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COMUNE DI TORRILE SETTORE VI AMBIENTE
PROVINCIA DI PARMA
Il Sindaco:
Il Responsabile Unico del Procedimento:
Approvato con delibera del Consiglio Comunale:
PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
(Ai sensi della D.G.R. 1166/2004)
Dott. Andrea Rizzoli Ing. Beatrice Malmassari N° _______ del ____________
Revisione 00 ‐ Dicembre 2010
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Indice
1. PARTE A – GENERALITA’
1.1. Premessa e quadro normativo di riferimento
1.2. Obbiettivi del Piano Comunale di Protezione Civile
1.3. Struttura del Piano
2. PARTE B – ANALISI DEL TERRITORIO, DELLE INFRASTRUTTURE E DEI RISCHI AT‐
TESI
2.1. Inquadramento territoriale
2.1.1. Territorio
2.1.2. Clima
2.1.3. Idrografia principale
2.1.4. Viabilità
2.1.5. Aree produttive
2.2. Aree ed infrastrutture di protezione civile
2.2.1. CM1 Aree di accoglienza
2.2.2. CM2 Aree di accoglienza coperte
2.2.3. CM3 Depositi e magazzini
2.2.4. CM4 Aree di attesa
2.2.5. CM5 Aree di ammassamento
2.2.6. CM6 Aree di attesa coperta
2.2.7. Trasmissione e collegamenti
2.3. Ipotesi di rischio
2.3.1. Funzioni del Sindaco
2.3.2. Tipologie di eventi
2.3.3. Organismi di coordinamento
2.4. Scenari di rischio
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3. PARTE C – IL MODELLO D’INTERVENTO
3.1. Attivazione del C.O.C
3.2. Responsabile della Protezione Civile e Coordinatore del C.O.C.
3.3. Tecnica e pianificazione
3.4. Sanità/ Veterinario
3.5. Assistenza sociale e Attività scolastica
3.6. Materiali e mezzi
3.7. Censimento danni a persone e cose
3.8. Strutture operative e viabilità
3.9. Mass media ed informazione della popolazione
3.10. Servizi essenziali
3.11. Telecomunicazioni
3.12. Volontariato
3.13. Informazione e formazione alla popolazione
4. PARTE D – INDIRIZZI SPECIFICI PER TIPOLOGIA DI EVENTI
4.1. Rischio sismico
4.2. Rischio idrogeologico (alluvioni)
4.2.1. Allerta
4.2.2. Preallarme
4.2.3. Allarme
4.2.4. Fase successiva all’emergenza e fine dell’emergenza
4.3. Rischio chimico industriale
4.3.1. Versamento o dispersione di sostanze pericolose
4.4. Grandi nevicate ed emergenza mal tempo
4.5. Disastro ferroviario
4.6. Disastro aereo
4.7. Incidenti stradali
4.8. Rischio nucleare
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CARTOGRAFIE ALLEGATE AL PRESENTE PIANO:
Carta rischio Idraulico
Carta rischio Sismico e chimico
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1. PARTE A ‐ GENERALITÀ
1.1. Premessa e quadro normativo di riferimento.
Il Piano Comunale di Protezione Civile è previsto a norma di legge dalla Regione Emilia‐Romagna con la Deliberazione di Giunta 1166/2004 prot. n° ptc/04/47915. Le fonti normative che regolano lo sviluppo organico delle azioni di Protezione Civile sono le seguenti:
Legge n. 996/1970;
Legge n. 225/1992;
Legge Regionale n. 45/1995;
Decreto Legislativo n. 112/1998;
Legge n. 265/1999;
Legge Regionale n. 3/1999;
Decreto del Presidente della Repubblica n. 194/2001;
Legge n. 401/2001;
Direttiva del Presidente del consiglio dei Ministri 27/02/04
Legge Regionale n. 1/2005
Sulla base del Decreto Legislativo 343 del 7 settembre 2001, convertito nella Legge n. 401 del 9 novembre 2001, tutti i poteri di gestione del Servizio Nazionale di Protezione Civile sono stati assegnati al Presidente del Consiglio e, per delega di quest’ultimo, al Ministro dell’Interno e, di conseguenza, al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile.
Il Dipartimento ha un ruolo primario per la gestione delle emergenze nazionali, ovvero per gli eventi denominati di tipo “C”, ma non solo. Infatti, può essere attivato dal Prefetto, dal Presidente della Provincia e dalla Regione per le emergenze definite di tipo “B”, cioè di livello provinciale, e in casi particolari anche per gli eventi di tipo “A”, cioè di livello locale.
In tale contesto il Prefetto, in ambito Provinciale, rappresenta la figura istituzionale di riferimento del sistema operativo della Protezione Civile, unitamente alle Province e alle Regioni, Istituzioni a cui la legislazione attribuisce un ruolo determinante della gestione degli eventi, con grande autonomia d’intervento.
In particolare la Regione assume un ruolo importante nella fase della prevenzione e previsione, della gestione delle emergenze e della fase di ritorno alle normali condizioni di vita, agendo soprattutto su cinque fattori:
1. prevenzione a lungo termine, da svilupparsi intervenendo anche normativamente sui
fattori urbanistici e territoriali, attuando politiche rigorose di protezione e conoscenza del
territorio e dei suoi rischi ed incrementando una cultura della protezione civile e la
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formazione a tutti i livelli, dai corsi di base e d’aggiornamento alle esercitazioni e
simulazione d’evento;
2. prevenzione a breve – medio termine, attraverso l’attività di pianificazione e realizzando,
anche tramite altri Enti, le opere di difesa del suolo, ed ingegneria naturalistica e sismica,
per mitigare il rischio in modo concreto, il monitoraggio dei rischi nonché cooperando nella
pianificazione d’emergenza degli Enti locali;
3. previsione a brevissimo termine, effettuata utilizzando i più ampi e affidabili sistemi di
previsione e monitoraggio dei rischi, sviluppando azioni di preannuncio e allertamento per
eventi calamitosi attesi, da pochi giorni a poche ore prima dell’evento;
4. gestione delle emergenze, collaborando con le diverse componenti del Servizio Nazionale
della Protezione Civile;
5. ritorno alla normalità , predisponendo assieme agli altri Enti territoriali, piani di ripristino
relativi al ritorno alle normali condizioni di vita.
Nel contesto normativo in questione la Provincia assume sempre maggiore importanza nel quadro di riferimento istituzionale, in relazione ai livelli di competenza trasferiti dalla vigente legislazione, sia in emergenza, sia nelle fasi di pianificazione preventiva e successiva all’evento.
In ambito comunale il Sindaco è la figura istituzionale principale della catena operativa della Protezione Civile, dall’assunzione delle responsabilità connesse alle incombenze di Protezione Civile, all’organizzazione preventiva delle attività di controllo e di monitoraggio, fino all’adozione dei provvedimenti d’emergenza indirizzati soprattutto alla salvaguardia della vita umana.
1.2. Obbiettivi del Piano Comunale di Protezione Civile.
Il piano d’emergenza è costituito dalla codificazione delle attività coordinate e delle procedure che sono adottate per fronteggiare un evento calamitoso atteso sul territorio, in modo da garantire l’effettivo ed immediato impiego delle risorse necessarie al superamento dell’emergenza ed il ritorno alle normali condizioni di vita.
Il Piano di Emergenza è, pertanto, il supporto operativo al quale il Sindaco si riferisce per gestire l’emergenza col massimo livello di efficacia.
Il piano è stato predisposto attraverso l’analisi dei seguenti fattori:
conoscenza della vulnerabilità del territorio;
necessità di organizzare la gestione operativa dell’emergenza, sino al suo superamento;
la necessità di formare ed istruire il personale coinvolto nella gestione dell’evento.
Il piano risponde, quindi, alle domande concernenti:
gli eventi calamitosi che potrebbero, ragionevolmente, interessare il territorio comunale;
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le persone, le strutture ed i servizi che potrebbero essere coinvolti o danneggiati;
l’organizzazione operativa che si reputa necessaria per ridurre al minimo gli effetti
dell’evento con particolare attenzione alla salvaguardia della vita umana;
le persone cui dovranno essere assegnate le diverse responsabilità ai vari livelli di direzione
e controllo per la gestione delle emergenze.
Per poter soddisfare queste necessità sono stati definiti gli scenari di rischio sulla base della vulnerabilità della porzione di territorio interessata (aree, popolazione coinvolta, strutture danneggiabili, etc.), al fine di poter disporre di un quadro globale ed attendibile relativo all’evento atteso.
In tal modo sarà possibile dimensionare preventivamente la risposta necessaria per fronteggiare le calamità, con particolare attenzione alla salvaguardia della vita umana.
Il piano è uno strumento di lavoro tarato su una situazione verosimile, sulla base delle conoscenze scientifiche dello stato di rischio del territorio, da aggiornare ed integrare, non solo con riferimento all’elenco di uomini e mezzi, ma soprattutto in relazione alle nuove, eventuali, conoscenze sulle condizioni di rischio che comportino diverse valutazioni degli scenari, od ancora quando si disponga di nuovi o ulteriori sistemi di monitoraggio e allerta alla popolazione.
Il piano di gestione delle emergenze rappresenta in dettaglio il complesso dei fattori, quali la dimensione dell’evento atteso, la quantità della popolazione coinvolta, la viabilità alternativa, le possibili vie di fuga, le aree di attesa, di ricovero, di ammassamento e così via, che consentono agli operatori delle varie componenti della Protezione Civile di avere un quadro di riferimento adeguato alle necessità.
1.3. Struttura del Piano.
Il Piano è strutturato sulle base di tre moduli principali:
A. Il territorio e gli scenari.
Sono tutte le informazioni disponibili sulla conoscenza del territorio, la distribuzione della popolazione e dei servizi, dei fattori di pericolosità, di rischio, della vulnerabilità e dei conseguenti scenari, al fine di disporre di tutte le informazioni indispensabili alla gestione dell’emergenza.
B. Il modello d’intervento.
Definisce i soggetti, le competenze, le procedure operative necessarie all’organizzazione ed all’attivazione della “macchina” comunale per il superamento dell’emergenza.
C. Indirizzi specifici per tipologia di eventi e informazione alla popolazione.
Si realizza attraverso l’informazione preventiva sulle norme comportamentali alle popolazioni residenti nelle specifiche zone di rischio.
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2. PARTE B – ANALISI DEL TERRITORIO, DELLE INFRASTRUTTURE E DEI
RISCHI ATTESI.
2.1. Inquadramento territoriale.
Per arrivare ad uno scenario attendibile sono stati acquisiti dati di base, organizzati poi in sequenza logica del tipo:
informazioni generali sul territorio;
informazioni generali e particolari relative ad ogni tipologia di rischio presenti sul territorio;
indicatori d’evento, che riguardano gli accadimenti prevedibili. Tali indicatori, pertanto sono
allocati specificatamente nel relativo tipo di rischio.
Attraverso la correlazione fra queste informazioni generali, con i livelli operativi successivamente descritti e le informazioni generali sulle aree d’emergenza, sulle strutture idonee all’accoglienza temporanea, sulla viabilità alternativa, sui servizi di pronto intervento e soccorso e sugli strumenti operativi disponibili (uomini, mezzi, ecc…), è stato definito uno scenario globale.
Da tale scenario emergono sia il possibile danno atteso e sia le risposte possibili, nonché le procedure d’applicazione del piano d’emergenza, determinando in tal modo la traccia delle azioni da intraprendere in caso di calamità o evento.
2.1.1. Territorio
Il Comune di Torrile confina a Nord con il Comune di Colorno, a Est con il comune di Mezzani, a Sud con il Comune di Parma e ad Ovest con i Comuni di Trecasali e Sissa.
Il suo territorio ha un’estensione pari a 37,30 kmq per una popolazione pari a 7.775 abitanti al 30/09/2010 e una densità pari a 207,00 abitanti per kmq.
Il territorio del Comune è costituito esclusivamente da aree pianeggianti ad una quota compresa tra 28 m e 36 m sul livello del mare, su terreni ad alta vocazione agricola ed industriale. È attraversato ad Ovest dal Torrente Parma.
Gli abitati sono: San Polo sede comunale, Torrile, Bezze, Rivarolo, Sant’Andrea a Mane e a Sera, San Siro, Vicomero, Gainago.
Di interesse ambientale è l’Oasi Lipu “Cavaliere d’Italia” istituita nel 1986, che sfrutta le vasche per il lagunaggio dei liquami dello zuccherificio Eridania‐Saddam per la sosta e la nidificazione di oltre 250 specie di uccelli.
2.1.2. Clima
Il clima è quello della Pianura Padana: continentale con inverni rigidi ed estati afose.
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Le precipitazioni medie annue della Pianura Parmense sono comprese tra 700 e 750 mm, i giorni piovosi risultano sempre concentrati nella stagione autunnale e primaverile in cui cade rispettivamente il 45% ed il 35% circa della pioggia; i mesi più piovosi in genere sono rispettivamente, durante la stagione autunnale ottobre e novembre, e durante quella primaverile marzo ed aprile.
Caratteristica tipica della Pianura Padana è la nebbia, solitamente mattutina e serale dovuta alle elevate concentrazioni di acqua presenti nel suolo e nell’aria e causa di molti incidenti stradali.
2.1.3. Idrografia principale
Il territorio del Comune è ricco di acque come si può notare dal numero rilevante di canali che lo attraversano, rispetto all’estensione totale.
1. Torrente Parma: porzione Ovest;
2. Canale Lorno: porzione Ovest;
3. Canale Galasso: porzione Ovest;
4. Fossetta Alta: costeggia la S.P.343 “Asolana”;
5. Canale Naviglio: porzione Est.
2.1.4. Viabilità
Si prendono in considerazione solo le arterie principali; partendo da Nord‐Ovest e andando verso Sud‐Est si incontrano:
1. S.P. Trecasali ‐ Torrile, che collega i due abitati;
2. Variante ex strada statale 343 Asolana (tangenziale di Colorno)
3. S.P. n. 9 di Golese, da Baganzola arriva a Colorno e si immette nella S.P. 343;
4. S.P. Matteotti, collega la S.P. di Golese con la S.P. 343 all’altezza di San Polo;
5. S.P. n. 343 Asolana, che da Parma arriva ad Asola ed attraversa San Polo;
6. S.P. Parma‐Mezzani, che collega i due abitati e costeggia ad Est il territorio comunale.
Il comune è inoltre attraversato dalla linea ferroviaria Parma‐Brescia ed è sede di stazione ferroviaria a San Polo per trasporto persone e scalo merci.
2.1.5. Aree produttive
Le principali aree produttive sono concentrate intorno all’abitato di San Polo e sono denominate Area industriale Nord e Sud; sono presenti altre aree industriali: a Torrile, a Bezze e al confine con il Comune di Trecasali (bacini dello zuccherificio Eridania) e a Gainago (nuovo polo produttivi a est dell’abitato).
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2.2. Aree ed infrastrutture di protezione civile
Il comune di Torrile è sede di C.O.C. (Centro Operativo Comunale) e attualmente sono state individuate due sedi: ufficio del Sindaco in Municipio (via I Maggio) e sede dei volontari della Protezione Civile in via Magnani 4 a San Polo.
Inoltre Torrile afferisce al C.O.M. (Centro Operativo Misto) di Colorno avente sede nel Municipio di Colorno.
Dal database Azimut elaborato secondo le funzioni Augustus si riportano le schede della funzione F9 “Assistenza alla popolazione in caso d’emergenza”.
2.2.1. CM1 Aree di accoglienza
‐ Area verde a Sud del cimitero di San Polo;
‐ Area verde a Nord del cimitero di San Polo;
‐ Area sul retro della chiesa di San Biagio a Torrile.
‐ Area a sud della chiesa di Gainago
2.2.2. CM2 Aree di accoglienza coperte
‐ Palazzetto dello sport in via Buozzi a San Polo;
‐ Palestra di Torrile;
‐ Ex Scuola elementare di San Polo;
‐ Polo scolastico di San Polo;
‐ Scuola elementare “Rodari” di Torrile.
2.2.3. CM3 Depositi e magazzini
‐ Deposito comunale a San Polo in via Magnani.
2.2.4. CM4 Aree di attesa
‐ Parcheggio delle ex ‐ scuole di via Verdi;
‐ Parcheggio Polo scolastico di San Polo;
‐ Parcheggio delle scuole di Torrile,
‐ Campo sportivo di Rivarolo;
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‐ Piazzale antistante il Bar Milleluci a Vicomero;
‐ Parco pubblico a Sant’Andrea;
‐ Parcheggio della mensa CAMST a San Polo;
‐ Parcheggio di via di Vittorio.
2.2.5. CM5 Aree di ammassamento
‐ Campo sportivo di San Polo;
‐ Stazione ferroviaria di San Polo.
2.2.6. CM6 Aree di attesa coperta
‐ Palazzetto dello sport in via Buozzi a San Polo;
‐ Palestra di Torrile;
‐ ex Scuola elementare di San Polo;
‐ Polo Scolastico di San Polo;
‐ Scuola elementare “Rodari” di Torrile
2.2.7. Trasmissione e collegamenti
L’efficienza dei collegamenti è fattore indispensabile sia per la conoscenza dell’insorgere del fatto calamitoso e della percezione dei suoi contorni, sia per la tempestiva attivazione delle operazioni di soccorso.
Pertanto i Sindaci, organi ordinari di Protezione Civile nell’ambito comunale, dovranno segnalare senza indugio alla Prefettura l’evento fornendo ogni utile notizia al riguardo.
Detta comunicazione dovrà essere effettuata:
‐ al funzionario della Prefettura, costantemente reperibile tramite il centralino della stessa ‐ permanentemente presidiato ‐ o tramite il 113 della Questura;
‐ al C.O.R. (Centro Operativo Regionale), che provvederà ad informare le sede provinciali interessate.
A tale fine possono essere utilizzati:
a. le linee Telecom (se funzionanti);
b. i collegamenti radio dei Vigili;
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c. i radioamatori della zona;
d. staffette su ciclomotori o autovetture;
e. telegrafi degli uffici postali;
f. telefoni cellulari.
I mezzi di trasmissione delle unità operanti del settore dovranno, in caso di necessità, essere messi a disposizione delle Autorità locali per assicurare un collegamento continuo ed immediato con la Prefettura, indispensabile per predisporre i successivi interventi.
Le comunicazioni alla popolazione avverranno per mezzo di megafoni su mezzi mobili o mediante intervento diretto degli operatori coinvolti.
2.3. Ipotesi di rischio
2.3.1. Funzioni del Sindaco
La normativa di comparto assegna al Sindaco un ruolo da protagonista in tutte le attività di Protezione Civile, quali prevenzione, soccorso e superamento dell’emergenza, e ciò in relazione alla rappresentatività dei bisogni della collettività propria della figura istituzionale.
Il Sindaco è, per legge, l’Autorità comunale di protezione civile e responsabile primo delle attività volte alla salvaguardia dell’incolumità pubblica e privata.
Il medesimo, al verificarsi di una situazione d’emergenza, ha la responsabilità dei servizi di soccorso ed assistenza alla popolazione colpita.
Con il presente piano, in base alla normativa statale e regionale vigente, l’Amministrazione Comunale definisce la struttura operativa in grado di fronteggiare le situazioni d’emergenza.
In particolare si ricordano le principali incombenze ascritte alle competenze e responsabilità del Sindaco:
a) organizzare una struttura operativa comunale, formata da Dipendenti comunali, Volontari, Imprese private, per assicurare i primi interventi di Protezione Civile, con particolare riguardo a quelli finalizzati alla salvaguardia della vita umana;
b) attivare, anche attraverso il Volontariato, i primi soccorsi alla popolazione e gli interventi urgenti necessari ad affrontare l’emergenza;
c) fornire adeguata informazione alla cittadinanza sul grado d’esposizione al rischio ed attivare opportuni sistemi di allerta;
d) provvedere alla vigilanza sull’insorgere di situazioni di rischio idrogeologico o d’altri rischi, specie alla presenza d’ufficiali comunicazioni di allerta, adottando le necessarie azioni di salvaguardia della pubblica e privata incolumità;
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e) assicurare una reperibilità finalizzata in via prioritaria alla ricezione di comunicazioni di allerta;
f) individuare siti sicuri da adibire al preventivo e/o temporaneo ricovero per la popolazione esposta, attivando, se del caso, sgomberi preventivi.
2.3.2. Tipologie di eventi
Le ipotesi di rischio analizzate sono riferibili agli eventi calamitosi che storicamente hanno interessato il territorio comunale o che, per le sue caratteristiche fisiche e morfologiche, potrebbero accadere.
Gli eventi calamitosi sono essenzialmente di due tipologie:
‐ con preannuncio,
‐ senza preannuncio.
Nel primo caso rientrano quelle categorie di eventi che possono essere monitorati come le alluvioni e le grandi nevicate, mentre la seconda categoria comprende quei fenomeni per cui non è possibile prevederne in anticipo l’accadimento ovvero terremoti, incidenti di ogni tipo (stradale, ferroviario, chimico‐industriale…).
Per i primi il modello di intervento prevede la fasi di attenzione, preallarme e allarme. Le fasi vengono attivate in riferimento a soglie di criticità, definite con modalità indicate dalla Direttiva del Presidente del consiglio dei Ministri pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 59 dell’11 Marzo 2004 ed in relazione a situazioni contingenti di rischio. Per gli eventi di tipo “B” o “C” l’inizio e la cessazione di ogni fase vengono stabilite dalla Struttura Regionale di Protezione Civile (S.P.C.) sulla base della valutazione dei dati e delle informazioni trasmesse dagli enti e dalle strutture incaricati delle previsioni, del monitoraggio e della vigilanza del territorio, e vengono comunicate dalla S.P.C. agli Organismi di Protezione Civile territorialmente interessati. In caso di evento di tipo “A” è al Sindaco che compete la decisione del tipo di emergenza (attenzione, preallarme, allarme) e l’inizio e il termine dello stesso.
La fase di attenzione viene attivata quando le previsioni e le valutazioni di carattere meteorologico fanno ritenere possibile il verificarsi di fenomeni pericolosi. Essa comporta l'attivazione di servizi di reperibilità e, se del caso, di servizi h 24 da parte della S.P.C. e degli Enti e strutture preposti al monitoraggio e alla vigilanza.
La fase di preallarme viene attivata quando i dati pluviometrici e/o idrometrici superano determinate soglie in presenza di previsioni meteo negative e/o di segnalazioni provenienti dal territorio su pericoli incombenti. Essa comporta la convocazione, in composizione ristretta degli organismi di coordinamento dei soccorsi (C.O.R. ‐ C.C.S. ‐ C.O.M. ‐ C.O.C) e l'adozione di misure di preparazione ad una possibile emergenza.
La fase di allarme viene attivata quando i dati pluviometrici e/o idrometrici superano determinate soglie, con previsioni meteo negative e segnalazioni di fenomeni pericolosi incombenti o in atto provenienti dal territorio. L'evento calamitoso preannunciato ha quindi elevata probabilità di verificarsi. Essa comporta l'attivazione completa degli organismi di coordinamento dei soccorsi e
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l'attivazione di tutti gli interventi per la messa in sicurezza e l'assistenza alla popolazione. E' possibile che l'evento atteso si verifichi o inizi prima della completa attuazione delle misure previste dal Piano per la fase di allarme, determinando una situazione di emergenza con due diversi momenti di risposta.
2.3.3. Organismi di coordinamento
L’attività operativa, volta alla gestione e superamento dell’emergenza, compete:
‐ al Sindaco per gli eventi di protezione civile naturali o connessi con l’attività dell’uomo che, per loro natura ed estensione, comportino l’intervento coordinato degli Enti od Amministrazioni competenti in via ordinaria, relativamente al territorio comunale;
‐ al Prefetto, alla Provincia ed alla Regione per gli eventi di protezione civile, naturali o connessi con l’attività dell’uomo che, per loro natura ed estensione, comportino l’intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria;
‐ al Dipartimento ed alla Regione per gli interventi di protezione civile nelle calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari.
Per gli eventi di tipo “B” e “C” il modello di intervento, in conformità a quanto delineato in direttive nazionali, prevede la costituzione del Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) formato dai rappresentanti delle Amministrazioni e degli Enti tenuti al concorso di Protezione Civile e supportato da una sala operativa provinciale presso la Prefettura‐Ufficio Territoriale del Governo o presso il Centro Unificato Provinciale di protezione civile, con compiti tecnici ed organizzata secondo le funzioni del Metodo Augustus. In caso di necessità si prevede anche la costituzione di centri operativi periferici incaricati del coordinamento delle attività di emergenza riguardanti un ambito territoriale composto da più comuni.
I centri denominati Centro Operativi Misti (C.O.M.), sono attivati dal Prefetto e sono retti di norma da un Sindaco o dal Presidente della Comunità Montana. I COM vengono costituiti nelle sedi prestabilite previste nei piani di emergenza. Il modello di intervento prevede anche, da parte dei sindaci, nei casi ritenuti necessari , l’attivazione dei C.O.C., presso i comuni interessati dall'evento, anch'essi organizzati per funzioni come previsto dal Metodo Augustus. Componenti, sedi ed attività del C.C.S., dei C.O.M. e dei C.O.C. e delle relative sale operative costituiscono parte integrante della pianificazione provinciale e comunale dell'emergenza. Sarà pertanto compito della pianificazione provinciale e comunale individuare costituzione e modalità di funzionamento dei posti di Coordinamento (C.C.S. – C.O.M. – C.O.C.) e della ‐ SALA OPERATIVA a livello provinciale, garantendo il necessario raccordo funzionale ed operativo con il Centro Operativo Regionale per la protezione civile (C.O.R.) e con il Piano regionale di concorso di emergenza. In particolare le Province con il Piano Provinciale di Emergenza definiscono, d'intesa con i Prefetti, i comuni sede di C.O.M., i relativi comuni afferenti e d’intesa con le amministrazioni interessate, le idonee sedi destinate ad ospitare i centri di coordinamento.
In caso di evento di tipo “A” deve far fronte in primo luogo il Comune con i propri mezzi e strutture.
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Nel caso in cui la natura e la dimensione dell’evento calamitoso lo esigano, il Sindaco richiede l’intervento del Prefetto, del Presidente della Provincia e della Regione Emilia Romagna, Istituzioni che cooperano per attivare in sede locale o provinciale le risorse necessarie al superamento dell’emergenza.
Qualora l’evento calamitoso assuma dimensioni o caratteristiche così rilevanti e tali da dover essere affrontati con mezzi e poteri straordinari, il Prefetto e la Regione richiedono l’intervento dello Stato attraverso la struttura Nazionale di Protezione Civile ‐ Dipartimento.
In ogni caso, al verificarsi di una situazione d’emergenza, la struttura addetta alla gestione di tali situazioni deve darne comunicazione immediata al Servizio Regionale di Protezione Civile, nonché alla Prefettura e alla Provincia ed informare i rispettivi Responsabili per tutta la durata della stessa.
2.4. Scenari di rischio
Per le sue caratteristiche strutturali, strategiche, produttive e socio culturali, il Comune di Torrile, secondo memoria storica degli ultimi anni ed in previsione futura, presenta sul suo territorio alcune fonti di rischio.
Sulla base della raccolta dei dati presso le varie autorità competenti, ovvero Regione, Provincia ecc., sono stati elaborati, sia in forma cartografica che descrittiva, gli scenari relativi alle principali e seguenti fonti di rischio:
1. rischio sismico;
2. rischio idrogeologico (alluvioni);
3. rischio chimico‐industriale.
Ogni scenario descrive gli effetti che un ipotetico evento calamitoso provocherebbe sul territorio comunale. In rapporto a tali effetti sono state predisposte misure operative descritte in questo piano. In conformità con le disposizioni impartite dal Dipartimento della Protezione Civile, gli scenari prendono in considerazione il massimo evento atteso, in modo che, a fronte della diversa intensità ed estensione e del diverso livello di gravità delle sue conseguenze, il piano è stato strutturato ipotizzando il più elevato grado d’intensità, la maggiore estensione e le peggiori conseguenze.
Sono stati considerati anche altri eventi calamitosi o da configurare come situazioni d’emergenza, che hanno interessato il territorio Comunale e che potrebbero ripresentarsi in futuro. Tali situazioni possono essere definite come micro emergenze, ovvero:
1. grandi nevicate ed emergenza mal tempo;
2. disastro ferroviario;
3. disastro aereo;
4. emergenza traffico stradale;
5. disastro nucleare.
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3. PARTE C – IL MODELLO D’INTERVENTO
Il modello d’intervento consiste nell’assegnazione delle responsabilità e dei compiti, nei vari livelli di direzione e controllo, per la gestione delle emergenze. Esso riporta il complesso delle procedure per la realizzazione del costante scambio di informazioni tra sistema centrale e periferico di Protezione Civile in modo da consentire l’utilizzo razionale delle risorse con il coordinamento di tutti i centri operativi dislocati sul territorio.
L’Amministrazione, per assicurare nell’ambito del proprio territorio comunale la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione, predisporrà, in caso d’emergenza, il Centro Operativo Comunale presso il Municipio.
Il C.O.C. opera in un luogo di coordinamento detto “Sala Operativa “ in cui convergono tutte le notizie collegate all’evento e nella quale vengono prese decisioni relative al suo superamento.
Il C.O.C. sarà attivato dall’Amministrazione anche quando vi sia la previsione di un evento o in immediata conseguenza dello stesso e rimane operativo fino alla risoluzione delle problematiche generate dell’evento stesso. L’Amministrazione, durante la gestione dell’emergenza e secondo quanto previsto dal Metodo Augustus, si avvale delle seguenti funzioni di supporto, relative alla struttura organizzativa del Centro Operativo Comunale così elencate:
1. Responsabile della protezione Civile e Coordinatore del C.O.C.: è il punto di riferimento della struttura comunale in caso d’emergenza, mantiene i contatti con gli altri Enti, assicura che le altre funzioni operative che costituiscono l’organizzazione del C.O.C. e che operano sotto il suo coordinamento mantengano aggiornati i dati e le procedure da utilizzare ed attivare in caso di emergenza. Il Coordinatore del C.O.C. è in continuo contatto con l’Amministrazione, per valutare di concerto l’evolversi dell’emergenza e le procedure da attuare;
2. Tecnica e di pianificazione;
3. Sanitario/veterinario;
4. Assistenza sociale ‐ Attività scolastica;
5. Materiali, mezzi e risorse umane;
6. Censimento danni e cose;
7. Strutture operative e viabilità;
8. Mass media e informazione alla popolazione;
9. Servizi essenziali;
10. Telecomunicazioni,
11. Volontariato.
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Le funzioni, come sopra descritte, sono affidate ai Settori qui di seguito indicati come incaricati delle corrispondenti posizioni nell’ambito dell’organizzazione amministrativa dell’Ente:
1. Responsabile della Protezione Civile – Coordinatore del C.O.C. : Settore Ambiente
2. Tecnica e pianificazione : Settore Ambiente
3. Attività scolastica Assistenza Sociale: Settore Cultura e Interventi socio‐assistenziali
4. Sanità / Veterinaria : Settore Cultura e Interventi socio‐assistenziali
5. Materiali e mezzi : Settore Lavori Pubblici, Interventi Tecnico Manutentivi e Patrimonio
6. Censimento danni a persone e cose : Settore Lavori Pubblici, Interventi Tecnico
Manutentivi e Patrimonio.
7. Strutture operative e Viabilità : Comando Polizia Municipale
8. Mass Media e informazione alla popolazione : Settore Affari Generali e Istituzionali
9. Servizi essenziali : Settore Lavori Pubblici, Interventi Tecnico Manutentivi e Patrimonio
10. Telecomunicazioni : Sindaco
11. Volontariato : Sindaco
L’approvazione del presente piano costituisce esplicita assegnazione alla funzione in caso di emergenza.
In sede di pianificazione e programmazione delle attività, i singoli Responsabili di Settore incaricati dovranno indicare gli eventuali sostituti per le situazioni d’emergenza.
3.1. Attivazione del C.O.C.
Il Responsabile della Protezione Civile, posto a conoscenza di un evento calamitoso o d’emergenza, previsto od in atto, attiverà e presidierà il C.O.C. .
Inoltre, attribuirà a ciascuna funzione i relativi compiti, secondo le procedure operative ipotizzate dal presente piano.
Il modello d’intervento o linee guida, in base agli scenari di rischio ed alla caratteristica dell’evento, prevederà almeno le seguenti procedure operative:
‐ l’immediata reperibilità dei Responsabili delle varie Funzioni previste per l’attivazione del C.O.C. nella specifica situazione;
‐ l’attivazione dei monitoraggi di evento con l’eventuale istituzione di uno stato di presidio 24 h;
‐ il controllo del territorio, la delimitazione delle aree a rischio, gli eventuali sgomberi cautelativi, la predisposizione delle transenne stradali e quant’altro necessiti per assicurare la pubblica e privata incolumità e l’organizzazione dei soccorsi;
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‐ l’impiego organizzato della Polizia Municipale, assistita dal Volontariato;
‐ l’allertamento e l’informazione alla popolazione;
‐ l’eventuale organizzazione e presidio delle aree ‐ strutture d’attesa;
‐ l’allestimento delle aree ‐ strutture di ricovero per la popolazione.
Sarà quindi compito del Coordinatore del C.O.C. o suo consulente coordinare i vari Dirigenti o Funzionari, responsabili delle funzioni interessate dal tipo di evento, in merito a tutte le necessità operative che di volta in volta si presentano.
Inoltre, sempre con riferimento alle necessità del caso, predisporrà gli uomini e le squadre operative necessarie ad intervenite in ogni singola emergenza.
3.2. Responsabile della Protezione Civile e Coordinatore del C.O.C.
Nelle situazioni ordinarie:
‐ Predispone il Piano Comunale di Protezione Civile, collabora con gli uffici tecnici preposti alla raccolta dei dati necessari per la stesura del medesimo, organizza corsi di formazione in collaborazione con i funzionari delegati per migliorare l’efficienza specifica di ogni singolo operatore.
‐ Aggiorna il Piano a seconda dei cambiamenti territoriali, demografici e fisici del territorio, avvalendosi della collaborazione del Dirigente o Funzionario della Tecnica e Pianificazione.
‐ E’ detentore del materiale relativo al Piano di Protezione Civile.
In emergenza:
‐ E’ il punto di riferimento della struttura comunale, mantiene i contatti con i C.O.C. dei Comuni limitrofi, con l’Ufficio di Protezione Civile della Provincia di Parma, con la Regione Emilia Romagna, con il Centro Operativo Misto (C.O.M.) di Colorno e il Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) di Parma, ecc….
‐ Assicura che le altre funzioni operative che costituiscono l’organizzazione del C.O.C., e che operano sotto il suo coordinamento mantengano aggiornati i dati e le procedure da utilizzare e da attivare.
‐ Il Coordinatore del C.O.C. è in continuo contatto con il Sindaco e con il Responsabile della funzione tecnica e pianificazione per valutare di concerto l’evolversi dell’emergenza e le procedure da attuare.
‐ Garantirà il funzionamento degli uffici fondamentali come anagrafe, U.R.P., ufficio tecnico, ecc…. e, dopo ordine di apertura dei medesimi da parte del Sindaco, li affiderà in gestione e controllo in prima istanza alle funzioni di supporto preposte (es. URP mass media informazione, Ufficio tecnico tecnica e pianificazione), collegandoli con la Regione, Provincia, Prefettura, ecc… .
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‐ Mantiene i rapporti con gli uffici interni amministrativi/contabili per garantire la regolare e continua attività burocratica collegata all'evolversi dell'evento.
3.3. Tecnica e pianificazione
Nelle situazioni ordinarie:
Raccoglie i dati delle varie funzioni, aggiorna il Piano a seconda dei cambiamenti territoriali, demografici e fisici del territorio assieme al Coordinatore.
‐ E’ detentore del materiale relativo al Piano di Protezione Civile.
‐ Tiene i contatti con gli Enti territoriali o di servizio, Regione, Provincia, Bonifica, ENEL, Iren Emilia S.p.A. (ex Enia S.p.A.), ecc…, per la predisposizione e aggiornamento del Piano.
‐ Raccoglie materiale di studio al fine della redazione dei piani di intervento.
‐ Mantiene altresì i rapporti con i servizi tecnici nazionali (difesa del suolo, servizio sismico nazionale, ecc…).
‐ Determina le priorità di intervento secondo l’evento, studia le situazioni di ripristino e pianifica le fasi degli interventi.
‐ Suddivide il territorio in settori di controllo accordandosi con tecnici locali esterni e attribuendo loro una specifica zona di sopralluoghi. Studia preventivamente le opere di ripristino delle zone critiche per tipologia di emergenza (es. argini, ponti, edifici vulnerabili, ecc…) onde evitare che quest’ultima abbia un notevole impatto nel suo manifestarsi.
In emergenza:
‐ Consiglia il Sindaco e il Coordinatore relativamente alle priorità.
‐ Fa eseguire sopralluoghi da tecnici locali ed esterni, per ripristinare la situazione di normalità (quali l’agibilità od inagibilità degli edifici).
‐ Gestirà anche la ripresa, nel più breve tempo possibile, delle attività produttive locali.
‐ Gestirà il censimento danni dei beni culturali
‐ Registra tutte le movimentazioni in successivo sviluppo, prima manualmente e poi con procedure informatiche e potrà avvalersi perciò di una segreteria operativa che gestirà il succedersi degli eventi. Mantiene i contatti operativi con il Servizio Tecnico del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
3.4. Sanità/ Veterinario
Nelle situazioni ordinarie:
‐ Collabora, fornendo informazioni relative alle risorse disponibili come uomini, mezzi, e strutture ricettive locali da utilizzarsi in caso di emergenza.
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‐ Programma l’eventuale allestimento di un posto medico avanzato o ospedale da campo.
‐ Organizza opportune squadre sanitarie con le quali poter far fronte alle situazioni di emergenza. Compila schede specifiche in materia e mantiene contatti con altre strutture sovvracomunali sanitarie.
‐ Oltre alle competenze sopra riportate mantiene l’elenco degli allevamenti presenti sul territorio, individuandoli cartograficamente. Individua altresì stalle di ricovero o di sosta da utilizzare in caso di emergenza.
In emergenza:
‐ Controllare l’effettiva consistenza delle scorte medicinali e dei mezzi sanitari;
‐ Questa funzione esplicherà attività, in sintonia con le altre, per il soccorso alla popolazione e agli animali, cercando di riportare al più presto le condizioni di normalità, secondo i Piani Sanitari di emergenza.
3.5. Assistenza sociale e Attività scolastica
Nelle situazioni ordinarie:
‐ Aggiorna l’elenco nominativi di persone anziane, sole, in situazioni di disagio e portatori di handicap, predisponendo anche un programma di intervento in base alla vulnerabilità dei soggetti sopraccitati.
‐ Per fronteggiare le esigenze della popolazione sottoposta a stati di emergenza, la funzione assistenza ha anche il compito fornire sostegno psicologico alle persone in carico.
‐ Avrà a disposizione anche un elenco delle abitazioni di proprietà dell’Amministrazione Comunale e di altri Enti locali da destinare in caso di emergenza alle fasce più sensibili della popolazione con ordine di priorità.
‐ Con il Coordinatore predispone calendari per la formazione del personale scolastico sulle varie fonti di rischio e norme comportamentali conseguenti.
‐ Fa eseguire prove simulate di evacuazione.
In emergenza:
‐ Porterà assistenza alle persone più bisognose.
‐ Gestirà l’accesso alle abitazioni sopra citate, con criteri di priorità.
‐ Coadiuverà il volontariato nella gestione dei campi di attesa e di ricovero della popolazione.
‐ Sarà garante che il personale scolastico provveda al controllo dell’avvenuta evacuazione degli edifici.
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‐ Qualora questi edifici servissero come aree di attesa per il ricovero della popolazione, il personale a sua disposizione coadiuverà il volontariato nell’allestimento all’uso previsto.
‐ Il referente comunicherà alle famiglie degli studenti l’evolversi della situazione e le decisioni adottate dall’Amministrazione in merito all’emergenza.
3.6. Materiali e mezzi
Nelle situazioni ordinarie:
‐ Compila le schede relative a mezzi, attrezzature e risorse umane utili all’emergenza, in disponibilità dell’Amministrazione Comunale, del Volontariato e delle Aziende che detengono mezzi particolarmente idonei alla gestione della crisi (movimento terra, escavatori, espurgo, gru, camion trasporto animali, autobus, ecc…).
‐ Stipula convenzioni con ditte ed imprese al fine di poter garantire la disponibilità del materiale richiesto.
In emergenza:
‐ Coordina la movimentazione di persone, mezzi e materiali, secondo necessità.
3.7. Censimento danni a persone e cose
Nelle situazioni ordinarie:
‐ Predispone la formazione del personale sulle modalità della comunicazione, in modo da poter dialogare in emergenza, nonché sulla compilazione dei moduli di indennizzo.
‐ Definirà l’organizzazione preventiva per la gestione delle richieste d’indennizzo e predisporrà una metodologia operativa da tenere in caso di emergenza.
In emergenza:
‐ Gestisce le pratiche burocratiche relative alla denuncia di persone, cose, animali, ecc… danneggiate a seguito all’evento.
‐ Raccoglie le perizie di danni agli edifici e ai beni storici e culturali.
‐ Per emergenza di carattere non rilevante potrà affiancare con apposite squadre i tecnici delle perizie, della funzione tecnica e pianificazione, per poter monitorare con più solerzia il territorio.
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3.8. Strutture operative e viabilità
Nelle situazioni ordinarie:
‐ Programma l’eventuale dislocazione di uomini e mezzi a seconda delle varie tipologie di emergenza, formando ed esercitando il personale in previsione dell’evento, assegnando compiti chiari e semplici.
‐ Analizza il territorio e la rete viaria, predisponendo eventuali via di accesso e fuga alternative dal territorio interessato alla crisi.
In emergenza:
‐ Il responsabile della funzione, oltre a coordinare le varie componenti locali istituzionalmente preposte alla viabilità e in particolare regolamentare localmente i trasporti e la circolazione, vietando il traffico nelle aree a rischio ed indirizzando e regolando gli afflussi dei soccorsi, sovraintende alla gestione operativa esterna dell'emergenza coadiuvato dalle componenti istituzionali e di volontariato, riferendo direttamente al Coordinatore del COC o al Sindaco.
‐ Per fronteggiare l’emergenza sarà in continuo contatto con il Coordinatore e la funzione tecnica e pianificazione.
‐ Sarà anche il gestore delle attività di sgombero delle abitazioni o edifici a rischio nelle varie emergenze.
3.9. Mass media ed informazione della popolazione
Nelle situazioni ordinarie:
‐ Forma il personale sulle modalità della comunicazione in modo da poter dialogare in emergenza con persone certamente preoccupate (psicologia delle catastrofi).
‐ Di concerto con il Responsabile della Protezione Civile organizza conferenze, corsi e attività didattiche per l’informazione alla popolazione residente nelle zone di rischio.
In emergenza:
‐ Dovrà garantire alla popolazione l’informazione sull’evolversi della situazione mediante mass‐media locali.
‐ In collaborazione con le funzioni attività sociali e volontariato comunicherà l’eventuale destinazione temporanea di alloggio, in caso di inagibilità delle abitazioni, alla popolazione sfollata.
‐ Sarà il referente dei mass‐media locali e nazionali, ai quali descriverà l’evolversi della situazione.
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3.10. Servizi essenziali
Nelle situazioni ordinarie:
‐ Tiene contatti con gli Enti preposti ( ENEL, IREN AMBIENTE ex ÉNIA, TELECOM, ecc..) al fine di monitorare costantemente il territorio ed aggiornare gli eventuali scenari di rischio.
In emergenza:
‐ Mantiene i rapporti con i rappresentanti dei servizi essenziali, quali fornitura di gas, acqua, luce, telefoni, ecc…, al fine di programmare gli interventi urgenti per il ripristino delle reti, allo scopo di assicurare la riattivazione delle forniture .
3.11. Telecomunicazioni
Nelle situazioni ordinarie:
‐ Predispone piani di ripristino delle reti di telecomunicazione, ipotizzando anche l’utilizzazione delle organizzazioni di volontariato e radioamatori.
‐ Predispone, ove possibile, anche una rete di telecomunicazioni alternativa, al fine di garantire l’affluenza ed il transito delle comunicazioni di emergenza dalla/alla Sala Operativa Comunale.
In emergenza:
‐ Il responsabile di questa funzione, di concerto con il responsabile territoriale della Telecom e dell’Azienda Poste e con il rappresentante dei Radioamatori e del Volontariato, organizza e rende operativa, nel più breve tempo possibile, una eventuale rete di telecomunicazioni non vulnerabile.
3.12. Volontariato
Nelle situazioni ordinarie:
‐ Partecipa alla stesura del Piano di Protezione Civile;
‐Opera costantemente sul territorio, approfondendo la conoscenza dell’ambiente e di conseguenza le zone di rischio o criticità.
‐ Con corsi di formazione interna alla struttura di protezione civile forma gli Operatori nei vari settori d’intervento.
‐ Organizza esercitazioni mirate ad affrontare le emergenze previste nel piano.
‐ Studia la funzionalità delle aree di attesa, di ricovero della popolazione e di ammassamento occorsi al fine di garantirne l’efficienza nei momenti di bisogno.
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In emergenza:
‐ Coadiuva tutte le funzioni sopradescritte a seconda del personale disponibile e della tipologia d’intervento.
‐ Fornisce ausilio alle Istituzioni nella gestione delle aree di attesa e di ricovero della popolazione, nonché per quelle di ammassamento soccorsi.
3.13. Informazione e formazione alla popolazione
Sulla base della legislazione vigente, annualmente e secondo i programmi specificati in sede di P.E.G. assegnato a Responsabile della Protezione Civile, l’Amministrazione predisporrà protocolli di formazione e informazione della popolazione residente, sia sulle principali norme di comportamento da tenere in emergenze di vario tipo, sia sulle cautele da osservare in genere in occasione di allertamento della cittadinanza, in previsione di situazioni d’emergenza.
La formazione e l’informazione della popolazione saranno sviluppata con invio di opuscoli informativi ad ogni nucleo familiare residente nel Comune.
In modo analogo, secondo i programmi specificati, l’Amministrazione predisporrà incontri formativi nelle scuole di ogni ordine e grado, attraverso percorsi d’addestramento di formatori e periodiche verifiche di protezione civile.
In occasione di situazioni d’emergenza, attraverso la stampa, le emittenti radiofoniche e televisive, nonché con volantinaggio e divulgazione fonica sarà costantemente aggiornata la popolazione sull'evolversi dello stato di crisi.
Il Responsabile della Protezione Civile, il Coordinatore dei Volontari o altro collaboratore preposto predisporrà un programma didattico, da illustrare nelle scuole di diversa tipologia del territorio comunale, inoltre, verranno effettuate delle simulazioni di evacuazione all’interno degli edifici pubblici (asilo, scuole, municipio …).
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4. PARTE D – INDIRIZZI SPECIFICI PER TIPOLOGIA DI EVENTI
L’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 3274/2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” è stata recepita dalla Regione Emilia‐Romagna con la D.G.R. 1435 del 21/07/03 “Prime disposizioni di attuazione dell´ordinanza del PCM n. 3274/2003 recante "Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica".
All’interno dell’ordinanza viene fatta una classificazione sismica di tutta l’Italia in 4 categorie in base ai valori di accelerazione al suolo e al tipo di suolo.
In questa classificazione il Comune di Torrile ricade nella classe 3 “Zona a bassa sismicità” con valori di ag (accelerazione al suolo) compresi tra 0,05 g e 0,15 g.
Dal “Catalogo Sismico Italiano dal 1981 al 2002” non sono stati registrati terremoti aventi epicentro nel Comune di Torrile; il più vicino di una certa intensità è stato rilevato nel comune di Sorbolo con una magnitudo compresa tra 4.0M e 5.0M in un raggio compreso tra 0 e 18 Km.
Figura1 Estrapolazione dal “Catalogo Sismico Italiano 1981-2002”
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Figura 2 Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale. Il comune di Torrile ricade nell’area avente accelerazione compresa tra 0,100 e 0,125 g.
Dal “Catalogo parametrico dei terremoti italiani” redatto nella sua seconda versione nel 2004 dall’ “Istituto Nazionale di geofisica e vulcanologia” sono stati estratti i terremoti, di cui si dispongono le conoscenze, verificatisi nella Provincia di Parma e nessuno ha epicentro ubicato nel Comune di Torrile.
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Msp
Dsp ZS9 TZ
Ncft
Nnt
Ncpt
113 DI 1383 7 2420 PARMA DOM 7
55 55
45,058 9,915 A 4,63 0,13
4,00
0,20 4,25 0,19 911 A
597 113
130 DI 1409 11 1511
15 Parma CFTI 5
70 60 M
44,800
10,330 A 4,83 0,26
4,30
0,39 4,53 0,36 913 G 173
598 130
144 DI 1438 6 1120 Parmense CFTI 12
80 80
44,850
10,230 A 5,62 0,17
5,47
0,26 5,61 0,26 913 G 181
599 144
264 DI 1572 6 422 PARMA DOM 8
70 70
44,851
10,422 A 5,13 0,23
4,74
0,34 4,93 0,32 913 A
604 264
333 DI 1628 11 415
15 PARMA DOM 8
70 70
44,801
10,329 A 5,17 0,30
4,80
0,45 4,99 0,42 913 G
608 333
501 DI 1732 2 27 PARMA DOM 1 60 60
44,801
10,329 A 4,83 0,26
4,30
0,39 4,53 0,36 913 G 611 501
511 DI 1738 11 5 030 PARMA DOM 10
70 70
44,906
10,028 A 5,40 0,20
5,15
0,30 5,31 0,28 913 G
612 511
589 DI 1774 3 4 PARMA DOM 2 60 60
44,801
10,329 A 4,83 0,26
4,30
0,39 4,53 0,36 913 G
613 589
906 DI 1857 2 1 PARMENSE DOM 22 65 65
44,749
10,480 A 5,26 0,12
4,94
0,18 5,12 0,17 913 G
619 906
1931
CP 1937 9 17
12
19 5
PARMA OVEST
POS85 60
44,800
10,300 4,56 0,11
3,89
0,17 4,15 0,16 913 G
632 1931
2303 DI 1971 7 15 1
33 23 Parmense CFTI
228
80 75 M
44,820
10,350 A 5,61 0,07
5,45
0,10 5,59 0,10 913 G 536
641 2303
2437 DI 1983 11 9
16
29 52 Parmense CFTI
836
70 65
44,765
10,270 A 5,10 0,18 O
4,99
0,06 5,16 0,05 913 G 2435
Tabella1 - Estrapolazione dal “Catalogo Parametrico dei terremoti italiani” 2°ed. 2004.
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Legenda:
N numero d’ordine del record Tr tipo di record DI: parametri calcolati da dati di base macrosismici; CP: parametri adottati da cataloghi
parametrici Anno tempo origine: anno Me tempo origine: mese Gi tempo origine: giorno Or tempo origine: ora Mi tempo origine: minuto Se tempo origine: secondo AE denominazione dell’area dei massimi effetti Rt codice dell’elaborato di riferimento vedi tabella 1 Np numero dei dati puntuali di intensità disponibili Imx intensità massima x 10 (scala MCS) Io intensità epicentrale x 10 (scala MCS) TI Lat localizzazione epicentrale: latitudinein gradi sessagesimali-decimali Lon localizzazione epicentrale:longitudine in gradi sessagesimali decimali TL M: localizzazione macrosismica manuale S: localizzazione strumentale TW codice di determinazione di Maw O valore osservato Mas Magnitudo calcolata sulle onde di superficie fino al 1980 coincide con Ma di CPTI99 Das Errore associato alla stima di Mas fino al 1980 coincide con Da di CPTI99 TS Codice di determinazione delle magnitudo per la zona etnea En: valore per il calcolo del quale è stata usata la relazione Io/Mm di Azzaro e Barbano (1997) Msp Magnitudo da utilizzare in combinazione con la relazione di attenuazione di Sabetta e Pugliese (1996) per
Ms>5.5: Msp=Ms per Ms≤5.5: Msp=(Ms+0.584)/1.079Dsp Errore associato alla stima di Msp ZS9 Zona sorgente di ZS9 cui l’evento è assegnato TZ Codice di assegnazione alla zona sorgente G: assegnazione geografica A: assegnazione ponderata cautelativa Ncft Numero progressivo dei record nel catalogo CFTI2 Nnt Numero d’ordine dei record nel catalogo NT4.1.1 Ncpt Numero d’ordine del record nel catalogo CPTI99.
Il rischio sismico rientra nella tipologia di evento senza preannuncio per cui non è possibile applicare le procedure definite nelle fasi allerta, preallarme e allarme, per cui bisogna attuare immediatamente tutte le azioni previste nella fase di allarme‐emergenza.
In allegato al Piano Comunale di Protezione Civile per il rischio sismico è riportata la Tavola 02, in cui sono riportati tutti gli edifici pubblici classificati come antisismici o meno e i percorsi principali di evacuazione della popolazione verso le aree di attesa o di accoglienza.
Da rilevare il fatto che gli unici edifici pubblici antisismici sono la Palestra di via Buozzi a San Polo e il Nuovo Polo Scolastico di via Giuffredi a San Polo.
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4.1. Rischio sismico
Al manifestarsi dell’evento, qualora l’intensità della scossa sia maggiore del quarto grado di magnitudo ed il conseguente effetto sul territorio determinasse danni anche se di lieve entità, tutti i Responsabili delle funzioni di supporto che compongono il C.O.C. , vista la possibile interruzione dei collegamenti telefonici, si recheranno, automaticamente, presso la Centrale Operativa o sede del Centro Operativo Comunale.
RESPONSABILE DELLA PROTEZIONE CIVILE
E’ il responsabile del C.O.C. . Avvisa il Prefetto, il Presidente della Provincia ed il Presidente della Regione.
Dirige tutte le operazioni, in modo da assicurare l’assistenza e l’informazione alla popolazione, la ripresa dei servizi essenziali, delle attività produttive, della viabilità, dei trasporti e telecomunicazioni.
Sulla base delle direttive del Sindaco, garantisce la riapertura degli uffici comunali e dei servizi fondamentali. Qualora l’emergenza fosse di notevole entità, predispone l’apertura d’U.C.L. (Unità di Crisi Locale). Gestisce il Centro Operativo, coordina le funzioni di supporto e predispone tutte le azioni a tutela della popolazione.
Valuta di concerto con la Funzione Tecnica e Pianificazione l’evolversi dell’evento e le priorità d’intervento.
Mantiene i contatti con i COC limitrofi delle altre città, con il COM e il CCS per monitorare l’evento e l’eventuale richiesta o cessione d’aiuti.
TECNICA E PIANIFICAZIONE
Sulla base delle prime notizie e dai contatti mantenuti con le varie realtà scientifiche, analizza lo scenario dell’evento, determina i criteri di priorità d’intervento nelle zone e sugli edifici più vulnerabili.
Convoca il personale tecnico e fa eseguire sopralluoghi sugli edifici per settori predeterminati, in modo da dichiarare l’agibilità o meno dei medesimi.
Lo stesso criterio sarà utilizzato per gli edifici pubblici, iniziando dai più vulnerabili e dai più pericolosi.
Invia personale tecnico, di concerto con la funzione volontariato, nelle aree d’attesa non danneggiate per il primo allestimento delle medesime.
Determina la richiesta d’aiuti tecnici e soccorso (es. roulotte, tende, container), con l’ausilio della segreteria, annota tutte le movimentazioni legate all’evento.
Con continuo confronto con gli altri enti specialistici, quali il Servizio Sismico Nazionale, la Difesa del Suolo, la Provincia, la Regione, determina una situazione d’ipotetica previsione sul possibile nuovo manifestarsi dell’evento sismico.
Mantiene contatti operativi con il Personale Tecnico del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
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SANITA’ ‐ VETERINARIA
Allerta immediatamente le strutture sanitarie locali per portare soccorso alla popolazione. Mantiene contatti con le altre strutture sanitarie in zona o esterne per eventuali ricoveri o spostamenti di degenti attraverso le associazioni di volontariato sanitario (Croce Rossa Italiana, Pubbliche Assistenze, ecc…).
Si assicura della situazione sanitaria ambientale, quali epidemie, inquinamenti, ecc… coordinandosi con i tecnici dell’ARPA o d’altri Enti preposti. Il servizio veterinario farà un censimento degli allevamenti colpiti, disporrà il trasferimento d’animali in stalle d’asilo, determinerà aree di raccolta per animali abbattuti ed eseguirà tutte le altre operazioni residuali collegate all’evento.
MATERIALI E MEZZI
Il Dirigente o Funzionario preposto gestirà tutto il materiale, gli uomini e i mezzi precedentemente censiti con schede, secondo le richieste di soccorso, secondo la scala prioritaria determinata dalla funzione Tecnica e Pianificazione.
SERVIZI ESSENZIALI
Il Dirigente o Funzionario preposto contatta gli enti preposti, quali ENEL, ÉNIA , Bonifica, Gestori carburante, ecc…, per garantire al più presto il ripristino delle reti di pertinenza e nel più breve tempo possibile la ripresa dei servizi essenziali alla popolazione.
Attinge, eventualmente, per opere di supporto alle squadre d’operatori delle funzioni volontariato e materiali e mezzi.
CENSIMENTO DANNI
Il Dirigente o Funzionario preposto gestisce l’ufficio per la distribuzione e raccolta dei moduli regionali di richiesta danni.
In tale situazione raccoglie le perizie giurate d’agibilità o meno degli edifici pubblici, dei privati, delle infrastrutture, delle attività produttive, dei locali di culto e dei beni culturali, da allegare al modulo di richiesta risarcimento dei danni.
Raccoglie verbali di pronto soccorso e veterinari per danni subiti da persone e animali sul suolo pubblico da allegare ai moduli per i risarcimenti assicurativi.
Raccoglie, infine, le denunce di danni subite da cose (automobili, materiali vari, ecc..) sul suolo pubblico per aprire le eventuali pratiche di rimborso assicurative.
MASS MEDIA E INFORMAZIONE
Il Dirigente o Funzionario preposto cura l’informazione alla popolazione attraverso gli strumenti più idonei, avvalendosi, qualora ve ne fosse bisogno, anche di squadre della Polizia Municipale.
Collabora con i Servizi Sociali per indirizzare i primi senza tetto verso le aree di attesa predisposte e successivamente verso quelle di ricovero della popolazione.
Una volta ripristinate tutte le reti di informazione, sia locali sia nazionali, emette comunicati stampa aggiornati sull’evolversi della situazione e sulle operazioni in corso.
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TELECOMUNICAZIONI
Il Dirigente o Funzionario preposto garantisce, con la collaborazione dei radio amatori, del volontariato ed eventualmente del rappresentante delle Azienda Poste e Telecom il funzionamento delle comunicazioni fra i COC e le atre strutture preposte (Prefettura, Provincia, Regione, Comuni limitrofi, ecc...).
Gli operatori adibiti alle radio comunicazioni opereranno in area appartata del COC, per evitare che le apparecchiature arrechino disturbo alle funzioni preposte.
STRUTTURE OPERATIVE E VIABILITA’
Il Dirigente o Funzionario preposto oltre a mantenere contatti con le strutture operative locali (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Volontariato, ecc…), assicurando il coordinamento delle medesime per la vigilanza ed il controllo del territorio quali, ad esempio, le operazioni antisciacallaggio e sgombero coatto delle abitazioni, sovraintende alla gestione operativa esterna dell'emergenza.
Predispone il servizio per la chiusura della viabilità nelle zone colpite dall’evento. Predispone azioni atte a non congestionare il traffico in prossimità delle aree di emergenza e comunque su tutto il territorio comunale.
Assicura la scorta ai mezzi di soccorso e a strutture preposte esterne per l’aiuto alle popolazioni delle zone colpite.
Fornisce personale di vigilanza presso le aree di attesa e di ricovero della popolazione, per tutelare le normali operazioni di affluenza verso le medesime.
ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
Il Dirigente o Funzionario preposto coinvolge tutto il personale disponibile per portare assistenza alla popolazione.
Agirà di concerto con la funzione sanitaria e di volontariato, gestendo il patrimonio abitativo comunale, gli alberghi, gli ostelli, le aree di attesa e di ricovero della popolazione.
Opererà di concerto con le funzioni preposte all’emanazione degli atti amministrativi necessari per la messa a disposizione dei beni in questione, privilegiando innanzi tutto le fasce più deboli della popolazione assistita.
SERVIZI SCOLASTICI
Il Dirigente o Funzionario preposto dispone, in accordo con le autorità scolastiche, l’eventuale interruzione e la successiva ripresa dell’attività didattica.
Provvede altresì a divulgare tutte le informazioni necessarie agli studenti e alle loro famiglie durante il periodo di crisi.
Mette a disposizione, qualora pervenisse richiesta, gli edifici individuati come aree di attesa.
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VOLONTARIATO
Il Dirigente o Funzionario preposto coadiuva tutte le funzioni per i servizi richiesti. Cura l’allestimento delle aree di attesa e successivamente, secondo la gravità dell’evento, le aree di ricovero della popolazione e quelle di ammassamento soccorsi, che gestisce per tutta la durata dell’emergenza.
Mette a disposizione squadre specializzate di volontari (es. geologi, ingegneri, periti, geometri, architetti, idraulici, elettricisti, meccanici, muratori, cuochi, ecc…) per interventi mirati.
4.2. Rischio idrogeologico (alluvioni)
Come già accennato nel capitolo 2, l’idrografia di Torrile presenta una situazione abbastanza complessa sia per il numero dei corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale, sia per la diversità di condizioni in cui versano i tratti arginati; per questi motivi ogni percorso merita una trattazione a se stante.
Il corso d’acqua principale che attraversa il comune è il torrente Parma, che storicamente è soggetto a periodiche esondazioni. Infatti per aumentare la sicurezza di tutto il corso d’acqua nel tratto in pianura è stata costruita da AIPO una cassa di espansione in località Marano in comune di Parma, che ha anche lo scopo di ridurre l’effetto di piena prima della città. Questa riduzione si potrà percepire anche più a valle e quindi anche a Torrile.
Gli argini del torrente sono in generale in buone condizioni, in particolare l’argine sinistro da Torrile fino San Siro è stato rinforzato e sulla sommità esiste una pista percorribile anche dai mezzi, ma nonostante ciò esistono diversi punti di criticità:
‐ l’argine sinistro in località Bezze è quasi in froldo (come rilevato sia da AIPO, sia dai volontari della Protezione Civile);
‐ il ponte di via Matteotti mostra diverse crepe;
‐ a Vicomero vi è un fronte di circa 20 m completamente crollato;
‐ a Rivarolo l’argine si sta abbassando rispetto alla passerella pedonale;
I canali Lorno e Galasso, possono diventare pericolosi più per rigurgito del torrente Parma, che per esondazione propria, anche se in realtà gli argini non sono in quota e la sommità arginale presenta dei problemi di percorribilità. In particolare per i canali Lorno e Galasso esistono punti di criticità, sia in sponda destra che sinistra, nel tratto compreso tra Torrile e il confine con Colorno. Sull’argine destro del canale Galasso, da Torrile e Borgomaggiore, esistono 15 manufatti di carattere privato per lo scolo delle acque, sugli argini sinistro e destro del canale Lorno esistono ben 26 (21 di carattere privato e 5 di carattere pubblico), quindi è evidente che un così elevato numero di manufatti durante eventi di piena possono diventare elementi di debolezza arginale se non perfettamente gestiti. Inoltre, a Bezze, la chiavica sul canale Lorno è fatiscente e se non chiusa del tutto può inondare l’area di fronte denominata Podere Gazzolo.
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Un altro canale storicamente critico è il Naviglio; ultimamente però sono stati fatti numerosi lavori di miglioramento che dovrebbero averne abbassato la pericolosità:
‐ sono stati allargati e alzati i ponti di via 1° Maggio e del Boghignolo;
‐ è stato rifatto l’argine da Boghignolo a case Santa Teresa,
‐ è stata costruita una cassa d’espansione a Parma per la laminazione delle piene.
Nonostante questi lavori, rimane l’emergenza nutrie, che scavando le proprie tane all’interno degli argini, ne riducono la stabilità e molto spesso provocano dei veri e propri crolli.
Altro canale che passa per Torrile è il Limido, per cui il Consorzio di Bonifica ha previsto una cassa di espansione a fianco della ferrovia compresa tra la zona industriale Nord di San Polo e la località Boghignolo.
Quando si parla di alluvione a Torrile solitamente si parla di esondazione del torrente Parma, infatti solo in casi eccezionali gli altri canali sono esondati per motivi propri e non legati al rigurgito del torrente Parma.
Un alluvione è un evento prevedibile, sia per l’attendibilità delle previsioni meteorologiche con cui ARPA informa i diversi enti in caso di piogge persistenti, sia per le presenza di una rete di monitoraggio costituita da idrometri lungo tutta l’asta del torrente. Gli idrometri sono gestiti da AIPO.
AIPO ha fissato il livello di sospetto dell’idrometro al ponte Verdi di Parma a 1,15 m, mentre al ponte di Colorno è 5,20 m. Il livello di guardia al ponte è Verdi di 2,15 m mentre a Colorno è 6,20 m. Quando il fiume arriva al livello di guardia a Parma, AIPO attiva il servizio di piena e manda la comunicazione dell’emergenza a tutti gli enti tra cui anche i comuni. In questo caso scatta la fase di allarme.
4.2.1. Allerta
All’arrivo del primo fax dalla prefettura, scatta la fase di allerta (CODICE BIANCO). In questo caso il responsabile della Protezione Civile dopo essere stato avvertito dal Sindaco dell’evento, attiva anche tramite il volontariato, il monitoraggio a vista dei corsi d’acqua nei punti critici.
4.2.2. Preallarme
Nel caso arrivi un secondo fax dalla Prefettura in cui il Sindaco viene avvertito di un aggravamento della situazione presso uno o più punti critici scatta la fase di preallarme (CODICE BIANCO).
In questo caso il Responsabile della Protezione Civile attiva la Sala Operativa e comunica la Prefetto, al Presidente della Provincia e della Regione lo stato di allerta e l’attivazione del C.O.C. La Sala Operativa è attivata con la presenza delle seguenti funzioni:
1. Responsabile della protezione civile ‐ coordinatore del C.O.C.;
2. Tecnica e pianificazione;
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3. Materiali e mezzi;
4. Struttura operativa e viabilita’;
5. Mass media e informazione alla popolazione;
6. Volontariato;
7. Servizi essenziali;
8. Censimento danni;
9. Telecomunicazioni;
10. Sanitario/veterinario;
IL RESPONSABILE DELLA PROTEZIONE CIVILE
Dirige il COC e tiene i contatti con le Autorità.
Coordina le funzioni di supporto e tiene contatti con eventuali COC limitrofi o con il COM costituito.
TECNICA E PIANIFICAZIONE
Inizia il monitoraggio di fiumi e corsi d’acqua secondari da parte di personale preparato alle rilevazioni idrometriche.
Si stimano le zone, le aree produttive, la popolazione e le infrastrutture pubbliche e private interessate all’evento.
Si predispongono gli sgomberi di persone e cose avvisando il volontariato per l’eventuale preparazione delle aree di attesa.
MATERIALI E MEZZI
Allerta uomini e mezzi preposti alle eventuali operazioni di soccorso (es. camion, pale, escavatori, sacchetti di sabbia, ecc…).
CENSIMENTO DANNI
Predispone squadre per censimento danni e prepara i moduli regionali di denuncia.
STRUTTURE OPERATIVE E VIABILITA’
Il Dirigente o Funzionario preposto predispone un piano viario alternativo al normale transito stradale, evitando in tal modo situazioni di blocco del traffico in zone potenzialmente allagabili.
Mantiene i contatti operativi con le forze istituzionali sul territorio (Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia, ecc...).
MASS MEDIA E INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE
Il Dirigente o Funzionario preposto informa i cittadini interessati, residenti nelle zone a rischio, e le attività produttive, sulla natura e l’entità dell’evento nonché sui danni che potrebbero subire.
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Avvisa le emittenti locali per eventuali comunicati alla cittadinanza.
SERVIZI ESSENZIALI
Il Dirigente o Funzionario preposto convoca i responsabili dell’ENEL, Iren Emilia, Consorzio di Bonifica Parmense ecc…, e predispone una linea di intervento per garantire la sicurezza delle reti di distribuzione pertinenti.
TELECOMUNICAZIONI
Il Dirigente o Funzionario preposto predispone la rete non vulnerabile con i rappresentanti della TELECOM, Radio Amatori e Volontariato per garantire le informazioni alle squadre operative.
VOLONTARIATO
Il Dirigente o Funzionario preposto fa da supporto alle richieste istituzionali con varie squadre operative e specializzate ed eventualmente predispone le prime aree di attesa per la popolazione evacuata.
SANITARIO/VETERINARIO
Il Dirigente o Funzionario preposto prepara squadre per eventuali emergenze di carattere sanitario‐veterinario sul territorio.
Prima di allertare le funzioni assistenza sociale e servizi scolastici, il responsabile della protezione civile valuterà l’entità dell’evento. Ciò al fine di predisporre l’eventuale sgombero delle scuole, delle persone assistite o comunque più disagiate dalle strutture residenziali, anche solo a scopo cautelare ed in modo preventivo.
4.2.3. Allarme
Se l’evento in corso supera la soglia idrometrica stabilita, ovvero si manifesta un cedimento delle strutture arginali, si passa alla fase di allarme (CODICE ROSSO).
Le funzioni sono così organizzate:
IL RESPONSABILE DELLA PROTEZIONE CIVILE
Mantiene i contatti con le autorità locali, provinciali e Regionali, chiedendo eventualmente aiuti qualora le forze comunali non fossero in grado di affrontare l’emergenza.
Coordina le attività del C.O.C. , e mantiene contatti con altri C.O.C. limitrofi ed eventualmente con il C.O.M. e C.C.S. (eventi straordinari).
TECNICA E PIANIFICAZIONE
Il Dirigente o Funzionario preposto segue l’evolversi dell’evento, monitorando costantemente i corsi d’acqua e le aree esondabili e pianificando al momento le priorità di intervento.
Si coordina con Vigili del Fuoco e gli altri enti preposti all’emergenza, annotando tutti gli interventi e le richieste di soccorso.
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MATERIALE E MEZZI
Il Dirigente o Funzionario preposto invia squadre, materiali e mezzi nei luoghi colpiti, cercando di limitare i danni e di ripristinare nel più breve tempo possibile la normalità, seguendo la priorità di intervento determinata dalla funzione tecnica e pianificazione.
CENSIMENTO DANNI
Il Dirigente o Funzionario preposto comincia a raccogliere le prime richieste di danno subite da persone, edifici, attività produttive e agricole.
STRUTTURA OPERATIVA E VIABILITA’
Il Dirigente o Funzionario preposto, oltre a:
‐ Far presidiare i punti strategici precedentemente individuati con le variabili del caso, cercando, in ogni modo di alleviare i disagi per la circolazione.
‐ Predisporre l’eventuale scorta alle colonne di soccorso esterne. Procede all’eventuale evacuazione, anche coatta, di abitazioni rese inagibili dall’evento.
‐ Mantenere i rapporti con i rappresentanti delle forze istituzionali sul territorio (Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia, ecc...).
Sovraintende alla gestione operativa esterna dell'emergenza.
MASS MEDIA E INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE
Il Dirigente o Funzionario preposto da notizia ai cittadini sull’evolversi della situazione.
SERVIZI ESSENZIALI
Il Dirigente o Funzionario preposto secondo le segnalazioni arrivate per guasti o interruzioni delle reti eroganti, manda squadre nei punti colpiti in modo da riattivare al più presto il normale funzionamento dei servizi.
TELECOMUNICAZIONI
Il Dirigente o Funzionario preposto mantiene attiva la rete in modo da poter garantire i collegamenti con le squadre e gli operatori impegnati nell’opera di soccorso. Tiene nota di ogni movimento.
VOLONTARIATO
Il Dirigente o Funzionario preposto invia uomini, mezzi e materiali alle zone colpite cercando di porre rimedio alla situazione di crisi (es. svuotamento scantinati, garages, ecc…) e darà il primo conforto alle persone costrette ad abbandonare le abitazioni.
Coadiuva la funzione strutture operative e viabilità per garantire il minor disagio possibile alla popolazione.
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SANITARIO/VETERINARIO
Il Dirigente o Funzionario preposto si attiverà per far fronte alle richieste di aiuto sanitario sul territorio, impiegando il Personale a sua disposizione ed i Volontari.
Gestirà, unitamente al Responsabile del Volontariato le aree di soccorso.
4.2.4. Fase successiva all’emergenza e fine dell’emergenza
IL RESPONSABILE DELLA PROTEZIONE CIVILE
Predispone tutte le funzioni per operare in modo da ripristinare nel minor tempo possibile le situazioni di normalità.
Dà priorità al rientro delle persone nelle loro abitazioni, alla ripresa delle attività produttive.
Opera per ottenere il normale funzionamento dei servizi essenziali.
Mantiene costantemente informata la popolazione.
Gestisce il C.O.C. e coordina il lavoro di tutte le funzioni interessate.
Una volta definitivamente chiusa l’emergenza il responsabile della Protezione Civile avvisa il Prefetto, il Presidente della Provincia, la Regione dichiarando cessato lo stato di allerta e chiude il C.O.C.; tiene comunque informata la popolazione tramite i mass media sull’evolversi degli eventi.
Cura che le gestione burocratica – amministrativa del post emergenza (richieste danni, manutenzione strade …) sia correttamente demandata agli uffici comunali competenti.
TECNICA E PIANIFICAZIONE
Il Dirigente o Funzionario preposto impiega le squadre di tecnici per la valutazione dei danni agli edifici pubblici e privati, nonché alle chiese e ai beni culturali e artistici, predisponendo la loro messa in sicurezza in apposite aree.
Valutate l’entità dell’evento determina la priorità degli interventi di ripristino.
MATERIALI E MEZZI
Il Dirigente o Funzionario preposto, superata l’emergenza, rimuove il materiale usato per la costruzione e il posizionamento delle strutture di rinforzo facendo altresì rientrare uomini e mezzi impiegati seguendo le direttive della funzione tecnica e pianificazione.
CENSIMENTO DANNI
Il Dirigente o Funzionario preposto raccoglie perizie giurate, denunce e verbali di danni subiti da persone, cose e animali, nonché quelle rilevate dai tecnici della funzione tecnica e pianificazione (compresi quelli appositi dei beni culturali) e compila i moduli di indennizzo preventivamente richiesti in Regione.
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STRUTTURE OPERATIVE E VIABILITA’
Il Dirigente o Funzionario preposto qualora le acque fossero rientrate nei letti dei fiumi e canali, o fossero confluite e smaltite dal sistema fognario, consentirà alle squadre dei vigili urbani di riaprire la circolazione nei tratti colpiti, dopo essersi ulteriormente assicurati del buono stato della sede stradale.
MASS MEDIA E INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE
Il Dirigente o Funzionario preposto comunica alle persone coinvolte la fine dello stato di emergenza. Emette comunicati stampa e televisivi relativi al superamento della crisi.
SERVIZI ESSENZIALI
Il Dirigente o Funzionario preposto cura il ripristino delle reti di erogazione ed esegue controlli sulla sicurezza delle medesime.
4.3. Rischio chimico industriale
Nonostante la limitatezza dell’estensione comunale sul territorio insistono più aree industriali di importanza strategica per l’intera provincia, con la presenza di ditte operanti non solo nel panorama nazionale (Cerve SpA) ma addirittura internazionale (GlaxoSmithkline Manufacturing SpA, Reichhold Srl, Lactalis Parma SpA).
La normativa nazionale, con il D.Lgs. 334/99 e successive modifiche (D.Lgs. 238/2005), ha introdotto specifiche disposizioni finalizzate a prevenire gli incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose e a limitarne le conseguenze per l’uomo e per l’ambiente. Gli stabilimenti che detengono o impiegano sostanze pericolose in quantità uguali o superiori a quelle indicate nell’Allegato I del Decreto sono soggette agli obblighi previsti dagli artt. 6 e 8 del Decreto stesso.
Nel comune di Torrile è presente n. 1 ditta soggetta alla comunicazione di cui all’art. 6 del D.Lgs. 334/99: Latermec sas di D. Benassi & C. ubicata in Torrile – via L. da Vinci n. 6.
Il Decreto assegna al Sindaco la competenza di diffondere e aggiornare le informazioni dirette alla popolazione riguardanti il rischio di incidente rilevante esistente sul territorio comunale e le misure di mitigazione delle eventuali conseguenze. Dette informazioni, relative alla ditta Latermec sas, sono reperibili sul sito del comune di Torrile – servizi e uffici – settore ambiente – ambiente e gestione del rischio industriale.
Nel Comune di Parma sono insediate n. 2 aziende soggette agli obblighi previsti dall’art. 8 del Decreto 334/99 che, in caso di incidente rilevante, potrebbero procurare effetti importanti anche nel territorio comunale di Torrile: la ditta Cromital Srl e la ditta La Metalcrom Srl che svolgono attività galvanotecnica: l’evento incidentale che viene ipotizzato è il rilascio di soluzione di cromatura esausta che, attraverso vari passaggi in reti fognarie e canali, potrebbe raggiungere, se fuoriuscita dalla prima il torrente Parma e il Canale Naviglio Navigabile se fuoriuscita dalla seconda.
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I relativi piani di emergenza esterni (PEE) delle due ditte sopra citate costituiscono allegato al presente Piano.
Il D.Lgs. 372 del 04.08.1999 (di attuazione della Direttiva IPPC 96/61/CE) introduce un nuovo concetto di approccio integrato alla prevenzione e riduzione dell’inquinamento proveniente dalle attività soggette alla normativa stessa, inteso a evitare o, dove qualora non sia possibile, ridurre le emissioni nell’aria, nell’acqua e nel suolo e finalizzato a conseguire un alto livello di protezione ambientale. Dette attività, individuate nell’allegato I del Decreto sono soggette al rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) disciplinata dal D.Lgs. 59/05 e s.m.i., dalla L.R. 21/2004, dal D.Lgs. 152/2006 – Parte II e s.m.i. così come modificato e integrato dal D.Lgs 4/2008.
Le ditte soggette alla normativa e autorizzate A.I.A. nel Comune di Torrile sono:
‐ Società Suinicola Parmense s.s.;
‐ Reichhold Srl;
‐ Agricola Tre Valli Soc. Coop. a r.l..
Scarichi di sostanze pericolose (Art. 108 D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.).
Le disposizioni relative agli scarichi di sostanze pericolose si applicano agli stabilimenti nei quali si svolgono attività che comportano la produzione, la trasformazione o l’utilizzazione delle sostanze di cui alle Tab. 3/A e 5 dell’Allegato 5 alla parte terza del D.Lgs. 152/2006, e nei cui scarichi sia accertata la presenza di tali sostanze in quantità o concentrazione superiore ai limiti di rilevabilità consentiti dalle metodiche di rilevamento in essere alla data di entrata in vigore del Decreto o, successivamente, superiori ai limiti di rilevabilità consentiti dagli aggiornamenti a tali metodiche messi a punto ai sensi del punto 4 dell’Allegato 5 alla parte terza del Decreto.
Le Ditte soggette a dette disposizioni nel Comune di Torrile sono:
‐ Galvanica Parmense di Fantini Mauro.
Impianti di recupero e smaltimento rifiuti.
Le procedure di abilitazione alla realizzazione degli impianti recupero e smaltimento rifiuti e al loro esercizio sono disciplinate nei Capi IV e V del Titolo I della Parte Quarta del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. concernenti, rispettivamente, le “autorizzazioni ed iscrizioni” e le “procedure semplificate”.
Le Ditte individuate nel Comune di Torrile sono:
‐ Furlotti Luigi Srl – via Micheli n. 3 S.Polo; art. 210 (autorizzazione in ipotesi particolari impianto per messa in riserva R13 e trattamento R5 di rifiuti non pericolosi);
‐ Furlotti Luigi Srl – via Romagnoli n. 38 S.Polo (in istruttoria); art. 210 (autorizzazione in ipotesi particolari per impianto trattamento rifiuti mediante messa in riserva R13 di rifiuti urbani e speciali non pericolosi;
‐ Industria Compensati Colorno – via Galilei S.Polo; art. 216 (iscrizione nei registri provinciali per attività di recupero rifiuti speciali non pericolosi in procedura semplificata per attività di R1);
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‐ Ambientitalia Srl – via Galilei n. 2 (in istruttoria) – art. 208 (autorizzazione impianto di trattamento rifiuti speciali non pericolosi) e messa in riserva R13 rifiuti in legno
‐ Ventimiglia di Ferrari Silvano – via Matteotti S.Polo; art. 216 (iscrizione nei registri provinciali per attività di recupero rifiuti in procedura semplificata)
Rischio incendio ed esalazioni tossiche ‐ Industrie produttrici di manufatti in gomma e plastica
Il Decreto del Presidente della Repubblica 12 gennaio 1998, n. 37, disciplina i procedimenti di controllo delle condizioni di sicurezza per la prevenzione incendi attribuiti alla competenza dei comandi provinciali dei vigili del fuoco, per le fasi relative all'esame dei progetti, agli accertamenti sopralluogo, all'esercizio delle attività soggette a controllo, all'approvazione delle deroghe alla normativa di conformità.
Il Decreto del Ministro dell'interno 4 maggio 1998 ha stabilito le procedure alle modalità di presentazione ed al contenuto delle domande per l'avvio di procedimenti di prevenzione incendi, nonché all'uniformità dei connessi servizi resi dai Comandi provinciali dei vigili del fuoco. Pertanto Arpa si è concentrata sulle categorie ( presenti in Allegato al Decreto ministeriale Interno 16 febbraio 1982) soggette alla richiesta del Certificato Prevenzione Incendi, individuando nelle industrie produttrici di oggetti in gomma e plastica la categoria più diffusa sul territorio, già soggetta ad episodi di incendio che hanno coinvolto sia il deposito di prodotti che di materie prime ( i cosiddetti precursori).
I limiti di legge che impongono la presentazione del Certificato prevenzione incendi sono riportati in tabella 1:
N° Attività Decreto ministeriale Interno 16 febbraio 1982
54 Stabilimenti ed impianti per la produzione, lavorazione e rigenerazione della gomma, con quantitativi superiori a 50 q.li
55 Depositi di prodotti della gomma, pneumatici e simili con oltre 100 q.li.
56 Laboratori di vulcanizzazione di oggetti di gomma con più di 50 q.li in lavorazione o in deposito.
57 Stabilimenti ed impianti per la produzione e lavorazione di materie plastiche con quantitativi superiori a 50 q.li.
58 Depositi di manufatti in plastica con oltre 50 q.li
Tabella 1. Attività industriali o artigianali comprese nell’Allegato al Decreto ministeriale Interno 16 febbraio 1982.
I codici ISTAT riportano le industrie produttrici di oggetti in gomma e plastica, partendo da preparati base, stoccati in grandi quantità e infiammabili. L’approssimazione del limite quantitativo è avvenuta escludendo alcune attività artigianali presenti nella lista iniziale e fornendo quella finale.
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Le Ditte sono:
– Donati Gomme Srl
– Tecnopack italiana Spa;
Vendorplast Spa.
Altri siti di interesse – rischio incendio, esalazioni tossiche, contaminazione di falde acquifere, sollevamento polveri, campi elettromagnetici.
Gli ulteriori siti a potenziale impatto locale o ad elevato fattore di rischio locale (incendio) comprenderanno i seguenti tematismi:
1. Depositi di combustibili liquidi e gassosi, distributori di carburanti, comprese cisterne in disuso;
2. Centri di Raccolta
3. Deposito concimi chimici e prodotti fitosanitari
4. Centrali di trasformazione dell’energia elettrica (tutte le cadute di voltaggio).
1. Depositi di combustibili liquidi e gassosi, distributori di carburanti, comprese cisterne in disuso.
Il Decreto ministeriale Interno 16 febbraio 1982 inserisce anche i depositi di carburanti, sia liquidi che gassosi, come potenziali fonti di rischio per gli incendi e le esplosioni. Ad esempio, tra le numerose categorie presenti in allegato:
‐ Stabilimenti ed impianti ove si producono e/o impiegano liquidi infiammabili (punto di infiammabilità a 650 °C) con quantitativi globali i n ciclo e/o in deposito superiori a 0,5 mc. 3;
‐ Stabilimenti ed impianti ove si producono e/o impiegano liquidi combustibili con punto di infiammabilità da 65 °C a 125 °C, per quantitativi globali in ciclo o in deposito superiori a 0,5 mc;
‐ Depositi e rivendite di gas combustibili in bombole Arpa ha interpretato questo criterio estendendo i danni potenziali anche ai media ambientali interessati da incendi ed esplosioni (soprattutto aria ed acqua), fornendo un censimento delle stazioni di servizio attive e non attive, nonché i depositi più grandi all’ingrosso.
2. Centri di Raccolta (C.D.R.).
Il CDR rappresenta una struttura il cui inserimento nel tessuto urbano deve garantire condizioni di sicurezza per la popolazione, tra cui l’innalzamento di polveri, la perdita in falda di sostanze degradate da rifiuti elettronici, la combustione accidentale di rifiuti plastici, altri potenziali impatti. Nel comune di Torrile è presente un Centro di Raccolta in via Cabassa a S.Polo di proprietà comunale e gestito dal Gruppo Iren SpA. L'adeguamento della struttura al D.M. 8 aprile 2008 e s.m.i., previsto entro i primi mesi del 2011, consentirà il raggiungimento di un alto grado di sicurezza e tutela della salute dei cittadini.
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3. Deposito concimi chimici e prodotti fitosanitari
Quanto premesso per le categorie precedenti vale per i depositi di concimi sintetici e di fitofarmaci, che Decreto ministeriale Interno 16 febbraio 1982 corrispondono alle categorie:
60 Depositi di concimi chimici a base di nitrati e fosfati e di fitofarmaci, con potenzialità globale superiore a 500 q.li.
Alcuni concimi chimici sono noti per la loro alta esplosività, mentre i fitofarmaci, al momento della combustione, presentano una speciazione capace di originare numerose molecole organiche estremamente tossiche, teratogene, cancerogene come descritto in letteratura.
4. Centrali di trasformazione dell’energia elettrica (tutte le cadute di voltaggio)
L’unico fattore fisico inserito nell’elenco è il campo elettromagnetico generato dalle linee ad alta tensione, laddove vengono sottoposte a caduta per alimentare linee a media e bassa tensione ad usi industriali e civili. La distanza da centri urbani o abitazioni è regolata da numerosi dettati legislativi tra cui:
‐ Council of European Union: Council recommendation on the limitation of exposure of the generai public toelectromagnetic fieIds 0 Hz ‐ 300 GHz. Legislative Act 8550/99, Brussels, tradotta in italiano e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale delle Comunità Europee il 30/7/99
‐ Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. – Legge n°. 36/2001).
‐ D.P.C.M. 8 Luglio 2003 pubblicato sulla G. U. n°. 200 . Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete ( 50 Hz ) generati dagli elettrodotti .
‐ L. R. 30/2000.
In allegato al Piano si riporta anche la Tavola 02 in cui sono riportate alcune attività prese in considerazione nel presente capitolo con un intorno “di rischio” di 250 m in forma cautelativa per la definizione del numero di abitanti o lavoratori coinvolti nel caso di un’evacuazione d’emergenza.
Un incidente di questo tipo è un evento non prevedibile, per cui viene subito dichiarato lo stato d’emergenza.
4.3.1. Versamento o dispersione di sostanze pericolose
I rischi chimici sono riconducibili ai seguenti eventi:
a. nube tossica (dispersione in atmosfera di fumi, gas e vapori);
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b. contaminazione delle acque superficiali;
c. contaminazione delle acque sotterranee che sono destinate ad usi acquedotti idropotabili.
a. Nube tossica
1) Generalità
Si tratta di fuoriuscite e rilasci in atmosfera di sostanze tossiche allo stato di gas o vapori o polveri finissime capaci di generare situazioni di pericolo per le popolazioni; sono da prevedere soprattutto nella zona dell’abitato di San Polo a causa dell’elevata concentrazione industriale presente.
Inoltre sono da considerare possibili fonti di rischio chimico gli impianti di frigoriferi industriali, che presentano il pericolo di “fuga di ammoniaca” che dà luogo a nubi di gas incolore e odore estremamente acre.
Non è da escludere poi che il territorio possa essere interessato dal rischio di nube tossica nata in territori confinanti.
2) Procedure d’intervento
Nel caso in cui dovessero verificarsi rilasci nell’atmosfera con formazione di nubi tossiche o comunque dannose per l’organismo umano, la prima segnalazione, da parte della direzione della società responsabile della fuga, deve pervenire immediatamente all’A.R.P.A., all’A.S.L. competente ed al Comando dei Vigili del Fuoco, i quali dovranno:
‐ disporre l’invio sul posto di personale equipaggiato per gli interventi tecnici;
‐ informare la Prefettura, la Questura il Comune competente indicando appena possibile le misure di sicurezza necessarie a tutela della pubblica incolumità;
‐ valutare sulla base dei dati in possesso (natura chimica del gas, vapori o polveri rilasciati, consistenza del rilascio, direzione di propagazione della nube, provvedimenti in atto presso lo stabilimento per l’eliminazione, la riduzione e la neutralizzazione del fenomeno), l’opportunità di provvedere in alternativa a:
* sgomberare tempestivamente ed ordinatamente la popolazione dai settori sottovento rispetto alla sorgente dell’emanazione;
* vietare di uscire all’esterno ed invitare gli interessati ad adottare tutte le precauzioni atte a ridurre l’immissione di aria all’interno degli immobili;
* obbligare coloro che si trovano fuori a ritirarsi all’interno del più vicino immobile.
Dal lavoro svolto da ARPA non sono emerse ditte che potrebbero dare luogo ad un incidente di questo tipo sul territorio comunale.
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b. Contaminazione di acque superficiali
1) Generalità
Possono verificarsi a seguito di sversamenti, accidentali o dolosi da:
‐ impianti fissi (depositi, insediamenti produttivi, insediamenti con scarico in fognature, porcilaie);
‐ mezzi di trasporto.
2) Procedure d’intervento
Nel caso in cui dovessero verificarsi sversamenti accidentali o scarichi anomali in corsi di acqua superficiali, la segnalazione da parte del responsabile dello sversamento, o di chiunque accerti l’accaduto, deve pervenire alla Provincia; essa dovrà provvedere, agli interventi di disinquinamento ed alle operazioni necessarie per il risanamento del territorio.
c. Contaminazione di suolo e acque sotterranee
1) Generalità
Possono verificarsi a seguito di sversamenti, accidentali o dolosi, da infrastrutture e impianti fissi nel sottosuolo (cisterne, condotte di adduzione, discariche ecc.).
2) Procedure di intervento
Gli interventi straordinari da effettuare d’intesa con l’ASL possono essere di due ordini:
‐ approvvigionamenti straordinari di acqua con autobotti e confezioni sterili alla popolazione interessata;
‐ informazione, attraverso comunicati diffusi da radio e televisioni locali, nonché da autovetture munite di altoparlante o megafono, circa l’evento ed il conseguente pericolo, con l’invito a non utilizzare acqua di pozzi o comunque non controllata.
In caso di contaminazione di acque superficiali, sotterranee e di suolo o sottosuolo la delimitazione dell’area contaminata è molto difficile da prevedere, in quanto l’inquinante disperso viene trasportato fisicamente dalle acque e non è prevedibile quale sia il luogo di deposito; inoltre la dispersione del contaminante dipende anche dalla concentrazione e dalla quantità dell’elemento rilasciato in acqua o in suolo.
In caso di incidente chimico industriale l’attività della Protezione civile comunale sarà la seguente: il Responsabile della Protezione si metterà in contatto con la Prefettura, il Presidente della Provincia e il Presidente della Regione. Attiva la Sala Operativa.
La Sala Operativa è attiva con al presenza dei seguenti addetti:
‐ Responsabile della Protezione Civile ‐ Coordinatore del COC
‐ Viabilità;
‐ Informazione alla popolazione;
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‐ Volontariato;
‐ Sanitario/Veterinario;
‐ Materiali e Mezzi.
RESPONSABILE DELLA PROTEZIONE CIVILE – Coordinatore
Dirige il COC e tiene contatti con le varie autorità e tiene contatti con la direzione della/ e azienda/e coinvolta/e, sulla base dei dati e entità dell’evento.
STRUTTURE OPERATIVE E VIABILITÀ
Il Dirigente o Funzionario preposto mantiene contatti con le strutture operative locali (Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia, ecc…), organizza le deviazioni della circolazione nelle zone a rischio e predispone percorsi alternativi per i veicoli.
MASS MEDIA E INFORMAZIONE POPOLAZIONE
Il Dirigente o Funzionario preposto tiene costantemente aggiornata la popolazione, anche attraverso comunicati stampa, sull’andamento della situazione e comunica agli sfollati gli eventuali tempi di rientro nelle abitazioni.
VOLONTARIATO
Collabora con le Forze dell’Ordine e la Polizia Municipale, per circoscrivere ed isolare l’area pericolosa, con uomini posizionati sul perimetro della medesima.
Allestisce le aree di attesa.
MATERIALI E MEZZI
Organizza l’arrivo di transenne, segnali stradali, automezzi utili alla rimozione di sostanze inquinanti presenti in loco e ogni altro tipo di materiale idoneo all’emergenza.
SANITARIO/VETERINARIO
Dispone punti di soccorso alle persone che avvertono sintomi da intossicazione in seguito all’evento.
Controlla eventuali sintomi su animali presenti in zona.
Verifica eventuali inquinamenti al suolo e nei corsi d’acqua.
Qualora l’entità dell’evento provocasse danni a edifici pubblici o privati, oppure ad infrastrutture, saranno convocate anche le funzioni:
‐ Tecnica e pianificazione;
‐ Censimento danni per la perizia sugli immobili e la raccolta delle denunce di danno.
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4.4. Grandi nevicate ed emergenza mal tempo
Si tratta di un’emergenza di natura prevedibile.
In genere questi eventi sono sempre preannunciati con sufficiente anticipo dagli organi competenti, anche se spesso è difficile prevederne l'esatta intensità e il luogo in cui si possono manifestare.
Una volta a conoscenza della possibilità di manifestazioni temporalesche o di nevicate, a titolo preventivo, sono allertate le squadre preposte al soccorso e i mezzi interessati all'intervento.
Al manifestarsi di un fortunale di notevole intensità il Responsabile della Protezione Civile, informato il Sindaco, avvisa il Prefetto, il Presidente della Provincia e attiva la sala Operativa così composta:
‐ Responsabile protezione civile ‐ coordinatore del c.o.c.;
‐ Responsabile materiali e mezzi;
‐ Responsabile struttura operativa e viabilita’;
‐ Responsabile mass media e informazione alla popolazione;
‐ Responsabile volontariato;
‐ Responsabile servizi essenziali;
‐ Responsabile telecomunicazioni;
‐ Responsabile sanitario/veterinario.
RESPONSABILE PROTEZIONE CIVILE ‐ COORDINATORE DEL C.O.C.
Dirige il COC e mantiene i contatti con le varie autorità. Coordina le funzioni di supporto e determina le priorità d’intervento.
MATERIALI E MEZZI
Il Dirigente o Funzionario preposto fa confluire a richiesta sulle zone colpite i mezzi, i materiali e le squadre operative necessarie alle opere di bonifica quali camion di sabbia, escavatori, pompe idrovore, motoseghe, transenne, segnaletica stradale, ecc.... o in caso di neve mezzi spargi sale.
STRUTTURA OPERATIVA E VIABILITA’
Il Dirigente o Funzionario preposto, oltre a mantenere i contatti con gli enti esterni preposti all'intervento (Vigili del Fuoco, Polizia, Carabinieri, Bonifica, ecc...), istituire posti di blocco stradale in prossimità delle zone colpite per favorire i lavori dei soccorsi, studiare e determinare una rete viaria alternativa per non congestionare il traffico, sovraintende alla gestione operativa esterna dell'emergenza.
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MASS MEDIA E INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE
Il Dirigente o Funzionario preposto informa i cittadini e gli utenti della strada sull'evolversi dell'emergenza.
VOLONTARIATO
Il Dirigente o Funzionario preposto, secondo le richieste, invia squadre operative nei punti d’intervento, utilizzando gli strumenti a sua disposizione, quali pompe idrovore, motoseghe, mezzi fuori strada, camion con gru, ecc..., per fronteggiare l'emergenza.
Assiste cittadini e automobilisti a disagio, con generi di conforto e prima necessità (bevande calde, coperte, ecc...) e, in caso di cittadini sfollati, predispone le prime aree d’attesa.
In caso di neve di concerto con la funzione viabilità attraverso i mezzi di cui dispone, cerca di risolvere le situazioni critiche per la circolazione e i cittadini (rimozione veicoli bloccati o in panne, sgombro di marciapiedi dalla neve, ecc…).
SERVIZI ESSENZIALI
Il Dirigente o Funzionario preposto, in caso d’interruzione delle reti idriche, fognarie, elettriche o energetiche, s’impegna con i responsabili dei vari enti al ripristino urgente delle medesime.
TELECOMUNICAZIONI
Il Dirigente o Funzionario preposto mantiene attivi i contatti radio tra la Centrale Operativa e le squadre di soccorso. Nel caso d’interruzione della rete elettrica, utilizza la rete radio non vulnerabile per il raggiungimento dello scopo. Qualora s’interrompesse anche la linea telefonica, determina con il responsabile della Telecom, tutte le operazioni per il ripristino della rete.
SANITARIO/VETERINARIO
Il Dirigente o Funzionario preposto, predispone tutte le operazioni di soccorso dal punto di vista sanitario/veterinario, per portare aiuto ai medesimi, qualora vi fossero persone o animali feriti, deceduti o comunque coinvolti dall'intensità dell'evento.
Allerta le strutture sanitarie locali ed esterne per eventuali ricoveri e, nel caso d’animali da evacuare, predispone il trasporto e la sistemazione in stalle asilo.
4.5. Disastro ferroviario
È un evento non prevedibile. Al verificarsi dell’evento il Responsabile della Protezione Civile attiva la Sala Operativa e, dopo aver informato il Sindaco, riferisce al Prefetto, al Presidente della Provincia e della Regione lo stato di allerta e di attivazione del C.O.C.
In genere questo tipo di emergenza coinvolge aree sotto il diretto controllo e gestione dell’Azienda TRENITALIA, che ha già predisposto piani e procedure di soccorso da attivare immediatamente dopo il verificarsi del sinistro.
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In caso di incidente rilevante viene comunque convocato il C.O.C., così composto:
‐ Responsabile protezione civile ‐ coordinatore del c.o.c.
‐ Responsabile materiali e mezzi
‐ Responsabile struttura operativa e viabilita’
‐ Responsabile mass media ed informazione alla popolazione
‐ Responsabile volontariato
‐ Responsabile servizi essenziali
‐ Responsabile telecomunicazioni
‐ Responsabile sanitario/veterinario
RESPONSABILE PROTEZIONE CIVILE ‐ COORDINATORE
Coordina i Responsabili delle funzioni convocate, tiene contatti con altri enti locali interessati, se del caso, e determina le priorità d’intervento.
MATERIALI E MEZZI
Il Responsabile preposto fornisce, al bisogno, materiali di supporto e macchinari specifici (es. gru, pale, escavatori, ecc…), qualora insufficienti quelli in dotazione dell’Azienda TRENITALIA.
Contatta enti pubblici e privati per pullman disponibili al trasporto dei passeggeri appiedati verso le mete o la stazione utile più vicina.
STRUTTURE OPERATIVE E VIABILITA’
Il Responsabile preposto organizza la viabilità, anche di tipo alternativo, per evitare il blocco della circolazione, garantendo altresì l’arrivo e la partenza sul luogo di crisi dei mezzi di soccorso.
Individua, inoltre, vie d’accesso al luogo dell’evento, alternative alla viabilità ordinaria.
MASS MEDIA E INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE
Il Responsabile preposto informa la cittadinanza sull’evento in corso, invitando in modo ripetitivo a non recarsi sul luogo del sinistro per evitare la congestione dell’area.
SERVIZI ESSENZIALI
Il Dirigente o Funzionario preposto, qualora l’incidente interrompesse servizi essenziali alla popolazione (luce, gas, acqua), investe i rappresentanti degli enti interessati per il ripristino delle reti.
TELECOMUNICAZIONI
Il Dirigente o Funzionario preposto fa sì che siano mantenuti i contatti radio tra la Sala Operativa e le squadre esterne impegnate durante l’emergenza.
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VOLONTARIATO
Il Dirigente o Funzionario preposto invia Personale in ausilio alle forze preposte all’intervento.
Organizza e fa distribuire generi di conforto alle persone coinvolte. In caso d’incidente rilevante allestisce aree d’attesa per i viaggiatori che devono forzatamente fermarsi.
SANITARIO/VETERINARIO
Il Dirigente o Funzionario preposto, sulla base del piano sanitario, porta aiuto alle persone ‐ animali coinvolti nell’incidente organizzando per questi ultimi trasporti alternativi.
4.6. Disastro aereo
È un evento non prevedibile. L’evento può prodursi su due scenari:
‐ è osservato da terra e quindi il punto d’impatto al suolo dell’aeromobile è determinato con esattezza o con sufficiente approssimazione, per cui le procedure d’allarme e di primo intervento delle FF.OO. e degli Enti di pubblico soccorso una volta informati possono svolgersi secondo le procedure stabilite;
‐ la scomparsa dell’aeromobile è segnalata dagli organi di controllo della navigazione aerea e pertanto il competente reparto dirama l’allarme di ricerca oltre che ai mezzi delle unità di soccorso aereo, anche alle Prefetture (che dirameranno il comunicato ai comuni interessati) il cui territorio venga attraversato o sia contiguo alla rotta prevista dal velivolo, dopo l’ultima localizzazione certa.
Valutata la gravità dell’evento, se del caso, verrà convocato il C.O.C. così costituito:
‐ Responsabile protezione civile ‐ coordinatore del c.o.c.
‐ Responsabile tecnica e pianificazione
‐ Responsabile materia li e mezzi
‐ Responsabile struttura operativa e viabilita’
‐ Responsabile mass media e informazione alla popolazione
‐ Responsabile volontariato
‐ Responsabile servizi essenziali
‐ Responsabile censimento danni
‐ Responsabile telecomunicazioni
‐ Responsabile sanitario/veterinario
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RESPONSABILE PROTEZIONE CIVILE ‐ COORDINATORE DEL C.O.C.
Dirige il COC e tiene i contatti con le varie autorità, assicura il massimo dei soccorsi e la pronta ripresa della normalità.
Coordina i Responsabili delle funzioni convocate, individuando le priorità d’intervento, di concerto con la funzione tecnica e pianificazione.
Mantiene i contatti con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
TECNICA E PIANIFICAZIONE
Il Dirigente o Funzionario preposto determina l’entità del danno e le priorità dei sopralluoghi, per valutare danni e agibilità in edifici pubblici, privati, infrastrutture e attività produttive.
MATERIALI E MEZZI
Il Dirigente o Funzionario preposto fa confluire uomini, materiali (transenne, puntelli a cristo, segnaletica, ecc…) e mezzi (camion per trasporto merci, escavatori, ecc…) dove richiesto.
STRUTTURA OPERATIVA E VIABILITA’
Il Dirigente o Funzionario preposto gestisce i servizi di viabilità, con l’ausilio degli Operatori della Polizia Municipale e mantiene rapporti con le Forze Istituzionali. Organizza la rete viaria alternativa, per evitare la congestione del traffico nel luogo dell’evento.
MASS MEDIA E INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE
Il Dirigente o Funzionario preposto predispone i comunicati stampa e radiofonici per informare la popolazione sull’evolversi della situazione e della viabilità alternativa da percorrere per il raggiungimento delle mete.
VOLONTARIATO
Il Dirigente o Funzionario preposto coadiuva le funzioni di supporto dove richiesto. Con generi di conforto (bevande, alimenti, coperte) assiste la popolazione sfollata ed eventualmente allestisce aree d’attesa.
SERVIZI ESSENZIALI
Il Dirigente o Funzionario preposto coordina gli enti specifici per assicurare il ripristino delle reti eventualmente danneggiate.
CENSIMENTO DANNI
Il Dirigente o Funzionario preposto raccoglie le denunce di danno subito da persone, cose, animali, edifici pubblici e privati, infrastrutture, ecc… per l’invio agli uffici competenti alle pratiche d’indennizzo.
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TELECOMUNICAZIONI
Il Dirigente o Funzionario preposto mantiene attive le comunicazioni tra la Centrale operativa e le squadre di soccorso e con i rappresentanti della Telecom, i quali ripristineranno la rete telefonica eventualmente compromessa in loco.
SANITARIO/VETERINARIO
Il Dirigente o Funzionario preposto, assicura il soccorso sanitario alle persone e animali coinvolti.
4.7. Incidenti stradali
È un evento non prevedibile. Il trasporto merci su gomma rappresenta la stragrande maggioranza della movimentazione di materiali, strutture e sistemi operativi tra le varie attività produttive del paese. Nel comune di Torrile sono presenti tre arterie principali (la S.P. di Golese, la S.P. Asolana e la S.P. Parma‐Mezzani) dove ogni giorno circolano centinaia di mezzi che trasportano merci, anche pericolose.
In questo caso l’obiettivo primario deve essere quello di predisporre e coordinare l’azione dei soccorsi.
La situazione di emergenza matura quando l’incidente comporti comunque il blocco della circolazione e richieda l’impiego di eccezionali misure di soccorso a causa delle seguenti circostanze, più o meno concomitanti:
‐ considerevole numero o particolare tipologia dei veicoli coinvolti;
‐ modalità e conseguenze straordinarie dell’evento;
‐ considerevole numero di vittime e feriti da assistere con urgenza.
Dell’incidente stradale deve essere data notizia al Prefetto, alla Provincia, ai Vigili del Fuoco, alla Polizia Municipale.
Nel caso in cui l’incidente sia di proporzioni rilevanti il Responsabile della Protezione Civile istituisce la Sala Operativa, così composta.
‐ Responsabile protezione civile ‐ coordinatore del c.o.c.
‐ Responsabile materiali e mezzi
‐ Responsabile struttura operativa e viabilità
‐ Responsabile mass media e informazione alla popolazione
‐ Responsabile volontariato
‐ Responsabile telecomunicazioni
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‐ Responsabile sanitario e veterinario
‐ Responsabile servizi essenziali
RESPONSABILE PROTEZIONE CIVILE ‐ COORDINATORE DEL C.O.C.
Dirige la Sala Operativa e mantiene i contatti con le varie Autorità. Coordina le funzioni di supporto e dopo l'identificazione della sostanza versata, determina le priorità d’intervento.
MATERIALI E MEZZI
Il Dirigente o Funzionario preposto, a richiesta, fa confluire sul luogo colpito, squadre d’operatori, segnaletica, nonché camion o mezzi di trasporto per eventuali movimenti d’uomini e animali.
STRUTTURA OPERATIVA E VIABILITA’
Il Dirigente o Funzionario preposto, oltre a mantenere i contatti con gli enti esterni preposti al soccorso (Vigili del Fuoco, Carabinieri, ecc...), istituire blocchi stradali in prossimità dell'area coinvolta e predisporre una rete viaria alternativa cercando di non congestionare il traffico, soprattutto per la presenza dei curiosi, sovraintende alla gestione operativa esterna dell'emergenza.
MASS MEDIA ED INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE
Il Dirigente o Funzionario preposto, attraverso comunicati stampa e radiofonici e televisivi, tiene costantemente informata la popolazione sull'evolversi dell'emergenza.
VOLONTARIATO
Il Dirigente o Funzionario preposto coadiuva tutte le funzioni di supporto fornendo uomini per la viabilità, mezzi e materiale vario. In caso di grave incidente predispone le prime aree d’attesa per la popolazione fornendo alla medesima vari generi di conforto.
TELECOMUNICAZIONI
Il Dirigente o Funzionario preposto mantiene costanti le comunicazioni tra Centrale Operativa e le squadre di soccorso.
SANITARIO E VETERINARIO
Mantiene i contatti con le strutture sanitarie locali ed esterne per eventuali ricoveri.
SERVIZI ESSENZIALI
Il Dirigente o Funzionario preposto nel caso d’interruzione della rete elettrica, idrica e gas, coordina i rappresentanti degli enti specifici per il ripristino urgente delle erogazioni.
Qualora si verificasse un incidente stradale con versamento di sostanze tossiche o pericolose sono seguite le normali pratiche d’intervento urgente con la presenza contemporanea di Vigili del Fuoco, Aziende specializzate nella bonifica delle sostanze tossiche, Carabinieri, Polizia Stradale, Polizia Municipale ed eventualmente ambulanze e volontari, qualora fossero coinvolte persone con sintomi specifici da intossicazione.
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Si collabora in ogni caso con l'ARPA per quanto riguarda la gestione dell'inquinamento ambientale.
Nel caso l'incidente fosse di notevole entità il Responsabile della Protezione Civile, dopo aver informato il Prefetto ed il Presidente della Provincia, costituisce la Sala Operativa che sarà composta ed agirà come nel caso del rischio chimico industriale.
4.8. Rischio nucleare
L’ipotesi di intervento per emergenza nucleare può verificarsi nel caso di:
‐ incidente stradale o ferroviario che coinvolga un eventuale trasporto di sostanze radioattive, che interessi la rete stradale e ferroviaria comunale;
‐ incidente nucleare avvenuto in altra zona d’Italia o in una nazione limitrofa a causa del quale si preveda ricaduta di radioattività nel comune.
Nel caso si verifichi il primo dei due casi, sarà il comune ad occuparsi delle prime azioni per limitare l’emergenza.
Sarà quindi convocata la Sala Operativa del C.O.C e verrà data comunicazione dell’avvenuto a : Presidente della Provincia, Prefetto, Vigili del Fuoco, AUSL, Polizia Municipale e Regione.
Le azioni da mettere in pratica sono:
‐ interdizione dell’accesso al luogo dell’incidente,
‐ delimitazione dell’area;
‐ evacuazione della popolazione.
Nel secondo caso le istruzioni sul comportamento da tenere e le modalità d’azione verranno comunicate al comune dalle autorità competenti e la Sala Operativa si costituirà di conseguenza.