PERIFERIE_#1 - Renzo Piano

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  • 7/24/2019 PERIFERIE_#1 - Renzo Piano

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    Report 2013-2014 sul G124,

    il gruppo di lavoro creato

    dal senatore Renzo Piano

    La bellezza naturaledel nostro Paese non merito nostro.Ci che pu esseremerito nostro migliorare le periferie,

    che sono la parte fragidella citt e che possodiventare belle

    Renzo Piano

    iario del rammendo

    elle nostre citt

    PERIFERIE

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    LINTERO STIPENDIO DA SENATORE DI RENZO PIANO STATO UTILIZPER LE RETRIBUZIONI DEI GIOVANI ARCHITETTI E PER IL PROGETTO

    Per il dettaglio delle spese: renzopianog124.com

    Questo progetto dedicato al mio amico e senatore a vAbbado: anche lui aveva un suo progetto per il Senato, avuto il tempo di realizzarlo.Aveva un grande desiderio, quasi unidea ssa: che vela musica nelle nostre scuole. Bisogna farlo perch la mgiardino straordinario ma va frequentato da bambini.Vi sempre stata una profonda consonanza tra il suo icivile e la musica: musica come riscatto per i carcerati,valorizzare i giovani, musica come modo per togliere i rstrada. Mosso da questa aspirazione, collaborava con JAbreu e ogni tanto spariva e andava in Venezuela.Lui sempre stato convinto di una cosa, di cui sono coanchio: la bellezza salver il mondo e lo salver una pevolta. Una persona alla volta, ma lo salver.

    Il broccato e il compensato

    Listituzione e il laboratorio convivononella stanza 24 del primo pianodi Palazzo Giustiniani (G124), lucioassegnato al senatore Renzo Piano.Da qui partito un viaggio ai bordidelle istituzioni. Qui simmaginail futuro della citt osservandolodal presente dello Stato.

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    Indice

    06 Introduzioni

    Presidente della Repubblica Giorgio Napolitanoe Presidente del Senato Pietro Grasso

    11 La versione di PianoLa missione di un architetto-senatore

    19 Il senso del rammendoTredici letture e due visioni

    53 TorinoLa citt bene comune

    69 RomaIncontrarsi Sotto il Viadotto

    85 CataniaBuone azioni per Librino

    101 Passaggio alla MaturitLa parola agli studenti

    108 Il metodo

    110 Il gruppo

    112 Rassegna stampa

    probabile che limprobabile accada.Aristotele, Poetica

    Con il contributo di

    Foto in copertina: il campo da rugby del quartiere Librino,nellarea di cui si occupa il progetto G124 a Catania

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    Giorgio NapolitanoPresidente della Repubblica

    Novembre2014

    Ritornoalle originiIl ruolo creativo di un senatore

    Lattivit messa in piedi da Renzo Pianocostituendo un apposito gruppo dilavoro, dedicato in particolare al temadelle periferie urbane, ha rappresentatouna concreta e originale applicazionedel suo impegno di Senatore a vita.Quando nominai lui insieme conaltre egualmente molto affermatepersonalit della cultura e della scienza,volli riprendere i primi esempi dinomine di Senatori a vita da parte delPresidente Luigi Einaudi. Furono quellele prime applicazioni dellarticolo 59della Costituzione appena entrata invigore; rispetto alle scelte compiuteda Einaudi, prevalentemente diversefurono quelle dei suoi successori, spessoorientate a valorizzare altissimi meriti

    acquisiti nel campo sociale attraversolesercizio di rilevanti funzioni politico-istituzionali.In quel mio ritorno alle origininellapplicazione dellistituto previstodallarticolo 59 della Carta, forsesottovalutai le difficolt di presenzaa Roma e in Senato di personalit

    largamente impegnate, nei rispettivicampi, continuamente e a lungolontane dallItalia. Ma continuoa credere che stimoli importantisi potessero egualmente riceveredallappartenenza al Senato digrandi scienziati e artisti. E unadimostrazione lha data Renzo Pianocon la sua iniziativa, la cui consistenzae la cui pubblica utilit risultano dalladocumentazione che il Sole 24 Orepubblica. Piano ha cos interpretatocreativamente il suo ruolo, e desiderocomplimentarmene vivamente conlui. C in effetti bisogno di creativitin questi casi, in cui non basta tenerpresente la normale attivit di un ramodel Parlamento.

    E forse ci sar pi in generale bisognodi creativit nel caratterizzare di vitapropria il nuovo Senato previsto dallariforma costituzionale tuttora indiscussione.Per tutte queste sollecitazioni, e per lagenerosit e qualit del suo impegno,un grazie di cuore, perci, a Renzo Piano.

    La Repubblica promuovelo sviluppo della culturae la ricerca scientifcae tecnica.Tutela il paesaggioe il patrimonio storico

    e artistico della Nazione.

    Articolo 9,Costituzione della Repubblica Italiana

    Il Presidente Napolitano e Renzo Pianoal tavolo della stanza G124

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    Quando, accompagnato dal SenatorePiano, sono entrato in quel laboratoriodi idee, analisi e concrete prospettivedi intervento e di cambiamento che lastanza G124, ho avvertito la sensazionedi avere davanti a me il seme di unfuturo possibile. Una grande stanzacoperta di pannelli di compensato consopra foto, appunti, progetti: unamoderna bottega in cui condivideresfide e soluzioni che ricorda quelledei grandi artisti e artigiani dei secolipassati.Le parole delle ragazze e dei ragazziche hanno affrontato il primo annodi questa sfida, con la loro energia, leloro competenze e il loro entusiasmo,mi hanno restituito il senso di quantoimportante per il nostro Paese possaessere la figura di Senatori a vita che

    provengano dalle arti, dalle scienzee dalla cultura, e che vedano la loroazione in Senato come un impegnoserio, a servizio del Paese, a partire dalleloro competenze specifiche.Lo studio del rammendo delleperiferie in pochi mesi entrato atal punto nellimmaginario collettivo

    Una scuola del faredove condividere sfdee soluzioni come facevanoi grandi artisti e artigianidel passato

    Pietro GrassoPresidente del Senato

    italiano da essere stato gi presocome spunto per una delle tracce dimaggior successo dellEsame di Stato,realizzando cos in parte uno degliobiettivi primari evocati da Piano e dalsuo gruppo di studio: coinvolgere lescuole e i giovani nel cambiamento delPaese, a partire dal loro territorio e dallabellezza che si trova in esso.Nella mia vita ho conosciuto le peggioriperiferie italiane. Sono luoghi natispesso con le migliori intenzionima trasformati dallincuria e dalladisattenzione in moderni infernimetropolitani. Il lavoro del gruppoG124 sembra seguire la lezione di ItaloCalvino che proponeva, al terminedel suo Lecitt invisibili, di cercare esaper riconoscere chi e cosa, in mezzoallinferno, non inferno, e farlo

    durare, e dargli spazio.Sono convinto che se le idee di questorapporto avranno la possibilit diconcretizzarsi e diventare un modellodi intervento per tutti i sindaci,otterremmo il risultato di dare spazioe durata a una nuova idea di periferia e,quindi, di citt e di Paese.

    Una bottega

    in SenatoDalla stanza G124il seme di un futuro possibile

    Novembre2014

    Il laboratorio della fondazione Fondazione Renzo Piano

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    In periferia, soprattutto con i tramche la vita arriva al mattino.

    Louis-Ferdinand Cline, Viaggio al termine della notte

    Ci sono frammenti di citt feliciche continuamente prendono forma

    e svaniscono, nascoste nelle citt infelici.Italo Calvino, Le citt invisibili

    LA VERSIONE DI PIANOLa missione di un architetto-senatore

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    12 ,

    Quando il presidente Giorgio Napolitano mi ha nominato

    senatore a vita non ho chiuso occhio per una settimana.

    Mi domandavo: io, un architetto che la politica la legge

    solo sui giornali, cosa posso fare di utile per il Paese? Un

    Paese bellissimo e allo stesso tempo fragile. Sono state

    notti di travaglio ma alla fine si accesa una lampadina:

    lunico vero contributo che posso dare continuare a fareil mio mestiere anche in Senato e metterlo a disposizione

    della collettivit. Mi sono ricordato di una scena del film

    Ilpostinocon Massimo Troisi, quando il personaggio di

    Pablo Neruda spiega: sono poeta e mi esprimo con questo

    linguaggio. Io invece sono un geometra genovese che gira

    il mondo e costruisco usando il linguaggio che conosco,

    quello dellarchitettura. Ecco cosa posso fare.

    Mi son detto: larchitetto un mestiere politico,

    dopotutto il termine politica deriva da polische la citt.

    La risposta come la intendo io questa: quello che far

    un progetto di lungo respiro, come la carica di senatore a

    vita impone. Ma quale progetto?

    Dagli studi liceali affiorato alla memoria il giuramento

    degli amministratori agli ateniesi: prometto di restituirvi

    Atene migliore di come me lavete consegnata. Per

    tutte queste ragioni ho pensato di lavorare sulla

    trasformazione della citt, sulla sua parte pi fragile che

    sono le periferie dove vive la stragrande maggioranza

    della popolazione urbana. Credo che il grande progetto

    del nostro Paese sia quello delle periferie: la citt del

    futuro, la citt che sar, quella che lasceremo in eredit

    ai nostri figli. Sono ricche di umanit, qui si trova

    lenergia e qui abitano i giovani carichi di speranze e

    voglia di cambiare. Ma le periferie sono sempre abbinate

    ad aggettivi denigranti. Renderli luoghi felici e fecondi

    il disegno che ho in mente. Questa la sfida urbanistica

    dei prossimi decenni: diventeranno o no parte della citt?

    Riusciremo o no a renderle urbane, che vuole anche dire

    di Renzo PianoArchitetto e senatore

    30 agosto 2013Il Presidente dellaRepubblica Napolitano nomina

    larchitetto Renzo Piano senatore avita. Con lui il direttore dorchestra

    Claudio Abbado, il sico Carlo Rubbiae la ricercatrice Elena Cattaneo.

    29 ottobre 2013Renzo Pianopassa dalla Commissione 8 Lavoripubblici e comunicazioni (alla quale

    era stato assegnato inizialmente)alla Commissione 13 Territorio,

    ambiente e beni ambientali.

    3 novembre 2013Parte il bandodi selezione per lassunzione di

    sei giovani architetti (tre uomini etre donne) che si occuperanno di

    studiare il rammendo delle periferieitaliane. I candidati che inviano i

    curricula sono oltre 600.

    19 dicembre 2013Riunione aGenova con i tre tutor, i sei giovani e

    una squadra di consulenti.Si individuano sei temi di lavoro:

    1 consolidamento e restauro ediciesistenti, 2 trasporto pubblico,

    3 luoghi di incontro e di scambio,4 processi partecipativi,

    5 verde come connettivo,6 bellezza nascosta.

    15 MESI DI ATTIVIT

    DiversamentepoliticoIl nostro futuro nella parte fragiledelle citt. Cos nato il G124

    Il grande progettodel nostro Paesesono le periferie:

    la citt che sar,la citt chelasceremo ai fgli

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    PERIFERIETremende nelle rivoluzioni.

    Gustave Flaubert, Dizionario dei luoghi comuni

    civili? Al contrario dei nostri centri storici, gi protetti e

    salvaguardati, esse rappresentano la bellezza che ancora

    non c.

    Poi la periferia fa parte del mio vissuto, da sempre. Sono

    nato e cresciuto a Pegli, nella periferia di Genova verso

    Ponente vicino ai cantieri navali e alle acciaierie. Nel

    68 quando ero studente al Politecnico di Milano vivevo

    a Lambrate e andavo rigorosamente in periferia per fare

    politica e anche per ascoltare jazz al Capolinea, in fondo ai

    Navigli come dice il nome stesso.

    E anche oggi i miei progetti pi importanti sono la

    riqualificazione di periferie urbane, dalla Columbia

    University ad Harlem, al nuovo palazzo di giustizia

    nella banlieue di Parigi al polo ospedaliero di Sesto San

    Giovanni che sorger dove un tempo cera la Falck.

    Unarea che gli anglosassoni chiamano brownfield, ovvero

    un terreno industriale dismesso.

    Questo un punto importante nel nostro progetto di

    rammendo. Oggi la crescita delle citt anzich esplosiva

    deve essere implosiva, bisogna completare le ex aree

    abbandonate dalle fabbriche, dalle ferrovie e dalle

    caserme, c un sacco di spazio a disposizione. Si deve

    intensificare la citt, costruire sul costruito, sanare

    le ferite aperte. Di certo non bisogna costruire nuove

    periferie oltre a quelle esistenti: devono diventare citt

    ma senza espandersi a macchia dolio, vanno ricucite e

    fertilizzate con strutture pubbliche. necessario mettere

    un limite a questo tipo di crescita, non possiamo pi

    permetterci altre periferie remote, anche per ragioni

    economiche. Diventa insostenibile portare i trasporti

    pubblici, realizzare le fogne, aprire nuove scuole e persino

    raccogliere la spazzatura sempre pi lontano dal centro.

    Per questo con il mio stipendio da parlamentare ho

    messo a bottega sei giovani architetti che si sono occupati

    nellultimo anno di rendere pi vivibili lembi di citt a

    Roma, Torino e Catania. E il prossimo anno saranno altri

    ragazzi a raccoglierne il testimone e a continuare.

    Mi piace parlare di giovani perch sono loro e non io il

    motore di questa grande opera di rammendo e sono loro

    il mio progetto. Le periferie e i giovani sono le mie stelle

    Parlo di gioperch sonoe non io il mdi questa gropera

    chiamdal nuGiust

    Piano eNellufce un tav

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    I tre tutor e i sei giovani architetti del gruppo G124 2014 Fotograco, Senato della Repubblica

    La ver

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    guida in questa avventura da senatore, e non solo. Mi

    piace anche il concetto di bottega che ha una nobile e

    antica origine, una sorta di scuola del fare che in questo

    caso significa fare per il nostro Paese.

    Anche perch i nostri ragazzi devono capire quanto sono

    stati fortunati a nascere in Italia. Siamo eredi di una

    storia unica in tutto il pianeta, siamo nani sulle spalle di

    un gigante che la nostra cultura.

    Qualcosa noi del G124 abbiamo fatto, come potete leggere

    in questa pubblicazione: si tratta di piccoli interventi

    di rammendo che possono innescare la rigenerazione

    anche attraverso mestieri nuovi, microimprese, start up,

    cantieri leggeri e diffusi, creando cos nuova occupazione.

    Si tratta solo di scintille, che per stimolano lorgoglio

    di chi ci vive. Perch come scriveva Italo Calvino ci sono

    frammenti di citt felici che continuamente prendono

    forma e svaniscono, nascoste nelle citt infelici. Questiframmenti vanno scovati e valorizzati. Ci vuole lamore,

    fosse pure sotto forma di rabbia, ci vuole lidentit, ci

    vuole lorgoglio di essere periferia.

    Si tratta solo discintille, che per

    stimolano lorgogliodi chi quei luoghili vive

    27 marzo 2014Renzo Pianoincontra Barack Obama presso Villa

    Taverna a Roma e gli illustra anche ilprogetto di rammendo portato avanti

    dal G124.

    5 aprile - 8 maggio 2014Giovaniarchitetti e tutor del G124

    prendono contatti e incontrano leamministrazioni comunali guidate da

    Ignazio Marino, Piero Fassino e EnzoBianco. Non sempre la reazione deifunzionari immediata.

    18 giugno 2014Tra le tracce deitemi proposti alla maturit una sul rammendo delle periferie. Gli

    studenti sono chiamati a riflettere suuna frase di Renzo Piano: Siamo unPaese straordinario ma fragile. Sar

    scelto da oltre 60mila studenti.

    19 e 20 settembre 2014Passeggiataesplorativa a Borgata Vittoria

    (Torino) con i bambini delle scuoleelementari del quartiere, attivit

    allorto e dibattito con gli abitantisulla rigenerazione urbana.

    24 e 25 settembre 2014Riunionea Roma con il G124. Renzo Pianoincontra il Presidente del Senato

    Pietro Grasso e il Presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano perillustrare il lavoro svolto con i giovani.

    29 settembre 2014Presentato aCatania il progetto baL (buone azioniper Librino) sul come rammendare

    il campo di San Teodoro: trasformarela struttura (resa fruibile dagli sforzi

    dei volontari) in un grande centrosportivo.

    11 e 12 ottobre 2104Consegna allacittadinanza dello spazio pubblicoSotto il Viadotto nel quartiereNuovo Salario. Riattivazione diuna parte della stazione Serpentaracon linaugurazione di una piazzaecologica, un laboratorio di quartiere,un deposito attrezzi e un percorsocon giochi per i bambini.

    27 novembre 2014Presentazionein Sala Zuccari a Palazzo Giustinianidel lavoro del G124 svolto dal giornodella nomina di Renzo Piano.

    28 Novembre 2014Conferenza diRenzo Piano al Quirinale davantial Presidente della Repubblica e a120 ragazzi dei licei di tutta Italiaselezionati per loccasione dalMinistero dellistruzione.

    Manca poco alla cena;brillano i rari autobus del quartiere,

    con grappoli doperai agli sportelli []

    e, non lontano, tra casetteabusive ai margini del monte, o in mezzo

    a palazzi, quasi a mondi, dei ragazzileggeri come stracci giocano alla brezza

    non pi fredda, primaverilePier Paolo Pasolini, Le ceneri di Gramsci

    La ver

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    IL SENSO DEL RAMMENDOTredici letture e due visioni

    Io ero contento di abitare in questa periferiapopolana e laboriosa.

    Luciano Bianciardi, La vita agra

    Dicono che in periferialaria pi buona, che si vive meglio.E verranno a strapparne straccetti,

    a butterarla di sbarre.Marina Cvetaeva, Poema della montagna

    Neli volontari organiz

    Sopra

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    Cambia la periferia,cambiano i modi per capirlaUn intervento di innesco non pu chepartire dagli abitanti e dalle loro domande.Come riuscire ad ascoltarle?

    Le microcoe le loro esi

    La partecipda attivare.il G124 unplurale dei

    di Mario AbisProfessoreallo IULM,esperto diricerca sociale

    In Italia circa il 60% della popolazione vivenelle periferie. Periferie molto diversetra loro per struttura economica, sociale,demografica, e anche per livelli di degradourbanistico e architettonico.

    Queste differenze, radicate storicamente,si complicano con lallargarsi delle cittnelle aree metropolitane. Le periferie sonoperiferie della citt, ma diventano nuovicentri nodo nelle aree metropolitane.Toccare questi punti critici con unrammendo architettonico e innescare unprocesso virtuoso non riguarda soltanto laqualit estetica e funzionale di un oggettofisico. Significa generare un processosociale ed economico nel momento in cui,anche a livello amministrativo, il territorioviene ridefinito.

    In questo quadro sembrano due le

    questioni rilevanti per indirizzare ilmodello dintervento sulle periferie.La prima interessa la definizione delletipologie di periferia. Quali sono gliindicatori sensibili che, oltre a descrivere,aiutano a comprendere le leve su cuiagire? Non parliamo solo degli indicatoriclassici con cui spiegare una periferia (lastruttura socio-demografica, la mobilit,la struttura socio-professionale, ecc.) maanche di nuovi indicatori qualitativi come

    il livello di salute, il malessere psicologicoo luso del tempo: fattori che descrivono inmodo indiretto la forma sociale e quindila domanda che una certa periferia

    esprime, e che riguarda innanzitutto ilcomela periferia sia percepita da chi laabita.

    Sapere per esempio se una periferia a forte popolazione anziana (di normamalata cronica e depressa) porter areinterpretare i luoghi pubblici di incontroe di animazione culturale che possono dareuna risposta alla malattia e allisolamentoanche in termini di welfare.Individuare una periferia a fortecomponente giovanile inoccupata vuoldire ridisegnare luoghi e situazioni fisicheorientandoli alla creazione di start up, osemplicemente per valorizzare attivit emestieri artigianali legati alla tecnologia.Un modello di piccoli laboratori (craftandtechnology) che nei territori metropolitani,soprattutto se connessi con centriuniversitari, hanno spesso avviato processidi forte innovazione e con effetti a rete sututto il contesto.Lavorare sulle periferie isolate significainnescare una mobilit virtuosa, verso ilfuori ma anche di richiamo dallesterno,capace di sanare elementi di marginalitpericolosi anche per la sicurezza.Per non parlare poi degli interventisullatmosfera generale, legati soprattuttoal verde e alla sostenibilit ambientale,che incidano anche sotto laspetto esteticosulla precariet e il malessere.

    Tutto ci ha a che fare inoltre con unametodologia che prevede di costruireprocessi partecipativi e questa laseconda questione.Da una parte, questa necessit richiedenuovi modelli di ricerca dascolto socialesul campo (sullesempio dei bilanci socialidarea), molto pi evoluti delle semplicisurvey che spesso non intercettano bisogniindiretti e latenti. Dallaltra, questistrumenti individuano gi modalit

    concrete e creativepercorsi ideativi e comunit.

    Questa visione deldiversit delle perle attivit del G124Roma e Catania.Per il progettista qa che fare con la riinnesco (una scuovecchio cinema, uabbandonata, un marginali ma sendi estendere il valPunti che spesso rgi costituite, qua

    spontaneo, in termsul territorio: un cuna comunit di sanimazione cultuper non dire i luogintegrazione, dallIn sostanza piccolspecifici in cui lindi rammendo pue propagare leffetterritoriale.

    Un centro anziani in Borgata Vittoria, la zona su cui si concentrail G124 a Torino. A destra e nella pagina accanto, altre immaginidel quartiere

    1,

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    di Stefano BucciGiornalista delCorrieredella Sera

    Forever young:a lezione da PianoCon G124 continua la missione del maestroragazzaccio: insegnare il mestiereai giovani progettisti, chiamandoallimpegno sulle citt

    La prima volta che ho incontrato Piano(sar ormai una quindicina di anni fa) stato nel suo studio parigino, al Marais.E ancora adesso il ricordo pi netto diquellincontro sono i tanti ragazzi, oforse dovrei dire i giovani-professionisti,che ho visto al lavoro nella sua bottega.Perch tutto mi sarei aspettato tranne chetrovare, nellantro del grande progettistache aveva ridato vita al Beaubourg, un taleassemblaggio di facce, di razze, di coloridi nuova generazione. Facce, razze,colori che sembravano quasi voler mimarela stessa complessit del nostro mondo edel nostro futuro.

    Oggi posso dire che non poteva esserediversamente, perch ogni volta chelincontro con Renzo si ripetuto, lasensazione di novit e di freschezza ricomparsa implacabile: i giovani

    professionisti, insomma, cerano sempree comunque. Nello studio di PuntaNave o in quello a New York, durantegli incontri della Fondazione che avevacreato per promuovere la professione diarchitetto o durante lesame dei progettiper la ricostruzione di Cavezzo dopoil terremoto del 2012. Mentre tenevaunaffollatissima lectiomagistralis nellaulamagna dellUniversit di Padova o mentreinaugurava il Muse di Trento.

    Poteva essere altriproprio di no: il cusono ancora giovaguardano e pensangiovani. Con passiironia, tanto che qsuo compagno di ama ripetere: Era

    due ragazzacci, il Pompidou ce lhannon lavevano capuna passione egoiinvidia che prendegli anni passare. Pfare da maestro, dche non sia solo quprogetti realizzati di lasciare uneredche apra ai giovanil futuro. Qualcosain un mestiere da consapevolezza ch(anche quella poliscoprire noi stessinon una colpa mdi fare parte di qubellissimo eppur fda tempo Piano evmessaggio che evisono ormai prontiche questanno, ple innumerevoli trmaturit ha finalmanche una tracciaproprio da Piano: periferie da trasfofuturo, in frammesempre maggiore andando oltre le a

    Nel gruppo G124 laannuale sei giovan

    e tre uomini) pagaparlamentare di Rinteramente destianche questo unle nuove generazioimpegnarsi per renpolis. Un architetta 150 anni, perchsolo per impararemigliore augurio snostra meglio gio

    Un architetto dicePiano dovrebbe camparefno a 150 anni, perchi primi 75 servono soloper imparare

    Il gruppo G124 a Roma durante un sopralluogo tra le struttureabbandonate del Viadotto dei Presidenti nel Municipio III

    Al mercato romano di Val Melaina

    13 lett

    2,

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    di Paolo CrepetPsicologo,psichiatra escrittore

    Chi dice periferianon dice una parolacciaIl rapporto centro-bordi va ribaltato.A partire dai pregiudizi ssati nel lessico

    Nella nostra cultura occidentale, ilrapporto centro-periferie viziato dapregiudizi positivi e negativi.Da una parte, il significato della parolacentro riceve un valore positivo in quantocentralit, importanza, potere, cuore,anima, legittimazione. Tutto convergeal centro, il centro del programma, lacentralit di una certa operazione: inmedio stat virtus. Anche gli edificihanno celebrato il centro, da quellodelle istituzioni totali (tipicamente ilpanottico di alcune costruzioni carcerarie,come diceva Foucault) ai centri direzionali.Lidea che centralizzare significhimaggiore efficacia ed efficienza.

    Dallaltra parte, il significato di periferiaintesa come confine, margine, bordoestremo o esterno. In questo caso ilsignificato quasi sempre inteso in

    senso negativo. Confinare qualcunoo qualcosa significa marginalizzare,rendere meno importante, delegittimare.Periferico diventa sinonimo di subalterno,confinato, svantaggiato. La periferiaacquisisce in questottica il significatodi territorio alienato/alienante, poverostrutturalmente e culturalmente.Mentre il centro si restaura e abbellisce,la periferia tende a crescere senzaprogramma. Da un lato la razionalit,

    dallaltro il caotico: ordine vs. disordine.Periferia intesa come cornice (dal grecoper, intorno) di un luogo prezioso; centrocome luogo di accentramento culturaleed economico.

    Per riabilitare il concetto di periferiaoccorre quindi rovesciare il pregiudizio.Periferia diventa cos il luogo eccentrico,non soltanto perch lontano, fuori dalcentro, ma soprattutto come luogo aperto,sperimentale, non condizionato.Del resto, dal punto di vista politico edeconomico, i grandi cambiamenti incorso a livello globale negli ultimi decennistanno sovvertendo ogni pregiudizio sulrapporto centro-periferia, accordando aquestultima il ruolo di traino, crescita etransizione positiva: i paesi emergenti(quelli con il Pil a due cifre) sono i paesiperiferici, mentre i paesi storicamente

    considerati centrali, in termini valorialie monetari, sono quelli in cui vieneancora con-centrato il potere economico-politico mondiale in aperta resistenza alletendenze in atto.

    Se come ormai evidente la mappa delpotere economico si avvia a diventareliquida, ovvero priva di centralit e senzaperiferie predestinate, anche la politicanon pu che riflettere un destino analogo.

    Non pi destra, ceil centro equivalevequilibrio, ma unotra innovazione e Un movimento noequidistanze, ma il cambiamento o ad esso.

    La periferia assompi a un grande sudove nulla pu esma tutto potenziaperiferia diventa ctra il possibilee il danuovo, tra rigidite futuro.In questottica le p

    diventare i nuovi cfuturo. Luoghi di per merci e idee. Pborder-lineosmoticoetnie, religioni, cuqualcuno. Fabbri(termine incline apotere costituito) mLuoghi non pi grorizzontali, fluididi una collocazion

    3 ,

    In un mondle novit posolo ai borddi margine.in economi

    Catania. La Piccola Orcprogetto di volontariatodurante le prove

    13 lettMomento di pausa e immaginazione tra gli spazidel Municipio III a Roma

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    di Ottavio Di BlasiArchitetto

    Limpresa di Ponte LambroPassare dallassistenza alla promozionepersonale. Dallemergenza al lavoro.Lesperimento del Laboratorio Unesconel quartiere milanese

    Il Comune di Milano offre nei quartieriperiferici una rete capillare di serviziper assistere le fasce sociali pi deboli:anziani, adolescenti, immigrati, famigliedisagiate.Anche se indispensabili, questi sforziriescono solo in parte a migliorare laqualit dei luoghi. Se da un lato assicuranouna tutela importante a chi pivulnerabile, spesso le attivit non dannoinfatti prospettive vincenti rispetto alprogresso generale della vita in periferia,proprio per il loro carattere emergenzialee assistenziale. Problemi come lacriminalit, lemarginazione, la mancanzadi lavoro o di qualit della vita restanofuori dal loro raggio dazione.

    Lidea alla base del Laboratorio Unescodi Ponte Lambro, zona ai marginidi Milano, superare la dimensione

    puramente assistenziale tipica di molticentri civici, per affiancarle unidea dipromozione personale attraverso il rilanciodella microimpresa, la riqualificazioneprofessionale, il supporto al lavoro. un cambio di prospettiva importante.Si tratta di passare da una strategia di tipore-attivo, in qualche modo difensiva, a unastrategia pro-attiva , generativa, che puntaa rilanciare le periferie partendo dallaricchezza di funzioni. Per rinascere, la

    popolari simbolo dLambro. Accanto di assistenza (cenaccompagnamentospita le nuove fuvalorizzare le forzepotenzialit umanterritorio ma non Si tratta di un incu

    un centro di consuriqualificazione prco-working per unmetri quadrati.Il progetto, realizz& Partners in collaRossi e su iniziativalle Periferie Paolopartecipare gli abidi Aler e del Comunasce da una provlontano 2000 da Rperiferie urbane pDa allora molto teTroppi. Ma il cantil Comune sta per selezionare le nuoospitate al suo int

    Lambizione del Launa scintilla sociacambiamento sia investita. quel cLambro, dove si puha gi cambiato illobiettivo di allondi criminalit perandava famoso.Gli abitanti hannocome la prova di udellamministraziil segno di un caminsieme a piccoli msulle aree verdi e l

    degli autobus, ha investire nelle arefatto una trasformquartiere da parte Con la sua aperturdiventer un polo circostante e, se lsuccesso, facile idi laboratori posizdei quartieri della rigenerare le perif

    4 ,

    periferia deve smettere di essere quartieredormitorio e diventare luogo ricco, incui lavorare, crescere e condurre una vitaurbana completa e arricchente.Il passaggio dallassistenzasocialeallapromozionesocialesegna anche unospostamento decisivo del ruolo pubblicosul territorio: da soggetto fornitore diservizi assistenziali a soggetto promotoredi cambiamento, attraverso attivitnobili legate al lavoro.

    Gli architetti hanno spesso creduto che permigliorare le periferie bastasse disegnarepiazze, viali e centri civici. Nulla di pifalso! Le citt sono piene di piazze eanfiteatri vuoti, viali non frequentati,centri di aggregazione spettrali, incapacidi creare vero coinvolgimento nellapopolazione.Per riqualificare le periferie serve vita

    vera, ricca e pulsante, servono funzionivitali, giovani che lavorano, comunicanoe scambiano. Non dunque una questionedi forma urbana, ma piuttosto di funzioni.In un tessuto fragile come la periferia, laforma non pu precedere la trasformazionesociale ma deve essere la sua conseguenzanaturale.

    Il Laboratorio di quartiere Unesco si insediaproprio nel cuore degli stecconi di case

    Un incubatore e spaziodi co-working fra le casepopolari. Sperando sia

    il primo di una retedi anticorpi in citt

    Tra i cortili delle case popolari di Borgata Vittoria, Torino

    13 lettAttraversare corso Grosseto. Il progetto del G124a Torino interviene su unarea a cavallo del viale

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    28 ,

    Storia essenzialedel cantiere leggeroViene da lontano ma sempre pi attuale.Lidea di un laboratorio flessibile, che si faevento e unisce recupero e innovazione

    5 ,

    di Gianfranco DioguardiIngegnere,professoreal Politecnicodi Bari

    Nuove tendenze concettuali e operativesi impongono oggi per recuperare leperiferie, luoghi del possibile degradourbano.Renzo Piano ha indicato con largo anticipoquali linee strategiche seguire: delgiugno 1979 il suo intervento conservativosul centro storico di Otranto, realizzatocon la partecipazione attiva degli abitantisenza che fossero temporaneamenteallontanati dai luoghi dei lavori azione anticipata peraltro da un primoesperimento progettuale sullisola diBurano. Piano teorizz poi le sue idee inun libro,Antico bello.Ilrecuperodella citt(pubblicato nel 1980 da Laterza), diventatouna pietra miliare nella storia dei progettiurbani.Il filo conduttore era lidea di porsiallascolto dei problemi e delle esigenzeche emergevano direttamente dal

    territorio, cos da rispondere in temporeale e con la massima flessibilitcantieristica e imprenditoriale. Lapartecipazione, la comunicazione elinformazione assumevano dunqueunimportanza fondamentale, imponendoallimpresa operatrice di realizzare uncantiere leggero, capace di adattarsi inmodo immediato alle mutevoli circostanzeambientali.Il grande sociologo francese Michel Crozier

    avrebbe analizzato il tema scrivendo nel1989 un trattato di successo, Lentrepriselcoute, apparso in Italia nel 1990 con iltitoloLimpresain ascolto(Il Sole 24 Ore).

    Negli anni successivi sia le organizzazioniimprenditoriali sia le tecniche diintervento si sono conformate a questisuggerimenti. Limpresa ha assuntosempre pi la forma di impresa rete,ovvero di NetworkEnterprise(titolo nel 2010del mio saggio per Springer), e il cantiereleggero ha sposato il concetto di restaurocome metodo dazione: sia in terminiconservativi, per il recupero degli antichicentri storici; sia per rammendare le pirecenti periferie urbane e restituirle a unanuova esistenza attraverso per ricordareItalo Calvino spesso citato da Piano laleggerezza della cultura, interpretatacome strategia per riportare alla civilt ildeprimente degrado urbano.

    Cos, allinizio del terzo millennio andavaformandosi una grande alleanza fra i centristorici di citt oramai metropolitanee le periferie emarginate da recuperare

    mediante rammendo. Rispetto ai nucleicittadini pi antichi, lattenzione sifocalizzava sul recupero e il riuso deglielementi relativamente nuovi sul territorio(le periferie degradate tipiche delle areemetropolitane e in particolare le struttureindustriali dismesse) con lobiettivo dirivitalizzare il contesto urbano grazieal coinvolgimento di tutti gli attoriinteressati soprattutto sviluppandoprocessi di formazione professionale sul

    campo (scuolecantieducazione civile

    Oggi le operazioniimmaginate da Rein un metodo dinstesso tempo antiRestauro Nuovo Sointerno si coniugatradizioni consolidattuate grazie a unproprio le impreseimprese encicloptrasferire sul terrigiovani, primi inta cui affidato il putilizzando appunleggero, ovvero di

    che si configura coavvenimento.Strategie e metodiorigine dalle anticPiano e che oggi lin una lezione cosprogettisti inserealt attuale anchteorizzo in un nuoperil terzomillennio.Crecuperate (Franco A

    Oggi il ruoloche operan porsi in atrasferire il

    Roma, Municipio III. LaA sinistra: un condomin

    la Brancati di Librino tra i soggettiti dal G124 a Catania

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    30 ,

    Elogio dellarchitettura timidaLa medicina per le nostre periferie?Progettare con umilt e attenzione.Un invito al dubbio, per un nuovoumanesimo dellabitare

    6 ,di Marco ErmentiniArchitetto

    Se siamo capaci di rammendare qualcosa,saremo capaci di riparare anche i rapportiumani. una necessit terapeutica perricucire le separazioni delle periferie chelacerano la nostra comunit, una cura cheripara le ferite dellabitare.

    Forse giunto il tempo di riscoprirepreziosi saperi dimenticati: adattare,rattoppare, riusare, mantenere. Tutteoperazioni attente a non sprecare, autilizzare con intelligenza ci che disponibile con parsimonia senza ricorrerea comode scorciatoie, senza produrrerifiuti.

    Se labitare unincessante fondazionedi senso, questa pu darsi solo in unarelazione di dono con la cura dei luoghi.Ne consegue che il nostro compito proprio quello di convertire la vulnerabilit

    in valore, di stabilire una nuova etica dellafragilit che pu avvalersi dellarchitetturatimida.Larchitettura timida d voce a ci cheresta silente, presta attenzione allecose minime, ai luoghi dimenticati eperiferici, ai materiali poveri, agli abitantiemarginati, al silenzio, alla penombra.Questa attenzione ci libera dallarroganzadel nostro io, dal suo troppo pieno eci suggerisce lumilt e la timidezza,

    compagne necessarie di ogni cammino diconoscenza.

    La timidezza non una malattia bens unavirt preziosa che ci insegna a maneggiareil mondo con delicatezza, ponendoci moltidubbi e chiedendo permesso prima diagire.La vera ricchezza dellarchitetto timidoviene dal saper intervenire con poco delquale non vi mai penuria utilizzando laconoscenza, la conservazione dellesistentee la stratificazione della nuova architetturacon cautela, attenzione, affetto, umilte intelligenza. Non vuol dire non fareniente, ma fare in maniera delicata eriservata: fare di pi non significa faremeglio.

    Il pensiero timido una sfida costanteallarchitettura pesante, egoista,spettacolare e grossolana che tende acalpestare con prepotenza la vita cheincontra. La sua essenza la semplicit,allora si potr fare ogni cosa facilmente egioiosamente.Il pensiero timido propone una via al di

    fuori di criteri fissi e di stereotipi, fedeleallintento di attuare unarchitetturaviventedisposta a confrontarsi con la materia econ lessere umano nella sua interezza. latteggiamento proprio di chi nonsa escludere e quindi aperto a ognisollecitazione.

    Cos larchitettura deve riprendere la suafunzione medicinale, di balsamo che curai lembi delle ferite dei nostri luoghi come

    le periferie che, see dimenticate, sonriserva della bellezaulica, astratta e rmescolata e impurPer questo imporcondotto(viene da la Burano nel 1980di famiglia che si di apprendista espinsieme la praticaogni tanto qualchelimitare i suoi gesLa Timidina un e ironico: un antid

    dellesagerazione ctempo, sedotti.

    Forse il nostro comunamicizia perduForse bisogna cercdellarchitettura dgettare i semi che singoli faranno lieForse serve un graumanesimo genti

    Basta qualcdi Timidinala semplicitcon poco. Uai progetti p

    Un ragazzo si allena nellarea sportiva gestita dai Brigantidi Librino (Catania). A destra: il doposcuola del vicino centro di quartiere

    13 lett

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    di Fulvio IraceStoricodellarchitettura,professoreal Politecnicodi Milano

    Dateci spazio,ma che sia pubblicoDopo gli anni del Moderno, larchitetturariscopre la necessit di agire sui luoghicollettivi per rigenerare la societ

    Il movimento degli ombrelli a HongKong, gli Indignados di Puerta del Sol aMadrid, Occupy Wall Street a New York,la Primavera araba di piazza Tahrir alCairo: sono sempre di pi i segnali diuninversione di tendenza rispetto aldeclino dellidea di spazio pubblico sotto lapressione delleuforia digitale. La piazzatelematica in fondo non ha mai sostituitodavvero lagor urbana: la riscoperta dellavitalit dello spazio pubblico come arenasociale testimonia che la solidariet siaccompagna necessariamente al contatto elirruzione della fisicit rivela i limiti dellarealt virtuale. Lesaltazione della societliquida ha fatto dimenticare la necessitdel limite; mentre lapologia movimentistadei flussiha paradossalmente messo inluce lurgenza di individuare i nodientro iquali la rete trova i suoi naturali punti diconsistenza.

    Tutto questo obbliga la cultura dello spazioa misurarsi con la scala della geografiaterritoriale, costringendola a rivederecerti assunti che hanno radici nelloriginestessa del Moderno.

    Se vero che lidea dello spazio collettivo stata centrale per il cosiddetto MovimentoModerno, il modo in cui questo lhadeclinata nei suoi progetti pu essereconsiderato per molti versi astratto.

    laffermarsi di undi piano-progettoallarchitettura decentralit nel confiurbano adeguato a

    Le dismissioni inddel rapporto centrdelle shrinkingcitiesrestringono) hanngli spazi residui, gcome luoghi stratecomplessa e organLa nozione di arc

    dalla constatazionpolicentrismo comterritorialit, e inspaziale una stratinnovativa ed effia misurare il metaallanalisi della suimparando a distiformano il corpo uevidenza la sua navuotisono altrettan

    Lagopuntura urbadallalto la percezinella loro dinamicinsedia sulla piccodi operare con innmanipolazione mistimolare il metabprodurre lautorigcitt e dei suoi spaparticolarmente econsiderate per mdegenerazione anelimbi, nella miglisospese in una preuna costante insodi periferia va dundiagnosi pi accurimparando a distile specificit, le stle vocazioni esistemetropolitano.Lidea che al chiru

    pranoterapeuta o metafora semplifiutile a capire i camtagliare e riannodrealistiche per mebiodiversit urbanstrumenti taumatuna visione a laindispensabili perdei tessuti altrimenecrotizzarsi in at

    La nozione stata affrontata nella suadimensione sociale, politica e ideologicama, tranne pochi casi, non ha maiprodotto una definizione concreta di unospazio pubblico dal punto di vista del suodisegno e della sua funzione specifica.Eppure, se si guarda alla storia pirecente, possiamo intravvedere nellagenerazione che si incaric per primadi rivedere criticamente i princpifondatori dei Congressi Internazionali diArchitettura Moderna (gli Smithson, Aldovan Eyck, Giancarlo De Carlo, ecc.) unaserie di segnali e indicazioni concrete,poi messe da parte a fronte deigrandsrcitsdel discorso urbanistico. La life in thestreet di Alison e Peter Smithson, adesempio, o i playgrounds di Aldo van EycknellAmsterdam del dopoguerra: esempidi piccole storie che hanno proposto disuperare il disagio delle generalizzazioni

    moderniste e linadeguatezza del pensaresolo alla grande scala.Oggi consideriamo i loro strumenti diprogetto come precursori di una nuovasensibilit alla piccola dimensione, diuna rinnovata visione empirica e menodogmatica nella costruzione della citt.Soffocati dalla burocratizzazione dellospazio pubblico, questi tentativi hannoprecorso la mutazione avviata nellaseconda met degli anni ottanta con

    7 ,

    Si sta affermandounattenzione alla piccolascala e ai vuoti frail costruito, che riprendele lezioni di van Eyck,De Carlo, degli Smithson

    Nella palestra romana di Colle Salariosi prepara un allenamento di boxe

    A Torino, la sede del cenelle case di via Sospel

    13 lett

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    34 ,

    A scuola coni rabdomanti del belloIn Sardegna, a Roma e in tutte le citt.Per cambiare in meglio, crediamonei desideri pratici di bambini e ragazzi

    8,

    di Franco LorenzoniMaestroelementare,cofondatoredella casa-laboratoriodi Cenci(TR)

    Quando insegnavo a Roma in periferia,portavo spesso i bambini in autobus incentro, a vedere Piazza Farnese, Campodei Fiori e Palazzo Spada, perch pensavofacesse loro bene frequentare il bello. Maun giorno, appena tornati alla Magliana,li ho sentiti esclamare: Finalmente aRoma. E un ragazzetto piccolo aggiunse:Poveracci i bambini che vivono in queipalazzi vecchi e brutti, con strade strette incui non c spazio per giocare.I giorni dopo, discutendone, scopriiche il bello per loro stava nella libertdi movimento. Gi a 9 anni i maschiesploravano il quartiere in lungo e inlargo. Furono loro a condurmi sulle rivedel Tevere, dove iniziammo a trascorreremolte ore di scuola, tra orti abusivi, gretie mucchi di scarti in cui cerano mille

    cose da scoprire. Mi raccontarono poi chele terrazze dei palazzoni erano vietate aibambini perch l cerano i marziani, chein realt erano giovani tossicodipendentiche lasciavano siringhe dappertutto...Mi sono tornate in mente queste paroleascoltando Renzo Piano parlare dellabellezza che si nasconde nelle periferie,perch i bambini, messi nelle condizioniopportune, si rivelano veri rabdomanti del

    bello, capaci di trovarlo l dove nessunolo vede.

    Le scuole, quando gli insegnanti chele abitano non si nascondono dietrole difficolt e si assumono in pienole responsabilit delleducare, sonocertamente luoghi vivi e vivaci, capaci difecondare il territorio.Nelle scuole transitano tutti ed l chetra famiglie diverse per provenienza,stato sociale, religioni, lingue e modi di

    vedere il mondo si creano a volte scambiinimmaginabili altrove. l che bambinie ragazzi vanno ascoltati ed l che illoro desiderio di trasformare i luoghi puprendere corpo, innescando processi ingrado di scovare e valorizzare i pochi spazicomuni e le aree verdi che resistono alcemento.La scuola il luogo dove avviene ilmiracolo che trasforma i sudditi incittadini, scriveva Piero Calamandrei. Mase strade, case e trasporti della porzione dicitt che abito mi ricordano ogni giornoche sono cittadino di serie B, che idea dicittadinanza nascer in me?

    Nel nostro Paese la maggior parte delleperiferie si sono diffuse a macchia dolio,seguendo londa della speculazionee corposi interessi privati, spesso inconflitto con le pi elementari regole diqualit della vita urbana. Non si trattadunque di ritrovare una bellezza perduta,come nei centri storici, ma di scovare lebellezze proprie delle periferie, nascosteinnanzitutto tra le composite popolazioniche le vivono. Si tratta di riconoscere chie cosa non inferno, come nelle Cittinvisibilidi Calvino, e dargli spazio.In questa ricerca bambini e ragazzipossono essere maestri, perch capaci di

    guardare con occhi diversi le assurditdella gestione adulta dei territori, a partiredal dominio incontrastato delle automobilie dallassenza di verde. La scuola pudiventare allora fulcro di nuovi progetti,al tempo stesso urbanistici e sociali.

    Capoterra un territorio vicino a Cagliaricolpito nel 2008 da uninondazione che haprovocato decine di morti e travolto una

    scuola dellinfanzdi un torrente, chera ancora piena ddisastro. Qui gli indellanalisi del discuore del curricoloe ragazzi dai 3 ai 14idee, condotto incunesposizione e ainterventi rivolti atutti gli abitanti.In una scuola di S

    bambini, ragazzi einvece esplorato ilin un Consiglio cola costruzione di uprogetto che non spubblico qualche cruderi abbandonagiardino per anziacollegando zone seCaratteristica comperiferie infatti separazioni. Separbello, separazioni diverse provenienche talvolta si trasSeparazioni che pe dunque violenzaperiferie sono vissproducono al loro nuove solitudini.

    Da visionario colarchitetto, Renzorammendo, auspiper ridare forma elacerati. Per non aquestopera deve edeve costruire un affronti poteri condistanze politiche un compito facil

    necessario unire eUna citt adatta amigliore per tutti.scuola riesce ad asdesideri dei suoi ainnescare un proca volte di coinvolge farsi proposta coogni scuola in un distanze.

    Linchiesta a Capoterraciclabile di due esempcome dare in classe

    13 lett

    Uno dei container del progetto a Roma. parte di una piccola piazza con laboratorioe ofcina sotto il Viadotto dei Presidenti

    Sulle palazzine popolari del Municipio III, Roma

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    di Armando MassarentiDirettoredella DomenicadelSole24 Ore

    La ricostruzione parte dalla menteSenso civico e pensiero critico.La proposta di una losoa elementareper formare da subito i nuovi cittadini

    Sulle traccela scuola dodare agli itspecifco me mentale.con la logic

    Larchitetto Renzo Piano con la suaconcretissima, pervasiva metafora delrammendo delle periferie e la biologa ElenaCattaneo con il suo programma improntatoalleinaudiano conoscere per deliberaredimostrano quanto sia stata fertile lideadel Presidente della Repubblica GiorgioNapolitano di nominare senatori a vitapersonalit capaci di incidere sulle sceltepubbliche a partire da precise strategieculturali. linizio di quella complessivaricostruzione mentale di cui ha bisognoil nostro Paese, che implica una riflessionesui saperi e gli strumenti per pensare.

    Settantanni fa Alberto Savinio scrisse undiario, poi intitolato SortedellEuropa, in cuiproponeva unarguta analisi mentaledegli italiani. Non lo preoccupava tantolignoranza(oggi, detto per inciso, lItalia prima in classifica tra i Paesi Ocse per

    analfabetismo funzionale): si puessere coltissimi, avere il cervello zeppodi nozioni, senza perdere il diritto altitolo di ignorante, annotava Savinioironicamente. Ci che era grave, ci chegli faceva paura scriveva il 31 luglio1943, quando iniziava il diario e terminavail ventennio fascista era la mancanzadi pensiero e di giudizio. Le cognizioniin fondo non valgono se non come guidedel giudizio, e poich il giudizio elimina

    le cognizioni che non gli servono, bastaun numero limitato di cognizioni a farecolta una mente, illuminata, feconda. Ilproblema dellistruzione pubblica richiedeuna radicale revisione.

    In questo spirito, dalle pagine dellaDomenica, ho lanciato una propostastrategica. Rendere obbligatorio,arricchendolo e riformandolo,linsegnamento di quella materiaderelitta che un tempo si chiamavaeducazione civica e che oggi Cittadinanzae Costituzione. Accanto allo studiodelle norme fondamentali della nostraconvivenza civile necessario svilupparenei ragazzi la capacit di pensare in modoconsapevole e responsabile, attraverso glistrumenti ormai ampiamente codificati inci che gli anglosassoni chiamano criticalthinking,il pensiero critico: un mix efficacedi strumenti di logica, retorica e teoriadellargomentazione basati sul rispetto deifatti, oltre che dei diversi punti di vista,e che inducono a elaborare opinioni benfondate e difendibili e a smascherare quellefallaci o fuorvianti.

    Senza una cultura umanistico-filosoficadel genere, ha sostenuto la filosofaamericana Martha Nussbaum, unademocrazia non pu funzionare. Seguendoquesta proposta, la filosofia, oltre che neilicei, verrebbe insegnata nei suoi elementidi base in ogni tipo di scuola, divenendo lostrumento cardine nella costruzione di unpi sviluppato senso civico.Mi fa paura scriveva Savinio

    settantanni fa pensante e giudicaspaventosamente che non pensano npropria testa, ma ispirazione, e sia pconsiglio di un capun sacerdote, di u

    credono pi facilmaccettano con mache il verosimilebisogno di addestra determinare dae quello che male quello che brutagli italiani un pementale, di fare dindividuo pensantcittadino.

    9 ,

    San Teodoro, area della citt quartiere di Librino. Il muro dipintodel complesso sportivo e (a destra) gli orti autogestiti.Nella pagina accanto, un allievo della scuola Brancati

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    di Francesco MerloEditorialista dila Repubblica

    Chi scommette sul Periferia PrideContro la retorica del bel degrado c solo

    lorgoglio, e la rabbia positiva, di chi lo vivegiorno per giorno

    Nelle mani della politica e degli architettiprogettattori, che in Italia sono pinumerosi dei consiglieri comunali,rischia di diventare retorica anche la feliceintuizione di Renzo Piano sulla bellezzanascosta nellorrore dei catoi, dei bassi,dei sottani, delle borgate e dei quartieridegradati del Nord.

    Sono stato testimone della nascita delgruppo di lavoro al Senato, il G124, e hovisto quanto possa scaldare il cuore ilrammendo di una scuola, che genitorie insegnanti puliscono e attrezzano, ela trasformazione in piazzetta di un purpiccolo tratto di viadotto abbandonato. Hocapito per che cucire il muro di un asilo emozionante solo se lo fanno le mammee i pap in collera. Di sicuro mettere unapezza a un tetto, sistemare un cortile oimpossessarsi di un giardino e ripulirlo

    non servono alla politica declamatoriadellannuncio, ma accendono il fuocodellidentit e, sotto forma di rabbia,quellorgoglio di essere periferia che,secondo Piano, proprio larchitetto,come un medico del territorio, dovrebbestimolare. Sarebbe ora di organizzareil PeriferiaPride, disse Renzo Piano aRepubblica quando andammo insieme avisitare la terra di frontiera che accendelimmaginazione, eccita il desiderio e

    quella vita che stama pi vita dellaspesso succede in

    appropriata anchecome stato danimsolo a Renzi che hrammendo dove hche lorgoglio nel eversivo. infatti lincitamento di Pprsidi e alle famivirtuosi, a diventdi quei frammentscritto Calvino cforma e svanisconinfelici.

    E chiss se la rabbinnescherebbe unnei budelli dellerodove Davide Bifolcurbano disegnato di Napoli perch, Colin Rowe in un ha memoria?) claspeggio dellArchite(Pendragon, 2005) di nuovo al lavordi urbanistica chericiclaggi e riconvche Bagnoli, nella morta di accanimcontrario, la scomche bastino i piccoa togliere un po di neri assaltano i bi neri, o a Tor Pign

    assassini di un paIl rischio adesso si approprino la sobel degrado, con grapper che scimmal cinema che rimletteratura che condivitasenza capireDavide Bifolco, quin tre sul motorinposto del mondo.

    10 ,I pullman assaltati aRoma. Il dramma di rioneTraiano. la realt chefa da sfondo ai piccolicantieri virtuosi

    Nel centro in via Sospello a Torino. Ogni giorno la sala incontriapre le porte una trentina di abitanti del quartiere

    13 lett

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    40 ,

    Se la citt un laboratorio comuneChe sia un workshop artigiano o uno spazioalchemico, questo il luogo in cui mettereassieme territorio, persone e saperi

    11 ,

    di Lamberto RossiArchitetto

    Riuso e Partecipazione sono un binomioinscindibile. Rimandano a unareadi pensiero secondo cui il recupero(edilizio, architettonico, urbano) non un tema strettamente disciplinare ma lagrande occasione per ripensare la cittnella sua interezza. La citt appunto,intesa come il pi completo registratorefisico un grande palinsesto su cuiviene continuamente scritta e riscrittala storia di una comunit. Gli architettidevono solo imparare a leggerla,per condividerla con i cittadini e faredel progetto urbano unoccasione diriappropriazione collettiva del luogo.

    A questo approccio vanno annoveratealcune esperienze molto diverse,accomunate dal termine laboratorio.Ho avuto il privilegio di essere testimonedi questo confronto. Lidea di laboratorio

    sperimentata da Renzo Piano a Otranto molto diversa da quella di GiancarloDe Carlo ma i due approcci sonoassolutamente integrabili, come hocercato di dimostrare nelle mie esperienzesuccessive.Innanzitutto i temi comuni: lapartecipazione attiva degli utenti allafase progettuale come alla realizzazione;la totale integrazione tra analisi, piano eprogetto; la concezione del recupero come

    grande occasione di ridisegno urbano;lapproccio olistico alla conoscenza fisicadella citt.Per il resto differivano anche nel nome.Per De Carlo era un laboratorycon unaconnotazione semantica e un saporevagamente chimici: scoprire lalchimiache alla base del rapporto tra la cittfisica e la comunit che nel tempo lhaespressa, tra Spazio e Societ, tra legerarchie interne che regolano questosistema di relazioni e la morfologia urbanache ne discende.Per Piano invece un workshop, un luogodi lavoro collettivo che indaga i segnifisici impressi nella storia materica delluogo ma anche nel suo sapere collettivo,magari solo latente, in cui la cultura delfare si espressa. Lidea di fondo che lacultura del fare sia la cultura toutcourt; cheil mondo dei saperi artigiani, artistici,scientifici risponda a una legge unitaria diarmonia Ilgiuocodelleperledivetro, direbbeHerman Hesse che prescinde dal campo acui viene applicata. la regola darte, chesovrintende alla costruzione di un oggetto,un manufatto, unarchitettura, ma anche

    alla composizione di una sinfonia diBeethoven.

    Due concezioni speculari del caratteredellarchitettura dunque (eteronoma oautonoma), che proprio nellapplicazionealla citt dimostrano la propriainterdipendenza. ancora attuale questavisione didattico-partecipativa?Lespandersi di un fronte dellurbanisticapartecipata sembra rispondere di s. un

    segnale important(architettura, urbeconomia del terri

    dal proprio specifiterreni di confronAl contrario gran impotenza della ce urbanistica italialla separazione inlintervento sul tespecialismi, a tuburocratizzazione,paesaggio o per della conservazion

    Un progettoloccasionediscipline ddallarte alla

    Municipio III. A casa di Francescscrittrice che promuove lau

    La palestra Valerio Verbano al Tufello, borgata a Roma nord

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    di Andrea SegrAgronomo,economista,professoreallUniversit diBologna

    Il verde che ci salverIl suolo va strappato al consumoinsostenibile, al pari di aria e acqua.Una lotta contro il grigio, che meritauna rivoluzione culturale

    Il rammendo verde, mi verrebbe dachiamarlo. Quello delle tante comunitche in giro per il mondo sempre piurbano e meno rurale provano a occuparei crescenti spazi urbani inverdendoli con lepiante: orti, alberi, fiori. Il contrasto fra ilgrigio del cemento e il verde della piantasi fa sempre pi forte: il primo copre ilsecondo, per sempre; il secondo cerca dioccupare degli spazi lasciati vuoti, ma netrova sempre di meno. Una sorta di nemesinel processo di sviluppo e di scambiouomo-pianta. Prima erano gli uomini cheabbandonavano le campagne per la citt,inurbandosi. Adesso sono le piante chedevono entrare e gli uomini che, dove e sepossono, se ne vanno.Ma sono anche due economie, quellaverde della natura (viva, rinnovabile)e quella grigia del cemento (morta,non rinnovabile) che si confrontano e

    scontrano, neppure tanto cromaticamentema fisicamente. Due visioni opposte,anche nel nostro Paese dove gli esempipoco edificanti (termine appropriato) sisprecano. Perch?

    Nel pianeta dove siamo ospiti, la Terra,il rapporto verde-grigio, con la prevalenzadel secondo sul primo, ben rappresenta ilmodello di crescita illimitata che il mondocosiddetto sviluppato si dato via via in

    il pensiero economlhomooeconomicusurazionalmente) ciper la sua soddisfaTuttavia, distruggindispensabile e n un atteggiamenche questa irraziondel suolo e dellecouna domanda mopianeta che superarigenerativa del piinsostenibile.Nella societ dei cnon percepito con fondamentale,perdita non viene unemergenza plain definitiva neppNon si registrerebbgaloppante, che cnuovissimi capanquelli inutilizzati

    migliaia e si sprecdegli edifici residesu suolo fertile, docollocati sempre dfotovoltaici.Il suolo viene inveuna risorsa da impproduttivi, secondmercato. Tuttaviae dellaria, non puassoggettato a quefosse una qualsiaslavorare. Perch per la vita e lequildimentichiamo chcommerciale o unProdotto interno lagricola o di un paquesti non producintendiamo come il Pil un pessimobenessere.

    Occorre una rivolupercepire il suolo (come un bene comcui la comunit siaccorgersi del suo almeno finch noottenere un cambuna modifica dellsoggetto dominanoggetto dominato capire al dominan

    un atteggiamentoinnanzitutto a s nella misura in cual soggetto-consumdel suo legame confondo luno laltparte di un unico dellintelligenza equesta consapevolallora fruire. Che Cos il rammendo

    tutto il globo da cui la globalizzazionedelleconomia appunto. Limiti cheinvece ci sono per tutto, a partire dallerisorse naturali: suolo, acqua, energia.Nulla di troppo (medngan) sostenevala morale classica basata sulla misura e

    quindi sulla condanna della violazionedei limiti. Superato il limite, la casa(ikos) di tutti noi che la terra, ovverolambiente di vita del nostro ecosistema,si degrada. E oggi limpatto che deriva daquesto superamento viene ampiamentericonosciuto e i suoi danni si possonovalutare e, volendo, anche contenere.Ma si tratta di un riconoscimento virtuale,non seguito da una condotta reale che sitraduca in un cambiamento del modo dipensare la nostra casa, il nostro pianeta.A partire dalla piccola casa, che la nostraeconomia.

    La risorsa suolo, componente essenzialedella terra e base del verde, un casoemblematico. Produce una serie di benie servizi ecosistemici e socioeconomici:approvvigionamento di cibo, regolazionee controllo della stabilit del territorio; primario elemento della biodiversite degli equilibri ecologici; producevalori culturali ed estetici (il paesaggio)espressivi dellidentit dei popoli; forniscebeni sociali come fruizione territorialee aggregazione sociale. Eppure anche ilconsumo di suolo segue le stesse regoledella nostra societ ormai sazia e bulimica,risentendo delle dinamiche omologantidella globalizzazione: un paradigmache pone al centro unerrata relazionedi dominio fra il soggetto dominante(consumatore) e loggetto dominato (bene,

    anche se naturale).Del resto consumare, verbo che indicaunattivit comune delluomo, ereditadal latino due accezioni diverse: portarea compimento (da consummare) e ridurreal nulla, distruggere (da consmere). evidente che in rapporto al suolo laseconda accezione che caratterizza megliolazione del consumatore odierno. Ilconsumatore tende a comportarsi come undistruttore di risorse, contrastando in parte

    12 ,

    Dobbiamo recuperareil legame con la terra ericonoscere il paesaggioper quel che : un benelimitato

    Nel quartiere Serpentara, Roma nord

    Con il gruppo G124 collabora la catanese Chiara Borz,giornalista attiva sul quartiere di Librino

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    di Gian Antonio StellaInviatospeciale delCorriere della Sera

    Quei quartieri in prima paginaI palazzoni del boom, le utopie sbagliate.Le tante speranze tradite dalla periferiapopolare. Tra le notizie, il tema da sessantanni sotto i nostri occhi

    A chi venivacampagna lpareva un salveari alinsofferen

    Erano sposi. Lei salzava allalba /prendeva il tram, correva al suo lavoro.

    / Lui aveva il turno che finisce allalba/ entrava in letto e lei nera gi fuori.Forse nessuno riuscito a raccontarelalienazione della periferia come ItaloCalvino che scrisse, sulla musica di SergioLiberovici,Canzonetriste. Dove lunicomomento di serenit quel breve incrocioin cucina: Soltanto un bacio in frettaposso darti / bere un caff tenendoti permano. / Il tuo cappotto umido di nebbia.

    / Il nostro letto serba il tuo tepor.Erano periferie operaie, di fuliggine, ditute di tela grezza color carta di zucchero,

    di palazzoni coperti di mattonellegiallastre, mattina e sera i tram deglioperai / portano gente dagli sguarditetri; / fissar la nebbia non si stancanmai / cercando invano il sol fuori daivetri E non si pu capire lorrore dicerte periferie di oggi, dove ormai nonci son quasi pi operai e men che menooperaie e la povert decorosa affogata neldegrado, nel vandalismo, nella sporcizia,nella microcriminalit, nello spaccio di

    droga se non si torna al momento in cuifurono costruite. E al carico di sogni cheaccompagn spesso la loro progettazione,sogni che finirono per schiantarsi quasisempre nella realt di cantieri che, fattolalveare e finiti i soldi, ignorarono lanecessit di corredare i dormitori di tuttoil resto. Il verde, gli spazi collettivi, i puntidi ritrovo e di sintesi della comunit. Tuttoci che avrebbe consentito ai detenutidei nuovi palazzoni, in parte deportati deicentri storici, di vivere. Si pensi al NuovoCorviale, il serpentone forse immaginatodallarchitetto Mario Fiorentino come unacittadella che potesse avere una sua vita

    autonoma dignitosa e presto diventatoun mostro di rara bruttezza: migliaia dipersone assediate e intimidite che vivonotra finestroni spaccati, ascensori defunti,campanelli rotti, spazzatura O a Librino,lalveare disegnato da Kenzo Tange che icatanesi chiamano Libbrnu o meglioancora uquatteri, dove mai si visto ilgran parco immaginato dallarchitettogiapponese e dove una cronaca da incuboregistra da decenni morti ammazzati,

    stupri di gruppo, guerre tra pusher altri al punto che casa di un aspirantrovato un trono laO ancora alle case Selinunte, a MilanGiorgia con due diraccontato al Corria dar botte sulla pmangiando, sembsfondarmela. Aprurlano: Dove sta icercassero, forse eQuella sera hanno

    case del palazzo. MCerto, per molti dinei nuovi palazzonprimaera peggio. Lcalabresi di Corradstanno nelle case di fango, e dormoma anche certe crsulle condizioni dvivevano in casoni

    13,

    Roma. Lassociazione Defrag tiene corsi di sartorianel quartiere Tufello

    A Catania, tra i condomini di Librino

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    46 ,

    di 15 persone costrette in una sola stanza:

    otto adulti e sette bambini Lo conferma,tra gli altri, un reportage di Piero Ottonesulle Coree di Cinisello Balsamo dovemolti immigrati fuggiti da quelle periferiemedievali del Paese si erano accampatiin vecchie cascine diroccate: La primaimpressione che mi colpisce un puzzoinsopportabile; di muffa, di feci, divecchio e di sporco. Mi guardo in giro:un armadio in rovina, un gran lettodi ferro, con rozze coperte a brandellie senza lenzuoli, un letto pi piccolo euna indicibile confusione di casse, dirottami. Due finestrelle, alte nella paretedi fronte, sono ermeticamente chiuse.Sul pavimento di mattonelle slabbrate edisuguali, fra le pozzanghere di orina edi altro sudiciume, sono seduti i bambiniseminudi, sporchi e pallidi, che di bellohanno soltanto i grandi occhi neri.Lappartamento , con lacqua corrente, la lucee il bagno, per chi aveva vissuto nei tuguri,faceva brillare gli occhi quanto le cartolinedegli emigrati coi giganteschi tacchinidella festa del Ringraziamento. Bastaronopochi anni, per, a far crescere nellanimodi ciascuno delusione, angoscia,insofferenza Scriveva nel 1960 DaniloMontaldi inMilano,Corea, grande libro sulleperiferie firmato con Franco Alasia: Pertutti la speranza si arena al capolinea del15, del 16, dell8, del 28.

    Non ci misero molto, gli intellettuali

    pi attenti, a capire che quelle periferiecostruite senza amore, quei carnaidi cemento armato (case-canili, lechiamava Antonio Cederna) tirati sutra una poltiglia di baracche abusive,stavano diventando polveriere di rabbia, dirancore, di odio. Tra i pionieri, cera PierPaolo Pasolini, che ne traeva spunto perpoesie su quei palazzi, quasi mondi doveragazzi leggeri come stracci giocano allabrezza. Per lui lemarginazione era una

    categoria letteraria

    Sardelli, il prete chper vivere nelle baFelice. Lui era unartistica, non gli irealt. Anche lui, borgata, era prigio

    Fatto sta che il temperiferie, percorsequesto o quellepiso quella inchiesta mano uscito dal dpolitico. Certo, di i sensi di colpa, cdi attenzione. ComSole 24 Ore del lugquartieriunSos perla inevitabile perchlabbiamo costruita nessuno, scriveMa in che cosa laconsistere, non scertezze dellurbandimostrate infattifallimenti sarebbedi risanamento debottega elettorale.miliardi di lire! SPer questo quandosul tavolo il tema periferie (quel granessenziale e operatstudio in Senato), certo stupore: ah,

    periferie! Eppure iocchi di tutti: il riurbanistico, civilevivono almeno 28 spalancherebbe lamorale. Perch, coBregantini, a lungragazzo che crescepi facile che cressi torna: c bisognassetati di bellezza

    Ci sono quasi trentamilioni ditaliani assetatidi bellezza. ancoraquesta la strada per ilrisanamento morale

    Il Serpentonedi Corviale, via Selinuntea Milano, le Coreedi Cinisello Balsamo.Gli intellettuali piattenti capirono subito

    che i quartieri costruitisenza amore sarebberodiventati polveriere

    Lorto collettivo dellassociazione torinese Casematte ha recuperatoun terreno abbandonato di Borgata Vittoria

    I Briganti di Librino gestiscono dal 2012 il centrodi San Teodoro per avviare i giovani allo sport

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    Sale di periferiaDa Pasolini a Sky, il cinema continuaa ssare nellimmaginario i cambiamentidelle nostre citt.Un invito a unarchitettura migliore

    di Igor StaglianInviatospeciale della Rai

    Pi della tvla macchinaraccontandsviluppo urSu tutti, il delle Vele a

    Molto pi di quanto facesse linchiestatelevisiva ancora nascente, il raccontocinematografico filtra in quegli anni letrasformazioni urbane e la composizionesociale delle nostre citt. Il saccourbanistico raccontato da Rosi segue

    Accattonedi Pier Paolo Pasolini. Semoomini finiti, noialtri. Tutti ce scarteno,dice il pappone interpretato da FrancoCitti. Qui i riflettori illuminano lacondizione umana di un mondo a parte,arrivato ai margini di Roma da tutte leperiferie geografiche e sociali del Paese.Un sottoproletariato che sopravvivecon feroce ingenuit al tumultuosoinurbamento della capitale.

    Lesodo biblico da una periferia allaltradItalia, era gi finito sotto i riflettoridi Luchino Visconti. In Roccoe isuoifratelliuna famiglia di contadini lucanisi disgrega nellimpatto con la Milanodegli anni cinquanta. Trasformazioniantropologiche profonde neanche scalfitedagli sforzi dellanziana madre per tenereuniti i cinque figli in un seminterrato diLambrate. E tutti i protagonisti restanotravolti, chi dalla vita cittadina, chi daivizi della metropoli. Un fiume migratoriodal Sud al Nord, impetuoso ancora tredicianni dopo. Nel 73, in Trevico-Torino,viaggionelFiat-Nam di Ettore Scola i protagonisti sonoi nuovi operai meridionali che arrivano

    a frotte nella citt-fabbrica, stipati nellesoffitte del centro e nelle baracche diperiferia. Fenomeni dirompenti, su cui latelevisione scaver a fondo con reportagee inchieste. Sulle lotte per la casa, prima;i troppi ghetti di edilizia popolare, poi.In questi, dagli anni novanta, finisconoanche i migranti extracomunitari, dopoessere passati dai vuoti a perdere diindustrie dismesse ed edifici abbandonati. quel che racconta Francesco Munzi in

    una scudisciata in pieno boomeconomico, quella che apre il film Lemanisullacittdi Francesco Rosi, scrittocon Enzo Forcella e Raffaele La Caprianel 1963. Eccolo l. Il 5000 per cento diprofitti. Quello loro oggi!, esclama il

    commendator Edoardo Nottola (sulla scenaRod Steiger), indicando ai politici amicile colline partenopee divorate dai palazzi.Il Comune, asservito allo speculatoreNottola, porta a sue spese strade, fogne,acqua, gas, luce e telefono sui terreniagricoli da edificare. E le periferie dimolte nostre citt nascono inospitali eslabbrate come le vediamo ancora oggi.Un meccanismo perverso disvelato per laprima volta dalla macchina da presa.

    Saimir, opera primVenezia del 2004.

    Realt e finzione sgirato da Matteo GSecondigliano, gidella televisione pguerra di camorraurbanistico e archdiventa uno stigmtrasforma in quintraffico di droga eAttraverso la fictiodiretta da Stefanodiventa alla fine ustato detto acutama buon prezzo, perirredimibili.

    Urbanistica, archisfiorano anche infratelli Paolo e Vitse il lavoro nostromio, sia bello comvostre meravigliosdice allanziano pascenografi il registIo sono convinto Bonanni, siano cotagliatori di pietraloro capolavori sulonorate, aggiungdella nascente ind

    americana.Questo ha fatto il nel nostro Paese, qsua meta: ha aiue a vivere megliodi Griffith rivolte nelloffrirgli una bdei propri figli dalscalpellini. Un innun inno alla buonbuona urbanistica

    Accattonedi Pasolini (in alto a sinistra),Rocco e i suoi fratellidi Visconti (a destra)e Le mani sulla citt di Rosi (a sinistra)in tre immagini tratte dai lm

    Le Vele di Scampia secondo Gomorra.Fotograa di Mario Spada

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    Leconomia del rammendoIn uno scenario critico, ogni europer i microcantieri un investimentosul territorio e le imprese. I numeridelle citt italiane e la ricadutasulloccupazione

    Leffetto (salvifico) del chirurgo.Labilit (manuale) dellartigiano. Laconcettualizzazione (sorprendente)dellorafo. Quando larchitettura non soloarchitettura.Lutopia (pratica) del rammendo uniscepi dimensioni. Il tessuto urbano italiano slabbrato. I suoi colori sfumano nelletinte della necrosi. Le periferie italiane,ma anche i centri storici, sono corpiaddormentati e insieme scossi. Pieni dibuche, che non fanno sobbalzare soltantole automobili. Segnati da vuoti, chedisegnano profili in cui i sogni diurni delvivere civile si trasfondono negli incubinotturni del vivere (in)urbano.Lesperienza dei microcantieri si ponea complemento delle grandi opere e,anzi, a compensare la loro assenza intempi di contrazione della liquidit edi perdita del senso (se non quasi epico,almeno di respiro lungo e profondo) di unattivismo urbanistico e infrastrutturale,contraddittorio ma vitale nel pendolo framodernizzazione e sviluppo. Tanti piccolitasselli, a comporre un mosaico articolato eflessibile, fragile e resistente.

    Limportanza economicaLe prime ipotesi italiane di microcantiereda Torino a Catania, fino a Roma si

    collocano in uno scenario economico cheancora oggi attribuisce alle costruzionie alledilizia una centralit strategica.Secondo lAnce, nellultimo anno e mezzosono stati promossi bandi, soltanto pergli edifici scolastici, per 400 milioni dieuro. Le operazioni sulla scuola dovrebberovalere, sul medio periodo, 1 miliardo dieuro. Sommando quelle di riqualificazioneurbana (difficili da conteggiare, perchnon sottoposte a monitoraggi sistematici

    dallo Stato) si arriva a cifre considerevoli.Numeri sparsi che danno il sensodellimportanza del comparto e di ogniipotesi di sua rivitalizzazione, soprattuttonella sinergia fra sfera economica esociale, imprenditoriale ed etica.Stando al report dellAnce Latrasformazioneurbanasostenibile, che analizza una seriedi buone pratiche italiane, le citt delnostro Paese non hanno una particolarecapacit attrattiva di investimenti: perlEmergingTrendsin RealEstateEurope 2013,citato nello studio, Milano e Roma sonorispettivamente al 16 e al 21 posto come

    capacit di catalizzare le grandi risorsefinanziarie internazionali. Il tessutoproduttivo italiano composto al 90% da(moltissime) piccole e da (alcune) medieimprese. Si contano sulle dita i grandigruppi, che ormai lavorano soprattuttoallestero. Di fronte a questa strutturaindustriale, ecco che la pratica deimicrocantieri e il pensiero del rammendosono un combinato di benefico contrastoa una recessione ormai patologica, cheallintera filiera delle costruzioni dal2008, anno del fallimento di LehmanBrothers e del contagio dalla finanzaalleconomia reale ha provocato in Italiauna perdita di 800mila posti di lavoro:da 3 a 2,2 milioni di occupati.In un contesto del genere, nel drammadella crisi che accentua i fenomeni didisgregazione delle comunit, ogniipotesi di intervento omeopatico utile.Dal punto di vista concreto, favorevoleanche soltanto un euro in pi immessoin un corpo sociale ed economico esaustocome quello italiano. Dal punto di vistaimmateriale, ogni goccia di commongoodsha un senso. Oggi. E domani. Ma, anche,laltro ieri.

    Nel resto del mondo e lesempiofranceseLa traiettoria storica dellintuizione e deiprogetti di rammendo di lungo periodo.LEuropa del Nord degli anni cinquanta.

    I playgrounds per i bambini e i ragazzi adAmsterdam non hanno solo suturato leferite della seconda guerra mondiale,ma si sono gradualmente trasformatianche in arterie del vivere civile. Dalpensiero e dallestetica di Aldo van Eyckalla gioia dei bambini e al piacere dellemamme. Lo stesso accaduto in Svezia e inNorvegia. Negli anni ottanta, la definitivarinascita della Spagna dallibernazionedel franchismo si concretata anche con i

    piccoli progetti di Bohigas, per esemBarcellona.E poi il Sud Ameri qui che si verificrischiose e quasi pa Bogot e a Medee le piste ciclabili,per gli anziani cheorganismi urbanisimile agli stent, gorgani vitali perchin questo caso il pe povere delle cittquel differenziale forme e intensit Nella complessit che potrebbe rischuna capillare diffudi microcantieri coprofessionisti, incapita nella vicinapubblica francese il 2013 il finanziameuro dellAnru (lAla rnovation urbacontributi versati

    des Patrons, la Coha fatto da volanocomplessivo di 45 convenzioni con ein 600 quartieri. Dda Lille a Orly. Ovdel meticciato vitae di uno Stato magsistematico e desiprogetti.

    E cos, che cosa reNella ricerca di unvivere e dellabitarmeglio le nuove cdel patrimonio stoe le propriet privdilemma del pienoPaese restano tantI giovani architettspingono i passeggiochi. Gli operai parlano in bergamI piccoli e i medi imrammendo. Delle fondo, anche dellcome scrive nel 20in VersoGerusalemmquando piove ed necessariamente auna citt ideale, mcitt.

    di Paolo BriccoInviatodelSole24 Ore

    Secondo i Comuni,gli interventi sulle scuoledal 2013 a oggi avrannoda soli un impattoda 1 miliardo di euro

    In dieci annha fnanziaper 12 miliaun investimquadruplica

    Torino. Una lezione di Viet Vo Dao, disciplina vietnamita,in una palestra di Borgata Vittoria

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    TORINOLa citt bene comune

    Lalba ai vetri. E, fuori, le lineedi circonvallazione povere, quelle

    frequentate dai proletari, dai lavapiatti arabi,

    da persone con il sudore addosso.Hans Tuzzi, Un posto sbagliato per morire

    La citt mi ha insegnato innite paure:una folla, una strada mi han fatto tremare,

    un pensiero talvolta, spiato su un viso.Cesare Pavese, Lavorare stanca

    Nella insieme aIn alto: lo

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    Lungo gli strappidi un quartierenato in fretta

    AREA DI INTERVENTO

    Il caso studio di Torinointeressa il quartiere di BorgataVittoria, unarea in prevalenzaresidenziale densamentepopolata, che insieme a Madonnadi Campagna e Parco Dorasi incastra tra il degrado diBarriera di Milano, Rebaudengoe Basse di Stura, da un lato, e leproblematiche di Lucento e dellanuova immigrazione dallaltro.

    A Torino la periferia stataoccupata con estrema rapidit,secondo un programma diespansione che diede una rispostaallurgente fabbisogno di casesenza un vero progetto globale.Il risultato unedificazionepi o meno razionale, chesegu i criteri generici deivecchi piani regolatori senzaunefficiente distribuzione deiservizi: trasporti, scuole, retitecnologiche, spazi collettivi eurbani organizzati.Borgata Vittoria fu zonaagricola fino ai primidellOttocento, poi la presenzadacqua attir le fabbriche. Losviluppo demografico, dovutoallimmigrazione interna, inizinegli anni cinquanta e continu

    fino a met degli anni settanta.La popolazione del quartiere rimasta comunque stabile fino aoggi grazie allarrivo di europei edextracomunitari.Limmigrazione italiana diseconda e terza generazione:persone nate e vissute in questiluoghi, affezionate al quartierein cui abitano, gente che hamigliorato la qualit della vita

    e mantiene in buono stato leproprie abitazioni. Per contronon mai stato affrontatoin modo radicale il problemadellintegrazione tra italiani estranieri e di conseguenza si finito per ghettizzare migliaiadi nuovi e vecchi torinesi,producendo una sorta dipolveriera sociale.

    Il vivace tessuto associativo diquartiere, con la presenza diuna ricca attivit partecipativa,ha reso pi facile ascoltaree raccogliere le istanze dellapopolazione, elemento essenzialedellanalisi iniziale ma anchedella fase realizzativa, cheprevede interventi di piccolascala.Baricentro del progetto sonole due scuole elementari chepossono e devono diventare,oltre che spazi educativi, anchecentri di ritrovo e luoghi civici dicondivisione. Gli studenti sonostati i primi portavoce delle attesedel quartiere: le richieste sonospesso di facile realizzazione,come per esempio rendere pivivibili gli spazi del tempo liberoe qualificare la mobilit con

    piste ciclabili e percorsi pedonalisicuri.Idee e proposte sono statesuggerite anche da Don AngeloZucchi, parroco della parrocchiadi San Giuseppe Cafasso, nonchpreside dellomonima scuolaelementare, importante edenergica figura di riferimento perlintera borgata. Era importantefar collaborare in modo

    sinergico le realt strutturatedella comunit ed proprioDon Angelo che ha coagulatointorno ai giovani del G124 alcunemicrorealt economiche e sociali,come lassociazione Casematteche gestisce gli orti urbani elassociazione Sport di Borgata,responsabile di alcune strutturesportive.

    Il progetto si concentrato suuno spazio residuale, il parcosenza nome: sar il Parco G124,un piccolo lembo di terreno dacui far partire la scintilla delrammendo con la collaborazioneattiva di Plinto, associazione digiovani architetti torinesi, e lacooperativa sociale Agridea.

    Formato da un giardino pensilesopra un parcheggio interrato,lo spazio si presenta davantialla chiesa e alla scuola comeuna zona semi-abbandonatache rischia di cadere in un gravestato di degrado, ma che puacquisire facilmente una migliorefruibilit.Il gruppo dei giovani architettidel G124, con laiuto di qualche

    volonteroso, ha rivitalizzatola zona con piccole strutturein legno, oggetti di recupero,tessuti usati per i pannelliinformativi del Comune, chevanno a creare un percorso conluoghi di ritrovo. Lintervento,di per s molto semplice, vuolerestituire allo spazio un caratteredignitoso, attivando energie, ideee iniziative.

    di Maurizio MilanTutordel progettoG124 /Torino

    INTRODUZIONE

    Un piccolo parcosenza nome il puntosu cui far convergerele energie del luogo,con lobiettivo di ridareidentit allo spazio

    PERIFERIE / Torino

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    A Torino siamo arrivati per contrasto, convinti cheuna vera periferia non lavremmo trovata, che lagrande storia di rigenerazione urbana e di processipartecipativi che ha segnato la gestione dellurbetorinese avesse in qualche modo ridefinito i contorni delsignificato comune di periferia. La citt industriale eproduttiva infatti entrata in una fase di dismissione etrasformazione, per non dire abbandono, in cui il tessutourbano quale sottoprodotto delleconomia fondata sultraffico automobilistico lacero e indebolito da vuotidi significato prima ancora che da assenze di servizi oinfrastrutture.

    Questo ci che succede nelquartiere di Borgata Vittoria,quadrante nord di Torinoallinterno della Circoscrizione5, unarea nata per ospitare legrandi Case FIAT e insieme undiffuso sistema produttivo: unquartiere formato e accresciutodi servizi e luoghi pubblicifinalizzati a unoperositoggi inadatta e non pieconomicamente competitiva.La citt qui fatta per lavorare,non per vivere la primatestimonianza che abbiamoraccolto da chi vive nel quartiereda sempre, ed forse il pensieropi fertile da cui partire percapire a pieno quale sia oggi ilvero volto di questa periferia.Laspetto peculiare lassenza di

    significato che lo spazio pubblicoassume: qui impossibile dareun nome alle cose. Le stradesi chiamano corsi e hanno ledimensioni di tangenziali,pi che unire dividono. Learee verdi pedonali, dove ibambini giocano, sono spazidi risulta sottratti al sistema diinfrastrutture e vie, elementiisolati nati a scomputo deglioneri di urbanizzazione.

    In questo reticolo di stradeordinate, in apparenza tutteuguali le une alle altre ma tuttetroppo larghe per prendere vitaabbiamo trovato persone ostinateche in questi luoghi cercanoquella dimensione umana delvivere quotidiano in periferia noncome unica scelta possibile macome vera opportunit. Lo spaziopubblico reclama dunque unanuova centralit, costruita sullaconsapevolezza che la qualitdella vita proporzionale allaqualit degli spazi pubblici e dellerelazioni che sussistono tra loro.

    Su questa centralit, sulfarsi bene comune dellospazio pubblico, siamo andatimetaforicamente e anche

    fisicamente alla ricerca di unascintilla umana, aggregativa edi sincera ostinazione. Lenergiacapace di raccogliere e portareavanti un microinterventodi rammendo, allargato allacogestione e alla manutenzionecondivisa tra amministrazionelocale, privati cittadini e soggettiimprenditoriali portatori diinteresse economico.

    La citt qui fatta perlavorare, non per vivere.

    La prima voce raccolta facapire bene quale sia oggiil volto del quartiere

    Abbiamo incontrato peostinate che qui cercanuna dimensione umanadella periferia. Con loroil tema di uno spaziocomune torna centrale

    Borgata Vittoriabene comuneI presupposti

    Testi di Michele Bondanelli e Federica RavazziProgettoG124 /Torino

    STAZIONESTURA

    Barrieradi Milano

    Collegno

    Grugliasco

    MirafioriSud

    Mirafiori Nord

    M

    M M M M M

    M M

    M

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    M

    M

    M

    M

    M

    STURADI LANZO

    PARCO DELLASTURA

    PO

    DORA

    RACCORDOTORINO - CASELLE

    FALCHERANuova

    LINEATO-MI

    DISCARICAAMIAT FALCHERABorgoVecchio

    TANGENZIALE

    SPINA4

    SCALO VANCHIGLIA

    TRINCERONE

    Stazione PORTANUOVA

    Stazione PORTASUSA

    PASSANTEFERROVIARIO

    REBAUDENGO-FOSSATA

    Cittconsolidata

    BassediStura

    4,5

    km

    centro citt

    area dintervento

    1

    2

    3

    Exare

    Pacin

    2

    Botes

    3

    1

    CONTESTOCONTESTO

    56 ,

    PERIFERIE / Torino

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    Il progettoMasterplan per il parco in via Fossata Masterplan per via Gandinobanner pubblicitarirecuperati

    banner bianchiper proiezioni e video

    pittura acrilicaper bambini

    strutture a serviziodel

    parcheggiointerrato

    i bambini chiedonopicolore perch grigiobrutto

    #2

    #1

    200cm

    190cm

    100cm

    90cm

    70-110cm

    assi di legnorecuperato

    #4

    #3

    copertoni recuperati

    sistema diancoraggioa terradegli elementi

    45 cm

    45cm

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    100cm

    45 cm

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    cm

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    #3

    #3

    #1 Linizio del percorsoUna struttura in legno aformare una porta daccessoverso un luogo di sosta,incontro e condivisione.Attraverso il sistema di

    pannelli e banner la strutturapotr ospitare allestimenti eproiezioni.

    #2 Piccole azioni dimanutenzioneIl parco di via Fossata servira sperimentare nuove formedi gestione partecipata e diautomanutenzione degli spazi

    pubblici in collaborazionecon i cittadini interessati adadottarli.

    #3 Mobilit sostenibileDallesplorazione urbana ibambini hanno evidenziato latotale assenza di piste ciclabilie di elementi per il parcheggiodelle bici. emersa

    chiaramente la necessitdi potenziare i sistemi dimobilit lenta e sostenibile,creando percorsi ciclabili eripensando lintero sistemadi attraversamento di corsoGrosseto.

    #4 Giardino aromaticoVasche per coltivare erbearomatiche, attorno a cuiavviare un percorso educativoe informativo con il supportodidattico e strumentale della

    cooperativa sociale Agridea.Lassociazione Casematte,che si occupa gi dellortocollettivo di via Massari,accompagner la gestionedello spazio.

    #5 Laboratorio di borgataUn laboratorio di idee, unluogo sico in cui riunirsi eprogettare la trasformazione.La sede operativa degliarchitetti accompagnatori, i

    professionisti che seguirannola sperimentazionee coordineranno latrasformazione condivisadellarea.

    #6 Verde pubblico benecomuneGrazie agli alberi piantatidagli allievi della scuolaCafasso, uno spazio residualeoggi usato per il parcheggio

    diventer unarea verderecuperata. Un interventoin collaborazione con lacooperativa sociale Agridea,voluto dal parroco Don AngeloZucchi. Qui il G124 ha gisperimentato un piccololaboratorio di street art lungoi muri delloratorio.

    PROGETTOPROGETTO

    60 ,

    PERIFERIE / Torino

    pittura delle delle

  • 7/24/2019 PERIFERIE_#1 - Renzo Piano

    32/59

    62 ,

    Larealizzazionedellopera previstanellesettimanesuccessivealla stampadelreport

    Il microintervento:una strategiadi cogestioneLinstallazione per il parco

    Il rammendo delle periferie unalunga marcia e si compie passodopo passo attraverso piccoleazioni concrete che, nel quadrogenerale, portino a una nuova

    visione dello spazio pubblico.Per Torino e Borgata Vittoriaabbiamo fondato il nostroMasterplan delle Opportunit suuna strategia di riqualificazionedettata dalle caratteristiche gipresenti e ancora riconoscibilipi che da una vera rivoluzioneurbana, troppo costosa e pocopercorribile. sulle peculiaritdel tessuto esistente, e inparticolare sulla commistionetra residenziale e produttivo, cheinfatti crediamo si possa vincerela sfida della rigenerazione delfuturo, soprattutto nella visionedi una Citt metropolitana. Macome?

    Avviare strumenti di cogestionedello spazio pubblico checoinvolgano gli operatorieconomici, indirizzandone gliobiettivi e le soluzioni (coscome avviene a Berlino conil Biotope area factor perle aree residenziali, o comesperimentato nel VillaggioArtigiano di Modena), porterebbea chiamare in causa quellaparte di cittadinanza attivache a Torino ha gi dimostratogrande avanguardia in varieforme e metodologie. Non solo:

    consentirebbe anche di attivareun livello superiore di gestionecondivisa attraverso il mondoproduttivo, n