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Periodico di informazione e cultura Canosa di Puglia - Anno XVIII n. 6 - Dicembre/Gennaio 2011 p. 12 p.p. 9-12 p. 7 p. 3 p.p. 16-17 p.p. 14-15 FORUM SULLA CITTA’ Il SINDACO CI SCRIVE BIMBOIL “Piccoli reporter” PRESENTAZIONE DEL VOLUME SULLA CATTEDRALE DIECI SCUOLE PER TRE ISTITUTI “Su Cristo, potete discutere, non essere d’accordo... tutte queste discussioni sono possibili e il mondo è pieno di esse. Ma io e voi sappiamo che sono tutte sciocchezze ... che la sola scienza non completerà mai ogni ideale umano e che la pace per l’uomo, la fonte della vita e la salvezza dalla disperazione per tutti gli uomini si racchiudono nelle parole: il Verbo si è fatto carne e nella fede in queste parole”. F. Dostoevskij TEATRO LEMBO: ATTO I e II Presepe realizzato in Cattedrale dall’Associazione Beata Vergine della Fonte

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Periodico di informazione e cultura Canosa di Puglia - Anno XVIII n. 6 - Dicembre/Gennaio 2011

p. 12

p.p. 9-12

p. 7

p. 3 p.p. 16-17

p.p. 14-15

FORUMSULLA CITTA’

Il SINDACOCI SCRIVE

BIMBOIL “Piccoli reporter”

PRESENTAZIONEDEL VOLUME

SULLA CATTEDRALE

DIECI SCUOLE PER TRE ISTITUTI

“Su Cristo, potete discutere, non essere d’accordo... tutte queste discussioni sono possibilie il mondo è pieno di esse. Ma io e voi sappiamo che sono tutte sciocchezze ... che la solascienza non completerà mai ogni ideale umano e che la pace per l’uomo, la fonte della vitae la salvezza dalla disperazione per tutti gli uomini si racchiudono nelle parole: il Verbo siè fatto carne e nella fede in queste parole”.

F. Dostoevskij

TEATRO LEMBO:ATTO I e II

Presepe realizzato in Cattedrale dall’Associazione Beata Vergine della Fonte

il Campanile 6/2011/2SPIRITUALITA’

- Piove forte sulle nostre teste lontanidall’Italia -

Abbiamo seguito alla lettera le istru-zioni di scuola, università e mondo dellavoro, ma con una laurea e 3 masternon siamo ancora degni di un contrattoper meno di 1000 euro al mese. Che neè del nostro futuro e che ne facciamodel nostro presente? La sensazionecomune è che la società in cui vi-viamo ci disprezzi. Per il mondo e leleggi del lavoro non c’è mai un buonmotivo perché si possa finalmentecominciare un progetto di vita. Inpiazza manifestiamo perché preten-diamo la nostra buona occasione percominciare, per continuare e per rea-lizzare, ma la risposta è che siamotroppo giovani o troppo vecchi. Mavuoi che non mi devo inc…, vuoiche non mi devo indignare…

Nelle piazze italiane assistiamo ascene di violenza, ma, finchè i poteridominanti sono violenti e corrotti, cisarà violenza. Attualmente chi ha po-tere pensa a salvare le banche; al benecomune, chi ci pensa? A chi interessasalvare la gente? Dove c’è giustizianon c’è violenza. Vaghiamo come mo-sche impazzite, sbattiamo contro muridi gomma, siamo scoraggiati e violentiperché hanno rubato il nostro futuro.Non a caso è in aumento l’uso di dro-ghe e alcool; conoscete le statistichesui suicidi? Hanno cancellato i nostridiritti; come si fa a vivere in un mondoche va avanti solo alla maniera dei po-tenti? Quando ero piccola la maestrami diceva: “Se vuoi un buon voto, te lodevi guadagnare.” Mia mamma mi di-ceva: “Se vuoi un bel premio, te lo devi

meritare.” Oggi mi chiedo: “Cosa devofare per guadagnarmi la dignità e nonmeritare la miseria?” Guardo a destrae vedo nero, a sinistra ancora nero, madentro di me c’è la luce! Sapete cosamanca alla società moderna e ai gio-

vani oggi? Un esempio vero; non unodi quelli che ti convinca ad ottenere unvantaggio materiale qui e adesso. Ilmio esempio vero e l’esempio permolti giovani è Gesù Cristo. Ho incon-trato Gesù nel Vangelo, una lettura nonideologica, ma esperienziale.

Per Natale voglio raccontarvi il mioincontro con Dio.

Era un giorno davvero nero, sebbeneci fosse un sole caldissimo. Avevo ri-cevuto la notizia che mi avrebbe scon-volto la vita; in quel momento si eraabbattuta su di me una catastrofe. Inquel preciso istante Dio era entratonella mia vita, aveva spalancato leporte arrugginite del mio cuore e viaveva fatto entrare la Sua luce fortis-

sima e accecante. Inizialmente nonavevo riconosciuto i segni dell’amoredi Dio, ma cercavo il senso di quantomi fosse accaduto, volevo capire, vo-levo sentire, volevo leggere. La rispo-sta l’ho trovata nelle parole d’amoredel Vangelo. Dio mi stava dicendo:“Anche se non mi vuoi, io ci sono efarò in modo che tu veda con i tuoiocchi quanto ti amo!” In quel mo-mento Dio mi ha fatto tremare, ha ab-battuto il muro di individualismo ecentralità che avevo costruito neglianni. Con la sua forza eversiva il Van-gelo tutti i giorni ci cambia! Secondo

me la spaventosa crisi economicamondiale non viene per caso. E’Dio che ci parla, ci dice di uscire dalsepolcro perché stiamo marcendocoi nostri soldi, l’avidità, la sopraf-fazione, l’arrivismo e la fame di po-tere. Ora più che mai Dio parla agliuomini e dice: “ Aprite gli occhi,ascoltatemi, salvatevi!” Gesù hacondannato la violenza del poterecontrastando il Sinedrio, ha rove-sciato i banchi del mercato perchénon tollerava gli abusi, ha esortatoZaccheo a richiedere i giusti tributi.Gesù Cristo come uomo ha lottato

per una società in cui ci fosse il benecomune e la giustizia sociale, pagandocon la propria vita. Gesù Cristo ci parlatutti i giorni, dal Vangelo, dallestrade…ovunque riusciamo a leggere isegni della sua presenza.

Il mio augurio per Natale è che tuttiriusciamo a ripartire dalla crisi percomprendere quello che Dio ci sta gri-dando da tempo, cioè: “Amatevi gli unigli altri, perché solo se vi amerete e viaiuterete, vi salverete!”

NEL BUIO DELLA CRISI UNA LUCE

L’indipendenza tarda ad arrivare, il sogno di un lavoro stabile sbiadisce e laprecarietà dell’essere non è mai stata così insostenibile.

Non è un aforisma, ma la breve descrizione di cosa significa avere 20-30 annioggi.

Ci chiamavano generazione X prima, additati come fannulloni poi, ma la re-pubblica degli stagisti è sempre più popolosa. I più temerari tra noi dopo la lau-rea sono emigrati per orgoglio ed hanno fatto la fortuna di un estero che non ciha mai lasciati senza stipendio.

di Eliana Lamanna

Presepe in marmo di epoca bizantina

il Campanile3/6 /2011 SOCIETA’

Il primo degli istituti comprensivi in-cluderà l’attuale sede centrale dellascuola media “Foscolo-Marconi” (viaSettembrini) e le due scuole materna edelementare “Enzo De Muro Lomanto”,quella di via Santa Lucia e il plesso diviale I° maggio denominato “San Gio-vanni Bosco”. Il secondo istituto com-prensivo si chiamerà “Giovanni Bovio– Giuseppe Mazzini” esarà formato, appuntodalla scuola media divia Bovio e dall’ele-mentare/materna dicorso Garibaldi, oltreche dalla scuola del-l’infanzia “Renato Del-l’Andro”. La scuolaelementare e materna“Mauro Carella”, in-fine, con le scuole“Padre Antonio MariaLosito” (per l’infanzia)e “Giovanni Paolo II”(primaria e per l’infan-zia), formerà il terzoente, anche insiemealla sezione distaccata della “Foscolo”in zona 167.

A darne notizia è stato il Sindaco diCanosa, Francesco Ventola, in occa-sione di una diretta radiofonica. La de-cisione è stata presa in base al numerodegli alunni iscritti, tenendo conto dellapopolazione scolastica prevista per iprossimi anni. I dirigenti scolastici sonostati precedentemente invitati ad avan-zare proposte e a condividere tale pro-grammazione. A dettare i terminidell’operazione fu un Dpr del 1998 chestabiliva il dimensionamento ottimaledelle istituzioni scolastiche. La mano-vra finanziaria di quest’anno ha dispo-sto poi l’aggregazione fra scuoledell’infanzia, primarie e secondarie diprimo grado, in istituti comprensivi au-tonomi con almeno 1000 alunni cia-scuno. Le linee di indirizzo sono stateemanate dalla Regione Puglia. Il Co-mune di Canosa ha chiuso la faccendalo scorso novembre, con una delibera di

Giunta e la conseguente trasmissionealla Provincia.

Il nuovo assetto non sembra variarealcunché per quanto riguarda gli alunni,visto che il conteggio è stato fatto pro-prio in base al loro numero. Né, per gliiscritti in un ordine di scuola ad uno deitre istituti comprensivi, sarà automaticoil passaggio alla scuola di grado suc-

cessivo collegata. In altri termini, chifrequenta la scuola dell’infanzia Del-l’Andro, per esempio, non dovrà neces-sariamente iscriversi all’elementareMazzini e poi alla media Bovio. La li-bertà decisionale dei genitori è dunquefatta salva e in tal senso, probabil-mente, continueranno a prevalere fattoriquali la vicinanza di una determinatascuola all’abitazione dell’alunno, o glistudi precedentemente condotti nel-l’istituto in questione da fratelli mag-giori e cugini.

Di pari passo con il discorso relativoal numero degli alunni, procede il ra-gionamento sulla quantità di docentiche continueranno ad insegnare a Ca-nosa: la cifra di questi ultimi è stabilitain base alle classi e agli ordini di scuola,disciplina per disciplina. Da questopunto di vista non preoccupano tanto lenuove disposizioni di legge, quanto icambiamenti possibili, nel lungo pe-riodo, nel numero degli iscritti, legato

alla variazione della popolazione scola-stica in termini assoluti o nei quartieridi residenza delle famiglie. In parolepovere, il quartiere 167 potrebbe risul-tare alla lunga più “giovane” di altri edoffrire, pertanto, un maggior numero diiscritti alle scuole della zona.

Qualcosa potrebbe cambiare, invece,per quel che riguarda gli uffici di segre-

teria e di presidenza.Se l’esigenza, sen-z’altro condivisibile,è quella di ridurre glisprechi dell’ammini-strazione scolastica,non si può negareche sono a rischio lespecificità territo-riali, patrimonio diuna scuola e delcapo di istituto, chesi ripercuotono ine-vitabilmente sull’in-segnamento. Fra icompiti del dirigentec’è, infatti, quello dipromuovere inter-

venti per assicurare la collaborazionedelle risorse culturali, professionali, so-ciali ed economiche del territorio, alfine di assicurare la qualità dei processiformativi. Proprio tali facoltà potreb-bero essere sacrificate. Eppure ciò ri-sulta in contrasto con una fra le finalitàdi tutta l’operazione: la salvaguardiadella pluralità di scelte articolate sul ter-ritorio, invocata dal Dpr del 98 per age-volare il diritto all’istruzione.

DIECI SCUOLE PER TRE ISTITUTIdi Anna Catalano

Tre istituti comprensivi al posto delle attuali dieci scuole, fra materne, elementari e medie. Così cambierà lageografia degli istituti per l’istruzione a Canosa di Puglia, nel prossimo triennio.

il Campanile 6/2011/4SOCIETA’

Vorremmo che il legislatore nazionalevalutasse con discernimento il ruolofondamentale della cooperazione.

Ciò non è accaduto questa estate conla duplice manovra con la quale si sonopenalizzate le BCC, prima come banchecon l’innalzamento dell’irap, poi comecooperative con l’ampliamento dellabase imponibile ai fini IRES, andandoad incidere su un processo di patrimo-nializzazione che, come è noto, per leBCC si fonda esclusivamente sull’ac-cantonamento degli utili. Regole pen-sate da una tecnocrazia sempre piùlontana dai territori rischiano di stroz-zare le possibilità di ripresa dell’econo-mia con un paradossale effettopenalizzante proprio sulle piccole ban-che. Equità non vuol dire “lo stesso pertutti”. Non si può non distinguere se unabanca opera a livello territoriale o trans-nazionale, se lavora nella finanza spe-culativa o solo nell’intermediazionetradizionale e nel sostegno all’economiareale, se nel portafoglio possiede titolidi debito pubblico del suo Stato o titolisubprime. In altri termini le Banche lo-cali possono continuare a svolgere illoro ruolo di sostegno all’economia delterritorio soltanto se norme e regola-menti sono “proporzionati” e coerentialla loro peculiarità, dimensione e com-plessità.

E’ questa una partita che dobbiamosostenere in Europa in piena intesa conConfcooperative, con le altre Banche

Cooperative e con le Banche Popolari. A questo rinnovato impegno da parte

delle banche deve tuttavia far riscontroanche un rinnovamento nella mentalitàdelle Imprese. Le PMI devono fare iconti con una situazione del tutto nuovarispetto al passato, per dirla con il Pre-sidente della Piccola Industria di Con-findustria Vincenzo Boccia, devonodiventare “imprese istituzione” capacidi ragionare su basi innovative. Questoimpone una crescita culturale; per uscireda troppo individualismo vanno ricer-cate alleanze in una logica di integra-zione. I mercati globali sono mercati dinicchia ideali per le imprese italiane.Occorre quindi fare rete tra il sistemabancario, cooperative e imprese per sti-molare innovazione, ricerca, investi-menti e mettere insieme tutti i soggettiistituzionali ed economici per il benecomune.

Occorre collaborare con le Istituzioniin un’opera coraggiosa e determinata dicontrasto alla criminalità che ancora in-quina l’economia, opprime gli impren-ditori sani e scoraggia gli investimentisul nostro territorio. Anche su questofronte le banche stanno facendo la loroparte attraverso il rigoroso rispetto dellepiù stringenti normative antiriciclaggio.

Non posso non concludere questo miointervento senza offrire ai lettori un con-tributo di riflessione sulle parole pro-nunciate dal Cardinale Tarcisio Bertone,durante l’Omelia rivolta ai duemila coo-

peratori presenti sabato scorso nella Ba-silica di San Pietro. Il Card Bertone hasottolineato come, in questa fase di crisianche e soprattutto di valori, sia “neces-sario riuscire a coniugare la finanza, lapolitica, la tecnologia con l’etica, per-ché solo intervenendo a questo livelloprofondo, dove si deve scegliere il mag-gior bene per l’uomo e per la società inbase a criteri di valore, si potrà trovarela strada verso un nuovo assetto econo-mico mondiale, più giusto e solidale”.

Senza indulgere nella retorica, con-cludo citando Monsignor Ravasi ilquale, in un suo recente intervento sullacrisi economica, finanziaria e politicache stiamo vivendo, ha a sua volta citatoun uomo, un grande filosofo e uomo po-litico, ma politico nell’accezione piùelevata che si può attribuire a questotermine. Quest’uomo agli inizi del 900,pur distante dalla nostra cultura cri-stiana, disse: “l’uomo si distrugge conla politica senza principi, con la ric-chezza senza lavoro, con l’intelligenzasenza sapienza, con gli affari senza mo-rale, con la religiosità senza fede, con lacarità senza sacrificio di sè.”

Quell’uomo era Mahatma Gandhi.Dovremmo riflettere tutti sulla in-

quietante attualità di queste parole.

* Presidente della BCC di Canosa Lo-conia e Consigliere di Amm.ne della Fe-derazione delle BCC di Puglia eBasilicata

Le BCC a CONVEGNO, poi a S. PIETRO

di Vincenzo Princigalli *Non esito ad affermare che nel nostro territorio abbiamo co-

stituito un vero e proprio ammortizzatore sociale.Ma la coerenza ha sempre un prezzo e noi lo stiamo pa-

gando in termini di innalzamento della rischiosità dei nostriimpieghi e di riduzione della liquidità.

Quel nuovo rapporto tra banche ed imprese necessario perfinanziare la ripresa, da più parti invocato, costituisce per ilCredito Cooperativo una realtà ed un’azione attuale e con-creta da proseguire sempre con maggior forza e competenza.

Vorremmo semmai, come ha detto efficacemente il Presi-dente di Federcasse, Alessandro Azzi, nel corso del suo inter-vento al recente Congresso, che questo impegno, questaresponsabilità, questa esposizione non lasciassero traccia sol-tanto nei nostri bilanci ma anche nella memoria dei nostri in-terlocutori nelle Istituzioni. Mons. Ravasi

il Campanile5/6/2011 SOCIETA’

La redazione di Canosaweb il 21 no-vembre scorso, sollecitata da alcunelettere di denuncia ricevute nel corsodegli anni da parte di genitori che la-mentavano comportamentipoco “educativi” all’in-terno di scuole della città,richiamava l’attenzione deilettori su alcuni principiispiratori dell’istruzionepubblica moderna (Onu,Unesco, Costituzione ita-liana) e proponeva, se sifossero ravvisate “pratichepenalmente rilevanti”, dirivolgersi agli “organi dipolizia” o al “Ministerodella Pubblica Istruzione”.Sono seguiti alcuni inter-venti che sarebbe stato piùopportuno (a mio parere)firmare con nome e co-gnome senza nascondersi dietro i nick-name. Mi pare elusivo e colpevole(sempre a mio parere) anche il fatto chenessun “addetto ai lavori” abbia sentitoil bisogno di intervenire nel dibattito,evitando di banalizzarlo. Il dovere di ungiornale è prima di tutto quello di in-formare, dovere del giornalista racco-gliere le notizie, verificarle, darne contopubblicamente.

Tralasciando il fatto specifico accen-nato da Canosaweb, i cui elementi nonvenivano precisati e quindi rimangonoin gran parte sconosciuti, pare oppor-tuno fornire ai lettori un’informazionegenerale circa i criteri e le procedureche le scuole devono seguire nella for-mazione delle classi, alla luce dellenorme, del buon senso e dell’etica pro-fessionale.

I criteri per la formazione delle classisono approvati dai componenti del Con-

siglio d’istituto, sentito il parere o laproposta del Collegio dei Docenti. Ispi-randosi a tali criteri, è compito del Di-rigente scolastico, che può farsi

coadiuvare in tale lavoro da uno o piùdocenti, applicarli di fatto nella mappa-tura dei nuovi alunni iscritti e nella loroallocazione nelle diverse sezioni. Finqui la norma.

Non è un lavoro semplice, tutt’altro. Inuovi alunni, di sesso diverso e non ne-cessariamente dello stesso numero, ar-rivano da scuole diverse, hanno avutoinsegnanti diversi, hanno registrato per-corsi e risultati personali molto diversi;tali variabili devono trovare un equili-brio, che diventa ancora più difficile dacostruire, se si aggiungono anche le ri-chieste relative alla scelta della secondalingua straniera. Tuttavia, il risultatonon può che dimostrarsi ed essere per-cepito in modo “equilibrato” nel sensoche nell’applicazione la norma va co-niugata con il buon senso e l’etica pro-fessionale.

A questo punto pare che il lavoro sia

concluso, ma non è così. Ai genitoriviene riservato il diritto di indicare lapreferenza della sezione per il propriofiglio, sapendo tuttavia che se le richie-ste dovessero superare il numero mas-simo di alunni da assegnare ad unadeterminata sezione, il Dirigente dovràtrovare i modi (dettati dal buon senso edall’etica professionale) per accertare le“eccedenze” e distribuirle là dove glialunni mancano. Tutto bene soltanto inteoria, perché alla verifica i genitoriinappagati non gradiscono le decisionie minacciano trasferimenti dei figli in

altre scuole che po-trebbero esaudire iloro desideri; si ag-giungono poi le pres-sioni da parte di alcuniinsegnanti delle scuoledi provenienza, deisupposti amici che sisentono investiti dal-l’afflato del benefat-tore, il timore da partedei Dirigenti di per-dere alunni a vantag-gio di una “concorren-za” sleale. Tali fran-genti, se fossero accet-tati, trasformerebberola norma, il buon

senso e l’etica professionale in altret-tanti optional e si potrebbe giungere ainterpretazioni, conclusioni e risultatidirompenti, in cui le ragioni fonda-mentali della formazione e dell’educa-zione degli alunni, le uniche daprivilegiare, finirebbero per essere di-menticate (l’uso della frase ipotetica inquesto passaggio finale è opportuno).

Le soluzioni per evitare o ridurre taliinconvenienti ci sono e sono note. Se iproblemi sono denunciati e non sono ri-solti, ciò avviene perché forse manca lavolontà di applicarle, è carente la cul-tura sociale dell’integrazione, si privi-legia la volubilità nelle scelte di fondo ela rinuncia ad uno sforzo comune perrestituire dignità ad una “passione edu-cativa” che deve coinvolgere l’interacittà, capace di garantire il diritto di cit-tadinanza ad ogni persona, comin-ciando dai più piccoli e nella scuola.

I care, m’importadi Mario Mangione

In preambolo tre citazioni di don Lorenzo Milani e risalenti agli anni Ses-santa vengono proposte perché aiutino a interpretare e comprendere quantosarà letto di seguito:

- Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali.- Se si perde loro (i ragazzi difficili) la scuola non è più scuola. E’ un ospe-dale che cura i sani e respinge i malati.- Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande “I CARE”. E’ il mottointraducibile dei giovani americani migliori: “me ne importa, mi sta acuore”.

il Campanile 6/2011/6CITTA’

Cos’altro devi fare con la tua automo-bile? Hai bisogno di un caffè nel più belbar della città. Niente paura, lampeggio evia. Fa con calma tanto c’è il lampeggio,qualcuno verrà a chiamarti se un pulmannnon riesce proprio a passare.

Di cos’altro hai bisogno? Devi fermartiin Corso San Sabino, proprio là dove lastrada è stretta, è una cosa urgentissima?Niente paura, posteggia un po’ più vicinoal marciapiede, lampeggio e via. Le mac-chine andranno piano, accarezzeranno latua macchina, ma non le faranno delmale, stai rendendo pure un favore allacittà limitando la velocità dei mezzi, lacittà dovrebbe essertene grata.

Se poi hai bisogno di fare qualcosa dipiù importante, basta procedere oltre, lad-dove Corso San Sabino si allarga adestuario, c’è spazio a destra e sinistra. Tulascia un po’ di spazio centrale per farpassare qualche macchina, posteggia,lampeggio e vai.

Se hai bisogno di fare la spesa, com-prare lampadine, colori e quant’altro, co-raggio, nessun problema, vai in piazzaTerme. Ci sono i posti a pagamento, maascolta, perché pagare per quella mezzo-retta che ti serve? Posteggia regolar-mente, ma inserisci il lampeggio, chicontrolla i grattini crederà che è cosa diun minuto, sarai scambiato per un abi-tante di Piazza Terme, sei salito a pren-dere le chiavi, ma tu non ti preoccupare

,fai con comodo.Se poi non c’è posto a pagamento, non

devi assolutamente prenderti pena, aPiazza Terme ci sono dei passi carrabili,lì c’è posto, però sempre con il lampeg-gio; chi deve entrare nel garage aspetterà,deve imparare ad avere pazienza, chivuole abitare al centro deve pagare loscotto di abitare al centro: è cosa di unminuto e se lasci qualche figlioletto abordo, correranno a chiamarti, faranno unpo’ più di rumore i clacson, potrà arrivareanche qualche vigile, che rimprovererà ilcondomino che ha fatto chiasso e non hapermesso il passaggio delle altre mac-chine, tu impara, dì soltanto “un minuto,mi dispiace e fai la faccia contrita”. Cisono quelli più furbi che si sono forniti diun bel tagliando “invalido”, lo piazzanosul cruscotto e stazionano dove vogliono.Nel tuo giro del lampeggio certamente tiincontrerò in Via Barletta, nelle vicinanzedell’ospedale, proprio là dove il trafficodovrebbe essere più scorrevole per la pro-babilità del passaggio delle ambulanze odi macchine di pronto soccorso, propriolà la legge del lampeggio e anche del nonlampeggio è imperante. Hanno messoanche un vigile ma appena il vigile va via,la legge del lampeggio ritorna a coman-dare. E’ proprio una malattia, un veleno,ma non è stato ancora trovato l’antidoto.Auguri, comunque, amico del lampeggio,capita a tutti di doverlo usare!!!

La legge del lampeggiodi Donato Metta

Non so se la legge che andrò a spiegarvi esista solo nella nostra città o se sia unalegge imperante anche altrove, certo è una legge largamente applicata e osservataqui.

La domanda è: Dove vuoi andare in macchina? In farmacia? Nessuna paura, lascia la tua macchina davanti alla porta della far-

macia, inserisci le luci lampeggianti e vai in farmacia. Le altre macchine? Tu pensaai fatti tuoi, si fermeranno, gireranno, suoneranno i clacson. Tu fa finta di niente,la macchina non è tua. E se non c’è posto davanti alla farmacia? Nessuna paura,c’è posto dall’altro lato, sali sul marciapiede inserisci le luci, mi raccomando, e vaiin farmacia.

Eraclio

PENSIERI E PAROLE...

Prendiamo in prestito le parole del titolo da una bellissima canzonedi Lucio Battisti per fare qualche considerazione sulla tanto discussaiscrizione collocata in piazza Ferrara. Nulla da dire sull’iniziativa, anzi,è stata una bella idea quella di realizzare una lapide che ricordi co‐loro che sono morti nell’adempimento del loro dovere (PENSIERI!).La realizzazione e le parole incise … beh, qualche perplessità le de‐stano (PAROLE). Ma, a parte tutto, riteniamo brutta l’idea di collo‐carla davanti alla colonna romana: ci sembra una tomba con tanto dilapide in pieno centro città, proprio come avviene in Inghilterra, dovei cimiteri sono realizzati in luoghi frequentati, per avere un rapportodi vicinanza con i defunti. I cimiteri inglesi, infatti, sono come i nostrigiardinetti dove si passeggia, si staziona, si discute; per lo più si tro‐vano accanto alle chiese. Che sia una trovata per convincere gli In‐glesi che non siamo così lontani dalla loro cultura, per cui è sbagliatoprendere le distanze dall’euro e dall’Europa? Che dire, siamo al‐l’avanguardia! “La vecchia, a quanto pare, non voleva morire proprioperché doveva ancora conoscere la vita!”L’epigrafe ai caduti

il Campanile7/6/2011 CITTA’

Ins. Acquaviva Altomare - D’Ambra Concetta - Lenoci Antonietta

BIMBOIL “Piccoli reporter”10 circolo “MAZZINI” classi III A e B - a.s. 2011/2012

I tempisono ma-

turi per laraccolta

delle olive.Vengonostesi i te-loni sottogli alberi.

Il contadino spiega che con la vergasi batte sui rami per far cadere leolive sui teloni.

Arracanem: raccogliamo leolive in un unico punto dei teloni per...

Le olive vengono defogliate, lavate e...

...immesse nel frantoio conico (tecnolo-gia moderna) dove le macine schiac-ciano le olive e la pasta va...

Infine una centrifuga rende l’oliopiù limpido.

Il nostro lavoro è terminato e finalmente...

...nella macchina centrale (decanter)che separa l’acqua dall’olio.

...nella gramula, che amal-gama, e grazie a una valvoladi scarico e attraverso lapompa la pasta va...

...metterle nei sacchi e condurle alfrantoio.

O’trapt: le olive vengono raccoltein “vasche” serparate, ognuna conil nome del proprietario, in attesadella molitura.

Noi così impariamo tecniche anti-che e rispettose della natura.

...a tavola

conpane,

olio e po-modoro.

I gusti di unavolta!

il Campanile 6/2011/8POLITICA

La valenza della nostra classe diri-gente, soprattutto da quando i cittadinisono stati espropriati dal diritto diesprimere le proprie preferenze, è an-data peggiorando, per cui, tanto perfare un esempio, siamo scivolati da DeGasperi a Scilipoti.

La domanda inquietante e dramma-tica che ci poniamo tutti è “ perché

siamo arrivati a questo punto?”. Per-ché stiamo scontando 30-40 anni difollie, quando ognuno ha badato aipropri interessi, complici il Governo ei Sindacati, facendo, tra l’altro andarein pensione a 37 anni molti lavoratori.

Ora ci troviamo in grave difficoltà,con un Governo che in estate non hafatto altro che tagli indiscriminati,senza eliminare timori ed incertezzesul futuro economico del nostro Paese.

Solo tagli agli enti locali e statali,alle pensioni, ai lavoratori dipendenti,lasciando fuori ancora una volta patri-

moni e grandi rendite e trascurando difare una battaglia feroce all’evasionefiscale, che in Italia raggiunge la cifradi 5 manovre da cinquanta miliardil’una.

Ci si domanda anche perché questoPaese non cresce. Ma perché è unPaese ingessato da tanti lacci e laccioliche lo penalizzano: da una parte una

destra che difende i grandi patrimoni,dall’altra una sinistra che si fa venire ilmal di pancia, quando si toccano lepensioni di anzianità, difficili da tro-vare in altre parti del mondo.

Una politica che difende a spadatratta gli interessi particolaristici delproprio orticello è destinata ad essereuna politica mediocre, mentre una po-litica lungimirante, capace di ade-guarsi alle difficoltà del momento peril raggiungimento del bene comune,potrebbe senz’altro dare slancio ecompetitività al proprio Paese.

Da poco tempo il Governo Berlu-sconi è stato sostituito da quello delprof. Monti, costituito da tutti tecnici.Il prof. Monti è uno di quei pochi ita-liani importanti, conosciuto a livellomondiale: serio, concreto, competente.

Con la sua nomina il Paese ha volutovoltare pagina. Sa di dover affrontareuna situazione economica e socialecritica, drammatica, che avrà bisognodi riforme giuste ed utili, affondando ilbisturi soprattutto in alcuni settoridove i privilegi di alcune classi socialisono diventati insopportabili, a co-minciare da quelli relativi alla cosid-detta “casta” dei politici, strapagatama non sempre attenta ad interpretarele esigenze dei cittadini più deboli.

In tutta fretta, proprio perché la si-tuazione è grave, questo Governo hapreparato un pacchetto di provvedi-menti, che sono stati giudicati da poli-tici e parti sociali molto iniqui, perchérivolti a far pagare i “soliti noti “.Forse il Professore non ha avuto moltotempo a disposizione per cui ha do-vuto fare una manovra per fare subitocassa.

Sono convinto, però, che questo Go-verno, una volta superato il momentodi emergenza, metterà mano a provve-dimenti, che implicheranno riformestrutturali, di cui il Paese ha urgentebisogno.

Non dimentichiamo che questo Paeseha sempre vissuto al di sopra delle pro-prie possibilità, creando una rete di pro-tezioni corporative di ogni tipo.

Ora ha tutte le carte in regola per in-terrompere questo circolo vizioso diinteressi precostituiti, far pagare letasse agli evasori, dare slancio ad unaeconomia ferma da anni, al fine didare agli Italiani, ogni tanto avvezziad “innamorarsi dell’uomo forte enuovo” una speranza di vita miglioree serena.

Perché, se per malaugurate circo-stanze questo Governo dovesse fallire,ricordiamoci che la posta in palio è ilfuturo del nostro Paese.

UN PAESE DA SALVAREdi Umberto Coppola

Mi ha mandato in profonda depressione la risposta data da un deputato adun giornalista, il quale gli chiedeva che cosa significasse per lui “lo spread“. Nonostante ogni giorno e chissà quante volte in TV ce lo avessero spie-gato, il deputato interpellato dette una risposta lontana mille miglia dal suovero significato, facendo rizzare i capelli a quelli che, malauguratamente,stavamo a sentirlo.

In quel momento ho avuto la conferma di ciò che da molti anni avevo sem-pre sospettato: l’inadeguatezza della nostra classe politica a poter tenere sal-damente in mano le redini di una nave, che ogni giorno sta naufragandosempre più.

il Campanile9/6/2011 CITTA’

Da qualche tempo discutevamo inredazione sul ruolo che il nostro

giornale avrebbe potuto giocare in rife-rimento agli ultimi avvenimenti politicinazionali, riparametrando le informa-zioni, riportando il campo d’indagine el’analisi sul nostro territorio e all’in-terno della nostra comunità, così comeriteniamo sia giusto e doveroso da partenostra, anche in considerazione del fattoche ci stiamo preparando alle prossimeconsultazioni elettorali per l’elezione delnuovo Sindaco e dei componenti di unrinnovato Consiglio comunale. L’inizia-tiva che abbiamo concordato e realizzatosi è basata su due motivazioni: mettereintorno ad un tavolo persone che fosseroespressione di alcune tra le più impor-tanti realtà economiche e culturali dellacittà senza che fossero anche e necessa-riamente impegnate attivamente in poli-tica; riuscire a far emergere accantoall’analisi dei problemi e delle lorocause, indicazioni utili che possano ser-vire a coloro che si candideranno a gui-dare e amministrare la città nei prossimianni.

Il passaggio successivo è stato breve:una serie di nomi da contattare, alcunetelefonate per spiegare e ottenere ade-sioni, la scelta del giorno e dell’ora del-l’incontro.

Intorno al tavolo siedono (ci serviamodel presente storico per consentire unavirtuale partecipazione dei lettori) i trecaporedattori del giornale, Antonio Bu-fano, corrispondente della Gazzetta delMezzogiorno, incaricato di guidare laconversazione e di enucleare le do-mande da porgere agli ospiti, GiuseppeMatarrese, architetto, Luigi Lenoci,imprenditore del settore agroalimentaree presidente della Società Cooperativa2LM, Enzo Princigalli, avvocato e pre-sidente della locale Banca di CreditoCooperativo, Sabino Silvestri, presi-dente della Fondazione ArcheologicaCanosina.

Antonio Bufano ribadisce le ragionidell’iniziativa e indica le modalità dellaconversazione, che sarà sviluppata in-torno a quattro domande-chiave rivoltead ognuno degli ospiti per le loro speci-fiche competenze, ma intorno alle quali

tutti potranno aggiungere il proprio per-sonale contributo.

La prima domanda è rivolta a Giu-seppe Matarrese.

Negli ultimi trenta/venti anni i resi-denti sono aumentati di poco, la cittàal contrario è cresciuta molto in ter-mini di espansione urbanistica. Inuovi immobili sono molti e sono staticostruiti prevalentemente nella zona167 o Canosa Alta, e in altri quartiericomunque decentrati e lontani dalcentro urbano tradizionale. E’ il mo-mento di porre un freno all’espan-sione edilizia, visto che essa non èlegata a fattori di incremento produt-tivo, ma è stata determinata solo dalbisogno di soddisfare una domandache, sovrastimata nelle previsioni, si èrivelata eccedente? Tuttavia, è preve-dibile che se rallentasse il settore del-l’edilizia, così come in parte staaccadendo, ne conseguirebbe il bloccodi una parte rilevante dell’economialocale. Pertanto, in quale direzionedeve muoversi l’edilizia del futuronella nostra città?

La risposta dell’architetto parte da lon-tano. “Negli ultimi venti anni si è co-struito prevalentemente per soddisfarebisogni abitativi reali, realizzando im-mobili a costi contenuti, che potesseroincontrare il favore e intercettare le di-sponibilità economico-finanziarie deipotenziali utilizzatori, anche grazie aduna legislazione di favore. Ciò ha per-

messo a molte famiglie di abitare in unacasa di proprietà. Oggi la situazione ènotevolmente cambiata, abbiamo la pre-senza di immobili inutilizzati che si ag-gira intorno al trenta/trentacinquepercento rispetto al costruito. Canosa,quindi, allo stato non ha bisogno di ul-teriori espansioni, di consumare territo-rio, di investire con costi altissimi perurbanizzare nuove aree. Un altro aspettoriguarda l’imprenditoria edile. In questianni, nonostante lo sviluppo edilizio dicui si è detto, non è cresciuta una classedi imprenditori edili, come è accaduto inaltre città limitrofe. A Canosa, piuttosto,ci sono abili e bravi muratori, ma nonimprese che per dimensioni e strutturagestionale siano in grado di competeresul piano dell’edilizia, sia pubblica cheprivata. Tale aspetto è grave, ed è resoevidente dal fatto che i lavori di mag-giore importanza sono affidati oggi adimprese esterne. Occorre prendere co-scenza che a Canosa l’edilizia non puòe non deve identificarsi soltanto nellacasa, ma deve attivarsi per offrire rispo-ste in settori legati alla realizzazione diservizi, attivitaè industriali, infrastruttu-rali. Se le imprese, gli operatori, ed i varisoggetti che aggiscono sul territorio, nonsi sforzerranno di adeguarsi alle mutatecondizioni stotiche ed economiche po-tranno realizzare solo piccoli lavoti nel-l’ambito delle ristrutturazioni”.

Sabino Silvestri chiede se sia utilel’approvazione di un piano industriale.

FORUM SULLA CITTA’a cura della Redazione

I partecipanti al forum

il Campanile 6/2011/10CITTA’Giuseppe Matarrese interviene

affermando che “allo stato, manca la di-sponibilità immediata di aree attrezzate;che il PIP è stato approvato da poco, eda poco sono in corso bandi per la rea-lizzazione di opere di urbanizzazioneprimaria. La necessita di reperire nuovearee industriali è stata codificata nelPiano Regolatore approvato negli anniscorsi, nel quale appunto si prevedeva lospostamento della zona industriale di viaCerignola, senza offrire in alternativa aipotenziali investitori ragioni concrete edaree immdiatamente utilizzabili per rea-lizzare i propri progetti industriali e/o ar-tigianali. Lo stesso mega-progetto del S.Giorgio Village prevedeva spese infra-strutturali che oggi non sarebbe possibilereperire e spendere in tempi certi.

Antonio Bufano formula la secondadomanda, rivolgendola a Luigi Lenoci.

In un’economia globalizzata il diffe-renziale competitivo con altre realtàproduttive che hanno politiche com-merciali più aggressive dipende dallaqualità e dall’innovazione tecnologicadei processi produttivi. Tu che ti staimuovendo su questo binario (qualitàe tecnologia), ritieni che il settore agri-colo complessivo a Canosa stia fa-cendo altrettanto?

“Il mio è un no secco; mancano le ri-sorse finanziarie. Tuttavia questo bino-mio di qualità e tecnologia è l’unicastrada percorribile e non c’è possibilitàdi ritorno al passato. Purtroppo all’agri-coltura del presente e del futuro man-cano le nuove generazioni. Gliagricoltori devono capire che la stradaobbligata è quella consorziale, capace diprocurarsi gli strumenti tecnologici permigliorare la qualità del prodotto, tra-sparente nella gestione, efficace in rife-rimento al processo produttivo ecommerciale, efficiente nell’equilibraree coordinare gli investimenti con i risul-tati d’esercizio e nell’affrontare le sfidedei mercati, di accorciare la filiera finoal consumatore abbattendo costi inter-medi e strozzature speculative. Sonostato in Cina per capire ed esplorare lepotenzialità che tale mercato può offrire.I miei interlocutori mi chiedevano per-ché il mondo produttivo italiano fossecosì poco presente da loro”.

Interviene sull’argomento GiuseppeMatarrese proprio sull’aspetto del ri-cambio generazionale in agricoltura.“Ho osservato e rilevato quanto sta ac-

cadendo in regioni come il Trentino e ilVeneto, dove si registra un ragguarde-vole ritorno all’intrapresa agricola,segno che questo settore economico, ri-spetto ad altri, consente margini mag-giori di reddito e, in prospettiva, vedeaprirsi nuovi mercati internazionali.” Ealla domanda di don Felice su cosapossa concretamente fare l’amministra-zione pubblica, è lo stesso Matarreseche aggiunge come “essa possa suppor-tare con una burocrazia snella e tempe-stive indicazioni relative alla logisticaealla realizzazione delle infrastrutture, i

tempi e i modi per la creazione e lo svi-luppo di iniziative di cooperazione, lautilizzazione di marchi, la diffusionedelle conoscenze.”

Quando Antonio Bufano chiede se cisono stati in passato tentativi in tale di-rezione, Luigi Lenoci invita ad “osser-vare la realtà produttiva dell’agricolturasul territorio canosino per capire che, setentativi ci sono stati, sono presto abor-titi per una serie di ragioni che sarebbeingiusto addebitare esclusivamente alleamministrazioni comunali del passato,forse perché non ci sono state personecapaci di dare sostanza, respiro e futuroai progetti, intorno ai quali dovevanocoagularsi gli interessi particolari deipotenziali partecipanti.”

La successiva domanda di don Felicese “le banche presenti in città investononell’agricoltura”, si salda al nuovo in-tervento di Antonio Bufano nei con-fronti di Enzo Princigalli.

Il numero degli sportelli e delle fi-liali delle banche a Canosa cresce.

Una banca apre non perché è attrattadalla bellezza del territorio, ma dal-l’economia locale, dai depositi, dai ri-sparmi delle famiglie, oppure dallapossibilità di avere sul posto un bacinoimprenditoriale con il quale può lavo-rare attraverso i prestiti, necessari pergli investimenti. Se le banche hannotali compiti e a Canosa impiantanonuovi sportelli, si può affermare cheesse lo facciano perché ravvisano neltessuto economico una buona econo-mia, o al contrario lo fanno per altriscopi?

Enzo Princigalli risponde in manieraarticolata. “La crisi economico-finanzia-ria internazionale si fa sentire pesante-mente e morde inevitabilmente anche leeconomie locali. Oggi c’è bisogno di so-stenere più che di investire. Le banchemancano di liquidità, ma nello stessotempo aprono nuovi sportelli essenzial-mente per rastrellare danaro, propo-nendo una concorrenza non sempretrasparente e comunque a breve termine.Si tratta di risorse che vengono attintesul nostro territorio ed investite altrove.Inoltre le grandi Banche stanno ridu-cendo i finanziamenti per lanciarsi inuna sfrenata concorrenza al rialzo, perreperire liquidità e successivamente farsipagare quel denaro a costi proibitivi. LaBanca che io rappresento, così cometutte le Banche di Credito Cooperativo,per vocazione e missione, oggi stannoinvece aiutando le famiglie e le impresein crisi, pur con tutte le doverose cau-tele, spesso sottraendoli a letali crisi fi-nanziarie o peggio all’usura. La Banca

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Donato Metta, Mario Mangione, Antonio Buffano

il Campanile11/6/2011 CITTA’

di Credito Cooperativo di Canosa stasvolgendo un ruolo che non esito a defi-nire di ammortizzatore sociale conti-nuando ad erogare mutui ed affidamentia costi contenuti.

A mio parere non si può imputareall’Amministrazione pubblica la crisi inatto, tuttavia ci sono atti ed azioni che inquesti frangenti l’Amministrazioneavrebbe potuto intraprendere. Ad esem-pio ci sono imprenditori e professionistiche vantano crediti nei confronti del Co-mune. Quest’ultimo aveva proposto alleBanche una Convenzione che, in riferi-mento ai crediti vantati, avrebbe garan-tito la relativa liquidazione in tempicerti, a fronte di anticipazioni bancarie,ma dall’esame delle clausole predispo-ste dal Comune la garanzia si è rivelatasostanzialmente inopponibile ed èquindi sfumata ogni possibilità di colla-borazione.”

Alla domanda di Bufano se il turismoa Canosa può essere un settore econo-mico interessante per le banche, Princi-galli aggiunge che “i grandi numeri sononell’edilizia e nell’agricoltura. A Canosac’è un problema legato alle professioni.Non abbiamo un notaio, né un magi-strato, figli di questa terra. Si percepisceuna mediocrità diffusa, i giovani laureatipreferiscono andare via, sperimentarenuove e più promettenti carriere in altreregioni e anche fuori dall’Italia, e spessoci riescono. Sui problemi e sulle solu-zioni per risolverli sembriamo superfi-ciali, approssimativi. Alcuni risultatisono stati ottenuti, ma non sono apprez-zabili. Come può proporsi ai grandi cir-cuiti turistici una Città che si presentacon rifiuti speciali e spesso tossici chedanno il benvenuto? I margini dellestrade periferiche che conducono ai sitiarcheologici si presentano come discari-che a cielo aperto. Scusatemi, ma iosono per la tolleranza zero in materiaambientale senza enfatizzazioni o stru-mentalizzazioni politiche ma, accidenti,le persone incivili in questa Città vannoperseguite severamente.

E che dire poi dell’assurdità di un sitoarcheologico come Giove Toro da de-cenni ostaggio della burocrazia più ot-tusa che si palleggia la responsabilità elascia che un patrimonio dell’interaumanità sia “dichiarato fallito” con ilproprietario del terreno? La Tomba degliOri seppellita per sempre! A quando i si-gilli del Tribunale all’ Arco Traiano?

Un altro “spettacolo” dello stato in cuiversa la nostra Città è quello offerto daiServizi Sociali. Come si può pensare dirisolvere i problemi economici e socialied il grave disagio di tantissime famiglieo di singoli individui, con gli uffici pre-posti ai Servizi sociali sottodimensio-nati?”

Mi rendo conto che, le mie, sonoesemplificazioni di un problema moltopiù complesso, ma già questo la dicelunga su quanto lavoro ci sia da fare!”.

Antonio Bufano articola l’ultima do-manda chiamando in causa Sabino Sil-

vestri.I privati, dalla Fondazione Archeo-

logica Canosina alle altre associazioniculturali, operanti in città, stanno so-stituendo l’intervento pubblico nelleiniziative volte a favorire la diffusionedella conoscenza della nostra storia daparte della popolazione, presuppostoimprescindibile perché tale cono-scenza si consolidi e si trasformi incultura. Gli effetti positivi del vostrolavoro sono tangibili, ma non soddi-sfano ancora. Occorrono altre inizia-tive, occorre intraprendere passi inavanti a completamento del percorsogià delineato e sperimentato. In qualedirezione e con quali mezzi la culturadeve conquistarsi altro spazio nelprossimo futuro?

“Molti pensano che la crisi sia già allenostre spalle; io credo che il periodo piùduro debba ancora arrivare. Cosa fare,allora? Attendere passivamente che latempesta si plachi da sola? Io credo chein questa emergenza servano due cose:le buone idee, che vanno stimolate, fa-

vorite e finanziate, e l’amore sincero perla propria terra, per la propria città. IlMuseo di Palazzo Sinesi è stato per noiun’autentica scommessa e, anche a dettadi esperti, è quasi un miracolo che si rie-sca a farlo funzionare con le insufficientidisponibilità finanziarie ordinarie. Ab-biamo il problema delle aree archeolo-giche perché gestirle costa e non è faciletrovare risorse adeguate a conservarle ea valorizzarle. Puntiamo molto sul vo-lontariato, che in molti casi ci ha per-messo e ci consente di essere attivi nelleiniziative programmate. Lo stesso teatro

Lembo, recentemente inaugurato, rap-presenta un impegno che dovrà trovare,nel futuro, risorse, intelligenze, idee,programmi, che servano a non ridurlo adun contenitore vuoto. Io sono convintoche a Canosa c’è cultura e potrei dimo-strarlo citando le tante attività legate al-l’archeologia, alle campagne di scavo,alle ricerche, ai convegni, alle mostre,agli spettacoli, che hanno coinvolto stu-diosi e università intorno ad una realtàstorica così ricca di testimonianze.  Maforse non c’è quella partecipazione allaCultura di tante fasce della popolazione,che invece ci auguriamo possa avvenirenei prossimi anni. Poiché riteniamo chela qualità dell’iniziativa debba essere ca-ratterizzata anche dalla qualità della ge-stione, abbiamo ipotizzato che in futurol’Amministrazione comunale possa in-dicare un consigliere delegato alla solaarcheologia o ai Beni Culturali per aiu-tarci a svolgere meglio il nostro com-pito, richercando quelle sinergieneccessarie non solo con l’amministra-zione comunale, ma anche con tutti

Giuseppe Matarrese, Luigi Lenoci, Enzo Princigalli

il Campanile 6/2011/12CITTA’

gli enti pubblici interessati. Stiamo mo-tivando le compagnie teatrali affinchèpossano rappresentare i loro spettacolisui siti archeologici all’uopo attrezzati,ambientando spettacoli particolari per lelocation che i Beni Culturali del nostroterritorio rappresentano, mettendoli inscena, specie durante il periodo inver-nale, nel teatro Lembo. In altre città cisono imprenditori turistici che si inven-tano iniziative di carattere archeologicoe storico, accanto alle quali promuovereattività che coinvolgano altri settori eco-nomici e facciano conoscere prodotti diqualità tipici della zona. Siamo statianche quest’anno a Paestum per l’an-nuale Borsa del Turismo Archeologico.

Abbiamo ottenuto l’attenzione di tantioperatori presenti, ma non siamo stati ingrado di offrire pacchetti turistici com-pleti che inducano i potenziali fruitori apreferire la permanenza nella nostra cittàper uno o più giorni. Da noi manca an-cora questa capacità di coordinamento,di programmazione, di fantasia, attornoalla quale dobbiamo lavorare per svilup-pare un turismo che non sia solo di pas-saggio, ma sia stanziale, destagionalizzatoe che faccia conoscere e soprattutto ac-quistare i nostro ottimi prodotti enoga-stronomici, sperando che presto siattirino anche produzioni artigianali ti-piche”. La conversazione si conclude con unaconsiderazione su cui convergono i no-

stri ospiti e che riprende un’idea emersain precedenza sul presupposto che nes-suna iniziativa potrà avere buon esito senon è accompagnata da un sinceroamore per la propria città. Traduciamotale riflessione in una domanda che por-giamo ai nostri lettori: coloro che in fu-turo si dedicheranno alla politica attivae la classe dirigente saranno capaci, inquesti momenti di grandi difficoltà,sulla base del comune amore per la no-stra terra, trovare ampie convergenzeprogrammatorie che trovino compi-mento in iniziative positive e corag-giose, esempi per trasmettere erafforzare nella comunità sentimenti dicollaborazione, di rispetto reciproco edel bene comune, di concreto civismo?

In chiusura d’anno e con l’approssi-marsi della conclusione del mandatoelettorale, è bisogno istintivo quello diriflettere sugli accadimenti e ragionarein termini di prospettiva.

Stiamo attraversando un momento di difficoltà econo-mica marcata ed ampia in cui è davvero complesso indivi-duare vie d’uscita e, quindi, fare scelte appropriate edoffrire indicazioni utili per i concittadini. Costantemente,infatti, ci vengono poste problematiche di grande respiro obisogni più spiccioli, quelli di ogni giorno, che proprio per-chè tali, spesso, sono i più pressanti ed indilazionabili.

A fronte di tali consapevolezze, sono questi i momenti neiquali una Comunità deve operare concentrando gli sforzida indirizzare in maniera quanto più concorde possibile.Tanto affinchè la dialettica e le posizioni di tutti, dovero-samente rispettabili e rispettate, non costituiscano stru-mentali elementi di scontro: diversamente, nell’interessedelle parti, oltre ad esacerbare gli animi e le posizioni con-trapposte, si disperderebbero energie senza costituire unpropositivo contributo.

In generale, sul piano politico la Città è cresciuta. Negliultimi anni la politica cittadina si è dimostrata matura ecapace di assicurare la necessaria stabilità per progettaree realizzare un percorso compiuto che non fosse la risul-tanza di forzature, di diktat o condizionamenti di sorta. Neè seguita una continuità amministrativa che ci consegnarisultati importanti grazie al concorso di tutti ed al di làdei contrapposti schieramenti. Tanto è stato vero speciequando in campo sono state coinvolte le istituzioni pubbli-che con le loro autorevoli figure rappresentative: un esem-pio su tutti il Teatro Comunale Raffaele LEMBO che haregistrato una esemplare collaborazione dei differenti li-velli di governo nazionale, regionale e locale.

Ma è anche di queste ore, ad ulteriore esempio – lo ap-prendo nel mentre sono a scriverVi -, il nulla osta del GenioCivile della Regione Puglia sul Piano Urbanistico Gene-

rale. Sono temi importanti i cui risultati sono una sommadi conquiste graduali seguite passo passo, giorno dopogiorno. Se la gente lamenta i ritardi legati alla burocrazia,è chiaro che è chi amministra per primo a subire spesso lelungaggini procedurali, dovendo affrontarle quotidiana-mente, ed è conseguentemente grande la soddisfazione deirisultati raggiunti.

In questo quadro di proficuo cammino, l’apporto dellediverse componenti sociali della nostra Comunità è essen-ziale. Tra queste, poi, Il Campanile rappresenta una realtàautorevole ed accreditata che molto concorrere nel dibat-tito e non si può non renderne merito e riconoscenza.

A riprova va sottolineato che negli appuntamenti eletto-rali sin qui celebrati, quanto innanzi è stato puntualmenteosservato, ne va dato atto. Anche per il periodo che a brevesaremo chiamati a condividere, in funzione della prossimascadenza amministrativa, sono certo che nel Campanile laCittà troverà il consolidato strumento di confronto di ideeaffinchè si possa affrontare al meglio le sfide sempre piùcomplesse e difficili che ci sono davanti.

La nostra Comunità è ricca di risorse, come ricca è lanostra storia, prezioso è il nostro territorio. Sono elementiquesti che insieme hanno caratterizzato il passato più pros-simo e meno prossimo e che non possono non costituire glielementi di forza per il nostro futuro.

Nasce da questi convincimenti uno sguardo ottimisticoche vuole trovare sempre maggiori stimoli ed energie persuperare gli ostacoli lavorando con entusiasmo e passione

Con questo spirito, nel cogliere l’occasione per inviare atutti i migliori auguri per le prossime festività, a Voi, anome dell’Amministrazione e della Città, confermo i senti-menti di gratitudine per l’impegno, oltre la mia personaleconsiderazione.

Molto cordialmente

Francesco VENTOLA,AP/79-11

Il SINDACO CI SCRIVE...

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il Campanile13/6/2011 CITTA’

UNA NUOVA “OASI” di paceFesta dei Nonni

Il 2 ottobre si è celebrata la festa dei Nonni, istituita nel 2005 dalParlamento. Una festa giovane dal sapore antico che ha riconosciutoufficialmente il ruolo fondamentale dei Nonni. La ricorrenza è intesacome momento di incontro e riconoscenza nei confronti di chi havegliato sui nostri passi come angeli custodi.

Nella Rsa (Residenza socio assistenziale) per anziani “Oasi Arciv.Francesco Minerva” la festa dei Nonni è stato un evento particolar-mente sentito sia dagli ospiti che dai parenti, ai quali i Nonni hannodedicato una lettera dettata dal cuore:

“Figli cari, vi ricordiamo con tanto amore e vi pensiamo sem-pre…

Il ricordo più bello è quello della vostra nascita, ma con sincerità,ancor più emozionante è stato l’arrivo dei nipotini che abbiamocullato, coccolato e amato con tutto il cuore, come abbiamo fattocon voi. Oggi, giorno dedicato ai nonni, per noi è un giorno difesta… la presenza dei nipoti, dei figli e di tutte le persone care…è la gioia più frande.

Il regalo che desideriamo? Non scordatevi di noi!! Vi amiamocome sempre abbiamo fatto!!”

I Nonnini dell’OasiPer l’occasione i Nonnini, accompagnati dal Personale della 3S So-

cietà Cooperativa Sociale, hanno salutato allegramente la cittadi-nanza canosina percorrendo le vie del paese a bordo del trenino diGiuseppe Caputo.

Una giornata davvero speciale che ha regalato sorrisi a tutti…Grazie!

Come ogni anno la famiglia Leone ( al completo ),ospita il Gruppo Amici presso la loro struttura in zona

Costantinopoli, per trascorrere una serata all’insegna del-l’ospitalità, della gastronomia, della musica e del diverti-mento.

Mentre le donne Leone...sono indaffarate nella prepara-zione delle pizze e la messa a fuoco del forno, il gruppo gui-

dato da Sabino Leone visita il suggestivo itinerario dellegrotte, un autentico museo della cultura contadina e uno spac-cato dell’800 con le sue cave scavate a mano dalle forti brac-cia dei nostri nonni e bisnonni.

Finita la visita, Sabino finisce di essere una guida e veste ipanni del d.j., la musica coinvolge immediatamente i ragazziche si scatenano in balli di gruppo e di coppia.

UNA SERATA DA LEONE...

Gruppo Amici alle grotte Leone

GRUPPO AMICI

Gli anziani sul trenino

Festa di fine estate

La “fanova” dell’Immacolata

il Campanile 6/2011/14CULTURA

I corposi dieci volumi riguardanti Ca-nosa sono stati definiti dal prof. CosimoDamiano Fonseca “l’Enciclopedia diCanosa”.

Definiamo casuale un primo volumeriguardante una bella mostra di “Santisotto campana”, allestita in Basilica. Lapreziosità degli oggetti esposti e l’im-portanza di una testimonianza devozio-nale antica, doppiamente preziosa per lasua fragilità, indusse il comitato scien-tifico del Centro a varare un libro-cata-logo sulla mostra con la collaborazionedi esperti del settore. A questa primapubblicazione, che ebbe molto suc-cesso, si agganciò, a breve scadenza, laricerca su San Sabino, uomo, vescovo,diplomatico, taumaturgo, veggente.Personaggio fulcro e volano per la sto-ria di questa città. Il convegno su SanSabino e la pubblicazione dei relativiAtti furono organizzati abbastanza rapi-damente, grazie alle numerose compe-tenze universitarie e non, giovani

compresi, presenti sul territorio. Di se-guito, di anno in anno, i convegni e i vo-lumi degli Atti si sono susseguitiannualmente. I convegni sono duratianche tre giorni, con un arco temporaledi interventi che, iniziando dagli studidi archeologia, periodo dopo periodo,hanno raggiunto l’ età contemporanea.Tale procedura ha consentito e tuttoraconsente una lettuta sinottica dei testi efornisce spaccati di storia archeologica,militare, religiosa, economica e socialedi secoli. Un tempo “senza tempo” e li-mitazioni geografiche nei confronti deidiversi momenti storici che coprono unarco temporale che inizia da prima diCristo per giungere ad oggi. La storia diun’antichissima città, posta sull’Appiaantica e che si racconta e rivive il suopassato di fama ed oscurità, di guerra edi pace, di lavoro e fatica, miseria e do-lore, nell’attesa di un riscatto sociale.Una panoramica storica a trecentoses-santa gradi, grazie alle tante aree di in-

dagine raccolte via via nei volumi degliAtti. Tutta questa ricerca allo scopo difar conoscere la propria storia ai citta-dini del territorio in questo secondo mil-lennio. Sapere la propria storia,arricchisce la coscienza di sè.

L’ opera raccoglie gli Atti del Con-vegno del 2009, convegno che ha avutol’onore di meritare la medaglia per me-riti culturali dal Presidente della Re-pubblica On. dott. Giorgio Napolitano.

Sembra sia l’unica in Puglia e questorende tutti, promotori, sostenitori e so-prattutto gli studiosi che hanno lavoratoa questo decennale progetto, doppia-mente fieri per aver contribuito alla co-struzione di una importante pagina dellastoria italiana. Sono stati tutti bravis-simi e la città di Canosa ha con loro ungrosso debito di gratitudine.

Il volume del decennale 1999-2009ha la caratteristica di essere articolato indue sezioni. La prima sezione raccogliei saggi degli studiosi che hanno lavoratoe studiato la parte riguardante le ricer-che archeologiche della città ed i colle-gamenti trasversali che esse consentonodi effettuare soprattutto sul piano antro-pologico.

La prima sezione del volume si di-pana lentamente ed in modo particolar-mente articolato perchè le relazioni chela compongono sono costruite su un in-sieme di ritrovamenti che hanno dato divolta in volta risultati parziali. Risultatiche sono andati sommandosi e co-struendosi via via, nel tempo, un tempodurato dieci anni, e che ha consentito diaccertare, anche con l’aiuto delle fontiagiografiche, la presenza di chiese an-tichissime dedicate alla Vergine in po-sizione non ancora centralissima, malimitrofa all’area urbana. Ogni edificio,oltre alla pianta della parte centrale,svela le adiacenze ed il loro eventualeuso ed offre anche le testimonianze diquanto rimane delle decorazioni muralie pavimentali. Tanti elementi che con-sentono di verificare, successivamente,le molteplici possibilità di reimpiegosuccessivo in altri edifici più tardi.

PRESENTAZIONE DEL VOLUME “CANOSA. RICERCHE STORICHE.

DECENNIO 1999- 2009” Il volume “Canosa. Ricerche storiche. Decennio 1999-2009” rappresenta la

tappa conclusiva di un lungo percorso decennale di ricerca storica su Canosa eil territorio limitrofo. Un percorso che ha visto, anno dopo anno, l’organizza-zione di convegni di alto livello scientifico, i cui partecipanti sono i docenti delleUniversità pugliesi ed i colleghi delle diverse Università italiane, con le loroscuole, che hanno svolto ricerche archeologiche in un sito ricchissimo. Ogniconvegno ha concluso i suoi lavori con la pubblicazione del volume degli Atti,che hanno arricchito la già ricca collana del Centro Studi Storici e Socio-Reli-giosi in Puglia, centro fondato, anche se con diversa denominazione, nel 1988.

La prof.ssa Bertoldi Lenoci e la dott.ssa Isabella Lapi, Dirigente Regionale Beni Culturali

il Campanile15/6/2011 CULTURA

Tanti studi e tanto materiale storicoarcheologico antico e medioevale delterritorio hanno fortunatamente unaloro collocazione nei musei cittadinidove sono inventariati e, ci auguriamo,tutelati dai furti. La prima sezione delvolume si chiude con questa rassicu-rante certezza alla quale si affiancal’opera encomiabile del Nucleo dei ca-rabinieri per la tutela dei beni artistici:una istituzione che ha già dato provadelle sue capacità, recuperando nel2007 il Crocifisso di avorio trafugatodalla Cattedrale una quindicina di anniprima.

La seconda sezione ha le sue radiciovviamente nell’area dell’archeologia,dal momento che l’indagine particola-reggiata della Basilica Cattedrale di SanSabino non può che iniziare dalle testi-monianze archeologiche fornite dalla “domus romana” sulla quale fu retto ilsuo primo nucleo.

Tutta questa indagine storico-archeo-logica e documentale può essere consi-derata la piattaforma sulla quale si sonopoggiati e poi si sono svolti i restauridecennali del monumento. Restauri ra-dicali, dalle fondamenta alle cupole.Quelle splendide cupole recuperate per-fettamente nella forma e nei colori conil reimpiego delle tegole sabiniane.Oggi occhieggiano magnifiche tra ilverde dei pini marittimi. Anche per labasilica il percorso di indagine antece-dente e contemporaneo al restauro èstato un dipanarsi e un affiancarsi di ri-cerche, divenute poi relazioni al conve-gno del 2009, nelle quali si sonoindagate le prime realtà costruttive, gli

ampliamenti e i reimpieghi sempre pre-senti. Si sono rilette le iscrizioni chefanno la storia dei “gestori del monu-mento” e passo passo si sono percorsi isecoli del medioevo per giungere poi all‘età moderna sia per la cripta che per laBasilica.

Restauri vuoI dire anche scoperte. Lalettura attenta dei documenti conservatinell’archivio prevostale (anticamenteCanosa era una prevostura) hanno con-sentito una scoperta strepitosa ed inspe-rata. Eliminando parte dell’intonaco deltransetto, è venuto alla luce un lacertodi affresco: il volto di una “pia donnapiangente”, sicuramente parte di unadecorazione pittorica, che illustrava unaCrocifissione. Alla luce di questa im-magine dipinta, la Basilica di San Sa-bino entra a far parte delle migliaia di

chiese presenti in tutta l’Europa Cri-stiana, nelle quali le decorazioni parie-tali raccontano la storia sacra. In Puglia,ricordiamo la chiesa di Santa Caterinadi Galatina, in Italia la Cappella degliScrovegni di Padova, in Europa, e pre-cisamente in Francia, la Cappella di S.Marie Fountaine. La storia sacra, spe-cialmente la Passione di Cristo, vienerappresentata in una sequenza di imma-gini, antiche strips, per insegnare la Sto-ria Sacra, nello specifico la Passioneagli analfabeti. Dipinti seriali a scopodidattico. La loro importanza non è le-gata al loro valore antico, ma soprat-tutto al valore che hanno nel trasmetterela storia del sacrificio del Cristo, edu-care i devoti illetterati e, considerandotutta l’Europa cristiana dopo il VI se-colo, popoli di lingue diverse.

Il volume si conclude con un per-corso-guida della Basilica recuperata:una visita ad un bene del quale la co-munità si è riappropriata grazie ad unasquadra di competenti amanti della sto-ria. Dieci anni di ricerche pilotate concompetenza, serietà e lungimiranzadagli studiosi delle nostre Universitàitaliane e meridionali che hanno otte-nuto, lo ripetiamo, come premio unamedaglia del Presidente della Repub-blica, On.le dott. Giorgio Napolitano,per meriti culturali. La cultura seria,senza confini geografici e campanili-smi, ha dato i suoi frutti.

Prof.ssa Liana Bertoldi LenociPresidente Centro Studi Storici e

Socio-religiosi in Puglia - Bari

Il pubblico presente

Alcuni organizzatori del Convegno

6/2011/16CULTURAil Campanile

Davanti ad un nutrito gruppo di giorna-listi ed accreditati, Ventola ha voluto met-tere in evidenza la particolarità delPoliteama quale “contenitore culturale”;

una struttura che non si ferma solo alle at-tività di commedie o operette, ma intendedivenire base stabile delle Compagnie lo-cali, essere una sede di conferenze e con-vegni o persino, all’occorrenza, una saladi registrazione. Nel periodo di crisi, du-rante il quale la cultura paga dazio, Ca-nosa va in controtendenza e stanzia fondi- complessivamente 4 milioni di Euro,con l’ausilio di Regione e Comunità Eu-ropea - per ripartire proprio da questa fat-tispecie.

L’assessore Casamassima, infatti, haannunciato brevemente che la stagionepartirà da gennaio, con un ciclo di otto se-rate di operetta, per poi lasciare le parolee i ricordi a Rosanna e Lino Banfi. Pa-squale Zagaria, ai tempi dell’avanspetta-colo «ù figgh’j d’ R’ccard’ l’andr’sen», hariportato nella realtà il popolare perso-naggio del nonno Libero televisivo. Hacoinvolto i presenti (un paio d’ore piùtardi ripeterà gli stessi racconti alla piùvasta platea) con modi positivamente pa-triarcali. Un po’ come se gli astanti fos-sero dei piccoli nipoti seduti sulle sueginocchia. Una persona invecchiata sag-giamente, che non dimentica gli esordicon Franchi & Ingrassia, né rinnega i tra-scorsi cinematografici con Fenech e Cas-sini o le maliziose accuse popolane suisuoi gusti sessuali (a cui il padre replicavacon la frase “una parola è troppa e duesono poche”, diventata poi proprio un tor-mentone di Banfi: «non aveva senso, ma,secondo il mio papà, s’r’vev a fè ste’ citt’

l’avvuchet!»).I ricordi del Teatro sono legati alla gio-

ventù, prendendo come punto di riferi-mento i suoi prossimi 50 anni di

matrimonio (la moglie, però, eraassente, n.d.r.). Tra frasi in ita-liano fluente e dialetto perfetto,Banfi ha rimembrato le file per ilbiglietto insieme ad amici aventi«soprannomi triviali», con lacorsa al ribasso al prezzo tra ivari cinema concorrenti («Man-cini costava 60 lire, Strippoli al-lora abbassava a 50, il D’Ambraa 40... e alla fine, per esempio,riuscivo ad entrare al Mancini

spendendo appena 20 lire»), mostrandopienamente una “canosinità” evidente-mente mai persa.

Tra varie battute («Schonberg cominciòla musica dodecafonica: dove ha trovatogli altri undici cafoni?»), ha trovato iltempo per commuoversi alle domande dichi gli chiedeva dei momenti difficilidella gavetta; qualcuno tra gli astanti gliporge delle foto dove vestiva la magliadella Nazionale Attori, ancor prima chediventasse l’Oronzo Canà de “L’Allena-tore nel pallone”. Infine, dopoaver di fatto rifiutato la Dire-zione Artistica («posso darequalche consiglio») e di-scusso con De Corato sul pro-getto di regia di un’operalirica, ha decantato una com-posizione che legava il“Lembo” alla sua carriera («lecarte in regola ci sono, sei ungioiellino / e reagirà allagrande il pubblico canosino»).

A conclusione della confe-renza stampa ufficiale, il segretario parti-colare del Sindaco ha domandato aquest’ultimo se l’edificio fosse effettiva-mente agibile. Con un paventato certifi-cato che lo dimostrerebbe, Ventola hacercato una volta per tutte di spegnere lepolemiche sulla questione. Anche se, perquanto concerne il fattore sicurezza,lungo le molte scalinate ad oggi mancanoi corrimano: tale lacuna ha causato faticasoprattutto alla gente più anziana che sa-

liva o scendeva sui gradini in parquet perraggiungere i posti riservati.

In realtà, come per ogni occasione di talguisa, quella dell’agibilità non è statal’unica fonte di dubbi. L’incertezza delladata di apertura (prima il 29 ottobre, poi il28 ed infine il 5 novembre), i criteri dipresentazione delle domande d’ingressoe il successivo sorteggio pubblico, il ri-trovamento dei reperti archeologici nellospazio sottostante, la mancata possibilitàconcessa ai cittadini di visionare il loroteatro in anteprima, la destinazione e lagestione del medesimo in proporzionealle spese sono stati tutti argomenti og-getto di perplessità popolare. Ma molto èstato zittito proprio dalla buona riuscitadell’evento.

Sia Vendola che Fitto (quest’ultimogiunto in ritardo ed accompagnato da unfolto gruppo di esponenti della sua partepolitica – Giorgino, Palese, Schittulli edaltri volti più o meno noti), dopo i saluti ai“padroni di casa”, il taglio del nastro e lascoperta del busto dedicato a RaffaeleLembo, hanno speso elogi per l’opera,esaltando in modo unanime il paese («unacittà [...] speciale per mille ragioni è riu-scita a fare in maniera speciale anche que-sto teatro, perché non c’è soltanto quelloche è sulla scena: è straordinariamenteprezioso anche quello che è sotto la scena,e soltanto voi canosini potevate inventare

una cosa del genere») e mostrando cosìuna sorta di “tregua” nelle occasionicome lo spettacolo offerto a Canosa, ossiaquando si «intravede un sentiero buono,costruito da chi c’era prima, continuandosu quella strada». L’altro obiettivo prono-sticato (e sottoscritto dinanzi agli spetta-tori) è l’edificazione del MuseoNazionale. Una promessa che, si spera,non rimanga solo un fiume di paroleemergente durante le campagne elettorali.

TEATRO LEMBO: ATTO PRIMOdi Leonardo Mangini

Prima dell’inaugurazione del Teatro Lembo, nei locali dello stesso si è tenuta unaconferenza stampa che ha visto la presenza del Sindaco/Presidente della Provinciadi Barletta-Andria-Trani, Francesco Ventola, e degli ospiti d’onore dell’evento, LinoBanfi, assieme a sua figlia Rosanna, e Luigi De Corato.

Conferenza stampa

La Corale della Cattedrale e l’Orchestradirette dal maestro Sica

17/6/2011 CULTURA il Campanile

La fase di riqualificazione (ad operadell’impresa “Campanelli” di Valen-zano) ha rischiato il fallimento quando,durante le fasi di scavo, in corrispon-denza della platea, è emersa una vera epropria cittadella (comesovente accade nel cen-tro abitato canosino)appartenente a più epo-che storiche che vannodal IX al III sec. a.C..Ciò nonostante, una sa-piente opera di architet-tura e restauro haevitato il blocco totale.Anzi, adesso i repertisono accessibili al pub-blico tramite una scalaposta nei pressi delpalco.

A causa dell’imprevi-sto, Canosa dovevariottenere il Politeama solo il 29 ottobredi quest’anno. In seguito l’evento è statoanticipato al 28, per poi essere postici-pato definitivamente al 5 del mese suc-cessivo. Un pasticcio burocratico che,seppur lieve, ha scatenato qualche per-plessità sulla gestione dell’inaugura-zione. A completare il quadro innegativo, il criterio di scelta dei “fortu-nati” che hanno assistito alla “prima”:un sorteggio pubblico, avvenuto sottoqualche ombra di troppo, tra una cerchiadi prenotati su domanda (a quanto pare,una persona poteva consegnare anchepiù richieste agli uffici addetti).

La polemica sullo “ius excludendum”,però, lascia il tempo che trova. Logisti-camente (e per ovvi motivi di sicurezza)era impossibile permettere a chiunquedi entrare nel piccolo foyer in stile li-berty di un teatro già strapieno di “gente

comune” affiancata ad autorità e politicilocali (complessivamente circa 400 per-sone, vista la capienza di 380 posti).Erano infatti presenti, oltre al Sindaco ePresidente della Provincia di Barletta-

Andria-Trani Francesco Ventola, ancheil Governatore della Regione Nichi Ven-dola ed il suo predecessore, l’appena di-messo Ministro per gli Affari Regionali,Raffaele Fitto. Gli ospiti d’onore eranorappresentati da Lino Banfi, accompa-gnato da sua figlia Rosanna (non hannobisogno di ulteriori presentazioni), e dalbaritono Luigi De Corato.

Ad assistere al concerto del Coro Po-lifonico della Basilica Cattedrale di SanSabino e dell’Orchestra “Nuovi SpaziSonori”, sotto la direzione del M° Sal-vatore Sica, consiglieri ed assessori co-munali, provinciali (Giorgino,Lombardi) ed altri rappresentanti pu-gliesi (tra cui Palese e Schittulli). Alcuniloggioni erano invece riservati ad asso-ciazioni ed imprenditori del luogo. NelSalone hanno riecheggiato, in aperturae chiusura, le note del Canto degli Ita-

liani (l’inno nazionale) su uno sfondotricolore come le composizioni florealiposizionate sul bordo del particolarepalcoscenico.

Nel mezzo, musiche di Rossini,Lehar, Morricone (molto inerente la co-lonna sonora di “Nuovo Cinema Para-diso”, con Pino Lentini solista alclarinetto) e dello stesso Sica (nellequali veniva dato spazio alla voce diLucia Diaferio), intervallate dalle pre-sentazioni di Pasquale Di Monte e PaoloPinnelli, dagli aneddoti illustrati da Fe-derica Di Trani e dai discorsi di LuigiDe Corato, Rosanna e Lino Banfi non-ché dei già citati Ventola, Vendola e

Fitto.La rimanente Canosa

“non privilegiata”, comeaccennato, ha potuto assi-stere solo all’aperto (e alvento) alla manifestazione,tramite le immagini inpresa diretta proiettate suun maxischermo posto inpiazza Vittorio Veneto.Tanti i curiosi, in piedi, asentire le parole commossedi Lino Banfi o i compli-menti dei politici seduti da-vanti all’orchestra (checolgono pure l’occasioneper farsi garanti dello svi-

luppo del Museo, altra promessa ancorairrealizzata). Altrettanti erano asserra-gliati letteralmente sulle porte in vetrodel “Lembo” pur di vedere, per qualcheistante, le istituzioni o l’attore passeg-giare all’interno.

Canosa ha riottenuto, in pompamagna, un patrimonio che è mancatoper troppo tempo ad una Comunità che,tuttavia, non ha potuto ancora apprez-zarlo del tutto. Chiunque sia riuscito avisionare in ogni sfaccettatura i fregi e ipavimenti, dotato magari di inviti e passvari, non deve dimenticare di non essereaffatto superiore a chi attende tuttoratrepidante di sedere sulle poltrone o af-facciarsi alle balconate. L’ “Io c’ero” èfonte di soddisfazione, ma non di egoi-smo: questo Teatro deve appartenere atutti. I delusi che facevano capolinodalle porte lo stanno ancora aspettando.

TEATRO LEMBO: ATTO SECONDOdi Leonardo Mangini

Canosa ha nuovamente un teatro. Il suo teatro. Il 5 novembre, infatti, alle ore18, è stato ufficialmente aperto al pubblico (o meglio, a parte del pubblico, n.d.r.)il “Raffaele Lembo”, dopo anni di chiusura sofferta e forzata. Quello che per iconcittadini era ormai diventato noto come il “Cinema D’Ambra”, propinatorenel suo ultimo periodo di film di dubbio spessore, verrà riattivato come “conte-nitore culturale”, capace di non fermarsi solo alle commedie, ai monologhi oalle operette (nel gennaio prossimo partirà la stagione vera e propria), ma di-venire base operativa per le Compagnie locali, fornendo al suo interno un au-ditorium (utile per i convegni) e una sala di registrazione. Nulla da invidiare(al di là della capienza) ad un Curci o ad un Mercadante.

La benedizione del teatro

6/2011/18CITTA’il Campanile

Il 2011 è stato il terzo anno di crisi per il nostro Paese,tutti noi la avvertiamo, e come si può ben capire l’av-

vertono soprattutto le persone più disagiate. La mancanzadi risorse pubbliche fa diminuire quelle destinate all’assi-stenza, il costo della fruizione dei servizi pubblici au-menta e diminuiscono quelli gratuiti. La perdita delleopportunità di lavoro provoca l’aumento delle persone bi-sognose e soprattutto nell’ultimo mese sono aumentatequelle che si sono rivolte al nostro Centro Caritas.

La nostra organizzazione, che è rimasta invariata rispettoallo scorso anno, ha risposto assicurando la distribuzionedi circa 2500 sacchetti alimentari utilizzando prodotti ri-cevuti dall’AGEA tramite la Caritas Diocesana integraticon la spesa settimanale effettuata con fondi della Parroc-chia: in totale € 2560 (forse è molto di più dell’esenzione

ICI di cui taluni ritengono che la nostra Chiesa si avvan-taggi).

E’ continuata la distribuzione degli indumenti e calza-ture usate ma purtroppo dobbiamo registrare una sensibilediminuzione delle donazioni e anzi vogliamo ricordare cheè opportuno donare alla Caritas indumenti e calzature inbuono stato e, non dico ben stirati, ma puliti; questo perrispetto degli operatori che devono maneggiarli e soprat-tutto per le persone a cui sono destinate.

Con la speranza che la penuria di risorse materiali siacompensata dall’aumento dell’Amore che Gesù ci portanascendo nella capanna di Betlemme, auguriamo a tutti unSANTO NATALE.

GRUPPO CARITAS PARROCCHIALE “S. SABINO”

Nell’ambito delle celebrazioni delIX Centenario della morte di

Boemondo I d’Altavilla, sabato 10 di-cembre scorso, nella sala convegniMons. F.sco Minerva a Canosa, il Co-mitato Boemondo 2011 ha presentato illibro del Dott. Nino Lavermicocca, giàDirettore Archeologo della Soprinten-denza Archeologica della Puglia “Boe-mondo e Costantinopoli. Il sogno di unguerriero”.

La prestigiosa pubblicazione è statasponsorizzata dal Rotary InternationalClub di Canosa, per offrire una più ac-curata informazione del sogno non rea-lizzato del crociato, il quale mirava acostituire un suo regno con capitale Co-stantinopoli.

Boemondo “un uomo senza fron-tiere”, come scrive Lavermicocca, maanche: «Un uomo fuori dal normale,per le sue straordinarie dimensioni fi-siche e già marcato a vita dal padre Ro-berto il Guiscardo, il quale gli avevasubito assegnato l’appellativo Boe-mondo, per aver appreso di avventure eimprese memorabili di un gigante conquel nome. Una nota augurale per ilprimogenito Marco, era questo il nomedi battesimo, preconizzando per lui ungrande futuro corrispondente al-

l’aspetto fisico e all’equivalente carat-tere, quasi riconoscendosi un espertodella pseudoscientifica disciplina dellafisiognomica», come si legge nella pre-sentazione del libro a cura di PasqualeIeva, Presidente del Comitato Boe-mondo 2011.

In verità il Guiscardo era sicuro cheBoemondo da adulto, oltre alla fama,avrebbeIl libro di Nino Lavermicocca èun dono alla città di Canosa, alla qualeè stato dedicato. Una ulteriore dimo-strazione di fedeltà e di legame alla no-stra terra e alla storia millenaria, conimmarcescibile e impareggiabile perse-

veranza.Hanno concorso a introdurre la serata:

il Presidente del Comitato Boemondo2011 Pasquale Ieva, il Presidente delRotary Club di Canosa Angela Valen-tino, mons. Felice Bacco, Giuseppe An-dreassi già Soprintendente Archeologoper la Puglia, Nico Veneziani esperto distoria medievale e bizantina.

Presenti Gennaro Caracciolo, viceSindaco del Comune di Canosa di Pu-glia e Nunzio Pinnelli, Assessore al-l’Agricoltura.

Obiettivamente, una bella serata pienadi contenuti.

BOEMONDO D’ALTAVILLA, IL SOGNO DI UN GUERRIERO

ATTIVITA’ DEL GRUPPO CARITAS PARROCCHIALE 2011

19/6/2011 CITTA’ il Campanile

La poesia di Savino Losmargiasso che pubblichiamo ha ricevuto la menzione speciale per la “canosinità” nelconcorso di poesie anno 2011 promosso e organizzato dalla Pro-Loco.

E’ la narrazione di un tempo antico, pieno di nostalgia e di rimpianto. Il premio oltre che alla poesia è stato dato allacarriera poetica di un personaggio che appartiene ormai alla storia letteraria di questo paese, avendo saputo descriverel’animo profondo dei canosini e delle loro tradizioni attraverso una moltitudine di personaggi, tutti caratterizzati da qual-cosa di particolare che li rende unici e irripetibili. (D .M.)

L’ultimo “vasaio” della terra cottache resiste ancora a dar voceè maestro Caiella c’ancor borbottacon la sua vecchia e vetusta fornace.Che alimentata con la scortadi materiale da bruciarela terra dopo cotta si lascia accarezzare.

Le colline di Canosaricche d’argilla impoveritadella materia porosada sempre ci ha dotatoche scelta, selezionata e arricchitail “Nobile” cotto ci ha sempre tramandatoprimeggiando col suo usocome regina della casa.

Chi, non ricorda l’uso di quel tegame usato per conigli o capretticol contorno di lampascioni e patatecomunemente detto : “La tiédde o fùrne”?

E, chi non ricorda l’umile pignattausata per la cottura a fuoco lentodi legumi col bicarbonato comunementedetto:“U pignatidde de cicer’e faséule”?

E, chi non ricorda l’uso del boccaleusato per il vino profumato del dio Baccocon il molle pasto sul descocomunemente detto: “U vechéle de lemmire”?

E, chi non ricorda quel grosso contenitoresmaltato

per la conservazione e la fragranza dell’olio profumatocomunemente detto: “La quartère (1) de ddùgghje”?

E, chi non ricorda di quel buffo vaso pan-ciutocontenitore portatile di bocca strettacomunemente detto:“U cicene (2) de l’acqua fréscke”?

Molte sono le opere d’artecreate con la povera ma Nobile terra cottache da sempre hanno fatto parte del ricco corredo degli Antenati.

Ma col progresso della plastica “materia di inquinamento atmosferico” l’argilla cotta con questo allarmante brusiosembra destinata a cadere in oblio.

Ma il Caiella, non si dà per vintoe continua col fatturato cottoe dopo i tentativi di varia naturariesce ad ottenere una pasta neradal suono metallico e setoso al tattocol profumo della terra cottache scelta e selezionata con curarealizza opere d’arte di terra neracon le riproduzioni di stile favolose degli Askos e Kantaros “Made CANOSA”.Questo è Caiella c’ancor borbottal’ultimo “vasaio” della terra cotta.

Note.Quartère = Giara

Cicene = Orciolo

di Savino LosmargiassoL’ultimo “vasaio” della terra cotta

Cattedrale di Canosa di PugliaSuppl. alla R.D.A. reg. al n. 160

Registro Stampa del Tribunale di Trani anno XVIII n.6

Direttore Responsabile: Giuseppe Ruotolo Grafica: Gohar Aslanyan

Redattori Capo: Mario Mangione, Donato Metta, Felice BaccoRedattori: Linda Lacidogna, Peppino Balice,

Umberto Coppola, Fabio Mangini, Anna Maria Fiore, Rosalia Gala, Peppino Di Nunno, Vincenzo Caruso,

Angela Cataleta, Sabina Dellatte, Leonardo Mangini, Giovanni Di Nunno.

Stampa: Grafiche Guglielmi s.n.c. - AndriaHanno collaborato: Eliana Lamanna, Pasquale Ieva,

Anna Catalano, Vincenzo Princigalli, Liana Bertoldi Lenoci, Altomare Acquaviva, Concetta D’Ambra, Antonietta Lenoci ,

Savino LosmargiassoDel numero precedente sono state stampate

1000 copie, spedite 120e-mail: [email protected]; [email protected]

Puoi leggere il Campanile su:www.canosaweb.it/canosa/associazioni/21.html

www.diocesiandria.org

il Campanile

La REDAZIONEde il CampanileAUGURA A

TUTTIBUON NATALE

e BUON ANNO!

MESSA DI RINGRAZIAMENTO

IN CRIPTASABATO 31 DICEMBRE

ORE 19.30

TRADIZIONALE APPUNTAMENTO PER I GIOVANI