Periodico di cronache scolastiche Dell’Istituto ... · La sicurezza a scuola San Giovanni...
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Anno 8 - Numero 1
Mese di Dicembre 2012
Periodico di cronache scolastiche
Dell’Istituto Comprensivo 2°
di Pontecorvo (FR)
Attività e progetti dei nostri Istituti
Colori e sapori d‟Autunno
Ognissanti del „43
1° Novembre 1943
Progetto Comenius
Amico albero
La sicurezza a scuola
San Giovanni Incarico e il suo territorio
Sei daltonico?
Cara Preside Roscia,
il nostro giornalino ha sempre iniziato il primo nu-
mero con il suo saluto e i suoi auguri per un buon
anno scolastico. Quest'anno, siamo noi docenti che
la salutiamo affettuosamente, la ricordiamo pro-
vando piacere e ricordiamo i bellissimi cinque anni
trascorsi insieme; anni pieni di attività, successi,
traguardi prestigiosi, all'insegna della gioia di fare
sempre meglio, sempre più motivate per la nostra
Scuola! Ora Le auguriamo un felice anno scolastico
nella nuova sede che ha scelto, nella quale sappiamo
che hanno già avuto modo di apprezzare le sue doti
umane e professionali che noi ben conosciamo.
Le auguriamo la realizzazione di tutti i suoi de-
sideri e le raccomandiamo di seguire sempre il
suo cuore!
Con immutato affetto i suoi insegnanti.
Dirigente, Signora PALIOTTA,
Le esprimiamo i nostri migliori auguri per l'incarico che le è
stato attribuito che sicuramente la vedrà impegnata, unita-
mente a tutti noi, in un percorso arduo. Le difficoltà non ci
spaventano, anzi ci spronano a dare il meglio, ci stimolano
nella ricerca di ulteriori traguardi nell'interesse dei nostri
ragazzi e delle loro famiglie. Noi continueremo nel percorso
già intrapreso, con grande passione e immutato impegno per
portare avanti la nostra “missione “ educativo-formativa,
con l'obiettivo di conseguire successi di maggior prestigio,
affinché la nostra Istituzione Scolastica continui ad essere,
una scuola di riferimento per l'unicità della sua offerta for-
mativa.
Siamo certi che Lei ci saprà ben guidare in questo percorso
che, di anno in anno, diventa sempre più complesso e fatico-
so, con entusiasmo, passione, impegno e grande professiona-
lità.
A nome di tutta la comunità scolastica, Le formuliamo un
grosso “in bocca al lupo” e l'augurio di un buon lavoro in
un clima di grande collaborazione, sincerità, stima e a-
micizia.
Porgo a tutti i lettori, ma, specialmente, ai bambini e ai ragazzi, alle famiglie e a tutti gli operatori Scolastici del no-
stro Istituto un caloroso saluto, cui unisco fervidi auguri per le prossime festività.
Con moltissimo orgoglio mi presento come il primo Dirigente Scolastico del 2° Istituto Comprensivo di Pontecorvo, un
Istituto proiettato verso la costruzione di una propria storia, verso la ricerca di un’identità e di un’appartenenza
attraverso le proprie prestigiose storie, quella dell’ex 2° Circolo Didattico così come quella dell’ex Scuola Secondaria
di I grado. E all’idea di rinnovamento, insito nei nuovi percorsi da affrontare, sembra far eco l’attaccamento a ciò che
fummo, a ciò che abbiamo saputo costruire in favore delle giovani generazioni e che distingue i tre gradi di scuola,
presenti nell’istituto, da ogni altra scuola.
E’ un omaggio sincero, e anche un po’ commosso, ad una Comunità educante che ha saputo, nel tempo, credere e agire
con coerenza, promuovere e sostenere gli oneri del cambiamento, integrare e integrarsi, proiettarsi in avanti seguendo
rotte delineate in modo corale e percorrerle insieme con il coraggio di chi sa prevedere l’imprevisto e sa fronteggiar-
lo, con la consapevolezza di chi conosce la fondamentalità dell’educazione e il valore della cultura oggi.
E’ in questa realtà umana e professionale che ho inteso entrare a far parte con discrezione ma anche con la fermezza
di chi conosce il senso del proprio ruolo e vuole svolgerlo attraverso un dinamico pensare e agire con gli altri, nella
prospettiva di continui nuovi equilibri tra alunni, genitori, docenti, territorio stesso.
Concludo con la speranza sincera di riuscire a motivare così come a valorizzare, a rafforzare la passione educativa e
ad alimentare un sempre rinnovato piacere nell’affrontare con pensiero positivo anche le emergenze educative , oltre
che la dimensione irrazionale dell’organizzazione , che in una società complessa, come quella in cui viviamo, sono sempre
più frequenti.
Scuola dell’Infanzia Paola Sarro e Tordoni di Pontecorvo
I bambini della prima sezione hanno trascorso una pia-
cevole giornata in compagnia dei nonni
Ecco il bosco realizzato dai bambini della prima
sezione con l’ausilio delle insegnanti.
I bimbi della seconda sezione insie-
me alle maestre, hanno realizzato
una cassetta animata “Postalina”
che scrive, riceve ed invia posta. Il
personaggio animato facilita molto
l’acquisizione di conoscenze e abilità
linguistiche.
Una simpaticissima foto di
gruppo con, sullo sfondo, una
delle realizzazioni “autunnali”
Terza sezione. Rappresentazione
grafica della poesia “S.Martino”, di
G. Carducci, realizzata con l’uso delle
tempere.
Cartellone autunnale della terza sezione realizzato
con materiale di recupero.
Quarta sezione: colori, profumi, sapori, suoni… sensazio-
ni d’autunno!
I bimbi si sono immersi in questa meravigliosa stagione
realizzando con pasta di sale animaletti, frutta, ambienti,
tane; e compiendo esperienze divertenti e significative
come… passeggiate nel bosco creato.
Progetto “Magicamente insieme”
Con simpatia i nonni
dei bimbi hanno
partecipato al pri-
mo incontro del
progetto, appor-
tando belle testi-
monianze sul tema:
“Giochi di una vol-
ta” e partecipando con agilità ai giochi proposti.
I bambini hanno prodotto cartelloni, rappresentazioni
e dediche per i propri
nonni! Tutto è finito con
tanti premi per i nonni …
ed un bel piatto di polen-
ta cucinata dalle cuoche
e molto apprezzata dai
nonnini.
I bambini della sez. di Tordoni lavorano intenti alla rea-
lizzazione di un libricino speciale dei colori…… Appunto il
libro “Arcobaleno”.
Scuola dell’Infanzia di San Giovanni Incarico
Uno spettacolo di colori caratterizza
l'autunno dei piccoli della Scuola
dell’Infanzia di San Giovanni Incarico
che, con l'ausilio delle insegnati, hanno
realizzato una serie di lavori grafico-
pittorici a tema autunnale che hanno
abbellito le pareti delle varie classi.
I materiali sono quelli trovati dagli
stessi piccoli allievi, come foglie, ra-
moscelli, gherigli di noci e ricci di ca-
stagne.
La creatività si è avvalsa di piccole
produzioni sugli alimenti autunnali.
Siamo finalmente in classe prima, inizia per noi l’avventura nella Scuola Primaria. Eccoci qui, il primo giorno di Scuola, un po’
incerti, timorosi, ma felici di conoscere le nostre maestre e i nostri compagni. La Scuola Paola Sarro sarà per cinque anni il
luogo dove cresceremo e impareremo tante cose. Sulle porte delle nostre aule sono spuntati tre alberi dei quali noi siamo
le foglie, il tronco è la Scuola, che ci sostiene, ci nutre con l’educazione, l’affetto e la cultura insieme alle nostre famiglie e
al mondo che ci circonda.
Babbo Natale è un omone con la barba bianca, il vestito rosso, il cappello in
testa, la cintura e gli stivali neri. Vive al polo nord con elfi e folletti. A Natale
porta doni ai bambini buoni. Vola con la slitta trainata dalle renne.
Scuola Primaria Paola Sarro di Pontecorvo
Classi Prime,Scuola Primaria Paola Sarro Pontecorvo
Di
Ruggiero Jacopo III A
San Martino donò il suo mantello
ad un vecchietto poverello
che San Martino ringraziò
e nella nebbia si allontanò.
Si avvicina San Martino
e si assaggia il nuovo vino;
si fa una focaccina
dolce e piccantina;
si sente odor di caldarroste
tra la brace un po' nascoste.
A cura degli alunni del-
le classi seconde
LE PAROLE
DELL’ AUTUNNO
Autunno colorato:
Un tappeto di foglie,
Tinte di vari colori,
Uva bianca e nera,
Noci, castagne e fun-
ghi,
Nuvole grigie.
Ora il tempo è brut-
to !
Castagne che cadono,
Alberi
Spogli;
Tanti
Animali che fanno le
provviste :
Ghiande, foglie
Noci a volontà.
Autunno … eccoti qua !
Foglie che sembrano
farfalle
Ormai gialle
Girano nel vento
Lentamente
Insieme
E cadono a terra ….
Uva bianca e nera …
Vino
A volontà !
Noi
Oggi
Coloriamo con I colori dell’autunno
TANTE FOGLIE
….PER CREARE
Prendi le foglie di
vari colori
colla, pennelli,
matite e …..
album gialli , rosa e
marroni ;
disegna, attacca,
inventa …
vedrai che la natura
sarà contenta !
NEL CESTO DELL’
AUTUNNO ….TANTI
COLORI
Per dipingere la frut-
ta autunnale
alcuni colori devi
sfumare …
arancione per i cachi,
rosso fuoco per la
melagrana,
il marrone per noci e
castagne,
viola e giallo per l’uva
matura.
Tutti in un cesto li
puoi adagiare
e vicino al fuoco li
potrai gustare !
Il mio paese
ricordo posato
nel verde
della Valle del Liri
dal cielo turchese
cosparso di stelle…
….Ma venne l’amaro.
Il popol pregava
con voci frementi
“Libera nos, Domine, ab omnibus malis, praeteritis, praesaentibus et futuris
quando eruppe corrusca
infernale tregenda”
dall’empio cielo dell’uomo
e rombi e boati di bombe
squassaron le mura ancestrali.
Pregava “A peccato simus sempre liberi, et ab omni pertubatione securi”. Sugli animi puri
D’ignote paure
Nell’Ognissanti del Quarantatrè
cadde torvo
il dolore su Pontecorvo
greve di fumo…
Un’ala di piombo, ricordo, copriva
il mio morto paese
nel verde mare della
valle
del
L
I
R
I. BERNARDINO PULCINI – La Lucerna
Il 1° novembre è un giorno molto triste per Pontecorvo perché ci riporta il
doloroso ricordo del 1° novembre 1943 quando aerei angloamericani bombar-
darono l’intera città.
Era lunedì e le persone iniziarono la loro giornata con il pensiero dell’acquisto
di un po’ di frutta e verdura al mercato settimanale. Un mercato come tanti
altri, più affollato del solito per la festività dei Santi.
I pontecorvesi cercavano, secondo le possibilità, assai scarse in verità, di
fare una piccola provvista per la settimana. Molti si affrettavano nelle com-
pere per poter assistere, alle ore 10, alla messa solenne nella Cattedrale di
S.Bartolomeo.
Ma ecco che alle ore 10:15 gli aerei, apparsi all’improvviso, incominciarono a
bombardare e nel tentativo di colpire il ponte, considerato un punto strate-
gico, portarono distruzione nel paese, terrore e paura nella popolazione civi-
le. Case, edifici pubblici, la cattedrale, il convento del Sacro Cuore vennero
ridotte ad un cumulo di macerie, in ogni angolo di strada si udivano grida di
aiuto e pianti disperati di vittime innocenti di una guerra che non avevano
voluto.
Quel triste giorno i pontecorvesi non ebbero bisogno di recarsi al Cimitero a
deporre sulle tombe i mazzetti di crisantemi perché i loro morti li avevano
sotto gli occhi ancora caldi.
Classi quinte “Paola Sarro”
Imparare le tradizioni del Carnevale di Pontecorvo
Sabato sei ottobre, noi alunni delle classi quinte, siamo stati invitati
all’inaugurazione dei laboratori dove si realizzeranno i carri di carnevale. Con
l’arrivo del sindaco si è dato il via alla cerimonia che è iniziata con il consueto
taglio del nastro e una pioggia di palloncini colorati. All’interno di questo gran-
dissimo edificio avevano allestito un palco dal quale hanno parlato il sindaco, gli
assessori, il parroco che ha dato la sua benedizione e i carristi, felicissimi di
avere finalmente un posto dove costruire le loro opere di cartapesta.
Per noi bambini è stata un’esperienza molto interessante perché i carristi, oltre ad averci spiegato le varie fasi per la realiz-
zazione di un carro, ci hanno dato una dimostrazione pratica, coinvol-
gendoci totalmente. La
mattinata è stata allie-
tata dalla musica e dagli
animatori che ci hanno
fatto divertire con gio-
chi e balli di gruppo.
Scuola primaria Paola Sarro di Pontecorvo
L'inizio del nuovo anno scolastico è coinciso con la riapertura di un
nostro progetto Comenius. Infatti dal 12 al 17 settembre 2012 un
team di docenti e 4 alunni delle classi quinte del nostro Istituto , si
sono recati in visita alla città di Beja, in Portogallo.
L’esperienza esaltante e assai rilevante sia dal punto di vista cultura-
le che formativo, è stata vissuta con grande partecipazione ed inte-
resse. Gli alunni , ospitati in famiglie portoghesi, sono stati accolti
con gioia e affetto .Tante sono state le attività in cui studenti e do-
centi sono stati coinvolti. I partecipanti hanno potuto incontrare le autorità pubbliche loca-
li, visitare importanti luoghi archeologici e fattorie vinicole. Hanno inoltre preso parte a
momenti conviviali tipici del luogo e della
cultura portoghese e hanno potuto intera-
gire con gli alunni della scuola ospitante. A
conclusione del lavoro svolto, tutti gli alun-
ni e gli insegnanti dei paesi coinvolti nel
progetto, hanno presentato uno spettacolo
con canti, balli e sketches aventi come
tema situazioni umoristiche e personaggi
divertenti tipici del Paese di origine.
A cura delle classi VA e VB
Vivevo in un oasi verde,
ero felice un tempo:
contento di ascoltare il vento,
sentir gli uccellini cinguettare
sulla mia fluente chioma.
Mi sentivo sereno un tempo,
Anche quando mi accorgevo
Che pian piano la grande
Chioma, di cui ero fiero,
si diradava e le foglie,
secche e accartocciate,
cadevano giù dai miei piedi
formando un tappeto scricchiolante.
Eppur, quel tempo non ero invaso
dalle tristezza e nemmeno
dall’angoscia perché sapevo che
il corso della natura
mi avrebbe ridato la vita.
Ora, però, tremo al solo pensiero
di perdermi tra cumuli di cemento
e l’insensibilità dell’uomo che non
rispetta il bene più prezioso:
la “Natura”.
Adesso, mi sento avvolto in una
nube oscura dalla quale, credo,
di non uscire mai più.
Questo mi procura una
terribile agonia.
Sono sicuro di non ritrovare
la serenità di un tempo ma altrettanto consapevole
che l’uomo rimarrà a farmi compagnia
in questa grigia terra.
Poesia di Lorenza Fellone
Anche quest’anno ,
lo studio della Sto-
ria ci ha permesso
di essere protagoni-
sti di accattivanti
esperienze laborato-
riali. Quella vissuta
di recente ci ha da-
to la possibilità di
“calarci” nell’antico
mondo dei Sumeri (popolo vissuto in Mesopotamia circa
4000 anni a.C). Siamo rimasti stupiti di fronte alle
“ziggurat”( tipici edifici a gradoni) e ci siamo improvvisa-
ti piccoli “ingegneri” costruendone alcune; abbiamo tro-
vato molto interessanti le tavolette d’argilla, usate per la
scrittura e non abbiamo saputo resistere all’idea di tra-
sformarci in piccoli “scribi”, naturalmente forniti degli
strumenti necessari. Le nostre aule sono diventate veri e
propri laboratori storico-creativi. Per dar forma alle
imponenti ziggurat abbiamo usato scatole di cartone di
varie dimensioni, ricoperte di carta da pacchi e incollate
una sull’altra, a mo’ di torre. Argilla , matterelli e baston-
cini di legno… ecco pronti gli strumenti necessari per i
piccoli scribi che si sono provati nella scrittura cuneifo-
me sumerica. E’ stato divertente manipolare la pasta
d’argilla, ma, soprattutto, stenderla; alla fine, tirata “a
destra e a manca” è stata ripartita in 34 tavolette pron-
te per l’uso. Nessuno immaginava che il lavoro che ci at-
tendeva sarebbe stato il più difficile: incidere i segni
cuneiformi sulle tavolette d’argilla, con gli stiletti realiz-
zati dalle maestre non è stata impresa facile!
Scuola Primaria Capoluogo di San Giovanni Incarico
Al centro del nostro paese, c’è una rotatoria
con un’aiuola circolare, in cui il mese di maggio è stato messo a dimora un ulivo
secolare. Quest’olivo, di circa mille anni, apparteneva al castello dei principi Ruffo di Ca-
labria. E’ una pianta molto alta con rami robusti, il tronco, anch’esso molto grosso è di
colore grigio scuro e un po’ bucherellato, la sua chioma, piccola rispetto al tronco, è verde
fatta di tante foglioline piccole e lanceolate.In autunno è possibile notare tra le foglie, i
frutti di questo albero, essi sono piccoli, di forma tondeggiante e di colore nero: sono le
olive che hanno un sapore gustoso. Durante le giornate di primavera sulla sua chioma com-
paiono piccoli fiorellini bianchi. Infine nelle giornate ventose la sua chioma produce un
piacevole fruscio. L’olivo, come tutte le piante, produce l’ossigeno, ci dà il legno e ci ali-
menta perché ci dà le olive da cui si può ricavare l’olio. Questa pianta d’olivo è molto bel-
la da guardare, infatti rende la rotatoria molto bella. L’estate la gente si siede sull’aiuola
che la circonda per parlare e per ammirarla, anche noi siamo molto contenti perché ci
piace tanto. L’ulivo è considerato da sempre simbolo della pace e quell’albero maestoso,
messo lì , al centro del paese, sembra ricordare a tutti che: LA PACE E’ IL BENE PIU
PREZIOSO PER TUTTI GLI UOMINI DELLA TERRA
TESTO DESCRITTIVO- classe IV A Primaria S. Giov. Inc.
C’era una volta in una foresta incantata, un piccolo villaggio. Esso era popolato da persone cattive spesso in guerra con gli altri
villaggi. Si diceva che in quella foresta, c’erano tanti tipi di alberi, ma essi erano tutti molto strani: c’era quello con le foglie a
cuore, era l’albero dell’amore; quello con le foglie a banconota, era l’albero dei soldi… Con questi
alberi si poteva migliorare la vita, ma gli abitanti di quel villaggio non credevano nell’amore, e non
ci tenevano neppure alla loro salute; loro volevano solo fare del male. Un giorno, un bambino che
credeva nel potere degli alberi si incamminò per la foresta. Incontrò tanti alberi strani ma al
tempo stesso molto belli. Quando arrivò vicino all’albero più importante del bosco, l’ albero della
Vita, sentì una voce che disse:- Ehi, tu cosa sei venuto a fare qui? So che voi umani non credete
in noi- il bambino si girò e rispose:- Io ci credo in voi, sono gli altri che non lo fanno. Vorrei tanto
che tutti gli uomini vi apprezzassero!- L’albero allora rispose: -Un modo forse ci sarebbe, ma
servono delle erbe. Il bambino, allora domandò: -Quali erbe? L’albero più vecchio e saggio della
foresta disse: -Devi trovare la pianta della pace! Gli altri alberi della foresta ti indicheranno la
strada. Così il ragazzo si incamminò ancora nel bosco per cercare la pianta richiesta, mentre gli
alberi gli indicavano la strada con i loro rami. Al centro di una piccola radura vide un grosso oli-
vo: aveva un tronco robusto e nodoso e una bella chioma rigogliosa, il bambino allora raccolse un
po’ delle sue foglie per preparare l’infuso. Preparata la pozione della pace, come gli aveva racco-
mandato l’albero della vita, andò a spruzzarla sulle persone di tutti i villaggi che erano in guerra.
Quando la pozione fece il suo effetto, tutti gli abitanti dei villaggi cominciarono ad abbracciarsi felici. Il bambino però fu co-
stretto a dire la verità su come aveva preparato l’infuso, ma finalmente quei popoli impararono a credere negli alberi come loro
amici. Da quel momento il bosco divenne luogo sacro dove neanche un ramoscello poteva essere tagliato.
Ogni albero ha la sua bellezza,
ci sono quelli folti, alti, bassi e di
media grandezza.
Le loro chiome sono svariate,
a volte colorate.
Qualche albero in inverno
Fa un bel pisolino
Invece in autunno è birichino
Perché lascia cadere le foglie in giardino.
Non hanno voce, non possono parlare
Ma quando soffia il vento
La loro chioma fanno ondeggiare.
Quel movimento anche se è lento
Agli uccellini reca spavento.
I loro tronchi sono legnosi
Con rami lunghi e a volte curiosi.
Per sapere la loro
età,
basta tagliare
l’albero a metà.
Così contando tutti
gli anelli
Sai che gli anni son
proprio quelli.
Scuola Primaria Capoluogo di San Giovanni Incarico
A cura delle classi seconde
Orsetto Rosso, stanco di vivere nella
caverna oscura, decise di andare ad
abitare nel bosco dove viveva Daniele,
lo scoiattolo.
Daniele lo scoiattolo e Orsetto Rosso
raccolsero sterpi e foglie larghe e co-
struirono una nuova casa sulla cima del
grande Olmo “Bla Bla”.
Accesero il fuoco e invitarono tutti gli amici del bosco: il tasso, la gazza, il
coniglio, la rana, il riccio, il picchio e il gufo saggio.
Olmo “Bla Bla “ felice, accolse gli animali. Trascorsero così una bella serata
fino a quando, ormai stanchi, si addormentarono su di un morbido letto di
DIALOGO TRA L’ALBERO DELLA VITA E ISUOI RAMI “Io sono l’albero della vita, sono il vostro io, come potreste vivere sen-
za di me? Come potreste risolvere i problemi utili all’umanità? Come
potreste relazionarvi con gli altri? Come potreste esprimere i vostri
sentimenti? Ho tanti ami-
ci: i rami che mi aiutano ad
espletare tutte le mie
funzioni”. “Io sono il tuo
corpo, io ti sorreggo, io ti
sostengo. Attraverso me
tu ricevi la linfa vitale che
ti aiuta a vivere e a svol-
gere tutte le tue attività
quotidiane: muoverti, gio-
care, correre, ballare,
saltare, cantare”. “Io sono
la tua mente: io penso, io
ragiono, io prevedo, io pro-
getto, io ricordo. Io ti
apro al mondo intero, ti faccio conoscere le tue potenzialità per costruire un mon-
do migliore”. “Oh, come vi sentite importanti! Io non conto niente, allora? Io sono il
vostro cuore, attraverso me voi potete amare, avere tanti amici, confrontarvi con
gli altri, essere felici di quello che avete, commuovervi davanti al sorriso di un
bambino, aiutare le persone meno fortunate, comprendere le persone che sono
intorno a voi e amare tutto il mondo!” “Come siete saggi, io albero della vita, vi so-
sterrò per costruire un mondo migliore!”
A cura della classe III A
Come ogni anno a scuola abbiamo ricevuto un opuscolo informativo riguardante le norme per la sicurezza. Leggendolo, noi alunni
di 3° A, ci siamo chiesti quanti incidenti fossero avvenuti nella nostra scuola. Sfogliando il libro degli infortuni ci siamo resi
conto che la maggior parte degli incidenti si è verificato in palestra e nelle aule. Quasi tutti si sono verificati per mancanza di
attenzione e/o per il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza. Negli incidenti analizzati sono stati coinvolti non solo alunni
ma anche docenti e Collaboratori Scolastici. Riportiamo i dati raccolti in grafici esplicativi, ricordando che la prima regola per
la sicurezza personale è il buon senso!
Figura 1 Figura 2 Figura 3
La fig. 1 mostra il numero e la tipologia di persone coinvolte.
La fig. 2 mostra i luoghi in cui si sono verificati gli incidenti. Per “esterno” si intende incidenti che sono avvenuti immediata-
mente o comunque fuori dall’edificio scolastico e hanno coinvolto per lo più docenti che si spostavano con mezzi propri.
La fig. 3 indica le cause più frequenti che hanno prodotto gli incidenti: per cause esterne si intendono incidenti prodotti da
fattori non dipendenti dalla volontà dell’infortunato.
Ci sembra d’obbligo riportare alcune disposizioni in materia di sicurezza.
Secondo quanto riportato nella normativa di riferimento (testo unico sulla sicurezza D. Lgs n.81/2008; D. Lgs 106/09; D. M
Interno 10 marzo 1998; D.M. Pubblica Istruzione 382/98), spetta al Capo d’Istituto provvedere alla adeguata diffusione tra i
lavoratori (nel nostro caso anche alunni e genitori) circa i rischi e l’organizzazione della sicurezza nei luoghi di lavoro. Per
quanto riguarda gli allievi (e di riflesso i genitori), si distinguono due aree:
La prima che comprende informazioni concernenti i rischi connessi all’edificio e le conseguenti misure di tutela; informa-
zioni sul pronto soccorso, l’antincendio e l’evacuazione di persone; le indicazioni di quanti sono responsabili e i compiti
che svolgono;
La seconda parte, più specifica, che riguarda le attività e i rischi connessi all’uso di aule adibite a laboratori e all’utilizzo di
strumentazione particolare.
A supporto di ciò deve esserci una cartellonistica visibile e di facile interpretazione.
È pur vero che l’attività scolastica di per sé non dovrebbe comportare rischi, ma dai casi analizzati, ci siamo resi conto che
(tralasciando quelli dovuti a cause accidentali o fisiche, tipo malori o infortuni durante attività sportive in genere) la maggior
parte degli incidenti si sarebbe potuta evitare con dei semplici accorgimenti:
Rischi all’interno degli spazi di uso quotidiano
1- nei momenti di spostamento non correre e non spingere nessuno
2- gettare rifiuti negli appositi contenitori della raccolta differenziata
3 -non passare nelle zone bagnate
4- usare i servizi igienici accuratamente e non apporre scritte sui muri
5- non fumare
Rischio durante le attività di educazione fisica - Gli incidenti e/o i danni fisici si possono evitare e\o limitare impartendo
azioni coordinate dinamicamente al proprio peso o forza muscolare.
1 –Usa un abbigliamento idoneo al tipo di attività motorie
2- segnala immediatamente all’insegnante problemi fisici o malori
3- non utilizzare le attrezzature ginniche per fini diversi da quelli specificate
4 -effettuare sempre riscaldamento prima di svolgere attività sportiva.
Per quanto riguarda la segnaletica, ci sembra opportuno ricordarne lo scopo: attirare rapidamente l’attenzione su oggetti e
situazioni pericolose. Importanti sono i colori e i simboli usati:
rosso: arresto – divieto – presenza di materiale e attrezzatura antincendio
giallo o giallo arancio: pericolo – cautela – verifica
azzurro: prescrizione, obbligo – informazioni specifiche
verde: situazione di sicurezza – uscita – pronto soccorso
giallo/nero o rosso/bianco: bande oblique che indicano ostacoli o situazioni pericolose.
Scuola Secondaria di primo grado J. B. J. Bernadotte di Pontecorvo
Rime, strofe, versi, accenti, suoni, ritmi, timbriche. Quante cose hanno in comune musica e poesia!
Il poeta e il musicista, di solito, usano gli stessi strumenti per esprimere, comunicare ed evocare emozioni, sensazioni, sentimen-
ti e ricordi. Il legame tra musica e poesia è antichissimo. Nell'antica Grecia gli aedi declamavano le gesta degli eroi omerici ac-
compagnandosi con la lira e in teatro il coro, cantando e danzando, commentando le azioni dei personaggi.
Il connubio tra musica e poesia continua anche nell'antica Roma e nel Medioevo. Nell'età di Mezzo i trovatori componevano bal-
late e canzoni liriche ispirate ad esperienze d'amore e cantate presso le corti provenzali.
Una funzione analoga la svolgevano i cantastorie nella poesia popolare. Del resto, in letteratura, il termine "canzone" indica
un'antica forma metrica usata anche dai maggiori poeti italiani, come Petrarca e Leopardi.
Tuttavia, se vogliamo esempi più recenti sull'argomento, possiamo fare riferimento ai cantautori che negli anni "60" e "70" si
resero conto che la canzone costituiva un formidabile strumento di comunicazione di massa per veicolare messaggi importanti.
Così, i testi delle canzoni si arricchirono di riflessioni e considerazioni su pace,fratellanza, amore e paura nei confronti di real-
tà inquietanti come la droga: nasce la canzone d'autore. Il panorama musicale italiano è ricco di cantanti-poeti. Un vero e pro-
prio poeta moderno può essere considerato Lucio Dalla che ha saputo trasformare in melodie semplici e raffinate emozioni e
sentimenti. Ma il più riuscito incontro tra musica e poesia è rappresentato da Fabrizio De Andrè; tra i suoi testi migliori ricor-
diamo "Il Pescatore", "La Canzone di Marinella" e la meno famosa, ma più poetica "Le nuvole". De Andrè concepisce la canzone alla maniera dei cantastorie, ovvero come un racconto, il cui contenuto guarda alla realtà anzi-
ché al passato. I suoi componimenti hanno un approccio poetico e letterario simile a quello di Montale e denotano una cura meti-
colosa nella ricerca delle parole. Continuando nel nostro excursus, "Torpedo blu", "Non insegnate ai bambini", "La libertà", sono
tutte canzoni rimaste nel cuore della gente e composte dal Signor G., come veniva affettuosamente chiamato Giorgio Gaber che,
col suo teatro-canzone, ha attraversato 40 anni cruciali di storia italiana. In una compenetrazione continua fra la vita privata e
pubblica, ha reso in musica e parole la poesia del suo essere ironico, ruvido, istrionico e mai scontato. La lista dei cantautori ita-
liani è molto lunga e comprende artisti celebri come Vecchioni, Mogol, Guccini, De Gregori e tanti altri ancora che, con testi
come “Samarcanda”, “Emozioni”, “Radici”, “Generale”........... hanno realizzato il connubio tra musica e poesia, componendo opere di
estrema bellezza, capaci di parlare direttamente al cuore degli uomini di ogni età e di ogni tempo.
A cura di Moretti Mario, classe IIB
NOME
G: Cristina
F: Alessandro
ETA'
G: 41
F: 12
CATEGORIA
G: genitore
F: figlio
IL TUO DIFETTO
G: sono pignola
F: ho paura dei fuochi d'artificio
COSA TI PIACE DI TE?
G: gli occhi
F: gli occhi
LA CANZONE PIU' BELLA DI SEMPRE
G: “A te” di Jovanotti
F: “Clocks” dei Cold Play
LA PIU' BRUTTA
G: tutte quelle di Nino D'Angelo
F: “Lo scarafone” di Gigione (credo....)
L'ULTIMA VOLTA CHE TI SEI ARRABBIA-
TO
G: non mi arrabbio spesso...
F: l'altro ieri
CON CHI?
G: /:D
F: con mamma
IL SOGNO DELLA TUA VITA
G: realizzare una bella famiglia
F: diventare ingegnere elettronico
A CHE ORA VAI A DORMIRE?
G: 22:30/23:00
F: 22:30
FAI UN COMPLIMENTO ALL'ALTRA PER-
SONA
G: sei un figlio troppo preciso!
F: sei brava e gentile
ORA UNA CRITICA
G: prendi tutto troppo sul serio...
F: non ho critiche da farle
LA COSA PIU' TRASGRESSIVA CHE HAI
FATTO
G: scatenarmi al concerto di Jovanotti: mio
figlio mi guardava stupito....
F: ho partecipato ad uno spettacolo in vacan-
za...non e' andato molto bene!
MAGLIETTA O CAMICIA?
G: maglia
F: maglietta
SIMPATIA O BELLEZZA?
G: simpatia
F: simpatia
IL GIORNO CHE AMI DI PIU'
G: la domenica perché siamo tutte e tre insie-
me
F: il sabato
LA PRIMA PERSONA CON CUI PARLI AL
MATTINO
G: Alessandro
F: mamma
UN NOME CHE TI PIACE
G: Federica
F: Francesco
UN POSTO PER VIVERE
G: al mare, a Sperlonga
F: a Roma
UN LAVORO CHE FARESTI
G: la disegnatrice di moda
F: l'ingegnere elettronico
L'AMORE E'...
G: volersi bene e rispettarsi
F: una cosa stupenda
LA VITA E'...
G: bella
F: una gioia infinita
HO PAURA DI...
G: morire
F: niente
IL PIU' BELLO DEL MONDO
G: Raoul Bova
F: Gabriel Garko
LA PIU' BELLA DEL MONDO
G: Martina Colombari
F: Elisabetta Canalis
LA PERSONA CHE TI HA RESO PIU' FELI-
CE
G: mio marito
F: mio padre
UN SUPERPOTERE CHE VORRESTI
G: poter sistemare le cose brutte immediata-
mente
F: essere invisibile
IL TUO PORTAFORTUNA
G: un anello, regalo di mio marito
F: un orologio, regalo della Comunione SALUTA L'ALTRO
G: ciao !!!
F: ciao mamma !!!
Scuola Secondaria di primo grado “S. D’Acquisto” di San Giovanni Incarico
Un viaggio indietro nel tempo per il nostro futuro
Con questo primo articolo iniziamo a
ricostruire le tappe della storia del no-
stro paese, per conoscerlo meglio e per
presentarlo a chi non vi abita oppure
ignora le sue risorse straordinarie.
San Giovanni Incarico, ridente comu-
ne in provincia di Frosinone, occupa il
versante orientale dei Monti Ausoni,
ultima propaggine del gruppo dei Lepini.
È posto a mezza costa (m. 200 s.l.m.)
sotto il Colle San Maurizio, meglio cono-
sciuto come il luogo del santuario della
“Madonna della Guardia” (m. 380 s.l.m.).
Se ci affacciamo a guardare la Valle
del Liri, possiamo compiacerci di un pa-
norama incantevole e quasi non ci si ac-
corge che, alle proprie spalle, sonnec-
chia un paese medievale di speciale bel-
lezza, dagli scorci architettonici vera-
mente pittoreschi come l’ingresso della
Chiesa parrocchiale di San Giovanni Bat-
tista, che è caratterizzato dall’antico
campanile posizionato sulla facciata
principale. Il paese ha origini antichissi-
me. Si ritiene infatti che il centro stori-
co medievale, che più o meno corrispon-
de all’attuale, sia sorto dopo il 589, anno
in cui iniziò l’abbandono della colonia
romana di Fabrateria Nova, a causa
dell’arrivo dei Longobardi.
Ma prima di parlare dell‟epoca ro-
mana, desideriamo ricordare che nel
territorio della nostra città esiste
anche un‟altra località denominata La-
demagne: situata a 100 m. s.l.m, a circa
3 Km dall’attuale centro abitato, al con-
fine con il comune di Colfelice, essa è
importante per ritrovamenti addirittura
risalenti al Paleolitico inferiore. Il sito è
conosciuto fin dal 1965 grazie alle ricer-
che del Prof. Italo Biddittu,
Fig. 1 – Distribuzione areale dei bacini
paleolacustri riconosciuti nella provincia
di Frosinone.
attuale direttore del Museo preistorico
di Pofi, e scopritore di Argil, noto anche
come “uomo preistorico di Ceprano” (di
recente datato a circa 450.000 anni fa).
Il sito di Lademagne presenta un giaci-
mento del Paleolitico inferiore detto
Acheuleano, collocato sul margine del
cosiddetto Bacino Lirino, un grande ba-
cino lacustre che interessò con fasi al-
terne i territori che vanno da San Gio-
vanni Incarico fino a Pontecorvo. I livelli
archeologici riscontrati sono 2: il livello
inferiore (circa 400.000 anni fa) e il
livello superiore (250.000 anni fa). Tutti
e due i livelli sono caratterizzati dalla
presenza di amigdale e di ciottoli (detti
choppers) lavorati dall’uomo preistorico
e da ritrovamenti, anche recenti, di re-
sti di elefante, di rinoceronte, di cervo,
di bue e di cavallo. Ovviamente questi
esemplari di animali, che sono vissuti in
quell’epoca remota, ora non sono più ca-
ratteristici della nostra zona climatica.
Nel territorio di San Giovanni Incarico,
con un itinerario appositamente modifi-
cato all’indomani della distruzione di
Fregellae in funzione della nuova città di
Fabrateria Nova.
La colonia di Fabrateria Nova è
stata fondata quindi dai Romani nel 124
a.C., sotto il consolato di Cassio Longino
e Sestio Calvino.
I resti dell’antico abitato si trovano
nella località detta “La Civita”, il cui no-
me ha una forte caratterizzazione topo-
nomastica, indicando appunto la presen-
za di una “civitas”, ossia di una città.
Tali resti antichi si individuano in una
zona pianeggiante sulla riva destra del
fiume Liri, situata a Nord dell’attuale
Comune di San Giovanni Incarico, presso
il lago omonimo, creato nel 1925 per la
costituzione della diga dell’Enel, non
lontano dalla confluenza del fiume Sacco
nel Liri e dalle propaggini Nord-orientali
dei Monti Ausoni. La città romana dun-
que si collocava in un’area molto impor-
tante dal punto di vista strategico per
l’incrocio di naturali vie di comunicazio-
ne, nel momento in cui Roma stava matu-
rando la sua espansione verso Sud. La
città di Fabrateria Nova viene citata
raramente e, nel corso del tempo, se ne
perde la corretta identificazione;
fu abbandonata nel periodo tardo
antico, probabilmente anche a causa
dei Longobardi, e non fu più abitata
stabilmente. Nonostante ciò, il sito
era già noto nel XVI secolo agli abi-
tanti del luogo, che se ne servirono
come cava di materiali da costruzio-
ne, ed era genericamente conosciu-
to sulle fonti letterarie.
Fig. 2 – S. Giovanni Incarico, Lade-
magne: Choppers dal livello inferiore
(da Biddittu – Celletti 2003).
Pasquale Cayro, storico san-
giovannese e proprietario di alcuni
terreni interessati dalla presenza
dei ruderi, promuovendo scavi e il
recupero di molti reperti, studiò
per primo il sito archeologico, pur
non identificandolo correttamente:
ne tratta in due sue opere pubblica-
te a Napoli tra il 1777 e il 1816.
Nel 1977 lo studioso Angelo Ni-
cosia (attuale direttore del Museo
di Aquino) ha proposto per la prima
volta una carta topografica del sito
antico ubicato a “La Civita”, che è
divenuta il punto di riferimento per
qualsiasi indagine successiva.
Un’evoluzione nello studio della
città antica di Fabrateria Nova vie-
ne segnata con l’utilizzo delle rico-
gnizioni aeree di alta e bassa quota.
Grazie a tali indagini sono stati indi-
viduati alcuni assi stradali urbani e
soprattutto la presenza di un anfi-
teatro in una posizione urbanistica
centrale. L’anfiteatro è stato og-
getto di scavi nell’ambito di un pro-
getto della Soprintendenza per i
Beni archeologici del Lazio (1985).
A cura di Alessandro Martino e Lo-
renzo Reali II C. Scuola Media “S.
D’Acquisto” di San Giovanni Incari-
co.
Scuola Secondaria di primo grado “S. D’Acquisto” di San Giovanni Incarico
Sei daltonico? Mettiti alla prova! Se non riesci a vedere un numero in questo cerchio di pallini colo-
rati, potresti essere daltonico. Il daltonismo è causato da un gene
recessivo sul cromosoma X. Le ragazze che ereditano tale gene, di
solito, hanno una vista normale, ma i ragazzi diventano daltonici.
Metti alla prova la tua famiglia.
Se tu o uno dei tuoi fratelli siete daltonici, il gene proviene, quasi
sicuramente, da tua madre.
Conoscere delle nostre caratteristiche corpo-ree in modo divertente ed istruttivo
Vi siete mai chiesti perché gli esseri umani gene-
rano altri esseri umani o le rane altre rane o i
girasoli atri girasoli? Perché non succede mai che
da un elefante nasce una giraffa? Perché i figli
assomigliano ai genitori? Beh, anche noi alunni
delle classi terze ci siamo posti questa domanda e
abbiamo deciso di approfondire l’argomento.
Dovete sapere che nasce tutto all’interno delle
nostre cellule, precisa-
mente nei cromosomi,
dov’è contenuto il
DNA, l’acido desossiri-
bosio nucleico. Esso ha
una molecola molto
lunga simile a quella
scala a chiocciola i cui
poli sono formati dalle
basi azotate chiamate
adenina, citosina, gua-
nina e timina, del DNA.
Pensa che il tuo DNA sarebbe lungo quattrocento
volte la distanza della Terra al Sole! In figura si
può osservare il DNA precipitato.
Il gene si trova nel DNA che contiene una parti-
colare sequenza e più
geni formano il patrimo-
nio genetico che viene
tramandato da padre in
figlio. In base a questo,
noi alunni abbiamo alle-
stito un cartellone ca-
ratterizzato da carton-
cini di diversa forma e colore, in cui spieghiamo le
singole parti dell’argomento.
Noi studenti delle classi terze allora ci siamo riu-
niti per organizzare il lavoro:
ci siamo aiutati reciprocamente ed ognuno di noi
ha collaborato con l’altro e ci siamo divertiti nel
ritagliare i cartoncini per poi incollarli sul cartel-
lone.
Quest’esperienza è stata molto significativa ed
istruttiva perché abbiamo svolto il compito in mo-
do diverso dal solito. Scoprire, imparare diverten-
doci è molto più bello e coinvolgente. Ci siamo resi
conto che insieme riusciamo a realizzare bei lavori
che sembrano migliori. E’ un gioco di squadra in cui
noi siamo i campioni.
A cura degli allievi delle classi IIIC 3 IIID della
Scuola Media “S. D’Acquisto” di San Giovanni
Incarico.
Le potenzialità didattiche di questo nuovo strumento all'avanguardia
Il Decreto Legge 6/7/2012 sulla Spending Review introduce, dal
presenta anno scolastico, il registro elettronico, sia pure sotto
forma di sperimentazione. A breve tale nuovo strumento didatti-
co sarà la normalità e sostituirà ogni altro registro nonché i nor-
mali canali di comunicazione alla famiglie con introduzione delle
pagelle elettroniche. Trattasi di un’applicazione web – architet-
tura CLOUD COMPUTING, che risiede, in genere, su server re-
moto. Il registro su piattaforma web può essere raggiunto da
qualsiasi postazione/dispositivo e luogo; si accede tramite CODI-
CE SCUOLA, UTENTE e PASSWORD. Con un click il docente può
inviare un SMS al genitore che, accedendo alla piattaforma ha la
possibilità di venire a conoscenza di argomenti svolti, assenze,
comunicazioni, pagella… Uno strumento versatile ed utilissimo!
Marco Farina
Docenti e allievi
dell’Istituto Comprensi-
vo 2° di Pontecorvo
(FR)
Impaginazione di Marco
Farina
Giornalino
Scolastico
“Gli aquiloni”
Redazione
Gruppo redazionale
ristretto:
Reali R.—Sbardella A.—
Balloni F.—Mulattieri
M.—Di Roberto M.—
Moretti S.—Turchetta A.
ORIZZONTALI
1: Un animale del presepe.
5: casella postale.
7: S’ impacchettano a Natale.
8: Fondo per l’ambiente Italiano.
9: Si fa sugli spalti.
10: Il personaggio principale del
Natale.
11: La seconda nota.
12: Insenatura marina.
13: La sorella di mamma.
15: Vasta distesa d’acqua.
17: Strade alberate.
20: Uguali in coppia.
21: Scoprilo tu! 22: Luogo smosso da forti raffi-
che.
23: Iniziali d’Elfo Folletto.
24: Reggono bandiere.
26: Palmipede da cortile.
27: Si fa con un ferro.
28: Rintocchi di campana.
30: Bevanda pomeridiana.
31: Composizioni di pietruzze.
32: Il presepio latino.
VERTICALI
1: Abbellito come l’albero di Natale.
2: Splendente di giorno.
3:Istituto Nazionale Delle Assicurazioni.
4: Simbolo del nichel.
5: Abitazione.
6: Segno aritmetico.
8: Non manca al cristiano.
10: Dimora per auto.
12: Targa di Ravenna.
13: Metà zona.
14: Indietro al contrario.
15: Voce di gatto.
16: Tutte le feste porta via.
18: Posta dentro.
19: Consunto.
20: Prematuri.
21: Parla al processo.
22: Ampio,esteso.
25: La città con la torre
che pende.
26: Forte avversione.
28: Digital Object Identifier.
29: Il Pinkerton poliziotto.
Help Santa find his way to the village
to deliver his sack load of presents!