Perché votare SI · 2016. 4. 12. · Perché votare SI al referendum del 17 aprile il quesito...
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Perché votare SI al referendum del 17 aprile
il quesito referendario:Volete voi che sia abrogato l’art. 6,
comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell'art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per
la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di
Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia
ambientale”?» SI!
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Cosa chiede semplicemente il referendum: Ripristino della scadenza DENTRO le 12 miglia. Come era prima della Lg.208/2015 art.1
Perché?: Il governo Italiano grazie alle pressioni delle associazioni, dei cittadini, delle realtà economiche danneggiate da questa industria, e in seguito alla catastrofe della Deepwater Horizon, nel 2010 capisce che trivellare a ridosso delle coste NON è più possibile! Partono una serie di normative e il solito modo di fare altalenante dell’andare avanti per poi ritornare indietro. Gennaio 2015, il governo blocca nuovamente i progetti in itinere entro le 12 miglia rigettandone 9, tra questi Ombrina, e parzialmente 11(solo la parte dentro le 12 miglia) ma regala a 31 concessioni a coltivare, la facoltà di sfruttamento e quindi di trivellare senza limiti di tempo. VOTARE SI, per noi significa FERMARE UNA INDECENZA, perché se è proprio il Governo che con una serie di normative, seppur a volte discutibili, considera di fatto AREE SENSIBILI quelle a ridosso della costa, sinceramente non si capisce perché proprio ai vecchi progetti, quindi a quelli intrinsecamente più pericolosi, PERMETTE di rimanere sine die, di trivellare ancora sine die, eccetera.
è inaccettabile che una risorsa nazionale, diventi vita
natural durante del giacimento, di una qualsiasi
compagnia PRIVATA, che è libera di vendere a
chiunque voglia.
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Incomprensibile questo regalo solo ad un gruppetto di concessioni che possono rappresentare al massimo il 15% del numero totale di
concessioni in Italia tra terra e mare (201)Grafico a torta
5%
80%
15%
concessioni entro le 12 miglia relative alle 92 piattaforme restanti concessioni fuori le 12 miglia e in terra (circa)concessioni entro le 12 miglia e fuori senza piattaforme inattive altro
perché difendono così strenuamente una scelta che può anche sembrare banale? questa scelta sarà una mosca nocchiera anche per le restanti
concessioni? o è solo un sotterfugio per non far scadere vecchie concessioni e quindi evitare di smontare mucchi di tubi e ferraglie
inquinanti?
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Incomprensibile perché gran parte di quei progetti e quindi delle piattaforme, dei tubi sottomarini eccetera ha più di 40 anni.
La Unione Europea in preparazione del Regolamento Offshore, oggi Direttiva -2013/30/UE-, ha redatto uno studio sui fattori di rischio individuando tra questi: Infrastrutture obsolescenti e ambiente industriale arrivato a maturità.
Lasciatecelo chiedere, ALMENO dentro le 12 miglia
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Lasciatecelo chiedere, ALMENO dentro le 12 miglia
i cedimenti strutturali, sono una delle maggiori cause dell’inquinamento marino di routine, dovuto a questa
industria. Vecchie piattaforme, vecchi tubi, e controlli non soddisfacenti, sono un mix che non ci piace affatto. Anche
come incidenti, ricordiamo in Norvegia, quello della Continental Shelf nel ’91, fu per cedimento strutturale
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Lo studio condotto dal gruppo GESAMP - un consorzio di esperti sugli aspetti dell’inquinamento marino, creato e gestito in collaborazione con
l’Unesco, la Fao, le Nazioni Unite e l’Organizzazione Mondiale della Sanità - stima che un pozzo esplorativo tipo, scarichi fra le 30 e le 120 tonnellate di
sostanze tossiche durante l’arco della sua breve vita, intenzionalmente o accidentalmente. Studi condotti in Norvegia indicano che la principale fonte di inquinamento dei mari del Nord, è dovuta agli scarichi accidentali di rifiuti
petroliferi e di scarico delle acque di produzione. da: Trivelle in Vista WWF
Ma anche perché ci sono INDISCUTIBILI impatti ambientali e a ridosso della costa diventano ancora più pericolosi:
la Concessione Rospo Mare ad esempio, in Abruzzo, sino
ad oggi ha perforato 29 pozzi
-38 anni di attività- prima proroga scade nel 2018
immagine: Paper World
WWF Hungary
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I sedimenti nei pressi delle piattaforme sono spesso molto contaminati. A seconda degli anni considerati, il 76% (2012), il 73,5% (2013) e il 79% (2014) delle piattaforme presenta sedimenti con contaminazione oltre i limiti fissati dalle norme comunitarie per almeno una sostanza pericolosa. Questi parametri sono oltre i limiti per almeno due sostanze nel 67% degli impianti nei campioni analizzati nel 2012, nel 71% nel 2013 e nel 67% nel 2014. Non sempre le piattaforme che presentano dati oltre le soglie confermano i livelli di contaminazione negli anni successivi, ma la percentuale di piattaforme con problemi di contaminazione ambientale è sempre costantemente elevata. da: -Trivelle Fuori Legge, Greenpeace-
cromo, nichel, piombo (e talvolta anche mercurio, cadmio e arsenico), e alcuni idrocarburi come benzo[a]pirene
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Tra i composti che superano con maggiore frequenza i valori definiti dagli Standard di Qualità Ambientale (o SQA, definiti nel DM 56/2009 e 260/2010) fanno parte alcuni metalli pesanti, principalmente cromo, nichel, piombo (e talvolta anche mercurio, cadmio e arsenico), e alcuni idrocarburi come fluorantene, benzo[b]fluorantene, benzo[k]fluorantene, benzo[a]pirene e la somma degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Alcune tra queste sostanze sono cancerogene e in grado di risalire la catena alimentare raggiungendo così l’uomo e causando seri danni al nostro organismo.
Laddove esistono limiti di legge per la concentrazione di inquinanti, questi sono spesso superati dai sedimenti circostanti le trivelle. Pur con qualche oscillazione nei risultati, questa situazione si mantiene sostanzialmente costante di anno in anno. Non ci risultano però licenze ritirate, concessioni revocate o altre iniziative del Ministero dell’Ambiente atte a interrompere l’inquinamento evidenziato e/o a ripristinare la salubrità dei fondali. A cosa servono questi monitoraggi se non impongono adeguamenti e se non prevedono sanzioni?
da: Trivelle Fuori Legge - Greenpeace -immagine:
Paper WorldWWF Hungary
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Acque di produzione: c’è una legge, la D.Lgs 152/06 art.104, che a seconda dei composti presenti nelle acque di produzione
(acque di formazione + acque di processo), permette di scaricare in mare, o reiniettare nelle unità geologiche profonde.
Nel 2012 nell’Adriatico, ben 180.000m3 di acque di produzione sono state riversate in mare. nb.: Dalle acque di
produzione vengono abitualmente recuperati gran parte degli idrocarburi associati, tramite processi come la degassazione o la disoleazione
vota SI
CHI CONTROLLA,come controlla?
quando controlla?
immagine: Paper World
WWF Hungary
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44 sono le concessioni dentro le 12 miglia(dati Ministero dello Sviluppo Economico -UNMIG-)
• 33 - sono totalmente ubicate entro il limite delle 12 miglia dalla linea di costa e dalle aree protette mentre altre 11 lo sono prevalentemente (più del 75% dell'area) ed hanno gli impianti ubicati entro le 12 miglia. Le 44 concessioni di coltivazione sono distribuite nell'offshore di 7 regioni (Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Marche, Molise, Sicilia, Veneto).
• Nel 2015 la produzione delle concessioni ubicate entro le 12 miglia è stata di 1,93 miliardi di m3 di gas (pari al 42,8% della produzione offshore e al 28,1% della produzione nazionale di gas) e a 0,54 milioni di tonnellate di olio greggio (pari al 72,3% della produzione offshore e al 10% della produzione nazionale)(UNMIG).
• Nelle 44 concessioni sono installate 90 piattaforme di queste 88 sono dentro le 12 miglia (UNMIG). Cosa succede per concessioni tipo la B.C15.AV tra l’Abruzzo e il Molise, dove la piattaforma Pennina, è fuori le 12 miglia, allo scadere dei tempi concessori previsti per i progetti fuori le 12 miglia costruiranno un altra piattaforma poiché la normativa prevede “…per la durata di vita utile del giacimento..”?
• 6 delle 44 concessioni, sono nel Golfo di Venezia, quindi ferme dal 2002 (Lg.179/02)
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Progetti di coltivazione entro le 12 miglia relativi alle 88 piattaforme, quanti anni hanno queste produzioni,
sapendo che più sono vecchie e più inquinano?
sono ben 31, e la gran parte
ha più di 40 anni
su 88 piattaforme dentro le 12 miglia relative alle 31 concessioni, ben 38 hanno più di 40 anni
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Dove si trovano
Zona A alto AdriaticoZona B medio Adriatico
Zona D, F Golfo di TarantoZona C, G Canale di Sicilia
Emilia Romagna 15Marche 4Abruzzo 5Calabria 3
Canale di Sicilia 4
REGI
ONI
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Chi è dentro e chi è fuori le 12 miglia
divieto di perforazione e di coltivazione
Pantelleria
Egadi
la dimensione icona pozzo/piattaforma, sta ad indicarne la presenza più o meno rilevante
Titoli Mineraria terra 223
istanze a terra75
istanze in mare40
Titoli Minerariin mare 93
Lombardia34
Piemonte 10
Veneto 3
Emilia Romagna67
Friuli V.Giulia1
Lazio 6
Marche 27Abruzzo 19
Basilicata 30
Toscana 3
Sardegna 1 Molise 12
Campania 2
Puglia 16
Sicilia 21
Calabria 3
48 Veneto Emilia Romagna
27 Marche Abruzzo Molise
7 Molise Puglia
4 Puglia Basilicata Calabria
10 Sicilia
Titoli minerari a Mare
Titoli minerari a Terra
Cartina aggiornata con dati UNMIG gennaio 2016
Istanze di Prospezione 8
i titoli minerari sono i permessi di ricercae le concessioni a Coltivarele istanze sono a permesso e a coltivare
Fabr
izia
Ard
uini
a livello regionale i titoli se interessano più regioni sono citati più volte
Secondo ASPO, le concessioni entro le 12 miglia, il cui permesso è già scaduto e di cui hanno già richiesto la proroga da mesi, se non da anni, sono 9, su cui insistono 39 piattaforme che nel 2015 hanno prodotto 622 milioni di metri cubi di gas, circa il 9% della produzione nazionale (1,1% dei consumi 2014). Queste concessioni, verosimilmente, saranno prorogate ancora una volta anche in caso di vittoria dei “si” al referendum, in quanto l’istanza di proroga è stata depositata quando era valida la vecchia normativa.
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Le concessioni entro le 12 miglia, i cui permessi inizieranno a scadere a partire dal 2017 e termineranno nel 2027, sono 17 . Nel 2015 hanno prodotto 1,21 miliardi di metri cubi di gas, circa il 17,6% della produzione nazionale (il 2,1% dei consumi 2014). Tra queste, 4 concessioni hanno permesso anche una produzione di petrolio pari a 500.000 tonnellate, circa il 9,1% della produzione nazionale (0,8% dei consumi 2014). Queste concessioni, nel caso vincano i “si” al referendum, non potranno essere prorogate.
Dal 2017 al 202717 concessioni
2,1% consumi nazionali gas0,8% petrolio
ASPO Italia - Associazione per lo studio del picco del petrolio, del gas …
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Ma allora questo referendum distruggerà intere economie, e falcerà la nostra “copiosa” produzione di idrocarburi entro
le 12 miglia?Gli allarmismi che circolano in rete su una perdita “da un giorno all’altro” del 60-70% della produzione di gas naturale, in caso vincano i “si” al referendum del 17 Aprile, sono esagerati. Innanzitutto la maggior parte della produzione di gas in Italia è a terra (34%) o in mare oltre le 12 miglia (36%). ASPO Italia. Secondo il Ministero dello Sviluppo è del 28% il gas prodotto entro le 12 miglia, mentre è il 10% per il petrolio. Quindi se la matematica non è un
opinione il 70% della produzione di gas italiano, in realtà non è dentro le 12
miglia!
C’è anche da sottolineare, che con la progressività delle chiusure per il
raggiungimento delle scadenze, la produzione “persa” sarebbe ben inferiore in quanto nel frattempo i giacimenti continuerebbero ad
essere sfruttati e quindi ad esaurirsi. E secondo uno studio di ASPO, quelle marine le stiamo esaurendo ad una velocità maggiore di
quelle terrestri.
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non sono richieste royalty per i primi 80 milioni di Smc -metri cubici standard - di gas e 50.000 tonnellate di olio prodotti
BUIG Mare 2015
BUIG Mare 2015
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Ecco i grandi giacimenti nazionali che spesso non superano nemmeno la franchigia: 20.000tonnellate di petrolio a Terra, 50.000 a Mare 25milioni di metri cubi a Terra e 80milioni a Mare
Franchigia: volume all’interno del quale non si pagano royalty
terra
maredati UNMIG 2014
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Mediamente la produzione nazionale annua è: petrolio 5 milioni di tonnellate
gas 7 miliardi di Sm3 -metri cubi standard-
Mediamente il fabbisogno nazionale annuo è:petrolio 60 milioni di tonnellate
gas 67 miliardi di Sm3 -metri cubi standard-
Unione Petrolifera
Ma è vitale trivellare in lungo e in largo terra e mareper il nostro fabbisogno energetico?
Gas-Oil riserve certe probabili possibilitep - tonnellate equivalenti di petrolio -.Qui espresso in milioni di tep - Mtep -
230 Mtepse tutto va bene bastano
per 3 anni circa di fabbisognodati -RA UNMIG 2014-
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Per quanto riguarda le economie, e le migliaia di posti di lavoro una volta sono
4.000, un altra sono 10.000. Visto e considerato che le piattaforme sono dei
veri e propri robot, che ci dicessero quanti sono i fissi, i saltuari, e per favore nell’indotto non conteggiassero anche gli operai dell’ANAS che asfaltano le
strade usurate dal passaggio delle autocisterne! Partendo dal dato che le dismissioni saranno LENTE e che una
parte può essere coinvolta per le dismissioni degli impianti. Ma anche ci dicessero, in caso di incidenti quanti
posti di lavoro si perdono nel turismo, nella pesca eccetera.
Ma quanti lavoratori perderanno il lavoro?
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Sarebbe serio fare stime su dati precisi, su lavoratori diretti a
tempo determinato e non, più l’indotto -SEPARATI!-. Ad
esempio: un progetto gas mare con piattaforma collegata a 12
pozzi che è in produzione, sappiamo che ha da 8 a 25
addetti, quando la produzione è stabilizzata, gli addetti scendono a 8 circa. Quanti ce ne sono di
questi progetti? e così via dicendo.
Ma quanti lavoratori perderanno il lavoro?
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Petrolio in discesa libera posti di lavoro persi -noi non c’entriamo niente…-
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In Italia, basta una minima richiesta di buon senso, come quella di avere ALMENO per le 12 miglia una scadenza sulla durata delle
concessioni, per scatenare un terremoto. Forse è vero che il nostro è il paese di bengodi. Anche la Croazia che dentro le 12
miglia non ha e non avrà progetti inerenti l’industria degli idrocarburi, fa più richieste di noi, e il nuovo governo ha richiesto
anche una MORATORIA:
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Secondo Eurispes, l’incidenza del turismo sul Pil nazionale è circa il 10% con la previsione che, con
interventi per rilanciare il settore, il dato andrà a raddoppiare nel giro di
una decina di anni. L’istituto di ricerca annovera, inoltre, il turismo (insieme a cultura, manifattura e agricoltura) tra i “pilastri della nostra economia e fattore
determinante per una ricostruzione del ruolo dell’Italia
nel mondo”.
TURISMO
Secondo il Rapporto sopra citato, i giovani rappresentano il 63% degli occupati, 602 mila
dipendenti sotto i 40 anni e 342 mila sotto i 30.
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AGRICOLTURA
Da un sondaggio della Coldiretti “L’agricoltura si conferma settore
che offre opportunità e contribuisce nella lotta alla disoccupazione”. Solo nel 2014, 57.000 nuovi occupati. In
gran parte giovani.Così il ministro Maurizio Martina
commenta i dati dell'Istat sull'occupazione: il settore vanta una
crescita di oltre il 7% del tasso di occupati in un anno, con circa 57 mila
nuovi lavoratori.
ci fermiamo qui!
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Innovazione e Sostenibilitàmigliorare gli incentivi e renderli più efficaci
Efficenza: si potrebbero aprire migliaia di cantieri per la riqualificazione edilizia, si potrebbero recuperare 800.000 posti di lavoro persi secondo l’osservatorio congiunto su Innovazione e Sostenibilità nel settore edilizio dei sindacati del settore della UIL CSL CGIL e Legambiente
Rinnovabili: secondo uno studio del Centro per la Ricerca Energetica inglese (Ukerc) le rinnovabili danno 10 volte più posti di lavoro del fossile-2014- in Italia 250 mila posti di lavoro, più altri 600 mila nei settori collegati e nell’indotto entro il 2020-. - Comuni Rinnovabili GSE, Sorgerai Legambiente-
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COSA FARE ➲ Solo unendo le forze si possono ottenere risultati apprezzabili, il
WWF Italia sta lavorando per lanciare un segnale congiunto a livello internazionale in specie per la salvaguardia del Mediterraneo, agganciandosi alla produzione scientifica, che il WWF ha prodotto in questi ultimi decenni a difesa di questo straordinario mare -http://mediterranean.panda.org-.
➲ C’è bisogno di tutti, dalle le forze economiche danneggiate da questa industria, a chi è disponibile a fare banchetti, volantinaggi, parlare con la gente.
➲ il 17 aprile che ci sia l’Italia che da 30 anni chiede di USCIRE dal fossile, per un futuro
migliore e più pulito per tutti.
METTERE UN BEL SI il 17 Aprile
http://mediterranean.panda.org/
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Grazie per l’attenzione