Piano comunale protezione civile - Comune di Castelraimondo - Rev. 2013

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Piano di emergenza comunale 1 COMUNE DI CASTELRAIMONDO Provincia di Macerata C.A.P. 62022 - Piazza della Repubblica n. 12 - tel. 0737 / 641723 - 641724; fax 0737 / 640096 - P.I. 00116600438 PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE PER LA SALVAGUARDIA DELLA INCOLUMITA’ DELLA POPOL\AZIONE RICADENTE NELLE AREE A RISCHIO Revisione 2013 Gruppo di Lavoro Ufficio Tecnico Comunale Sindaco Dott. Renzo Marinelli Ing. Gian Mario Brancaleoni Geom. Giorgio Cambriani Create PDF files without this message by purchasing novaPDF printer (http://www.novapdf.com)

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Piano di emergenza comunale

1

COMUNE DI CASTELRAIMONDO

Provincia di Macerata C.A.P. 62022 - Piazza della Repubblica n. 12 - tel. 0737 / 641723 - 641724; fax 0737 / 640096 - P.I. 00116600438

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

PER LA SALVAGUARDIA DELLA INCOLUMITA’ DELLA

POPOL\AZIONE RICADENTE

NELLE AREE A RISCHIO

Revisione 2013

Gruppo di Lavoro

Ufficio Tecnico Comunale Sindaco Dott. Renzo Marinelli

Ing. Gian Mario Brancaleoni Geom. Giorgio Cambriani

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Piano di emergenza comunale

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INDICECARTOGRAFIA …………………………………..…….……………………………………………………….3PREMESSA …………………………...……………………..…………………………………………………4A - PARTE GENERALE ………………………..………………………………………………...…………………………………………………………5

A.1 - Dati di base ……………………...……………………………………………………………….5A.1.1 - Aspetti Generali del Territorio ………………….………………………………………….5A.1.2 - Altimetria ……………………..…………………….…………………………………………….5A.1.3 - Morfologia ………………...……………...……………………………………………………….5A.1.4 - Idrografia ……………………………….……………………………………………………………5A.1.5 - Reti di monitoraggio ………………………………….……………………………………………………..5A.1.6 - Popolazione …………………………….………………………………………………………….6A.1.7 - Cartografia di base …………………………...…………………………………………………6

A.2 - Scenario di rischio ………………………………...………………………………………………………6A.2.1 - Rischio Idrogeologico …………………………….………………………………………………6

A.2.1.1 - Breve nota sugli eventi idrogeologici recenti ……………………………..…….…………..6A.2.1.2 - Tipologia del rischio idrogeologico …………………………………...…………………7A.2.1.3 - Aree e popolazioni a rischio ………………………………..……………………………..7A.2.1.4 - Ipotesi di grosse frane …………………………………….…………………………………7A.2.1.5 - Indicatori di evento e monitoraggio …………………………………….…………………………8 A.2.1.5.1 - Periodo ordinario ……………………………………………..……………………………9 A.2.1.5.2 - Periodo di emergenza …………………………………………...……………………………..9

A.2.2 - Ipotesi di terremoto ……………………………………...…………………………………………………9A.2.3 - Ipotesi di inquinamento idrico e atmosferico …………………………………...………………………….9A.2.4 - Ipotesi di grandi incendi nei boschi ………………………….…………………………………….10

A.3 - Aree di emergenza ……………………………...…………………………………………………..10B - LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE ……….……………………………………………...………………………………13

B.1- Coordinamento Operativo ………………………….…………………………………………………….13B.2 - Salvaguardia della popolazione …………………………..…………………………………………….13B.3 - Rapporti tra le istituzioni ………………………………..………………………………………………..13B.4 - Informazione alla popolazione ……………………………….………………………………………..14B.5 - Ripristino della viabilità e dei trasporti ………………………………….…………………………………..14B.6 - Funzionalità delle telecomunicazioni ………………………..……………………………………….14B.7 - Funzionalità dei servizi essenziali …………………………….………………………………………15B.8 - Struttura dinamica del Piano ……………………………...………………………………………….15

C - MODELLO DI INTERVENTO ………………….…………………………………….………………………………..16C.1 - Centro Operativo Comunale …………………………….……………………………………………….16C.2 - Sistema di Comando e Controllo …………………………..…………………………………………..17C.3 - Attivazioni in emergenza ……………………………………..………………………………………………..19

C.3.1 - Fasi di attenzione ……………………………..………………………………………………….19C.3.2 - Fase di preallarme ………………………...…………………………………………………20C.3.3 - Fasi di allarme …………………………………...………………………………………………….23

C.3.3.1 - Piano di evacuazione ……………………………………...…………………………………….26AVVISI E NORME DI COMPORTAMENTO PER LA POPOLAZIONE ………………………………………..….…………28CONCLUSIONI …………………………………...……………………………………………………………………..29ALLEGATO 1…………………………….………………………………………………………………………….30ALLEGATO 2 ……………………………………..………………………………………………………………………31GLOSSARIO …………………...…………………...……………………………………………………………………….32MEZZI COMUNALI …………………………………..….……………………………………………………………... 36MEZZI DI COMUNICAZIONE …………………………...……………………..……………………………………………………..37

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CARTOGRAFIA TAVOLA 1 – Territorio comunale scala 1:25.000

TAVOLA 2 – Aree emergenza capoluogo

TAVOLA 3 – Presidi forze dell’ordine

TAVOLA 4 – Aree boschive

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PREMESSA

A seguito delle perimetrazioni richieste alle Autorità di Bacino Nazionale, Interregionali e alle

Regioni, dal decreto-legge 180/98 (leggi di conversione n°267/98 ), relative alle aree ad elevato e molto

elevato rischio idrogeologico (R3 ed R4; L. 267/98, D.P.C.M. 29/09/98, L.R. 13/1999, D.A.C.R. 116/2004,

L.R. 13/2011 e s.m.i.) che interessano diverse zone del territorio del

Comune di CASTELRAIMONDO

e in ottemperanza a quanto disposto dalle leggi nazionali e regionali al fine di provvedere alla tutela

della pubblica e privata incolumità sono, con il presente Piano, individuate le procedure di intervento da

attuarsi in caso di emergenza.

È necessario pertanto, sulla base dello scenario individuato, predisporre un sistema articolato di

attivazione di uomini e mezzi, organizzati secondo un quadro logico e temporalmente coordinato che

costituisce il modello di intervento, il quale prevede l’attivazione della risposta di protezione civile per ogni

livello di allerta.

Tale modello di pianificazione di emergenza, quale applicazione di quello Nazionale denominato

"Metodo Augustus":

Definisce le attivazioni degli interventi di protezione civile;

Individua le strutture operative, gli Uffici comunali, le Società eroganti pubblici servizi che devono

essere attivate;

Fissa le procedure organizzative da attuarsi nel caso dell’evacuazione delle zone ad elevato o molto

elevato rischio del territorio.

Il presente documento stabilisce le linee generali dell’organizzazione del sistema locale di protezione

civile.

Il Sindaco, quale autorità di protezione civile a livello comunale, avvalendosi del Centro Operativo

Comunale (C.O.C.), fissa le linee operative ed individua nelle funzioni di supporto lo strumento per il

coordinamento degli interventi.

I responsabili delle funzioni di supporto devono redigere dei piani particolareggiati riferiti alle

attivazioni di propria competenza.

I Piani particolareggiati sono parte integrante del piano di emergenza. Laddove l'emergenza investa un territorio più vasto di quello comunale, o sia necessario l’impiego di

risorse esterne, il coordinamento sarà attuato dal Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) attraverso il

Centro Operativo Misto C.O.M.. ( struttura delegata dal Prefetto per il supporto dei Sindaci)

Il Piano di Emergenza dovrà essere continuamente aggiornato.

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A – PARTE GENERALE

A.1 – Dati di Base A.1.1 – Aspetti Generali del Territorio

Il Comune di Castelraimondo ricadente amministrativamente nella Provincia di Macerata si estende

per circa 44,92 Kmq.

I Comuni confinanti sono: Camerino, Matelica, Pioraco, S. Severino Marche, Gagliole,

Fiummininata, Serrapatrona

L'Autorità di Bacino competente per il territorio è: Autorità di Bacino Regionale (L. 183/89)

Il territorio è individuato dall'I.G.M. nel foglio n° 124 tavola n.4 , scala 1:25.000.

A.1.2 - Altimetria

La ripartizione altimetrica del territorio è la seguente:

da quota 0 a 200, circa ha; 0

da quota 201 a 400, circa ha; 167,00

da quota 401 a 700, circa ha; 222,40

oltre quota 701, circa ha; 59,80

A.1.3 - Morfologia

Territorio comunale ubicato prevalentemente in zona collinare.

A.1.4 – Idrografia

I corsi d’acqua principali presenti sul territorio sono: Fiume Potenza;

Esistono altri corsi d'acqua (fossi) così denominati: Fosso Lapidoso, Cimarolo, Brondoleto, Pisciarelli;

Le principali sorgenti, sono: Valle Conca, Località Collampiano, Sant’Angelo, Le Cimarelle, Vasconi,

Stroppigliosi, Valeano, Torricella, Cicarella-Follano, Fonte La Vena, Acqua Lupina.

A.1.5 - Reti di monitoraggio

Sul territorio non sono presenti reti di monitoraggio.

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A.1.6 – Popolazione: abitanti ripartiti per ciascun centro abitato del territorio comunale.

Nome

Popolazione totale residente

all’ultimo aggiornamento

Nuclei familiari

Capoluogo

4124

1657

Rustano

111

55

Castel S. Maria

89

47

S.Angelo

15

10

Brondoleto

108

53

Collina ,Torricella, Feggiano

151

68

Crispiero

188

95

TOTALE

4786

1985

A.1.7 - Cartografia di base La cartografia di base necessaria all’elaborazione della carta del modello di intervento è la seguente: 1. carta di inquadramento generale del territorio (limiti amministrativi, viabilità stradale e ferroviaria, reti

di servizio) scala 1: 25.000 *Le scale di rappresentazione cartografica sono da considerarsi minime e devono essere scelte sulla base dell'estensione del

territorio comunale a rischio

A.2 – Scenario di rischio

A.2.1 - Rischio idrogeologico

A.2.1.1– Breve nota sugli eventi idrogeologici recenti:

- Smottamento tratto di strada Fonte Canale

- Smottamento tratto di strada Carsignano

-

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A.2.1.2 – Tipologia di rischio idrogeologico

Descrizione della tipologia e dell’estensione dei dissesti (frane). Rischio R1 estensione 1Ha

Descrizione della tipologia e dell’estensione delle aree a rischio idraulico. Nessuna

A.2.1.3 - Aree e popolazione a rischio

La valutazione del rischio idrogeologico da parte delle Autorità di Bacino competenti individua sulla

cartografia le seguenti zone a rischio R3 e R4 .

Nell’ambito di queste ultime deve essere definito il numero delle persone da evacuare:

Rischio

idraulico

Rischio

frana

R3 R4 R3 R4 Codice

area

Denominazione

area

Estensione

(km2)

abitanti

N° nuclei

familiari

disabili

anziani

popolaz.

scolastica

popolaz.

non

residente

Contrassegnare la casella che interessa

A.2.1.4 – Ipotesi di grosse frane che interessano i centri abitati, ovvero che provocano interruzioni

di reti viabili, acquedotti e metanodotti.

Le Autorità comunali, alle prime avvisaglie del manifestarsi dei fenomeni in argomento, effettuano

immediata segnalazione alla Prefettura e al Comando dei VV.FF. , ai competenti organi provinciali e

regionali.

In relazione agli accertamenti tecnici che saranno immediatamente disposti dai VV.FF. e dal personale

tecnico competente, verranno verificate le condizioni di stabilità degli edifici interessati dal movimento,

onde in caso di pericolo, provvedere all’immediato sgombero e contemporaneamente alla rimozione delle

strutture pericolanti, nonché al puntellamento di quelle dissestate. Verranno altresì costituiti posti di blocco

stradale onde evitare il transito sulle strade interessate dal movimento franoso, disponendo altresì itinerari

più idonei e per assicurare la circolazione stradale.

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A.2.1.5 – Indicatori di evento e monitoraggio

Il rischio idrogeologico è da considerarsi evento prevedibile e monitorabile.

L’attività di monitoraggio, che consiste nell’analisi dei precursori, va esplicata mediante la previsione

e l'osservazione delle condizioni metereologiche con particolare riferimento alle precipitazioni atmosferiche

ed attraverso le misure effettuate con strumentazioni di telerilevamento idropluviometriche. E' importante

sottolineare che, in particolare nelle aree ad elevato e molto elevato rischio idrogeologico, sarebbe

opportuno istituire, con il supporto della Provincia e della Regione, un sistema di monitoraggio gestito dagli

enti preposti a tali attività, i quali stabiliscono i livelli di allerta che consentono al Sindaco di attivare le fasi

operative.

L'attività di monitoraggio deve essere integrata da squadre di tecnici che, in situazioni di allerta,

provvedano al controllo a vista dei punti critici del territorio per l’osservazione dei fenomeni precursori.

Sarà quindi necessario da parte del C.O.C tramite il responsabile della Funzione di supporto tecnica e

di pianificazione, garantire il costante collegamento con tutti quegli enti preposti al monitoraggio dell'evento

considerato nel Piano di emergenza.

In particolare si svolgeranno le seguenti attività:

la lettura attenta dell'avviso meteo inviato dalla Regione e/o dalla Prefettura;

la lettura giornaliera delle carte metereologiche e delle immagini del satellite, prodotte

attraverso un collegamento a mezzo Internet a siti specifici di informazione meteorologica;

l’analisi delle previsioni a carattere modellistica provenienti dai diversi laboratori

metereologici italiani ed esteri che emettono carte sulla precipitazione per l’Italia comprendenti la

previsione quantitativa oraria;

l'approntamento immediato e la gestione sistematica e puntuale dell’opportuna attività di

monitoraggio a vista;

il monitoraggio sistematico e progressivo di tutti gli interventi diretti alla rimozione dei

pericoli immediati e alla messa in sicurezza del territorio, per un aggiornamento continuo dello scenario di

rischio e quindi del Piano;

L'analisi e l'archiviazione ragionata e l’affissione in sede C.O.C. di tutti i dati

idropluviometrici affluenti dagli enti gestori delle reti di monitoraggio ai fini della costituzione di serie

storiche di riferimento per l’aggiornamento delle soglie di pericolosità.

Sarà fondamentale collegare tali attività sia al periodo ordinario che al periodo di emergenza

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A.2.1.5.1. – Periodo ordinario

Caratterizzato da attività di monitoraggio, di routine e di predisposizione organizzativa per l’attuazione

degli interventi in fase di emergenza, da parte di ogni responsabile delle funzioni di supporto.

Nel caso in cui le risultanze del monitoraggio dovessero indicare l’approssimarsi di una situazione

critica sarà attivato un sistema di preavviso relativo al periodo di emergenza:

A.2.1.5.2 - Periodo di emergenza

Il periodo di emergenza va articolato secondo tre livelli d’allerta:

attenzione avviso di condizioni meteo avverse o superamento di una soglia “X” predeterminata;

preallarme superamento di una soglia "y" predeterminata e/o dall’aggravarsi della situazione nei punti

critici monitorati a vista dalle squadre di tecnici.

allarme superamento di una soglia "z" predeterminata e/o dall’aggravarsi della situazione nei punti

critici monitorati a vista dalle squadre di tecnici.

A ciascuno di questi livelli corrisponde una specifica fase operativa che rappresenta la risposta

graduale del sistema di protezione civile coordinato.

Per ogni fase operativa il C.O.C. dovrà predisporre in tempo reale le attivazioni per il coordinamento

dei soccorsi.

A.2.2 – Ipotesi di terremoto (DGR 2/8/2002 n. 1447 e s.m.i. ) In caso di terremoto non è possibile localizzare a priori la zona interessata del sisma, per cui i singoli

interventi verranno predisposti in relazione al luogo ed alla qualità del sisma verificatosi.

Va tenuto presente che con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 Marzo 2003 il

territorio comunale è stato classificato in zona 2°.

Al verificarsi dell’evento, sarà dato con il mezzo più rapido, e immediato avviso alla Prefettura ed ai

competenti organi provinciali e regionali.

A.2.3 – Ipotesi di inquinamento idrico e atmosferico

Ove dovesse verificarsi un qualunque fenomeno di inquinamento da cui possa derivare una minaccia

di danno alla pubblica incolumità, le autorità interessate provvedono a darne immediata comunicazione al

Prefetto e al Comando dei VV.FF. , all’ A.S.U.R. in 10 di Camerino, all’ ARPAM, ai competenti organi

provinciali.

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A.2.4 – Ipotesi di grandi incendi nei boschi

Gli interventi per circoscrivere e domare gli incendi, saranno effettuati secondo le disposizioni

contenute nel piano regionale per la lotta contro gli incendi boschivi (DGR dei 30/6/2003 n. 928 e s.m.i )

ed in conformità al “Piano Comunale di Emergenza per il Rischio Incendi Boschivi e di Interfaccia “

redatto ai sensi dell’OPCM 3624/07 approvato con Deliberazione di Giunta municipale n. 81 del

29/05/2008.

Il piano di cui sopra descrive competenze e compiti demandati alle Autorità locali competenti

(Stazioni Forestali, delle Stazioni Carabinieri, Comunità Montane, Comuni, Gruppi comunali di Protezione

Civile, ecc….)

Tali Autorità, ciascuna per le proprie competenze, sono tenute:

- alla immediata comunicazione dell’incendio e del suo andamento al Prefetto e all’organo

Forestale competente della Provincia;

- alla immediata mobilitazione delle apposite squadre di volontari previamente organizzate;

- alla razionale utilizzazione delle opere localmente predisposte al luogo.

A.3. - Aree di emergenza

Le aree di emergenza sono aree destinate, in caso di emergenza, ad uso di protezione civile.

Ciascun Sindaco il cui Comune è sede di C.O.C deve individuare nel proprio territorio aree di attesa e

centri di accoglienza in numero commisurato alla popolazione a rischio.

In particolare le aree di attesa sono i luoghi dove confluirà la popolazione residente nelle aree a

rischio in caso di allarme; i centri di accoglienza sono strutture coperte opportunamente, attrezzate in luogo

sicuro per ospitare, in via provvisoria, la popolazione proveniente dalle aree di attesa.

AREA DI ATTESA DELLA POPOLAZIONE

Le aree di attesa sono luoghi di primo ritrovo per la popolazione; si possono utilizzare piazze, strade,

slarghi, parcheggi pubblici e/o privati ritenuti idonei, raggiungibili attraverso un percorso sicuro segnalato

(in verde) sulla cartografia.

Il numero delle aree da scegliere è funzione della capacità ricettiva degli spazi disponibili e del

numero degli abitanti a rischio.

In tali aree la popolazione riceverà le prime informazioni sull’evento e i primi generi di conforto, in

attesa di essere sistemata presso i centri di accoglienza.

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Le aree di attesa della popolazione saranno utilizzate per un periodo di tempo relativamente breve.

Per il Comune di Castelraimondo sono state individuate, in base ai suddetti criteri, le seguenti aree di

attesa:

1) Piazza Dante

2) Parcheggio Centro Sportivo via Gramsci

3) Area Protezione Civile (nei pressi del campo sportivo comunale)

CENTRI DI ACCOGLIENZA

I centri di accoglienza della popolazione corrispondono a strutture coperte (ostelli, alberghi, scuole, palestre

ecc.) dotate dei servizi essenziali, ubicate in aree non soggette a rischio.

II percorso più idoneo per raggiungerli deve essere riportato sulla cartografia.

I centri di accoglienza devono essere facilmente raggiungibili anche dai mezzi di grande dimensione,

ed è preferibile che abbiano spazi liberi nelle immediate adiacenze.

I centri di accoglienza della popolazione saranno utilizzati per un periodo di tempo relativamente

breve.

Per il Comune di Castelraimondo sono stati individuati, in base ai suddetti criteri, i seguenti centri

di accoglienza:

1) Palazzetto dello Sport

2) Tennis coperto

3) Bocciodromo

4) Complesso scolastico (Elementare, Media, Palestra), Mensa

5) Casa di ospitalità, spogliatoi stadio comunale

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Denominazione

Ubicazione

Detentore/Referente

Telefono

Disponibilità posti letto

Scuola Media Statale

V.le Europa

Castelraimondo

Comune di Castelraimondo

Preside

0737/641180 0737/641140

N° posti letto: 92 Servizio mensa: No

Scuola Elementare

Comunale

V.le Europa

Castelraimondo

Comune di Castelraimondo

Preside

0737/640644

N° posti letto: 80 Servizio mensa: No

Mensa

V.le Europa

Castelraimondo

Comune di Castelraimondo

Preside

N° posti letto: No Servizio mensa: Si

Palestra comunale

V.le Europa

Castelraimondo

Comune di Castelraimondo

Preside

N° posti letto: 65 Servizio mensa: No

Centro sportivo comunale:

(Palazzetto dello sport, Tennis coperto, Bocciodromo)

Via Gramsci

Castelraimondo

Comune di Castelraimondo

Sindaco

0737/641160

N° posti letto: 400 Servizio mensa: No

Casa di ospitalità

Via Colsalvatico

Comune di Castelraimondo

Sindaco

N° posti letto: No Servizio mensa: Si

Spogliatoi stadio comunale

Via strada Camerte 3

Comune di Castelraimondo

Sindaco

N° posti letto: 30 Servizio mensa: No

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B - LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE

I lineamenti della pianificazione sono gli obbiettivi che il C.O.C, in quanto struttura di supporto al

Sindaco per la gestione dell'emergenza, deve conseguire nell’ambito della direzione unitaria dei servizi di

soccorso e assistenza in emergenza alle popolazioni colpite (competenze attribuite al Sindaco quale autorità

comunale di protezione civile ai sensi dell’ Art. 15 L.R 32/2001).

Tale parte del Piano deve contenere il complesso delle Componenti e delle Strutture Operative di

Protezione Civile che intervengono in emergenza (art. 6 e art. 11 L.225/92), e indicarne i rispettivi ruoli e

compiti.

Per ciascuna di esse occorre specificare quali sono le azioni da svolgere durante un emergenza per il

conseguimento degli obiettivi che verranno di seguito elencati. Le principali Strutture Operative coinvolte

(Polizia Stradale, Polizia Municipale, Carabinieri, VV.F., ecc.) redigeranno, inoltre, un proprio piano

particolareggiato riferito alle attivazioni di propria competenza. Tali Piani costituiranno parte integrante del

Piano di Emergenza.

B.1 - Coordinamento Operativo

Il Sindaco in base all'art. 15 della L.R 32/2001, assume la direzione unitaria dei servizi di emergenza

da attivare e, coordinandoli, adotta tutti i provvedimenti necessari ad assicurare tutti i soccorsi durante la

fase di emergenza.

B. 2 – Salvaguardia della popolazione

Le misure di salvaguardia alla popolazione per l’evento prevedibile sono finalizzate

all’allontanamento preventivo della popolazione delle zone a rischio.

Particolare riguardo sarà dato alle persone con ridotta autonomia (anziani, disabili e bambini).

L’evacuazione è l’unico strumento che, oggi, è in grado di garantire l’incolumità delle persone

presenti nelle aree a rischio individuate.

B.3 - Rapporti tra le istituzioni

Uno dei compiti prioritari del Sindaco è quello di mantenere la continuità amministrativa del proprio

Comune (ufficio anagrafe, ufficio tecnico, ecc.) provvedendo, con immediatezza, ad assicurare i

collegamenti con la Regione, Prefettura, la Provincia, la Comunità Montana.

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Ogni Amministrazione nell’ambito delle rispettive competenze previste dalla Legge, dovrà supportare

il Sindaco nell’attività di emergenza.

Qualora la sede municipale risultasse a rischio, occorrerà prevedere, già in fase di pianificazione, una

sede alternativa per garantire la continuità amministrativa in emergenza.

B.4 - Informazione alla popolazione

È fondamentale che il cittadino residente nelle zone a rischio, conosca preventivamente:

Le caratteristiche essenziali di base del rischio che esiste sul proprio territorio;

Le disposizioni del Piano di emergenza;

Come comportarsi correttamente, prima, durante e dopo l’evento;

Con quale mezzo ed in quale modo saranno diffuse le informazioni e l’allarme.

B.5 - Ripristino della viabilità e dei trasporti

Durante il periodo dell'emergenza è prevista la regolamentazione dei flussi di traffico lungo le vie di

fuga e dell'accesso dei mezzi di soccorso nelle zone a rischio, attraverso la predisposizione di "cancelli", che

impediscono l'accesso a persone non autorizzate.

Il Piano di Emergenza prevede, per il settore viabilità e trasporti, una specifica funzione di supporto

che si occupa del coordinamento delle Strutture Operative locali (VV.UU., VV.F, Forze dell'Ordine ed enti

gestori della viabilità) e degli interventi necessari per rendere efficiente la rete di trasporto.

B.6 – Funzionalità delle telecomunicazioni

La riattivazione delle telecomunicazioni sarà immediatamente garantita per gestire il flusso delle

informazioni del C.O.C., degli uffici pubblici e fra i centri operativi dislocate nelle zone a rischio, attraverso

l'impiego massiccio di ogni mezzo o sistema TLC.

Sarà garantito il funzionamento delle reti telefoniche e radio delle varie strutture operative di

protezione civile per consentire i collegamenti fra i vari centri operativi e al tempo stesso per diramare

comunicati.

Il Piano di Emergenza prevede, per il settore Telecomunicazioni, la specifica funzione di supporto che

garantisce il coordinamento di tutte le risorse (enti gestori di telefonia ed associazioni di volontariato dei

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Piano di emergenza comunale

15

radioamatori) e gli interventi necessari per rendere efficiente le telecomunicazioni e la trasmissione di testi,

immagini e dati numerici.

B.7 - Funzionalità dei servizi essenziali

La messa in sicurezza delle reti erogatrici dei servizi essenziali sarà assicurata dagli Enti competenti

(Enel, Gas, Acquedotto, Aziende Municipalizzate, ecc.) mediante l’utilizzo di proprio personale.

Tale personale provvederà alla verifica e al ripristino della funzionalità delle reti e delle linee e/o

utenze in modo coordinato.

Il Piano di Emergenza prevede, per tale settore, una specifica funzione di supporto al fine di garantire

le massime condizioni di sicurezza.

B.8 - Struttura dinamica del Piano

Un eventuale mutamento dell'assetto urbanistico del territorio, la crescita delle Organizzazioni del

volontariato di Protezione Civile, il rinnovamento tecnologico delle strutture operative, nuove disposizioni

amministrative e la variazione della situazione demografica delle aree a rischio, comportano un continuo

aggiornamento del Piano di Emergenza.

Un ruolo fondamentale rivestono le esercitazioni periodiche di protezione civile al fine di verificare sia

la conoscenza del Piano di Emergenza da parte delle strutture operative e della popolazione, sia la reale

efficacia dello stesso.

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C – MODELLO DI INTERVENTO

Il modello di intervento consiste nell'assegnazione delle responsabilità e dei compiti neri vari livelli di

comando e controllo per la gestione delle emergenze. Tale modello riporta il complesso delle procedure per

la realizzazione del costante scambio di informazioni tra il sistema centrale e periferico di protezione civile,

in modo da consentire l’utilizzazione razionale delle risorse, con il coordinamento di tutti i Centri Operativi

dislocati sul territorio in relazione al tipo di evento ( art. 2, L. 225/92). Il Centro Operativo, le aree di

emergenza, la viabilità ed i cancelli sono indicati nel modello di intervento della pianificazione e nella

cartografia tematica specifica allegata ( carta del modello di intervento; par.C.3.3.1).

C.1 – Centro Operativo Comunale

Il Sindaco si avvale del Centro Operativo Comunale per la direzione ed il coordinamento dei servizi di

soccorso e di assistenza alla popolazione interessata (Allegato 1 – bozza di decreto sindacale istitutivo del

C.O.C. e nomina dei responsabili delle funzioni di supporto).

Il C.O.C. è situato presso la Biblioteca comunale di CASTELRAIMONDO (in caso di emergenza

non causata dal terremoto), sita nei locali della ex FF.S..

Tale Centro dovrà essere ubicato in una struttura antisismica, realizzata secondo le normative vigenti,

posta in un’area di facile accesso e non vulnerabile a qualsiasi tipo di rischio. Tale struttura deve essere

dotata di un piazzale attiguo che abbia dimensioni sufficienti ad accogliere mezzi pesanti e quanto altro

occorra in stato di emergenza. E’ opportuno prevedere, inoltre, una sede alternativa del Centro qualora, nel

corso dell’emergenza, l’edificio individuato risultasse non idoneo.

Nell'ambito dell'attività svolta dal C.O.C. si distinguono una “area strategia”, nella quale

afferiscono i soggetti preposti a prendere decisioni, ed una “sala operativa”. Quest’ultima è strutturata in

funzioni di supporto che, in costante coordinamento tra loro, costituiscono l'organizzazione delle risposte

operative, distinte per settori di attività e di intervento. Per ogni funzione di supporto si individua un

responsabile che, in situazione ordinaria, provvede all'aggiornamento dei dati e delle procedure mentre,

coordina gli interventi dalla Sala Operativa relativamente al proprio settore. Per garantire l’efficienza del

C.O.C. la sede dovrebbe essere strutturata in modo da prevedere almeno:

1. una sala per le riunioni;

2. una sala per le Funzioni di Supporto;

3, una sala per il Volontariato;

4. una sala per le Telecomunicazioni.

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Piano di emergenza comunale

17

C.2 - Sistema di Comando e Controllo

Il Sindaco, nell'ambito del proprio territorio comunale:

Assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla

popolazione interessata dall’evento;

Provvede ad organizzare gli interventi necessari dandone immediatamente comunicazione al

Prefetto, al Presidente della Giunta Regionale ed al Presidente della Provincia;

Provvede ad informare la popolazione, sull’evoluzione dell’evento in corso e sulle procedure

previste dal piano d’emergenza.

La struttura del C.O.C. è articolata secondo 9 funzioni di supporto.

Di seguito vengono indicate, tra parentesi, per ciascuna funzione, le componenti e strutture operative

che ne fanno parte e la figura che usualmente viene indicata come referente nel periodo ordinario con i

relativi compiti.

Funzione Tecnica e di Pianificazione

(Tecnici comunali, tecnici o professionisti locali, enti gestori di reti di monitoraggio, enti di ricerca

scientifica)

Il referente ( funzionario dell’ufficio tecnico comunale) mantiene i rapporti e coordina le varie

componenti scientifiche e tecniche al fine di raccogliere i dati territoriali e la cartografia per la definizione e

l'aggiornamento degli scenari, di analizzare i dati acquisiti dalle reti di monitoraggio e di individuare le aree

di emergenza. Provvede inoltre a organizzare le squadre di tecnici che in emergenza effettueranno il

monitoraggio a vista.

Funzione Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria

(A.S.L., CR1, Volontariato Socio Sanitario)

Il referente (funzionario del Servizio Sanitario locale) mantiene i rapporti e coordina le componenti

sanitarie locali al fine di organizzare adeguata assistenza durante l’allontanamento preventivo della

popolazione e la messa in sicurezza del patrimonio zootecnico.

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Piano di emergenza comunale

18

Funzione Volontariato

(Organizzazioni di volontariato di protezione civile)

Il referente (funzionario di pubblica amministrazione) redige un quadro sinottico delle risorse, in

termini di mezzi, uomini e professionalità specifiche presenti sul territorio al fine di coordinare le attività dei

volontari in sintonia con le altre strutture operative o con il volontariato presente sul territorio provinciale,

regionale e nazionale.

Funzione Materiali e mezzi

( Aziende pubbliche e private, Volontariato, C.R.I., Amministrazione locale)

Il referente (funzionario ufficio economato del comune) censisce i materiali ed i mezzi disponibili

appartenenti ad enti locali, volontariato, privati ed altre amministrazioni presenti sul territorio per un

continuo aggiornamento sulle risorse disponibili per l’attuazione dell’allontanamento preventivo della

popolazione nei tempi previsti dal piano e dal suo rientro nel cessato al allarme.

Funzione Servizi essenziali ed Attività Scolastica

(Enel, Gas, Acquedotto, Telecomunicazioni, Aziende municipalizzate, Smaltimento rifiuti,

Provveditorato agli Studi)

Il referente (funzionario dell'Ufficio Tecnico Comunale) mantiene i contatti con le società erogatrici

dei servizi ed aggiorna costantemente la situazione circa l’efficienza delle reti di distribuzione al fine di

garantire la continuità nell’erogazione e la sicurezza nelle reti di servizi.

Deve inoltre verificare l’esistenza di piani di evacuazione delle scuole a rischio.

Funzione Censimento danni, persone, cose

(Tecnici comunali, Ufficio Anagrafe, Vigili Urbani, Comunità Montana, Regione, VV.F., Gruppi

nazionali e Servizi Tecnici Nazionali)

Il referente (funzionario dell'Ufficio Tecnico Comunale o VV.F.) organizza e predispone le squadre

che, al verificarsi dell'evento, effettueranno il censimento dei danni.

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Piano di emergenza comunale

19

Funzione Strutture operatíve locali e viabilità

(Forze dell'ordine presenti nel territorio, Vigili Urbani, VV.F.)

Il referente (comandante VV.UU..) redige il piano di viabilità individuando cancelli e vie di fuga,

predisponendo quanto necessario per il deflusso della popolazione da evacuare ed il suo trasferimento nei

centri dì accoglienza. Mantiene i contatti con le varie componenti preposte alla viabilità, alla circolazione, al

presidio dei cancelli d’ingresso alle zone interessate, alla sorveglianza degli edifici evacuati.

Funzione Telecomunicazioni

(Enti gestori di reti di telecomunicazioni, Radioamatori, ecc.)

Il referente (radioamatore o rappresentante ente gestore) di concerto con i responsabili delle società

erogatrici dei servizi di telecomunicazione ed i radioamatori, coordina le attività per garantire la funzionalità

delle comunicazioni in emergenza.

Funzione Assistenza alla popolazione

(Assessorato Regionale, Provinciale e Comunale, Ufficio Anagrafe, Volontariato)

Il referente (funzionario di pubblica amministrazione) aggiorna la stima della popolazione residente

nelle zone a rischio, distinguendo tra coloro che necessitano di alloggio presso i centri di accoglienza, coloro

che usufruiscono di seconda casa e coloro che saranno ospitati presso altre famiglie secondo un piano di

gemellaggio. Inoltre individua gli alunni che hanno residenza nelle zone a rischio.

C.3 - Attivazioni in emergenza

La risposta del sistema di protezione civile è articolata in tre fasi operative successive (attenzione -

preallarme - allarme) corrispondenti al raggiungimento dei tre livelli di allerta individuati e prevede, inoltre,

distinte e progressive attivazioni finalizzate alla salvaguardia della popolazione.

C.3.1 - Fase di attenzione

Al ricevimento dell'avviso di probabile scenario di rischio (incendio boschivo, frana, avverse

condizioni meteo, ecc.) da parte della Regione e/o delle Prefetture e/o al superamento della soglia che indica

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Piano di emergenza comunale

20

il livello di attenzione e/o in base a segnalazioni attendibili provenienti da Enti legittimati (ad esempio:

Consorzio di Bonifica, Comunità Montana, Corpo Forestale dello Stato ed altri), il Sindaco o suo delegato,

previa verifica e valutazione, attiva la fase di attenzione e:

attiva il C.O.C. convocando la funzione di supporto Tecnica e di Pianificazione;

informa i Responsabili delle Funzioni di supporto verificandone la reperibilità e li aggiorna

sull'evolversi della situazione;

mantiene i contatti con la Regione, la Prefettura e la Provincia e le aggiorna sull'evolversi della

situazione.

La Funzione di supporto Tecnica e di Pianificazione:

analizza i dati relativi al monitoraggio del rischio specifico;

analizza i dati relativi al monitoraggio meteorologico;

analizza i dati relativi al monitoraggio idropluviometrico;

verifica la reperibilità delle squadre di tecnici e valuta la possibilità del loro impiego per il

monitoraggio a vista nei punti critici.

A ragion veduta il Sindaco, sentito il Responsabile della Funzione Tecnica e di Pianificazione, può

procedere alla convocazione di altre funzioni di supporto.

Durante questa fase la popolazione non è attivamente coinvolta nelle operazioni di emergenza.

La fase di attenzione ha termine:

al peggioramento della situazione dei punti critici monitorati a vista dalle squadre di tecnici e/o al

superamento della soglia che individua il livello di preallarme con il passaggio alla FASE DI

PREALLARME;

al ricostruirsi di una condizione di normalità di tutti gli indicatori di evento con il ritorno al

PERIODO ORDINARIO.

C.3.2 - Fase di preallarme

Alla comunicazione del superamento della soglia che individua il livello di preallarme e/o al

peggioramento della situazione nei punti critici monitorati a vista dalle squadre di tecnici, il Sindaco o suo

delegato, previa verifica e valutazione attiva la fase di preallarme e:

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Piano di emergenza comunale

21

convoca tutte le funzioni di supporto;

informa Regione, Prefettura e Provincia e le aggiorna sull’evolversi della situazione;

informa la popolazione attraverso sistemi di allertamento previsti dal Piano;

verifica l’effettivo dispiegamento sul territorio delle strutture operative previste per le operazioni

di evacuazione.

I responsabili delle 9 funzioni di supporto dovranno assicurare le seguenti attivazioni:

Funzione Tecnica e di Pianificazione

Mantiene i collegamenti con gli Enti gestori delle reti di monitoraggio e ne valuta le informazioni;

Dispone il monitoraggio a vista nei punti critici attraverso l’invio di squadre di tecnici (strutture tecniche

comunali, VV.UU. e volontari), con cui mantiene costantemente i contatti e ne valuta le informazioni;

Provvede all'aggiornamento dello scenario sulla base dei dati acquisiti nelle attività di cui ai punti

precedenti.

Funzione Sanità, Assistenza sociale e Veterinaria

Predispone ed invia squadre miste nei Posti Medici Avanzati previsti per assicurare l’assistenza

sanitaria;

Predispone ed invia i volontari, tramite le indicazioni dell’A.S.L., presso le abitazioni di persone non

autosufficienti e/o bisognose di assistenza;

Predispone ed invia uomini e mezzi necessari alla messa in sicurezza del patrimonio zootecnico delle

zone a rischio.

Funzione Volontariato

Predispone ed invia, lungo le vie di fuga e nelle aree di attesa, gruppi di volontari per 1' assistenza alla

popolazione;

Predispone ed invia il persone popolazione necessario ad assicurare l’assistenza alla popolazione presso

i centri di accoglienza;

Dispone l'invio di squadre di volontari per le esigenze delle altre funzioni di supporto.

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Piano di emergenza comunale

22

Funzione Materiali e Mezzi

Verifica le esigenze e le disponibilità di materiali e mezzi necessari all’assistenza alla popolazione e

dispone l'invio di tali materiali presso i centri di accoglienza;

Stabilisce i collegamenti con la Prefettura, la Regione e la Provincia e richiede l'invio nei centri di

accoglienza di eventuale ulteriore materiale necessario all'assistenza alla popolazione;

Stabilisce i collegamenti con le imprese preventivamente individuate per assicurare il pronto intervento;

Predispone ed invia i mezzi comunali necessari allo svolgimento delle operazioni di evacuazione.

Funzione Servizi Essenziali

Assicura la presenza al C.O.C. dei rappresentanti degli enti e delle società eroganti i servizi primari;

Invia sul territorio i tecnici e le maestranze per verificare la funzionalità e la messa in sicurezza delle reti

dei servizi comunali.

Funzione Censimento Danni a Persone e Cose

Predispone le attivazioni necessarie alle verifiche dei danni che potranno essere determinati dall'evento

previsto.

Funzione Strutture Operative locali e Viabilità

Predispone ed effettua il posizionamento degli uomini e dei mezzi presso i cancelli individuati per

vigilare sul corretto deflusso del traffico;

Predispone ed effettua il posizionamento degli uomini e dei mezzi per il trasporto della popolazione nei

centri di accoglienza;

Predispone l’attuazione delle procedure per la comunicazione alla popolazione dell’allarme o del cessato

preallarme;

Predispone le squadre per la vigilanza degli edifici che saranno evacuati.

Funzione Telecomunicazioni

Attiva il contatto con i responsabili locali degli Enti gestori dei servizi di telecomunicazioni e dei

radioamatori.

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23

Funzione Assistenza alla popolazione

Verifica ed assicura la funzionalità dei centri di accoglienza;

Predispone 1'attivazione del personale per il censimento della popolazione nelle aree di attesa e nei centri

di accoglienza attraverso una specifica modulistica;

Preallerta le famiglie che hanno dato disponibilità ad ospitare persone e/o famigli, secondo il piano di

gemellaggio previsto.

In questa fase la popolazione interessata dovrà prepararsi ad uscire di casa rimanendo nelle abitazioni

in attesa di un eventuale segnale di allarme.

La fase di preallarme ha termine:

al peggioramento della situazione dei punti critici monitorati a vista dalle squadre di tecnici e /o al

superamento della soglia che individua il livello di allarme con il passaggio alla FASE DI

ALLARME;

al ricostituirsi di una condizione di attenzione di tutti gli indicatori di evento con il ritorno alla

FASE DI ATTENZIONE.

C.3.3- Fase di allarme

Alla comunicazione del superamento della soglia che individua il livello di allarme e/o al

peggioramento della situazione nei punti critici monitorati a vista dalle squadre di tecnici, il Sindaco o suo

delegato previa verifica e valutazione attiva la fase allarme e:

informa Regione, Prefettura e Provincia e le aggiorna sull’evolversi della situazione;

informala la popolazione attraverso i sistemi di allertamento previsti dal Piano;

Dispone l’allontanamento preventivo della popolazione dalle zone a rischio ( Allegato 2 – “ ordinanza di

sgombero”).

I responsabili delle 9 funzioni di supporto dovranno assicurare le seguenti attivazioni:

Funzione Tecnica e di Pianificazione

Mantiene i contatti con gli Enti gestori delle reti di monitoraggio e ne valuta le informazioni;

Mantiene costantemente i contatti con le squadre di tecnici e ne valuta le informazioni;

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24

Provvede all'aggiornamento dello scenario sulla base dei dati acquisiti nelle attività di cui ai punti

precedenti.

Funzione Sanità, Assistenza sociale e veterinaria

Coordina le squadre miste nei posti medici avanzati ( P.M.A.) previsti per assicurare l'assistenza

sanitaria;

Coordina le squadre di volontari presso le abitazioni di persone non autosufficienti e/o bisognose di

assistenza;

Invia in ogni area di attesa un medico il quale può rilasciare, nella prima fase, prescrizioni mediche a

tutta la popolazione;

Assicura l'apertura di una farmacia;

Coordina le attività di messa in sicurezza del patrimonio zootecnico a rischio

Funzione Volontariato

Coordina le squadre di volontari inviati lungo le vie di fuga e nelle aree di attesa per l'assistenza alla

popolazione durante l’evacuazione;

Coordina presso i centri di accoglienza il personale inviato per assicurare l'assistenza alla popolazione, la

preparazione e la distribuzione di pasti.

Funzione Materiali e Mezzi

Invia i materiali e i mezzi necessari necessari ad assicurare l’assistenza alla popolazione presso i centri

di accoglienza;

Coordina la sistemazione presso i centri di accoglienza dei materiali forniti dalla Regione, dalla

Prefettura e dalla Provincia necessari all’assistenza alla popolazione;

Mobilita le imprese preventivamente individuate per assicurare il pronto intervento;

Coordina l’impiego dei mezzi comunali necessari allo svolgimento delle operazioni.

Funzioni Servizi Essenziali

Assicura la funzionalità e la messa in sicurezza delle reti dei Servizi comunali, in particolare nei centri di

accoglienza.

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Piano di emergenza comunale

25

Funzione Censimento Danni a Persone e Cose

Predispone le attivazioni necessarie alle verifiche dei danni che saranno determinati dall'evento previsto;

Funzione Strutture Operative locali e Viabilità

Posiziona gli uomini e i mezzi presso i cancelli individuati per vigilare sul corretto deflusso della

popolazione;

Posiziona gli uomini e i mezzi per il trasporto della popolazione nei centri di accoglienza;

Accerta che tutti gli abitanti abbiano lasciato le zone interessate dall’evacuazione;

Assicura il divieto di accesso nelle zone a rischio da parte dei veicoli non autorizzati;

Attua le procedure per la comunicazione alla popolazione dell’allarme, coincidente con l'inizio

dell'evacuazione, o del cessato allarme.

Funzione Telecomunicazioni

Assicura i collegamenti attivati in fase di preallarme

Funzione Assistenza alla popolazione

Garantisce l'assistenza alla popolazione nelle aree di attesa, durante il trasporto e nei centri di

accoglienza;

Attiva il personale incaricato per il censimento della popolazione nelle aree di attesa e nei centri di

accoglienza attraverso la specifica modulistica.

Durante questa fase la popolazione dovrà lasciare le proprie abitazioni e raggiungere a piedi le aree di

attesa, secondo quanto previsto dal Piano.

La fase di allarme ha termine:

Al ritorno ad una condizione di normalità degli indicatori di evento senza che l’evento atteso si sia

verificato;

Quando a seguito del verificarsi dell’evento atteso, oltre al ritorno ad una condizione di normalità degli

indicatori di evento, si riscontri il ripristino delle normali condizioni di vita, a seguito di opportune

verifiche di agibilità delle strutture e delle condizioni di sicurezza generali del territorio.

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Piano di emergenza comunale

26

C.3.3.1 - Piano di evacuazione

ZONE, AREE DI ATTESA, CENTRI DI ACCOGLIENZA E PERCORSI

Nel territorio comunale non sono presenti aree a rischio R3 e R4.

Oggetto dell'evacuazione è la popolazione residente nel territorio comunale. Il numero delle persone

da evacuare risulta dal censimento disponibile presso le strutture del C.O.C..

Ai fini di una evacuazione controllata ed ordinata il territorio comunale può essere suddiviso in zone,

sulla base della viabilità, delle infrastrutture, del numero di residenti e della localizzazione e capienza delle

aree di attesa.

Zona

Area di ammassamento

Centro di accoglienza

Centro

Piazza Dante

Complesso scolastico

(scuola elementare, media e palestra)

Mensa

Feggiani

Parcheggio, Centro sportivo via

Gramsci

Palazzetto dello Sport, Tennis coperto,

Bocciodromo

Ripalta - Poggio Annalisa

Area Protezione Civile

(nei pressi del campo sportivo

comunale)

Casa di Ospitalità, spogliatoi stadio comunale

N.B.: Vista la distribuzione della popolazione sul territorio, aree di ammassamento e centri di accoglienza, sono state individuate per il

Capoluogo; per quanto concerne le Frazioni, considerata la mancanza di zone a rischio R3 e R4 il Piano non prevede azioni specifiche.

PRESIDI FORZE DELL’ORDINE E DEL VOLONTARIATO

Le Aree di attesa ed i centri di accoglienza saranno presidiati da pattuglie della Polizia Municipale ( in

caso di necessità il Sindaco potrà richiedere l’intervento di altre Forze dell’Ordine al Prefetto) al fine di

assicurare il corretto svolgimento delle operazioni di evacuazione.

Inoltre, le stesse forze dell’ordine affiancate dalle Organizzazione di Volontariato, fatte affluire nelle

aree a rischio, presso le aree di attesa e presso i centri di accoglienza, provvederanno a controllare, ognuno

nell’ambito delle proprie competenze, l’effettivo allontanamento dalle zone a rischio della popolazione

interessata dall’evacuazione.

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Piano di emergenza comunale

27

Modalità di vigilanza e controllo:

Zona A – Ponte sul Potenza in Località Torre del Parco a confine con il territorio di Camerino –

S.P. “Muccese” 256

Zona B – Confine territoriale con il comune di Gagliole in Loc. Selvalagli –

S.P. “Settempedana” 361

Zona C – Confine territoriale con il comune di Matelica in Loc. Canevina –

S.P. “Muccese” 256

POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.)

Allo scopo di assicurare l'assistenza sanitaria alla popolazione sono stati previsti in coordinamento con

1'A.S.U.R. Posti Medici Avanzati in collaborazione con le Organizzazioni di volontariato.

P.M.A. 1 - Località Capoluogo: - Distretto via D.Chiesa

- Distretto via Camerte 1

PRESIDI RADIOAMATORI

Allo scopo di assicurare una comunicazione continua e costante da e per il C.O.C., sono stati previsti

presidi dei radioamatori volontari presso ogni area di attesa e centro di accoglienza.

Il referente, di concerto con i responsabili delle società erogatrici dei servizi di telecomunicazione

coordina le attività per garantire la funzionalità delle comunicazioni.

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28

AVVISI E NORME DI COMPORTAMENTO PER LA POPOLAZIONE

FASE

AVVISI PER LA POPOLAZIONE

NORME DI COMPORTAMENTO PER LA

POPOLAZIONE

Preallarme

La fase di preallarme sarà comunicata dalle Autorità di Protezione Civile secondo le seguenti modalità: Dalla radio e dalle televisioni locali; Con messaggi diffusi da altoparlanti; Con un suono intermittente di sirena.

Prestare attenzione alle indicazioni fornite dalla

radio, dalla T.V. o dalle Autorità di protezione civile, anche tramite automezzi ben identificabili ( Polizia, Carabinieri, Vigili Urbani, Croce Rossa, Volontariato);

Assicurarsi che tutti gli abitanti dello stabile siano al corrente della situazione;

Preparare una borsa con indumenti ed effetti personali da portare con sé.

Cessato preallarme Il cessato preallarme sarà comunicato dalle Autorità di Protezione Civile secondo le seguenti modalità: Dalla radio e dalle televisioni locali; Con messaggi diffusi da altoparlanti.

Continuare a prestare attenzione alle indicazioni fornite dai mass- media e dalle Autorità di Protezione Civile.

Allarme

La fase di allarme sarà comunicata dalle Autorità di Protezione Civile secondo le seguenti modalità: Dalla radio e dalle televisioni locali; Con messaggi diffusi da altoparlanti; Con un suono di sirena prolungato.

Staccare l’interruttore centrale dell’energia

elettrica e chiudere la valvola del gas; Evitare la confusione, mantenere la calma,

rassicurare i più agitati, aiutare le persone inabili e le persone anziane;

Raggiungere a piedi le aree di attesa previste dal Piano;

Evitare l’uso dell’automobile; Usare il telefono solo per casi di effettiva

necessità per evitare sovraccarichi delle linee; Raggiunta l’area di attesa, prestare la massima

attenzione alle indicazioni fornite dalle autorità di Protezione Civile;

Prima di fare ritorno a casa accettarsi che sia dichiarato ufficialmente il cessato allarme

Cessato allarme

Il cessato allarme sarà comunicato dalle Autorità di Protezione Civile secondo le seguenti modalità: Dalla radio e dalle televisioni locali; Con messaggi diffusi da altoparlanti,

dalla radio e dalle televisioni locali;

Seguire le indicazioni delle Autorità per le

modalità del rientro organizzato nelle proprie abitazioni;

Al rientro in casa non utilizzare o servizi essenziali, previa opportuna verifica.

E’ utile Avere sempre in casa, riuniti in un punto noto a tutti i componenti della famiglia, oggetti di fondamentale importanza da portare via in caso di emergenza quali: Copia chiavi di casa; Medicinali; Valori ( contanti, preziosi ); Impermeabili leggeri o cerate; Fotocopia documenti di identità;

Vestiario pesante di ricambio; Scarpe pesanti; Radiolina con batteria di riserva; Coltello multiuso; Torcia elettrica con pile di riserva;

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Piano di emergenza comunale

29

CONCLUSIONI

Il Piano di emergenza così elaborato rappresenta un modello operativo da attivare a fronte di uno

scenario di rischio che prevede l’evacuazione della popolazione a rischio con ampi margini di tempo rispetto

al verificarsi dell’evento per cui si è dato l’allarme.

Il Piano dovrà recepire le informazioni e gli aggiornamenti provenienti dalla comunità scientifica

inerenti gli eventi attesi sul territorio e la documentazione cartografica necessaria alla definizione degli

scenari.

L'organizzazione di base per rendere efficace la risposta del sistema di protezione civile passa

attraverso l'attuazione delle funzioni di supporto, attivabili modularmente secondo le necessità.

Il responsabile di ogni funzione di supporto dovrà redigere il relativo piano particolareggiato nonché

mantenere aggiornati i dati e le procedure inerenti la propria funzione.

Gli elementi che mantengono vivo e valido un piano sono:

Aggiornamento periodico

Attuazione di esercitazioni

Informazione alla popolazione

durante il periodo ordinario:

Il Sindaco o suo delegato assicurerà alla popolazione le informazioni necessarie per convivere con il

rischio potenziale di ulteriori eventi calamitosi nonché quelle relative al Piano di Emergenza.

Le informazioni provenienti dalla comunità scientifica riguardanti gli eventi calamitosi, nonché tutte le

conoscenze acquisite sulle condizioni del territorio comunale e i rischi a cui esso è esposto, dovranno essere

comunicate alla popolazione attraverso:

Conferenze pubbliche, specifiche pubblicazioni, convegni, volantinaggio e affissioni,

canale…….VHF…., emittenti Radio locali, emittenti radiotelevisive.

in fase di emergenza:

Nel periodo di intervento la popolazione sarà mantenuta costantemente informata sulle attività

disposte dal Centro Operativo Comunale, sull’evento previsto nonché sulle norme comportamentali da

adottare per agevolare le operazioni di soccorso

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Piano di emergenza comunale

30

ALLEGATO 1

BOZZA DI DECRETO SINDACALE ISTITUTIVO DEL C.O.C. E NOMINA DEI

RESPONSABILI DELLE FUNZIONI DI SUPPORTO

OGGETTO: costituzione del Centro Operativo Comunale (C.O.C.) e nomina dei responsabili delle funzioni di

supporto.

IL SINDACO:

VISTO l’art. 15 della legge 24 febbraio 1992 n.225

VISTO il D.M. 28.5.93 art.1

VISTO il Decreto legislativo n.112 del 31.03.98 art.108

VISTO il Decreto legislativo n.267 del 2000

TENUTO CONTO

dei criteri di massima fissati dal Dipartimento della Protezione Civile e D.G.P.G.S.A.del Ministero dell'Interno

in materia di pianificazione di emergenza

ATTESO

che il Centro Operativo Comunale sarà attivato dal Sindaco o da un suo delegato in situazioni di emergenza;

che il Centro Operativo Comunale è presieduto dal Sindaco o suo delegato in funzione di coordinatore ed è

composto dai responsabili delle funzioni di supporto e dal responsabile di sala operativa

DECRETA

1. È costituito il CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C.) presso la Biblioteca Comunale e sono

individuati i dirigenti e funzionari cui è assegnata la responsabilità della gestione delle seguenti funzioni di

supporto: Responsabile Sala Operativa: Ing. Gian Mario Brancaleoni Funzione Tecnica e di Pianificazione:

Il referente: Ing. Gian Mario Brancaleoni Funzione Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria: Il referente: Medico di turno distretto sanitario Funzione Volontariato: Il referente: Renzo Marinelli Funzione Materiali e mezzi: II referente: Geom. Giorgio Cambriani Funzione Servizi essenziali ed attività scolastiche: Il referente: Preside o suo delegato Funzione Censimento danni, persone, cose: Il referente: Geom. Giorgio Cambriani o suo delegato Funzione Strutture operative locali e viabilità: Il referente: Responsabile Polizia Municipale Funzione Telecomunicazioni: Il referente: Responsabile Polizia Municipale Funzione Assistenza alla popolazione: Il referente: Renzo marinelli

IL SINDACO

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31

ALLEGATO 2

ORDINANZA DI SGOMBERO DI FABBRICATI

COMUNE DI CASTELRAIMONDO

Provincia di Macerata

Ordinanza n. del

IL SINDACO

PREMESSO CHE a causa dell'evento previsto si rende indifferibile ed urgente provvedere allo

sgombero dei fabbricati e delle abitazioni siti nelle seguenti località:

Loc. Via Proprietà

Loc. Via Proprietà

Loc. Via Proprietà

Loc. Via Proprietà

VISTO l'articolo 16 del D. P. R. 6 febbraio 1981 n.66 e s.m.i;

VISTO l'articolo 15 della Legge 24 febbraio 1992 n.225 e s.m.i;

VISTO l'articolo 54 del D.Lgc 18 agosto 2000. n.267 e s.m.i. ;

ORDINA

lo sgombero immediato dei locali adibiti a sopra indicati

La Forza Pubblica è incaricata della notifica agli interessati e della esecuzione della presente disposizione che

immediatamente viene comunicata e, in copia, trasmessa al Signor Prefetto di MACERATA.

Avverso il presente atto, in applicazione del D.Lgs. 9 luglio 2010, n. 104, chiunque ne abbia interesse potrà ricorrere

per violazione di Legge, per incompetenza ed eccesso di potere al TAR Marche entro 60 (sessanta) giorni dall’ultimo

di pubblicazione, o, in alternativa, al Presidente della Repubblica entro 120 (centoventi) giorni sempre dall’ultimo di

pubblicazione, ai sensi dell’art. 9 del D.P.R. 24 novembre 1971, n° 1199.

.

Castelraimondo, il

IL SINDACO

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32

GLOSSARIO

Aree di emergenza: aree destinate, in caso di emergenza, ad uso di protezione civile. In particolare le aree

di attesa so no luoghi di prima accoglienza per la popolazione immediatamente dopo l’evento; le aree

di ammassamento dei soccorritori e delle risorse rappresentano i centri di raccolta di uomini e

mezzi per il soccorso della popolazione; le aree di ricovero della popolazione sono i luoghi dove

saranno istallati i primi insediamenti abitativi o le strutture in cui si potrà alloggiare la popolazione

colpita; i centri di accoglienza sono strutture coperte opportunamente attrezzate per ospitare in via

provvisoria la popolazione assistita.

Attivazioni in emergenza: rappresentano le immediate predisposizioni che dovranno essere attivate dai

centri operativi.

Attività addestrativa: la formazione degli operatori di protezione civile e della popolazione tramite corsi ed

esercitazioni.

Calamità: è un evento naturale o legato ad azioni umane, nel quale tutte le strutture fondamentali della

società sono distrutte o inagibili su un ampio tratto del territorio.

Catastrofe: è un evento, non importa di quale entità e con quali conseguenze sia sulle persone che sulle

cose, provocato vuoi da cause naturali che da azioni umane, nel quale però le strutture fondamentali

della società rimangono nella quasi totalità intatte, efficienti ed agibili.

Centro Operativo: è in emergenza l’organo di coordinamento delle strutture di protezione civile sul

territorio colpito, ed è costituito da un’Area Strategia, nella quale afferiscono i soggetti preposti a

prendere decisioni, e da una Sala Operativa, strutturata in funzioni di supporto. La DI.COMA.C.

(Direzione Comando e Controllo) esercita sul luogo dell’evento, il coordinamento nazionale; il C.C.S.

(Centro Coordinamento Soccorsi) gestisce gli interventi a livello provinciale attraverso il

coordinamento dei C.O.M. (Centro Operativo Misto) che operano sul territorio di più comuni in

supporto all’attività dei Sindaci; il C.O.C. (Centro Operativo Comunale), presieduto dal Sindaco,

provvede alla direzione dei soccorsi e dell’assistenza della popolazione del comune.

Centro Situazioni: è il centro nazionale che raccoglie e valuta informazioni e notizie relative a qualsiasi

evento che possa determinare l’attivazione di strutture operative di protezione civile. In situazioni

d’emergenza si attiva come Sala Operativa a livello nazionale.

Commissario delegato: è l’incaricato da parte del Consiglio dei Ministri per l’attuazione degli interventi di

emergenza conseguenti alla dichiarazione delle stato di emergenza (eventi di tipo “c” – art.2,

L.225/92).

Continuità Amministrativa: il mantenimento dell’attività amministrative fondamentali volto a garantire

l’organizzazione sociale in situazione d’emergenza.

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Coordinamento Operativo: è la direzione unitaria delle risposte operative a livello nazionale, provinciale e

comunale.

Evento atteso: rappresenta l’evento, in tutte le sue caratteristiche (intensità, durata, ecc.), che la Comunità

Scientifica si aspetta possa accadere in una certa porzione di territorio, entro un determinato periodo di

tempo.

Evento non prevedibile: l’avvicinarsi o il verificarsi di tali eventi non è preceduto da alcun fenomeno

(indicatore di evento) che consenta la previsione.

Evento prevedibile: un evento si definisce prevedibile quando è preceduto da fenomeni precursori.

Evento: fenomeno di origine naturale o antropica in grado di arrecare danno alla popolazione, alle attività,

alle strutture e infrastrutture, al territorio. Gli eventi, ai fini dell’attività di protezione civile, si

distinguono in: a) eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che possono essere fronteggiati

mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; b) eventi

naturali o connessi con l’attività dell’uomo che per loro natura ed estensione comportano intervento

coordinato di più enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; c) calamità naturali, catastrofi o

altri eventi che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari

(art.2, L.225/92).

Fasi operative: è l’insieme delle azioni di protezione civile centrali e periferiche da intraprendere prima (per

i rischi prevedibili), durante e dopo l’evento; le attivazioni delle fasi precedenti all’evento sono legate

ai livelli di allerta (attenzione, preallarme, allarme).

Funzioni di supporto: Costituiscono l’organizzazione delle risposte, distinte per settori di attività e di

intervento, che occorre dare alle diverse esigenze operative. Per ogni funzione di supporto si individua

un responsabile, che, relativamente al proprio settore, in situazione ordinaria provvede

all’aggiornamento dei dati e delle procedure, in emergenza coordina gli interventi della Sala

Operativa.

Indicatore di evento: E’ l’insieme dei fenomeni precursori e dei dati di monitoraggio che permettono di

prevedere il possibile verificarsi di un evento.

Lineamenti della pianificazione (Parte B del Piano secondo il metodo Augustus): individuano gli obbiettivi

da conseguire per dare una adeguata risposta di protezione civile ad una qualsiasi situazione di

emergenza e le competenze dei soggetti che vi partecipano.

Livelli di allerta: scandiscono i momenti che precedono il possibile verificarsi di un evento e sono legati

alla valutazione di alcuni fenomeni precursori o, in alcuni casi a valori di soglia. Vengono stabiliti

dalla Comunità Scientifica. Ad essi corrispondono delle fasi operative.

Modello di intervento (Parte C del Piano secondo il metodo Augustus): consiste nell’assegnazione delle

responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze, nella

realizzazione del costante scambio di informazioni nel sistema centrale e periferico di protezione

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civile, nell’utilizzazione delle risorse in maniera razionale. Rappresenta il coordinamento di tutti i

centri operativi dislocati sul territorio.

Modello integrato: è l’individuazione preventiva sul territorio dei centri operativi e delle aree di emergenza

e la relativa rappresentazione su cartografia, e/o immagini fotografiche e/o da satelliti. Per ogni centro

operativo i dati relativi a l’area amministrativa di pertinenza, alla sede, al responsabile di centro, e

delle funzioni di supporto sono riportati in banche-dati.

Modulistica: schede tecniche, su carta su supporto informatico, finalizzate alla raccolta e all’organizzazione

dei dati per l’attività addestrative, di pianificazione e di gestione per le emergenze.

Parte generale (Parte A del Piano secondo il metodo Augustus): è la raccolta di tutte le informazioni

relative alla conoscenza del territorio e ai rischi che incombono su di esso, alle reti di monitoraggio

presenti, alla lavorazione degli scenari.

Pericolosità (H): è la probabilità che un fenomeno di una determinata intensità (I) si verifichi in una dato

periodo di tempo e in una data area.

Pianificazione d’emergenza: l’attività di pianificazione consiste nell’elaborazione coordinata delle

procedure operative d’intervento da attuarsi nel caso si verifichi l’evento atteso contemplato in un

apposito scenario. I piani d’emergenza devono recepire i programmi di previsione e prevenzione.

Potere di ordinanza: è il potere del Commissario delegato, in seguito alla dichiarazione dello stato di

emergenza, di agire anche a mezzo di ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente e nel rispetto

dei principi generali dell’ordinamento giuridico.

Procedure operative: è l’insieme delle attivazioni-azioni organizzate in sequenza logica e temporale, che si

effettuano nella gestione di un’emergenza. Sono stabilite nella pianificazione e sono distinte per

tipologie di rischio.

Programmazione: l’attività di programmazione è afferente alla fase di previsione dell’evento, intesa come

conoscenza tecnico scientifica dei rischi che insistono sul territorio, nonché alla fase della prevenzione

intesa come attività destinata alla mitigazione dei rischi stessi. Il risultato dell’attività di

programmazione sono i programmi di previsione e prevenzione che costituiscono il presupposto per

la pianificazione d’emergenza.

Rischio (R): è il valore atteso delle perdite umane, dei feriti, dei danni alle proprietà e delle perturbazioni

alle attività economiche dovute al verificarsi di un particolare fenomeno di una data intensità . Il

rischio totale è associato ad un particolare elemento a rischio E ed ad una data intensità I è il prodotto:

R ( E; I ) = H ( I ) V ( I; E ) W ( E ).

Gli eventi che determinano i rischi si suddividono in prevedibili ( idrogeologico, vulcanico ) e non

prevedibili ( sismico, chimico – industriale, incendi boschivi ).

Risposta operativa: è l’insieme delle attività di protezione civile in risposta a situazioni di emergenza

determinate dall’avvicinarsi o dal verificarsi di un evento calamitoso.

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Sala Operativa: è l’area del centro operativo, organizzata in funzioni di supporto, da cui partono tutte le

operazioni di intervento, soccorso ed assistenza nel territorio colpito dall’evento secondo quanto

deciso nell’Area Strategia.

Salvaguardia: l’insieme delle misure volte a tutelare l’incolumità della popolazione, la continuità del

sistema produttivo e la conservazione dei beni culturali.

Scenario dell’evento atteso: è la valutazione preventiva del danno a persone e cose che si avrebbe al

verificarsi dell’evento atteso.

Sistema di comando e controllo: è il sistema per esercitare la direzione unitaria dei servizi di emergenza a

livello nazionale, provinciale e comunale e si caratterizza con i seguenti centri operativi:

DI.COMA.C., C.C.S., C.O.M. e C.O.C..

Soglia: è il valore del/i parametro/i monitorato/ i al raggiungimento del quale scatta un livello di allerta.

Stato di calamità: prevede il ristoro dei danni causati da qualsiasi tipo di evento, alle attività produttive e

commerciali.

Stato di emergenza: al verificarsi di eventi di tipo “c” ( art.2, L. 225/92 ) il Consiglio dei Ministri delibera

lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale. Tale stato prevede la nomina

di un Commissario delegato con potere di ordinanza.

Strutture effimere: edifici presso i quali di regola si svolgono attività ordinarie ( scuole, palestre, ecc.),

mentre in emergenza diventano sede di centri operativi.

Valore esposto ( W ): rappresenta il valore economico o il numero di unità relative ad ognuno degli

elementi a rischio in una data area. Il valore è in funzione del tipo di elemento a rischio: W= W ( E ).

Vulnerabilità ( V ): è il grado di perdita prodotto su un certo elemento o gruppo di elementi esposti al

rischio risultante dal verificarsi di un fenomeno di una data intensità. E’ espressa in scala da 0

(nessuna perdita) a 1 (perdita totale) ed è in funzione dell’intensità del fenomeno e della tipologia di

elemento a rischio: V= V ( I; E ).

Le definizioni di Rischio, Pericolosità, Vulnerabilità e Valore Esposto sono tratte da: UNESCO ( 1972 )

Report of consultative meeting of experts on the statistical study of natural hazard and their

consequences. Document SC/WS/500 pagg. 1-11.

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36

MEZZI COMUNALI E MEZZI DI COMUNICAZIONE

Mezzi Comunali

Mezzo

Modello

Targa

PICK UP

NISSAN KING

AV022VJ

PICK UP

NISSAN KING

AJ 264 DT

AUTOCARRO

FIAT DAILY 35

AK 487 VM

AUTOCARRO

NISSAN 35

BG 135 PT

SCUOLABUS

IVECO

CY 900 XB

SCUOLABUS

IVECO

CY893 XB

SCUOLABUS

IVECO

CY 899 XB

BOB CAT

BOB CAT

AD 275

AUTOCARRO

IVECO

BT 711 RJ

APE

PIAGGIO

AE 999 BA

PICK UP PROT. CIV.

ISUZU

DR 750 MT

AUTOVETTURA

PANDA 4X4

EL 306 JA

PULMINO

IVECO

DM 089 FD

AUTOVETTURA

SUBARU

AV 736 VT

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37

Mezzi di comunicazione

Cellulare SINDACO 335 7519779

Cellulari UTC: - 339 8872997 Ing. Brancaleoni

- 339 8872998 Geom. Cambriani

Cellulare Polizia Municipale: - 338 1096503

Sede comunale: - 0737 641723

- 0737 641724

N. fax: - 0737 640096

e-mail: - [email protected]

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