"Periodo delle Opere Nere" Vol.2

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Pittore Scultore ed Incisore Angelo Marchetti (Italia, Milano 1930-2000)

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„Non é il soggetto che viene rivelato dal pittore, é il pittore che, sulla tela dipinta, rivela se stesso“

OSCAR WILDT

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ISBN: 978-1-4357-0410-7

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Angelo Marchetti presentazione di Beppe Della Petra

Volume secondo

Periodo delle „Opere Nere“

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Dal primo volume abbiamo inteso chiaramente lo spiccato senso di fede religiosa di Angelo Marchetti uomo-artista, come uomo alla continua ricer-ricerca, pur cosciente di non raggiungere mai la “sapienza”, ma ostinato nel cercare il significato della Grazia della Consapevolezza. Come artista con le sue “tele”, che sono poi le sue traduzioni d’idee, il suo personalissimo modo di voler comunicare le emozioni e gli stati mentali; precisando che solo al termine della comunicazione, va attribuito un signi-ficato molto particolare, Angelo Marchetti artista, sa usare l’immagine co-me codice comunicazionale, cosciente che le regole sono soggettive ma non arbitrariamente interpretabili. Chi si confronta con queste opere d’arte, entra in risonanza con questo “mezzo-tramite” della comunicazione espressiva, non esimendosi dall’innescare i propri processi mentali che portano alle emozioni, dal go-dimento o stati di serenità a disagi interiori fino alle inquietudini. Dall’apocrifo di Didimo Giuda Tommaso, §2 Gesù disse: “Colui che cer-ca non desista dal cercare fino a quando non avrà trovato e quando trove-rà sarà commosso e si stupirà¹, e così commosso contemplerà e regnerà sul tutto.” Usando le parole di Angelo Marchetti “… Posso perciò dire in piena co-scienza, di cercare, di cercare in continuità . Perché solo verso questo sono proteso. …” Come questa continuità per Angelo è stata intensa e profonda, così in mo-do speculare ha scrutato il “buio” per meglio capire la Luce, ma in que-sto “buio” Angelo Marchetti per un lungo periodo ci ha viaggiato… Generando una serie d’opere denominate da lui stesso “ il periodo Buio “ o “Opere Nere.” In questo volume di raccolta, per chi entra in frequenza con le opere d’arte qui proposte, sarà continuamente sollecitato da un’angoscia, in alcuni casi instillata internamente da immagine dopo immagine, in altre come forte vampata; non potrà sottrarsi dal provare disagi interiori ed inquietudini, ma se attenta é l’osservazione dell’opera, quando letta fino in fondo, potrà per-cepire il messaggio liberatorio, dell’anima che si spoglia dal pesante far-dello del corpo, talune volte voluto deforme per esaltare ancora di più

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l’intrinseca imperfezione umana. Osservando le opere di netto intendimento metafisico e surreale, lo sguar-do non può far a meno di posarsi appassionato sulle figure dei corpi capaci di trasmettere angoscianti sensazioni, mentre l’insieme della pennellata forte vigorosa quasi a voler generare dolore sulla tela, capace di creare e modellare l’ambiente surreale del sogno. Questo tipo d’opere, lunghe nella lettura, tuttavia mai pesanti nella loro inquietudine né gratuitamente stucchevoli che, al di là dei significati che vi sono dentro, sanno portare l’osservatore per mano offrendo momenti inten-si, cupi ma emozionanti, alleggerendo di tanto in tanto il contesto con la potenza del tratto e della pennellata per poi riproporsi nell’insieme con no-tevole spessore, ed è qui che il messaggio se percepito corre a segno. Indubbiamente rappresentata c’è la sofferenza qui espressa a 360 gradi, ma non una sofferenza gratuita, ma una sofferenza di redenzione o da chi è stato illuminato dalla grazia dell’appercepire², la sofferenza che accompa-gna lo sforzo disumano di comprendere prima, poi il dolore liberatorio del-la raggiunta verità, ed ecco la Luce; la sinderesi emerge, si incrementa la naturale disposizione e tendenza al bene e alla conoscenza di tale bene. Globalmente apprezziamo certo l'intensità drammatica e la profondità del messaggio mostrato su più terreni, ma anche, da diversa angolazione, la capacità non comune di mescolare timbri e dinamiche differenti delle va-rie parti strumentali che compongono l’opera finita. Già, solo dopo esserci soffermati su poche immagini, il buonsenso e il di-scernimento diventano concetti molto fumosi e vaghi, ma solo lo strumen-to-arte di Angelo si muove bene in questo spazio dando cosi un senso ap-parentemente non ragionato, ma di preciso tocco.

BEPPE DELLA PETRA ¹ alcuni traducono: “avrà un tumulto” ² (appercezione) qui intesa come consapevolezza delle proprie percezioni

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Un pensiero acquoso, improvviso, mi colse. Mentre miravo il blocco di piombo ai miei piedi auro bene di povera gente. Un canto di bimbo lontano abbracciava la scena. In silenzio ascoltava. Poi venne uno stolto dalle scarpe d'oro e la mia pepita di piombo carpì. La vidi gettare nel fuoco. Dal mio petto un urlo bestiale d'angoscia uscì!

ANGELO MARCHETTI

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Cosa cerchi? Artista Perchè urli e ti agiti? Chi sei tu, per volere pretendere, sognare di fare, di dare. Povero ricco di nulla! ma non vedi che l’uomo che cerchi è una vana illusione. Forse qualcuno ha un vago barlume. Lo ha per un’ora, un giorno, poi? Subito cambia ed è più nulla. Ma tu sei caparbio, ci soffri ma, insisti con tenacia crudele. Io ti sono amico, e, ti chiamo Bastado!

ANGELO MARCHETTI

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Nelle prossime dieci immagini di dipinti ad olio su tela, fino a pagina 29, sono riprodotte opere tratte da vecchie fotografie d’archivio, si avvisa che alcune immagini sono ripresentate con i colori molto in risalto rispetto l’opera originale, questo è dovuto dal supporto fotografico antiquato; sono quadri realizzati negli anni ’60. Anni in cui Angelo Marchetti si è immerso in pieno nel suo inquieto perio-do buio, accompagnato da una propria scarsa disponibilità al compromesso, un periodo dove il sentire è solo e unicamente vergato dalla drammaticità dell’esistenza personale, lo scandagliare nel più torbido sentire maledetto del binomio uomo-artista. I quadri sono stati concepiti e realizzati principalmente nelle ore notturne, momento dove ogni minima interferenza quotidiana si annulla, breve istan-te di tempo in cui la stanchezza fisica lascia spazio ad un oscuro alone di confusione in cui ogni intrusione è legittimata dall’immateriale inquietudi-ne della mente, che fotografando psicodrammi di vita vissuta (forse in real-tà parallele…), abbandona da solo l’uomo a focalizzare il suo genio nel concepimento dell’opera. Qui si tradurrà in immagine dal forte impatto visivo, il suo sentire d’artista travagliato nell’intimo; infatti, le opere di Angelo sono concepite prima an-cora di essere chiavi di critica estetica, come concetti filosofici. Composti da prima, scandagliando con delicatezza e senso del pudore le paure degli altri, per avere un riscontro di umanità in sé stesso, (forse raggiunto il limi-te della follia? …) poi in perfetto stile freudiano nel ricercare le emozioni nel proprio subconscio, dedicandosi con meticolosità a rappresentare le sue. Le opere che si collocano nello spazio come presenze vive e, in un certo senso, rese sacre dalla vivida presenza dell’Essere Superiore, anche quando questa presenza è posta al di fuori dei limiti spaziali dettati dalla tela, ed ecco la sacralità dell’opera. La sacralità è esaltata nonostante un voler vituperare il corpo rappresentato talune volte come solo guscio, come impostazione biomorfica, fino a spin-gersi nel riprodurlo degradandolo ad un’impostazione strutturale amorfica. Nell’affanno della drammaticità delle forme, si percepisce la redenzione dell’anima, la quale, con immensa fatica, esplode a discapito della carnalità contenitiva rappresentata. Queste opere sembrano non avere una mole, in

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certi casi appaiono prive di peso, e l'osservatore perde inesorabilmente il senso della dimensione: la pittura di Angelo Marchetti è sospesa tra mate-ria e mente, tra legge e anarchia, tra organico e cristallino; il tutto dominato da una presenza eterea potente. Le immagini rappresentate sembrano porte o passaggi, a dimensioni supe-riori non sempre è chiaro se c'è un interno o un esterno ma è chiaro da do-ve proviene l’esplosione di liberazione. L’immagine del tempo è rappresentata dai piani colorati, dalla stele di luce, fino agli oggetti posti immobili in una scena di veloce consumazione, quasi a voler definire l’inizio di un istante ultimo dell’atto rappresentato, atto che però è solo un transito, che anticipa inevitabilmente il cammino dell'uomo oltre la storia, nel tempo eterno. Angelo Marchetti è consapevole che c’è in atto una battaglia spirituale e noi tutti ne facciamo parte ogni giorno, c’è chi la vive da dormiente chi da uomo combattente e chi come Angelo cerca d’insegnare una strada per ini-ziare a capire il perché di questa battaglia. Angelo con le sue opere parla di una guerra combattuta prima con se stes-so, finalizzata nella ricerca della purificazione dell’anima per poi affrontare i demoni concepiti con l’umanità, una visione potenzialmente manicheista della vita, nasconde forse un’autogiustificazione alla solitudine, ma quello che di positivo Angelo artista ha saputo dimostrare è la capacità nel ricer-care, ricercare continuamente...

BEPPE DELLA PETRA

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L’UOMO BUONO: DIPINGE MARCHETTI

…il quarantenne Marchetti è anche scultore, sbalzista di metalli… Ch’egli però lavori anche sulle tre dimensioni, si vede. La dozzina di di-pinti su grandi tele ne testimonia. Le figure ardentemente deformate sino a essere delle immagini espressioniste quanto a modellazione e linee, reggo-no soprattutto sulla plasticità. Sono figure simboliche, che prendono al pet-to. Il principio è l’uomo, il suo possibile etereo, la sua spiritualità trascen-dente, il suo restituire ad essa l’alito della bontà. I movimenti ideali figura-tivi arrivano a essere etici e anche, più latamente, filosofici, ottimistici, sulla vita, sugli esseri e sui perché di tutto questo. Marchetti è disegnatore di vigilato mestiere, inventivo, originale. C’è nei suoi lavori anche un cli-ma di surrealtà. Maggio 1971

MARIO PORTALUPPI

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Parlavo di stelle hanno capito farfalle e, la scimmia di sotto urlava di più. Il pesce nel vaso sbattendo nel vetro, trasmette bestemmie. Il foglio ancor bianco che sto per sporcare cola ai lati del tavolo mi alzo, e, guardo nel cielo una stella, e, mi viene un sorriso di amaro cianuro.

ANGELO MARCHETTI

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Scrive, il poeta, all’infame plebaglia! Rognosa e distrutta, dal pensare malvagio che dal petto si strappa il più tetro sentire. Ipocriti vili demoni inetti casta di nulla per gli uomini retti!

ANGELO MARCHETTI

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Odiano il rospo, la serpe e il nero scorpione. Ma gridano: Osanna alla lepre, al passero e al pavone meraviglia del creato. Ma al gobbo cristiano e al proteo insulso il pollice è verso! Che schifo l’umano!

ANGELO MARCHETTI

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Chi è l'artista? L'artista è un Santo! Cos'è la sua opera? L'amore! Il pittore artista cos'è? Un’artista a metà! Perché? Perché è un Santo e un porco! Perché?

Perché opera! Perché? È un’uomo! Come può amare allora senza operare? Amando una sfera che

sta in un'altra sfera vedendone due che non sono due, in un punto che non è un punto!

Con chi hai parlato? Con te! ma chi te? Io! Vuoi farmi impazzire? Si!

ANGELO MARCHETTI

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Biografia: Angelo Marchetti è nato il 10 gennaio 1930 a Milano, (risulterà registrato all’anagrafe del Comune di Milano solo il giorno dopo). Frequenta per un breve periodo l’ambiente artistico dell’Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano, ma di fatto è sempre stato un autodidatta, svolgendo la sua attività di Artista prevalentemente a Milano con lunghe parentesi estive in Friuli. Dal suo studio d’arte in via Giovanni Raiberti a Milano, organizza la sua prima esposizione d’arte al Palazzo Serbelloni nella sala Napoleonica con 12 grandi disegni illustrativi, dell'interpretazione poetica dell'opera: La sin-fonia fantastica, di BERLIOZ, op.14. (Milano, 1961). Si susseguono numerose esposizioni nelle principali gallerie di Milano, cit-tà dove si è sempre sentito legato culturalmente ed affettivamente. Altre mostre d’arte sono realizzate in Francia, Svizzera, Germania e Inghilterra ed alcune sue opere sono presenti in America presso collezionisti.

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Personalità artistica: Alternando l'attività di pittore a quella di scultore ed incisore, Angelo Marchetti è riuscito a costruirsi un modulo espressivo personale in cui è difficile scindere l'oculata conduzione disegnativa dalle componenti plastiche e cromatiche. Nel gesto esasperato, volutamente de-forme ed irregolare delle sue figure è facile avvertire la percezione di sti-moli polivalenti nei quali l'irruenza e l'istinto trasudano ad ogni passo, qua-si ad evidenziare il turbinio psicologico che attanaglia continuamente l'es-sere umano deambulante «spinte vel sponte» sotto l'impenetrabile coltre della sua esistenza. « Il mio intento» - afferma l'artista milanese - «è quello di cercare, cercare, cercare, per scoprire la logica per la quale mi trovo nella condizione e nella posizione di uomo. Esternarsi attraverso un mez-zo, nel mio caso l'immagine figurata, e nel contempo valutare nell'intimo i doni positivi e gli stimoli negativi; positivi, come riconoscimento che sen-to veramente tale, negativi in tutta la loro accezione». Una componente diarchica sembra continuamente affiorare nei lavori di questo artista che parla di lotte incessanti tra edonismo e patimento, tra Be-ne e Male, tra Ormudz e Ariman, e quali (bisogna purtroppo convenirne) sono retaggio insopprimibile della bisaccia esistenziale che ci trasciniamo ininterrottamente appresso. Il discorso che Marchetti propone con enco-miabile convincimento appare ancora più apprezzabile se si pensa per un attimo che egli conversa senza poggiare su supporti di scuola o di forma-zione accademica alcuna, se non su quelli di una personale e continua stra-tificazione empirica guadagnatagli dal suo impegno di autodidatta che sap-piamo sempre più laborioso e sofferto di qualunque corso di studi regolari. Pensiero sull'arte. «L'arte rappresenta l'essenza della vita stessa». Pensiero sulla vita. «La vita è coscienza, formazione diretta a cogliere i lati più importanti dell'esistenza stessa».

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Documentazione critica. «L'arte di Angelo Marchetti ci appare semplice e complessa al tempo stesso. Questo artista milanese, non più giovanissimo, che non ha lunga consuetudine di mostre personali per il semplice fatto che la sua schiva umanità mai vi ha attribuito molta importanza, si presenta fi-nalmente con una panoramica validissima della sua ultima produzione; ma un'antologica quindi essendo le sue opere precedenti irreperibili ormai pur se ben collocate, disperse come sono presso una moltitudine di collezioni-sti piccoli e grandi. Perché si tratta di un pittore circondato da un appassio-nato consenso di esaminatori, non ignoto al pubblico, da quello più voluto e culturalmente preparato a quello più sprovveduto ma forse per questo motivo più sensibile e spontaneamente onesto… La tecnica con cui Angelo Marchetti realizza i suoi quadri è semplice: co-lori magri , senza corpo quasi né spessore; si avverte che il pittore sente le sue opere in grandi dimensioni, per dare maggiore evidenza alle sue strut-ture scultoree ed alle sue audacie prospettiche, uscite così nell'ansia di rac-contare, prive di studi compositivi e di bozzetti preparatori o di altro, quasi alla maniera impressionista. La pennellata è sempre drammatica; un eventuale errore, anche se evidente o di facile correzione, è sempre lasciato per rendere più incisivo il discor-so pittorico sul tema che l'artista ha meditato e sul quale a lungo ha riflettu-to». Milano, 19 febbraio 1975

RENATO CUZZONI

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INDICE DELL’ICONOGRAFIA ☼ n. c. senza titolo... pagina 5 n. c. senza titolo... pagina 7 1074 L‘anima l‘ho data adesso basta! pagina 9 1254 senza titolo... pagina 10 n. c. Angoscia patema pagina 11 1217 senza titolo... pagina 12 1066 senza titolo... pagina 13 1236 senza titolo... pagina 14 1247 senza titolo... pagina 15 n. c. Muore l‘artista ma l‘arte rimane pagina 17 n. c. senza titolo... pagina 19 n. c. senza titolo... pagina 21 1255 senza titolo... pagina 22 n. c. senza titolo... pagina 23 n. c. senza titolo... pagina 24 n. c. senza titolo... pagina 25 n. c. senza titolo... pagina 26 n. c. senza titolo... pagina 27 n. c. senza titolo... pagina 28 n. c. senza titolo... pagina 29 n. c. senza titolo... pagina 31 n. c. senza titolo... pagina 32 n. c. senza titolo... pagina 33 n. c. senza titolo... pagina 34 n. c. senza titolo... pagina 35 n. c. senza titolo... pagina 36 n. c. senza titolo... pagina 37 553 senza titolo... pagina 38 554 senza titolo... pagina 39 889 senza titolo... pagina 40 886 senza titolo... pagina 41 281 senza titolo... pagina 42 280 senza titolo... pagina 43 1259 Fanfulà pagina 44 783 senza titolo... pagina 45 1078 senza titolo... pagina 47 186 Disperazione! pagina 48 1110 senza titolo... pagina 49 70 La bieca disputa pagina 51 76 senza titolo... pagina 53 67 senza titolo... pagina 54

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INDICE DEL TESTO Beppe Della Petra pagina 4 e 6 Poesia di Angelo Marchetti pagina 8 Poesia di Angelo Marchetti pagina 16 Beppe Della Petra pagina 18 e 20 Mario Portaluppi pagina 30 Poesia di Angelo Marchetti pagina 46 Poesia di Angelo Marchetti pagina 50 Poesia di Angelo Marchetti pagina 52 Poesia di Angelo Marchetti pagina 56 Renato Cuzzoni pagina 69 e 70

75 senza titolo... pagina 55 870 L’artista è un compromesso tra un santo e un porco in bilico a meta di un ponte! pagina 57 622 L’incubo pagina 58 629 Incubo pagina 59 623 Minotauro pagina 60 625 senza titolo… pagina 61 630 senza titolo… pagina 62 336 Pittori all’inferno! pagina 63 1095 senza titolo… pagina 64 179 senza titolo… pagina 65 1139 senza titolo… pagina 66 1145 senza titolo… pagina 67 1137 senza titolo… pagina 68 1123 senza titolo… pagina 71 ☼ Numero attribuito in base alla catalogazione nel “Catalogo generale di Angelo Marchetti”, che non necessariamente rispetta un ordine cronologi-co tra la data di creazione dell’opera e la sequenza di catalogazione.

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Volume secondo – Il periodo buio o detto delle “Opere Nere” - Impostazione grafica e impaginazione di Abufalia Prima edizione Finito nel novembre 2007 in Milano (Italia)

www.angelomarchetti.it

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