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06|2018 PREMIO FEDELTÀ: L’ARTIGIANATO CHE ESISTE E RESISTE ARTIGIANI: ECCELLENZA, ORGANIZZAZIONE, MARKETING GLI ARTIGIANI DANNO NUOVA VITA AL CAFFÈ QUADRI A POLITICA ARTIGIANA PERIODICO DELL’ ARTIGIANATO VENEZIANO PERIODICO DELL’ ARTIGIANATO VENEZIANO periodico dell’Associazione Artigiani Venezia - anno XXXI - n. 06 - 2018 - spedizione in A.P. -70% - DCI VE

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PREMIO FEDELTÀ: L’ARTIGIANATO CHE ESISTE E RESISTE

ARTIGIANI: ECCELLENZA, ORGANIZZAZIONE, MARKETING

GLI ARTIGIANI DANNO NUOVA VITA AL CAFFÈ QUADRI

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editoriale

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Ormai è arrivato il momento di archiviare an-che questo 2018. Sul piano generale sono più lecose che abbiamo davanti che quelle che sonoalle nostre spalle. Queste ultime ormai dimen-ticate. Dalla sorpresa ( relativa) del Governo“carioca” ci siamo ripresi presto, gli italiani siabituano subito e a tutto. Parole come redditodi cittadinanza e quota 100, fino a ieri gergo perpochi addetti ai lavori e per qualche talk showserale, sono diventate un mantra. Hanno quasiannoiato. Ci siamo già abituati, tanto che neperdiamo anche il significato e le conseguenze.Sembrano quasi una giaculatoria. E intanto ilPaese scopre lentamente che quelli che ha vo-tato come “puri tra i puri”, beh, tanto puri nonsono. Molti di loro la quota dello stipendio de-stinata a finanziare le imprese non l’hanno ver-sata. Qualcuno si fa vedere in compagnia diqualche boss e il Ministro del Lavoro inciampain una brutta storia familiare di abusivismo elavoro nero. Dall’altra parte il PD, ogni voltache un suo esponente parla, ci fa ricordare per-ché hanno perso le elezioni e la guida del Pae-se. Rocky all’angolo almeno si sapeva dal cam-bio di musica che a un certo punto si rialzava evinceva. Qui la musica resta la stessa. Speria-mo tutti in un nuovo anno di maggior aperturada parte del Governo per le imprese, per i lavo-ri pubblici, per quelle opere di cui il Paese habisogno per essere competitivo. Speriamo chela demagogia francamente serpeggiante lasciil posto alle scelte strategiche e agli investi-menti. Sulla manovra in questi giorni in discus-sione non sono poi molti. Speriamo che nellagestione delle risorse si pensi di più ai figli e ainipoti che ai padri e ai nonni. Speriamo poi chel’anno nuovo porti delle decisioni definitive e fi-nali anche per Venezia. Per il passaggio dellenavi prima di tutto. E’ scandaloso che da 6 an-ni non si prenda nessuna decisione. E tocca an-che dire “meno male!!”. Perché se fosse perqualcuno ricordo sommessamente che avrem-mo scavato ancora in questa laguna senza al-cun rispetto. Ricordate chi parlava del Contor-ta? Chi pontificava a ganasse piene sulle Tres-

se? In questi ultimi giorni dell’anno Venezia e ilMinistero dell’Ambiente dovranno presentareall’Unesco il resoconto delle cose fatte nell’ul-timo anno. Per fronteggiare i flussi turistici, or-mai fuori controllo, il problema delle grandi na-vi, la perdita di residenti. Dal mio angolo di vi-suale mi sembra di aver visto alcune iniziative,alcune anche giuste e perfino coraggiose, altreun tantino roboanti tanto quanto inutili, come itornelli semoventi. Va tutto bene, per carità.Fanno un po’ l’effetto dello sdentato incapace diazzannare la fetta di carne a morsi e impegna-tissimo piuttosto a mordicchiarla tutta intorno.Che sia la famosa teoria dei piccoli morsi ? Chesia la teoria del guastatore, che con piccoli at-tacchi ai fianchi riusciamo finalmente a di-struggere il Mostro. Mah, io non credo che siauna strategia che va bene nel nostro caso. Ve-nezia non ha i poteri per ridurre, fermare, ade-guare, bloccare, indirizzare ? Mah, non ne sonodel tutto convinto. E comunque, è mai possibi-le che Venezia non riesca a mettere insieme unmovimento di opinione, che già c’è beninteso,sotto la cenere cova ormai da anni, e andare aBruxelles con il problema in mano a farsi dareuna deroga speciale come città d’arte e purecome isola? Come peraltro previsto dai tratta-ti? A questo movimento di opinione manca so-lo a fianco la Città, che invece di essere leaderdi questo grande progetto, aspetta. Aspetta ipoteri ! Alla buonora!Vediamo quindi se Venezia “passerà l’esame”dell’Unesco, vediamo se anche il 2019 andràavanti con singoli provvedimenti alcuni validiche pure ci sono stati, come il blocco di apertu-re di nuovi Pubblici Esercizi e di nuovi plateati-ci, di cui la città è gonfia, o se si metterà manoal problema di fondo. Facciamo tutti i nostribuoni propositi, quindi, e soprattutto siamo tut-ti più buoni. Così Babbo Natale ci accontenterà,e ci regalerà qualche cosa dei nostri desideri.Buon anno a tutti!

il direttore responsabile Gianni De Checchi

VIVA IL 2018…E ANCHE IL 2019

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editoriale03

STORIE

S.V. Edile: tradizione e innovazione25

BENVENUTO TRA NOI

"Estetica Vale": crescita professionale e aggiornamento continuo24

CALEIDOSCOPIO VENEZIANO

San Giacomo Benefica: da 52 anni al servizio dei meno fortunati26

“Laetitia una favola del basket - dal patronato allo scudetto"29

CONFARTIGIANATO PERSONE

CAAF Confartigianato: un sorriso in più contro la burocrazia!!22

Patronato Inapa: informare, assistere e tutelare23

EVENTI

Premio Fedeltà: l'artigianato che esiste e resiste05

Artigiani: Eccellenza, Organizzazione, Marketing09

Gli artigiani danno nuova vita al Caffè Quadri12

"Tra forcole e remi": omaggio a Giuseppe Carli17

Santa Maria Maggiore: un giardino per papà e figli20

"La nostra missione è far vivere lo squero di nostro padre"28

CATEGORIE

A Dorsoduro la nuova sede Uni.S.Ve. Unione Stuccatori Veneziani11

Produttori di autostima16

LEGGENDO33

CONSIGLI PER VOLERSI BENE32

Anno XXXI - n. 6/2018Iscr.Trib. n. 877del 12.12.1986Periodico della AssociazioneArtigiani VeneziaConfartigianato

sede centraleVeneziaCastello S. Lio 5653/4tel. 041 5299211fax 041 5299259

Ca’ Saviovia Fausta 69/atel e fax 041 5300837

Lidovia S. Gallo 43tel 041 5299280fax 041 5299282

MuranoCampo S.Bernardo 1tel e fax 041 5299281

BuranoVia S.Mauro 58 tel e fax 041 5272264

PellestrinaS. Piero in Volta 110/Bloc. Portoseccotel e fax 041 5273057

direttore responsabileGianni De Checchi

vicedirettoreG.B. “Titta” Bianchini

testi a cura diClaudia Meschini

foto diarchivio Confartigianatoarchivio TostapaneGianmarco MaggioliniBenedetta SocalGilberto Penzo

direzione, redazionee amministrazioneCastello S. Lio 5653/4Venezia

progetto grafico e impaginazioneFabrizio Bergerwww.tostapane.biz

impianti & stampaL’Artegraficawww.lartegrafica.com

in copertinafotografia di Manfredo Manfroi

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tiPremio Fedeltà: l'artigianato che esiste e resisteRiproposto anche lo spettacolo "I artigiani: tuto xe possibile niente xe perfetto", messo in scena da 9 artigiani

di Andrea Ciccarelli

Tributo all'artigianato veneziano cheesiste e resiste doveva essere e così èstato, lo scorso 27 ottobre al Teatro AiFrari per la “25a edizione del PremioFedeltà della Confartigianato”. Nell'oc-casione, che ha raccolto nel teatro laVenezia che lavora e crea, sono statipremiati gli artigiani iscritti da 25 e 40anni alla Confartigianato veneziana, lamaggiore e più antica delle associazionidell’artigianato. Ma non solo, anchequest'anno c'è stato uno speciale rico-noscimento ai “Vecchi Leoni”, colorocioè che per anzianità rendono ancoraonore all’artigianato veneziano, e sonostati selezionati 4 giovanissimi in rap-presentanza di tutti i giovani artigianiveneziani. Al termine della cerimonia èstato consegnato anche l'ambito rico-noscimento “Leone di Vetro”, intitolatoalla memoria del Comm. Gino Vitturi –storico Presidente di Confartigianato

Venezia, scomparso nel 2015 – che èstato attribuito a Marco Vidal, fondatoree amministratore delegato di The Mer-chant of Venice, brand nato nel 2013 mache affonda le radici nell’antica passio-ne della famiglia Vidal che opera nelsettore dei profumi e delle essenze dal1900, anno di fondazione dell’aziendaprofumiera Vidal da cui è nata Mavivenel 1986. A fare da cornice all'eventol'applauditissimo spettacolo teatrale "Iartigiani: tuto xe possibile niente xe per-fetto", messo in scena da 9 artigiani eun funzionario Confartigianato che han-no raccontato non solo i loro mestieri,ma loro stessi. Singolare la genesi dello spettacolo, di-retto e ideato da Alberta Toninato. Dopoun corso formativo organizzato dallaConfartigianato veneziana per migliora-re il marketing attraverso lo storytel-ling, cioè il saper "narrare" con efficacia

in queste pagineA Marco Vidal il Premio “Leone di Vetro” Gino Vitturi

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la storia aziendale e dei manufatti pro-dotti per sottolinearne le caratteristicheche li rendono unici, alcuni artigiani chevi hanno partecipato hanno deciso di fa-re un passo in più, mettendosi in scenaper raccontare non solo i loro manufattie i loro mestieri, ma loro stessi, la loropassione e il loro amore per Venezia. Lospettacolo è diventato quindi una sortadi epilogo creativo di un percorso for-mativo che vede gli artigiani raccontarecome vedono e vivono con passione edisincanto la loro Venezia di oggi, nar-rando le difficoltà e le potenzialità dellacittà e dei suoi storici maestri artigiani,attraverso il filtro dell’arte, con ironia eun grande coinvolgimento emotivo.“E' stata una bella giornata di festa peril mondo artigiano, che rappresenta ilvero e proprio cosmo che vive nella cit-tà e per la città, che la tiene viva, cercadi salvarla dall'omologazione, dallamercificazione e dalla massificazioneche sta distruggendo la storia unica esecolare di Venezia”, ha detto il segre-tario della Confartigianato San Lio,Gianni De Checchi. “Il loro è un contri-buto silenzioso, a volte faticoso ma vita-le e fondamentale per mantenere, comeè sempre stato finora, unica questa cit-tà – ha proseguito il presidente dell'as-sociazione Andrea Bertoldini - salvan-dola dall'avida miopia di chi vorrebbetrasformarla in una semplice trappolaper turisti tra paccottiglia cinese e pani-ni take away, togliendogli l'anima”.

PREMIO FEDELTÀ ALL'ASSOCIAZIONE 25 ANNI:Attombri di Attombri Daniele, A.C.E.P. diScarpa Fabio, Alda & Ketty di Dall' OmoKetty e Poletto Alda, Ballarin Roberto,Baston Davide, Bernardi Stefano, Bette-ra Marco, Centro Copie Lido di AbateCorrado, Coiffeur Loretta di Vianello Lo-retta, ditta Vianello Srl, Endar CentroInternazionale Servizi Tecnici Congres-suali, Estetica Gabriella di Pavis Ga-briella, Ettore Bertoldini, F.Lli D'EsteVetri & Cornici di Fabiano e MassimoD'Este, Fornasiero Anna, Foto VideoBomber di Rosso Maurizio, GabbiatoMario, Impiantistica Lagunare di TosiIvan, Laboratorio Odontoprotesico diDal Fabbro Alessandro, Scarpa Giorgio& C, L'arlecchino di Dal Cason Marilisa,Le Nuove dipinture di Saccarola Mauroe Mazzocato Roberto, Luce Nova di San-

in queste pagineMomenti della premiazione al

Premio Fedeltà 2018

a destra una bella immagine di

Gianni De Checchi con il l’ex presidente

Gilberto Dal Corso

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dro Lazzarini e Danilo Dartora, LuigiScattolin & Fabrizio Busato snc, Mula-chie' Angelo, Piantari Restauri di Ro-berto e Tiziano Piantari, Reato Oscar,Rombolotto Riccardo, Savio Gianni, Si-gnoretto Lampadari, Tagliapietra Arte-mio, Termoidraulica Veneziana di Muc-ciardi Marino e Scarpa Stefano, TiozzoSergio di Tiozzo Claudio, Vianello Mas-simo, Vianello Roberto, Vitturi Angelo.

PREMIO FEDELTÀ ALL'ASSOCIAZIONE40 ANNI: Anfora di Ferro Renzo, Ardit di Ardit Al-berto & C., Bac Art Studio di Bazzichet-to Claudio e Baruffaldi Gian Paolo, Can-tiere Motonautico Serenella di Elio Sal-vagno & C, Catil Servizi, FalegnameriaArtigiana Scarpa Sante di Scarpa Raf-faele e Davide, Officina Pinzon di Luigi eLuciano Pinzon, Tessari Ardemio.

PREMIO UNA VITA PER L'ARTIGIANATO: Comm. Doglioni Angelo, Ardit Giovanni

PREMIO VECCHI LEONI: Istituto di Bellezza Carlo di ZennaroGiancarlo, Busetto Ivo, Dal Corso Gil-berto, Dalla Venezia Antonio, LachinGermano, Lovatini Luciano, Officina Za-non Gino di Zanon Paolo e Francesco,Pastrello Giampaolo.

PREMIO GIOVANI:Creazioni Mz di Zane Marcello, Le Me-raviglie di Alice Serramondi, L'esteticaVale di Pezza Valentina, Murano di Pen-so Riccardo.

PREMIO LEONE DI VETRO GINO VITTURI:Marco Vidal

Chi è Marco Vidal: nato a maggio del1981 è un veneziano “convinto”. Un ve-neziano che ama la sua Città, senza see senza ma. Fin da ragazzo si è impe-gnato per una idea di Città viva, che fos-se legata sì alla tradizione, ma non ne-cessariamente ad una tradizione stati-ca. La tradizione alla quale guarda conammirazione Vidal è quella di una cittàvitale e pronta al cambiamento, rispet-tosa dei valori legati alla sua storia edespressi dalle sue arti e dai suoi me-stieri, ma sempre proiettata al futurocon spirito innovativo . Infatti, Marco è anche un giovane im-prenditore che ha saputo mettere afrutto i suoi “talenti” e che per definizio-

qui sopraqui sopra gli artigiani "attori"

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ne, ma anche per DNA e per naturaleinclinazione guarda al mondo intero congrande apertura e dal mondo riesce aricevere grandi soddisfazioni prima conl'azienda di Famiglia MaViVe e poi con ilprogetto The Merchant Of Venice, fruttodel suo lavoro di imprenditore e di uomodi cultura. Il progetto The Merchant of Venice, in-fatti, non si ferma alla pura e semplicedistribuzione di profumi. L'operazionenon è né vuole essere meramente com-merciale, bensì una vera e propria ope-razione culturale, che pone al centrol'artigianato veneziano d'eccellenzaportandolo e facendolo conoscere intutti i paesi del mondo. Anche gli stessinegozi e show room con i quali ha avutoinizio il progetto The Merchant of Venicenon sono luoghi tradizionali, sono veri epropri hub della cultura Veneziana. Exfarmacie e farmacie a tutti gli effetti,musei del profumo, corner nei più im-portanti distretti commerciali d'Europa,questa è l'alchimia che crea l'humusfertile per il successo del progetto TheMerchant of Venice. Cosa c'entra però una grande impresacome questa con la realtà artigiana ve-neziana? E' questo quello che ci dimo-stra il progetto The Merchant Of Venice,e cioè l'importanza delle relazioni che siinstaurano tra operazioni commercialidi grande respiro con le piccole realtàartigiane. La rete che si riesce a creare

e la sinergia tra le imprese che portaricchezza al territorio. Quando esistecome denominatore comune l'eccellen-za tutto diventa possibile ed è per que-sta condivisione di valori, per le collabo-razioni in atto con molti artigiani, con ilvetro di Murano e con la nostra Associa-zione (che anche quest’anno presenteràinsieme a The Merchant Of Venice unagiornata dedicata ai mestieri artisticiartigiani a Palazzo Mocenigo), che oggiabbiamo voluto attribuire a Marco Vidalil Leone di Vetro 2018, alla memoria delnostro amato Presidente Comm. GinoVitturi, scomparso nel 2015, lasciandoun vuoto incolmabile in tutti noi. Ma chesarebbe ben lieto nel condividere connoi oggi questa scelta che onora Vene-zia e sua migliore gioventù.

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Artigiani: Eccellenza, Organizzazione, MarketingGli artigiani si raccontano: come vincere sul futuro che verràev

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"Le persone speciali non hanno neces-sità di essere cercate, si trovano da so-le". Con questa frase il giornalistaGianni Montagni ha identificato il deno-minatore comune che lega tre realtàartigianali venete molto diverse tra lorosia logisticamente che per tipo di pro-duzione e storia personale. Eccellenza,capacità organizzativa e attitudine a fa-re branding, cioè a creare un interessereale e non effimero intorno all'identitàdella propria azienda, differenziandolada altre analoghe. Sono queste le pre-rogative di Ivan Borsato, titolare di unpiccolo birrificio artigianale del trevi-

giano che sta preparando una certifica-zione di qualità per il processo produt-tivo, Carlo Crestani, produttore di ski-roll sci a rotelle, a Sandrigo, nel vicen-tino; invenzione di famiglia diventataormai internazionale e Roberto Mionfalegname e arredatore su misura diMirano che realizza pezzi unici. I tre ar-tigiani si sono raccontati in occasionedel seminario "Artigiani: Eccellenza,Organizzazione, Marketing ... il futuropassa di qua!", incontro moderato daGianni Montagni ed organizzato daConfartigianato Venezia all'interno dellaboratorio Uni.S.Ve. di Dorsoduro. Es-

qui sopra, da sinistraRoberto Mion,Carlo Crestani, Ivan Borsato

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sere un eccellenza significa saper rea-lizzare qualcosa che risponda piena-mente alle esigenze del cliente e delmercato, qualcosa che sia all'avan-guardia ma anche legato alla tradizionee che non abbia punti di criticità, a par-tire dal progetto. "Ma per essere oggiun’azienda vincente - ha aggiunto Gian-ni De Checchi, segretario di Confarti-gianato Venezia - occorre anche essereorganizzati perché è ormai finito il tem-po in cui ci si poteva permettere di im-provvisare, oggi anche una piccola im-presa deve dimostrare di saper esserepuntuale e precisa, garantire scadenze,preventivi e costi certi, altrimenti laconcorrenza, le banche, la burocraziapossono distruggere anche chi è in gra-do di produrre prodotti di qualità". Il fu-turo dell'artigianato passa quindi, insintesi, attraverso l'esperienza, l'eccel-lenza, l'organizzazione e il saper strut-turare il marketing, rivoluzionando un

antico mestiere per renderlo competiti-vo e redditizio nel mondo moderno. Inoccasione del seminario è stato pre-sentato e regalato ai partecipanti il li-bro-intervista del falegname RobertoMion, "Legno e altre occasioni da vive-re", che narra la sua esperienza di vitacome artigiano, dai primi passi alla suaprossima sfida, quella del futuro cheverrà.

qui sopraIl numeroso pubblico presente

all’incontro e la sede di Uni.S.Ve.

a destra, in altoL’Unione Stuccatori Veneziani

Uni.S.Ve.e sotto uno degli incontri

organizzati nella sede vicino al Ponte dei Pugni

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A Dorsoduro la nuova sede Uni.S.Ve.Unione Stuccatori Veneziani"Luogo di incontro e di scambio tra artigiani, enti pubblici e privati, ordini professionali, università e residenti"

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Lo scorso 21 settembre si è inaugurata a Dorsoduro3077, tra Campo San Barnaba e Campo Santa Mar-gherita vicino al Ponte dei Pugni, la nuova sede diUni.S.Ve. Unione Stuccatori Veneziani. E' stata l'occa-sione giusta per festeggiare insieme a clienti, archi-tetti e amici il lavoro di restauro di questi spazi duratoquasi un anno, cominciato ad agosto 2017. "Il nostrosogno è che questi spazi non restino riservati solo alnostro lavoro, ma diventino con il tempo un luogo diincontro e di scambio tra artigiani, enti pubblici e pri-vati, ordini professionali, università e residenti. Oltreall'ufficio, al laboratorio, al magazzino abbiamo pre-parato un sala multifunzionale che potrà essere utiliz-zata come laboratorio temporaneo, spazio per corsi,presentazioni e workshop", spiega Guido Jaccarino.Nella tradizione veneziana lo stuccatore era l'artigia-no che, lavorando a fianco dell'architetto, degli scal-pellini, pittori, falegnami, terrazzieri e tappezzieri,realizzava le decorazioni e le finiture di ogni edificio.Unione Stuccatori Veneziani nasce nel 2001 comel'unione di un gruppo di artigiani - stuccatori, discepo-li del maestro veneziano Mario Fogliata, con l'intentodi sostenere e mantenere viva questa professionequasi dimenticata. Da qui la scelta netta di utilizzare

solo i materiali e le tecniche della tradizione, scartan-do qualsiasi prodotto di derivazione industriale e pre-miscelato, ma non rinunciando alla ricerca e speri-mentazione su materiali e tecniche tradizionali. OggiUni.S.Ve. Srl è organizzata in tre sezioni, con specia-lizzazioni e operatori specifici: la sezione stucchi e in-tonaci di tradizione, la sezione conservazione e re-stauro, la sezione decorazione d'interni.

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Gli artigiani danno nuova vita al Caffè QuadriIn un documentario la storia ed i protagonisti di un grande restauro

E' stato presentato alla FondazioneQuerini Stampalia il documentario sullarinascita del Gran Caffè Quadri, storicolocale che ha riaperto i battenti lo scor-so marzo dopo il restauro voluto dai fra-telli Alajmo, dal 2010 proprietari del-l'immobile di piazza San Marco. Fondato alla metà del diciottesimo se-colo sul lato delle Procuratie Vecchie, ilCaffè ha vissuto con Venezia cambiandopelle nel corso dei secoli, fin quando,quasi otto anni fa, la proprietà è passa-ta di mano ai fratelli Massimiliano eRaffaele Alajmo (tre stelle Michelin conLe Calandre), che del Quadri - oggi GranCaffè, bistrot (il Quadrino) e ristorantefine dining al piano superiore – hannofatto l'ennesima scommessa vinta di unsistema imprenditoriale solido e diver-sificato. Dalla primavera scorsa i vene-ziani ed i numerosi turisti che ogni gior-no gravitano sotto i portici della Piazzapossono apprezzare il risultato di un re-

stauro straordinario perché maturato incomunione d'intenti tra i proprietari, lastar mondiale del design, PhilippeStarck, ed i numerosi artigiani locali chetramandano mestieri antichi in una cit-tà che vuole essere ancora scrigno dicontinue sorprese. Il documentario prodotto da DifferentMedia Production condensa in 40 minu-ti di grande bellezza tutto questo: c'èl'entusiasmo genuino e coinvolgente diPhilippe Starck, chiamato a ripensaregli spazi storici del Quadri senza stra-

in questa pagina, dall’altoL’insegna eseguita dalla

Fonderia Valesee le superfici decorate

in legno stuccato, restaurate ad arte da GRC

(Gruppo Restauro Conservativo)

a destra, dall’altouno specchio molato ed inciso dai

fratelli Barbinie l’arte tessile di Bevilacquacon i volti dei fratelli Alajmo

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volgerne l'anima, ma pure senza pauradi osare per proiettarli nel presente del-la città; l'eleganza rigorosa dell'archi-tetto Marino Folin, fondamentale neldialogo con la Soprintendenza e la peri-zia delle maestranze chiamate a lavora-re al restauro. L'intervento di restauro è stato lungo earticolato. Si è cominciato col recuperodelle superfici originali, sepolte sottostrati di vernici e lacche giustappostenegli anni: la protagonista di questa sto-ria – andata in scena grazie al lavorocertosino di una squadra di 12 persone,6 che lavoravano di notte e 6 di giorno, èil GRC (Gruppo Restauro Conservativo)di Anna De Spirt e Adriana Spagnol cheha restaurato, cercando d'intralciare ilmeno possibile l'attività del Quadri, tut-te le superfici decorate in legno stucca-to deteriorate sia dall'usura che dall'ac-qua alta. Difatti il Caffè finisce allegatoanche con una marea di soli 85 cm. Leprecedenti manutenzioni erano statefatte ridipingendo con smalti le superfi-ci danneggiate (circa 10 le mani di pittu-ra sovrapposte); una volta ripristinate lesuperfici originali si è proceduto al lororestauro riportandole al colore origina-rio per una lettura giusta di questi anti-chi manufatti. Stessa cosa anche per lesuperfici in marmorino, ripristinate se-condo un restauro di tipo conservativo.Al piano superiore, dove c'è la sala ri-storante, il GRC di Anna De Spirt eAdriana Spagnol ha restaurato i portalilapidei, riportando all'antico splendoreil marmo ricoperto dallo sporco o dastrati di pittura.Ma di storie se ne intrecciano molte, co-me quella dei fratelli Barbini che datempo collaborano con Philippe Starcke che, in quest'occasione, hanno realiz-zato gli specchi molati ed incisi a motivifloreali, di ispirazione ottocentescafrancese, che adornano il nuovo Quadri,da quello enorme posto sul soffitto aquelli dei bagni. E poi l'arte tessile di Bevilacqua, checon entusiasmo ha accolto l'opportunitàdi coniugare orditi e iconografie stori-che con il guizzo del designer francese,in un tripudio di “grottesche” del XXI se-colo, che movimentano le tappezzeriecon i volti dei fratelli Alajmo, ammanta-

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ti di una nobiltà d'altri tempi. Era statolo stesso Starck a scegliere il tessuto daposare sulle pareti del quadri selezio-nandolo tra i 3500 disegni conservatinell'archivio storico della ditta Bevilac-qua. La preferenza del design è cadutasu un campione di velluto "grottesche"in stile eclettico realizzato con un telaioa 16.000 fili. Il pezzo storico è stato rein-terpretato in damasco e personalizzatocon l'inserimento tra i disegni di alcunefigure insolite e sorprendenti, angelicon i mitra, navicelle spaziali e, per l'ap-punto, i volti dei fratelli Alajmo. E ancora l'artista Aristide Najean, dise-gnatore francese folgorato dall'arte delvetro, che oggi a Murano dirige una fu-cina unica nel suo genere: delle sueopere, compreso il magnifico lampada-rio in “stile” Rezzonico che fa il paio conil pezzo antico già presente al Quadri,Starck ha riempito gli spazi, attento amantenere l'equilibrio tra impulsocreativo e restauro filologico. Najean, ti-tolare con 12 dipendenti dell'ex fornaceBarbini, ha realizzato il lampadarionuovo "stile" Rezzonico in vetro, ambrae foglie d'oro puro 24 carati, un'operamonumentale della dimensione di 2metri e 20 di altezza e di 190 di diame-tro. Per quanto riguarda invece il Rez-zonico restaurato, risalente agli anni'30

e realizzato dall'azienda Pauli, Najeanha sostituito l'"armatura" in legno mol-to deteriorata con un più leggero allu-minio in modo che non caricasse tropposulle travi, realizzando inoltre nuovetazze che sono andate a sostituire quel-le rotte. Il vetro adottato, giallo freddo èstato arricchito da foglie d'oro puro 24carati, in modo tale che la colorazionenon virasse in verde, ma rimanesse in-tensa e luminosa.E concludiamo la nostra carrellata conla fonderia Valese che ha restaurato in

in questa paginain basso

il lampadario nuovo "stile" Rezzonico in vetro, ambra e foglie d'oro puro

24 carati,

a sinistrail lampadario Rezzonico

restaurato, risalente agli anni'30

nella pagina a destra, dall’altole superfici decorate

in legno stuccato, restaurate ad arte da GRC

(Gruppo Restauro Conservativo)

uno specchio molato ed incisodai fratelli Barbini

un’opera eseguita dalla Fonderia Valese

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modo molto suggestivo l'insegna ester-na del locale gravemente deteriorata.L'acqua alta, che con molta facilità en-tra all'interno del Caffè di Piazza, lasciaovviamente un segno verdastro sullesedie metalliche; da qui l'idea di ripro-durre anche sull'insegna il gioco del-l'ossidatura dell'ottone: la parte bassadell'insegna è stata quindi patinata inverde per richiamare l'acqua marina,mentre la parte alta in bronzo patinatolucido. La fonderia ha realizzato anchedue maschere in ottone satinato per dif-ferenziare le porte dei bagni: una bautaper l'uomo ed una cosiddetta "neutra"per le donne, “Venezia non è una città morta - ha det-to Folin in occasione della presentazio-ne del documentario - è ancora piena digente fantastica che ci lavora. Sono loroi protagonisti di questa storia, che va in-tesa come un vero manifesto del re-stauro in Laguna: follie creative e fanta-sie nuove possono dialogare con la sto-rie e le maestranze locali”. Motore ditutto, l'intuizione dei fratelli Alajmo, ca-paci in questi anni di assecondare l'evo-luzione del Quadri, e farne una vetrinainternazionale che dà lustro alla città:“Oggi il Quadri è adulto - spiega nel vi-deo Raffaele - e il percorso degli ultimi7 anni ci è servito per maturare la vogliadi rinnovarlo nel rispetto della storiache ha vissuto. Il Quadrino ha chiuso ilcerchio, e il Quadri è proiettato, al paridelle Calandre, a diventare una dellemigliori tavole del mondo”.

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Produttori di autostimaDa atteggiamenti positivi a comportamenti produttivi. Un convegno Ebav per gli operatori dell'area “benessere”

Si è svolto lo scorso 1 ottobre, nella sala Confartigianato San Polo in Rio Terà deiNomboli di fronte ad una platea di una trentina di acconciatori ed estetiste artigia-ne, l'incontro "Produttori di autostima - Comprendere come si origina l'autostimaper saperla trasmettere ai propri clienti". Il convegno, tenuto dal formatore com-portamentale Paolo Manocchi, si colloca all'interno del progetto promozionaleorganizzato da Confartigianato Venezia in collaborazione con EBAV Ente Bilatera-le dell'Artigianato Veneto. "La stima di sé - spiega il relatore Paolo Manocchi - haorigine dal confronto tra l'immagine che ognuno di noi ha di se stesso e l'immagi-ne di ciò che si vorrebbe essere. In quest'ottica, tanto più il "come siamo" divergedal "come vorremmo essere", tanto più ci si sente insoddisfatti".L'incontro si è rivelato l'occasione per sottolineare quanto l’au-tostima sia condizionata da elementi cognitivi, affettivi, e sociali:per queste ragioni non è una condizione permanente, ma dina-mica e mutevole, sulla quale è possibile intervenire concreta-mente. Riequilibrare l’autostima significa, allora, esprimere almeglio il proprio potenziale e acquisire quella consapevolezzadi poter condurre una vita più serena, sia nelle relazioni di cop-pia che in quelle sociali e lavorative."Nel corso della serata - commenta Enrico Vettore, responsa-bile Categorie di Confartigiamato Venezia - i partecipanti sonostati coinvolti nella costruzione del proprio codice di autosti-ma con l'obiettivo di acquisire quell'atteggiamento mentalepositivo in grado di produrre comportamenti positivi e di faci-litare la ricerca delle possibili soluzioni ai piccoli o grandiproblemi di ogni giorno". "Noi operatori - analizza Donatel-la Gazzato, vice presidente del settore Acconciatura/Esteti-ca - siamo quindi chiamati a svolgere questo importanteruolo di "produttori di autostima"; per farlo dobbiamo sape-re come funziona e come si trasmette il processo di auto-stima. La serata formativa proposta è servita proprio aquesto: a far maturare questa consapevolezza per poterlatrasmettere al meglio ai propri clienti".

a sinistraPaolo Manocchi

durante il convegno

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"Tra forcole e remi": omaggio a Giuseppe CarliLe foto di Manfredo Manfroi raccontano l'arte del “padre” di tutti i remeriev

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La storica arte del remer raccontata in13 scatti inediti in bianco e nero, fotoche vengono stampate, tranne treesemplari, per la prima volta costituen-do a tutti gli effetti degli inediti. Le fotosono state realizzate casualmente qua-rant'anni fa nella bottega del famosoremer Giuseppe Carli, uno dei leggen-

dari artigiani del remo, dal fotografo ve-neziano Manfredo Manfroi. "Tra forcolee remi", esposizione fotografica orga-nizzata con il patrocinio di Confartigia-nato Venezia dal 12 ottobre al 17 no-vembre alla galleria "La Salizada", incalle delle Botteghe, rappresenta unomaggio alla vita e alle opere di Carli,uno dei più importanti remieri, il mae-stro degli attuali artigiani Paolo Bran-dolisio e Saverio Pastor. Negli ultimiquarant'anni Venezia ha visto subireprofondi rivolgimenti nella consistenzadella popolazione, nella tipologie com-merciali e nelle attività economiche.E' parso all'Autore che fosse motivod'interesse riportare all'attenzione delpubblico l'attività quasi leggendaria diuno dei reméri storici, Giuseppe Carli,per decenni punto di riferimento pertutti coloro che per diletto o per profes-sione praticavano la voga alla veneta.Questa singolare mostra è di fatto untuffo nel passato, nei gesti immutati di

qui sopraPaolo Brandolisio

a destraUn momento della presentazionedella mostra con, da destra,Manfredo Manfroiil segretario Gianni De Checchi,Paolo Brandolisio,Salvatore Mazzocca, presidenteConfartigianato-Imprese CittàMetropolitana di Veneziae Alberto Di Giulio, titolare della galleria

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un'arte, quella dei remieri, che oggi so-pravvive grazie alla tenacia e volontà dichi non ha voluto disperdere questa an-tica maestria. Ed è stato questo incrociodi arti, quasi mezzo secolo fa, che l'au-tore delle foto ha voluto far riemergere,facendo conoscere al grande pubblicol'attività quasi leggendaria di uno deiremieri storici, Giuseppe Carli. Fortunatamente oggi, diversamente datante altre artigianalità tipiche, la botte-ga Carli non è cessata con la morte deltitolare, ma è passata nelle mani diPaolo Brandolisio che ha per l'appuntoimparato da Carli l'antico mestiere eoggi conduce la sua attività con perizia ecapacità. Il reportage fotografico avven-ne in modo del tutto occasionale; Man-froi stava percorrendo in barca i rii se-condari del sestiere di Castello quandosi imbattè nella riva d'acqua della bot-tega Carli - a lui del tutto sconosciuta -e incoraggiato a entrare, si trovò di fron-te a uno degli ambienti più originali e ti-pici della città. A favorire la qualità degliscatti fu la particolare luce perpendico-lare del mezzogiorno, che scendevadall'ampio lucernaio e che permise discattare senza l'uso del flash, inun'esaltazione di chiaroscuri che hannoilluminato la straordinaria scenografianaturale di ordinati strumenti di lavoro,

manufatti in via di rifinitura e repertid'ogni tipo che si trovavano in laborato-rio. Manfredo Manfroi, da esperto foto-grafo, con i suoi scatti ha saputo som-mare, con perizia tecnica e abilità crea-tiva, l'aspetto documentaristico del suoreportage con il tono quasi fiabesco diquelle luci in quell'ambiente, fermandonel tempo l'opera di uno straordinariomaestro, la cui memoria viene ravvivatada questa mostra che vuole essere allostesso tempo omaggio a un grande arti-giano ma soprattutto testimonianza diuna tradizione che, fortunatamente inquesto caso, è rimasta viva e vitale gra-zie a Paolo Brandolisio. Le stampe sono state eseguite presso illaboratorio del nostro associato Techni-foto di Francesco Vitturi sotto la super-visione dell'Autore.

Giuseppe Carli(1915-1999)Figli d’arte, Giuseppe e Vittorio Carlierano abilissimi artigiani remeri. Allamorte del fratello, Giuseppe proseguìl’attività da solo; erano gli anni '50 e at-tenuatosi il doloroso dopoguerra, inizia-va l'epoca dei motori: la voga alla vene-ta stava inesorabilmente declinando.Ma Bepi il remer, grazie alla grande ca-pacità plastica e perfezione tecnica, re-

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taggio degli antichi principi tramandatinel tempo, costituiva comunque il puntodi riferimento per tutti i regatanti e gon-dolieri. Il suo laboratorio rimase prati-camente l’unico in città ed ebbe un in-sperato rilancio quando nel 1975, con lanascita della Vogalonga, riprese vigoretra i veneziani la tradizione della voga.Carli dovette assumere due apprendisti:Saverio Pàstor (1975) e, successiva-mente, Vittorio Marcoleoni (1977); in se-guito, nel 1983, Carli iniziò al mestierePaolo Brandolisio che tutt'ora operanell’antica bottega nel sestiere di Ca-stello all'anagrafico 4725. Bepi Carli eb-be inoltre l’intuizione di valorizzare laforcola come oggetto d’arte, esaltando-ne i principi costruttivi indipendente-mente dalla sua funzione; valorizzate dacritici e amatori, le sue creazioni furonoesposte nella galleria Bevilacqua LaMasa di Venezia e in altre mostre a Lo-sanna, Firenze e negli Stati Uniti. Bepi ilremèr morì dopo lunga malattia nell’ot-tobre del 1999.Alla sua antica bottega si arrivava a re-mi lungo il tortuoso rio dietro ai Greci aCastello e, in una lingua arcaica e oradimenticata, si parlava a lungo di voga edi barche. La scelta del giusto remo e

della giusta forcola per ogni barca eper ogni "vogata" era un percorso

lungo fatto di discussioni e sa-pienti intese.

Manfredo ManfroiManfredo Manfroi (Venezia1940, dove tutt'ora vive) si in-

teressa di fotografia sin dal1970 dapprima come autore in

seguito come studioso. Sue opere han-no figurato in riviste, libri e mostre tracui ricordiamo “Il paesaggio Italiano infotografia 1950-2000”, “I fotografi vene-ti del '900”(2017) entrambe a cura delCRAF di Spilimbergo, “La sfida della fo-tografia” (2012) a cura di Italo Zannier,ecc. Ha vinto numerosi concorsi tra cuiIl trofeo nazionale “Il Cupolone”, il con-corso di fotografia Città di Novara, ilpremio Rotaract Venezia, ecc. ; ha espo-sto in numerosissime mostre del Circo-lo Fotografico La Gondola di cui fa partesin dal 1976 e di cui è stato Presidenteininterrottamente dal 1994 al 2016; at-tualmente ne è Presidente Onorario.Ha fortemente voluto la creazione del-l'Archivio Storico del Circolo contri-buendo in maniera determinante allaraccolta delle fotografie, seguendonel'assetto organizzativo e lo sviluppo. E'stato per oltre 10 anni giornalista pub-blicista collaborando con riviste e perio-dici; appassionato studioso del fondato-re della Gondola Paolo Monti ha parte-cipato a convegni e tenuto lezioni sullasua figura in sedi prestigiose tra cuil'Università Cattolica di Milano, l'IstitutoUniversitario di Architettura di Venezia,l'Università di Ca' Foscari, l'Accademiadi Belle Arti di Venezia, l'Ateneo Veneto,ecc. E' docente di Storia e Tecnica dellaFotografia presso l'Università della Ter-za Età di Venezia centro storico.Dalla Federazione Italiana AssociazioniFotografiche è stato insignito dell'onori-ficenza BFI (Benemerito della Fotogra-fia Italiana) e nel 2017 della prestigiosaonorificenza Sem. FIAF (SeminatoreFIAF)

Manfredo Manfroi

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Santa Maria Maggiore:un giardino per papà e figliDagli Artigiani e dall’Associazione La Gabbianella, il ripristino del giardino del carcere per ridare dignità agli incontri

E' stato ufficialmente inaugurato loscorso 3 ottobre con la piantumazionedi una pianta di lavanda da parte di undetenuto e del suo bambino, il nuovogiardino degli incontri dei carcerati conle loro famiglie all'interno del carcere diSanta Maria Maggiore. Un progetto ini-ziato otto anni fa, quando i volontari del-l'associazione Rio Terà dei Pensieri eVeritas avevano liberato gratuitamentelo spazio verde dai materiali di risultadella ristrutturazione del carcere e pro-seguito negli ultimi anni grazie all'im-pegno dell'associazione "La Gabbianel-la e altri animali" con il progetto "Lavo-

rare per i propri figli".Duplice lo scopo di questo progetto, da-re ai carcerati la possibilità di imparareun lavoro che li aiuti a reinserirsi nellasocietà e al contempo far creare dalleloro mani e dal lavoro imparato grazieal contributo degli artigiani, un luogopiù bello e curato dove accogliere i pro-pri affetti, il tutto seguendo la logicache il prendersi cura delle cose comu-ni, migliorarle anche in funzione deglialtri, può aiutare a uscire dal vortice diuna mentalità criminale, e aprirsi al-l'altruismo e al rispetto delle regoledella società.

qui sopra, da sinistraLuca Convertino,

Gianni De Checchi,Francesco Busato,

Carla Forcolin,Claudia Pegoraro, Athos Calafati,

Matteo Busolin, Ivan Tosi,Alessandro Goattin,

Andrea Bertoldini

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A presentare il nuovo spazio verde pergli incontri alla città sono stati ImmaMannarella, direttrice del carcere cir-condariale Santa Maria Maggiore, CarlaForcolin, presidente dell'associazioneLa Gabbianella, Andrea Bertoldini, pre-sidente di Confartigianato Venezia,Gianni De Checchi, segretario di Con-fartigianato Venezia, l'architetto AthosCalafati, estensore del progetto e gli ar-tigiani di Confartigianato Venezia che lohanno reso possibile: Francesco Busat-to (Impresa Edile), Matteo Busolin (Im-presa Edile), Ivan Tosi (Elettricista),

Alessandro Goattin (Lattoniere), LucaConvertino (giardiniere)."Imparare un lavoro, anche comincian-do dentro un carcere, può diventare unaporta verso la libertà, verso una nuovavita - ha detto Mannarella. Il progettonella sua realizzazione, ha previsto unsemplice ma complesso percorso for-mativo, sia manuale che umano, per idetenuti. Gli artigiani della Confartigia-nato Venezia hanno insegnato ai dete-nuti i rudimenti di alcune tra le più no-bili arti artigiane come il mestiere dimuratore, lattoniere, elettricista e giar-diniere". "Abbiamo sempre cercato difare qualcosa per i bambini, è importan-te che abbiano un luogo dove venire evedere le cose preparate dai papà - haspiegato Forcolin. Trattandosi di un per-corso formativo ma anche educativo econcreto, abbiamo usato gli spazi inter-ni al carcere, quelli usati per fare incon-trare i detenuti con i loro figli e familia-ri, come materia prima dove concretiz-zare gli insegnamenti "."Da 75 anni operiamo sul territorio ve-neziano - ha affermato De Checchi - ènostro dovere dare solidarietà, renden-do le pene utili per la riabilitazione".

qui sottoun momento della piantumazione

in basso, da destraMatteo Busolin, Alessandro Goattin, Andrea Bertoldini, Gianni De Checchi, Imma Mannarella

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CAAF Confartigianato: un sorrisoin più contro la burocrazia!!

di Giulia Corradori

CAAF da sempre è sinonimo di ufficio grigio,noioso e fatto di lunghe attese in coda.Andare al CAAF per “sbrigare carte e prati-che varie” è visto e sentito come qualcosa dipesante e inevitabile, come il doversi recaredal dottore per una di quelle visite che non sivogliono proprio fare!Questa era anche la mia esperienza comeutente...fino a qualche anno fa.Poi una campagna fiscale, fatta più per ne-cessità che altro, ed ecco la scoperta di unsettore lavorativo molto interessante. Tutto è iniziato infatti con l’elaborazione deimodelli 730 e ben 3 campagne fiscali primadi approdare in Confartigianato con il ruolo direferente CAAF.Certo ho dovuto “rodarmi” un po’ in questimesi. Quando si inizia un lavoro spesso si hala pretesa di capire subito tutto o di saperesubito tutto.Non è stato così. Mi sono resa conto imme-diatamente che l’elaborazione dei modelli730 è solo una parte, seppure molto consi-stente, del lavoro che svolge un CAAF.Ma di che tipo di lavoro si tratta? Dichiarazio-ni dei redditi, ravvedimenti operosi, calcolodella dichiarazione Isee o dell’ imposta Imu?Certo tutto questo si! E questa è la parte piùburocratica e ufficiale del CAAF, ma il verolavoro, il lavoro più difficile e anche il più bel-lo, è quello che si svolge ogni giorno creandoun buon rapporto con il “contribuente, in ter-mine tecnico, le persone per capirci.Ma chi sono le centinaia di persone che ognigiorno incontro al CAAF? La risposta è quasiimpossibile perché il “ventaglio” è talmenteampio da comprendere il pensionato con lamoglie a carico e la casa del Comune, il be-nestante insegnante universitario con 3 lau-ree, l’immigrato con 10 figli oppure la tipicafamigliola italiana con papà mamma e bimbipiccoli. Ciò che però rende tipica e differentequesta sede del CAAF di Confartigianato Ve-nezia è la venezianità di molti clienti che, con

il loro modo di fare e di essere veramenteunico, rendono ben “speziate” le mie giorna-te lavorative. Per me è essenziale cercare dicreare un buon rapporto con ognuno di loronon solo per aumentare la clientela (che co-munque va sempre bene) quanto più per la-sciare un buon ricordo di me e dell’ufficio an-che se la persona passerà una volta sola,magari per una breve informazione, e non in-tende poi tornare più. Quasi sempre però poili vedo tornare o perché si sono trovati bene operché la sede è vicina a casa loro e vedonoche qui cerchiamo di svolgere i nostri serviziin maniera celere oltre che efficiente. Credo sia questo che fa la differenza tra que-sto CAAF e molti altri.Prendiamo l’Isee ad esempio, una praticache ormai uffici ed enti vari richiedono perqualsiasi cosa e che con molta probabilitàchiederanno sempre di più; alCAAF Confartigianato riu-sciamo a svolgerla quoti-dianamente anche senzaappuntamento. Moltepersone si stupisconodella cosa, perché ma-gari rivolgendosi adaltri dovrebbero atten-dere molto. Allora scat-ta il passaparola, checome si sa è fortissimo, sirecano da noi perché qual-cuno gli ha detto... qualcuno gliha consigliato… qualcuno si è trovatomolto bene. Quindi una bella pubblicità che ciporta poi ad accrescere anche i numeri di tut-ti gli altri servizi e a farci una nomea positiva,per noi e per la nostra Organizzazione. In-somma quello che potrebbe apparire comeun ufficio noioso non lo è in realtà mai. Mi auguro e desidero che rimanga assoluta-mente così. Io da parte mia lavorerò semprecon questa visione, anche purché fa parte delmio modo di essere.

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Patronato Inapa: informare, assistere e tutelareIstituto Nazionale di Assistenza e di Patronato per l'Artigianato

di Annamaria Boscolo

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Gli Istituti di patronato e di assistenzasociale sono “persone giuridiche di di-ritto privato che svolgono un servizio dipubblica utilità“ a norma di legge n.152/2001. Questa è l’ultima disposizionedi legge, in ordine di tempo, in realtàsono stati riconosciuti dallo stato italia-

no nel 1947 e più volte riformati. Ipatronati sono sottoposti alla

vigilanza del Ministero delLavoro e delle Politiche

Sociali che ne verificaannualmente la quan-tità-qualità dell'attivitàsvolta.Nascono soprattuttocon la finalità di infor-

mare, assistere e tute-lare lavoratori, pensiona-

ti e cittadini, per il conse-guimento, soprattutto, di pre-

stazioni previdenziali e di caratteresociale-assistenziale quando in Italia viera un alto tasso di analfabetizzazione.Ora la “Babele” di norme che riguarda-no il sistema previdenziale hanno di fat-to consentito al patronato di continuaread essere un ente sul quale i cittadinichiedono di poter contare, nonostantela politica di incentivo del “fai da te” del-l’era dell’informatizzazione. Tutti i citta-dini con i propri codici di accesso posso-no svolgere personalmente ed autono-mamente tutti gli atti presso pubblicheamministrazioni e i vari enti INPS,INAIL, ma molto spesso, anche i piùabili temono di sbagliare.L'Inapa è il Patronato della Confartigia-nato, che svolge attività senza scopo dilucro, ed è presente su tutto il territorio

della provincia di Venezia all’internodelle Associazioni territoriali. Nella storica Venezia è un servizio del-l’Associazione Artigiani di Venezia, cheassieme al CAAF, ANAP e ANCOS faparte del sistema Confartigianato Per-sone.Il lavoro di patronato, come operatore,nell’Associazione Artigiani di Venezia,viene svolto oramai da una decina d’an-ni da Annamaria Boscolo, la quale, il lu-nedì mattina, ricevendo su appunta-mento, con passione e pazienza offreassistenza per:

pensioni di vecchiaia, anticipate (ex•anzianità), invalidità, ai superstiti,totalizzazione/cumulo, in conven-zione con Stati esteriricostituzione delle pensioni per•contributi, carichi familiari, supple-menti di persone richiesta, verifica e rettifica delle•posizioni assicurative in particolareper autonomi e dipendenti del set-tore privatodomande di maternità, versamenti•volontari, riscatti, ricongiunzioniricorsi su infortuni e malattie pro-•fessionali INAILinvalidità civile•disoccupazione•dimissioni volontarie dal lavoro•

Il taglio dei finanziamenti ai patronatidisposto dal precedente Governo hamesso a dura prova l’esistenza del pa-tronato ma riteniamo che il suo ruolo èancora molto utile ai cittadini tant’è cheal nostro sportello si rivolgono semprepiù persone, e noi lo sosterremo, aiuta-teci anche voi!

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"Estetica Vale": crescita professionale e aggiornamento continuoValentina Pezza ha aperto lo scorso agosto il suo centro estetico a Ca' Savio

"Ho aperto "Estetica Vale" a Ca' Savio invia Treportina 9 lo scorso 9 agosto e de-vo dire che l'attività ha preso subito pie-de e mi ritengo soddisfatta - spiega Va-lentina Pezza - il locale era già adibitoad estetica, anche se chiuso da tempo,ed ho già una buona clientela". Valenti-na prima di aprire il suo centro estetico,nel quale lavora da sola, aveva negli an-ni accumulato diverse esperienze sianei centri estetici della zona che in varialberghi di Abano ed anche in Svizzera,a Locarno. "Mi sono formata alla Ves(Venezia Estetica Somatica), diretta permolti anni da Gilberto Dal Corso, giàpresidente di Confartigianato Venezia, -aggiunge - un'ottima scuola con inse-gnanti vecchio stampo in grado di inse-gnare il mestiere e accendere curiositàe passione negli allievi, un vero peccatoche abbia chiuso. Poi ho avuto occasio-ne di lavorare con massaggiatori spor-tivi, estetisti di grande livello e macchi-nari all'avanguardia e sono ulterior-mente progredita, aggiornandomi ecrescendo professionalmente". Valenti-na Pezza nel suo centro estetico si oc-cupa di epilazione, manicure, pedicure,massaggi di vario tipo che rispecchiano

le esigenze del cliente, trattamenti visoe corpo, pulizia del viso e ha appena fi-nito di frequentare tre nuovi corsi tenu-tesi tra Modena ed Este. Un corso diepilazione con pasta di zucchero non ir-ritante, adatto quindi a chi ha la pellemolto sensibile e delicata; un corso dilaminazione ciglia, grazie al quale le ci-glia vengono curvate naturalmente, rin-forzate con la cheratina ed eventual-mente colorate in modo da non doverpiù usare il mascara per qualche mese.Il terzo corso, l'acrigel, riguarda invecela cura delle unghie: "per allungare leunghie si usa solitamente il gel o l'acri-lico, ora c'è l'acrigel, un composto diacrilico e gel più facile da lavorare equindi in grado di garantire unghie piùsottili e durature".

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Benvenuto tra noi!

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ieS.V. Edile: tradizione e innovazioneLa novità: rivestimenti continui realizzati in una grande gamma di colori e senza vie di fuga

"Siamo una impresa artigiana da sempre orientata alla ricer-ca dell'innovazione che applica le antiche tecniche di lavora-zione nell’ottica del rispetto degli ambienti storici dove vengo-no eseguiti gli interventi, dedicando una particolare attenzionealla gestione dei processi in qualità e sicurezza. Operiamo sututto il territorio di Venezia, Isole e Terraferma nel campo del-la manutenzione e della ristrutturazione edilizia di interni,esterni, stabili, appartamenti, e altri immobili." Così AndreaScutari ed Umberto Varisco, titotali di S.V. Edile descrivono laloro impresa edile aperta nel 2002 a Sottomarina ma con sedelegale, ufficio e show room a Venezia, a San Polo 2210."Abbiamo iniziato come apprendisti operai, lavorando perconto di diverse imprese prima di decidere di aprire la nostraattività che oggi conta anche tre dipendenti - aggiungono i duesoci - di recente, seguendo le nuove esigenze del mercato, cisiamo evoluti offrendo rivestimenti alternativi a quelli tradi-zionali sia per pavimenti che per le pareti eseguiti in resina,cemento o calce. Si tratta di rivestimenti continui realizzati inuna grande gamma di colori e senza vie di fuga applicabili sul-le superfici pre esistenti senza necessità di demolirle". "L'at-tività va bene - concludono - lavoriamo soprattutto per contodi privati e stiamo già programmando i lavori per l'anno nuo-vo". La lunga esperienza maturata negli anni fa di ImpresaS.V.Edile s.n.c. un partner affidabile, professionale e preciso alquale assegnare il bene più prezioso: la casa.

in questa paginaAndrea Scutari ed Umberto Variscotitotali di S.V. Edile

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San Giacomo Benefica: da 52 anni al servizio dei meno fortunatiLa società organizza ogni anno a luglio una grande festain campo San Giacomo dall'Orio

È dal 1966 che, con poche interruzioni,viene organizzata in campo San Giaco-mo Dall'Orio, l'annuale Festa di Benefi-cenza della Società S. Giacomo Venezia,una manifestazione che ha l'obiettivo diraccogliere i fondi necessari per esple-tare le attività che, senza pubblicità macon costanza, vengono svolte, in preva-lenza nel territorio ma anche all'estero,a sostegno dei "bisognosi", senza di-scriminazione di credo religioso o poli-tico. Con il ricavato della Festa si cercadi soddisfare le sempre più numeroserichieste di assistenza, attraverso inter-venti a favore di ospedali, di associazio-ni che sostengono disabili, malati, sen-zatetto, persone in carcere, fino ad arri-vare alle famiglie e a singoli cittadini indifficoltà.

Tra le attività svolte dalla Benefica, nonvanno tralasciate le iniziative "ludiche"volte all'intrattenimento e al diverti-mento, dei bambini in primis, in occa-sione del Carnevale e, ovviamente, del-

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la Festa, ormai diventata uno degli ap-puntamenti più attesi dell'estate.Nata 52 anni fa con l'obiettivo di assiste-re i bambini poliomelitici, la società SanGiacomo Benefica, composta da volon-tari e presieduta oggi da Giuliano Za-non, nel tempo ha allargato il proprioraggio d'azione, offrendo aiuto alle fa-miglie in difficoltà, alle associazioni chesostengono i disabili e agli ospedali. "Inalcuni casi il nostro contributo - spiegaGiorgio D'Este, uno degli aderenti alla

Benefica - va devoluto a sostegno diquanti nel nostro territorio hanno subi-to danni o si sono trovati ad affrontaregrossi problemi. Ad esempio, nel 2015,vista la calamità che ha colpito la Rivie-ra del Brenta, si è deciso di devolverel'intero incasso della serata di aperturaa favore dei comuni colpiti dalla deva-stante tromba d'aria. Inoltre, durantetutta la durata della Festa, sono statemesse a disposizione delle cassette diraccolta fondi, per le offerte individuali.Amatissima non solo dai residenti dellazona, la Festa di Beneficenza della So-cietà S. Giacomo Venezia, si contraddi-stingue anche per per l'ottima sceltadei gruppi che si esibiscono durante lamanifestazione, molto variegati da unpunto di vista musicale, nonchè dallapresenza di un ricco e variegato standgastronomico. Nella serata finale sisvolge la tradizionale tombola ed estra-zione della pesca di beneficenza i cui in-troiti vanno a finanziare le attività dellaBenefica. Non manca poi un aspettoprettamente religioso e commemorati-vo, infatti nel giorno del patrono SanGiacomo, nella chiesa parrocchiale diSan Giacomo dell'Orio, viene celebratala messa in memoria dei soci defunti,seguita dalla benedizione della lapide aiCaduti della Grande Guerra.

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"La nostra missione è far vivere lo squero di nostro padre"Elena ed Elisabetta Tramontin continueranno, con il maestro Matteo Tamassia, a costruire gondole

"Abbiamo il dovere e l'onore di portare avan-ti l'attività di nostro padre, questa sarà lanostra missione, già intrapresa in questigiorni con la prima gondola che ci è statacommissionata da Marco Pellizzaro, gondo-liere allo stazio del Danieli, imbarcazioneche io e mia sorella Elisabetta, titolari delcantiere, insieme al collaboratore, MatteoTamassia, realizzeremo secondo quanto èstato tramandato da Roberto Tramontin, no-stro padre", così Elena Tramontin, che hascelto di lasciare il suo negozio di oggettisti-ca, legato al mondo della gondola, per dedi-carsi alla gestione del cantiere dello squera-iolo scomparso di recente all'età di 63 anni. Roberto Tramontin rappresentava la quar-ta generazione di scqueraioli ad occupareil cantiere di Ognissanti, fondato nel 1884da Domenico, che all'epoca portava ancorail cognome Tramontina. La modifica al-l'anagrafe, togliendo l'ultima lettera, la fa-rà suo padre Nedis. Le gondole Tramontinsono sempre state considerate "le Ferraridelle Gondole". "Non possiamo dimenticare che la tradizio-ne millenaria della gondola, con la perditaprematura di Roberto Tramontin, perde an-che un punto di riferimento fondamentale euna sua continuità che dura da più di centoanni - commenta Gianni De Checchi, segre-tario di Confartifianato Venezia - siamo felicidi sapere che l'attività proseguirà come pri-ma, anche grazie al maestro Matteo Tam-massia che ha tutte le qualità tecniche e cul-turali per prendere su di sé questa tradizio-ne e portarla avanti. Ha insegnato nei corsiper Maestro d'Ascia finanziati dalla Regionedel Veneto e organizzati dalla nostra Asso-ciazione. La scuola è durata otto anni edogni anno ricevevamo anche 60 domanded'iscrizione. Fino a quando sono durati i fi-nanziamenti abbiamo sfornato giovani mae-stri d'ascia, alcuni dei quali sono all'opera

oggi". "Lancio una sfida propositiva - conti-nua De Checchi - la scuola per maestrid'ascia dovrebbe essere ripresa, perché è unpeccato mortale non garantire il ricambiogenerazionale a un'arte così delicata e diffi-cile da tramandare. Vogliamo che la scuolaporti il nome di Tramontin, a imperitura me-moria. Questa sarebbe la risposta più alta epiù nobile per questa triste perdita.

qui sottoRoberto Tramontin

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“Laetitia una favola del basket -dal patronato allo scudetto"Il libro di Riccardo Musacco ricostruisce le vite di intere generazioni che attraverso lo sport hanno fatto parte di una favola

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Copertina blu, come i colori della Laeti-tia, e la prefazione scritta da FrancescoVitucci, il tecnico veneziano ex Reyer,attualmente alla guida del’Happy CasaBrindisi. Il libro “Laetitia una favola delbasket”, con sottotitolo “dal patronatoallo scudetto”, scritto da Riccardo Mu-sacco e pubblicato dalla Casa editrice ElSquero, è un'opera unica e veramentestraordinaria. Ricostruisce le vite di in-tere generazioni che attraverso lo sporthanno fatto parte di una favola. Quanteemozioni, ricordi stampati nei cuori pri-ma che nelle pagine, valori condivisi chehanno reso donne e uomini migliori.

Una documentazione ricca di foto eaneddoti. Un libro da custodire e diffon-dere, come dice all'inizio della sua pre-fazione Frank Vitucci: "Un gioiellino in-castonato in un diadema di rara bellez-za: questa era la Laetitia del PatronatoPio IX."Anche io ho militato nel mini basketdella Laetitia - spiega Musacco - unabellissima esperienza, ho conosciutotutti i fondatori ed i grandi protagonistidi questa squadra lagunare. Da una re-cente ricerca ho appurato che non esi-steva alcuno scritto riguardante la sto-ria di questa importante realtà cestisti-

qui sottouna vecchia immagineal palasport dellaMisericordia

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ca ed ho capito che la "favola della Lae-titia" rischiava di rimanere solo una bel-la storia conservata nella memoria, neivecchi ricordi di chi, come me, l'avevavissuta. Da qui è nata l'idea del libro".Partire da un campetto parrocchiale perarrivare sino al tetto d'Italia: è la storiadella Laetitia, storica squadra lagunarecon radici nel sestiere di Cannaregio,che ha rappresentato una delle princi-pali realtà del panorama cestistico ve-neziano. Nacque durante gli anni Ventinella parrocchia di Madonna dell'Orto,nel sestiere di Cannaregio, adottandoda subito i caratteristici colori biancoblue disputando con la prima squadra an-che il campionato di serie B. Il secondoconflitto bellico mondiale, con il conse-guente stop a tutte le attività sportive,fece calare per alcuni anni il sipario maa metà degli anni Sessanta un gruppo diappassionati permise di riaccendere laluce dello sport a Madonna dell'Orto;Paolo Vaccher (all'epoca caposcout del-la parrocchia), Aurelio “Lello” Pierato,Piero Cazzaro, Sergio Battaglia (soloper citarne alcuni) decisero che eratempo di ridare ai ragazzi la possibilitàdi cimentarsi con la pallacanestro e la

Laetitia risorse. Sono gli anni in cui fuintrodotto il minibasket e la società diCannaregio era tra le prime a consenti-re ai giovanissimi di cimentarsi conquesta nuova disciplina. Il campo da gioco era in pratica una“piccola Misericordia” perché, al paridell'impianto reyerino, il “parquet” furicavato in un edificio adiacente la chie-sa di Madonna dell'Orto sorto per tut-t'altro scopo: al secondo piano del pa-lazzo, nel Salone dei Mercanti, furonoposti i canestri e segnate le linee e ibambini si trovarono così a giocare traaffreschi e marmi. A questo si aggiunseil playground del patronato, dove dispu-tò le proprie partiteuna prima squadrasorta qualche annodopo (1967-68) e di-retta in panchina dal-l'ex reyerino BabiCampanini. Succes-sivamente (1974) fuavviata l'attività fem-minile, sotto la spintadella professoressadi educazione fisicaMarchiori, di Rina

Ai nostri soci che acquisteranno il libro"Laetitia una favola del basket"

(www.casaeditriceelsquero.it) verrà omaggiato un simpatico gadget; per chi vorrà donarlo ai propri clienti

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qui sopraEnrico Simionato

nella foto a sinistraex dirigenti della Laetitia Basket

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Zane e di Marisa e Adriana Bovolato. Irisultati del settore giovanile non tarda-rono ad arrivare: tra i più prestigiosi laqualificazione al Primo Gran Premio Mi-nibasket Coca-Cola (1970) e il successi-vo quinto posto dopo aver perso solocontro i futuri campioni del S. GiovanniValdarno; sei giocatori di questo gruppofurono poi convocati l'anno successivoper formare la rappresentativa di Vene-zia ai Giochi della Gioventù per la cate-goria Propaganda. Nel 1973/74 arrivò lamedaglia di bronzo alle finali nazionaliAllievi (coach Guido Vaccher). L'apice, intermini di risultati, fu raggiunto nel1980 con lo scudetto tricolore della Pro-paganda maschile. La prima squadra,invece, si guadagnò più volte il diritto adisputare la serie D, rinunciandovi sem-pre. Dal settore giovanile biancobluuscirono, negli anni, fior di giocatori co-me Aldo Seebold, Fabio Reghelin, Seba-stiano Marascalchi, Roberto Martini,Mara Fullin. Per Paolo “Charlie” Di Pri-ma (il quale non proseguì poi ad alti li-velli) il “Principe” della Simmenthal Mi-lano Cesare Rubini offrì addirittura aLello Pierato un assegno in bianco perassicurarsene le prestazioni, al terminedelle finali nazionali Allievi concluse alterzo posto. Sempre dalla Lae sono co-minciate le carriere di ottimi coach co-me Frank Vitucci.Ad inizio anni Novanta la Soprainten-

denza vietò l'utilizzo della palestra, laquale rappresentava un po' il cuore deibiancoblu; quasi metaforicamente, epur non dimenticando altre dinamichecome il progressivo spopolamento delcentro storico, l'attività della Laetitia sispense e nel 1995 la società chiuse la-sciando un attivo di 60 milioni, donati al-la parrocchia di Madonna dell'Orto.

ARTIGIANI....E CESTISTI L'orafo Enrico Simionato ed il respon-sabile delle Categorie di Confartigiana-to Venezia, Enrico Vettore, hanno milita-to nella Laetitia, mentre il restauratoredi mobili antichi Massimiliano Scarpa,tra i 15 ed i 17 anni, ha giocato nella Re-yer allievi che nel 1982 acquistò oltre alquintetto base della Laetitia anche il lo-ro allenatore Emilio Greco: "la Reyer di-ventò grazie a questi acquisti - ricordaScarpa - un squadrone imbattibile, tan-to da piazzarsi al quinto posto nel cam-pionato nazionale". Proprio tra le fila del minibasket Laetitaha invece militato Enrico Simionato:"Abitavo alla Madonna dell'Orto da ra-gazzino - racconta - e con gli amichettiscendevo in campo a giocare. L'unicaattrazione, a quel tempo, negli anni'60,era il patronato, per il resto, compere,cinema e quant'altro dovevi spostarti incentro. Fu quindi inevitabile per me, co-me per i miei amici, entrare tra le filadel mini basket Laetitia. Avevo otto annied ho giocato in squadra fino ai venti.Nel 1970 è stato inaugurato il primoGran Premio mini basket nazionale,classe '58, sponsorizzato dalla Coca-cola. Ci piazzammo in finale perdendo aPesaro, un vero evento per noi tutti. Ri-cordo che eravamo fortissimi, e ce nestavamo a poco a poco rendendo conto.La prima partita di campionato la vin-cemmo 31-1 contro una squadra di Me-stre. A noi sembrava quasi di andare intrasferta per il semplice fatto di attra-versare il ponte della Libertà ! I nostrisuccessi hanno spinto in seguito tantialtri ragazzini ad iscriversi alla Lae. Es-sere stato fino al '77 un giocatore diquesta squadra ha avuto per me un altovalore formativo, ho vissuto un periododavvero magico, una magia carica di in-nocenza che nel mondo professionisti-

qui sopraSquadra Laetitia Basket 1976In alto al centro l’allenatoreEmilio Greco; accosciati, il secondo da sinistra, Enrico Vettore

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co, frequentato in età più adulta, quan-do militavo nella squadra Pagnossin diTreviso, non ho più rivissuto".Periodo magico e di grande valenza for-mativa anche per Enrico Vettore: "hoavuto l'onore di militare nella gloriosaLae, come la chiamavamo noi all'epoca,tra il '75 ed il '78. Sono entrato in qua-dra ad otto anni, ed ho trovato fin da su-bito un team organizzatissimo, dove tut-ti avevano un ruolo preciso, dall'allena-tore ai dirigenti, fino ai custodi. Sonostati per me anni di grande passione maanche di disciplina. Voglio ricordare, inparticolare, un episodio che mi ha se-gnato, in positivo. A quel tempo l'allena-tore era il mitico Emilio Greco, ci facevacorrere lungo tutto il perimetro dellapalestra e lui stava fermo in mezzo alcerchio con la palla in mano e, a sorpre-sa e con grande potenza, ci faceva deipassaggi velocissimi al grido "semprepronto", quindi dovevamo essere tuttisempre attentissimi per non mancare lapresa. Per me si è trattato di un impor-tante insegnamento di vita".

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in questa paginaLa zia di EnricoSimionato, MarisaBovolato ex azzurra dipallacanestro, consegnaal nipote una coppa vintaassieme alla squadradella Laetitia.

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LeggendoContinua la simpatica iniziativa dedicata alle piccole librerie ed editorieveneziane. A tutte abbiamo chiesto e chiediamo di collaborare con noipresentando un volume, saggio, romanzo etc che i nostri associati po-tranno poi acquistare con uno sconto del 10% sul prezzo di copertina.

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Libreria “Goldoni” - San Marco 4742/43 - Venezia“SCEMO DI GUERRA” prezzo di copertina 15,00 €L'allievo tenente Italo Ardenghi, si congeda dal padre e lascia Treviso per raggiunge-re la sua brigata, già in linea sul Passo Vezzena. Indossa la divisa immacolata, al suofianco danza la pistola d'ordinanza, e un fiero sorriso gli illumina il volto. Destino vuoleche, proprio la notte del suo arrivo, si compia uno dei primi e più cruenti massacri sulfronte italiano della Grande Guerra: la battaglia del Basson, combattuta nella notte diplenilunio tra il 24 e il 25 agosto 1915. Da quel momento, la sorte di Ardenghi, condi-visa tragicamente da milioni di italiani, lo farà precipitare in un abisso di disperazio-ne. Dal manicomio militare del Sant'Artemio, dove viene rinchiuso dopo aver perso laragione durante il combattimento, al rifugio segreto di Rucorvo, un pugno di casedimenticate ai piedi delle Dolomiti, il giovane soldato vivrà un continuo succedersi diavvenimenti e attese. In mezzo al caos, alla follia e al dolore, sarà Maria, donna fortee caparbia, a fare di lui un uomo. Ma l'ombra della disfatta di Caporetto, incombeormai sulle loro speranze. Autore: Paolo Ganz • Edito da: Nuovadimensione

Libreria “Lido Libri” - Via Isola Di Cerigo 3 Lido Venezia"L'AMORE A VENT'ANNI"prezzo di copertina 14,00 €Giulio e Silvia abitano nella stessa via, ma si conoscono in facoltà. Lui, cre-sciuto insieme a due fratelli più grandi e genitori che stanno insieme dasempre, è ancora legato al ricordo di amori infantili fatti di sguardi fugaci eimbarazzi; lei, costretta a vivere con una madre che non sopporta, ha variestorie tormentate alle spalle e si crede ormai incapace di legarsi a qualcu-no. Sullo sfondo di una Roma umorale e capricciosa, Giulio imparerà chel'amore è qualcosa di molto diverso da ciò che leggeva nei libri e vedeva neifilm: è un nuovo modo di guardare il mondo e di sentire le cose, e una forzacapace di trascinarti ovunque - anche a scoprire, in un fatale giorno di fineestate, il più inaspettato e beffardo dei segreti.Autore: Giorgio Biferali • Edito da: Tenuè

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