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Periodico di idee, informazioni e cultura dell’OPI di Roma ISSN 2037-4364 Anno XXIX - N. 1 - gennaio/marzo 2019 - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro. Poste italiane SpA - Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n°46) art.1. comma2. DCB Roma ISSN 2037-4364 Infermiere di famiglia Avviato l'iter in Regione Nata la polizza a tutela dei lavoratori della salute N° 1 Assemblea annuale degli iscritti

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Periodico di idee, informazioni e cultura dell’OPI di Roma

ISSN 2037-4364Anno XXIX - N. 1 - gennaio/marzo 2019 - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro. Poste italiane SpA - Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in. L. 27/02/2004 n°46) art.1. comma2. DCB Roma

ISSN 2037-4364

Infermiere di famigliaAvviato l'iter in Regione

Nata la polizza a tuteladei lavoratori della salute

N° 1

Assemblea annualedegli iscritti

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SOMMARIOEDITORIALE

1 Infermieri e comunità, un affare di famigliadi Ausilia M.L. Pulimeno

FOCUS3 ASSEMBLEA ANNUALE DEGLI ISCRITTI

DICONO DI NOI16 Le criticità restano, ma avanza la speranza del rilancio della sanità

NOTIZIE DALL’ESTERO20 Alessandro Stievano “Fellow” della American Academy of Nursing22 Il Centro di Eccellenza dell’Opi di Roma

ottiene anche l’accreditamento del CGFNB

NOTIZIE DALL’ITALIA23 XI Congresso nazionale AIT

Quale futuro per l’Infermieristica transculturale25 Rapporto Pit salute 2018. Organici ridotti all’osso26 Nasce la “Rete FNOPI” con Osservatori e Cabina di regia27 Cavaliere nuovo presidente del Comitato infermieri dirigenti28 Gli infermieri ai 40 anni del Servizio sanitario nazionale

NOTIZIE DALLA REGIONE29 ExpoSalus, Pulimeno: “L'infermiere di famiglia e

di comunità resta una priorità per l'Ordine”31 Infermiere di famiglia. Avviato l’iter in Consiglio regionale32 Infermiere di famiglia si parte davvero!33 Ariccia, inaugurato il nuovo ospedale dei Castelli

NOTIZIE DALL’ORDINE34 Nasce la polizza per gli infermieri a tutela dei lavoratori della salute35 Infermieri e artiterapie. Al Pertini, esperti a confronto37 Educazione e prevenzione con un gonfiabile a forma di colon

Innovazione nelle campagne di sensibilizzazione sanitaria38 CIVES. Primi 20 anni di attività39 All’IDI due infermiere premiate

CONTRIBUTI40 Efficacia degli interventi infermieristici nella prevenzione secondaria

dell'ictus. Una revisione sistematica della letteratura e una meta-analisidi Lucia Mauro, Claudia Lorenzetti, Angela Peghetti, Stefano Casciato, Maria Matarese

43 I Gruppi Appartamento in semi-autonomia: l’evoluzione della recoveryRisultati dello studio sul benessere psicologico dei pazienti del Dipartimento di Salute Mentale della ex ASL RM/A-IV Ddi Teresa De Paola; Giulia Evangelista

50 La fatigue in area Oncoematologica di Ilaria Galucci, Ivo Camicioli, Alessandra Falcioni

55 Il monitoraggio glicemico in continuo mediante l’utilizzo dei sensori sottocutanei (CGM)di Cristiano Abbati

LETTO PER VOI60 Un testo per comprendere bisogni dell'assistito e della sua famiglia61 Un excursus storico sull’Infermieristica Pediatrica

L’AVVOCATO DICE62 Gli obblighi di protezione e vigilanza nei confronti del paziente

64 LA VIGNETTA DEL MESE

Organo Ufficiale di Stampadell'Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di RomaAnno XXIX - N. 1 - GENNAIO-MARZO 2019Rivista Trimestrale registrata al Tribunale di Roman. 90 del 09/02/1990

Direzione - Redazione - AmministrazioneViale Giulio Cesare, 78 - 00192 ROMATel. 06.37511597 - Fax 06.45437034

Direttore responsabileAusilia Pulimeno

Segreteria di redazioneStefano Casciato, Claudia Lorenzetti, Matilde Napolano,Alessandro Stievano, Carlo Turci

Comitato di redazioneSimonetta Bartolucci, Marinella Carnevale, Girolamo De Andreis,Maurizio Fiorda, Emanuele Lisanti, Roberta Marchini, Natascia Mazzitelli,Mariagrazia Montalbano, Maria Grazia Proietti, Cinzia Puleio,Francesco Scerbo, Marco Tosini, Maurizio Zega

Coordinamento giornalisticoTiziana Mercurio

StampaArtigrafiche Boccia SpAVia Tiberio Claudio Felice, 7 - 84131 Salernoe-mail: [email protected] grafico: EDS RomaImpaginazione: Madì Studio di D. Cirillo - SalernoCopertina: Ennio De Santis

Finito di stampare: marzo 2019

Tiratura: 34.242 copie

Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A.Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003(conv. in. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Roma

„Infermiere Oggi‰ pubblica articoli inediti di interesse infermieristico, previa ap-provazione del Comitato di Redazione. LÊarticolo è sotto la responsabilità dellÊAu-tore o degli Autori, che devono dichiarare: nome, cognome, qualifica professionale,ente di appartenenza, recapito postale e telefonico. Il contenuto non riflette ne-cessariamente le opinioni del Comitato di Redazione e dei Consigli Direttivi.Quando il contenuto esprime o può coinvolgere la responsabilità di un Ente, oquando gli Autori parlano a suo nome, dovrà essere fornita anche lÊautorizzazionedei rispettivi responsabili.Il testo deve essere il più conciso possibile, compatibilmente con la chiarezza diesposizione. Le bozze verranno corrette in redazione. I lavori non richiesti e nonpubblicati non verranno restituiti.Le citazioni bibliografiche devono essere strettamente pertinenti e riferirsi a tuttigli Autori citati nel testo.Le citazioni da periodici devono comprendere: il cognome e lÊiniziale del nomedellÊAutore o dei primi due Autori, nel caso di più di due Autori, verrà indicato ilnome del primo, seguito da „et al‰; il titolo originale dellÊarticolo, il titolo del perio-dico; lÊanno di pubblicazione, il numero del volume, il numero della pagina iniziale.Le citazioni di libri comprendono: il cognome e lÊiniziale del nome degli Autori, il ti-tolo del libro (eventualmente il numero del volume e della pagina, se la citazionesi riferisce ad un passo particolare), lÊeditore, il luogo e lÊanno di pubblicazione. GliAutori che desiderano la riserva di un certo numero di copie del numero contenenteil loro articolo, devono farne richiesta esplicita al momento dellÊinvio del testo.Tutto il materiale deve essere spedito o recapitato allÊOpi di Roma, Viale GiulioCesare, 78 - 00192 Roma.

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Infermieri e comunità, un affare di famiglia

di Ausilia M.L. Pulimeno

Una necessità da affrontare, subito e con competenza, sapendodove mettere le mani e come farlo. Gli infermieri sono abituatia pensare e ad agire così: inquadrare il problema e attivarsi. Con-tinuano a farlo ogni giorno sul posto di lavoro, adeguandosi, nonsenza fatica e sacrificio, al mondo che cambia rapidamente.

Specialmente in campo sanitario, in costante evoluzione, con lapopolazione che invecchia, le multi patologie, le malattie dege-nerative e le cronicità in aumento non solo tra gli anziani, unadomanda di assistenza che cresce in modo esponenziale. E poiil complesso quadro del disagio psicologico, dei disturbi psichia-trici, delle dipendenze.

Uno scenario che va affrontato con determinazione e idee chia-re. E da una prospettiva diversa, ribaltata rispetto al modello diassistenza fin qui seguito che mostra ogni giorno di più la suainadeguatezza: non più il sistema che attende il cittadino in dif-ficoltà, ma il servizio che lo raggiunge dove questo vive, lavora,studia, dunque nelle case, nelle fabbriche e negli uffici, nellescuole e in tutte le comunità organizzate.

UnÊassistenza capace di curare meglio ma soprattutto di preve-nire la malattia. ˚ la sanità che va incontro ai cittadini, un model-lo che gli infermieri hanno sposato da tempo e che sostengonoin ogni sede, forti delle esperienze consolidate in giro per il mon-do e di sperimentazioni molto positive anche in Italia.

La risposta cÊè: lÊinfermiere di famiglia e di comunità. ̊ la figuragiusta per realizzare finalmente quel che si proclama da anni, lavolontà di superare una volta per tutte la centralità delle cureospedaliere per dare maggiore spazio e risorse umane a unÊassi-stenza spiccatamente territoriale, immersa e ramificata nel tes-suto urbano, a contatto con le famiglie e gli altri gruppi sociali,capace di garantire la continuità assistenziale che serve grazie

a una rete di figure professionali diverse che operano sul terri-torio, in stretto collegamento con i medici di medicina generale,i pediatri di libera scelta e i servizi distrettuali.

Un modello che sancisce il passaggio allÊassistenza dÊiniziativa,proattiva, che si orienta sulla persona malata piuttosto che sullamalattia, che coinvolge nel ciclo di cure il paziente e la sua fami-glia, che valorizza pienamente la professionalità dellÊinfermierericonoscendogli le necessarie competenze e responsabilizzan-done il ruolo. E che incide positivamente anche sul fronte delcontenimento della spesa sanitaria, generando economie di sca-la e riduzione degli sprechi.

Meno ospedale e più territorio, lo abbiamo ripetuto fino alla noia.Ora è il momento dei fatti. Non siamo solo noi infermieri a chie-derlo. Quella riposta nellÊinfermiere di famiglia e di comunità èunÊaspettativa della popolazione.

Lo confermano i risultati della ricerca realizzata dallÊOsservatoriocivico Fnopi-Cittadinanzattiva: un cittadino su due ritiene che ilnumero di infermieri sia insufficiente per garantire lÊassistenzanon solo in ospedale ma anche sul territorio. Perciò invoca so-luzioni capaci di rispondere concretamente a questa esigenzae il 78,6% vorrebbe disporre di un infermiere di famiglia e di co-munità, un professionista di riferimento convenzionato con ilServizio Sanitario Regionale, un servizio attivo 24 ore al giornoin grado di garantire unÊassistenza continuativa e capillare.

Un modello al quale abbiamo lavorato tanto, che abbiamo spe-rimentato con successo, che non ha più alcuna scusa per nonessere realizzato anche a Roma e nel Lazio. Proprio in questadirezione va lÊaccordo dellÊOrdine delle Professioni Infermieri-stiche di Roma e tre Aziende Sanitarie Locali romane (le AslRM4, RM5 e RM6) per lÊattivazione di questo servizio.

E D I T O R I A L E

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E anche la Regione ci ascolta e si attiva. Lo diciamo con la pru-denza di chi ha già dovuto misurarsi con impegni disattesi epromesse vane: forse però stavolta è quella buona. LÊAssem-blea della Pisana si è messa in moto e sta lavorando a una pro-posta di legge, la numero 106 del 6 febbraio 2019, che introdu-ce „Disposizioni per la promozione dellÊassistenza infermieri-stica familiare‰.

LÊobiettivo dichiarato è de-ospedalizzare e de-istituzionalizzare,ovvero organizzare i servizi sanitari integrandoli con quelli socio-assistenziali in modo tale da mantenere quanto più possibile lepersone nella loro comunità e nel loro ambiente familiare. Unapproccio necessario anche in considerazione dellÊesigenza diuna nuova presa in carico del paziente affetto da patologie alungo decorso. Serve, quindi, una rete capace di assicurareunÊeffettiva continuità assistenziale sul territorio integrando iservizi e i professionisti per valutare i bisogni di salute dei citta-dini direttamente nel loro contesto familiare o comunitario.

La commissione Sanità, Politiche sociali, Integrazione sociosa-nitaria e Welfare del Consiglio regionale del Lazio ha iniziato ilciclo di audizioni sulla proposta di legge che punta a introdurrelÊassistenza infermieristica familiare e di comunità tra i servizierogati dal SSR. E ha iniziato proprio dagli infermieri, ascoltandoi rappresentanti degli Ordini provinciali del Lazio. Scontato il pa-rere favorevole allÊiniziativa legislativa, alla quale gli infermierihanno contribuito fattivamente proponendo in più occasioni ilmodello organizzativo di riferimento e suffragandolo con i risul-tati ottenuti dalle sperimentazioni.

Ma il nostro ruolo non si ferma qui. Vogliamo fare le cose perbene, nellÊinteresse della comunità oltre che degli infermieri.Perciò abbiamo chiesto delle modifiche al testo della propostadi legge 106/2019, argomentandole e motivandole in modo ap-profondito. A cominciare dal cambio del titolo della norma pro-posta, non un dettaglio semantico bensì una questione so-stanziale.

Abbiamo chiesto alla Commissione di sostituire il termine „pro-mozione‰ con quello di „realizzazione di servizi‰, questo perchéper cambiare davvero passo occorrono concretezza e operativi-tà, non una semplice dichiarazione di principio. E poi perché ladefinizione „infermieristica familiare‰ non rende conto effica-cemente del background culturale e scientifico proprio dellÊin-fermieristica di famiglia e di comunità. Una specializzazione chea livello internazionale ha sviluppato esperienze significative po-nendo al centro del sistema la persona bisognosa di assistenza,ma anche quella sana che vuole preservare la sua salute da ma-lattie e stili di vita rischiosi. Ecco il motivo per cui, a partire dal-

lÊoggetto della proposta di legge regionale, suggeriamo di adot-tare le definizioni „infermieristica di famiglia e di comunità‰ e„infermiere di famiglia e di comunità‰.

Altre osservazioni formulate alla proposta di legge riguardanouna serie di atti citati nella relazione depositata in Commissioneal termine dellÊaudizione. Fra queste: la definizione di FamilyHealth Nurse (FHN) fornita dallÊOrganizzazione Mondiale dellaSanità, dal profilo elaborato dallÊAssociazione Infermieri di Fa-miglia e di Comunità (AIFeC), dal Piano Nazionale della Cronicità(PNC) e dal Piano Nazionale di Prevenzione del Ministero dellaSalute (PNP).

Naturalmente, in questo nuovo scenario, la Regione dovrà pre-vedere specifici percorsi formativi e di aggiornamento del per-sonale infermieristico per lÊacquisizione di competenze e abilitàadeguate per garantire unÊassistenza domiciliare altamente qua-lificata al paziente e ai suoi familiari, capace di fornire rispostead alta complessità in situazioni di particolare fragilità e cronici-tà, interventi di promozione della salute, prevenzione e presain carico.

Ma alla Regione Lazio chiediamo anche di correggere la rottasullÊattuale impostazione del CUR, il nuovo Catalogo Unico Re-gionale che specifica le prestazioni prescrivibili a carico del Ser-vizio Sanitario Regionale e che ha incredibilmente „dimentica-to‰ quelle infermieristiche. NellÊattuale stesura del CUR, infatti,manca ogni riferimento alle prestazioni infermieristiche previstedalla Regione Lazio già nel 2005 con il codice branca „99‰ delNomenclatore tariffario delle prestazioni specialistiche ambula-toriali. Non è certo questo il modo per valorizzare lÊattività cheogni giorno si svolge in numerosi ambulatori infermieristici diRoma e del Lazio.

Per questo, il Coordinamento regionale degli OPI ha chiesto allaRegione di rientrare nel solco tracciato nel 2005 e dunque direintrodurre nel CUR regionale le prestazioni infermieristiche,ripristinando allÊinterno del codice „99‰ un sottocodice speci-fico („04‰) relativo alle prestazioni ambulatoriali. Non solo. Ab-biamo sollecitato la Regione Lazio a considerare nel nuovo CURanche le prestazioni stomaterapiche, delle quali si chiede il ri-conoscimento, come del resto ha già fatto la Regione Piemonteun anno fa.

Il modello di assistenza territoriale che proponiamo e per ilquale ci battiamo assomiglia molto a noi infermieri: vicino al pa-ziente, attento alla persona e al suo contesto familiare.

Per fare bene il nostro difficile mestiere e dare il meglio di noialla comunità.

EDITORIALE

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ASSEMBLEA ANNUALE DEGLI ISCRITTI

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L Êorgoglio di essere passati da Col-legio Ipasvi a Ordine delle Profes-sioni Infermieristiche di Roma con

la Legge professioni 3-2018 (Legge Lo-renzin, dal nome dellÊex Ministro dellaSalute) non si può nascondere, ma: „Ol-tre alla soddisfazione per quella che èuna tappa fondamentale nel nostro per-corso di crescita professionale, non di-mentichiamo che questo significa ancheuna maggiore assunzione di responsabi-lità‰, ha spiegato la presidente OPI Ro-ma, Ausilia Pulimeno. Si è parlato tanto di quanto fatto e diquanto cÊè ancora da fare, il 21 febbraio,allÊhotel Quirinale, in occasione dell'as-semblea annuale degli iscritti OPI diRoma.La relazione della presidente Pulimenoha messo in risalto i punti salienti di unanno, appena trascorso, ricco di impegnirispettati per tutti gli infermieri del Lazio. Anno di successi, soprattutto, specieper il Centro di Eccellenza per la Culturae la Ricerca Infermieristica (Cecri) che haricevuto lÊaffiliazione al prestigioso Jo-anna Briggs Institute. Un anno, in cui, tralÊaltro, si è riuscito a mantenere inalte-rata la tassa dÊiscrizione (ferma a 60euro), laddove circa il 95% degli altri Or-dini infermieristici si è visto costretto adaumentarla. E ancora, i suggerimenti perla stesura del nuovo Codice Deontolo-

gico della professione; le manifestazioniin piazza con cittadini e istituzioni; il tan-dem con la Federazione nazionale sugliargomenti più disparati.„Ma il nostro scopo precipuo resta quel-lo di vigilare sulle ÂspecificitàÊ della pro-fessione e di rispondere, in maniera sem-pre più precisa e competente, ai bisogni

dei cittadini‰: parole, oggi più che mai,adatte a una realtà che, stando ai dati,continua a registrare unÊimpressionantedecrescita demografica, causata dalladenatalità e dallÊemigrazione (nel 2017,-89mila abitanti al Nord, -45mila al Cen-tro; -49mila al Sud), a fronte di un radi-cale invecchiamento della popolazione.

LA SITUAZIONE ITALIANAIl quadro della popolazione nazionale siattesta su unÊetà media di 80,6 anni (pergli uomini) e di 84,9 anni (per le donne),con un indice di mortalità, su 1000 abi-tanti, in aumento (+5,1%): 8,1 al Nord;

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OPI Roma, da Collegio a Ordine Pulimeno: “Rispondere ai bisogni

dei cittadini resta la nostra priorità”Il 21 febbraio, allÊhotel Quirinale, si è svolta l'assemblea annuale degli iscritti dellÊOrdine delle Pro-fessioni Infermieristiche di Roma. Approvati all'unanimità la relazione della presidente e i documenticontabili. Eccone una sintesi

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8,2 al Centro e 9,1 al Sud. In termini di prestazioni sanitarie, ciòequivale a dire che: un adulto su tre sof-fre di due malattie croniche; che, soprai 65 anni, il 10% della popolazione ha al-meno tre malattie croniche e che, fra glianziani, i pazienti con multipatologie di-ventano due su tre. „Per far fronte a si-tuazioni di tal genere, quindi, sarebbenecessario incrementare le dotazioni diorganici - ha continuato Pulimeno -. E, in-vece, il problema permane: il numero dioperatori sanitari è sì cresciuto negli ul-timi dieci anni, ma resta basso!‰.

LA CARENZA DI ORGANICILÊOcse ha spiegato che: „Il sistema sa-nitario italiano potrebbe non essere in

grado di far fronte ai cambiamenti, inparticolare per quanto riguarda il rinnovoe l'assunzione del personale infermieri-stico‰. In Italia, il numero di infermieri, per milleabitanti, è tra i più bassi fra i Paesi avan-zati e il rapporto infermieri-medici attivisi ferma a 1,5 nel 2016.La carenza di infermieri aumenta ognianno, soprattutto per lo squilibrio tra ipensionamenti (17 mila l'anno) e le nuo-ve assunzioni (8 mila l'anno). Eppure, oracome ora, il „nuovo malato complesso‰(affetto da multipatologie, ma conunÊaspettativa di vita media più lungache in passato) ha bisogno di una rispo-sta assistenziale complessa, proattiva,personalizzata. „LÊaccesso allÊassistenzasenza disuguaglianze è un diritto univer-sale; una sfida che ci rifiutiamo di noncogliere!‰.

CONFRONTO CON LE ISTITUZIONILÊadeguamento degli organici e il supe-ramento della precarietà è solo uno degliargomenti prevalenti discussi al tavolodelle istituzioni competenti. In un dia-logo più serrato con la Regione Lazio,non vanno dimenticati: i concorsi per in-fermieri; le attività improprie e il „de-mansionamento‰; lÊinternalizzazione deiservizi; la questione legata ai Dirigenti eagli ambulatori infermieristici. „Abbiamosottolineato la volontà di intervenire neitavoli tecnici che ci riguardano più da vi-cino: quello contro la violenza agli ope-ratori sanitari Regione Lazio, per esem-pio, assieme al Prefetto di Roma ed alpresidente dellÊOrdine dei Medici (15maggio 2018) o, sempre nello stessoambito, quello che riguarda lÊistituzionedellÊOsservatorio regionale sulla sicu-rezza degli Operatori Sanitari (11 luglio2018). Ultima, solo per ordine di tempo,la proposta del 5 febbraio 2019 allÊAs-sessorato Sanità del Lazio, sulla: „Valo-rizzazione delle Prestazioni Infermieri-stiche Ambulatori Infermieristici dellaRegione Lazio e codifica delle presta-zioni eseguite dagli infermieri stomate-rapisti‰.

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LE PROPOSTELe proposte OPI Roma vanno: dallÊisti-tuzione dellÊArea di Direzione delle Pro-fessioni Sanitarie nella Direzione Regio-nale Salute per supportarla nella fun-zione di programmazione e controllo delSSR, allo sviluppo del progetto della Far-macia dei Servizi con infermieri esperti;dal sostegno ai fabbisogni di personaleinfermieristico e di supporto (OSS), al-lÊimplementazione delle Unità di De-genza Infermieristica e degli AmbulatoriInfermieristici sul territorio; dalla defini-zione di uno specifico Nomenclatoredelle Prestazioni Infermieristiche alla va-lorizzazione della professione anche at-traverso il riconoscimento economicodella progressione di carriera; dal coin-volgimento preventivo degli Ordini Pro-fessionali interessati sui provvedimentiche riguardano lÊorganizzazione del la-voro infermieristico e quello degli OSSallÊistituzione della figura dellÊInfermieredi famiglia per assicurare la continuitàdelle cure, lÊassistenza ai malati cronicie la prevenzione sanitaria. „Questo, per-ché lÊOrdine valorizza lÊinfermiere intutte le sue dimensioni, dalle residenzeterritoriali agli ospedali pubblici e clinicheprivate. Con un occhio sempre volto allalibera professione‰, ha continuato la pre-sidente.

LO SPORTELLO DELLALIBERA PROFESSIONENel 2018, sono state effettuate 110 con-sulenze L.P. (allÊOrdine, tramite PEC omail). Gli argomenti più ricercati sono stati:

modalità per iniziare unÊattività liberoprofessionale; forme e aspetti fiscali persvolgere lÊattività libero professionale;come avviare uno studio o un ambulato-rio infermieristico; come formulare com-pensi per attività e/o prestazioni infer-mieristiche; normative regionali e ordini-stiche; nulla osta pubblicità sanitaria.A tal proposito, ben 800 studenti (attra-verso 26 seminari effettuati nelle sedidei CdL) hanno partecipato al progettodellÊOPI Roma: „Percezione e cono-scenze dellÊesercizio libero professio-nale dellÊinfermiere nel percorso forma-tivo di base: unÊindagine conoscitiva su-gli studenti del terzo anno del corso dilaurea in Infermieristica‰.

I NUMERI Al 31 dicembre 2018, gli iscritti allÊOr-dine erano 32.371, (1.006 infermieri pe-diatrici), 1.067 nuovi iscritti. Fra gli iscrittia Roma, 3.820 sono infermieri stranieri.Per quanto concerne le cancellazioni:sono 447 gli infermieri che, per diversi

motivi, non potevano più vantare il dirittodi far parte dellÊOrdine. Si sottolineano90 infermieri „in uscita‰, a fronte degli82 „in entrata‰.

LA FORMAZIONELÊOrdine di viale Giulio Cesare resta at-tento al percorso formativo degli iscritti,perché, come ha spiegato la presidentePulimeno: „Le competenze delineano ilnostro campo dÊazione. Dobbiamo Âvigi-lareÊ sulle nostre specificità: più il profes-sionista infermiere potrà esprimere tuttoil suo potenziale al servizio della comu-nità e più, pur in spirito di comunione,sapremo distinguerci dalle altre profes-sioni sanitarie. Tengo a sottolineare lÊim-portanza, in tal senso, delle Scuole diSpecializzazione, affinchè le competen-ze infermieristiche siano sempre più de-finite. LÊintera comunità professionale èchiamata a tenere alta la guardia sullebuone pratiche nel lavoro quotidiano‰. Nel corso del 2018, sono stati realizzati67 eventi ECM per un totale di unÊoffer-

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ta formativa dedicata a circa 2754 infer-mieri. Ovvero, 239.192,8 Crediti formativi ECMerogati. Tutti i corsi sono gratuiti (trannequelli di inglese).In sintesi:Totale partecipanti 9 corsi ECM Fad37.087Totale partecipanti Corsi residenz. 2.754Partecipanti corsi Fad+Res 39.841Non è un caso, dunque, che OPI Romadetenga il 2° posto in classifica nella ca-tegoria: „Ordini e Collegi professionali‰come „Miglior provider ECM 2018‰.

SERVIZI AGLI ISCRITTIAnche per il 2018, restano immutati iservizi che lÊOrdine offre ai suoi iscritti.Sempre gratuiti i: certificati on line; laPEC (Posta elettronica certificata) e i tra-sferimenti.La partecipazione della Presidente e/o diConsiglieri da lei delegati a convegni,conferenze, tavole rotonde, workshoped altre iniziative formative e/o incontriistituzionali in sedi esterne ed organiz-zate oltre che dallÊOrdine, da: associa-zioni e Società scientifiche infermieristi-che; sindacati; altre società scientifichenon infermieristiche e altre associazioni;regione Lazio e altre istituzioni (Ministe-ro della Salute, Università, AO, ASL,IRCCS) per un totale di 246 partecipa-zioni.

Ma anche la consulenza telefonica dedi-cata, tramite apposito numero verde,erogata da qualificati professionisti delsettore assicurativo (supporto nella ge-stione e nel rapporto con gli assicuratori,apertura e gestione dei sinistri). Senzadimenticare lÊattivazione della polizza a

tutela dei lavoratori della salute (se neparla a pag 34) attraverso lÊarea dedicatasul portale www.fnopi.it

GRUPPI DI LAVORO E COMMISSIONILÊOPI Roma ribadisce la sua alleanzacon le associazioni dei cittadini, nonchéla collaborazione con Società scientifi-che infermieristiche e non.Da menzionare la Commissione sanitàprivata, che vuole estendere e consoli-dare la rete di colleghi di strutture priva-te accreditate. LÊincontro del 29 novem-bre 2018 ha visto la presenza di 17 rap-presentanti (per un totale di 20 struttureprivate accreditate): grande interesse edisponibilità, dunque, sia per lÊamplia-mento della rete di colleghi che per lÊor-ganizzazione di un Workshop dedicatonel 2019.Le proposte emerse riguardano: ambitoformativo; organizzativo e integrazionecon il SSN e rapporti con Università performazione post acuzie. Inoltre, il Consi-glio Direttivo vuole individuare, nellestrutture sanitarie di Roma e Provincia,dei colleghi che contribuiscano al pro-cesso di capillarizzazione della comuni-cazione e, pertanto, ha istituito unaCommissione per mettere a punto la„rete di referenti‰. Ciò, senza dimenti-care lÊavviata „Analisi del fabbisogno diassistenza infermieristica nelle Aziendesanitarie e negli Istituti di ricovero e curaa carattere scientifico della RegioneLazio‰.

OPI GIOVANITra le novità 2018, menzione specialeper OPI ROMA GIOVANI, organismo inseno allÊOrdine nato dall'esigenza di av-vicinare e facilitare i colleghi più giovaniverso il mondo professionale. OPI Gio-vani vuole creare „senso di appartenen-za‰ e portare proposte e richieste di aiu-to da parte di colleghi con minor espe-rienza. Da marzo 2018, data della forma-zione, si contano 9 incontri, per 24membri partecipanti al gruppo di lavoropermanente. In sintesi, le proposte emerse riguardano:

- promuovere la diffusione della culturae della ricerca infermieristica;

- sviluppare, sia all'interno di OPI ROMAsia allÊesterno, ogni opportunità di di-battito e di confronto costruttivo;

- promuovere progetti interregionali disupporto dei giovani infermieri che fa-voriscano il dialogo con gli Ordini pro-fessionali e con le Istituzioni;

- sostenere l'affermazione dei principidella libertà di scelta del cittadino uten-te;

- promuovere iniziative di orientamentoanche di tipo occupazionale.

OPI GIOVANI ha già attivato 2 progettidi ricerca nellÊambito del CECRI: „LÊIn-fermiere come attore del cambiamentonellÊobesità infantile tramite la promo-zione di interventi di peer education‰ e„LÊInfermiere scolastico e la promozio-ne di interventi di educazione sanitarianelle scuole primarie‰. Inoltre, per pre-sentarsi alla comunità professionale,OPI GIOVANI ha ideato e prodotto unsuo video promozionale reperibile suiprincipali canali social e sul sito dell'Or-dine.

L’OPI VERSO IL FUTUROPer quanto concerne gli impegni per il2019: „In primis, lÊUniversità, la ricercae la formazione base e post-base. Poi, ilpotenziamento delle cattedre e lo svi-luppo della leadership clinica degli infer-mieri; delle proposte di revisione degliobiettivi formativi qualificanti dei CdL inInfermieristica‰, ha concluso la presi-dente Pulimeno.E, ancora: la difesa della dignità profes-sionale; rappresentare i suoi iscritti ed iloro punti di vista nei contesti politici epresso le società scientifiche; conti-nuare il pressing per lÊadeguamentodegli organici, lo sblocco del turnover ela mobilità; alimentare il confronto congli stakeolders interni ed esterni alla pro-fessione. Tutto, per sviluppare, produrree divulgare posizionamenti politico/pro-fessionali su tematiche quali lo skill mixchange, i missed care e i Nursing Sensi-tive Outcomes (NSO).

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La seconda parte dell'assembleadegli iscritti è stata dedicata all'il-lustrazione, della situazione patri-

moniale e dei bilanci dellÊOrdine di

Roma, da parte del tesoriere dellÊOPI,Carlo Turci.Tutti i documenti all'attenzione dei pre-senti sono stati approvati allÊunanimità.

Le entrate correnti ammontano a€3.425.370; le uscite complessive a€2.730.270.Di seguito, le tabelle di sintesi.

IL BILANCIO

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I l 2018 è stato un anno proficuo, riccodi iniziative e nuovi obiettivi raggiunti,per il Centro di Eccellenza per la Cul-

tura e la Ricerca Infermieristica (CECRI)dellÊOPI di Roma.La consolidazione degli obiettivi deglianni precedenti è continuata anche nel2018, sviluppando momenti formativi elinee di ricerca in ambito nazionale ed in-ternazionale. Il CECRI dellÊOPI Roma hapartecipato al primo Congresso Nazio-nale della nuova Fnopi „Noi infermieri, lanostra impronta sul sistema salute‰, inrealtà il XVIII dalla nascita dellÊIpasvi cheFnopi ha sostituito dopo oltre sessan-tÊanni dallÊattivazione dei Colleginel 1954. Nello specifico il CE-CRI ha presentato diversi out-come di ricerche concluse nellasessione: „Progetti, sperimen-tazioni e ricerche di buona pra-tica‰ con diversi lavori di cui cir-ca 15 presentati come poster edue come presentazione oraledurante la sessione mattutinadel 6 marzo. Il 7 e 8 maggio 2018, a Roma,presso l'Hotel NH Villa Carpe-gna, con il patrocinio di Mini-stero della Salute, la Federazio-ne Nazionale Ordini ProfessioniInfermieristiche (FNOPI) e laCommission on Graduates ofForeign Nursing Schools(CGFNS), si è tenuto il decimoWorkshop internazionale delCECRI dellÊOrdine delle Profes-sioni Infermieristiche di Roma.Il simposio è stato incentratosullÊimpegno verso lÊindividua-zione e lo sviluppo di quelle

competenze richieste agli infermieri del-lÊoggi e del futuro per una migliore qua-lità e una migliore sostenibilità del si-stema salute.Questo decimo workshop è stato unmomento di confronto sulle competenzenecessarie per esperire lÊevidence basedpractice in una società in perenne muta-mento dove la ricerca deve dare rispostedi maggiore adeguatezza alle necessitàdi cittadini sempre più longevi e con ma-lattie croniche.A tal proposito, lÊItalia si colloca tra i Pae-si più longevi al mondo ma questo feno-meno è accompagnato da unÊalta preva-

lenza di malattie cronico-degenerativeche impattano sulla qualità di vita dei pa-zienti e delle loro famiglie e sui costi dellÊassistenza sanitaria. Pertanto, i sistemisanitari devono sempre di più ripensarei modelli di cura cercando di privilegiareanche il self-care, inteso come lÊinsiemedi comportamenti che il paziente e la suafamiglia mettono in atto per mantenerestabile, per quanto più possibile, la ma-lattia cronica, monitorandone i segni esintomi e rispondendo efficacemente etempestivamente a tutti i segni e sin-tomi di riacutizzazione. Le evidenze pro-dotte in più ambiti clinici dimostrano che

il self-care è efficace nel ridurrela mortalità, migliorare la qualitàdi vita, ridurre gli accessi inap-propriati ai servizi sanitari e leospedalizzazioni evitabili.Già da diversi anni sono attive inItalia e in particolar modo nelCECRI diverse linee di ricerca in-fermieristica sul self-care e que-sto workshop ha voluto essereun momento di incontro percondividere i risultati prodotti.Gli obiettivi specifici sono statianche quelli di illustrare lo svi-luppo della ricerca tramite i Cen-tri di Eccellenza infermieristicinel mondo; di illustrare alcunistudi italiani che mettevano in ri-salto il ruolo dellÊinfermiere concompetenze specialistiche e, in-fine, di fornire una panoramicanazionale ed internazionale suglistudi riguardanti il self-care nellemalattie croniche e confrontaregli studi in essere in Italia e al-lÊestero sullÊargomento.

CECRI, un anno ricco diiniziative e obiettivi raggiunti

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Tra i relatori, si è avuta la gradita presen-za di Thomas Kearns, Interim Chief Exe-cutive Officer dellÊInternational Councilof Nurses (ICN).Il 13 luglio 2018, è arrivato un importan-te riconoscimento internazionale per ilCECRI, il Centro è, infatti, entrato a farparte, unico in Italia, tra i gruppi di ricercaaffiliati al prestigioso Joanna Briggs In-stitute (JBI), storica organizzazione inter-nazionale di ricerca e implementazionedi linee guida e buone pratiche, che col-labora con quasi cento centri nel mondoper sviluppare le evidenze cliniche infer-mieristiche. Nata nel 1996 per opera del-lÊUniversity of Adelaide e del Royal Ade-laide Hospital, la sua banca-dati full-text,che offre agli operatori sanitari informa-zioni e strumenti aggiornati e accreditatiper implementare le pratiche cliniche ba-sate sull'evidenza, raccoglie revisioni si-stematiche e protocolli redatti secondola metodologia JBI. Il modello di praticadellÊevidence-based del JBI è ricono-sciuto come standard globale di eccel-lenza nel settore delle professioni sani-tarie; contiene raccomandazioni di buo-na pratica, revisioni sistematiche e infor-mazioni per i pazienti.Dopo lÊimportante riconoscimento delJBI, il CECRI, organismo nato in seno al-lÊOrdine delle Professioni di Roma, ha in-staurato una proficua collaborazione conil CGFNS International, organizzazioneno-profit che aiuta professionisti sanitaria vivere e lavorare in Paesi diversi daquello di origine e soprattutto negli StatiUniti, valutando e convalidando le lorocredenziali accademiche e professionaliallo scopo di facilitarne lÊammissionepresso le scuole negli Stati Uniti e al-trove.Il CGFNS International è neutrale, godedello status consultivo delle Ong con ilConsiglio economico e sociale delle Na-zioni Unite e aiuta a proteggere i profes-sionisti della salute che si spostano, so-stenendo pratiche di assunzione etichee monitorando continuamente il pano-rama globale per lo sviluppo di tenden-ze nel reclutamento del lavoro e nelle

norme sul luogo di lavoro.La missione di CGFNS International è diservire la comunità globale attraversoprogrammi e servizi che verificano e pro-muovono la competenza pratica basatasulla conoscenza degli operatori sanitari. Il 26 settembre, al Policlinico Gemelli diRoma, il CECRI ha co-organizzato e pa-trocinato lÊevento „Caring Science: lascienza dal volto umano nel futuro del-lÊInfermieristica‰ a cui ha preso parte laprofessoressa Jean Watson, PhD, RN,AHN-BC, FAAN, del Watson CaringScience Institute, che ha discusso appro-fonditamente la „Filosofia dello HumanCaring‰.Dal 12 al 14 settembre si è svolta a Ro-ma la conferenza annuale dellÊEuropeanPressure Ulcer Advisory Panel (EPUAP),questÊanno incentrata sul tema del la-voro di squadra interdisciplinare e delleinnovazioni tecnologiche come approc-cio vincente nella gestione delle ulcereda pressione.Al Congresso hanno partecipato relatoridi rilevanza internazionale e partecipantida tutto il mondo impegnati in prima li-nea nellÊassistenza ai pazienti portatoridi lesioni da pressione. Il CECRI ha avu-to lÊoccasione di poter essere presentead un evento di tale rilevanza internazio-nale attraverso la presentazione di duelavori presentati come poster: „Foste-ring pressure injury prevention: the roleof Clinical Nurse Leaders‰ e „Center ofExcellence for Nursing Scholarship: Fiveyears experience with pressure ulcerprevention‰. Entrambi i lavori hanno mo-strato i risultati dellÊattività che i membridel 4 Polo della Pratica Clinica del CECRIstanno portando avanti da diversi annicon i progetti di Audit Clinici e di imple-mentazione della Pratica Clinica basatasulle Evidenze nellÊambito della preven-zione delle lesioni da pressione.Nel 2018, inoltre, è proseguito il ricono-scimento del lavoro dei ricercatori delCECRI a livello internazionale e a No-vembre dello scorso anno il ricercatoreitaliano Alessandro Stievano è entrato afar parte degli infermieri selezionati per

l'ingresso nell'American Academy ofNursing (AAN) in qualità di Fellow.LÊAcademy nasce nel 1973 nellÊambitodellÊAmerica Nursing Association ed èuna delle più autorevoli organizzazionidegli Stati Uniti. Al servizio del pubblicoe della professione infermieristica agi-sce mediante la promozione e la divulga-zione e la conoscenza del nursing. Ognigiorno attraverso attività politiche e cul-turali in America e nel mondo, lÊAcade-my e i suoi membri creano iniziative le-gate alle politiche ed alla conoscenzadella salute per indirizzare la riforma deisistemi sanitari evidenziando il contribu-to del nursing. A tal proposito, lÊAcade-my sviluppa programmi di nursing glo-bali per aumentare la conoscenza delletematiche legate alla salute internazio-nale da parte dei leader infermieristici.Vediamo ora in dettaglio i 42 progettiche hanno costituito il core dellÊattivitàdi ricerca e formazione del Centro di Ec-cellenza per il 2018.

1. POLO PER L’ISTRUZIONE1.18.1 Un modello per la valutazionedel Core Competence infermieristiconell’esame di abilitazione professiona-le: la sperimentazioneScopo dello studio è stato quello di svi-luppare e applicare un modello speri-mentale per la definizione del CoreCompetence infermieristico, atto allasintonizzazione dei percorsi certificativie dei titoli rilasciati dalle diverse Univer-sità Italiane, in linea con le Direttiveemanate dalla Comunità Europea.

1.18.2 Etica-mente parlando. Respon-sabilità, formazione, ricercaTanto si parla di „etica‰ e tanto ancorase ne parla in virtù della stesura del nuo-vo codice deontologico infermieristico.Tale corso formativo, ripetuto in numero-se edizioni in varie strutture sanitarie diRoma e Provincia, si è posto come obiet-tivo quello di sensibilizzare ed enfatiz-zare i temi etici centrali della professioneinfermieristica come: equità, dignità, giu-stizia, responsabilità professionale, etc...

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1.18.3 Prevenire e gestire l’evento av-verso alla luce della Legge 24/2017Il corso si è proposto di condurre i pro-fessionisti in un percorso di riflessione eapprofondimento sui temi dellÊeventoavverso e della responsabilità, ragionan-do sul superamento del concetto di pro-cedura da rispettare, a favore di unÊana-lisi critica e competente per la valutazio-ne del rischio. LÊanalisi della Legge 24/2017 è stata finalizzata a comprenderee focalizzare i cambiamenti concreti sulconcetto di responsabilità e di colpa chetale Legge ha avviato.

1.18.4 Percezioni e conoscenze del-l’esercizio libero professionale dell’in-fermiere nel percorso formativo di ba-se: indagine conoscitiva sugli studentidel terzo anno del corso di laurea in in-fermieristica nell'area di RomaLÊindagine, attraverso la somministrazio-ne di un questionario strutturato agli stu-denti del terzo anno di infermieristica, siè posta lÊobiettivo di valutare le cono-scenze degli studenti sullÊattività liberoprofessionale infermieristica (normativadi riferimento, contesti in cui si svolge,opportunità di lavoro, etc.). A tale ricercaè stato associato un seminario di forma-zione sullÊattività libero professionale ri-volto agli studenti del terzo anno deicorsi di laurea in infermieristica.

1.18.5 “Anlaids Lazio incontra gli stu-denti” - campagna di In/Formazione ePrevenzione sull’infezione da HIV/AIDS/IST per la promozione dei com-portamenti non a rischio e per una ses-sualità consapevole, rivolta ai giovani La proposta progettuale ha identificatoe formato un pool di infermieri espertinel settore delle infezioni a trasmissionesessuale coinvolgendoli attivamente nel-le equipe multidisciplinari del ProgettoScuole di Anlaids Lazio e nei programmidi informazione e prevenzione rivolti siaagli studenti delle Scuole Superiori di Se-condo Grado, sia agli studenti dei Corsidi Laurea in infermieristica. LÊefficaciadel programma è in corso di valutazione

attraverso uno studio di ricerca, già atti-vato, con somministrazione di uno spe-cifico test prima e dopo l'interventoeducativo rivolto agli studenti.

1.18.6 Nursing & resilienza: applica-zione della ricerca nell'individuazionedel costruttoQuesto progetto si è posto due obiettivi,il primo quello di definire lo stato del-lÊarte circa il concetto di „resilienza‰ e ilsuo uso in ambito infermieristico; men-tre il secondo è stato quello di descri-vere il ruolo della resilienza, dellÊempatiae del coping nellÊambito della relazionedi aiuto per meglio determinare le per-formance professionali.

1.18.7 Violenza contro le donne: unapriorità della sanità pubblicaTale progetto si è posto come obiettivoprecipuo quello di sensibilizzare i profes-sionisti sanitari sulla prevenzione e lalotta alla violenza contro le donne. Si èmolto enfatizzato, in tal senso, lÊart 1della dichiarazione dellÊOnu sullÊelimina-zione della violenza contro le donne(1993) che definisce „violenza contro ledonne‰ ogni atto di violenza fondato sulgenere che provochi un danno o unasofferenza fisica, sessuale o psicologicaper le donne, incluse le minacce, la co-ercizione o la privazione arbitraria dellalibertà.

1.18.8 Le patologie invalidanti e la lo-ro gestione: il contributo infermieristi-co nello sviluppo delle abilità residueCon tale progetto si vuole creare uncorso di formazione che evidenzi lÊim-portanza della presa in carico totale, daparte del personale infermieristico, delpaziente con lesioni midollari e amputa-zione degli arti.

1.18.9 Integrazione sociale e profes-sionale infermieristicaQuesto corso ha lÊobiettivo di promuo-vere lÊintegrazione professionale e so-ciale tra infermieri e operatori sanitariprovenienti da differenti culture e frame-

work concettuali. La forza lavoro sanita-ria è, e sarà, in un futuro prossimo, sem-pre più multietnica e tale multietnicitànecessita di percorsi formativi mirati edappropriati per garantire la miglior qualitàdelle cure assistenziali.

1.18.10 Le tematiche professionalidella sanità privata, studio, analisi eproposteQuesto progetto ha come obiettivo quel-lo di realizzare un confronto qualificato ecostante tra professionisti impegnati nel-la assistenza in strutture private, offren-do unÊopportunità di scambio di espe-rienze e di analisi di problematiche co-muni per contribuire al dibattito generaledella sanità e proporre progetti e lavoriche possano essere di interesse comu-ne nelle varie realtà sanitarie private.

2. POLO PER LA RICERCA 2.18.1 Bisogni e burden dei caregivernello scompenso cardiaco; sono corre-lati con le caratteristiche dei pazientie dei caregiver? Continuazione del pro-getto di ricercaLÊobiettivo di questo studio è legato allaseconda fase di un progetto più ampiosul self-care nello scompenso cardiacoche ha compreso la somministrazione didue batterie di strumenti psicometricivalidati: uno per i pazienti e uno per i ca-regiver. LÊindagine è condotta in tre mo-menti: a tempo zero (coincidente col ri-covero o visita ambulatoriale), a sei mesie a un anno.

2.18.2 Validazione di nuovi strumentiper misurare il self-care e la qualità divita nelle donne in postmenopausacon osteoporosiIl progetto di ricerca, ha come scopoquello di sviluppare e testare le proprietàpsicometriche della Self-Care of Osteo-porosis Scale (SCOS) e della Quality OfLife Osteoporosis Scale (QoLOS), duenuovi strumenti per misurare rispettiva-mente il self-care e la qualità di vita nelledonne che hanno subito almeno unafrattura da osteoporosi.

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2.18.3 Validazione linguistica e cultu-rale al contesto italiano del NursingTeamwork Survey Italian validation ofthe Nursing Teamwork SurveyLo scopo dello studio è stato quello divalutare i livelli di teamwork infermieri-stico attraverso la validazione in linguaitaliana, e al contesto culturale italiano,della Nursing Teamwork Survey (NTS).La Nursing Teamwork Survey è statocreata appositamente per la valutazionedei livelli di teamwork, ma non esistevain precedenza una versione italiana dellastessa.

2.18.4 Indagine nazionale sui sistemidi prevenzione e risposta al deteriora-mento clinico ospedaliero pediatricoLo scopo della ricerca è stato quello divalutare, attraverso unÊindagine conosci-tiva, lÊallerta precoce per il deterioramen-to clinico intraospedaliero e in particolarmodo dellÊarresto cardiaco del bambinoe per la prevenzione di tali fatti incre-sciosi.

2.18.5 La prevenzione degli errori daterapia nelle terapie intensive: unostudio internazionale multicentricocross-sectionalLo scopo della ricerca è quello di analiz-

zare le conoscenze, i bisogni formativi,le attitudini e i comportamenti degli in-fermieri in materia farmacologica, verifi-cando lÊesistenza di eventuali correlazio-ni prima nella letteratura esistente e poiin specifici setting assistenziali. La ri-cerca è in corso di effettuazione, sia conuna revisione sistematica della lettera-tura, sia tramite uno studio internazio-nale multicentrico cross-sectional.

2.18.6 Self-care e qualità di vita neglianziani con malattie croniche. Pro-getto 2.0Lo scopo di questa ricerca di tipo longi-tudinale, è quello di descrivere il self-care ed il contributo al self-care rispet-tivamente nei pazienti affetti da malattiecroniche e nei loro caregiver e di valu-tare la relazione tra self-care e qualità divita nei pazienti e nei caregiver.

2.18.7 Lo sviluppo dello strumentoper misurare la dignità professionaleLo scopo di questa ricerca è di svilup-pare uno strumento che possa valutarela dignità professionale. Molti sono i fat-tori che determinano la dignità profes-sionale ed includono il rispetto intra einterprofessionale, il grado di autonomiae decision making espresso dagli infer-

mieri stessi nel loro lavoro, il setting am-bientale di riferimento etc...

2.18.8 Etica e rispetto professionale:una revisione sistematicaLo scopo di tale studio è quello di iden-tificare, in diversi database elettronici, glistudi empirici e teorici sulla dignità pro-fessionale degli infermieri in modo da ot-tenere una comprensione più completadel fenomeno rispetto professionale echiarire meglio i vari fattori coinvolti intale concetto.

2.18.9 Intervento di Mindfulness perla riduzione dello stress in pazienti conBronco-Pneumopatia-Cronico-Ostrut-tiva (BPCO) e loro caregiverQuesto progetto ha come obiettivo quel-lo di valutare lÊefficacia dellÊintervento in-fermieristico nel ridurre stress, ansia,depressione nei pazienti con BPCO digrado severo e nei loro familiari. Lo stu-dio di tipo clinico randomizzato e multi-centrico utilizza come strumento di inda-gine la Mindfulness-Based Stress Re-duction (MBSR) che si è dimostrata ef-ficace nel trattare lÊansia, i disturbi del-lÊumore e lo stress percepito.

2.18.10 Gli esiti sensibili all’assisten-za infermieristica in un’”UnitàOperativa a Gestione Infermieri-stica”Lo scopo di questo progetto di ricer-ca è quello di valutare gli esiti sensi-bili allÊassistenza infermieristica nel-le Unità Operative a Gestione Infer-mieristica (U.O.G.I.), analizzando ilgrado di completezza della docu-mentazione infermieristica e le co-noscenze degli infermieri in meritoalla tracciabilità degli esiti.

2.18.11 Competenze cliniche in-fermieristiche valutate con la Nur-se Competence Scale e il ragiona-mento clinico valutato tramite laNurses Clinical ReasoningQuesto progetto di ricerca ha loscopo di descrivere la percezione

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delle competenze degli infermieri nei di-versi setting clinici. Gli strumenti utiliz-zati per questa indagine sono la versioneitaliana della Nurse Competence Scale(INCS) e la Nurse Clinical ReasoningScale (NCRS).

2.18.12 Valutazione della percezionedelle competenze cliniche infermieri-stiche nei diversi setting assistenziali:Ricerca con metodo mistoQuesta ricerca ha come scopo quello divalutare le competenze infermieristiche.Il disegno dello studio è di tipo mistoesplicativo sequenziale (QUAN+qual). Inquesta fase della ricerca si valuterannole competenze attraverso una indaginequalitativa.

2.18.13 Esiti dell’assistenza infermie-ristica nella gestione delle ferite diffi-cili: gli strumenti di valutazione delprocesso di guarigione. un progetto diricerca mixed methodQuesta ricerca ha come scopo quello dimisurare gli esiti dellÊassistenza nella ge-stione delle ferite difficili attraverso lÊusodi strumenti di valutazione del processodi guarigione delle lesioni nellÊutenza af-ferente agli ambulatori infermieristici ter-ritoriali della ASL Roma 2. Il disegno diricerca è di tipo misto sequenziale espli-cativo con lÊuso di strumenti psicome-trici e interviste semistrutturate.

2.18.14 Informazioni sanitarie nell’eradei social networkQuesto studio multimetodo diviso in piùfasi interconesse, ha come obiettivoquello di valutare lÊintersezione tra ricer-ca e comprensioni delle informazioni sa-nitarie, social networks e costruzionedel capitale sociale. Questo perché gliinfermieri si trovano a poter svolgere unruolo formativo/educativo e di promo-zione della salute anche con lÊausiliodelle nuove tecnologie.

2.18.15 Studio di incidenza della fra-gilità nella popolazione anziana nonsottoposta ad interventi di prevenzione

Obiettivo del presente progetto è costi-tuito dalla individuazione e monitoraggiodi una coorte di anziani nel territorio dellacittà di Roma che, selezionati su basecasuale, definiscano un campione dicontrollo sul quale non sia stato effettua-to alcun tipo di intervento sulla loro far-gilità. Si tratta di uno studio osservazio-nale di coorte di persone di 65 anni eoltre. Il team di lavoro sarà costituito dainfermieri di famiglia che condurrannoattività di rilevazione della fragilità e atti-vità di monitoraggio nel tempo.

2.18.16 Il comfort dei pazienti sotto-posti ad impianto di PICC e Midline:studio a metodo mistoTale ricerca, ha come obiettivo quello didescrivere lÊimpatto e le impressioni cheil posizionamento di un PICC o Midlineha sulle persone assistite, in particolaresul loro percorso clinico e sulla loro qua-lità di vita.

2.18.17 Efficacia della realtà virtualein ambito clinico-assistenziale per la ge-stione degli effetti collaterali alla pato-logia cancerosa e della chemioterapia Gli obiettivi di questo progetto sono di-versi: 1) applicare un sistema di realtàvirtuale come tecnica di distrazione du-rante la somministrazione del chemiote-rapico 2) identificarne gli esiti sensibilirispetto alle tecniche di distrazione stes-se (ansia, dolore, fatigue, nausea, vomi-to). Lo studio prevede le seguenti fasi.Prima fase: misurare gli esiti attraversostrumenti specifici a tempo zero T0; se-conda fase: procedere alla somministra-zione del protocollo terapeutico antineo-plastico applicando le tecniche di realtàvirtuale; terza fase: studio degli esitipost realtà virtuale.

2.18.18 La salute degli infermieri(qualità di vita e sindrome metaboli-ca): quali ripercussioni sul fenomenodell’assenteismo e sulle Missed Nur-sing CareLa ricerca ha come obiettivo principalequello di comprendere la relazione esi-

stente tra il contesto organizzativo e a)lo sviluppo di sindrome metabolica, b) laqualità di vita degli infermieri, e c) le Mis-sed Nursing Care. Inoltre, si propone diverificare se le variabili organizzative pos-sono essere considerati predittori dellecondizioni della qualità di vita e della sin-drome metabolica degli infermieri.

2.18.19 Studio prospettico multicen-trico sulle lesioni da pressione nei pa-zienti ricoverati in hospice: prevalen-za, incidenza e fattori associatiIl progetto si pone degli obiettivi. Quelloprimario: documentare la prevalenzapuntuale al momento del ricovero e l'in-cidenza cumulativa delle lesioni da pres-sione in pazienti con malattia in stadioavanzato ricoverati in Hospice. Quellosecondario: analizzare l'associazione edil potere predittivo delle caratteristichedei partecipanti con lÊinsorgenza delle le-sioni da pressione.

2.18.20 Valutazione della capacità delSSN di rispondere alle richieste di pre-stazioni sanitarie in regime extraistitu-zionale del cittadino e prestazioni in-fermieristiche eseguite da parte del li-bero professionista infermiere in basealla complessità di cure richieste.FASE 2Lo scopo di questo progetto di ricercaha come obiettivo finale quello di valu-tare la capacità del SSN nel risponderealle richieste di prestazioni sanitarie inregime extraistituzionale del cittadino esuccessivamente analizzare le prestazio-ni infermieristiche eseguite da parte dellibero professionista infermiere in basealla complessità delle cure richieste.

2.18.21 Chronic care management eprofessione infermieristica. Presa incarico e gestione dei pazienti con pa-tologia cronicaIl progetto intende sperimentare per-corsi di presa in carico dei pazienti conpatologia cronica, attraverso lÊutilizzo diapprocci proattivi di chronic care mana-gement. Questo poiché lÊapproccio alla

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cronicità richiede continuità, collega-mento e coordinamento, in una visionenuova che non rimane in attesa di richie-ste (logica reattiva), ma va incontro al bi-sogno (logica proattiva o dÊiniziativa), findai determinanti sociali della salute.

3. POLO PER LA FORMAZIONE 3.18.1 La ricerca delle evidenze scien-tifiche nell’infermieristica attraversol’utilizzo delle banche dati biomedicheIl progetto prevede dei corsi che hannolo scopo di offrire a tutti i professionistiquelle informazioni specifiche ed opera-tive per il recupero e lÊanalisi della lette-ratura scientifica necessaria ad imple-mentare le innovazioni in tutti i settoridove gli infermieri operano: clinica, for-mazione, gestione.

3.18.2 L’indicizzazione della lettera-tura scientifica nelle scienze infermie-risticheQuesto corso ha inteso fornire gli stru-menti teorici e pratici per descrivere espiegare i fenomeni riguardanti lÊindiciz-zazione nella banca dati ILISI infermieri-stica. Al termine del corso i discenti so-no stati in grado di inserire in modo au-tonomo dei dati sullÊassistenza infermie-ristica nella banca dati ILISI.

3.18.3 Corso di inglese scientifico peril nursing 3 livelli: base – pre-interme-dio – intermedio Questo progetto pre-vede dei corsi formativi di inglese scien-tifico di base – pre-intermedio – interme-dio, dedicati agli infermieri, questi corsinascono dallÊesigenza di superare lÊosta-colo della lingua inglese per poter effet-tuare unÊassistenza culturalmente e lin-guisticamente attenta ai bisogni com-plessi dellÊaltro.

3.18.4 Corso di fonetica e conversa-zione in ingleseQuesti corsi orientano il professionistainfermiere a sviluppare nuove competen-ze linguistiche. Obiettivo del corso è quel-lo di sviluppare capacità di fonetica e con-versazione in inglese, questi corsi nasco-

no dallÊesigenza di superare lÊostacolo del-la lingua inglese nellÊassistenza allÊaltro.

3.18.5 La responsabilità professionaleinfermieristica nell’era della pratica ba-sata sulle evidenze scientifiche Il progetto prevede dei corsi di forma-zione che mirano a fare acquisire cono-scenze teoriche e aggiornamenti in te-ma di responsabilità professionale attra-verso lÊindividuazione degli elementi edelle caratteristiche della responsabilitàe degli aspetti normativi su aspetti spe-cifici della responsabilità stessa.

4. POLO DELLA PRATICACLINICA 4.18.1 Evidence Based Practice (EBP):l'infermiere esperto clinico, agente dicambiamento nella realtà operativaIl progetto ha come obiettivo quello diinnovare la pratica clinica infermieristicaattraverso la formazione di infermieriesperti in EBP. Ha degli obiettivi speci-fici: quello di identificare e formare infer-mieri clinici esperti in grado di guidare larevisione della pratica clinica negli ambitiassistenziali e quello di accrescere lecompetenze degli infermieri cliniciesperti in EBP.

4.18.2 L’applicazione dell’EvidenceBased Practice (EBP) finalizzata all’im-plementazione delle buone pratiche in-fermieristicheIl progetto ha lÊobiettivo di elaborare do-cumenti che permettono di rendere fa-cilmente fruibili i risultati della ricerca edi sperimentare e valutare la loro diffu-sione ed applicazione nei singoli conte-sti. Il progetto, inoltre, prevede la forma-zione di Clinical Nurse Leader (CNL) conelevate capacità di leadership e con com-petenze avanzate nellÊambito dellÊEBP.

4.18.3 Evidence Based Practice (EBP)e pratica clinica: fantasia o realtà? Il progetto è volto a migliorare la praticaclinica infermieristica promuovendo lÊuti-lizzo dei risultati della ricerca scientifica.Obiettivi specifici del progetto sono

quelli di promuovere lÊacquisizione dicompetenze in EBP; di stimolare i pro-fessionisti sanitari a utilizzare i contenutidella ricerca scientifica nella pratica cli-nica; di supportare il processo decisio-nale clinico attraverso lÊapproccio criticoe riflessivo e, infine, quello di fornirestru.menti metodologici che promuo-vano il cambiamento attraverso lÊappli-cazione nella pratica dei principi e delleprocedure dellÊEBP.

4.18.4 Artiterapie in salute mentale:camminare insieme per costruire rela-zioniIl progetto ha come scopo quello di sen-sibilizzare e formare infermieri nel trat-tare pazienti affetti da disturbi psichia-trici tramite lÊutilizzo delle arti terapie.Lo scopo ultimo è quello di introdurre leprofessioni sanitarie a queste modalitàdi intervento (arti terapie) riconoscen-done il loro valore assistenziale come di-mostrato dalle recenti ricerche nellÊam-bito delle neuroscienze.

4.18.5 Le competenze infermieristi-che nella gestione delle maxi-emer-genze in sanità. Realtà civile e militarea confrontoIl progetto ha come obiettivo quello disensibilizzare e formare gli infermieri allagestione degli scenari emergenziali nelcaso di disastri naturali, incidenti indu-striali, pericolo di inquinamenti ambien-tali, atti terroristici. Gli infermieri nellemaxi-emergenze svolgono un ruolo im-portante in quanto operano nella preven-zione, protezione, salvataggio, ricerca ecura delle popolazioni civili.

4.18.6 Vaccinazioni e loro impattosulla salute del cittadino. Quale coin-volgimento del professionista infer-miereIl progetto ha come obiettivo quello disensibilizzare i professionisti infermieriin tema di immunizzazione vaccinale edefinire interventi di prevenzione, pro-mozione e tutela della salute basati sullemigliori evidenze di efficacia.

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Solite criticità ma anche speranze per un rilancio della sa-nità di Roma e del Lazio e delle condizioni di lavoro deisuoi operatori. Temi e prospettive che, anche negli ultimi

mesi, hanno catturato lÊattenzione dei media. LÊanno scorso si è chiuso lasciando in dote al 2019 molte sfideancora aperte, tra proteste e novità incoraggianti, riprese e va-riamente commentate dagli organi dÊinformazione. Ad esempio,

sul fronte dellÊedilizia sanitaria, IlMessaggero (1/12/18) annuncia:

„Ospedali, cantieri per un miliardo: ÿNuove strutture e più tec-nologiaŸ‰. NellÊarticolo si legge: „In Regione la definiscono ÿlapiù importante stagione di investimenti nellÊedilizia sanitariaŸ,da nessunÊaltra parte stanno per partire cantieri così imponentie calcolano che questa operazione creerà, con lÊindotto, 12.500posti di lavoro. In buona parte sono fondi sbloccati dallo Statoperché la Regione ha migliorato i conti e si avvia all'uscita dalcommissariamento‰. Buone nuove anche per gli organici infer-mieristici. Il quotidiano romano aggiunge: „Parte anche il maxiconcorso. Al Policlinico Umberto I si lavora per arrivare a ristrut-turare il complesso per assumere 256 infermieri: prevista la par-tecipazione di 25.000 candidati da tutta Italia. Più nel dettaglio,il miliardo di euro è la somma di fondi pronti per lÊapertura deicantieri e fondi aggiuntivi: 776 milioni di euro sono finanziamentigià cantierabili (che comprendono ad esempio quelli per lÊade-guamento dell'Umberto I e del SantÊAndrea e i fondi per ilnuovo ospedale di Amatrice)‰.Intanto, però, la situazione resta critica e la fotografa lÊUniversitàBocconi di Milano nella sua classifica.

Il Tempo (1/12/18) titola „La sanità peg-giore per la Bocconi è nel Lazio‰. E

scrive: „Dopo 8 anni di cure dimagranti, lÊorganico del sistemasanitario laziale si è rinsecchito: ha perduto 16 ospedali, il 14%del personale e 3.600 posti letto (finendo sotto la media nazio-nale dei 3 letti ogni mille residenti). Anche per questi motivi au-mentano le file nei pronto soccorso: ÿLe Regioni coi tempi diattesa maggiori per i codici gialli sono le Marche e il LazioŸ,quantifica un rapporto dellÊuniversità Bocconi‰. Un dato interes-sante sugli infermieri: „Il rapporto della Bocconi sottolineacome, ÿrispetto al 2010, il personale lombardo è diminuito del3% contro il 14% del personale laziale e il 15% del personalecampano. Il rapporto infermieri/medici ha conservato il differen-ziale che separa Lombardia (2,6) e Lazio (2,4) rispetto alla Cam-paniaŸ. In 7 anni il Lazio ha perduto 1Ê11% dell'organico, cheequivale a 2497 infermieri in meno. E nel Lazio pesa il 12% delle

carenze nazionali: la Regione ora conta solo su 20.102 infermiericontro i 22.599 del 2009‰.Torna alla ribalta mediatica lÊidea di una maxi azienda sanitariaregionale per contenere costi e diseconomie.

Il Messaggero (2/12/18) titola„Regione, piano anti-crisi: tasse

giù. Super-Asl per la sanità‰. E spiega: „UnÊaltra mossa inseritanella manovra riguarda la sanità: la creazione dellÊAzienda zero,una sorta di maxi Asl che non di rivolge al cittadino ma alle altreaziende ospedaliere. Non comporta nuovi costi (si usa il perso-nale già esistente e la sede sarà in un palazzo della Regione)ma, quanto meno nelle intenzioni, porterà a una razionalizza-zione della spesa perché gestirà e controllerà gli acquisti di tuttele Asl, centralizzerà il pagamento dei fornitori, sarà di supportoper gli investimenti, tenendo conto che nel Lazio sono statisbloccati fondi statali per un miliardo di euro per lÊedilizia sani-taria‰.

A proposito di spesa sanitaria e sprechi, il quotidianoeconomico Affari e Finanza (3/12/18) sposta lÊobiet-tivo su scala nazionale ed europea: „Salute: sprechi

e poca spesa e la sperimentazione frena‰. Si legge: „LÊItalia èuno dei Paesi europei che spende meno per la sanità e per dipiù spende male, generando unÊinefficienza che si ripercuotesulle tasche dei cittadini. Ciò nonostante, vantiamo ancora al-cuni primati importanti, come quello sullÊaspettativa di vita (solola Spagna fa meglio di noi), e un tasso di morti evitabili inferiorealla media. Un quadro in chiaroscuro in cui rientra anche la lievebattuta dÊarresto delle sperimentazioni cliniche, su cui aleggia ilfantasma del regolamento europeo che fatica a vedere la luce.LÊOcse è tornata dopo due anni a scattare una fotografia allasanità europea, individuando alcuni trend interessanti e in alcunicasi allarmanti. Si scopre ad esempio che in Europa il ritmo diaumento dellÊaspettativa di vita è rallentato dal 2011 a oggi. Eche la sanità europea avrebbe potuto evitare oltre 1,2 milioni didecessi, se solo avesse intrapreso politiche sanitarie pubblichemigliori e fornito unÊassistenza più efficace e tempestiva‰.Una sanità che arranca, eppure capace di adeguarsi ai tempi ealle necessità. Anche sotto il profilo dellÊumanizzazione delle cure. Così un decreto della Regione Lazio ha subito attirato lÊatten-zione dei media.

Il Corriere della Sera(3/12/18) titola „Sa-

nità, svolta animalista: in ospedale con cani e gatti‰. LÊarticolospiega: „Dopo Emilia Romagna, Toscana e Umbria anche la Re-

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Le criticità restano, ma avanzala speranza del rilancio della sanità

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gione Lazio con un decreto ha stabilito che gli animali possonoandare a trovare i proprietari in ospedale. Sono diventati visita-tori a tutti gli effetti, i nostri amici cani, gatti e conigli. Un decretodi fine novembre ha stabilito che gli animali possono andare atrovare in ospedale i padroni, su loro richiesta. ˚ un passo im-portante per il Lazio in un contesto sociale che ormai considerai pet esseri sensienti, capaci di provare gioia e dolore come noiumani. E soprattutto di dare gioia a chi li ama. Lo schema di re-golamento e le linee guida di indirizzo appena approvate dalcommissario ad acta recepiscono la disciplina nazionale. Riguar-dano strutture pubbliche e private accreditate. Un logo identifi-cherà i luoghi dove allÊinterno dei reparti sarà possibile intratte-nere queste specialissime relazioni: ÿ4 Zampe con teŸ‰

La Repubblica (3/12/18) torna a oc-cuparsi del maxi piano regionale

per lÊedilizia ospedaliera della capitale. Il titolo è „Un miliardoper la sanità. Mai tanti soldi agli ospedali‰. Nel servizio si legge:„LÊintervento più atteso (sono 20 anni che se ne parla) è quelloper il Policlinico Umberto I: oltre 220 milioni di euro per ristrut-turare 17 edifici su 39, interessando la metà dei 1500 posti lettodellÊospedale fondato nel 1902. I cantieri dureranno una decinadÊanni e dovrebbero partire nel 2020. Intanto, a fine anno, saràbandita la gara per il progetto esecutivo‰. Poi gli altri interventi:„sono coinvolti anche il Sant'Andrea (30 milioni di euro, congara già assegnata, per interventi che riguardano, tra gli altri, ilreparto di ostetricia e ginecologia), lÊIfo (32,5 milioni per realiz-zare il polo di Proton-terapia), il Gemelli (23 milioni), il Grassi diOstia (55 milioni per adeguamento, ampliamento e messa anorma antisismica), il San Giovanni (16 milioni), il San Camillo(13,6 milioni), il Campus Biomedico (2,6 milioni), il policlinico diTor Vergata (9,5 milioni), lo Spallanzani (4,2 milioni), il Pertini (9,3milioni), il SantÊEugenio (7,6 milioni), il Santo Spirito (4 milioni)e il San Filippo Neri (1,5 milioni)‰.Notizie che fanno sperare in strutture più moderne, servizi piùefficienti e migliori condizioni di lavoro. Ma che fanno a pugnicon la realtà attuale, disseminata di difficoltà e iniquità. Così, la prospettiva dellÊennesimo Natale segnato dalla preca-

rietà accende la protesta. Il Fatto Quo-tidiano (10/12/18) titola „In sciopero gliinfermieri del settore privato‰. Si leg-

ge: „Braccia incrociate per 25 mila infermieri della sanità privatanel Lazio. Venerdì manifesteranno davanti al palazzo della Re-gione per chiedere il rinnovo del contratto, fermo da 13 anni.Oggi un infermiere delle strutture private guadagna 200 euro inmeno al mese rispetto al collega del pubblico. Con tipologie diassunzione che vanno dal contratto a tempo indeterminato aquello determinato, o a progetto se il servizio è in appalto a unacooperativa, e la collaborazione con partita Iva‰.

Se ne occupa anche lÊedizione romana diLeggo (11/12/18) con il titolo „Venerdì nero

all`Umberto I: scioperano 700 dipendenti‰. Il servizio riferisce:„Maxi sciopero al Policlinico Umberto I: venerdì incroceranno

le braccia ben 700 precari tra infermieri e ausiliari. A scatenarela protesta la decisione della Regione Lazio di assumere 200persone. Un paradosso? No, i 700 precari resteranno fuori. Sitratta di lavoratori esternalizzati che da anni, se non addiritturada decenni, portano avanti le attività dello storico policlinico la-vorando in corsia. A proclamare lo sciopero sono state le fede-razioni di categoria Cgil, Cisl e Uil perché l'assunzione di 200infermieri, come spiega la delibera, ÿdovranno consentire pro-porzionalmente e progressivamente la riduzione delle ore di pre-stazioni infermieristiche erogate dalla Cooperativa OsaŸ‰.

Il giorno dellÊagita-zione Il Corriere della

Sera (14/12/18) titola „Lazio, oggi sciopera la sanità privata:ferme 800 cliniche‰. E spiega: „Dopo anni di tagli e sacrificichiesti ai lavoratori, a causa del deficit accumulato per decenni,delle casse della Regione in profondo rosso e del blocco delturn over, gli operatori della sanità del Lazio chiedono a granvoce che da adesso in avanti il loro lavoro venga valorizzato etenuto nella giusta considerazione. (⁄) Ed è per questo chehanno indetto per oggi uno sciopero che coinvolgerà oltre 800strutture private e accreditate. A Roma e anche nel resto delLazio. (⁄) Incroceranno infatti le braccia medici ed infermieri dimolti ospedali: dal Policlinico Casilino al San Raffaele, dal SanCarlo di Nancy allÊIdi, dal Cristo Re al Santa Lucia, dal Fatebe-nefratelli sullÊIsola Tiberina allÊAurelia Hospital, dal San Pietrosulla Cassia allÊOspedale Israelitico. In totale più di venticinque-mila operatori‰.Intanto, qualcosa dÊimportante si muove sul fronte della sanitàpenitenziaria che coinvolge molti infermieri.

Il quotidiano Il Dubbio (11/12/18) ri-porta la notizia titolando „Lazio, sa-

nità penitenziaria: insediato lÊOsservatorio‰. Si legge: „Si è inse-diato presso la Regione Lazio lÊOsservatorio permanente sullaSanità Penitenziaria una struttura molto attesa dagli operatoriche ha il compito di monitorare la situazione della popolazionecarceraria segnalando avvenimenti di interesse sanitario o even-tuali problematiche e criticità negli Istituti penitenziari del terri-torio regionale. LÊAssessore alla Sanità Alessio DÊAmato hapresieduto la prima riunione della struttura‰.Novità molto attesa anche alle porte di Roma, con lÊinaugura-zione del nuovo ospedale dei Castelli che la stampa segue con

attenzione. Il Messaggero (14/12/18) titola „Ariccia, aperto ieri

il nuovo ospedale dei Castelli‰. LÊarticolo spiega: „In funzioneda ieri, ad Ariccia, il nuovo ospedale dei Castelli, lÊopera pubblicapiù imponente mai realizzata nel territorio, costata 120 milioni.Nel pomeriggio, a partire dalle 14, al pronto soccorso sono arri-vati i primi pazienti, trasportati dall'Ares 118. Fino alla tarda se-rata si sono contati circa 40 accessi. LÊinaugurazione ufficiale èprevista per il 18 dicembre. Attualmente nella struttura sono di-sponibili 137 posti letto e tutti i reparti dismessi dagli ospedalichiusi di Albano e Genzano funzionano‰.

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Per una volta, anche la buona sanità fa notizia. Come per i rico-noscimenti assegnati dallÊIdi di Roma ai professionisti giudicati

meritevoli di enco-mio pubblico. Il Cor-

riere della Sera (14/12/18) titola „Idi, premi a medici e infermierisolidali‰. „Assegnati ieri allÊIdi i riconoscimenti per medici e in-fermieri che si sono distinti per la loro professionalità e dedi-zione, ma anche per lÊapproccio umano, la cortesia, lo spirito disolidarietà nei confronti dei pazienti‰, si legge nel pezzo. E il

giorno dopo La Repubblica (15/12/18) scrive: „Oscar per la sanità al-

lÊospedale Idi‰. Si legge: „Oscar per la Sanità. AllÊIstituto dermo-patico dellÊImmacolata chiamano così i riconoscimenti a quanti,tra medici, ricercatori, infermieri e impiegati, si sono distinti, ol-tre che per la professionalità e lÊimpegno nelle cure, anche perla cortesia e lo spirito di solidarietà verso i pazienti. In una parola,per lÊumanità, merce assai rara nelle corsie degli ospedali delLazio. ÿDovrebbe essere la normalità, invece fa notizia la buonaqualità dei rapporti con i malatiŸ, commentano due tra gli ottopremiati, la ricercatrice Elena Dellambra e lÊallergologo e immu-nologo Enrico Scala. Con loro, ecco i destinatari di una bella tar-ga al merito: Marina Emanuela Corso, Marina DÊAlessio, Andrei-na Moretti, Angela Nicodemo, Bario Murgia, Salvatore Ruggeri‰.

Fa notizia anche che la giustizia stia dalla parte degli infermieri. Cronaca Qui (20/12/18) riferisce di unasentenza che speriamo faccia scuola:

„Insultò gli infermieri. Ora dovrà risarcirli‰. LÊarticolo riassumela storia: „Insultare su Facebook può costare davvero caro. Nesa qualcosa un 52enne di Torino, condannato dopo aver postatosulla sua pagina Facebook - accessibile anche a coloro che nonerano amici virtuali - gravi accuse contro lÊospedale di Rivoli.LÊAsl To3 aveva così proceduto con una denuncia per la gravelesione dellÊimmagine dellÊazienda e degli infermieri, visto chele accuse riguardavano espressamente questi ultimi. Nono-stante le pubbliche scuse, lÊuomo è stato condannato per diffa-mazione al risarcimento delle spese processuali per tutti iricorrenti, compreso lÊOrdine delle Professioni Infermieristichedi Torino, oltre a 500 euro a titolo risarcitorio sia allÊAsl sia al-lÊOrdine degli Infermieri‰.Una battaglia che gli infermieri romani hanno combattuto alungo, forti delle loro ragioni e senza mai demordere, e che fi-nalmente mostra i suoi primi frutti concreti. ˚ lÊesordio ufficiale

della figura dellÊinfermiere di famiglia odi comunità. Il Tempo (23/12/18) titola

„In città arriva lÊinfermiere di famiglia‰. E spiega: „Nella Capitalesta per sbarcare una novità in ambito sanitario: lÊinfermiere difamiglia/comunità. Al medico di base si affiancherà, dunque, abreve, unÊaltra figura: quella di un infermiere a disposizione degliutenti. ˚ il frutto di unÊimportante intesa fra lÊOrdine delle Pro-fessioni Infermieristiche di Roma e tre Aziende Sanitarie Localiromane (Asl Roma 4, 5 e 6). (⁄) ÿUn modello sperimentato con

successo in Italia e allÊestero che da tempo gli infermieri so-stengono e che ora può decollare anche in città, con beneficiimportanti sulla salute degli assistiti e per il Servizio sanitario re-gionaleŸ, spiega lÊOpi di Roma. Qualche giorno fa, è stato orga-nizzato un incontro sul tema, tenutosi al Nuovo Ospedale deiCastelli, a cui hanno preso parte la Presidente dellÊOpi di Roma,Ausilia Pulimeno, il direttore generale della Asl Roma 4 e com-missario della Asl Roma 5, Giuseppe Quintavalle, il direttore ge-nerale della Asl Roma 6, Narciso Mostarda, e i dirigenti deiDipartimenti delle Professioni Sanitarie delle rispettive AziendeSanitarie, Carlo Turci, Luigia Carboni e Cinzia Sandroni. ÿPer noiinfermieri è una grande soddisfazione poter realizzare quantoprima questo modello assistenziale e anche una ulteriore as-sunzione di responsabilitàŸ, ha rimarcato Pulimeno‰.Non solo quello dei Castelli, però. LÊinizio dellÊanno regala aRoma un altro nuovo presidio sanitario. Del tutto speciale. Ne

dà notizia Famiglia Cristiana (4/01/19) con il ti-tolo „Il Papa dona un ospedale ai poveri in Va-

ticano‰. „Prosegue a tappe forzate la "rivoluzione della Miseri-cordia" di Papa Francesco per cercare di debellare i mali che op-primono poveri, senza fissa dimora, migranti. Un cammino ini-ziato poco più di cinque anni fa, agli albori del suo pontificato, eche presto segnerà una nuova fondamentale tappa sotto il co-lonnato di piazza San Pietro, dove le autorità vaticane sollecitatedal Pontefice allestiranno un grande poliambulatorio perma-nente al servizio di clochard e bisognosi di qualsiasi nazionalità- al di là di orientamenti politici e religiosi - per fare visite medi-che specialistiche, curare malattie di ogni genere, specialmentequelle che maggiormente colpiscono i viandanti della strada(polmoniti, carie, denutrizioni, danni agli arti inferiori). Un vero eproprio ospedale pubblico per i poveri tra i più poveri grazie alquale il "sogno" manifestato da Jorge Bergoglio appena asceseal soglio di Pietro arrivando in Vaticano dalla ÿfine del mondoŸdiventa realtà‰.

Intanto, Il Tempo (6/1/2019) grida allaretromarcia sullÊaccorpamento delle Asl

romane: „Le Asl non si sopprimono, raddoppiano‰, titola il quo-tidiano romano. Che scrive: „Contrordine alla Regione: lÊannun-ciata soppressione di due delle 6 Asl romane è stata „soppres-sa‰. E invece del paventato riassetto si procederà alla riasse-gnazione delle poltrone di direttore generale di 3 Asl e altrettan-te aziende ospedaliere, alcune delle quali commissariate da ol-tre 3 anni. Dopo 2 diversi decreti sulla riduzione delle Asl ro-mane da 6 a 4, prima da realizzare ÿentro luglio 2017Ÿ, poi slit-tato ÿentro il 2018Ÿ, ora infatti arriva il via libera alla ÿproceduraselettiva a carattere non comparativo, volta a individuare i sog-getti maggiormente idonei a ricoprire lÊincarico di direttore ge-nerale di azienda sanitaria, al fine di essere proposti al presiden-te della Giunta regionaleŸ. Il quale sceglierà tra le rose di idoneiche si candideranno alla guida delle Asl Roma 4 e 5, dellÊAsl Fro-sinone, oltre che delle aziende San Giovanni Addolorata, San-tÊAndrea e Ares 118‰.

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DICONO NOI

Il Fatto Quotidiano (16/1/19) si occupaancora della vicenda paradossale sortaal Policlinico Umberto I titolando „Infer-

mieri in appalto al Policlinico. Via in 700 per la gara irregolare‰.Si legge: „Da un lato, ci sono 700 infermieri e ausiliari che ri-schiano il posto di lavoro dopo aver operato per anni, tramiteuna cooperativa in appalto, nel Policlinico Umberto I di Roma.DallÊaltro ci sono oltre 800 persone che, dopo aver passato ilconcorso del 2017, sono entrate nella graduatoria e aspettanodi essere assunte. Il pasticcio combinato nellÊospedale capito-lino ha innescato uno scontro tra poveri e al momento non sivedono soluzioni allÊorizzonte. Tanto che i sindacati del pubblicoimpiego di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero per ilprimo febbraio. Il problema è nato per la pratica dellÊesternaliz-zazione, molto diffusa anche nel settore pubblico: per anni il no-socomio, vista lÊimpossibilità di fare assunzioni, si è servito diuna coop per garantire i servizi ai pazienti. La società Osa lavoraper il Policlinico Umberto I dal 2003 e alle sue dipendenze ha550 infermieri e 150 ausiliari. Si tratta però di un metodo irre-golare: di fatto è una fornitura di manodopera e non di servizi.A ottobre 2017, il Tribunale di Roma ha dichiarato nullo quellÊap-palto, che tuttavia non è stato immediatamente revocato per-ché altrimenti non sarebbe stato possibile assicurare i livelliessenziali di assistenza sanitaria‰.

LÊOpi di Roma (25/1/19) sottoscrive un altro importanteaccordo di collaborazione con lÊUniversità UniCamillus e

viene diramato alla stampa un comunicato congiunto: „Il giorno25 gennaio 2019 il Rettore dellÊUniversità UniCamillus - Saint Ca-millus International University of Health and Medical Sciences,Prof. Gianni Profita, ha incontrato presso la sede dellÊAteneo, ilPresidente dellÊOrdine degli Infermieri di Roma, Dr.ssa AusiliaPulimeno. ˚ stata riscontrata una posizione comune circa lÊim-portante possibilità di sviluppare collaborazioni alla luce di unamoderna e strategica visione della professione infermieristica.LÊincontro è anche servito ad analizzare molteplici linee direttricidi progettazione comune non solo in merito al Corso di laurea inInfermieristica, ma anche in relazione a Corsi post laurea di con-cezione innovativa nella quale lÊOrdine potrà portare la sua es-senziale esperienza. Il Rettore e il Presidente hanno convenutodi stipulare al più presto un Protocollo dÊIntesa che sancirà talipropositi in un contesto di feconda e costruttiva cooperazione‰.Gli infermieri romani sempre più protagonisti sulla scena sani-taria dÊeccellenza. Lo segnala lÊOpi di Roma (30/1/2019) sul suo

sito e in un comunicato stampa: „UnÊinfermiera tra le eccellen-ze italiane. La professione protagonista del premio nazionale diAssotutela‰. Si legge: „Fra gli italiani di cui andare fieri cÊè anc-he una nostra collega: Sonia Silvestrini, caposala dellÊAziendaospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma. Lo segnala lÊas-sociazione dei cittadini Assotutela che le ha assegnato il „Pre-mio Assotutela 2018/19 per le Eccellenze Italiane‰. La cerimo-nia di premiazione si svolgerà il prossimo 4 febbraio, alle ore 16,nella „Sala Isma‰ del Senato della Repubblica, a Roma‰.Le premesse di un anno migliore per gli infermieri ci sono. Eanche lÊauspicio dellÊOrganizzazione Mondiale della Sanità. Rcs

Salute (3/2/19) annuncia la decisione: „OMS:Il 2020 sarà l'anno di infermieri e ostetriche‰.

E spiega: „La proposta sarà presa in esame a maggio da partedellÊAssemblea mondiale per la Salute. Il Consiglio Internazio-nale degli Infermieri ha accolto e diffuso lÊannuncio sostenendo,come ha detto il presidente Annette Kennedy, che la propostaÿcontribuirà notevolmente ad elevare il profilo dellÊassistenzainfermieristica e ad evidenziare lÊimportanza della necessità diavere infermieri più istruiti, di investire nelle strategie di reclu-tamento e fidelizzazione e di rimuovere gli ostacoli allo sviluppodi ruoli infermieristici avanzati che si stanno rivelando estrema-mente efficaci nellÊespansione della copertura sanitariaŸ.ÿSiamo lieti di accogliere calorosamente la proposta del dottorTedros di rendere il 2020 un anno dedicato alle celebrazioni glo-bali di infermieri e ostetriche - ha commentato Nigel Crisp, pre-sidente della campagna globale Nursing Now - Loro sono ilcuore di qualsiasi équipe sanitaria. Migliorando e promuovendoil loro ruolo, i paesi del mondo otterranno migliori outcome pertutte le personeŸ‰.La prima Assemblea Nazionale delle Professioni Sanitarie cat-tura lÊattenzione dei media. Un battesimo nel segno dellÊalle-anza tra professionisti che vivono la sanità in prima linea. E chevogliono migliorarla insieme.

LÊannuncio arriva dallÊagenzia di stampa Dire(15/2/19): „Il 23 febbraio a Roma prima Assem-

blea Nazionale delle Professioni Sanitarie‰. Il dispaccio sottoli-nea: „I rappresentanti di tutti gli ordini provinciali di trentaprofessioni sanitarie si riuniranno per la prima volta nella storiaper concordare una strategia di azione che sarà proposta conforza a Governo e Regioni‰. La storia, dÊaltra parte, si fa un passo alla volta.

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NOTIZIE ESTERO

Nel novembre 2018, il ricercatore italiano AlessandroStievano è stato insignito di una delle più alte onorifi-cenze internazionali per un infermiere: „Fellow‰ presso

lÊAmerican Academy of Nursing. LÊAcademy nasce nel 1973nellÊambito dellÊAmerica Nursing Association ed è una delle piùautorevoli e potenti organizzazioni degli Stati Uniti. Al servizio del pubblico e della professione infermieristica agiscemediante la promozione e la divulgazione e la conoscenza delNursing. LÊAcademy e i suoi membri creano iniziative legate allepolitiche della salute per indirizzare la riforma dei sistemi sanitarie sviluppa programmi per aumentare la conoscenza di tali te-matiche da parte dei leader infermieristici. I „Fellow‰ sono ri-conosciuti per la loro carriera infermieristica e identificati tra tuttii professionisti nel mondo con il più alto livello formativo. LÊin-vito alla Fellowship va oltre il semplice riconoscimento della pro-pria carriera professionale, concretizzandosi nellÊingresso forma-le in un gruppo e alla sua rete di relazioni internazionali con unaforte capacità e possibilità di influenzare le linee politiche dei si-stemi sanitari. „Sono stato molto gratificato da questa onorificenza: apparte-nere ad unÊistituzione come lÊAmerican Academy of Nursing èun onore, ma soprattutto mi darà la possibilità di sviluppare unnetwork di collegamenti che potranno avere ricadute benefichesul Nursing nazionale e non. Senza dubbio il lavoro svolto in que-sti anni con il Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca In-fermieristica (CECRI) dellÊOrdine delle Professioni Infermieri-stiche (OPI) di Roma è stato fondamentale per tagliare questotraguardo. Il CECRI è nato ufficialmente 10 anni fa; resta un pro-getto unico in Italia (fra i primi in Europa) e ha contribuito allosviluppo delle competenze ed al miglioramento delle perfor-mance, sia dei singoli professionisti che delle équipe impegnatenellÊassistenza, tramite il finanziamento di decine di progetti diricerca e con la promozione di corsi di formazione e dellÊEvi-dence Based Practice‰.Oggi, Stievano è in forze all'International Council of Nurses(ICN), una delle più grandi organizzazioni infermieristiche mon-diali, dovÊè direttore associato dei programmi legati alla regola-mentazione e all'educazione. Svolge attività di coordinamentodelle politiche sanitarie e di ricerca nel campo delle Scienze In-fermieristiche a livello nazionale ed internazionale. Inoltre, è pre-sidente dell'Associazione Infermieristica Transculturale (Ait).In Italia, oltre lui, sono soltanto due i colleghi infermieri che pos-sono fregiarsi del titolo di „Fellow‰ dellÊAmerican Academy ofNursing: i professori Sasso e Rocco. „Va detto che si tratta di

unÊistituzione a base statunitense. Solo negli ultimi anni si èaperta al contesto globale: la maggior parte dei ÂFellowÊ pro-viene dagli USA. In ogni caso, per entrare nellÊAccademia, oltrea aver pubblicato decine di articoli e aver compiuto tante ricer-che, ciò che importa è lÊimpatto che il proprio lavoro ha sulla co-munità internazionale nello sviluppo del Nursing‰. Questo,perchè: „Mentre lÊeducazione e la ricerca educativa è sviluppatain molti Paesi, lo stesso non si può dire per la regolamentazionedel Nursing - continua Stievano -: la ricerca su questa è scarsaper tutte le professioni sanitarie e, nella fattispecie, infermieri-stiche. Ecco: poiché, a livello dei grandi Ordini internazionali,manca una programmazione stabile e dei Centri di eccellenzache sviluppino la ricerca nel settore, la mia idea è di aiutare aperseguirla‰.

Alessandro Stievano “Fellow” dellaAmerican Academy of Nursing

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Non va dimenticato che, benché lÊItalia abbia una forte tradi-zione „medico-centrica‰, il Nursing ha raggiunto comunquepunte di eccellenza. Il gap più grande resta il divario ancora per-cepito tra teoria e pratica in alcune realtà sanitarie del Paese:

„La pratica clinica basata sulla centralità del cittadino e delle evi-denze scientifiche sostenute dagli infermieri, anche con com-petenze avanzate – conclude il neo ÂFellowÊ – costituiranno ilvolano per lo sviluppo dellÊInfermieristica nei prossimi decenni‰.

NOTIZIE ESTERO

L'APPUNTAMENTO

CECRI ospite al convegno ESNOIl Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica (CECRI)dellÊOpi di Roma ha partecipato al Congresso ESNO (European SpecialistNurses Organisation) del 21 febbraio 2019, a Bruxelles. Il tema su cui si è discusso è stato: „L'infermiere specializzato in Sanitàeuropea verso il 2030‰.Tutto, allo scopo di chiarire il ruolo degli infermieri specializzati nella sanitàfutura, discutendone il contributo e la posizione rispetto ai principali svi-luppi sanitari.Le sessioni plenarie hanno toccato argomenti come: l'interscambiabilitàdell'assistenza primaria e secondaria; l'istruzione; l'agenda politica; le mi-nacce alla salute e alla salute digitale in tutta Europa, garantendo un ruolo attivo ai partecipanti. Inoltre, si è discusso di ruoli, competenzedi leadership, lavoro di squadra interprofessionale e innovazione in seno allÊInfermieristica. Tra gli ospiti, Alessandro Stievano, che hadiscusso di: „Competences and Leadership‰. Partecipando, il CECRI ha contribuito a tessere la trama di un ampio discorso sul ruolodella professione infermieristica futura, nel contesto sanitario tanto locale e regionale, quanto nazionale ed europeo.

SISTEMA QUALITÀ

OPI di Roma, confermato lo standard ISO 9001Per garantire un livello di prestazioni e di servizi sempre più elevato agli iscritti ed ai cittadini, lÊOrdine delle Professioni Infermieristiche(OPI) di Roma ha implementato il proprio Sistema di Gestione per la Qualità dei servizi di sportello, di consulenza e di gestione dellÊalbo,ottenendo la Certificazione in conformità allo standard internazionale ISO 9001, fin dal 2007. Il 19 febbraio 2019, presso la sede dellÊOPIdi Roma, si è svolto lÊAudit per la verifica della certificazione di qualità, condotto dallÊente preposto - Bureau Veritas Italia - che si è con-cluso con la conferma secondo lo standard ISO 9001:2015.

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NOTIZIE ESTERO

C ome accennato sul numero scorso, anche la CGFNS In-ternational (conosciuta anche come Commissione suilaureati delle scuole straniere di Infermieristica) si è in-

teressata al Centro di Eccellenza per la Cultura e la ricerca In-fermieristica. E ora, dopo lÊaccreditamento del Joanna Briggs Institute, è uf-ficialmente arrivato anche questo ulteriore riconoscimento. Il Cecri è lÊunico gruppo di ricerca affiliato al JBI in Italia, e oraquesto importante organismo in seno allÊOrdine delle Profes-sioni Infermieristiche di Roma è, ora, allÊattenzione di unÊaltraprestigiosa istituzione internazionale.

Il lavoro svolto in questi anni, i dati e le esperienze raccolte dalCentro di Eccellenza lÊhanno messo in luce presso il CGFNS,organizzazione no-profit che aiuta studenti e professionisti sa-nitari stranieri a vivere e lavorare in Paesi diversi da quello di ori-gine, valutando e convalidando le loro credenziali accademichee professionali allo scopo di facilitarne lÊammissione presso lescuole negli Stati Uniti e altrove.La CGFNS International gode dello status consultivo delle Ongcon il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (Eco-soc, che ha funzione di Forum centrale per le questioni interna-zionali e sociali) e aiuta a proteggere i professionisti della saluteche si spostano, sostenendo pratiche di assunzione etiche emonitorando il panorama globale per lo sviluppo di tendenze nelreclutamento del lavoro e nelle norme sul luogo di lavoro.I suoi numeri parlano da soli: in 40 anni, ha aiutato oltre tre mi-lioni di professionisti sanitari, provenienti da ben 189 Paesi. La missione di CGFNS International è di servire la comunità glo-bale attraverso programmi e servizi che verificano e promuo-vono la competenza pratica basata sulla conoscenza deglioperatori sanitari.Gli obiettivi-chiave: sviluppare e amministrare un programma ditest e valutazione predittivi per infermieri educati al di fuori degliUsa; fornire un servizio di valutazione delle credenziali per glioperatori sanitari istruiti e/o nati al di fuori degli Usa; fornire in-formazioni sull'educazione infermieristica internazionale e sul li-censure e condurre e pubblicare studi relativi a infermieri conformazione internazionale.

Il Centro di Eccellenza dell’Opi di Romaottiene anche l’accreditamento del CGFNB

L’EVENTO

A maggio il XI Workshop Internazionale CECRISi svolgerà il prossimo 24 maggio, al Ministero della Salute, lÊXI Workshop Internazionale CECRI, il Centro di Eccellenza per la Culturae la Ricerca Infermieristica dellÊOrdine delle Professioni Infermieristiche di Roma: „Infermieristica ed evidenze cliniche: quale sviluppofuturo‰, questo il titolo dellÊappuntamento che sarà incentrato sullÊimpegno verso lÊindividuazione e lo sviluppo dellÊEvidence basedpractice nella pratica clinica. Modereranno le due sessioni previste, Ausilia Pulimeno, Stefano Casciato e Maria Grazia Proietti, rispetti-vamente: presidente, vice-presidente e segretaria OPI Roma. Tutto, con il patrocinio del Ministero della Salute; della Federazione Na-zionale Ordini Professioni Infermieristiche; della Commission on Graduates of Foreign Nursing Schools (CGFNS) e del Boston College.Oltre agli illustri professori italiani, interverranno: Maximo Gonzales Jurado, presidente del Consejo General de Enfermería (CGE),Dyanne Affonso, Honorary President Cecri dellÊOPI Roma; Susan Gennaro, Rettore Boston College University e Franklin Shaffer DirettoreGenerale Commissione per le lauree infermieristiche nel mondo verso gli USA (CGFNS).Per lÊoccasione, sarà presentato ufficialmente il CECRI quale CECRI Evidence-based practice group for Nursing Scholarship: a JoannaBriggs Institute Affiliated Group, primo centro italiano Joanna Briggs sulle evidenze nella pratica clinica. In apertura, Gennaro Rocco, direttore scientifico Cecri, illustrerà gli studi promossi dal CECRI in Italia sulle evidenze cliniche.

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NOTIZIE ITALIA

„Siate orgogliosi di essere infermieri: io lo sono da 54anni!‰, così Franklin Shaffer, presidente e Direttore Ge-nerale Commissione per le Lauree infermieristiche nel

mondo verso gli USA (CGFNS), ha salutato gli studenti in Infer-mieristica dellÊUniversità La Sapienza (sede di Latina) e tutti ipresenti allÊevento dal titolo: „Nursing transculturale e gli obiet-tivi di salute sostenibili dellÊONU‰.Il 24 novembre 2018, allÊAzienda Ospedaliera SantÊAndrea, incollaborazione con lÊOrdine delle Professioni Infermieristiche(OPI) di Roma e il patrocinio del Centro di Eccellenza per la Cul-tura e la Ricerca Infermieristica (CECRI), lÊUndicesimo Congres-so nazionale dellÊAssociazione Infermieristica Transculturale(AIT) ha cercato di fare il punto sulle sfide dellÊInfermieristicaglobale, soprattutto attraverso le testimonianze degli esperti in-vitati e con i dati forniti dal nuovo Dossier Statistico Immigra-zione. Questo, per la necessità impellente di fornire un quadro pro-grammatico della situazione immigratoria infermieristica nelmondo, ma pure per discorrere di accoglienza e bisogno assi-stenziale.Il dibattito si è articolato in due sessioni: „Infermieristica tran-sculturale e gli obiettivi di salute sostenibili dellÊONU‰ e „Inte-grazione sociale e lavorativa degli infermieri stranieri in Italia‰.Oltre al professor Shaffer („Immigrazione infermieristica nelmondo: quali sfide rispetto agli obiettivi sostenibili di salutedellÊONU‰), sono intervenuti: Maria Ymelda Tolentino Diaz, con-sigliere AIT (che ha moderato la seconda sessione, dedicataallÊ„Integrazione sociale e lavorativa degli infermieri stranieri inItalia‰); Franco Pittau, past president IDOS, che ha commentato

i dati del Dossier Statistico Immigrazione (con: „Il contesto im-migratorio in Italia‰) e, naturalmente, Alessandro Stievano, pre-sidente AIT (con: „LÊinfermieristica transculturale rispetto agliobiettivi sostenibili di salute dellÊONU‰). „LÊimportanza di avereun curriculum di studi unico, che, seppur contempli delle mi-nime differenze, sia ÂspendibileÊ ovunque nel mondo, non è dasottovalutare, specie per le professioni sanitarie, per dare lamaggiore mobilità possibile a studenti e ricercatori‰, ha chiosatoproprio questÊultimo. „Noi siamo la parte pulsante del Sistema sanitario mondiale,ma la nostra formazione deve essere impeccabile se vogliamotrovare spazio in qualsiasi contesto lavorativo. Oggi, la domandaglobale di infermieri è più alta che mai e, oltre agli infermieri lo-cali, anche i migranti contribuiscono alla salute e al benesseredelle comunità ospite. Se tracciassimo la composizione globale

Franklin Shaffer e Alessandro Stievano

XI Congresso nazionale AIT Quale futuro per l’Infermieristica transculturale

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NOTIZIE ITALIA

della forza-lavoro infermieristica, in Italia, per esempio, gli infer-mieri con istruzione straniera sono il 6% - ha spiegato il profes-sor Shaffer -. La CGFNS International, Inc, fondata nel Â77, èunÊorganizzazione che riunisce oltre 3 milioni di professionistidella salute, provenienti da ben 189 Paesi, e sostiene la comu-nità globale con programmi e servizi che promuovono le com-petenze pratiche e le conoscenze degli operatori sanitari. Noi ciproponiamo di essere la principale fonte di valutazione delle cre-denziali e dei servizi di sviluppo professionale per orientare glioperatori sanitari di tutto il mondo. La nostra professione è la piùgrande e più affidabile; gli infermieri sono accanto ai più vulnera-bili e sono in Âposizione strategicaÊ per far avanzare gli SDG-s,Sustainable Development Goals dellÊOnu. Ma resta comunque

il fatto che gli infermieri non sono al centro delle politiche sani-tarie: questo sarà il prossimo step!‰.Ospiti dellÊaula Carlo Urbani anche Ernesta Tonini, vice presi-dente OPI Latina, con: „La realtà immigratoria nel Lazio e il nur-sing transculturale‰, e Jose Vattakottayil Philip, del consigliodirettivo AIT, che ha tracciato una mappa storico-sociale dellÊ„In-tegrazione sociale e lavorativa degli infermieri indiani in Italia‰,partendo dal suo Paese dÊorigine (lÊIndia, appunto) e arrivandoalla situazione nel Lazio. La professoressa Tonini, oltre ad aver illustrato come avvienelÊintegrazione nel territorio pontino e le criticità nellÊutilizzo deiservizi legati alla salute (attraverso i dati dallÊOspedale SantaMaria Goretti di Latina) ha rimarcato lÊimportanza di un approc-cio transculturale in ambito sanitario: il professionista sanitariodeve rispettare lÊessere umano e il suo bagaglio di valori, indi-pendentemente dallÊappartenenza etnica, tenendo conto puredel diverso modo di concepire la malattia, il dolore, la morte. Ri-chiamando le origini del Nursing transculturale e la pioniera, in-fermiera antropologa Madeleine Leininger, ha ribadito la neces-sità di istituire un Master universitario in Infermieristica Tran-sculturale. Presenti anche il tesoriere AIT, Matilde Napolano, Paolo Taran-tino e il consigliere OPI Roma, Francesco Scerbo.

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NOTIZIE ITALIA

I risultati del Rapporto Pit salute 2018 hanno confermato chegli organici sanitari sono ridotti allÊosso e chi ne fa le spese,nonostante la buona volontà dei professionisti e lÊalto livello

clinico dei loro interventi, sono i pazienti.I dati del Pit salute parlano chiaro: crescono i disagi per la scarsaassistenza medico/infermieristica, dal 25,7% al 28,9%, e, col-legate a questi, le lunghe liste dÊattesa (dal 20,2% al 24,6%:senza personale si deve solo attendere di più). Le strutture incui è maggiore il disagio sono sempre le RSA (86,5%, in calorispetto al 89,9% del 2016), mentre le Lungodegenze crescono(dal 10,1% al 13,5%). Anche nei ricoveri, la scarsa assistenzamedica e infermieristica (dal 17,9% al 16,7%) è la problematicapiù segnalata, assieme al rifiuto del ricovero dovuto a motivi ditagli ai servizi e riduzione di disponibilità dei posti letto.Nelle segnalazioni dei cittadini pesa soprattutto la carenza diumanizzazione a carico delle figure che sono immerse di piùnella presa in carico e nelle procedure relazionali con pazienti efamiglie.Medici ospedalieri (50,7%, in aumento rispetto al 45,1% del2016) sì, ma anche gli infermieri ospedalieri (26,2%), i medicidi base (15,1%) e quelli impegnati in Asl (5,5%). Segno ancheche lÊospedale resta il nodo del sistema dei problemi di orga-nizzazione, rispetto a un territorio pressoché inesistente.Sono i cittadini a segnalare la progressiva riduzione del perso-nale presente nelle strutture e i disagi che ne conseguono.Quindi, si verifica un aumento del rischio di non appropriatapresa in carico per il paziente e, inevitabilmente, aumenta ancheil peso su infermieri e medici che si trovano laresponsabilità di gestire molti pazienti conpoche risorse umane e materiali.Paradossalmente, i servizi a domicilio diminui-scono e Cittadinanzattiva fa notare la diffe-renza. Per quanto riguarda gli infermieri, inparticolare, le segnalazioni dei cittadini sono il23,9% nel 2017, mostrando un lieve calo ri-spetto al 25,2% del 2016. I cittadini, in questocaso, lamentano la sbrigatività delle proceduree dei modi, con un contatto spesso frettolosoe poco informato con gli operatori. Tuttavia, icittadini sono portati a identificare gli operatoricome soggetti risolutori delle problematiche(di accesso alle informazioni su cura, condi-zioni del paziente, eventuale dimissione) e li in-vestono di unÊ aspettativa elevata.

Ma perché la particolarità del lavoro che si volge in questo casorichiede lucidità e corretta organizzazione delle mansioni, peroffrire al cittadino assistenza competente e appropriata, il ri-dotto numero di infermieri presenti nelle strutture è la causa diquesta mancanza di attenzione, che non può assolutamente es-sere sanata dalla buona volontà e dallo spirito di abnegazionedei professionisti.„Gli infermieri sono sempre meno – ha spiegato alla presenta-zione del Rapporto Pit Salute 2018 Ausilia Pulimeno, vicepresi-dente della Federazione nazionale degli Ordini delle ProfessioniInfermieristiche -; dal 2009 (anno in cui sono iniziati i piani dirientro per le Regioni fortemente in deficit economico; il bloccodel turn over e dei contratti) si sono perse 12.031 unità di per-sonale. E gli infermieri, quelli del Ssn, quelli che lavorano negliospedali, sono sempre più anziani: soprattutto in rapporto allealtre professioni, tra gli infermieri sono diminuite le età centrali,tra i 35 e i 44 anni (dal 38,0 al 28,3%) e aumentate quelle deiÂquasi anzianiÊ (45-54) anni che passano dal 33,8% al 37,9 percento‰.„Senza risorse si tratterebbe di modificare la composizione delpersonale – sottolinea Pulimeno -. Da questo punto di vista, ilvincolo reale con cui il sistema deve fare i conti è quello di unacarenza di risorse a disposizione per assumere il personale nelsuo insieme, fermo paradossalmente al 2004 meno lÊ1,4%,cosa che ha portato negli anni a far sì che gran parte degli oltre25 miliardi tagliati alla sanità siano stati presi dal personale. Equesti, quelli messi in evidenza dal Pit Salute, sono i risultati‰.

Rapporto Pit salute 2018Organici ridotti all’osso

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NOTIZIE ITALIA

˚nata la „rete FNOPI‰, con quattro osservatori e una ca-bina di regia.UnÊorganizzazione che, assieme alle Consulte già costi-

tuite lo scorso anno per la formazione, con le Associazioni in-fermieristiche e con i cittadini e con il supporto dei Centri diEccellenza infermieristica, del Centro studi della Federazione edegli Ordini provinciali, sarà la colonna portante della Federa-zione nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristichenei prossimi anni.Perché, con questa, scelte organizzative, professionali e politi-che per la crescita e lÊaffermazione della professione infermie-ristica (che rappresenta con i suoi oltre 440mila iscritti quasi lametà della forza lavoro sanitaria, pubblica e privata) saranno al-lÊordine del giorno.La cabina di regia è un organismo condiviso con il Comitato cen-trale della Federazione. Le spetterà il compito di definire le lineedi indirizzo della „Rete FNOPI‰, grazie ad analisi ampie sul pianopolitico e professionale che, poi, la FNOPI e gli OPI Provincialitradurranno in osservatori, gruppi di lavoro e tavoli tecnici inazioni necessarie e condivise per lo sviluppo della professioneinfermieristica.Una sorta di „think tank‰ di cui fanno parte, oltre ai componentidel Comitato centrale della Federazione: Piergiovanni Bresciani,professore di Psicologia del lavoro allÊUniversità di Urbino e Pro-gettazione formativa allÊUniversità di Bologna, esperto di ricercae formazione; Mario Del Vecchio, affiliate Professor di Gover-nment, Health and Not for Profit presso SDA Bocconi Schoolof Management e professore Associato presso il Dipartimentodi Medicina Sperimentale e Clinica dell'Università degli Studi diFirenze; Luisa Saiani, professore Ordinario di Scienze Infermie-ristiche generali e cliniche allÊUniversità di Verona, Presidentedella Conferenza nazionale dei CdL Magistrale delle ProfessioniSanitarie, componente dellÊOsservatorio Nazionale per le Pro-fessioni sanitarie, revisore per la valutazione scientifica della ri-cerca italiana del Ministero dellÊIstruzione, dellÊUniversità e dellaRicerca (Miur).I nuovi osservatori permanenti sono dedicati alla libera profes-sione, a occupazione e lavoro, formazione e ricerca ed esercizioe responsabilità.Il primo affronterà le principali tematiche dellÊesercizio liberoprofessionale, dalla sua implementazione perché sia unÊopzioneprofessionale di pari dignità della dipendenza allÊequo com-

penso; dal codice appalti allÊintermediazione fino alla realizza-zione di una manuale di accreditamento delle forme associate.Il secondo analizzerà le aree lavorative peculiari della profes-sione infermieristica e relative tematiche di interesse profes-sionale ed effettuerà un monitoraggio continuo sullÊabusoprofessionale.Il terzo verterà su formazione e ricerca: specializzazioni infer-mieristiche con la revisione dei percorsi formativi e dellÊinfungi-bilità dellÊinfermiere, comparando le diverse realtà europee, equindi lavorerà in stretto contatto con la Consulta della forma-zione.LÊOsservatorio su esercizio e responsabilità si occuperà deglistandard assistenziali, dellÊoperatività in altri contesti rispetto aquelli usuali, del ruolo del coordinamento come meccanismooperativo da approfondire rispetto alla gestione dei processi edelle eventuali modifiche del quadro normativo per la realizza-zione degli obiettivi e dei target individuati, oltre a monitorarelo sviluppo delle responsabilità professionali.„˚ arrivato il momento di investire su noi stessi! – ha spiegatola presidente FNOPI, Barbara Mangiacavalli – . Bisogna presi-diare i percorsi normativi ancora migliorabili, a partire dalla revi-sione di norme che affidano incarichi in base alla professione,non del professionista‰. „Quella dell'Infermiere – prosegue – èuna professione che guarda al futuro e rispetto al futuro dellÊas-sistenza e del Servizio sanitario nazionale gli infermieri chiedonoa tutti gli attori, la politica in primis, una coerente assunzione diresponsabilità. Crediamo in un gruppo allargato, partecipato,che lasci spazio ad autonomie di pensiero e di cultura. – spiegaMangiacavalli – Crediamo in una gestione clinico-assistenzialee in unÊattività, in unÊassistenza basata su un approccio multidi-sciplinare, multi professionale ed interprofessionale, in cui sonoassicurate collaborazione ed integrazione delle diverse compe-tenze. Per questo sappiamo di dover essere promotori di inizia-tive positive, anche coraggiose se serve, ma soprattutto di unnuovo modello di assistenza che dia a ogni professionalità il suogiusto impegno e sia tutta e del tutto ed esclusivamente dallaparte dei bisogni delle persone‰. „Ecco perché – conclude – laRete Fnopi con gli Osservatori, le Consulte, i Centri dÊeccellenzae il Centro studi che ne fanno parte e che faranno da guida al-lÊassistenza infermieristica da qui al futuro, è un percorso diorientamento che serve e fa da garanzia non solo alla profes-sione, ma a tutti i nostri assistiti‰.

Nasce la “Rete FNOPI” con Osservatori e Cabina di regia

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Nell'ambito del XXV Congresso nazionale del CID che siè svolto a San Marino, dallÊ8 al 10 novembre 2018, ilComitato Infermieri Dirigenti ha eletto il nuovo presi-

dente: Bruno Cavaliere, infermiere dirigente e responsabiledelle Professioni sanitarie al Policlinico San Martino di Genova.Docente a contratto presso lÊUniversità degli studi di Genova ecollaboratore dellÊUniversità Cattaneo di Castellanza (Liuc), conCavaliere è stata eletta tutta la lista di cui il neo presidente faparte: „Dirigere il Domani‰.Questo, il nuovo direttivo CID: Presidente, Bruno Cavaliere; Vi-cepresidente: Mariagrazia Montalbano (consigliere OPI Roma);Tesoriere: Enrico Ballerini; Segretario: Fabrizio Polverini; Consi-glieri: Graziella Costamagna; Raffaella Piro; Daniela Tartaglini;Serenella Mennilli; Pietro Lopez; Lorena Martini e Rita PatriziaTomasin.A disegnare i passi del futuro della dirigenza infermieristica èstata, in apertura del Congresso, la Presidente FNOPI, BarbaraMangiacavalli, in un ampio e articolato intervento.Al termine delle elezioni, il consiglio direttivo neo-eletto ha vo-tato una mozione in cui ha indicato quattro priorità:Û mantenere un concreto dibattito interno alle Professioni Sa-

nitarie, che operano nel SSN;Û confrontarsi criticamente con la realtà e i contesti della Società

civile, tenendo presente il mondo Economico-Finanziario;Û sviluppare un sistema di comunicazione con la società e le

altre professioni, con lo scopo di divulgare la nostra „mis-sion‰;

Û implementare ulteriormente il Network dei coordinamenti re-gionali per essere sempre più vicini ai nostri soci.

La mozione impegna anche il CID a:- dialogare con le istituzioni e i cittadini, per promuovere il „cam-biamento‰, essendone parte attiva in una logica di appropria-tezza e sostenibilità;

- promuovere lÊinnovazione e la ricerca, garantendone la conti-nuità esperienziale e i risultati sino ad oggi ottenuti;

- proporre un nuovo modello di Dirigenza che integri e diversifi-chi quella organizzativa e formativa con quella professionale,gestionale e dei processi nella valorizzazione dei percorsi for-mativi;

- sviluppare nuove partnership per condividere soluzioni con-trattuali che sostengano i diversi livelli di dirigenza, al fine diconsentire percorsi di carriera adeguati e sostenibili.

Il consiglio direttivo si impegna inoltre a:- proporsi ai ministeri della Salute e dellÊUniversità come espertidelle tematiche proprie della dirigenza e della gestione dei ser-vizi anche per lo studio di innovativi percorsi formativi, tenendoconto dei nuovi e diversi bisogni, anche del mondo del lavoro;

- proporsi a tutte le Istituzioni quali competenti interlocutori perlÊimplementazione ed integrazione delle normative che riguar-dano la dirigenza infermieristica allo scopo di uniformare de-nominazioni profilo e responsabilità;

- partecipare attivamente alla consulta delle associazioni tec-nico-scientifica sostenuta dalla Federazione Nazionale degliOrdini delle Professioni Infermieristiche;

- ricercare nuovi pattern Euro-pei ed internazionali della di-rigenza partecipando ai Boarddi progettazione e sviluppo.In occasione del Congressonazionale del CID a San Ma-rino, si sono svolte anche leelezioni per le cariche del CIDdel Lazio. Ecco gli eletti e lerelative nomine: Barbara Por-celli, Coordinatore regionale;Maurizio Zega e Roberta Mar-chini (rispettivamente, consi-gliere e revisore OPI di Ro-ma) vice Coordinatori regio-nali; Adriana Pignatelli, dele-gato.

Cavaliere nuovo presidente delComitato infermieri dirigenti

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I l 12 dicembre scorso, alla presenza del presidente della Re-pubblica, Sergio Mattarella, e del ministro della Salute GiuliaGrillo, il ministero della Salute ha celebrato i 40 anni del Ser-

vizio Sanitario Nazionale.Al centro della manifestazione le testimonianze dei protagonistidel Ssn: Paola Arcardi (infermiera); Fabio Bernagozzi (volontario118); Annarita Cossu (rappresentante di un'associazione di pa-zienti); Alberto Mantovani (ricercatore); Roberto Mezzina (diret-tore di dipartimento Asl); Italo Paolini (medico); Nunzia Verde(medico specializzando). La Arcadi è stata scelta dalla Fnopi per rappresentare i 440milaiscritti all'Albo professionale piùgrande d'Italia; è tutor e docen-te al CdL in Infermieristica al-l'Università degli Studi di Mi-lano. „Ho scelto questa profes-sione quando ero ancora troppogiovane per comprendere lacomplessità del mondo in cuimi stavo affacciando – ha detto–, ma, fin da quei primi anni incorsia, ho capito che lì cÊera lamia seconda famiglia‰. Gli infer-mieri italiani sono ovunque eoperano in una relazione privile-giata di prossimità con i cittadi-ni. „Oggi – ha continuato – nonè facile per noi farci strada tra leinsidie di un sistema che a voltefatica a sostenersi; un sistemache richiede un ripensamento

dei paradigmi della cura affinché non perda il focus sulla cen-tralità dei bisogni di salute delle persone‰. Il Ssn ha sempre più bisogno degli infermieri: sono loro il nutri-mento di quel principio fondante che, 40 anni fa, ha portato allosviluppo di quello che oggi è una delle più grandi conquiste delnostro Paese. Nel suo breve discorso, Sergio Mattarella ha sot-tolineato quanto la professionalità, la passione e la dedizione dicoloro che fanno parte del Ssn sia imprescindibile: „A tutti lorova il mio più sentito ringraziamento!‰. Presente alla cerimonia, la presidente OPI Roma, Ausilia Puli-meno.

Gli infermieri ai 40 anni del Servizio sanitario nazionale

La delegata FNOPI, Paola Arcadi, fra il ministro Grillo e il presidente Mattarella

UNIVERSITÀ

OPI Roma, protocollo d’intesa con l’UniCamillusIl 25 gennaio 2019, il Rettore dellÊUniversità UniCamillus- Saint Camillus International University of Health and Medical Sciences, GianniProfita, ha incontrato la Presidente OPI di Roma, Ausilia Pulimeno, e dal confronto è emersa la piena convergenza sullÊimportante pos-sibilità di sviluppare collaborazioni, alla luce di una visione moderna e strategica della professione infermieristica.Una collaborazione, frutto di obiettivi comuni, che promette sviluppi nell'assistenza sanitaria attraverso la formazione degli infermieri.LÊincontro è anche servito per analizzare molteplici linee direttrici di progettazione comune non solo in merito al Corso di laurea in In-fermieristica, ma anche in relazione ai Corsi post laurea per i quali lÊOPI di Roma metterà a disposizione l'esperienza già maturata. Il Rettore e la Presidente Pulimeno hanno convenuto di stipulare al più presto un protocollo dÊintesa che sancirà tali propositi.

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Da giovedì 8 e fino a domenica 11 novembre 2018, laFiera di Roma ha ospitato Exposalus and Nutrition, ker-messe dedicata a presente e futuro della salute, con

spazi dedicati alla presentazione delle innovazioni per migliorarele abitudini alimentari e il modo di vivere e curarsi.LÊOrdine degli Infermieri (OPI) di Roma è stato presente al-lÊevento con un proprio stand. Con gli infermieri capitolini, anchei volontari Cives e i rappresentanti Aniarti. Intervenuta al talk inaugurale: „Presente e futuro del SistemaSalute in Italia: la parola agli addetti al settore‰, la presidenteOPI Roma e vicepresidente della Federazione Nazionale degliOrdini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI), Ausilia Puli-meno, ha precisato che: „Rispetto alla tipologia dellÊassistenzae dei bisogni dei pazienti da tener presente, abbiamo di fronteun quadro del tutto nuovo. Solo pochi anni fa, quasi tutto si con-centrava sulle acuzie, e si fronteggiavano episodi che, il più dellevolte, si concludevano con unÊassistenza ospedaliera. Oggi,lÊetà che avanza comporta problemi legati alle patologie croni-che e alla non autosufficienza: bisogni che necessitano di unmodello nuovo di assistenza. Un modello che ancora non cÊè!‰.˚ questo il passaggio cruciale in cui attualmente si trova lÊItaliadal punto di vista della salute pubblica. „Per ciò che concernela professione infermieristica – ha continuato – è necessario ri-conoscere le specializzazioni mirate. Su tutto il territorio nazio-

nale, è prioritaria lÊistituzione della figura dellÊinfermiere di fami-glia e di comunità, come auspicato anche dallÊOms nel docu-mento ÂHealth 21Ê del 1998. LÊinfermiere di famiglia può dareun contributo-chiave nell'equipe multisciplinare di professionistidella salute. ˚ lui che aiuta Ia persona malata ad adattarsi allanuova situazione e, eventualmente, alla disabilità cronica, tra-scorrendo buona parte del suo tempo presso la casa e con lafamiglia del paziente. Al centro dell'assistenza dellÊinfermieredi famiglia è l'intera comunità; svolge il suo ruolo nel contestodi cui fanno parte la rete dei servizi sanitari e sociosanitari, lescuole, le associazioni. Di esempi, nel nostro Paese, ce nesono, ma permangono le disparità fra regione e regione: ci sonoquelle che hanno deliberato ufficialmente lÊintroduzione nel Ser-vizio sanitario regionale di questa figura; altre che hanno attivatosperimentazioni e altre, ancora, che hanno presentato solo pro-poste di legge in tal senso‰. A fronte dei bisogni di salute della popolazione e, in particolare,della domanda di cura delle fasce più fragili, gli infermieri sonochiamati ad esercitare un ruolo sempre più incisivo. „Gli italianici chiedono di potenziare lÊofferta di prestazioni infermieristichesul territorio attraverso i canali del Servizio Sanitario Nazionale– ha concluso la presidente Pulimeno – ma, per farlo, bisogneràÂtrasformareÊ lÊorganizzazione del lavoro, aumentando e defi-nendo target espliciti di rapporto infermieri/medici, per miglio-rare appropriatezza e sostenibilità del sistema; accompagnandoi cambiamenti con azioni che aiutino ad evolversi verso una mi-nore densità medica‰.In seno a Exposalus, sabato 10 novembresi è svolto anche unWorkshop a cura di ANIARTI (Associazione nazionale Infermieriarea critica), con il patrocinio di OPI Roma.

ExpoSalus, Pulimeno: “L'infermiere di famiglia edi comunità resta una priorità per l'Ordine”

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LÊevento, accreditato Ecm, nella sessione mattutina (moderatada Maria Vittoria De Girolamo) ha discusso di: „Alimentazione:nuovo approccio: educazione e prevenzione‰, con gli interventidi: Silvia Scelsi, vicepresidente ANIARTI con: „L'associazioni-smo: presentazione di Aniarti‰; quindi, di Alessandro Da Frecon: „Una nuova filosofia della salute‰ e Alessandra Giulianicon: „Alimentazione e idratazione nella persona sana‰ e „Ali-mentazione e idratazione nelle diverse età, contesti ed etnie‰. Nella seconda sessione - quella pomeridiana -, si è discusso di:„Infermieri e alimentazione: cura ed assistenza‰ (moderatori:Elisabetta Giordano e Rossella Marchetti) con gli interventi di:Caterina Ferrazzilli e Oliva Matrone, „La Nutrizione enterale (NE)in ambito ospedaliero‰; Matrona e Caterina Ferrazzilli, „La Nu-trizione parenterale (NPT) in ospedale‰; Massimo Spalluto, „Ac-

cessi vascolari – Uso Picc a domicilio e in ospedale: il contributoinfermieristico‰; De Girolamo e Lidia Muscheri, „La Nutrizioneartificiale in età pediatrica: competenze e responsabilità dell'In-fermiere‰.

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L'attore Simone Montedoro, padrino dell'evento, allo stand OPI Roma Silvia Scelsi, vicepresidente Aniarti

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I l 6 febbraio scorso, la commissione Sanità, politiche sociali,integrazione sociosanitaria e welfare della Regione Lazio,presieduta da Giuseppe Simeone (FI), ha avviato il ciclo di

audizioni sulla proposta di legge n. 106 in materia di „Disposi-zioni per la promozione dellÊassistenza infermieristica familiare‰,presentata dai consiglieri Ciani e Forte. Per lÊoccasione, sono stati incontrati i vertici degli Ordini provin-ciali degli infermieri (OPI). La presidente OPI Roma, Ausilia Pu-limeno, e Annunziata Piccaro (presidente OPI Latina) sonointervenute per suggerire alcune modifiche al testo. Con loro,anche la vicepresidente OPI Rieti, Giovanna Maria Picuti.Citando i dati di una ricerca dellÊOsservatorio civico Fnopi-Citta-dinanzattiva, la presidente Pulimeno ha dimostrato la necessitàdi questa legge: „Un cittadino su due - ha detto - reputa insuf-ficiente il numero degli infermieri per garantire lÊassistenza nonsolo in ospedale ma anche sul territorio. Il 78,6 per cento degliintervistati vorrebbe disporre di un infermiere di famiglia e dicomunità. Questo infermiere svolgerà il suo ruolo nel contestocomunitario di cui fanno parte la rete dei servizi sanitari, lescuole, le associazioni e i vari punti di aggregazione‰.Tra le proposte di modifica al provvedimento oggetto dellÊaudi-zione, gli Opi suggeriscono, innanzitutto, un cambio sostanzialenel titolo, sostituendo „promozione‰ con „realizzazione di ser-

vizi‰. Le altre osservazioni riguardano una serie di documenticitati nella relazione depositata in commissione al termine del-lÊaudizione, a cominciare dalla definizione di Family HealthNurse (FHN) fornita dalla Oms; dal profilo dellÊinfermiere di fa-miglia e di comunità elaborato dallÊAssociazione Infermieri diFamiglia e di Comunità (AIFeC); dal Piano nazionale della Croni-cità (PNC) e dal Piano nazionale di prevenzione 2014-2018 delMinistero della Salute.Nella memoria che Pulimeno ha depositato in Regione si legge: „Nel futuro della sanità, a fronte dei bisogni di salute della po-polazione e in particolare della domanda di cura delle fasce piùfragili, gli infermieri sono chiamati a esercitare un ruolo semprepiù incisivo⁄ LÊinfermiere di famiglia e di comunità è unÊaspet-tativa dei cittadini⁄ Soprattutto, i cittadini vorrebbero un infer-miere di riferimento convenzionato, come oggi è il medico difamiglia: entrambi dovrebbero lavorare in sinergia per garantireunÊassistenza h24 che vada a colmare le lacune di un serviziosanitario che oltre un certo orario è affidato esclusivamente al-lÊospedale e al Pronto Soccorso. LÊobiettivo dellÊinfermiere difamiglia e di comunità è di mantenere, e migliorare nel tempo,l'equilibrio e lo stato di salute della persona nel contesto dellasua famiglia e nella comunità in cui vive, aiutandola a evitare ogestire le minacce alla salute. Lo chiamiamo Âinfermiere di fa-

miglia e di comunitàÊ per-ché oggetto dell'assistenzaè l'intera comunità, di cui lafamiglia rappresenta l'unitàdi base⁄ LÊobiettivo èquello di sviluppare un mo-dello di intervento chemetta tutti i componentidella famiglia al centrodellÊassistenza sanitaria esociale, consentendo a per-sone anziane e personecon patologie croniche di ri-manere a casa il più a lungopossibile‰.

Infermiere di famigliaAvviato l’iter in Consiglio regionale

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I l 20 dicembre scorso, uno „storico‰ incontro tra l'Ordinedegli infermieri di Roma e tre Aziende Sanitarie della Capi-tale per siglare unÊimportante intesa tra loro (OPI Roma e

tre ASL) per il debutto della figura dell'infermiere di famiglia/co-munità.Un professionista specializzato nella presa in carico del pazienteal quale garantisce la continuità dell'assistenza e che gestiscela cooperazione con il malato e i suoi parenti, con i medici dimedicina generale e le altre professioni sanitarie. Nello speci-fico, l'infermiere di famiglia individua i bisogni di salute della fa-miglia, opera per ridurre lÊincidenza delle malattie e degli inci-denti più comuni, fornisce consulenza e partecipa alle attività diricerca e di formazione professionale. Un modello sperimentatocon successo in Italia e all'estero che, da tempo, gli infermierisostengono e che ora può decollare anche a Roma, con beneficiimportanti sulla salute degli assistiti e per il Servizio SanitarioRegionale. All'incontro, che si è svolto al Nuovo Ospedale deiCastelli, hanno partecipato: la Presidente OPI di Roma, AusiliaPulimeno; il Direttore Generale della ASL RM4 e Commissariodella ASL RM5, Giuseppe Quintavalle; il Direttore Generale dellaASL RM6, Narciso Mostarda, e i Dirigenti dei Dipartimenti delleProfessioni Sanitarie delle rispettive Aziende Sanitarie, CarloTurci, Luigia Carboni e Cinzia Sandroni. Un confronto costruttivo sul progetto di adozione del modellodell'infermiere di famiglia/comunità nei territori delle tre ASLche si è concluso con una presa d'atto reciproca della volontàdi rendere operativo il nuovo servizio al più presto.„Una giornata importante per i cittadini – ha detto la PresidentePulimeno –. Per noi infermieri è una grande soddisfazione poterrealizzare quanto prima questo modello assistenziale e ancheunÊulteriore assunzione di responsabilità. Tengo a sottolineareil coinvolgimento positivo dell'Ordine di Roma nel progetto. Ilprimo passo è compiuto: ora, per partire davvero dobbiamo at-tendere solo che ASL e Regione Lazio coordinino i rispettivipiani‰. A sottolineare che, nel futuro dellÊassistenza territoriale,

cÊè lÊinfermiere di famiglia è stato anche lÊappuntamento del 23gennaio 2019, alla Camera dei Deputati, in occasione della pre-sentazione del 14 Rapporto sanità del Crea (Consorzio Univer-sitario per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) promossodall'Università Tor Vergata. In esso, nel settore della medicinagenerale, si rileva la spinta alla costruzione di gruppi multipro-fessionali e multidisciplinari, coinvolgendo figure come gli infer-mieri e gli operatori sociosanitari, oltre agli stessi specialistiambulatoriali, per realizzare la continuità delle cure. La presa incarico del paziente, domani, constaterà di rapporti di collabora-zione con le altre professioni sanitarie, in particolar modo conquella infermieristica, che ha assunto un ruolo primario nellÊam-bito di alcuni dei nuovi moduli di assistenza territoriali.NellÊorganizzazione dei servizi per la presa in carico, il Crea Sa-nità ha indicato, tra le altre iniziative, la necessità di investirenella formazione delle varie figure allÊinterno delle equipe multi-professionali e di definire più compiutamente il ruolo di casemanager/care manager dellÊinfermiere, investendo in forma-zione e incentivi economici, valorizzando il ruolo di coordina-mento dellÊinfermiere nellÊambito delle equipe multi-professio-nali. „Indubbiamente è lÊora dellÊinfermiere di famiglia – com-menta Ausilia Pulimeno, vicepresidente della Federazione na-zionale (FNOPI), che ha partecipato alla presentazione del Rap-porto Crea –: quellÊinfermiere, cioè, che gli stessi cittadini cichiedono. Oltre il 79% vorrebbe poter scegliere/disporre di uninfermiere di famiglia/comunità come con il medico di medicinagenerale e che molte Regioni, dal Nord al Sud, hanno già attiva-to o deliberando ufficialmente la nuova figura. O come formadi sperimentazione o anche presentando proposte di legge adhoc‰. „Quella dellÊinfermiere di famiglia è unÊopzione sicura-mente realizzabile – spiega Barbara Mangiacavalli, presidenteFNOPI –. Dopo la giusta diagnosi e la scelta della migliore tera-pia, il paziente ha assoluta necessità di essere seguito, guidatoe aiutato nei suoi bisogni di salute con approccio proattivo e tra-sversale, prerogative della professione infermieristica‰.

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Infermiere di famiglia si parte davvero!

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˚stato inaugurato il 18 dicembre 2018, adAriccia, il nuovo ospedale dei Castelli. Uncentro di ultimissima generazione, do-

tato di nuovi macchinari, sostenibile e acco-gliente: uno dei poli tecnologicamente piùavanzati del Lazio che serve un bacino di300.000 cittadini.Oltre 300 posti letto (137 posti letto attivati al-l'apertura), 22 ambulatori, 22 ascensori, 17posti per la dialisi, 13 reparti per acuzie, 11 mac-chinari per la diagnostica per immagini e 9 saleoperatorie. LÊopera è stata portata a compi-mento nei tempi previsti, in soli 1.008 giorni e,fin da subito, la Regione Lazio ha lavorato perimprimere una forte accelerazione nellÊutilizzodelle risorse disponibili, 120 milioni di euro. Sitratta di una struttura importante della sanità re-gionale: vi è stato impiegato tutto personale del nostro ServizioSanitario: i dipendenti della Asl sono complessivamente 630, dicui 75 neoassunti con concorsi pubblici rivolti a infermieri e ope-ratori sociosanitari. In loro rappresentanza, ha preso parte allacerimonia la presidente OPI Roma, Ausilia Pulimeno. „Troppo

spesso, per l'assenza di luoghi di accoglienza, si confluisceverso la Capitale – ha commento il governatore, Nicola Zinga-retti. Ma, un centro produttivo di buona sanità come questo èovviamente una svolta; una svolta che aspettavamo da tempo,figlia dei successi di questi anni‰. „Questo è il primo ospedale

pubblico che apredopo il lungo periododel piano di rientro - gliha fatto eco AlessioDÊAmato, assessorealla sanità -. Simbolica-mente rappresental'apertura di una nuovafase per la sanità delLazio. In più, l'ospeda-le apre contando sul-l'intero personale di-pendente pubblico:questo è un fatto dav-vero importante. Vo-glio rivolgere un sen-tito ringraziamento atutti gli operatori e atutti i professionistiche stanno contribuen-do a questo storico ri-sultato!‰.

Ariccia, inaugurato ilnuovo ospedale dei Castelli

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I l maggior Ordine professionale italiano,quello degli Infermieri, ha lanciato la po-lizza assicurativa per responsabilità per

colpa lieve, grave ed erariale, come previ-sto dalla legge 24/2017 (legge „Gelli‰), conuna delle maggiori compagnie assicurativenazionali: Unipol Sai. La polizza proposta, obbligatoria per tuttigli infermieri ma sottoscrivibile su base vo-lontaria, si caratterizza per un massimaledi 5 milioni di euro, al prezzo annuale at-tualmente più basso sul mercato (22 euro)per coprire la responsabilità civile profes-sionale, la responsabilità patrimoniale, laresponsabilità civile per colpa grave equella per danno erariale.Il risultato è stato raggiunto grazie a duegare europee bandite dalla Federazione na-zionale degli Ordini delle professioni infer-mieristiche (FNOPI) a partire da un anno fa,prima per identificare il broker necessarioallÊoperazione e poi per stabilire e stipularela polizza che, trascorsi i necessari tempidi legge dallÊaggiudicazione, è stata sotto-scritta ufficialmente il 28 dicembre 2018.UnÊassicurazione accessibile a tutti gliIscritti allÊAlbo degli infermieri e infermieripediatrici (oltre 445mila professionisti) per tutelare qualunqueforma di attività lavorativa: in regime di dipendenza per contodel Ssn, quella presso strutture sanitarie o sociosanitarie privatelÊattività in regime di libera professione e quella svolta tramitele cooperative, o anche una combinazione tra queste e tutte lefunzioni esercitate compreso il coordinamento e la direzione.I punti di forza del servizio, che sarà accessibile dal sito dellaFederazione (www.fnopi.it), rinviando il professionista alla piat-taforma assicurativa per espletare tutti gli aspetti legati alla sot-toscrizione, sono:Û apertura del sinistro fin dalla ricezione di comunicazione se-

condo quanto prescrive lÊarticolo 13 della legge 24/2017 (lalegge „Gelli‰: „Obbligo di comunicazione all'esercente la pro-fessione sanitaria del giudizio basato sulla sua responsabilità‰)da parte dellÊAzienda di appartenenza;

Û retroattività illimitata;Û postuma decennale: dopo la pensione con un solo premio an-

nuale si è coperti per richieste danni che dovessero pervenirenei dieci anni successivi;massimale di 5 milioni di euro;

Û copertura anche per i danni di natura patrimoniale legati adambiti amministrativi e gestionali;

Û nessuna franchigia e/o scoperto;Û premio annuo lordo di 22 euro.I risultati sono da considerarsi unici sul mercato assicurativo eanche i pensionati possono stare tranquilli.Inoltre, è prevista una consulenza telefonica dedicata ad un ap-posito numero verde (800.433.980), erogata da qualificati pro-fessionisti del settore assicurativo (orari: 9-12 e 14-16) perchiarire ogni dubbio agli infermieri che ne abbiano necessità.

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Nasce la polizza per gli infermieria tutela dei lavoratori della salute

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Tante presenze per un evento emozionante, voluto dal-lÊOrdine delle Professioni infermieristiche di Roma (OPI)e dal Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca In-

fermieristica (Cecri), sabato 27 ottobre, allÊospedale Sandro Per-tini: „Le artiterapie: alla scoperta di nuove competenze‰.Una terza edizione che ha posto lÊaccento su quanto il profes-sionista infermiere possa contribuire sul tema della salute men-tale; nonché, nellÊapprofondire la conoscenza di metodologie ditrattamento multidisciplinare, collegato allÊesperienza di una Co-munità terapeutico-riabilitativa psichiatrica dellÊarea romana. A 40 anni dalla legge di riforma della Psichiatria in Italia (la legge180; conosciuta anche come legge Basaglia), lÊentusiasmo dichi, in questi anni, ha operato nel settore, ha portato al fluire diuna ricerca continua di nuove strade per sostenere diritti civili,integrazione sociale e benessere individuale.„In questo percorso – ha detto in apertura dei lavori la consi-gliera OPI Roma, Cinzia Puleio – le diverse professionalità pre-senti hanno visto arricchire la propria operatività attraverso unasorta di ÂcontaminazioneÊ tra saperi diversi. Ne sono emersemodalità operative nuove da affiancare a quelle classiche; nuovifarmaci, ma anche diverse modalità di intervento psico-terapeu-tico con programmi di inclusione sociale e unÊattenzione mag-giore alle capacità della persona‰.Le „arti terapie‰ sono una serie di attività che hanno accompa-gnato il lavoro riabilitativo nel campo della salute mentale e, og-gi, vengono ritenute uno strumento terapeutico importantis-simo. Suonare uno strumento, fare teatro, danzare, scriverepoesie sono parte integrante del percorso di „recovery‰ del pa-ziente affetto da disagio psichico; hanno un valore di recuperoanche le risorse relazionali ed espressive della persona. Per-sona, appunto, non il malato (o il paziente), come hanno tenutoa sottolineare tutti i relatori intervenuti. Perché dietro la patolo-gia cÊè sempre un uomo o una donna con il suo mondo, il suovissuto, le sue emozioni, che vanno comprese o, allÊoccorrenza,fatte emergere (come ha spiegato il professore Giuseppe Man-nu, responsabile Uos DSM ASL Roma 2).LÊevento formativo al „Pertini‰, articolato in due sessioni (mat-tina e pomeriggio, entrambe moderate dal vicepresidente Opidi Roma, Stefano Casciato, e dalla consigliera Puleio), ha vistoalternarsi esperti di pregio, tutti impegnati, a vario titolo, in pro-getti clinici con persone affette da disturbi psichici o da disagiosociale. „Perché lÊambito professionale infermieristico afferentealla salute mentale è ancora da ÂscoprireÊ – ha sottolineato lapresidente OPI Roma, Ausilia Pulimeno –. In questi contesti cli-

nici, più che in altri, lÊinfermiere è chiamato ad abbracciare lamultidisciplinarietà e a sviluppare una particolare relazione conla persona e con i colleghi coinvolti. Nella fattispecie, è neces-sario sviluppare competenze che vadano oltre quelle culturali dibase; perché qui contano molto le esperienze maturate sulcampo. Quello della salute mentale è un ambito in cui lÊaspettotecnico e quello rieducativo vanno di pari passo e benché nonsia facile effettuare in questo ambito dei tirocini o specializza-zioni, è pur vero che si tratta di una sfida che la nostra profes-sione deve saper cogliere!‰.„Non a caso, nel disagio psichico – le ha fatto eco il vicepresi-dente e direttore del Polo della Pratica Clinica CECRI, Casciato–, grazie ad un sistematico cambiamento di approccio, lÊusodelle artiterapie si è affiancato al solo trattamento farmacolo-gico, ottenendo risultati eccellenti su ragazzi molto problematici.Ragazzi che hanno fatto passi da gigante grazie alla musicote-rapia, per esempio, ma non solo. Infatti oggi, non è sbagliatoparlare, addirittura, di unÊevoluzione delle stesse artiterapie edel loro uso sempre più attivo nei trattamenti sanitari‰.Testimone dellÊindubitabile valore delle artiterapie in salute men-tale, Marco Soricetti, infermiere ASL Roma 2 e musicoterapeu-ta: „Ero in servizio presso il Pronto Soccorso di un grande ospe-dale romano, poi ho scelto di ÂriformulareÊ la mia professione,accettando di occuparmi dei ragazzi di un DSM. AllÊinizio non èstato facile, ma, sono riuscito, per mezzo della musica, e di altreartiterapie, a trovare un Âcanale di connessioneÊ con loro e fraloro. Tutti hanno compreso il concetto di comunità in cui ognu-no, io per primo, ha il suo ruolo: nessuno è escluso! Il nostrolaboratorio, ÂMusica in camminoÊ, è riuscito a uscire dal reparto,

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Infermieri e artiterapieAl Pertini, esperti a confronto

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arrivando nelle piazze, arrivando addirittura a vincere dei premi.Un professionista deve avere la mente aperta: lÊassistenza in-fermieristica è assistenza alla persona; lÊinfermiere fonda il suooperato su conoscenze validate, ma cÊè molto, molto di più. Glioperatori sanitari, se determinati, riescono a fare tanto‰. Soprat-tutto, se sostenuti dallÊopera di musicoterapeuti come GianlucaTaddei, che ha dimostrato (anche attraverso la proiezione di fil-mati) il valore inclusivo della musica, la sua capacità di „faresquadra‰, di far sentire a chi partecipa di far parte di un grupposociale: „Le artiterapie – ha commentato – non cadranno mainel tecnicismo, perché sono un modo diverso, alternativo di in-tendere la professione sanitaria. AllÊinterno di un processo crea-tivo come quello artistico, infatti, è possibile, più che in altri casi,umanizzare il contatto tra operatore e paziente, perché entranoin gioco le emozioni. Nella formazione professionale dei profes-sionisti infermieri, che operano a stretto contatto con le per-sone, le artiterapie sono utili a sviluppare la capacità di sentiremeglio lÊaltro da sé, al di là della malattia‰. Questo, perché alcu-ne metodologie terapeutico-riabilitative, tramite le artiterapie(come dimostrato dalle ricerche nelle Neuroscienze), hanno unvalore trasformativo, anche del coesistere stesso con le per-sone. „Bisogna riconoscere le qualità di ognuno – ha spiegatoil professore Mannu in un appassionato intervento dedicato allaÂMedicina basata sulla narrazioneÊ – imparare a stare accantoalla persona sofferente, comprendere il suo dolore. La Medicinanarrativa (NBM) aiuta a coltivare lÊempatia, ad entrare in sintoniacon gli altri, allontanando lo spettro del pregiudizio della malattiamentale. Si integra bene con lÊEvidence-based medicine (EBN)perchè rende le decisioni clinico-assistenziali più complete,quasi personalizzate. LÊinfermiere impegnato in questo delicatosettore deve credere che la diversità sia arricchimento, che lÊab-braccio e lÊascolto può essere terapeutico; che il processo diguarigione non può prescindere dallÊaspetto relazionale, propriodel Codice Deontologico dellÊInfermiere‰.A riannodare le fila del tempo, invece, con: „40 anni di 180: dallaPsichiatria alla salute mentale‰, il professor Tommaso Losavio,componente del comitato scientifico della „Fondazione Francae Franco Basaglia‰, per anni in forze al Santa Maria della Pietà,lÊex manicomio di Roma. La sua lectio magistralis è soprattutto

il racconto commosso di: „Un vecchio testimone della Storiadella Psichiatria‰, come si è definito lui stesso. „La legge 180è stata una tappa importante nel processo di ÂuscitaÊ dai mani-comi in cui le persone venivano relegate, lontane dalla societàe vivevano in condizioni disumane – ha continuato –. Era neces-sario restituire loro la dignità perduta; dimostrare che il concettodi Salute Mentale, doveva superare quello di Psichiatria. Sonofiero di dire che sono stati proprio gli operatori sanitari, medicie infermieri, a far sì che, con il loro lavoro quotidiano, si potes-sero affiancare, alle conoscenze tecniche, nuove metodologiedi cura. Uscire dalla sofferenza mentale per molti è stata operaanche della determinazione di tanti bravi infermieri‰.Capacità di non abbattersi e resilienza: doti imprescindibili perun infermiere. „Essere capaci di riformularsi, di adattarsi ai nuo-vi contesti lavorativi – ha detto Giuliana Covelli, infermiera ASLRoma 2 – sono fondamentali per mettere in campo tutte le no-stre potenzialità. LÊinfermiere è il professionista della relazione,il medium tra i bisogni della persona malata e la sua prestazione.La competenza è frutto sì di conoscenze, ma pure delle capacitàe qualità personali‰.Tavola rotonda, moderata dal tesoriere Opi Roma, Carlo Turci,in conclusione della sessione mattutina, per parlare, fra lÊaltro,anche del tema delle famiglie e dei caregiver, nonché delle listedi attesa per entrare nei programmi di cura più allÊavanguardia:„Il problema delle liste dÊattesa è enorme – ha risposto Mannu– ed è il risultato dellÊimpoverimento generale e delle risorseumane, tanto in altri quanto di più nel campo della salute men-tale. A noi operatori non resta che continuare a lottare per so-stenere la persona, soprattutto nella relazione con se stesso econ gli altri‰.Al pomeriggio, la discussione di alcuni casi-studio di artiterapie:„Il ruolo della fotografia‰ a cura di Federica Cerami; „Il Labora-torio di arteterapia con bambini affetti da autismo e sindromedi Asperger‰ a cura di Daniela De Simone e il Laboratorio inte-grato di arteterapia musicale: ÂMusica in camminoʉ con SabrinaDe Stefano e Marco Soricetti che ha portato sotto i riflettoridellÊaula Sesti dellÊospedale ospite proprio i ragazzi della comu-nità Urbania DSM ASL Roma 2 che si sono esibiti in un medleymelodico molto apprezzato.

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I ragazzi della comunita� Urbania DSM ASL Roma 2

La delegazione OPI Roma: (da sinistra)la consigliera Puleio, la presidente

Pulimeno e il vicepresidente Casciato

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S i è svolta a Roma, in un noto cen-tro commerciale, il 23, 24 e 25 no-vembre 2018, la campagna di

prevenzione di alcune patologie del colonche ha visto protagonisti nella giornata del23 circa 90 bambini delle scuole primariedel quartiere di Trigoria e circa 900 per-sone della zona Eur poi. LÊevento, patrocinato da OPI Roma e daAIOSS (Associazione tecnico-scientificaoperatori sanitari in Stomaterapia e riabi-litazione del pavimento pelvico) ha riscos-so un notevole successo (di persone eper il clima di collaborazione instaurato al-lÊinterno dello staff, tra cui i professori Ci-cala e Guarino del reparto di Gastroente-rologia del Policlinico Universitario Cam-pus Bio-Medico della capitale) e gli stu-denti hanno ricevuto molti complimenti per la cultura e la capa-cità espositiva, oltre che per la simpatia con cui accoglievano ivisitatori.Venerdì 23, il gonfiabile è stato destinato solo alle diverse classielementari, che, accompagnate da insegnanti e alcuni genitori,si sono recate presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico (UCBM). Ai bambini è stato spiegato come una correttaalimentazione possa evitare molti problemi del colon e la pro-fessoressa Alloni ha utilizzato un manichino per spiegare comeil bolo alimentare arrivi al colon e come funziona lÊassorbimentodegli alimenti e lÊeliminazione dei residui. La parte più divertente

è stata la visita nel colon gigante gonfiabile che lÊUCBM, assie-me a FAIS (Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati),ha ottenuto dalla Commissione Europea: i bambini erano entu-siasti della visita e hanno fatto tantissime domande, mentre leinsegnanti hanno richiesto nuovi incontri con altre classi ed an-che altre lezioni sul corpo umano, a cui parteciperanno vari me-dici ed infermieri del Policlinico UCBM.Poi, il 24 e 25 novembre il colon gigante è stato trasferito in unaltro centro commerciale, dove la direzione prevedeva unÊaf-fluenza di circa 40mila persone, visto che si trattava del cosid-detto „black friday weekend‰ e, effettivamente, cÊè stata unavera mole di persone interessate al colon gigante.Il colon era visitabile da gruppi di 4-6 persone, accompagnati dastudenti di Medicina e Scienze della Alimentazione e nutrizioneumana, oltre che da infermieri esperti in Chirurgia e in Stoma-terapia e medici specializzandi.Al termine del breve tour sono stati forniti dépliant con un indi-rizzo email ([email protected]) a cui rivolgersi per avere ul-teriori informazioni e migliorare la relazione diretta con i pazientidel Policlinico. Inoltre, è stato chiesto a tutti di trattenersi per rispondere a al-cune domande per valutare lÊimpatto formativo ed educativodel simulatore e delle informazioni avute. Dati utili per il Campusper migliorare la comunicazione verso i pazienti e la società eper creare delle giornate a tema. Dai primi dati emerge che circa 900 persone hanno potuto visi-

Educazione e prevenzione conun gonfiabile a forma di colon

Innovazione nelle campagne di sensibilizzazione sanitaria

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Particolare allÊinterno del simulatore. Una visitatrice chiedeinformazioni

Vista dallÊalto del colon gigante nel centro commerciale

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NOTIZIE ORDINE

tare il colon gonfiabile e ricevere le informazioni (oltre a circa250 bambini al di sotto dei 12 anni) riguardanti principalmentelÊalimentazione, lÊincontinenza o disturbi dellÊevacuazione, lastipsi, lÊimportanza dello screening attraverso lÊesame per la ri-cerca del sangue occulto nelle feci e le indagini endoscopiche.Ben il 76% degli intervistati ha affermato di aver appreso no-

zioni nuove sulle patologie del colon e il loro rapporto con lÊali-mentazione, mentre il 78% circa ha detto di aver compreso me-glio lÊimportanza della prevenzione.Il progetto è stato possibile grazie alla Commissione Europea,il FAIS e la Direzione clinica del Policlinico Universitario CampusBio-Medico.

CIVESPrimi 20 anni di attività

I l Cives (Coordinamento infermieri volontari emergenza sa-nitaria), che fa capo alla Protezione civile, ha festeggiato isuoi primi 20 anni di operatività.

Un bilancio positivo, con gli occhi già volti al futuro: gli infermieri,infatti, saranno da subito coinvolti nel percorso di alfabetizza-zione delle maxi-emergenze che la Protezione civile sta met-tendo in atto in tutta Italia. Il progetto condiviso tra Cives, Federazione nazionale degli Or-dini degli infermieri (FNOPI) e Dipartimento di Protezione Civile,infatti, illustrato il 17 dicembre 2018, prevede una serie di in-contri informativi per diffondere la cultura di Protezione Civiletra le figure infermieristiche del territorio che potrebbero essereinteressate dal coinvolgimento nelle attività dei centri operativiin caso di calamità. Il percorso è strutturato in incontri della du-rata di otto ore e le figure infermieristiche interessate dovreb-bero essere soprattutto i coordinatori infermieristici locali, quellidel 118 e i direttori infermieristici del territorio.I volontari del Cives, in particolare, svolgono la loro azione senzacompensi, come supporto a volte essenziale! alle strutture e

agli operatori del Ssn del territorio dove lÊurgenza-emergenzaha origine e, nel caso i responsabili dei soccorsi facciano scat-tare il meccanismo dei soccorsi provenienti anche da altre Re-gioni. „Dalla fine del 2016 a oggi - ha detto il consigliere OPI Roma epresidente Cives, Maurizio Fiorda - abbiamo continuato il suopercorso di espansione, ridefinendo la nostra natura giuridica eorganizzativa, aderendo alla riforma del Terzo settore e dandola possibilità ai nuclei territoriali di avere una propria autonomia.Attraverso lÊadesione al nuovo statuto, Cives ha avuto la possi-bilità di far iscrivere, negli elenchi di protezione civile regionali,i vari nuclei che hanno aderito, oltre a dare un sostanziale aiutoeconomico con la ripartizione delle quote associative tra nazio-nale e provinciali‰.Oggi, Cives è presente in 13 regioni molte delle quali presen-tano più nuclei, e per il 2019 sono in via di definizione la costi-tuzione di altri. „Gli infermieri – ha sottolineato Barbara Mangia-cavalli, presidente FNOPI, e direttore operativo ad honorem diCives - sono essenziali nellÊemergenza e dopo. Sono, in quel

momento, i case manager dellÊassi-stenza ai cittadini, affiancandoli, se-guendoli e coadiuvandoli anche nelrecupero della migliore condizionepossibile‰.La condivisione del progetto dedi-cato alle maxi-emergenze prevedeche Cives assuma il ruolo di organiz-zatore degli eventi, che i funzionaridel dipartimento di Protezione Civilesiano i relatori e che la FNOPI patro-cini e monitori tutto il percorso.

Michele Fortuna, past president Cives, fra la presidente Fnopi, Barbara Mangiacavalli el'attuale presidente nazionale Cives, Maurizio Fiorda

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NOTIZIE ORDINE

I l 13 dicembre 2018, all'ospedale IDI, sono stati consegnati iriconoscimenti per „Dipendente 2018‰ e „Valore 2018‰, nelcorso della prima edizione di un premio nato con l'obiettivo

di conferire a chi, eccellendo all'interno delle strutture sanitarie,valorizza i servizi agli utenti con professionalità e umanità.Il riconoscimento „Dipendente IDI‰ è stato attribuito a ciascunadelle seguenti categorie professionali: dirigenti sanitari (medicie non); personale di area sanitaria (infermieri e tecnici); perso-nale di area amministrativa e personale della ricerca; mentrequello „Valore IDI‰ è stato assegnato alla dedizione nei confron-ti dei pazienti e/o dell'IDI ed è stato attribuito a prescindere dallacategoria professionale di appartenenza. Fino al mese di novembre 2018, pazienti e dipendenti hannoespresso una o più preferenze inviando un sms; un whatsappo una mail con tutti i dati personali e quelli del dipendente se-gnalato.Alla cerimonia di premiazione, coordinata dal presidente Fonda-

zione IDI, Antonio Maria Leozappa, sono intervenuti: la presi-dente OPI Roma, Ausilia Pulimeno; il presidente del Consiglioregionale del Lazio, Daniele Leodori; quello del Centro nazionaletrapianti, Alessandro Nanni Costa; il superiore provinciale dellaCongregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione, Padre Giu-seppe Pusceddu; il presidente dell'Ordine provinciale di Romadei Medici chirurghi e odontoiatri, Antonio Magi e l'attore e re-gista Massimo Wertmuller.Angela Nicodemo (Oncologia) e Emanuela Corso (day hospitalIDI) sono le due infermiere premiate (rispettivamente, nelle ca-tegorie in gara) e entrambe sono iscritte allÊalbo dellÊOPI Roma. LÊOrdine provinciale, sposando in pieno le motivazioni di questaprima edizione dell'iniziativa, e auspicando successivi eventisulla stessa lunghezza d'onda, si congratula con le infermierepremiate, a ulteriore conferma della profonda umanità e com-petenza messe in campo quotidianamente dai professionisti sa-nitari del Lazio.

All’IDI due infermiere premiate

Le infermiere premiate (la seconda da sinistra e l'ultima a destra) con i medici e lo staff IDI

RICONOSCIMENTIUn’infermiera tra le Eccellenze italiane

di “Assotutela”LÊassociazione dei cittadini „Assotutela‰ ha assegnato a Sonia Silvestrini, coordinatore in-fermieristico Uoc Medicina Interna e Wound Care specialist dellÊazienda ospedaliera San Gio-vanni Addolorata di Roma, il „Premio Assotutela 2018/19 per le Eccellenze Italiane‰. La cerimonia di premiazione si è svolta il 4 febbraio al Senato della Repubblica. LÊambito riconoscimento viene attribuito, ogni anno, a professionisti ed esponenti del mondosanitario, sociale, culturale e sportivo. QuestÊanno, con la collega, ha voluto premiare anche:„Il valore sociale della professione infermieristica e gli esempi mirabili di dedizione al lavoroe umanità che offre alla collettività‰.LÊOpi di Roma ringrazia Assotutela per il prezioso contributo alla promozione della nostra pro-fessione e si congratula vivamente con la collega Silvestrini.

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L

Efficacia degli interventiinfermieristici nella prevenzionesecondaria dell'ictusUna revisione sistematica della letteratura e una meta-analisi

INTRODUZIONELa revisione sistematica e meta-analisidi Parappilly e colleghi ha identificato,analizzato e sintetizzato la letteratura re-lativa allÊefficacia degli interventi di pre-venzione secondaria dell'ictus in cui gliinfermieri svolgono un ruolo primario. La prevenzione secondaria è particolar-mente importante in queste persone inquanto chi ha avuto un ictus o un at-tacco ischemico transitorio (TIA) è adalto rischio di incorrere in nuovi episodi,con una incidenza annuale di recidive del3–4%.Gli interventi di prevenzione secondariasono rivolti principalmente alla modificadei fattori di rischio clinici per lÊictus (qua-li, lÊipertensione arteriosa, la dislipidemia,o lÊiperglicemia), dei comportamenti a ri-schio (per esempio la sedentarietà, lÊabi-tudine al fumo, il consumo di alcol, lÊali-mentazione eccessiva, o la mancata ade-renza alla terapia farmacologica), e allÊau-mento della conoscenza dei fattori di ri-schio per lÊictus. I professionisti sanitari

possono essere coinvolti in vari contesticlinici in interventi di prevenzione secon-daria rivolti a pazienti con ictus e ai lorofamiliari e nella loro conduzione gli infer-mieri possono svolgere un ruolo chiave.LÊefficacia degli interventi preventivicondotti da infermieri sulla modifica deifattori di rischio di ictus non era stata an-cora investigata e la revisione di Parap-

pilly e colleghi si prefigge lÊobiettivo dicolmare tale lacuna.La revisione è stata analizzata e com-mentata utilizzando lo strumento di va-lutazione critica (CAT) del Joanna BriggsInstitute (JBI) per le revisioni sistemati-che, scaricabile presso: http://joanna-briggs.org/research/critical-appraisal-tools.html, che utilizza 11 criteri.

di Lucia Mauro, Claudia Lorenzetti, Angela Peghetti, Stefano Casciato, Maria Matarese

Revisione critica dellÊarticolo: Parappilly BP, Field T.S, Mortenson W.B, Sakakibara BM, Eng J.J, „Effective-ness of interventions involving nurses in secondary stroke prevention: A systematic review and meta-analy-sis‰. Eur J Cardiovasc Nurs. 2018 Dec;17(8):728-736. doi: 10.1177/1474515118779732.

EBP CORNER

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La domanda di revisione è espressa in modo chiaro ed esplicito?Il quesito di ricerca è espresso in modochiaro ed esplicito attraverso lÊuso delPICO.Popolazione: pazienti adulti con diagnosidi ictus ischemico/emorragico e TIA. Intervento: programmi di prevenzionesecondaria in cui gli infermieri hannosvolto un ruolo primario. Confronto: interventi standard, o inter-vento singolo come distribuzione di ma-teriale educativo o counseling su unospecifico stile di vita.Outcome: fattori di rischio clinici, fattoridi rischio comportamentali e conoscen-za dei fattori di rischio tra i pazienti chehanno avuto un ictus. I fattori di rischioclinico includevano la pressione sistolicae diastolica, lÊemoglobina glicata, lipide-mia e colesterolemia, mentre i fattori dirischio comportamentali comprende-vano cambiamenti nella dieta, attività fi-sica, aderenza alla terapia farmacologica,cessazione dell'abitudine al fumo e delconsumo di alcol.I criteri di inclusione sono appropriati per la domanda di revisione?Sono stati inclusi nella revisione studi cli-nici randomizzati (RCT) che prevede-vano:Û interventi di prevenzione secondaria

dell'ictus gestiti da un infermiere e diqualsiasi durata (ad esempio, il sup-porto ai pazienti con definizione di

obiettivi individualizzati);Û risultati post-intervento descritti con

dati continui per calcolare la differenzadella media standardizzata, o per cal-colare gli odds ratio;

Û interventi in qualsiasi momento dopol'ictus/TIA con il primo gruppo di risul-tati raccolti dopo la fine dell'intervento.

Sono stati esclusi gli RCT che:Û interessavano solo coniugi o caregiver

del paziente;Û confrontavano due tipi di interventi

senza un gruppo di controllo; Û includevano partecipanti senza dia-

gnosi di ictus per più della metà delcampione.

I criteri di inclusione descritti sono ap-propriati alla domanda di revisione.La strategia di ricerca è appropriata?˚ stata condotta una ricerca bibliograficaincludendo solo articoli in lingua inglesepubblicati fino alla fine del 2017 su rivi-ste utilizzando i principali database elet-tronici. Le parole-chiave (MeSH) utilizza-te sono state: „ictus‰, „prevenzione se-condaria‰ e „infermieristica‰ e sono sta-te formulate varie query di ricerca. ˚ stato utilizzato un programma per lagestione degli articoli (RefWorks) conuna prima fase di scrematura dei dupli-cati e analisi del titolo e abstract effet-tuato da un secondo revisore. Gli articoli inclusi sono stati reperiti infull-test e valutati e in caso di discrepan-ze i due revisori hanno discusso lo stu-

dio per raggiungere una decisione con-divisa.La strategia di ricerca è ritenuta appro-priata, ma lÊaver incluso solo articoli inlingua inglese potrebbe aver escluso let-teratura rilevante sullÊargomento scrittain altre lingue.Le fonti e le risorse utilizzate per la ri-cerca di studi sono adeguate?Sono stati utilizzati le principali banchedati elettroniche quali Medline, CINAHL,EMBASE, PsyINFO, Cochrane Databasedi revisioni sistematiche, Web of Scien-ce, tesi di ricerca. ˚ stato effettuato il processo di snow-bowling per includere ulteriori riferimentipertinenti e sono stati contattati i ricer-catori per conoscere i risultati degli studinon pubblicati al fine di ridurre il bias dipubblicazione e anche per chiarire ulte-riori domande relative ai dati durantel'analisi.Le fonti e le risorse utilizzate sono stateadeguate ma sarebbe stato opportunoricercare anche in database del settoreeducativo come ad esempio ERIC. I criteri per la valutazione degli studi so-no appropriati?˚ stata utilizzata la Physiotherapy Evi-dence Database (PEDro) scale al postodel Cochrane Risk of Bias Tool per valu-tare la qualità degli studi inclusi. I criteri per la valutazione degli studi uti-lizzati nello strumento scelto non sonostati riportati ma è dichiarata la scala uti-lizzata con il riferimento bibliografico.La valutazione critica è condotta da dueo più revisori in modo indipendente?Quando disponibili, sono stati utilizzati ipunteggi pubblicati sul sito web diPEDro che vanno da 0 a 10, con punteg-gi ⩾ 6/10 che indicano studi di livellomedio-alto. Quando i punteggi non era-no disponibili, è stato dichiarato esplici-tamente che entrambi i revisori hannovalutato la qualità dello studio in modoindipendente. Non è chiaro se i punteggisiano stati attribuiti in maniera indipen-dente dai revisori e come sia stata con-ciliata la differenza nelle valutazioni.Sono usati metodi per minimizzare gli er-rori nell'estrazione dei dati?˚ dichiarato che, per lÊestrazione dei dati,sono state utilizzate delle tabella diestrazione dati da parte dei due revisori

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ma non è specificato quali.I metodi usati per combinare studi sonoappropriati?Per quantificare l'eterogeneità statisticadegli studi è stato utilizzato il test dellÊIn-consistenza (I2), con valori del 25%, 50%e 75% che determinavano la bassa, mo-derata ed elevata eterogeneità. Quando l'eterogeneità statistica era tra0% e 50% è stato utilizzato il modello aeffetti fissi, mentre, se superiore al 50%,è stato utilizzato il modello a effetti cau-sali. Il test della probabilità è stato postoal livello di 0,05. Per combinare gli studied effettuare tutte le metanalisi è statousato il programma della Cochrane Rev-Man.L'analisi di sensibilità è stata utilizzataper valutare la robustezza dei risaltatiescludendo gli studi che avevano otte-nuto un punteggio inferiore a 6 nellascala PEDro.˚ valutata la probabilità di bias di pubbli-cazione?Non è stata valutata e non vi sono di-chiarati test statistici come il test diEgger o i grafici a imbuto (funnel plot)per valutare anche la potenziale pre-senza di bias di pubblicazione.Sono fornite raccomandazioni per politi-che e/o pratiche supportate dai dati ri-portati?Gli autori affermano che la meta-analisidimostra lÊefficacia degli interventi per laprevenzione secondaria dell'ictus che

coinvolgono gli infermieri sul migliora-mento della pressione sanguigna, la die-ta, l'attività fisica, l'aderenza alla terapiae la conoscenza dei fattori di rischio diictus, e l'importanza del ruolo infermie-ristico nel coinvolgere attivamente i so-pravvissuti all'ictus nei cambiamenti distile di vita.Gli autori ritengono che le abilità educa-tive e di leadership degli infermieri do-vrebbero essere impiegate nella proget-tazione di programmi che rafforzano lecapacità di autogestione attiva per i so-pravvissuti all'ictus attraverso l'educa-zione/counselling, la definizione degliobiettivi e la pianificazione dell'azione, ecollaborando con altri membri del grup-po nel supportare i pazienti con ictus neicambiamenti dello stile di vita.Le direttive specifiche per la nuova ri-cerca sono appropriate?Viene sottolineato dagli autori che sa-rebbe opportuno esplorare altri campi eambiti quali il costo-efficacia dei pro-grammi guidati da infermieri, l'efficaciadella partecipazione di altri membri delgruppo interdisciplinare o il modo in cuitali interventi sono erogati.

CONCLUSIONILa valutazione critica effettuata attraver-so il CAT JBI mette in evidenza la pre-senza di sette criteri di qualità su 11. Il non aver ricercato nelle banche dati disettore educativo e lÊaver escluso arti-

coli scritti in altre lingue oltre lÊinglesepotrebbe aver influenzato i risultati dellarevisione. Inoltre, la mancata descrizionedi come è stata condotta la valutazionecritica non permette di verificare la qua-lità della valutazione degli articoli inclusi. Infine, non è stato valutato il bias di pub-blicazione che potrebbe aver portato aconsiderare articoli principalmente a fa-vore degli interventi. Nonostante questi limiti, la revisionepermette di evidenziare che gli infermie-ri hanno un ruolo primario negli inter-venti di prevenzione secondaria e di edu-cazione dei pazienti con ictus e il lorocontributo è di qualche beneficio nellamodifica dei fattori di rischio.

AUTORI:Lucia Mauro, infermiera AO S. CamilloForlanini, Polo Pratica Clinica del CECRI; Claudia Lorenzetti, coordinatrice infer-mieristica AO S. Camillo Forlanini, PoloPratica Clinica del CECRI; Angela Peghetti, AOU di Bologna SantÊOrsola Malpighi, componente espertaPolo Pratica Clinica del CECRI;Stefano Casciato, coordinatore infermie-ristico, Direttore Polo Pratica Clinica delCECRI;Maria Matarese, professore associatoScienze Infermieristiche, UniversitàCampus Biomedico di Roma, compo-nente esperta Polo Pratica Clinica delCECRI.

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I Gruppi Appartamento in semi-autonomia:l’evoluzione della recovery

di Teresa De Paola; Giulia Evangelista

ABSTRACTDopo la lotta contro lÊistituzione manico-miale e la stigmatizzazione sociale[1], ilconcetto di „salute‰ è stato ridefinito. LÊabbandono di una visione medicaliz-zata dellÊassistenza ha determinato, unnuovo modello di cura, detto recovery-oriented per i Servizi di Salute Mentale,in cui lÊattenzione si sposta dalla malattiaalla persona e lÊassistenza viene erogataallÊinterno delle strutture residenziali de-dicate allÊutenza che ha già raggiunto ungrado di autonomia idoneo per tale per-corso assistenziale.Lo studio, effettuato con due tipi di que-stionari self-report, il PWB e lo STAI-Y,nasce dallÊesigenza dellÊéquipe assisten-ziale del DSM della ex ASL RM/A-IV Di-stretto, di oggettivare le reazioni al trat-tamento terapeutico degli utenti presi incarico in SRSR e in GA, attraverso la ri-levazione del livello di benessere psico-logico e dellÊansia. I risultati sono stati riassunti in diversitipi di grafico e i dati analizzati secondocriteri molteplici, confermando sostan-zialmente la letteratura e rilevando valorifinali di benessere „medio-alti‰ e valoridi ansia „medio-bassi‰ che confermanolÊadeguatezza del trattamento e lÊeffica-cia dellÊapproccio multi-professionale.

Parole-chiave: Gruppi Appartamentostudio qualitativo; salute mentale; strut-ture residenziali socio-riabilitative; bassaintensità assistenziale.

INTRODUZIONEQuesta ricerca è nata dallÊesigenza del-lÊéquipe assistenziale del DSM della exASL RM/A-IV Distretto di oggettivare lereazioni al trattamento terapeutico assi-stenziale da parte degli utenti presi in ca-rico. Tale équipe conta di unÊimpronta multidi-sciplinare, con competenze che permet-tono di percepire e seguire le variazioni,nel tempo, dello stato psicopatologicodel paziente.Le variazioni dellÊutente vengono moni-torate, non solo dalla „osservazione sog-gettiva‰ degli operatori, ma da una valu-tazione qualitativa e quantitativa del la-voro svolto in tali strutture, dove si man-tiene sempre alta la convinzione che: „lacattiva qualità delle cure offerte a coloroche ricevono un trattamento costituisceunÊaggravante‰ [2]. Lo studio di ricerca, che ha dato luogo

ad una tesi di Laurea in Infermieristica,ha valutato il percorso assistenziale in-trapreso dagli utenti psichiatrici inseritinella Struttura Residenziale a fasce ora-rie (SRSR) di via Quarrata e nei GruppiAppartamento (G.A.) in semi-autonomiadel IV Distretto per un periodo di dueanni.

MATERIALI E METODIPer lo studio è stato arruolato un cam-pione eterogeneo costituito da 24 uten-ti, di cui 16 maschi (67%) e 8 femmine(33%), con unÊetà media di 43 anni. (Ta-bella I)Gli esaminati provengono da realtà assi-stenziali diverse (proprio domicilio, clini-che e comunità terapeutiche) inseriti inSRSR a fasce orarie e nei G.A. del DSMdellÊex ASL RM/A-IV Distretto territo-riale. (Figura I)

Risultati dello studio sul benessere psicologico dei pazienti del Dipartimento di Salute Mentale della ex ASL RM/A-IV D

Tabella I. Composizione del campione generico (pazienti in G.A. e SRSR)

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STRUMENTILa ricerca è stata effettuata mediante laauto-somministrazione del questionarioPWB (Psychological Well-Being Scales,di Carol Ryff) e dello S.T.A.I. (State-TraitAnxiety Inventory) Form Y-1 (Ansia diStato) e Y-2 (Ansia di Tratto).La PWB è un questionario largamenteutilizzato in ambito internazionale, atten-dibile per la rilevazione del benesserepsicologico. La versione italiana delPWB[3] utilizzata in questo studio è quel-la a 84 items [4], suddivisi in sei dimen-sioni[5], ognuna di 14 items: Autonomia(AN); Padronanza Ambientale (PA); Cre-scita Personale (CP); Relazioni Positivecon gli Altri (RP); Scopo nella Vita (SV);Autoaccettazione (AA). Û LÊAN fa riferimento alla capacità del

soggetto di prescindere dalla spintasociale ad agire in determinate manie-re, di autodeterminare con un „pen-siero indipendente‰ le proprie sceltecomportamentali, di usare valutazionifondate su valori personali per deci-dere i propri comportamenti;

Û La PA riguarda lÊabilità di gestione del-lÊambiente esistente e la capacità dicreare contesti adeguati alle proprienecessità; essere capace di risponde-re alle esigenze della vita di tutti i gior-ni; il grado di controllo sullÊambiente;

Û La CP corrisponde alla sensazione direalizzazione del sé, della propria per-sona e ai sentimenti di sviluppo perso-nale; senso di capacità di crescere;

Û Lo SV descrive lÊavere un „senso di di-rezionalità‰, una finalità comporta-mentale: disponibilità di mete e obiet-tivi, presenza di convinzioni che dianodirezione e senso alla propria vita; pro-spettive future;

Û La RP rappresenta la presenza di rap-porti a carattere profondo, soddisfa-centi con persone significative: predi-sposizione alle relazioni; sentimenti,atteggiamenti, confidenza e sintoniacon lÊaltro;

Û La AA consiste nella capacità di ve-dere e accettare le proprie virtù e di-fetti: presa di coscienza del proprio sée delle proprie esperienze passate.

I soggetti devono riportare il loro gradodi accordo con le affermazioni contenu-te negli items, utilizzando una scala ditipo Likert a 6 punti, dove: 0= „comple-tamente in disaccordo‰; 1= „in disaccor-do‰; 2= „lievemente in disaccordo‰; 3=

„lievemente dÊaccordo‰; 4= „dÊaccordo‰;5= „completamente dÊaccordo‰. Lo STAI di C.Spielberger è un questiona-rio self-report considerato come il primostrumento in cui lÊAnsia-Tratto e lÊAnsia-Stato vengono valutate separatamente. Con Ansia di Tratto lÊautore intende: „latendenza individuale relativamente sta-bile nella propensione allÊAnsia; la ten-denza a percepire situazioni stressanticome pericolose e minacciose e a ri-spondere alle varie situazioni con diver-sa intensità. Che rimane latente finchénon viene attivata da stress o fattori con-siderati pericolosi‰ [6]. LÊAnsia di Stato è concettualizzata co-me: „uno stato transitorio emozionalecaratterizzata da sentimenti soggettivipercepiti a livello cosciente di tensione edapprensione, e dallÊaumentata attività delsistema nervoso autonomo. Può variaredi intensità e fluttuare nel tempo‰ [7]. La versione utilizzata per questo studioè lo STAI Y[8] strutturato in due subscaleda 20 items ciascuna (per un totale di 40items) in forma di scala Likert. Le istruzioni per le due subscale sonodifferenti: per il Form Y-1 (che rappresenta lÊAnsiadi Stato) si chiede di descrivere lÊinten-sità dei sentimenti provati in questo mo-mento: 0= „per nulla‰; 1= „un poʉ; 2=

„abbastanza‰; 3= „moltissimo‰. Nel Form Y-2 (che rappresenta lÊAnsia diTratto), si chiede di indicare la frequenzadi come ci si sente abitualmente: 0=

„quasi mai‰; 1= „qualche volta‰; 2=„spesso‰; 3= „quasi sempre‰.Per ottenere il punteggio totale della

STAI si sommano semplicemente i sin-goli punteggi che sono stati attribuiti ai20 items di ambedue i Form, tenendoconto dei punteggi inversi; per 10 itemsper la scala di Stato e 9 per la scala diTratto, con un punteggio minimo che an-drà da 0 ad un massimo di 120: mag-giore è il punteggio e maggiore è il livellodi Ansia del soggetto. A ciascun sogget-to è stato chiesto di compilare i due stru-menti valutativi ogni sei mesi circa, du-rante tutta la durata della permanenzaallÊinterno della SRSR e dei G. A. delDSM dellÊex ASL RM/A. Essendo i questionari nominativi, è stataposta particolare attenzione nella raccol-ta, analisi ed elaborazione dei dati in con-formità alle norme dettate dalla privacye dallÊetica professionale. Lo studio permetterà di valutare lÊattivitàassistenziale erogata al fine di poter me-glio calibrare gli interventi sullÊutenza inbase ai risultati emersi. Analisi StatisticaPreliminarmente, è stata condotta unÊana-lisi descrittiva, consistente nel calcolodel punteggio grezzo complessivo rica-vato dalle risposte di ogni singolo item,grazie alla quale è stato possibile indicar-ne la mediana, preferita alla media arit-metica in quanto il campione considera-to, avendo numerosità bassa, avrebberisentito eccessivamente dei punteggiestremi. Attraverso la mediana è statopossibile delineare i tre livelli di Benes-sere Psicologico e di Ansia: „basso‰: fra0 e 25° percentile; „medio‰: fra 25° e 75°percentile; „alto‰: fra 75° e 100° percen-tile. Ricordando che, il livello considerato

„alto‰ per le dimensioni del PWB rappre-senta un elevato livello di Benessere,mentre, al contrario, punteggi di livelloAlto attribuiti allo STAI, implicano livellidi Ansia elevati e viceversa per i punteg-gi ritenuti di livello „basso‰ (a cui corri-sponde un livello di Benessere Bassoma uno stato dÊAnsia altrettanto Basso). Come seconda fase è stata effettuataunÊanalisi invariata, utilizzando il test diKruskal-Wallis, per valutare la presenzadi differenze tra le mediane delle variabilimutabili considerate. Per tale analisi, si è preferita lÊapplica-zione di un test non parametrico poichéle variabili non sono distribuite normal-

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Figura I. Distribuzione del campioneGruppi Appartamento

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mente. Le prime somministrazioni ditutti i pazienti sono state raggruppatesotto la voce T0 (corrispondenti a dicem-bre 2013) fino alle ultime denominate T4(corrispondenti a dicembre 2015), perun totale di cinque valutazioni. I test sono stati somministrati ogni voltache un utente veniva inserito nelle realtàabitative considerate: ergo, non tutti gliutenti partono dallo stesso T0 e non tuttihanno potuto effettuare tutte e cinquele somministrazioni previste dal periodo(T0 -T4). Le somministrazioni sarannotante quante lÊinserimento e la duratadella loro permanenza allÊinterno dellerealtà abitative avrà permesso. In ultimaanalisi sono state valutate le correlazionifra i livelli dÊAnsia di ambedue i Form ele sei dimensioni del PWB attraversolÊindice di correlazione Spearman, perogni singola somministrazione. Attra-verso grafici a punti, è stato poi valutatolÊandamento di ogni singolo utente resi-dente nei G.A. (Tabella II).

RISULTATI EDISCUSSIONELÊandamento del campione con patolo-gia psichiatrica evidenzia una certa insta-bilità emotiva, sia nella scala del Benes-sere che in quella dellÊAnsia, in quantonon segue dinamiche e direttive precise,né preordinate. I pazienti che più risentono delle solleci-tazioni esterne sono quelli che soffronomaggiormente rispetto ad eventuali va-riazioni della routine quotidiana. I risultati vanno letti tenendo conto delperiodo temporale e delle condizioni psi-copatologiche durante i quali le Scale divalutazione sono state somministrate. LÊanalisi dei dati evidenzia come lÊanda-mento delle variabili considerate, nonsegue dinamiche specifiche e coerentinel tempo. Sulla base dei dati riguardantile sei dimensioni della Scala PWB, ri-spetto alla dimensione dellÊAutonomia(Grafico I), si evidenzia come il valore mi-nimo rilevato nelle risposte al tempo T1risulta corrispondente al 19° percentile;aumenti progressivamente fino a rag-giungere il punteggio di 38° percentili altempo T4. Da tutto ciò si possono evidenziare i se-guenti dati relativi alla dimensione del-

lÊAutonomia:Û al tempo T1, il campione occupava un

livello Basso, tra 0 e 25° percentile, Û al tempo T4 questo valore aumenta

fino ad occupare un livello Medio, tra25° e 75° percentile.

Questo dato appare molto più evidentenel campione rappresentativo i G.A. poi-ché la dimensione dellÊAutonomia si pre-senta ad un livello „medio‰ nella quasitotalità dellÊutenza (T4). Un unico utenteraggiunge un livello „alto‰. Tale risultato è in accordo con la lettera-tura internazionale che evidenzia comelÊinserimento degli utenti nei G.A. li aiutia mantenere il grado di Autonomia ade-guato per la dimissione dalla SRSR afasce orarie e il successivo inserimentonei G.A. Inoltre, si è evidenziato come, la dimen-sione dellÊAutonomia sia significativa-mente correlata allÊAnsia di Stato (T0=-0.5579 e T1= -0.5119), alla PadronanzaAmbientale (T0= 0.5289, T1= 0.5044) ealle Relazioni Positive con gli Altri (T0=0.6598, T1= 0.4821). Sulla base dei risul-tati emersi, della letteratura internazio-nale e sulle modalità di intervento reco-very-oriented [9], promosse nei G. A. delIV Distretto, si evince come un adegua-to livello di Autonomia è strettamentecorrelato allÊefficacia di unÊassistenzaerogata dallÊéquipe multidisciplinare di ri-ferimento, finalizzata allÊutente, al grup-po e al suo ambiente di vita. Tutto ciòpermette una riduzione dei livelli dÊAnsia,un aumento delle competenze nel con-trollo ambientale, nella gestione dellavita quotidiana e unÊimplementazione equalificazione dei contatti sociali e fami-liari. La dimensione della Padronanza Am-bientale (Grafico II), nel campione gene-rale (SRSR a fasce orarie e G. A.) pre-senta una progressiva omogeneizzazio-

ne dei punteggi, dal tempo T0 al T4.I pazienti, nel corso del tempo, assumo-no punteggi sempre più simili ed omo-genei fra loro, tutto ciò evidenzia allÊin-terno del campione totale, quattro utenti(outlier) che assumono punteggi al difuori dellÊintervallo medio e quindi dif-formi dal resto del campione. Di questi,due utenti assumono punteggi superiorinella dimensione della Padronanza Am-bientale mentre gli altri due evidenzianopunteggi inferiori. Valutando tale dimensione per singoloutente, è emerso che tre utenti dei quat-tro outlier sopra citati, fanno parte delcampione dei G.A., uno dei due outlierche denotano un punteggio inferiore altempo T4, è rappresentato dallÊId.15 conpunteggio pari al 21° percentile. Questoutente, durante tutto il periodo di rileva-zione, ha mantenuto un livello Basso diPadronanza Ambientale. Risulta eviden-te come questo livello sia da imputarealla sua patologia, la „Sindrome dellÊAc-cumulo Compulsivo‰ di cui esso è af-fetto. I due utenti che evidenziano punteggisuperiori di P. A., pari a 61° e 56° percen-tili, fanno ipotizzare che lÊassistenza ero-gata allÊinterno del G.A. mira ad aumen-tare le capacità ed il senso di padronan-za e consapevolezza individuale, in mo-do da permettere di utilizzare più effica-cemente le risorse e le opportunità quo-tidiane offerte dallÊambiente circostante.LÊestensione che rappresenta i valorimassimi e minimi assunti dal campionegenerale, nel grafico di Crescita Perso-nale (Grafico III), si riduce nel corso deltempo. Infatti, al tempo T0 presenta un punteg-gio minimo pari a 29° percentili, aumen-tando al tempo T4 dove si rileva un pun-teggio massimo di 34° percentili. Da questo dato si può dedurre come,

Grafico 1) Risultati del campione generico per la dimensione Autonomia

Grafico 11) Risultati del campione generico per la dimensione Padronanza Ambientale

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nel campione generale, gli utenti cheevidenziano uno scarso livello di Cre-scita Personale al tempo T0, al momentodellÊultima rilevazione (T4) presentanoquesta dimensione migliorata, anche sequesti dati non risultano statisticamentesignificativi. Per tutta la durata dello studio, rispettoallÊutenza dei G.A., nessun utente pre-senta un livello Basso di Crescita Perso-nale, e i livelli individuali rimangono co-stanti nel tempo (T0-T4) per la quasi to-talità del campione.Da questo si evince come gli utenti deiG. A. hanno moderatamente miglioratola capacità di sviluppare nuovi comporta-menti positivi in quanto si „vedono‰ par-zialmente migliorati se guardano al lorofuturo. Nella totalità del campione, le RelazioniPositive con gli altri non risentono di mo-difiche importanti, infatti sia i valori piùbassi che quelli più alti rimangono pres-soché costanti durante tutto il periodo di

rilevazione. (Grafico IV)Valutando il campione rappresentatodagli utenti dei Gruppi Appartamento,durante tutto il periodo di studio, essomantiene costante nel tempo (dal T0 alT4), la dimensione Relazioni Positive nellivello Medio dal momento dellÊinseri-mento nei G. A. Andando a valutare i singoli utenti (n.6dei G.A.) si può constatare come vi sonodelle variazioni soltanto nellÊId 4 (daMedio ad Alto) e lÊId 17 (da Alto aMedio). La dimensione Scopo della Vita non pre-senta variazioni significative, tale dato ri-mane pressoché invariato anche nelcampione del G.A., assumendo valoriche oscillano tra il livello Medio e Altoper tutta la durata dello studio (T0 -T4).LÊId 15 è lÊunico utente che presenta unlivello Basso nella dimensione delloScopo di Vita, come già evidenziato nelladimensione della Padronanza Ambien-tale. (Grafico V)

Come per la dimensione dello Scopodella Vita, nel campione generale, la di-mensione dellÊAutoaccettazione non evi-denzia fluttuazioni temporali degne dinota. (Grafico VI)Anche il campione dei G.A. non pre-senta variazioni statisticamente signifi-cative durante il periodo osservato (T0-T4) che, al momento dellÊinserimento,presenta unÊAutoaccettazione di livelloMedio e Alto mantenendolo costantenel tempo, fino a T4). LÊunico utente chepassa da un livello Medio (T0) a un livelloBasso (T4) di Autoaccettazione è lÊId 14,questo può essere evidenziato dalle cor-relazioni statisticamente significative (in-dice Spearman), fra la dimensione del-lÊAutoaccettazione, della Crescita Perso-nale (T0= 0.5675, T1= 0.4727) e della Pa-dronanza Ambientale (T0= 0.7330, T1=0.8133). Sia la dimensione della C.P. che la P.A.subiscono un decremento del livello daltempo T0 al tempo T4, passando en-trambe da un livello Alto a Medio, que-sta variazione è da imputare al desideriodi essere diversi da ciò che, in realtà, siè, suscitando nellÊutente sentimenti ne-gativi evidenziati dalla diminuzione delladimensione di Autoaccettazione. Operando allo stesso modo, si vanno adelaborare i risultati rispetto al questiona-rio STAI sullÊandamento dei livelli dÊAn-sia. „I disturbi dÊansia rappresentano iltipo più comune di patologia psichiatrica,con una incidenza del 18,1% ed una pre-valenza, nel corso della vita, del28,8%‰[10]. Per quanto riguarda lÊAnsia di Stato (KW= 0.409, df = 4, p = 0.9817), il test nondà risultati significativi. Si evidenzia, però, come, dal tempo T0al T4, si presenta una tendenziale ridu-zione della variabilità, ovvero una dimi-nuzione della differenza fra i punteggimassimi e minimi, tale da delineare 1outlier in ultima rilevazione. (Grafico VII)Questo outlier rappresenta un utenteche al T4 ha raggiunto un livello dÊAnsiadi Stato nettamente superiore alla mediadel campione, considerato quindi ano-malo. Per lÊAnsia di Tratto (p = 0.9619) il valoredella mediana rimane pressoché co-stante. I punteggi degli estremi, inferiori

Tabella II. Rappresentazione per singolo utente dei 6 dei G.A. al momento della prima (T0) e dell’ultima valutazione (T4)

Id 4 Id 13 Id 14 Id 15 Id 16 Id 17 T0 T4 T0 T4 T0 T4 T0 T4 T0 T4 T0 T4

AN M A A M M M M M M M A M PA M A A A A M B B M M A A CP M M M M A M B M M M A A RP M A A A M M M M M M A M SV M A A A M M B B M M A M AA M M A A M B M M M M A A

STAI_1 M M B B M M M M B M M B STAI_2 M M B B B M M M M M M B

Grafico III) Risultati del campione generico per la dimensione Crescita Personale

Grafico IV) Risultati del campione generico per la dimensione Relazioni Positive con gli Altri

Grafico V) Risultati del campione generico per la dimensione Scopo nella Vita

Grafico VI) Risultati del campione generico per la dimensione Autoaccettazione

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e superiori, non presentano variazioni si-gnificative dal tempo T0 al T4. (GraficoVIII)Si evidenzia come tutto il campione og-getto di studio presenti livelli di AnsiaLieve o Moderata che sono da imputarsialla patologia psichiatrica di base di cia-scuno. Il campione considerato, visto lÊesordiodella patologia in età adolescenziale opost-adolescenziale, oramai percepisceil disturbo dÊAnsia cronico come una ca-ratteristica di sé e del proprio modo diessere piuttosto che come una patologia. Al momento della dimissione della SRSRa fasce orarie e dellÊinserimento nel G.A.,gli utenti devono aver maturato capacitàdi gestione dellÊAnsia, ritenute indispen-sabili e sufficientemente adeguate, dal-lÊéquipe multidisciplinare, per il buon esi-to del percorso a maggiore autonomia. Il campione oggetto di studio non ha maievidenziato dei livelli Alti né per lÊAnsiadi Stato né per lÊAnsia di Tratto. Questo dato non esclude la totale as-senza di manifestazione ansiosa duranteil percorso assistenziale (T0 -T4), bensìlÊabilità dellÊutenza nel riconoscere e ge-stire tale emozione affinché non diventiun disturbo persistente ed inabilitante:lÊAnsia di uno può divenire un elementodi rischio ansiogeno nei confronti di tuttoil gruppo abitativo. Essendo lÊAnsia di Stato, detta anche

„momentanea‰, ovvero una condizionepatologica transitoria associata alla pre-senza di stimoli specifici, essa giunge arisoluzione quando gli stimoli vengonoeliminati. Nei G.A. lÊassenza di punteggi apparte-nenti ai livelli Alti dÊAnsia potrebbe attri-buirsi, oltre alle capacità di gestione del-lÊAnsia acquisite dal singolo utente du-rante tutto il percorso terapeutico-assi-stenziale, anche alla capacità dellÊéquipemultidisciplinare di proteggere il pazien-te da quei fattori considerati potenzial-mente ansiogeni prevenendo e/o ge-stendo i livelli di Ansia, anche se consi-derati come momentanei. In contrasto con la natura transitoria de-gli stati emozionali troviamo lÊAnsia diTratto, detta anche „abituale‰, definitacome „una condizione durevole delloStato dÊAnsia che può aumentare dÊin-

tensità se attivata da stress associati areali o presunti pericoli peculiari‰.Come in accordo con quanto eviden-ziato dalla letteratura, più alti sono i livellidi Ansia di Tratto e più è probabile cheun individuo possa sperimentare punteelevate di Ansia di Stato. Questo datotrova supporto nelle correlazioni statisti-camente rilevanti evidenziate dallÊindicedi Spearman dove lÊAnsia di Stato equella di Tratto assumono correlazioni alT0= 0.8454 e al T1= 0.8746. In accordo con quanto detto in prece-denza, il campione dei G. A., durantetutto il periodo dÊosservazione (da T0 aT4) del Form Y-2 (Ansia di Tratto) nonpresenta livelli di Ansia Alti. Questo datopermette una maggiore lettura dei datiriguardanti lÊAnsia. Dato che lÊAnsia diTratto non ha mai evidenziato livelli Altidurante il periodo considerato è menoprobabile che tali livelli siano presentiper lÊAnsia di Stato. Attraverso lo studio dellÊindice di corre-lazione Spearman, si sono consideratele correlazioni statisticamente significa-tive e quelle ritenute statisticamente ri-levanti (con valore di partenza 0.80). Vasottolineato che sono state considerateunicamente le correlazioni utili, ai finiconclusivi, emerse fra lo STAI-Y e le di-mensioni del PWB (esclusivamente altempo T0 e T1 poiché la numerosità delcampione tende a ridursi con il tempo equesto comporta unÊalterazione dei ri-sultati dal tempo T3 al T4). Si è notato come, la dimensione dellÊAu-tonomia, sia significativamente correlataallÊAnsia di Stato (T0= -0.5579 e T1= -0.5119), alla Padronanza Ambientale(T0= 0.5289, T1= 0.5044) e alle RelazioniPositive con gli Altri (T0= 0.6598, T1=0.4821). Da notare, inoltre come, per ladimensione della Crescita Personale, sievidenziano valori statisticamente signi-ficativi sia con la dimensione dellÊAnsiadi Tratto (al T0= - 0.5446 ed al T1= -0.4890) sia con quella dellÊAutoaccetta-zione (T0= 0.5675, T1= 0.4727). Ladimensione delle Relazioni Positive congli altri è statisticamente correlata con ladimensione dellÊAutonomia (T0= 0.6598,T1= 0.4821) e con quella dello Scopodella Vita (T0= 0.6265, T1= 0.7478).Per quanto riguarda lÊAnsia di Stato, si

presentano correlazioni statisticamenterilevanti con la dimensione dellÊAutono-mia (T0= -0.5579, T1= -0.5119), della Pa-dronanza Ambientale (T0= -0.7081, T1=-0.7163), delle Relazioni Positive con gliAltri (T0= -0.6639, T1= -0.7475), e conquella dello Scopo della Vita (T0= -0.7657, T1= -0.6612). Invece, le relazioniconsiderate rilevanti con lÊAnsia di Trattosono la Padronanza Ambientale (T0= -0.8434, T1= -0.8092), la Crescita Perso-nale (T0= -0.5446 T1= -0.6612) e lÊAuto-accettazione (T0= -0.7604, T1= -0.9182). Si presentano, inoltre, valori statistica-mente rilevanti fra lÊAnsia di Stato e diTratto al tempo T0= 0.8454 e al T1=0.8746.In accordo con la letteratura, lÊAnsia diTratto si riferisce ad „una condizione du-ratura e stabile della personalità che ca-ratterizza lÊindividuo in modo continua-tivo, indipendentemente da una situa-zione particolare‰ che fa parte dellastruttura emotiva stabile, quindi, di piùdifficile gestione da parte degli operatori.Per questo motivo, lÊintervento assisten-ziale verterà sulla necessità di gestire emodificare tutti quei fattori che agisconosul miglioramento dellÊAnsia di Stato. ˚da considerarsi efficace un interventoche mira a modificare le dimensioni dellaPWB sopra citate, essendo lÊAnsia diStato non considerata come un „tratto‰della personalità, sarà più suscettibile divariazioni secondarie legate ad interventisullÊambiente circostante di più facilecontrollo nellÊimmediato.

CONCLUSIONIIn questo lavoro si riconosce lÊimportan-za che ricopre lÊerogazione di una corret-ta assistenza nei confronti degli utentipsichiatrici inseriti in Strutture Residen-ziali a fasce orarie e nei Gruppi Apparta-mento in semi-autonomia, per tutelareed ottimizzare le autonomie acquisitedal paziente al momento della presa incarico e favorire i processi di adattamen-to alla realtà circostante. Per questo, lÊéquipe multidisciplinareopera non solo sui segni del disagio psi-cologico ma: „prende in esame anchecostrutti positivi, come il benessere psi-cologico, lÊadattamento, la capacità dicoping, lÊautostima e lÊautoefficacia‰ [11].

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Valutare e monitorizzare periodicamenteil grado di cure erogato permette dimantenere lÊadeguatezza degli interventi. I risultati emersi potranno consentireallÊéquipe multidisciplinare di riferimentodi effettuare potenziali modifiche sullemetodiche assistenziali attualmente inatto, qualora se ne ravvisasse la neces-sità, e di elaborare dei piani di assistenzamirati sulla singola tipologia di utenza datrattare. Attraverso la rilevazione semestrale, del-le sei dimensioni della Scala del Benes-sere Psicologico e dellÊAnsia (Attuale eAbituale), si è potuto confermare comelÊassistenza in essere verte al sostegnodello status emotivo del paziente e alpotenziamento dei livelli di autonomiaacquisiti nei diversi ambiti:Û residenzialità (abilità legate alla casa e

al vivere quotidiano), Û cura della propria persona (lÊattenzione

alla propria salute, igiene ed aspetto), Û istruzione, Û lavoro e relazioni (saper stare con e tra

gli altri in modo adeguato). Al termine dello studio si è potuto con-

statare il delinearsi di buone competen-ze gestionali sia da parte dellÊéquipe cheda parte dellÊutenza, che permettono per-corsi assistenziale idonei ed efficaci alperseguimento degli obiettivi sopra citati. Nonostante il campione considerato pre-senti una stabilità psicopatologica ormaiben consolidata, si è notato come la pre-senza della patologia psichiatrica, anchese in forma più lieve, sottopone il pazien-te a risentire più facilmente delle solle-citazioni esterne[12] cui è comunementesoggetto nella vita quotidiana, ed è pertale motivo che lÊandamento generale,sia del Benessere Psicologico che del-lÊAnsia, non segue dinamiche e direttiveprecise, né preordinate. Dallo studio è emerso come, i momentiin cui i pazienti subiscono diminuzionidei livelli di Benessere Psicologico, sonoseguiti da periodi di miglioramento det-tati da una corretta modulazione dellÊas-sistenza da parte degli operatori e dallavoglia dellÊutente di mantenere lo statopsicologico, in precedenza, faticosamen-te raggiunto. Il G.A. è una pratica socio-riabilitativa, at-

tuata attraverso la convivenza fra pari.Gli inquilini si trovano a convivere nonsolo con le proprie problematiche, maanche con quelle derivanti dalle psicopa-tologie del gruppo abitativo. Relativamente a questa difficoltà, gliutenti dei Gruppi Appartamento hannodimostrato buone abilità nella gestionedei feedback esterni, cioè delle solleci-tazioni di ritorno provenienti dal mondocircostante, quali le possibili ansie edazioni ripetitive materiali messe in attodai coinquilini, tali da non essere gravifino al punto da inficiare le attività quoti-diane, ma comunque capaci di determi-nare contesti di potenziale disagio aicoabitanti della stessa unità abitativa. Adesempio gli inquilini del G.A. „B‰ hannodimostrato elevate competenze nellagestione delle emozioni derivanti dalladimissione di due utenti (giudicati nonidonei al percorso assistenziale) dopocirca due anni di convivenza. Lo studio evidenzia che gli utenti speri-mentano una capacità di adattamento aicambiamenti dellÊambiente circostantee una maturità nellÊelaborazione e ge-

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stione dei legami affettivi sia per lÊutenteche viene dimesso sia per lÊingresso, inappartamento, di nuovi inquilini. In que-sti casi si evidenzia come, durante i pe-riodi di crisi e di cambiamenti sostanziali,lÊéquipe supporti tali situazioni aumen-tando la sua presenza allÊinterno dellÊap-partamento al fine di individuare ed agirerepentinamente su eventuali stati di ma-lessere e di fungere da cuscinetto perassorbire ed attenuare parte dello stressvissuto dagli utenti. Si è evidenziato come lÊutenza dei G.A.si trovi ad occupare, nella quasi totalitàdei casi, livelli Medio-Alti di Benessererispetto ai livelli acquisiti dal campionegenerico. Tali livelli sono stati raggiunti grazie aduna corretta ed equilibrata erogazionedellÊassistenza: livelli adeguati di Auto-nomia, sono necessari per garantire losvolgimento di tutte quelle pratichevolte al supporto e al miglioramento del-la condizione psicopatologica del pa-ziente. Dallo studio emerge come lÊassistenzaerogata dalla ex ASL RM/A-IV Distrettopermetta di mantenere, senonché mi-gliorare, il livello di Autonomia presen-tato dagli utenti inseriti nei G.A. rispetto

a quello valutato alla fine della sommini-strazione.Ne risulta quindi che, lÊadeguatezza degliinterventi da parte dellÊéquipe multidisci-plinare di riferimento è utile a garantireun percorso assistenziale efficace perlÊutenza trattata. Per questo si conclude sostenendo chele SRSR a fasce orarie e i G.A. in semi-autonomia devono sempre più proget-tare programmi individuali in ambitigruppali, considerando tutte le determi-nanti della salute mentale, che includonosia le caratteristiche individuali (capacitàdi gestire i propri pensieri, le proprieemozioni, i propri comportamenti e le re-lazioni con gli altri) sia i fattori sociali, cul-turali, economici, politici ed ambientali(le politiche adottate a livello nazionale,la protezione sociale, lo standard di vita,le condizioni lavorative ed il supporto so-ciale offerto dalla comunità).LÊassistenza dovrebbe garantire „sup-porto emozionale/relazionale (che coin-volge lÊempatia, lÊamore e le preoccupa-zioni); supporto valutativo/informativo(informazione, orientamento e feedba-ck); supporto strumentale (aiuto assisten-ziale materiale) e supporto di stima (chepromuova il senso di accettazione)‰ [13].

Il benessere non è da considerarsi unÊen-tità unitaria semplice: per questo, è ne-cessario che lÊassistenza assicuri piùazioni terapeutiche simultaneamenteche:Û promuovano la riabilitazione abbrac-

ciando interventi che favoriscano leautonomie di base;

Û valorizzino lÊidentità personale attra-verso interventi individuali e di gruppo;

Û aiutino nellÊintegrazione sociale e mi-gliorino le capacità di adattamento allecondizioni esterne ed ai conflitti interniaffinché gli utenti possano raggiunge-re il più alto livello di salute, liberi dastigma e da discriminazione.

AUTORI:Teresa De Paola, docente nel CdL inScienze Infermieristiche e in Tecnica del-la Riabilitazione Psichiatrica-P.O. Resp.leInferm. Innovazione Processi e ProgettiAssistenziali DSM ex Asl RM/A; Giulia Evangelista, infermiera; laureata inInfermieristica, lÊUniversità La Sapienzadi Roma, canale „D‰.

Gli autori ringraziano il Dipartimento dellaex ASL Roma A che ha permesso la rea-lizzazione di tale progetto-studio.

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La fatigue in area Oncoematologica

Idi Ilaria Galucci, Ivo Camicioli, Alessandra Falcioni

ABSTRACTIl presente lavoro propone la valutazionedella presenza di fatigue nei pazienti on-coematologici sottoposti a trattamentiantitumorali per indagare come questosintomo influisca sulla loro qualità di vita.Il National Comprehensive Cancer de-scrive la fatigue correlata al cancro co-me: „una sensazione soggettiva persi-stente di stanchezza fisica, emotiva e/ocognitiva e di esaurimento, relativo alcancro o ai trattamenti, che non è pro-porzionale allÊattività fisica recente e in-terferisce con la normale attività quoti-diana del paziente‰.˚ stata condotta unÊindagine conoscitivasomministrando il questionario Brief Fa-tigue Inventory-Italian (BFI-I).Lo studio è stato rivolto ad un campionecostituito da 80 pazienti affetti da pato-logie oncoematologiche e è emerso chela fatigue è presente nel paziente nelleultime 24h, in tempo presente „ora‰,con un livello dÊintensità moderata. Nellesei dimensioni elaborate, emerge che lafatigue influisce nella qualità di vita delpaziente nelle ultime 24h, in tempo pre-sente „ora‰, con valori uguali e/o similiin ogni domanda esaminata e, quindi, ri-sulta essere una stanchezza costante ecoerente in tutte le dimensioni. Essa grava su tutte le dimensioni dellapersona, coinvolgendola interamente ecompromettendone la qualità di vita, inparticolar modo con una percentuale si-gnificativa del 54% nella dimensionedellÊattività generale nelle ultime 24h sulcampione totale dei pazienti intervistati.I risultati ottenuti dallo studio sono in ac-cordo con quelli della letteratura scienti-fica.

Identificare e valutare la fatigue, da partedellÊinfermiere, riveste un ruolo di fon-damentale importanza, istaurando cosìuna relazione con il paziente. La fatigue dovrebbe essere valutata pe-riodicamente, così come andrebberoidentificati tutti i fattori di rischio e trattarliadeguatamente per ridurne lÊimpatto emigliorare la qualità di vita del paziente.

Parole-chiave: fatigue, astenia, cancro,paziente oncoematologico, chemiotera-pia.

INTRODUZIONE La fatigue è un termine anglossasoneche indica: „lÊaffaticamento, generica-mente classificabile nel quadro clinicodellÊastenia, caratterizzata da mancanzao da perdita della forza muscolare con fa-cile affaticabilità e insufficiente reazioneagli stimoli‰. Di nostro interesse è lÊastenia da cancro,ovvero Cancer related Fatigue, che com-porta conseguenze rilevanti nella qualitàdi vita della persona affetta da una formatumorale, già provata fisicamente e psi-cologicamente dalla malattia e dal suodecorso. In area Oncoematologica la qualità di vitaè uno degli aspetti di maggiore impor-tanza per garantire unÊassistenza otti-male, dove la fatigue correlata al cancroha assunto, in relazione alle attività di vitaquotidiana della persona, un importantesignificato e può essere considerata una

„patologia‰ nella patologia. Il National Comprehensive Cancer Net-work (NCCN) descrive la fatigue comeun comune, persistente e soggettivosenso di stanchezza legata al cancro o

agli effetti del suo trattamento. La prevalenza della fatigue correlata alcancro oscilla dal 25% al 75%; diversistudi hanno riportato anche una preva-lenza >90%. Il presente lavoro illustra unÊindagine os-servazionale per valutare la presenza difatigue nel paziente con patologia oncoe-matologica e con lÊobiettivo di indagarecome questo sintomo influisca sulla suaqualità di vita.

MATERIALIE METODILa revisione della letteratura recente edisponibile è stata condotta consultandole principali banche dati bibliografichequali Pubmed e CINAHL, con lÊausilio diGoogle libri. Il disegno dello studio è uno studio os-servazionale; i partecipanti possiedonounÊetà superiore ai 18 anni affetti da unaneoplasia ematologia in trattamentochemioterapico. Lo studio è stato rivoltoad un campione costituito da 80 pazientiafferenti presso lÊUoc di Ematologia del-lÊA.O. San Giovanni Addolorata di Romaal Day Hospital, ambulatorio e degenza;che hanno effettuato almeno un tratta-mento chemioterapico. Lo strumento di valutazione utilizzato èil questionario breve sullÊaffaticamento(Brief Fatigue Inventory), validato nellaversione italiana: uno strumento di valu-tazione multidimensionale utilizzato perquantificare la presenza di fatigue nellevarie attività di vita quotidiana. La fase preliminare di somministrazionedel questionario è stata preceduta dauna breve introduzione sullo scopo dellavoro e le caratteristiche del campione.

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I dati così ottenuti sono stati analizzatimediante lÊutilizzo della scala della fatica(fatigue scale) che è suddivisa in rangerappresentati dal punteggio zero che in-dica „non affaticamento„, da uno a tre„affaticamento lieve„; da quattro a sei èdi livello „moderato„; da sette a nove ditipo „severo‰; e dieci che rappresenta ilpeggiore affaticamento. (Figura1)

RISULTATILo studio è stato svolto da novembre2017 a marzo 2018. Le caratteristichedel campione sono rappresentate dalla

suddivisione in base al sesso, fascedÊetà e titolo di studio. La regione di ap-partenenza dei partecipanti è il Lazio etutti di nazionalità italiana. La suddivisione del campione per sessorisulta essere omogeneo, rispettiva-mente: per il 52% femminile e il 48%maschile. In base allÊetà, risulta esseredominante, per il 29%, la fascia com-presa tra i 61 e i 90 anni; per il 26%, trai 51 e i 60; nel 15%, tra i 41 e i 50, 31 ei 40 e 18 e i 30 anni. In base al titolo di studio, risulta posse-dere il diploma di maturità il 41%, il 33%

la laurea, il 19% la licenza di scuola me-dia inferiore e il 7% la licenza di scuolaelementare. In base alla valutazione della sensazionedi stanchezza, nellÊultima settimana, ri-sulta essere, per il 56%, affermativa.(Grafico 1)LÊimpatto della sensazione di stanchez-za nel „momento della somministrazio-ne del questionario‰ è emerso che il34% ha affaticamento „lieve‰; il 31%„moderato‰; il 24% „severo‰ (Grafico2); sovrapponibile con lÊimpatto di stan-chezza usuale durante le ultime 24h,che risulta essere, per il 33%, affattica-mento „moderato‰; per il 32% „lieve‰;per il 26% „severo‰. (Grafico 3)Mentre, nella valutazione dellÊimpatto distanchezza peggiore nelle ultime 24h, ri-sulta per il 34% il range di affaticamento„severo‰; per il 31% „moderato‰; per il24% il range di „lieve‰. (Grafico 4)La distribuzione dellÊimpatto medio distanchezza nelle ultime 24h, risulta es-sere dominante per il 32% affaticamen-to „moderato‰; per il 30% „lieve‰; peril 28% „severo‰. (Grafico 5)

Figura 1. La scala della fatica (Fatigue scale)

Grafico 1. Valutazione della sensazione di stanchezza nellÊultimasettimana

Grafico 2. Valutazione della sensazione di stanchezza nel momentodella somministrazione del questionario

Grafico 3. Valutazione della sensazione di stanchezza „usuale‰durante le ultime 24h

Grafico 4. Valutazione della sensazione di stanchezza peggiore nelleultime 24h

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Risultati relativi alle dimensioni dellaqualità di vita Prima dimensione: attività generaleIn base alla distribuzione su scala nume-rica dei valori medi, rappresentativi del-lÊimpatto di stanchezza nella dimensionedellÊattività generale nelle ultime 24h, siè rilevato che risulta essere dominante,per il 37%, il range di affaticamento „lie-ve‰; per il 28% il range „moderato‰; peril 20% „severo‰; solo per il 9% il rangedi „assenza di affaticamento‰ e per il6% il range di „peggiore affaticamen-to‰. (Grafico 6)Seconda dimensione: umore Come riportato nel grafico 10 (distribu-zione su scala numerica dei valori medirappresentativi dellÊimpatto di stanchez-za nelle dimensione dellÊumore nelle ul-time 24 h sul campione totale dei pa-zienti) e in base alla percentuale risultaessere dominante, per il 32%, il rangedi affaticamento „lieve‰; per il 28%„moderato‰; per il 19% „severo‰; per il17% il range di „nessuna presenza di af-faticamento‰ e per il 4% il range di„peggiore affaticamento‰ sul campionetotale dei pazienti. (Grafico7)

Terza dimensio-ne: capacità dicamminareLÊimpatto di stan-chezza, nella di-mensione dellacapacità di cam-minare, nelle ul-time 24h risultaessere dominan-te; per il 36% ilrange di „affatica-mento lieve‰; peril 24% „moderato‰; il 19% nel range di„affatticamento severo‰ e „nessuna pre-senza di affaticamento‰ e del 2% nel ran-ge „peggiore affaticamento‰ (Grafico 8).Quarta dimensione: lavoro (casa-fuoricasa)LÂimpatto della stanchezza nella dimen-sione del lavoro (casa-fuori casa), nelleultime 24h, risulta essere dominante peril 38% il range di „affaticamento lieve‰,per il 30% „moderato‰; per il 15% „se-vero‰; per lÊ11% il range di „nessunapresenza di affaticamento‰ e per il 6%il range di „peggiore affaticamento‰.(Grafico 9)

Quinta dimensione: relazioni con le altrepersoneLÊimpatto della stanchezza, nella dimen-sione delle relazioni con le altre persone,nelle ultime 24 h, risulta essere domi-nante per il 39% il range di „affatica-mento lieve‰; per il 24% il range di„nessuna presenza di affaticamento‰;per il 20% il range di „affaticamento se-vero‰; per il 17% il range di „affatica-mento moderato‰ e per lo 0% il „rangedi peggiore affaticamento‰.Sesta dimensione: capacità di divertirsiLÊimpatto della stanchezza, nella dimen-sione della capacità di divertirsi, nelle ul-

Grafico 5. Impatto medio dellÊaffaticamento nelle ultime 24h!

Grafico 6. Valutazione dellÊimpatto della fatigue sullÊattività generale

!Grafico 7. Valutazione dellÊimpatto della fatigue sullÊumore nelleultime 24h

Grafico 8. Valutazione dellÊimpatto della fatigue sulla capacità dicamminare nelle ultime 24h

Grafico 9. Valutazione dellÊimpatto della fatigue sul lavoro (casa-fuori casa)

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time 24 h, sul campione totale dei pa-zienti e in base alla percentuale, risultaessere dominante per il 38% il range di„affaticamento lieve‰; si ha un pareggiodi percentuale del 20% nei range di „af-faticamento moderato‰ e di „nessunapresenza di affaticamento‰; per il 16%il range di „affaticamento severo‰ e peril 6% il range di „peggiore affaticamen-to‰ sul campione totale dei pazienti.La distribuzione dei valori rappresentatividellÊimpatto medio dei range „affatica-mento moderato, severo e peggiore af-faticamento‰, nelle ultime 24h, nelle seidimensioni della qualità di vita, sul cam-pione totale dei pazienti. In base alla percentuale, risulta esseredominate, per il 54%, la dimensione del-lÊattività generale, si ha un pareggio dipercentuale del 51% nelle dimensionidellÊumore e del lavoro (casa-fuori casa),per il 45% la dimensione della capacità

di camminare, per il 37% la dimensionedelle relazioni con le altre persone e peril 42% la dimensioni della capacità di di-vertirsi. (Grafico11)

DISCUSSIONELa fatigue correlata al cancro è un feno-meno multidimensionale, è autoperce-pito e include componenti fisiche, emo-tive, cognitive e comportamentali.

Grafico 9. Valutazione dellÊimpatto della fatigue sulle relazioni conle altre persone nelle ultime 24h

Grafico 10. Valutazione dellÊimpatto della fatigue sulla capacità didivertirsi nelle ultime 24h

!!!

Grafico 11. Valutazione delle sei dimensioni che influiscono sulla qualità di vita nelle ul-time 24h

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Comprende sensazioni soggettive e og-gettive che possono persistere dalla dia-gnosi di cancro fino alla fine della vita. At-tualmente, si propongono alcune strate-gie più comuni basate su interventi men-te-corpo che tendono ad alleviare lÊaffa-ticamento, basati sulla consapevolezza(yoga, per esempio), lÊagopuntura, tera-pie di biofield (del tocco), massaggi, mu-sicoterapia, rilassamento, reiki e qigong.Dallo studio condotto attraverso lÊelabo-razione dei dati riferiti al questionarioBFI-I, emerge che la fatigue (stanchezza)è presente nel paziente nelle ultime 24h,in tempo presente „ora‰, con un livellodÊintensità di stanchezza moderata. Nelle sei dimensioni elaborate, emergeche la fatigue influisce nella qualità divita del paziente nelle ultime 24h, intempo presente „ora‰, con valori ugualie/o simili in ogni domanda esaminata e,quindi, risulta essere una stanchezza co-stante e corente in tutte le dimensioni. Una percentuale significativa del 54%,

nella dimensione dellÊattività generale,nelle ultime 24h, sul campione totale deipazienti intervistati. I risultati ottenutidallo studio sono in accordo con quellipresenti nella letteratura scientifica.

CONCLUSIONELa fatigue è una sintomatologia moltodiffusa in area oncoematologica, e ne-cessita di una maggiore attenzione e pergarantire un miglioramento nella qualitàdi vita. LÊeducazione sanitaria, attraversolÊutilizzo delle migliori strategie per la ge-stione dellÂaffaticamento e unÊadeguatacomunicazione sanitario-paziente, risultautile ai fini dei trattamenti farmacologicie non. Le implementazioni necessarie per glistudi futuri relativi alla ricerca possonoessere: unÊadeguata divulgazione delleinformazioni relative alla fatigue cancro-correlata attraverso la creazione di spe-cifici opuscoli informativi; fornire corsi diaggiornamento per il personale sanitario

relativi alla tematica trattata e favorire unaccertamento; una diagnosi ed una ge-stione approfondita, attraverso lÊutilizzostrumenti di valutazione idonei e attra-verso la creazione di protocolli aziendalivalidati per la gestione e la presa in cari-co del paziente oncologico ed ematolo-gico in presenza di fatigue per creareuna misurazione specifica da raccoman-dare per valutare la fatigue cancro-corre-lata e per poterla confrontare con altristudi clinici.

AUTORI:Ilaria Galucci, infermiera, Università LaSapienza, Roma; Ivo Camicioli, responsabile posizione or-ganizzativa Dipartimento delle Specia-lità, Azienda Ospedaliera San GiovanniAddolorata, Roma;Alessandra Falcioni, Dottore Magistralein Scienze Infermieristiche ed Ostetri-che, infermiera, Azienda OspedalieraSan Giovanni Addolorata, Roma.

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Il monitoraggio glicemico in continuo mediante l’utilizzo dei sensori sottocutanei (CGM)

Idi Cristiano Abbati

ABSTRACTIl Diabete Mellito è una „crescenteemergenza epidemiologica globale‰ checostituisce una delle patologie cronichea più elevato impatto sociale ed econo-mico.(1)

Le recenti tecnologie hanno sviluppatodei sistemi per il monitoraggio in conti-nuo della glicemia capaci di fornire infor-mazioni in real time; in grado di ottimiz-zare il compenso metabolico, prevenirele complicanze(2) e migliorare la qualità divita al paziente(3).A differenza del tradizionale controllo gli-cemico mediante puntura capillare, ilCGM rappresenta un „film‰ dellÊanda-mento glicemico del paziente, consentela valutazione delle fluttuazioni, i trend divariazione nel tempo, la modifica dellaterapia insulinica, la prevenzione delleipoglicemie.(4

INTRODUZIONEOttenere e mantenere un controllo gli-cemico accurato è fondamentale per laprevenzione delle complicanze cronichelegate al diabete mellito.LÊesigenza di intensificare i controlli gli-cemici ha portato alla messa a punto disistemi di monitoraggio in continuo delglucosio (Continuous Glucose Monito-ring) capaci di rivelare ipo ed iperglice-mie che lÊemoglobina glicosilata e laglicemia capillare non possono indivi-duare(5).QuestÊimportante innovazione tecnolo-gica si basa sullÊutilizzo di un piccolo sen-sore posizionato nel tessuto sottocuta-neo del paziente che rileva, in manieracontinua, il valore del glucosio nel liquidointerstiziale e lo invia (tramite un tra-smettitore via bluetooth o wireless) adun lettore glicemico, ad un microinfu-

sore o ad una APP di uno smartphone.La conoscenza delle variazioni individualidella glicemia, assieme ad una terapiainsulinica mirata, rappresentano dei pre-supposti fondamentali per il raggiungi-mento di un adeguato compenso meta-bolico(6).

MONITORAGGIO GLICEMICO IN CONTINUO (CGM)Il sensore per il CGM misura il glucosionel liquido interstiziale, a differenza delglucometro (che lo misura a livello capil-lare). Poiché queste due aree sono fisica-mente separate, il glucosio impiega untempo fisiologico (lag-time) da 5 a 15 mi-nuti per passare da un comparto allÊal-tro(7).

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I livelli di glucosio sono stabili nei duecomparti a digiuno o lontano dallÊorariodei pasti, mentre cambiano rapidamentein seguito ad attività fisica intensa o do-po lÊassunzione di un pasto.I sensori attualmente in commercio pre-sentano un indice di accuratezza (MARD)inferiore al 10%, quindi molto accurato.Il sensore trasmette i dati ad un lettore,creando un „trend glicemico‰ accompa-gnato da frecce di tendenza che indica-no se la glicemia è in discesa; in rapidadiscesa; stabile; in aumento o in rapidoaumento.I lettori glicemici sono dotati di specificiallarmi di sicurezza (vibratori e/o sonori)che avvertono il paziente, con un certoanticipo, se la glicemia sta raggiungendodei limiti soglia personalizzabili.Alcuni sensori necessitano di calibra-zioni mediante la rilevazione della glice-mia capillare ogni 8/12 ore, mentre altrisensori no. La calibrazione deve essereeseguita nei momenti di maggiore sta-bilità glicemica.Il CGM, oltre a fornire informazioni inreal time, ci permette di eseguire lo sca-rico dati al PC. Questi possono essereinviati al MMG o allo specialista diabeto-logo (si parla, in tal caso, di telemedi-cina).I dati forniti dalla lettura retrospettivaconsentono di stabilire la media glice-mica giornaliera; la media glicemica mat-tutina, pomeridiana, serale, notturna; lapercentuale di tempo in cui la glicemiaè stata sopra o sotto target, il numerodegli eventi ipoglicemici totali.

Il CGM presenta anche la funzione „sha-re‰ che consente di condividere in re-moto con cinque persone i dati attra-verso un cloud server protetto: funzioneesiziale per i bambini che si trovano ascuola e per gli anziani che vivono soli incasa(8 – 9). Da alcuni anni è in commercio pure unsistema integrato tra microinfusore eCGM in grado di sospendere automati-camente il bolo insulinico quando i valoriglicemici scendono al di sotto di un tar-get preimpostato(10). Il microinfusorepresenta la funzione LGS (low glucosesospend) che è capace di sospenderelÊinfusione di insulina per due ore in casodi ipoglicemia e la funzione PLGS (Pre-dictive low glucose sospend) per so-spendere lÊinfusione per circa 30 minuti,se la glicemia si sta avvicinando ad unvalore soglia.

Le indicazioni allÊutilizzo della terapia in-sulinica con microinfusore sono(11):- controllo glicemico inadeguato(12)

(HbA1c > 8,5 % );- ipoglicemie(13) (inavvertite, severe, not-turne);

- programmazione della gravidanza(14);- necessità di flessibilità degli stili di vita(lavoro, viaggi, sport, ecc);

- frequenza elevata di ospedalizzazioni(15).Posizionamento del sensoreIl sensore glicemico è composto da unago metallico necessario per lÊintrodu-zione nella cute che viene poi rimossodopo lÊinserimento e da un piccolo capil-lare flessibile che legge la quantità diglucosio nel liquido interstiziale. Può essere posizionato nella zona ester-na delle braccia, sullÊaddome, sui gluteie sulla zona anteriore delle cosce; in vi-cinanza al sensore non va mai sommini-strata lÊinsulina, in quanto si potrebbealterare il dato glicemico. Il sensore non va posizionato nelle zonein cui sono presenti cicatrici, lividi edaree lopoatrofiche e va ruotato il sitoogni volta che lo si sostituisce. Se, in se-de di inserimento, si manifesta sangui-namento o permangono segni di irrita-zione è preferibile rimuovere il sensore.Prima di posizionare il sensore può risul-tare utile applicare del ghiaccio sulla zo-na interessata, visto che riduce il dolore,prevenendo il sanguinamento.Sul sensore si collega il trasmettitoreche ha le dimensioni di una moneta e vaapplicato un cerotto adesivo che ha fun-zione protettiva.

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Modelli di sensoriEsistono diversi modelli di sensori incommercio che si differenziano per ladurata, lÊuso tecnologico a cui sono de-stinati, la necessità di calibrazione e permolto altro.La loro durata può variare dai 7 ai 14giorni, consentono la visualizzazione deldato glicemico „scannerizzando‰ conlÊapposito lettore direttamente sul sen-sore, o trasmettendo i dati su un lettore.Sono impermeabili allÊacqua e la glice-mia può essere rilevata anche sopra i ve-stiti.Ci sono delle apposite APP che consen-tono la visualizzazione dei dati glicemicidirettamente sullo smartphone del pa-ziente.Di ultimissima generazione è il sensoreEversense che ha una durata di 180 gior-ni, ma, a differenza degli altri sistemi,necessita di un semplice intervento a li-vello ambulatoriale dove viene creatauna piccola tasca ed inserito nel tessutosottocutaneo. Non ha bisogno dellÊappli-cazione di punti di sutura, ma di strip e,al termine dei 180 giorni, va rimosso chi-rurgicamente. Sopra il sensore va appli-cato il trasmettitore che invia i dati tra-mite bluetooth ad una APP dello smar-tphone o di un apple watch e avvisa ilpaziente mediante allarmi in caso di ipoo iperglicemia.Tutti questi dispositivi vengono prescrittida uno specialista diabetologo medianteunÊapposita autorizzazione presso laASL di competenza, dopo una selezionedel paziente o suo caregiver e dopo avereffettuato un training iniziale e dei rin-forzi educativi a medio/lungo termine(16).

RISULTATI Nel grafico in pagina (Grafico 1), i dati cli-nici relativi ai 12 mesi di osservazione incui sono stati arruolati 23 pazienti (14uomini e 9 donne), di età compresa tra i19 ed i 37 anni, con DM1 in terapia in-sulinica basal-bolus.Il primo gruppo ha utilizzato i sensorisottocutanei; il secondo, lÊautomonito-raggio glicemico tradizionale mediante ilglucometro.Nel confronto, i pazienti del primo hannopresentato una riduzione del target delvalore dellÊHbA1c molto significativo (-

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1,5 %); quelli del secondo hanno man-tenuto il target dellÊHbA1c pressochécostante.Ciò comporta, nei pazienti del primogruppo, una riduzione significativa dellecomplicanze croniche legate al diabete (nefropatia, retinopatia, neuropatia, ecc).Nel grafico 2, invece, vengono riportatiil numero degli episodi di crisi ipoglice-miche severe (< 50 mg/dl) nei due grup-pi a confronto.Nel primo gruppo (quello con sensorisottocutanei) le ipoglicemie sono state14 durante lÊarco dellÊanno; nel secondo(quello con automonitoraggio tradiziona-le con glucometro), invece, ben 49. Ciòsignifica che le ipoglicemie severe sonopiù che triplicate nel secondo gruppo,con conseguente maggiore fluttuazioneglicemica e riduzione della qualità di vitadei pazienti.Pro e contro del CGMIl CGM presenta i seguenti vantaggi:- indagare i valori glicemici durante lÊat-tività fisica e il periodo notturno („feno-meno alba‰);

- fornire indicazioni per lÊottimizzazionedella terapia insulinica;

- valutare il grado di fluttuazione glice-mica;

- evidenziare riduzioni improvvise dellaglicemia;

- ottimizzare il controllo glicemico du-

rante la gravidanza;- pazienti con ago-fobia che eseguonopiù di 5/6 misurazioni/die;

- maggior privacy personale (misura-zione della glicemia in ambienti pub-blici);

E gli svantaggi:- necessità di eseguire un trainig inizialee dei rinforzi educativi nel tempo;

- allergie/dolore nel sito di inserzione;- non accettazione/intolleranza dei dispo-

sitivi sul corpo; - necessità di calibrazione e manuten-zione giornaliera;

- percentuale di discrepanza tra il CGMe glicemia capillare (lag time);

- costi elevati.

CONCLUSIONILe evidenze scientifiche recenti confer-mano come il CGM possa assistere ilpaziente con diabete nel raggiungere emantenere livelli ottimali di emoglobinaglicosilata in modo più efficace e sicurorispetto al controllo glicemico tradizio-nale.La visualizzazione in real time ed i si-stemi di allarme permettono una parte-cipazione attiva del paziente/genitore/caregiver nellÊautogestione, garantendouna maggiore consapevolezza del pro-prio stato ed una maggiore sensibilitàalle fluttuazioni glicemiche.Grazie al controllo glicemico medianteCGM, i pazienti diabetici insulino-trattatihanno una maggiore conoscenza e con-sapevolezza della propria malattia maiavuta in precedenza.

AUTORE: Cristiano Abbati, infermiere ASL RM/5,UOS Diabetologia Clinica Ospedale SanGiovanni Evangelista Tivoli (Rm).

Grafico 1

Grafico 2

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LETTO VOI

Icambiamenti in atto nella tipologia e nelladistribuzione delle condizioni di salute dellapopolazione avranno un impatto sempre più

rilevante sia sullÊassistenza formale (in terminidi quantità e qualità di competenze, servizi e ri-sorse), che quella informale: quella erogata dal-le famiglie. Si assisterà, infatti, a profondi muta-menti dello scenario sanitario: se da un lato, visarà una maggior competenza nel prendere de-cisioni sulla salute, dallÊaltro, aumenteranno ledisuguaglianze e la mobilità dei pazienti.Questo testo consente di acquisire e perfezio-nare le competenze necessarie a comprenderei bisogni dell'assistito e del suo nucleo familia-re, agendo in maniera sicura e appropriata aglistandard di qualità.Il contesto della professione infermieristica è radicalmente cam-biato: accanto agli sviluppi epidemiologici e all'aumento dellemalattie croniche, l'assistenza si è spostata dall'ospedale al do-micilio, dove ci si trova a operare accanto a familiari e caregiver.L'infermiere deve saper integrarsi al meglio con gli altri profes-sionisti della salute, attivare tutte le risorse disponibili sul terri-torio e coinvolgere assistito e familiari nell'autocura.Questo volume si presta a essere utilizzato da studenti dei CdLin Infermieristica e dai neolaureati che si avvicinano alle curedomiciliari; ma anche dai professionisti interessati al futuro dellaprofessione. Ciò, proponendo un percorso di formazione e di ri-flessione, mettendo a disposizione evidenze aggiornate per ri-pensare un ambito dellÊassistenza infermieristica che consideriinnanzitutto il luogo in cui vivono le persone: la casa, la famiglia,la comunità.Oggi, i sistemi sanitari sono chiamati al rafforzamento dellÊassi-stenza domiciliare, via via sempre più complessa. I luoghi in cuiavvengono le relazioni portano con sé caratterizzazioni socio-culturali rilevanti, che concorrono alla determinazione dei risultatidella cura.Con il volume in questione, la formazione abilitante e avanzatadegli infermieri ha a disposizione un manuale che, partendo dauna rilettura dei paradigmi dellÊassistenza, ridisegna un modellodi assistenza alla persona nei luoghi in cui questa vive. In questo scenario, lo sforzo maggiore che dovrà compiere il no-stro Paese (la cui popolazione è la più anziana dÊEuropa) saràquello di guidare la sanità verso unÊorganizzazione più orientataalla gestione della cronicità, misurandosi con i suoi elevati costi

sanitari e sociali, nonché con quelli umaninon sempre quantificabili e strettamentecorrelati al dolore e al lutto. I nuovi scenari sollecitano una profonda ri-visitazione di quei modelli di cura che han-no avuto come riferimento essenziale unconcetto di „malattia‰ inteso solo comedeviazione da una norma biologica. Doveredella cura diventa quello di farsi carico glo-balmente del paziente, della sua esperien-za di malattia vissuta all'interno di un con-testo specifico di vita affettiva in cui si ènati, si vive e in cui un giorno si morirà. I bisogni di salute dei pazienti cronici e diquelli non autosufficienti richiedono, per-tanto, lÊurgente sviluppo di modelli caratte-

rizzati dalla prossimità dei servizi ai luoghi di vita dei cittadini,dall'integrazione tra attività sanitaria e sociale e da team inter-professionali che, in piena collaborazione con malati e famiglie,dovranno far fronte alle articolate necessità di assistenza. In Italia, le potenzialità della professione infermieristica potrannoessere incrementate dalla sua capacità di revisionare rapida-mente le attuali logiche formative a favore di percorsi post-baseche approfondiscano competenze differenziate per rispondereadeguatamente sia ai diversi livelli di complessità assistenzialedei pazienti che a quelli di articolazione dei servizi, allo scopo dicontribuire al miglioramento dei risultati di salute e di qualità divita, oltre che per contenerne i costi. Il lavoro interprofessionalediviene strumento per fornire risposte assistenziali integrate eglobali; il case management una modalità per stabilire un coor-dinamento organizzativo e la comunicazione efficace tra servizie personale curante per tutti quei pazienti che, nel periodo trala diagnosi di malattia, le terapie, la stabilizzazione o lÊexitus, sispostano in numerosi setting di cura in cui manca una reale si-nergia operativa.Il libro di Silvia Marcadelli, Cesarina Prandi e Paola Obbia offreuna panoramica dei principali indirizzi e strategie della presa incarico nelle cure primarie e a domicilio, facendo il punto su pa-ziente e famiglia, principali protagonisti della cura.

S. Marcadelli; P. Obbia; C. Prandi Assistenza domiciliare e cure primarie.

Il nuovo orizzonte della professione infermieristicaEDRA edizioni, 288 pagg (34,00 euro)

Un testo per comprenderebisogni dell'assistito e della sua famiglia

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Questo recensito non è un libro diStoria della Medicina e, per evi-tare di generare false aspettative

in chi si accinge alla lettura del volume,va chiarito che, per gli autori, si è trattatodel tentativo di tracciare, in un unico te-sto, il continuum dellÊevoluzione assisten-ziale rivolta allÊinfanzia, attraverso la rac-colta di immagini che sono patrimonioframmentato ed esclusivo di istituzioni,archivi e luoghi diversi.Oggi, lo spirito assistenziale e una nuovaqualità scientifica dellÊassistenza pedia-trica devono fare i conti con la necessitàdi mantenere e implementare una rinno-vata formazione specifica, alla luce delleattuali esigenze sociali, storiche, politichee culturali, poiché la globalizzazione de-termina la necessità di acquisire nuovecompetenze per la prevenzione, cura eriabilitazione. Fortemente voluto dall'OPI Roma, il testo ripercorre come daglialbrori, e lungo il corso dei secoli, si sia evoluta l'assistenza; par-lare di chi si è preso cura dei malati e delle persone bisognose,ricordare lÊopera delle prime infermiere spinte da una particolarevocazione e da sentimenti di carità cristiana e delle primitive isti-tuzioni che hanno incanalato tali spinte in un contesto organiz-zato, è parso fondamentale. Gli autori lÊhanno fatto in maniera nuova, ardita e inedita, attra-verso le immagini accompagnate da un breve testo a com-mento. Il libro, attraverso una significativa mole di documenta-zione fotografica e grazie a un sapiente lavoro di ricerca icono-grafica, mostrerà come l'assistenza allÊinfanzia sia stata influen-

zata dallÊevoluzione della cultura e della società nei diversi secolie come nel tempo sia stato necessario individuare e formare fi-gure dedicate, sino ad arrivare al corso di laurea degli anni 2000in Infermieristica Pediatrica.

A cura di:P. Callegari, A. Calvo, F. Masucci

Dall'assistenza all'infanziaall'Infermieristica pediatrica.

Immagini e documenti di una professionein continua evoluzione in Italia e in Europa

88 pagg (22,00 euro)

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LETTO VOI

Un excursus storico sull’Infermieristica Pediatrica

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Gli obblighi di protezione e vigilanza nei confronti del paziente

L’AVVOCATO

D i recente, la Corte di Cassazione è tornata a pronun-ciarsi sulla responsabilità della struttura sanitaria, non-ché del personale in servizio presso la stessa (incluso

quello infermieristico), con particolare riferimento agli obblighidi protezione e vigilanza nei confronti del paziente.In particolare, con la sentenza n.1251 del 19 gennaio 2018, laSuprema Corte ha definito un caso in cui un soggetto si era ri-volto ad una struttura ospedaliera per effettuare delle analisi cli-niche (il paziente non veniva ricoverato presso la struttura).Dalle analisi emergeva la presenza di un allarmante livello delvalore di potassio. I risultati, tuttavia, non venivano comunicatiné al medico curante, né al paziente, sebbene i valori eviden-ziassero un imminente pericolo di vita. Il paziente, infatti, dopoappena tre giorni, decedeva per arresto cardiaco dovuto ad iper-potassiemia.Ebbene, ribadendo quanto affermato dallÊorientamento giuri-sprudenziale dominante, la Suprema Corte ha ribadito che vigein capo alla struttura sanitaria e, quindi, in capo al personale me-dico e sanitario, „uno specifico obbligo di prestazione ed un cor-relato dovere di protezione del paziente‰. Ed infatti, come si è già avuto occasione di evidenziare anchein precedenti contributi, lÊaccettazione del paziente nella strut-tura sanitaria comporta la conclusione di un contratto, c.d. „dispedalità‰, avente ad oggetto, oltre alle prestazioni principali(consistenti nelle cure mediche e chirurgiche), anche presta-zioni accessorie, fondate proprio su un obbligo di protezione evigilanza nei confronti del paziente.In virtù di tale contratto di spedalità, a carico della struttura sor-gono obblighi di messa a disposizione del personale medico au-siliario, del personale paramedico, nonché dellÊapprestamentodi tutte le attrezzature necessarie, anche in vista di eventualicomplicazioni o emergenze.In ragione dellÊesistenza di tale contratto, la responsabilità dellastruttura sanitaria nei confronti del paziente ha natura contrat-tuale e si configura sia quale responsabilità per fatto proprio,sia, ai sensi dellÊart. 1228 c.c., quale responsabilità per fatto deipropri dipendenti, incluso il personale infermieristico.Nella fattispecie, la Corte ha ritenuto che lÊevento morte fossediretta conseguenza dellÊinadempimento delle obbligazioni gra-vanti sulla struttura sanitaria, in virtù del contratto di spedalità,con conseguente riconoscimento del diritto al risarcimento deidanni in favore degli eredi del paziente deceduto.In particolare, la Cassazione ha così concluso: „Ne consegueche, al di là ed a prescindere da qualsivoglia disposizione nor-

mativa in materia (correttamente ritenuta inesistente dalla Corteveneziana), rientra nel dovere accessorio di protezione della sa-lute del paziente una tempestiva ed immediata attivazione inpresenza di una evidente situazione di pericolo di vita. Non errail giudice lagunare nel ritenere, su di un piano generale, impre-dicabile un indifferenziato obbligo di attivazione in presenza diqualsivoglia situazione di alterazione dei dati clinici che emergadalle analisi compiute presso una struttura ospedaliera. Ma taleimpredicabilità trova un invalicabile limite nell'ipotesi in cui talealterazione si riveli di tale gravità da mettere in pericolo la vitastessa del paziente - onde una tempestiva segnalazione al sa-nitario competente o al paziente stesso ne possa, sul piano pro-babilistico, scongiurare l'esito letale conseguente (e nella spe-cie, purtroppo conseguito) al ritardo di comunicazione, ritardoche, ove consumato, si risolve nella violazione del precetto dicui all'art. 1176 c.c., comma 2‰.Secondo la sentenza in commento, quindi, non sussiste un in-differenziato obbligo di attivazione ogniqualvolta emerga dalleanalisi una alterazione dei dati clinici. Tuttavia, qualora l'alterazione appaia talmente grave da compro-mettere la vita del paziente e, sul piano probabilistico, una tem-pestiva segnalazione dell'anomalia al sanitario competente o alpaziente stesso potrebbe scongiurare lÊesito letale, l'eventualeritardo della comunicazione dà luogo ad una violazione del pre-cetto di cui allÊarticolo 1176 del codice civile, che sancisce la di-ligenza nell'adempimento.I principi affermati nella sentenza in esame assumono rilievoanche alla luce della più recente giurisprudenza che ha ravvisatola sussistenza, anche con specifico riferimento alla figura pro-fessionale dellÊinfermiere, di una posizione di garanzia nei con-fronti del paziente, del tutto autonoma rispetto a quella della

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L’AVVOCATO

struttura ospedaliera e del medico.Ed invero, come chiarito dalla Suprema Corte nella sentenza n.5 del 2018 (questa volta in materia di responsabilità penale del-lÊinfermiere), siffatta posizione di garanzia si fonda proprio sullaautonoma professionalità dellÊinfermiere, che va consideratonon più „ausiliario del medico‰, ma „professionista sanitario‰,cioè soggetto che svolge: „un compito cautelare essenzialenella salvaguardia della salute del paziente, essendo onerato divigilare sul decorso post-operatorio, proprio ai fini di consentire,nel caso, lÊintervento del medico‰.

Avv. Barbara Pisa

AVVISOAttivare la PEC è un obbligo di leggeL’Ordine la offre gratis ai suoi iscritti

La Posta Elettronica Certificata (Pec) è uno strumento che permette di dare ad un messaggio di posta elettronica eguale valore di unaraccomandata con avviso di ricevimento.La legge n.2/2009 ha introdotto lÊobbligo di dotarsi di una casella Pec: certificata, pertanto, i professionisti iscritti in Albi ed elenchiistituiti con legge dello Stato devono comunicare ai rispettivi Ordini, il proprio indirizzo di Pec. LÊOPI Roma offre la casella Pec gratis ai propri iscritti. La certificazione dei crediti formativi di tutti gli eventi accreditati OPI Roma sarà spedita esclusivamente tramite Pec. Pertanto, si invitano gli iscritti a comunicare esclusivamente alla segreteria Ecm dellÊOrdine ([email protected]) il proprio indi-rizzo di Pec e/o di attivare una casella Pec, utilizzando il servizio dedicato, accedendo dal portale istituzionale http://www.opi.roma.it

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LA VIGNETTA MESE

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ABBREVIAZIONI, ACRONIMI E MAIUSCOLELimitarsi alle abbreviazioni più note:ad es. per „ad esempio‰n. per „numero‰p./pp. per „pagina/pagine‰vol./voll. per „volume/volumi‰et al. per indicare altri autori dopo il sesto nelle bibliografie.

LÊacronimo è un genere particolare di abbreviazione. La prima volta che si incontra un acronimo in un testo è sempre necessario citareper esteso tutti i termini della locuzione, facendoli seguire dallÊacronimo tra parentesi – ad es. Associazione Raffredati dÊItalia (Ari).Evidentemente, ciò non vale per sigle oramai entrate nellÊuso comune, come tv, Usa, Aids, Fiat, Cgil, Ecm. Gli acronimi non conter-ranno mai punti – ad es. Usa e non U.S.A.

DATE E NUMERILe date vanno sempre scritte per esteso, per evitare incomprensioni nella lettura. Ad es. lunedì 28 luglio 2006 e 1° gennaio (non Igennaio o 1 gennaio). I giorni e i mesi hanno sempre la prima lettera minuscola.I numeri da uno a dieci vanno scritti in lettere (tranne che nelle date!). Per tutti gli altri, lÊimportante è separare sempre con un puntoi gruppi di tre cifre. Per le grosse cifre „tonde‰, usare „mila‰, „milioni‰ e „miliardi‰ invece di „000‰, „000.000‰, „000.000.000‰.

PAROLE STRANIERELe parole straniere vanno sempre indicate in corsivo, soprattutto se non sono ancora entrate nellÊuso comune italiano. Se si decidedi usare un termine straniero, è bene ricordare che non si declina mai (ad es. i computer e non i computers).

MODALIT¤ E TERMINI PER LÊINVIO DEI LAVORIGli autori che desiderano la riserva di un certo numero di copie del numero contenente il loro articolo, devono farne richiesta esplici-ta al momento dellÊinvio del testo.Tutto il materiale deve essere recapitato (una copia in formato elettronico all'indirizzo: [email protected], una copia in formato cartaceo)all'Ordine delle Professioni Infermieristiche, viale Giulio Cesare, 78 - 00192 Roma.

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