perché RICORDARE E COMMEMORARE?

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Il 27 gennaio è LA GIORNATA DELLA MEMORIA. Un giorno per ricordare quelle persone uccise senza pietà, nei campi di concentramento solo perché erano considerati una razza IMPURA. perché RICORDARE E COMMEMORARE?. - PowerPoint PPT Presentation

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Diapositiva 1

1 Il 27 gennaio LA GIORNATA DELLA MEMORIA. Un giorno per ricordare quelle persone uccise senza piet, nei campi di concentramento solo perch erano considerati una razza IMPURA.

2perch RICORDARE E COMMEMORARE? il giorno della memoria non vuole misconoscere gli altri genocidi di cui lumanit stata capace, n sostenere unassai poco ambita del dolore ebraico. Non infatti, un omaggio alle vittime, ma una presa di coscienza collettiva del fatto che luomo stato capace di questo. Non la piet per i morti ad animarlo, ma la consapevolezza di quel che accaduto. Che non deve pi accadere, ma che in un passato ancora molto vicino a noi, nella civile e illuminata Europa, milioni di persone hanno permesso che accadesse.

3SHOAH

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TESTIMONIANZE Giorgina BellakTutto era silenzioso come in un acquario, e come in certe scene di sogni. Ci saremmo attesi qualcosa di pi apocalittico: sembravano semplici agenti d'ordine. Era sconcertante e disarmante. Qualcuno oschiedere dei bagagli: risposero: " bagagli dopo"; qualche altro non volevalasciare la moglie: dissero "dopo di nuovo insieme"; molte madri nonvolevano separarsi dai figli: dissero "bene bene, stare con figlio". Semprecon la pacata sicurezza di chi non fa che il suo ufficio di ogni giorno; maRenzo indugi un istante di troppo a salutare Francesca, che era la suafidanzata, e allora con un solo colpo in pieno viso lo stesero a terra; era illoro ufficio di ogni giorno.In meno di dieci minuti tutti noi uomini validi fummo radunati in un gruppo.Quello che accadde degli altri, delle donne, dei bambini, dei vecchi, noi nonpotemmo stabilire n allora n dopo: la notte li inghiott, puramente esemplicemente.

6Oggi per sappiamo che in quella scelta rapida e sommaria,di ognuno di noi era stato giudicato se potesse o no lavorare utilmente per ilReich; sappiamo che nei campi rispettivamente di Monowitz- Buna eBirkenau, non entrarono, del nostro convoglio, che novantasei uomini eventinove donne, e che di tutti gli altri, in numero di pi di cinquecento, nonuno era vivo due giorni pi tardi. Sappiamo anche, che non sempre questopur tenue principio di discriminazione in abili e inabili fu seguito, e chesuccessivamente fu adottato spesso il sistema pi semplice di aprireentrambe le portiere dei vagoni, senza avvertimenti n istruzioni ai nuoviarrivati. Entravano in campo quelli che il caso faceva scendere da un latodel convoglio; andavano in gas gli altri. Cos mor Emilia, che aveva treanni; poich ai tedeschi appariva palese la necessit storica di mettere amorte i bambini degli ebrei. Emilia, figlia dell'ingegner Aldo Levi diMilano, che era una bambina curiosa ambiziosa, allegra e intelligente; alla quale, durante il viaggio nel vagone gremito, il padre e la madre eranoriusciti a fare il bagno in un mastello di zinco, in acqua tiepida che ildegenere macchinista tedesco aveva acconsentito a spillare dalla locomotivache ci trascinava tutti alla morte.

Scomparvero cos, in un istante, a tradimento, le nostre donne, i nostri genitori, i nostri figli. Quasi nessuno ebbe modo di salutarli. Li vedemmo un po' di tempo come una massa oscura all'altra estremit della banchina, Poi non vedemmo pi nulla.

Anne Frank

C'e' un paio di scarpette rosse C' un paio di scarpette rossenumero ventiquattroquasi nuovea Buchenwald.Erano di un bambino di tre anni e mezzochi sa di che colore erano gli occhibruciati nei fornima il suo pianto lo possiamo immaginaresi sa come piangono i bambinianche i suoi piedinili possiamo immaginarescarpa numero ventiquattroper l'eternitperch i piedini dei bambinimorti non crescono.C' un paio di scarpette rossea Buchenwaldquasi nuoveperch i piedi dei bambini mortinon consumano le suole.

Io non dimenticoIo non dimenticoUn muro e su di esso un filo spinatoun campo sterminatoIl sole grigio in un cielo senza nuvoleIo non dimenticoun fucile che spara i volti riflessi nel fangoil fumo delle ciminiereun uomo pronto a spararele lacrime,la famei numeri tatuati sulle bracciaIo non dimenticoil terrore negl'occhiBambini senza amici e senza giochil'oscurit che penetra fin nel cuoreIo non dimenticola risata agghiacciante degli aguzzinitutti quei pigiami a righela stella di Davide cucita sui vestitiIo non dimentico...ma vorrei prendere una gomma e cancellare tuttoVorrei strappare questa brutta pagina della storiaVorrei che fosse una storia inventatavorrei tornare nel passato,per cancellare questo brutto ricordo infangatoanche se... giusto ricordareperh purtroppo la storia non si puo cambiare...e...dagli errori bisogna imparare.

FINE PRESENTAZIONEKATHLEEN PISANA

AURORA SUDANO 1C GIOVANNI VERGA12