Pianeta Giavera - Life's strip - brochure tecnica

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Il Progetto Life’s Trips – La nostra vita in strisce ha proposto ad un gruppo di ragazzi che frequentano il Centro Giovani di Giavera del Montello un percorso tra la narrazione e la creazione artistica. La brochure è dedicata a educatori, psicologi, assistenti sociali, insegnanti, amministratori di Enti Locali e a quanti nel loro quotidiano si trovano a lavorare con i giovani. Vogliamo condividere l’esperienza che abbiamo realizzato a Giavera del Montello come fosse una storia da raccontare, perché in questa narrazione anche noi possiamo avere consapevolezza, elaborare, apprendere e trasmettere.

Transcript of Pianeta Giavera - Life's strip - brochure tecnica

Questa brochure è stata realizzata nell’ambito del progetto “Life’s strips, la nostra vita in strisce”, nell’ambito del pro-gramma comunitario Youth in Action Programme, sub-action 1.2. Youth Iniziative.Il progetto è stato realizzato da Il Sestante coop. soc. onlus, in collaborazione con il Comune di Giavera del Montello.Il progetto è stato seguito in fase di progettazione e realizzazi-one da un equipe di educatori che hanno curato questa pubblica-zione. L’equipe è formata da Andrea Conficoni (coach), Benedetta Talon e Francesca Durighel.Hanno collaborato alla realizzazione del progetto i fumettisti Andrea Longo e Massimo Perissinotto.

Il Progetto Life’s Trips – La nostra vita in strisce ha proposto ad un gruppo di ragazzi che frequentano il Centro Giovani di Giavera del Montello un percorso tra la narrazione e la creazione artistica.Discutere di alcuni degli aspetti salienti delle storie di vita dei giovani partecipanti (lavoro, relazioni sociali, esperienza di mi-grazione, autonomia individuale e di gruppo, stili di vita e di diver-timento, relazione con gli altri e con il territorio) ha permesso di soffermarsi su episodi e contesti che “segnano” fin qui alcune fasi della loro vita.Il significato di ritrovarsi al Centro Giovani per parlare e giocare, di crescere tra ragazzi e giovani con storie diverse, a volte sconosciute, le difficoltà di trovare persone che non ti guardano con pregiudizio: questi temi sono stati discussi informalmente in vari momenti ed entrano esplicitamente in questo albo fumetto.“Pianeta Giavera” è quindi il primo risultato dell’incontro tra il ri-cordo di un episodio realmente accaduto e del vissuto che ognuno ha sentito con la voglia di costruirci una storia, utilizzando uno stru-mento simpatico e di effetto come il fumetto. Per permettere la contaminazione tra storie e arte abbiamo chiesto la collaborazione a due affermati fumettisti del territorio che hanno accompagnato i giovani nel raccontare una storia reale, personale, ironica contro un pregiudizio subìto.Il risultato va al di là delle aspettative e ci dice come si apre la pos-sibilità di elaborare e raccontare molte altre piccole e grandi sto-rie che ci riguardano. Il fumetto non è solo un disegno ma diventa espressione di sé, strumento di consapevolezza ed elaborazione.La presente brochure intende presentare il lavoro svolto da un punto di vista tecnico-pedagogico, raccontando lo sviluppo del progetto e descrivendo l’approccio metodologico che ha guidato tutto il per-corso.La brochure è dedicata a educatori, psicologi, assistenti sociali, in-segnanti, amministratori di Enti Locali e a quanti nel loro quotidiano si trovano a lavorare con i giovani. Vogliamo condividere l’esperienza che abbiamo realizzato a Giavera del Montello come fosse una storia da raccontare, perché in questa narrazione anche noi possiamo avere consapevolezza, elaborare, apprendere e trasmettere.

Gli educatoride Il Sestante coop. Soc. onlus

SOMMARIO

1. Dove tutto ha avuto inizio 2. I protagonisti 3.Obiettiviesignificati 4. Passo dopo passo: le prime fasi del lavoro 5. Contenuti e strumenti 6.L’educatorecome“coach” 7. Finestre e nodi: un pò di valutazione

1.DOVE TUTTO HA AVUTO INIZIO

Il Centro Giovani

Dalla fine degli anni ’90 l’Amministrazione Comunale di Gia-vera del Montello promuove uno spazio comunale dedicato ai giovani. È uno spazio di ritrovo che è diventato punto di rife-rimento per alcuni gruppi di giovani del territorio: al Centro Giovani ci si trova, si passa il tempo, si incontrano gli amici, si raccontano le proprie cose, si gioca, si pensano dei progetti da fare insieme, ci si sperimenta, si parla con un educatore…Nel corso degli anni il Centro Giovani si è trasformato insieme ai gruppi di giovani che l’hanno frequentato, in base ai loro bisogni, dando la possibilità ai ragazzi di vivere da protagoni-sti il proprio tempo libero con diversi tipi di esperienze: fe-ste, tornei, concerti, discussioni, spazio compiti, autogestio-ne, relazioni, ricerca di lavoro, orientamento, tutoraggio…La presenza degli educatori facilita la dinamicità e la co-struzione di significati dello spazio, attraverso le relazioni, l’espressione dei bisogni, l’attivazione dei singoli, la condi-visione in gruppo, l’apertura verso l’esterno, la gestione di conflitti, l’accompagnamento e il supporto individuale… Dun-que non è solo uno spazio aggregativo, ma anche di socializ-zazione, di crescita e di costruzione di senso, dove il ragazzo può sentirsi accolto, stimolato, valorizzato: uno spazio che, col tempo, i giovani frequentanti sentono come «spazio loro».

Nuovi strumenti per nuovi bisogni

Gli interventi di Politiche Giovanili negli ultimi anni stanno rac-cogliendo nuovi bisogni dei giovani legati a problematiche e si-tuazioni di frustrazione nel passaggio dal mondo della scuola al lavoro alla costruzione della propria autonomia. La scelta sbagliata della scuola superiore, i ripetuti insuccessi scolastici, l’abbandono del percorso di studio, le esperienze di lavori sal-tuari e poco soddisfacenti, la difficoltà ad inserirsi stabilmente nel mondo del lavoro, la fatica di stare per lunghi periodi in una fase di passaggio e senza prospettive: sono tutte situazioni sempre più frequenti fra i giovani. Tali situazioni si ripercuotono anche nelle modalità dei giovani di utilizzare il tempo libero e di vivere il proprio territorio, a volte coinvolti in contesti di ri-schio, isolamento e marginalità. Perché vado a scuola o la mollo? Perché cerco e perdo il lavoro? Perché migro da una situazione ad un’altra? Sono le domande che i ragazzi si fanno, ma che non sempre riescono ad esprimere ed affrontare se non trovano un contesto e un sostegno adeguati.

Serve cercare nuovi scenari e modalità di intervento per aiutare i giovani ad individuare un significato rispetto alle proprie situa-zioni di vita ed affrontare dei percorsi di sperimentazione e di scelta che facilitino il processo di autonomia.

Nel contesto di Giavera del Montello abbiamo immaginato di po-ter farci carico delle domande poste dai giovani (dato che era a noi educatori che le avevano espresse!), cercando strumenti innovativi per:- aumentare le competenze e la motivazione dei giovani nell’affrontare percorsi di vita costruttivi;- orientare e accompagnare le scelte di vita a fronte di contesti scolastici e lavorativi sempre più complessi e con ele-menti di precarietà;- aumentare la fiducia nel futuro dei giovani in situazioni di multiculturalità, di disorientamento e marginalità;- sostenere percorsi di autonomia e di empowerment dei giovani nella comunità locale e nei loro contesti di vita.

2. I PROTAGONISTI

Il gruppo di giovani

Il progetto raccoglie ragazzi dai 16 ai 22 anni che vivono a Giavera del Montello. Diversi di loro provengono da altri paesi o altre zone d’Italia. Frequentano il Centro Giovani da quan-do erano più piccoli, tanto da rappresentare il loro principale punto di ritrovo per il tempo libero: anche quando è chiuso, è quello il posto dove sono soliti trovarsi.Nella relazione con l’educatore portano diversi aspetti della loro vita: la famiglia, le scelte, il divertimento, il rapporto con i pari, la scuola, la ricerca di lavoro, la percezione del contesto dove abitano… Sono ragazzi «normali», che amano stare insieme anche giocando a calcio; sono alla ricerca di un posto dove «stare», spesso tormentati dalle loro storie di vita e dalle situazioni che devono affrontare, attratti contem-poraneamente dalle loro culture di origine e dal loro mondo attuale. Pur vivendo a Giavera, non hanno molti legami col territorio e non hanno una chiara prospettiva rispetto al loro futuro. Sono appassionati di storie a fumetti, ma non sono disegnatori né sono interessati a diventare tali, la maggior parte di loro non aveva mai disegnato prima di questa esperienza. L’idea di raccontare storie della loro vita attraverso il fumetto l’hanno costruita insieme all’educatore partendo dallo stimolo di uno di loro, l’unico che sapeva un po’ disegnare…

3. OBIETTIVI E SIGNIFICATI

PRIMO OBIETTIVOAumentare la consapevolezza dei giovani rispetto alle proprie scelte di vita, attraverso lo strumento della narrazione autobio-grafica.Il progetto nasce dall’idea di sostenere i giovani nel comprende-re e dare significato ai propri stili di vita e alle proprie scelte, perché questa azione elaborativa possa rafforzare la loro consa-pevolezza e capacità di costruirsi nuove prospettive relazionali, scolastiche e lavorative

COMPRENDEREFar risuonare il vissuto, il sen-timento, il pensiero che si lega a spazi e tempi vissuti in-sieme come gruppo, al Centro Giovani.Questo permette di fissare con parole precise ciò che - in modo più o meno consapevole - alimenta piacere,frustrazione, distanze e vici-nanze, ...

ESPRIMERERiuscire a rendere chiaro, visi-bile, comprensibile ciò che si pensa, ciò che si è provato, ciò che si ècompreso ... quello che rima-neva chiuso all’interno del gruppo.

VISIBILITÀFacilitare la conoscenza nel territorio di tratti e vissuti poco noti alla comunità. Mostrare da una prospettiva diversa qualche vissuto di un gruppo “marginalizzato”

RISPOSTA CREATIVASostenere il gruppo nel dare una nuova forma espres-siva al loro bisogno di vivere un’esperienza da protagonisti nella comunità.Questa forma si lega ad un in-teresse esplicito per una forma d’arte e comunicazione come il disegno e il fumetto.

SECONDO OBIETTIVOPromuovere un’esperienza di protagonismo giovanile, soste-nendo i giovani ad aprirsi verso altri giovani e a rapportarsi in maniera attiva e creativa nei confronti del territorio.Il Progetto cerca di sostenere il gruppo nel dare una risposta creativa e visibile ad un vissuto relazionale con parte della co-munità che si fonda su pregiudizi e cecità.

TERZO OBIETTIVOSviluppare competenze espressive nei giovani, attraverso la costruzione di prodotti espressivi e artistici.Il Progetto cerca di sostenere i componenti del gruppo nella scoperta e sperimentazione di nuove competenze legate a “passioni ” più o meno nascoste o a “scoperte inaspettate”.

NUOVE COMPETENZE ESPRESSIVEFacilitare la scoperta e la conoscenza di forme espressive che permettono di creare, produrre qualcosa di proprio, di sé.Ricercare nuovi strumenti per sperimentarsi, conoscersi e sve-larsi anche ai propri occhi.Imparare ad esprimersi in modo diverso per imparare a conosc-ersi e a darsi inediti micro-obiettivi

4. PASSO DOPO PASSO: LE FASI DI LAVORO

INCONTRI PREPARATORI CON IL GRUPPOPer raccogliere le aspettati-ve dei singoli e del gruppo di giovani.Per concordare le modalità di lavoro, le fasi e i tempi del progetto, nonché i compiti dei giovani e dell’educatore.Per definire insieme come promuovere il progetto e coinvolgere nuovi giovani.

PROMOZIONE DEL PRO-GETTO AD ALTRI GIOVANIIl gruppo sceglie di coinvol-gere altri giovani partendo dalla rete informale dei sin-goli, delimitando il progetto al solo territorio di Giavera. Il primo impegno che i ragaz-zi assumono è quello di allar-gare il gruppo invitando altri giovani a partecipare.L’educatore si occupa di pre-sentare il progetto all’Am-ministrazione Comunale e di promuoverlo ai Progetti Gio-vani dei territori limitrofi.

LA PROMOZIONE

SELEZIONE DEI CON-SULENTI ARTISTICIIl compito dei consulenti è stato quello di accompagnare il gruppo nella realizzazione di un prodotto espressivo per raccontare le storie di vita dei giovani, attraverso la tec-nica del fumetto. La coppia di artisti con cui si è lavora-to ha aiutato il gruppo a tra-sformare le storie e le espe-rienze portate dai giovani in segmenti di un racconto (tec-nica narrativa) e a costruire il fumetto stimolando gli stessi giovani a disegnare, parten-do da competenze pressoché nulle del gruppo e valorizzan-do altre abilità presenti.

INCONTRO TRA GRUPPO DI GIOVANI E CONSULENTI ARTISTICIPer la conoscenza recipro-ca e per porre le basi per la costruzione di una relazione significativa fra giovani e fu-mettisti.Per condividere le aspettati-ve e le disponibilità dei giova-ni rispetto al percorso.Per raccogliere le prime idee dei giovani sulla narrazione, partendo dalla presentazione del loro gruppo e delle loro esperienze di vita.Per accordarsi rispetto alle modalità di incontro e di rea-lizzazione del prodotto.

LA PROMOZIONE

INCONTRI DI EMER-SIONE DEI TEMIIncontri di conoscenza e di lavoro di gruppo gui-dati dall’educatore e dai fumettisti, per far emergere alcuni aspetti significativi e condivisi delle storie dei ragazzi. Ha inizio il percorso di narrazione.

INCONTRI DI INFARI-NATURA TECNICALavoro del gruppo in-sieme ai fumettisti per apprendere alcune tec-niche di base di disegno e per presentare diverse modalità di costruzione di una storia. La narra-zione e il disegno si con-taminano per la realiz-zazione del racconto.

INCONTRI DI PRODUZIONELavoro individuale e collettivo che mette in-sieme e valorizza quan-to realizzato dai singoli ragazzi. A momenti di gruppo in cui i ragazzi si sperimentano con diver-se tecniche di disegno e produzione, si alterna-no momenti individuali e autogestiti di lavoro: i giovani si dividono i compiti e cominciano ad occuparsi di aspetti diversi del prodotto.La narrazione si arric-chisce di contributi nuo-vi che emergono dagli elementi raccontati e disegnati dai singoli ra-gazzi: si costruisce la storia di vita.

LA PRODUZIONE

INCONTRI DI PRESENTAZIONE DEL-LA STORIA A FUMETTIMomenti pensati con il gruppo di gio-vani per dare visibilità al prodotto:- Presentazione del fumetto alla manifestazione Ritmi e Danze dal Mondo: contesto conosciuto e che fa parte della storia dei ragazzi e delle loro famiglie, ma ugualmente un con-testo difficile che richiede di esporsi, di presentarsi in prima persona e di fare un’intervista…- Presenza del fumetto alla ma-nifestazione Treviso Comic Books Fe-stival: un contesto importante, dove in mezzo a tanti fumetti di qualità artistica ben più alta c’è uno spazio (mediato dai consulenti fumettisti) per presentare una storia e per la-sciarsi contaminare…- Realizzazione di una festa con i giovani del territorio: per continuare a stare insieme, per ricordare che è sta-to bello e che disegnare è divertente…- Presentazione del fumetto ad un gruppo parrocchiale di Treviso in vi-sita residenziale alla Comunità di Ac-coglienza di Giavera del Montello dove vive uno dei giovani coinvolti: per con-dividere l’esperienza di raccontare la propria storia.

REALIZZAZIONE DI UN SITO NTERNET DEDICATO AL PROGETTOPer raccogliere tutti i materiali pro-dotti nel progetto e per dare visibilità al lavoro e all’esperienza del gruppo di giovani.Per far conoscere e valorizzare il pro-getto in altri contesti territoriali.Per stimolare la ricerca e la speri-mentazione di nuovi strumenti di at-tivazione e coinvolgimento dei giova-ni partendo dalla valorizzazione delle loro storie di vita.

LA PRESENTAZIONE DEL PRODOTTO

5. CONTENUTI E STRUMENTI

LO STIMOLO INIZIALESi comincia da un brainstorming sul significato del Centro Giovani. Il primo contenuto è qualcosa che sentiamo “nostro”: parole chiave di un vissuto per-sonale e di gruppo:

DALL’EPISODIO AL MESSAGGIO

Dopo la condivisione di quanto emerso nel braimstorming sul Centro Giovani, i ragazzi incontrano i fumettisti per definire il nucleo narrativo per il fumetto. Il confronto, le domande, permettono ai presenti di andare oltre la mera descrizione dell’episodio, ma di esprimere da un lato i sentimenti, le letture personali che hanno di esso, dall’al-tro di definire il messaggio che può essere dato attraverso la produzione del fumetto.

Alcuni passaggi:I fumettisti chiedono di raccontare quali sono gli “scazzi con gente stupida”. I ragazzi descrivono in particolare un episodio accaduto a fine estate 2010 (due anni prima!).

Nel campo dietro la palestra un lunedì pomeriggio duran-te una partita di calcetto tra ragazzi, la mamma di un ragazzo si avvicina al campo e urla al figlio di non giocare con “certa gente”, di andare via. L’educatore si presenta e cerca di parlare con la signora ma questa gli urla contro anche a lui, che come responsabile del centro giovani do-vrebbe anche “guardare nelle tasche” di alcuni…

I ragazzi danno ulteriori letture dell’episodio:- Se la mamma vedeva il figlio al bar a bere non gli diceva niente- Il centro giovani è visto male, perché passano stranieri e gente di fuori.- Una volta al centro giovani c’era movimento di molta gente straniere, dal Brasile, Polonia, Burkina, Colom-bia,…- Anche se cerchi di parlare a queste persone non capi-scono…

I fumettisti propongono di lavorare su questo episodio perché si potrebbe giocare sull’ironia per far passare un qualche messaggio a questa mamma o alle persone in ge-nere, anche pensando che verrà presentato a Ritmi e Dan-ze dal Mondo. L’ironia è mostrare come sia stupido avere un pregiudizio, guardare con sospetto una scena assoluta-mente normale come una partita di calcio.

Proposta per proseguire: pensare ad una sequenza di di-segni e testi, giocando sul tema del calcio, descrivendo i giocatori coinvolti, magari facendo anche dei paralleli con il mondo del calcio “professionista” dove la questione stranieri viene ribaltata come dimensione “talentuosa”..

I ragazzi citano una canzone su Balotelli “se non giocasse in nazionale sarebbe un negro normale”

L’episodio si mostra come un chiaro esempio di pregiudi-zio: una partita di calcio, animata da molti giovani, è un evento di gioco e di amicizia. In più, in quell’occasione è anche simbolo di multietnicità, dove si giocava insieme a qualcuno di Giavera.

L’IDEA PRENDE FORMA

Emerge l’idea di raccontare la partita tra due squadre, dove tutti i giocatori vengono da fuori e decidono di “comprare” un giocatore di Giavera (il figlio della signo-ra). In più in squadra c’è anche Balotelli…

STRUMENTI PER IL LAVORO DEL GRUPPO• L’emersionedelraccontoapartiredalbrainstorming: per attivarsi, per influen-zarsi a vicenda, per far emergere aspet-ti inediti, per poter esprimere contenuti emotivi.• La relazioneconsoggettiesterniallastoria (i fumettisti): i ragazzi sono stimo-lati nel dialogo come gruppo, portatori di un vissuto episodico e relazionale; gli aspetti della storia vengono amplificati attraverso le domande di approfondimen-to e vengono sottolineati gli aspetti emo-tivi, i sentiti dei ragazzi.• La sintesideicontenutielavalorizza-zione dell’esperienza: per riconoscere e dare senso alla storia, per valorizzare il proprio vissuto e la propria identità.• La costruzionedelproprioautoritrat-to, attraverso tecniche semplici che aiu-tano la costruzione di un disegno: la pre-sentazione e rappresentazione di sé come punto di partenza del processo di elabo-razione, i ragazzi diventano protagonisti, non più «vittime», della storia.• La rappresentazione della storia in disegni e fumetti: la fase creativa e di condivisione dell’esperienza, che diventa una storia da raccontare, da presentare ad altri. Una storia di vita di esclusione diventa protagonismo e valorizzazione di sé e delle proprie abilità.• Lacostruzionediunprodottoconcre-to, sfogliabile e da diffondere sul territo-rio, accattivante nella forma ma profon-do e genuino nel contenuto: la storia del gruppo che diventa pubblica.

STRUMENTI PER IL LAVORO INDIVIDUALE• Compitipercasa: i ragazzi si di-vidono i compiti: ognuno lavora sul proprio personaggio e su pezzi del disegno. Il compito non è vincolan-te, e i ragazzi esprimono livelli di-versi di motivazione.• Consulenza e supporto rispet-to alle situazioni individuali dei ragazzi, attraverso lo strumento della relazione educativa. Den-tro e fuori dal contesto del dise-gno e del prodotto da realizzare, il ragazzo si apre, esprime, cerca l’educatore anche su altre temati-che: la scuola, la ragazza, gli ami-ci emigrati a Londra, il lavoro, la famiglia…

GLI STRUMENTI

6. L’EDUCATORE COME COACH

Dicosasioccupailcoach:

• facilitare il lavoro di gruppo e sostenere la motivazione dei giovani in tutte le fasi del progetto

• supportare i giovani nella fase di narrazione e di confronto collettivo, aiutandoli ad individuare alcuni aspetti significati-vi della propria vita e del gruppo;

• stimolare il gruppo al coinvolgimento di nuovi giovani, aiu-tando a individuare possibili strategie e facilitando la relazio-ne con i nuovi membri;

• sostenere i giovani a livello individuale nel raccogliere gli elementi di stimolo che emergono dall’esperienza del gruppo (dalla narrazione, dalla relazione coi coetanei…) per utiliz-zarli rispetto alle proprie situazioni di vita (problemi scolasti-ci, familiari, lavorativi), attraverso un’azione di orientamen-to e tutoring;

• sostenere il gruppo nella fase di promozione e di visibilità verso l’esterno;

• supportare il gruppo a livello organizzativo.

7. FINESTRE E NODI: UN PO’ DI VALUTAZIONE

FINESTRE: LE POTENZIALITÀ DEL METODO NARRATIVO

• Strumentoespressivopercoinvolgereeperdarevoce.Il disegno, l’albo fumetto, si rivela uno mezzo narrativo accattivante sotto diversi aspetti perché permette di:› interessare e agganciare altre persone, anche prima inav-vicinabili;› dare corpo a emozioni, a desideri;› aprire un canale comunicativo inedito; › creare materia di scambio tra persone; › creare una sostanza concreta dove persiste l’evocazione di più significati, di più ricordi.

• Elaborazionedeinucleinarrativi.Lavorare per far emergere tratti interessanti, evocativi, emblematici dalla mia storia personale, dalla storia del gruppo a cui si appartiene per immaginarci e tracciarci sopra possibili nuclei narrativi per una storia raccontata, ha dimostrato di avere un potere generativo. Si allarga il campo di visione su episodi, emozioni, azioni subite per-mettendo di cogliere nuovi spazi, nuovi ruoli per sé e per il gruppo: nei nuclei narrativi non sono più il protagonista che subisce, ma quello che può raccontare di se stesso ad altri “avendo l’ultima parola”, potendo descrivere, spiega-re, evocare oltre.

• Lacondivisionedigruppo.Il processo di socializzazione nell’evocazione degli episodi, dei significati permette di risuonare, amplificare, connet-tere, comporre, significare contenuti e componenti emo-zionali individuali che – anche in modo dirompente – pos-sono disegnarsi in una tela, in racconto costruito da tutti. I fili di questa tela sono nuovi aspetti di comunanza, di caratterizzazione, di identità nella relazione tra il singolo e il gruppo.

NODI DA SCIOGLIERE

• CoinvolgimentocostanteecoinvolgimentodifferenziatoIl presidio del livello di motivazione è stato un nodo persistente, perché il lavoro di tessitura che lega le fasi di emersione, defini-zione e sintesi dei nuclei narrativi con le fasi di produzione crea-tiva vive su nuove/inesplorate relazioni tra individuo e gruppo. In questo senso si tratta di accompagnare e sostenere l’elaborazio-ne che ogni singolo partecipante fa del percorso e di ogni singola tappa. Ogni passaggio può essere sufficiente, stimolante, difficile in relazione a molti aspetti che riguardano la vita quotidiana di ognuno. Per questo garantire un livello di coinvolgimento costante per tutti è un “problema” su cui bisogna ragionare e su cui bisogna riflettere: ogni fase del percorso, a livello individuale, porta con sé specifici livelli di motivazione, energia, senso. Per questo il livello di coinvolgimento si è differenziato sia nel senso della “selezione” tra i partecipanti, sia nel livello di incidenza della propria azione, del proprio apporto nelle diverse fasi del progetto: la presenza delle persone si è differenziata anche nelle diverse fasi. Questa diversità non necessariamente si lega alle capacità/competenze in entrata: non è detto che chi ha o sente di poter avere la capacità di disegnare all’inizio sia quella persona che disegna più di altri. Anzi, nel progetto sembra che questo passi in secondo piano.

•Importanzadellavisionedelprodotto.Rispetto a chi non ci lavora “professionalmente” lo strumento del fumetto, dell’espressione artistica ha un alto potere quando espri-me interamente anche la sua bellezza, quando è completo. La pos-sibilità di vedere e vivere la soddisfazione di avere tra le mani un prodotto finito, colorato, curato necessariamente si ha alla fine del percorso. Per questo da un lato i partecipanti dovevano avere fiducia anche in altri (i fumettisti) rispetto alla bontà del prodot-to su cui stavano lavorando, dall’altro era importante comunque cercare di far scorgere concretamente come la tavola su cui si stava lavorando si poteva presentare finita. Non sempre questo è possibile, non sempre il tempo necessario per trasformare una tavola, un disegno da schizzo a quadro finito, segue i tempi della presenza, della motivazione individuale. Il nodo che si presenta è che si richiede anche una certa “resistenza della fiducia”.

Sul sito del progetto ospitato sul sito della cooperativa Il Sestante potete trovare il fumetto, la documenta-zione del processo di lavorazione, le locandine degli eventi.

www.ilsestante.eu

Per saperne di piu

Life’s Trips – La nostra vita in striscee

e’ un progetto di Il Sestante Coop. Soc. a R.L. ONLUS

viale Francia, 2 - 31100 Treviso (TV) Tel. 0422.260188 - Fax 0422.292007-

Emai: [email protected]