PERSONE Gabriele Valle - italianourgente.it · 10 dal confine di Stato del Brennero percorrendo la...

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PERSONE Gabriele Valle NICOLA GUARNIERI [email protected] Italiani brava gente. E fin qui nulla da dire; teniamoci stretto stretto questo luogo comune e laviamoci in Arno (tanto per essere «colti») i panni sporchi. Peccato, però, che la nostra bella lingua, di nobili origini e di podi letterari, rischia di morire. Almeno a livello parlato. «Resterà quella letteraria, una materia di studio per amatori ma non certo per il popolo» è la sentenza lapidaria di Gabriele Fabrizio Valle. Chi è costui? Un peruviano, di origine lagarine, che dopo aver fatto il giornalista nel più antico giornale del Paese andino, aver conseguito due lauree in filosofia ed una in lingue è tornato alla «base», a Rovereto, per insegnare linguistica e traduzione all’università e, soprattutto, per «salvare» proprio l’italiano. La sua lingua «padre», più che madre, minacciata dai termini «parassiti» dell’inglese. Valle, tanto per sintetizzare, ha creato un dizionario ragionato online di itanglish (accessibile gratuitamente da tutti sul sito ww.italianourgente.it) per depurare l’italico idioma dagli inglesismi. Attenzione, però, perché non si tratta solo di tradurre vocaboli ma soprattutto di buttare sul «mercato» neologismi. «C’è un gran bisogno di nuove parole. - spiega - Perché è l’unico modo per far evolvere la lingua. L’intenzione è quella di bloccare l’avanzata dell’inglese specie nel settore delle comunicazioni: radio, tv, giornali, reti sociali come Facebook e Twitter, pubblicità. L’inglese sta prendendo il sopravvento». Già, la perfida Albione, come l’additava qualcuno in anni non certo solari per lo Stivale, ci sta sovrastando. Ecco perché Gabriele Valle ha deciso di fare pulizia. E, tra l’altro, l’ha fatto impiegando come filtro la lingua spagnola. «Si tratta di un dizionario ragionato dove ogni Anche quest’anno come accade ormai da 9 anni, Rovereto sarà toccata dal- la staffetta podistica competitiva «In- sieme per non dimenticare il 2 agosto 1980». L’iniziativa ricorda una dram- matica pagina di storia del nostro Pae- se, colpito dalla strategia della tensio- ne negli anni di piombo, e rende omag- gio alle vittime della strage alla stazio- ne di Bologna del 2 agosto 1980. La no- na edizione è partita ieri mattina alle 10 dal confine di Stato del Brennero percorrendo la statale 12 e passando per Chiusa, Bolzano, Trento. A Rove- reto arriverà questo pomeriggio attor- no alle 18.15 per poi proseguire e giun- gere alle 21.30 ad Avio e quindi conti- nuare il percorso verso Verona e Bo- logna dove arriverà il 2 agosto. L’amministrazione comunale ha deci- so di dedicare un momento istituzio- nale nella città della Quercia. L’appun- tamento è alle 18.30 a palazzo Preto- rio quando il sindaco Francesco Val- duga e una rappresentanza comuna- le incontreranno i podisti. La giunta invita i cittadini ad onorare il passaggio della staffetta che percor- rerrà le strade del centro con il seguen- te percorso: corso Rosmini, via Fon- tana, via Dante, via Setaioli, con arri- vo in Piazza Podestà. La manifestazione commemorativa è organizzata dal «Comitato staffetta 2 agosto 1980» in collaborazione con il «Coordinamento staffette podistiche per Bologna». L’assessore allo sport Mario Bortot, in proposito, invita chi vuole unirsi al- la staffetta - atleti, consiglieri comu- nali e circoscrizionali ma anche sem- plici cittadini - a presentari per acco- gliere degnamente i podisti impegna- ti a lanciare un messaggio importan- te. D’altro canto quel 2 agosto di 35 anni fa, alla stazione di Bologna Centrale, morirono 85 persone e ne rimasero fe- rite più di 200 per mani vili e vigliac- che di terroristi. All’organizzazione della tappa di og- gi, che vedrà i corridori percorrere tut- ta la Vallagarina e arrivare ad Ala e poi ad Avio, da dove ripartiranno il gior- no successivo, è il circolo Arci Avio Ala. Anche qui sono previsti incontri con i sindaci Claudio Soini e Federico Sec- chi. L’evento sarà allietato dalla par- tecipazione della banda sociale di Ala in piazza San Giovanni mentre ad Avio, in piazza Vittorio Emanuele, alle 21 è previsto un concerto della cantautri- ce Deborah Kooperman e quindi an- guria per tutti. «L’obiettivo di questa manifestazione sportiva è prima di tutto quello di ren- dere omaggio alle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 - spiega la presidente del circo- lo Arci Francesca Olivotto - ma anche a tutte le vittime del terrorismo, che ingiustamente sono morte e muoiono per mano di menti vili. È nostra inten- zione tenere sempre vivo il pensiero e far sì che quanto accaduto sia d’in- segnamento, soprattutto alle nuove generazioni, affinché avvenimenti co- me quello non si ripetano. Purtroppo, i recenti fatti di cronaca dimostrano che il terrorismo è una piaga ancora attuale. La conoscenza è il solo pun- to di partenza per sconfiggere questa grande minaccia per la società». parola tradotta o addomesticata è corredata di una nota con notizie storiche». Vale a dire? «Delle voci dell’inglese che con disuguale frequenza si sono diffuse nella nostra Penisola, liberamente tradotte in italiano sul modello della lingua spagnola o castigliana». Qualche esempio di anglicismi che si sono appropriati di posti riservati ai lemmi sul nostro vocabolario? «Penso ad Aids, antitrust, baby sitter, best seller, blog, brain-storming, crowdfunding, cyber, default, exit poll, first lady, franchising, governance, prequel, ranch, soap opera, sponsor, fast food ma anche slow food». Come li sostituirebbe nel parlato italiano doc? «Partendo da Aids, che è una sigla, direi Sida: sindrome da immunodeficienza acquisita; pensando al blog, invece, parlerei di blogo e al posto di governance userei governanza. Può sembrare strano ma è italiano: perché vergognarsi?». L’invito, insomma, è a riappropriarsi della lingua di Dante. Tanto più che spesso l’uso dell’inglese è «imposto» dalla pigrizia. È così? «Sì, basta pensare a killer che sostituisce la parola assassino o spread che sarebbe differenziale piuttosto che antitrust in luogo di antimonopolio». La ricerca del docente lagarino ha permesso di individuare 500 termini anglosassoni che ormai hanno soppiantato i corrispettivi italici ma addirittura duemila parole di sua maestà usate se non sempre almeno con sufficienza. «L’imperversante crescita dell’anglicismo, purtroppo, sta dando origine a una nuova lingua che possiamo chiamare itanglish e che non è né inglese né italiano. Molte parole nate in inglese con un significato, tra l’altro, ne adottano uno diverso una volta che si diffondono nel nostro idioma. Si pensi a snob, pullman, speaker, tilt, toast». Il rischio, come detto, è perdere l’identità. «Il problema dell’Italia è che non ha seguito l’esempio di altre lingue latine come spagnolo, portoghese e francese. In Spagna, per esempio, c’è un’Accademia di Stato che tutela il castigliano per limitare il dilagare dell’abuso di forestierismo. Che, poi, altro non è che una forma di trascuratezza». Il suggerimento è muoversi prima che sia troppo tardi. «Si deve correre ai ripari perché l’italiano è alla deriva travolto dalla corrente inglesista. Ho lanciato una petizione all’Accademia della Crusca affinché tuteli la nostra lingua visto che un osservatorio in tal senso c’è già. Il compito maggiore, però, ce l’hanno gli organi di comunicazione e divulgazione come radio e televisioni». Il paladino dell’italiano, dunque, scende in campo. Come detto chiunque può cercare i vocaboli sul sito Internet e, se non li trova, può segnalarlo. «Certo, il dizionario è in continua evoluzione». «La nostra lingua sta andando alla deriva per colpa dell’invasione di parole d’Oltremanica ormai accettate anche dal dizionario Dobbiamo salvarci dall’estinzione come Spagna e Francia» Guerra aperta all’«itanglish» Gabriele Fabrizio Valle, docente italo- peruviano, ha attivato un dizionario sul sito www.italianourgente.it La città corre per non dimenticare Oggi arriva la lunga staffetta per ricordare la strage di Bologna Il dono di Biasi La preziosa scultura di Alberto Biasi «Il trionfo» sarà finalmente collocata all’interno del cimitero di San Marco. La soprintendenza per i beni culturali della Provincia ha dato infatti il via libera all’installazione dell’opera nel maggiore camposanto cittadino. «Il trionfo» è un regalo alla città dello scultore Biasi, classe 1931, noneso nato in Francia d’origine ma roveretano da sempre. Un artista che gode di fama internazionale tanto che molte sue opere sono esposte a Parigi e Los Angeles. A Rovereto è famoso per aver realizzato «Energy», posta davanti all’ex Asm, e per «Explosion Implosion», ospitata nella rotatoria accanto allo stadio Quercia. La sua scultura più maestosa è però «Immingrance», scolpita nel 1970 (è a Los Angeles) e dedicata agli immigrati che contribuirono alla realizzazione della linea ferroviaria che collegava New York. Adesso anche il cimitero di San Marco potrà fregiarsi di un prezioso dono di Biasi. «Il trionfo» è una scultura alta oltre due metri in gesso e legno che raffigura Gesù Cristo mentre ascende in cielo, privo della corona di spine e con alle spalle la croce dalla quale si è liberato. Realizzata nel 2005, per un periodo è stata esposta per qualche mese nella chiesa di San Marco, prima di fare ritorno nell’atelier di via Paganini. Ora, grazie all’ok della Provincia, sarà esposta al camposanto. LA SCULTURA Il docente italo-peruviano, che vive a Rovereto, ha attivato un vocabolario online per cercare di eliminare i termini inglesi e salvare l’idioma di Dante l'Adige 25 giovedì 30 luglio 2015 Rovereto

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NICOLA [email protected]

Italiani brava gente. E fin qui nulla dadire; teniamoci stretto strettoquesto luogo comune e laviamoci inArno (tanto per essere «colti») ipanni sporchi. Peccato, però, che lanostra bella lingua, di nobili origini edi podi letterari, rischia di morire.Almeno a livello parlato. «Resteràquella letteraria, una materia distudio per amatori ma non certo per

il popolo» è la sentenza lapidaria diGabriele Fabrizio Valle. Chi è costui?Un peruviano, di origine lagarine,che dopo aver fatto il giornalista nelpiù antico giornale del Paese andino,aver conseguito due lauree infilosofia ed una in lingue è tornatoalla «base», a Rovereto, perinsegnare linguistica e traduzioneall’università e, soprattutto, per«salvare» proprio l’italiano. La sualingua «padre», più che madre,minacciata dai termini «parassiti»dell’inglese.Valle, tanto per sintetizzare, hacreato un dizionario ragionatoonline di itanglish (accessibilegratuitamente da tutti sul sitoww.italianourgente.it) per depurarel’italico idioma dagli inglesismi.Attenzione, però, perché non sitratta solo di tradurre vocaboli masoprattutto di buttare sul «mercato»neologismi. «C’è un gran bisogno dinuove parole. - spiega - Perché èl’unico modo per far evolvere lalingua. L’intenzione è quella dibloccare l’avanzata dell’inglesespecie nel settore dellecomunicazioni: radio, tv, giornali,reti sociali come Facebook e Twitter,pubblicità. L’inglese sta prendendo ilsopravvento».Già, la perfida Albione, comel’additava qualcuno in anni noncerto solari per lo Stivale, ci stasovrastando. Ecco perché GabrieleValle ha deciso di fare pulizia. E, tral’altro, l’ha fatto impiegando comefiltro la lingua spagnola. «Si tratta diun dizionario ragionato dove ogni

Anche quest’anno come accade ormaida 9 anni, Rovereto sarà toccata dal-la staffetta podistica competitiva «In-sieme per non dimenticare il 2 agosto1980». L’iniziativa ricorda una dram-matica pagina di storia del nostro Pae-se, colpito dalla strategia della tensio-ne negli anni di piombo, e rende omag-gio alle vittime della strage alla stazio-ne di Bologna del 2 agosto 1980. La no-na edizione è partita ieri mattina alle10 dal confine di Stato del Brenneropercorrendo la statale 12 e passandoper Chiusa, Bolzano, Trento. A Rove-reto arriverà questo pomeriggio attor-no alle 18.15 per poi proseguire e giun-gere alle 21.30 ad Avio e quindi conti-nuare il percorso verso Verona e Bo-logna dove arriverà il 2 agosto.L’amministrazione comunale ha deci-so di dedicare un momento istituzio-nale nella città della Quercia. L’appun-tamento è alle 18.30 a palazzo Preto-rio quando il sindaco Francesco Val-duga e una rappresentanza comuna-le incontreranno i podisti.La giunta invita i cittadini ad onorareil passaggio della staffetta che percor-

rerrà le strade del centro con il seguen-te percorso: corso Rosmini, via Fon-tana, via Dante, via Setaioli, con arri-vo in Piazza Podestà. La manifestazione commemorativa èorganizzata dal «Comitato staffetta 2agosto 1980» in collaborazione con il«Coordinamento staffette podisticheper Bologna».L’assessore allo sport Mario Bortot,in proposito, invita chi vuole unirsi al-la staffetta - atleti, consiglieri comu-nali e circoscrizionali ma anche sem-plici cittadini - a presentari per acco-gliere degnamente i podisti impegna-ti a lanciare un messaggio importan-te.D’altro canto quel 2 agosto di 35 annifa, alla stazione di Bologna Centrale,morirono 85 persone e ne rimasero fe-rite più di 200 per mani vili e vigliac-che di terroristi.All’organizzazione della tappa di og-gi, che vedrà i corridori percorrere tut-ta la Vallagarina e arrivare ad Ala e poiad Avio, da dove ripartiranno il gior-no successivo, è il circolo Arci AvioAla.

Anche qui sono previsti incontri coni sindaci Claudio Soini e Federico Sec-chi. L’evento sarà allietato dalla par-tecipazione della banda sociale di Alain piazza San Giovanni mentre ad Avio,in piazza Vittorio Emanuele, alle 21 èprevisto un concerto della cantautri-ce Deborah Kooperman e quindi an-guria per tutti.«L’obiettivo di questa manifestazionesportiva è prima di tutto quello di ren-dere omaggio alle vittime della stragealla stazione di Bologna del 2 agosto1980 - spiega la presidente del circo-lo Arci Francesca Olivotto - ma anchea tutte le vittime del terrorismo, cheingiustamente sono morte e muoionoper mano di menti vili. È nostra inten-zione tenere sempre vivo il pensieroe far sì che quanto accaduto sia d’in-segnamento, soprattutto alle nuovegenerazioni, affinché avvenimenti co-me quello non si ripetano. Purtroppo,i recenti fatti di cronaca dimostranoche il terrorismo è una piaga ancoraattuale. La conoscenza è il solo pun-to di partenza per sconfiggere questagrande minaccia per la società».

parola tradotta o addomesticata ècorredata di una nota con notiziestoriche».Vale a dire? «Delle voci dell’ingleseche con disuguale frequenza si sonodiffuse nella nostra Penisola,liberamente tradotte in italiano sulmodello della lingua spagnola ocastigliana».Qualche esempio di anglicismi che sisono appropriati di posti riservati ailemmi sul nostro vocabolario?«Penso ad Aids, antitrust, baby sitter,best seller, blog, brain-storming,crowdfunding, cyber, default, exit poll,first lady, franchising, governance,prequel, ranch, soap opera, sponsor,fast food ma anche slow food».

Come li sostituirebbe nel parlatoitaliano doc? «Partendo da Aids, cheè una sigla, direi Sida: sindrome daimmunodeficienza acquisita;pensando al blog, invece, parlerei diblogo e al posto di governanceuserei governanza. Può sembrarestrano ma è italiano: perchévergognarsi?».L’invito, insomma, è a riappropriarsidella lingua di Dante. Tanto più chespesso l’uso dell’inglese è «imposto»dalla pigrizia. È così? «Sì, bastapensare a killer che sostituisce laparola assassino o spread chesarebbe differenziale piuttosto cheantitrust in luogo di antimonopolio». La ricerca del docente lagarino hapermesso di individuare 500 terminianglosassoni che ormai hannosoppiantato i corrispettivi italici maaddirittura duemila parole di suamaestà usate se non sempre almenocon sufficienza. «L’imperversantecrescita dell’anglicismo, purtroppo,sta dando origine a una nuova linguache possiamo chiamare itanglish eche non è né inglese né italiano.Molte parole nate in inglese con unsignificato, tra l’altro, ne adottanouno diverso una volta che sidiffondono nel nostro idioma. Sipensi a snob, pullman, speaker, tilt,toast».Il rischio, come detto, è perderel’identità. «Il problema dell’Italia èche non ha seguito l’esempio di altrelingue latine come spagnolo,portoghese e francese. In Spagna,per esempio, c’è un’Accademia diStato che tutela il castigliano per

limitare il dilagare dell’abuso diforestierismo. Che, poi, altro non èche una forma di trascuratezza».Il suggerimento è muoversi primache sia troppo tardi. «Si deve correreai ripari perché l’italiano è alladeriva travolto dalla correnteinglesista. Ho lanciato una petizioneall’Accademia della Crusca affinchétuteli la nostra lingua visto che unosservatorio in tal senso c’è già. Ilcompito maggiore, però, ce l’hannogli organi di comunicazione edivulgazione come radio etelevisioni».Il paladino dell’italiano, dunque,scende in campo. Come dettochiunque può cercare i vocaboli sulsito Internet e, se non li trova, puòsegnalarlo. «Certo, il dizionario è incontinua evoluzione».

«La nostra lingua sta andando alladeriva per colpadell’invasione diparole d’Oltremanicaormai accettateanche dal dizionarioDobbiamo salvarcidall’estinzione comeSpagna e Francia»

Guerra aperta all’«itanglish»Gabriele Fabrizio Valle, docente italo-peruviano, ha attivato un dizionariosul sito www.italianourgente.it

La città corre per non dimenticareOggi arriva la lunga staffetta per ricordare la strage di Bologna

Il dono di BiasiLa preziosa scultura di AlbertoBiasi «Il trionfo» sarà finalmentecollocata all’interno delcimitero di San Marco. Lasoprintendenza per i beniculturali della Provincia ha datoinfatti il via liberaall’installazione dell’opera nelmaggiore camposantocittadino. «Il trionfo» è un regaloalla città dello scultore Biasi,classe 1931, noneso nato inFrancia d’origine ma roveretanoda sempre. Un artista che godedi fama internazionale tantoche molte sue opere sonoesposte a Parigi e Los Angeles.A Rovereto è famoso per averrealizzato «Energy», postadavanti all’ex Asm, e per«Explosion Implosion», ospitatanella rotatoria accanto allostadio Quercia. La sua sculturapiù maestosa è però«Immingrance», scolpita nel1970 (è a Los Angeles) ededicata agli immigrati checontribuirono alla realizzazionedella linea ferroviaria checollegava New York. Adessoanche il cimitero di San Marcopotrà fregiarsi di un preziosodono di Biasi. «Il trionfo» è unascultura alta oltre due metri ingesso e legno che raffiguraGesù Cristo mentre ascende incielo, privo della corona dispine e con alle spalle la crocedalla quale si è liberato.Realizzata nel 2005, per unperiodo è stataesposta per qualche mese nellachiesa di San Marco, prima difare ritorno nell’atelier di viaPaganini. Ora, grazie all’ok dellaProvincia, sarà esposta alcamposanto.

LA SCULTURA

Il docente italo-peruviano,che vive a Rovereto, haattivato un vocabolarioonline per cercare di

eliminare i termini inglesi esalvare l’idioma di Dante

l'Adige 25giovedì 30 luglio 2015Rovereto