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COMUNE DI VODO DI CADORE Provincia di Belluno Piano di Assetto del Territorio ai sensi della L.R. 11/2004 Relazione sulla fase di concertazione Pareri, contributi e proposte per un progetto del territorio Incontri sui contenuti del Documento Preliminare del P.A.T. Ai fini dell’approvazione degli esiti della concertazione per il nuovo Piano di Assetto del Territorio e Valutazione Ambientale Strategica (atto di indirizzo art. 50, lett. e, paragrafo 5) aprile 2013

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COMUNE DI VODO DI CADORE Provincia di Belluno

Piano di Assetto del Territorio ai sensi della L.R. 11/2004

Relazione sulla fase di concertazione Pareri, contributi e proposte per un progetto del territorio

Incontri sui contenuti del Documento Preliminare del P.A.T.

Ai fini dell’approvazione degli esiti della concertazione per il nuovo Piano di Assetto del Territorio e Valutazione Ambientale Strategica

(atto di indirizzo art. 50, lett. e, paragrafo 5)

aprile 2013

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COMUNE DI VODO DI CADORE Provincia di Belluno

RELAZIONE SULLA FASE DI CONCERTAZIONE

Contributi, proposte e richieste per un progetto del territorio

Ai fini dell’approvazione degli esiti della concertazione per il nuovo Piano di

Assetto del Territorio e Valutazione Ambientale Strategica (atto di indirizzo art. 50, lett. e, paragrafo 5)

Il Sindaco

Gianluca Masolo

Il Responsabile dell’Area Tecnica

Laura Stefani

Provincia di Belluno

Settore Pianificazione

Consulente dell’Amministrazione Comunale

Roberto Raimondi

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INDICE

Scopo del documento....................................................................................................................................7

1. Concertazione – partecipazione.................................................................................................................9

1.1. Concertazione sui contenuti del documento preliminare ......................................................................9

1.2. Comunicazione e pubblicizzazione......................................................................................................9

1.2.1. Presentazione pubblica del Documento Preliminare ...................................................................11

1.2.1. Presentazione pubblica del Documento Preliminare ...................................................................12

1.2.1. Presentazione pubblica del Documento Preliminare ...................................................................13

1.3. Uno strumento per la partecipazione: lo Sportello Urbanistico ...........................................................17

2. Concertazione – Pareri e contributi sul Documento Preliminare...............................................................23

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Comune di Vodo di Cadore – PAT - Relazione sulla fase di concertazione 7 -

Scopo del documento

Questa relazione espone le risultanze della fase di concertazione ed è finalizzato all’approvazione degli esiti della concertazione

1 e di confronto sui contenuti del Documento

Preliminare, in conformità a quanto previsto dall’atto di indirizzo art. 50, lett. e, paragrafo 5. La fase di concertazione, che si conclude con specifica delibera della Giunta Comunale che approva i contenuti della presente Relazione, costituisce una modalità di partecipazione rivolta ad alcuni soggetti collettivi, istituzionali e non, legati all’imprenditoria, alla pubblica amministrazione e alla gestione di pubblici servizi, al volontariato, all’associazionismo locale. In questa fase l’Amministrazione Comunale svolge un duplice ruolo: soggetto preposto alla definizione di obiettivi ma anche promotore, attivatore di processi partecipativi. In quest’ultima veste l’Amministrazione procede organizzando incontri, destinati sia a valorizzare la partecipazione di più soggetti alle scelte che riguardano il territorio, sia ad accrescere la consapevolezza delle conseguenze delle trasformazioni. Ma l’Amministrazione e il tecnico incaricato agiscono anche in via indiretta e riflessiva, rielaborando i contenuti del Documento Preliminare in funzione della concertazione, condensando gli obiettivi in parole chiave per l’azione pubblica. Il processo partecipativo e in particolare la fase di concertazione, costituiscono quindi un importante anello di congiunzione tra Progetto urbanistico e processo di Valutazione Ambientale Strategica, poiché contribuisce a verificare la sostenibilità sociale ed economica degli obiettivi del Documento Preliminare.

Connessa alla fase di concertazione e partecipazione è la necessità di ridurre i connotati scientifico-disciplinari dei processi di pianificazione e valutazione, mettendone in evidenza il carattere “esplorativo” (di futuri possibili, di opportunità e interessi concretamente attivabili) e il carattere “aperto” (in termini di trasparenza ma anche di capacità di accogliere contributi e di fornire spunti).

Accanto agli esiti formali del processo di concertazione e partecipazione questa Relazione documenta il processo di diffusione degli obiettivi, delle azioni strategiche e delle scelte contenute nel Documento Preliminare. Al termine della prima parta parte di questa Relazione si è voluto dedicare un capitolo all’insieme delle istanze e delle richieste di variante agli strumenti urbanistici, che sono state presentate all’Amministrazione Comunale. In questo variegato insieme di richieste si può riconoscere alcuni dei “moventi” che hanno portato all’avvio del processo di redazione del PAT. Nella seconda parte del fascicolo sono elencati e sinteticamente illustrati i pareri sul Documento Preliminare pervenuti al Comune dai soggetti aventi competenza amministrativa in materia ambientale. Tra i pareri pervenuti è compreso quello espresso della Commissione Regionale VAS in merito ai contenuti del Documento Preliminare e del Rapporto Ambientale Preliminare. In allegato si presenta inoltre la documentazione comprovante la richiesta di pareri ad enti ed associazioni competenti in materia ambientale, nonché gli stessi pareri pervenuti all’Amministrazione comunale

1 atto di indirizzo art. 50, lett. e, paragrafo 5

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1. Concertazione – partecipazione

1.1. CONCERTAZIONE SUI CONTENUTI DEL DOCUMENTO PRELIMINARE

Questa relazione espone le risultanze della fase di concertazione che ha avuto per oggetto i contenuti del Documento Preliminare, in conformità a quanto previsto dall’atto di indirizzo art. 50, lett. e, paragrafo 5. Il processo di concertazione costituisce una modalità di partecipazione rivolta: � Ai soggetti aventi competenza amministrativa in materia ambientale. � ad alcuni soggetti collettivi, istituzionali e non, legati all’imprenditoria, alla pubblica

amministrazione e alla gestione di pubblici servizi, al volontariato, all’associazionismo locale.

1.2. COMUNICAZIONE E PUBBLICIZZAZIONE

Per la pubblicizzazione dell’avvio del processo partecipativo sono state spedite lettere di invito agli incontri, rinviando al sito internet del Comune di Vodo per il reperimento del Documento Preliminare, del Rapporto Ambientale Preliminare e degli Allegati grafici. I dati emersi sono stati esaminati e confrontati dall’Amministrazione Comunale e dal tecnico incaricato con le azioni strategiche e gli obiettivi contenuti nel Documento Preliminare. Nelle due pagine seguenti è riportato l’elenco dei soggetti invitati ad esprimere un parere sui contenuti del Documento Preliminare e sul Rapporto Ambientale Preliminare.

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1.2.1. Presentazione pubblica del Documento Preliminare

La presentazione pubblica del Documento Preliminare del PAT si è tenuta il 28 dicembre 2012. L’illustrazione dei contenuti del Documento è stata preceduta da una descrizione delle principali finalità della L.R.11/2004 e delle nuove caratteristiche degli strumenti urbanistici, con particolare riguardo alla rilevanza degli aspetti partecipativi nel processo di pianificazione e valutazione.

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Presenti alla riunione di presentazione del PAT del 28/12/2012:

� Sindaco, Vicesindaco e Assessore alle Politiche Sociali � Responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale � Rita e Roberto Cancelli (residenti Peaio) � Mario Della Bona -Vìnigo (già vicesindaco 1985-1990 e ora consigliere della Regola

Grande) � Silvano Pivirotto (commerciante) � Alessandro Michielli (agricoltore Vìnigo) � Michelangelo Zammichieli (consigliere della Regola Grande) � Zanetti Margherita (residenti Vodo) � Danilo Gregori (operaio edile - Vodo) � Pietro Talamini (perito edile - Vodo) � Nicola De Lorenzo (perito edile - Peaio) � Mario Belfi (già consigliere com.le e ora consigliere della Regola Grande) � Nicoletta Castellini (amministratrice condominiale e presidente Ass. Sportiva Vodo) � Giulio Imperatore (residente Vodo, tecnico comunale a Pieve di Cadore)

Altre persone si sono aggiunte nel corso della serata

Sintesi degli argomenti trattati e delle questioni sollevate nel corso della presentazione pubblica del Documento Preliminare

La presentazione pubblica ha consentito di illustrare i contenuti del Documento Preliminare, nonché gli obiettivi e le azioni previsti. Al termine dell’illustrazione del Documento Preliminare sono state poste domande e sollevate questioni su alcuni dei temi trattati. In particolare le questioni hanno riguardato:

Accordi pubblico privato ed equità

Con il P.A.T. ed il P.I. assumono un peso più rilevante gli accordi pubblico-privato ed altre forme di “negoziazione”. La pianificazione corre il rischio di perdere la suo equilibrio nella distribuzione delle risorse e dei diritti. Non c’è il rischio che, anche nel migliore dei casi, “Chi può dare di più ottiene di più”? Oggi le norme possono essere più precise, adattarsi meglio alla situazione specifica, sia alle condizioni date da un contesto geologicamente fragile e delicato dal punto di vista ambientale. Già oggi le norme dei Piani devono rapportarsi di volta in volta a condizioni e a “casi” diversi. Da quando si è conclusa l’esperienza dei Piani regolatori pensati per governare la crescita e lo sviluppo insediativo la progettazione urbanistica ha cercato di valorizzare la specificità, di riconoscere nel territorio non più condizioni di omogeneità, ma di valorizzare la specificità (di un centro storico, di un paesaggio, di un singolo edificio). Oggi la valorizzazione della specificità si estende alle proposte di sviluppo del territorio e della società che lo abita. Al centro della regolazione non ci sono più le densità fondiarie e territoriali o gli usi del suolo. Questo ultimi sono definiti dagli strumenti “di governo del territorio” (il P.A.T. e il P.I.) in funzione di una serie di esigenze della comunità locale.

Regolamenti e Norme C’è un aspetto dell’uniformità che assume una particolare importanza e non deve essere eliminato da norme eccessivamente conformate sulla risposta al caso specifico. Per esempio le questioni legate alla tutela e alla valorizzazione del paesaggio e dei linguaggio architettonico. E’ necessario un approccio unitario nel progetto del Territorio, per esempio per definire un regolamento edilizio unificato, per fare in modo che le altezze minime per i locali abitabili a non siano diverse a Vodo o a Borca Un altro esempio sono le dimensioni minime dell’alloggio, che molti comuni hanno adottato per contrastare il fenomeno delle seconde case. Spesso definire superfici minime elevate si è rivelata una scelta che ha scoraggiato la realizzazione di seconde case, ma in alcuni casi ha reso difficili gli interventi di recupero oppure ha limitato l’offerta di abitazioni per piccoli nuclei familiari. Oppure, perché un abbaino deve essere fatto in un cerro modo a valle dei Cadore e in un altro a Vodo? C’è bisogno quindi di definire un Regolamento Edilizio unico per la Val Boite o almeno per un insieme significativo di Comuni. Anni fa gli uffici tecnici di alcuni comuni del Cadore hanno proposto all’allora Assessore Provinciale Irma Visalli una bozza di regolamento edilizio unificato, da confrontare con gli indirizzi che erano in corso di elaborazione del contesto di redazione del PTCP. Poi tutto si è fermato.

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Coordinamento. Perché non un PATI?

La questione del progetto unitario fa emergere la questione del PAT e dell’alternativa, che appare più interessante, di un PATI. E’ diffusa la convinzione che facendo una serie di PAT distinti si sia persa l’occasione di una riflessione estesa all’intero ambito territoriale. Il Sindaco illustra le ragioni che hanno portato alla scelta di affidare l’incarico per il PAT, dopo aver constatato la volontà del Comune di Borca (nel quale è presente una forte criticità legata al dissesto idrogeologico della frana di Cancia) di procedere autonomamente. Tuttavia esistono due possibilità di dare vita ad un coordinamento significativo e forse meno impegnativo per le amministrazioni coinvolte: � il coordinamento proposto dalla Provincia entro il processo di coi pianificazione � la possibilità di partecipare alla stesura di uno o più PATI tematici, contestualmente alla

redazione del PAT o dopo la sua approvazione In realtà il PTCP costituisce una base di coordinamento progettuale interessante, reinterpretabile ed integrabile, migliorabile se si vuole, ma comunque un punto di riferimento che prima non c’era. Il processo di copianificazione e gli incontri di coordinamento su alcuni temi di rilevanza strategica consentono di mettere intorno al tavolo di ciascun PAT i rappresentanti delle Amministrazioni Comunali. Il coordinamento quindi è possibile e le possibilità di una sua attivazione sono più articolate di quanto si possa credere. D’altronde l’importante è trovare un tema, un’occasione progettuale di coordinamento, sena la quale anche un PATI sarebbe costruito come un collage di PAT comunali. L’idea forte, che tiene assieme più comuni entro un progetto di sviluppo, di valorizzazione, di potenziamento delle infrastrutture e dei servizi, può nascere e definirsi attraverso un PATI tematico.

Limitazioni al consumo di suolo

La discussione passa poi al tema del consumo di suolo. Gli atti di indirizzo relativi alla trasformabilità di SAU costituiscono uno stimolo molto forte a ripensare le politiche di sviluppo. A Vodo la quantità di SAU trasformabile è compatibile con la volontà di salvaguardare la struttura insediativa attuale, puntando sulla valorizzazione dell’esistente e sul recupero di aree oggi sottoutilizzate. Tuttavia occorre fare attenzione affinché i processi di sviluppo e di recupero, qualificazione, siano funzionali alla tutela della comunità locale e non allo sviluppo edilizio legato al turismo delle seconde case.

Un’idea forte per il progetto del territorio

La discussione torna alle strategie e alla direzione di sviluppo sulla quale puntare. Alcuni tra i partecipanti chiedono qual è l’”idea forte” del PAT. Qualcuno sostiene che nel Documento Preliminare non ci sia un’”Idea Forte”. La risposta è che probabilmente ciò è vero, specie se si pensa che l’idea forte sia una “funzione”. Ma l’’idea forte forse non è una funzione forte. Ma la domanda da porsi è che cosa può essere un’idea forte per il Cadore? E’ un ruolo, un’immagine, un insieme di opportunità.

Un Idea forte è un’”immagine” in grado di attivare un insieme di progettualità.

Per esempio l’immagine di un territorio come “mosaico di opportunità” di accesso alle Dolomiti Patrimonio UNESCO dell’Umanità:, opportunità di vivere la storia e il presente del territorio come elemento qualificante di una serie di esperienze turistiche. Per fare alcuni esempi si potrebbe puntare su esperienze turistiche legate a � un progetto di restauro territoriale per i sistema definito da tabià e radure, finalizzato a

tutelare il prato, a ridefinire il margine del bosco � l’attivazione di una filiera legno energia e l’accessibilità alle sue fasi (sul modello delle

fattorie didattiche” � la costruzione di un “ecomuseo della Grande Guerra” � la valorizzazione della mobilità slow: la bicicletta, la mountain bike, il lago

La presenza del lago può essere una grande opportunità, sebbene le rive non consentono un facile accesso- Può essere fatto un bando per raccogliere idee. Il tema del lago potrebbe dare luogo ad un PATI tematico o quanto meno a progetti di coordinamento con il comune di Borca. Il tema dei laghi alpini minori, da San Vito fino a Valle, più o meno connessi alla ciclabile o alla Via Regia, potrebbe essere oggetto di un PATI. Forse più che un PAT potrebbe esserci un masterplan e un coordinamento dei programmi comunali di opere pubbliche. In questo modo sarebbe possibile conformare e “dare sostanza” ad alcune indicazioni strategiche, le quali sono già contenute nel PTCP e che nei PAT in via di formazione saranno recepite e/o daranno luogo a “Direttive”,

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il progettista del PAT evidenzia come la natura strategica del PAT non lo rende uno strumento adatto a rappresentare in modo persuasivo un’idea forte. Il ruolo del PAT è piuttosto quello di compiere una ricognizione il più possibile esaustiva delle risorse disponibili e rielaborarle, costruire insiemi e delineare associazioni possibili. Al P.I. e a specifici progetti e programmi è demandato il compito di attivare la società, sotto forma di risorse umane e di risorse economiche, attorno ad iniziative di sviluppo. Solo quando una comunità, i suoi soggetti economici e sociali che la costituiscono, saranno operativamente coinvolti su uno specifico progetto sarà possibile capire se un’idea è forte o meno.

La Ciclabile, la Lunga Via delle Dolomiti, per esempio, è una grande opportunità di sviluppo ma non riesce a tradursi in una forte spinta alla trasformazione. Il progetto di illuminare tutto il tracciato della ciclabile consentirebbe di tradurre un’opportunità inespressa in un forte segnale pel lo sviluppo turistico della Val Boite. Alcuni partecipanti precisano che non basta illuminare due chilometri del tracciato. Forse più che fare un “PATI della ciclabile” bisogna realizzare gli interventi necessari per rendere la fruizione sicura e piacevole.

Viabilità alternativa Il tema della sicurezza lungo la ciclabile “incrocia” quello della viabilità di attraversamento, sebbene i due tracciati abbiano scarsi punti di contatto. Il PAT non può prevedere tracciati stradali alternativi alla S.S:51, i quali probabilmente saranno comunque ipotizzati e valutati entro il processo di VAS. Tuttavia si tratterà di scenari da collegare a progetti a scala sovracomunale (per es. Rivalgo Venas) e da coordinare a livello intercomunale con analoghe ipotesi presenti nei PRG o nei PAT in via di elaborazione (a Borca e Valle di Cadore, quantomeno).

Obiettivi di sviluppo turistico.

Tra gli strumenti e i progetti da attivare a sostegno dello sviluppo turistico alcuni dei partecipanti citano la realizzazione di una palestra adeguata. Vanno moltiplicate le esperienze e le occasioni di incontro con un insieme di risorse paesaggistiche ed ambientali eccezionalmente ricco ed articolato.

E gli imprenditori, i progetti dei privati?

I comuni fanno quanto è nelle loro possibilità, adeguando gli strumenti urbanistici (e non solo).Tuttavia il PAT è uno strumento “per lo sviluppo”, non può essere “di sviluppo”. In conclusione della riunione viene affermato in modo pressoché unanime da parte dei partecipanti la necessità di riaffermare con forza, ma anche di ripensare, il ruolo della politica nello sviluppo della montagna. E’ innegabile che la sopravvivenza della montagna deve essere un obiettivo politico, un obiettivo sostenuto fattivamente della politica. Ciò significa anche a livello locale coinvolgere i comuni confinanti in alcune scelte. Accanto all’intervento della politica a livello regionale si devono però costruire e promuovere iniziative e progetti imprenditoriali che da troppo tempo mancano all’appello in Cadore. Constatato che sull’insieme degli obiettivi e delle azioni non sono state avanzate obiezioni sostanziali né proposte di modifica, la riunione è stata chiusa ricordando i passaggi mancanti alla conclusione del processo di formazione del PAT e l’apertura dello “Sportello Urbanistico”.

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1.3. UNO STRUMENTO PER LA PARTECIPAZIONE: LO SPORTELLO URBANISTICO

Accanto a questa modalità di partecipazione, che si caratterizza come contributo all’accrescimento del “capitale sociale” della comunità, si è associata l’apertura di uno “Sportello Urbanistico”, il quale ha permesso di interagire con i singoli cittadini, raccogliendone richieste e suggerimenti per il nuovo Piano.

Si tratta di una modalità di interazione che può apparire poco interessante, incline a favorire in misura eccessiva gli interessi dei singoli, a scapito di quelli esprimibili in sedute pubbliche. In realtà le richieste e i suggerimenti pervenuti allo Sportello Urbanistico

2 disegnano una

mappa, uno “scenario tendenziale” di grande utilità per comprendere:

- il sistema di riferimenti degli abitanti (per es. come è percepita la forma di Vodo e delle sue frazioni, le sue distanze, fino a dove si estende il centro, quali aree sono più interessanti per costruire nuove residenze, come e quanto ci si muove nello spazio…);

- punti deboli delle regolazioni vigenti e possibili soluzioni;

- criticità esistenti nel territorio.

2 allo “Sportello Urbanistico” sono stati presentati circa venti suggerimenti e richieste, talvolta

contenenti più di una suggestione o proposta.

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Nella tabella seguente sono elencati e sinteticamente descritti i contributi dati allo Sportello Urbanistico.

data n° Localizzazione dell'area interessata

Destinazione PRG vigente

Proposte, osservazioni e suggerimenti

07/01/2013 1a viabilità forestale a Malga Ciauta tra Borca e Vodo

ZTO E Collegare i tracciati nei due comuni. I tracciati stradali oggi non si collegano tra loro. Il collegamento consentirebbe di attivare una circolazione ad anello, eliminando l'attuale doppio senso di circolazione (per chi viene da Vodo)

07/01/2013 1b Carosello sciistico collegamento su Palafavera, a sud del Pelmo

ZTO E E’ necessaria una maggior “apertura” alle soluzioni previste dal Piano Neve. La proposta ritenuta valida è quella di riattivare gli impianti di risalita da Villanova ed estenderli verso sud ovest, verso Ciampe de Naieron e altre aree (tuttavia molto delicate dal punto di vista ambientale)

07/01/2013 1c Via Regia, Lunga Via delle Dolomiti

Si potrebbe deviare la ciclabile sul tracciato della Via Regia perché oggi la Lunga Via non attraversa il paese. L'attuale tracciato della Lunga Via potrebbe diventare una passeggiata esclusivamente pedonale, riducendo il rischio causato dai ciclisti. Inoltre il tracciato della Regia è molto più chiaro rispetto a quello della Ciclabile, che a Peaio si complica, creando confusione negli utenti

14/01/2013 2 Località Fornas ZTO E Cambiare destinazione da artigianale e residenziale

14/01/2013 3 Piazza Chianesia ZTO A Stralciare un’area da un ambito destinato all’attuazione di un PUA per renderlo pertinenza edificabile dell’abitazione limitrofa, individuata come 3a

14/01/2013 4 Piazza Chianesia ZTO A La proprietà è prossima ad un intervento di ristrutturazione urbanistica che riguarda l’ambito 4a. C’e un problema di distanze. Se si realizzano molti appartamenti si può determinare una pressione eccessiva sull’area

14/01/2013 4b Il 4b è di proprietà e potrebbe essere coinvolto nella riqualificazione della piazza Chianesia con le aree della richiesta 17

14/01/2013 5 Sales ZTO E Ricostruire un fienile che è stato demolito sulla base di un progetto di ristrutturazione totale. C’è un problema con la Regola. Sembra infatti che non siano rispettate le distanze da strada di proprietà della Regola Il proponente vorrebbe spostare l’edificio verso ovest di circa 10-20 m. (a Borca consentono lo spostamento)

14/01/2013 6 Modificare il REC Aumentare la larghezza degli abbaini

Varie aree e località del territorio comunale

ZTO agricola Esigenze di gestione del patrimonio e delle infrastrutture riferibili al patrimonio della Regola Grande dei Monti di Vodo Obiettivi della Regola per i prossimi 10 anni. Tra questi:

� ripristini edifici

� implementare potenzialità edifici esistenti Malga Ciauta dal 2004 Agriturismo

Casere Rutorto e Cercenà

Casere Rutorto e Cercenà da potenziare e riconvertire perché i volumi sono inutilizzati. I bovini non richiedono i ricoveri perché i bovini da carne sono alpeggiati all’aperto. Riutilizzare i ricoveri

Viabilità in zona agricola

Asfaltatura della strada per Malga Ciauta

I pascoli si stanno riducendo perché ci sono meno animali Ripristinare alcuni dei prati originari, specie in prossimità delle malghe esistenti Consentire il taglio del pino mugo La Regola ha due ruderi in località Niaron e presso Malga Ciauta. Permetterne la ricostruzione. A Malga Ciauta potrebbe essere adibito a Magazzino per la Regola Grande. Poiché i boschi vanno manutentati la cippatrice e altri strumenti devono essere tenuti in ricoveri

14/01/2013 7

Ruderi a Naiaron e alga Ciauta

A Naiaron la malga è andata distrutta a seguito di un incendio nei ’20. Il sedime è esistente. La malga è in muratura. Riproporre la malga e destinarne una parte a sala esposizioni per i turisti di passaggio al Rifugio Venezia sull’Alta Via n. 3. Poiché Naiaron è tra Malga Ciauta e Rifugio Venezia può essere un elemento che connette l’aspetto agricolo a quello culturale documentale. Il sedime si vede bene ed è possibile ricostruire sulla base di

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Comune di Vodo di Cadore – PAT - Relazione sulla fase di concertazione 19 -

una testimonianza orale (in sasso 100 mq. abbondanti)

- - Due laghi, uno dei due è interessato da un prelievo idrico di un villino, C’è la possibilità di spostare l’opera di presa. Perché il lago d’estate si prosciuga del tutto

Malga Rutorto

ZTO E Malga Rutorto: negli stalloni fare camere con una cucina comune senza gestore (è comunque presente il malgaro). Lavorare in sinergia con Zoppè, che non ha un albergo, usando i suoi servizi commerciali. L’offerta turistica dovrebbe prevedere soggiorni di una settimana (non di più).

- - In conclusione un accenno alle motoslitte, che sono una disgrazia per il territorio e l’ambiente perché inquinano moltissimo

14/01/2013 8a - - Attenzione a non avere un atteggiamento troppo protezionista nei confronti della montagna Consentire uno sviluppo edilizio verticale e in un qualche modo favorirlo

14/01/2013 8b - - Individuare un terreno per le attività dell’associazione venatoria. Quella attuale tra la scuola e l’asilo è pessima. Fare una casa di caccia per macellare a norma di legge. Ruolo impostante dei cacciatori nella tutela dei paesaggio e dell’ambiente. Sarebbero sufficienti 100-120 mq di pianta su due piani (240 mq. superficie utile): al piano terra sala per macellazione e lavorazione; al piano superiore sala riunioni e altri locali. La realizzazione di una struttura di questo genere è importante anche per poter immettere la cacciagione nella filiera commerciale. Fare una riserva di caccia privata che potrebbe essere una risorsa economica, da concertare con le Regole

14/01/2013 8c Strada Statale est loc. Pian Ciaulei.

Realizzare una zona turistico alberghiera. La proprietà è di privati che sono coinvolgibili nell’iniziativa. Area di servizio con motel e hotel. La parte alberghiera si sviluppa nella parte che affaccia verso la strada Regia, edifici con tetto piatto con corridoio che le collega e una copertura verde. Dalla strada non si vede niente. La copertura verde nasconde corpi a 2 o 3 piani.

21.01.2013

9 Vinigo B/17 del PRG esistente Si tratta di un bar di proprietà della cooperativa Oggi il piano terra ha destinazione commerciale e altri due a destinazione residenziale. Si chiede di modificare in residenziale la percentuale di volume a destinazione commerciale (96 mq. da commerciale a residenziale) Nel corso del colloquio, tra i possibili incentivi per mantenere un presidio commerciale ricettivo viene ipotizzato un incremento di volume corrispondente alla parte terziario ricettiva Forse un ristorante potrebbe avere più possibilità di successo rispetto ad un bar (si pensi a “La chiusa”). C’è possibilità di associare all’esercizio pubblico anche un’attività di vendita al dettaglio di prodotti alimentari?

21.01.2013

10 Peaio agricola Ampliare la zona produttiva verso sud per circa 2000 mq.

21.01.2013

11 Vodo agricola Coinvolgere l’area in un intervento di qualificazione dell’accesso al centro storico da sud

21.01.2013

12 Vinigo agricola Consentire lo sviluppo del piano aziendale allentando i vincoli di tutela paesaggistica della zona attuale (ZTO E3 prevista dal PRG) E’ prevista vendita al dettaglio Consentire circa 110 mq. di sup. coperta

28.01.2013

13 Vinigo ZTO A Possibilità di arretrare l’edificio (segnalato in mappa con perimetro magenta e lettera “a”) nel contesto di un intervento di restauro propositivo e realizzare una piccola area di parcheggio. Per questo limitare l’area vincolata a verde privato nei due ambiti perimetrali in verde

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Comune di Vodo di Cadore – PAT - Relazione sulla fase di concertazione 20 -

Con la richiesta 14 a Chiede che sia asfaltata la strada comunale che dà accesso al parcheggio dell’attività commerciale, che si prevede di ampliare a valle.

28.01.2013

14 Vodo, via Talamini e via Fornas

VARIE

Con la richiesta 14b chiede che l’area e l’intorno diventino edificabili.

28.01.2013

15 Rezzuò, Via Fornas ZTO D Cambiare destinazione all’area artigianale del PRG permettendo la riconversione residenziale.

28.01.2013

16 Via Nazionale ovest VARIE Modificare la destinazione a verde attrezzato, consentendo un utilizzo come verde privato, per realizzare parcheggi ecc. Si chiede di eliminare l’obbligo di realizzare un 20% del volume a destinazione commerciale.

28.01.2013

17 Piazza Chianesia VARIE Nell’ambito di un piano di recupero consentire una traslazione verso est dei volumi esistenti, riconfigurando la piazza (anche espandendola nell’area 17a) Il Sindaco chiede che la cabina elettrica (17b) sia ricollocata nell’ambito del progetto

28.01.2013

18 Piazza Chianesia ZTO A Demolire la parte est dell’edificio esistente per individuare un lotto libero ad est

28.01.2013

19 Varie aree e località del territorio comunale

VARIE Proprietà immobiliari in paese. Oggi gli uffici della Regola sono di fronte alle poste. Casa della Regola c’è in corso un accertamento perché oggi è accatastata al Comune L’altro fabbricato è in zona B e il PRG prevede che una superficie corrispondente ad un piano sia destinato ad attività pubbliche (sala consiliare ecc.) Si deve completare il piano sottotetto e si richiede di ridurre la destinazione a sala riunioni. Si è sempre pensato di condividere la sala riunioni con il Comune Si chiede di realizzare pensiline leggere per coprire il percorso di accesso dalla ciclabile e la scaletta esterna. Nel corso della conversazione:

� si trattano questioni attinenti la manutenzione del territorio agro-silvo-pastorale con i ripristini delle superfici a prato pascolo.

� Si ribadisce il fatto che i ricavi delle attività sono reinvestiti sul territorio

Per interventi di esbosco e stoccaggio del legname è necessario attrezzare uno spiazzo al di là del Boite da utilizzare per l’accatastamento. Lo spazio deve essere accessibile con camion da rimorchio per caricare nell’area rappresentata con il n.19. Dovrebbe essere fatto un lavoro di allestimento minimo

28.01.2013

20 Ad est di Peaio lungo la ciclabile - via Regia

ZTO E Realizzare attrezzature per il ristoro, giochi per bambini, nolo e riparazione biciclette, altre attività al servizio del turismo sostenibile.

Localizzazione di alcune delle aree per le quali sono stati

presentati suggerimenti e richieste di variante (in arancione) In alto Vodo e Rezzuò; in basso Peaio e Vinigo

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2. Concertazione – Pareri e contributi sul Documento Preliminare

Dopo l’adozione del Documento Preliminare sono pervenuti i seguenti pareri:

17 novembre 2012 Magnifica Regola Grande dei Monti di Vodo

La Magnifica Regola Grande dei Monti di Vodo fornisce una “Relazione Illustrativa. Proposte ed obiettivi” della quale si allega copia.

Il Documento contiene proposte relative a: 1. Malga Ciauta con relative stalle e pertinenze, 2. Malga Rutorto con relative stalle e pertinenze, 3. Malga Cercenà con relative stalle e pertinenze, 4. Cason de Serla, 5. Cason de la Zenata, 6. ex Rifugio la Forcella, 7. rudere ex casera di Ciauta, 8. rudere casera di Naiaron, 9. strada carrabile “La Forcella – Malga Ciauta, 10. strada carrabile Iou del Todesco_Malga Cercenà-I Lasties, 11. strada carrabile Viza del baco-I Cianpe, 12. strada carrabile per Maga Rutorto, 13. strade carrabili e trattorabili varie, 14. piste forestali, 15. sentieri vari, 16. opere acquedottistiche a servizio dei fabbricati, 17. ruderi presso il sito minerario in loc. Val Inferno con relativi sentieri di accesso, 18. manufatti vari, 19. uso del suolo, 20. laghi.

19 novembre 2012 Regola Staccata di Vodo di Cadore

La Regola Staccata di Vodo di Cadore fornisce una “Relazione Illustrativa. Proposte ed obiettivi” della quale si allega copia.

Il Documento contiene proposte relative a: 1. fabbricato sede della Regola Staccata (Via Nazionale 47), 2. Sala della regola in Piazza Santa Lucia, 3. Fabbricato rurale Cason de la fedes, 4. Lavatoio in località Soramarei, 5. terreno nel centro di Vodo, 6. strade trattorabili varie, 7. strada carrabile da intersezione con strada comunale e

piazzale stoccaggio legname (loc. La Rosta), 8. piste forestali, 9. sentieri vari, 10. manufatti vari, 11. uso del suolo, 12. laghi, 13. aree date in concessione per usi tecnologici (antenna RAI e

gestori telefonici con relativi accessori, 14. piazzale per lo stoccaggio del legname in località la Rosta Terreni in località Rezzuò (parcheggio e parco urbano.

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Autorità di bacino dei Fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione

Dopo una premessa che aggiorna sullo stato della Pianificazione, il parere rileva che nell’allegato grafico n.2 al R.A.P. “Vincoli presenti nel territorio comunale, strumenti di tutela e pianificazione sovraordinata”: 21. non sono considerati i contenuti del PAI, in particolare le pericolosità P1, P2, P3 connesse al Rio Rudan in località Peaio; 22. non sono considerate le aree con pericolosità da valanga; 23. non sono inseriti i contenuti del PTCP, con particolare riferimento ai fenomeni geostatici (peraltro trasferiti nel PAI Piave come “aree di attenzione”.

4 dicembre 2012

Nel merito alla comunicazione inviata dall’Autorità di bacino dei Fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione, premesso che l’allegato grafico al quale si fa riferimento non corrisponde alla tavola 1 del PAT ma è un allegato grafico al Rapporto Ambientale Preliminare, si precisa che: � l’osservazione in merito alle aree lungo il Rio Rudan è errata,

poiché le aree con vincolo P.A.I. sono correttamente rappresentate nel citato allegato grafico, con indicazione della classe di rischio,

� le aree con pericolosità da valanga saranno rappresentate nella tavola 3 del PAT come previsto dagli specifici “Atti di indirizzo” relativi ad elaborati grafici, grafie e banche dati,

� i contenuti del PTCP ai quali si fa riferimento sono attualmente in una condizione di transizione per quanto attiene il trattamento del dato entro gli elaborati del PAT; infatti: - fino alla pubblicazione del nuovo PAI sulla Gazzetta

Ufficiale del 30 novembre 2012 la materia doveva essere trattata entro le tavola 3 “Carta delle Fragilità”, individuando aree e tipologie di dissesto, attribuendo una classe di idoneità geologica corrispondente

� con la classificazione dei citati fenomeni geostatici nelle “aree di attenzione” del PAI Piave si è invece introdotto una salvaguardia assimilabile ad un vincolo PAI, pertanto è verosimile che essi debbano essere rappresentati anche entro la tavola n.1 “Carte dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale”, del PAT. Tale elaborazione verrà svolta non appena gli enti sovraordinati definiranno nel dettaglio le direttive per il recepimento delle suddette “aree di attenzione” nella normativa del PAT.

26.02.2013 Parere della Commissione Regionale VAS n.21 del 26/02/2013

La Commissione Regionale VAS nell’esprimere favorevole ha formulato i seguenti indirizzi e prescrizioni, da ottemperare nella redazione del Rapporto Ambientale, previa la consultazione in questa prima fase di Rapporto Ambientale Preliminare delle Autorità Ambientali individuate ai sensi del comma l dell'art. 13 del D.Lgs. n. 152/2006: 1. far emergere con chiarezza il ruolo che la VAS deve svolgere

durante la fase di elaborazione del PAT in ordine all'individuazione degli eventuali scostamenti delle dinamiche in atto rispetto alle previsioni del Documento Preliminare stesso, fornendo indicazioni circa le alternative possibili quali esiti del pubblico confronto e degli approfondimenti conoscitivi;

2. valutare le prescrizioni/raccomandazioni poste nei pareri nel frattempo pervenuti da parte delle Autorità Ambientali consultate;

3. sviluppare adeguatamente i capitoli relativi alle varie componenti ambientali con esiti di analisi aggiornate e riferite al territorio in esame e/o a quello contermine. In particolare, per quelle componenti ambientali che presentano le criticità evidenziate nel Rapporto Ambientale Preliminare e/o non analizzate approfonditamente, dovranno essere individuate le

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relative cause e, per quelle derivanti dalle azioni di Piano, le misure di mitigazione e/o compensazione;

4. individuare gli obiettivi di sostenibilità economica e sociale del PAT;

5. individuare puntualmente le azioni concrete finalizzate al raggiungimento degli obiettivi indicati, anche in relazione ad intese con gli Enti sovra-ordinati e/o con gli Enti/Aziende gestori di servizi pubblici;

6. contenere il calcolo dell'impronta ecologica derivante dal progetto di Piano ovvero una metodologia alternativa volta a verificare la sostenibilità del Piano ed i consumi di risorse naturalistiche che dallo stesso derivano;

7. individuare, descrivere e valutare le alternative ragionevoli al fine di garantire che gli effetti dell'attuazione del PAT siano presi in considerazione durante la loro preparazione e prima della loro adozione;

8. aggiornare la zonizzazione acustica del territorio comunale ai sensi della Legge 44711995 e smi in relazione al progetto di Piano, nonché lo stato dell'inquinamento luminoso con riferimento alla LR 17/2009;

9. redigere, ai sensi della DGR 3173 del lO. I 0.2006, la Valutazione d'Incidenza Ambientale anche di SIC/ZPS che, ancorché esterni al territorio comunale, siano interessati dalle azioni di Piano. In particolare, si fa presente che secondo quanto previsto dal!' Allegato A della citata DGR, mediante lo studio per la valutazione di incidenza dello strumento di pianificazione comunale, è possibile prevedere, per progetti ed interventi in area residenziale, l'esclusione da tale procedura, qualora tale valutazione sia stata approvata positivamente ai sensi della direttiva 92/43/CEE e del DPR 357/1997 e smi. Tale previsione è valida sia per le aree residenziali poste fuori dai siti della rete Natura 2000, sia per quelle poste all'interno. Per potersi avvalere di tale disposizione occorrerà individuare le aree residenziali e per ciascuna di esse approfondire lo studio per la valutazione di incidenza identificando chiaramente quando progetti ed interventi sono non significativamente incidenti; ciò permette, attraverso un unico momento valutativo, di evitare ulteriori aggravi per i cittadini nelle aree residenziali e di snellire le pratiche amministrative correlate, la cui istruttoria e approvazione è in capo alle amministrazioni comunali. Infine, si fa presente che di quanto emerge da tale valutazione se ne dovrà dare conto nel Rapporto Ambientale;

10. far sì che le linee preferenziali di sviluppo insediativo siano individuate escludendo le zone sottoposte a rischio valanghe e frane nonché a pericolosità idrogeologica;

11. far sì che il Rapporto Ambientale contenga le informazioni di cui all'allegato VI - Parte Seconda - del D.Lgs. 15212006 ed essere redatto secondo le indicazioni contenute nell'art. 13 del medesimo decreto;

12. in particolare, atteso che il Decreto Sviluppo, pur non incidendo sulla procedura VAS, incide sul rapporto tra la valutazione ambientale strategica dei PAT/PA TI e quella dei suoi strumenti attuativi, si precisa quanto segue: a) sulla base dell'art. 5 del c.d. Decreto Sviluppo, la

valutazione nel Rapporto Ambientale del PAT del definito assetto localizzativo delle nuove previsioni e delle dotazioni territoriali, degli indici di edificabilità, degli usi ammessi e dei contenuti piani volumetrici, tipo logici e costruttivi degli interventi, dettando, così, i limiti e le condizioni di sostenibilità ambientale delle trasformazioni previste, comporta la valutazione delle azioni correlate a questi indici al fine di consentire la loro attuazione senza la necessità di ulteriori valutazioni dei Piani di Intervento o di attuazione del PAT che le contengono;

b) la valutazione nel Rapporto Ambientale di tutte le azioni del PRG ancora da attuare (c.d. opzione zero), comporta che queste stesse azioni potranno essere attuate direttamente

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senza la necessità di ulteriori valutazione ambientale strategica degli effetti.

13. far sì che gli elaborati cartografici del Piano riportino le reali destinazioni d'uso del territorio;

14. essere accompagnato da un elaborato grafico, in scala adeguata, con evidenziato l'uso attuale del territorio relativamente alle tematiche trattate, suddiviso con le relative destinazioni (abitative, produttive, infrastrutture e servizi), quello derivante dalla scelta di Piano nonché l'uso attuale del territorio dei comuni limitrofi limitatamente alla fascia interessata;

15. far sì che le norme di indirizzo del PAT per l'attuazione del Piano degli Interventi garantiscano la contestualità degli interventi in ambito urbano di carattere compensativo in ambito rurale, qualora previsti dal PA T medesimo;

effettuare, prima dell'adozione del Piano, un' attenta verifica delle eventuali variazioni di destinazione, rispetto al vigente strumento urbanistico comunale, delle aree su cui siano in corso autorizzazioni regionali e/o provinciali.

Vodo di Cadore aprile 2013