Philip Roth, Pastorale americana · PDF filePhilip Roth, Pastorale americana Dieci spunti di...

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Page 1: Philip Roth, Pastorale americana · PDF filePhilip Roth, Pastorale americana Dieci spunti di riflessione (una selezione di brani di Massimo Gezzi) 1. «Dov’era, in lui [lo Svedese],

Philip Roth, Pastorale americana

Dieci spunti di riflessione(una selezione di brani di Massimo Gezzi)

1. «Dov’era, in lui [lo Svedese], l’ebreo? Non riuscivi a trovarlo, eppure sapevi che c’era. Dov’era, il lui, l’irrazionalità? Dov’era, in lui, il piagnucolone? Dov’erano le imprevedibili tentazioni? Nessuna astuzia. Nessun artificio. Nessuna malizia. Aveva eliminato tutto questo per raggiungere la perfezione. Né lotta, né ambivalenza, né doppiezza: soltanto lo stile, la naturale raffinazione fisica di una stella» (p. 24).

2. Il fratello Jerry, dopo la morte dello Svedese (p. 71):

«In un certo senso, lo si sarebbe potuto credere un uomo assolutamente banale e conformista. Un’assenza di valori negativi e nient’altro. Educato alla piattezza, costruito per il conformismo, eccetera eccetera. La vita ordinaria e decorosa che vogliono fare tutti, e nient’altro. L’adattamento sociale, e nient’altro. La bonarietà, e nient’altro. Mentre quello che cercava di fare era sopravvivere, mantenendo il gruppo intatto. [...] Era una guerra, per lui, in definitiva. C’era qualcosa di nobile in quell’uomo. Rinunce dolorose hanno caratterizzato la sua vita. E’ stato coinvolto in una guerra che non aveva cominciato, e si è battuto per tenere tutto insieme, e ci ha lasciato le penne. Banale, conformista: forse, forse no. Non voglio giudicare. Mio fratello era quanto si possa trovare di meglio in questo paese, di gran lunga».

3. Il fratello Jerry, quando lo Svedese lo chiama dopo aver rivisto Merry (p. 297):

«Cosa sei, tu? Lo sai? Tu sei quello che è sempre lì a cercare di minimizzare le cose. Sempre lì che si sforza di essere moderato. Mai dire la verità, se credi che possa ferire i sentimenti di qualcuno. Sempre pronto ai compromessi. Sempre pronto ad accontentare la gente. Sempre lì a cercare di trovare il lato migliore delle cose. Quello educato. Quello che sopporta pazientemente ogni cosa. Quello che ha una dignità da difendere. Il ragazzo che non viola mai le regole. Quello che la società ti ordina di fare, tu lo fai. Le norme della convivenza civile. Ci devi sputare in faccia alle norme della convivenza civile. Beh, tua figlia l’ha fatto per te, no? Quattro persone? Una bella critica ha rivolto, alle norme della convivenza civile».

4. «Aveva imparato la lezione peggiore che la vita possa insegnare: che non c’è un senso. E quando capita una cosa simile, la felicità non è più spontanea. E’ artificiale e, anche allora, comprata al prezzo di un ostinato estraniamento da se stessi e dalla propria storia. L’uomo bello e buono col suo modo indulgente di affrontare il conflitto e la contraddizione, l’ex atleta sicuro di sé e ragionevole e pieno di risorse in ogni lotta con un avversario leale, si trova a doversi misurare con un avversario che leale non è – il male inestirpabile delle relazioni umane – ed è spacciato» (p. 88).

5. «Questa è la vita come la si vede dal di fuori. Al meglio delle sue capacità, lo Svedese la vive come la viveva una volta. Ma ora è accompagnata da una vita interiore, un’orribile vita interiore di ossessioni tiranniche, tendenze soffocate, aspettative superstiziose, fantasie

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spaventevoli, conversazioni chimeriche, domande senza risposta. Notte dopo notte, insonnia e autolesionismo. Una solitudine immensa. Un rimorso incancellabile, anche per quel bacio quando Merry aveva undici anni e lui ne aveva trentasei e loro due, nei costumi bagnati, stavano andando a casa in macchina dalla spiaggia di Deal. Che la causa fosse quella? C’era per forza una causa? E se non ci fosse stata nessuna causa?» (p. 188)

6. Lo Svedese con il poster dei Weathermen di sua figlia (p. 273):

«E poiché, anche se non gli era piaciuto per niente, lo Svedese non credeva di avere il diritto di bla-bla bla-bla bla, poiché – rispettoso com’era della proprietà e della libertà personale di sua figlia – non era nemmeno capace di strappare un orribile manifesto, poiché non era nemmeno capace di commettere quella legittima violenza, ora l’incubo si era orrendamente avverato per verificare ancora meglio i limiti della sua illuminata tolleranza. Merry è convinta che se alza la mano colpirà e ucciderà un innocente moscerino che sta innocentemente svolazzando intorno a lei – tanto sono stetti i suoi contatti con l’ambiente che qualunque mossa faccia avrà le conseguenze più mirabilmente spaventose – e lui è convinto che se toglie un odioso e stomachevole poster affisso da lei nuocerà alla sua integrità, alla sua psiche, ai diritti che gli garantisce il primo emendamento. No, lui non era un giaina, pensò lo Svedese, ma avrebbe anche potuto esserlo: era altrettanto pateticamente e ingenuamente non-violento. L’idiozia della rettitudine degli scopi che si era posto!»

7. «Sì, all’età di quarantasei anni, nel 1973, a quasi tre quarti del secolo che, senz’alcun riguardo per le cerimonie funebri, aveva seminato dappertutto cadaveri di bimbi mutilati e dei loro genitori mutilati, lo Svedese scoprì che siamo tutti in balia di qualcosa d’impazzito. E’ solo questione di tempo, padrone bianco. Siamo tutti sulla stessa barca!» (p. 277)

8. «Com’è potuto accadere tutto questo a una ragazza normale? A meno che questo non sia proprio ciò che succede ai ragazzi magnifici e assolutamente normali. Gli scemi non fanno queste cose. Le fanno i ragazzi normali. Tu continui a proteggerla, quando proteggerla è impossibile. Se non la proteggi, è una cosa insopportabile. Se la proteggi, è una cosa insopportabile. Tutto è insopportabile. La crudeltà della sua terribile autonomia. Le cose peggiori della terra si erano impossessate di sua figlia» (pp. 294-5)

9. «La gente pensa che la storia abbia il respiro lungo, ma la storia, in realtà, ti si para davanti all’improvviso» (p. 95)

10. «I fuorilegge sono dappertutto. Hanno varcato la soglia» (p. 396)