Piagge mobili...zione con le tecniche di interfacciamento con altri dispositivi (bluetooth) e con il...

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Viviamo in un mondo sempre più «connesso e mobile» (Rheingold, 2003; Castells et al., 2008). Tutti possiedono un cellulare e i giovani in parti- colare sembrano rivelare peculiari abilità nell’ap- propriarsi delle tecnologie mobili (Caron e Caro- nia, 2010; Bachmair et al., 2010). Parallelamente è andato crescendo l’interesse per l’uso delle tecnologie mobili in ambito educativo (Shar- ples, 2007; Pachler, 2007), toccando ambiti di- versi (dalla scuola all’università, dalla formazio- ne professionale al tempo libero), sposandosi con modelli teorici anche molto distanti (dal comportamentismo al connettivismo) e ricor- rendo a singolari mix di varie tecnologie. Il presente lavoro si inserisce in questo ampio contesto e illustra i primi risultati di una speri- mentazione denominata «Piagge mobili» per l’impiego didattico del cellulare e dei social network, condotta all’interno del progetto “ReTE” (Ragazzi E TErritorio), servizio gesti- to dai servizi sociali presso la Comunità di Base delle Piagge di Firenze, con la finalità di evitare la delocalizzazione e la disaggre- gazione dei giovani delle scuole superiori di primo grado. OBIETTIVI Gli obiettivi di ricerca che hanno guidato la sperimentazione possono essere così sintetizzati: sul piano delle rappresentazioni e dei processi di appropriazione mediale: in- dagare le rappresentazioni che gli adole- scenti (e in particolare ragazzi svantag- giati) hanno dei dispositivi mobili e i prin- cipali usi che ne fanno nella vita quotidia- na e nel tempo libero; sul piano dell’apprendimento consi- derando sia la dimensione cognitiva sia quella emotiva e affettiva: valutare se e in che misura l’impiego ad uso edu- cativo di un dispositivo così familiare e ammaliante per i ragazzi possa avere un impatto positivo sul miglioramento delle capacità di espressione e narra- zione e sulla rappresentazione di sé (autostima e autoefficacia); sul piano delle trasformazioni e del cambia- mento: valutare se e in che misura l’esperienza di scrittura mobile multimediale possa contribuire ad una trasformazione degli atteggiamenti dei ra- gazzi nei riguardi del cellulare, delle proprie capa- cità comunicative e di narrazione e dell’immagine di sé e della comunità. METODO E SVOLGIMENTO Metodo: L’impianto metodologico della speri- mentazione condotta si inscrive nel quadro delle metodiche della ricerca-azione sia per le modalità di progettazione dell’intervento e delle sue finali- tà complessive, sia per gli strumenti d’indagine adottati (mixed strategies) che sono così sintetiz- zabili: Questionario semistrutturato in ingresso: rac- colta di informazioni di base (personali e socio- familiari) e rilevazione sulle capacità di lettura e scrittura; Questionario semistrutturato in uscita: rilevazio- ne sui livelli di gradimento e sugli atteggiamenti verso i media (il cellulare); Test proiettivo in entrata: rilevazione sulla visio- ne di sé e della propria la famiglia attraverso la tecnica del disegno; Test proiettivo in uscita: rilevazione sul proprio rapporto con gli altri attraverso la tecnica del di- segno; Focus group su visioni e usi del cellulare; Osservazione partecipante in itinere. Svolgimento: L’intervento educativo si è svolto sotto forma di laboratorio articolato in due moduli. Modulo 1. Esplorazione delle funzionalità dei di- spositivi mobili, specie quelle legate alla multime- dialità: i partecipanti sono stati invitati a scattare foto e video del proprio ambiente familiare e del quartiere. Questi materiali sono stati poi condivisi col gruppo, permettendo quindi una familiarizza- zione con le tecniche di interfacciamento con altri dispositivi (bluetooth) e con il web attraverso la creazione di un profilo collettivo su Facebook in cui pubblicare tutti i materiali. Modulo 2. Creazione di brevi narrazioni colletti- ve, dove ognuno dei partecipanti a turno aggiun- geva un pezzo di storia: l’idea era quella di uti- lizzare i materiali multimediali iniziali come punto di partenza per raccontare se stessi e la propria condizione, ma anche per inventare in maniera creativa storie di fantasia. Per favorire lo sviluppo di tale capacità narrativa si è pensato di procede- re in maniera graduale: dapprima le storie erano create in forma orale, poi cartacea ed infine at- traverso l’invio di sms direttamente al profilo Fa- cebook. Tra le storie raccolte, la migliore è stata selezionata, messa in scena e ripresa col cellula- re dai partecipanti, che simulavano i ruoli di una vera troupe cinematografica. ANALISI DEI RISULTATI Data la tipologia degli strumenti d’indagine utiliz- zati, l’analisi dei dati si è basata sull’impiego di tecniche di carattere qualitativo. I dati sono sta- ti interpretati sulla base di categorie concettuali costruite ex-post da due ricercatori, che hanno prima esaminato i dati per poi discuterne succes- sivamente. Sono state applicate varie triangola- zioni: tra i punti di vista degli attori e dei ricercatori (ad esempio, per l’analisi dei test proiettivi) e tra i dati stessi (ad esempio, tra i disegni e le risposte dei questionari). Considerando le domande gui- da dello studio, abbiamo articolato l’interpretazio- ne dei dati seguendo tre filoni tematici: Io e gli altri: sono state considerate le informa- zioni risultanti da questionari e test proietti. In par- ticolare, per l’analisi dei disegni sono state indivi- duate le seguenti categorie interpretative: spazio - inteso come propria posizione ed im- portanza nella società: i soggetti spesso usano nei disegni solo una piccola porzione dello spa- zio e le figure (umane) hanno dimensioni molto piccole; comunicazione - include il parlare, l’ascoltare e l’essere ascoltati, il vedere e l’essere visti: alcuni personaggi presenti nei disegni hanno gli occhi sbarrati o non hanno la bocca; senso di appartenenza - relativo alla famiglia, alla comunità e al territorio: la maggior parte dei partecipanti sono di seconda generazione, sono tendenzialmente integrati ma in un piccolo conte- sto di riferimento; disagio - alcuni ragazzi manifestano traumi o forme di (in)sofferenza per la loro condizione; futuro - la possibilità e la capacità di immagina- re e progettare la propria esistenza è fortemente limitata e precaria. Io e il cellulare: sono stati considerati i dati emer- si da focus group ed osservazione partecipante. Sono state individuate le seguenti categorie inter- pretative: familiarità - intesa come ovvietà della presenza di tecnologie informatiche e mobili: la totalità dei partecipanti dà per scontata la diffusione del cel- lulare; desiderabilità - tutti i partecipanti ritengono in- dispensabile possedere un proprio cellulare per- sonale, che generalmente viene chiesto alla fami- glia come regalo di compleanno o premio per i risultati scolastici; utilità - i ragazzi riportano episodi in cui hanno utilizzato il cellulare in situazioni di bisogno e per il coordinamento di attività quotidiane; divertimento - molto spesso i partecipanti di- chiarano di utilizzare il cellulare per non annoiar- si, sia con giochi che con fruizione e scambio di contenuti; creatività - tutti i partecipanti utilizzano il cellula- re come dispositivo multimediale con cui scattare foto e girare video); socialità - il cellulare viene utilizzato dai ragazzi per tenersi in contatto con amici e parenti; manutenzione - spesso i ragazzi si trovano a do- ver affrontare problematiche relative alla corretta gestione del dispositivo (credito, ricarica, smarri- mento), alternano dimostrazione di competenza a dimenticanze e imprevisti. Io e la narrazione: sono stati considerati i dati emersi dall’osservazione partecipante e dall’ana- lisi dei prodotti realizzati, e sono stati distinti due piani d’analisi, uno relativo al rapporto con la nar- razione e l’altro ai prodotti realizzati dai ragazzi. Il rapporto con la narrazione si è evoluto nel tempo: * in fase iniziale è emersa una sostanziale incapa- cità narrativa dovuta ad una certa incapacità espressiva; all’assunzione di atteggiamenti conflittuali; all’assenza/inconsistenza dei modelli; * in itinere è emersa una maggiore familiarità gra- zie al carattere collettivo della scrittura; alla dimensione fantastica della scrittura (il ri- mando all’esperienza personale può essere un ostacolo alla narrazione); all’impiego di strumenti multimediali (anche per chiare difficoltà nella scrittura). Dall’analisi delle produzioni narrative emergono alcuni temi che riflettono il quadro complessivo che si è delineato anche attraverso l’analisi degli altri dati: quotidianità - le narrazioni sono spesso perti- nenti con la propria condizione, hanno per prota- gonisti adolescenti e trattano tematiche comuni come amicizia, rapporto con la famiglia e con i pari; immaginario “realty show” - compare anche il riferimento ai media mainstream, in particolare alle produzioni rivolte al target giovanile, a cui si aspira senza poter però partecipare; conflitto intergenerazionale - le storie rappre- sentano chiaramente un rapporto conflittuale tra giovani ed adulti, talvolta connotato anche in ter- mini violenti; ricerca dell’eccesso - ricorre più di una volta il tema dell’infrazione della legge e della ricerca di evasione, le istituzioni, soprattutto la scuola, ven- gono rifiutate o screditate. Racconti brevi col cellulare analisi di caso Pia gge mobili: Bachmair B., Cook J., Pa- chler N. (2010), Mobile le- arning: structures, agency, practices, New York, Sprin- ger. Caronia L., Caron A.H. (2010), Crescere senza fili. I nuovi riti dell’interazione so- ciale, Raffaello Cortina Edito- re, Milano. Castells M., Fernandez-Ar- devol M., Qiu J.L., Sey A. (2008), Mobile communica- tion e trasformazione sociale, Guerini e associati, Milano. Federici P. (2005), Gli adulti di fronte ai disegni dei bambini. Manuale di interpretazione del disegno per educatori e operatori, Franco Angeli, Mi- lano. Kock K. (1993), Il reattivo dell’albero, OS, Firenze. Pachler N. (Ed.) (2007), Mo- bile learning: towards a rese- arch agenda. Occasional pa- pers in work-based learning 1, WLE Centre for Excellen- ce, London. Rheingold H. (2003), Smart Mobs. Tecnologie senza fili, la rivoluzione sociale prossi- ma ventura, Raffaello Corti- na, Milano. Sharples M. (Ed.) (2007), Big issues in mobile learning, LSRI University of Notting- ham. BACKGROUND RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Maria Ranieri - Facoltà di Scienze della Formazione - Università degli Studi di Firenze Isabella Bruni - Facoltà di Scienze della Comunicazione - Università La Sapienza di Roma

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Viviamo in un mondo sempre più «connesso e mobile» (Rheingold, 2003; Castells et al., 2008). Tutti possiedono un cellulare e i giovani in parti-colare sembrano rivelare peculiari abilità nell’ap-propriarsi delle tecnologie mobili (Caron e Caro-nia, 2010; Bachmair et al., 2010). Parallelamente è andato crescendo l’interesse per l’uso delle tecnologie mobili in ambito educativo (Shar-ples, 2007; Pachler, 2007), toccando ambiti di-versi (dalla scuola all’università, dalla formazio-ne professionale al tempo libero), sposandosi con modelli teorici anche molto distanti (dal comportamentismo al connettivismo) e ricor-rendo a singolari mix di varie tecnologie.Il presente lavoro si inserisce in questo ampio contesto e illustra i primi risultati di una speri-mentazione denominata «Piagge mobili» per l’impiego didattico del cellulare e dei social network, condotta all’interno del progetto “ReTE” (Ragazzi E TErritorio), servizio gesti-to dai servizi sociali presso la Comunità di Base delle Piagge di Firenze, con la finalità di evitare la delocalizzazione e la disaggre-gazione dei giovani delle scuole superiori di primo grado.

OBIETTIVI Gli obiettivi di ricerca che hanno guidato la sperimentazione possono essere così sintetizzati:

sul piano delle rappresentazioni e dei processi di appropriazione mediale: in-dagare le rappresentazioni che gli adole-scenti (e in particolare ragazzi svantag-giati) hanno dei dispositivi mobili e i prin-cipali usi che ne fanno nella vita quotidia-na e nel tempo libero;

sul piano dell’apprendimento consi-derando sia la dimensione cognitiva sia quella emotiva e affettiva: valutare se e in che misura l’impiego ad uso edu-cativo di un dispositivo così familiare e ammaliante per i ragazzi possa avere un impatto positivo sul miglioramento delle capacità di espressione e narra-

zione e sulla rappresentazione di sé (autostima e autoefficacia); sul piano delle trasformazioni e del cambia-mento: valutare se e in che misura l’esperienza di scrittura mobile multimediale possa contribuire ad una trasformazione degli atteggiamenti dei ra-gazzi nei riguardi del cellulare, delle proprie capa-cità comunicative e di narrazione e dell’immagine di sé e della comunità. METODO E SVOLGIMENTOMetodo: L’impianto metodologico della speri-mentazione condotta si inscrive nel quadro delle metodiche della ricerca-azione sia per le modalità di progettazione dell’intervento e delle sue finali-tà complessive, sia per gli strumenti d’indagine adottati (mixed strategies) che sono così sintetiz-zabili:

Questionario semistrutturato in ingresso: rac-colta di informazioni di base (personali e socio-familiari) e rilevazione sulle capacità di lettura e scrittura;

Questionario semistrutturato in uscita: rilevazio-ne sui livelli di gradimento e sugli atteggiamenti verso i media (il cellulare);

Test proiettivo in entrata: rilevazione sulla visio-ne di sé e della propria la famiglia attraverso la tecnica del disegno;

Test proiettivo in uscita: rilevazione sul proprio rapporto con gli altri attraverso la tecnica del di-segno;

Focus group su visioni e usi del cellulare; Osservazione partecipante in itinere.

Svolgimento: L’intervento educativo si è svolto sotto forma di laboratorio articolato in due moduli. Modulo 1. Esplorazione delle funzionalità dei di-spositivi mobili, specie quelle legate alla multime-dialità: i partecipanti sono stati invitati a scattare foto e video del proprio ambiente familiare e del quartiere. Questi materiali sono stati poi condivisi col gruppo, permettendo quindi una familiarizza-zione con le tecniche di interfacciamento con altri dispositivi (bluetooth) e con il web attraverso la creazione di un profilo collettivo su Facebook in

cui pubblicare tutti i materiali.Modulo 2. Creazione di brevi narrazioni colletti-ve, dove ognuno dei partecipanti a turno aggiun-geva un pezzo di storia: l’idea era quella di uti-lizzare i materiali multimediali iniziali come punto di partenza per raccontare se stessi e la propria condizione, ma anche per inventare in maniera creativa storie di fantasia. Per favorire lo sviluppo di tale capacità narrativa si è pensato di procede-re in maniera graduale: dapprima le storie erano create in forma orale, poi cartacea ed infine at-traverso l’invio di sms direttamente al profilo Fa-cebook. Tra le storie raccolte, la migliore è stata selezionata, messa in scena e ripresa col cellula-re dai partecipanti, che simulavano i ruoli di una vera troupe cinematografica.

ANALISI DEI RISULTATIData la tipologia degli strumenti d’indagine utiliz-zati, l’analisi dei dati si è basata sull’impiego di tecniche di carattere qualitativo. I dati sono sta-ti interpretati sulla base di categorie concettuali costruite ex-post da due ricercatori, che hanno prima esaminato i dati per poi discuterne succes-sivamente. Sono state applicate varie triangola-zioni: tra i punti di vista degli attori e dei ricercatori (ad esempio, per l’analisi dei test proiettivi) e tra i dati stessi (ad esempio, tra i disegni e le risposte dei questionari). Considerando le domande gui-da dello studio, abbiamo articolato l’interpretazio-ne dei dati seguendo tre filoni tematici:

Io e gli altri: sono state considerate le informa-zioni risultanti da questionari e test proietti. In par-ticolare, per l’analisi dei disegni sono state indivi-duate le seguenti categorie interpretative:

spazio - inteso come propria posizione ed im-portanza nella società: i soggetti spesso usano nei disegni solo una piccola porzione dello spa-zio e le figure (umane) hanno dimensioni molto piccole;

comunicazione - include il parlare, l’ascoltare e l’essere ascoltati, il vedere e l’essere visti: alcuni personaggi presenti nei disegni hanno gli occhi sbarrati o non hanno la bocca;

senso di appartenenza - relativo alla famiglia, alla comunità e al territorio: la maggior parte dei partecipanti sono di seconda generazione, sono tendenzialmente integrati ma in un piccolo conte-sto di riferimento;

disagio - alcuni ragazzi manifestano traumi o forme di (in)sofferenza per la loro condizione;

futuro - la possibilità e la capacità di immagina-re e progettare la propria esistenza è fortemente limitata e precaria.Io e il cellulare: sono stati considerati i dati emer-si da focus group ed osservazione partecipante. Sono state individuate le seguenti categorie inter-pretative:

familiarità - intesa come ovvietà della presenza di tecnologie informatiche e mobili: la totalità dei partecipanti dà per scontata la diffusione del cel-lulare;

desiderabilità - tutti i partecipanti ritengono in-dispensabile possedere un proprio cellulare per-sonale, che generalmente viene chiesto alla fami-glia come regalo di compleanno o premio per i risultati scolastici;

utilità - i ragazzi riportano episodi in cui hanno utilizzato il cellulare in situazioni di bisogno e per il coordinamento di attività quotidiane;

divertimento - molto spesso i partecipanti di-chiarano di utilizzare il cellulare per non annoiar-si, sia con giochi che con fruizione e scambio di contenuti;

creatività - tutti i partecipanti utilizzano il cellula-re come dispositivo multimediale con cui scattare foto e girare video);

socialità - il cellulare viene utilizzato dai ragazzi per tenersi in contatto con amici e parenti;

manutenzione - spesso i ragazzi si trovano a do-ver affrontare problematiche relative alla corretta gestione del dispositivo (credito, ricarica, smarri-mento), alternano dimostrazione di competenza a dimenticanze e imprevisti.

Io e la narrazione: sono stati considerati i dati emersi dall’osservazione partecipante e dall’ana-lisi dei prodotti realizzati, e sono stati distinti due piani d’analisi, uno relativo al rapporto con la nar-razione e l’altro ai prodotti realizzati dai ragazzi. Il rapporto con la narrazione si è evoluto nel tempo:* in fase iniziale è emersa una sostanziale incapa-cità narrativa dovuta

ad una certa incapacità espressiva; all’assunzione di atteggiamenti conflittuali; all’assenza/inconsistenza dei modelli;

* in itinere è emersa una maggiore familiarità gra-zie

al carattere collettivo della scrittura; alla dimensione fantastica della scrittura (il ri-

mando all’esperienza personale può essere un ostacolo alla narrazione);

all’impiego di strumenti multimediali (anche per chiare difficoltà nella scrittura).

Dall’analisi delle produzioni narrative emergono alcuni temi che riflettono il quadro complessivo che si è delineato anche attraverso l’analisi degli altri dati:

quotidianità - le narrazioni sono spesso perti-nenti con la propria condizione, hanno per prota-gonisti adolescenti e trattano tematiche comuni come amicizia, rapporto con la famiglia e con i pari;

immaginario “realty show” - compare anche il riferimento ai media mainstream, in particolare alle produzioni rivolte al target giovanile, a cui si aspira senza poter però partecipare;

conflitto intergenerazionale - le storie rappre-sentano chiaramente un rapporto conflittuale tra giovani ed adulti, talvolta connotato anche in ter-mini violenti;

ricerca dell’eccesso - ricorre più di una volta il tema dell’infrazione della legge e della ricerca di evasione, le istituzioni, soprattutto la scuola, ven-gono rifiutate o screditate.

Racconti brevi col cellulare analisi di caso

Piagge mobili:

Bachmair B., Cook J., Pa-chler N. (2010), Mobile le-arning: structures, agency, practices, New York, Sprin-ger.Caronia L., Caron A.H. (2010), Crescere senza fili. I nuovi riti dell’interazione so-ciale, Raffaello Cortina Edito-re, Milano.Castells M., Fernandez-Ar-devol M., Qiu J.L., Sey A. (2008), Mobile communica-tion e trasformazione sociale, Guerini e associati, Milano.Federici P. (2005), Gli adulti di fronte ai disegni dei bambini. Manuale di interpretazione del disegno per educatori e

operatori, Franco Angeli, Mi-lano.Kock K. (1993), Il reattivo dell’albero, OS, Firenze.Pachler N. (Ed.) (2007), Mo-bile learning: towards a rese-arch agenda. Occasional pa-pers in work-based learning 1, WLE Centre for Excellen-ce, London.Rheingold H. (2003), Smart Mobs. Tecnologie senza fili, la rivoluzione sociale prossi-ma ventura, Raffaello Corti-na, Milano.Sharples M. (Ed.) (2007), Big issues in mobile learning, LSRI University of Notting-ham.

BACKGROUND

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Maria Ranieri - Facoltà di Scienze della Formazione - Università degli Studi di FirenzeIsabella Bruni - Facoltà di Scienze della Comunicazione - Università La Sapienza di Roma