Perché non funzionano i computer dello Stato? Il «740»: la ... · logica di Boole, che è alla...

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CITTADINI & COMPUTER .................................................. '" ..................................................................................Perché non funzionano i computer dello Stato? Il «740»: la burocrazia contro l'informatica Il cattivo rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione non è colpa di pochi «tecnici lunari», ma di una cultura che impedisce di sfruttare i vantaggi dell'informatica di Manlio Cammarata .................. Nella foto il Ministero delle Finanze. Molti hanno osservato, e qualcuno ha criticato, il fatto che da un po' di tempo in Cittadini & Computer non compaiono articoli dedicati alla descrizione dei gran- di sistemi informativi della Pubblica Am- ministrazione. Questa situazione deriva da due cause: la prima è che l'attualità ha fornito diversi argomenti interessanti, che hanno fatto rimandare alcuni articoli già in programma; la seconda è più com- plessa, e vale la pena di parlarne, prima di affrontare l'argomento principale di questo articolo. La domanda che spesso mi sono po- sto negli ultimi mesi è questa: che sen- so ha raccontare le meraviglie dei sin- goli sistemi informativi della PA, quando tutta la PA non funziona, perché non è in grado di impiegarli? E sconfortante ripassare alcuni argo- menti trattati in quasi tre anni di vita di Cittadini & Computer. Vediamo qualche 174 esempio: all'inizio, sul numero 101 di MCmicrocomputer, si descriveva il si- stema informativo del Ministero della Sanità, che non ha evitato le penose file di persone anziane alla conquista dei «bollini» di esenzione dai ticket sui me- dicinali; sul numero 112 sembrava che l'informatica fosse sul punto di risolvere i problemi del Catasto, ma il risultato si è visto nei probemi dei cittadini per pa- gare l'ISI e l'ICl; ancora, più volte abbia- mo descritto e lodato sistemi di certifi- cazione automatica e «sportelli del citta- dino», ma ogni volta abbiamo osservato che il novanta per cento dei certificati andrebbe eliminato. E si potrebbe conti- nuare a lungo. All'inizio di quest'anno abbiamo salu- tato la nascita dell'Autorità per l'infor- matica nella pubblica amministrazione, esprimendo soddisfazione per molte in- novazioni importanti contenute nel De- creto legislativo che la istituiva. Ma il ri- sultato che oggi possiamo registrare è del tutto negativo: il presidente dell'Au- torità ha dichiarato che ha bisogno di un paio d'anni per capirci qualcosa (per for- za, è stato disperso il patrimonio di co- noscenze della Commissione informati- ca del Dipartimento per la Funzione Pubblica!) e tutto si è fermato, complici anche la crisi economica e Tangentopo- li. Per di più, l'Autorità non dipende dal Dipartimento della Funzione Pubblica, che ha anche il compito di ridisegnare la macchina amministrativa dello Stato, e questo significa maggiori difficoltà di coordinamento. In questo disastrato panorama non ha senso esaminare, e magari ammira- re, efficientissimi centri informatici o di- scutere con tecnici preparatissimi: con- tano i risultati. E questi sono sotto gli occhi di tutti. MCmicrocomputer n. 132 - settembre 1993

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CITTADINI & COMPUTER•.................................................. '" ..................................................................................•

Perché non funzionano i computer dello Stato?

Il «740»:la burocrazia contro l'informatica

Il cattivo rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione non è colpa di pochi «tecnici lunari»,ma di una cultura che impedisce di sfruttare i vantaggi dell'informatica

di Manlio Cammarata..................

Nella foto il Ministero delle Finanze.

Molti hanno osservato, e qualcuno hacriticato, il fatto che da un po' di tempoin Cittadini & Computer non compaionoarticoli dedicati alla descrizione dei gran-di sistemi informativi della Pubblica Am-ministrazione. Questa situazione derivada due cause: la prima è che l'attualitàha fornito diversi argomenti interessanti,che hanno fatto rimandare alcuni articoligià in programma; la seconda è più com-plessa, e vale la pena di parlarne, primadi affrontare l'argomento principale diquesto articolo.

La domanda che spesso mi sono po-sto negli ultimi mesi è questa: che sen-so ha raccontare le meraviglie dei sin-goli sistemi informativi della PA, quandotutta la PA non funziona, perché non èin grado di impiegarli?

E sconfortante ripassare alcuni argo-menti trattati in quasi tre anni di vita diCittadini & Computer. Vediamo qualche

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esempio: all'inizio, sul numero 101 diMCmicrocomputer, si descriveva il si-stema informativo del Ministero dellaSanità, che non ha evitato le penose filedi persone anziane alla conquista dei«bollini» di esenzione dai ticket sui me-dicinali; sul numero 112 sembrava chel'informatica fosse sul punto di risolverei problemi del Catasto, ma il risultato siè visto nei probemi dei cittadini per pa-gare l'ISI e l'ICl; ancora, più volte abbia-mo descritto e lodato sistemi di certifi-cazione automatica e «sportelli del citta-dino», ma ogni volta abbiamo osservatoche il novanta per cento dei certificatiandrebbe eliminato. E si potrebbe conti-nuare a lungo.

All'inizio di quest'anno abbiamo salu-tato la nascita dell'Autorità per l'infor-matica nella pubblica amministrazione,esprimendo soddisfazione per molte in-novazioni importanti contenute nel De-

creto legislativo che la istituiva. Ma il ri-sultato che oggi possiamo registrare èdel tutto negativo: il presidente dell'Au-torità ha dichiarato che ha bisogno di unpaio d'anni per capirci qualcosa (per for-za, è stato disperso il patrimonio di co-noscenze della Commissione informati-ca del Dipartimento per la FunzionePubblica!) e tutto si è fermato, complicianche la crisi economica e Tangentopo-li. Per di più, l'Autorità non dipende dalDipartimento della Funzione Pubblica,che ha anche il compito di ridisegnare lamacchina amministrativa dello Stato, equesto significa maggiori difficoltà dicoordinamento.

In questo disastrato panorama nonha senso esaminare, e magari ammira-re, efficientissimi centri informatici o di-scutere con tecnici preparatissimi: con-tano i risultati. E questi sono sotto gliocchi di tutti.

MCmicrocomputer n. 132 - settembre 1993

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le scrivanie troppo affollate, ecco chel'indicazione deve essere ripetuta suogni pezzo di carta. Per di più il burocra-te deve essere sicuro che ogni singolopezzo di carta sia stato realmente com-pilato dal contribuente «in epigrafe», equindi gli chiede di firmare tutto, ognivolta. Come se uno scarabocchio fosseun'impronta digitale.

Di tutto questo al computer non im-porta nulla. A lui basta il codice fiscale,la stringa alfanumerica che identifica uncittadino senza possibilità di equivoci.Quando occorre, la macchina trova nellasua memoria gli altri dati. Con la stessastringa può interrogare altri sistemi checontengono dati sullo stesso soggetto,

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J':NISTERO DELLE ANANZE

MOD.740/93dichiarazione dellepersone fisicheREDDITI 1992

andare avanti secondo la logica burocra-tica invece di affidarsi alla più efficientelogica di Boole, che è alla basedell'informatica (George Boole, per chinon lo ricordasse, è lo scienziato ingle-se che ha inventato il sistema binario,più di un secolo fa). Ma che differenzac'è tra la logica burocratica e quella delcalcolatori? Vediamolo con un esempio.

Per il burocrate, il contribuente vieneidentificato con cognome, nome, ses-so, luogo e data di nascita e codice fi-scale (che è una ripetizione convenzio-nale, un raddoppio degli stessi dati, maserve alla macchina). Siccome al contri-buente viene chiesto di compilare moltifogli, e i fogli tendono a disperdersi sul-

Informatica contro burocraziaEd eccoci al cuore del problema: non

si è confidato troppo nell'informatica, siè confidato troppo poco. Si è preferito

Burocrazia ((lunare)}C'è un esempio che è poco definire

significativo: il «Modello 740». I lettoripiù assidui ricorderanno l'articolo pubbli-cato sul numero 116 di MCmicrocom-puter, dedicato al sistema informativodell'Anagrafe Tributaria. Ma a che servetanta potenza informatica, se milioni diitaliani hanno vissuto settimane di pas-sione per compilare il 740, scrivendo eriscrivendo dati che dovrebbero esserepresenti nelle memorie del sistema, ofacilmente acquisibili da altri sistemidella pubblica amministrazione (come,fra l'altro, prescrive la legge 241/90)?

Sul numero 128 ho scritto di un miosogno, il sogno di ricevere a casa la de-nuncia dei redditi preparata dal compu-ter, sulla quale indicare solo le variazionirispetto all'anno precedente: non avevoancora visto il 740 di quest'anno, altri-menti avrei descritto non un sogno, maun incubo. A quella provocazione ha ri-sposto, indirettamente, il professorGianni Billia, segretario generale del Mi-nistero delle Finanze, che ho «incontra-to» in voce nel corso di una puntata diRadiodue 3131, il 3 giugno scorso. «Latecnologia deve essere un fatto di cul-tura di gestione, ma ora non è così», hadetto Billia, centrando perfettamente ilproblema.

Invece forse non ha colto nel segno ilPresidente della Repubblica, quando hadefinito «tecnici lunari» le persone chehanno materialmente elaborato il mo-dello di dichiarazione dei redditi. Il male-detto fascicolo non è stato inventato daitecnici lunari: è il prodotto inevitabile diuna burocrazia e di una classe politicache, un anno dopo l'altro, hanno sovrap-posto strati di leggi, leggi ne, regola-menti e circolari inutili, vessatorle,scoordinate e soprattutto prive di una«logica», quella logica che invece è pa-trimonio di chi è abituato a operare conl'informatica. A un certo punto questamassa di carte è diventata troppo altaed è rovinata addosso a chi l'ha costrui-ta, come una torre di Babele. Nel polve-rone provocato dal crollo si levano vociche chiedono il nuovo, che avanzanoproposte, che criticano le scelte delpassato. E fra i critici c'è chi ha dettoche il sistema fiscale non funziona per-ché «si è confidato troppo nell'informa-tica» ...

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Pensioni e Videolel

La Camera «Irasparenle»

Molte volte su queste pagine abbiamo indicato il Videotel come un mezzo utile perevitare le code agli sportelli degli uffici pubblici, soprattutto quando il motivo è una ri-chiesta di informazioni (ma, per la sua interattività il mezzo si presta anche allo svolgi-mento di pratiche complete). Dunque il massimo apprezzamento deve essere rivoltoall'INPDAI (Istituto Nazionale di Previdenza per i Dirigenti di Aziende Industriali), che daalcuni mesi ha reso disponibile su Videotel un servizio di informazioni per i propri iscritti.Collegandosi alla pagina 7959 e inserendo una password personale, si possono cono-scere i dati storici della pensione, controllare i pagamenti mensili, verificando i motivi egli importi delle trattenute, e anche conoscere in anticipo l'esatto importo del prossimoaccredito in banca.

Nel prossimo futuro il servizio sarà esteso ad altre informazioni, consentendo l'acces-so anche ai dirigenti in servizio e alle aziende, che potranno trovare rapidamente i datisui conti individuali e sulla normativa per il calcolo dei contributi.

L'INPDAI ha indicato la strada. Ora non resta che aspettare che altri la seguano: nonsolo gli istituti di previdenza (il loro servizio è destinato in buona parte a persone anziane,che spesso hanno maggiori difficoltà a spostarsi per raggiungere gli uffici), ma anche glialtri enti pubblici.

purché impieghino lo stesso codice. Maecco che la burocrazia vanifica questapossibilità: c'è un altro numero per ilservizio sanitario nazionale, uno ancoraper la partita IVA, un altro per la nettez-za urbana, un altro ancora per i sostitutid'imposta. Così si annullano i vantaggidell'informatica, o si rendono molto piùpesanti le elaborazioni. Per quanto ri-guarda la firma, il computer non sa chefarsene, perché presume che la dichia-razione dei redditi sia compilata dall'in-teressato. Sarebbe costui, in caso diproblemi, a dover dimostrare che il suo740 è stato compilato da un concorren-te invidioso ...

Ma il contrasto tra burocrazia e infor-matica non si ferma qui. Il burocratechiede al cittadino di fornire, ogni anno,tutta una serie di notizie che ha già for-nito un anno prima, due anni prima, treanni prima. AI computer queste notizienon dovrebbero servire, perché dovreb-bero essere già presenti nelle memorie:quando un addetto alla verifica delle di-chiarazioni richiama dal suo terminale laposizione di un contribuente, tutte leinformazioni possono apparire sul vi-deo. Che senso ha indicare ogni· volta iltitolo di studio? Se sono laureato, sonolaureato a vita. L'unica indicazione utileè la variazione di un dato: un diplomatoche consegue la laurea, un «single» chesi sposa. Questa è la ragione per cui sa-rebbe utile che il contribuente ricevessea casa il modulo precompilato, al soloscopo di indicare le variazioni intervenu-te nel corso dell'anno fiscale. Il rispar-mio di tempo e il minore rischio di errorinon sarebbero un vantaggio solo per ilcittadino, ma anche per l'amministrazio-ne, che vedrebbe una sostanziale ridu-zione dei dati da inserire.

Ma, osservano i burocrati, i dati di cuidisponiamo non sono aggiornati: è ov-vio, occorrono anni per inserire le di-chiarazioni nel sistema, proprio perchéci sono troppi dati.

All'inizio dell'estate Billia ha diramatoagli uffici del fisco una circolare nellaquale raccomanda di valutare sia gli

oneri che ogni disposizione può imporreal contribuente, sia il rapporto costi-be-nefici per l'amministrazione stessa. Eha scritto anche che non devono essererichieste ai cittadini informazioni chesiano già in possesso dell'amministra-zione finanziaria o che siano reperibilipresso altre amministrazioni o enti.

Non è che un data baseSe queste disposizioni potessero es-

sere realmente applicate, il sogno diuna denuncia dei redditi «terrestre» di-venterebbe in breve tempo realtà. Masolo con lo sfruttamento globale dei si-stemi informativi esistenti può essereraggiunto l'obiettivo. Vediamo come.

Chiunque mastichi un po' di informa-tica sa che cos'è un data base relazio-naie: tante schede, dette «record», divi-se in «campi» e riunite in «archivi».Ogni campo contiene un dato, ogni ar-chivio è riferito a un insieme omogeneodi record. Uno o più dati comuni per-mettono di mettere in relazione fra loroi diversi archivi. Nel caso della pubblicaamministrazione sono archivi l'Anagrafetributaria, il Catasto, il Pubblico registroautomobilistico, le anagrafi dei comuni,i registri delle Camere di commercio ecosì via. Se in tutti i record di questi ar-

chivi c'è un campo che identifica univo-camente il soggetto (il codice fiscale),ecco che mettere in relazione i dati di-venta facilissimo. Anzi, si possono ag-giornare automaticamente le posizioni:se cambio l'automobile, il PRA può co-municare automaticamente la variazio-ne all'Anagrafe tributaria. E lo stessopuò fare il Catasto se com pero o vendouna casa. Anzi, no, non possono. Po-trebbero.

Perché qui si arriva al nocciolo dellaquestione. Il PRA non può comunicarenulla di utile perché non è aggiornato, elo stesso vale per il Catasto, la cui infor-matizzazione è ben lontana dall' esserecompleta. Perché il PRA non sia in gra-do di svolgere il suo compito è stato ar-gomento di altri articoli su questa rivi-sta, con considerazioni sull'inutilità delraddoppio dell'archivio della Motorizza-zione civile; per quanto riguarda il Cata-sto, anche qui c'è un raddoppio incon-cepibile nell'era dei computer: si stannoinformatizzando separata mente il Cata-sto e le Conservatorie immobiliari. Sefossero unificati, le energie che ora so-no divise su due obiettivi potrebberoessere concentrate su uno solo, accor-ciando sensibilmente i tempi per il com-pletamento dell'opera. Non si hanno no-tizie sulla situazione del Registro nava-le, mentre per i cavalli da corsa nonsembra sia previsto un archivio elettro-nico ...

La «resocontazione» è una delle più importanti attività collaterali nella vita del Parla-mento. Si tratta della stesura e della diffusione degli interventi dei deputati e dei senato-ri, che fino ad ora è stata diffusa su carta, e quindi con un notevole ritardo. Ma l'informa-tica, piano piano, entra anche nei Palazzi:alla Camera dei Deputati è stato installato unsistema telematico che offre in rete i resoconti solo due o tre ore dopo la conclusionedegli interventi. Le utenze del nuovo sistema sono milleduecento, seicento delle qualiall'esterno della Camera, e comprendono ministeri, amministrazioni locali, uffici giudizia-ri, grandi enti pubblici e privati. Bastano un PC e un modem per avere in linea anche gliinterventi delle due sedute precedenti.

Dell'informatizzazione del Parlamento ci occuperemo in uno dei prossimi articoli diCittadini & Computer.

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Come stanare gli evasor;A questo punto il meccanismo do-

vrebbe essere chiaro. Il data base deicontribuenti dovrebbe desumere tutti idati utili dagli altri archivi collegati (o col-legabili), incominciando da quello relati-vo alle dichiarazioni dei sostituti d'impo-sta (le imprese e gli enti che detraggo-no le imposte dai compensi e le versa-no per conto del contribuente). Il risulta-to dell'elaborazione automatica di tutti i

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dati fornirebbe l'importo provvisorio dachiedere o da rimborsare, che sarebbecomunicato con l'invio della dichiarazio-ne precompilata al cittadino. Ottenutele risposte e inserite le variazioni (un nu-mero molto basso di dati, in confronto aquello attuale), si otterrebbe l'impostadefinitiva.

Avviata in questo modo la strada del-la razionalizzazione, si potrebbero mi-gliorare altri aspetti. Prima di tutto, isti-tuire il tanto promesso «conto corrente

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La Seat Ibiza 2.0 GT e la Maserati Ghibli pagano lo stesso"bolloll: quanto ci vuole per calcolare una tassazioneproporzionale alloro valore?

L'equità fiscalepuò passare per lo spreadsheet

Informatica e mentalità burocratica, èchiaro, non vanno d'accordo. I motivi diquesto contrasto sono molti, e non è il ca-so di affrontarli in questa sede. In Italia l'at-tività amministrativa è basata sulla «pras-si», cioè sul rispetto meticoloso di unaquantità enorme di regole, strati fica te neltempo, che prescrivono «come» vanno fat-te le cose. La stratificazione deriva dal fattoche, quando è necessario innovare qualco-sa, si parte sempre dalla situazione preesi-stente, e ogni innovazione diventa cosìun'aggiunta. Se c'è un errore o un'incon-gruenza, questa si riflette nelle nuove di-sposizioni. Tornare indietro e rivedere, ridi-scutere la situazione, sembra inconcepibile.Un esempio: la classificazione degli auto-veicoli contenuta nel «redditometro» è lastessa impiegata per la tassa di proprietà licavalli <<fiscali» correlati alla cilindrata). Maci sono macchine della stessa cilindratache hanno prezzi di acquisto molto diffe-renti, e quindi la tassazione sulla base dellacilindrata è iniqua, perché non è determina-ta sulla base della capacità contributiva delproprietario, come prescrivono la Costitu-zione e il buonsenso. Per esempio, unaSeat lbiza 2.0 GT costa poco più di venti-quattro milioni, mentre una Maserati Ghibline costa quasi ottantuno, ma per il fiscoambedue «valgono» venti cavalli. Un'incon-gruenza che viene segnalata da anni, manessuno è riuscito ad eliminarla. Diconoche è troppo complicato, insomma ci sipreoccupa sempre del «come» fare, invecedi chiedersi qual è il risultato che si vuoleottenere.

L'informatica segue uno schema logico

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diverso: esamina l'obiettivo e poi cerca lastrada più rapida per raggiungerlo. Nel no-stro esempio il problema è come determi-nare i cavalli fiscali sulla base del prezzo delveicolo. Allora prendiamo uno spreasheet,sì, un qualsiasi foglio elettronico come Lo-tus 1-2-3 o Quattro Pro, e su una colonnascriviamo i prezzi di acquisto dei veicoli. Poistabiliamo che quello più caro vale, ponia-mo, 100 cavalli fiscali e quello più economi-co 5. Il tempo di scrivere una semplice for-mula e in pochi secondi si ha la valutazionefiscale di tutti i veicoli (è opportuno arroton-dare i decimali). Ma c'è un problema: iprezzi cambiano nel tempo, le tasse au-menterebbero con l'inflazione. Giusto. Allo-ra prendiamo un anno di partenza e stabilia-mo che vale 100. Dividiamo per 100 il prez-zo dei veicoli in quell'anno e utilizziamo il ri-sultato come «prezzo fiscale». Per gli altrianni il prezzo fiscale si otterrà dividendo ilprezzo di acquisto per l'indice ISTAT dell'in-flazione riferito all'anno preso come base.Se dopo due anni dall'anno «zero» l'indiceè 110, il prezzo di acquisto in quell'anno an-drà diviso per 110 per ottenere il prezzo fi-scale, e quindi la misura della tassa di pro-prietà e l'indicazione della capacità contri-butiva del soggetto.

Visto che siamo in argomento, vediamocome si potrebbe eliminare un altro «mon-strum» fiscale che riguarda le automobili: lasovrattassa sui veicoli con motore Diesel,doppiamente iniqua e anche stupida: la pri-ma iniquità è nel fatto che, in genere, si ac-quista una vettura a gasolio quando è diffi-cile sostenere la maggiore spesa della ben-zina, e la seconda deriva dal minore inqui-

namento prodotto dai Diesel in confronto aicorrispondenti motori a benzina. La stupi-dità deriva dal fatto che, grazie al migliorerendimento del motore a gasolio rispetto aquello a benzina, occorre impiegare menopetrolio greggio per produrre il carburantenecessario a compiere lo stesso percorso.Per la verità, tra gli uomini del Palazzo qual-cuno si è posto questo problema, ma si èarenato di fronte alla constatazione chel'erario avrebbe perso qualche decina di mi-liardi con l'abolizione della sovrattassa.

Bene, riprendiamo il nostro foglio elettro-nico con i calcoli dei cavalli fiscali in relazio-ne al valore del veicolo e aggiungiamo unacolonna in cui scriviamo un <<fattore di in-quinamento» sulla base dei dati che risulta-no per ogni tipo di veicolo nell'archivio dellaMotorizzazione Civile. Si potrebbe stabilireche le vetture meno inquinanti (gasolio eGPU pagano la tassa base, quelle un po'meno ecologiche (cioè le catalizzate) il dieciper cento in più, quelle molto inquinanti,cioè le macchine a benzina senza catalizza-tore, il venti. Risultato: la tassa sarebbecommisurata anche all'inquinamento pro-dotto dal veicolo. L'erario incasserebbe unmucchio di miliardi in più (considerandoche i veicoli poco inquinanti costituisconoancora la maggior parte del circolante). masulla base di una tassazione equa. La con-tropartita del maggior esborso dovrebbeessere l'eliminazione totale e definitiva del-le stangate «una tantum» che vengono pe-riodicamente somministrate agli automobi-listi.

Per fare tutto questo basta un personalcomputer e qualche ora di lavoro.

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fiscale», nel quale compensare tutti gliimporti a credito e a debito del contri-buente (pochi calcoli in più sulle voci delrecord); secondo, scaglionare le sca-denze delle dichiarazioni, per evitare lacongestione degli uffici: in gennaio, peresempio, i dipendenti pubblici, in marzoquelli privati, in maggio i commerciantie così via. Sfruttando poi la rete infor-matica degli istituti di credito, perchénon automatizzare il pagamento ratealedelle imposte? Si potrebbe arrivare auna forma di riscossione completamen-te automatica: in assenza di variazionisull'anno precedente, la banca paghe-rebbe mese per mese le imposte dovu-te, senza che i I contribuente debba Nei sistemi informativi della pubblica amministrazione sono già presenti quasi tutti i dati che il fisco chiedecompiere alcuna formalità, sulla base di ogni anno ai contribuenti.

Computer sbagliato,verbale incompleto,

soldi (del ciHadino) sprecatiRaccomandata con avviso di ricevimen-

to, una busta azzurra piena di avvertenze: èun verbale di contravvenzione, compilatoda un computer del Comune di Roma. Leg-go: Il giorno 17 GENNAIO 1993 alle ore19,24 ... "conducente del veicolo tg ... CIR-COLAVA VIOLANDO LE LIMITAZIONI IM-POSTE CON ORDINANZA COMUNALE.Seguono i miei dati anagrafici scritti con labiro (la data di nascita è sbagliata). e più inbasso: violando la norma dell'Art. 7/01 delD.L. 30/4/92 N.285. Poi c'è scritto che pos-so estinguere la violazione pagando la mo-dica cifra di L. 105.000.

Tiro il fiato, sono passati più di 150 giornidall'infrazione e non dovrò pagare nulla. Mapoi esamino meglio il verbale e scopro cheè stato inviato una prima volta alla societàdi leasing dalla quale ho riscattato la mac-china nel novembre dell'ormai lontano1991. Quindi i centocinquanta giorni decor-rono dalla data in cui il Comune è riuscito arisalire al mio nome, cioè il 24 maggio. Maper quale infrazione devo pagare? Che cifacevo, il 17 gennaio alle 19,24, in quellapiazza? Quale norma ho violato? Ci vuolepoco a scoprire che il D.L. 285 è il Codicedella strada. Ma l'articolo 7/1 dice: Nei cen-tri abitati i comuni possono, con ordinanzadel sindaco: a)... b)... c)... e giù due paginefitte di cose che i comuni possono stabilire:dalle limitazioni alla circolazione alle prece-denze, ai divieti di sosta, ai parcheggi. Pos-so aver violato una qualsiasi di queste nor-me, il verbale non la specifica (come previ-sto dall'art. 383 del Regolamento). E nonspecifica nemmeno quale sia l'ordinanzacomunale richiamata, e dunque non è vali-do. Ma resta il dubbio di quale infrazione io

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mi sia macchiato, ligio alle norme come so-no. Dopo una lunga indagine scopro che il17 gennaio c'era a Roma il divieto di circo-lazione per l'inquinamento atmosferico. Mala mia macchina è «ecologica», e il taglian-do verde con la «B» ricevuto dalla Motoriz-zazione civile era bene in vista sul parabrez-za, e c'era anche la fotocopia sul lunotto. Epoi, non si era detto che i comuni avrebbe-ro consultato l'archivio della Motorizzazioneper sapere se un veicolo era autorizzato acircolare durante le ore del blocco?

Considerazioni finali: a parte il fatto cheil verbale non è valido, perché non è speci-ficata la violazione commessa, perché ilComune di Roma non ha consultato l'ar-chivio della Motorizzazione Civile? Il colle-gamento tra computer avrebbe consentitonon solo di identificarmi immediatamente,ma anche di stabilire, automaticamente,l'inutilità della contestazione. Invece la ri-cerca è stata fatta, con ogni evidenza, alPRA. E ormai anche i sassi sanno che ilPRA non è aggiornato, oltre a non averel'indicazione sulle caratteristiche delleemissioni dei veicoli.

Dunque il computer del Comune di Ro-ma ha interrogato ... il collega sbagliato,sempre che la ricerca non sia stata fatta amano. Ancora più sbagliato, se si considerache la consultazione del PRA è più onerosadi quella del CED della Motorizzazione (cherichiede solo un abbonamento annuale,mentre il PRA fa pagare anche le singoleinterrogazioni). Spese inutili a carico delcontribuente, solo perché non si sfruttanocon intelligenza i sistemi informativi cheesistono e che funzionano.

M. e.

uno scambio telematico di dati con il si-stema del Ministero delle Finanze.Informatica mente parlando, si può.

Con i data base aggiornati e con unpo' di personale liberato da incombenzeinutili, potrebbe incominciare seriamen-te la caccia agli evasori. Alcuni program-mi, neanche troppo complessi, potreb-bero portare alla luce auto di grossa ci-lindrata, barche, immobili e altro, le cuiintestazioni appaiano per qualche moti-vo poco convincenti. Insomma il «reddi-tometro» non dovrebbe essere compi-lato dal contribuente, ma dal sistemainformatico. Il vantaggio sarebbe datodal fatto che le posizioni da verificarenon sarebbero quelle di milioni e milionidi contribuenti, ma un numero moltopiù ridotto. Ma c'è un altro problema,ancora più grave: gli «indicatori di reddi-to» indicano poco, perché sono basatisu classificazioni burocratiche anzichérealistiche. Anche qui l'informatica po-trebbe dare una mano e risolvere il pro-blema con poco sforzo e poche spese:un esempio è nel riquadrato.

Ma come fare per avere in brevetempo informazioni aggiornate ì La solu-zione è facile, ed è già stata propostanelle «sedi competenti»: non aspettareche sia smaltito l'arretrato, ma passaresubito all'elaborazione della massa diinformazioni contenute nelle dichiarazio-ni relative al 1992. Forse si perderanno inon elevatissimi introiti derivanti dagliaccertamenti sugli anni passati, ma simetteranno le basi per una maggioreefficienza (e quindi maggiori introiti) pergli anni futuri.

Concludo qui, perché non spetta auna rivista di informatica o a un giornali-sta dare consigli per la riforma del siste-ma fiscale. Questo è solo un piccolocontributo, perché non si dica che qual-cuno ha sbagliato confidando troppo nelcomputer. ~

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CERTO che ve ne hanno raccon-tate. Vi hanno dato ad intendereche shareware sta per softwaregratis. Che la registrazione è un

"obbligo morale". Magari vi hanno fattopagare la copia shareware di un program-ma più della registrazione stessa.

E pensare che è così semplice. Sha-reware è una formula di marketing che vipermette di provare i programmi prima diacquistarli: se vi piacciono e decidete dicontinuare ad usarli dovete registrarvi -ossia pagare la quota che l'autore chiede- altrimenti avrete speso soltanto le po-che lire che sono andate a chi vi ha forni-to la copia di valutazione. L'importante ècapire che fino al momento della even-tuale registrazione l'autore di un pro-gramma shareware non ha intascato unasola lira. Il resto sono shareballe.

Noi di Ultimobyte abbiamo portato loshareware in Italia nel 1987. Gli unici acapire subito foste voi, gli utenti. Altri,con un paio d'anni di ritardo, presero ad i-mitarci. Oggi abbiamo deciso che è tem-po di cambiare. E fra due anni vedremo.

Le librerie professionaliLe nostre ProfessionaL Shareware Li-

braries sono raccolte monografiche (inInglese) di tutto quanto - shareware epubblico dominio - c'è di conosciuto indiverse categorie ben definite, da Win-dows al linguaggio C, da Lotus 1-2-3 a d-Base. Ogni libreria è stata progettata perconsentirvi di avere sotto mano, nel mo-do più veloce ed economico, tutti gli stru-menti disponibili in una determinata aread'i nteresse.

La Iibreria più ampia si estende su ISOMbyte (SO dischetti "zippati" da I,44MB)e contiene 2822 prodotti. È chiaro che senon avessimo pensato all'organizzazionesarebbe per voi un problema trovare ilprodotto di cui avete bisogno. Ma se nonavessimo pensato all'organizzazione nonparleremmo di librerie e non le chiame-remmo professionali. Il database che ac-compagna ogni libreria vi permette nonsolo di cercare velocemente un prodottoin base a tipo, nome o autore, ma anche dilocalizzare una qualsiasi stringa di testonelle descrizioni dei prodotti.

Un lavoro da specialistiI nostri specialisti per ogni diversa li-

breria spendono migliaia di ore nel racco-gliere e controllare il materiale che entra

a far parte della versione corrente. Con-tatti diretti con i produttori, esame punti-glioso di quanto appare in diecine di rivi-ste specializzate, continui collegamenticon centinaia di BBS in America fannodalle nostre librerie il prodotto più com-pleto e accurato oggi disponibile. a qual-SiaSIprezzo.

Il prezzo è per noi un fattore della mas-sima importanza. Per questo usiamo sem-pre il minimo numero possibile di di-schetti "zippati" con PKZIP e duplicaticon un programma che ottimizza la co-pia. Siccome contengono solo i prodottidella categoria che vi interessa e siccomeli contengono tutti, non dovete perderetempo prezioso in ricerche parziali: sequello che cercate non è nella nostra li-breria, vuoi dire che non esiste. The Alter-native Software Bullettin ha scritto:"senza dubbio un grosso affare, seconfrontate Iquesto prezzo lcon il prez-zo dei dischetti singoli o con la bollettatelefonica che dovreste pagare perprendere i file da un BBS.~

NW Utility Library è specifica per leLAN che funzionano con il sistema ope-rativo Netware di Novel!. La rivista spe-cializzata LAN Times si è espressa in ter-mini entusiastici: "una grade\ole pro-posta ad un prezzo grade\ole, sarebbegià un affare al doppio.~ E ancora: •• iprogrammi in sé rappresentano prati-camente ogni concepibile tipo di utilityper Netware; è garantito che entrate inpossesso delle più recenti e miglioriproposte shareware.~ Consulenti eLAN administrator sono i principali de-stinatari di questa libreria, che è compostada 698 file su 29 dischi. Lire 200.000

C/C++ Utility Ubrary è una completaraccolta di programmi, utility e tool per illinguaggio C, essenzialmente Microsofte Turbo C. "Ln sogno per chi \a a cac-cia di affari~ secondo PC World Maga-zine, questa libreria è naturalmente rivol-ta ai programmatori C. Si compone di 914file su 43 dischi. Lire 300.000

C++ Utility Library è un estratto dellaprecedente e contiene soltanto i file rela-tivi al linguaggio C++ ANSI 2.0. Si com-ponedi321 filesu 17dischi.Lire 120.000

dBase Utility Library è stata la nostraprima libreria e rimane la più ampia. Lacollezione di file (molti accompagnati dal

sorgente) comprende ogni utility e fram-mento di codice che si conosca per i pro-grammatori in linguaggio XBase, spe-cialmente dBase 1II+, dBase TV,ClipperS'87 e 5.x, FoxBase+ e FoxPro. Ci sonoanche centinaia di prodotti per dialetti co-me QuickSilver, dBXL, Recital, dBFast ealtri. In totale, oltre 70 tipologie di file,dai generatori di applicazioni ai tool As-sembler, dai cloni dBase al supporto diWindows, dalla compressione di dati eprogrammi alla grafica.

A detta di Computer Language Maga-zine questo è •• molto probabilmente lostrumento più utile per chi s\iluppaapplicazioni in dBase o Clipper ...Chiunque lavori in dBase, FoxBase,Clipper o QuickSiher do\ rebbe a\ereuna copia di questa Iibreria.~

el Marzo del 1989 la libreria dBaseera formata da 36 dischi e già era conside-rata uno strumento indispensabile per•• qualsiasi programmatore che non\oglia reimentare la ruota.~ Da allorala dimensione è più o meno quadruplicatae oggi la libreria si compone di 2822 filesu SO dischi. Lire 360.000

CAD Utility Library è destinata agli u-tenti di AutoCAD e prodotti collegati.Tra gli altri, ci sono file per 3-D Autolisp,per l'animazione, font di testo, utility va-rie, AutoFlix, newsletter, eccetera. Que-sta libreria è composta da 821 file su )2dischi. Lire 120.000

Le nostre cinque Windows Libra-ries contengono senza ombra di dubbiole più vaste collezioni di prodotti sha-reware e di pubblico dominio per Win-dows. Si tratta in totale di oltre 250 Mby-te di file (quando decompressi).

Nel Luglio del '92 PC Computing scri-veva: •• Gli appassionati di sharewareper" indows si rallegrino ... quasi tuttoquello che a\ ete sempre immaginatosotto Windows.~ E PC World nel Mag-gio dello stesso anno: "una stupefacen-te collezione di shareware per Windowsche ,i \edrà felicemente impegnati agiocare per parecchi giorni - e \i man-terrà produtti\i molto più a lungo.~

Windows Professional Library con-tiene codice sorgente e utility varie perconsulenti e programmatori. Si componedi 564 file su 41 dischi. Lire 200.000

Windows Fun Library è una raccoltadi giochi, immagini di sfondo e molte mi-

INDIRiZZO .

NOME/COGNOME .

r-----------------------------------------------------------,SI 'inviate subito i prodotti contrassegnati con una crocetta al

mio indirizzo. Resta inteso che sostituirete gratuitamente glieventuali dischi difettosi.

gliaia di icone. Si compone di 308 file su16 dischi. Lire 120.000

TrueType Font Library e WindowsATM Fonts sono due vaste raccolte difont (famiglie di caratteri) rispettivamen-te in formato TrueType e ATM.

Ognuna contiene un'ampia selezionedi font classici oltre a parecchi font orna-mentali ed a qualche utility per l'utilizzodei font stessi. La raccolta di font ATM sicompone di 104 file su 8 dischi; la raccol-ta di font TrueType si compone di 752 fi-le su 15dischi. Ciascuna lire 120.000

Windows Applications contiene cen-tinaia di applicativi "generaI purpose"sotto Windows. Si compone di 340 file su28 dischi. Lire 120.000

Le librerie vengono fornite su dischi da3,5" ad alta densità (1,44 Mbyte) e sonoin formato "zippato" per ottimizzare lospazio. Tutti i prezzi comprendono l'IVA.

Approfittate della grande opportunitàdi avere sempre a portata di mano tutto il

software di cui avete bisogno in una de-terminata categoria. Oltre che su dischet-to, tutte le librerie soo D1SP()"IBILI SlCD-Ro:\t telefonateci!

Compilate oggi stesso il tagliando erispeditelo al nostro indirizzo. Affrettate-vi, lasciate perdere le sharebaJle.

CAP CITTÀ PRo .

Per un servizio più rapido: Fax 02/65.55.061 - Te I. 02/65.55.306

PAGAMENTOD Versamento sul c/c postale N. 25812207D Allego assegno NON TRASFERIBILE intestato Ultimobyte Editrice S.r.l.D Allego ricevuta vaglia postale (anche in fotocopia)D Contrassegno postale (aggiungere L. 4.000 al Totale Generale)

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Prezzo120.000300.000360.000120.000120.00060.000

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9/38443/91450/282212/1579/1142/91

8/32416/66416/30828/34012/82117/32129/69812/24315/75210/37141/5648/104

Totale Prodotti L. .

Totale Generale L. .

Spedizione Postale L.

Editrice S.r.l.Via A. Manuzio, 15 - 20124 Milano

TEL .

ProdottoD AssemblerD ClC++ LibraI)'D dBase LibraI)'D Games LibraI)'D MultiMediaD Object VisionD Spreadsheet/123D Turbo Pasca l LibraryD Windows FunD Windows Appl.D AutoCADD C++ OnlyD Novell NetWareD OS/2 LibraryD TrueType FontsD Visual BASICD Windows ProfessionalD Windows ATM Fonts

ASM Utility Library si rivolge sia aiprincipianti che ai programmatori As-sembler professionisti. Contiene, tra l'al-tro, un tutorial, il compilatore XASM esvariate utility. Si compone di 384 file su9 dischi. Lire 120.000

MultiMedia Library è una vasta colle-zione di motivi musicali, suoni digitaliz-zati, grafica e prodotti per l'animazione,oltre a utility e programmi per applicazio-ni multimediali. Si compone di 114 file su9 dischi. Lire 120.000

Turbo Pascal Utility Library contienei più recenti (solo da 5.0 in su) programmiTurbo. Si spazia dalla grafica agli iperte-sti, dai compilatori ai font, d~lla gestionedel mouse al multitasking. E probabileche un solo file tra quelli di questa libreriane giustifichi l'intero costo. Si componedi 664 file su 16 dischi. Lire 160.000

Best PD/Shareware Games Librarycontiene i migliori giochi per Pc. Si com-ponedi 157filesu 12dischi. Lire 120.000

123 Utility Library si rivolge agli uten-ti di Lotus 1-2-3 e programmi compatibi-li. Comprende, tra l'altro, molti spread-sheet già scritti per le applicazioni piùsvariate, cloni di 1-2-3, interfacciamentoa Windows, utility di word processing,eccetera. Si compone di 324 file su 8 di-schi. Lire 120.000

OS/2 Utility Library fornisce agli svi-luppatori gli strumenti essenziali che so-no stati dimenticati nella COITenteversio-ne 2.0 di OS/2. Si compone di 243 file su12 dischi. Lire 120.000

ObjectV Library è per gli utenti diObject Vision della Borland. Si componedi 91 file su 2 dischi. Lire 60.000

VBASIC Library si rivolge in manieraspecifica ai programmatori in Visual BA-SIC. Contiene una grande varietà di ap-plicazioni e utility, molte in formato sor-gente. Si compone di 371 file su IO di-schi. Lire 120.000