PIANO D’AZIONE PER L’ENERGIA...

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Piano dazione per lenergia sostenibile

CAIRE

Vill

COMUNE DI VILLAFRANCA DIVERONA (VR)

Urbanistica | ottobre 2014

PIANO DAZIONEPER LENERGIA SOSTENIBILE

afranca energia sostenibile

Piano dazione per lenergia sostenibile

Ottobre 2014 1

Piano dazione per lenergia sostenibile

Ottobre 2014 1

S O M M A R I O

PREMESSA a cura del Sindaco Mario Faccioli

INTRODUZIONE ...................................................................................................................5

1. STRATEGIA GENERALE E ASPETTI ORGANIZZATIVI ..................................................7 1.1 Obiettivi, finalit ed impegno del comune..............................................................7 1.2 Il contesto normativo ..........................................................................................13 1.3 Il gruppo di lavoro ...............................................................................................18

2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE, SOCIOECONOMICO E CLIMATICO .....................21 2.1 Caratteristiche generali del Comune di Villafranca di Verona...............................21 2.2 Levoluzione della popolazione e delle famiglie....................................................33 2.3 Gli edifici e le abitazioni.......................................................................................37 2.4 Lassetto economico produttivo del territorio ......................................................39 2.5 Il sistema dei trasporti ........................................................................................41

3. I CONSUMI FINALI DI ENERGIA E LA PRODUZIONE DI ENERGIA ............................45 3.1 Quadro generale al 2008 e al 2012 ......................................................................45 3.2 I consumi di energia elettrica ..............................................................................49 3.3 I consumi di gas naturale ....................................................................................51 3.4 I consumi di prodotti petroliferi...........................................................................53 3.5 I consumi del patrimonio comunale di Villafranca di Verona................................55 3.6 La produzione di energia......................................................................................57

4. BASELINE EMISSION INVENTORY ...........................................................................61 4.1 Metodologia di raccolta dei dati ...........................................................................61 4.2 Anno base di riferimento e fattori di emissione ...................................................62 4.3 Bilancio dei consumi e delle emissioni nellanno base (2008)..............................64 4.4 Bilancio dei consumi e delle emissioni al 2012.....................................................67

5. OBIETTIVI E POLITICHE DEL PIANO DAZIONE PER LENERGIA SOSTENIBILE........73 5.1 Le finalit del PAES..............................................................................................73 5.2 Larticolazione del bilancio delle emissioni al 2008..............................................73 5.3 Il contributo del settore residenziale ...................................................................75 5.4 Il contributo del settore dei trasporti...................................................................76 5.5 Il contributo del settore terziario.........................................................................77 5.6 I nuovi carichi......................................................................................................77 5.7 La produzione di energia......................................................................................79 5.8 Le strategie e le azioni del PAES ..........................................................................79

6. LE SCHEDE DI AZIONE.............................................................................................83

7. IL MONITORAGGIO................................................................................................111 ALLEGATO 1: Template 2008-2012

ALLEGATO 2: Consumi degli edifici ed impianti comunali

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.una necessaria premessa

Il nostro Comune, insieme a tante municipalit dellUnione Europea, ha

deciso di impegnarsi per guidare lo sviluppo sostenibile della nostra comunit,

per garantire alle future generazioni una qualit della vita migliore e una cultura

dellutilizzo delle risorse energetiche che sia rispettosa del proprio territorio.

Insomma, ognuno nel suo piccolo faccia la sua parte per salvare il pianeta.

Non vogliamo che questo documento sia solo uno slogan e non vogliamo

nemmeno uno strumento per attingere a finanziamenti.

Per noi il PAES un impegno politico ed etico verso il nostro territorio, per chi lo

abita e per chi lo usa.

Per noi il PAES rappresenta un cambio generazionale di mentalit e di stile di

vita e delinea, da oggi e per il futuro, la guida per lo sviluppo e la pianificazione,

per le scelte di investimento tra innovazione e tecnologia, per i comportamenti

quotidiani di ognuno in termini di mobilit e di servizi.

Nel nostro documento abbiamo analizzato le criticit e i punti cosiddetti deboli

su cui lavorare in termini di efficientamento energetico e ci siamo prefissi di

raggiungere obiettivi importanti per labbattimento della CO2.

Un altro aspetto ritenuto essenziale quello della sensibilizzazione e

dellinformazione che ci impegniamo a fare nei confronti di imprese, famiglie e

scuole, tentando con la massima responsabilit di orientare tutta la comunit a

una cultura pi responsabile e alla consapevolezza che ognuno di noi lascia la

propria impronta, piccola o grande che sia, sul futuro degli altri.

Partecipare quindi al Patto dei Sindaci dellUnione Europea, al quale abbiamo

aderito questanno, significa avere idee e valori condivisi sullambiente,

sullenergia, sullo sviluppo, sulle residenzialit, sulla mobilit, sui nostri stili di

vita e su quelli che vorremmo insegnare e consegnare ai nostri figli.

Il PAES, infine, nel quadro della programmazione europea, diventa cos

strumento indispensabile per promuovere investimenti rilevanti, in ambiti fra

loro necessariamente integrati, in settori strategici quali la mobilit sostenibile, il

risparmio e lefficienza energetica, leconomia digitale e linclusione sociale.

Mario Faccioli

Sindaco

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INTRODUZIONE

Secondo lUnione Europea, le Amministrazioni locali possono fare molto per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dal pacchetto clima-energia, o obiettivo 20-20-20: (riduzione del 20% dei gas a effetto serra, aumento del 20% dellefficienza energetica, produzione del 20% di energia da fonti rinnovabili.

Possono fare molto perch hanno la possibilit di agire in modo diretto e mirato su settori decisivi come il comparto edilizio e i trasporti, e inoltre lo sviluppo di azioni energetiche sulle propriet pubbliche pu garantire laumento della conoscenza e della fiducia verso modi di costruire e di produrre energia innovativi.

Lo scenario definito dallUnione Europea comporta quindi un aumento degli impegni per le Amministrazioni locali, ma come sempre avviene quando si parla di politiche finalizzate alla sostenibilit, lo sviluppo di azioni virtuose pu volgere gli obblighi in importanti opportunit per diversi ambiti strategici: economico, ambientale e sociale.

questo un aspetto che raramente viene evidenziato e che ha una stretta relazione con lefficacia degli strumenti di pianificazione di cui lente locale si dota.

Il Piano DAzione per lEnergia Sostenibile (PAES), nel contesto delladesione al Patto dei Sindaci, rappresenta uno strumento strategico con cui lAmministrazione locale pu valorizzare queste opportunit, con significative ricadute sul piano economico, il PAES contiene infatti indicazioni degli obiettivi che lamministrazione intende raggiungere e le misure specifiche da realizzare a questo fine.

Il PAES rappresenta la sintesi dell'impegno di un Comune verso una strategia programmatica e operativa di risparmio energetico, e persegue i seguenti obiettivi:

Definizione della strategia generale: stima dellobiettivo di riduzione delle emissioni al 2020, budget stanziato per la realizzazione degli interventi, creazione di un team di controllo del piano allinterno delle struttura comunale;

Realizzazione dellInventario Base delle Emissioni: raccolta o elaborazione dei dati di consumo per vettore e per settore, raccolta dei dati di produzione di energia a fonti tradizionali o rinnovabili sul territorio comunale, conversione dei dati di consumo/produzione di energia in emissioni di CO2;

Realizzazione del PAES: definizione delle azioni finalizzate alla riduzione dei consumi energetici e conseguentemente delle emissioni di CO2, indicando costi, risparmio energetico o produzione di energia attesa e abbattimento delle emissioni atteso.

Il PAES uno strumento che ottimizza le risorse energetiche e ambientali del

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territorio, e di conseguenza attiva un processo di programmazione a breve, medio e lungo termine, delle azioni da sviluppare.

I campi di applicazione nei quali possono essere finalizzate le politiche energetiche analizzate sono i seguenti:

le propriet pubbliche (edifici, illuminazione, parco veicolare)

il settore residenziale;

il settore terziario;

il settore industriale (settore d'azione volontario);

il trasporto pubblico e privato;

La redazione di un PAES rappresenta uniniziativa importante per una serie di motivi strategici:

consente di acquisire in modo sistematico i dati relativi ai flussi di energia facendo emergere le eventuali criticit;

permette, di conseguenza, di definire e organizzare le diverse azioni mirate allefficienza energetica, valutando per ciascuna il rapporto tra risorse necessarie e benefici attesi;

consente infine di monitorare, attraverso indicatori dinamici, leffetto delle azioni introdotte, e modificare dove occorre le strategie adottate.

Agire sulle fonti energetiche rinnovabili e sul risparmio energetico consente di evidenziare in primo luogo il territorio, le sue qualit e fragilit e la popolazione con le sue esigenze e obiettivi che devono essere messi alla base di un nuovo sviluppo locale e di una governance che impegni e responsabilizzi di pi i livelli sovraordinati.

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1. STRATEGIA GENERALE E ASPETTI ORGANIZZATIVI

1.1 Obiettivi, finalit ed impegno del comune

L'Unione Europea, nel definire la politica energetica del prossimo futuro, ha sancito tre diversi obiettivi di fondamentale rilevanza per la sostenibilit energetica, noti come Pacchetto 20-20-20, da raggiungere attraverso lincremento dellefficienza energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili, settori cardine di una strategia complessiva mirata alla riduzione delle emissioni di gas serra.

Per raggiungere questi obiettivi, anche le Comunit Locali saranno chiamate nel corso dei prossimi anni a compiere notevoli sforzi, secondo una logica di condivisione delle strategie.

Il Patto dei Sindaci - Covenant of Mayors - un'iniziativa della Commissione Europea mirata a coinvolgere attivamente le municipalit europee nel percorso verso la sostenibilit energetica, attraverso la programmazione di azioni locali che migliorino l'efficienza energetica, aumentino il ricorso alle fonti rinnovabili, stimolino il risparmio energetico e l'uso razionale dell'energia.

Ladesione volontaria a questa iniziativa, lanciata formalmente il 29 gennaio 2008, nellambito della seconda edizione della Settimana Europea dellEnergia Sostenibile (EUSEW 2008) impegna i Comuni a raccogliere la sfida della riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020 sul proprio territorio, mediante la programmazione e l'attuazione concreta di misure ed azioni, impegnandosi a predisporre l'Inventario Base delle Emissioni di CO2 sul territorio comunale (BEI - Baseline Emission Inventory) ed il Piano di Azione per l'Energia Sostenibile (SEAP - Sustainable Energy Action Plan).

La sostenibilit dello sviluppo un tema che associa l'esigenza della salvaguardia del territorio e delle risorse con l'esigenza della crescita economica, in condizioni di equit sociale.

La pianificazione e l'innovazione tecnologica rappresentano un punto chiave per definire un nuovo approccio in termini di sostenibilit alle questioni dell'energia e dell'ambiente, che hanno acquisito oggi un ulteriore rilievo nel quadro dell'attuale crisi economica.

La disponibilit di strumenti di programmazione e pianificazione che attribuiscano valore all'innovazione tecnologica ed alla qualit nei settori dell'energia, delle costruzioni, dei trasporti e della mobilit destinata ad assumere un peso sempre pi rilevante nelle azioni di sviluppo e riqualificazione del territorio.

Ladesione alliniziativa del Patto dei Sindaci rappresenta lespressione della consapevolezza dellimportanza di queste nuove sfide, sancita in un impegno formale della comunit in tutte le sue espressioni politiche, economiche, sociali e culturali.

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La normativa in materia ambientale (unificata nel testo unico Dlgs. 3 aprile 2006 n. 152) ha come obiettivo primario la promozione dei livelli di qualit della vita umana attraverso la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell'ambiente e l'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali.

Il nostro Ente deve garantire la tutela dell'ambiente e degli ecosistemi naturali attraverso un'azione tesa ai principi della precauzione, dell'azione preventiva e della correzione in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all'ambiente, nonch al principio chi inquina paga.

Partendo dal principio che ogni attivit umana deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile al fine di non compromettere la qualit della vita anche delle generazioni future, anche l'attivit della pubblica amministrazione deve essere finalizzata alla priorit degli interessi alla tutela dell'ambiente.

I temi della sostenibilit ambientale ed energetica non conoscono confini territoriali, necessitano di essere affrontati congiuntamente e rappresentano un tema importante anche per il dialogo tra le amministrazioni, dal livello locale a quello europeo.

In questa linea vanno le seguenti proposte, allargando la visione alle azioni intraprese dalla comunit europea.

LUnione Europea ritiene che le Amministrazioni locali possano fare molto per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni sintetizzati nello slogan 20-20-20, perch hanno la possibilit di agire in modo diretto e mirato su settori decisivi come il comparto edilizio e i trasporti.

Gli strumenti chiave con i quali unAmministrazione locale pu valorizzare queste opportunit con significative ricadute sul piano economico sono:

- il Piano di Azione per lEnergia Sostenibile (PAES);

- il Piano Energetico Comunale (PEC).

In particolare, il PAES deve contenere lindicazione degli obiettivi che si intende raggiungere e le misure specifiche da realizzare a questo fine.

Esso rappresenta la sintesi dell'impegno di un Comune verso una strategia programmatica e operativa di risparmio energetico, perch permette di:

valutare il livello di consumo di energia e di emissioni di CO2;

indicare gli eventuali ambiti di intervento;

identificare i settori d'azione;

contribuire a mettere in opera le politiche e i programmi necessari nella citt per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2.

Il Piano Energetico Comunale PEC - lo strumento operativo del PAES, concepito quale atto parallelo al principale strumento di pianificazione territoriale (PAT), e destinato alla definizione di una puntuale, concreta e razionale disciplina dell'utilizzo delle fonti energetiche che, ottimizzando le risorse di energia e ambientali del territorio, attiva un processo di programmazione a breve, medio e

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lungo termine, delle azioni da sviluppare.

L'Unione Europea ha adottato il 9 Marzo 2007 il documento Energia per un mondo che cambia, impegnandosi unilateralmente:

a ridurre le proprie emissioni di CO2 del 20% entro il 2020,

ad aumentare del 20% il livello di efficienza energetica,

ad aumentare del 20% la quota di utilizzo delle fonti di energia rinnovabile sul totale del mix energetico.

Il Piano di Azione dell'UE per l'efficienza energetica (Realizzare le potenzialit) include come azione prioritaria la creazione di un Patto dei Sindaci.

Premesso che:

le citt sono responsabili, direttamente ed indirettamente (attraverso i prodotti e i servizi utilizzati dai cittadini) di oltre il 50% delle emissioni di gas serra in atmosfera derivanti dall'uso dell'energia nelle attivit umane;

l'impegno dell'UE a ridurre le emissione sar raggiunto solo se gli stakeholder locali, i cittadini ed i loro raggruppamenti lo condividono.

Da qui nasce l'impegno, attraverso l'adesione al Patto dei Sindaci con le relative prescrizioni, delle amministrazioni locali ad andare oltre gli obiettivi fissati per l'UE al 2020 riducendo le emissioni di CO2 di oltre il 20% attraverso l'attuazione di un Piano di Azione per l'Energia Sostenibile da ratificare con delibera di Consiglio Comunale.

La redazione di un PAES (quale progetto innovativo nel settore energeticoambientale nel rispetto dei programmi europei e come prima sperimentazione del PEC) e di un PEC (quale strumento di programmazione ambientale del territorio) rappresentano uniniziativa importante per una serie di motivi:

consente di acquisire in modo sistematico i dati relativi ai flussi di energia facendo emergere le eventuali criticit;

permette, di conseguenza, di definire e organizzare le diverse azioni mirate allefficienza energetica, valutando per ciascuna il rapporto tra risorse necessarie e benefici attesi;

consente infine di monitorare, attraverso indicatori dinamici, leffetto delle azioni introdotte, e modificare dove occorre le strategie adottate.

Il territorio di Villafranca di Verona ha prodotto 6,18 tCO2 pro-capite nel 2008 e 6,01 tCO2 pro-capite nel 2012.

Questa frase rappresenta l'origine del concetto di Bilancio Energetico, vale a dire il rapporto tra l'energia consumata e la capacit di assorbimento delle emissioni derivanti da parte dell'ecosistema circostante. ovvio che, oltre a ci, si dovr ridurre la quantit di energia consumata e si dovr efficentarne il consumo.

Il Bilancio Energetico, risultato della raccolta dati energetici e dalla loro analisi

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e confronto, sar il documento primario di riferimento per indirizzare gli obiettivi di risparmio energetico dell'amministrazione comunale.

Partendo quindi da questo dato, l'amministrazione inizia il suo percorso verso il Piano Energetico Comunale attraverso anche l'adesione al Patto dei Sindaci Europei per lo Sviluppo Sostenibile e quindi al Pacchetto Clima-Energia noto come "Accordo 20-20-20" adottato dalla Commissione europea.

LAmministrazione Comunale sta lavorando da tempo a progetti per il risparmio energetico attraverso:

la realizzazione di diversi interventi quali linstallazione degli impianti per la produzione di energia pulita sugli edifici comunali e per una razionalizzazione di quella esistente (impianti termici, solari per l'acqua calda e fotovoltaici).

laffidamento del servizio di erogazione dellenergia elettrica ad Aziende che garantiscano a parit di condizioni minori costi e maggiore utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.

lo studio preliminare delladeguamento dellimpianto di pubblica illuminazione che prevede la sostituzione delle lampade a bassa efficienza, con lampade ad alta efficienza luminosa,

interventi sul sistema dei trasporti locali quali la messa a disposizione allinterno del Comune di Villafranca di Verona di autovetture e biciclette in Car e bike Sharing il cui utilizzo sar messo a disposizione anche dei cittadini;

l'introduzione nel Regolamento Edilizio vigente di uno specifico allegato relativo alle Norme per la progettazione energetica ed ambientale del Territorio,

gli obiettivi del Piano di Governo del Territorio atti alla valorizzazione concreta del principio della sostenibilit ambientale attraverso scelte orientate alla qualit ambientale caratterizzate da:

- uso di materiali e concezioni ispirate alla bioedilizia nelle modalit e nelle forme del costruire;

- riduzione delle fonti di inquinamento presenti nel territorio;

- incentivazione nell'uso di fonti di energia pulite;

- contenimento nel consumo di energia e nell'uso di risorse ambientali;

- utilizzo di sistemi di produzione di energia alternativi

la riduzione dei consumi di carta con lo sviluppo per i procedimenti amministrativi di sistemi e strumenti per la graduale abolizione di supporti cartacei.

Molto altro dovr essere fatto in materia di:

- acqua

- rifiuti

- aree verdi

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- acquisti sostenibili (Green Public Procurement) che mirino alla razionalizzazione stessa degli acquisti con criteri ambientali che favoriscano l'acquisto e la diffusione di prodotti dalla durata di vita maggiore, facilmente riutilizzabili, contenenti materiali riciclati, disassemblabili, riciclabili, con un ridotto volume di prodotti di scarto (imballaggi), al fine di ridurre la produzione di rifiuti;

- inserimento di criteri ambientali nei capitolati di gara al fine di subordinare il principio di economicit a criteri ispirati a esigenze di tutela dell'ambiente e della saluta per la promozione dello sviluppo sostenibile (gi previsti nel D.Lgs. 163/2006 codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture)

Il Patto dei Sindaci rappresenta unoccasione per il nostro territorio, per i nostri cittadini e per le nostre amministrazioni chiamate, oggi pi che mai, ad essere interpreti attivi di una Azione Locale in un Contesto Globale.

E' importante sottolineare che non si vuole rincorrere una moda, ma lanciare la sfida di portare il Comune di Villafranca di Verona a migliorare il suo livello di autosufficienza energetica.

Il Comune di Villafranca di Verona vuole ridurre le emissioni dei gas serra responsabili del riscaldamento globale e promuovere le azioni innovative per luso di energie rinnovabili e laumento dellefficienza energetica per indirizzare la societ civile verso la sostenibilit energetica.

Il Comune di Villafranca di Verona ha aderito al Patto dei Sindaci con delibera di Consiglio Comunale n. 3 del 20 febbraio 2014, impegnandosi a:

- raggiungere gli obiettivi fissati dallUE per il 2020, riducendo le emissioni di CO2 nel territorio comunale di almeno il 20% rispetto allanno base di riferimento;

- predisporre, entro 12 mesi dalla data di ratifica (Delibera del Consiglio comunale) del Patto dei Sindaci, un Piano di Azione partecipato che includa un inventario base delle emissioni e indicazioni su come gli obiettivi verranno raggiunti;

- predisporre un Rapporto, a cadenza biennale, sullo stato di attuazione del Patto dei Sindaci e relativo Piano di Azione ai fini di una valutazione, monitoraggio e verifica;

- organizzare, in cooperazione con la Commissione Europea, il Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare ed altri stakeholders interessati, eventi per i cittadini finalizzati ad una maggiore conoscenza dei benefici dovuti ad un uso pi intelligente dellenergia ed informare regolarmente i mezzi di comunicazione locali sugli sviluppi del Piano di Azione;

- partecipare e contribuire attivamente alla Conferenza annuale dei Sindaci per unEuropa sostenibile.

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Per questo, con il presente Piano di Azione per lEnergia Sostenibile del Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors) della Commissione Europea, il comune di Villafranca di Verona vuole conformarsi alliniziativa comunitaria.

Lobiettivo minimo consiste infatti nel ridurre del 20%, rispetto allanno base di riferimento, le emissioni di gas serra entro il 2020. Lanno di riferimento scelto per tale calcolo stato il 2005. Il PAES, infatti, deve contenere un riferimento chiaro a questo impegno fondamentale. Lanno di base consigliato il 1990.

Tuttavia, per via della difficolt a reperire dati per il 1990, la maggior parte dei comuni italiani ha definito il 2005 come primo anno disponibile per il quale possano essere raccolti dati pi completi ed affidabili.

I macrobiettivi sono strettamente collegati alle azioni in materia di ambiente e salute per la riduzione della percentuale di popolazione esposta allinquinamento atmosferico. Infatti, le azioni per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti possono avere effetti positivi anche sulla riduzione dellinquinamento atmosferico. Il tema dei cambiamenti climatici rappresenta, perci, nella sua complessit, un esempio della necessit di integrazione tra le diverse politiche: la riduzione delle emissioni richiede, infatti, interventi decisi sui vari settori responsabili di tali emissioni e, in primo luogo, sul settore dellenergia, a cui riconducibile una buona percentuale dei gas serra immessi in atmosfera.

Rendere ambientalmente sostenibile il settore energetico significa puntare, da un lato, sullo sviluppo di fonti rinnovabili e, dallaltro, sullefficienza energetica nei consumi e nella produzione.

Il primo obiettivo da cui nasce linventario comunale delle emissioni di gas serra fornire una fotografia di quanto avviene nel nostro territorio, di quanto e come noi contribuiamo alleffetto serra e, in questo modo, promuovere azioni innovative con efficaci politiche di contrasto per luso di energie rinnovabili e laumento di efficienza energetica per motivare la societ civile verso la sostenibilit.

Linventario , inoltre, uno strumento fondamentale per valutare e confrontare, in termini di efficacia e di costi, gli scenari emissivi utili alla predisposizione delle misure che possono essere adottate per il risanamento della qualit dellaria; esso fornisce le informazioni necessarie a indirizzare le azioni dove c pi bisogno, dove si possono ottenere risultati migliori e, grazie ai futuri aggiornamenti, il metro con cui misurare lefficacia e i risultati del nostro impegno.

Gli obiettivi che il piano dazione del Comune di Villafranca di Verona si prefigge di raggiungere sono in linea con la pianificazione nazionale ed europea, dal momento che riprende fortemente la volont di intensificare la produzione, lo sviluppo e la diffusione degli impianti a fonti rinnovabili, oltre che adeguare i propri edifici agli standard di efficienza energetica, cercando anche di individuare gli strumenti pi idonei per il territorio; tali obiettivi sono di tipo generale o specifico e sotto il profilo della temporizzazione si suddividono in obiettivi di breve periodo (1 - 3 anni) e di medio-lungo periodo (4 - 9 anni).

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Orizzonte temporale

Lorizzonte temporale del Patto dei Sindaci il 2020. Il PAES prevede le azioni strategiche che il Comune di Villafranca di Verona intende intraprendere per raggiungere gli obiettivi previsti per il 2020. Pur delineando le azioni da perseguire fino a tale data, il comune intende dare continuit alle attivit anche per gli anni successivi allobiettivo temporale del piano.

Poich il comune di Villafranca di Verona non pu prevedere in dettaglio misure e budget concreti per un periodo cos lungo, nel PAES distinguer tra:

- una visione, con una strategia di lungo periodo e degli obiettivi sino al 2020, che comprenda un impegno formale in aree come pianificazione territoriale, trasporti e mobilit, appalti pubblici, standard per edifici nuovi o ristrutturati ecc.;

- misure dettagliate per i prossimi 3-5 anni che traducono strategie e obiettivi a lungo termine in azioni.

1.2 Il contesto normativo

Contesto normativo generale Scenario Internazionale

La nascita dellattenzione della comunit scientifica e politica internazionale allambiente pu essere fatta risalire allinizio degli anni 70 (salvo precedenti sporadici accordi internazionali molto specifici) con i lavori del Club di Roma e la Conferenza di Stoccolma.

Tuttavia occorre aspettare altri 20 anni perch lattenzione si concentri sui cambiamenti climatici. A questo proposito, la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sullAmbiente e lo Sviluppo di Rio de Janeiro del 1992 ha portato per la prima volta allapprovazione di una serie di convenzioni su specifiche questioni ambientali quali il clima, la biodiversit e la tutela delle foreste, oltre alla approvazione della Carta della Terra, in cui venivano indicate alcune direttive su cui fondare nuove politiche economiche pi equilibrate, e del documento finale (poi chiamato Agenda 21) che rappresenta il riferimento globale per capire quali iniziative necessario intraprendere per uno sviluppo sostenibile nel XXI secolo. Nel 1994, con la Carta di lborg, stato fatto il primo passo dellattuazione dellAgenda 21 locale, firmata da oltre 300 autorit locali durante la Conferenza europea sulle citt sostenibili: sono stati definiti i principi base per uno sviluppo sostenibile delle citt e gli indirizzi per i piani dazione locali.

La Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), firmata a Rio de Janeiro ed entrata in vigore nel 1994, impegna 195 paesi a contrastare i cambiamenti climatici e il riscaldamento del pianeta ponendosi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra che sono stati resi legalmente vincolanti con uno specifico protocollo attuativo: il Protocollo di Kyoto.

Il Protocollo, approvato dalla Conferenza delle Parti (organo decisionale dei 195 paesi firmatari) nel dicembre del 1997, un atto esecutivo contenente le prime decisioni sulla attuazione di impegni ritenuti pi urgenti e prioritari per la

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riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra. Esso impegna i paesi industrializzati e quelli ad economia in transizione (Paesi dellEst europeo) a ridurre del 5% entro il 2012 le principali emissioni antropogeniche di 6 gas (anidride carbonica, metano, ossido di azoto rispetto ai valori del 1990; idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoruro di zolfo rispetto ai valori del 1995) capaci di alterare leffetto serra naturale del pianeta. Il Protocollo prevede che la riduzione complessiva del 5% delle emissioni di anidride carbonica, rispetto al 1990 (anno di riferimento), venga ripartita tra Paesi dell'Unione Europea, Stati Uniti e Giappone; per gli altri Paesi, il Protocollo prevede invece stabilizzazioni o aumenti limitati delle emissioni, ad eccezione dei Paesi in via di sviluppo per i quali non prevede nessun tipo di limitazione.

La quota di riduzione dei gas-serra fissata per lUnione Europea dell'8%, tradotta poi dal Consiglio dei Ministri dell'Ambiente in obiettivi differenziati per i singoli Stati membri. In particolare, per l'Italia stato stabilito lobiettivo di riduzione del 6,5% rispetto ai livelli del 1990. Al fine di raggiungere tali obiettivi, il trattato definisce inoltre meccanismi flessibili di contabilizzazione delle emissioni e di possibilit di scambio delle quote emissive stesse, utilizzabili dai Paesi per ridurre le proprie emissioni (Clean Development Mechanism, Joint Implementation ed Emissions Trading). Il Protocollo di Kyoto entrato in vigore il 16 febbraio 2005, senza tuttavia registrare ladesione degli Stati Uniti.

Lurgenza di definire strategie globali sui temi pi critici per il futuro del pianeta (acqua, energia, salute, sviluppo agricolo, biodiversit e gestione dellambiente) ha motivato lorganizzazione del pi importante summit internazionale sullo sviluppo sostenibile, tenutosi a Johannesburg dal 26 agosto al 4 settembre 2002.

Purtroppo, in tale occasione, si constatato un peggioramento dell'equilibrio ecologico globale e degli impatti dellumanit sul clima (la concentrazione di anidride carbonica passata da 316 ppmv nel 1960 a 370 ppmv nel 2001 mentre la diminuzione delle foreste si verifica ad un ritmo di 140.000 km2/anno) ed un aumento della povert mondiale mentre il bisogno fondamentale di cambiare i modelli di produzione e di consumo dellenergia stato quasi totalmente ignorato.

Con tale consapevolezza, i capi di Stato e di Governo dei 191 Paesi partecipanti hanno ribadito limpegno a mirare ad uno sviluppo sostenibile e per questo stato approvato un documento che richiama gli obiettivi fondamentali da perseguire: la riduzione della povert, il cambiamento dei modelli di consumo e di produzione energetica, la protezione delle risorse naturali. Annesso a tale documento vi un Piano di Azione sullo sviluppo sostenibile volto alla ricerca di un equilibrio tra crescita economica, sviluppo sociale e protezione dell'ambiente. Il 19 dicembre 2009, la Conferenza delle Parti della Convenzione ONU sui cambiamenti climatici (UNFCCC), a Copenhagen, ha preso atto di un accordo politico elaborato da un gruppo di capi di Stato e di governo. In tale documento si evidenzia che i cambiamenti climatici sono una delle maggiori sfide dellumanit e che lobiettivo di limitare il riscaldamento climatico possibile solo attraverso una massiccia riduzione delle emissioni di gas serra.

Attraverso l'Accordo di Copenhagen, non giuridicamente vincolante, viene

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chiesta l'adozione di misure da parte del settore industriale e dei Paesi emergenti, i quali devono rendere trasparenti le proprie misure rispetto agli obiettivi della Convenzione ONU sui cambiamenti climatici. Ulteriore passo nella direzione di unazione globale stato fatto nel 2010 in occasione della conferenza dell'ONU sul clima di Cancun durante la quale sono stati approvati due diversi documenti: uno sul futuro del Protocollo di Kyoto e laltro su un pi ampio trattato sui cambiamenti climatici che dovr essere negoziato ed adottato in un futuro summit. Nel citato accordo i Governi promettono "un'azione urgente" per evitare che le temperature globali salgano pi di due gradi Celsius senza tuttavia specificare gli obiettivi precisi e vincolanti della riduzione di gas serra per tenere sotto controllo le temperature. E stato poi assunto l'impegno a lavorare per ottenere "al pi presto possibile" un nuovo accordo che estenda il protocollo di Kyoto oltre il 2012 ed stato creato il nuovo " Green Climate Fund " dove dovranno confluire gli aiuti dei paesi ricchi a quelli poveri per fronteggiare le emergenze determinate dai cambiamenti climatici ed adottare misure per prevenire il global warming. Con il COP17 (diciassettesimo summit ONU sul clima) tenutosi a Durban nel novembre 2011, si deciso innanzitutto di prolungare la durata del Protocollo di Kyoto, in scadenza il 1 gennaio 2013, di altri cinque anni, tempo necessario per elaborare un nuovo documento (entro il 2015) che vincoli ad una significativa riduzione delle emissioni di CO2 a partire dal 2020. Viene inoltre confermata la volont di creare il Fondo verde per il clima, che dovrebbe aiutare i paesi poveri a prevenire lulteriore riscaldamento del clima, ma soprattutto per la prima volta la totalit delle nazioni ha riconosciuto la necessit di fare qualcosa, impegnandosi, quantomeno a parole, a partecipare alle trattative che entro il 2015 porteranno ad un accordo formale e vincolante che tutti dovranno sottoscrivere.

Scenario Europeo

Nel contrastare i cambiamenti climatici, limpegno dellUE si concentra soprattutto sulla riduzione dei consumi e sullo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili.

Il Libro verde del Marzo 2006 intitolato Una strategia europea per unenergia sostenibile, competitiva e sicura, propone una strategia energetica per lEuropa per ricercare lequilibrio fra sviluppo sostenibile, competitivit e sicurezza dellapprovvigionamento ed individua sei settori chiave in cui necessario intervenire per affrontare le sfide che si profilano. Il documento propone inoltre di fissare come obiettivo per lEuropa il risparmio del 20% dei consumi energetici. Nel gennaio 2007 la Commissione ha presentato il pacchetto sul tema dellenergia per un mondo che cambia, che include una comunicazione intitolata Una politica energetica per lEuropa. Nelle conclusioni, il Consiglio Europeo riconosce che la situazione energetica mondiale rende necessario adottare un approccio europeo per garantire unenergia sostenibile, competitiva e sicura. Il Piano dAzione approvato dal Consiglio Europeo delinea gli elementi di un approccio europeo, ossia di un mercato interno dellenergia ben funzionante, solidariet in caso di crisi, chiari obiettivi e impegni in materia di efficienza energetica e di energie rinnovabili, quadri per gli investimenti nelle tecnologie, in

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particolare per quanto riguarda la cattura e lo stoccaggio dellanidride carbonica e lenergia nucleare. Limpegno sottoscritto dal Consiglio Europeo dell8-9 Marzo 2007 conosciuto con lo slogan Energia per un mondo che cambia: una politica energetica per lEuropa la necessit di agire, ovvero la politica 20-20-20 (riduzione del 20% delle emissioni climalteranti, miglioramento dellefficienza energetica del 20%, percentuale di rinnovabili al 20% allorizzonte dellanno 2020) indica la necessit di fissare obiettivi ambiziosi di lungo termine, a cui devono tendere le politiche di breve e medio termine. Il 17 dicembre 2008 il Parlamento Europeo ha approvato le 6 risoluzioni legislative che costituiscono il suddetto pacchetto, con oggetto:

energia prodotta a partire da fonti rinnovabili;

scambio di quote di emissione dei gas ad effetto serra;

sforzo condiviso finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas ad affetto serra;

stoccaggio geologico del biossido di carbonio;

controllo e riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra provenienti dai carburanti (trasporto stradale e navigazione interna);

livelli di prestazione in materia di emissioni delle autovetture nuove.

Lesigenza di intervenire nellambito dellefficienza energetica deve stimolare le amministrazioni locali pi accorte ad avviare iniziative in grado di travalicare lo stretto ambito territoriale di competenza: la disseminazione di buone pratiche si presta, infatti, a stimolare comportamenti emulativi presso altre realt, cos da innescare un salutare effetto moltiplicatore.

Nellambito di questa iniziativa, la Direzione Generale per Trasporti ed Energia (DG TREN) ha coinvolto la Banca Europea degli Investimenti (BEI), per mettere a disposizione le risorse finanziarie necessarie per investimenti da effettuarsi sul patrimonio dei Comuni. La Commissione prevede di supportare in diversi modi gli organismi intermedi (Province, Regioni) che si offrono di coordinare e supportare le iniziative dei Sindaci in questo programma. Per lItalia il Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha deciso di coordinare e supportare finanziariamente tutte queste iniziative di supporto. Oltre a questo, lUnione Europea ha incluso il tema della gestione dell'energia a livello regionale e urbano tra le azioni specifiche del programma comunitario di promozione dell'efficienza energetica (SAVE II) incentrato sul risparmio di energia, sull'uso delle fonti energetiche locali e sulla prevenzione degli sprechi di ogni tipo. Lobiettivo principale dell'azione specifica SAVE II quello di sostenere la creazione di agenzie regionali o urbane dell'energia per aiutare le autorit locali ad elaborare la loro strategia energetica ed assisterle nell'azione di informazione, sensibilizzazione, consulenza obiettiva ed assistenza a tutti i consumatori in materia di risparmio energetico. Nel dicembre 1998 le Agenzie sorte sulla base dei finanziamenti del programma SAVE II, nell'incontro di Cork (Irlanda), hanno redatto e sottoscritto in sede comunitaria una Carta delle Agenzie Europee regionali e locali per la gestione dell'energia. Questa carta, oltre ad esporre i principi guida, gli obiettivi e le modalit di funzionamento che

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caratterizzano le Agenzie locali e Regionali, sottolinea l'importanza della cooperazione e della dimensione di rete per una pi efficace condivisione delle esperienze, per una migliore diffusione dei progetti e delle informazioni e per attivare le opportune sinergie con i livelli istituzionali e locali, nazionali ed europei, con le collettivit locali e con il mondo produttivo.

Scenario Nazionale

Il 10 settembre 2007 stato presentato al Commissario Europeo per lenergia il position paper Energia: temi e sfide per lEuropa e per lItalia. Il documento, approvato il 7 settembre allinterno del comitato interministeriale per gli affari comunitari europei, contenente la posizione del Governo italiano sul potenziale massimo di fonti rinnovabili raggiungibile dal nostro Paese. Nel testo sono contenuti, inoltre, gli elementi per lavvio della discussione in sede comunitaria sugli obiettivi concordati dal Consiglio Europeo dell8 e 9 marzo 2007 relativamente ai nuovi traguardi della politica europea in materia di fonti rinnovabili, riduzione elle emissioni di gas serra e risparmio energetico. LItalia ha presentato a Bruxelles il proprio Piano di Azione nazionale sullefficienza energetica per ottenere il 9,6% di risparmio energetico entro il 2016, pi di quanto prevede la direttiva europea 2006/32/EC (9%).

Con riferimento al ruolo degli accordi tra gli enti locali, il D.Lgs n. 192 del 19.8.2005, recante norme di Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nelledilizia, allart. 9, intitolato Funzioni delle Regioni e degli Enti Locali, conferma che le attivit di ispezione e controllo di osservanza delle norme inerenti la gestione degli impianti termici, finalizzate al contenimento dei consumi energetici ed alla riduzione dei livelli di emissioni inquinanti, devono essere condotte privilegiando accordi tra gli Enti Locali. Ai sensi dellart. 9, comma 2, del citato D.Lgs n. 192 del 2005, le autorit competenti realizzano, con cadenza periodica, privilegiando accordi tra gli enti locali o anche attraverso altri organismi pubblici o privati di cui sia garantita la qualificazione e lindipendenza, gli accertamenti e le ispezioni necessarie allosservanza delle norme relative al contenimento dei consumi di energia nellesercizio e alla manutenzione degli impianti di climatizzazione, assicurandosi che la copertura dei costi avvenga con una equa ripartizione tra tutti gli utenti finali. Lart. 5 del D.Lgs 19 agosto 2005 n. 192 prevede la promozione di meccanismi di cooperazione finalizzati a:

favorire lintegrazione della questione energetico - ambientale nelle diverse politiche di settore;

sviluppare e qualificare i servizi energetici di pubblica utilit;

favorire la realizzazione di un sistema di ispezione degli impianti allinterno degli edifici minimizzando limpatto ed i costi di queste attivit sugli utenti finali;

sviluppare un sistema per una applicazione integrata ed omogenea su tutto il territorio nazionale della normativa;

predisporre progetti mirati, atti a favorire la qualificazione professionale e

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loccupazione.

Tali strategie sono state delineate, a partire dal 2009, attraverso il pacchetto di direttive noto come Pacchetto Clima-Energia che ridefinir nei prossimi anni le politiche riguardanti le emissioni di gas serra, la promozione delluso dellenergia da fonti rinnovabili, lefficienza degli usi finali dell'energia ed i servizi energetici, le prestazioni energetiche degli edifici e dei trasporti.

Il pacchetto combina i tre obiettivi creando un rapporto stretto tra il concetto di sostenibilit energetica (risparmio energetico e incremento delle fonti rinnovabili) e di sostenibilit ambientale a livello globale (riduzione delle emissioni di gas serra) e locale (riduzione delle emissioni di inquinanti locali) e si coordina con altri provvedimenti di settore, emanati e recepiti nel tempo in coerenza con la visione strategica elaborata nel corso dellultimo decennio.

Di seguito si esplicita con maggior dettaglio due direttive di riferimento nel settore energetico:

- la direttiva 2009/29/CE concernente lestensione del mercato delle quote di emissioni, secondo la quale entro il 2020 si prevede labbattimento di emissioni di gas serra del 20% rispetto ai livelli del 2005, attraverso lallargamento del novero delle industrie obbligate ad acquistare i permessi per inquinare.

- La direttiva 2009/28/CE, di revisione della direttiva 2001/77/CE, ha ridefinito con profonde innovazioni il quadro di riferimento per le FER, prevedendo, tra laltro che i Paesi membri approvino e aggiornino periodicamente un Piano di Azione Nazionale (PAN) per le energie rinnovabili, che tenga conto degli obiettivi stabiliti a livello europeo che per lItalia il raggiungimento, al 2020, di una quota di energia da fonti rinnovabili pari al 17% dellintero fabbisogno energetico nazionale.

1.3 Il gruppo di lavoro

Per lanalisi dei dati di consumo ed emissioni e la definizione programmatico di politica energetica ed ambientale, il comune di Villafranca di Verona ha ritenuto di avvalersi della consulenza esterna (C.A.I.R.E. Urbanistica scrl) che, con collaborazione dei tecnici e dei politici del comune ha permesso lelaborazione del PAES. Tale scelta permette di garantire che la stesura del PAES sia coerente con le guide ufficiali redatte dal Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea. La prima attivit prevista nella organizzazione del progetto stata la costituzione, allinterno del comune, dellEnergy Team (ET) al quale, dopo una adeguata formazione, stata affidata la raccolta dati di consumo del patrimonio comunale della amministrazione pubblica ed i dati di consumo/vendita presso i fornitori di energia presenti sul territorio comunale. Compito dellEnergy Team stato anche individuare, allinterno della amministrazione pubblica i progetti in essere e previsti dai diversi piani comunali per stimarne limpatto sui consumi e sulle emissioni di CO2. A tal fine lET stato oggetto di momenti formativi specifici per rafforzarne le competenze sui temi inerenti le attivit del progetto. In particolare lET, collaborando con i consulenti esterni, nella raccolta dati,

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stato interessato da una formazione on going durante lesecuzione del progetto e in momenti specialistici dedicati orientati al monitoraggio delle azioni e degli obiettivi del progetto. LET dovr essere un soggetto attivo nel primo Report biennale sullattuazione del PAES previsto dal PdS. Nella definizione dei ruoli allinterno dellET si tenuto conto sia della rappresentanza dei decisori politici che della rappresentanza dei settori tecnici del comune entrambi impegnati per il raggiungimento degli obiettivi del progetto. In particolare sono stati individuati i seguenti ruoli:

- Direzione: rappresentata dal Sindaco in rappresentanza della Giunta comunale;

- Il responsabile dellArea IV Servizi Tecnici: che, con la collaborazione della direzione, coordina lattivit dei tecnici comunali impegnati nel progetto e lattivit dei consulenti esterni;

- I referenti IBE: rappresentati dai tecnici comunali di diversi settori che, in accordo con le direttive del responsabile dellArea IV Servizi Tecnici e con la direzione svolgono le attivit di raccolta dati funzionali alla definizione dellIBE e alla individuazione della progettualit della amministrazione pubblica.

Le figure professionali coinvolte nellEnergy Team sono riportate nella tabella seguente.

Figura Nome Ruolo

Sindaco Mario Faccioli Direzione progetto, responsabile

attuazione del PAES

Responsabile AREA IV -

Servizi Tecnici Arch. Arnaldo Toffali

Coordinamento operativo del

gruppo tecnico

AREA 4 - Servizi Tecnici Geom. Francesco Baldassarre raccolta dati per IBE

AREA 4 - Servizi Tecnici Geom. Alessandro Voltolini raccolta dati per IBE

AREA 4 - Servizi Tecnici Arch. Francesco Vinco progettualit amministrazione

comunale

AREA 4 - Servizi Tecnici Dott.ssa Nicoletta Toffaletti piani di monitoraggio

AREA 2 - Servizi Ec. Finanziari

e Tributi Dott. Giuseppe Grassetti

raccolta dati sul patrimonio

comunale

AREA 2 - Servizi Ec. Finanziari

e Tributi Giancarlo Merzi

raccolta dati sul patrimonio

comunale

Consulenti esterni C.A.I.R.E. - Urbanistica Predisposizione del PAES in

accordo alle linee guida del JRC

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2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE, SOCIOECONOMICO E CLIMATICO

2.1 Caratteristiche generali del Comune di Villafranca di Verona

Il Comune di Villafranca di Verona si trova nel settore sud ovest della Provincia di Verona a circa 12 km da Verona; il suo territorio si estende su una superficie di circa 57,43 kmq e confina con i comuni di Castel dAzzano, Mozzecane, Povegliano Veronese, Sommacampagna, Valeggio sul Mincio, Verona, Vigasio; al 1 gennaio 2012 conta 33.249 abitanti con una densit di popolazione di 578.95 ab/kmq.

Nel territorio comunale sono presenti le frazioni di: Alpo, Caluri, Dossobuono, Pizzoletta, Quaderni, Rizza, Rosegaferro.

Il Piano di Rischio e la conseguente Variante parziale al vigente PRG interessa la porzione centro settentrionale del territorio comunale, fra le propaggini settentrionali della Zona Industriale Artigianale - PIP di Villafranca denominata Polo Postumia e quelle occidentali della Zona Industriale Artigianale della frazione di Dossobuono. Lo sviluppo complessivo delle aree coinvolte, a seguito della definizione delle quattro zone di tutela, di circa 6,2 kmq (6.197.485 mq) corrispondente a circa il 10,8% della superficie comunale, comprendendo territorio prevalentemente agricolo ad insediamenti sparsi (isolati o corti rurali) con siti estrattivi in esercizio e limitate porzioni di territorio urbanizzato (le frazioni di Caluri, Calzoni e in piccola parte di Dossobuono, oltre che parte della zona industriale - artigianale di Villafranca capoluogo e Dossobuono).

Sul territorio del Comune di Villafranca, e precisamente nella frazione di Dossobuono, situato lAeroporto di Verona-Villafranca "Valerio Catullo". La citt servita dalle stazioni di Villafranca di Verona e di Dossobuono sulla linea Verona-Mantova-Modena.

Il territorio comunale interessato dalla presenza di diverse tipologie di infrastrutture dei trasporti e per la mobilit, tra le esistenti o in corso di realizzazione, si annoverano:

lAutostrada A4 (detta anche Serenissima nel suo tratto centrale) attraversa da ovest a est l'intera pianura padana, partendo da Torino, passando per Milano e terminando a Sistiana, da cui prosegue verso Trieste;

l'Autostrada A22 (o autostrada del Brennero o Autobrennero) collega la Pianura Padana e l'Autostrada A1 con l'Austria e la Germania;

la Tangenziale sud di Verona con il suo raccordo una strada extraurbana principale che fa parte del sistema di tangenziali di Verona e collega Vago di Lavagno alla Tangenziale Ovest;

la SR62 della Cisa una strada che si origina a Sarzana e termina innestandosi nella SS12 dellAbetone e del Brennero;

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le SSPP n. 24 del Serraglio (collega Valeggio sul Mincio a Bovolone), n. 26 Morenica (collega Bussolengo a Villafranca di Verona), n. 53 delle Salette (collega Villafranca di Verona a Vigasio);

le restanti strade di rango comunale.

Le infrastrutture per la circolazione ciclopedonale contano, ad oggi, una estensione di rete in sede propria di 19,67 km e la mobilit ciclabile appare oggi come una delle componenti di traffico da incentivare e da sviluppare maggiormente, considerato che il territorio villafranchese manifesta unottima propensione alluso della bicicletta essendo del tutto pianeggiante.

Nellambito del Piano della Mobilit Urbana, in corso di elaborazione ed approvazione, stato ipotizzato lo sviluppo complessivo degli interventi a favore della mobilit ciclopedonale.

Per quanto riguarda le infrastrutture ferroviarie, il territorio comunale attraversato dalla linea ferroviaria in esercizio Verona-Mantova-Modena, mentre la linea ferroviaria Dossobuono-Isola della Scala stata dismessa con Decreto di chiusura n. DM 73/T del 15 aprile 1987. Nel territorio comunale sono inoltre comprese le infrastrutture aeroportuali connesse alla presenza dellAeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca.

Il quadro di riferimento programmatico

Il Comune di Villafranca di Verona dotato di un PRG la cui ultima Variante Generale stata approvata dalla Giunta Regionale del Veneto con Deliberazione n. 2768 del 21.06.1994, alla quale hanno fatto seguito alcune successive varianti. Con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 79 del 18.12.2009 stata, inoltre, approvata la Variante parziale al PRG per la trasposizione delle tavole grafiche connesse allassunzione di una nuova base cartografica.

LAmministrazione Comunale di Villafranca di Verona, a seguito del parere favorevole dellENAC, aveva gi provveduto ad adottare il Piano di Rischio Aeroportuale introducendo le relative previsioni nel proprio strumento urbanistico con la Deliberazione del Consiglio Comunale n. 4/25.01.2011, superata dalle significative modificazioni alla regolamentazione sui Piani di Rischio Aeroportuali intervenute con lEmendamento ENAC n. 7/2011.

Il Comune di Villafranca di Verona ha, inoltre, in corso il processo di redazione del Piano di Assetto del Territorio (PAT), ai sensi della LR 11/2004 "Norme per il governo del territorio". Nello specifico si rileva che con Deliberazione della Giunta Comunale n. 166 del 25.11.2008 stato approvato il Documento Preliminare, la Relazione Ambientale e lo Schema di Accordo di Pianificazione (artt. 5 - 15 LR 11/2004), e successivamente sottoscritto lAccordo di Copianificazione tra il Comune di Villafranca di Verona, la Regione Veneto e la Provincia di Verona.

Fra le misure di programmazione urbanistico - edilizia si ricorda, infine, il Regolamento di attuazione della LR 14/2009, come modificata con LR 13/2011 (cd. Piano Casa), approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale di Villafranca di Verona n. 36 del 30.09.2011.

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Nellambito dellelaborazione del Piano di Rischio dellAeroporto Valerio Catullo, lUfficio Tecnico Comunale Unit Urbanistica e Ufficio di Piano ha condotto la valutazione di coerenza con gli strumenti urbanistici vigenti, elaborazione che si riporta integralmente in allegato al presente Rapporto Ambientale Preliminare, mentre nel seguito si riportano alcuni dati di sintesi ed, in particolare, le superfici delle varie destinazioni urbanistiche ricadenti nelle quattro zone di tutela introdotte dal piano.

Nellinviluppo complessivo delle quattro zone di tutela del Piano di Rischio si riscontrano i seguenti vincoli, tutele e fasce di rispetto definiti dal vigente PRG:

vincolo aeroportuale (classe di vincolo 01, 02, 03): imposto ai sensi della L. 58/1963 e del DM 67/1971, consiste sostanzialmente in limitazioni in altezza alla realizzazione di ostacoli alla navigazione;

nuclei di antica origine: si tratta di aree ed edifici individuati di interesse ai sensi dellart. 10 della LR 24/1985, disciplinate dallart. 9 Corti agricole aventi significato di bene culturale delle NTA del PRG Comunale;

limite meridionale della fascia di ricarica degli acquiferi: si tratta di una tutela introdotta con la variante di adeguamento allart. 51 del Piano dArea Quadrante Europa;

fasce di rispetto della viabilit;

fasce di rispetto di un elettrodotto della Societ AGSM.

Allinterno dellinviluppo complessivo delle quattro zone di tutela ricade anche il tracciato del metanodotto Vigasio Bussolengo DN500 (20 75 bar) della Societ SNAM Rete Gas SpA che non tra le fonti di vincolo del vigente PRG.

Per quanto riguarda la pianificazione di livello superiore si ricordano i seguenti piani di interesse:

il Piano dArea Quadrante Europa: uno strumento di specificazione del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, approvato con Deliberazione di Consiglio Regionale n. 250/13.12.1991, che, per ambiti territoriali determinati, consente di "individuare le giuste soluzioni per tutti quei contesti territoriali che richiedono specifici, articolati e multidisciplinari approcci alla pianificazione"; nella Provincia di Verona esso riguarda 22 comuni posti in unarea strategica sia sotto laspetto infrastrutturale che sotto quello produttivo, in quanto elemento di continuit con la Lombardia, lEmilia-Romagna e con il Nord-Est;

il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Verona non stato ancora adottato dal Consiglio Provinciale, quindi si preso in considerazione la proposta di progetto elaborata a novembre 2008, dalla quale risulta che il piano ha cinque obbiettivi generali cos classificati:

- territorio, ambiente ed ecosistema;

- infrastrutture;

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- insediativo produttivo, turistico e commerciale;

- infrastrutture scolastiche ed altri servizi di interesse provinciale;

- aree di cooperazione e copianificazione intercomunale.

Il quadro di riferimento ambientale

Aspetti storici e patrimonio paesaggistico

Il Comune di Villafranca di Verona ha una storia molto antica. La struttura viaria ad intersezioni perpendicolari una testimonianza della probabile origine romana. Nel medioevo, grazie al Consiglio dei Rettori di Verona nel 1185, Villafranca divenne un borgo di confine. Con la successiva ascesa della Signoria Scaligera a Verona, anche Villafranca entr nelle dinastie veronesi. Il castello venne ampliato ad opera degli Scaligeri nel XV secolo e fu eretta una grossa cinta muraria. Villafranca fu nel 1796 il

Quartier-generale di Napoleone, durante la campagna dItalia. Nel periodo del Risorgimento stata coinvolta in quasi tutte le fasi importanti dellepoca, grazie alla sua vicinanza con il fiume Mincio e per lattraversamento della strada postale che univa Mantova e Verona. Visse le tre Guerre dIndipendenza.

Nel 1918 ci fu uno scontro tra Vittorio Emanuele III e il Vescovo di Verona. Limpatto della Prima Guerra Mondiale sullassetto urbanistico fu di continuit con lesistente, venne aperta unaltra via parallela alla principale e nel 1929 fu aperto lacquedotto. La presenza dellaeroporto ha fatto si che durante la Seconda Guerra Mondiale la citt subisse bombardamenti. Negli anni 60 partecip al boom economico e nel 1964 venne aperto laeroporto civile, solo successivamente chiamato Valerio Catullo.

L'attuale assetto paesaggistico-ambientale del territorio villafranchese, e veronese nel suo complesso, il risultato di due principali processi:

una millenaria e diffusa antropizzazione, finalizzata al massimo beneficio agricolo, in condizioni pedologiche ed ambientali favorevoli;

l'espansione urbanistica e infrastrutturale, spesso incontrollata, che ha interessato lintero territorio della pianura padana negli ultimi 60 anni.

Il territorio di Villafranca di Verona presenta i caratteri tipici dellalta pianura veronese con morfologie naturali generalmente sub pianeggianti e prive di articolazioni. A ovest, tale porzione di pianura si raccorda allenorme anfiteatro morenico pedemontano del Garda, mentre, verso il confine sud est e attraverso la fascia delle risorgive, essa sfuma nella medio bassa pianura veronese. Il sottosuolo qui costituito prevalentemente da materiali sciolti di natura ghiaiosa in matrice sabbiosa, che ospitano la potente (e depressa) falda freatica dellalta pianura e la cui elevata permeabilit determina lassenza di un significativo reticolo idrografico naturale. Solo il fiume Tione dei Monti, che attraversa la porzione centrale del territorio comunale con direzione NNW-SSE, ha carattere perenne e ad esso sono riferibili anche le principali risorse naturalistiche presenti nel territorio di Villafranca di Verona costituendo il principale corridoio ecologico

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locale; qui le aree sottoposte al vincolo paesaggistico comprendono una porzione del capoluogo compreso fra il fiume Tione dei Monti a sud, via Trieste e via Roma, includendo anche il Castello Scaligero.

Elementi di pregio del sistema naturalistico locale sono anche le teste di risorgiva presenti al confine comunale con Verona, Povegliano Veronese e Mozzecane. Le risorgive si trovano tipicamente lungo una ristretta fascia (la cosiddetta "fascia dei fontanili") che caratterizza tutta la Pianura Padana; si tratta di escavazioni artificiali, create secoli or sono, che captano e convogliano le acque emergenti naturalmente dal terreno. Le acque di risorgiva presentano caratteristiche di acque limpide di buona qualit, temperatura media di 12-13 C costante nel tempo e portata anchessa pressoch costante nel tempo; tali caratteristiche favoriscono il formarsi di piccoli ambienti acquatici di alto pregio, con comunit vegetali ed animali abbondanti e ben diversificate, nonostante le dimensioni assai ridotte.

Per ci che riguarda il settore rurale del paesaggio, la meccanizzazione introdotta a partire dalla met del 900 ha portato dapprima allaumento delle dimensioni degli appezzamenti e successivamente alla scomparsa delle siepi campestri, formando un nuovo paesaggio rurale cosiddetto dei campi aperti in contrapposizione al precedente paesaggio dei campi chiusi, caratterizzato da campi di piccole dimensioni e circondati da siepi arboree e arbustive. Lintroduzione delle colture legnose inoltre (dei vigneti ma soprattutto dei frutteti) ha contribuito a formare una ulteriore tipologia di paesaggio: ampie superfici caratterizzate da sesti di impianto regolari, strutture di sostegno e tutori per le piante, strutture accessorie di protezione contro la grandine (reti plastiche e relative strutture metalliche).

A fronte di un paesaggio geomorfologico e naturalistico/rurale poco rappresentativo, un rilievo maggiore assumono quindi i ricchi riferimenti storico-culturali che vedono nella presenza della Strada Consolare Romana Postumia, nel centro storico del capoluogo con i propri assi di fondazione e nei luoghi sottoposti al vincolo monumentale (come il Castello Scaligero) gli elementi portanti del paesaggio antropico e urbano.

Larea di inviluppo complessivo del Piano di Rischio largamente compresa nel paesaggio agrario dellAlta Pianura Veronese, che si presenta abbastanza articolato nella forma ma semplificato nella ricchezza biologica e contraddistinto da insediamenti sparsi e piccoli centri abitati come la localit di Calzoni. Per ci che riguarda il settore residenziale e produttivo del paesaggio, gli elementi da rilevare sono invece costituiti dalle frazioni (Caluri e le propaggini occidentali di Dossobuono) e dai centri produttivi-artigianali della frazione di Dossobuono e di Villafranca Capoluogo.

Aria e fattori climatici

Per quanto riguarda gli aspetti climatici la stazione meteorologica di Verona Villafranca la stazione meteorologica di riferimento per il Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare e per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia,

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relativa alla citt di Verona. In base alle medie climatiche del periodo 1971-2000, le pi recenti in uso, la temperatura media del mese pi freddo, gennaio, di +2,5 C, mentre quella del mese pi caldo, luglio, di +23,6 C; mediamente si contano 63 giorni di gelo all'anno e 31 giorni con temperatura massima uguale o superiore ai +30 C. I valori estremi di temperatura registrati nel medesimo trentennio sono i -18,4 C del gennaio 1985 e i +36,0 C dell'agosto 1992. Le precipitazioni medie annue si attestano a 804 mm, mediamente distribuite in 83 giorni di pioggia, con minimo relativo in inverno e picco massimo in estate-autunno. L'umidit relativa media annua fa registrare il valore di 77,8% con minimo di 73% a luglio e massimi di 85% a dicembre e a gennaio; mediamente si contano 79 giorni di nebbia all'anno. Il comune di Villafranca di Verona inserito nella zona climatica E con 2.282 gradi giorno.

Secondo il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera il Comune di Villafranca di Verona classificato nella Zona A1 Agglomerato, essendo caratterizzato da una densit emissiva di PM10 superiore a 20 t/a kmq. La stazione di rilevamento di Villafranca di Verona, utilizzata per il monitoraggio della qualit dellaria evidenzia la seguente situazione:

- Biossido di Zolfo: non vengono superati n i limiti per la protezione della salute umana, n quelli previsti per la protezione degli ecosistemi;

- Biossido di Azoto: si segnala il superamento del valore limite per la protezione della salute umana pari a 40 g/mc e il valore limite per la protezione degli ecosistemi;

- Monossido di Carbonio: nel corso del 2007 non sono stati registrati superamenti del valore limite per la protezione della salute umana (media massima su 8 ore), n dei valori limiti previsti dal DPCM 28 marzo 1983;

- Ozono: in tutte le postazioni della provincia sono stati registrati numerosi superamenti del livello di attenzione (DM 25.11.1994), del livello di protezione della salute (D.M. 16.05.1996) e dei livelli previsti per la protezione degli ecosistemi (DM 16.05.1996);

- Benzene: le concentrazioni medie annuali misurate tramite rilevatori passivi presso le postazioni fisse risultano inferiori a 5 g/mc;

- PM10: numerosi superamenti del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana.

Per la realt del Comune di Villafranca di Verona il Piano Intercomunale di Azione e Risanamento della Qualit dellAria si evidenzia che:

in relazione agli ossidi di zolfo la fonte principale costituita dalle attivit industriali e secondariamente dal riscaldamento;

in relazione agli ossidi di azoto si pu affermare come questo inquinante venga prodotto dal traffico (69,4%) e in seconda battuta dallindustria (16,1%);

in relazione al monossido di carbonio, si pu affermare come questo venga prodotto quasi esclusivamente dal traffico;

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in relazione al metano lorigine da ricercarsi quasi esclusivamente nellagricoltura e nellallevamento;

in relazione allammoniaca si pu dire come provenga quasi esclusivamente dalle pratiche agricole e di allevamento;

in relazione alle polveri sottili, le valutazioni eseguite affermano che il 52,9% proviene dal traffico e che il 20,5% sia originato dalle industrie.

Nel Piano Intercomunale di Azione e Risanamento della Qualit dellAria sono riportati i dati riguardanti il traffico aereo presso lAeroporto Valerio Catullo relativi allanno 2007 e le emissioni specifiche per le tipologie di aeromobile ed i totali annui per gli inquinanti NOx e CO. Si noti che il dato fornito dallaeroporto in realt pi dettagliato e fornisce i singoli movimenti con la specifica di ogni velivolo. Non disponendo tuttavia di tutti i fattori di emissione essi sono stati raggruppati in tipologie equivalenti seguendo le classificazioni ICAO e IATA.

La ripartizione delle emissioni di inquinanti sui comuni confinanti eseguito attribuendo lemissione al tracciato delle rotte allinterno del ciclo LTO incidenti percentualmente sul territorio. Nello specifico si considerato una ripartizione delle rotte del 50% sul territorio del Comune di Verona e 25% ciascuno sul Comune di Villafranca e Sommacampagna. Le emissioni attribuibili ai suddetti territorio comunali interessati direttamente dallimpatto dellaeroporto sono riportati nella seguente tabella.

Comune Emissione NOx [t/a] Emissione CO [t/a]

Verona 50% 105 120

Villafranca di Verona 25% 52.5 60

Sommacampagna 25% 52.5 60

Totale 100% 210 240

Tabella 21: Ripartizione delle emissioni di CO e NOx dovute alla presenza dellAeroporto Valerio Catullo

Acque superficiali e sotterranee

Il Comune di Villafranca di Verona, essendo prevalentemente ubicato su una porzione dellalta pianura veronese, presenta un reticolo idrografico superficiale naturale poco evoluto, a causa dellazione combinata dellelevata permeabilit dei terreni associata alla ridotta superficie dei bacini scolanti. Esso rientra nel Bacino idrografico interregionale Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante che si estende fra la Lombardia ed il Veneto, sommariamente circoscritto dal fiume Adige a nord e dal fiume Po a sud e ricompreso tra larea di Mantova a ovest e il mare Adriatico ad est.

Solo il fiume Tione dei Monti, che attraversa la parte centrale del territorio comunale in corrispondenza del capoluogo con una direzione NNW-SSE e ad una distanza di circa 1,2 km dal margine sud dellinviluppo delle quattro zone di tutela, un corso dacqua naturale a carattere perenne, anche se nel corso del tempo ha subito diverse sistemazioni idrauliche. Esso prende origine dai fontanili

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posti tra i Comuni di Pastrengo e Castelnuovo nellambito dei terrazzi fluvioglaciali raccordati alle cerchie moreniche wrmiane; dopo aver profondamente inciso queste ultime, prosegue in pianura, con percorso a meandri, lungo un paleoalveo atesino, sottopassa presso Custoza il Canale (Diramazione) di Sommacampagna, procede quindi in direzione di Villafranca di Verona (dove assume il nome di Fosso di SantAndrea) e confluisce nel Tartaro oltre Povegliano Veronese.

La rimanente rete idrografica del territorio comunale risulta in gran parte costituita da corsi dacqua artificiali che viene gestita dal Consorzio di Bonifica Veronese. La rete principale costituita da tre canali ad andamento Nord-Ovest Sud-Est denominati il vajo, il foss e il feriadon a cui si collega la rete irrigua che interessa lintera area non urbanizzata del comune.

In prossimit del confine comunale con Povegliano Veronese si assiste al graduale passaggio fra lalta e la media pianura veronese, manifestandosi le prime risorgive ed i primi tratti dei corsi dacqua da essi generati. Esse derivano dallaffioramento in superficie della falda freatica e costituiscono uno dei caratteri ambientali pi tipici dellintera Pianura Padana. La portata media complessiva dei fontanili veronesi era negli anni 90 di 11-12 mc/s.

Dal fitto sistema di risorgive hanno inizio numerosi e tipici corsi d'acqua (Molinello, Tione, Tartaro, Menago, ecc.), che caratterizzano in modo peculiare l'idrologia della media e bassa Pianura.

Per quanto concerne il rischio idraulico, il Progetto di piano stralcio di assetto idrogeologico (PAI) dellAutorit di Bacino del fiume Fissero Tartaro Canalbianco (aprile, 2002), indica un'unica area per il territorio comunale posta a monte del capoluogo e classificata in parte nella classe di pericolosit P2 (medio) ed in parte nella classe di pericolosit P1 (moderato).

A scala regionale, larea oggetto di pianificazione rientra nellambito del Complesso idrogeologico della pianura veronese (Unit dellAlta Pianura Occidentale), costituito dagli eterogenei depositi alluvionali del fiume Adige e caratterizzato perci da una permeabilit per porosit estremamente variabile. Il limite settentrionale di tale complesso rappresentato dal margine montagna - pianura, quello occidentale e meridionale dai fiumi Mincio e Po rispettivamente, mentre ad est il limite rappresentato dallasse Monti Berici-Monti Euganei. Inferiormente il complesso idrogeologico delimitato dai sedimenti prevalentemente argillosi del Pliocene.

Suolo e sottosuolo

Come si evince dallestratto della Carta Geologica dItalia alla scala 1:100.000 larea oggetto di pianificazione ubicata in corrispondenza dellalta pianura veronese di origine atesina. Da un punto di vista litologico, larea analizzata nella presente relazione, quindi caratterizzata interamente dai Depositi continentali quaternari di origine fluvio-glaciale e fluviale elaborati dal fiume Adige e dagli scaricatori fluvioglaciali della massima cerchia rissiana. Tali depositi alluvionali costituiscono un potente materasso ghiaioso e ciottoloso con suolo argilloso di

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alterazione superficiale giallo-rossastro poco potente. Occorre notare che il sottosuolo non risulta a composizione interamente grossolana in tutto il territorio dell'Alta Pianura: infatti entro le alluvioni grossolane si individuano alcuni livelli limoso-argillosi (di qualche metro di spessore) e conglomeratica, tuttavia di potenza complessiva molto subordinata rispetto a quella delle alluvioni ghiaiose e di scarsa continuit laterale. La natura di detti depositi rispecchia comunque la composizione della successione stratigrafica affiorante nel bacino idrografico dellAdige, in particolare i termini carbonatici mesozoici ai quali si associano i termini porfirici.

Per quanto riguarda le attivit ad elevato impatto sul suolo, il territorio comunale stato ed interessato da numerose attivit estrattive, in parte estinte ed in parte attive, come documentato dal Piano Cave della Regione Veneto (PRAC Veneto, 2002) e dalle informazione reperite presso lAmministrazione Comunale. Trattasi esclusivamente di cave di sabbia e ghiaia ubicate in corrispondenza della potente conoide atesina; allinterno dellinviluppo complessivo delle quattro aree di tutela del Piano di Rischio sono presenti le seguenti cave che interessano una superficie di circa 35 ettari:

Cava Pezze Corte della ditta Veneto Cave S.r.l., autorizzata dalla Regione del Veneto con Deliberazione della Giunta Regionale n. 292 del 16.02.2010;

Cava Cascina Pozzi, in corso di autorizzazione da parte della Regione del Veneto;

Cava Caluri della ditta Bastian Beton srl, estinta il 22.06.1993, con sistemazione finale ad uso agricolo.

Inoltre, nel territorio comunale:

non sono al momento in esercizio discariche di rifiuti, anche se la Regione del Veneto ha autorizzato, con DGR n. 1115 del 28 aprile 2009, la discarica controllata per rifiuti non pericolosi destinata allo stoccaggio di rifiuti non putrescibili da realizzarsi in localit Caluri, ora sospesa da un procedimento amministrativo pendente al TAR del Veneto; nel passato, sempre in localit Caluri, era presente la discarica della ditta Bastian Beton ora in post esercizio, dove, sulla base di una serie di autorizzazioni rilasciate dalla Provincia di Verona ed in tempi differenti, furono conferiti rifiuti con varie classificazioni: prima inerti (discarica 2A) e poi successivamente rifiuti speciali tossico nocivi (discarica 2B), con il vincolo dell'esclusione tassativa dei rifiuti putrescibili, visto che la discarica confina con un insediamento militare;

lo stabilimento della ditta Publigas Verona SpA, un deposito di gas liquefatti ubicato a sud-est dellabitato capoluogo, classificato, ai sensi dellart. 8 del D.Lgs. 334/1999, come industria a rischio di incidente rilevante.

Vegetazione, flora, fauna e biodiversit

Nel settore settentrionale del territorio comunale di Villafranca di Verona, nelle aree non occupate dallintenso sviluppo urbano, i terreni sono attualmente dedicati ad unagricoltura di tipo estensivo (seminativo) intercalata a colture di

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tipo intensivo, in particolare frutteti (prevalentemente pescheti), resa possibile, in questareale caratterizzato da suoli molto drenanti, dalla distribuzione idrica ad uso irriguo dei consorzi pubblici di irrigazione.

Lelevata permeabilit del suolo riduce fortemente la presenza di una rete idraulica naturale e anche i canali artificiali sono rivestiti in cemento, impedendo la formazione di una vegetazione igrofila completa, ed in particolare sulla sua componente erbacea elofitica. La componente ruderale della copertura vegetale , quindi, riferita a due tipologie: le cenosi dei frutteti e quelle degli ambienti ruderali e fortemente disturbati.

Larea di Villafranca di Verona, insieme ad altri 17 comuni dellalta pianura veronese centro-occidentale, inserita nella zona di produzione ad Identificazione Geografica Protetta o I.G.P. denominata Pesca di Verona

La componente faunistica rappresentata soprattutto da elementi tipici degli ecosistemi agro-urbani che mantengono aspetti tipici degli orti e degli appezzamenti di piccole dimensioni coltivati con modalit marginali, cio meno impattanti di quelle dellimprenditore agricolo medio.

Il contesto fortemente antropizzato del settore centro - settentrionale del Comune di Villafranca di Verona esclude la presenza locale di siti della Rete Natura 2000. Infatti, dei 31 siti di Rete Natura 2000 presenti nella Provincia di Verona per una estensione complessiva pari a 22.915 ettari (7% del territorio provinciale), nessuno di questi ricade allinterno del territorio comunale.

Solo allesterno del perimetro del territorio comunale, si rileva la presenza dei seguenti siti della Rete Natura 2000:

SIC IT3210042 Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine, ubicato nei Comuni di Albaredo d'Adige, Angiari, Badia Polesine, Belfiore, Bonavigo, Castagnaro, Castelbaldo, Legnago, Masi, Ronco all'Adige, Roverchiara, San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo, Terrazzo, Verona, Villa Bartolomea, Zevio, con una superficie totale di ha 1.569; esso dista 7,6 km dal perimetro nord orientale del Piano di Rischio;

SIC IT3210043 Fiume Adige tra Belluno Veronese e Verona Ovest, ubicato nei Comuni di Brentino Belluno, Bussolengo, Cavaion Veronese, Dolce', Pastrengo, Pescantina, Rivoli Veronese, San Pietro in Cariano, Sant'Ambrogio di Valpolicella, Verona, con una superficie totale di ha 476; esso dista 6,4 km dal perimetro settentrionale del Piano di Rischio;

SIC IT3210008 Fontanili di Povegliano, che ricade nei territori comunali di Povegliano Veronese e Vigasio, con una superficie complessiva di circa 118 ettari; esso dista 3,3 km dal perimetro sud orientale del Piano di Rischio

I siti indicati sono, inoltre, separati dallarea oggetto di piano da numerose frammentazioni sia lineari (A4, A22, ferrovia, SR11, tangenziale di Verona, ecc.), che areali (aree industriali, commerciali, Aeroporto Valerio Catullo).

Per tali motivi, sulla scorta delle indicazioni della DGR 3173/2006 Allegato A, Paragrafo 3 Criteri e indirizzi per l'individuazione dei piani, progetti e interventi per i quali non necessaria la procedura di valutazione di incidenza, visto che

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lareale del Piano di Rischio esterno al perimetro dei siti della Rete Natura 2000 e facendo riferimento al sistema di indicatori proposti dalla DGR 3173/2006 (perdita di superficie di habitat e di habitat di specie, frammentazione di habitat o di habitat di specie, perdita di specie di interesse conservazionistico, perturbazione alle specie della flora e della fauna, diminuzione della qualit delle acque, dellaria e dei suoli, interferenze con le relazioni ecosistemiche principali che determinano la struttura e la funzionalit dei siti), visto che non sono stati individuati habitat, habitat di specie o specie di interesse comunitario, si ritiene che tale piano rientri nella casistica riportata al punto VI) piani, progetti e interventi per i quali non risultano possibili effetti significativi negativi sui siti della rete Natura 2000.

Inquinamento acustico

Il Comune di Villafranca di Verona dotato di un Piano di Zonizzazione Acustica, approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 53 del 23.2010.

Il territorio suddiviso in cinque classi di cui la prima di aree particolarmente protette applicata al solo complesso ospedaliero; le classi maggiori per ampiezza sono la terza (aree di tipo misto), assimilabile alle zone B e C del piano regolatore, e la classe quarta (aree di intensa attivit umana), assimilabile alle zone A e B, e classe quinta tipica delle zone industriali.

I livelli di rumori del territorio comunale sono maggiormente influenzati dagli autoveicoli e dagli aeroplani insistenti in tale contesto. Una vasta parte del territorio ad uso agricolo con scarsa presenza di sorgenti di rumore, le fasce maggiormente impattate sono quelle a ridosso delle importanti vie di comunicazione e di alcune sorgenti produttive fisse, limpatto acustico proveniente dalla linea ferroviaria di certo minore rispetto a quello derivante dal carico autoveicolare.

Il Comune di Villafranca di Verona ha in corso ladeguamento della strumentazione comunale a regolamentazione della tutela dallinquinamento acustico, e in particolare, si dovr provvedere allaggiornamento del Piano di Classificazione Acustica sulla base delle modificazioni normative intercorse.

Nel Rapporto Indicatori ambientali del Veneto (ARPAV, 2008), tutti i comuni veneti sono stati classificati in base a quattro livelli di criticit acustica ricavati dalla rumorosit delle strade presenti; il Comune di Villafranca di Verona presenta una criticit acustica medio-alta durante le ore diurne e alta nelle ore notturne.

In riferimento al rumore aeroportuale, la caratterizzazione acustica aeroportuale definisce le zone di rispetto nellintorno aeroportuale, tenuto conto sia dei piani di sviluppo aeroportuale previsti dalla societ di gestione dellaeroporto, che dei vigenti piani regolatori dei comuni circostanti laeroporto.

Con nota del 03.10.2011 prot. n. 3592 la Societ Aeroporto Valerio Catullo ha consegnato agli Enti costituenti la Commissione Rumore Aeroportuale, tra cui compreso anche il Comune di Villafranca di Verona, un cd-rom contenente i files Lva e Laeq, nel sistema di riferimento Gauss Boaga, riportanti la

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caratterizzazione acustica valutata dalla Commissione stessa nella seduta del 14.12.2010.

La documentazione allegata alla nota del 03.10.2011, tuttora in corso di valutazione da parte della Commissione Rumore Aeroportuale e non ancora definitivamente approvata.

Inquinamento luminoso

La LR n.17 del 07 agosto 2009: Nuove norme per il contenimento dellinquinamento luminoso, il risparmio energetico nellilluminazione per esterni e per la tutela dellambiente e dellattivit svolta dagli osservatori astronomici prescrive misure per la prevenzione dell'inquinamento luminoso sul territorio regionale, al fine di tutelare e migliorare l'ambiente, di conservare gli equilibri ecologici nelle aree naturali protette, nonch al fine di promuovere le attivit di ricerca e divulgazione scientifica degli osservatori astronomici. La legge definisce le competenze della Regione e dei Comuni, definisce i contenuti del Piano Regionale di Prevenzione dellInquinamento Luminoso (PRPIL), del Piano Comunale dellIlluminazione Pubblica, stabilisce la tutela degli osservatori astronomici professionali e non professionali, definisce le norme minime di protezione del territorio inserendo delle aree di particolare tutela, stabilisce le sanzioni.

Fino allentrata in vigore del PRPIL i Comuni devono adottare le misure contenute nellallegato C della legge regionale; malgrado non sia supportato da alcun atto amministrativo, nel Comune di Villafranca di Verona i nuovi interventi di pubblica illuminazione sono conformi alla normativa per la prevenzione dell'inquinamento luminoso.

La LR 17/2009 individua delle zone di maggior tutela nelle vicinanze degli osservatori astronomici. In Veneto pi del 50% dei Comuni interessato da queste zone di tutela specifica. La figura seguente mostra lubicazione degli principali Osservatori Astronomici professionali e non, sul territorio regionale e le relative zone di tutela.

Per quanto riguarda linquinamento luminoso, lindicatore brillanza relativa del cielo notturno permette di quantificare il grado di inquinamento luminoso dellatmosfera e valutare gli effetti sugli ecosistemi e il degrado della visibilit stellare. In Europa lIstituto di Scienza e Tecnologia dellInquinamento Luminoso (ISTIL) fornisce una mappatura della luminosit artificiale del cielo per ampi territori (Italia, Europa e intero Globo) con una risoluzione di circa 1 kmq, nelle bande fotometriche di interesse astronomico, grazie ad un modello di stima della brillanza del cielo notturno, basato su rilevazioni da satelliti e calibrato con misure da terra. Essa rappresenta il rapporto tra la luminosit artificiale del cielo e quella naturale media, come rapporto dei rispettivi valori di brillanza (la brillanza si esprime come flusso luminoso per unit di angolo solido di cielo per unit di area di rivelatore).

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Elettromagnetismo Per quanto riguarda le radiazioni non ionizzanti, nel Comune di Villafranca di Verona sono presenti n. 24 impianti per la radiocomunicazione, la maggior parte dei quali collocati nei centri abitati e nelle aree aeroportuali.

Il monitoraggio dei campi elettromagnetici con postazioni mobili eseguito dal Dipartimento Provinciale di Verona dellARPAV. Alla fine di ogni monitoraggio, per ciascun sito viene pubblicata una scheda riassuntiva contenente i dati validati del campo elettrico relativi allintero periodo, la media e il massimo della campagna, una foto del sito monitorato con la collocazione della strumentazione, la mappa contenente la localizzazione geografica del sito, gli impianti presenti in un raggio di 350 m e la legenda esplicativa delle misure effettuate. I valori del campo elettrico sono ben al di sotto del valore di attenzione/obiettivo di qualit di 6 V/m previsto dalla normativa vigente.

Sono, inoltre, presenti diverse linee elettriche di alta tensione, fra cui seguenti elettrodotti: la linea elettriche da 132kV di propriet delle Ferrovie dello Stato (circa 7,5 km) e la linea elettriche da 132kV di propriet di Enel Distribuzione SpA gestita da Enel Terna SpA (circa 4,3 km). Essendo entrambe a singola terna le distanze di rispetto indicate nella DGR 1526/2000 sono di 50 m. Allinterno della Zona di Tutela C Testata presente un elettrodotto della Societ AGSM.

Il Comune di Villafranca non rientra nellelenco ARPAV dei Comuni interessati dai monitoraggi per le radiazioni causate dal Radon e sempre secondo indagine ARPAV rientra nella classe dei Comuni nei quali si registrato una sola abitazione interessata da un livello di radiazioni pari a quello di riferimento dei 200 Bq/mc stabiliti dalla DGR 79/2002.

2.2 Levoluzione della popolazione e delle famiglie

La popolazione di Villafranca analizzata a partire dal censimento del 2001 in costante aumento, a parte una leggera flessione nel 2011 dovuta agli aggiustamenti censuari. In particolare la dinamica di crescita rimarca levoluzione della popolazione della Provincia di Verona. A fine 2013 la popolazione si attesta oltre i 33.200 abitanti. Lincremento percentuale della popolazione dal 2001 al 2013 stato per Villafranca del 12.9% mentre per la Provincia di Verona la crescita registrata pari al 11.4%.

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Figura 21: Elaborazione CAIRE-Urbanistica su dati Istat

Le fasi di maggiore crescita della popolazione si collocano negli anni dal 2005 al 2009 con una intensit superiore rispetto agli andamenti di crescita registrati dalla Provincia di Verona. Anche la correzione della popolazion