Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla...

44
Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York Nikos Kazantzakis “Non spero in nulla non temo nulla sono libero”

Transcript of Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla...

Page 1: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

PPeerrccoorrssii dd’’aarrtteeMMaannttoovvaa,, AAtteennee,, NNeeww YYoorrkkPPeerrccoorrssii dd’’aarrtteeMMaannttoovvaa,, AAtteennee,, NNeeww YYoorrkk

Nikos Kazantzakis

“Non spero in nullanon temo nulla

sono libero”

Page 2: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

Foroellenico Anno X n° 1 2008 pubblicazione bimestrale

a cura dell’Ufficio Stampadell’Ambasciata di Grecia in Italia

00198 Roma - Via G. Rossini, 4Tel. 06/8546224 - Fax 06/8415840

e-mail [email protected]

In copertina:Promenade di Christina Dimitriadis,

foto a colori, 2004

Collaborazione giornalisticaTeodoro Andreadis Synghellakis

Hanno collaborato a questo numeroL. Godart, I. Kapandai, M. Mondelou,

P. Moreno, C. Nicotera, D. Ricci,

ImpaginazioneEdS

Per le foto si ringrazia:M. Caracausi, D. Kiousis, P. Moreno

Foto Panoulis, Protezione Civile

è possibile consultare la versione digitale di Foroellenico presso il sito internet:

www.ambasciatagreca.itdove potete trovare anche informazioni

sull’attualità politica e culturale della Grecia

Questo numero è stato stampato presso il “Consorzio AGE”,

Via dei Giustiniani, 15 - 00196 Roma

In Questo Numero

4 L’arte, comunicazione diretta tra passato e presente

4 Giovani artisti greci alla ricerca della realtàdi Teodoro Andreadis Synghellakis

8 La foresta di Spierer in mostra ad Atene

9 A Colloquio con Takis Mavrotàs, curatore della mostradi Teodoro Andreadis Synghellakis

12 Così remota così vicina. L’Arte greca in Italiain mostra a Mantova di Paolo Moreno

16 La civiltà Minoica rivive attraverso una mostra di oggetti unici

19 La forza espressiva di Solomòs

20 La collaborazione tra piloti italiani e greci: Un punto di forza per un futuro più sicuro

25 Salvare un pezzo di storia greca e un patrimonio dell’intera umanitàdi Dario Ricci

26 Nikos Kazantzakis: L’intellettuale affascinato da Dio

26 “Nikos Kazantzakis: 50 anni dalla morte”Il convegno internazionale all’Università di Napoli dedicato al grande intellettualedi Maria Mondelou

29 A colloquio col professor Cristiano Luciani, di Teodoro Andreadis Synghellakis

31 La Settimana della moda premia lo stile ellenico

32 Intervista a Dafni Valente, presidente dell’Associazione Panellenica degli Stilisti di Moda

35 L’Italia rende nuovamente onore a Irene Papas. Alla grande attrice greca, il “Premio Roma 2008” di Zinovia Sapounà

36 La “voce femminile” della scrittura la nuova identità delle donne europeedi Ismini Kapandai

39 “Athinai”di Carmelo Nicotra

41 Kozani Siatista: Nel cuore della Macedoniadi Dinos Kiousis

DO

SSIE

R

Page 3: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

La fruizione estetica è un bene pubblico

La poesia “tradotta” in immagini. La bellezza come un viaggio, unico, nel tempo: dalla Grecia classica all’artegreca in Italia e poi nella Atene di oggi con trenta artisti greci contemporanei e le sculture della foresta di Spierer.

Questo nuovo fascicolo di Foro Ellenico è dedicato all’Arte in tutte le sue espressioni: scultura, pittura, romanzi, poe-sia. Ed ancora la grande recitazione con il nome di Irini Papà (conosciuta come Irene Papas, ma è lei stessa a con-fessare che ha sempre preferito il suono del suo nome in greco). Ed anche la moda, la giovane moda greca.

Senza confini: la civiltà minoica sbarca a New York e lo scrittore cretese “ecumenico, greco e profondamente euro-peo” Nikos Kazantzakis, moderno come non mai a 50 anni dalla sua scomparsa, viene celebrato in 68 Paesi, per-ché il suo mondo contraddittorio e armonico insieme apre ancora spazi al pensiero libero. Ed anche dubbi. “Noncredo a niente, non spero a niente, sono libero”, recita l’epitaffio che ha voluto sulla sua tomba.

Altrettanto interessante “l’esperimento” veneziano su un altro, la Mostra sull’opera del poeta Dionisio Solomos, cheha cantato la Rivoluzione del 1821 contro l’occupazione turco-ottomana e che con i suoi versi ha disegnato con colo-ri indelebili la lotta dei greci per la riconquista della loro Patria e della loro identità.

Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da65 artisti perché ha mille volti la libertà e mille sfumature la voce della bellezza.

Un viaggio nell’Arte della Grecia di oggi che guarda con fiducia al domani, affrontando anche le vie difficili della bel-lezza applicata, come nel mondo dell’alta moda. Una nuova sfida.

Buona lettura

Viki Markaki

e d i t o r i a l ee d i t o r i a l e

in alto Jannis Adamakis Ritratto di Dionisios Solomos, 2007Acrilico su tela

Page 4: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

Sono nati tutti dal 1965 in poi.Sono greci, ed usano tutti i

mezzi creativi a loro disposizione,per poter prendere parte al grande“melting pot” dell’arte contempora-nea. La mostra “Σε ενεστω′ τα χρο′ νο”,

In un tempo presente, inaugurata adicembre e conclusasi il trenta marzoall’Auditorium Megaro Musikìs diAtene, ha voluto subito mettere inchiaro i propri obiettivi: presentare lapluralità delle varie tendenze, ispira-

zioni, contaminazioni, dell’arte con-temporanea greca. Naturalmente,non si è trattato di un’immagine total-mente esaustiva, ma di una buoncampione rappresentativo: più di cin-quecento i dossier arrivati a Tina

4 foroellenico

In un tempo presente, Trentaquattro artisti contemporanei espongono ad Atenedi Teodoro Andreadis Synghellakis

In un tempo presente, Trentaquattro artisti contemporanei espongono ad Atenedi Teodoro Andreadis Synghellakis

Opera senza titolo di Vangelis Gokas,olio su tela, 2007

Un cammino che non arriverà mai al suo punto di arrivo. Ed il suo fascino, è dovuto proprio a ciò. Continuiamoquindi ad esplorare il magico mondo dell’arte, con le sue contaminazioni, i suoi messaggi, i suoi mille riman-di. Artisti greci di oggi e di ieri, ma anche collezionisti europei che tanto hanno dato, con la loro passione, agliamanti del bello. Le opere della classicità, che hanno influenzato, se non addirittura “conquistato”, l’Italia, dia-logano, in queste pagine, con le creazioni di trentaquattro giovani artisti, della Grecia del XXI secolo. Materialitradizionali e video art, installazioni e collage fotografici. Questi artisti, dal Megaron Musikìs, l’auditorium diAtene, rendono palese la loro volontà, il tendere all’interpretazione del mondo, con gli strumenti che sentonoa loro più vicini. La mostra di Mantova, grazie alla perizia di Salvatore Settis e Maria Luisa Catoni, ci restitui-sce tutto lo splendore e l’immediatezza dell’impatto visivo di alcune tra le più preziose opere del VII secoloa.C., fino ad arrivare alle scoperte archeologiche dell’800 ed alle restituzioni dei musei americani. E non solo:Il “Bosco di Spierer”, esposto per la prima volta in Grecia, al centro culturale “Athinais”, ci riporta ai massimiesponenti della scultura, del secolo appena trascorso. Con il suo tendere alla verticalizzazione, all’esaltazio-ne del movimento e della plasticità, nella loro essenzialità, riescono a conquistare il visitatore, ed a dare prova,ancora una volta, del fatto che una creazione artistica, non può mai considerarsi isolata rispetto al suo con-testo. Ed a Venezia, questo dialogo continua, con una comunicazione diretta, ed un debito di ispirazione trapoesia e pittura. Settantacinque artisti, rendono omaggio all’opera ed alla personalità di Dionisios Solomòs.Il poeta greco, di formazione culturale italiana, che cantò con passione e totale compartecipazione, la lotta delsuo popolo per l’indipendenza. Poeta zantiota, che studiò a Cremona, e perfezionò la conoscenza del greco,grazie alla sua fortissima volontà. E che ancora oggi, a centocinquant’anni dalla morte, si presta a più livellidi lettura, ad interpretazioni “aperte”, che non possono, certo, prescindere da quella iconografica.

L’ARTE, comunicazione diretta tra passato e presente

Giovani artisti greci alla ricerca della realtàGiovani artisti greci alla ricerca della realtà

Page 5: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

Pandì, Dafni Vitali, StamatisSchizakis, i tre curatori, appartenentianch’essi alla nuova generazione. Itrentaquattro artisti che alla fine sonostati prescelti, spaziano dalla videoart, fino alle opere tridimen-sionali ed a quelle bidimen-sionali che si avvicinanoall’oleografia tradizionale.Uno dei criteri principaliadottato dai curatori, èstato l’approccio critico chegli artisti hanno mostrato,verso la realtà che ci cir-conda. Ma non solo: ancheil rapporto tra arte e comu-nicazione, anch’essa invelocissima evoluzione, ilruolo sociale dell’architettu-ra, la ridefinizione della sto-ria dell’arte, attraverso,appunto, le installazioni ed

il complesso delle opere, le quali nesono parte integrante. Ma, che, allostesso tempo, sono anche “altro”,corpo a sé, che rivendica una propriaautonomia e riconoscibilità. Un ele-

mento comune a molti dei giovanigreci in mostra è, forse, come hannonotato i critici, il voler presentare,giudicare, filtrare la realtà, piuttostoche esprimere di getto, istintivamen-

foroellenico 5

Andrea Angelidakis, Sandbox, Installazione, 2007.

Athanasios Argianas,Dialogo,

Installazione in legno,2006.

Petros Chrisostomou, Rococco bluff,Foto a colori, 2003.

Page 6: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

6 foroellenico

te, il proprio sentire e il proprio credo.Ma, come tutti sanno, spesso, legeneralizzazioni, nel campo dell’artecontemporanea, che somiglia semprepiù ad un enorme distesa di sabbiemobili, sono pericolose e fuorvianti.Alcuni tra i nomi più noti della rasse-gna ateniese sono Anghelos Plessas,Lina Theodorou, Petros Chrisosto-mou, Panos Konniniàs, IliasPapailiakis, Iorgos Drivas, AndreasAggelidakis, Maria Antelmnan, DianaMagganià, Dionisis Kavalieratos.Quattordici su trentaquattro vivonostabilmente all’estero, cinque hannoterminato i loro studi di dottorato diricerca, molti altri hanno scelto di con-tinuare i loro studi con un master.Come a dire che anche il settore del-l’arte (secondo l’immaginario colletti-vo, sacro e inaccessibile per eccellen-za), è sempre più aperto alla contami-nazione interculturale, alla ricerca,alla fusione tra generi ed approccidiversi. Come dire che per riuscire, oanche provare ad interpretare lanostra realtà, si ha ormai bisogno delmaggior numero di strumenti possibi-li. L’esposizione è stata ospitata nella Sopra: Dionisis Kavallieratos,

Costantino il grande, tutte le strade portano all’inferno,Installazione 2007.

Sotto: Panos Kokkinias, Diana, Foto Cromogenica digitale 2007.

Page 7: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

nuova ala del Megaron Musikìs,l’Auditorium della capitale greca,nella centralissima Vasilissis Sofias.Entro i prossimi due anni, però,dovrebbe essere pronta la sede delMuseo d’Arte Moderna, che nasceràdal riadattamento di un complesso diarcheologia industriale, la fabbricadella birra “Fix”, sulla via Singroù.Quella di “Σε ενεστω′ τα χρο′ νο”, è unasfida che sono chiamate ad affronta-re tutte le iniziative di questo genere,in ogni capitale europea: riuscire a farconvivere la creazione di ogniartista, con il contesto che laracchiude e l’insieme delleopere in mostra. Creare undialogo non solo tra presentee passato, tra “dentro” e“fuori”, ma anche tra le instal-lazioni, le sculture, le opere divideo art, per quanto il codiceche ne risulta possa apparireassolutamente soggettivo esostituibile con mille altrevarianti. “Nell’epoca del cam-mino solitario, della singolatestimonianza, gli artisti, amodo loro, continuanocomunque a fare gruppo, atrovare nuove vie di comuni-cazione”, sottolineano con

insistenza i curatori. I visitatori hannoavuto modo di ammirare, tra l’altro, inuovi disegni di Katerina Christidi, laforte installazione di VasiliaStilianidou, le sculture di KostasVelonis (appartenenti alla sua produ-zione più recente, ma anche agli anniprecedenti), gli interventi “in situ”, diNina Papakon-stantinou.Opere che potrebbero “nascere”, pro-babilmente - per stile e codice espres-sivo prescelto - in ogni grande metro-poli. Ma che sono state create ad

Atene e nelle altre città e regioni dellaGrecia. Ed è facile, ma forse ancheopportuno ricordare, che per quanto laglobalizzazione abbia fatto il suoingresso in ogni campo e attività delloscibile, il luogo, i profumi, i ricordi e lesperanze che accompagnano e favori-scono la creazione di un’opera d’arte,in un determinato luogo ed in un deter-minato momento, continuano a costi-tuire l’inattaccabile garanzia della suaunicità.

foroellenico 7

Kostis Velonis,He remained alone with

the star, 2006 tecnicamista su carta.

a sinistra Emi Avora, Il silenzio, 2007 olio su tavola.

sopra Vasilia Stilianidou, Place Line Lack, 2007,rappresentazione digitale di installazione.

Page 8: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

Quaranta scultori di fama interna-zionale ad Atene, con le loro

opere in mostra al centro culturale“Athinais”. Si tratta di alcuni tra i piùgrandi nomi dell’arte moderna e con-temporanea: “una Foresta di Scultu-re”, il titolo della mostra, con un riferi-mento alla creazione artistica conce-pita come un qualcosa di essenziale,privo di qualsiasi elemento superfluo.Si tratta delle opere che compongonola celebre collezione di SimonSpierer, ospitata stabilmente alHessisches Landmuseum di Darm-stad, opere create da mani eccellenti.L’elencazione degli artisti, in questocaso, ha un significato tutt’altro cheformale. Arp, Bill Bourgeois,Brancusi, Cardenas, Caro, Cesar,Cragg, Croissant, Ernst, Fernagu,Fontana, Giacometti, Gonzalez,Herworth, Kito, Lobo, Masson,Melotti, Moore, Noguchi, Pan,Penalba, Perrot, Petters, Pomodoro,De Pury, Reggiani, Richier, Rohm,Romeda, Spoerri, Stankiewicz,Trebbiani, Turnbull, Uecker, Williams,ed i greci Takis ed Avramidis.In queste opere, quasi tutte ad esten-sione verticale, la dimensione delreale si incontra e si completa con

quella dell’immaginario. “Si tratta diuna foresta di simboli scolpiti, checomunicano tra loro e riescono acreare un atmosfera unica, dove,segretamente, gli artisti, sono ingrado di esprimere l’inespresso”,come scrive nel catalogo dellamostra, il curatore Takis Mavrotàs. Enon è difficile, anche per i non addet-ti ai lavori, scorgere il ritmo, la forza el’intensità creativa che caratterizzaogni opera e la collezione nel suoinsieme. Plasticità, essenzialità, ispi-razione primaria tratta dal movimen-to, in tutte le sue forme, sono gli ele-menti- cardine di questa mostra alle-stita per la prima volta in Grecia, nel“multispazio culturale” Athinais, crea-to dall’occhio sensibile di TassosKokkineas, nel quartiere di Votanikò.L’esposizione, è stata inaugurata dalministro degli esteri greca, signoraDora Bakojanni. Takis, lo scultore deicampi magnetici, si trova a dialogarecon Henry Moore, un “mostro sacro”,affascinato dagli idoletti cicladici edall’arte precolombiana del centroAmerica. Ioannis Avramidis, semprecosciente del peso e della responsa-bilità collegati alla sua origine greca-classica, con Brancusi, che abban-

8 foroellenico

La foresta di Spiererin mostra ad AteneLa foresta di Spiererin mostra ad Atene

Henry Moore, Figura a tre quarti: lineescutura in bronzo 1980

Page 9: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

dona il bianco lucente del marmo,per sperimentare un nuovo materia-le con cui esprimersi, il bronzo dora-to.Questa mostra costituisce anche untributo a Simon Spierer, un mercante ditabacco scomparso tre anni fa, che havoluto dedicare la sua vita all’arte: “nonpotrei immaginare la mia vita senza

l’arte”, amava ripetere agli amici. Natoa Trieste, da una famiglia ebrea, citta-dino dell’impero Austroungarico, ha ini-ziato ad acquistare opere pittorichenegli anni ’50, per aprire, poco dopo, lasua prima galleria a Ginevra.Assieme alla moglie, Marie-LouiseJeanneret, decise di fondare ilCentro di Sperimentazione Artistica

Contemporanea di Bassano, e neiprimi anni ’80, ha aperto la sua colle-zione anche alla scultura.Un vero Mecenate, che ha volutorendere partecipe della sua passione- l’arte, bene universale per eccellen-za - il maggior numero di personepossibile.

U na mostra davvero rara, dovevengono rappresentate tutte le

correnti e le tendenze della sculturamoderna e contemporanea...

Come sapete, questa mostra riflettelo spirito ed il museo fantastico diSimon Spierer. Si tratta di una colle-zione privata, con un unità e coeren-za molto forte, che è caratterizzatadalla vastità delle conoscenze e delleconcezioni estetiche di Spierer.Abbiamo importantissimi rappresen-tanti della scultura moderna e con-temporanea. Questo grande amante

dell’arte del XX secolo, è riuscito amettere insieme opere d’arte uniche,frutto del lavoro e della creatività diquaranta maestri.

Si tratta di un mecenate che puòessere visto come un esempio daimitare?

Penso sia un collezionista con profon-de conoscenze, che ha iniziato acqui-stando di pittura, ad esempio diPicasso, o di Giorgio De Chrico.Opere che in seguito ha venduto, perpoter creare questa foresta fantastica

che oggi ammiriamo ad Atene. Nonscordiamoci che già quando venneroacquistate, queste opere erano moltoquotate, e che sono state vendute,nella loro stragrande maggioranza, dagallerie e case d’asta. Opere tra cui, atitolo meramente esemplificativo, pos-siamo ricordare “l’Uccello nelloSpazio” di Brancusi, “Pillar” di LouisBourgeois. Senza dimenticare i duegrandi greci della diaspora: Takis, eJannis Avramidis, nato a Baku, che haabbandonato la Georgia, per studiarealla scuola di belle arti di Vienna, enon ha mai nascosto che la sua ispi-

foroellenico 9

sopra: La “Foresta di sculture” nello studio privato di Simon Spierer a Ginevra.

a destra: Hans Arp, Idolo, scutura in bronzo lucidato 1950.

A Colloquio con Takis Mavrotàs, curatore della mostradi Teodoro Andreadis Synghellakis

A Colloquio con Takis Mavrotàs, curatore della mostra

Page 10: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

razione, era direttamente collegataall’arte della Grecia classica, maanche con il periodo che precedette ilRinasci-mento, ed in particolare aPiero della Francesca.Qual’è il significato simbolico della

foresta, secondo la sua interpreta-zione?

Tutte le opere si sviluppano vertical-mente, una cosa che ci fa ricordare,come riportano i dizionari, che il

bosco è “un vasto insieme di oggettiverticali”. Spierer crea quindi questacollezione, che conserva per moltianni a casa sua, in un appartamentoin Svizzera. Le opere, salivano sino acasa sua con l’aiuto di una gru. Negli

ultimi anni della sua vita,però, essendo convintoche l’arte è un bene uni-versale, decise di donaretutta la collezione.Inizialmente voleva donar-la a Trieste, alla sua cittànatale, ma ci furono degliintoppi, e così, venne incontatto con il museo sta-tale di Darmstad. Riuscìnel suo intendo, potendoanche presente all’inau-gurazione dell’esposizio-ne. Da allora, questa col-lezione affascina tutto ilmondo, ed ora, con ladecisione di renderla visi-tabile anche da cittadini dialtri paesi, aumenta anco-ra di più il suo fascino.Atene è la prima tappa,

10 foroellenico

sopra Simon Spierer tra le “sue” sculture

a sinistra: Lucio Fontana, Stallone, scutura in bronzo1929/30.

In basso: una sala della mostra A Forest ofSculptures presso l’Athinais Cultural Centre

Page 11: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

subito dopo “il bosco”, arriverà nelMuseo d’Arte Moderna di Costantino-poli.

Alcuni sostengono che l’arte moder-na e contemporanea non riesce acomunicare le stesse emozioni e lastessa intensità di quella del secolipassati. Qual’è la sua opinione alriguardo?L’Arte ha in sé, sempre, un legame dicontinuità. E’ come una catena infini-ta. Non dobbiamo scordare cheanche l’arte moderna, ha il suo puntodi partenza, per molti artisti, nell’arteinarrivabile delle sculture greche

classiche, e cheHenry Moore eGiacometti, hannoscritto pagine e pagi-ne su rapportosostanziale ed eclettico della loroopera, sia con gli idoletti cicladici -come anche Brancusi - sia, appunto,con la scultura classica. Si tratta diuna vicinanza spirituale e creativa.Non potremmo mai scordare ancheciò che è stato detto al riguardo,anche da Anthony Caro, uno deigrandi maestri dell’arte scultorea delXX secolo. Credo quindi che l’artemoderna esprime una continuità, e

contemporaneamente ridetermina iparametri estetici, che si trovano allabase dello sviluppo dell’arte. Arte chenon può essere statica, ma sempreuno specchio di ogni epoca. La cosaimportante, è che in ogni suo svilup-po, possa trasmettere emozioni everità. Nel contenuto, e, naturalmen-te, nella forma e nella sua resa plasti-ca.

foroellenico 11

sopra Takis Vassilakis, Signal, acciaio nero temperato, 1955.

a destra in alto: Alberto Giacometti: Piccolo busto di Diegosulla colonna (particolare), bronzo 1952.

qui di fianco Daniel Spoerri, Il liocorno, diverse leghe abase di bronzo, 1991.

Page 12: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

Aqualunque livello si abbia cono-scenza del latino o della storia

antica, capita di leggere i versi diOrazio (“Epistole”, 2, 1, 156-157) checantavano la rivalsa culturaledell’Ellade rispetto a Roma, dopoche questa aveva esteso il propriodominio ai territori dei regni derivatida Alessandro: “la Grecia conquista-ta (Graecia capta) conquistò il rudevincitore e introdusse le arti nell’a-greste Lazio”. Incisive parole cheperpetuano il riconoscimento dellagrecità come lingua madre della cul-tura europea, quindi occidentale, perquel che oggi significa nel processodi globalizzazione.La seduzione esercitata dall’immagi-nario classico in Italia è il tema spe-cifico della mostra che resterà apertaa Mantova fino al 6 luglio: La forzadel bello, L’arte greca conquistal’Italia, a cura di Salvatore Settis eMaria Luisa Catoni, la quale èresponsabile del catalogo (edizioneSkira, Milano 2008, www.laforzadel-bello.it).

Guardando alle manifestazioni pre-cedentemente organizzate inPalazzo Te dal Museo Civico e dalCentro Internazionale d’Arte e diCultura, è questa la prima volta che imonumenti vengono collocati nellasale affrescate della prestigiosa sededei Gonzaga, oltre che nelle adia-centi Fruttiere, dove peraltro l’archi-tetto Andrea Mandara ha progettatoespressamente una pavimentazionein ferro, funzionale all’austera struttu-ra degli ambienti.Nei saggi introduttivi al catalogo enella presentazione alla stampa,organizzatori e collaboratori hannosottolineato la volontà di gestire ilmateriale secondo parametri ideali,atti a rilevare i motivi del millenariosuccesso dell’arte greca nella peni-sola italica.Lo sviluppo della vicenda è reso tan-gibile in tre sezioni. La prima com-prende sia le opere giunte dallamadrepatria nelle fondazioni elleni-che dell’Italia meridionale e dellaSicilia, sia l’elaborato di quelle poten-

ti colonie, accennando l’iniziale diffu-sione del messaggio presso popolilimitrofi: punici, italici ed etruschi. Ipezzi sono intabulati secondo i crite-ri di energia ed eleganza, sfrenatez-za e controllo, sensualità dei corpi eintensità dei volti, nel prevalente inte-resse alla partecipazione del mito.La seconda parte è dedicata aRoma, dove l’accoglienza di manu-fatti si moltiplica con gli episodi diguerra e la nascita di un mercatoantiquario progressivamente alimen-tato dalla richiesta privata. Si manife-sta l’inedita dialettica tra le importa-zioni e le nuove committenze, tra ori-ginali e copie. Artisti greci realizzanopersonalmente nell’Urbe uno stileall’antica. Custodi della memoria cul-turale restano poeti e filosofi i cuiritratti popolano le biblioteche e lecase. Il mito viene rivissuto nelledecorazioni parietali e nelle figura-zioni funerarie. Afrodite e Dioniso -Venere e Bacco nella versione locale- trasmettono all’umanità la gioia divivere.La suggestione che i capolavorihanno lasciato negli scrittori di etàrepubblicana e imperiale, e la prolife-razione dei modelli attraverso lerepliche, lasciano un’impronta negliscrittori latini, che ha tramandato l’in-teresse durante il medioevo e il rina-scimento, fino alla riscoperta che èoggetto della terza fase dell’evento:la consegna alla coscienza universa-

12 foroellenico

Il Sonno e la Morte trasportanoSarpedonte caduto sotto le muradi Troia, cratere attico firmato dal vasaio Euxítheos e dal pittoreEuphrónios, 510 a. C. circa,da Greppe Sant’Angelo pressoCerveteri. Roma, MuseoNazionale Etrusco di Villa Giulia,già New York,Metropolitan Museum of Art

CCoossìì rreemmoottaa ccoossìì vviicciinnaaL’Arte greca in Italiain mostra a Mantova di Paolo Moreno

Page 13: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

foroellenico 13

le di quell’incommensurabile ereditàche Alessandro aveva estesodall’Afganistan al Gandhara, e neisuoi ultimi giorni pur vagheggiava ditrasmettere all’occidente.La nostalgia della Grecia porta fin daprincipio alla dislocazione di opereantiche entro imprevedibili contesti.L’apprezzamento dell’eleganza salvapreziose testimonianze nelle collezio-ni. Riconosciuti maestri della figura, iGreci vengono imitati in sorprendentiprove che troviamo esemplificate nel-l’ultimo settore del percorso, dallesculture del Cinquecento al dipintocon Giove e Ganimede che servì nel1760 ad Anton Raphael Mengs peringannare nientemeno che JohanJoachim Winckelmann. Il ciclo si chiu-de con alcuni dei clamorosi Nóstoi(ritorni) che hanno popolato laGalleria del Quirinale durante la pre-

sentazione dei Capolavori ritrovati:dispersione e recupero del patrimo-nio mediterraneo che vede oggi laGrecia e l’Italia solidali in un’iniziativadiplomatica e civile fondamentaleall’assetto d’Europa. Dall’ideale dellakalokagathía, la coincidenza del belloe del buono torna attuale: si ricono-sce - come sosteneva Agrippa in un’i-nascoltata proposta di legge al tempodi Augusto - che la fruizione esteticaè un bene pubblico, fino all’odiernarevisione etica della circolazione del-l’antico.Nella patria di Virgilio, il magnificoracconto figurato provoca il visitatorecon presenze che sembrano sortitedalle pagine dei manuali: chi potevacredere che simili cimeli avrebberolasciato le gelose collocazioni dallerispettive raccolte? Il risultato è che lacrisi oggi avvertita tra archeologia e

storia dell’arte antica trova equilibrionella migliore giustificazione che talimonumenti, famosi ma non sempredefiniti nella letteratura critica, assu-mono in Palazzo Te accostati a qual-che strepitoso pezzo di scavo o aibronzi venuti dal mare. La renitenzadi tanti studiosi ad aggiornare il meto-do, il rifiuto a prendere atto delle piùrecenti attribuzioni, sta nel non averavvertito la rivoluzionaria portatadegli originali che continuiamo adacquisire in Grecia, in Italia o nelleacque internazionali, e che costringo-no a riscrivere i libri. Passeggiandosotto i Giganti affrescati da GiulioRomano, s’incontrano l’Ulisse diSperlonga e il Torso del Belvedere,l’erma del Doriforo di Napoli e la testaNani dell’Atleta tipo Lussino, il ritrattodi Esopo da Ercolano (PseudoSeneca) e il volto del Sofista dal nau-

sopra: Calco del volto dell’Aristogitone, dal bronzo di Antenore,490 a. C. circa, gesso, 50 d. C. circa. Baia, Museo Archeologicodei Campi Flegrei

a destra: Fanciulla con colomba, stele in marmo di Paro, produ-zione di Locri, circa 480 a. C., da Roma, Esquilino. Roma, MuseiCapitolini, Palazzo dei Conservatori

Page 14: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

fragio di Porticello. Un museo deimusei, dal quale gli specialisti saran-no i primi a trarre imprevisto consiglioper approfondire nel paragone l’au-tenticità della bellezza ellenica: pertutti valga l’incanto di una ragionatacontemplazione.Affacciandosi in diverso ordine alle“porte” escogitate da AndreaMandara per introdurre ai documentidel passato, il visitatore sperimentapercorsi personali. L’allestimento sti-mola traguardi al di là del pensierodella manifestazione: una generalericognizione diacronica di quel centi-naio di soggetti schedati nel catalogo,apre a chiunque il piacere di verifica-re le proprie rimembranze scolasticheo una cultura classica ulteriormentematurata dalle letture e dai viaggi.Partiamo dalla statua di giovaneofferta in un santuario a Osimo (pro-vincia di Ancona), il koúros dettoMilani (da Luigi Adriano Milani, orga-nizzatore del Museo Archeologico diFirenze dal 1881): è ricomposto conla testa appartenente a una collezio-ne privata, bensì in deposito allaSoprintendenza per i Beni Archeolo-gici delle Marche. L’insieme così resti-tuito, se osservato con le teste daLentini e Marzabotto, e con le statueda Megara Iblea e da ReggioCalabria - reperti affluiti a Mantova -fa rivivere ai nostri occhi l’unità del-l’arcaico dal meridione all’Etruriaappenninica.Negli stessi anni la pittura offre la piùalta attestazione col cratere diEufronio, recentemente giunto inItalia dal Metropolitan Museum diNew York, e da annoverare tra lemaggiori attrattive dell’esposizione inPalazzo Te. La scena principale è unmomento toccante dell’Iliade, quandoZeus invia il genio del Sonno e quel-lo della Morte (maschile in greco)perché sottraggano il corpo diSarpedonte, figlio del dio e diLaodamia, alla mischia sotto le muradi Troia, trasportandolo nella Licia dicui l’eroe era nativo. Rispetto alla nar-razione epica, muta il tramite al vole-re di Zeus. Anziché Apollo, nella pittu-ra vascolare troviamo Ermete, per lasua tradizionale missione di accom-pagnatore delle anime: la corsa obli-qua dell’araldo che ha i calzari e ilcopricapo alati, e il suo gesto ansiosorivelano la rapidità di esecuzione del-l’impresa. Il corpo del principe è giàstato spogliato delle armi che

Patroclo ha mandato agli Achei pres-so le navi, tranne gli schinieri. Sonorealisticamente armati i due emissarivolanti, indicati con le didascalieHypnos e Thánatos, perché coman-dati ad attraversare il campo di batta-glia: dettaglio stupefacente è chequesti esseri sovrannaturali hanno l’i-ride chiara con la puntiforme pupillanera, mentre Ermete e i guerrieri rap-presentati altrimenti sul cratere,mostrano l’intera iride scura, secondola convenzione grafica. Come avevasuggerito Era a Zeus, il corpo diSarpedonte viene raccolto ancorcaldo: le ferite perdono sangue; lemembra e il capo si abbandonanoalla gravità quando il torso viene sol-levato; la chioma si spande sulle spal-le e sulla fronte, appena trattenuta dalpurpureo diadema. Il gesto soccorre-vole interrompe il corso della guerra

nel compianto che una poetessa ita-liana ha saputo rivolgere a una vitti-ma del nostro tempo: “ti vorrei direche la morte / non ha la faccia dellaviolenza / ma è come un sospiro dimadre / che viene a prenderti dallaculla / con mano leggera” (AldaMerini).Il volto di Aristogitone, uno deiTirannicidi immortalati nel più anticogruppo di tale soggetto innalzato daAntenore, è presente nel calco ingesso ricavato in antico dal bronzooriginale: delicato frammento, incredi-bilmente affiorato dallo scavo di unabottega di copisti ateniesi che lavora-vano per le residenze imperiali sulgolfo di Napoli (Baia, Museo Arche-ologico dei Campi Flegrei).Nel panorama interetnico enunciatodai promotori della mostra, il dio diMozia (Museo Whitaker) diventa

14 foroellenico

Statua di Niobide, marmo di Paro,440-430 a. C., da Roma, HortiSallustiani. Roma, MuseoNazionale Romano.

Page 15: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

foroellenico 15

antesignano di un’arte che travalical’ostilità delle genti: l’opera delMaestro di Selinunte, simulacro diculto nella piazzaforte punica dellaSicilia occidentale, conserva gli attac-chi bronzei della pelle leonina chericopriva la veste del Melqart fenicio aTiro, Cipro, Cartagine, Cadice e inSardegna, facendolo pari all’Eracleellenico. Tra i confronti migliori per ilpanneggio plissettato del nume diMozia, è la modulata discesa del chi-tone nell’assorta fanciulla con colom-ba di una stele dall’Esquilino, attribui-ta alla produzione di Locri: siamo alpassaggio tra l’arcaismo e lo stilesevero (Roma, Musei Capitolini, Pa-lazzo dei Conservatori).Drammatica la scultura della primaclassicità, proveniente da un frontonecon la strage dei figli di Niobe: forse daltempio di Apollo Iatrós (Medicus aRoma) di una colonia di Mileto, la riccaApollonia Pontica (oggi Sozopol, sulMar Nero), da cui Marco Licinio

Lucullo, fratello del proverbiale Lucullo,aveva trasferito nell’Urbe anche la sta-tua colossale del dio. Il pezzo espostoa Mantova rappresenta una Niobide almomento di cadere in ginocchio, trafit-ta alla schiena da un dardo diArtemide: nello spasimo il busto s’inar-ca e il mantello scivola scoprendo l’i-neccepibile nudo che rimane all’originedi un’ininterrotta ricerca formale(Museo Nazionale Romano).Il sortilegio di Medea, la qualeaccompagnava l’amato Giasone tragli Argonauti, fa perire Talo, il gigantedi bronzo che custodiva l’isola diCreta. Pietosamente i Dioscuriaccompagnano la caduta del colossonella scena che adorna la fronte di uncratere realizzato nel Ceramico diAtene, poco dopo il termine dellaguerra del Peloponneso (Ruvo,Museo Nazionale Jatta).All’età ellenistica risale l’invenzionedel ragazzo che si cava una spina dalpiede: il celebre Spinario, al Palazzo

dei Conservatori in Roma, ne conser-va il corpo originale, sul quale fu adat-tata in età tarda la testa parimentiautentica di un Eros più antico, quelloplasmato da Alcamene, rivale di Fidia,nel santuario del dio a Tespie. Diversaè la lega del bronzo nelle due sezioni,indipendente il modellato, evidente ildivario delle proporzioni: infine ladiscesa dei riccioli ai lati del viso, dise-gnata per un giovinetto stante ed eret-to, è inconciliabile con l’inclinazioneconferita al capo nel fantasioso mon-taggio. Di qui il valore emblematicoche il monumento assume nella poli-versa vitalità del messaggio.

Le riproduzioni e le didascalie sonoricavate dalle tavole del catalogo, o dalCD della mostra La forza del bello,appartenente alla cartella stampa, dis-tribuita dal Centro Internazionale d’Artee di Cultura di Palazzo Te, Mantova.

a destra: Morte di Talo, gigantesco custode di Creta, cratere attico che dà nome al Pittore di Talo, terracotta,400 a. C. circa. Ruvo, Museo Nazionale Jatta

a sinistra: Spinario, composizione tardo antica di due originali greci in bronzo, la testa dell’Eros di Alcamene aTespie, 460 a. C. circa, e il corpo di un fanciullo ellenistico, 100 a. C. circa. Roma, Musei Capitolini, Palazzo deiConservatori

Page 16: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

Dal 13 Marzo 2008, più di 280 ogget-ti della civiltà minoica provenienti dal-l’isola di Creta, la maggior parte deiquali non sono mai stati presentati aldi fuori della Grecia, sono esposti alCentro Culturale Onassis di NewYork. La mostra Dalla Terra delLabirinto: Creta Minoica, 3000-1100a.C. presenta la storia della splendi-da “Cultura Minoica” di Creta checostituisce la prima grande civiltàpalaziale nel territorio europeo. Lamostra, che durerà fino il 11 settem-bre del 2008, ricompone, attraversoantichi reperti e opere d’arte rappre-sentative, l’immagine del mondominoico nel terzo e nel secondo mil-lennio a.C. Molti i riferimenti allacomplessa organizzazione sociale,all’ideologia religiosa, alla vita pubbli-

ca e privata, agli scambi commercia-li via mare, alla scrittura, all’arte edalla “tecnologia” dell’epoca. È bennoto che la civiltà minoica porta ilnome del mitico re di CnossoMinosse, il quale, secondo la mitolo-gia greca, è collegato al Labirinto diCnosso - opera del carismatico mae-stro Dedalo - dove viveva rinchiuso ilMinotauro.La mostra si articola tematicamentee cronologicamente in 11 settori, chemostrano la nascita di una particola-re ed originale espressione culturalee testimoniano il suo consolidamenoe le sue grandi conquiste. Un pano-rama che si viene a creare, attraver-so gioielli in oro che ornavano i ricchisepolcri, le lastre di terracotta coniscrizioni dei principi basilari dell’eco-

nomia minoica, i particolari utensiliusati in grandiose cerimonie, comeanche le statuette di terracotta offer-te alle divinità protetrici. Gli oggettiesposti provengono esclusivamentedai musei archeologici di Creta, incollaborazione con il Ministero dellaCultura ellenico.Avendo assodato che quella minoicafu la prima grande civiltà palatina chefiorì nel territorio europeo, l’esposi-zione esamina il contesto storico eculturale di questa società particola-re, gettando nuova luce su alcuniaspetti della vita pubblica e privata.Le informazioni raccolte per quantoriguarda i vari periodi della civiltàminoica - antico minoico, mediominoico e tardo minoico oppureperiodo Prepalaziale, Protopalaziale,

16 foroellenico

La civiltà Minoica rivive attraversouna mostra di oggetti uniciReperti dalla “Terra del Labirinto” vengono esposti per la primavolta fuori Grecia al Centro Culturale Onassis di New York

a sinistra: testa di toro di età tardo minoica (1450 a.C. circa) prove-niente dal Museo Archeologico di Eraclio

sotto: resti archeologici della città di Cnosso

Page 17: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

foroellenico 17

Neopalaziale e Postpalaziale - deri-vano sopprattutto da reperti degliscavi cimiteriali ed in insediamentidell’isola.Creta è situata nel punto di incontrodi tre continenti, l’Africa, l’Asia el’Europa. Grazie a questa posizionefavorevole, i minoici svilupparonorapporti commerciali con altre civiltàdel Mediterraneo e assunsero ilcontrollo delle vie marittime.Esportarono legname, alimenti,tessuti e olio ed importarono sta-gno, rame, argento, pietre prezio-se e altre materie prime. Per i lorobisogni primari, tuttavia, gli antichicretesi erano autosufficienti.Elementi archeologici del periodoprepalaziale rivelano gli enormicambiamenti che avvennero all’in-terno della struttura sociale dellaprima società minoica, cambia-menti dovuti alla comparsa di“signori” locali che volevanoimporre la loro identità e la loroclasse sociale. La differenziazio-ne, portò gradualmente alla crea-zione delle società palatine duran-te il periodo medio minoico o pro-topalaziale, che cominciò circa nelXIX secolo a.C. Imponenti palazzireali vennero costruiti a Cnosso ea Màlia, nella parte settentrionaledi Creta, a Festo, nel Sud dell’iso-la, e a Zakro, nella regione orien-

tale. Come palazzi reali vengonoidentificati i vasti complessi ediliziche fungevano da centri del poteretemporale e religioso e da puntinodali per il controllo della vita eco-nomica e sociale. IL potente sistemasociopolitico toccò l’apice durantel’epoca dei “nuovi palazzi reali” dalXVII°, sino alla metà del XV° secolo

A.C. E questo, malgrado il duro colpoche ebbe a subire nel XVI secolo, acausa di un fortissimo disastro natu-rale, l’eruzione del vulcano di Thèra,Santorini. Creta, nei secoli di mag-gior potenza, estese la sua infuenzaed il suo splendore culturale a tutto ilMar Egeo, ma anche in Egitto e nelpiù vasto Oriente. Ne ritroviamo testi-

monianza anche nei testi degliantichi scrittori greci ed in alcuniaffascinanti racconti mitologici.Con la formazione dei “palazzi”,fiorì anche la scrittura e si svilup-pò un sistema burocratico benorganizzato per il controllo deltraffico commerciale e la produ-zione di articoli di lusso.Inizialmente, i minoici, usavanodue sistemi di scrittura, una gero-glifica, evidentemente, di originiegizie, e una sillabica: la LineareA che corrisponde al gruppo lin-guistico del Mediterraneo orien-tale e che ancora non è statadecifrata. Nella sezione dellamostra “Scritture e Pesi eMisure”, vengono esposti esempidi questa scrittura enigmaticadatati alla fine del XII periodopostminoico (circa 1450 a. C.). Lelastre di terracotta della scrituraLineare A contengono inventaridi merci e di altri beni ed elenchidi persone e artigiani. Vengono

sopra: sarcofago del tardo periodo minoico (1375 - 1300 a.C. circa) Museo Archeologico di Rethymnonin basso: Ascia votiva in oro del medio periodo minoico (1650 - 1600 a.C. circa) Museo Archeologico di Eraclio

Page 18: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

individuate iscrizioni anche in varialtri oggetti, come asce a doppiotaglio, utensili di terracotta, sigilli evasi litici. La mostra comprendeanche lastre di terracotta della scrit-tura Lineare B, che fù decifrata neglianni ’50 dai Michael Ventris e JohnChadwick. Benché la scritturaLineare B, costituisca un’evoluzionedella scrittura Lineare A, è stato pos-sibile decifrarla grazie al fatto che isuoi sillabogrammi identificano la lin-gua greca, nella forma in cui era par-lata dai micenei che dal XV secoloa.C. arrivarono a Creta.La sezione della mostra “Religione eRiti” rivela uno dei più importanti eaffascinanti aspetti della civiltà minoi-ca. La figura di una dea, protetricedella natura e della fertilità, che occu-pa il primo posto nella gerarchiadelle divinità. I sacri simboli della reli-gione minoica sono le corna di con-sacrazione e l’ascia a doppio taglio.Le asce in rame, in argento ed in oro,come l’ascia votiva ritrovata nellagrotta di Arcalochori, venivano depo-sitate nei luoghi di culto. Innumerevolistatuette di terracotta rappresentanofedeli, mentre le raffigurazioni di ani-mali simboleggiano offerte alle divini-tà. Splendidi utensili rituali come ilrhytòn di steatite a forma di testa ditoro da Zàkros, offrono le provemateriali di complessi riti palatini.La sezione intitolata “Il mondo poli-cromo degli affreschi” presenta unsettore in cui i minoici giunsero arisultati altissimi, la grande arte dellapittura murale. I pittori ricoprivano lepareti dei palazzi e delle ville conimmagini che immortalavano la natu-ra cretese e le scene rituali.Utilizzando la tecnica dell’affresco,stendevano i colori su una superficieumida e creavano composizioni chea tutt’oggi mantengono una vivacitàimpressionante, come il famosoaffresco delle pernici.Alcuni laboratori, poi, erano specializ-zati nella produzione di oggetti dilusso, di capolavori in ceramica, nel-l’incisione di sigilli, nell’arte lapidaria,nell’orificeria. Come si può vederevisitando le sezioni della mostra “Vasie Vasai”, “Incisione di sigilli: L’Artenobile della Micrografi ”, e “Gioielli perla Vita e la Morte”, i capolavori dell’e-poca palaziale testimoniano il pro-

gresso straordinario raggiunto daabili e ispirati artisti e artigiani. Il set-tore “Capolavori in Pietra” dimostra laconoscienza eccezionale della scal-pellatura. Nella sezione, “Nel mondodell’artigiano”, sono presenti gliattrezzi usati dal falegname, dall’agri-coltore, dal vasaio e dal pescatore.L’utensile per l’apicoltura introduce ilvisitatore alle abitudini alimentari edalle attività quotidiane.Verso la metà del XV secolo a.C., ilsistema palaziale minoico subì unacatastrofe, probabilmente per unacombinazione di cause naturali einterne. Seguì l’insediamento di unanuova dinastia e il consolidamentodella burocrazia micenea con lacomparsa delle lastre della scritturaLineare B. Spade, minuziosamenteornate e lavorate, ed elmi di zanne dicinghiale, mostrano i valori e l’ideolo-gia di un’élite militare che fece la suacomparsa,a Creta, dopo l’arrivo deimicenei tra il 1450 e 1300 a.C. Ipalazzi reali micenei svanisconoanche essi intorno alla prima metàdel XIII sec. a.C.. Segue il periodopostpalaziale, un’epoca con idiomi

minoici e micenei misti. E il cerchio sichiude circa il 1100 a.c. con la finedell’Età del Bronzo.La mostra Dalla Terra del Labirinto:Creta Minoica, 3000-1100 a.C.è stata organizzata dagli archeologiMaria Andreadaki - Vlazaki, VilyApostolakou, Nota Dimopoulou -Rethemniotaki, Christos Mpouotis,Lefteris Platonas e GiorgosRethemiotakis. Il Centro CulturaleOnassis di New York, che divulga lacultura greca in tutti gli Sati Uniti, haportato a termine una fruttuosa colla-borazione con il Ministero dellaCultura ellenico:, i reperti esposti,provengono dai musei archeologici diEraklion, Hania, Rethimno, AghiosNikòlaos, Ieràpetra, Sitìa e Kìssamosdi Creta. L’esposizione, che è statadefinita “di altissimo valore scientificoe culturale” è accompagnata da unaserie di conferenze, visite guidate,come anche da un convegno interna-zionale che segnerà la chiusura dellamostra, il 13 settembre 2008.

Traduzione di Marina Bliatsiou e Dimitris Asimakopoulos

18 foroellenico

A destra una coppia di orecchini in oro e in basso un anello esposti al Centro Culturale Onassis di New York fino al 13 settembre prossimo

Page 19: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

foroellenico 19

La mostra è stata presentata per laprima volta a Missolungi, alla

Pinacoteca Moschandreou, lo scorsodicembre: sessantacinque artisti grecicontemporanei, con le loro opere, ren-dono omaggio a Dionisios Solomòs, ilpoeta che meglio di tutti, nel XIX

secolo, cantò l’aspirazione alla libertàdel popolo greco. L’esposizione, è arri-vata anche a Venezia, nell’antico con-vento di San Cosma e Damiano, nel-l’isola della Giudecca, ormai tramuta-to, dal comune della Serenissima, incentro culturale. Un omaggio che

La forza espressiva di SolomòsLa forza espressiva di Solomòs

in alto: La Madre folle o il cimiterodi Andreas Gheorghiadis, 2007 inchiostro su carta

sotto: Aleksandra Isakidi “La Laguna di Missolungi”, 2007.Acquarello e soft pastel su carta

Sessantacinque artisti “dialogano” con Dionisios Solomòsil poeta della libertà

“Sempre all’erta, sempre vigili, i lumi dell’anima mia...”.

Page 20: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

coincide con la ricorrenza dei cento-cinquant’anni dalla morte del poeta,originario delle isole ionie, di Zante,perfetto bilingue, di formazione cultu-rale italiana (studiò a Venezia ed aCremona). Un poeta che dette fondoad ogni riserva di energia e passione,per perfezionare sempre più il suo usodel greco, sino a diventarne un mae-stro, nella parola e nell’espressione.L’esposizione, ospitata nella sala cen-trale dell’ex convento della Giudecca,è frutto della collaborazione tra l’asso-ciazione culturale Mikri Arktos, laPinacoteca Moschandreou, ilConsolato di Grecia a Venezia e ilComune di Venezia. Prezioso, anche ilcontributo di altre istituzioni, quali ilministero Ellenico degli Affari Esteri edel Turismo, la Comunità dei GreciOrtodossi di Venezia e dell’ArcidiocesiOrtodossa, dell’Ente NazionaleEllenico per il Turismo e dell’UniversitàCa’ Foscari. Nel corso della mostra,dal 21 aprile al 19 maggio, la profes-soressa Caterina Carpinato, della cat-tedra di Lingua e LetteraturaNeogreca di Ca’ Foscari, ha tenuto unciclo di lezioni, sul sommo poeta.Come scrive la curatrice dell’esposi-

zione, Iris Kritikou “questo tentativo diomaggiare Dionisios Solomos, attra-verso la mostra e l’edizione del catalo-go, è composto da sessantacinque dif-ferenti sguardi, che si concentranosulla vita e l’opera del poeta. Tentatividi ritrarre lo stesso o i suoi protagoni-sti letterari, prove creative che tendo-no alla completezza (“δοκιµαστικε′ςενδελε′χειες”) e” che si riferiscono allasua personalità ed al suo universo

20 foroellenico

Angelì Iò · Angelidou Dafni · Angelopoulos Spyros · Adamakis Giannis ·Adrianos (Sotiris) · Alexakis Stelios · Andreadakis Dimitris · AsargiotakiKalliopi · Antachopoulou Katerina · Antonopoulos Angelos · VarlamosGiorgis · Veroukas Alexis · Vetta Nanà · Georgiadis Andreas · GeorgiadisSavvas · Golemas Miltos · Gonou Irini · Gourzis Giannis · DaskalakisStefanos · Dimitrakopoulou Tania · Zervas Stamatis · Isakidi Alexandra ·Ioannou Stavros · Kanà Irini · Katsigiannis Dimitris · Katsipanos Theofilos· Kechagioglou Christos · Kontellis Andreas · Kontogiannopoulou Lida ·Krontirà Marina · Ktistopoulou Maria · Kyrarinis Alekos · Madenis Michalis· Makrì Kliò · Makris Thanasis · Marouda Kalliroi · Matsa Alina · MoschosNikos · Beldekos Panagiotis · Bitsikas Xenofon · Bitsakis Manolis ·Botsoglou Chronis · Nikolaidi Niki · Nikolaou Andreas · Doutsouli Stamatina· Pantelias Miltos · Papadimitriou Elena · Papakostas Achilleas ·Papatriantafillou Konstantinos · Pappas Kostas · Pasantas Panagiotis ·Petroulakis Stelios · Prokopiou Elianna · Skourogiannis Dimitris · StaverisAntonis ·Stavropoulou Matina · Stelaltou Marina · Tetsis Panagiotis ·Tzanoulinos Praxitelis · Tzermias Vangelis ·Tountas Panagiotis · FasianosAlekos · Filipopoulou Maria · Chonias Tasos · Psichopaidis Giannis

GLI ARTISTI IN MOSTRA

a sinistra Irini Gónu “Con la sua grafia”, 2007 tecnica mista

a destra, Praxitelis Tzanoulinos“Dionisios Solomós”, 2007, Ceramica

Page 21: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

interiore, con paesaggi della vita realee dell’ispirazione, figure familiari e per-sone a lui vicine che lo hanno segna-to. Accostamenti iconici di una tramapoetica, rese intuitive di un racconto inprosa, immersioni esaustive all’internodi una parola, declamazioni private diun verso, restituite in immagini, cheecheggiano la frammentarietà dellasua vita e della sua opera, vengonoproposti come rappresentazioni grafi-che aperte, di una ricerca- per forza dicose frammentaria- dai confini incerti.”Il luogo di villeggiatura, la collina diStrani a Zacinto, dove Solomòs risie-dette in vari periodi della sua vita eprobabilmente scrisse “l’Inno allaLibertà”, è presente nelle opere diMaria Ktistopoulou, Stavros Ioannou eMarina Stellatou. Mentre l’eroica citta-dina di Missolungi, e l’esodo dei suo

abitanti assediati, stremati nel fisico,ma vincitori nella grandezza del lorocoraggio, viene ritratta da DimitrisAndreadakis, Alessandra Isakidi eLida Kondojannopoulou. Tuttavia,come rileva la curatrice, la maggiorparte delle opere, ha per tema lavastità espressiva dei suoi versi: itempi e i luoghi, le stagioni, la tempe-sta e la pace dei morti, le visioni ed isogni, i peccatori e coloro che hannoraggiunto la salvezza. AlekosFasianòs, con la sua opera“Combattenti per la libertà”, palesa ilsuo riferimento ai “Liberi assediati” diMissolungi, mentre Niki Kanà con“Festa Nazionale”, e AndreasNikolaou, autore di “Quel che rimanedella festa”, ribadiscono il legameinscindibile tra il poeta zantiota e lagrecità, l’eterna aspirazione alla liber-

foroellenico 21

a destra: Dafni Anghelidou “Guardando il cielo, vera patria”, 2007Acrilico su tela

in basso: Stefanos Daskalakis “Composizione”, 2007,Acquarello e tempera su carta

Page 22: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

tà ed all’indipendenza di pensiero,insita nell’essere più profondo di ognigreco. Molte le opere esposte, cheriprendono il testo, rappresentato piùvolte a teatro, “la Donna di Zante”.Testo enigmatico, dove dialoganodiversi generi di scrittura. Un’operamolto dura, rimasta inedita per più diun secolo: una donna-mostro, disuma-na, ha in odio i suoi parenti ed i suoiconcittadini. Dionisios Ieromonachos,considerato un alter ego del poeta laaffronta, contrastando-la, e dopo la fine tragicade “La donna di Zante”,riesce a provare since-ra e profonda pietà. Aquet’opera si sono ispi-rati Maria Krondirà,Stefanos Daskalakis,Nikos Moschos eChronis Botsoglou.Tuttavia, come scriveParaskevàs Karasoulis,responsabile dell’asso-ciazione culturale MikriArktos (Orsa Minore)“se Dionisio Solomòsfosse soltanto un«poeta nazionale», secioè la sua opere aves-sero avuto solo il valoremonodimensionale diun simbolo della mitolo-gia nazionale, alloraquesto incontro, avreb-be corso, per forza di

cose, il pericolo di essere imprigionatodalla noia e dalla dimensione pittore-sca, che di solito seguono le parate edi festeggiamenti delle ricorrenze nazio-nali.Si fornisce invece prova che l’opera diDionisio Solomòs, riesce a non venireimprigionata in ambiti premeditati, néin classificazioni sospette, rimanendo,giovane ed “inclassificata”, libera,aperta a più livelli, “pericolosa” e radi-cale, ed appunto per questo profonda-

mente nazionale, pronta al capovolgi-mento”. E per convincerci, se ancorace ne fosse bisogno, della perenneforza espressiva di Solomòs, non pos-siamo che concludere con i versi di unaltro grande poeta dell’ellenismo,Odisseas Elitis, premio Nobel per lapoesia: “Ovunque, o fratelli, vi trovi ilmale, ovunque vi si annebbi la mente,menzionate Dionisios Solomòs”.

22 foroellenico

Andreas Nikolaou “Ciò che rimane di una festa”, 2007. Olio su tela

Page 23: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

T renta funzionari e Vigili del Fuocodella Protezione Civile italiana,

con il loro impegno, hanno contribuito,nell’agosto scorso, a salvare la zonaarcheologica di Olimpia minacciatadal fuoco. E la Grecia, nel giro di pochimesi, ha voluto dimostrare concreta-mente la sua riconoscenza. Nelle saledell’Ambasciata di Grecia a Roma, il13 marzo scorso, S.E. l’AmbasciatoreCharàlambos Rokanàs, ha consegna-to a tutti e trenta i piloti, funzionari, tec-nici, a nome del governo di Atene,altrettante pergamene e medaglie.“Con queste onorificenze, il popologreco - ha sottolineato l’Ambascia-tore - vuole esprimere la propria gra-titudine per l’immediata partecipazio-ne dell’Italia, che ha contribuito a sal-vare vite, il patrimonio e la cultura

greca, nell’area di Olimpia. Un esem-pio, che rimarrà sicuramente nellanostra memoria. Abbiamo sentito ildovere di ringraziare ufficialmentetutti i nostri amici italiani che hannomesso a repentaglio, senza nessunaesitazione, le loro vite, per il buon

esito di questa missione”. Parlando a“Foroellenico”, alcuni dei piloti pre-miati, hanno voluto ribadire l’impor-tanza dell’esperienza dello scorsoagosto: “Avremmo voluto fare anchedi più”, ci ha detto Riccardo Filippi,copilota sul Canadair CL-415 e

foroellenico 23

La collaborazione tra piloti italiani e greci: Un punto di forza per un futuro più sicuro

Durante una toccante cerimonia svoltasi all’Ambasciata di Grecia a Roma sono stati consegnati i riconoscimenti ai piloti italiani che hanno collaborato alle operazioni antincendio della scorsa estate sul territorio ellenico

Durante una toccante cerimonia svoltasi all’Ambasciata di Grecia a Roma sono stati consegnati i riconoscimenti ai piloti italiani che hanno collaborato alle operazioni antincendio della scorsa estate sul territorio ellenico

In alto un Canadairdella Protezione civile italiana

in azione durante l’opera di spegnimento di un incendio

a destra: un momento della cerimonia svoltasi pressol’Ambasciata di Grecia a Roma,

La collaborazione tra piloti italiani e greci: Un punto di forza per un futuro più sicuro

Page 24: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

24 foroellenico

responsabile della comunicazionedel gruppo Aeroservices. “Purtroppo,però, si è verificata contemporanea-mente un’emergenza, sia in Italia chein Grecia, e questo ha frammentatole forze in gioco. Ma ci è rimasta nelcuore la grandissima riconoscenzadella gente, e la forte collaborazionetra piloti italiani e greci”. “Nella miaesperienza, sia in Grecia che in Italia.Non avevo mai visto una situazionedel genere, ma non scorderò mai la

solidarietà degli altri piloti deiCanadair, che erano lì a combatterecon noi”, ha aggiunto il suo collegaDomenico Alferj. E Roberto Giam-bona, alla sua prima esperienza delgenere all’estero, ha invece sottoli-neato l’importanza, anche formativa,di trovarsi a cooperare con greci,spagnoli, francesi, per arginare ilfuoco, il nemico comune. “Un punto diforza - come ci ha detto - per un futu-ro più sicuro”. L’Italia, ha voluto

sostenere Olimpia, anche dopo lafine dell’emergenza, inviando tremilacipressi, che sono già stati piantati, inmodo da ricreare l’area verde, intor-no alla zona archeologica.Da parte sua, il capo della ProtezioneCivile Italiana, Guido Bertolaso, pre-sente alla cerimonia di premiazione,conscio dell’importanza di un’ampiacollaborazione tra il maggior numerodi stati possibile, per poter affrontareemergenze simili, ha aggiunto che

“l’esperienza della scorsaestate, ci ha insegnato, semai ce ne fosse stato biso-gno, che nessun paese, difronte a situazioni così criti-che ed estese, è in grado didare da solo, una rispostaconcreta e risolutiva. Quindi,il meccanismo d’aiuto tra idiversi paesi dell’Europa edel Mediterraneo, per quan-to riguarda tutte le calamitànaturali, diventa sempre piùimportante”. Ed un ulteriorepasso, verso questa direzio-ne, è già stato compiuto: perla prima volta, lo scorso 17-18 aprile, la Grecia ha parte-cipato, all’esercitazione an-tincendio svoltasi in Sar-degna, insieme alle forze diItalia, Francia, Portogallo eSpagna.

sopra Roberto Giambona,copilota su Canadair

a destra S.E. l’AmbasciatoreCharàlambos Rokanàs,

consegna, a nome del governo di Atene,

un riconoscimento al comandante della Sorem

Franco Granato

Page 25: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

foroellenico 25

“Questi uomini hanno risposto concoraggio e generosità alla nostrarichiesta di aiuto. Con il loro impegnoe il loro lavoro ci hanno aiutato a sal-vare molte zone del nostro Paese e isacri resti di Olimpia. È un gesto chenon dimenticheremo mai, e che anzisottolinea una volta di più l’amiciziatra Italia e Grecia”. Commozione egratitudine si mescolano nelle paroleche Charalambos Rokanàs, Amba-sciatore di Grecia a Roma, dedicaagli uomini della Protezione Civile ita-liana che quest’estate sono interve-nuti nel Peloponnesso e in altre regio-ni del Paese per aiutare le autoritàelleniche a far fronte all’emergenzaincendi, che in pochi giorni causaro-no la morte di 60 persone e la distru-zione di oltre 70mila ettari di bosco.“L’aiuto italiano è stato prezioso,anche perché - ha sottolineatol’Ambasciatore - è arrivato in unmomento in cui anche in Italia divam-pavano le fiamme nelle regioni delSud”.Evento particolarmente sentito, lapremiazione di Roma, anche perchésvoltosi nei giorni in cui il sacro fuocodei Giochi Olimpici stava per essereacceso ad Olimpia, per iniziare così ilsuo finora travagliato e difficile cam-mino verso Pechino, per laXXIXesima edizione delle Olimpiadimoderne. Proprio Olimpia e la suaarea archeologica rischiarono, nell’a-gosto scorso, di essere distrutte dallefiamme. A salvare un pezzo di storiagreca e un patrimonio dell’interaumanità, il coraggio dei Vigili delFuoco, aiutati proprio dai colleghiarrivati da molti Paesi dell’UnioneEuropea.“Tutto è accaduto talmente in frettache davvero, per qualche istante,abbiamo temuto di perdere Olimpia- ci ha spiegato il sindaco della città,Ghiorghios Aidonis - Il fuoco, spintodal vento, viaggiava a una velocitàdi quasi 150 km/h, con fiamme altepiù di 70 metri e 2mila gradi di tem-peratura: abbiamo pensato di esse-re davanti alla fine, ma non abbiamo

mai pensato, né le autorità né i Vigilidel Fuoco, di abbandonare la città.Ci siamo stretti l’un l’altro, abbiamosuperato lo sconforto e abbiamodifeso e salvato dal fuoco il sitoarcheologico e il museo di Olimpia”.Ora che il sacro fuoco è stato accesoe la torcia è partita per la sua staffet-ta intorno al mondo, le parole diTeodoro Cocconis, colonnello dei

Vigili del Fuoco di Olimpia in primafila insieme ai suoi colleghi nella lottacontro le fiamme di questa estate,suonano come un augurio, ma anchecome un monito per il futuro: “Speroche quanto accaduto questa estatenon si ripeta mai più. Sappiamo beneche quegli incendi erano dolosi, espero che nessuno voglia più metterea rischio in questo modo la vita ditante persone. Ora la fiaccola olimpi-ca è ripartita per il suo viaggio: augu-ro a tutto il mondo di vivere concreta-mente gli ideali olimpici: la coesisten-za, la pace universale, l’amore tra ipopoli, anche il rispetto della natura eil vivere in armonia con essa. È innome di questi valori che abbiamolottato”.

Salvare un pezzo di storia greca e un patrimonio dell’intera umanitàSalvare un pezzo di storia greca e un patrimonio dell’intera umanitàdi Dario Ricci - Il Sole24Ore - Radio 24

Page 26: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

26 foroellenico

I l cinquantesimo anniversario dallamorte di Nikos Kazantzakis ha

coinciso con una lunga serie di even-ti, tanto in Grecia che all’estero, dedi-cati ad uno dei più importanti intellet-tuali greci del secolo scorso. Si trattadello scrittore greco più noto all’este-ro, quasi l’unica eccezione in unarealtà dominata dalla poesia, da geniquali Kavafis, Elitis, Ritsos, Seferis.Fra gli eventi in memoria diKazantzakis, spicca il convegno inter-nazionale “Nikos Kazantzakis - 50anni dalla morte”, organizzato a

Napoli lo scorso 22 e 23 ottobre.Un’iniziativa della più antica cattedradi Neogreco in Europa, la cattedradella Lingua e Letteratura Neogrecadel Dipartimento di Studi dell’EuropaOrientale presso l’Università degliStudi di Napoli “L’Orientale”. Con ilpatrocinio dei Ministeri della Cultura edell’Educazione di Atene, dell’Amba-sciata di Grecia in Italia e delConsolato Generale a Napoli e la col-laborazione dell’Accademia di Atene,il convegno ha contato numerosi par-tecipanti, tra i quali, i più importanti

studiosi di Kazantzakis in Grecia e inItalia.A dare lustro al comitato scientifico, ilprofessor Mario Vitti, presidentedell’Associazione Nazionale Italianadi Studi Neogreci, il professorVincenzo Rotolo, direttore dell’IstitutoSiciliano di Studi Bizantini eNeoellenici e il professore di Lingua eLetteratura Neogreca all’Università diNapoli “L’Orientale”, CostantinosNikas, organizzatore del convegno. Enon si tratta della prima iniziativa diquesto tipo: il professor Nikas in pas-

NNiikkooss KKaazzaannttzzaakkiiss::LL’’iinntteelllleettttuuaallee aaffffaasscciinnaattoo ddaa DDiiooDue iniziative per onorare la memoria e l’opera del“Grande Cretese”, Nikos Kazantzakis. Un conve-gno a Napoli, all’Università “L’Orientale”, con lapartecipazione di neogrecisti e di alcuni tra ipiù eminenti studiosi greci. Ed una giornata distudi a Roma, all’Università di Tor Vergata,aperto alle voci di giovani umanisti e filologi,che con il loro interesse, danno ulterioreprova dell’attualità di questo scrittore.Foroellenico ha voluto seguire queste dueinziative, per riprendere un filo mai interrotto, da quando cioè, aveva dedicato all’autore di “Zorba il Greco” e“Cristo di nuovo in croce”, un intero numero monografico, nell’estate del 2004. Cretese ed ecumenico, greco eprofondamente europeo. I suoi diari di viaggio, costituiscono un punto di riferimento fondamentale, per chi credeancora nella parentela tra giornalismo e letteratura. Amò Dante, fu affascinato dal “Poverello di Dio”, da SanFrancesco, ma più di ogni altra cosa, difese la sua autonomia creativa, il suo ruolo di scrittore e intellettuale, chesentiva come una vera e propria missione. Un esempio di coerenza - anche a discapito degli interessi economi-ci e dell’agio - che è bene continuare a tenere ben vivo nella memoria. Profondamente greco, profondamenteumano, ed anche, a suo modo, profondamente credente, con un rapporto personalissimo, quasi mistico, con Dio.Una personalità poliedrica ed unica, che deve ancora essere interpretata e compresa, nella sua pienezza.

di Maria Mondelou

“Nikos Kazantzakis: 50 anni dalla morte”Il convegno internazionale all’Università di Napoli dedicato al grande intellettuale

Page 27: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

foroellenico 27

sato ha organizzato convegni dedica-ti a Costantinos Kavafis, GhiorgosSeferis, Andreas Empirikos, Alexan-dros Papadiamantis, Rigas Velestinlised alla lingua e la scrittura degli elle-nofoni di Calabria, ai Giochi Olimpici,ma anche rappresentazioni e incontrisul dramma antico, con opere qualiLe Rane, Le Ecclesiazuse, Le Bac-canti, Gli Uccelli, Le Troiane.I lavori sono stati aperti da RiccardoMaisano, preside della Facoltà diLettere e Filosofia all’Università diNapoli “L’Orientale”, da Italo CostanteFortino, direttore del Dipartimento diStudi dell’Europa Orientale dellastessa Università, dai professoriVincenzo Rotolo e Mario Vitti.Quest’ultimo, ha voluto soffermarsisulla “personalità ingombrante” diKazantzakis, “che ha provocato enor-mi contrasti nella vita culturale, permezzo secolo”.Presenti, i neogrecisti più importantidelle Università greche e italiane, stu-diosi dell’opera di Kazantzakis, tra cuiEratosthenis Kapsomenos dall’Uni-versità di Ioannina, Ghiorgos Kecha-ghioglu dall’Università di Salonicco,Stella Priovolou ed EuthimiosSouloghiannis dall’Università di Ate-ne. Sono inoltre intervenuti i profes-sori Gennaro D’Ippolito, AntoniaSofikitou e Maria Caracausi dal-l’Università di Palermo, CaterinaCarpinato dall’Università di Venezia,Vincenzo La Rosa dall’Università diCatania, Cristiano Luciani dal-l’Università di Roma “Tor Vergata”.Le relazioni hanno presentato varirisvolti dell’opera di Nikos Kazantza-

kis, come letterato, intellettuale e filo-sofo. Alcuni relatori si sono concen-trati sull’opera letteraria e poetica diKazantzakis, mentre altri hanno pre-sentato i risultati delle loro ricerchenei vari settori con cui si è impegnatolo scrittore cretese, come la scritturateatrale, la traduzione, i racconti diviaggio, il giornalismo.Il fatto che non esista un’adeguatamonografia sulla vita e l’opera diKazantzakis, se non la biografia scrit-ta da Pandelis Prevelakis, rende ilcontributo di questo convegno ancorapiù importante. Dai suoi atti , già infase di preparazione, emergerannogli approfonditi e significativi studi dei

partecipanti. La nostra presentazio-ne, quindi, non può essere che unriepilogo delle relazioni, citate sola-mente a titolo d’esempio.Eratosthenis Kapsomenos ha analiz-zato alcune opere di Kazantzakis, tracui “Capitan Michele”, “Alexis Zorbas”e “Rapporto a El Greco”, che mostra-no l’atteggiamento dello scrittore neiconfronti dei valori culturali dellaGrecia, mentre Ghiorgos Kehaghi-oglou si è occupato dei contatti diKazantzakis con la letteratura del-l’Asia Centrale e dell’Estremo Oriente,mettendone in discussione l’originali-tà.Gennaro D’Ippolito, parlando delle

Un momento del concerto organizzatoin occasione del convegno

Al centro il professor Kostantino Nikas. Alla sua sinistra il Professor Euthimios Souloghiannis.Alla sua destra, il professor Eratosthenis Kapsomenos.

Page 28: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

traduzioni omeriche del “Cretese”, hasottolineato che nessuno ha messoin dubbio, sino ad oggi, il valore ele-vato della traduzione nel greco demo-tico della sua “Odissea”, portata atermine insieme a Ioannis Kakridis.Cristiano Luciani, inoltre, ha presen-tato le traduzioni di Kazantzakis inItalia, dalla prima, “Cristo di nuovo incroce, romanzo”, a cura di Mario Vittinel 1955, fino alla più recente,“Alessandro Magno” nel 1998.Della personalità politica dello scritto-re (uno dei primi visionari del sociali-smo in Grecia), ha parlato StellaPriovolou, evidenziando aspetti dellasua breve carriera politica, poco notaai non esperti, caratterizzata dallostesso scrittore come “eroica”.Prevedendo il cambiamento chevedeva realizzarsi attraverso il socia-lismo, Kazantzakis aveva fondato, nel1945 il partito “Unione Socialista deiLavoratori”, un momento storico cheha voluto ricordare nella sua relazio-ne anche Panagiotis Noutsos.Il lavoro giornalistico di Kazantzakiscome occasione di conoscere da vici-no anche l’Italia, è stato analizzato daAntonia Sofikitou. “L’Italia, perKazantzakis, si limitava a Dante eSan Francesco e al leader del fasci-smo, Benito Mussolini”, ha osservatola Sofikitou, dimostrando che “Kazan-tzakis, trascinato dall’ideologia di unepoca, si adattava facilmente, quan-do lo considerava opportuno, adot-tando anche idee straniere”.Euthimios Souloghiannis ha presen-tato i rapporti di Kazantzakis conAlessandria d’Egitto negli anni ‘40 e’50 e l’interesse degli intellettualidella comunità greca di Alessandriaper la sua opera. Lo scrittore stessoammetteva, comunque, di “esserevicino all’anima spagnola più che aquella di qualunque altro popoloeuropeo”, come ha ricordato MariaCaracausi.Anche studiosi più giovani hannocontribuito alle tematiche del conve-gno. Dimitra Papaioannou ha sceltoun approccio psicanalitico dei sogninell’“Ultima tentazione” e GaiaZaccagni ha evidenziato le traccebizantine nell’opera di Kazantzakis.Anthì Nika ha analizzato il poemadello scrittore cretese dedicato aDante e Afroditi Athanasopoulou hasostenuto che, contrariamente alluogo comune che vuole Kazantzakisun pensatore “ateo” e “nihilista”, chistudia con un po’ di attenzione le sueopere, capisce subito che al centro

del suo pensiero sta proprio “Dio” e la“salvezza” dell’uomo. Lambrina Ma-rangou, prendendo spunto dalleprime opere teatrali di Kazantzakis,ne ha rilevato l’identificazione di Dio edella morte nell’esistenza, ed ha fattoun parallelo tra il suo modo di affron-tare la morte e i lavori di grandi dram-maturgi come Sartre e Beckett.Molte le opere di massimo rilievoanalizzate durante il convegno, comedimostra anche una semplice letturadel programma: “Odissea”, “Asce-tica”, “Rapporto a El Greco”, “Ultimatentazione”, “Capitan Michele”,“Alexis Zorbas”. Ma anche opere nonabbastanza studiate, come la trage-dia “Il Kouros”, della quale si sono

occupati Vincenzo La Rosa eCaterina Carpinato, con un’analisipsicanalitica “fra mito e parole”.Significative, anche le correlazioni diKazantzakis con altri artisti e intellet-tuali, messe in evidenza da altri rela-tori. Anna Katsigianni ha individuatola presenza di Wagner nelle primenarrazioni di Kazantzakis, mentreSpyros Katsarapidis ha evidenziatol’influenza di Pirandello nell’operadello scrittore cretese. I rapporti diKazantzakis con Angelos Sikelianossono stati analizzati da Ritsa FrangouKikilia.Nell’ambito del convegno sono statipresentati i programmi interdisciplina-ri eseguiti dalla Fondazione delParlamento Ellenico, dall’Università diIoannina e l’Università dello Ionio, e

dal Programma Europeo “Pitagora”,che riguardano la creazionedell’Archivio degli Scrittori Neogreci,a partire dal poeta nazionaleDionisios Solomos. I professori E.Kapsomenos, E. Souloghiannis e C.Nikas hanno, inoltre, presentato illibro di E. Kriaras “AntologiaPsicharis”, pubblicato nell’ambito delprogramma intitolato “Biblioteca diScrittori Classici Neogreci”.Oltre che per il programma scientifi-co, il convegno è stato anche un’otti-ma occasione di incontro tra studiosiche operano in Grecia ed in Italia,che hanno potuto così godere almeglio dell’ospitalità del professorNikas. A diretto contatto con la cultu-

ra popolare napoletana, a partire daquella culinaria, passeggiando per illungomare, ascoltando un concertoappositamente organizzato per il con-vegno, i partecipanti hanno trovatol’ambiente ideale per scambiare idee,proposte, mettere al corrente i colle-ghi di nuove iniziative e propositi, nonesclusivamente legati a Kazantzakis.Ed inoltre, è stata loro data l’opportu-nità di assistere al conferimento dellaLaurea Honoris Causa al PatriarcaEcumenico Bartolomeo I, dall’Uni-versità di Napoli “L’Orientale”, cerimo-nia che è coincisa con i lavori del con-vegno.

Foto di Maria Caracausi

28 foroellenico

Page 29: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

A nche l’Università di Tor Vergataha voluto onorare i cinquant’an-

ni dalla morte di Nikos Kazantzakis.Qual è stata la “rotta” seguita perquesta vostra giornata di studi?

L’idea è stata maturata a ridossodelle numerosissime manifestazioniche si sono tenute in ben 68 paesi neicinque continenti per onorare il cin-quantenario dalla scomparsa delloscrittore cretese. Come referente delsettore italiano della SociétéInternazionale des Amis de Kazan-tzaki, ho ritenuto opportuno cheanche l’Università degli Studi diRoma “Tor Vergata” si sensibilizzassea questa celebrazione e ne ospitassei lavori. Così è partito l’invito, direttosoprattutto a giovani studiosi italiani egreci, i quali hanno prontamente ade-rito e puntualmente soddisfatto leaspettative.

Cosa vuole indicare la sua scelta dipuntare principalmente su giovaniricercatori e studiosi?

Semplicemente una sfida e un augu-rio. La sfida era quella di far affaccia-re homines novi (ma non per questodisarmati dal punto di vista scientifi-co) sul mondo complesso di Kazan-tzakis.Poi l’augurio che uno scrittore cosìaffascinante e dirompente potesseincontrare e rinnovare l’interesse perapprofondire una volta di più la suaopera e la sua personalità in un pub-blico dinamico e volenteroso, cuiaffidare la possibilità di affrontare lostudio dell’immenso materiale anco-ra inedito o poco indagato che loscrittore ha lasciato nel suo archivio.

Anche se non è sicuramente facilefare una scelta, ci può parlare delleconsiderazioni e dei parallelismi piùinteressanti che sono emersi?

Il senso della risposta si coglie esat-

tamente nell’intervento di MichailLivadiotis, quando sottolinea cheKazantzakis resta ancora oggi “unpunto controverso”, come lo era pres-so i suoi contemporanei. Non eranello spirito della giornata in suoonore cercare una linea dominanteche saldasse insieme le caratteristi-che di una personalità così variegatae fuori di ogni etichetta. Le varie rela-zioni dei convegnisti hanno messo inluce aspetti diversi della sua perso-nalità e della sua opera, in continuoconfronto con altri scrittori e con séstesso. Da un riesame dell’Ascetica(Volpi), e della ricerca del senso dellalibertà nell’Odissea (Chatzimichail), aun parallelismo oppositivo conPetrarca (Ghiannarà), a un paralleli-smo analogico con Savinio (Lardo),alla sua esperienza odeporica(Riccobon), al fascino di un Colomboromantico condiviso con Leopardi,alla ricostruzione psicologica di per-sonaggi della storia di Bisanzio,come Giuliano l’Apostata (Zaccagni),

o della storia della Grecia rivoluzio-naria, come Capodistria (Gimbo),osserviamo frammenti della anima diKazantzakis sparsi nella sua opera ecostantemente alla ricerca di unaffrancamento lustrale dalle conven-zioni e dalle forze distruttive dellanatura.

Concorda con chi pensa cheKazantzakis possa costituire unmodello anche per la sua fortissimalibertà personale, difesa sempre stre-nuamente?

Kazantzakis ormai è diventato un per-sonaggio che, a dispetto di quel che sipossa credere, continua a esistere e apalpitare in ogni seme e in ogni trac-cia che ha lasciato profondamente,non solo perché ha scritto operemonumentali, o ha tradotto operealtrettanto monumentali, ma per ilfatto di aver messo quelle opere alservizio della sua anima. Egli ha osti-natamente cercato, lottando, la libertà

foroellenico 29

A colloquio col professor Cristiano Luciani,docente di lingua e letteratura neogrecaall’Università “Tor Vergata”

Page 30: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

30 foroellenico

dell’uomo dall’uomo stesso, dai vinco-li che la società volontariamente oinvolontariamente impone, la libertà diDio e da Dio, la libertà del mondo,rinunciando alla paura e rinunciandoalla speranza, ma solo dopo che il suoobiettivo era stato raggiunto.Chi oggi non lotta per questi ideali?Chi non vorrebbe passare a un seve-ro setaccio l’anima di una societàche reca secolari incrostazioni emalanni solo perché manca la forzadi guardarla in faccia e condurla permano verso obiettivi più nobili delmero arrivismo, od opportunismo dicui è ammantata senza pudore?Cosa impedisce di tornare a farleamare il desiderio di vivere, la natu-ra, la donna, l’uomo? Proprio Kazan-tzakis confessava: «mi divora l’inge-nua bramosia di trovare la sintesi chefaccia vivere da fratelli le antitesimortali e guadagnarmi la vita terrenae il regno dei cieli». È singolare cheper parlare di questa fatale coniunc-tio oppositorum egli coni il verboαδερϕοζω′ , ossia “vivere da buoni fra-telli”, “condividere fraternamente”, unconcetto che non può non richiamarealla mente la figura di Francesco, ilsanto che ha segnato la vita delloscrittore cretese. Cosa proporre dimeglio a dei giovani?

Si tratta di uno scrittore al contempopienamente greco, e chiaramenteecumenico. Qual è il suo rapporto“personale” con questo autore?Che ruolo ha giocato nella sua for-

mazione di studioso e docente di lin-gua e letteratura neogreca?

Ho “conosciuto” Kazantzakis attraver-so Dante e ho visto Dante attraversoKazantzakis. Mi ha impressionato latenacia, la perseveranza con cui loscrittore cretese ha seguito e amato ilnostro poeta fino alla morte (è notoche tenne fino all’ultimo giorno fra lesue mani un’edizione tascabile dellaCommedia). Kazantzakis è un capo-saldo, inequivocabilmente, della lette-ratura greca moderna; per quantosembrasse in passato aver avuto unperiodo di scarsa considerazione,soprattutto in Grecia, la sua statura

culturale, il suo dinamismo mentale,la sua devozione per la conoscenzadella verità e l’essersi confrontato conle figure più rilevanti della culturamondiale e poi cimentato in diversigeneri dell’espressione artistico-lette-raria per dar voce a quella potentesintesi che caratterizza il suo pensie-ro, non permettono che cada nelladimenticanza. Ed è anche per questoche periodicamente “rintocca” il suomomento, attraverso le varie e nume-rose, a ragion veduta, manifestazioniecumeniche in suo onore.

di Teodoro Andreadis Synghellakis

Il 29 marzo scorso, a Verona, è stata fondata la sezione italiana della SocietàInternazionale degli Amici di Nikos Kazantzakis. I partecipanti, hanno deci-so di attivarsi per incentivare le traduzioni in italiano di opere dell’autore, diorganizzare manifestazioni in occasione dei vent’anni dalla fondazionedella Società, e di pubblicare un bollettino informativo.

Nikos Kazantzakis ha conosciuto a fondo ed ha sinceramente amato lacultura dell’Italia. L’ha visitata nove volte, (dal 1907 al 1955), ha tradotto laDivina Commedia di Dante, la Mandragola e Il Principe di Machiavelli, edanche le opere teatrali “Stasera si recita a soggetto” di Luigi Pirandello e“Calandra” del cardinal Bibbiena. Scrisse tre opere incentrate sull’Italia: ilromanzo “Il Poverello di Dio”, il lavoro teatrale “Cristoforo Colombo”, ed undiario di viaggio. Infine, due delle sue ventuno poesie “Terzine”, le ha dedi-cate a Dante ed a Leonardo.

Negli ultimi anni della sua vita, amava ripetere: “L’Italia si è stabilita nellamia anima, la mia anima si è stabilita in Italia, non ci separiamo più, siamoun tutt’uno”.

Gli Amici di Kazantzakis e l’Italia

Page 31: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

foroellenico 31

La Settimana della moda premia lo stile ellenico

D Dal 12 al 16 marzo scorso, nel complesso del Zappeion di Atene, è stata organizzata la settima Settimanadella Moda Greca, nel corso della quale sono state presentate le collezioni autunno- inverno per la stagione

2008/ 2009. La cerimonia di inaugurazione è stata dedicata alla stilista francese Chantal Thomassis, che è statapremiata per il suo pluriennale contributo alla crescita del settore.Gli stilisti greci che hanno preso parte alla settimana AthensCollections in Style, sono trentuno, e più in particolare: ANGELOSBRATIS, ANDRIA, ASLANIS, CHARA LEBESSI, CHRISTOSCOSTARELLOS, COSTASFALIAKOS, DAPHNE VALENTE, DIMI-TRIS DASSIOS, DEUX HOMMES, FANNY VOUTSELA, FILEPMOTWARY, FRIDA KARADIMA, KATERINALEXANDRAKI, KATERI-NA KAROUSSOS, KATHY HEYNDELS, KONSTANTINOS, LIANACAMBA, LOUKIA, MAKIS TSELIOS, MARIA MASTORI, MI-RO,NIKOS-TAKIS, PARTHENIS, SIMEONI, SMARAGDI, VASSILIOSKOSTETSOS, VASSILIS ZOULIAS, VASSO CONSOLA, VICTORIAKYRIAKIDES, VELOUDAKIS, YIANNOS XENIS, YIORGOS ELEF-THERIADES. Inoltre, hanno voluto presentare le loro creazioni,Avtandil, dalle Georgia, Ramona Filip e Afroditi da Cipro, e ElenaAntoniades, che vive e lavora a Londra. Nel corso della settimanaateniese della moda, è inoltre stato presentato un film - documen-tario in onore di Karl Lagerfeld. L’attrice greca Kariofilia Karabetti haindossato un abito di ogni stilista presente, per uno speciale servi-zio fotografico, è stato organizzato un concorso per nuovi stilistigreci che parteciperanno al Primo Concorso Europeo per giovanistilisti, a Berlino, ed è stata presentata la monografia, appena pub-blicata, della fotografa di Moda Mara Desiri.

un modello di Christos Costarellos

Page 32: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

32 foroellenico

C i può parlare degli obiettivi dellaSettimana della Moda Greca?

Innanzitutto, questa settimana dellaModa, viene organizzata dall’As-sociazione Panellenica degli Stilisti diModa. Un associazione, la cui nasci-ta, è stata progettata dal 2003, in vistadelle Olimpiadi del 2004, per poterpresentare al mondo le nostre colle-zioni. Nel novembre del 2004, abbia-mo organizzato un primo evento, perrendere chiaro, con una sfilata a cuihanno preso parte trentadue stilisti,che eravamo finalmente uniti e chetutti insieme, potevamo fare nuovi pro-getti. La prima Settimana della Moda,è stata presentata nel marzo del

2005. Tenendo conto del fatto cheogni anno organizziamo due “Setti-mane”, per le collezioni autunno-inverno e primavera-estate, siamo alnostro settimo appuntamento. Ed ilsette, un numero che ha spesso duefacce, una luminosa ed una cupa,speriamo davvero che ci porti solo for-tuna. Inizialmente, abbiamo trovato unufficio per le pubbliche relazioni, consede a Parigi, che ci ha portato i primigiornalisti ed acquirenti. Quello cheposso dire, è che stiamo cercando diperfezionare, nei dettagli, la nostraidentità. Sarebbe un utopia, sostenereche siamo già in grado di fare concor-renza a Milano, Parigi o New York,perché siamo ancora giovani.

Vogliamo, però, far diventare Atene,un centro della moda, per tutta l’areadell’Europa Sud-orientale ed il Medi-terraneo, invitando gli stilisti di moltialtri paesi, dai Balcani, sino al Libanoed alla Turchia, a presentare con noile loro collezioni.

Se dovessimo appunto parlare dell’i-dentità della moda greca oggi, cosapotrebbe dire? Come si uniscono tra-dizione e innovazione, eredità classi-ca e nuove tendenze?

È fuori discussione, che la tradizionee le radici, costituiscono la forza diogni stilista. Chiunque abbia fatto car-riera a livello internazionale, si è pre-

Intervista a Dafni Valente, presidente dell’Associazione Panellenica degli Stilisti di Moda

Dafni Valente alla presentazione di una sua collezione

di Teodoro Andreadis Synghellakis

Page 33: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

foroellenico 33

sentato al pubblico con le sue caratte-ristiche peculiari, la sua identità. Adesempio, Dolce e Gabbana, hannotrovato nella loro Sicilia, una fonte diispirazione, con motivi molto forti, edè così che sono riusciti a diventarefamosi. Certo, non tutti i colleghi tro-vano ispirazione nella tradizione onelle nostre radici, ma ci sono sempredei riferimenti, come i drappi, e le pie-ghe del tessuto, che rimandano allaGrecia classica. Quello che vogliamoottenere, però, è riuscire a creare deicentri di produzione anche in Grecia,come nei grandi paesi europei. Il fattodi avere una vocazione artigianale, èsicuramente anche un punto di forza,che ci porta vicino all’alta moda, purmantenendo la facile portabilità,anche per vestiti da indossare ognigiorno. Tuttavia, non snobbiamo laproduzione su vasta scala, che ènecessaria per arrivare meglio algrande pubblico.

Può farci, a titolo di esempio, alcuninomi, considerati importanti, per lamoda greca contemporanea?

In questo caso, come rappresentantedell’Associazione degli Stilisti, citeròsemplicemente dei nomi che trovano

particolare spazio nellastampa greca e non solo:Loukia, che ha iniziato dal-l’alta moda ed ora ha unalinea eccezionale di pret aportez, presente in quasitutte le grandi capitali, i DeuxHommes, due stilisti di gran-de talento, Dimitris Dassios,che ha iniziato con i gioiellie, recentemente, è passatocon successo ai vestiti, ven-duti nei migliori negozi ditutto il mondo, YiorgosEleftheriades, con creazionispeciali, originalissime, conle quali sta entusiasmandoParigi, Madrid ed anche ilGiappone. E naturalmente,anche Thes Tziveli, che faparte della nostra Associ-azione, e che da anni vive ecrea con successo, pelliccee abiti in pelle, in Italia. Nelleultime stagioni, purtroppo,non ha sfilato con noi. Cimanca molto, e speriamoche ritorni presto...

Ci sono poi nomi storici, comeTseklenis o Aslanis....

Certamente. Tseklenis, pur-troppo, ha smesso di disegna-re nuove collezioni. Vorremmoperò presentare una retrospet-tiva completa del suo lavoro, esperiamo di riuscire, prima opoi, a convincerlo. I grandinomi sono membri dellanostro Associazione, e sonoormai riconoscibili ovunque.Io, però, mi sono voluta soffer-mare sui nuovi talenti, chemeritano sempre maggiorevisibilità.. E sempre in questoambito, vorrei aggiungereanche Kathy Heyndels eVeloudakis, con abiti da sera -parte di un pret a portez disuccesso - che hanno trovatomoltissimi estimatori nei paesiarabi. E, non ultimi, VassilisZoulis, che non crea abiti, mascarpe, per tutte le occasioni ele ore della giornata, e MariaMastori, creatrice di accesori,creazioni artistiche in oro,argento, pietre preziose.Gioielli, che a volte, riesconoa mettere in ombra, anche l’a-bito.

Esistono influenze reciproche e rap-porti di parentela, con la moda italia-na, forse la più innovativa delmondo?

Naturalmente. Molti dei materiali cheusiamo, arrivano dall’Italia, che haquasi il monopolio delle nuove tecno-logie applicate alle stoffe. Non possia-mo quindi rimanere indifferenti allenuove tendenze che via via si svilup-pano a Milano e a Roma...Per quantoriguarda il mio stile personale, omeglio le mie preferenze, amo moltis-simi due famosi colleghi del passato: ilprimo è Mariano Fortuni, uno stilistaspagnolo che ha vissuto a Venezia.Da quando ho visto le sue creazioni aBrighton, in un museo, me ne sonoinnamorata ed ho adottato il plissetta-to per i miei abiti. La seconda è ElsaSchiapparelli, che ha fatto parte dellavera avanguardia, collaborando aParigi, con genii come Dali e Cocteau.Una donna, che era considerata allostesso livello di Chanel. Ma non possonascondere di avere anche altre pre-dilezioni, come, ad esempio, il giappo-nese Yamamoto, che riesce ad esse-re, a mio avviso, diacronico, sia nelladurata che nel continuo rinnovamen-to. È indubbio, inoltre, che maestricome Gautier hanno sempre qualco-

sfilata di Angelos Bratis

un vestito di Elena Antoniades

Page 34: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

34 foroellenico

sa di nuovo da dirci, ma anche Pradae Dolce e Gabbana, con molte lorocollezioni, mi hanno colpito in mododavvero intenso...

Cosa vuole esprimere con la suamoda, ed a chi si rivolgono principal-mente, i suoi abiti?

Devo confessare di lavorare in unmodo che qualcuno potrebbe definire“non ortodosso”. È un lavoro di scul-tura, plasmo il tessuto sul manichino.Quindi, amo definire i miei abiti dellesculture, e non sento di creare dellamoda, ma piuttosto, uno stile. Hoquindi una mia linea, che si sviluppa esi rinnova, senza però che vengainfluenzata dalle diverse tendenze.Rimango fedele al mio concetto dibase. E mi rivolgo a donne che desi-derino un abito, scarpe, o gioielli spe-ciali, che possano essere indossati alungo, non solo per una stagione. Uninsieme semplice e sobrio, cheriesca, però, ad attrarre gli sguardi...

E quali sono questi elementi stabili,che fanno da punto di riferimento?

Principalmente il senso dell’humor.Un umorismo che passa, dal miomodo di vedere la vita, anche alle mie

collezioni: quella della scorsa stagio-ne, per la primavera- estate, era inti-tolata “something fishy”, ed era spiri-tosamente ispirata al mondo deipesci. Ma la base principale, sonosempre la scultura ed il plisset. Sonodiventati quasi un marchio di fabbrica.

Forse la moda francese è più eccen-trica, mentre quella italiana è più vici-na alla quotidianità. È d’accordo, ecome posizionerebbe quella greca?

La moda italiana raggiunge sicura-mente più facilmente il pubblico, èmeglio assimilabile. Quella francese èun po’ più particolare, forse “intellet-tuale” ed eccentrica. Ma noi in Grecia,dobbiamo tener conto del fatto cheabbiamo anche un determinato mododi vivere: le nostre collezioni sonoovviamente complete, ma vendono,principalmente, abiti da sera, perchéle signore amano molto avere abitiimportanti per le “occasioni speciali”.Ci piace goderci la vita, divertirci,prendere parte a serate,feste, parties, uscire.Quindi il settore dellusso, è molto sviluppato,un genere commerciale,con elementi eccentrici emolto originali.

E, per concludere, cosa direbbe alpubblico italiano, per aumentarne l’in-teresse e portarlo più vicino ai talentidella moda greca?

Che per quanto in ogni paese ci sianomolti stilisti, esiste sempre qualcosadi nuovo e di fresco da scoprire. E chein Grecia, questa è la nostra cartavincente. Non lo dico solo io, ce loconfermano i tanti giornalisti stranieried acquirenti che incontriamo. Nellenostre settimane della moda, trovanouna grande energia, un forte dinami-smo. La gente si diverte e partecipacon entusiasmo, mentre forse, aMilano e Parigi, nei “templi sacri” dellecollezioni, il pubblico è ormai abituatoallo spettacolo - peraltro di ottimolivello - che gli viene offerto. Invitiamoquindi gli italiani, a venire conoscereinnanzitutto il nostro paese, e, perchéno, i tanti talenti della nostra moda.

Fo

to P

an

ou

lìs

Due creazioni di Dafni Valente

Page 35: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

foroellenico 35

Un nuovo riconoscimento, un’ulte-riore conferma dell’affetto degli

italiani. Ad Irene Papas, l’attrice grecadall’intensità e dalla bellezza classica,è stato assegnato il “Premio Roma2008”. La protagonista del cinema diMichalis Kakoyannis, dell’Odissea diFranco Rossi, e di tantissime rappre-sentazioni teatrali (basti ricordare lesue collaborazioni con MauroBolognini e Roberto De Simone) vieneora premiata “per aver promosso,attraverso la sua arte, il patrimoniodella civiltà mediterranea in tutto ilmondo, ed aver riaffermato la centrali-tà della culla della cultura”. La cerimo-nia di assegnazione avverrà nel teatroromano di Ostia Antica il 15 Luglio, mala decisione della giuria del PremioRoma, è stata già annunciata nelcorso di una conferenza stampa aRoma - alla presenza dell’Ambascia-tore di Grecia S.E. CharalambosRokanàs- e di una serata organizzatadall’Ambasciata d’Italia ad Atene. “Havoluto dedicare una parte della suavita da artista al nostro paese, e quin-di, consideriamo Irene Papas ancheun po’ italiana. Grazie alle sue inter-pretazioni, che hanno fatto storia, haarricchito l’antichità classica greca disentimento e contenuto”, ha sottoli-neato, in un greco impeccabile,l’Ambasciatore d’Italia, S.E. GianpaoloScarante. “La Grecia è mia madre,Roma mia sorella”, ha risposto, congrande partecipazione emotiva, l’attri-ce. Ha, inoltre, voluto ringraziare tutticoloro che le vogliono bene e lasostengono, affinché possa occuparsidi ciò che ama, il teatro e la tragediaantica: E non ha mancato di toccarenote più personali: “vorrei essere chia-mata Irini Papà, col mio nome greco,anche in Italia, e non Irene Papas”, hadetto all’Ambasciatore Scarante, rivol-gendoglisi affettuosamente.L’attrice ha accolto molti dei suoi amicinel palazzo neoclassico dell’Amba-sciata d’Italia in via Sekeri, con in

mano una rosa bianca.Il presidente del Premio Roma AldoMilesi, nel suo discorso, ha fatto rife-rimento, tra l’altro, alla sua splendidainterpretazione dell’“Odissea” sotto levesti di Penelope definendola una“famosa rappresentante della Greciae non solo”. Inoltre, ha ricordato chela cerimonia di premiazione, gode delpatrocinio della Presidenza dellaRepubblica Italiana, del Ministerodegli Esteri e del Comune di Roma.Uno dei desideri della grande attricegreca, come ha voluto ribadire leistessa, è che anche la televisioneellenica, possa mandare in onda leotto puntate dell’Odissea della Rai.Per una complicata questione di dirit-ti e di copie, non è stato ancora pos-sibile. È infine d’obbligo ricordare cheil “Premio Roma”, si aggiunge ad unalunga serie di riconoscimenti giàassegnati alla Papas: tra questi, Ilpremio Flaiano per il Teatro, nel 1993,il Premio Madrid National ArtsInstitution e International FestivalWomen’s Film, nel 2000, e, nel 2002,il Premio “Donna d’Europa”.A fine serata, parlando con i giornali-sti, Irini Papà ha sottolineato che “È

facile ricevere i premi ma è un pesodifficile da accettare” intendendo cheogni premio assegnato dovrebbeessere accompagnato da un gestogeneroso, come quello di finanziare,ad esempio, la rappresentazione diuna tragedia antica. All’evento, chee’stato introdotto dalla direttricedell’Istituto Italiano di Cultura di Atene,Melita Palestini, non sono volute man-care personalità dell mondo politico,artistico e culturale come il critico tea-trale Kostas Gheorgousopoulos, lacompositrice Eleni Karaindrou, il politi-co Nikos Sifounakis, la direttrice dellaPinacoteca Nazionale MarinaLambraki - Plaka.Il Premio Roma, è stato assegnato,tra gli altri, all’ex sindaco di RomaWalter Veltroni, ai premi nobel CarloRubbia e Rita Levi Montalcini, ed, “inmemoriam”, dopo la sua scomparsa,a Papa Giovanni Paolo II.

L’Italia rende nuovamente onore a Irene Papas. Alla grande attrice greca, il “Premio Roma 2008”

in alto: Irene Papas insiemeall’Ambasciatore d’Italia ad Atene,

S.E. Giampaolo Scarante

di Zinovia Sapounà, Radio Skai 100,3 - Atene

Page 36: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

R itorniamo al nostro argomentoche sono le “Pari Opportunità”.

Un argomento vastissimo, la cuidimensione sia per quello che riguar-da la sua importanza, sia rispetto allasua ampiezza, non potrebbe essereesaurita in un discorso così breve elimitato. Peraltro, durante il secoloscorso, sono stati scritti talmente tantie particolarmente importanti testi daesperti per eccellenza, che sarebbeperlomeno inutile cercare adesso diesaurirlo. Così l’unica cosa che faròprima di proseguire con il mio argo-mento che è “La scrittura femminile”,sarà quella di dire soltanto due paro-le riguardo alla mia esperienza perso-

nale, un’esperienza di vita, di unadonna che ha avuto la fortuna di vive-re in un paese dove la questione dellepari opportunità è ormai assicuratacon atto legislattivo.

Infatti, le opportunità in Grecia sonopari come lo sono anche nei vostripaesi, i paesi dell’Unione europea,non sono però le stesse e questo per-ché come tutti sappiamo, qualsiasi

36 foroellenico

Una presenza femminile, che ha fatto discutere. Foroellenico ha deciso di pubblicare l’intervento dellascrittrice greca Ismini Kapandai, al “Trans Europa Express”, organizzato a Roma dal 27 febbraio al 1°

marzo scorso, e dedicato alla “scrittura femminile plurale”. Vi hanno partecipato scrittrici, narratrici, giorna-liste, psicologhe, registe. Una panoramica completa di come le donne vedono il loro “essere nella scrittura”,la differenza di genere, l’eredità del femminismo, la coesistenza e la competizione con gli uomini.L’intervento della Kapandai, si è andato ad aggiungere a quello di Leena Lander, scrittrice finlandese, JanaJuranova, slovacca, Ewa Woydyllo Osiatynska, psicologa polacca, e molte altre donne, che hanno fatto dellacomunicazione di emozioni, sentimenti, immagini, la loro ragione di vita. Un modo per riflettere non solosulle donne, ma anche su equilibri e eredità che ci permetteranno di costruire la nuova identità europea, edi rafforzare il dialogo, tra politica, cultura e società, che non possono e non devono essere delle categoriechiuse e non permeabili.

La “voce femminile” della scritturala nuova identità delle donne europee

U n invito a visitare Roma in prima-vera è già di per sè allettante,

quando però si unisce anche alla pos-sibilità di poter sviluppare – parteci-pando ad un convegno (co-organizza-zione dell’Unione europea, del comu-ne di Roma e della fondazione ANTO-NIO RATTI), il cui argomento genera-le è EUROPA, FEMMINILE PLURALE- un argomento che ti intereressa par-ticolarmente, beh, allora l’invito ècome vincere alla lotteria. La mia rela-zione, era parte dell’argomento piùgenerale : Pari Opportunità per quan-to riguarda la “Scrittura Femminile”.

La Scrittura Femminiledi Ismini Kapandai

Page 37: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

foroellenico 37

datore di lavoro, ovunque egli si trovi,seguendo le regole del mercato,quando dovrà scegliere tra due can-didati, un uomo e una donna conesattamente gli stessi requisiti, sce-glierà di fatto il primo. Ed è normale. Ilmercato è libero, il datore di lavoro,quindi, non ha motivo di preferire ladonna alla quale in un certo momen-to sarà obblilgato a dare permessi dimaternità. Questo privilegio delladonna, perché io lo considero un pri-vilegio, di rimanere incinta e di porta-re al mondo i suoi figli ha un prezzoche le donne devono pagare.Oggi le cose stanno così, niente peròci impedisce di sperare che forse undomani le condizioni cambieranno etutto migliorerà. E adesso, passiamoal mio argomento la “Scrittura femmi-nile”, che secondo me rientra del tuttonell’argomento generale “Pari Op-portunità”. La prima volta che mi sonoconfrontata con il termine “PariOpportunità” è stato quando mihanno invitato, dall’Istituto Francesedi Atene a partecipare ad un conve-gno su questo argomento, con altriscrittori greci e francesi. Ogni tanto micapitava di incontrare il termine, e viconfesso che per istinto lo affrontavocon diffidenza, è stata però la primavolta che ho dovuto rifletterci e arriva-re a certe conclusioni.“Cosa vuol dire Scrittura Femmini-le?”, mi sono chiesta. E se esiste unaScrittura femminile, in modo analogonon dovrebbe esistere anche unaScrittura Maschile? Nell’ambito crea-tivo, dove e perché si differenzia l’o-pera di un uomo dall’opera di unadonna? Un primo approccio alla que-stione porterebbe alla conclusioneche l’aspetto biologico di ognuno e lediverse condizioni sociali in cui uomi-ni e donne devono vivere la loro vita,formano le personalità dei creatori edi conseguenza la loro opera.

Accolto. Allora però, dovrebbero esi-stere anche altri termini come, adesempio, “Scrittura Cristiana”, o“Scrittura Buddista”. La religione , senon nei nostri giorni, nel passatosicuramente, determinava e formavail mondo interiore dell’uomo – oanche “Scrittura della razza Ariana”,o della “razza Gialla”, “Scrittura del-l’uomo medievale”, “Scrittura adole-scenziale”, “Scrittura degli anziani” ecosì via. Ma, è veramente così? E seè veramente così, allora l’Arte, cioèl’opera d’arte, dovrebbe interessareun certo determinato pubblico. Lascrittura Femminile avrebbe interes-sato le donne, quella Cristiana i cri-stiani, quella Maschile gli uomini equella Medievale l’uomo delMedioevo. E perché allora ci riguar-dano ancora oggi gli scrittori antichi, iclassici, perché ci si impone la gran-dezza di Dante, perché si leggeShakespeare dal momento che tuttiloro hanno vissuto in altre epoche, ealtre circostanze, molto diverse,hanno plasmato le loro personalità?

Virginia Woolf, la Yourcenar, EmilyDickinson, giusto per citare tre crea-trici famosissime, si rivolgono forsesolo al pubblico femminile? Mi sem-brano domande retoriche visto chel’Arte ci riguarada tutti nello stessomodo, è diacronica e intersessista.Fortunatamente, nel periodo in cui misono ritrovata ad affrontare la que-stione, mi è capitato di leggere “ISaggi” di Sefèris, un testo che riguar-da la lingua. Infatti, nel suo saggiosulla “Lingua della nostra poesia” cer-cando di spiegare i meccanismi attra-verso i qualli il poeta riesce a trovarela sua voce, la propria “voce”, e adefinirla, menziona un’osservazionedi E.M. Forster, il quale afferma che lamente umana ha due personalità.Una che si trova in superficie e l’altranel mondo interiore.La personalità in superficie ha unnome, si chiama Eschilo, Omero,Villon, Dante, Baudelaire, o anchesignora Rossi, è coscienziosa e svel-ta, e si differenzia ampiamente e inmodo divertente dalle personalitàdegli altri. La personalità interiore tut-tavia, è un caso particolarmente stra-no. Da una parte è totalmente irragio-nevole, caratterizzata, in un certosenso, da un che di molto generico ,ed ha qualcosa in comune con le per-sonalità più profonde degli altri. Ed il“nascosto”, continua Forster, si

Si nasce, quindi, intrappolati in un certo ruolo storico, razziale e sociale, un ruolo stabilito

anche dal proprio sesso. Uomini e donne.

Non appartengo al movimento femminista, non perché non amo le persone

del mio stesso sesso, ma parché scelgo di appartenere ad un insieme molto più vasto,

quello degli Esseri Umani.

Page 38: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

sarebbe forse affrettato ad assicurar-ci che la qualità comune è Dio e chelì, nelle parti più intime e reconditedella nostra esistenza, ci si avvicinaalle porte del divino.Forster non era un mistico, sottolineaSefèris, e neanche io che faccio usodelle sue parole oggi, lo sono.Leggendolo, però, non posso nas-condervi che mi sono posta alcunedomande. Ho pensato cioè se sipossa sviluppare questo suo pensie-ro e dire che la nostra personalitàinteriore, il nostro nucleo più profon-do, non solo non ha un nome, ma nonha nè una nazionalità, nè caratteristi-che razziali, nè temporalità, nè età, eneanche sesso cosicché possa esse-re veramente quello il tòpos oscuro einesplorato dai limiti difficilmentedistinguibili, quello irragionevole doveperò TUTTI si possono incontrare.In realtà, qui nascono alcune doman-de, poiché tutti conosciamo che esi-stono varie e importanti differenze tragli uomini. Come si concilia allora,ciò, con quanto ho detto fin’ora?Forse, e questo è un pensiero fre-quente, perché si nasce “intrappolati”,in un certo senso, nei propri ruoli,ruoli che tocca recitare avendo poc-chissime possibilità di improvisazio-ne. Una persona nata nella Germanianazista, non avrebbe potuto far altroche “partecipare” a questo fenomeno,indifferentemente dal suo essered’accordo o no. Avrebbe fatto comun-que parte del fenomeno, senza il suo

libero arbitrio, e si sarebbe trovata adun certo punto con un’unica possibili-tà, quella di essere d’accordo o no.Allo stesso modo, gli uomini, nasconointrappolati nelle loro caratteristicherazziali, e di certo le opzioni di un nero che vivenegli Stati Uniti d’America sono due:credere e dichiarare che “black isbeautiful” o cercare di integrarsi, aqualsiasi condizione, nei meccanismidella razza predominante che haposto -e ancora pone- egli e i suoisimili, ai margini. Si nasce, quindi,intrappolati in un certo ruolo storico,razziale e sociale, un ruolo stabilitoanche dal proprio sesso. Uomini edonne. Completamente diversi ma conun luogo oscuro della propria perso-nalità interiore i cui limiti non sono defi-niti e dove gli scrittori (visto che parlodi scrittura) uomini e donne possono,per usare di nuovo le parole di Forster,buttare un secchio attingendo materia-le per articolare la loro parola, percostruire i loro personaggi. Questo è ilmotivo che permette a una scrittrice di

creare personaggi maschili, totalmen-te convincenti, e permette di certoanche a un uomo di parlare con “vocefemminile”. Allora, e soltanto allora, siproduce un’opera d’arte.Non appartengo al movimento fem-minista, non perché non amo le per-sone del mio stesso sesso, ma par-ché scelgo di appartenere ad uninsieme molto più vasto, quello degliEsseri Umani. Nel mio paese, comeanche nel resto del mondo, sono esi-stite ed esistono tutt’ora scrittrici,poetesse e romanziere la cui l’operaoltrepassa la superficie, è opera dia-cronica e universale che ci riguardatutti. Concludendo direi che il termine“Scrittura Femminile”, personalmen-te, preferisco interpretarlo come lascrittura sovversiva che insidia la pre-dominante parola “Maschile”, dachiunque essa provenga, sia da unadonna, sia da un uomo.

Traduzione di Marina Bliatsiou e Dimitris Asimakopoulos

38 foroellenico

“Cosa vuol dire Scrittura femminile?”, mi sono chiesta. E se esiste una Scrittura femminile, in modo analogo non dovrebbe esistere anche una Scrittura Maschile?

Nell’ambito creativo, dove e perché si differenzia l’opera di un uomo dall’opera di una donna?

Page 39: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

Il mio rapporto con la Grecia, e conAtene in particolare, da tempo è un

“viaggio“ ininterrotto che si ripete, sem-pre diverso e sempre uguale. Dal mareJonio al mare Egeo, pervaso dalle dueculture alle quali - pur vivendo da ven-t’anni nella città di Roma - sento forte-mente di appartenere: quella sicilianae quella ellenica.Negli ultimi 10 anni poi – soprattuttoper lavoro – ho avuto modo di ritorna-re più volte in Grecia.E inevitabilmente, anche quando nonera necessario, mi sono fermato peralmeno un giorno nella capitale.Si dice che Atene non è bella, ma nonsono d’accordo. Essa va ben oltre labellezza ordinaria. Fermarsi ad Atene èun’esperienza tanto spirituale quantocarnale che vale la pena di ripetere efar conoscere agli altri. Ma per fare ciòbisogna superare uno dei luoghi comu-ni che imprigionano questa città, quellodi considerarla soltanto un “luogo dipassaggio” per il porto del Pireo e l’im-barco verso le isole del Mar Egeo.Allora, se ci si ferma per almeno 24ore, si resterà quasi senza fiato quan-do salendo sull’Acropoli e scendendoverso il crepuscolo, dopo aver aspetta-to l’uscita dell’ultimo turista dai cancel-li, ci si sentirà letteralmente spazzati daun vento d’eternità…La verità è che dedicandole pocotempo si perde la possibilità di “scopri-re” la città nel solo modo opportuno: unpoco per volta preferendo sempre ipercorsi meno battuti, i tempi lunghi di

chi conosce il peso di una storia mille-naria e il fascino sottile delle rovine.Solo così Atene, fascinosa metropoliperennemente in bilico tra due mondi,mostrerà il suo lato migliore fatto nonsoltanto di superbe rovine ingiallitedalla luce del tramonto ma anche distrade in cui si respira ancora un’atmo-sfera d’Oriente come a Monastiraki -col suo mercato delle pulci - di angoli estradine anguste, nel versante menofrequentato sotto l’Acropoli, quello diAnafiotika, e di certe minuscole taver-ne dove, incuranti del tempo che scor-re e del turismo di massa che incom-be, vecchi uomini d’altri tempi lancianoancora dadi giocando a tafli o scorren-do i grani del kombolòi.Io, da solo o in compagnia, mi ci sonosempre fermato ad Atene, ricevendonespesso dei benefici.Come quei primi giorni del Settembre2001 quando, di ritorno da un lungoviaggio sulle tracce di uno dei mieipoeti preferiti: Ghiannis Ritsos, avevodeciso ancora una volta di fare unasosta prima di tornare in Italia.Quella fu un’Estate davvero specialepoiché - grazie a Nicola Crocetti che miaveva fatto avere i diritti di alcune poe-sie di Ritsos da utilizzare in un mio cor-tometraggio ambientato a Catania -avevo incontrato i familiari del poeta,scomparso nel 1990, a Karlovasi nell’i-sola di Samos, per ringraziarli perso-nalmente. Quindi, dopo un faticoso mafantastico giro nel Mani – sulla scortadelle suggestioni avute alla lettura del

libro di Patrick Leigh Fermor - avevoraggiunto Monemvasia, un luogodenso di magiche atmosfere che sitrova in fondo al Peloponneso. Qui miero poi fermato per visitare la casa-museo e rendere omaggio al grande ecoraggioso Ghiannis Ritsos.Alla fine di questa esperienza in giroper la Grecia, mi sembrava davvero diaver respirato a pieni polmoni quellache per me era l’essenza dell’Elleni-smo e che un altro grande poeta grecocome Seferis definiva:“…l’eterna presenza della Greciaatemporale e storica…”Fu in quell’occasione che percepiichiaramente quanto la città di Atene,e la Grecia tutta, fossero diventateuna sorta di sceneggiatura apertache mi vedeva protagonista di uncontinuo viaggio verso le sorgenti delfiume della Cultura Ellenica e dellemie antiche radici storico-culturali.A rafforzare ancor più questa miaconsapevolezza avvenne qualcosa diimprevisto in quei giorni ad Atene.Stavo per tornare a Roma quando,sollecitato dall’insistenza di Nektarios- un caro amico nativo dell’isola diEubea che non vedevo da un pò -decido di andarlo a trovare. Egli erauno studente universitario che vivevaa Catania per motivi di studio e che datempo mi incantava parlandomi dellasua isola nativa e del legame storico -dovuto agli antichi coloni calcidesi - diessa con la mia SiciliaNektarios, che presto sarebbe diventa-

foroellenico 39

“ATHINAI”

di Carmelo Nicotra - Regista, autore del documentario “Da Kalkida a Kátana”

Page 40: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

to un medico chirurgo, suonava con ilgruppo di musica etnica dei Nakaira eda tempo collaborava alle colonnesonore dei miei lavori. Ero molto incu-riosito e affascinato, come autore eregista, dal fatto che un chirurgo, oltre aessere un validissimo artista, potesseessere anche un raffinato cultore dipoesia.E quando scoprii, con piacevole stupo-re, l’esistenza di una piccola compa-gnia di autotrasporti che, grazie al pen-dolarismo fra la Grecia e la Sicilia,aveva istituito un servizio di pullmancon frequenza settimanale: 30 ore diviaggio incluso il traghettamentoPatrasso-Bari, l’idea che lentamentestava maturando nella mia testa vennefuori con estrema chiarezza. Avrei fil-mato al più presto questo tipo di viag-gio che mi affascinava e che stimolavala mia vena narrativa, facendo diNektarios l’io narrante..Quindi, spinto dall’entusiasmo suo e dialtri amici greci che mi avrebbero aiuta-to logisticamente per la realizzazionedel progetto, decisi di avventurarmi inpullman - in compagnia di tanti altri stu-denti greci - sulla via del ritorno in Italia.E sfruttai questo viaggio per abbozzareuna sceneggiatura e preparare quellosuccessivo in cui avrei fatto le riprese.Così, anche grazie all’estrema disponi-bilità di Grigoris, il proprietario dellapiccola compagnia di pullman, facem-mo il primo passo del progetto che, dilì a poco, sarebbe diventato il film-documentario «Da Kalkida a Katana».Questa esperienza e tante altre piccolee grandi “scoperte” fatte col tempo,hanno reso la “mia” Atene una sorta di“scrigno magico” ricco di ricordi e imma-gini a cui attingere sempre per trovarestimoli e idee per nuovi progetti...

In questo copione rientra naturalmen-te l’episodio cruciale che, nelNovembre del 2001 - grazie all’amici-zia con Irini Stathi, sua collaboratrice -mi avrebbe permesso di realizzareuno dei miei sogni professionali piùambiti e desiderati: l’amicizia e la col-laborazione con uno dei grandi mae-stri del Cinema mondiale: TheodorosAnghelopoulos.Un ateniese che racchiude in sé – gra-zie all’origine cretese ed epirota deigenitori – le varie anime della Grecia edell’Ellenismo, tutte facilmente riscon-trabili in questa capitale che è diventa-ta contemporaneamente – come a suotempo lo fu Costantinopoli – l’ultimoavamposto dell’Occidente, ma anche illuogo ideale dove possono incontrarsie dialogare non soltanto Oriente eOccidente, ma anche il Nord e il Suddel mondo.Grazie a questo rapporto, consolidato-si poi a Salonicco, sono riuscito a rea-lizzare un film-documentario molto per-sonale su di lui dal titolo “Risalendo ilfiume. Un viaggio incontro a TheoAnghelopoulos”.Andare incontro a Theo Anghelopoulosper me è diventato anche e soprattuttouna ricerca dell’altra Grecia, quella cheancora non conoscevo bene e che nonsi trova mai nelle cartoline e neidepliant delle agenzie di viaggio.Quella che lo stesso Angelopoulos hapiù volte raccontato e definito comeMeso Ellada, la Grecia Interiore… E durante le fasi di realizzazione diquesto mio lavoro, nel cercare laGrecia di Anghelopoulos, mi sonoimbattuto e ho ri-trovato anche il mio dipaesaggio interiore, quel “paesaggionella nebbia”, che personalmentesento essere la parte più soggettiva e

intima che ogni essere umano portacon sé della propria terra, delle proprieradici materiali e culturali, ovunqueviaggi o decida di andare a vivere…La Grecia mi ha regalato uno sguardonuovo ed Atene ne rappresenta la“messa a fuoco”. Il mio è stato e conti-nua a essere un viaggio di “iniziazio-ne” che mi arricchisce sempre più.Periodicamente, come preso da unacrisi di astinenza, sento che devo ritor-nare alla fonte per immaginare, scrive-re, realizzare progetti che hanno persoggetto viaggi, ponti di suoni e di luci,percorsi reali e metaforici tra la miaterra d’origine - la Sicilia - e quella chene fu la sua madrepatria: la Grecia.E quando non posso partire - dato chei miei impegni familiari e professionali aRoma non me lo consentono facilmen-te - l’antidoto migliore per scacciare lanostalgia è quello di mettermi in con-tatto con gli amici greci, e con tutti colo-ro che amano l’Ellenismo, attraversoMondogreco.net. E proprio in questigiorni il sito - che l’amico DimitriAntoniou, mamma siciliana e papàgreco di Volos, ha messo su e fatto cre-scere con grande passione e serietà -è diventato un’Associazione Culturale,della quale mi onoro far parte, cheintende promuovere sempre più laconoscenza della Cultura Ellenica inItalia.E allora grazie Ghiannis Ritsos peravermi fatto ritrovare la voce e le paro-le, e grazie Theo Anghelopoulos peravermi restituito il mio di sguardo, men-tre inseguivo il tuo.E grazie ancora ad Atene e alla Grecia,per tutto ciò che generosamente mi haiofferto, e che continuerai a offrirmi.

40 foroellenico

a destra: Theo Anghelopoulos e sopra il maestrodietro la macchina da presa

in alto Theo Anghelopoulos e Carmelo Nicotra

Page 41: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

La regione di Kozàni, ad Est dellaMacedonia occidentale, è una

delle più montuose della Grecia : lezone montuose e semi montuosecoprono il 74% della sua estensione.Qui potete imbattervi in una meravi-gliosa natura selvaggia. Abbiamoscritto anche altre volte del fiumeAliàkmonas e dei suoi affluenti -fonte di vita per la zona - comeanche del lago artificiale di Polìfitos.Oggi, dopo una passeggiata aKozàni, ci spostiamo nella parteoccidentale della regione, a Siàtistao “Florohòri”, come veniva chiamatain passato, dalle molte monete d’oro(=flurià) che possedevano gli abitan-ti. E di certo la voglia di scoprire dellenovità non deve mancare, perché lecose da vedere, sono davvero tante.

Città antiche e del periodo bizantino(Apidèa, Eanì, il castello bizantino diSèrvia), chiese bizantine e di costru-zione più recente, ponti di pietra ecase signorili.

A KozàniQualche anno fa il visitatore l’avrebbetrovata una città senza carattere ecolore. Ma dall’inizio degli anni ’90sono partiti moltissimi restauri, sonostate ridisegnate numerose areeurbane , sono state create le stradepedonali.Storicamente sappiamo che Kozàni èstata edificata all’inizio del dominioottomano, ma, nella zona, esistevanoinsediamenti fin dai tempi preistorici. Iprimi abitanti, della città, vi giunserodalle zone dell’Epiro e di Sèrvia. E

quanto al nome, Kozàni, proviene dalpaese dell’Epiro “Kozdiàni”.Visto che la città apparteneva all’au-torità di Validè-Hanùm (madre delsultano), gli abitanti pagavano menotasse e godevano di maggiore libertà.La città conobbe il suo momento dimassimo sviluppo nel XIX secolo,quando ricchi commercianti vicostruirono le loro case, numerosescuole e chiese.Vi consiglio di fare una passeggiatanel centro storico, per “sentire” l’atmo-sfera, per vedere le case signorili,come anche alcuni edifici neoclassici.E visto che tutto si trova nel centrostorico, vi consiglierei anche di visita-re la chiesa principale, ÀghiosNikòlaos (San Nicola ) e la BibliotecaComunale. Il tempio fu costruito nel

foroellenico 41

KOZANI SIATISTA: Nel cuore della MacedoniaTesto e foto di Dinos Kiousis

Lassù, nella Macedonia occidentale esistono meraviglie che attendono di essere scoperte. E non sono poche!

Page 42: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

1664, con straordinari affreschi eduna eccezionale testimonianza diricamo in oro, l’“Epitàfios Thrìnos”,opera di G. Kodarìs. La BibliotecaMunicipale è una delle più ricche ditutta Grecia con più di 100.000 volu-mi, manoscritti, firmani (editti ottoma-ni), molte edizioni rare come anche la“Carta” di Rìgas Ferèos, che contribuìa creare nei greci ancor maggioredesiderio di liberarsi dal giogo ottoma-no. Fate una passeggiata al quartieredi Skùrka, per vedere o comprareoggetti di bronzo e di rame. E di certo,sappiate che Kozàni è famosa per lasua vita notturna, visto che, nelle suevie, incontrerete tanti giovani delposto e studenti “fuori sede”.

A SiàtistaDista soltanto 28 kilometri da Kozànied ha mantenuto elementi che testi-moniano il suo periodo di maggiorsviluppo, tra il XVIII e il XIX secolo.

Inizialmente, famiglieprovenienti da paesiche si trovavano aSud e ad Est dell’at-tuale città, hannocostruito Gherània.Più tardi, contadini daipaesi a Nord e adOvest hanno creatoChòra. Anche oggi,

Siàtista si divide in Hòra e Gherània.Il suo nome, proviene da Sètsista -città divisa - perché è composta dadue quartieri distinti.Durante il XVI e XVII secolo, la cittàaveva sviluppato l’arte della viticoltu-ra, la concia delle pelli e la tessitura. Icommercianti, con i loro prodotti arri-vavano da Venezia fino alla Romaniaed i mercati dell’Europa Centrale. NelXVIII secolo, le pellicce, i vini e lafamosa rakì di Siàtista erano moltorichiesti a Vienna, a Mosca e aBudapest.I commercianti e gli artigiani diSiàtista costituivano una comunitàeconomica assai vitale, influenzatadallo stile di vita europeo, come sipuò vedere osservando le casesignorili che ancor oggi vi si conser-vano. Testimoniano non solo la ric-chezza, ma anche la cultura degliabitanti. Sono state costruite a mo’ dicastelli, a tre piani, e sono decorate

con molta sensibilità e buon gusto.Soffitti scolpiti in legno, camini vario-pinti e vetrate fanno degli gli interni,delle vere opere d’arte. Ne rimango-no solo ventiquattro, altre meglio con-servate, ed altre meno. Ma vale lapena di intraprendere questo viaggioanche soltanto per poterle vedere davicino.Dove visitare assolutamente AghìaParaskevì, la chiesa principale diSiàtista, che venne costruita nel1677. Con bellissimi affreschi, e nelnartece del gineceo la raffigurazionedi alcuni saggi della Grecia classica(Solone, Plutarco, Tucidide, Aristoteleecc.). Cosa che testimonia il livelloculturale dei Siatistiani d’allora.Oggi la popolazione è di circa seimilaabitanti, la maggior parte dei quali sioccupano della lavorazione e delcommercio delle pellicce e del pella-me, mentre c’è anche chi produceancora il tradizionale vino dolce diSiàtista.Scoprite le salite, le ripide discese e ivicoli della città e vi immergerete inaltre epoche, assai lontane. Se poinon siete così romantici, potete visi-tare le cantine di Siàtista e assaggia-re i loro vini secchi. Infine, se nonsiete romantici affatto e volete rima-nere nella “banale” realtà, alloraandate nei negozi della città con i

42 foroellenico

Storicamente sappiamo che Kozàni è stata edificata all’inizio del dominio ottomano,

ma, nella zona, esistevano insediamenti fin dai tempi preistorici

a destra: l’interno di una abitazione di Siàtista

in basso: un caratteristico edificionel centro storico di Kozàni

Page 43: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

tanti oggetti in pelle ed anche,preziose pellicce.

Potete ancora vedere…A Buhària e Noktària. Dovretepercorrere 43 kilometri da Kozànie andare a Mikrolìvado. Sonodelle straordinarie formazioni geo-logiche, scoperte soltanto nelmarzo del 2004... Buhàri, che neldialetto locale vuol dire camino, èuna colonna verticale di terrarossa e sassolini, con sulla cimauna pietra, di enormi dimensioni,in equilibrio. Noktària sono delleprominenze coniche di color rossoche ricordano delle piramidi alli-neate, di varia grandezza. Unpanorama veramente unico.A Sèrvia, incontrerete il castellobizantino del 560 d.C., esatta-mente accanto al burrone con lerocce che ricordano sagomeumane e di vari animali. Più avan-ti troverete Velvedò col suo forte“colore” tradizionale ed il burronedi Skepasmènos con le suecascate.Vale la pena visitare Kròkos, vistoche dista solo cinque chilometri daKozàni. Vi coltivano in modo sistema-tico il fiore di croco da cui provienel’eccellente zafferano.Il Monte Vùrino e la valle di MessianòNerò, per la loro splendida vegetazio-ne. Visitateli se il tempo, e la vostra

macchina, sono in buone condizioni.

CrocoIl zafferano rosso greco viene classi-ficato tra le migliori qualità al mondo.Una spezia pregiata che dà un sapo-re e un colore particolare al cibo, agliinfusi, alla distilleria, ai prodotti dei

caseifici e a molto altro ancora.

È la spezia più cara, unica riguar-do all’origine, visto che lo zaffera-no è costituito dagli stami dissec-cati del fiore croco. Gli stami ven-gono staccati a mano dai fioriappena recisi e vengono dissec-cati acuratamente per farli poidiventare dei sottili “filamenti” dicolor rosso scuro. Per un chilo dizafferano sono necessari circa150.000 stami rossi del CrocusSativus. Da ormai trecento anni ilcroco viene coltivato in una zonache comprende tanti piccoli paesidella regione: Kròkos, Karidìtsa,Ano Kòmi, Kàto Kòmi, Petranà,Aghìa Paraskevì, Lefkòvrisi,Lefkopighì e altri ancora. La sededell’Associazione di Produttori diCroco di Kozàni si trova, ovvia-mente, nel paese Kròkos. Contamille e cinquecento membri ed hail diritto esclusivo di raccogliere,confezionare e distribuire il prodot-to. La produzione annuale, aseconda delle condizioni climati-che, oscilla tra le sei e le otto ton-

nellate, con esportazioni in quasi tuttii paesi dell’Europa ma anche negliStati Uniti e in Australia.

Dal Quotidiano “Kathimerinì”, AteneTraduzione di Marina Bliatsiou

e Dimitris Asimakopoulos

foroellenico 43

A Siàtista Soffitti scolpiti in legno, camini variopinti e vetrate

fanno degli gli interni, delle vere opere d’arte

Page 44: Percorsi d’arte Mantova, Atene, New York...Un poeta simbolo - sono suoi i versi di Inno alla libertà che diventò l’inno nazionale ellenico, - interpretato in tela da 65 artisti

Quali sono i più grandi ostacoli che impediscono all’uomo di vivere felice?

È molto difficile rispondere, questo è ciò che mi tormenta...l’ostacolo più grande per l’uomo, credo sia il fatto di non credere in un ideale più grande del suo io.

Se uno non crede a un qualcosa più alto di se stesso, non può essere felice.

(da un’intervista concessa da Nikos Kazantzaki

alla giornalista e scrittrice Jolanda Terenzio. 1957,

Rivista Tachidromos)