1 2

FVG -4 1 8 5

Fonte: ns elaborazioni su dati Movimprese di Infocamere

La maggior parte delle imprese del settore sono di dimensioni medio-grandi, come testimoniato dalla

ripartizione per forma giuridica (Tabella 21 e Tabella 22).

Tabella 21 – Le imprese attive per forma giuridica, FVG III trimestre 2012

Società di capitali Società di persone Ditte individuali Totale

Udine 29 6 4 39

Pordenone 16 3 2 21

Trieste 3 0 0 3

Gorizia 3 1 2 6

FVG 51 10 8 69

Fonte: ns elaborazioni su dati Movimprese di Infocamere

Tabella 22 – Le imprese attive per forma giuridica (val. %), FVG III trimestre 2012

Società di capitali Società di persone Ditte individuali Totale

Udine 74,4 15,4 10,3 100,0

Pordenone 50,0 16,7 33,3 100,0

Trieste 100,0 0,0 0,0 100,0

Gorizia 76,2 14,3 9,5 100,0

FVG 73,9 14,5 11,6 100,0

Fonte: ns elaborazioni su dati Movimprese di Infocamere

Infatti 51 imprese su 69 (pari al 74%) sono costituite in forma di società di capitali (di cui 22 società per azioni),

mentre le ditte individuali che operano nel settore solo sono 8; inoltre le imprese artigiane sono 18, quindi circa

un quarto del totale.

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24 Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G.

Gli ultimi anni hanno fatto registrare, in Friuli Venezia Giulia, un saldo generalmente negativo tra le iscrizioni di

imprese metallurgiche nel Registro delle imprese e le cessazioni (Tabelle 23, 24 e 25); in tutte e quattro le

province ci registrano dei valori negativi nel periodo che va dal primo trimestre del 2009 al terzo trimestre del

2012. Tabella 23 – Iscrizioni nel Registro delle Imprese, settore della metallurgia, FVG 2009-2012

UD PN TS GO FVG

2009 0 1 0 0 1

2010 0 0 0 1 1

2011 1 0 0 0 1

201220

2 0 0 0 2

Totale 2009-12 3 1 0 1 5

Fonte: ns elaborazioni su dati Movimprese di Infocamere

Tabella 24 – Cessazioni dal Registro delle Imprese21

, settore della metallurgia, FVG 2009-2012

UD PN TS GO FVG

2009 2 1 1 1 5

2010 0 1 0 0 1

2011 1 1 0 1 3

2012 2 0 0 0 2

Totale 2009-12 5 3 1 2 11

Fonte: ns elaborazioni su dati Movimprese di Infocamere Tabella 25 – Saldi tra iscrizioni nel Registro delle Imprese e cessazioni, settore della metallurgia, FVG 2009-2012

UD PN TS GO FVG

2009 -2 0 -1 -1 -4

2010 0 -1 0 1 0

2011 0 -1 0 -1 -2

2012 0 0 0 0 0

Totale 2009-12 -2 -2 -1 -1 -6

Fonte: ns elaborazioni su dati Movimprese di Infocamere

Trattandosi di attività che richiedono importanti strutture produttive e rilevanti investimenti, non è

sorprendente che, rispetto ad altri comparti dell’industria, il numero sia di iscrizioni che di cessazioni sia

piuttosto contenuto.

20 In questa e nelle tabelle che seguono per il 2012 sono stati considerati i primi tre trimestri, mentre per i periodi precedenti gli anni completi. 21 Le cessazioni considerate sono depurate dalle cessazioni di ufficio. Si ricorda che, a partire dal 2005, in applicazione del D.p.r. 247 del 23/07/2004 e successiva circolare n° 3585/C del Ministero delle Attività Produttive, le Camere di commercio possono procedere alla cancellazione d’ufficio dal Registro delle imprese di aziende non più operative da almeno tre anni.

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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Tabella 26 – Imprese e unità locali della metallurgia per comparto e provincia, I trimestre 2009

Codice Ateco 2007 UD PN TS GO FVG

CH24 - METALLURGIA22 4 0 1 1 6

CH241-Prodotti della siderurgia 17 4 2 0 23

CH242-Tubi, condotti, profilati cavi 8 5 0 1 14

CH243-Altri prodotti della prima trasformazione dell'acciaio 12 6 0 2 20

CH244-Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi 7 6 0 1 14

CH245-Prodotti della fusione della ghisa e dell'acciaio 13 13 4 3 33

Totale metallurgia 61 34 7 8 110

Fonte: ns elaborazioni su dati ns elaborazioni su dati Movimprese di Infocamere

Tabella 27 – Imprese e unità locali della metallurgia per comparto e provincia, III trimestre 2012

Codice Ateco 2007 UD PN TS GO FVG

CH24 - METALLURGIA 5 0 1 0 6

CH241-Prodotti della siderurgia 18 4 3 0 25

CH242-Tubi, condotti, profilati cavi 7 4 0 2 13

CH243-Altri prodotti della prima trasformazione dell'acciaio 11 10 0 2 23

CH244-Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi 6 6 0 3 15

CH245-Prodotti della fusione della ghisa e dell'acciaio 16 12 2 3 33

Totale metallurgia 63 36 6 10 115

Fonte: ns elaborazioni su dati ns elaborazioni su dati Movimprese di Infocamere

Per quanto concerne gli specifici comparti, il maggior numero di imprese operanti in regione sono fonderie (33

unità nel 2012), aziende siderurgiche (25) oppure si occupano della prima trasformazione (stiratura,

laminazione, ecc.) dell’acciaio (23).

A livello regionale negli ultimi anni si registra un incremento di 2 unità produttive nella siderurgia (1 in provincia

di Udine e 1 in quella di Trieste), di 3 unità nel comparto degli altri prodotti della prima trasformazione

dell’acciaio, di 1 unità nell’ambito della lavorazione dei metalli di base preziosi e metalli non ferrosi. Al contrario

l’unico comparto che presenta una variazione negativa (1 unità in meno rispetto a quasi quattro anni prima) è

quello della fabbricazione di tubi, condotti, profilati cavi (Tabella 28).

Tabella 28 – Variazione del numero di Imprese e unità locali attive nel settore della metallurgia per comparto e provincia, I trimestre 2009-III trimestre 2012

Codice Ateco 2007 UD PN TS GO FVG

CH24 - METALLURGIA 1 0 0 -1 0

CH241-Prodotti della siderurgia 1 0 1 0 2

CH242-Tubi, condotti, profilati cavi -1 -1 0 1 -1

CH243-Altri prodotti della prima trasformazione dell'acciaio -1 4 0 0 3

CH244-Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi -1 0 0 2 1

CH245-Prodotti della fusione della ghisa e dell'acciaio 3 -1 -2 0 0

Totale metallurgia 2 2 -1 2 5

Fonte: ns elaborazioni su dati ns elaborazioni su dati Movimprese di Infocamere

22 Ad alcune imprese è attribuito il generico codice Ateco “24”, senza ulteriore dettaglio.

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Ad integrazione dei dati presentati, per il 2010 (ultimo anno al momento disponibile) la banca dati Asia

dell’Istat indica 68 imprese operanti in regione nel settore della siderurgia e poco più di 5.100 addetti totali

(Tabella 29). Il dato è analogo a quello di fonte Infocamere Movimprese e relativo alle sedi di impresa in

regione, escluse le unità locali.

Come si può notare le province di Udine e Pordenone concentrano la gran parte degli addetti (94%), e anche le

imprese mediamente di più grandi dimensioni, seguite da Trieste. La provincia isontina si distingue per il

modesto numero di addetti (meno del 2% del totale) e per la presenza di imprese di piccole dimensioni.

Tabella 29 – Imprese e addetti nel settore della metallurgia, anno 2010

Provincia N. imprese N. addetti N. medio di addetti per impresa

Udine 39 3.146 81 Pordenone 20 1.657 83 Trieste 3 225 75 Gorizia 6 88 15 FVG 68 5.116 75

Fonte: ASIA, Istat

3.3 Il commercio con l’estero

Uno dei punti di forza dell’economia regionale è tradizionalmente costituito dall’interscambio commerciale con

l’estero; il Friuli Venezia Giulia si colloca infatti ai primi posti tra le regioni esportatrici italiane e per grado di

apertura dell’economia.

Nel 2009 le vendite all’estero delle imprese regionali, come conseguenza della crisi economica e del calo della

domanda internazionale, si sono ridotte di quasi il 20%, un dato in linea con la flessione registrata a livello

nazionale.

Nel biennio successivo tutte le principali regioni esportatrici italiane hanno recuperato e in alcuni casi superato

i livelli pre-crisi; il Friuli Venezia Giulia, nonostante l’andamento positivo del periodo 2010-2011, rimane ancora

ad un valore inferiore rispetto al 2008 di oltre 5 punti percentuali. Un ulteriore elemento negativo si può

rilevare dall’esame dei dati sull’export relativi al primo semestre del 2012 che, seppure ancora provvisori,

indicano una tendenza negativa rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-7,2%).

Anche le esportazioni dei prodotti dell’industria siderurgica del Friuli Venezia Giulia hanno subito un crollo nel

2009, ancora più accentuato rispetto alla media regionale in quanto si è trattato di un dimezzamento (-53%).

Si è infatti passati da un valore delle esportazioni pari a quasi 1,8 miliardi di euro (equivalente al 13,5% del

totale), a 844 milioni.

Analogamente a quanto riscontrato per gli altri settori dell’industria manifatturiera, il biennio 2010-2011 ha

segnato una fase positiva di riavvicinamento ai livelli pre-crisi. Il valore delle esportazioni dei prodotti della

siderurgia, nel 2011, è rimasto comunque inferiore di 8 punti percentuali rispetto a tre anni prima (Tabella 30).

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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Tabella 30 - Le esportazioni dei prodotti della metallurgia per provincia (milioni di euro correnti), 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011 var. ass. 2008-2011 var. % 2008-2011

Udine 1.169,1 1.546,8 654,3 906,4 1.253,2 -293,6 -19,0

Trieste 127,7 73,9 86,3 171,5 243,4 169,5 229,5

Pordenone 152,9 123,2 71,5 79,9 103,9 -19,3 -15,7

Gorizia 57,7 49,0 32,0 42,1 52,2 3,2 6,5

FVG 1.507,5 1.792,9 844,2 1.199,9 1.652,8 -140,1 -7,8

% su tot. export FVG 12,1 13,5 7,9 10,3 13,2

Fonte: ns elaborazioni su dati Istat

A livello territoriale, per quanto visto in precedenza, l’export della provincia di Udine costituisce oltre il 75% di

quello complessivo regionale, pertanto ne condiziona l’andamento; a seguire si trova la provincia di Trieste, con

una quota che è cresciuta tra il 2008 e il 2011.

Figura 1 - Le esportazioni dei prodotti della metallurgia per provincia (milioni di euro correnti), 2007-2011

Fonte: ns elaborazioni su dati Istat

I dati più recenti, relativi alla prima parte del 2012, seppure ancora provvisori indicano una tendenza positiva

(+10,4%) rispetto al primo semestre del 2011 (Tabella 31); solo la provincia di Gorizia presenta una variazione

negativa.

Tabella 31 - Le esportazioni dei prodotti della metallurgia per provincia (milioni di euro correnti), 2011-2012

I sem. 2011 I sem. 2012 var. ass. 2011-12 var. % 2011-12

Udine 628,2 691,5 63,3 10,1

Trieste 26,3 25,0 -1,3 15,0

Pordenone 118,2 135,9 17,7 10,9

Gorizia 53,7 59,5 5,9 -5,0

FVG 826,4 912,0 85,6 10,4

Fonte: ns elaborazioni su dati Istat. Dati 2012 provvisori

0,0

200,0

400,0

600,0

800,0

1.000,0

1.200,0

1.400,0

1.600,0

1.800,0

2.000,0

2007 2008 2009 2010 2011

GO

TS

PN

UD

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

28 Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G.

In termini di singoli comparti il valore delle vendite all’estero delle industrie siderurgiche costituisce circa il 70%

dell’export dei prodotti della siderurgia. Negli ultimi anni sono decisamente aumentate le esportazioni di

metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi, mentre sono diminuite quelle degli altri prodotti della prima

trasformazione dell’acciaio.

Tra il primo semestre del 2011 e il corrispondente periodo del 2012 si confermano in crescita sia l’export dei

prodotti siderurgici (+11,5%, Tabella 34), sia quello della categoria dei metalli di base preziosi e altri metalli non

ferrosi (+18,9%). Risultano invece in diminuzione le esportazioni di tubi e condotti (-7,3% su base semestrale),

un comparto che ha peraltro diminuito il proprio peso nell’ambito dell’export della siderurgia negli ultimi anni

(dal 6,8% del 2007 al 5,8% del 2011, Tabella 33).

Tabella 32 - Le esportazioni dei prodotti della metallurgia per comparto (milioni di euro correnti), 2007-2011

Codice Ateco 2007 2007 2008 2009 2010 2011 var. ass. 2008-11

var. % 2008-11

CH241-Prodotti della siderurgia 1.042,4 1.352,9 591,3 827,6 1.127,6 -225,3 -16,7

CH242-Tubi, condotti, profilati cavi 89,7 101,0 57,0 69,0 94,8 -6,1 -6,1

CH243-Altri prodotti della prima trasformazione dell'acciaio 200,9 211,2 89,1 96,8 127,0 -84,2 -39,9

CH244-Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi 139,2 94,8 77,5 184,0 285,1 190,3 200,8

CH245-Prodotti della fusione della ghisa e dell'acciaio 35,3 33,0 29,1 22,5 18,1 -14,8 -45,0

Totale prodotti della metallurgia 1.507,5 1.792,9 844,2 1.199,9 1.652,8 -140,1 -7,8

Fonte: ns elaborazioni su dati Istat

Tabella 33 - Le esportazioni dei prodotti della metallurgia per comparto (val. % su milioni di euro correnti), 2007-2011

Codice Ateco 2007 2007 2008 2009 2010 2011

CH241-Prodotti della siderurgia 65,6 69,1 75,5 70,0 69,0

CH242-Tubi, condotti, profilati cavi 6,8 6,0 5,6 6,8 5,8

CH243-Altri prodotti della prima trasformazione dell'acciaio 14,7 13,3 11,8 10,6 8,1

CH244-Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi 10,4 9,2 5,3 9,2 15,3

CH245-Prodotti della fusione della ghisa e dell'acciaio 2,5 2,3 1,8 3,5 1,9

Totale prodotti della metallurgia 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns elaborazioni su dati Istat

Tabella 34 - Le esportazioni dei prodotti della metallurgia per comparto (milioni di euro correnti), 2011-2012

Codice Ateco 2007 I sem. 2011 I sem. 2012 var. ass. 2011-12

var. % 2011-12

CH241-Prodotti della siderurgia 557,9 621,9 64,0 11,5

CH242-Tubi, condotti, profilati cavi 51,9 48,1 -3,8 -7,3

CH243-Altri prodotti della prima trasformazione dell'acciaio 70,1 73,2 3,1 4,4

CH244-Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi 135,1 160,6 25,5 18,9

CH245-Prodotti della fusione della ghisa e dell'acciaio 11,4 8,1 -3,2 -28,5

Totale prodotti della metallurgia 826,4 912,0 85,6 10,4

Fonte: ns elaborazioni su dati Istat

Le esportazioni di prodotti della siderurgia del Friuli Venezia Giulia costituiscono oltre il 5% del totale nazionale

(Tabella 35); si tratta di un’incidenza considerevole se confrontata con il peso della regione su scala nazionale

(che è pari a circa la metà in termini di popolazione, valore aggiunto, ecc.). Infatti il Friuli Venezia Giulia si

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G. 29

posiziona subito dietro le maggiori regioni italiane; Udine si colloca tra le prime dieci province esportatrici di

prodotti della siderurgia a livello nazionale.

Il Friuli Venezia Giulia (-7,8%) e la Puglia (-10,7%) sono inoltre le uniche regioni, tra le principali italiane, a non

aver recuperato i livelli pre-crisi di export dei prodotti metallurgici.

Tabella 35 – Le principali regioni italiane esportatrici di prodotti della metallurgia (milioni di euro correnti), 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011 var. ass. 2008-11

var. % 2008-11

Lombardia 10.474,2 11.113,3 7.290,9 9.260,7 11.585,5 -34,4 4,2

Toscana 1.879,4 1.838,8 2.282,2 3.029,2 5.240,6 24,1 185,0

Veneto 3.057,6 2.973,5 1.733,9 2.441,1 3.228,9 -41,7 8,6

Piemonte 2.121,5 2.155,2 1.244,6 1.724,3 2.194,8 -42,2 1,8

Emilia-Romagna 2.108,2 2.108,2 1.391,6 1.803,9 2.109,9 -34,0 0,1

FVG 1.507,5 1.792,9 844,2 1.199,9 1.652,8 -52,9 -7,8

Puglia 1.389,4 1.548,7 886,4 1.152,7 1.382,8 -42,8 -10,7

Umbria 1.184,9 920,9 590,3 847,7 1.012,1 -35,9 9,9

Altre regioni 2.477,3 2.465,0 1.310,6 1.877,4 2.484,4 -46,8 0,8

Italia 26.200,0 26.916,6 17.574,8 23.336,8 30.891,7 -34,7 14,8

Fonte: ns elaborazioni su dati Istat

Tabella 36 – Le principali regioni italiane esportatrici di prodotti della metallurgia (valori % calcolati su milioni di euro correnti), 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011

Lombardia 40,0 41,3 41,5 39,7 37,5

Toscana 7,2 6,8 13,0 13,0 17,0

Veneto 11,7 11,0 9,9 10,5 10,5

Piemonte 8,1 8,0 7,1 7,4 7,1

Emilia-Romagna 8,0 7,8 7,9 7,7 6,8

FVG 5,8 6,7 4,8 5,1 5,4

Puglia 5,3 5,8 5,0 4,9 4,5

Umbria 4,5 3,4 3,4 3,6 3,3

Altre regioni 9,5 9,2 7,5 8,0 8,0

Italia 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns elaborazioni su dati Istat

L’export dei prodotti dell’industria siderurgica regionale è infine destinato prevalentemente al mercato interno

dell’Unione Europea; circa metà delle esportazioni (in valore) si concentrano in soli quattro paesi: Germania,

Austria, Francia e Slovenia (Tabella 37 e Tabella 38).

Le vendite delle imprese metallurgiche regionali in Slovenia sono diminuite del 21% tra il 2008 e il 2011,

mentre nei confronti degli altri tre principali paesi e dell’Unione Europea nel suo complesso si può riscontrare

un recupero (+4,7%).

Altri importanti mercati in cui si rileva una contrazione della domanda di prodotti della siderurgia rispetto al

2008 sono: l’Algeria (-70%), la Croazia (-55,6%) e la Spagna (-10,5%).

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

30 Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G.

Tabella 37 - Le esportazioni dei prodotti della metallurgia per paese di destinazione (milioni di euro correnti), 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011 var. ass. 2008-11

var. % 2008-11

Germania 270,1 339,7 121,0 218,0 365,9 26,2 7,7

Austria 160,8 167,1 67,3 134,8 192,9 25,8 15,4

Francia 173,2 153,4 87,4 115,7 154,5 1,2 0,8

Slovenia 156,1 150,1 78,5 117,9 118,2 -31,9 -21,3

Altri paesi 385,8 519,0 284,1 286,1 410,9 -108,1 -20,8

Totale 1.507,5 1.792,9 844,2 1.199,9 1.652,8 -140,1 -7,8

UE 27 1.169,2 1.260,5 566,4 958,2 1.320,1 59,6 4,7

Fonte: ns elaborazioni su dati Istat Tabella 38 - Le esportazioni dei prodotti della metallurgia per paese di destinazione (val. % calcolati su milioni di euro correnti),

2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011

Germania 17,9 18,9 14,3 18,2 22,1

Austria 10,7 9,3 8,0 11,2 11,7

Francia 11,5 8,6 10,3 9,6 9,3

Slovenia 10,4 8,4 9,3 9,8 7,1

Altri paesi 49,6 54,8 58,1 51,1 49,7

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

UE 27 77,6 70,3 67,1 79,9 79,9

Fonte: ns elaborazioni su dati Istat

3.4 Le dinamiche occupazionali

Per cogliere le dinamiche occupazionali che si sono verificate nel settore siderurgico, è possibile innanzitutto

esaminare i dati forniti dall’Inps e relativi agli addetti che hanno avuto almeno un versamento contributivo per

lavoro subordinato nel corso del mese di competenza.

Nelle tabelle che seguono vengono pertanto riportate le medie annuali, calcolate sui dati mensili, del numero

di lavoratori dipendenti nel settore della siderurgia regionale. Tabella 39 - Lavoratori dipendenti nell’industria metallurgica, FVG 2007-2011 (medie annuali)

2007 2008 2009 2010 2011 var. ass. 2008-11

var. % 2008-11

Udine 3.840 4.045 3.765 3.532 3.608 -437 -10,8

Pordenone 1.029 1.003 949 956 955 -48 -4,8

Trieste 709 717 685 677 671 -46 -6,4

Gorizia 120 139 94 91 87 -52 -37,4

FVG 5.697 5.903 5.493 5.256 5.321 -582 -9,9

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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Grafico 8 - Lavoratori dipendenti nell’industria metallurgica, FVG 2007-2011 (dati mensili)

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

In base a tale computo, lo stock dei lavoratori dipendenti nell’industria siderurgica nel 2007 era pari in media a

circa 5.700 unità (Tabella 35), concentrati per due terzi nella provincia di Udine, seguita dalle province di

Pordenone (18%) e Trieste (13%); la provincia di Gorizia presenta invece un numero limitato di occupati, pari al

2% del totale regionale. Il 2008 ha segnato un incremento dell’occupazione dipendente nel settore, pari nel

complesso al 3,6% (da 5.700 a 5.900 unità); dal 2008 al 2010, in linea con le tendenze che hanno interessato

l’intera industria, si rileva al contrario una sensibile contrazione. I dati evidenziano una diminuzione del 10%

degli occupati dipendenti nell’industria siderurgica regionale in tre anni, da 5.900 a 5.300 unità circa. A livello

provinciale la diminuzione di maggiore entità in termini assoluti è quella della provincia di Udine (-437 unità),

mentre in termini percentuali la provincia di Gorizia presenta una flessione pari al 37%.

Tra il 2010 e il 2011 si è comunque rilevata una moderata ripresa dell’occupazione dipendente (nel complesso

+1,2%), peraltro limitata alla sola provincia di Udine (+2,2%); nel resto del territorio regionale la situazione è

rimasta praticamente invariata.

Tabella 40 - Lavoratori dipendenti nel settore della metallurgia, principali regioni, Italia 2007-2011 (medie annuali)

2007 2008 2009 2010 2011 var. ass. 2008-11 var. % 2008-11

Lombardia 48.034 48.225 46.658 44.405 44.185 -4.040 -8,4

Veneto 15.297 15.291 14.271 13.341 13.297 -1.994 -13,0

Puglia 14.335 13.988 12.732 12.605 12.601 -1.387 -9,9

Piemonte 14.699 13.701 12.484 11.132 10.424 -3.277 -23,9

Emilia-R. 7.177 7.202 6.825 6.804 6.849 -353 -4,9

Toscana 6.795 6.954 6.638 6.402 6.399 -555 -8,0

FVG 5.697 5.903 5.493 5.256 5.321 -582 -9,9

Umbria 4.224 4.584 4.528 4.405 4.412 -172 -3,8

Altre regioni 21.698 21.456 19.045 18.245 18.060 -3.396 -15,8

Italia 137.956 137.304 128.674 122.595 121.548 -15.756 -11,5

Fonte: ns elaborazioni su dati Movimprese

5.000

5.100

5.200

5.300

5.400

5.500

5.600

5.700

5.800

5.900

6.000

gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

gen

feb

mar

apr

mag

giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

2007 2008 2009 2010 2011

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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Se si confronta l’andamento del Friuli Venezia Giulia con quello delle principali regioni italiane (Tabella 40), si

può notare come la diminuzione registrata in regione sia abbastanza in linea con il dato nazionale (-11,5%);

solo il Veneto (-13%) e soprattutto il Piemonte (-23,9%) presentano una flessione dell’occupazione dipendente

di entità maggiore.

La contrazione rispetto ai livelli pre-crisi in Friuli Venezia Giulia si concentra, in termini di fasce di età, nelle

classi più giovani, in particolare al di sotto dei 35 anni, che perdono quasi un terzo degli occupati in tre anni

(Tabella 41); il calo registrato tra i 35-44enni è decisamente più contenuto (-7%). Risulta al contrario stabile

l’occupazione nella fascia di età 45-54 anni (-0,5%) e addirittura in netto aumento tra gli over 55 (+20%).

Quest’ultimo dato è attribuibile, oltre che ad un generale processo di invecchiamento della forza lavoro, anche

alle recenti modifiche della legislazione in materia pensionistica. Si tenga infine presente che i dati illustrati

includono anche i lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni.

Tabella 41 - Lavoratori dipendenti nell’industria metallurgica per classe di età, FVG 2008-2011 (medie annuali)

classe di età 2008 2011 var. ass. 2008-11 var. % 2008-11

15-24 294 183 -111 -37,8

25-34 1.369 972 -397 -29,0

35-44 2.130 1.981 -149 -7,0

45-54 1.696 1.688 -8 -0,5

55 e oltre 415 497 82 19,8

Totale 5.90423

5.321 -583 -9,9

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

Per quanto concerne la tipologia contrattuale, in termini relativi il ridimensionamento più consistente dello

stock occupazionale ha riguardato i rapporti lavorativi a tempo determinato (-37,4%) rispetto a quelli a tempo

indeterminato (-6,9%). Tale dato, confrontato con quello precedente riferito alle classi di età, indica che le

conseguenze maggiori dell’attuale crisi del settore siderurgico hanno riguardato per ora i lavoratori più giovani,

con dei rapporti di lavoro a termine. È chiaro che di fronte alla crisi le imprese reagiscono, in prima battuta, sia

riducendo il numero delle nuove assunzioni (come verrà illustrato in seguito), sia tramite il mancato rinnovo dei

contratti a termine.

Tabella 42 - Lavoratori dipendenti nell’industria metallurgica per tipologia contrattuale, FVG 2008-2011 (medie annuali)

2008 2011 var. ass. 2008-11 var. % 2008-11

Tempo determinato 575 360 -215 -37,4

Tempo indeterminato 5.328 4.962 -366 -6,9

Totale 5.903 5.321 -582 -9,9

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

A conferma e integrazione di quanto affermato si può notare che, in termini di qualifiche dei lavoratori, la crisi,

oltre ad aver fortemente penalizzato gli operai, ha ridimensionato il numero degli apprendisti nel settore

siderurgico.

23 La differenza rispetto al totale delle altre tabelle, trattandosi di valori medi annuali, dipende dagli arrotondamenti.

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Tabella 43 - Lavoratori dipendenti nell’industria metallurgica per qualifica, FVG 2008-2011 (medie annuali)

2008 2011 var. ass. 2008-11 var. % 2008-11

Operai 4.548 4.090 -458 -10,1

Impiegati 1.197 1.110 -87 -7,3

Quadri 60 63 3 5,0

Dirigenti 49 46 -3 -6,1

Apprendisti 48 14 -34 -70,8

Altro 1 0 -1 -100,0

Totale 5.903 5.321 -582 -9,9

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

Questa categoria ha infatti perso il 70% degli addetti tra il 2008 e il 2011, un andamento che indica un forte

rallentamento del turnover, in linea con la penalizzazione delle fasce più giovani; il numero di dirigenti e quadri,

come è prevedibile, appare stabile negli ultimi anni.

Come è noto nel settore siderurgico il maggior numero di addetti (il 90%) è di genere maschile; tra il 2008 e il

2011, in termini percentuali, la diminuzione più sensibile ha riguardato però la componente femminile (-20,6%

contro -8,7%, Tabella 44). Tabella 44 - Lavoratori dipendenti nell’industria metallurgica per genere, FVG 2008-2011 (medie annuali)

2008 2011 var. ass. 2008-11 var. % 2008-11

Maschi 5.324 4.861 -463 -8,7

Femmine 579 460 -119 -20,6

Totale 5.903 5.321 -582 -9,9

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

Se si osservano congiuntamente le variazioni per sesso e classe di età si conferma la particolare contrazione

dell’occupazione dei più giovani anche per le donne, mentre l’incremento rilevato nella fascia di età over 54 ha

riguardato esclusivamente gli uomini.

Tabella 45 - Lavoratori dipendenti nell’industria metallurgica per genere e classe di età, FVG variazione 2008-2011 (medie

annuali)

Variazione assoluta 2008-2011 Variazione percentuale 2008-2011 classe di età

M F Totale M F Totale

meno di 25 -94 -17 -111 -34,4 -81,0 -37,8

25-34 -329 -67 -397 -27,6 -37,6 -29,0

35-44 -123 -26 -149 -6,3 -13,7 -7,0

45-54 -2 -6 -8 -0,1 -3,8 -0,5

55 e oltre 83 -3 82 21,7 -8,8 19,8

Totale -46524

-119 -583 -8,7 -20,5 -9,9

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

Dopo aver analizzato i dati relativi allo stock dei lavoratori dipendenti nell’industria siderurgica regionale, nella

sezione seguente verranno analizzati i dati di flusso in entrata e uscita dal mercato del lavoro, ossia le nuove

assunzioni e le cessazioni dei rapporti di lavoro.

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Tabella 46 - Assunzioni nel settore della metallurgia25, FVG 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011 var. % 2007-

2009 var. % 2009-

2011 var. % 2007-

2011

Udine 809 476 196 215 429 -75,8 118,9 -47,0

Pordenone 335 257 171 184 144 -49,0 -15,8 -57,0

Trieste 85 95 72 49 30 -15,3 -58,3 -64,7

Gorizia 63 42 11 17 22 -82,5 100,0 -65,1

FVG 1.292 870 450 465 625 -65,2 38,9 -51,6

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

Le assunzioni nel settore della siderurgia riflettono l’andamento negativo finora osservato, con un crollo del

65% tra il 2007 e il 2009, seguito da un parziale recupero nel biennio successivo (+39%); nel 2011 ci si attesta

infine ad un livello pari alla metà di quello del 2007 (Tabella 46). Tale tendenza rispecchia soprattutto la

dinamica della provincia di Udine, mentre Trieste e Pordenone presentano una flessione anche nel biennio

2009-2011. Tabella 47 - Cessazioni nel settore della metallurgia, FVG 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011 var. % 2007-

2009 var. % 2009-

2011 var. % 2007-

2011

Udine 425 411 378 358 257 -11,1 -32,0 -39,5

Pordenone 258 292 294 199 139 14,0 -52,7 -46,1

Trieste 75 97 82 63 45 9,3 -45,1 -40,0

Gorizia 55 46 21 62 15 -61,8 -28,6 -72,7

FVG 813 846 775 682 456 -4,7 -41,2 -43,9

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t Tabella 48 – Saldi tra assunzioni e cessazioni nel settore della metallurgia, FVG 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011 somma 2007-2011

Udine 384 65 -182 -143 172 296

Pordenone 77 -35 -123 -15 5 -91

Trieste 10 -2 -10 -14 -15 -31

Gorizia 8 -4 -10 -45 7 -44

FVG 479 24 -325 -217 169 130

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

Il confronto con le cessazioni dei rapporti di lavoro evidenzia l’andamento negativo a partire dal 2008, quando

si passa a livello regionale da un saldo fortemente positivo a un sostanziale pareggio; il biennio successivo è

contrassegnato da saldi decisamente negativi, mentre il 2011 fa registrare un nuovo risultato positivo,

attribuibile però alla sola provincia di Udine (Tabella 48). Quest’ultimo dato è in linea con la ripresa

dell’occupazione dipendente nel settore evidenziata in precedenza nella provincia di Udine; il territorio friulano

è anche l’unico a registrare un risultato complessivamente positivo nel quinquennio 2007-2011.

24 Le differenze rispetto ai totali della tabella precedente, trattandosi di valori medi annuali, dipendono dagli arrotondamenti. 25 Si ricorda che i dati di fonte Ergon@t sono aggiornati al mese di novembre 2012. Inoltre nelle tabelle in cui i dati sono disaggregati a livello territoriale, sono stati esclusi alcuni movimenti che non è stato possibile attribuire con precisione ad alcuna provincia. Nel periodo 2007-2011 sono in tutto 35 assunzioni e 40 cessazioni.

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Tabella 49 - Assunzioni nel settore della metallurgia, FVG I semestre 2011- I semestre 2012

I sem. 2011 I sem. 2012 var. % I 2011 – I 2012

Udine 249 143 -42,6

Pordenone 101 58 -42,6

Trieste 14 27 92,9

Gorizia 16 7 -56,3

FVG 380 235 -38,2

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

Gli ultimi dati attualmente disponibili, relativi al primo semestre del 2012, mostrano un’ulteriore netta

diminuzione del numero di nuovi rapporti di lavoro nel settore della siderurgia rispetto allo stesso periodo

dell’anno precedente, pari a quasi il 40%.

Tabella 50 - Assunzioni nel settore della metallurgia per tipologia contrattuale (val. %), FVG 2007- 2011

Tipologia contrattuale 2007 2008 2009 2010 2011 diff. 2007-11

Apprendistato 3,2 1,2 2,0 1,3 1,3 -2,0

Tempo determinato 28,6 47,7 45,4 38,7 39,0 10,4

Tempo indeterminato 64,5 45,9 43,4 46,4 50,9 -13,5

Parasubordinato 1,8 3,6 8,3 8,8 4,9 3,1

Intermittente 0,0 0,0 0,0 0,6 0,6 0,6

Tirocinio 1,9 1,5 0,9 4,3 3,3 1,4

Totale complessivo 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

Il periodo 2008-2011 è stato anche caratterizzato da una diminuzione dell’incidenza delle nuove assunzioni a

tempo indeterminato a favore di tipologie contrattuali a tempo determinato; il peso delle prime sul totale è

diminuito di 13,5 punti percentuali, quello delle seconde è cresciuto di 10,4 (Tabella 50). Si noti che in questi

ultimi anni di crisi si registra una diminuzione del ricorso al contratto di apprendistato nell’industria siderurgica,

una tendenza ravvisabile a livello più generale. Inoltre, nonostante la forte contrazione, i rapporti di lavoro a

tempo indeterminato nel settore in esame costituiscono ancora una quota molto importante, decisamente

superiore alla media generale.

La maggior parte delle assunzioni nel settore della metallurgia regionale riguarda il comparto siderurgico,

seguito da quello delle fonderie; assieme comprendono circa il 70% dei nuovi rapporti di lavoro negli ultimi

anni.

Tabella 51 - Assunzioni nel settore della metallurgia per comparto (val. %), FVG 2007-2011

Codice Ateco 2007 e denominazione 2007 2008 2009 2010 2011

24.1 Siderurgia 53,8 49,3 50,2 35,8 44,8

24.2 Fabbr. di tubi, condotti, profilati cavi e relativi accessori in acciaio 8,8 7,2 5,5 10,5 6,2

24.3 Fabbricazione di altri prodotti della prima trasformazione dell'acciaio 9,0 9,9 9,3 16,9 17,2

24.4 Produzione di metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi 7,3 5,4 6,2 10,7 5,9

24.5 Fonderie 21,2 28,2 28,8 26,1 25,9

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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L’esame delle assunzioni e delle cessazioni per classe di età mostra una diminuzione del peso delle assunzioni

nella fascia di età 35-44 anni tra il 2007 e il 2011 e dei saldi fortemente negativi per le classi di età al di sopra

dei 45 anni. La fascia di età compresa tra i 45 e i 54 anni appare pertanto uno dei target più fragili in quanto,

alla luce delle recenti evoluzioni normative, si tratta di soggetti che, una volta perso il lavoro, incontrano

maggiori difficoltà rispetto alle fasce più giovani a trovare una nuova occupazione stabile, e che allo stesso

tempo hanno visto aumentare sensibilmente l’età del pensionamento.

Tabella 52 – Assunzioni nel settore della metallurgia per classe di età, FVG 2007- 2011

classe di età 2007 2008 2009 2010 2011 var. % 2007-09 var. % 2009-11 var. % 2007-11

15-24 233 194 63 89 124 -73,0 96,8 -46,8 25-34 432 277 119 141 211 -72,5 77,3 -51,2 35-44 415 254 153 111 168 -63,1 9,8 -59,5 45-54 157 106 72 76 84 -54,1 16,7 -46,5

55 e oltre 58 51 49 51 49 -15,5 0,0 -15,5 Totale 1.295 882 456 468 636 -64,8 39,5 -50,9

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

Tabella 53 – Assunzioni nel settore della metallurgia per classe di età (val. %), FVG 2007- 2011

classe di età 2007 2008 2009 2010 2011 diff. 2007-11

15-24 18,0 22,0 13,8 19,0 19,5 1,5 25-34 33,4 31,4 26,1 30,1 33,2 -0,2 35-44 32,0 28,8 33,6 23,7 26,4 -5,6 45-54 12,1 12,0 15,8 16,2 13,2 1,1

55 e oltre 4,5 5,8 10,7 10,9 7,7 3,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

Tabella 54 – Cessazioni nel settore della metallurgia per classe di età, FVG 2007- 2011

classe di età 2007 2008 2009 2010 2011 var. % 2007-09 var. % 2009-11 var. % 2007-11

15-24 101 134 87 58 49 -13,9 -43,7 -51,5 25-34 206 224 197 140 103 -4,4 -47,7 -50,0 35-44 247 245 210 178 113 -15,0 -46,2 -54,3 45-54 116 127 134 141 76 15,5 -43,3 -34,5

55 e oltre 148 123 156 173 126 5,4 -19,2 -14,9 Totale 818 853 784 690 467 -4,2 -40,4 -42,9

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

Tabella 55 – Saldi tra assunzioni e cessazioni nel settore della metallurgia per classe di età, FVG 2007- 2011

classe di età 2007 2008 2009 2010 2011

15-24 132 60 -24 31 75 25-34 226 53 -78 1 108 35-44 168 9 -57 -67 55 45-54 41 -21 -62 -65 8

55 e oltre -90 -72 -107 -122 -77 Totale 477 162 -322 -210 71

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

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Grafico 9 - Assunzioni nel settore della metallurgia per cittadinanza (val. %), FVG 2007- 2011

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

Il settore siderurgico si caratterizza per una forte peso del lavoro maschile; le assunzioni di lavoratrici donne

costituiscono infatti solo una piccola parte, peraltro in leggera diminuzione negli ultimi anni: erano pari al

12,5% nel 2008, sono scese sotto il 10% nel 2011.

Nel complesso l’incidenza delle assunzioni dei lavoratori di cittadinanza italiana risulta in crescita negli ultimi

anni, a scapito soprattutto di quelle degli stranieri extracomunitari (dal 17,1% nel 2010 all’8,6% nel 2011). Le

assunzioni degli stranieri comunitari riguardano quasi esclusivamente i lavoratori provenienti dalla Romania

(oltre l’85%); quelle degli extracomunitari soprattutto lavoratori provenienti da Marocco, Albania e Ghana.

Tabella 56 – Assunzioni, cessazioni e saldi per principali qualifiche dei lavoratori, FVG 2007-2011

valori assoluti % sul totale qualifiche

assunzioni cessazioni saldi assunzioni cessazioni

operaio siderurgico 236 125 111 6,3 3,5

meccanico manutentore 126 94 32 3,4 2,6

saldatore 101 82 19 2,7 2,3

formatore animista di fonderia 107 91 16 2,9 2,5

operaio metallurgico 306 307 -1 8,2 8,5 operai addetti a macchine utensili automatiche e semiautomatiche industriali

129 138 -9 3,5 3,8

manovale in ferro 31 119 -88 0,8 3,3 segretari, archivisti, tecnici degli affari generali ed assimilati

68 161 -93 1,8 4,5

personale non qualificato delle attività industriali ed assimilati

165 285 -120 4,4 7,9

altri artigiani ed operai addetti all'edilizia 208 372 -164 5,6 10,3

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

69,2 71,977,2 73,5

84,7

17,3 12,47,7

9,4

13,5 15,8 15,1 17,18,6

6,6

0%

20%

40%

60%

80%

100%

2007 2008 2009 2010 2011

Italiani Stranieri comunitari Stranieri extracomunitari

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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Per quanto concerne le qualifiche dei lavoratori, negli ultimi anni le assunzioni hanno riguardato soprattutto gli

operai metallurgici e siderurgici, le cessazioni soprattutto la categoria degli artigiani e operai addetti all’edilizia

(Tabella 56). I saldi vedono dei valori positivi per gli operai siderurgici, i meccanici manutentori, i saldatori e i

formatori animisti di fonderia. All’opposto qualifiche meno specializzate come quelle del personale non

qualificato delle attività industriali ed assimilati e degli altri artigiani ed operai addetti all'edilizia presentano

dei saldi decisamente negativi. È probabile che quest’ultimo risultato sia correlato a quanto visto in merito ai

lavoratori extracomunitari, spesso meno qualificati dei lavoratori italiani o stranieri comunitari.

Tabella 57 – Assunzioni e cessazioni relative alle sole imprese ancora attive nel 2012, 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011 var. % 2007-09 var. % 2009-11 var. % 2007-11

Assunzioni 1.215 807 338 425 616 -72,2 82,2 -49,3

Cessazioni 709 763 686 498 435 -3,2 -36,6 -38,6

Saldo 506 44 -348 -73 181

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

Infine, se si considerano esclusivamente le aziende ancora attive nel 2012, escludendo quindi quelle che negli

ultimi anni sono cessate, divenute inattive o che hanno delle procedure concorsuali in atto, si ottiene il quadro

presentato nella Tabella 53. Rispetto a quanto visto in precedenza (Tabelle 42, 43, 44), si ottiene un saldo

maggiormente positivo nel 2007 e nel 2008, un risultato peggiore nel 2009 e nuovamente dei saldi più

favorevoli nell’ultimo biennio.

3.5 Il ricorso agli ammortizzatori sociali

L’intensità del ricorso agli ammortizzatori sociali da parte delle imprese costituisce senza dubbio un

importante indicatore dello stato di salute di un settore, in particolar modo nell’ambito dell’industria.

Prima di esaminare i dati relativi alle ore di Cassa integrazione autorizzate, occorre premettere che il monte ore

relativo a un mese dipende dalle richieste avanzate dalle imprese nei mesi precedenti e dal tempo medio

impiegato dall’Inps per definire le pratiche; le tempistiche possono variare a seconda del tipo di Cassa

integrazione richiesta (ordinaria, straordinaria, in deroga) e di fattori contingenti (come il livello di sovraccarico

degli uffici)26. Esiste dunque uno scarto temporale fra il momento in cui l’impresa chiede di poter usufruire della

Cassa integrazione e quello in cui l’istanza è autorizzata dall’Inps; peraltro, è plausibile immaginare che le

imprese ne tengano conto, anticipando di conseguenza le proprie richieste. I dati sulla Cassa Integrazione

fotografano, dunque, non tanto e non solo l’andamento dell’economia reale, quanto più verosimilmente le

aspettative a breve termine delle imprese.

Per quanto riguarda la Cassa integrazione guadagni, il 2009 ha segnato un anno di rottura con il periodo

precedente, passando in Friuli Venezia Giulia da un totale di 4,3 milioni di ore autorizzate nel 2008 a 17,7

milioni. Nel 2010 si è registrato un picco pari a quasi 26 milioni di ore, un valore record analogo a quelli che in

26 Si veda in proposito Lorenzo Maraviglia, Cassa integrazione in controluce, disponibile su www.lavoce.info del 04.09.2012.

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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passato si erano raggiunti in un altro periodo di profonda crisi dell’industria regionale, alla metà degli anni

Ottanta. Il 2011 ha fatto infine mostrato una flessione rispetto al 2010, con 21,8 milioni di ore, ma si tratta di

un valore ancora estremamente elevato. Nel settore siderurgico il picco di ore richieste e autorizzate di CIG è

stato invece raggiunto un anno prima, nel 2009, con un totale di circa 1 milione di ore contro meno di 50mila

dell’anno precedente (Tabella 58). Il 2010 ha fatto segnare una prima diminuzione (773mila ore complessive),

seguita da un ulteriore calo l’anno successivo (350mila ore). La provincia di Udine, dato il maggior peso in

termini occupazionali, è quella che fa segnare anche il numero più elevato di ore di CIG.

Tabella 58 – Totale delle ore di CIG autorizzate nell’industria metallurgica, 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011

Udine 39.928 41.830 564.778 512.344 295.859

Pordenone 0 6.911 223.574 135.947 30.458

Trieste 0 0 177.412 33.157 24.254

Gorizia 0 0 37.655 91.840 0

Totale 39.928 48.741 1.003.419 773.288 350.571

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps Tabella 59 – Ore di CIGO autorizzate nell’industria metallurgica27, 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011

Udine 1.656 21.516 313.618 87.440 41.800

Pordenone 0 6.911 220.270 99.976 27.666

Trieste 0 0 177.412 33.157 24.254

Gorizia 0 0 37.655 12.800 0

Totale 1.656 28.427 748.955 233.373 93.720

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps Tabella 60 – Ore di CIGS autorizzate nell’industria metallurgica, 2007-2011

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps Tabella 61 – Ore di CIGD autorizzate nell’industria metallurgica, 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011

Udine 0 0 2.712 992 5.900

Pordenone 0 0 3.304 1.880 0

Trieste 0 0 0 0 0

Gorizia 0 0 0 0 0

Totale 0 0 6.016 2.872 5.900

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

27 I dati Inps sulla CIG sono disaggregati in base alla classificazione delle attività economiche Ateco 2002.

2007 2008 2009 2010 2011

Udine 38.272 20.314 248.448 423.912 248.159

Pordenone 0 0 0 34.091 2.792

Trieste 0 0 0 0 0

Gorizia 0 0 0 79.040 0

Totale 38.272 20.314 248.448 537.043 250.951

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

40 Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G.

Il 2009 ha segnato un forte incremento degli interventi ordinari e straordinari di CIG nell’industria siderurgica; è

stato anche l’anno in cui sono stati attivati gli interventi in deroga alla normativa vigente, in seguito all’accordo

Stato-Regioni. Gli interventi in deroga, rivolti soprattutto alle imprese di piccole dimensione (che nel settore

delle siderurgia sono relativamente poco numerose come già evidenziato), presentano nel triennio 2009-2011

dei valori molto contenuti. Come rilevato a livello nazionale, anche a livello regionale tra il 2009 e il 2011 si

assiste a una diminuzione delle ore di CIG ordinaria, in parte compensata da un incremento degli interventi

straordinari.

Grafico 10 – Andamento semestrale delle ore di CIG autorizzate nel settore metallurgico, FVG 2007-2012

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

Con il nuovo peggioramento del quadro congiunturale, il parziale riassorbimento della Cassa integrazione

osservato a livello generale nel 2011 non appare destinato a durare, e infatti nel 2012 si è avuto un nuovo

aumento del ricorso alla CIG, caratterizzato peraltro da un nuovo incremento della componente ordinaria che

potrebbe anticipare un nuovo ciclo di crisi aziendali28.

La tendenza generale evidenziata si può riscontrare anche nel comparto siderurgico. Nei primi dieci mesi del

2012 si è infatti registrato un sensibile aumento del ricorso alla CIG ordinaria (+78% rispetto allo stesso

periodo dell’anno precedente), concentrato nelle province di Pordenone e Trieste (Tabella 62), che potrebbe

anticipare un nuovo ciclo di crisi aziendali; risultano al contrario in sensibile calo gli interventi straordinari e in

deroga.

Tabella 62 - Ore di CIG autorizzate nell’industria metallurgica per tipologia, FVG 2011-2012 (periodo gennaio-ottobre di ogni

anno)

2011 2012 var. ass. 2011-12 var. % 2011-12

CIGO 86.644 154.550 67.906 78,4

CIGS 234.989 114.241 -120.748 -51,4

CIGD 5.644 1.432 -4.212 -74,6

Totale 327.277 270.223 -57.054 -17,4

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

28 Si veda in proposito Cnel, Rapporto sul mercato del lavoro 2011-2012, 18 settembre 2012.

0

100.000

200.000

300.000

400.000

500.000

600.000

700.000

I II I II I II I II I II I

2007 2008 2009 2010 2011 2012

CIGS

CIGO

CIGD

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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Tabella 63 - Ore di CIGO autorizzate nell’industria metallurgica, 2011-2012 (periodo gennaio-ottobre di ogni anno)

2011 2012 var. ass. 2011-12 var. % 2011-12

Udine 39.015 23.745 -15.270 -39,1

Pordenone 23.375 75.345 51.970 222,3

Trieste 24.254 54.932 30.678 126,5

Gorizia 0 528 528 n.c.

Totale 86.644 154.550 67.906 78,4

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

Tabella 64 - Ore di CIGS autorizzate nell’industria metallurgica, 2011-2012 (periodo gennaio-ottobre di ogni anno)

2011 2012 var. ass. 2011-12 var. % 2011-12

Udine 232.197 114.241 -117.956 -50,8

Pordenone 2.792 0 -2.792 -100,0

Trieste 0 0 0 n.c.

Gorizia 0 0 0 n.c.

Totale 234.989 114.241 -120.748 -51,4

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

Tabella 65 - Ore di CIGD autorizzate nell’industria metallurgica, 2011-2012 (periodo gennaio-ottobre di ogni anno)

2011 2012 var. ass. 2011-12 var. % 2011-12

Udine 5.644 1.432 -4.212 -74,6

Pordenone 0 0 0 n.c.

Trieste 0 0 0 n.c.

Gorizia 0 0 0 n.c.

Totale 5.644 1.432 -4.212 -74,6

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

Tabella 66 - Ore di CIG totale autorizzate nell’industria metallurgica, 2011-2012 (periodo gennaio-ottobre di ogni anno)

2011 2012 var. ass. 2011-12 var. % 2011-12

Udine 276.856 139.418 -137.438 -49,6

Pordenone 26.167 75.345 49.178 187,9

Trieste 24.254 54.932 30.678 126,5

Gorizia 0 528 528 n.c.

Totale 327.277 270.223 -57.054 -17,4

Fonte: ns elaborazioni su dati Inps

Nel 2010 sono notevolmente cresciuti anche gli ingressi nelle liste di mobilità, l’altro ammortizzatore sociale a

cui le imprese fanno ricorso nei momenti di crisi, passando da 88 nel 2009 a 149.

Tabella 67 - Ingressi in mobilità dei lavoratori provenienti dal settore della metallurgia per provincia, FVG 2007-2011

Provincia 2007 2008 2009 2010 2011

Udine 14 12 21 101 36

Pordenone 3 14 66 34 28

Trieste 2 4 0 10 0

Gorizia 0 2 1 4 27

FVG 19 32 88 149 91

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

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L’incremento ha riguardato soprattutto la provincia di Udine; il picco si è registrato nella seconda metà

dell’anno con oltre 90 ingressi a livello regionale. Nel 2011 tale numero è diminuito, tornando ai livelli del 2009. Grafico 11 - Ingressi in mobilità dei lavoratori provenienti dal settore della metallurgia, FVG I semestre 2007-I semestre 2012

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

Si può notare che i nuovi ingressi in mobilità riguardano in grande maggioranza la lista relativa alla L.223/91, e

dunque si riferiscono a lavoratori provenienti dalle imprese con più di 15 dipendenti. Come già osservato le

imprese del settore della siderurgia sono in genere di dimensioni medio-grandi.

Si ricorda inoltre che la prima tipologia (L.223/91) riguarda le imprese di maggiori dimensioni, prevede un

sostegno al reddito per il lavoratore e fa seguito ad un periodo di Cassa Integrazione Straordinaria.

La seconda tipologia di lista di mobilità (L.236/93), prevede invece l’iscrizione volontaria da parte di soggetti

espulsi da piccole imprese, privi di indennità, ma per i quali sono previsti incentivi rivolti alle imprese che li

assumono.

Tabella 68 – Ingressi in mobilità dei lavoratori provenienti dal settore della metallurgia per tipologia di lista (val. %), FVG 2007-2011

Tipologia di lista 2007 2008 2009 2010 2011

Mobilità L.223/91 84,2 84,4 90,9 96,6 91,4

Mobilità L.236/93 15,8 15,6 9,1 3,4 8,6

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t Tabella 69 - Ingressi in mobilità dei lavoratori provenienti dal settore della metallurgia per classe di età (val. %), FVG 2007-

2011

classe di età 2007 2008 2009 2010 2011

15-24 0,0 9,4 2,3 0,7 1,1

25-34 5,3 15,6 14,8 9,4 11,8

35-44 42,1 25,0 26,1 31,5 29,0

45-54 21,1 28,1 27,3 24,8 29,0

55 e oltre 31,6 21,9 29,5 33,6 29,0

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

I II I II I II I II I II I

2007 2008 2009 2010 2011 2012

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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Tabella 70 - Ingressi in mobilità dei lavoratori provenienti dal settore della metallurgia per genere (val. %), FVG 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011

Femmine 0,0 12,5 23,9 16,1 9,7

Maschi 100,0 87,5 76,1 83,9 90,3

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

Per quanto riguarda infine le caratteristiche socio anagrafiche dei lavoratori entrati in mobilità negli ultimi anni,

si può osservare, come è prevedibile, che si tratti in prevalenza di maschi over 45; inoltre i lavoratori stranieri

costituiscono una percentuale inferiore al 20%.

Tabella 71 - Ingressi in mobilità dei lavoratori provenienti dal settore della metallurgia in base alla cittadinanza (val. %), FVG 2007-2011

2007 2008 2009 2010 2011

Italiani 94,7 84,4 84,1 92,6 81,7

Stranieri comunitari 0,0 0,0 4,5 2,0 9,7

Stranieri extracom. 5,3 15,6 11,4 5,4 8,6

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns elaborazioni su dati Ergon@t

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

44 Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G.

4. Studi ricerche, esperienze di reinserimento occupazionale

Le finalità e gli obiettivi del piano di fronteggiamento della crisi occupazionale del settore della siderurgia

regionale si ispirano, da un lato, ai numerosi studi e ricerche condotti in questi anni dall’Agenzia regionale del

lavoro e, dall’altro, ai progetti sperimentali ed ordinari condotti dall’Amministrazione regionale e dalle

Amministrazione provinciali nella ricollocazione dei lavoratori coinvolti in situazione di crisi occupazionale.

4.1 Gli studi e le ricerche sul settore siderurgico regionale Dal versante degli studi e delle ricerche si ricorda:

- l’osservatorio sul settore della siderurgia regionale si proponeva di monitorare le trasformazioni del

settore e nel corso del biennio 2009/2010 mediante la redazione di rapporti periodici sia con

riferimento al settore della siderurgia nazionale che regionale. In questo modo sono stati evidenziate

le caratteristiche delle dinamiche di crisi ed il loro impatto nella dimensione aziendale ed

occupazionale. Attraverso lo strumento dell’osservatorio sono stati raccolti con continuità le

dinamiche delle imprese e delle unità locali al fine di verificare i fenomeni di natalità e mortalità

aziendale registrati presso le CCIAA. Inoltre si è provveduto ad osservare le dinamiche occupazionali

tramite la raccolta e sistematizzazione dei movimenti di assunzione cessazione saldi presenti

all’interno della banca dati Ergonet. Infine sono stati raccolti con continuità gli indicatori di criticità

occupazionale con particolare riferimento alla cassa integrazione ordinaria, straordinaria ed in deroga,

gli ingressi nelle liste di mobilità. I dati raccolti hanno permesso una valutazione puntuale

dell’evoluzione del settore sia nella dimensione regionale che delle singole province, che a livello di

gruppo o di azienda; in questo modo si ricorda i monitoraggi realizzati per l’Acciaieria Bertoli Safau, per

la Ferriera di Servola, per le imprese del gruppo Pittini e del gruppo Cividale. I rapporti sono disponibili

sulle pagine web dell’Agenzia del lavoro.

- lo studio sulle buone pratiche nei processi di riconversione degli impianti siderurgici in Italia ed in

Europa si proponeva di analizzare le più significative buone prassi realizzate in questi anni allo scopo di

fornire un quadro il quanto più possibile esaustivo delle policy adottate sia a livello nazionale che

europeo allo scopo di fronteggiare gli episodi legati alle crisi nel settore della siderurgia, grazie alla

predisposizione di misure ad hoc, finalizzate alla riqualificazione professionale ed alla successiva

ricollocazione occupazionale dei lavoratori interessati. Considerato l'ambito di ricerca, l’attività di

analisi si è concentrata sulle tendenze principali evidenziate recentemente nello sviluppo di modelli di

intervento per la gestione delle crisi nel settore siderurgico sia in Italia che in Europa e sullo studio di

dettaglio di otto esperienze significative che sono state analizzate con una metodologia dello studio

di caso. Le buone pratiche sono state scelte a partire della loro riproducibilità e trasferibilità in altri

ambiti e contesti. I casi esaminati sono stati i seguenti: Gruppo Falck di Sesto San Giovanni, ILVA di

Cornigliano Genova, Acciaieria Cogne Aosta, Acciaieria Monteforno di Bodio Ticino Svizzera, Voest

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G. 45

Alpine Linz Austria, Altos Hornos de Vizcaya Bilbao Spagna, Acelor Cockerill Sambre Liegi Belgio, Danis

Steel Workes Frederiksvaerk Danimarca;

- la ricerca sull’impatto occupazionale della riconversione produttiva della Ferriera di Servola analizza in

maniera approfondita l’evoluzione del settore siderurgico in Italia ed in Regione nonché l’evoluzione

dello stabilimento Lucchini anche nella prospettiva della rioccupabilità delle risorse umane che vi

operano. Sul piano nazionale si rileva come gli altiforni siano ormai presenti solo in tre siti produttivi

(Trieste, Piombino e Taranto), e come tra il 1990 ed il 2008 gli stessi siti siano passati da 68 a 39

mentre la produzione di acciaio nel medesimo periodo si è incrementata da 25,5 milioni di tonnellate

alle 30,6 di fine 2008, per poi ridursi negli anni successivi a seguito dei fenomeni di crisi. Nel 2010 i

dipendenti della Ferriera di Servola raggiungono le 513 unità , meno di un terzo di quelli che impiegava

l’azienda nel 1981. I 4/5 dei dipendenti appartengono alla qualifica di operai, la maggioranza dei quali

ha un livello retributivo medio-alto (46,8%) che corrisponde a capacità individuali dell’operaio

qualificato con esperienza maturata sul posto di lavoro. Il titolo di studio maggiormente diffuso è la

licenza media (63% circa), ma la scolarizzazione è mediamente più elevata per le classi d’età più

giovani dai 20 ai 35 anni. I 2/3 dei lavoratori hanno un’età inferiore ai 45 anni e l’esperienza

accumulata è direttamente collegata all’età, per cui coloro che hanno più di 50 anni hanno accumulato

un’esperienza media di 12 anni, mentre per coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 49 anni, la

vita in azienda è stata di almeno 10 anni. La quasi totalità dei dipendenti risiede in città (93%) o nei

territori limitrofi e, tra coloro che risiedono fuori città, si registra un numero proporzionalmente

maggiore di diplomati e laureati, confermando la logica secondo cui la mobilità territoriale è più

diffusa tra gli istruiti. I contratti sono per lo più a tempo indeterminato, ma un decimo dei lavoratori

sono assunti a termine, anche per periodi molto ridotti (5 mesi), probabilmente per il periodo

necessario all’addestramento, ma anche per necessità temporanee di manodopera. In questa

particolare fase, la scelta del contratto a termine risulta quasi obbligata, soprattutto per personale

non qualificato. Infine, il 54% dei dipendenti è coniugato, con un carico familiare è molto ridotto: solo

12 dipendenti ha una famiglia di almeno 4 componenti e 21 hanno almeno un familiare a carico.;

- lo studio sulle imprese e sull’occupazione operante nell’indotto della Ferriera di Servola si articola in

due direzioni:

o a monte, fra le imprese fornitrici di servizi. Si tratta di una ventina di aziende operanti di

manutenzione ordinaria e straordinaria meccanica ed elettrica, pulizia industriale e servizi

ecologici, servizi di mensa, portierato e pulizie civili, movimentazione merci, altri servizi

specialistici;

o a valle, fra le imprese utilizzatrici della ghisa prodotta dalla Ferriera, composto da un’azienda

utilizzatrice (la Sertubi) e da un’impresa che fornisce il servizio di trasporto via rotaia della

ghisa liquida.

I lavoratori dipendenti interessati nel 2009 erano 412, ripartiti equamente fra servizi forniti alla

Ferriera di Servola e la Sertubi; fra i primi, 122 addetti operavano nell’area della manutenzione

industriale, 26 nell’area delle pulizie industriali e dei servizi ecologici, 30 nella movimentazione merci, 2

nei servizi specialistici e 26 nei servizi civili. Non sono inclusi nel computo gli addetti indiretti, e cioè la

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

46 Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G.

porzione pro quota delle funzioni indirette tecniche ed amministrative. Dal canto suo, la principale

azienda utilizzatrice della ghisa liquida, in evidente relazione funzionale con la Ferriera di Servola,

occupava sempre nel 2009 210 addetti. Dal versante delle figure professionali l’analisi evidenzia

nell’indotto una predominanza di figure operaie (175 su 195). Le figure operaie sono concentrate in

netta prevalenza nell’area meccanico-impiantistica (102), seguite da addetti alla movimentazione (29),

alle pulizie civili e industriali (23). Nel complesso, poco meno di un terzo sono operai non specializzati

nell’impiantistica, mentre un altro terzo è costituito da operai specializzati e tecnici sempre

nell’impiantistica. Una distribuzione analoga si osserva in Sertubi, con 165 operai, in gran parte di

produzione, seguita dai tecnici del controllo qualità e della sicurezza (15). Considerando le

caratteristiche anagrafiche poco meno di tre quarti (142 su 195) ha meno di 50 anni, oltre un quarto

(53) sono di nazionalità non italiana, mentre di più difficile accertamento appare la scolarità, anche se

da una prima ispezione si può ritenere che la maggioranza sia in possesso del solo obbligo scolastico.

Va comunque notato che non mancano persone in possesso del solo obbligo scolastico quali operai

specializzati e tecnici;

- lo studio sulla Ferriera di Servola e la filiera siderurgica di Trieste: tre anni dopo completato nel corso

del 2012, si propone di aggiornare gli studi realizzati nel corso del 2009 facendo un bilancio di tre anni

di crisi. In questo senso lo studio ripercorre con puntualità le criticità produttive ed occupazionali della

Ferriera di Servola e della Sertubi.

4.2 Le esperienze di reinserimento occupazionale promosse dall’Amministrazione regionale Il secondo elemento di ispirazione del progetto sulla siderurgia regionale è rappresentato dalle

sperimentazioni realizzate nel quadro del Masterplan dei servizi per il lavoro 2000/2007 e con riferimento

all’attuazione del capo terzo della legge regionale 18/2005. Si è trattato di sperimentazioni a tutto campo

realizzate in tempi, ambiti di intervento e piani territoriali e settoriali diversi.

La prima esperienza è stato il progetto “Proviamoci insieme” iniziativa avviata in attuazione della legge

regionale n. 20 del 2003 allo scopo di fronteggiare le difficoltà occupazionali che si sono manifestate a seguito

della caduta delle barriere doganali con il compito di reimpiegare gli spedizionieri doganali e di tutti i settori

correlati a questa grave criticità occupazionale. La sperimentazione è stata realizzata all’interno dei CPI con

risorse umane aggiuntive adottando cioè una strategia in grado di assicurare risposte immediate senza

perdere il legame e la centralità dei CPI in una fase di grande impegno a seguito delle attività di

decentramento e trasferimento delle competenze dall’Amministrazione regionale a quelle provinciali.

L’intervento si è concretizzato attraverso tre sperimentazioni territoriali in favore dei lavoratori della De Longhi

di Ampezzo, una seconda in favore dei lavoratori dell’IRCA CORIS di San Vito al Tagliamento e una terza in

favore dei lavoratori della Manifattura di Gemona. Il modello organizzativo adottato dalla Società Ce.Trans

incaricata dello svolgimento dell’incarico, in accordo con l’Associazione Temporanea d’impresa del progetto

Ri.T.M.O (ATI) prevedeva il coinvolgimento della Direzione regionale al lavoro delle Amministrazioni provinciali

competenti dell’intervento, dei Centri per l’impiego di Tolmezzo, San Vito al Tagliamento e Gemona. Inoltre

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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sono state coinvolte nell’iniziativa le organizzazione imprenditoriali e sindacali presenti sul territorio. Il

programma operativo dei tre interventi prevedeva l’invio di una lettera di invito ai lavoratori coinvolti, la

realizzazione di incontri di sensibilizzazione ed i colloqui di presa in carico dei lavoratori, l’accesso diretto ai

servizi di incrocio domanda offerta oppure la frequenza di laboratori informativi (personalizzati); questi ultimi

finalizzati alla conoscenza del mercato del lavoro ovvero alla conoscenza dei possibili percorsi formativi. Inoltre

era prevista la frequenza a percorsi di formazione individuati su specifica richiesta delle imprese che

assumono. Si è trattato della prima esperienza realizzata in regione per la gestione di percorsi di mobilità

attiva rivolta nei confronti di lavoratori provenienti da aziende in crisi.

Un secondo intervento è rappresentato dal progetto Restart; un iniziativa articolata in due lotti. Il lotto uno

prevedeva interventi di progettazione organizzativa delle linee di servizio finalizzate al miglioramento dei

rapporti tra le imprese ed i centri per l’impiego e più in generale nei confronti dei servizi al lavoro; prevedeva

inoltre la formazione degli operatori dei Centri per l’impiego e del lotto due, la promozione e la diffusione delle

buone pratiche sperimentate, l’attivazione di un sistema di monitoraggio sia per il lotto uno che per il due. Il

lotto due prevedeva la realizzazione di attività di accompagnamento al reinserimento lavorativo, di formazione

sia rivolta alla occupabilità dei lavoratori coinvolti, di promozione della la domanda di lavoro necessarie per la

raccolta dei posti vacanti, di realizzazione di un sito web per la divulgazione della domanda e dell’offerta di

lavoro. Si è trattato di un progetto di cooperazione tra sistema pubblico e privato piuttosto ambizioso per la

dimensione finanziaria dell’intervento e per la numerosità dei soggetti coinvolti. Esso è stato realizzato nel

corso degli anni 2006 e 2007 anche allo scopo di prima attuazione: della legge 18/2005 in particolare in

attuazione del capo terzo rivolto al fronteggiamento delle crisi occupazionali e del Masterplan dei servizi

2000/2007. Le attività di ricollocazione dei lavoratori coinvolti nella crisi occupazionale è stata organizzata a

livello provinciale con più modelli di intervento quali: la rilevazione della domanda di lavoro proveniente dalle

imprese (le imprese consultate sono state 2650 mentre i posti vacanti rilevati sono stati 1996 e 775 le job

analysis rilevate), l’attività di accompagnamento al reinserimento lavorativo (i lavoratori presi in carico sono

stati 1225 di cui oltre 500 collocati al lavoro mentre 546 sono stati avviati ai laboratori di orientamento), le

azioni formative per migliorare l’occupabilità ( i corsi avviati sono stati 103 compresi i tirocini mentre i

lavoratori coinvolti sono stati 300), il sistema informativi di supporto al progetto. Anche per il progetto Restart

come per il progetto proviamoci insieme attività sono state realizzate all’interno dei CPI e per tutta la durata

del progetto è stato attivo un Comitato di coordinamento che ricomprendeva al suo interno sia il lotto uno che

il due, le quattro Amministrazioni provinciali coinvolte, i rappresentanti dei due raggruppamenti d’impresa

coinvolti nell’iniziativa. La valutazione finale dei risultati sottolinea l’importanza:

- della struttura di regia regionale e provinciale,

- del ruolo centrale dell’ operatore dei servizi per il lavoro che sappia gestire professionalmente sia alle

domanda delle imprese sia l’accoglienza del lavoratore;

- della presenza di una rete di una rete locale in grado di avvicinare le imprese ai servizi per il lavoro ed

ai CPI anche attraverso un programma di visite ed incontri funzionali alla raccolta dei posti vacanti, alla

Job analysis, alla promozione delle politiche attive e passive;

- dell’offerta formativa della direzione di soddisfare i fabbisogni professionali dell’impresa e del

lavoratore.

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

48 Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G.

Altri interventi sono stati realizzati nell’ambito della implementazione sul Masterplan dei servizi per il lavoro

2009/2010 anche per rispondere ai fenomeni di crisi che sono intervenuti nel corso del triennio 2009/2011. Il

potenziamento delle risorse umane dei Centri per l’impiego e dei servizi per il lavoro provinciali, si è rivelato

uno strumento utile sia per fronteggiare i ritardi nelle attività di accoglienza dei gruppi target che per favorire il

disbrigo della pratiche relative alle politiche attive e passive svolte dalle province che per fronteggiare le nuove

emergenze occupazionali provenienti dal territorio.

Anche l’azione di sviluppo e potenziamento nei confronti dei servizi alle imprese è stata notevolmente

rafforzata nel corso del periodo di vigenza del Masterplan attraverso:

- una crescita delle attività di informazione in particolare sul tema delle politiche attive e passive;

- la gestione degli ammortizzatori sociali in particolare di quelli in deroga;

- l’introduzione di modelli organizzativi di carattere interattivo operatori utenti.

Su questo ultimo punto infatti è utile ricordare che la provincia di Pordenone e di Gorizia, infatti, hanno

organizzato gruppo di lavoro mobili che operano all’esterno della sede dei CPI mediante programmi di

visite organizzate alle imprese anche mutuando la passata esperienza del progetto Restart. Si tratta di

una novità piuttosto importante nel panorama organizzativo dei CPI perché ha permesso la diffusione

delle politiche attive e passive quali il servizio di selezione del personale, gli incentivi per l’assunzione e la

stabilizzazione dei lavoratori, la disponibilità di tirocini e dei momenti formativi funzionali all’avvio di un

nuovo rapporto di lavoro ovvero ad incrementare l’occupabilità dei lavoratori avviati.

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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5. Gli obiettivi e le strategie di realizzazione del piano

Preliminarmente all’individuazione degli obiettivi è utile ricordare:

- negli ultimi 30 anni, le Ferriere sono uscite dalla città italiane e questo vale per i grandi impianti

siderurgici, come quello di Bagnoli a Napoli e dell’ILVA a Genova, ma anche per piccoli impianti, come la

Ferriera Bertoli e la Safau che sono state chiuse e successivamente trasferite nella vicina zona industriale di

Udine sud, anche tramite integrazione societaria con la nascita dell’impianto ABS; si tratta di scelte quasi

sempre legate a problemi di inquinamento ambientale, mancanza di spazi, necessità di incrementare i

fattori competitivi e quindi ridurre ovvero eliminare gli impianti più obsoleti;

- la presenza tra le risorse umane coinvolte nei processi di crisi del settore siderurgico di titoli di studio

medio bassi, con la conseguenza che la loro ricollocazione si inserisce all’interno della domanda di lavoro a

media e bassa qualificazione, largamente presente nella nostra regione in molti settori;

- la possibilità di impiegare i lavoratori coinvolti nel processo di riconversione delle aree e degli impianti

produttivi da dismettere ed anche in qualifiche largamente presenti sia nel settore industriale che in quello

dei servizi. In questa prospettiva basta pensare alle attività legate alla gestione dell’ambiente (risanamento

ambientale, smaltimento rifiuti civili ed industriali, bonifiche ambientali, ecc.), delle risorse energetiche

(produzione e gestione risorse energetiche), alla logistica ed ai trasporti (piattaforme logistiche,

riqualificazione e sviluppo sistemi di trasporti), per non parlare delle attività a bassa qualificazione presenti

in comparti quali il commercio, il sanitario, lo scolastico (manutenzione e gestione edifici, magazzini, pulizia,

lavori di guardiania, ecc.).

5.1 Gli obiettivi del piano In questa prospettiva, il Piano della siderurgia, in linea con le indicazioni del capo terzo della Legge regionale

18/2005, si propone di perseguire seguenti obiettivi:

- progettare interventi e soluzioni utili a fronteggiare ed anticipare i fenomeni di crisi che gravano nel

settore della siderurgia regionale, al fine di salvaguardare le risorse umane e professionali che vi

operano promuovendo percorsi di formazione continua di aggiornamento/riqualificazione

professionale e di ricollocazione produttiva ed occupazionale;

- favorire i processi di riaggiustamento produttivo ed occupazionale delle imprese che compongono il

settore della siderurgia regionale, sostenendo la progettazione e la realizzazione di piani e programmi

di riconversione e potenziamento produttivo ed occupazionale nonché l’ampliamento e la

rilocalizzazione presso aree dismesse ovvero rese disponibili dagli interventi di bonifica e di

riconversione del settore;

- sostenere i processi di bonifica e risanamento ambientale delle aree industriali e di servizi coinvolti nel

processo di riconversione anche come occasione di sviluppo imprenditoriale, professionale ed

occupazionale;

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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- promuovere la partecipazione attiva di autorità pubbliche, di associazioni degli imprenditori e dei

lavoratori, di imprese e lavoratori al processo di riconversione produttiva del settore siderurgico e del

suo indotto;

- coinvolgere gli attori del Tavolo di concertazione nella progettazione e gestione degli interventi di presa

in carico dei servizi per il lavoro di formazione e riqualificazione professionale dei lavoratori in esubero,

nella gestione delle imprese in crisi e nella discussione e valutazione dei prodotti del monitoraggio;

- anticipare i percorsi di formazione professionale in favore di tutti coloro che a vario titolo risulteranno

coinvolti nel piano di fronteggiamento della crisi della siderurgia: in questo senso sembra ragionevole

ipotizzare la realizzazione di un programma di formazione articolato in tre momenti quali: a) recupero

delle competenze trasversali, (b) recupero delle competenze professionali, c) accompagnamento alla

ricollocazione tramite il finanziamento di borse di lavoro, esperienze di lavoro ecc.; dal punto di vista

professionale ed occupazionale il programma dovrebbe concentrarsi in favore di figure professionali

maggiormente richieste dal mercato del lavoro dei territori di residenza del lavoratore;

- sostenere il reddito dei lavoratori coinvolti nel processo di riconversione attraverso il ricorso agli

ammortizzatori sociali previsti dai contratti di solidarietà, dalla CIGS, dalla Cassa in deroga nonché

attraverso il ricorso a programma di lavori socialmente utili (LSU) e dei lavori di pubblica utilità (LPU):

- favorire la rioccupazione dei lavoratori che perdono il loro posto attraverso un ruolo attivo e propositivo

della rete dei Centro per l’impiego e delle Agenzie per il lavoro private con riferimento alla presa in

carico ed accompagnamento dei lavoratori nella ricerca di nuove opportunità occupazionali;

- incentivare i percorsi di mobilità professionale e reinserimento occupazionale attraverso adeguati

incentivi nei confronti delle imprese disponibili ad assumere lavoratori provenienti dalle situazioni di

crisi occupazionale del settore della siderurgia;

- favorire la realizzazione di progetti di passaggio generazionale, e di spin off per rafforzare la

componente imprenditoriale ed ottimizzare la produzione di beni e servizi allo scopo di favorire il

rafforzamento strategico delle imprese;

- promuovere percorsi di lavoro autonomo ed imprenditoriale in favore dei lavoratori del settore

siderurgico della provincia di Trieste e del suo indotto favorendo la partecipazione ad attività di

formazione imprenditoriale e fornendo loro la necessaria assistenza tecnica e specialistica alla

creazione di nuova imprese;

- realizzare il monitoraggio del settore della siderurgia regionale, con riferimento sia alla dimensione

delle imprese che ai lavoratori, al fine di valutare periodicamente l’estensione e l’incidenza dei

fenomeni di crisi e la loro possibile evoluzione nel corso del tempo, anche tenendo conto delle

differenze che si manifestano sul piano territoriale in particolare le criticità che si manifestano sul

piano delle provincia di Trieste;

5.2 Le strategie di attuazione del piano nei confronti delle imprese e dei lavoratori che assumono

La strategia di fronteggiamento e reinserimento occupazionale si articola su piani linee di azione:

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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• interventi nei confronti dei lavoratori coinvolti nei processi di crisi al fine di favorirne la ricollocazione

utilizzando la permanenza all’interno della cassa integrazione e della mobilità per costruire il

reinserimento lavorativo. Si tratta di un percorso che, di volta in volta, può prevedere: attività di

informazione, attività di formazione al fine di aggiornare la professionalità e renderla adeguata alle

nuove opportunità che si dovessero manifestare sul mercato del lavoro, attività di incrocio domanda e

offerta di lavoro. attività di accompagnamento all’inserimento lavorativo al fine di favorire il reingresso

in un nuovo contesto aziendale.

• ricerca di nuove opportunità di lavoro, da finalizzare al reingresso dei lavoratori, attraverso il

coinvolgimento delle imprese che assumono nell’ambito del normale turn-over ovvero in conseguenza

di ampliamenti produttivi o nel caso di nuovi insediamenti sul territorio.

5.3 Gli interventi rivolti nei confronti dei lavoratori

I piani di fronteggiamento delle situazioni di difficoltà occupazionale, attuati finora a partire dal 2005, anno di

introduzione, attraverso la Legge 18/2005, delle procedure di gestione delle crisi, hanno privilegiato la

sperimentazione e la successiva messa a punto di una metodologia di integrazione fra i diversi livelli

istituzionali e tecnici, con l’obiettivo di costruire modalità di intervento strutturate, evitando di ricorrere di volta

in volta a soluzioni di emergenza sui casi contingenti.

Avendo pertanto già acquisito e consolidato i modelli organizzativi, questo Piano intende ora privilegiare in

particolare l’efficacia degli interventi rivolti ai lavoratori, misurandosi con la costruzione di azioni di

reinserimento lavorativo effettivamente adeguate ai bisogni e alle caratteristiche degli individui, cioè al loro

potenziale di occupabilità. Tale concetto implica un’attenta valutazione, anche attraverso l’utilizzo di strumenti

oggettivi, dei vincoli e delle risorse che una persona in cerca di occupazione ha, la somma dei quali rappresenta

il suo grado di occupabilità nel mercato del lavoro.

Infatti, le grandi turbolenze che caratterizzano il mercato del lavoro in questo particolare periodo costringono

le imprese ad operare con grande flessibilità senza però poter rinunciare a lavoratori competenti e fidelizzati

ancorché obbligati ad uno stato continuo di allerta per prevenire una nuova esclusione. I servizi competenti

non possono quindi limitarsi a scandagliare gli ambiti della domanda e dell’offerta, mediando l’incontro fra i

due, ma devono attrezzarsi per erogare azioni mirate di sostegno alle transizioni per rendere compatibili le

esigenze “all’apparenza contrastanti” delle imprese e di chi è alla ricerca di un impiego Bisogna quindi definire

prassi capaci di intervenire tempestivamente, non appena si verifica la perdita del posto di lavoro (perché tutte

la analisi condotte sulla disoccupazione evidenziano la correlazione fra la durata della ricerca di lavoro e il

rischio di trovarsi in una condizione di esclusione di lungo periodo), ma nel contempo puntuali nel rilevare il

grado di occupabilità degli utenti e quindi la loro reale necessità di sostegno alla ricollocazione. La profilatura

dei lavoratori introduce inoltre dei vantaggi suppletivi rispetto a quelli che ricadono direttamente sui clienti

beneficiari dell’intervento: consente infatti di valutare, attraverso la predisposizione di adeguati indicatori,

l’efficacia e l’efficienza delle misure adottate.

Poiché nella recente progettazione operativa del Masterplan dei Servizi per il lavoro è stato realizzato un

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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percorso di analisi e riorganizzazione dei Centri per l’impiego durante il quale è stata messa a punto una

modalità d’erogazione dei servizi agli utenti in un’ottica di forte personalizzazione (impostazione in grado di

dare risposte compatibili con le richieste e non differite nel tempo), si ritiene strategico a questo punto

proseguire con la stessa centratura nei confronti dei lavoratori, capitalizzando l’esperienza fatta ed

estendendola anche all’ambito, non ordinario, delle misure per il reimpiego da adottare nelle situazioni di crisi

occupazionali.

Il modello di intervento quindi, oltre all’offerta di servizi personalizzati, avrà come snodo centrale l’utilizzo di

una metodologia di segmentazione dell’utenza, che si incentra sulle seguenti fasi:

• profilatura degli utenti, per consentire un’analisi dettagliata delle potenzialità occupazionali;

• definizione di percorsi per il reimpiego differenziati a seconda delle singole necessità di sostegno;

• distribuzione dell’utenza nei diversi percorsi con attivazione della funzione di accompagnamento

secondo le necessità;

• monitoraggio dei comportamenti dei lavoratori nei percorsi

• predisposizione di indicatori di performance e valutazione degli interventi.

5.4 Gli interventi in favore delle imprese che assumono

Qualsiasi intervento per la ricollocazione dei lavoratori non può prescindere dal prendere in considerazione il

mondo delle imprese, le loro esigenze e la loro richiesta di servizi. Definire il profilo occupazionale di un

“cercatore di impiego” implica avere a disposizione una serie di informazioni chiave sulla domanda di lavoro per

valutare se i due “insiemi” sono totalmente sovrapponibili e, in questo caso, l’intermediazione può andare

subito a buon fine oppure se si sovrappongono solo in parte e, in questo secondo caso invece, vanno mediati

fra i due clienti i possibili interventi da attivare per favorire una futura compatibilità.

Poiché la variabile occupabilità è determinata da un insieme di fattori interagenti fra loro, influenzabili e

mutabili da altri fattori esterni al sistema formato da lavoratore e impresa (come la fase congiunturale o il

territorio di riferimento e così via), l’obiettivo della ricollocazione è un compito complesso, che va

costantemente presidiato, per tener nel dovuto conto la mutabilità della domanda di lavoro e porre in essere i

correttivi adeguati. In questo Piano, pertanto, s’intende utilizzare strumenti che favoriscano una stretta

collaborazione con le imprese per:

• definire la profilatura dei lavoratori adottando modalità compatibili con la definizione dei profili

professionali utilizzati dalle aziende, attraverso la raccolta di informazioni sulle competenze tecniche

richieste al candidato, sulle sue risorse personali e sociali in riferimento ad uno specifico posto di

lavoro, sui contesti organizzativi;

• predisporre percorsi formativi personalizzati, per il potenziamento sia delle competenze tecniche che

di quelle trasversali afferenti all’ambito delle risorse personali e sociali, come individuate nel punto

precedente;

• predisporre tirocini formativi;

• mettere in trasparenza la domanda di lavoro.

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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6. Gli strumenti di intervento per l’attuazione del piano

In questa parte del documento si elencano gli interventi che verranno realizzati in attuazione del piano. Essi

trovano ispirazione, come descritto in precedenza, dall’esperienza di fronteggiamento delle situazioni di crisi e,

per questa ragione, ricomprendono al loro interno interventi di: sostegno al reddito; di rafforzamento

dell’occupabilità dei lavoratori coinvolti, d’incentivazione alle imprese che assumono; di ricerca delle vacancy; di

ri-accompagnamento al nuovo lavoro; inoltre sono previsti interventi d’informazione nei confronti delle

imprese e dei lavoratori coinvolti.

6.1 Programma di informazione rivolto in favore delle imprese e dei lavoratori

L’informazione assume una grande importanza nei percorsi di realizzazione del programma di riconversione del

settore siderurgico regionale. Si tratta, infatti, di informare sia le imprese che i lavoratori del ruolo

determinante che essi possono offrire nel processo di trasformazione delle attività produttive e sociali presenti

sul territorio regionale ed in particolare su quello della Venezia Giulia. Le imprese, infatti, tramite il naturale

turn-over ovvero la realizzazione di nuovi investimenti, rappresentano la risorsa principale per il successo del

processo di riconversione sia dal versante occupazionale che dal versante dei contenuti professionali. Il

programma d’informazione riguarderà anche, e in modo particolare, i lavoratori, con l’obiettivo di informarli

sulle opportunità che il programma mette loro a disposizione. In questo senso si propone di realizzare una

informazione personalizzata tramite posta elettronica, coinvolgimento in incontri e riunioni ecc.

6.2 Istituzione di un elenco dei lavoratori coinvolti nel programma di riconversione del settore siderurgico regionale.

L’elenco dei lavoratori coinvolti nel processo di riconversione del settore siderurgico si propone di:

- costituire una base conoscitiva per facilitare il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i lavoratori

coinvolti nel processo di riconversione alle attività di: formazione e riqualificazione professionale,

reinserimento occupazionale, concessione degli ammortizzatori sociali e dei lavori socialmente utili

(LSU), sostegno alla creazione di nuove imprese, ecc;

- -essere strumento per tutti i soggetti coinvolti nelle azioni previste dal Piano di crisi per ottimizzare gli

interventi a loro riconducibili nell’ottica di una loro migliore aderenza alle esigenze concrete di

lavoratori e imprese;

- facilitare l’attività d’informazione sul progetto e la partecipazione ad incontri e riunioni;

- realizzare periodici monitoraggi sullo stato di realizzazione del programma di riconversione anche al

fine di valutare le condizioni di reddito e socio professionali dei lavoratori coinvolti e delle loro famiglie.

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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L’elenco dei lavoratori del settore siderurgico e del suo indotto viene predisposto ed aggiornato

dall’Amministrazione regionale sulla base dei dati disponibili presso la banca dati Ergonet (movimenti di

cessazione e lista di mobilità) e sulla base delle comunicazioni inoltrate dalle imprese che beneficiano degli

ammortizzatori sociali.

6.3 Promozione del ricorso al distacco collettivo di cui all’articolo 8 comma 3 della legge 19

luglio 1993 numero 236 quale istituto condiviso tra le parti al fine di evitare le riduzione

del personale.

Allo scopo di favorire i percorsi di riconversione occupazionale dei lavoratori delle imprese in crisi, il piano

promuove il ricorso allo strumento del distacco collettivo nella fattispecie prevista dall’articolo 8 comma 3

della Legge 19 luglio 1993, n. 236, quale istituto condiviso tra le parti al fine di evitare le riduzione del

personale e sperimentare percorsi concordatidi utilizzo in altro organico aziendale di uno o più lavoratori

coinvolti nei percorsi di riconversione del settore siderurgico e del suo indotto.

Più in particolare lo strumento del distacco collettivo si propone di:

a. facilitare i percorsi di mobilità, ridurre al minimo i tempi delle sospensioni per CIG, CIGS, e CIG in

deroga e della disoccupazione;

b. agevolare la progettazione e la realizzazione dell’attività formativa finalizzata a migliorare

l’occupabilità e l’inserimento sul nuovo posto di lavoro;

c. favorire l’incontro e lo scambio di manodopera e la riconversione professionale tra imprese che

licenziano ed imprese che assumono;

d. limitare nel tempo l’erogazione degli ammortizzatori sociali;

e. ridurre i costi sociali dei percorsi di ricollocazione.

Per la realizzazione dell’intervento nell’ambito del piano della siderurgia e più in generale nel mercato del

lavoro regionale è prevista l’emanazione di un regolamento regionale di un regolamento regionale.

6.4 Promozione dei contratti di solidarietà Allo scopo di promuovere il mantenimento dei livelli occupazionali. Il piano promuove il ricorso da parte delle

imprese ai contratti di solidarietà difensivi allo scopo di garantire una più equa distribuzione delle criticità

occupazionali. solidarietà difensivi allo scopo di garantire una più equa distribuzione delle criticità

occupazionali. Vale ricordare che l’Amministrazione regionale, ai sensi dell’articolo 21 della Legge regionale

11/2009 («Misure urgenti in materia di sviluppo economico regionale, sostegno al reddito dei lavoratori e delle

famiglie, accelerazione di lavori pubblici»), viene autorizzata a sostenere le imprese, o le loro unità locali che, a

partire dal 1 gennaio 2009, abbiano stipulato contratti di solidarietà difensivi conformemente alla normativa

nazionale vigente e a contribuire all’integrazione della retribuzione dei lavoratori impiegati sul territorio

regionale e coinvolti nella conseguente riduzione di orario.

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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6.5 Concessione di cassa integrazione straordinaria e di mobilità

In questo caso si tratta di interventi piuttosto noti largamente conosciuti dalle imprese e dai lavoratori su cui

non è necessario soffermarsi a lungo. Al termine della cassa integrazione straordinaria è prevista la

concessione dell’indennità di mobilità per la parte dei lavoratori che non sono stati ricollocati fermo restando

le modifiche introdotte dalla recente riforma Fornero che lasciano comunque inalterato, per la durata di

applicazione del presente Piano, l’importante obiettivo della ricollocazione occupazionale dei lavoratori in

esubero e che anzi, oltre a confermare l’impostazione corrente dell’istituto, all’art. 2, comma 64 e seguenti,

prevedono la concessione per un periodo di 4 anni.

6.6 Gli Ammortizzatori sociali in deroga

L’articolo 2, comma 36 della Legge 203/2008 (legge finanziaria 2009) e l’articolo 19, comma 9, del Decreto

Legge 185/2008, convertito con la Legge 2/2009 hanno previsto l’assegnazione alle Regioni di risorse

finanziarie per la concessione e l’erogazione di ammortizzatori sociali in deroga, previa definizione di specifiche

intese stipulate in sede istituzionale territoriale recepite in appositi accordi governativi. Tale provvedimento

costituisce lo strumento principale della complessiva azione anticrisi. Gli ammortizzatori in deroga consentono

il ricorso cassa integrazione straordinaria per quei datori di lavoro esclusi dall’accesso agli strumenti a regime

di integrazione salariale e, in via eccezionale, per quelle imprese che pur avendone accesso, non possano

ricorrervi nel caso specifico. Inoltre essi permettono ai lavoratori licenziati di richiedere la mobilità in deroga.

6.7 Programma di formazione allo scopo di migliorare l’occupabilità e facilitare l’inserimento

lavorativo

Una prima parte dell’intervento si propone di migliorare l’occupabilità di tutti i lavoratori del settore siderurgico

ed in questo senso verrà promosso nei confronti di tutte le imprese che operano sul territorio regionale. Un

intervento in primo luogo di formazione continua orientato al recupero di competenze trasversali e di quelle

professionali. Una seconda parte dell’ intervento si propone di facilitare i processi di mobilità dei lavoratori in

esubero attraverso l’inserimento in altre aziende tramite corsi brevi e stages, tirocini: si tratta di realizzare dei

veri e propri progetti personalizzati per il reinserimento lavorativo. Anche in questo caso le attività possono

essere svolte dalle imprese interessate ovvero da organismi di formazione collegati alle imprese che assumono

i lavoratori. Per la realizzazione di questa parte di intervento si ricorrerà sia alle risorse dei Fondi

interprofessionali che a quelli previsti dal FSE. In questo secondo caso si utilizzeranno le risorse della ex linea

17; in particolare questa ultima è finalizzata al reinserimento professionale di lavoratori disoccupati, in mobilità

e in CIGS. I lavoratori disoccupati e i lavoratori in mobilità accedono alle operazioni formative attraverso i

Centri per l’impiego, che segnalano il loro fabbisogno formativo al soggetto attuatore competente per

territorio. I lavoratori in cassa integrazione accedono alle operazioni formative recandosi presso il soggetto

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

56 Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G.

attuatore competente per territorio, vale a dire il soggetto formativo competente nel territorio provinciale

dove il lavoratore risiede.

Con riferimento ai lavoratori disoccupati o in mobilità, il Cpi, dopo aver evidenziato il fabbisogno formativo del

lavoratore funzionale alla sua ricollocazione lavorativa, si raccorda con il soggetto attuatore competente per

territorio per la definizione dell’operazione formativa da realizzare nell’ambito delle tipologie formative

previste. Il soggetto attuatore presenta i progetti formativi per la valutazione all’Ufficio della Formazione

competente in materia. Sono previsti tempi molto ravvicinati per l’approvazione del progetto formativo che

consentono, quindi, l’attivazione quasi immediata dei corsi. Possono essere attivate diverse tipologie formative

a seconda dell’esigenza contingente. Sia percorsi lunghi, che portano ad una qualifica regionale o

specializzazione, sia percorsi brevi di aggiornamento (anche formazione imprenditoriale di base) che percorsi

individuali tramite l’attivazione di Work Experience con la possibilità di percepire un’indennità.

L’azione 20 riprende gli stessi interventi dell’Azione 17, rivolgendosi ai lavoratori disabili di cui alla Legge

68/1999.

6.8 Programma straordinario di lavori socialmente utili e di pubblica utilità allo scopo di

integrare il reddito dei lavoratori coinvolti nel processo di riconversione.

L’intervento è rivolto ad integrare il reddito dei lavoratori coinvolti nel processo di riconversione del settore

siderurgico. Si tratta di un intervento regionale promosso in favore di tutte le Amministrazioni pubbliche che

ospitano sul proprio territorio unità locali ed imprese del settore siderurgico ovvero lavoratori residenti in

difficoltà occupazionale del medesimo settore. In particolare l’intervento per lavori di pubblica utilità si

giustifica per dare copertura anche a quei lavoratori che, non rientrando nelle fattispecie previste di lavoratori

utilizzabili nei lavori socialmente utili in quanto privi di ammortizzatori sociali, si ritroverebbero in posizione di

svantaggio rispetto a questi in termini di interventi di integrazione del reddito.

6.9 Incentivi in favore delle imprese che assumono lavoratori provenienti dal settore della

siderurgia regionale.

Il Regolamento regionale disciplina gli interventi di politica attiva del lavoro sia “a regime” (in attuazione degli

articoli da 30 a 33 della legge regionale 18/2005) sia per le situazioni di grave difficoltà occupazionale (in

attuazione dell’articolo 48 della legge medesima), unificando quindi due regolamenti ad oggi distinti ed

uniformando le relative procedure di concessione ed erogazione.

Gli interventi previsti , da attuarsi per il tramite delle Province, sono i seguenti:

a) concessione di incentivi per favorire l’assunzione, con contratti a tempo indeterminato, anche parziale,

di lavoratori disoccupati o a rischio di disoccupazione;

b) concessione di incentivi per favorire l’assunzione, con contratti a tempo determinato, anche parziale,

di lavoratori disoccupati o a rischio di disoccupazione;

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G. 57

c) concessione di incentivi per favorire la stabilizzazione di lavoratori disoccupati o a rischio di

disoccupazione;

d) concessione di incentivi per la creazione di nuove imprese da parte di lavoratori disoccupati o a rischio

di disoccupazione;

e) contributi per la frequenza da parte dei lavoratori disoccupati o a rischio di disoccupazione di corsi di

riqualificazione.

Vengono inoltre disciplinate forme speciali di incentivazione per l’assunzione di quei lavoratori privi di

occupazione e vicini alla maturazione dei requisiti per usufruire del trattamento pensionistico. Tali incentivi

possono essere erogate anche in favore dei lavoratori che avviano una propria iniziativa imprenditoriale oppure

quale contributo alla partecipazione di una iniziativa formativa.

6.10 Il Progetto “Imprenderò”

Fra gli strumenti messi a disposizione al fine di favorire la ricollocazione dei lavoratori si annovera il Progetto

Imprenderò, di prossimo avvio, rivolto alle persone che intendono intraprendere attività autoimprenditoriali.

Alla luce della grave crisi produttiva ed occupazionale che ha investito la Regione è stato riavviato il progetto

Imprenderò, al fine di valorizzare le migliori esperienze che negli ultimi anni sono state realizzate in Friuli

Venezia Giulia in tema di sviluppo della cultura, della formazione e della consulenza imprenditoriale.

Il bando, articolato su più lotti, si propone di ottimizzare la dimensione settoriale dei singoli interventi ed il

processo di specializzazione che negli ultimi anni si è realizzato tramite il progetto Imprenderò.

I lotti in appalto sono orientati prevalentemente allo sviluppo del lavoro autonomo ed imprenditoriale di

lavoratori provenienti dalle situazioni di crisi occupazionale con riferimento alle persone in cassa integrazione

straordinaria ed ordinaria ovvero (in deroga e non in deroga) in mobilità, quelle dichiarate in esubero, quelle

licenziate senza il beneficio di alcun ammortizzatore sociale. In sostanza il proposito è quello di sospendere per

questa tornata formativa gli interventi di educazione all’imprenditorialità e di confermare gli interventi di:

passaggio generazionale, trasmissione d’impresa, spin off, formazione imprenditoriale e creazione di impresa,

formazione manageriale in favore della PMI e della micro impresa.

In particolare, l’intervento per la trasmissione e il riavvio d’impresa è rivolto, da un lato, alla continuità delle

imprese artigianali di particolare valore storico, artistico, culturale, sociale, e dall’altro, alla continuità della

imprese coinvolte nella crisi mediante la ricerca di una nuova imprenditoria ovvero valorizzando in questo ruolo

le risorse umane che già operano in azienda.

6.11 L’Anticipo del trattamento di CIGO e di CIGS

Ulteriori strumenti di sostegno ai lavoratori sono rappresentati dalla possibilità di:

- accedere all’anticipazione del trattamento di CIGS da parte di istituti bancari convenzionati con il

Mediocredito FVG, con l’assistenza del Fondo regionale di garanzia per l’accesso al credito da parte di

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58 Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G.

lavoratori precari (art.64 L.R.18/2005);

- accedere all’anticipazione del trattamento di CIGO e CIGS a condizioni particolarmente vantaggiose nei

casi in cui il datore di lavoro non sia in grado di anticipare quanto dovuto dall’INPS. A tale scopo le

Banche di Credito Cooperativo hanno sottoscritto uno specifico accordo.

6.12 Ulteriori strumenti di intervento.

Durante l’implementazione del Piano, potranno essere utilizzati ulteriori strumenti, non elencati nel presente

documento, messi a disposizione dalla normativa nazionale e/o regionale aventi la finalità di favorire la

ricollocazione dei lavoratori espulsi dalle aziende in crisi.

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

Agenzia Regionale del Lavoro della Regione Autonoma F.V.G. 59

7. La collaborazione tra soggetti pubblici e privati

Negli ultimi dieci anni, il complesso delle istituzioni interventi nel mercato del lavoro ha subito profondi

cambiamenti: ad oggi diversi soggetti di differente natura giuridica hanno la possibilità di rispondere alle

esigenze dell’utenza (imprese e lavoratori).

All’interno del network di operatori privati attualmente legittimati ad operare si annoverano i cc.dd.

intermediari speciali, nonché le Agenzie per il lavoro (Apl) autorizzate a svolgere attività di somministrazione di

lavoro, di intermediazione, di ricerca e selezione del personale e di supporto alla ricollocazione professionale.

Uno dei principali nodi della riforma del mercato del lavoro riguarda la coesistenza tra pubblico e privato. Tale

coesistenza si realizza attraverso il rispetto di una logica di sussidiarietà orizzontale, dove il privato soddisfa

bisogni della collettività attraverso servizi che il pubblico non potrebbe offrire.

Tenuto conto dell’attuale fase economica, contraddistinta dall’insorgere di numerose situazioni di crisi con

notevoli riflessi sotto il profilo occupazionale nel mercato del lavoro regionale, l’Amministrazione regionale, nel

quadro delle iniziative messe complessivamente in campo per affrontare l’attuale congiuntura, operando per

affidare a soggetti privati accreditati, ai sensi dell’art.. 24 della L.R. 18/2005, azioni finalizzate a sostenere il

reinserimento lavorativo di gruppi di lavoratori in situazione di particolare difficoltà occupazionale, in funzione

complementare ed integrativa a quella svolta dalle Amministrazioni Provinciali attraverso i Centri per l’impiego.

In particolare, si intende promuovere la ricollocazione di quei lavoratori che si trovino in stato di cassa

integrazione guadagni straordinaria per cessazione, anche parziale, dell’attività aziendale, per procedure

concorsuali ovvero per crisi aziendale, ovvero in stato di cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga,

qualora essa sia stata autorizzata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali a seguito di sottoscrizione di

apposito accordo governativo.

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8. I soggetti che partecipano alla realizzazione del piano

8.1 La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

La Regione interviene attraverso:

- la progettazione e l’approvazione del piano;

- il finanziamento degli interventi previsti dal Piano utilizzando sia risorse proprie che quelle del Fondo

Sociale Europeo;

- la realizzazione degli esami congiunti ed alla stesura dei verbali di accordo tra le parti per le aziende che

hanno necessità di utilizzare gli strumenti della Cassa integrazione;

- la gestione, in collaborazione con l’INPS degli ammortizzatori sociali in deroga;

- la nomina del coordinatore e del gruppo di lavoro chiamato alla gestione del piano stesso;

- la progettazione e gestione delle attività di monitoraggio e valutazione degli interventi previsti dal

Piano;

- aggiorna gli atti ed i regolamenti regionali e compie tutte le azioni amministrative necessarie alla

realizzazione del progetto.

8.2 Le Amministrazioni provinciali.

L’Amministrazione regionale, in raccordo con le Amministrazioni provinciali, opera per:

- diffondere le informazioni sullo stato del settore siderurgico e sulle azioni intraprese dal piano;

- curare la promozione e l’erogazione degli incentivi previsti dall’articolo 30-33 e 48 della legge regionale

18/2005;

- assicurare il coordinamento tra il Piano regionale della Siderurgia ed i Piani provinciali di gestione delle

situazioni di grave difficoltà occupazionale approvati dalla Giunta Regionale e attualmente in corso di

validità;

- coordinare l’attività dei CPI mettendo a disposizione un gruppo di operatori unici allo scopo di garantire

il rispetto dei tempi di attuazione del piano medesimo.

8.3 Centri per l’Impiego.

Sono i soggetti che, in base alla normativa nazionale e regionale vigente, sono preposti all’accoglienza ed alla

presa in carico delle imprese e dei lavoratori con particolare riferimento alle seguenti attività:

- informazione sulle politiche attive messe a disposizione dalle imprese;

- orientamento al lavoro e selezione di gruppi di lavoratori;

- analisi del profilo professionale e di incrocio domanda/offerta;

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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- “presa in carico” dei lavoratori aderenti al piano e stipula dei relativi patti di servizio;

- gestione di seminari di orientamento professionale;

- invio dei lavoratori ad attività formative utili per rafforzare le competenze e l’occupabilità.

8.4 Altri soggetti.

Nel percorso di implementazione del Piano, oltre ai soggetti Istituzionali, ai quali la Legge Regionale 18/2005

affida l’attuazione degli interventi previsti, potranno essere invitati alla collaborazione per la realizzazione di

specifiche azioni di propria competenza ulteriori soggetti quali le: Organizzazioni sindacali, le Organizzazioni

datoriali, gli Enti di formazione, Italia Lavoro, gli Enti locali.

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9. (*) Durata del piano

La durata del Piano è prevista in 36 mesi dal momento della sua approvazione da parte della Giunta Regionale.

Eventuali proroghe sono possibili sulla base di adeguate motivazioni circa il perdurare delle criticità che

avevano dato origine al Piano.

(*) capitolo modificato con Decreto direttoriale - Direzione Centrale lavoro, formazione, commercio e pari

opportunità, n 568/LaVFOR.LAV/2013 del 12 febbraio 2013 “Correzioni di errori materiali e di inesattezze

rilevate nel testo dell’allegato alla deliberazione della Giunta regionale 13 dicembre 2012, n. 2208, recante

“Approvazione del Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della

siderurgia sull’intero territorio regionale”

Piano di gestione della situazione di grave difficoltà occupazionale del settore della siderurgia regionale – Novembre. 2012

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APPENDICE 1: CLASSIFICAZIONE ATECO 2007

24 METALLURGIA

24.1 SIDERURGIA

24.10 Siderurgia

24.10.0 Siderurgia - Fabbricazione di ferro, acciaio e ferroleghe

24.10.00 Siderurgia - Fabbricazione di ferro, acciaio e ferroleghe

24.2 FABBRICAZIONE DI TUBI, CONDOTTI, PROFILATI CAVI E RELATIVI ACCESSORI IN ACCIAIO

(ESCLUSI QUELLI IN ACCIAIO COLATO)

24.20 Fabbricazione di tubi, condotti, profilati cavi e relativi accessori in acciaio (esclusi quelli in acciaio colato)

24.20.1 Fabbricazione di tubi e condotti senza saldatura

24.20.10 Fabbricazione di tubi e condotti senza saldatura

24.20.2 Fabbricazione di tubi e condotti saldati e simili

24.20.20 Fabbricazione di tubi e condotti saldati e simili

24.3 FABBRICAZIONE DI ALTRI PRODOTTI DELLA PRIMA TRASFORMAZIONE DELL'ACCIAIO

24.31 Stiratura a freddo di barre

24.31.0 Stiratura a freddo di barre

24.31.00 Stiratura a freddo di barre

24.32 Laminazione a freddo di nastri

24.32.0 Laminazione a freddo di nastri

24.32.00 Laminazione a freddo di nastri

24.33 Profilatura mediante formatura o piegatura a freddo; fabbricazione di pannelli stratificati in acciaio

24.33.0 Profilatura mediante formatura o piegatura a freddo; fabbricazione di pannelli stratificati in acciaio

24.33.01 Fabbricazione di pannelli stratificati in acciaio

24.33.02 Profilatura mediante formatura o piegatura a freddo

24.34 Trafilatura a freddo

24.34.0 Trafilatura a freddo

24.34.00 Trafilatura a freddo

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24.4 PRODUZIONE DI METALLI DI BASE PREZIOSI E ALTRI METALLI NON FERROSI, TRATTAMENTO

DEI COMBUSTIBILI NUCLEARI

24.41 Produzione di metalli preziosi

24.41.0 Produzione di metalli preziosi e semilavorati

24.41.00 Produzione di metalli preziosi e semilavorati

24.42 Produzione di alluminio

24.42.0 Produzione di alluminio e semilavorati

24.42.00 Produzione di alluminio e semilavorati

24.43 Produzione di piombo, zinco e stagno e semilavorati

24.43.0 Produzione di piombo, zinco e stagno e semilavorati

24.43.00 Produzione di piombo, zinco e stagno e semilavorati

24.44 Produzione di rame

24.44.0 Produzione di rame e semilavorati

24.44.00 Produzione di rame e semilavorati

24.45 Produzione di altri metalli non ferrosi

24.45.0 Produzione di altri metalli non ferrosi e semilavorati

24.45.00 Produzione di altri metalli non ferrosi e semilavorati

24.46 Trattamento dei combustibili nucleari

24.46.0 Trattamento dei combustibili nucleari (escluso l'arricchimento di uranio e torio)

24.46.00 Trattamento dei combustibili nucleari (escluso l'arricchimento di uranio e torio)

24.5 FONDERIE

24.51 Fusione di ghisa

24.51.0 Fusione di ghisa e produzione di tubi e raccordi in ghisa

24.51.00 Fusione di ghisa e produzione di tubi e raccordi in ghisa

24.52 Fusione di acciaio

24.52.0 Fusione di acciaio

24.52.00 Fusione di acciaio

24.53 Fusione di metalli leggeri

24.53.0 Fusione di metalli leggeri

24.53.00 Fusione di metalli leggeri

24.54 Fusione di altri metalli non ferrosi

24.54.0 Fusione di altri metalli non ferrosi

24.54.00 Fusione di altri metalli non ferrosi