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Per vedere oltre Per “turismo per tutti” si intende la possibilità di soddisfare le esigenze, le necessità e i desideri di tutti, ed in particolare di coloro che per la loro vacanza hanno il diritto di trovare quell’insieme di servizi, strutture e infrastrutture ade- guate e rispettose delle loro specifiche esigenze. Questo manuale fa fronte in modo particolare alle esigenze e alle aspettative delle persone con disabilità visive; nello stesso tempo vuole approfondire il concetto di barriera percettiva che deve essere considerata come un ostacolo per chiunque e quindi non solo per le persone con disabilità, ma anche per tutti i potenziali fruitori del bene.

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Manuale "Per vedere oltre"

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Per vedere oltrePer “turismo per tutti” si intende la possibilità di soddisfare le esigenze, le

necessità e i desideri di tutti, ed in particolare di coloro che per la loro vacanza

hanno il diritto di trovare quell’insieme di servizi, strutture e infrastrutture ade-

guate e rispettose delle loro specifiche esigenze. Questo manuale fa fronte in

modo part icolare alle esigenze e alle aspettative delle persone con disabilità

visive; nello stesso tempo vuole approfondire il concetto di barriera percettiva

che deve essere considerata come un ostacolo per chiunque e quindi non solo

per le persone con disabilità, ma anche per tutti i potenziali fruitori del bene.

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Per vedere oltre

www.uicpiemonte.it/per-vedere-oltre

In collaborazione con:

Con il contributo di:

Assessorato Turismoe Pari Opportunità

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Per vedere oltre

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Il turismo negli ultimi anni ha subito una forte crescita

ed è considerato uno dei settori più importanti dell’economia mondiale.

Le offerte turistiche si sono moltiplicate e ormai coprono le più svariate

esigenze, tuttavia vi sono ancora gravi carenze rispetto al soddisfacimento

dei bisogni delle persone con disabilità sensoriali; una maggiore autono-

mia potrebbe essere garantita con interventi generalmente di basso costo,

ma di alto valore sociale, soprattutto nel campo della formazione e qua-

lificazione professionale. “Piemonte, per vedere oltre” è il progetto con cui

il Consiglio Regionale del Piemonte dell’Unione Italiana dei Ciechi e

degli Ipovedenti intende portare il proprio contributo al miglioramento

della fruibilità dell’offerta turistica sul territorio regionale nei confronti

delle persone con disabilità visiva. Questo manuale rappresenta un sup-

porto all’aspetto formativo del progetto ed è rivolto agli operatori turistici

con particolare riferimento agli addetti di agenzie turistiche, alberghi e

strutture ricettive, ai conducenti di trasporti pubblici e privati, alle guide

ed accompagnatori professionali e volontari. L’obbiettivo che ci siamo

posti è di formare ed informare coloro i quali, a diversi livelli, sono coin-

volti nell’offerta di un servizio turistico fornendo un utile “strumento di

lavoro” per migliorare l’approccio al mondo della disabilità visiva e di

conseguenza per perfezionare la risposta alle esigenze del cliente/turista

cieco o ipovedente. Il manuale integra ed arricchisce il videocorso di for-

mazione online con cui si è voluto creare un insieme di ipotetiche scene

reali esemplificative di buone prassi di accoglienza. Tutto questo è stato

possibile anche grazie al finanziamento e alla collaborazione dell’Asses-

sorato al Turismo e Pari Opportunità della Regione Piemonte e al suppor-

to dell’associazione Turismo per Tutti e di Tactile Vision onlus ai quali va

il nostro più sentito ringraziamento.

Angelo D’AlbanoPresidente del Consiglio Regionale

UICI del Piemonte

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1 . P A R T E P R I M A

• I dati.• Ciechi ed ipovedenti in Italia.• Gli anziani.• L’offerta turistica per le persone con disabilità visiva.• Conoscere il cliente.• Una comunicazione efficace.• Il primo incontro.

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Turismo per tutti.8

La disabilità visiva.

• Aspetti psicologici.• Malattie oculari.

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Gli ausili.

• Ausili personali.• Sistemi di lettura e software di aiuto.• Ausili non personali.

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Molteplici sensi.

• L’esplorazione tattile.• L’esplorazione uditiva.• L’esplorazione olfattiva e gustativa.• Immagini per le mani.• Tecniche per la produzione di immagini tattili.

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Indice.

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Accessibilità e barriere sensoriali.

• Barriere architettoniche e barriere percettive.• Fruibilità di beni e serviz i.• Usabilità.• Mobilità ed orientamento.• La leggibilità di un testo.• La comprensibilità: per una migliore accessibilità delle informazioni.

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Soluzioni per la fruibilità.

• Audiodescrizioni.• Indicatori tattili a terra.• Mappe visivo-tattili.• Guide visivo-tattili.• I modelli tridimensionali.• Esempi di applicazione delle soluzioni per la fruibilità: musei e parchi piemontesi.

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Le nuove tecnologie.

• La tecnologia GPS e le sue applicazioni: il progetto Easy Walk.• Applicativi per telefono cellulare.• Ricevitori di segnali dall’ambiente.• Bastoni “intelligenti”.

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Allegati alla Parte Prima.

• Ambivalenze del linguaggio.• La difficile strada dei diri tti.• Breve cenno alla storia del bastone bianco.• Louis Braille: il ragazzo che leggeva con le dita.• La normativa in materia di cani guida.

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2 . P A R T E S E C O N D A

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Fonti Legislative.

Bibliografia e siti internet.

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Buone prassi di accoglienza.

• Perchè un corso sull’accoglienza.• Conoscere il cliente.• Le difficoltà del cliente nei trasporti, in albergo, in agenzia.• La conversazione.• Agevolare l’ingresso in agenzia, bar o ristorante.• Prendere un taxi.• Prendere un mezzo di trasporto pubblico.• Il rendez-vous o pick-up.• I pagamenti e la firma di ricevute o moduli.• Accompagnare una persona.• Qualche consiglio in caso di ammodernamento (per una cultura del design for all).

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Allegati alla Parte Seconda.

• Il decalogo dell’albergatore.• Buone Pratiche: l’esperienza francese APF.• Evoluzione del mercato tedesco di turismo accessibile.• Elenco, non esaustivo, di musei e parchi piemontesi in parte fruibili

per persone non vedenti e ipovedenti.

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Turismo per tutti.

P A R T E P R I M A

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Per “turismo per tutti”, evoluzione del concetto di “turismo accessibile ”, si intende lapossibilità di soddisfare le esigenze, le necessità e i desideri di tutti , ed in partico-lare di coloro che per la loro vacanza hanno il diritto di trovare quell’insieme di ser-vizi, strutture e infrastrutture adeguate e rispettose delle loro specifiche esigenze.In questo lavoro si fa fronte in modo particolare alle esigenze e alle aspettative dellepersone con disabilità visive; nello stesso tempo si vuole approfondire il concetto dibarriera architettonica, spesso racchiusa nello stretto ambito dell’ostacolo o dell’impe-dimento, per analizzare quelle barriere percettive che devono essere considerate comeun ostacolo per chiunque e quindi non solo per le persone con disabilità, ma ancheper tutti i potenziali fruitori del bene. Nonostante i dati statistici dimostrino la dif-ficoltà ad adattarsi a categorie di turisti che presentano un considerevole tasso dieterogeneità, è necessa rio riferirsi ad essi per capire le dimensioni di un settore lacui crescita sembra a tutt’oggi inarrestabile. Limitatamente all’Europa, il fenomenodel “turismo per tutti” è stato stimato in 50 milioni di cittadini con disabilità e proble-matiche di vario genere. Di questi, ben il 72%, ossia circa 36 milioni, sono propensia viaggiare, ma solo 6 milioni lo fanno realmente. In sostanza 30 milioni di personecon bisogni “specia li” possono essere interessate a viaggiare, ma per diverse ragioni

Il Piano Strategico Regionale individua nel turismo accessibileuno dei settori di sviluppo su cui la Regione Piemonte ha deciso diinvestire energie e risorse, proprio perché migliorando qualitati-vamente i servizi offerti, oltre a garantire il soddisfacimento dellenecessità di tutti, si ha un’innegabile ricaduta positiva sul comples-so delle attività turistiche.

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vengono ancora escluse dai circuiti ufficiali del turismo. Se a questo si aggiunge ilfatto che insieme a ogni disabile vi possono essere una o più persone (accompagnatorio altro), si arriva alla cifra di 60/70 milioni di persone che potenzialmente possonodiventare utenti di turismo in Europa. In sostanza, la popolazione con particolari esi-genze di ospitalità disponibile al turismo può essere stimata in Italia in circa 6 milio-ni e in Europa in circa 36 milioni. Considerando le esigenze specifiche della tipolo-gia d’utenza che potrebbe costituire la domanda di turismo accessibile, occorre riba-dire ancora una volta la necessità di ampliare il risultato della semplicistica equiva-lenza “disabilità = necessità di servizi” attinenti a questa particolare tipologia di turismo.Infatti, già solo considerando il tasso d’invecchiamento della popolazione, potremmoaffermare che il “trend” delle fasce d’età ultrasessantacinquenni è in continua crescita:è dunque necessario prevedere un consistente aumento di patologie strettamente cor-relate all’aumento della speranza di vita, patologie che non sempre trovano riscontronelle classifiche delle cosiddette “malattie invalidanti”. Infatti, anche in fase di ricercastatistica, occorre tenere presente la componente percettiva e non solo quella fisica.È indubbio che alcune malattie siano invalidanti e dunque richiedano specifici accor-gimenti non solo nella quotidianità della vita domestica o lavorativa, ma anche neimomenti di ristoro e ricreazione, come ad esempio nei periodi di vacanza. Meno scon-tato è il fatto che molte persone adottino accorgimenti che permettono loro di con-vivere con la propria menomazione negli ambienti di vita e di lavoro abituali, e mani-festino invece esigenze specifiche in contesti a loro sconosciuti, ad esempio personeipovedenti e cieche che svolgono attività turistica. La visione strategica è, dunque,quella di considerare le categorie di utenti che costituiscono a vario titolo la domandadi turismo accessibile, come destinatarie di particolari attenzioni che non si concretizza-no solo nell’abbattere le barriere architettoniche o nel realizzare un bagno accessibile.

“Secondo le stime delle Nazioni Unite sono 650 milioni i disabili nel mondo,oltre il 10 per cento della popolazione globale. Tutti insieme popolerebbero la terzanazione del mondo dopo Cina e India. In Italia, sono circa 6 milioni, la secondaregione dopo la Lombardia. Sono le vittime di malattie congenite o acquisite,traumi psichici, incidenti sul lavoro e stradali, tumori. L’handicap non solo coinvolgemolte persone, ma riguarda tutti poiché le sue cause stanno nei rischi, nelle fatalità,nelle casualità cui sono soggette le nostre esistenze”. 1

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I dati.

In Italia, la più completa analisi di mercato sul turismo accessib ile è datata 1999.Si tratta della ricerca ENEA 2 commissionata dalla Direzione Generale del Turismo.Riferisce che tra gli italiani che viaggiano (circa il 55% della popolazione, ovveroquasi 31 milioni e 200 mila persone) la domanda esplicita di turismo accessibile ècostituita da:

889.330 persone che esprimono esigenze speciali (disabili motori, con allergieo intolleranze alimentari, grandi obesi, disabili sensoriali, dializzati o con necessitàdi cure mediche costanti) e che rappresentano circa il 3% dei turisti italiani;

2.140.785 individui anziani (con più di 64 anni) e che rappresentano quasi il7% degli italiani che viaggiano.

1 Matteo Schianchi, “La terza nazione del mondo. I disabili tra pregiudizio e realtà”, Feltrinelli, Milano, 2009, pag. 11.2 ENEA-ITER, Ricerca sulla “Domanda di turismo accessibile”, 1999.

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Costoro potrebbero essere affiancati in futuro dalla cosiddetta domanda potenziale diturismo accessibile che l’indagine ENEA quantifica in:

488.599 italiani, che dichiarano di non viaggiare a causa di problemi di salutepermanenti, ma che sarebbero disposti a muoversi a particolari condizioni, especificatamente: • se avessero accompagnamento (60%);

• se vi fosse disponibilità di assistenza medica sul luogo (25%);• se fosse garantita un’accessibilità fisica ai luoghi (7%).

Il 34% preferirebbe una destinazione marina, il 28% quella montana, collinare o di lagoed il 15,4% una città d’arte. Solo l’1,6% gradirebbe un tour. Quando si parla di personecon disabilità spesso ci si riferisce semplicemente alla disabilità motoria. Dati statisticidel 1995 stimavano in circa 2 milioni i ciechi e 10 milioni gli ipovedenti in Europa e36 milioni le persone escluse dal movimento turistico a causa di qualche disabilità.Secondo l’OMS (dati 2007) i 314 milioni di persone con handicap visivo grave sonosuddivisi in 45 milioni di ciechi e 269 milioni di ipovedenti. Più del 90% di personecon problemi alla vista vive nei paesi del Sud del mondo, dove un individuo ha 10 proba-bilità in più di diventare cieco rispetto a una persona che vive nei paesi industrializzati.

Ciechi ed ipovedenti in Italia.

In Italia l’ISTAT stima che ci siano 362.000 ciechi, mentre secondo altre fonti sareb-bero almeno 380.000. In ogni caso, gli ipovedenti sarebbero almeno cinque voltetanto, circa 1.500.000, in rapida crescita . Le persone non vedenti sono aumentatedi circa il 30% negli ultimi 20 anni, passando da 4,3 ogni 1.000 abitanti (nel 1983)a 6,2 attuali. Un aumento legato soprattutto all’invecchi amento della popolazione,ma anche alla mancanza di prevenzione, soprattutto in età scolare. Circa 1 milione di

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adulti è affetto da glaucoma e la metà non ne è a conoscenza, mentre si stima che circail 5-10% della popolazione sopra i 75 anni sia affet to da degenerazione macularesenile. Inoltre, questi dati non prendono in considerazione le persone che vedonosoltanto male, i “malvedenti”, che sono escluse da qualsiasi diritto legale e riconosci-mento sociale. Nella popolazione con almeno 55 anni di età, quasi 500.000 personein Italia hanno un visus compreso tra 3/10 e 5/10. L’indagine ha d’altra parte evidenzia-to che la disabilità sensoriale visiva interessa tutte le fasce d’età, anche se, ovviamente,la tendenza cresce in maniera allarmante soprattutto nella popolazione più anziana.

Gli anziani.

I dati che riguardano il numero di anziani in Italia sono particolarmente significa-tivi. La piramide delle età in Italia è destinata infatti a modificarsi a poco a poco in di-rezione di un invecchiamento graduale e generalizzato su tutto il territorio. Se peril 2010 ci si aspetta che 1 italiano su 5 possa avere più di 65 anni, nel 2030 si supere-rà il rapporto di 1 su 4. La quota degli anziani con più di 80 anni subirà un incre-mento altrettanto rapido: da circa il 6 % nel 2010 ad oltre il 9 % nel 2030, vale a direcirca 1 italiano su 10. Il progressivo invecchiamento della popolazione avrà un gros-so impatto su innumerevoli ambiti della vita sociale e comporterà la necessità diincrementare e migliorare i servizi; da tutti questi diversi punti di vista crescerà ancheuna pressante domanda di access ibilità ai luoghi pubblici e privati, alla cultura eall’informazione, al turismo.

L’offerta turistica per le persone con disabilità visiva.

In una fase congiunturale in cui la qualità dell’offerta turistica si misura nella capacitàdi rispondere con flessibilità ad esigenze specifiche del cliente, innalzare il livello di

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fruibilità turistica di un servizio (pernottamento, ristorazione, trasporto) o di un bene(museo, parco, impianto sportivo o di loisir) migliorando la qualità dei servizi offerti,amplia di fatto la fascia di pubblico a cui ci si può rivolgere, con in più una ricadutapositiva sulla propria immagine. In questo momento ci si trova poi in una fase par-ticolarmente favorevole allo sviluppo del mercato, perchè l’Unione Italiana deiCiechi e degli Ipovedenti, dal suo punto di osservazione privilegiato rispetto altema dell’accessibilità, turistica e quotidiana, per le persone con disabilità sensoriale,ha la certezza della totale inadeguatezza delle struttur e e dei servizi alle particolariesigenze dei non vedenti ed ipovedenti, non solo delle strutture ricettive, ma anchedei trasporti, degli spazi di relazione, dei beni di interesse turistico, siano essi di tipoculturale, naturale o sportivo, ecc. E non solo in Piemonte, ma su tutto il territorionazionale. Nel campo dell’abbattimento delle barriere sensoriali c’è un’arretratezzatotale e generale, per la verità diffusa non solo nel settore turistico, ma in ogni livellodella società civile. La difficoltà sensoriale è sicuramente frustrante per chi la vivesulla propria pelle, ma risulta essere un’importante opportunità per chi intende im-prendere e svilupp are la propria attività verso questa nicchia d i mercato.

Conoscere il cliente.

Nello scegliere la propria vacanza, questa nicchia di mercato, si muove esattamentecome i normali turisti, ossia seguendo le proprie aspirazioni, passioni, curiosità, predile-zioni e disponibilità economiche. Sono persone che hanno interessi culturali, storici,enogastronomici, sportivi e che non si muovono esclusivamente in funzione dell’accessi-bilità del luogo. Adattando i servizi e strutture si migliora la qualità oggettiva del servizio,anche se non si conquista automaticamente una nuova fetta di mercato. Le vacanzepossono costituire un problema per un cieco o un ipovedente che intenda trascorrerle

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Una comunicazione efficace.

Chi si avventura nel mercato delle persone con difficoltà intese come “cliente consumatore”deve tener presente i presupposti della Convenzione ONU 2006 3 sulle persone con

3 Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità, 13 dicembre 2006, che l’Italia ha firmato il 30 marzo 2007.

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4 Tra le persone con difficoltà la consapevolezza dello stato del diritto internazionale è piuttosto alta.Operando nell’ambito del turismo accessibile non si può prescindere da quanto dichiarato a livello internazionalenella Carta di Madrid 2002 ed a livello nazionale nelle Carta di Perugia 2003, Carta di Norcia, Carta di Rimini 2003.

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delle persone all’accoglienza. Pur non esistendo specifiche indagini di mercato nel set-tore turistico che considerino la persona con difficoltà motorie o sensoriali nella suaqualità di “consumatore”, è evidente che il trasferimento di informazione più effi-cace è il passaparola. Gli operatori turistici del settore ricettivo e della ristorazionegià ben conoscono la potenza di questo impalpabile strumento di comunicazione.“Le voci positive cominciano quando le aspettative del cliente vengono costante-mente superate”: ciò significa che in generale si riesce a conquistare l’ospite conun servizio memorabile (che resta nella memoria) fatto anche di piccole cose, maicomuni e standardizzate. La persona se ne ricorderà e parlerà bene della struttur ain cui ha soggiornato. Il passaparola è un’azione di comunicazione a costo zero.Ma il passaparola, per un gestore disattento, può diventare un vero e proprioboomerang. È dimostrato che un servizio “sufficientemente buono e nella media”difficilmente verrà menzionato, ma vi è una naturale propensione a raccontare aglialtri le esperienze meno felici, con conseguente perdita di potenzial i nuovi clienti.Il cliente già abituale è più facile da soddisfare, si conoscono i suoi “gusti” e si pos-sono anticipare meglio le sue richieste. Il cliente si fida di voi e quando gli propo-nete qualcosa, in un certo senso, andate sul sicuro. Gli albergatori ed i ristoratorisanno poi che conservare un cliente impegna minori risorse, tempo e denaro,rispetto a conquistarne uno nuovo. Un cliente fidelizzato poi è meno sensibile alfattore prezzo e non si sente minacciato dall’intenzione di ricavare profitti da lui.Il consumatore con disabilità è sicuramente un cliente esigente (ha esigenze specia-li), ma al contempo sa riconoscere al gestore del servizio la disponibilità nel cercaredi comprendere queste esigenze speciali e di soddisfarle al meglio, senza atteggia-menti pietistici o iperprotettivi e creando un clima di normalità anche nei confrontidi altri eventuali consumatori.

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impropri del tipo “vado a vedere se posso fare qualcosa per lei”, impappinandosi infarfugliamenti e sospensioni imbarazzate. Anche i ciechi vanno a “vedere”. Anzi, aquesto proposito, una delle cause di maggior irritazione da parte di un cliente nonvedente o fortemente ipovedente è quella di non essere avvertito quando il suointerlocutore si allontana. In uno spazio affollato e rumoroso non sempre è facilepercepire la vicinanza di persone ed il loro movimento. Salutare il cliente, facendoattenzione che a bbia capito che il saluto è rivolto a lui, informarlo eventualmente delfatto che deve attendere perchè siete impegnati con un altro cliente, informarlo chevi state allontanando per una qualunque evenienza e che siete tornati nuovamenteal suo fianco sono regole fondamentali, che richiedono pochi secondi di tempo eche rendono subito più confortevole la relazione tra le persone. Mentre l’uso di verbio di parole che ricordano l’azione del vedere e gli occhi non sono un problema nellaconversazione abituale, molto più seccante per una persona che non vede o vede moltopoco è sentirsi dire “firmi qui”, “il bagno è di là”. Meglio prendere la mano dellapersona e posarla nel punto esatto dove va apposta la firma e dare informazionidi orientamento più dettagliate: “il bagno è alle sue spalle, al fondo del corridoio,ultima porta a destra”. Una persona non vedente può gradire di essere accom-pagnato lungo percorsi che non conosce: fatevi prendere sottobraccio (e non il con-trario, se non volete che sia lui ad accompagnare voi!). Se ha il bastone è sufficienteaffiancarlo. Anche una persona ipovedente può gradire di essere accompagnata,ma a volte... no: in questo caso è meglio precedere di pochissimo il cliente, accer-tandosi che segua voi e non altri.

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La disabilità visiva.

P A R T E P R I M A La maggior parte delle persone che non hanno mai avuto a chefare con la disabilità visiva immaginano il mondo dei ciechicome un mondo popolato da persone che, semplicemente, nonpercepiscono il mondo intorno a loro per la mancanza di visio-ne. Immaginano il mondo diviso tra ciechi (ciechi assoluti) dauna parte e vedenti dall’altra; fa eccezione la presenza di qualchemiope con difficoltà a leggere. Invece il problema della disabili-tà visiva è cosa assai più complessa.

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1 Legge 3 aprile 2001, n. 138 - Classificazione e quantificazione delle minorazioni visive e norme in materiadi accertamenti oculistici - Pubblicata in GU n. 93 del 21 aprile 2001.

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2 Estratto da: Renata Martinoni, “Aspetti psicologici dell’handicap visivo”, in Giornale Retina Suisse n. 2-3/2008,pag. 42 e seguenti.

3 Ibidem.

mezzo gli ipovedenti italiani. I dati fin qui esposti ci fanno comprendere la complessitàdel problema, la varietà delle condizioni che caratterizzano le persone con difficoltàvisive e l’importanza di elaborare e realizzare misure per migliorare la qualità dellavita, perchè in questo mondo “siamo tutti, solo temporaneamente, abili”.

“Se l’handicap visivo è insorto improvvisamente, per un certo periodo di tempotutto ruota attorno all’evento ed allo choc prodotto dall’esperienza vissuta.Se la capacità visiva viene meno lentamente, la persona vive con una minacciasempre incombente. Chi invece ha un handicap visivo fin dalla nascitao dalla prima infanzia, sa che ci sono cose che gli altri possiedono, ma che lui o leinon potrà mai avere. Nonostante tutte le differenze di durata ed intensitàdi un handicap visivo, ci sono comunque delle analogie nel vissuto individuale:tutti sono consapevoli di aver perso qualcosa e quella perdita può essere elaboratasoltanto passo passo per essere infine integrata nella personalità”. 2

“Le persone con un handicap visivo si trovano e si muovono in continuazionetra il vedere, il non poter vedere bene ed a volte il non vedere nulla,sempre stando sotto gli occhi di chi gli sta attorno”. 3

Aspetti psicologici.

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Maculopatia.

Anche in questo caso si tratta di patologie checolpiscono la macula, la zona centrale dellaretina adibita alla visione distinta: se questaviene irreparabilmente danneggiata causacecità centrale. Sintomo comune delle ma-culopatie è la distorsione progressiva delleimmagini ed una “non visione” su alcune partidel campo visivo. Sintomi di minore frequen-za sono le errate percezioni della dimensionedegli oggetti osservati, che possono esseresia sottostimate (micropsia) che sovrastima-te (macropsia). Le maculopatie si possonodistinguere in ereditarie e acquisite. Tra lemaculopatie acquisite la più diffusa è ladegenerazione maculare legata all’età chenella maggior parte dei casi compare dopo i50 anni. Rappresenta la principale causa dicecità nel mondo occidentale.

nascita e rischiano di diventare ciechi. Attualmente non esistono terapie efficaci percurarla, ma la principale strada di ricerca è rappresentata da una potenziale terapiagenica. Colpisce 3 bambini ogni 100.000.

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Per questa particolarissima e persistente condizione sono spesso alla ricerca di posizionichiare e di una loro identità. Non che manchi loro la consapevolezza dell’identità, ma,per quanto riguarda il “vedere o il non vedere” devono continuamente riorientarsi e ri-definire la loro posizione e nello stesso tempo “interpretare una parte” per il “pubblico”che li circonda, combattuti tra il nascondere la difficoltà visiva per non dare nell’occhioo ammetterla apertamente con le conseguenze del caso. Spesso il dilemma sta nel fattoche le persone con handicap visivo vorrebbero essere trattate come se ci vedessero, manel contempo si aspettano dal prossimo attenzioni e riguardi in determinate situazio-ni. Il non vedente dalla nascita è più facilmente spinto ad integrarsi con il mondo, saràpiù facilmente autonomo e propositivo nei confronti della società rispetto ad una perso-na che sta progressivamente perdendo la vista o a chi l’ha persa per un trauma recente.

Amaurosi congenita di Leber.

Si tratta di una malattia oculare che si trasmette geneticamente e provoca una dege-nerazione progressiva della retina. La malattia causa una grave riduzione della vistaassociata a fastidio alla luce (fotofobia). I bambini colpiti presentano sintomi sin dal la

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Nistagmo.

È un’oscillazione ritmica e involontaria degli occhi. Il nistagmo fisiologico (normale) èquello per esempio dell’occhio di una persona seduta su un treno i n corsa che guardafuori dal finestr ino e osserva, uno alla volta, i pali che si susseguono (a una fase dimovimento più lento ne segue una di movimento rapido o di scossa). Il nistagmodiventa patologico quando si verifica per cause non legate al movimento della persona.In questo caso la capacità visiva può variare durante il giorno ed essere influenzatada fattori emozionali e fisici (come lo stress o la stanchezza). Molte persone affetteda questa condizione sono considerate ipovedenti.

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Retinite pigmentosa.

Con il termine retinite pigmentosa si identifica un gruppo di malattie ereditariecaratterizzate da una degenerazione progressiva della retina di entrambi gli occhi,che provoca nel tempo la perdita della visione notturna e del campo visivo periferico.In molti casi vi è una perdita dell’acutezza visiva, che può condurre all’ipovisionee progredire fino alla cecità. La retinite pigmentosa, secondo le statistiche inter-nazionali, colpisce circa una persona su 4.000. Molto spesso la retinite pigmentosacompare tra la pubertà e l’età matura, ma non sono assolutamente rari gli esempidi bambini colpiti nella prima infanzia. Si tratta di una malattia degenerativa.La capacità visiva del soggetto colpito viene progressivamente ridotta, fino a giun-gere in molti casi alla completa cecità. Le cause che determinano questa infermitàsono ancora sconosciute. L’unica informazione certa di cui gli scienzia ti dispongono

è l’origine genetica della retinite pigmentosa, la quale viene trasmessa ereditaria-mente, di generazione in generazione, seguendo meccanismi ormai noti ai genetisti.Attualmente non esiste alcuna cura efficace.

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Glaucoma.

La cecità provocata dal glaucoma si può prevenire purché la malattia sia diagno-sticata e curata tempestivamente. Il glaucoma è una malattia oculare dovuta gene-ralmente a un aumento della pressione all’interno dell’occhio. Secondo l’Organiz-zazione Mondiale della Sanità colpisce circa 55 milioni di persone nel mondo ed èuna delle principali cause di disabilità visiva dopo la cataratta; in Italia si stima chequasi 1 milione di persone ne siano affette, ma si calcola che circa la metà di essenon ne sia a conoscenza. La persona affetta da glaucoma continua a vedere l’ogget-to al centro del suo campo visivo e non si accorge che l’area visiva si sta riducendoin periferia. L’aumento della pressione danneggia irreparabilmente i neuroni chetrasportano il segnale elettrico. Si ha una progressiva riduzione dell’acuità visivafino alla completa cecità.

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Gli ausili.

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Ausili personali.

Il cane guida.

È importante affrontare questo argomento in modo chiaro e senza ambiguità.Il non vedente può far entrare il suo cane guida in qualsiasi locale, in quanto il caneè un compagno indispensabile alla sua autonomia e questo legame inscindibileè riconosciuto dalla legge. Quanto sopra vale per alberghi, ristoranti, uffici, mezzipubblici, treni e quant’altro. La responsabilità conseguenti ad azioni che possonocompiere i cani guida non ricadono su chi li accoglie, quindi i gestori di strutture o iresponsabili di mezzi pubblici non devono preoccuparsi di sicurezza propria o altrui,

Per ausili intendiamo tutti gli strumenti e le tecnologie com-pensative per migliorare l’autonomia nel movimento e nellacomunicazione. Come dire: dal navigatore GPS al bastonebianco, passando attraverso l’ingranditore e le insegne parlanti.In generale ogni persona cieca o ipovedente porta con sè glistrumenti e le tecnologie che ritiene più utili, ma pensiamo siaimportante in questa sede fornire un’idea sintetica della loroesistenza e funzionamento affinchè possiate mettere il vostrocliente in condizioni di utilizzarli al meglio e senza difficoltà.Si inizia da uno strumento molto particolare. Ha quattro zampee scodinzola: il cane guida!

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“Già nel 1780 presso l’Ospedale per Ciechi di Parigi venivano addestrati caniper accompagnamento ai non vedenti. Ma solo nel 1916 cani guida vennero utilizzaticomunemente come accompagnatori per i non vedenti dai reduci che avevano perdutola vista dopo la Prima Guerra Mondiale, dimostrando doti inaspettate in tale compito.In Germania nel 1920 ben 539 persone che avevano perduto la vista utilizzavanoquesto ausilio. Presto si aprirono scuole in altre città in tutto il mondo e nel 1929sulla base della Scuola Americana ‘Seeing Eye’ - traduzione: occhio che vede - nascela Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi di Firenze per iniziativa dell’UnioneItaliana Ciechi, che il 25 settembre dello stesso anno consegna i primi cani”.1

1 Testo tratto da: AA.VV, “Il cane guida il perchè di una scelta”, a cura UICI per gentile concessione dell’autore.

nè porre alla persona non vedente questioni adessa riconducibili. I cani guida sono animali ad-destrati, mansueti, abitudinari e fedeli agli ordinidel padrone. Vengono tenuti in salute e puliti, nonsolo perché doveroso da parte del padrone, maperché l’impegno della tutela del cane guida èvincolante per legge anche per il padrone. Quindinon vi è mai alcun rischio per la salute e l’igiene.I cani guida sono animali socievoli e non risultanella letteratura di genere alcun episodio chefaccia riferimento a una loro presunta pericolosità.

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La scelta del cane.

I cani guida per ciechi sono animali di razza selezionata appositamente addestratiper il compito che devono svolgere. Le razze selezionate per la funzione di cane guidasono il Pastore Tedesco, il Labrador ed il Golden Retriver. 2 I cani guida sono quindisempre di taglia media o grande. Il primo a essere utilizzato in questo compito è statoil Pastore Tedesco. Data la mansione che svolge, deve essere riflessivo e mansueto,mortificando così alcuni aspetti della sua indole, quali l’aggressività e il nervosismo.È bene che sia dotato altresì di particolare abnegazione e amore verso il padrone:si scelgono generalmente femmine, che presentano queste caratteristiche in modopiù spiccato. I cucciol i sono selezionati per docilità e prontezza nell’apprendimento:nella parte iniziale della loro vita la scuola di addestramento, (che in genere è ancheallevamento) , cura con attenzione la socializzazione dell’animale, ovvero la capacitàdi relazionarsi senza paure con il mondo esterno e la capacità di interagire con l’essereumano anche senza ricercare nel contatto visivo il consenso. Il cane è stato addestratoad eseguire solo i comandi impartiti dal proprio conduttore, è quindi bene non impar-tire comandi al cane se non si è il conduttore. Nei momenti di fermo o riposo, con ilconsenso del conduttore, è possibile familiarizzare con il cane. Non date mai cibo a uncane guida, se non si è prima autorizzati dal suo conduttore. Il cane guida operativo èriconoscibile dall’imbracatura completa: pettorina in cuoio con croce o logo e manubriorigido. Tuttavia è possibile che un cieco si faccia accompagnare anche da un “cucciolone”,(così è definito un cane non addestrato di età inferiore ai 18 mesi), o da un proprio caneaddestrato, ma non può svolgere la funzione di guida.

2 In Italia esistono quattro centri di addestramento per cani guida nelle province di Firenze, Milano, Messina e Padova.

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Cosa sa fare un cane guida?

Come viene bene illustrato nel testo “Il cane guida il perchè di una scelta” a cura UICI,il cane viene educato nel traffico urbano a identificare gli ostacoli, le buche, i gra-dini; quindi si ferma per indicare un punto pericoloso che richiede attenzione eguida il non vedente nel tragitto da compiere. Il cane non è in grado di distinguereil colore rosso: per superare gli incroci con semaforo deve quindi imparare a seguireil senso del traffico cittadino. Viene inoltre abituato a salire sui mezzi di trasporto,a riconoscere i posti liberi e a muoversi negli uffici pubblici. Nei luoghi abitualie nella casa il cane viene addestrato al riconoscimento dei percorsi in modo da assi-curare al padrone un valido aiuto. Il non vedente, con buone doti di orientamentoe capacità a riconoscere luoghi e oggetti nuovi, riesce così a spostarsi e a raggiungerela meta desiderata.

Salute ed igiene del cane.

I cani guida sono regolarmente vaccinati contro cimurro, leptospirosi, gastroenteritevirale, epatite contagiosa, tosse dei canili, virus respiratori e parainfluenzali, fila-riosi ed il conduttore non vedente ed assegnatario ha l’obbligo di sottoporre ilcane alle vaccinazioni periodiche previste dalla profilassi zooiatrica. Il cane guidaviene sterilizzato per evitare al non vedente problemi di igiene e di pericolosità, de-rivante quest’ultima dalle aggressioni a scopo sessua le che le femmine potrebbe-ro subire per la strada. L’assegnatar io di cane guida di norma porta con sè il librettosanitario del cane, soprattutto se si muove fuori dall’ambito comunale di residenza.Il libretto sanitario del cane è il documento che dichiara lo stato di salute del canee la prevenzione a cui è sottoposto.

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Il bastone bianco.

L’uso del bastone bianco come segno di riconoscimento delle persone cieche ha unadata di nascita: il 7 febbraio 1931, una giovane donna francese lancia una campagna“mediatica”, diremmo oggi, per questo riconoscimento. Fino però al Secondo Dopo-

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3 Testo tratto da: AA.VV, “La Storia del Bastone Bianco”, a cura UICI per gentile concessione dell’autore.

“L’uso del bastone come mezzo di deambulazione e di riconoscimento delle personecieche si perde nei meandri della storia e del mito. Patriarchi biblici, poeti, musici,filosofi e mendicanti sono stati ‘fotografati’ con questo oggetto il cui spessore semanticooscilla tra quello di scettro di un’autorità vaticinante e quello di sostegnodi una mendicità errante”. 3

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Il codice della strada prevede che gli automobilisti debbano sempre fermarsiin presenza di un cieco che attraversi la strada muniti di bastone bianco

anche se non si trova sulle strisce pedonali.

Non esiste, invece, uno standard internazionale per gli ipovedenti. Alcuni hanno propostoun bastone giallo o a strisce gialle e rosse. Tuttavia difficilmente le persone ipovedentiaccettano di muoversi con un simile strumento in mano, poiché tendono a mimetizzarsicon i vedenti. Il bastone bianco è riconosciuto in tutto il mondo.

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Sistemi di lettura e software di aiuto.

I sistemi di lettura erano un tempo costituiti da scanner dotati di software di riconosci-mento testi a cui si univano software di sintetizzazione vocale. Oggetti da tavolo chetrovano ancora applicazione in alcuni luoghi specifici e per uso didattico. Oggi esisto-no strumenti di lettura di dimensioni sempre più ridotte e dotati di software semprepiù sofisticati. Sono strumenti che una persona cieca o ipovedente porta sempre consè, soprattutto quando viaggia. È utile sapere come funzionano per mettere il clientein condizioni di utilizzarli al meglio e senza difficoltà.

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Il telefono cellulare.

Il telefono cellulare è uno degli strumenti tecnologici più utilizzato nella vita di tuttii giorni, per un disabile visivo rappresenta un indispensabile supporto per la propriaautonomia e sicurezza. Fino a qualche anno fa l’uso della telefonia cellulare per unapersona non vedente risultava assai problematico. Il costante sviluppo tecnologicoha generato soluzioni in grado di garantire la piena accessib ilità ai servizi della tele-fonia mobile. Le sintesi vocali attualmente in commercio permettono alla personanon vedente o ipovedente l’autonoma gestione di tutte le funzionalità dei cellulari;una voce elettronica infatti legge all’utente tutto ciò che viene visualizzato sul displaygarantendogli così la possibilità di utilizzare la rubrica per richiamare un contatto eattivare una telefonata, gestire la messaggistica, gestire l’agenda, l’orologio, la sveglia,ecc. Esistono inoltre applicazioni, dedicate alle persone ipovedenti, che permet-tono l’ingrandimento delle scritte che compaiono sul display del telefono cellulare.Significativi passi in avanti si stanno compiendo nel rendere pienamente accessibilianche i più moderni smartphone presenti sul mercato.

giardini e spiazzi, aree naturali, ecc.) ed anche dei percorsi interni (attraversamento hall,percorso museale, ecc.) non è difficile ottenere una “guida naturale” sicura ed efficacee contemporaneamente ben inserita nel contesto paesaggistico o architettoni co: uncordolino in pietra o in legno al limite di un sentiero sono sufficienti a dare sicurezzain un ambiente esterno, un tracciato con una pavimentazione dalla superficie diversa(più liscia o più ruvida) sono utili all’interno. L’importante è che in entrambi i casi nonci siano interruzioni inutili e che invece quando la “guida” si deve interrompere per piùdi un metro per vincoli funzionali sia sostituita da segnali pedotattili convenzionali.

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Screen reader.

Come fa un non vedente o un ipovedente a leggere lo schermo di un PC? Semplice,tutto quello che si visualizza a schermo viene “letto” da una voce sintetizza ta: se lodesidera la persona non vedente oggi può utilizzare un PC e navigare in Internet intotale autonomia. Sempre che i siti ed i documenti siano stati redatti con un minimodi accortezza e secondo alcuni standard in cui vengono elencate tutte le specifiche ei requisiti da soddisfare per la creazione di pagine accessibi li. Nel panorama globaledella rete, l’iniziativa più autorevole è senza dubbio la “Web Accessib ility Initiative”sviluppata dal World Wide Web Consortium (W3C), un consorzio fondato nell’ottobre1994. Lo screen reader (traduzione: lettore di schermo), è un software in grado diinterpretare il contenuto dello schermo ed altre informazioni dall’ambiente operativodel PC e di inviarle a dispositivi di output vocale e/o tattile. Il più diffuso sistema disintesi vocale, è Jaws, sviluppato dall’americana Freedom Scientific. L’accortezza stanel non usare il mouse, ma la tastiera, per muoversi sulle applicazioni e sul desktop,scaricare la posta, navigare in internet, ecc. Chiaramente la sintesi vocale è in gradodi riconoscere il testo (nelle lingue più diffuse, ma anche in alfabeti non latini), male parti grafiche, se non sono appositamente descritte per esempio con l’utilizzo disoftware specializzati come IVEO, non verranno lette e l’informazione non raggiun-gerà il suo scopo. L’ipovedente usa invece programmi che ingrandiscono lo schermo,cambiando i contrasti più idonei alla propria patologia. Esistono software in gradodi ingrandire il contenuto delle pagine video di qualsiasi applicazione e qualsiasi am-biente, fino a 16 volte mantenendo sempre visibile sullo schermo le finestre di mes-saggio, finestre di dialogo, ecc. Ad un primo livello base, con funzione di solo ingran-dimento adatto a ipovedenti, può essere aggiunto un software di lettura con sintesi

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Lettura con sintesi vocale.

IVEO è un software che permette di aggiungere informazioni audio e tattili a materialiche normalmente sono solo visivi. Il Viewer di IVEO si può scaricare liberamenteed è utilizzabile allo stesso modo di Adobe Acrobat (PDF), ma è più versatile edaccessib ile. Basta premere nell’area del disegno desiderata e ascoltare le informa-zioni vocali preregistrate. Utile quindi per l’esplorazione di mappe, percorsi e simili.Il Creator di IVEO consente di rendere interattivo e tattile tutto il materiale graficosia acquisito da scanner sia in formato elettronico. IVEO opera in parallelo conl’interfaccia standard visiva utilizzata dai normali programmi. Aggiungendo infor-mazioni di tipo audio e tattile ai dati che sono per loro natura solo visivi (mappe, dise-gni, grafici, ecc.) le informazioni risultano più complete e maggiormente compren-sibili. Consentend o di utilizzare più sensi contemporaneamente , il software rendei documenti più comprensibili per l’utente . La creazione di nuovi documenti o laconversione di documenti già esistenti è semplice e funzionale. Le informazionisono disponibili sia in formato elettronico sia su carta, pertanto IVEO è dotato difunzioni che permettono la conversione immediata di entrambi i supporti. Chiunquesa usare un computer può prendere informazioni da un libro di testo o da un fileelettronico e creare un documento accessibile secondo le caratteristiche di IVEOin pochi secondi.

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vocale, anche per persone cieche. Analogalmente esistono software che ingrandisconoil contenuto delle schermate dei telefonini o che sono in grado di farne una lettura consintesi vocale.

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Ausili non personali.

Insegne parlanti.

Esistono vari modelli di “insegne parlanti” ad infrarossi o radio. La finalità è quella diunire all’insegna visiva (da interno o da esterno) identificativa di un luogo (albergo, ri-storante, guardaroba, ufficio direzione, ecc.) un congegno in grado di comunicare ver-balmente il messaggio dell’insegna. È il principio dell’informazione anche sonora cheannuncia le fermate nella metropolitana o sui bus o negli ascensori. Le insegne par-lanti richiedono un’alimentazione dalla rete elettrica (esistono anche a batteria, ma glioneri di manutenzione spesso le rendono inefficaci) e sono facilmente installabili da

Con IVEO si può:

sviluppare nuovo materiale interattivo come mappe parlanti diagrammi, classifiche;

tradurre materiale PowerPoint & Visio in formato tattile/audio/visivo;

leggere e scrivere forms in formato PDF con accessibilità universale;

creare libri tattili e audio accessibili;

estrarre file in modo automatico da programmi Windows;

modificare documenti in modo indipendente dalle dimensioni;

distribuire file accessibili anche via mail o via web.

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qualsiasi elettricista. Il congegno è di dimensioni ridotte (contenuto all’interno di unanormale scatola elettrica da muro). A seconda della necessità è possibile prevederela semplice ripetizione di un messaggio breve (ristorante “taldeitali”, banca, ecc.) odi un messaggio più articolato, caricabile da file audio attraverso porta USB (peresempio per illustrare i contenuti di una sala museale).

attraverso un sensore di prossimità: quando una persona passa davanti al sen-sore, questo attiva la vocalizzazione del messaggio eventualmente accendendo ledluminosi che richiamano l’attenzione di persone sorde o semplicemente distratte;

L’insegna parlante può essere attivata in tre modalità:

con telecomando o ricevente: la persona in possesso dell’apposito telecomandoattiva a comando tutte le insegne parlanti in un raggio varabile da 3 a 20 metri.Con lo stesso telecomando è possibile per la persona selezionare solo la vocalizza-zione di un’insegna tra quelle attivate ed individuare così la direzione di provenienza.Nella versione ad infrarossi solo quando il ricevitore è perfettamente allineato conl’insegna emittente viene trasmesso un segnale sonoro (in auricolare) ed è la posi-zione del ricevitore che guida la persona verso l’insegna;

con telecomando programmato: questa funzione è particolarmente utile, adesempio negli hotel, nei centri congressi, negli spazi che ospitano eventi dove alcuneinformazioni è bene che siano sempre vocalizzate (ad esempio uscita di sicurezza,ascensore, scale, toilette, ufficio informazioni, ecc.) mentre altre (ad esempio i numeridelle camere o i nomi degli uffici) devono essere vocalizzate a richiesta.

Lavagna a tracciamento luminoso.

La lavagna a tracciamento fortemente luminoso p ermette alle persone ipovedenti conun residuo visivo fino a 1/50 di seguire lezioni o di scrivere e disegnare sulla lavagnasenza altro ausilio ottico. Il sistema è stato sottoposto alla prova con persone di diffe-renti età e condizioni funzionali, con risultati più che apprezzabili. Particolarmenteindicato per laboratori didattici, sale riunioni, ecc. Le lavagne sono realizzate inpolimetilmetacrilato infrangibile, nel quale viene immessa luce (come in una fibraottica) che resta invisibile fino a che non raggiunge il tracciato di un pennarello o unapiastrina (accessoria), i quali emetteranno una luce intensa. Necessita di pennarell ispecifici cancellabili a secco, o cancellabili solo ad umido, i cui segni emettono luce.

Un esempio di utilizzo in questa versione può essere all’interno di un grande albergo.Alla reception insieme alla chiave della camera viene consegnato al cliente non vedenteil telecomando programmato con il suo numero di camera. Il cliente potrà muoversiagevolmente in tutti gli spazi comuni vocalizzando le insegne di servizio, ma nel corri-doio camere vocalizzerà solo il numero della sua stanza senza arrecare disturbo aglialtri clienti. Le insegne parlanti sono state realizzate con lo scopo di togliere fin dall’ori-gine l’alibi del “non si può fare perché costa tanto” o “non si può applicare perchétroppo complicat o o invasivo”. Il costo è più basso di una qualsiasi insegna artisticaoggi in commercio e può essere applicata semplicemente predisponendo un puntoelettr ico accanto alle porte o dove si vuole installare l’insegna. La parte elettronicaviene incassata nelle scatole elettriche tipo 503 e a filo muro con due viti viene fissatoil pannellino di copertura con l’insegna stampata a caratteri per vedenti ed ipovedenti.

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Sono disponibili fogli “prelievo disegni” (fogli trasparenti con un lato adesivo, che con-sentono di prelevare i l disegno e conservarlo) e speciali tappetini (di 1 mm di spesso-re) che aderiscono alla lavagna senza colla, per adesione atmosferica, riposiziona-bili e riutilizzabili che fungono da supporto illuminante per simboli fotografici,diapositive ed in genere per figure realizzate su supporti trasparenti come l’acetato .Le lavagne hanno dimensioni variabili da 70 x50 cm (uso domestico) a 200 x 110 cm(su cavalletto per convegni).

6 mm

1 mm

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Molteplici sensi.

P A R T E P R I M A L’attività sensoriale è una funzione complessa che è giusto considerarenella sua dimensione plurisensoriale. La distinzione fra i cinquesensi è in realtà assai discutibile sul piano scientifico e finisce inmolti casi per spezzare in modo arbitrario atti percettivi che pos-sono essere compresi pienamente solo se li si considera nella loronatura eminentemente plurisensoriale.

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1 Heinz Werner, “Psicologia comparata dello sviluppo mentale”, Giunti Barbèra, Firenze, 1985.

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in mano rispetto al solo guardarlo. Il tatto, che è spe-cializzato nella percezione della sostanza degli oggetti(composizione, durezza/elasticità, temperatura), puòprodurre reazioni emotive estetiche in presenza di og-getti morbidi di soffice consistenza, mentre appare me-no sensibile all’estetica degli oggetti prodotti con ma-teriali rigidi. Anche se sono oggetti artistici. Quandosi tratta di identificare al tatto piccoli oggetti abitualiinvestiti di un significato pragmatico, il sistema tattilesi rivela alquanto adatto, altrettanto quanto il sistemavisivo. L’identi ficazione è infatti molto rapida e prati-camente priva di errori. Per esplorare le mani operanomovimenti in rapida successione; le percezioni acquisite

3 Pierre Villey, “Le monde des aveugles”, Corti, Paris, 1954.

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distanti e progressivamente sempre più astratti come il bassorilievo, il disegno, il raccon-to verbale o altro ancora. Come dire che al cliente di un servizio o al visitatore di unmuseo con disabilità visive vanno offerte numerose opportunità, scegliendo fra lequali egli ha la possibilità di stabilire un proprio specifico itinerario di avvicinamento.

L’esplorazione tattile.

Per molti di noi il tatto è la mano, le mani; va da sé che il senso del tatto è la pelle ditutto il corpo. Percepiamo il caldo e il freddo, il liscio, il ruvido su ogni parte del corpo.Però tendiamo a considerare solo le mani, ci fermiamo lì, perché queste dieci dita cifanno percorrere ed esplorare tutto il mondo che ci circonda. Ma quando gli oggettisuperano per dimensione l’apertura delle braccia come si fa a conoscerli, per chi è privodel senso della vista, se non attraverso la mediazione troppo spesso vaga ed ingannevoledella descrizione verbale? Il percepire il mondo è innanzitutto un “vedere con la mente”piuttosto che con gli occhi, che non si esaurisce solo nella descrizione linguistica, mamette in gioco la rappresentazione e l’elaborazione dell’informazione a tutti i livelli.Secondo Kennedy 2 la visione è un processo che non riguarda solo la periferia del sistemavisivo. Il sistema visivo di elaborazione interno, se opportunamente stimolato con l’utiliz-zo dei sensi restanti, può produrre rappresentazioni della realtà proprie dell’esperienzavisiva. La percezione visiva è, come la cognizione, solo una questione di livello: l’esperien-za percettiva di ciascuno, vedente o non vedente, si colloca nella sfera delle capacitàindividuali. La descrizione verbale concorre allo sviluppo di un sistema concettuale che,indipendentemente dal linguaggio, è molto simile a quello dei vedenti: se sostenuta daesperienze sensoriali plurime, dal tatto innanzitutto, senza trascurare l’olfatto e il gusto,

2 John M. Kennedy, “Drawing and the Blind”, Yale University Press, 1993.

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L’esplorazione uditiva.

Altro senso primario nelle persone con minorazione visiva è l’udito. La percezionedell’ambiente passa attraverso il riconoscimento di rumori, l’individuazione della fon-te sonora e del suo posizionamento rispetto al soggetto. L’udito può avvicendare lavista ed è, nella fase di sviluppo infantile o di rieducazione post-traumatica, ilcanale che coordina il movimento della mano. In un contesto adeguato, senza distur-bi sonori di fondo, è possibile distinguere per mezzo dell’udito un pilastro da unacolonna, rilevare la presenza di ostacoli, capire se la persona che sta parlando ha ibaffi oppure no. 5 In un contesto urbano trafficato, con rumori di fondo elevati,queste informazioni vengono a mancare perché le informazioni sonore si sovrappon-gono e si coprono l’un l’altra. Tale situazione più creare disorientamento e insicurez-za, soprattutto se i rumori prevalenti sono attribuibili a fonti di potenziale pericolosità(traffico veicolare, rumore di cantieri, ecc.).

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5 Augusto Romagnoli, “Introduzione alla educazione dei ciechi”, ristampa a cura UICI, Firenze, 1990.

L’esplorazione olfattiva e gustativa.

L’olfatto o odorato è uno dei cinque sensi specifici e rende possibile, tramite ichemiorecettori, le percezioni delle sostanze chimiche volatili e dei gas presentinell’aria. Sappiamo che l’olfatto è il senso più arcaico: risveglia le parti più primitivedel nostro cervello; odori e profumi ravvivano la memoria, evocano situazioni passateda decine di anni; associato a un profumo colleghiamo una reazione affettiva di piacereo di dispiacere. L’olfatto è connesso in maniera funzionale con il gusto, come si puòprovare semplicemente quando un raffreddore congestiona le vie aeree, compromettendo

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si integrano progressivamente dando luogo a immagini mentali d’insieme via via piùricche e complesse. Non è possibile avere un’idea complessiva, anche sommaria,immediata, ma per acquisire qualche risultato significativo è necessa rio un tempopiù o meno lungo. Il lavoro delle mani poi non segue un percorso lineare sempreuguale, ma si adatta ad ogni situazione in relazione alla forma, alla complessità , altempo a disposizione, all’esperienza del soggetto e ad eventuali aiuti di cui dispone(per esempio dell’aiuto di una guida verbale sia essa registrata o rappresenta ta dauna persona che lo affianca). Solo la mano in movimento è in grado di percepire irilievi (superfici, forme), se il movimento si arresta la capacità percettiva si esaurisce.Per la comprensione di un oggetto nuovo è necessario che le mani tornino sullesingole parti più volte, provenendo da direzioni diverse e con velocità diverse.Perché si formi un’immagine mentale di quanto si sta esplorando è necessario indi-viduare i particolari di più alto significato e contemporaneamente riuscire a com-prendere il significato d’insieme dell’oggetto per dare il giusto senso ai particolariindividuati. È quindi fondamentale avere una guida verbale, o al limite testuale,che agevoli il riconoscimento e fornisca una chiave interpretativa delle forme che sistanno esplorando. Un modello tridimensionale non dovrebbe occupare uno spaziopiù grande dell’apertura delle braccia e non dovrebbe avere parti in sottosquadropiù piccole della dimensione di un dito. In un disegno invece si deve tener presenteche senso del tatto sui polpastrelli consente di sentire rilievi dello spessore minimodi 0,5 mm e di distinguere due linee affiancate ad una distanza superiore a 2 mm. 4

4 I contenuti del presente paragrafo sono tratti da:Fabio Levi, Rocco Rolli, “Disegnare per le mani, manuale di disegno in rilievo”,Silvio Zamorani Editore, Torino, 1994.

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la funzione olfattiva, ed i cibi hanno pressoché tutti lo stesso sapore. I disturbi dell’olfattoe del gusto raramente sono invalidanti o pericolosi per la vita, quindi spesso non ricevonoun’attenta considerazione. Rispetto agli altri sensi l’olfatto è forse quello più trascuratosul piano sociale. Nel suo libro “Il naso intelligente” Rosalia Cavalieri confrontandol’olfatto con gli altri sensi fa questa considerazione: “Da sempre intesi come sensi nobili,vista e udito, detengono il primato della sperimentazione e dell’interpretazione della realtà.Il loro legame privilegiato con il linguaggio verbale, l’orientamento spaziale, la manipolazionedegli oggetti e la fruizione delle arti e del bello, ne fanno, insieme al tatto, le uniche verefonti affidabili di conoscenza. Non così l’olfatto, etichettato come il senso dell’animalità,il senso carnale, quello più viscerale, per questo non in grado di trasmettere informazioniintellettualmente rilevanti” 6. In questo libro l’autrice spiega, da un lato, come e quantola nostra esperienza di animali linguistici dalla mentalità visivo-uditiva sia influenzatadagli odori; dall’altro, come per noi umani l’atto dell’annusare implichi un vero e proprioprocesso di conoscenza. Le vie olfattive, dunque, rappresentano un canale di stimola-zione e di possibile regolazione naturale di importanti funzioni psicologiche e fisiche.Se le attuali condizioni ambientali nelle nostre città comportano un disagio nellafunzionalità naturale e spontanea dell’olfatto, nello stesso tempo, se d’improvviso arrivadall’aria l’odore acido dell’erba tagliata o il profumo del pane della panetteria sottocasa, le capacità olfattive subiscono un’impennata percettiva che stimolano sensazionicorporee legate alla sfera del piacere. Sebbene i messaggi che l’olfatto ci invia senzatregua siano, il più delle volte, sottovalutati o del tutto ignorati, la lettura dei segnaliche lo colpiscono e che, attraverso di esso, si abbattono sulla nostra sfera emotiva,psichica, sessuale, ci dovrebbe far riconsiderare la centralità del suo ruolo. Per un disabile

6 Rosalia Cavalieri, “Il naso intelligente”, Editori Laterza, Bari-Roma, 2009.

visivo l’olfatto è uno strumento indispensabile per la riconoscibilità dei luoghi e degliambienti. Dichiara un non vedente intervistato sulla sua capacità di muoversi auto-nomamente in città: “qui sotto c’è proprio una profumeria ed un po’ più avanti una pa-sticceria e dal profumo so che sono a 50 metri da casa mia o meglio sono in questa zona”,ed ancora “mi oriento in un’area tenendo conto degli isolati che incontro durante un percorsoutilizzando tutte le informazioni uditive e a volte anche olfattive dell’ambiente circostante”. 7

Dunque, le sensazioni olfattive e sonore si integrano tra loro per fornirci informazioni.Lo stesso ragionamento possiamo fare per il gusto. Comunemente pensiamo al gustocome l’insieme delle sensazioni della bocca. Tuttavia queste sensazioni non sonole sole con le quali giudichiamo un cibo. Anche il gusto va considerato nella suavalenza plurisensoriale o secondo la definizione di Hervé This, “percezione globalesintetica” 8 costituita da tutte le sensazione che il cibo trasmette, quali il profumo,l’aroma, la vista, le sensazioni tattili e uditive, il sapore. Per esempio, se sorseggiamoun vino e nel contempo lo annusiamo, il sapore e l’odore contribuiscono entrambialla valutazione finale. In conclusione, i sensi posti dinnanzi ad un determinato stimolo

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7 Mariacristina Garnero, “La comunicatività ambientale”, Tesi di Laurea, Politecnico di Torino, 2007.8 Hervé This, “Pentole e provette”, I saggi del Gambero Rosso, 2003.

Le cene al buio.Per stimolare e risvegliare i sensi del gusto, dell’olfatto, del tatto, e dell’udito,per imparare a riconoscere e a distinguere gli oggetti senza poterli vedereed a godere di sapori e profumi, senza lasciarsi influenzare dagli stimoli visivi.

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Braille in modalità grafica.

Contestualmente ai procedimenti di stampa dei testi in Braille, è possibile utilizzaresia matrici metalliche, sia stampanti computerizzate per realizzare su supporto cartaceolinee e superfici, dotate di una forma precisamente riconoscibile, costituite di insiemidi punti accostati l’uno all’altro. La qualità del rilievo è mediocre e il risultato accettabilesolo con forme semplici ed elementari.

Tecniche per la produzione di immagini tattili.

Sistemi per la riproduzione di immagini tattili.

Con il passare degli anni si vanno via via diffondendo sempre nuovi strumenti perla produzione dei disegni in rilievo, fra i quali non è sempre facile scegliere il piùadatto alle esigenze del momento. Per consentire al lettore di orientarsi fra le diver-se tecniche disponibili sul mercato si rende dunque necessario definire alcuni criterisulla base dei quali valutarne i relativi vantaggi e svantaggi. Un primo gruppo di para-metri concerne la qualità del rilievo e il suo grado di percepibilità. Più precisamentesi tratta di considerare diversi fattori 9: l’altezza del rilievo e l’aderenza al supporto,i vari tipi di supporto (la carta o il metallo, il plexiglas o il legno), la resistenza neltempo e il confort di lettura, la dimensione delle tirature e la possibilità di riprodurredisegni su entrambe le facciate di un foglio, la possibilità di associare al rilievo disegniin bianco e nero o a colori e non da ultimo i costi di produzione.

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9 Per approfondimenti: www.tactilevision.it - “Disegnare per le mani, manuale di disegno in rilievo”.

Immagini per le mani.

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(la luce, il suono, l’odore, il cibo, il clima) reagiscono e rispondono all’informazione.Al valore informativo dei sensi l’uomo associa anche la sua natura autonoma, le suecapacità percettive, riflessive e culturali. Con i sensi l’uomo percepisce un mondodi cose, ma comprende attraverso molteplici modalità di configurazione del senso:perciò, le qualità sensoriali sono relative alla persona. Per favorire l’esperienza multi-sensoriale delle persone, in particolar modo chi presenta deficit sensoriali, è dunquenecessar io mostrare il mondo nelle sue molteplici qualità oggettuali, nel suo modoacustico, ottico, tattile, olfattivo di essere esperito attraverso occhi, orecchie, naso, pelle.

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Plotter per grafica in rilievo.

Con il plotter Braille si può stampare con una tessitura di punti molto sottile e si posso-no realizzare tre rilievi diversi dei punti secondo i toni di grigio. I plotter presenti incommercio possono anche stampare contemporaneamente a rilievo a colori o in bian-co e nero. Il disegno da leggere con le mani deve avere determinate caratteristiche dischematicità e di leggibilità tattile che tuttavia possono esser facilmente elaboraticon i programmi disponibili per il computer.

Termoform.

Fra le macchine per la riproduzione di immagini il termoform offre inoltre la possibilitàdi ottenere rilievi di altezze varie anche all’interno della stessa immagine: da 0,5 milli-metri fino a qualche centimetro. Qui il supporto dell’immagine è costituito da un fogliodi materiale plastico: esso viene posto su una matrice rigida di materiale vario, (legno,metallo, fibra di carbonio o altro), su cui è stato preliminarmente inciso il rilievo che sivuole riprodurre. A questo punto la plastica subisce un adeguato riscaldamento perfavorirne la deformazione a contatto con il rilievo, al quale viene costretta ad aderire dauna forte depressione operata per aspirazione attraverso la matrice. È un sistema moltocostoso, a meno che per ciascun calco non si debbano riprodurre almeno 50-100 copie.

Gaufrage.

Nel gaufrage la carta viene pressata fra una matrice metallica e una contromatrice difibra sintetica. La contromatrice viene realizzata per impronta sulla matrice; la defor-mazione della carta per fortissima pressione può avvenire in corrispondenza di disegni

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in bianco e nero o a colori stampati precedentemente. In questo modo il rilievo puòessere accompagnato da immagini chiaramente accessibili anche alla vista. In realtài problemi maggiori si riscontrano sul piano della produzione. Sono necessarie in-fatti risorse molto consistent i per le attrezzature e le competenze professionali.Il gaufrage è un procedimento che richiede un alto livello di professionalità e nonè quindi alla portata diretta dei singoli operatori che lavorano con ciechi e ipovedenti.Tutto questo si riflette sui costi, che risultano particolarmente elevati soprattutto nellafase iniziale di realizzazione della matrice.

10 “Il fornetto per la stampa a rilievo è un’attrezzatura di semplicissimo utilizzo, normalmente reperibile nelle sediterritoriali delle associazioni rappresentative dei disabili della vista e nei Centri di consulenza tiflodidattica,ed è sempre più diffuso nelle biblioteche, nelle scuole, nelle associazioni, ecc.”Decreto 28 marzo 2008 - Linee guida per il superamento delle barriere architettonichenei luoghi di interesse culturale.

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Il procedimento è molto semplice. Si tratta in primo luogo di realizzare un disegnoin bianco e nero appositamente concepito per essere letto con le mani e di trasferirlopoi, attraverso una normale fotocopiatrice, su un fog lio di carta a microcellule, dispo-nibile in formato A4 e A3. I vantaggi maggiori di questa tecnica riguardano la fasedella produzione. Sono richiesti soltanto una normale fotocopiatrice e un forno di costoridotto e il cui uso non presuppone alcuna professiona lità specifica. È una tecnicaadatta per la produzione di immagini “ad personam” e per un numero limitato di copie.Con questo sistema si possono riprodurre, ad esempio, le mappe stradali o i percorsi,la mappa dell’albergo e la distribuzione degli arredi nella camera o dei tavoli nel ristorante,i testi in Braille e tutto ciò che è necessario comunicare per un’informazione accurata.11

11 Luciano Paschetta, Iacopo Balocco, “Guida all’uso della Stereocopia”,www.ausiliabili.it/modules/news/cecita/Guida_Stereocopia.pps

Presso il Consiglio regionale piemontese dell’UICI è possibile richiedere la

riproduzione in rilievo di piante dell’albergo o di singole camere, singoli edifici

o architetture, itinerari turistici, ecc. Per contatti: [email protected]

Termoformatura e fresatura.

Nella produzione di mappe e tabelle tattili esistono diverse tecniche, quali la termofor-matura o la fresatura, con utilizzo di materiali differenti, come l’ottone, il rame, l’alluminio,l’acciaio inox, il plexiglas, il legno. Con il processo di termoformatura è possibile produrre

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Stampanti e macchine a getto d’inchiostro.

Nei procedimenti appena descritti è il supporto, come la carta termosensibile o ilplexiglas, il legno o il metallo, a subire in vario modo una deformazione controllata ingrado di produrre il rilievo desiderato. Altre tecniche invece si fondano su un principiodel tutto diverso: sul supporto, che rimane intatto, vengono depositati speciali inchio-stri capaci di assumere volume e forma percepibili al tatto e di dare quindi corpo aglielementi costitutivi del disegno e alle scritte in rilievo. Con la stampante a getto d’in-chiostro comandata da un computer un inchiostro speciale ad asciugamento istanta-neo viene proiettato sul supporto in passaggi successivi. L’accumulo dei diversi stratiposti l’uno sopra l’altro produce il rilievo. I testi e le immagini in rilievo prodotte con

anche pezzi unici in resina o metacrilato; tale possibilità garantisce l’eventuale perso-nalizzazione delle mappe con un investimento economico relativo. Considerando inol-tre il carattere mutevole e gli aggiornamenti dei tracciati dei percorsi tattili, questatecnologia permette di aggiornare, praticamente in tempo reale, tali modifiche.

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bene. Tutto ciò permette di realizzare mappe e cartellonistica visivo-tattile, sia per ambitourbano che per l’interno, libri illustrati a colori con immagini in rilievo, guide, cartolinee tutto ciò che si vuole comunicare contemporaneamente a vedenti, ipovedenti e ciechi.

I M M A G I N E V I S I V AI M M A G I N E T A T T I L E

Immagine tattile (Figura 1) in rilievo, ottenuto con inchiostro trasparente, da sovrapporreall’immagine visiva (Figura 2).

1 2

Preparazione di immagini per la stampa serigrafica visivo-tattile.

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questo metodo hanno un grado di precisione molto alto, accentuato dal fatto che possonoessere stampati disegni esclusivamente trattati al computer e sui quali è quindi possibileesercitare un efficace controllo di qualità. Disegni per la vista e per le mani coincidonoperfettamente, in questo caso, tanto da poter realizzare prodotti “for all”, cioè con im-magini visive e tattili contemporaneamente, insieme a testi visivi e in Braille. Questatecnica non richiede grandi capacità specifiche se non quelle necessarie a padroneg-giare un programma di disegno al computer. Si tratta in ogni caso di un metodo che nonè adatto a produrre molte copie di uno stesso disegno, sia per ragioni di costo, sia peri tempi di produzione: la stampante infatti impiega molto tempo per ogni disegno.

Serigrafia.

Per realizzare tirature più alte di quelle che si possono ottenere con soluzioni del tipoappena proposto è necessario ricorrere a procedimenti di stampa più tradizionali, cer-cando di produrre il rilievo essenzia lmente attraverso l’impiego di inchiostri adatti.Tra le tecniche disponibili la serigrafia sembra essere la più efficace perché è quellache impone meno vincoli riguardo proprio ai materiali utilizzabil i; nello stesso tempoessa si adatta bene sia a produzioni di carattere più artigianale sia a forme di stampa ditipo industriale. In serigrafia lo strumento essenziale è dato da un telaio, di dimensionivarie a seconda delle necessità, che mantiene teso un tessuto speciale. Questo procedi-mento è adatto a tirature alte, ma risulta non troppo costoso anche per tirature relati-vamente basse: la spesa essenziale è data dalla realizzazione della matrice sul telaio.È possibile stampare fogli di grandi dimensioni da ritagliare eventualmente in un secon-do tempo. Con più passaggi di stampa successivi si possono realizzare stampe a colori.In linea di principio qualunque supporto, (carta, plastica, metallo, ecc.) può andare

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Accessibilità e barriere sensoriali.

P A R T E P R I M A In tutta la vigente legislazione per barriere architettoniche siintende:

a) gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità dichiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa,hanno una capacità motoria ridotta o impedita in formapermanente o temporanea;

b) gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comodae sicura utilizzazione di parti, attrezzature o componenti;

c) la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che per-mettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghie delle fonti di pericolo per chiunque e, in particolare,per i non vedenti, gli ipovedenti e i sordi.

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Barriere architettoniche e barriere percettive.

Analizzando questa definizione si può notare come, anche a livello normativo, si con-siderano sia le differenti condizioni fisiche dei potenziali utilizzatori, sia il concettoampliato di barriera architettonica che tiene conto di elementi correlati a limitazionipercettive, oltre che fisiche, o alle particolari conformazioni degli oggetti e dei luoghiche possono risultare fonti di affaticamento, di disagio e di pericolo. La normativaitaliana affronta, dunque, il tema delle barriere percettive come sviluppo ulteriore

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di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilitàdei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, gliipovedenti e i sordi. Risulta evidente come il concetto di barriera architettonica siamolto più esteso di quanto comunemente non si pensi. Per barriera architettonica siintende infatti anche la barriera percettiva. La norma evidenzia inoltre come le barrierearchitettoniche possono e devono essere considerate come un ostacolo per chiunquee quindi non solo per le persone con disabilità, ma anche per tutti i potenziali fruitoridel bene. Di recente, la necessità di superare le barriere percettive nei luoghi di inte-resse culturale, ma anche negli ambiti urbani, è stata ribadita dal Decreto Ministe-riale del 28 marzo 2008 “Linee Guida per il superamento delle barriere architettonichenei luoghi di interesse culturali”. Le “Linee Guida” affrontano dettagliatamente il temadelle barriere percettive, sostanziando la trattazione per mezzo di “buone pratiche”arrivando a dimostrare concretamente che quanto previsto dal Decreto n. 1503 del 1996non rappresenta affatto una mera utopia, ma un radicale modo di porsi dinnanziall’annoso problema di consentire a tutti una piena accessibilità a luoghi come quellidi interesse culturale. Al concetto di accessibilità, di uno spazio o di un’informazione,si collega l’importante tema della tutela dei diritti e delle pari opportunità per le perso-ne con disabilità, affrontato dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 2007.La Convenzione si pone come obiettivo quello di “promuovere, proteggere e garantireil pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentalida parte di persone con disabilità” (articolo 1). Il tema dell’accessib ilità deve esserepertanto affrontato non solo in termini prescrittivi , così come indicato dalla norma-tiva, ma anche e soprattutto in termini di diritti e di pari opportunità di tutte le personealla piena partecipazione sociale.

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I simboli dell’accessibilità per le diverse disabilità.

3 4

1 Persone su sedia a ruote.

2 Disabili visivi.

3 Disabili uditivi.

4 Persone con ridotta o impedita capacità di movimento.

1 2

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A C C E S S I B I L I T À E B A R R I E R E S E N S O R I A L I – 1 . P A R T E P R I M A

Fruibilità di beni e servizi.

Per comprendere il senso pieno dei concetti di accessibilità e fruibilità è opportunofare una breve analisi delle tappe normative e di sviluppo culturale del concetto diabbattimento degli ostacoli. La legislazione ha inizialmente distinto gli interventi dieliminazione delle barriere architettoniche fra quelli da eseguire in edifici privati,in edifici privati aperti al pubblico e in edifici pubblici. Per quanto riguarda gli edificiprivati, i requisiti che di volta in volta devono essere soddisfatti variano in considera-zione delle diverse tipologie di edificio e conseguentemente dalle attività che esso ospita.Per gli edifici privati, quelli di edilizia residenziale pubblica e quelli aperti al pubblicosi applicano le disposizioni normative dettate dal Decreto Ministeriale, n. 236 del 1989.In particolare, all’articolo 3 il decreto enumera i “criteri generali di progettazione” chesono dettagliatamente enucleati in “tre livelli di qualità dello spazio costruito”: accessibilità,visitabilità e adattabilità. Innanzitutto il decreto sopra citato enuncia le componentidell’edificio che debbono essere accessibili: nello specifico, gli spazi esterni e le particomuni. Il requisito della visitabilità riguarda invece ogni unità immobiliare, qualsiasisia la destinazione. Tale requisito si intende soddisfatto se sono accessibili il soggiornoo la zona pranzo, un servizio igienico e i relativi percorsi di accesso e di collegamentocol resto della struttura. Mentre nelle unità immobiliari sede di riunioni o spettacoliall’aperto come al chiuso e in quelle di ristorazione, tale requisito si intende soddisfattose “almeno una zona riservata al pubblico, oltre a un servizio igienico, sono accessibili”.Inoltre, anche in questo caso, dev’essere garantita l’accessib ilità degli spazi di rela-zione e dei servizi previsti all’interno dell’edificio. L’adattabilità è un concetto che sirisolve in se stesso, in quanto si sostanzia nella possibilità di modificare in futurola struttura degli spazi in funzione delle esigenze dell’utenza che, di volta in volta, vi

Usabilità. 1

Dall’analisi della legislazione, molto importante diventa la messa in chiaro del concettodi barriere percettive, individuate nelle situazioni di disagio o di conflitto comunicativoe che possono essere eliminate per mezzo di un incremento informativo. La loro natura

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si trova ad operare. Per edifici privati aperti al pubblico, si affronta, per di più, la que-stione dell’eliminazione di quelle che la legislazione definisce barriere percettive.Per la prima volta, la volontà di progettare per chiunque viene messa in primo piano;il concetto stesso di edificio “a misura di disabile” è superato da quello di ideare e realiz-zare in funzione del soddisfacimento dei bisogni espressi, indotti e latenti dell’utenzaa cui ci si rivolge. Mediante la legislazione, le barriere percettive entrano a far partedel concetto più generale di barriere architettoniche. Attraverso la normativa quindipossiamo definire l’accessibilità come la possibilità, anche per persone con ridotta oimpedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere l’edificio e le sue singole unitàimmobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruirne spazi e attrezzaturein condizioni di adeguata sicurezza e autonomia. L’accessib ilità può essere intesa,anche in maniera più ampia, come l’insieme delle caratteristiche spaziali, distributivee organizzativo-gestionali in grado di assicurare a chiunque l’accesso ai luoghi e fruirnegli spazi, le attrezzature, gli oggetti. Da ciò appare più chiaro analogamente il concettodi fruibilità, inteso come l’effettiva possibilità di utilizzazione di un ambiente o diun’attrezzatura da parte di persone con disabilità anche se tale luogo non è statoesplicitamente progettato per tale scopo.

1 La norma ISO 9241, creata nel 1993, definisce l’usabilità come il “grado in cui un prodotto può essere usatoda particolari utenti per raggiungere certi obiettivi con efficacia, efficienza e soddisfazione in uno specifico contesto d’uso”.

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A C C E S S I B I L I T À E B A R R I E R E S E N S O R I A L I – 1 . P A R T E P R I M A

immateriale, se da una parte le rende difficili da riconoscere dall’altra consente, sia alprogettista sia al fornitore di servizi, più ampi margini d’intervento, sfruttando le sinergieche derivano dalle potenzialità insite in un’ideazione che veicola i messaggi sfruttandopiù canali sensoriali. In pratica, per un cieco o un ipovedente, il problema non è tantoquello di eliminare i gradini o gli ostacoli, quanto quello di segnalarli; per il disabile vi-sivo serve maggiore attenzione e cura sull’aspetto “emotional” del servizio e del pro-dotto, in quanto quella condizione di disabilità invita a non considerare più le personecome semplici utenti, ma piuttosto come fruitori. Dell’individuo-utente si conside-rano esclusivamente i bisogni, mentre dell’individuo-fruitore si analizzano anche leaspirazioni e i desideri. Un servizio che voglia essere inclusivo dovrà quindi essere ingrado di coniugare usabilità e piacevolezza per emozionare, anche esteticamente, intutti i sensi, i fruitori. L’accessibilità per un disabile visivo implica un’accoglienza fat-ta di comunicazione, di descrizione dei luoghi e segnalazione di pericoli; di individua-zione di percorsi e servizi, in sintesi, di incremento della comunicazione. Per questoci pare utile sottolineare la presenza di quelle barriere immateriali definite comebarriere comunicative e intese come qualsiasi ostacolo che si frappone, per le ragionipiù svariate, anche involontariamente, tra due o più soggetti che stanno comunicando,a causa del quale ogni relazione può subire una forte compromissione e la comunicazioneconseguentemente risultare inefficace. Perciò il disabile visivo ha più bisogno di curanell’informazione, anche strutturata, dei luoghi e dei servizi.

Mobilità ed orientamento.

Abbiamo finora messo in evidenza come per le persone con disabilità visiva oltre asuperare le barriere architettoniche comunemente definite, si tratta di affrontare anchele barriere percettive e della comunicazione. Un’ulteriore aspetto riguarda quello che

2 Romedi Passini, Paul Arthur, “Wayfinding, People, Signs and Architecture”,McGraw-Hill Book Company, New York, 1992.

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possiamo definire le barriere della mobilità. Possiamo affermare che la mobilitàè la capacità, abilità e disposizione a muoversi autonomamente in ambientifamiliari e sconosciuti con la massima sicurezza, il minimo sforzo e il massimo rendi-mento. Muoversi nella propria casa, andare al lavoro, a scuola, al bar, al ristorante, farecompere, sbrigare commissioni per uffici, raggiungere luoghi di interesse e di ritrovo,attraversare strade, passeggiare, usare mezzi pubblici, viaggiare ed incontrare amici,sono solamente alcune tra le innumerevoli azioni che fanno parte della nostra quotidia-nità. Benché il disabile visivo abbia lo stesso diritto-dovere del vedente di provvederein prima persona a se stesso e a muoversi autonomamente e libero, non sempre si trovanella possibilità di esercitare questo diritto e di far valere le proprie abilità. La cecitàe l’ipovisione possono pregiudicare la mobilità e la capacità di orientamentospaziale perché la specificità di tale minorazione risiede nella compromissione dellestrutture e funzioni che permettono di rilevare informazioni a lunga distanza econseguentement e di mettere in atto comportamenti anticipatori. Per una deambu-lazione sicura è necessar io ricorrere ad ausili per la mobilità, (si veda il capitolo“Gli ausili”). Parte integrante della mobilità sicura è l’orientamento, quel processopercettivo-cognitivo, mediante il quale il soggetto si mette in relazione con gli oggettie soggetti del mondo circostante. In pratica, non è possibile muoversi senza saperedove si è e dove si deve andare. La definizione del termine “orientamento” segue ilsignificato della parola inglese “wayfinding” e viene spiegata da Romedi Passini come“le strategie che le persone usano per trovare la giusta direzione in ambienti nuovi o familiari,basate sulla loro abilità e abitudini percettive e cognitive”. 2

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Le persone con disabilità visiva, non potendo contare su un approccio cognitivobasato sulla visione ovvero il cosiddetto approccio “sintetico”, da “uno sguardo e via”,si avvalgono di una conoscenza di tipo “sequenziale-diacronico”. Si deve ricomporre alivello mentale l’immagine ambientale attraverso una serie di registrazioni successive,costruendo una mappa mnemonica organizzando gli stimoli percettivi di tipo uditivo,olfattivo, tattile, cinestesico, termico e visivo. Tra gli strumenti attualmente a dispo-sizione di grande utilità per favorire la mobilità e la conoscenza dei luoghi ci sono lemappe tattili: ideali per la loro praticità, il relativo costo e la loro facilità di realizzazionee di uso (si veda il capitolo “Soluzioni per la fruibilità”).

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A C C E S S I B I L I T À E B A R R I E R E S E N S O R I A L I – 1 . P A R T E P R I M A

Lo stesso autore classifica le strategie comportamentali basandole su 3 processiindipendenti:

prendere una decisione che conduce l’individuo ad un piano di azioneper giungere a destinazione;

eseguire la decisione, che converte il piano in un’azione;

mettere in atto il processo d’informazione (include la percezione e la cognizioneambientale) che consente di ricorrere ai due processi precedenti.

La leggibilità di un testo.

Il problema della leggibilità di un testo coinvolge milioni di persone: da chi ha pro-blemi visivi, come gli ipovedenti conclamati, a chi per la sua condizione normale dianziano, fino alla grande quantità di persone con ridotta capacità visiva (non conside-

rata disabile) che in certe condizioni di luminosità o contrasto, non riesce a leggere.A questo tema è dedicata l’opera “Questione di leggibilit à” 3, realizzata dal Proget-to Lettura Agevolata del Comune di Venezia. Già nel sottotitolo si esplicita il richia-mo di responsabilità per tutti coloro che realizzano prodotti da leggere e usare:“Se non riesco a leggere non è solo colpa dei miei occhi”. Se per leggibilitàintendiamo la condizione per cui un testo è comprensibile e facile da leggere senzadifficoltà o sforzi particolari, ci rendiamo conto come noi umani, specie culturalmen-te visivo-acustica, avremo sempre di più a che fare con la forma della comunicazione,per qualsiasi testo scritto e per qualsiasi media. In conseguenza di ciò, non poter ac-cedere in modo rapido, semplice e comprensibile a un’informazione, non solo limitail diritto di ciascuno a essere parte della vita collettiva ma, allo stesso tempo, vuoldire creare nuove barriere verso una parte dei cittadini. Per di più è fondamentalecomprendere che strumenti comunicativi che rispondono alle esigenze delle personecon disabilità sensoriale, siano esse anziani, ipovedenti o non vedenti, in realtà, sonopiù chiari e comprensibili per tutti. Inoltre, bisogna tener presente che l’abbatti-mento di tali barriere percettive è realizzabile attraverso semplici strumenti tradi-zionali, senza costi aggiuntivi, con semplici adattamenti dei prodotti a stampa, dellacartellonistica e della modulistica cartacea. Si richiede solo una maggiore attenzio-ne alla funzionalità e usabilità del prodotto piuttosto che ad aspetti solo estetici o di“creatività”. Qualche onere aggiuntivo è richiesto invece qualora si voglia preparareil materiale per persone con bisogni speciali, come per esempio la realizzazione ditesti in Braille con disegni e mappe in rilievo. La leggibilità di un testo non dipende solo

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3 Lucia Baracco, Erika Cunico, Flavio Fogarolo, (a cura di),“Questioni di leggibilità. Se non riesco a leggere non è solo colpa dei miei occhi”, Comune di Venezia, 2005.

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ARIAL - Corpo 14

Se non riuscite a spiegare le vostre idee a vostra nonna con termini che lei possa capire,

significa che non conoscete abbastanza bene la vostra materia.

GARAMOND - Corpo 14

Se non riuscite a spiegare le vostre idee a vostra nonna con termini che lei possa capire,

significa che non conoscete abbastanza bene la vostra materia.

TIMES NEW ROMAN - Corpo 14Se non riuscite a spiegare le vostre idee a vostra nonna con termini che lei possa capire,significa che non conoscete abbastanza bene la vostra materia.

la dimensione del carattere è un fattore non trascurabile, ma dipende dalle modalitàdi lettura previste e dall’utilizzo del testo: un menu o una didascalia dovrebbero esserescritte almeno in corpo 16. Un pannello, al quale ci si può avvicinare per leggere do-vrebbe essere all’incirca corpo 28. Un pannello da leggersi almeno ad una distan-za di 1 metro, dovrebbe essere in corpo 50 (per un utente con una ipovisione lieve);

alcune indicazioni generali da prendere in considerazione per una grafica leg-gibile e comprensibile sono indicate da Flavio Fogarolo in “Questione di leggibilità”.L’autore suggerisce un collaudo di accessibilità per testi scritti in minuscolo: copri-re la metà inferiore del corpo delle minuscole e verificare se il lettore riesce a decifra-re il testo. L’occhio riconosce i segni analizzandone in prevalenza il terzo superiore;questo serve anche a sfatare il luogo comune che attribuisce una maggiore leggi-bilità ai testi maiuscoli;

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Ci limitiamo comunque in questo ambito a considerare soltanto la dimensione o il corpo,ricordando che font diverse con uguale corpo possono dar luogo a caratteri che appaionodi dimensione diversa, come in questi esempi:

Augusto Romagnoli

Non è vero che la natura sia così generosa,

che levando un senso offre generosi compensi.

Augusto Romagnoli

Non è vero che la natura sia così generosa,che levando un senso offre generosi compensi.

Questa frase usa un font senza grazie:

Questa frase usa un font con grazie:

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l’occhio riconosce i segni analizzandone in prevalenza il terzo superiore;

L’OCCHIO RICONOSCE I SEGNI ANALIZZANDONE IN PREVALENZA IL TERZO SUPERIORE;

privilegiare caratteri non troppo pieni; la loro leggibilità è infatti minore perché minoreè la capacità di riconoscere le singole parti del carattere;

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risulta ben evidente come da questo punto di vista un testo maiuscolo sia assai menodettagliato e dia dunque minori informazioni di un testo minuscolo. È invece pre-feribile usare il maiuscolo per testi brevi o per la segnaletica: mentre per testi lunghirisulta più leggibile un testo con caratteri minuscoli e con le “grazie”. (Per i testi alcomputer, invece, è più opportuno usare font senza grazie);

fondamentale per favorire la leggibilità del testo è non usare ombreggiature,contorni o effetti rilievo;

l’occhio riconosce i segni analizzandone in prevalenza il terzo inferiore;

evitare caratteri troppo “verticali”, nei quali tenda a prevalere l’altezza sulla larghezza:nel caso di difetti visivi (ad esempio di astigmatismo) la loro forma rischia più facil-mente di risultare deformata, tanto da comprometterne la leggibilità. Va evitatoil ricorso al corsivo;

un altro elemento importante da considerare èil contrasto testo-sfondo. Lo sfondo deve essereuniforme, senza filigrana, sfumature o diffe-renze di colore e soprattutto senza decorazioni eimmagini, che costituiscono una vera e propriabarriera percettiva;

1 . P A R T E P R I M A – A C C E S S I B I L I T À E B A R R I E R E S E N S O R I A L I

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il contrasto di luminosità tra il testo e lo sfondo deve essere netto: su supporto carta-ceo il testo scuro su fondo chiaro va sempre bene. Al contrario le lettere in negativo,bianco su nero, sono meno facili da leggere, perché è più difficoltosa la messa a fuoco;

Bianco su nero Nero su bianco

contrasto

testo-sfondo

il tipo di supporto incide sulla leggibilità del testo, perché il materiale che viene usatoper la riproduzione può provocare effett i di riflessione, da cui derivano pesantidisturbi di lettura. Perciò è opportuno evitare carte lucide, patinate o troppo sottili;

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A C C E S S I B I L I T À E B A R R I E R E S E N S O R I A L I – 1 . P A R T E P R I M A

La comprensibilità: per una migliore accessibilità delle informazioni.

Abbiamo visto in precedenza quanta importanza assume la leggibilità di un testo nelfavorire la comunicazione. Ma ciò non è sufficiente se il testo scritto non è comprensi-bile. Per comprensibilità si intende in senso generale il grado di intelligibilità diun qualsiasi testo scritto. Un testo si dice comprensibile se è chiaro e facile da capire

molto importante per favorire la leggibilità è l’organizzazione dei testi. È oppor-tuno suddividere il testo in paragrafi, con spaziature fra le righe, titolazioni o nu-merazioni. Per chi usa sistemi ingrandenti sono utili punti di riferimento visivi;

l’allineamento preferibile è quello a sinistra (testo “imbandierato”), mentre vannoevitate le giustificazioni, sia a sinistra sia a destra, perché creano spaziature eccessivetra le parole;

i caratteri, le parole e le righe devono essere spaziati adeguatamente:

né troppo vicini,n é t r o p p o l o n t a n i t r a l o r o .

Queste semplici indicazioni non possono essere considerate delle regole valide intutte le condizioni. La disabilità visiva, come abbiamo visto nei capitoli precedenti,è troppo complessa per essere classificata in pochi parametri. Si vede male in tantimodi diversi. Ma, nella realizzazione di un testo che vuole comunicare a tanti, ilrispetto di alcune condizioni di certo favorirà quell’incontro comunicativo che staalla base delle relazioni umane.

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e dunque se è costruito con parole e frasi semplici. Ogni ostacolo che si frappone, ancheinvolontariamente, fra due o più soggetti che stanno comunicando, può essere con-siderata una barriera comunicativa. Nella “Carta dei Servizi per il superamentodelle barriere comunicative” approvata dal Consiglio Nazionale degli Utenti l’11 maggiodel 2004, viene definita barriera comunicativa ciò che impedisce la piena realizza-zione dei processi comunicativi inerenti la fruizione dei servizi di utilità pubblica.Per evitare quindi di realizzare barriere comunicative bisognerà analizzare dettaglia-tamente le caratteristiche e il contesto culturale dei potenziali fruitori del messaggioal fine di scegliere un linguaggio che possa essere effettivamente compreso da tutti.Tener presente che il piano di comunicazione costituito da tanti elementi, dalla segna-letica al depliant, dal menu alla brochure, si rivolge a tutti e quindi anche a personecon disabilità visiva, vuol dire fare i conti con problematiche, che seppur complesse,hanno a che fare con lo spirito più profondo delle relazione umane: capire e farsi capire.Per far ciò non è possibile dare delle ricette precostituite: mentre può risultare utileaver presente alcune indicazioni di metodo.

l’accessibilità delle informazioni non è soggetta a regole, ma a criteri da confrontareogni volta con le situazioni concrete;

un’informazione più o meno complessa può essere tanto più accessib ile a tutti ,quanto più ci si sforza di renderla tale per le persone costrette in condizioni diparticolari difficoltà;

i limiti sensoriali possono dipendere tanto da condizioni permanenti o temporaneedi disabilità dei singoli soggetti, quanto da condizioni esterne da essi indipendenti;

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l’efficacia della comunicazione dipende da come quella sequenza di approcci riescea mettere a fuoco tanto la struttura quanto l’articolazione del messaggio;

L’approccio dell’interlocutore all’informazione proposta tende per lo più a svilupparsisecondo tre momenti successivi:

• una prima impressione d’insieme;• l’acquisizione di elementi particolari;• una visione complessiva via via più articolata.

Dove serve, un tale modo di procedere va sostenuto e assecondato.

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non sempre sono i limiti sensoriali degli individui a compromettere le capacità diacquisire e comprendere le informazioni; in molti casi può accadere l’opposto, perle ragioni più diverse: di carattere educativo, culturale, psicologico, ecc. Perchédunque la comunicazione possa risultare efficace, bisogna agire contemporanea-mente sui due versanti, della percezione e della comprensione;

è decisivo in primo luogo riflettere sui contenuti del messaggio che si vuole proporre,tenuto conto degli interlocutori cui ci si rivolge. Per questo bisogna saper rispondereogni volta alle seguenti domande: qual è il centro, il cuore del messaggio? Quali sonole sue specificazioni ulteriori e qual è il loro grado di rilevanza?

anche un’informazione a prima vista ovvia, per essere effettivamente acquisita datutti, deve a volte essere resa esplicita e offerta in forma adeguata;

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i mezzi con cui possono essere trasmesse le informazioni sono vari: ognuno diessi possiede un proprio codice e propri criteri di leggibilità, che richiedono diessere adeguatamente conosciuti e rispettati sia da chi se ne serve per comunicare,sia da chi ne fruisce;

l’informazione deve sapersi valere, laddove è possibile, di una pluralità di mezzi.Nel rapporto reciproco quei mezzi possono esercitare funzioni diverse: di compensa-zione l’uno dell’altro, di integrazione o di arricchimento;

la scelta dei mezzi più adeguati è dettata ogni volta dalla ricerca di un equilibrio frai seguenti obiettivi: la maggior ricchezza possibile di informazione, il numero piùampio possibile di interlocutori, il massimo di economia;

in sintesi, l’accessibilità dell’informazione e anche la sua capacità di attrarre le personecui si rivolge dipendono in larga misura dalla sua essenzia lità, dalla sua chiarez-za e dalla facilità con cui una pluralità di interlocutori può valersi dei vari mezziattraverso cui essa viene proposta;

tutti i criteri appena indicati vanno concepiti come articolazioni di un più generalesforzo di trasparenza, inteso a garantire a tutti un più ampio ventaglio di opportu-nità informative fra cui poter scegliere esercitando i propri diritti di libertà.

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Soluzioni per la fruibilità.

P A R T E P R I M A Come favorire un approccio quanto più ricco possibile ad unbene sia esso culturale o di interesse turistico nel suo insieme inmodo da farne cogliere la vera essenza? In generale si può direche uno stesso oggetto, (opera d’arte o architettonica che sia),può essere avvicinato - da chiunque, ma a maggior ragione daidisabili visivi - attraverso modalità e strumenti diversi; così inprimo luogo va favorito, dovunque sia possibile, l’approccio diret-to; poi si possono apprestare strumenti vari, più vicini all’originalecome i modelli, più distanti e progressivamente sempre più astratticome il bassorilievo, il disegno, il racconto verbale o altro ancora.

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Per cominciare b isogna favorire la presa di contatto diretta con lo spazio, da esploraredirettamente in tutte le sue risonanze acustiche. Poi ci si può affidare a un modello, perdare il senso delle dimensioni, del rapporto fra esterno e interno, delle differenze neimateriali di costruzione, dello stile, ecc. Poi può essere utile un libro o anche solo unfoglio, fatto di immagini e di parole pienamente accessibili, in grado di offrire in formaragionata e analitica una spiegazione che aiuti a penetrare l’essenza dell’opera, dell’og-getto, dello spazio. Quegli stessi disegni possono essere riproposti all’interno dell’edi-ficio, accanto al modello tridimensionale, se esiste, per consentire un approfondimentoed un “ripasso” in loco. Come dire che al visitatore interessato e curioso vanno offertenumerose opportunità, scegliendo fra le quali egli può stabilire un proprio specifico iti-nerario di avvicinamento. Sappiamo bene che le persone, e a maggior ragione i disabili

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visivi, sono tutte diverse fra loro, ognuna con le sue esigenze e il suo modo specifico dientrare in rapporto con la realtà circostante. Il lavoro di rappresentazione della realtà -e, per chi non vede, di traduzione - è tanto più efficace se mette l’interlocutore nellacondizione di essere libero di scegliere: non solo fra tanti obiettivi possibili su cuiorientare i propri interessi grazie a una crescente quantità di informazioni messea sua disposizione, ma anche fra tanti modi diversi di raggiungere quegli obiettivi .

Nella società dell’informazione, “la tecnologia è il mezzo principale utilizzatoper creare, trasmettere e conservare l’informazione; pertanto, l’accesso alle tecnologiedell’informazione rappresenta sempre più spesso un’opportunità di conoscenza,istruzione e lavoro e acquisisce sempre maggior importanza nel modo di vivere,di lavorare e di apprendere. Si può in qualche modo equiparare l’accesso alle tecnologieed il loro pieno utilizzo ad un diritto primario per tutti i cittadini, nessuno escluso”. 1

Audiodescrizioni.

Fra le varie tecnologie l’audiodescrizione è un procedimento che permette ai disabilivisivi di comprendere elementi iconografici e spaziali che sarebbero altrimenti perloro impossibili da cogliere. L’audiodescrizione applicata ai programmi televisivi altronon è che “una narrazione parallela che svela allo spettatore le immagini che non può

1 Commissione Interministeriale Permanente per l’Impiego delle Tecnologie ICT per le categorie debolie svantaggiate, 2003, “Tecnologie per la disabilità: una società senza esclusi”,http://www.cnipa.gov.it/site/_files/Libro_Bianco.pdf

vedere, sfruttando abilmente gli intervalli liberi da commentari o dialoghi presenti neiprogrammi”. 2 L’audiodescrizione ovviamente si può applicare ad ogni filmato video ela Legge n. 14 del 2004 più nota come “Legge Stanca” prevede che i siti accessibi liabbiano audiodescrizione del materiale video in essi inserito. Oggi l’audiodescrizioneè una pratica che in alcuni paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o la Germaniaè divenuta di uso comune e trova applicazione in diversi ambiti:

per le arti dello spettacolo (teatro, danza, opera) e dei media (televisione, cinema eDVD), dove la descrizione è una forma di traduzione audio-visiva, usando le pausenaturali nel dialogo per inserire descrizioni e suoni;

per le esposizioni museali, i parchi naturali, i siti storici e il web, dove le audiode-scrizioni possono essere registrate oppure effettuate dal vivo in visite guidate.

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2 Rodolfo Cattani, “La società inclusiva, Vedere oltre”, UIC 011 n. 1, 2008.http://www.cavazza.it/vedereoltre/2008-1/rodolfo.html

Anche in Italia, in modo particolare nei musei e nei parchi, le descrizioni registrateconcepite appositamente per i disabili visivi, fornite attraverso un’audioguida, sonosempre più diffuse. In qualche caso, oltre alla descrizione degli oggetti esposti sonopresenti anche indicazioni direzionali in modo che il disabile possa svolgere auto-nomamente la visita di almeno una parte del museo. Alcuni parchi naturali, sitiarcheologici o storici forniscono un servizio di audiodescrizione per i visitatori condisabilità visive. La descrizione può includere una breve esposizione storica delsito, la descrizione del panorama e degli elementi presenti, (manufatti, architetture,alberi, ecc.). È possibile in quest i percorsi ascoltare anche la descrizione di suoniche possono essere uditi durante la visita, (per esempio il cinguettio degli uccel li).

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Indicatori tattili a terra.

Il non vedente per muoversi ed orientarsi, soprattutto in uno spazio non conosciuto comepuò essere un albergo, un museo, una città turistica, un parco naturale, usa il bastone

Audioguida.

L’audioguida è divenuto negli anni un ausilio indispensabile per i visitatori di mostree musei. Si attivano semplicemente, digitando sulla tastiera il numero esposto nellasala o nella didascalia dell’opera che si desidera ascoltare. Le produzioni sono conside-revoli e vengono realizzate anche con diversi livelli di approfondimento per soddisfareil pubblico più vario; ma l’audiodescrizione non è sufficiente per le persone con disa-bilità visiva se non si stabilisce una forte relazione fra la narrazione audio e l’esperienzaconcreta in luogo. Senza una mappa tattile per orientare o una qualche esperienza tattileconcreta la visita al museo resta nel campo del “virtuale ” e non giustifica la parteci-pazione in loco. D’altra parte, oggi è possibile creare percorsi audio che l’utente si puòscaricare comodamente da casa, prima di effettuare la visita. Le tracce sonore caricatesul sito internet del museo possono essere scaricate dal visitatore prima di effettuarela visita, gestite sul proprio computer per progettare autonomamente il percorso chedesidera, e infine fruibili su un Mp3 o sul proprio telefono cellulare con testo audio esonoro. (Lo stesso discorso può essere fatto per mappe e immagini in rilievo 3: cfr. capitolo“Molteplici sensi” - Paragrafo “Immagini per le mani”).

3 Decreto 28 marzo 2008 - Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale.“Dato il suo limitato costo, il fornetto potrebbe essere acquistato dal museo o dal gestore del bene, che,oltre alla produzione di mappe a rilievo, potrebbe utilizzarlo per attività di comunicazione e di mediazione,offrendo tavole didattiche, planimetrie e ogni altro elaborato, da scaricare all’occorrenza dal proprio sito web”.

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4 Enrico Chiarini, Paolo Graziani, Antonio Lauria, Stefan Von Prondzinski, “Progettare per l’autonomia.La mobilità dei ciechi ed ipovedenti”, supplemento in “Il Corriere dei Ciechi”, novembre-dicembre 2000, pag. 8.

Le pavimentazione dedicate o “piste pedotattili”.

Negli ultimi anni, in ambienti complessi aperti o chiusi , come stazioni ferroviarie,aeroporti, grandi piazze, moli, sia in paesi europei sia al di fuori del vecchio continente,

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l’informazione di via libera, con linee parallele in rilievo; l’informazione di arresto, a calotta sferica (o a cupola tronca) in rilievo.

I punti in rilievo maggiormente percepibili da parte di persone non vedenti sono quellidi altezza 5 mm, e diametro al vertice di 12-25 mm distanziati fra di loro di 50-65 mm. 6

Purtroppo non esiste un sistema approvato a livello internazione, e neanche a livellonazionale. La International Organization for Standardization raccomanda un contra-sto cromatico del 30% (il giallo per esempio ha elevata percepibilità) a beneficio dellepersone ipovedenti. Le pavimentazioni tattil i dedicate per le persone con disabilitàvisiva, deve essere impiegata in situazioni in cui la sicurezza del pedone è pregiudicata.Secondo la International Organization for Standardization (ISO/TC173 - 1993) questesituazioni sono:

intersezioni tra percorsi pedonali e carrabili (scivoli non percepibili,attraversamenti a raso, complanarità delle sedi ecc.);

dislivelli verso il basso non delimitati (banchine ferroviarie,fermate dei mezzi pubblici, specchi d’acqua, scale, ecc.);

ostacoli ad altezza del viso.

Qualunque tipo di pavimentazione realizzata per non vedenti , deve venire incontroad esigenze di più fruitori (per esempio il segnale di pericolo può avvertire una perso-na distratta di un contesto di pericolo), senza che vengano compromesse le esigenzedi altri tipi di pedoni come ad esempio le persone che utilizzano la sedia a rotelle.

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6 Norma ISO/TC173.

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5 Alessandro Bacchetti, Paolo Felli, Antonio Lauria, “Comunicatività ambientale e pavimentazioniper la segnaletica sul piano di calpestio”, ETS, Pisa, 2004, pag. 118.

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La decodifica dei segnali deve avvenire in modo naturalesenza pregiudicare né la sicurezza né l’acquisizione di ulte-riori informazioni ambientali ottenibili con gli altri sensi.Le mattonelle con linee in rilievo, sono state adottate in mol-ti paesi, la prima volta in Giappone, per orientare e sottoli-neare la direzione di marcia la persona con disabilità visiva.

Sistema Slog.

Il sistema di pavimentazione Slog si basa su strisce rettil inee parallele tra loro in ri-lievo di circa 2 mm rispetto al fondo della mattonella (vedere il disegno a lato).Il verso del rilievo delle mattonelle è orientato nel senso di percorrenza e perciòsuggerisce al non vedente la direzione da seguire. È un sistema molto intuitivoin quanto le strisce parallele in rilievo sono semplicemente orientate in due diffe-renti modi e per segnalare un pericolo o un ostacolo vengono posizionate in senso per-pendicolare rispetto al senso di marcia. È un sistema abbastanza usato in Giappone,

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3

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Esempio di contrasto cromaticoapplicato al percorso.

Segnale di attenzione.

Segnale di arresto.

Segnale di svolta.

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11

Il sistema Loges.

Il sistema Loges è un altro esempio di pavimentazione usata in Italia per la realizzazionedi percorsi pedo-tattili. È certamente quello più diffuso. Il Gruppo di Coordinamentodelle Associazioni dei Minorati della Vista di Roma ha individuato in questa specificatipologia di pavimentazione il linguaggio convenzionale da seguire sull’intero territorionazionale da parte di Poste Italiane e dalla Divisione infrastrutture delle Ferrovie delloStato. Messo a punto da una primaria ditta di materiale ceramico su licenza esclusiva,

Germania, Olanda e Scandinavia. Esistono altre tipologie utilizzate in Italia, ma nonstandardizzate, come Record o il sistema Arianna.

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8 Lucia Baracco, Laura Borghero, “Venezia ad occhi chiusi”, Mobilità n. 50, 2007.

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il sistema Loges (Linea di Orientamento Guida e Sicurezza, brevetton. 00237769) è un linguaggio speciale, impresso su piastrelle in grèsfine porcellanato. Successivamente rispettando gli stessi codici è statorealizzato in pietra, ceramica, cemento, gomma da altri produttori.Questo sistema è composto da cinque differenti tipi di mattonelle, ca-ratterizzate da texture superficiale e dimensioni differenziate. La mat-tonella di base presenta scanalature a media distanza ed indica ladirezione del percorso pedonale, mentre il massello di pari dimensio-ni, ma con scanalature più ravvicinate indica la presenza di un servizionelle vicinanze. Oltre a queste di base ci sono mattonelle di dimensio-ni diverse con texture superficia le a calotte semisferiche, delle qualiquella quadrata indica un incrocio a “T” mentre quella rettangolare in-dica la necessità di arrestare la marcia e verificare l’elemento di possi-bile pericolo presente “sul” o “in prossimità” del percorso. Per indicarela svolta vengono utilizzate mattonelle di forma quadrata aventi unatexture superficia le molto particolare in quanto affiancano le scana-lature alle sferette utilizzando una linea di demarcazione diagonale.

Segnalazioni tattili a terra semplificate.

Nel tentativo continuo di trovare soluzioni che pur tenendo in particolare attenzioneal tema della mobilità dei non vedenti , tenga anche conto degli aspetti ambientali,accogliendo le indicazioni della Commissione Autonomia dell’UICI 7 in alcune situa-

7 Enrico Chiarini, Paolo Graziani, Antonio Lauria, Stefan Von Prondzinski, “Progettare per l’autonomia.La mobilità dei ciechi ed ipovedenti”, supplemento in “Il Corriere dei Ciechi”, novembre-dicembre 2000.

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innovativo strumento al servizio dei non vedenti e degli ipovedenti destinato a migliorarela loro qualità di vita e di sicurezza.

Conclusioni.

Quelle sopra descritte sono soluzioni per percorsi pedotatt ili artificiali codificate ed inproduzione. È possibile però realizzare in proprio percorsi guidati tattilmente utiliz-zando le diverse finiture superficiali che i materiali, soprattutto naturali, offrono,ottenendo un perfetto inserimento ambientale ed una buona definizione di percorso.L’importante è sfruttare la diversità e magari giocare con differenti colori, colori nonlucidi, per creare percorsi che la persona in difficoltà possa seguire durante la perma-nenza nel luogo di svago o di visita. In ogni caso in previsione di interventi di ristrut-turazioni edilizie o di realizzazione di nuovi complessi turistici, bisognerebbe tenereconto delle opportunità e delle soluzioni tecniche in precedenza illustrate per agevo-lare la mobilità autonoma di non vedenti e ipovedenti. Anche in luoghi di interesseturistico, grandi spazi chiusi come hall di alberghi ed ingressi museali o aperti comebordi piscine, in assenza di guide naturali efficaci (passatoie, tappeti, per esempio -molto efficaci per persone ipovedenti o non vedenti , ma che rischiano di costituireostacolo per persone con difficoltà motorie - o mancorrenti) si possono incollare guidein gomma, per rendere più facile l’orientamento. La sperimentazione estetica e funzio-nale di questi ultimi anni ha fatto produrre piastrelle in pietra lavica o in pietra di Lusernache per le loro caratteristiche estetiche possono essere utilizzate in contesti opportuni.

Mappe visivo-tattili.

Le mappe visivo-tattili sono strumenti informativi per favorire l’orientamento e la rico-noscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo. Sono utilizzabili da chiunque, vedenti

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avere una stimolazione sensoriale tattile ridotta e sintetizzata,ma continua, grazie alla sinusoide;

garantire una costante sicurezza nel percorso attraverso la semisferae le bande a contrasto cromatico destinate agli ipovedenti;

mantenere l’orientamento nello spazio durante le svolte o i cambi di direzionegrazie alla possibilità di diramare le onde sinusoidali negli incroci a “T” o a “+”.

Il prodotto realizzato è frutto di una lunga e approfondita ricerca, nata da unasperimentazione sviluppata con CNR-ICTP e Politecnico di Milano. Il lavoro fin quisvolto rappresenta una prima fase di studio del Vettore, che risulterebbe essere un

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Le mappe visivo-tattili possono essere fisse, ovvero collocate nei punti strategici dellospazio, o portatili. Possono essere realizzate in materiali differenti (metallo, legno, carta,plexiglas), e tecnologie differenti, (termoformatura, fresatura, serigrafia, ecc.). Le mappevisivo-tattili portatili permettono al disabile visivo di poter verificare in ogni momentola propria posizione nello spazio. Per realizzare tale tipologia di mappe si può utilizzarela stampa con la carta a microcapsule (si veda il capitolo “Gli ausili”) o la serigrafiatrasparente a rilievo.

Guide visivo-tattili.

Sovente, per rendere accessibi le a un cieco o a un ipovedente una rappresentazionevisiva, una sola immagine tattile non basta. È necessario distribuire le informazioniche si vogliono comunicare su una pluralità di disegni. Per ottenere ciò si possonorealizzare delle guide o dei libri visivo-tattil i, formati da immagini visive di qualsiasinatura, (disegni, foto, ecc.) sulle quali si sovrappone l’immagine tattile in inchiostrotrasparente. L’aggiunta di un testo verbale, orale o scritto, strettamente coordinato conl’immagine, guida l’esplorazione e integra l’informazione. Lo si può definire un sistemaintegrato di comunicazioni multimediali per rendere accessibile ai disabili visivi ciòche i vedenti acquisiscono senza problemi attraverso modalità prevalentemente visive.Da notare inoltre che le immagini in rilievo possono anche essere lette facilmente congli occhi; sono tali quindi da favorire un lavoro comune fra il disabile visivo, e il suointerlocutore. A legare un’immagine all’altra contribuisce ovviamente il testo verbale,che ha però come obiettivo principale quello di aiutare il lettore nell’esplorazionedella singola immagine. Il testo, oltre che in nero e in Braille, può essere utilmente pro-posto su CD o in file sonoro per lasciare libere le mani nell’esplorazione del disegno.

e non vedenti, perché sono costituiteda scritte ingrandite e in Braille, im-magini per la vista e immagini tattil icoincidenti con l’immagine visiva.Con le mappe visivo-tattili si intendeoffrire a chi ha gravi problemi visivi,ciechi e ipovedenti, la possibilità diapprocciare e frequentare quella realtàcircostante che normalmente vieneconsiderata esclusivo appannaggio delvedente. Possono essere utilizzate per:

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l’orientamento spaziale (dove uno si trova):nella mappa si rappresenta la planimetria dell’ambiente sottosguardo,con la segnalazione dei principali ambienti e edifici;

l’indicazione del percorso (come si fa a raggiungere un posto e come):nella mappa si rappresenta la planimetria con i punti significativie le informazioni che guidano il movimento;

l’informazione specifica (come è fatto un luogo e come si usa un luogo):pianta dei bagni pubblici con la collocazione dei servizi igienici,piano delle fonti di pericolo, ecc.;

la comunicazione e divulgazione (cosa si deve conoscere o esplorare):nei musei o negli edifici ad interesse culturale, nei percorsi urbani o espositivi,con i disegni e i testi visivo-tattili si possono dare le informazionirivolgendosi a tutti contemporaneamente.

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Una qualche aspettativa nella produzione di immagini tridimensionali da toccarela sta creando la tecnologia Omero. Si tratta infatti della nuova tecnologiasviluppata per permettere a non vedenti e ipovedenti di toccare con mano le bellezzeartistiche del nostro Paese. “Omero è un sistema di l’interazione multimodale,tattile, uditiva e visiva, con modelli digitali tridimensionali: il polpastrello dell’utenteviene proiettato in uno spazio virtuale. Un’interfaccia aptica, ossia tattile, restituiscesulla mano dell’utente le stesse forze che avvertirebbe se l’interazione avvenissenella realtà, permettendo così di ‘toccare’ gli oggetti virtuali.Il tutto viene integrato da messaggi vocali, suoni e vibrazioni che, coinvolgendo l’udito,rendono più semplice per un non vedente la percezione della scena”. 9

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Esempi di applicazione delle soluzioni per la fruibilità:

musei e parchi piemontesi.

I musei.

Quando l’aumento dei visitatori, a seguito dei processi di diffusione della cultura,ha spinto i musei a sviluppare attività didattiche ha anche obbligato le direzioni atenere conto delle diverse esigenze di pubblico. La grande importanza della vistaquale canale privilegiato, a volte unico, di accesso alle collezioni, ha fatto sì che le per-sone cieche fossero considerati tra i primi utenti a rischiare la più totale esclusione.

9 A cura di: Fabio De Felice, Floriana Renna, Gianni Attolico, Arcangelo Distante,Ricerca del CNR - Istituto di studi sui sistemi intelligenti per l’automazione.

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pubblico può vivere. Il percorso di visita si articola in cinque momenti: la luce e la suapropagazione, il parallelismo fra il funzionamento dell’occhio e quello della cameraoscura, i molteplici effetti della riflessione attraverso vari tipi di specchi, gli effetti del-la rifrazione operata dalle lenti, e infine, come una sorta di invito verso le sale successi-ve, l’importanza di questi fenomeni nel processo che conduce alla nascita del cinema.

“Il nuovo allestimento della sala contiene però una sfida del tutto ineditae per molti versi straordinaria. Esso è stato studiato perché tutti possano impadronirsidi alcuni concetti chiave dell’ottica: anche i visitatori più giovani e i meno esperti,ma soprattutto quelli che per ragioni di forza maggiore sono più distantida quella materia, i ciechi e più in generale i disabili visivi.In tal modo si è voluto infrangere, attraverso una conoscenza diretta basatasu esperienze percettive appositamente concepite, le barriere a prima vistainsuperabili che limitano normalmente il mondo di chi soffre di particolarideficit sensoriali. L’obiettivo è stato perseguito - come già per l’altra sala dedicataalla Mole Antonelliana realizzata nel 2007 - attraverso l’uso integrato di diversistrumenti, intesi a valorizzare al massimo tanto le maggiori o minori capacità visivequanto le potenzialità del tatto. L’essenzialità dell’informazione, la facilità di approccioalle esperienze, la linearità del percorso espositivo, la cura con cui viene offertoun approccio sensoriale su più livelli: tutto questo rende la visita particolarmentefacile e interessante e pone la nuova iniziativa del Museo Nazionale del Cinemaall’avanguardia sulla strada della comunicazione inclusiva”. 10

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10 Estratto da: “UIC 011”, n. 2, 2009.

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I parchi.

Il gusto della scoperta e della conoscenza della natura è profondamente legato da unaparte all’opportunità di sperimentare in piena autonomia le proprie capacità, dall’altra,il rapporto con la natura favorisce forme d i intensa relazione e scambio fra le personecon sensibilità e abilità differenti. In Piemonte, la diffusione di iniziative per l’acces-sibilità nel verde e negli ambienti naturali ha innescato da qualche anno la sperimen-tazione di nuove soluzioni e il miglioramento costante degli ausili: dalle pavimen-tazioni per l’orientamento dei non vedenti, che segnalano con tessitur e differenzia-te i cambi di percorso, direzione o soste, alla individuazione di attività atte a stimo-lare la percezione circostante con tutti i sensi. Fra le molteplici realizzazioni esistentiin Piemonte, si presentano qui tre esperienze differenti rispetto all’autonomia e alleattività plurisensoriali.

Sensi in gioco - Parco Nazionale del Gran Paradiso, Ceresole Reale.

Percorso lungo circa un chilometro e delimitato da un corrimano, progettato dall’EnteParco Gran Paradiso con la collaborazione della Tactile Vision Onlus. L’escursione r i-calca l’itinerario di un sentiero tagliafuoco sviluppandosi in una zona di riforestazionea larice; è pressoché in piano e può essere effettuata da disabili motori e non vedenti.La proposta fin dall’inizio è stata quella di far effettuare l’esperienza da tutti, comeuna sorta di gioco, con gli occhi bendati per utilizzare in modo diverso il tatto, l’udito,l’olfatto. Per i non vedenti, negli undici punti di sosta si favorisce la percezione di quegliaspetti che possono essere recepiti dai sensi e non fanno parte dall’esperienza quoti-diana di chi non vede: ad esempio la scabra superficie dello gneiss, la corteccia dei larici,il profumo del ginepro: inoltre la voce registrata degli uccelli più diffusi nel bosco e il

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Le nuove tecnologie.

P A R T E P R I M A Lo sviluppo di nuove tecnologie negli ultimi vent’anni è statofondamentale sul fronte dell’integrazione delle persone con di-sabilità visiva nell’uso dei servizi di Internet e dell’informaticain generale. Oggi il web può essere considerato la principaleporta d’accesso alle informazioni e Internet la via privilegiataper comunicare da parte delle persone con disabilità visiva: nellostesso tempo questi servizi non sono facilmente fruibili da tut-ti, sia per l’esigenza di una continua alfabetizzazione, sia per lanecessità di tener dietro all’evoluzione tecnologica dell’hardwaree del software che, per gli ausili informatici dedicati, comportaspesso costi elevati.

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L’altro campo dove si intravede un miglioramento grazie alle nuove tecnologie è sicura-mente l’autonomia nella mobilità, che rappresenta una delle principali difficoltà daaffrontare nella vita quotidiana per le persone non vedenti ed ipovedenti. Lo sviluppodi dispositivi mobili di tipo elettronico rappresenta una risorsa che può essere utileanche in situazioni di particolare difficoltà per garantire la sicurezza dell’individuo.Nel vasto campo degli ausili elettronici, a titolo di esempio, indichiamo:

una tipologia di ricevitore di segnale dall’ambiente: il progetto Easy Walk;

alcuni applicativi per il telefono cellulare;

rilevatori di ostacoli e guida per la mobilità a radiofrequenza;

esempi di applicativi nella ricerca: i bastoni intelligenti.

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grazie al cui contributo è stato possibile implementare il servizio “cucendolo su misura”sulle effettive esigenze degli utilizzatori finali. In generale si può affermare che la mo-bilità di una persona non vedente o ipovedente è caratterizzata da due fasi:

Easy Walk interviene rivoluzionando la fase della “strategia” aprendo orizzonti perchédà la possibilità ai suoi utilizzatori di conoscere infiniti nuovi percorsi, autonoma-mente, in tempo reale, ovunque, ma soprattutto in “termini comprensibili”. È evidenteed altresì importante sottolineare che il servizio non incide invece sulla fase “tattica”dello spostamento: non si sostituisce, né potrebbe farlo, alle capacità del singolonell’utili zzo degli ausili classici. Riportiamo in sintesi le principali e più significativefunzionalità del servizio:

la “strategia”, la necessità cioè di conoscere perfettamente il percorso da affrontareprima di affrontarlo. È essenziale sapere prima di immettersi sul percorso quali sianoi punti nei quali occorre svoltare, dove sia possibile attraversare la strada ecc.;

la “tattica”, la capacità cioè di fronteggiare, durante la percorrenza, le situazionicontingenti che si presentano (persone, gradini, ostacoli vari): per questa fase sonoimprescindibili gli ausili tradizionali: il bastone bianco, il cane guida o il, seppurminimo, residuo visivo per gli ipovedenti.

localizzazione: premendo un tasto del telefonino si riceve l’informazione sulla po-sizione geografica: città, via e numero civico;

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Ricevitori di segnali dall’ambiente.

RFID Radio Frequency Identificationovvero Identificazione a Radiofrequenza.

Il sistema si basa sul riconoscimento a radiofrequenze tra due oggetti; per funzionarenon necessita di nessun contatto, né di tipo visivo, né di tipo elettrico. Attualmente èlargamente usato nell’industria e soprattutto nella logistica, ma da qualche anno esistono

zionalità del telefonino al fine di offrire al disabile visivo utili ausili all’autonomia nellavita quotidiana. Attualmente esistono sul mercato applicazioni per telefonini dotati disistema operativo Symbian che permettono il riconoscimento di qualsiasi testo ripresocon la fotocamera, convertendolo in voce in tempi rapidissimi tramite una sintesi vocale.Alcuni di questi software implementano anche una funzione di estrema utilità peril disabile visivo, ovvero il riconoscimento di colori. Sono inoltre disponibili in com-mercio display Braille esterni che, collegati al telefonino, permettono la lettura inBraille dei testi visualizzati sul display. Con la diffusione degli smartphone, telefo-nini che integrano funzionalità avanzate per la navigazione in internet e la gestionedei dati, si stanno moltiplicando anche le applicazioni che si prefiggono di renderetali dispositivi accessib ili ai non vedenti, superando quindi l’ostacolo della tecnolo-gia touchscreen, e di implementare funzionalità estremamente avanzate da un puntodi vista tecnologico. La maggior parte delle applicazioni si può ancora considerarein fase sperimentale, ma si registrano buoni risultati soprattutto nello sviluppo disoftware che, tramite l’uso della videocamera, permettono il riconoscimento immediatodegli oggetti nell’ambiente circostante.

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navigazione: si può effettuare, direttamente dal telefonino, una ricerca di percorsoda indirizzo ad indirizzo, ed ottenerne la descrizione in termini particolarmenteutili per un disabile visivo in mobilità (descrizioni per isolati ed attraversamenti);

preferiti: è possibile creare un elenco di indirizzi di proprio interesse al fine direnderne più agevole l’individuazione e condividere indirizzi di utilità sociale congli altri utenti del servizio;

punti di interesse generale: è possibile ottenere informazioni su numerosi luo-ghi di pubblico interesse ed utilità (stazioni ferroviarie, farmacie, ospedali, ufficipubblici, ristoranti, ecc.);

supporto/soccorso: grazie al finanziamento della Regione Piemonte viene garan-tito agli utenti residenti in Piemonte un servizio di teleassistenza tramite call-centerdisponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.

Applicativi per telefono cellulare.

Abbiamo già scritto nel terzo capitolo come la telefonia mobile sia ormai una tecnologiapienamente accessibile ai non vedenti ed agli ipovedenti. Per questo motivo si stannosviluppando numerose applicazioni studiate appositamente per implementare le fun-

Per maggiori informazioni:

• Sito ufficiale di Easy Walk: http://ew.ilvillage.it

• Sezione dedicata sul sito del Consiglio Regionale UICI del Piemonte: http://www.uicpiemonte.it/easywalk

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interessanti sperimentazioni anche nel settore turistico e parallelamente nel settoredell’aiuto alla mobilità. Nel settore turistico il sistema RFID cerca di superare la rigiditàdelle audioguide: testo precomposto ed unico per ogni visitatore, precaricato sullo stru-mento, con conseguente limite alle lingue ed ai contenuti a disposizione. Si utilizzaun sistema di tag RFID 1 (detto in gergo si dice che si “taggano” cioè si “segnano” singolipunti di interesse) e le audioguide sono sostituite da palmari che possono essere confi-gurati al momento secondo le esigenze (interessi culturali diversificati, utenza adultao bambina, lingua, ecc.) attingendo ad una gamma di profili praticamente infinita.Il palmare è dotato di un lettore RFID ed è quindi in grado di fornire al turista le infor-mazioni richieste, nel momento in cui il turista stesso si avvicina al punto di interesse.In caso di gruppi, grazie ad un’adeguata infrastruttura audiovisiva (schermi montatiaccanto ai punti di interesse), è possibile distribuire ad esempio un singolo lettore RFIDa tutti i membri della classe, che muovendosi vedranno di volta in volta proiettate negliappositi display tutte le informazioni sull’opera, corrispondenti al profilo fornito dalgruppo (lingua, livello culturale e così via). Nei luoghi aperti il sistema RFID può sfrut-tare le potenzialità anche del GPS, dando la possibilità all’utente di navigare attra-verso i punti di interesse cittadini. La sua guida digitale, tramite l’utilizzo di mappestradali dettagliate, indirizza il turista verso il luogo prescelto attraverso il percorsopiù breve o attraverso il percorso di maggior interesse artistico o culturale. Nel 2007un quartiere di Tokio è stato tappezzato da 10.000 tag RFID che fornivano ai passantidotati di ricevitori ogni tipo di informazione, dall’orario di passaggio della metro piùvicino alle offerte interne al negozio davanti cui si stava passando. Nel settore di aiutoalle persone non vedenti o ipovedenti la tecnologia RFID è stata sperimentata nel progetto

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1 La ricerca è ancora in corso presso l’Università di Messina in collaborazione con la società Inquadro.

2 Alessandro Bacchetti, Paolo Felli, Antonio Lauria,“Comunicatività ambientale e pavimentazioni per la segnaletica sul piano di calpestio”, ETS, Pisa, 2004, pag. 72.

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SeSaMoNet (Secure and Safe Mobility Network) del Cattid (Centro per le Applicazionidella Televisione e delle Tecniche per l’Istruzione a Distanza) dell’Università La Sapienzadi Roma ed applicato nel comune di Laveno Mombello, in provincia di Varese. (Si vedaapprofondimento a pag. 115).

Walk Assistant.

Il Walk Assistant rientra nella tipologia di dispositivi che captano segnali dall’ambientesulla base di trasmissione di onde elettromagnetiche 2. Il Walk Assistant è un sistemaelettronico capace di guidare il non vedente e di fornirgli informazioni turistiche o utiliper il suo orientamento e la sua mobilità. Il sistema di informazione e guida per nonvedenti, è frutto della collaborazione e ricerca fra l’Enea e la Capodarco ElettronicaCoop, con test di validazione svolti in collaborazione dell’I.Ri.For, struttura di ricercadell’UICI e risponde all’esigenza del non vedente di individuare con esattezza tuttigli elementi necessari per il suo orientamento e la mobilità; il sistema integra infor-mazioni sull’ambiente circostante, segnalando pericoli, servizi, attraversamenti, notiziedi pubblica utilità. Il Walk Assistant si compone di questi elementi fondamentali: im-pianto di guida elettromagnetica, il bastone vibratile, i segnalatori e l’unità individuale.L’impianto fornisce, al non vedente, la direzione di percorrenza: ciò viene realizzato me-diante una sorta di corrimano elettronico generato da un conduttore nascosto nella pavi-mentazione e attraversato da un debolissimo segnale che, captato da un normale bastoneper non vedente opportunamente adattato, lo trasforma in una vibrazione percepibiledall’impugnatura. Il non vedente percepirà una vibrazione massima, quando il bastone

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dei fasci emessi dai minifari ma, servono anche per l’individuazione degli ostacoli.Grazie al Pilot Light il non vedente è in grado di conoscere i colori dei semafori, ilnumero del bus che sta sopraggiungendo e la direzione, trovare la cabina telefoni-ca più vicina e sapere se sono libere ed occupate, leggere orari di partenza e di arrivodei binari o degli aerei, toilettes, visitare musei , andare a teatro ed avere la descri-zione delle scene. La prima sperimentazione è stata effettua ta nel 1990 a Firenze.Come per il Walk Assistant, anche in questo caso ci deve essere una rete di percorsi,il museo da visitare o la città deve essere cablata; inoltre l’utente non può riceveretutte le informazioni ambientali date dall’udito.

Bastoni “intelligenti”.

SeSaMoNet.

Il sistema si basa sull’uso di transponder o tag RFID inseriti nel terreno a una distanzadi 60 centimetri l’uno dall’altro. L’utente del sentiero è munito di uno speciale bastoneda passeggio dotato di antenna, in grado di leggere i transponder, che tramite l’antennainviano un segnale a uno smartphone con una banca dati contenente informazionisul luogo. In questo modo l’utente riceve informazioni sul sentiero attraverso un auricolarecollegato in modalità bluetooth. Alcuni transponder trasmettono messaggi che descri-vono l’ambiente circostante, mentre altri si limitano a emettere un segnale acustico perinformare l’utente che sta percorrendo la strada giusta.

NaDiA (Extended walking stick).

L’idea è quella di sviluppare un bastone per non vedenti simile a quelli tradizionali, madotato di una telecamera (eventualmente con un’ottica particolare) che possa “vedere”

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Pilot Light.

Il Pilot Light rientra nella tipologia di dispositivi che captano segnali dall’ambientebasandosi sulla tecnologia dei raggi infrarossi. La principale differenza rispetto alWalk Assistant è data dal fatto che i raggi infrarossi possiedono una direzione, cosa chenon avviene con il campo elettromagnetico. Questo tipo di ausilio si trova in realtà ametà tra quelli che rilevano gli ostacoli e quelli che captano segnali dall’ambientein quanto questo tipo di dispositivo permette anche il rilevamento degli ostacoli.Si basa sull’util izzo di due dispositivi: minifari e miniradar. I minifari hanno la fun-zione di erogare raggi infrarossi opportunamente modulati; nel sistema di modula-zione è contenuto il “messaggio” o informazione destinato ai miniradar. I minifari sipossono collocare ovunque e, in funzione del loro impiego, si provvede a program-mare il messaggio. I fasci di raggi infrarossi erogati dai minifari creano dei “corridoi”invisibili, che il non vedente percorre e grazie ai quali viene condotto fino alla fonte;il minifaro, si basa sul principio analogo a quello dei radiofari che guidano gli aereiin volo cieco alle piste di atterraggio. Il miniradar è il dispositivo (grande come unpacchetto di sigarette) che il non vedente usa come ricevitore dei fasci di raggi infra-rossi generati dai minifari. Il miniradar li interpreta e per mezzo dell’altoparlanteincorporato, li comunica al non vedente, con informazioni sonore in codice (beep-beep)o in parlato. Da sottolineare che i miniradar non hanno solo la funzione di decodifica

verrà a trovarsi sulla perpendicolare del conduttore, senza subire l’influenza da parte delmateriale di pavimentazione utilizzato. Con questa tecnologia il bastone del non vedenteviene utilizzato senza modificarne l’impugnatura o la modalità d’utilizzo, in modo im-mediato, anche da parte di persone non addestrate preventivamente al suo uso.

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ostacoli posti a una piccola-media distanza (fino a circa dieci metri), e in seguito traducaqueste informazioni (una sorta di “grafico del profilo di profondità”) in stimolazionitattili per il non vedente. Chiaramente tutte queste elaborazioni devono essere svoltein tempo reale, in modo da permettere all’utente di esplorare l’ambiente circostante inmodo naturale. Queste le funzioni di NaDiA (Navigation for Disability Applications),il programma promosso dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e realizzato da ThalesAlenia Space Italia, avvalendosi delle più avanzate tecnologie di navigazione satel-litare, come EGNOS (European Geostationary Navigation Overlay Service ) e Galileo.Il sistema si compone di infrastrutture terrestri e satellitari, centri specifici per il tipodi disabilità (motoria o visiva), dislocabili in più punti sul territorio. Allestito un cen-tro unico di elaborazione, che rende disponibili tutti i dati di navigazione, fornendo,in tempo reale, la posizione della singola persona. Per gli utenti sono stati dispostiterminali portatili con interfacce semplici che sfruttano i canali visivi, sonori e tattili,per adattarsi ad ogni tipo di disabilità. Per le persone ipo o non vedenti, il computerportatile sarà collegato a un bastone intelligente munito di riconoscitore di ostacoli.I terminali indicano agli utenti, che devono effettuare determinati spostamenti, per-corsi privi di rischio (anche usando più mezzi di trasporto) e guidano a superare gliostacoli, anche qualora si trovino all’interno di edifici non raggiunti dal segnale satel-litare. Tra gli obiettivi di NaDiA cè anche quello di permettere pronti interventi in casodi richiesta di soccorso.

Mygo.

Il dispositivo è costituito da un bastone che termina con una piccola rotella spinta daun motore per saggiare il terreno. All’interno del bastone c’è una piccola telecamera

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che “guarda” l’area di terreno circostante alla ricerca di ostacoli. Tutte queste informa-zioni, dopo essere state elaborate, vengono trasmesse via wireless a un auricolare chetramite impulsi sonori, audio feedback, fa capire all’utente la situazione del terreno.Mygo è impermeabile e monta una batteria agli ioni di litio che garantisce circa sei oredi funzionamento. Mygo è in fase di sperimentazione al Muthesius Academy of Artand Design (Germania).

In conclusione.Gli scenari aperti dalle nuove tecnologie che vanno incontro alle esigenze delle per-sone con disabilità visiva sono molteplici. La speranza è che la ricerca e l’innovazionetecnologica tenga conto delle persone reali e dei suoi reali bisogni. Quasi ogni gior-no, i mezzi di comunicazione ci presentano retine artificiali a stimolazione sulla cor-teccia visiva o occhi bionici con telecamere incorporate che trasmettono al nervo ot-tico, se non caschetti “brain computer” per la sintesi del pensiero. Intanto, nonostantequesta meritevole opera della ricerca, moltissime sono le barriere sociali, organizza-tive, economiche ed individuali che impediscono una piena fruizione da parte ditutti delle possibilità offerte dalla rivoluzione digitale. Anzi, c’è il rischio reale chel’avvento della società basata sulle tecnologie dell’informazione rappresenti un’ul-teriore forma di discriminazione e di esclusione. Infatti, i problemi individuati daAge, il network europeo delle organizzazioni rappresenta tive delle persone anzianee European Disability Forum in materia di accesso alla società dell’informazione pertutti, hanno messo in risalto l’alto costo e la limitata accessibilità delle nuove tecno-logie, carenza di corsi di formazione e riqualificazione e conseguente mancanza difiducia nei servizi e prodotti online.

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“L’accesso alla società dell’informazione è un diritto per tutti, compresi anzianie disabili nonché un requisito indispensabile per permettere a queste categoriedi cittadini di condurre una vita indipendente”. 3

un ruolo più attivo dell’UE nella promozione di servizi e prodotti accessibili,sicuri e alla portata di tutti, compresi gli anziani e i disabili.�

3 AGE - EDF, Position on the Future EU Digital Agenda. particolare attenzione alla privacy e alla protezione dei dati sensibili;

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corsi di formazione e di sensibilizzazione sia per disabili e anzianiche per i formatori e gli operatori che con loro lavorano;

accessibilità per tutti dei servizi online e, in particolare, del voto elettronico;

accessibilità universale dei nuovi terminali di telefonia cellulare e della banda larga;

eccezioni alla normativa sul copyright quando questa ostacoli l’accessoalle informazioni da parte dei disabili e degli anziani;

sviluppo di prodotti e servizi Ict accessibili dalla progettazionealla distribuzione con conseguente creazione di standard;

partecipazione di disabili e anziani nei processi decisionali in materia, nella ricerca,nello sviluppo, nei test e nella standardizzazione di prodotti e servizi accessibili;

accessibilità di prodotti e servizi in ambito sanitario;

Le raccomandazioni di Age, e European Disability Forum in vista della definizione delnuovo piano europeo per il prossimo decennio 2010-2020:

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Allegati alla Parte Prima.

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Ambivalenze del linguaggio.

Il nostro linguaggio quotidiano è pieno di termini visivi. Essi sono innumerevo li: adesempio le parole “scorcio” o “prospettiva”, i termini che si riferiscono alla luminosità,ai colori e così via. Provate ad ascoltare un giornale radio e a contare quante volte lospeaker usa termini tipicamente visivi. Essi sono frequentissimi perché sono essenzialinella comunicazione quotidiana. Ancora più numerosi sono i riferimenti alla formadelle cose. Se per esempio lo speaker dice che a Napoli è caduto un pino colpito dalfulmine, noi sappiamo che quasi certamente si tratta di un pino marittimo e non di unpino delle Alpi. Quindi immaginiamo immediatamente la forma dell’albero. Un cieconon sempre può compiere con la stessa immediatezza una tale operazione mentale.Magari è un cieco napoletano e si intende di pini marittimi; ma già un cieco torineseavrà qualche problema in più a farsi un’idea attendibile di quella situazione. Oppurepensiamo alla Basilica di San Pietro o alla Fiat Punto. Tutti hanno un’idea della formadella Punto perché la vedono per strada. Una persona che non vede raramente saesattamente com’è fatta una Punto. Per non dire dei riferimenti alle dimensioni chesono continui ma troppo spesso impliciti nel linguaggio di tutti noi e risultano quindipoco evidenti per chi non vede. Ho fatto qui alcuni esempi, e se ne potrebbero citaremolti altri. A quale scopo? Non certo per dire che il linguaggio corrente sia incompren-sibile ad una persona che non vede. Mi guardo bene dal sostenere una cosa del ge-nere. Voglio invece affermare che quel linguaggio è compreso in modo diverso da per-sone diverse e che il grado di comprensione è influenzato da innumerevoli variabili.C’è ad esempio la variabile culturale: è ovvio, una persona con una cultura più vasta,comprende il significato di un maggior numero di termini, di parole e quindi risultafavorita di fronte ad un discorso complesso. Contano anche la variabile età e tante altre.Ma, a mio avviso, quanto e come viene colto un discorso dipende pure moltissimo dalla

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La convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità rappresentaun punto di svolta a livello planetario per 650 milioni di persone e costituisce un impor-tante risultato per l’intera comunità internazionale: infatti, se si escludono le RegoleStandard ONU, non esisteva sino ad oggi uno strumento vincolante per gli Stati inmateria di disabilità. La Convenzione non introduce nuovi diritti, ma si prefigge lo scopodi promuovere, proteggere e assicurare alle persone con disabilità il pieno ed egualegodimento del diritto alla vita, alla salute, all’istruzione, al lavoro, ad una vita indipen-dente, alla mobilità, alla libertà di espressione e, in generale, alla partecipazione allavita politica e sociale. Una cosa importantissima sancita dall’ONU è che la disabilitànon è più concepita in termini di deficit rispetto a una presunta normalità. Rispetto alpassato quando la disabilità era assimilata a una sorta di malattia, con i nuovi parametriICF, (classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute) sipropone un nuovo modo di intendere i disabili, che prende in considerazione le lorodifficoltà nel rapporto con l’ambiente e assume come centrale l’obiettivo dell’inclu-sione. La disabilità non è più considerata quindi come una condizione soggettiva dellepersone, ma dipende tanto da fattori ambientali e sociali quanto da fattori indivi-duali; è una condizione che appartiene a tutto il genere umano e che ogni persona puòsperimentare in vario modo nell’arco di tutta la propria vita (da bambino, da anziano,in gravidanza, quando si muove con un passeggino o una carrozzina, con il bastone,con gli occhiali, ecc.). Di conseguenza le persone con disabilità non devono più esse-re oggetto dalle sole politiche di assistenza medica; di esse si deve tenere conto in tuttigli ambiti in quanto la Convenzione ha riformulato i bisogni delle persone con disabilitàin termini di diritti umani. Con questo essa ha segnato un punto decisivo di passag-gio da una cultura dei bisogni a una cultura dei diritti: dalle politiche dell’assistenzae della sanità alle politiche dell’inclusione. Così pure i disabili sono diventati da

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disponibilità o meno della vista. Chi vede è in una posizione di netto vantaggio,non perché è più intelligente, ma perché ha più elementi, più informazioni, più espe-rienze socialmente condivisibili cui riferirsi di quanto non possa avere una personache non vede. Che cosa comporta tutto questo? Non certo che di fronte a un cieco cisi debba bloccare alla ricerca di chissà quali parole. Infatti è sempre meglio espri-mersi con tranquilla naturalezza. Più che altro bisogna essere sempre pronti a rispon-dere alle domande, anche a quelle che a un vedente possono sembrare banali manon lo sono affatto per chi non vede. Inoltre, proprio per questo, è giusto cominciarea interrogarsi su quali sono le informazioni meno ovvie per chi non vede, su cui concen-trare la nostra e la sua attenzione, e su quali sono i termini più adatti per essere capiti.

Fabio Levi - Professore di Storia Contemporanea - Università degli Studi di Torino.

La difficile strada dei diritti.

13 dicembre 2006:l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva la Convenzione sui dirittidelle persone con disabilità.

30 marzo 2007:l’Italia sottoscrive la Convenzione.

3 marzo 2009:con la legge n. 18 l’Italia ratifica e rende esecutiva la Convenzione.

Data difficile da prevedere:i diritti vengono riconosciuti e assicurati nella vita quotidiana delle persone reali.

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oggetti di decisioni prese da altri a soggetti consapevoli in grado di decidere della propriavita. Dalle politiche dell’integrazione, per le quali alle persone con disabilità toccaadattarsi alle regole definite dalla comunità di accoglienza, si è passati alla prospettivadella costruzione di una società inclus iva, in cui ognuno può partecipare senza discri-minazione alcuna e dare il proprio contributo allo sviluppo della società di tutti.In questa prospettiva è necessario rimuovere le barriere e gli ostacoli che impedisco-no la piena partecipazione sociale. In particolare devono essere garantiti i diritti all’ac-cessibi lità (art. 9), alla vita indipendente (art. 19), alla mobilità personale (art. 20),per poter fruire dei “diversi ambienti, così come dei servizi, delle attività, dell’informazio-ne e della documentazione”. L’approccio è quello dell’Universal Design che prevede“la progettazione di prodotti, ambienti, programmi e servizi utilizzabili da tutte le perso-ne, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazionispecializza te”; il che naturalmente non significa escludere dispositivi di ausilio perparticolari gruppi di persone con disabilità, quando necessario.

Ora è tempo di applicare e far rispettare questi diritti.

Ai Comuni, alle Province, alle Regioni spetta il compito di recepire la Convenzione conatti ufficiali concreti , favorendo la partecipazione delle associazioni di persone condisabilità alla discussione e alla definizione delle decisioni politiche. A tutta la socie-tà, ai fornitori di servizi pubblici e privati, agli enti culturali, alle università, competed’altra parte acquisire la nuova consapevolezza che la disabilità è una condizione ordi-naria: una condizione cioè che ogni essere umano può incontrare e vivere nel corso dellapropria esistenza, per fronteggiare la quale è necessario prendere misure adeguate intutti i processi di sviluppo e di organizzazione sociale.

Breve cenno alla storia del bastone bianco.

Storicamente è accertato che il fotografo James Biggs fu il primo, nel 1921, a proporrepubblicamente l’uso del bastone bianco come ausilio per la mobilità delle personecieche. Biggs gestiva il proprio studio fotografico a Bristol in Gran Bretagna e perdettela vista dopo essere stato investito da un’automobile. Nella necessità di dover raggiun-gere il posto di lavoro egli giunse alla conclusione, in base alla propria esperienza, cheun bastone verniciato di bianco aumentava notevolmente la visibilità di questo oggettoe gli era più facile attraversare le strade. Egli cercò di sensibilizzare l’opinione pubblicautilizzando i canali di informazione allora disponibili senza però avere alcun riscontrosignificativo. Bisogna attendere un decennio per poter registrare una maternità uffi-cialmente dichiarata e socialmente riconosciuta, con un luogo e una data di nascita:Guillelmine (Guilly) d’Herbemont, Parigi, 7 febbraio 1931. Madamoiselle D’Herbemontnell’inverno 1931 lanciò una campagna nazionale di mobilitazione a favore dell’uso delbastone bianco come riconoscimento delle persone cieche in Francia; le istituzioni el’opinione pubblica accolsero con favore l’iniziativa. Questa campagna ebbe una riso-nanza internazionale e in brevissimo tempo tutta Europa si trovò allineata sulla sciatracciata dalla Francia. La campagna fu ripresa immediatamente e con forza dai LionsClub britannici. Nel maggio dello stesso anno la BBC lanciò una campagna radiofo-nica affinché il bastone bianco divenisse il simbolo di riconoscimento dei non vedentidi Sua Maestà. Negli stessi anni una campagna simile andava diffondendosi e affer-mandosi anche negli Stati Uniti e dopo i primi tentativi di utilizzare bastoni neri sipassò a quelli bianchi per aumentarne la visibilità. Fino a questo momento il bastoneveniva utilizzato facendo affidamento al buon senso; pochi lo usavano con le tecnicheche vengono oggi chiamate diagonale e pendolare, i più lo utilizzavano come bastone

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d’appoggio. Una tragica impennata ed un cambio di rotta fu impresso a questo temaalla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando gli Stati Uniti dovettero affron-tare seriamente la riabilitazione ed il reinser imento sociale dei veterani di guerra.Il dottor Richard Edwin Hoover nel secondo dopoguerra trasformò il bastone bianconel bastone “lungo” bianco per la mobilità delle persone cieche. In questo modo eglirecuperava la primaria funzione del bastone come ausilio per la mobilità autonoma del-le persone non vedenti e lo associava al colore bianco che ormai si era affermato (se nonconsolidato) come simbolo di riconoscimento. Al dottor Hoover si deve la messa a pun-to di una metodologia e di una tecnica d’uso che rimangono sostanzialmente ancoravalide e che sono fatte proprie dai corsi di orientamento e mobilità. Il Presidente degliStati Uniti Lyndon B. Johnson il 6 ottobre 1964 firmò la risoluzione del Congresso cheistituiva il 15 ottobre come Giornata della Sicurezza del bastone bianco. In questo modoil bastone bianco entrava di fatto e di diritto nella vita sociale e culturale degli statu-nitensi e di lì a poco si sarebbe diffusa nel resto del mondo. Venti anni dopo, nel 1984,la World Blind Union ha ufficialmente riconosciuto il bastone bianco come simbolo diriconoscimento per tutte le persone non vedenti del mondo. E l’omino con il bastonene è diventato il simbolo. Bill Clinton in un suo noto discorso del 2000 ricordavail bastone bianco come strumento di emancipazione, di libertà e di partecipazioneattiva e responsabile nella vita sociale, lavorativa e di studio delle persone non vedenti.Più recentemente, la European Blind Union ha organizzato nel 2002 la ConferenzaInternazi onale sulla Mobilità e Trasporto votando, tra altre cose, una risoluzione ri-guardante la formazione alla mobilità per le persone cieche e ipovedenti. Tale risolu-zione afferma che la formazione alla mobilità dovrebbe essere messa a disposizionedi tutte le persone cieche e ipovedenti di tutti i gruppi di età e dovrebbe includerele persone con minorazioni aggiuntive. Sotto la spinta dei vertici delle associazioni

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di categoria e di un’opinione interna trasversale, il bastone bianco sta riscattando ilproprio ruolo di ausilio funzionale per diventare strumento di una maggiore autono-mia e mobilità responsabile, intesi come requisito per una partecipazione attiva allavita familiare, sociale, lavorativa.

L O U I S L L EB R A I

1 Jakob Street, “Louis Braille. Il ragazzo che leggeva con le dita”, Filadelfia, Milano, 2002.

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La cella Braille.

I caratteri Braille sono basati su una cella formata dasei punti disposti in due colonne e tre righe. I puntisono numerati dall’1 al 6: partendo dall’alto nellacolonna di sinistra si trovano i punti 1 o punto in al-to a sinistra, 2 o punto in centro a sinistra e 3 o puntoin basso a sinistra, mentre nella colonna di destra ci

2 Antonio Quatraro, “Il Braille: un altro modo di leggere e di scrivere”, Bulzoni, Roma, 1992.

Che cos’è il Braille. 2

Il Braille è il codice di lettura e scrittura più utilizzato dai ciechi. È stato inventatoda Louis Braille nel 1829. Si tratta di un sistema di scrittura basato su sei puntiin rilievo in cui la maggior parte dei simboli è universalmente riconosciuta e quindipuò essere usato in molte lingue diverse. Il Braille infatti non è una lingua di per sé,ma è un mezzo di scrittura internazionale. Con esso si possono rappresentare le let-tere dell’alfabeto, la punteggiatura, i numeri , i simboli matematici e quelli musicali .

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lizzato un sistema per leggere al buio i messaggi cifrati. Nel 1829, intanto due anni primaera entrato nel corpo docente dell’Istituto, Louis completò la sua invenzione. Di lì a pocoideò anche un’estensione del metodo per la matematica (Nemeth Braille) e per le notemusicali (Codice musicale Braille). Morì il 6 gennaio 1852, a 43 anni appena, vittimadella tisi. Nel 1952 a un secolo esatto dalla morte, il suo corpo è stato trasferito nelPantheon di Parigi, dove riposano i grandi di Francia.

1

2

3

4

5

6

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sono i punti 4 o punto in alto a destra, 5 o punto in centro a destra e 6 o punto in bassoa destra. La dimensione di una cella Braille è standard, 7 x 4 millimetri, ed è unadimensione ottimale perché permette di percepire la sua intera superficie e allo stessotempo di distinguere bene i singoli punti. Con i 6 punti si possono ottenere 64 combi-nazioni diverse che però non sono sufficienti a rappresentare tutti i caratteri. Per ovviarea questo problema si usano dei gruppi di caratteri Braille per rappresentare i simboligrafici che non corrispondono ad un singolo carattere Braille.

L’Alfabeto.

Uguale alla prima con l’aggiunta di un punto in basso.

2 a S E R I Ek l m n o p q r s t

Uguale alla prima con l’aggiunta di due punti in basso.

3 a S E R I Eu v x y z ç é à è ù

1 a S E R I Ea b c d e f g h i j

Alfabeto Braille in posizione lettura.

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Settore dei numeri: si aggiunge il segnanumero davanti.

1 2 3 10 3.500

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alle copertine di audiolibri in vendita nelle comuni librerie, ecc. Intanto, però, fa i conticon la diffusione delle nuove tecnologie che lo rendono meno indispensabile, grazieal sonoro che sempre più spesso prende il posto dell’alfabeto tattile. Servizi telefo-nici con voci sintetiche per la lettura dei quotidiani, computer parlanti, orologi squil-lanti, audiolibri. Oltre a ciò molti giovani non imparano più quella grammatica fisicache permette di comunicare con chiunque in qualunque lingua; molti preferisconousare le cuffiette. Per cui, al momento, solo un quarto degli italiani non vedenti loconosce e lo usa. Nell’epoca della riproducibilità sonora, la conoscenza dei ciechipiù giovani passa per l’udito. È la fine del Braille? Non proprio, non del tutto. Nell’eravisuale e sonora tutto cambia, anche i processi di alfabetizzazione. I sei puntini chehanno tradotto per oltre 180 anni lettere, note musicali, numeri e formule chimiche,non bastano più. Forse vale anche per la scrittura Braille la previsione di MarshallMcLuhan quando sosteneva che il declino del mondo scritto avrebbe formato unagenerazione post-alfabetizzata? Ed il Braille è, come pensano alcuni, una forma arcanae marginale di comunicazione, un codice ghettizzante, oppure una via per l’emanci-pazione dei non vedenti, un accesso indipendente e non mediato al sapere, come pen-sano altri? La verità probabilmente sta negli incroci dei linguaggi, dove puntini ebit, tatto e udito, vecchie e nuove tecnologie, contesti e situazioni con avvicinamentisensoriali molteplici, permettono di esperire globalmente mondi complessi. Non èquindi attraverso la traduzione in Braille di un testo scritto che si può immaginare diaver risolto una barriera sensoriale. Non basta perciò la targhetta con testo in Braillealla base di un albero per comunicare: ma una targa con testo visivo e Braille (sovrap-posto e trasparente), con immagine visiva e in rilievo dell’albero, guida sonora e guidatattile potranno sorreggere una comunicazione inclusiva per tutte le persone e quindiper il maggior numero di persone cieche, ipovedenti o semplicemente malvedenti .

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La normativa in materia di cani guida.

La Legge 14 febbraio 1974, n. 37 (integrata dalla Legge n. 376 del 25 agosto 1988 edalla Legge n. 60/2006). “Gratuità del trasporto dei cani guida dei ciechi sui mezzidi trasporto pubblico” (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 6 marzo 1974, n. 61).

A R T I C O L O U N I C O

1. Il privo di vista ha diritto di farsi accompagnare dal proprio cane guida nei suoiviaggi su ogni mezzo di trasporto pubblico senza dover pagare per l’animale alcunbiglietto o sovrattassa.

2. Al privo della vista è riconosciuto altresì il diritto di accedere agli esercizi apertial pubblico con il proprio cane guida (integrazione della Legge n. 376/1988).

4. Nei casi previsti dai commi primo e secondo, il privo di vista ha diritto di farsi ac-compagnare dal proprio cane guida anche non munito di museruola, salvo quantoprevisto dal quinto comma.

3. I responsabili della gestione dei trasporti di cui al primo comma e i titolari degliesercizi di cui al secondo comma che impediscano od ostacolino, direttamente oindirettamente, l’accesso ai privi di vista accompagnati dal proprio cane guida,sono soggetti ad una sanzione amministrativa pecuniaria consistente nel paga-mento di una somma da Euro 500 a Euro 2.500.

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6. Ogni altra disposizione in contrasto o in difformità con la presente legge vieneabrogata.

5. Sui mezzi di trasporto pubblico, ove richiesto esplicitamente dal conducente o daipasseggeri, il privo di vista è tenuto a munire di museruola il proprio cane guida.

Dal Regolamento dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile(ENAC): dal 26 luglio 2008 è ammesso per tutti i voli europei portare un cane guidain cabina, senza contenitore ma con museruola. Ogni Compagnia Aerea stabilisce conproprio regolamento specifiche modalità.

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Buone prassi di accoglienza.

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I consigli che daremo di seguito, sono frutto di esperienza direttae di una raccolta articolata di osservazioni fatte da viaggiatoricon visus limitato. Sono suggerimenti semplici e apparentemen-te scontati che comportano, però, atteggiamenti da parte del per-sonale addetto all’accoglienza, a volte non istintivi, che possonoessere acquisiti con professionalità.

Per una persona in difficoltà sono piccoli accorgimenti che migliorano la qualità dellavacanza ed il grado di soddisfazione, sgomberando il campo da tensioni e preoccupa-zioni per quanto la circonda e lasciando così spazio ad emozioni positive che rendonoil viaggio, o il soggiorno, “memorabile”.

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Il cieco.

L’80% della conoscenza passa attraverso l ’elaborazione della vista. Il non vedente puòaccedere al 20% residuo, datogli dall’udito, dal tatto e dalle percezioni degli altrisensi. In linea generale si ha la tendenza a credere che il cieco abbia molte difficoltàa muoversi in ambienti urbani e interni. In effetti è così. Il mondo è pieno di osta-coli anche pericolosi. Ciò non toglie che la persona cieca, sia essa in tale situazionedalla nascita o per un incidente o malattia successiva, ha frequentato corsi di orienta-mento e mobilità, che l’hanno posta in condizione di essere autonoma nel quotidiano.E quindi anche nel fare del turismo, che altro non è che compiere azioni del quotidia-no in un altro luogo. Tali tecniche di orientamento comprendono l’uso del cane guidaoppure del bastone bianco. Inoltre il cieco tende a seguire nei suoi spostamenti lecosiddette “guide naturali”. Di solito il non vedente si fa una mappa cognitiva mentaledei luoghi cercando di estrapolare le informazioni dai sensi residui ed ottiene un orien-tamento sufficiente a raggiungere la sua meta. La mappa mentale può essere costruitaattraverso la conoscenza diretta di un luogo oppure attraverso l’esplorazione tattile diun disegno in rilievo (si veda per tutti questi argomenti gli approfondimenti nellaParte Prima). Naturalmente più l’ambiente è semplice e privo di ostacoli e meglio è.

1 Dati estratti da: “Il Corriere dei Ciechi”, settembre-ottobre 2009.

psicologici”). Purtroppo gli ipovedenti sono molti. Gli ipovedenti in Italia sono oltre4 milioni, nel mondo più di 275 milioni, e sono destinati a raddoppiare entro il 2023. 1

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facilità di soddisfazione e fidelizzazione. Con questa iniziativa l’UICI - Consiglio Re-gionale del Piemonte - tenta di abbattere le inevitabili barriere legate all’imbarazzodi fronte ad una persona disabile, accorciando le distanze e fornendo una conoscenzasemplice e diretta, ma al tempo stesso approfondita, delle esigenze del turista conhandicap visivo. Noi vogliamo rivolgerci, con questi “consigli”, all’albergatore, allaguida turistica, ai ristoratori, ai trasportatori, ai gestori dei locali che a vario titolo pos-sono attrarre flussi turistici. Oltre al testo scritto, è utile consultare i videoclip scari-cabili dal sito www.uicpiemonte.it/per-vedere-oltre che affrontano alcune dellesituazioni più frequenti e che stiamo per analizzare. Se invece si vuole provare diret-tamente l’esperienza di una quotidianità di vero buio per meglio comprendere lacondizione di un potenziale cliente, da tempo in Italia è possibile partecipare adeventi quali cene al buio o incontri nell’oscurità più totale che vengono organizza-te saltuariamente dalle varie sezioni provinciali dell’UICI, come “Dialogo nel buio”.

L’ipovedente.

Fra l’essere cieco e l’essere vedente, esiste una vasta terra di mezzo, rappresentatadall’essere ipovedente. Il turista ipovedente è una persona affetta da patologie, comead esempio retinite pigmentosa, glaucoma, atrofia del nervo ottico, miopia elevata, op-pure è una persona che ha subito un incidente con gravi conseguenze sulla qualitàdella visione. La persona ipovedente è una persona che non ha ancora perso del tuttola capacità di vedere; spesso viene confusa con una persona che ha una vista normale,solo un po’ miope. Non è così. (Si veda il capitolo “La disabilità visiva” al paragrafo “Aspetti

Conoscere il cliente.

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Le difficoltà del cliente nei trasporti, in albergo, in agenzia.

Le persone ipovedenti e non vedenti che si muovono nel mondo e che cercano di nonabbattersi nonostante la malattia, sono sempre di più. Qualche amico ipovedente aquesto punto si concederebbe una battuta di spirito: “si cerchiamo di non abbatterci,ma corriamo seri rischi di essere ‘abbattuti’ a causa di qualche incidente che ci capitamentre andiamo in giro da soli!”. Gli operatori turistici, i taxisti, gli addetti al servizio diricezione ed accoglienza possono trovarsi spesso in situazioni in cui un loro cliente/utenteè una persona affetta da patologie visive. Naturalmente il compito di questi addetti nondeve essere quello di assistenza sociale, ma non è opportuno ignorare le specifichedifficoltà del cliente in questione.

Per tranquillizzare chi ci sta leggendo, possiamo dire con certezza che la personaipovedente o non vedente che è in vacanza in autonomia è già una persona organizzatae consapevole dei propri limiti, disponibile a ricevere aiuto se gli viene offerto,pronta a chiedere aiuto nel caso ne senta la necessità e in grado di riscontrareed apprezzare prassi di buona accoglienza. L’argomento è complesso!Facciamo l’esempio di un gradino: per un cieco è un ottimo riferimento,per un ipovedente può essere una “trappola” se non ben segnalato con un contrastocromatico ed è un ostacolo per chi ha anche una disabilità motoria.

Proviamo ad elencare quali sono le difficoltà di persone ipovedenti o non vedenti nellafruizione di vari servizi.

Uso di mezzi di trasporto.

Una persona ipovedente o non vedente ha per esempio difficoltà:

ad individuare oggetti utili come pulsanti per aperture porte,campanelli di chiamata, maniglie, ecc.;

ad individuare i punti di fermata; a localizzare il punto esatto in cui si apre la porta per salire a bordo; a riconoscere la fermata di proprio interesse; a riconoscere il mezzo di proprio interesse.

Ovviamente una persona non vedente non riesce ad individuare le scritte, gli orari letabelle, le indicazioni con le destinazioni linea. Anche le persone anziane hanno spessole stesse difficoltà di una persona ipovedente.

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In albergo o in agenzia.

Nella Prima Parte abbiamo già elencato quali ausili tecnologici possono far parte delbagaglio quotidiano di una persona non vedente o ipovedente per consentire in totaleautonomia l’accesso alle informazioni o la mobilità:

per una persona non vedente in genere non è predisposto alcun supporto informativopreliminare (non ci sono guide edite, non ci sono mappe e neanche audiodescrizionidurante le trasmissioni televisive). Anche i siti internet, malgrado l’obbligo di leg-ge relativo ai siti istituzionali, sono spesso consultabili parzialmente e con difficoltà;

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la modalità di presa di conoscenza di un luogo da parte di una persona non vedenteè più lenta rispetto ai tempi che può avere un vedente: nel primo caso si adottaun sistema analitico e successivo , nel secondo basta il “colpo d’occhio”, sinteticoe istantaneo;

molti ipovedenti hanno una visione “tubolare”,cioè un po’ come vedere il mondo solo attraversouno spioncino della porta. Questo comporta unavisione centrale e non periferica che provoca di-sorientamento. Altri ipovedenti hanno una vi-sione periferica, ma non centrale. Altri vedono inmaniera sfocata e non riescono a riconoscere be-ne i dettagli, sia degli oggetti che dei volti. Anchein questo caso la conoscenza della realtà è fram-mentata e più lenta;

una persona ipovedente o non vedente ha difficoltà ad individuare percorsi all’in-terno di strutture, oggetti pericolosi o sporgenti sul cammino, ostacoli, dislivelli oscale ed in generale a muoversi in spazi ampi o aperti in maniera autonoma, senzariferimenti tattili o acustici;

una persona ipovedente ha difficoltà ad individuare oggetti utili, come campanelli,interruttori, pulsantiere di ascensori e simili; a una persona non vedente manca total-

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La conversazione.

È importante rivolgersi sempre alla persona non vedente o ipovedente anche se si presentaaccompagnata. Siamo talmente abituati a guardare le persone negli occhi che quandoquesta possibilità viene a mancare, si preferisce istintivamente rivolgersi all’accompa-gnatore. È comprensibile, ma non ammissibile. Il vero accompagnatore, e non l’amicoo il famigliare, lascia le decisioni alla scelta della persona non vedente o ipovedenteche accompagna. Offrite il vostro aiuto direttamente al cliente, che deciderà se ac-cettarlo oppure appoggiarsi all’accompagnatore. Se non lo conoscete ancora pernome toccatelo leggermente per fargli capire che vi state rivolgendo direttamente alui. Altrimenti chiamatelo per nome, in modo da non creare dubbi in chi ascolta.Lo stesso vale per la conversazione con una persona non vedente. Non fatevi ingan-nare dalla disinvoltura del cliente ipovedente, spesso non percepisce la mimica delvolto dell’interlocutore e neanche i gesti della mano. Quindi quando parlate siatechiari con le parole, senza ammiccamenti e sottintesi non verbali. Con tutte le personeche hanno difficoltà di vista si deve parlare: a nulla vale il più delizioso dei sorrisied il cenno del capo. Fate sempre capire al vostro interlocutore se lo lasciate o seritornate: niente è più imbarazzante e seccante di parlare nel vuoto (sarà capitataanche a voi questa esperienza, magari al telefono quando la linea improvvisamentecade). Tutto questo sembra complicato, ma la pratica è sempre più semplice e non

mente ogni riferimento visivo e quindi può muoversi in uno spazio in modo autonomoed in sicurezza solo se ha dello spazio una sufficiente conoscenza diretta o acquisitatramite interpretazione di mappe tattili.

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2 AA.VV, “Non così, ma così”, a cura di UICI.

Presentare un catalogo.

Se dovete distribuire materiale informativo di cui possedete la versione informatica,materiale che avete prodotto o commissionato voi stessi, potreste abituarvi a produrneanche un ristretto numero di copie ad alta leggibilità oltre all’usuale versione grafica.

Parole proibite. 2

“Parlando ad un cieco, molte persone non osano pronunciare parole come:vedere guardare, cieco, cecità, ecc. Se usano incidentalmente la parola ‘vedere’e se ne accorgono, si confondono in scuse”.Invece molti ciechi sanno ironizzare su se stessi e sul loro handicap.“Essi usano la parola cieco come qualsiasi altra parola; usano la parola vedereo altre analoghe per esprimere il loro specifico modo di vedere (sentire, toccare, ecc.)”.Quindi non ci sono parole proibite.È però di pessimo gusto chiedere “Lei è cieco? non vede proprio nulla?”e fare commenti di compatimento che, per quanto espressi con partecipazione,sono assolutamente fuori luogo.

deve spaventare l ’avere a che fare con persone in difficoltà visiva. Il processo mentaledi costruzione di un’immagine a partire da una percezione tattile o aptica è un affareassai complesso che non si intende affrontare qui. Si rinvia a testi di approfondimento(vedere Parte Terza - capitolo “Bibliografia”), con l’avvertenza che in questo campo laricerca è in una fase dinamica e sperimentale.

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Dovrete essere voi a fornire le informazioni turistiche nel modo più evocativo e com-pleto possibile. Se potete, accordatevi su un eventua le invio di materiale informa-tico anzichè cartaceo essendovi prima accertati della sua accessib ilità con l’utilizzodi uno screen reader.

Descrivere un luogo.

Quando non esistono supporti tattili descrittivi (modellini tridimensionali o mappetattili), ma anche quando questi esistono, una descrizione verbale accurata, fedele

Anche il vostro sito internet dovrebbe avere una versione accessibile e usabile ad altaleggibilità. Sono piccoli accorgimenti non costosi che rendono più confortevole e quindiaccattivante la vostra offerta. A meno che non pensiate di specializzarvi in questo ge-nere di cliente non è indispensabile, ma gradito, che vi dotiate di documentazione inalfabeto Braille. Non tutti i non vedenti conoscono il Braille e tra gli ipovedenti lapercentuale scende. Non stupitevi quindi se il cliente ipovedente palesa l’ignoranzadel Braille ed invece la sua preferenza per caratteri ingranditi. Esiste la possibilità difar produrre a bassissimi costi materiale tattile rivolgendosi all’UICI (mappe urbane epercorsi museali) e sarebbe bello poter immaginare che i tour operator provvedesseroa versioni accessibili dei loro materiali. Non è utopia la distribuzione online o direttadi file audio di presentazione di destinazioni turistiche (travelcast).

Per realizzare un’audioguida utilmente comprensibile per non vedentiè necessario essere più descrittivi, usare un linguaggio appropriato e comunicareanche particolari che possono essere osservati da chi invece ci vede.

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e precisa consente alla persona con minorazione visiva di apprendere velocemente leinformazioni utili sia alla scelta di una meta, sia, giunti sul luogo, all’orientamentoed alla partecipazione all’esperienza turistica. Le indicazioni che seguono potrannoquindi essere utili sia all’agente di viaggio, sia all’albergatore e a qualunque addettoall’accoglienza di una possibile destinazione turistica (museo, parco naturale, edificiodi interesse, ma anche impianto sportivo, ecc.), sia ad una guida turistica, ma ancheal taxista che voglia intrattenere con una conversazione sui luoghi attraversati ilproprio cliente. Ricevere una descrizione vivace e coinvolgente dell’ambiente circo-stante risulta essere una delle abilità più apprezzate e richieste da parte di chi nonvede o vede poco e male. Una buona descrizione deve essere una descrizione orga-nizzata. Si procede dal generale al particolare: prima la forma, la dimensione, la po-sizione delle porte e delle finestre o delle strade e poi via via i dettagli sui materialidelle varie superfici, anche i colori. Nella descrizione è fondamentale rapportare ognielemento alla posizione della persona non vedente usando termini come “davanti,dietro, a sinistra, a destra”, oppure indicazioni più precise come la suddivisione dellospazio in settori corrispondenti al quadrante di un orologio. Piuttosto che dare indi-cazioni inesatte, confondendo la sinistra con la destra o peggio usando termini come“di qua e di là” è meglio, con cortesia, prendere il braccio o le mani della persona edorientarle nello spazio simulando forme e direzioni. Anche con le indicazioni dimen-sionali è facile cadere in errore: una piazza da attraversare è lunga 500 metri o solo 50?Se non si è sicuri, meglio fare paragoni con luoghi conosciuti. Il paragone con ogget-ti di uso comune può essere utile per descrivere forme particolari di intagli, sculturee dettagli artistici, ma anche di architetture (“un campanile con la copertura a cipolla”).Saranno apprezzate anche dalle persone normovedenti e spesso sono in grado di viva-

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3 Atti del Convegno, “L’arte a portata di mano”, Ancona 21-23 ottobre 2004,a cura Museo Tattile Statale Omero, Armando Editore, Roma, 2006.

AA.VV. “Toccare l’arte: l’educazione estetica di ipovedenti e non vedenti”,a cura di Andrea Bellini, Armando Editore, Roma, 2000.

Loretta Secchi, “L’educazione estetica per l’integrazione”, Carrocci Editore, Roma, 2004.

cizzare una descrizione altrimenti troppo tecnica e freddina. In alcuni casi ci si puòaddentrare in spiegazioni più complesse, che facciano riferimento a forme geome-triche di base (cilindro, cono, sfera, ecc.). Ogni persona ha un proprio modo di co-struzione dell’immagine mentale, frutto dell’esperienza personale e molto influen-zato dal fatto di essere non vedente dalla nascita o di aver perso totalmente o in partel’acutezza visiva da un tempo più o meno lungo ed in modo più o meno progressivo.È quindi fondamentale assecondare le richieste di chiarimento da parte del soggettoadeguando la complessità del proprio linguaggio alle capacità di comprensione, ef-fettuando caute verifiche circa l’efficacia della propria esposizione. È da tenere pre-sente che gli interessi di una persona con difficoltà visive possono essere diversi eda volte meno usuali di quanto ci si possa aspettare: potrebbe per esempio preferireapprofondire la tecnica e la forma di una fusione in bronzo applicata su una porta(oggetto che facilmente è “portata di mano”) piuttosto che sapere tutto sulla decorazio-ne affrescata di un soffitto. Nella descrizione di un paesaggio si parte dall’elementocentrale e principale della scena, si descrive poi lo sfondo e man mano i dettagli finoai piccoli elementi curiosi. Sulla descrizione di opere pittoriche si sta formando in que-sti ultimi anni una piccola bibliografia a cui si rinvia. 3

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In agenzia.

Varcando una soglia di uno spazio non conosciuto la persona ipovedente, ed ancor dipiù un non vedente, ha sempre paura di sbattere contro qualche ostacolo, rivelandoa tutto il pubblico presente le proprie difficoltà ed incertezze. Non sempre è facileindividuare il bancone della reception o il luogo dove fermarsi perchè un addettovenga ad accogliere il cliente. Sarebbe inoltre opportuno eliminare dal percorso gliostacoli che si frappongono fra il cliente e la zona reception. Spesso, infatti, si posi-zionano su questo percorso espositori come totem pubblicitari, display, ecc. per dareinformazioni e far conoscere offerte e promozioni su mete turistiche. Questi ogget-ti, facilmente evitabili dal cliente dotato di vista, diventano un pericolo per clienti“mal vedenti”. In ogni caso un’area di passaggio “pulita ” è utile e comoda per tutti,anche per chi si muove su sedia a rotelle o porta un passeggino al seguito. In lineadi massima il cliente ipovedente, avendo coscienza dei problemi a cui andrà incon-tro, tende a palesare la propria disabilità visiva all’atto delle presentazioni e forse vipreavviserà prima del suo arrivo. L’addetto all’accoglienza sarà in questo caso attentoal suo ingresso. Se dovesse notare una marcata esitazione nel procedere del clienteappena entrato sarà sua cura salutare a voce la persona appena entrata. Basterà que-sto suono per orientare la persona ipovedente o non vedente verso la postazione dell’ad-detto in maniera disinvolta e autonoma. Se l’approdo alla postazione risultasse trop-po problematico, perché lungo il tragitto si trovano dislocati vari arredi (tavolini, pol-troncine, spegnisigaretta, ma anche vasi di fiori, ecc.) è indispensabile avvicinarsi alcliente per condurlo personalmente nella giusta zona. Questo può avvenire in maniera

Agevolare l’ingresso in agenzia, bar o ristorante.

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Al bar o al ristorante.

Il barista o il ristoratore potranno migliorare il loro servizio nei confronti di un clientecieco o ipovedente con queste semplici prassi:

salutare il cliente al suo ingresso nel locale, per orientarlo e fare in modo che sidiriga verso di voi;

spiegare che state servendo altre persone e che sarete da lui non appena liberi;

illustrare le varie offerte per un aperitivo o spuntino che il vostro locale può offri-

discreta, sotto forma di saluto informale e senza eccessiva precipitazione da parte delpersonale: un tale a tteggiamento risulterà apprezzato sia dal punto di vista pratico, siacome cortesia nel servizio. Solitamente il cliente ipovedente si rilassa quando l’approc-cio è conviviale, il risultato è che il residuo visivo a disposizione risulta maggiormenteutilizzabile e sicuramente vi seguirà senza problemi fino a destinazione. Nel caso dicliente sia cieco, e anche a volte quando è fortemente ipovedente, è indispensabilespiegare che state servendo altre persone e che sarete a sua disposizione non appenaliberi, senza lasciarlo in attesa, abbandonato e privo di informazioni. Per una personaipovedente l’illuminazione è un elemento strategico. L’ipovisione è però un arcipela-go variegato. Spesso alcune patologie provocano l’abbagliamento con un eccesso diluce, mentre altre patologie richiederebbero una luce da “sala operatoria”. La via dimezzo applicata al vostro locale è sempre la migliore. Se riuscite, prevedete luci rego-labili ed orientabili in modo da potenziare quando necessario la quantità di lucesui piani di lettura. Se riuscirete ad applicare le stesse attenzioni anche al cliente inat-teso ve ne sarà ancor più grato e piacevolmente sorpreso.

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re, le bevande, gli alcolici, ecc. Non dimenticate di essere precisi nell’illustrazio-ne, non basta dire “per la correzione del caffè abbiamo delle grappe”, ma indicate tipoe marca. Se avete tavolini liberi chiedete se la persona preferisce accomodarsi eservitelo al tavolo.

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principali - dunque non in tutte e solo su prenotazione - c’è un servizio di assistenzadisabili di supporto per tutte le operazioni che riguardano la salita, la discesa e la fasedi cambio treno durante il percorso. Una volta a bordo è il personale viaggiante chesi deve far carico di questo piccolo servizio di cortesia, aiutando per esempio a trovarei posti prenotati. A tal proposito i posti del cliente e di un eventuale accompagnatoredovranno essere contigui (o di fronte o di lato). Nei confronti di persona non vedenteo ipovedente che non individua una divisa è bene presentarsi in modo più completoe non con il semplice “Bigliet to!”. Per sollecitare la persona non vedente ad una in-terlocuzione spesso si rende necessario un piccolo tocco. E se avete richiesto l’esibi-zione del titolo di viaggio abbiate la pazienza di aspettare che la ricerca e l’estrazionedal suo luogo di conservazi one venga compiuta senza lasciare la persona frustrata ametà dell’operazione: “Si, si va bene, lasci stare!”. È tremendamente seccante. Poichéi treni raramente hanno annunci vocali, offritevi di informare il viaggiatore quandosi sta avvicinando alla stazione di destinazione. Giunti in stazione aiutatelo nella disce-sa soprattutto perché questi potrà trovarsi in difficoltà nell’aprire le porte, che semprepiù spesso devono essere azionate attraverso la pressione di tasti di difficile indivi-duazione o peggio di tipo digitale (e quindi a filo carrozzeria) senza nessun rilievo checonsenta di percepire il punto di pressione. La discesa è un momento di grande ansia,per la preoccupazione di non poter completare le operazioni in tempo: un’offerta di aiutosarà sempre gradita. Su un mezzo pubblico di linea la persona non vedente o ipoveden-te chiederà magari conferma al conducente dell’esattezza della fermata di discesa piùprossima alla sua meta, soprattutto se non c’è un sistema di segnalazione vocale auto-matico delle fermate. Scendendo da un treno è sicuramente utile indicare con esattez-za l’uscita e l’eventuale distanza dal sottopasso. Il vostro compito finisce con un saluto.

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Prendere un mezzo di trasporto pubblico.

Se siete autista di bus o di tram di linea sappiate che la personanon vedente o ipovedente di solito attende il mezzo in testa persalire nelle vicinanze del conducente. Infatti vuole avere la cer-tezza, dopo la sua salita, di avere un interlocutore competente acui chiedere informazioni. Quindi l’autista deve al bisogno, nellimite delle sue funzioni di guidatore, dare aiuto e informazio-ni sulla destinazione e sulle fermate. Nelle stazioni ferroviarie

persona ferma con il bastone bianco saprete con certezza che il vostro cliente è unapersona non vedente ed adeguerete il vostro comportamento come appena descritto(accompagnamento e mano sul bordo della portiera aperta). Se c’è un cane guida...fermatevi e non fate finta di non vederlo, anche se avete appena ripulito gli internidell’automobile (si veda il paragrafo “La normativa in materia di cani guida”, nel capi-tolo “Allegati alla Parte Prima”). Scendete, presenta tevi, accompagnate la personaalla macchina, aprite la portiera. Il cliente entrerà per primo, il cane dopo e si sistemeràai piedi del cliente. Potete disporre un telo protettivo per proteggere dai peli gli inter-ni (oppure se avete una station wagon il cane starà accucciato nel bagagliaio). Quandotutto è sistemato chiudete voi la portiera. Al momento di far scendere un cliente nonaccompagnato è cosa gradita non abbandonarlo a lato della strada. Chiedete se gradi-sce essere condotto fino all’ingresso della sua destinazione. In caso negativo non siatetentati di fare comunque “l’angelo custode” seguendolo di soppiatto e pensando che ilcieco non se ne accorga. L’intenzione è ammirevole, ma sareste sicuramente importuni:è evidente che la persona si sente sicura e non ha bisogno di aiuto.

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Il rendez-vous o pick-up.

Come due oggetti volanti nello spazio una guida o un accompagnatore ed un turistacieco o ipovedente si incontrano. Se siete stati informati in precedenza della presenzadi una persona con queste specifiche difficoltà, avrete previsto nel programma tempipiù lunghi ed esperienze multisensoriali per tutti (manipolazioni di oggetti, ascoltodel rumore d’ambiente, degustazione di qualche specialità, ecc.). Se invece nessuno viha pre-informato, niente panico! Il cliente cieco o ipovedente può seguire tranquilla-mente il gruppo nell’escursione, sarà da parte vostra necessario avere maggiore curanell’esposizione verbale ed usare una descrizione immaginifica dei luoghi. Al momentodella presentazione e appena individuato il soggetto con difficoltà, potrebbe essere utileriuscire a conoscere il suo nome al fine di poterlo “contattare” singolarmente in alcunimomenti della visita o in caso di necessità, come già siete abituati a fare con ogni turistacon un semplice sguardo. Un turista con difficoltà si aspetta:

non un’attenzione speciale, ma un servizio professionale di qualità; approccio diretto alla persona e non ai famigliari o accompagnatori; di essere messo nelle condizioni di agire il più possibile in autonomia: se avrà bisogno

di aiuto lo chiederà direttamente, in questo caso farsi dire come è possibile aiutarlo(il maggiore esperto dei propri bisogni è il soggetto stesso).

I pagamenti e la firma di ricevute o moduli.

Il momento del pagamento è delicato. Il cliente potrebbe avere bisogno del vostro aiutosia per un pagamento in contanti sia per un pagamento con carta. In entrambi icasi aspettate sia lui a chiedervi aiuto e nel caso prestate il vostro servizio in maniera

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utili al cliente in seguito. Per attraversare una porta o un passaggio stretto la guida passaper prima. Nel procedere essa sospinge lievemente indietro la persona non vedente conil braccio che gli offre, fino a quando questi non viene a trovarsi parzialmente o com-pletamente dietro la guida. 4 Segnalate la presenza di scale in discesa e in salita; se ledovete percorrere, provate a porre la mano della persona vostra ospite sul corrimano.Se state organizzando un giro esplorativo per la conoscenza di una struttura (per esem-pio un albergo) sarebbe utile partire da un luogo centrale e ben identificato (l’ingresso,il bancone, ecc.) perchè l’ospite possa costruirsi una mappa mentale del luogo ed inseguito approdare in autonomia ai vari servizi offerti.

4 AA.VV, “Non così, ma così”, a cura di UICI.

Accompagnare una persona.

Ci sono due modi di accompagnare in visita una persona con deficit visivo.

Primo: se la persona si muove con bastone la si affianca, se è ipovedente la si può af-fiancare o precedere leggermente. Camminare adeguando il proprio passo alle capa-cità di movimento dell’ospite cercando di non “perderlo”. Molti ipovedenti non si fannoaccompagnare e preferiscono seguire una guida, ma in luoghi affollati hanno la ten-denza a seguire... la persona sbagliata! Quindi parlare e spiegare risulta essere un buonsistema per mantenere il contatto e farsi seguire con sicurezza.

Secondo: se la persona ha piacere di essere accompagnata offritele il braccio e nonsiate voi a prenderla sottobraccio. Sarebbe la persona non vedente ad accompagnareil vedente. In questo caso non serve dire “adesso giriamo a destra”: la persona non veden-te sente questo movimento e lo segue automaticamente. È utile invece dire “inizio scale”anche senza precisare se si sale o si scende. Cercate di non tagliare in diagonale ipercorsi e di seguire per quanto possibile delle guide naturali: saranno dei riferimenti

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solo firmare il documento. Se il cliente è persona non vedente è fondamentale leggerglipreventivamente il contenuto di ciò che deve o dovrà firmare. La soluzione consigliataper far apporre una firma consiste nel porgere direttamente nella mano del cliente lapenna e accompagnare la mano stessa nel punto giusto per la firma. Tutto questo inmaniera discreta, ma senza esitazione. Di solito anche le persone ipovedenti accettanol’aiuto proposto; in caso di diniego, il motivo risiede nel fatto che avvicinando lo sguardosul foglio da firmare, riescono a portare a termine l’operazione senza ulteriori difficoltà.Comunque l’offerta d’aiuto sarà sempre apprezzata.

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Comprare un souvenir.

In genere una persona non vedente si è già formata un’idea sul genere di oggetto cheintende acquistare per sè o per un regalo ricordo. Se vi offrite, o vi viene richiesto, diaccompagnare una persona con deficit visivo durante un acquisto, conducetelo pressoun negoziante che potrà illustrare in modo appropriato quanto in vendita. Ma primapotrà essere utile descrivere qualche oggetto, preannuciando il prezzo e nel casoconsegnandolo in mano alla persona perchè possa “vederlo”: potrà così farsi un’ideadella forma, della grandezza, della qualità. E poi rispondete semplicemente alle suedomande con chiarezza e sincerità.

La toilette. 5

Se una persona cieca vi chiede di accompagnarla alla toilette, non createvi complessi.Pensate invece quanto sia imbarazzante per lei rivolgervi questa richiesta. Se non sieteintimi, e se state leggendo queste righe non dovreste esserlo, dovreste essere almenodello stesso sesso. Nel caso non lo foste, cercate l’assistenza di altro personale e se anchecosì non vi riuscisse di trovare l’abbinamento giusto, agite in modo naturale e normalesecondo quanto segue. Accompagnate la persona cieca alla porta del bagno ed entrate

5 AA.VV, “Buon compleanno Jack: per un mondo a portata di mano”,a cura UICI - Sezione provinciale di Asti, 2007/2008.

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decisamente troppo e lo colpireste nella sua capacità di autonomia. Il vostro compito èquello di descrivere l’ambiente, le offerte del locale, la disposizione dei cibi e degli oggettisul bancone, avvicinarli se è il caso, per una più comoda presa. E lì finisce.

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insieme. Mentre lo avvicinate al WC fino a farglielo toccare con una parte del corpo(probabilmente una gamba o un piede) gettate velocemente uno sguardo per vederese è pulito e dichiaratene le condizioni. Poi indicate dove si trova la carta igienica ecome si fa ad azionare lo scarico; se il lavandino è all’interno mostrategl ielo, insiemeal sapone ed all’asciugamano (illustrando anche i rispettivi meccanismi di funziona-mento). Se avete tempo aspettatelo all’esterno, soprattutto se lavandino ed accessorisono nell’antibagno. Non è il caso di far entrare a tutti i costi una persona non vedentein un bagno attrezzato per disabili motori. Maniglioni e assi speciali non servono auna persona che ci vede poco o nulla, ma che si regge sulle sue gambe. Usate tanto tattoquanto voi stessi vorreste che gli altri ne usassero nei vostri confronti.

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bagaglio dovrete descrivere esattamente la posizione in cui li avrete riposti: “Il cappottoè appeso al primo gancio a destra, il bagaglio sul ripiano a 50 centimetri da terra sottoal cappotto”. Il buffet risulta difficile da praticare. Il personale del locale dovrebbeoffrire l’opportunità di essere serviti a tavola, illustrando a grandi linee il menù dispo-nibile. Anche se il cliente è accompagnato. In ogni caso è difficile per una personanon vedente seguire il proprio accompagnatore al buffet senza rischiare incidenti escontr i. Servire voi la persona ipovedente o cieca al tavolo “libera” l’accompagnato-re, in vacanza di solito amici, mariti, mogli o conviventi, che può rilassarsi e goderedella scelta del buffet senza preoccuparsi delle difficoltà del compagno. Se seguiretequesto consiglio fornirete un doppio gradito servizio: il cliente disabile visivo non sisentirà “abbandonato”, ma apprezzerà doppiamente sia l’attenzione a sè sia la corte-sia che si fa all’accompagnatore sollevandolo da un lavoro. Se il cliente ha con sè unlettore con sintesi vocale potrebbe essere in grado di leggere in autonomia il menù.Se il cliente non ha un accompagnatore potrà capitarvi di leggerlo voi o di dover rias-sumere quanto c’è a disposizione. Non tralasciate di elencare nulla. Può succedereche vi si chieda di ripetere più volte l’elenco completo, soprattutto se è lungo, artico-lato e voi parlate velocemente o c’è disturbo sonoro nel locale. Al tavolo può essereutile avvicinare il pane al piatto del cliente avvertendolo “Il pane è davanti al suo piatto,leggermente spostato a sinistra ”. Si può provare a descrivere con discrezione ciò chesi trova sul tavolo o nel piatto. Mentre il cameriere posa il piatto davanti alla personapotrete dire: “Signor ‘taldeitali’, il secondo che ha ordinato è arrivato: gradisce che ledescriva come è composto il piatto? A ore sei trova la bistecca, a ore due il tortino di verdure,intorno il sedano sfilettato”. Siamo certi che saprete fare meglio di come vi stiamosuggerendo, l’importante è acquisire il metodo. Sembra complicato, ma è solo questio-ne di tecnica. Il cliente con difficoltà, se ha bisogno, chiede aiuto, ma accetta e apprezza

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l’aiuto preventivo ed il tentativo di rendergli la vita più facile nelle varie fasi del pranzo.A proposito di chiedere aiuto: i camerieri dovrebbero periodicamente avvicinarsi al tavolorivelando la loro presenza, affinchè il cliente possa chiedergli quanto necessario a ta-vola. Se il cliente è abituale o lo diventa per un breve periodo (il tempo di una vacanza)riservategli sempre lo stesso tavolo: dopo breve saprà raggiungerlo da solo. Ma se, dopola prima volta, vedete ancora esitazione o impaccio nel raggiungere il posto a sedere,offritevi di accompagnare comunque l’ospite al tavolo.

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Le ultime raccomandazioni e l’arrivederci.

Evitate di dare per scontato il riconoscimento della vostra voce, salutate identifican-dovi sempre e comunque. Sicuramente l’abitudine aiuterà a farvi riconoscere, mabisogna evitare ogni tipo di ambiguità. Al momento del congedo porgete la manoe stringetela al vostro cliente solo se questo accenna al gesto della stretta. Se il clientenon ha un accompagnatore automunito, chiedetegli se necessita di un taxi. Può succe-dere che la persona cieca o ipovedente abbia necess ità di una breve descrizionedei luoghi per orientarsi. Fatelo sinteticamente evitando indicazioni generiche deltipo “Di qua e di là”. Il cliente ipovedente o non vedente può richiedere inizialmentemaggiori attenzioni, ma in breve diventerà autonomo. Più riuscirete con questi accorgi-menti a garantire l’autonomia del cliente e più facilmente tornerà a frequentare la vostrastruttura ed i vostri servizi.

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Automezzi e fermate.

Forniamo qualche suggerimento pratico in caso di ammodernamento del parco auto-mezzi, del sistema di segnaletica e di fermate, per poter favorire con un buon interventouna persona ipovedente senza sfavorire altri tipi di clienti. Con buon senso e senso este-tico, usando colori e materiali appropriati al contesto. È importante entrare nell’or-dine di idee che si possono utilizzare i normali strumenti della tecnica, del design,dell’architettura e dell’arredo per ottenere risultati confortevoli e stimolanti per chiha ancora un residuo visivo da sfruttare.

Ad esempio:

per la fermata, si possono prevedere indicatori tattili a terra di colori contrastantie con indicazione di servizio, perché l’autista possa allineare le porte del mezzo conla zona segnalata dagli indicatori tattili stessi (fermata a bersaglio);

in assenza di tali indicatori può essere utile un segnale acustico intermittente cheorienti acusticamente la persona verso l’accesso; il segnale viene emesso a porte apertee proviene dall’interno, da un punto nelle vicinanze dell’apertura stessa;

importante sarebbe la presenza a bordo dei mezzi di un sistema vocale che, all’apertu-ra delle porte, annunci all’esterno la linea e la destinazione; dal 2000 la presenza ditale dispositivo è obbligatorio per i nuovi mezzi acquistati con contributo regionale;

in assenza di tutto ciò, l’autista rendendosi conto della presenza di un non vedenteo di un individuo disorientato, potrebbe semplicemente comunicare il numero di

Qualche consiglio in caso di ammodernamento

(per una cultura del design for all).

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6 Antonio Lauria, (a cura di),“Persone ‘reali’ e progettazione dell’ambiente costruito - Accessibilità come risorsa ambientale”, Maggioli, Rimini, 2003.La più elevata visibilità da lontano è data da testo in giallo su fondo viola, seguito da giallo su fondo nero.

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linea e la direzione, per aiutare la persona in difficoltà, usando la sua voce sia comerichiamo sonoro sia come corretta informazione circa il percorso;

per la fermata in discesa la soluzione ottimale sarebbe la presenza a bordo di un avvi-satore acustico e visivo (per i sordi) che annunci l’imminenza della fermata in arrivo;

in assenza di tale sistema sarebbe un’utile cortesia che l’autista o il personale viag-giante fornissero all’utente, che in qualche modo si rende riconoscibile o lo richieda,le indicazioni necessarie;

per la segnaletica è importante usare sempre caratteri grandi, ben definiti ed adalto contrasto cromatico;

le informazioni dei display, con scritte gialle su fondo nero 6 e non scorrenti, datesulla fronte del mezzo in arrivo dovrebbero essere riportate anche sulla fiancatadel mezzo stesso in prossimità della porta di accesso ad altezza uomo;

anche le tabelle degli orari presenti alle fermate dovrebbero essere scritti con caratterigrandi, in contrasto di colore e posizionati ad altezza che favorisca una facile lettura.

Strutture.

Forniamo anche qualche suggerimento pratico in caso di ristrutturazione o ammoder-namento delle strutture esistenti per poter, con un buon intervento, favorire una personaipovedente senza sfavorire altri tipi di clienti: con buon senso e senso estetico, usandocolori e materiali appropriati al contesto. È importante entrare nell’ordine di idee che

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si possono utilizzare i normali strumenti dell’architettura e dell’arredo per ottenere risul-tati confortevoli e stimolanti per chi ha ancora un residuo visivo da sfruttare.

creare un forte contrasto degli ambienti e degli oggetti con ciò che sta loro intornoperchè possano essere utilizzati come punti di riferimento;

definire gli spazi interni mettendo in risalto l’attacco tra parete e pavimento, magariutilizzando colori diversi, o anche usando un semplice battiscopa che contrasti contutti e due gli elementi;

evitare lungo i percorsi le superfici trasparenti e gli specchi che potrebbero riflet-tere in maniera fastidiosa fonti luminose, creando abbagliamento e confusione;

illuminare maggiormente le aree di interesse, come la zona cassa;

usare per la segnaletica caratteri grandi, soprattutto ben definiti, meglio se in rilievoe quindi esplorabili con il tatto;

sfruttare guide naturali, come cordoli e tappeti, per definire i percorsi;

lasciare liberi da ostacoli corridoi e passaggi;

individuare percorsi con indicatori tattili a terra integrati da mappe in rilievo,descrizioni in Braille o ancora con dispositivi a messaggio vocale;

da evitare la presenza di oggetti sporgenti a sbalzo (come sbraccio di lampade,segnaletica, armadietti pensili).

Da non dimenticare che in caso di rinnovamento dell’impianto ascensore le pulsantieredevono avere caratteri Braille e un segnale vocale.

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Allegati alla Parte Seconda.

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1 Tratto da: Roberto Vitali, “Si Può””, Decalogo del Laboratorio Nazionale Turismo Accessibile.www.laboratoriosipuo.net

Il decalogo dell’albergatore. 1

1. Il turista con bisogni speciali è un cliente con esigenze. Innanzitutto ha l’esigenzadi reperire informazioni attendibili. Evitate quindi di dichiarare una generica evaga accessibilità, ma fornite, a richiesta, risposte chiare, precise ed adeguate: lemisure delle porte degli ascensori e del bagno, la presenza di scalini, le dimen-sioni delle camere. Le informazioni che vi possono sembrare scontate sono neces-sarie, oltre che rassicuranti, per quel cliente.

2. L’accessibilità del locale o dell’albergo non è, di per sé, motivo di vacanza. Nelloscegliere la propria vacanza, questa nicchia di mercato, si muove esattamentecome i normali turisti, ossia seguendo delle aspirazioni, passioni, curiosità, predi-lezioni e disponibilità economiche. Sono persone che hanno interessi culturali,storici, eno-gastronomici, sportivi che non si muovono esclusivamente in fun-zione dell’accessib ilità del luogo. Adattando i vostri locali avrete migliorato laqualità oggettiva del servizio, ma non avrete automaticamente conquistato unanuova fetta di mercato.

3. Passare dall’albergo accessibile al sistema ospitale per tutti. Oggi abbiamo com-preso che l’albergo non è il solo elemento della vacanza. Un cliente non vive lasua vacanza solo in albergo ma in un contesto più ampio e variegato. Il sistematuristico è costituito dall’offerta del ristorante, dei cinema, dei musei, dellespiagge, dalla fruibilità dei mezzi di trasporto locali e dalla qualità della mobi-lità urbana (percorsi pedonali, parcheggi, ecc.). Quando tutti questi servizi sono

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4. L’accessib ilità non è solo rispetto della normativa. La normativa dà indicazionidi minima o di massima che, se ben interpretate, possono migliorare la qualitàdell’accessibi lità. Ad esempio: gli scivoli vengono indicati con pendenza massi-ma dell’8%, ma se vengono realizzati con il 5% la salita sarà più facile e conforte-vole per tutti . La normativa indica come obbligatoriamente accessibili un mi-nimo di 2 camere ogni 40 (o frazione di 40), ma nulla vieta di renderne di piùo tutte access ibili. Inoltre indica altezze e prestazioni delle realizzazioni; nondice che devono essere utilizzati sanitari “speciali” o “per disabili” e che non deveessere installato il bidet in un bagno accessibile.

5. Passare dalla camera per “disabili” alla camera fruibile da tutti. L’estetica non è unoptional: la camera accessibile deve rispettare la qualità estetica di tutto l’albergoe non deve essere la brutta (ma neanche la bella) copia di una camera d’ospedale.Se ben progettata e realizzata, una camera deve poter essere utilizzabile da tutti,anche da clienti con disabilità. L’accessibilità, se prevista fin dall’inizio dellaprogettazione o della ristrutturazione, non ha costi aggiuntivi.

6. In presenza di clienti con disabilità, più o meno evidenti, mantenere un comporta-mento normale. Dedicare al cliente il tempo necessario alla comunicazione. In casodi problemi di linguaggio non fingere di aver compreso, ma chiedere di ripeterela frase fino alla completa comprensione. Relazionarsi sempre direttamente al

accessibili a tutti, abbiamo realizzato un “Sistema Ospitale”. Se una sola di questeparti non risulterà fruibile, essa costitui rà una barriera, un limite alla vacanza,all’accoglienza del turista.

cliente; evitare, quindi, di chiedere all’eventuale accompagnatore quali siano lenecessità del cliente con disabilità. Prima di fornire al cliente qualsiasi aiuto,chiedetegli sempre come poterlo aiutare. I clienti con disabilità hanno dirittoalla normalità. Fornire, quindi, i servizi senza diventare assillanti, iperprotettivio differenziandoli in maniera plateale.

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7. Non tutte le persone disabili sono in carrozzina, non tutte le persone in carrozzinasono persone disabili. Sono molti i bisogni non evidenti quali ad esempio aller-gie, problemi di alimentazione, insufficienze cardiache, difficoltà respiratorie,affezioni sicuramente meno riconoscibili di una carrozzina ma spesso altrettantosignificative. Alcune persone potrebbero utilizzare la carrozzina solo per i lun-ghi trasferimenti ed avere poi una buona autonomia negli spazi ristretti . Altrepersone potrebbero usare e portare con sé gli ausili più disparati: dal bastoneal treppiede, dal sollevatore al ventilatore polmonare da usare durante la notte.Gli ausili non arrecano mai disturbo a nessuno.

8. Non esistono “disabili standard”. Le disabilità sono di carattere motorio, sensoriale,cognitivo, oppure riguardano il metabolismo. Ognuna di queste ha caratteristi-che e bisogni diversi. È necessario conoscerne almeno gli aspetti principali e lerelative necessità ed implicazioni. Conoscere per capire. Spesso il modo più im-mediato per conoscere e capire è parlare, con tatto e cortesia, con le persone diret-tamente interessate.

9. Le persone con disabilità sono protagonisti attivi. Sono in grado di spiegare corret-tamente i propri bisogni e devono sempre essere coinvolti direttamente in tutto

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10. Non dimenticare mai che, in ogni caso, i clienti con disabilità rappresentano unarisorsa economica. Questo settore è stato stimato in 3,5 milioni di persone con unvalore di mercato, di 2.000 miliardi delle Lire del 1999.

ciò che li riguarda, dall’organizzazione, alla realizzazione di un servizio dedicato.Quando la disabilità, a causa di limiti intellettivi o psichici, impedisce alla perso-na di auto determinarsi, è indispensabile assumere comunque un atteggiamentodi massimo rispetto con la mediazione di chi li accompagna, mantenendo unavisione normalizzante.

2 Per approfondimenti: www.apf.asso.fr

Buone Pratiche: l’esperienza francese APF. 2

L’Associazione Nazionale di Disabili, “Association des paralysès de France” (APF)nata nel 1933 per volontà di quattro giovani poliomelitici oggi si dedica a sviluppareazioni per una partecipazione piena delle persone con handicap, e dei loro famigliari,nella società. L’APF è al contempo un movimento nazionale di rivendicazione deidiritti ed un’associ azione per la gestione di servizi e strutture medico-sociali incen-trata su una carta d’intesa e un progetto associativo comune. È organizzata in delega-zioni dipartimenta li a cui fanno riferimento sei tipi di strutture diverse dedicate adesempio al lavoro, all’assistenza domiciliare, alle strutture di accoglienza per adulti ebambini. Tra in canali del loro sito, oltre a quelli destinati al vivere quotidiano, aidiritti ed alle nuove tecnologie, vi sono link a siti per disabilità più specifiche, un

3 Peter Neuman, Ricerca del Dipartimento Geografia dell’Università di Münster - Germania,presentata nel Convegno EIDD “Tourism for all”, Triennale di Milano, 28-29 giugno 2007.

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Evoluzione del mercato tedesco di turismo accessibile.

Un’indagine condotta in Germania 3 ha documentato che circa il 54,3% delle personetedesche disabili viaggia (contro il 75,3% della popolazione tedesca in generale); il41% preferisce mete nazionali (contro una media nazionale del 31%). Quattro milionidi week-end sono la stima del consumo di servizi turistici da parte di persone con dif-ficoltà in area tedesca. Al di là dei dati è interessante riscontrare che da quando laGermania ha avviato un’azione di promozione del turismo accessibile si è stimato cheil 40% dei disabili abbia iniziato a muoversi per vacanza; inoltre il 48% dichiara chevorrebbe viaggiare anche di più ed il 60% sarebbe disponibile a pagare cifre più alteper avere servizi maggiormente accessibili.

canale dedicato al turismo (“In viaggio con l’associazione”, con un vero e proprio catalo-go turistico con mete da relax assoluto fino ad itinerari più avventurosi in giro per ilmondo) e il link ad un sito per lo scambio case “accessibili” e per il “turismo ed handicap”.Si può partire con APF grazie ad un sistema di soggiorni accessibi li (che durano da8 giorni a 3 settimane, in media 15 giorni) in Francia ed all’estero. Con questo sistemaogni anno partono per le vacanze 1.200 disabili in gruppi formati da 5-8 personeaccompagnate da altrettanti volontari.

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A L L E G A T I A L L A P A R T E S E C O N D A – 2 . P A R T E S E C O N D A

Elenco, non esaustivo, di musei e parchi piemontesi in parte fruibili

per persone non vedenti e ipovedenti.

L’elenco si basa su autodichiarazioni delle strutture pubblicate su guide e materialedi informazione turistica. In qualche caso è stata effettuata una verifica da parte degliautori. L’occasionale disponibilità da parte delle Direzioni ad effettua re visite gui-date a singoli o gruppi di persone non vedenti o la disponibilità all’ingresso di au-dioguide non specificatamente prodotte per persone con disabilità visiva e non sup-portate da altro materiale, fruibile e sempre disponibile, non sono ritenuti servizi suf-ficienti a garantire una fruibilità, neanche parziale. Per fruibilità si intende qui la pos-sibilità di accesso autonomo ed in qualunque momento, ad informazioni e beni, nellaloro totalità o in parte.

Museo di Scienze Naturali e Planetario.Via 1821, 11 - 15100 Alessandria.Tel. 0131 25 46 33

Esposizione fruibile e accessibilità:il museo si dichiara parzialmente accessibile a non vedenti.

A L E S S A N D R I A E P R O V I N C I A

Museo del Cappello Borsalino.Via Cavour, 84 - 15100 Alessandria.Tel. 0131 40 035

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Museo Civico e Gipsoteca Bistolfi a Casale Monferrato.Ex Convento Santa Croce - Via Cavour, 5 - 15033 Casale Monferrato (AL).Tel. 0142 44 43 09

Esposizione fruibile e accessibilità:il museo si dichiara parzialmente accessibile a non vedenti.

Esposizione fruibile e accessibilità:il museo si dichiara parzialmente accessibile a non vedenti.

Parco di Rocchetta Tanaro.Regione Valbenenta, 12 - 14030 Rocchetta Tanaro (AT).Tel. 0141 59 20 91 - Fax 0141 59 37 77enteparchi@parchiastigiani.itwww.parchiastigiani.itwww.parks.it/parchi.astigiani

Accessibilità:è presente un percorso per non vedenti interno al bosco, dispone di corrimano in legnocon indicatori tattili. Sono presenti panche e tavoli; espositori e pannelli informativi condidascalie a testo con caratteri standard e in rilievo, nonché contenitori per la didattica.

A S T I E P R O V I N C I A

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2 . P A R T E S E C O N D A – A L L E G A T I A L L A P A R T E S E C O N D A

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Esposizione fruibile e accessibilità:l’ente si dichiara parzialmente accessibile a non vedenti.

La Fabbrica dei Suoni a Venasca.Via Marconi, 15 - 12020 Venasca (CN).Tel. 0175 56 78 40www.lafabbricadeisuoni.it

Esposizione fruibile e accessibilità:il museo si presenta come un laboratorio didattico sul suono.

C U N E O E P R O V I N C I A

Museo dell’Arpa Victor Salvi a Piasco.Via Rosanna, 7 - 12026 Piasco (CN).Tel. 0175 27 05 10

Esposizione fruibile e accessibilità:il museo espone una collezione privata di arpe. Sono presenti cartelli in Braille e la pos-sibilità di prenotare una visita con personale esperto.

Museo Civico Casa Cavassa.Via S. Giovanni, 5 - 12037 Saluzzo (CN).Tel. / Fax 0175 41 [email protected]

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A L L E G A T I A L L A P A R T E S E C O N D A – 2 . P A R T E S E C O N D A

Cripta di Sant’Anastasio e Museo Lapidario.Corso Alfieri, 365 - 14100 Asti.Tel. 0141 43 74 54

Esposizione fruibile e accessibilità:sono a disposizione riproduzioni in argilla di alcuni pezzi significativi della collezione,tra i quali cinque capitelli romanici, uno stelo di fontana cinquecentesca con testefemminili, formelle e stemmi nobiliari. Sono presenti plastici riproducenti le varie se-zioni del museo, con indicazioni in Braille.

Museo del Territorio.Chiostro San Sebastiano - Via Quintino Sella - 13900 Biella.Tel. 015 25 29 345www.museodelterritorio.biella.it

Esposizione fruibile e accessibilità:il museo si dichiara parzialmente accessibile a non vedenti.

B I E L L A E P R O V I N C I A

Cittàdellarte - Fondazione Pistoletto.Via Giovanni Battista Serralunga, 27 - 13900 Biella.Tel. 015 84 00www.cittadellarte.it

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Esposizione fruibile e accessibilità:è in fase di allestimento un percorso plurisensoriale, con mappe visivo-tattili e informa-zioni dedicate alle persone con disabilità visiva.

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A L L E G A T I A L L A P A R T E S E C O N D A – 2 . P A R T E S E C O N D A

Canonica di Santa Maria delle Grazie.Via Puccini, 11 - 28100 Novara.Tel. 0321 66 16 35

Esposizione fruibile e accessibilità:l’ente si dichiara parzialmente accessibile a non vedenti.

N O V A R A E P R O V I N C I A

Museo Nazionale Egizio.Via Accademia delle Scienze, 6 - 10100 Torino.Tel. 011 56 17 776 - Fax 011 56 23 [email protected]@musieitorino.itwww.museoegizio.org

Esposizione fruibile e accessibilità:sono a disposizione il catalogo-guida in Braille con disegni a rilievo riproducenti alcu-ni pezzi della collezione ed il relativo manuale-guida per la lettura; testi con scrittura a

T O R I N O E P R O V I N C I A

Museo Nazionale del Cinema e Mole Antonelliana.Via Montebello, 20 - 10100 Torino (all’interno della Mole Antonelliana).Tel. 011 81 38 511 - Fax 011 83 98 501info@museonazionaledelcinema.orgwww.museonazionaledelcinema.org

Esposizione fruibile e accessibilità:il percorso tattile comprende all’ingresso una riproduzione della Mole Antonelliana inscala 1 a 100, realizzata con differenti tipi di legno per lo studio e la comprensione dellastruttura architettonica. Catalogo visivo-tattile con CD di guida alla lettura. All’internodel museo una sezione sull’ottica e la visione completamente fruibile.

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Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.Via Accademia delle Scienze, 5 - 10100 Torino.Tel. 011 56 21 147 - 011 56 23 719

Esposizione fruibile e accessibilità:il museo è chiuso per riallestimento. Alla sua apertura, prevista per il 2011, sarà dispo-nibile un percorso multisensoriale.

Galleria dell’Accademia di Belle Arti.Via dell’Accademia Albertina, 3 - 10100 Torino.Tel. 011 88 54 08

carattere ingrandito contrastato; audiocassetta . Il percorso tattile “Museo Egizio datoccare”, si sviluppa su 9 capolavori egizi originali conservati nello Statuario.

Page 91: Per vedere-oltre-manuale

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A L L E G A T I A L L A P A R T E S E C O N D A – 2 . P A R T E S E C O N D A

Museo della Sindone.Via S. Domenico, 28 - 10100 Torino.Tel. 011 43 65 832 - Fax 011 43 19 [email protected]

Esposizione fruibile e accessibilità:percorso sperimentale per non vedenti comprendente il modello tridimensionale dellaparte anteriore della Sindone su un supporto in alluminio. Il percorso è corredato dallibro “Toccare la Sindone” con immagini in rilievo, testo in nero e in Braille, audiocassetta.Audioguide in quattro lingue.

Esposizione fruibile e accessibilità:cartelli visivo-tattili di alcune opere.

Borgo Medievale.Parco del Valentino - 10100 Torino.Tel. 011 44 31 704

Esposizione fruibile e accessibilità:è a disposizione un volume con 13 tavole a rilievo comprendenti la mappa del borgo,rappresentazioni degli edifici, dipinti, affreschi ed altri particolari architettonici peculiaridell’età medievale. Il volume è corredato da un’audiocassetta. Sono disponibili scrittein Braille e caratteri ingranditi per ipovedenti.

2 . P A R T E S E C O N D A – A L L E G A T I A L L A P A R T E S E C O N D A

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Museo Civico di Arti decorative Palazzo Madama.Piazza Castello - 10100 Torino.Tel. 011 44 33 501

Esposizione fruibile e accessibilità:il museo si dichiara parzialmente accessibile a non vedenti.

Palazzo Reale.Piazzetta Reale, 1 - 10100 Torino.Tel. 011 43 61 455

Esposizione fruibile e accessibilità:il museo si dichiara parzialmente accessibile a non vedenti.

Museo di Arti Decorative Fondazione Accorsi.Via Po, 55 - 10100 Torino.Tel. 011 81 29 116 - Fax 011 81 50 [email protected]

Esposizione fruibile e accessibilità:nella sezione didattica è allestito un percorso tattile permanente con l’utilizzo di modelliappositamente realizzati che permette di ripercorrere l’evoluzione degli stili e delle formedell’arte del 700.

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Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra,dei Diritti e della Libertà.Corso Valdocco, 4/a - 10100 Torino.Tel. 011 43 63 470Informazioni: Servizi [email protected]

Esposizione fruibile e accessibilità:è possibile, su prenotazione, avere a disposizione mappe e tabelle tattili sull’esposizione.È consentita l’esplorazione tattile delle suppellettili presenti nelle sale e il personale puòaccompagnare il visitatore al rifugio sotterraneo. Testi descrittivi a carattere ingrandito.

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Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli.Via Nizza, 230 - 10100 Torino.Tel. 011 00 62 713www.pinacoteca-agnelli.it

Esposizione fruibile e accessibilità:il museo si dichiara parzialmente accessibile a non vedenti.

Reggia di Venaria Reale.Piazza della Repubblica, 4 - 10078 Venaria Reale (TO).Tel. 011 45 93 675www.reggiavenariareale.it

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Museo del gusto.Via Principe Amedeo, 42/a - 10060 Frossasco (TO).Tel. 0121 35 23 98 - Fax 0121 35 51 58

Esposizione fruibile e accessibilità:sono previste postazioni sensoriali. Il museo attiva, su prenotazione, laboratori dedicatialle esperienze sensoriali attraverso il gusto, l’olfatto, l’udito, la vista e il tatto.

Museo di Arte Contemporanea - Castello di Rivoli.Piazza Mafalda di Savoia - 10098 Rivoli (TO).Tel. 011 95 65 222www.castellodirivoli.it

Esposizione fruibile e accessibilità:è in fase di allestimento un percorso tattile. È disponibile un modello della Reggia ascala urbanistica. Visite guidate su prenotazione.

Castello di Moncalieri.Via del Castello, 2 - 10024 Moncalieri (TO).Tel. 011 64 02 883www.comune.moncalieri.to.it

Esposizione fruibile e accessibilità:è accessibile solamente il piano terra e il contiguo appartamento. Offre apposite schedein Braille.

Page 93: Per vedere-oltre-manuale

Museo Scopriminiera a Prali.Località Paola Prali - 10060 Prali (TO).Tel. / Fax 0121 80 69 [email protected]

Esposizione fruibile e accessibilità:percorso tattile con pannelli e didascalie in Braille nella miniera Paola. Audioguidewireless in quattro lingue.

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A L L E G A T I A L L A P A R T E S E C O N D A – 2 . P A R T E S E C O N D A

PAV - Parco Arte Vivente.Via Giordano Bruno, 31 - 10100 Torino.Tel. 011 31 82 [email protected]

Esposizione fruibile e accessibilità:percorso multisensoriale con produzione di immagini, suoni, odori. È possibile effet-tuare visite guidate. Il percorso tattile permanente “Bioma” è fruibile da tutti.

Villaggio Leumann, Collegno.Stazionetta Leumann - Corso Francia, 326 - 10093 Collegno (TO).Prenotazione visite: “Associazione Amici del Villaggio Leumann”, cell. 349 78 35 [email protected]

Esposizione fruibile e accessibilità:è in fase di allestimento un percorso tattile.

2 . P A R T E S E C O N D A – A L L E G A T I A L L A P A R T E S E C O N D A

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Parco Nazionale del Gran Paradiso.Sede del Centro di Ceresole:Borgata Pian della Balma - 10080 Ceresole Reale (TO) - Tel. 0124 90 10 70

Sede Val Soana:Via Vittorio Emanuele - 10080 Ronco Canavese (TO) - Tel. / Fax 0124 81 74 33

Accessibilità:il sentiero “i sensi in gioco”, con partenza dalla sede di Ceresole Reale, è nato anche perla fruizione da parte di non vedenti. L’itinerario è lungo circa un chilometro con modestapendenza (dislivello 162 m) su comoda e ampia pista forestale. È dotato di corrimano.Il Centro fornisce anche una pubblicazione con collezione di disegni in rilievo comeguida alla visita.

Parco Regionale di Avigliana.Via Monte Pirchiriano, 54 - 10051 Avigliana (TO).Tel. 011 93 13 000

Accessibilità:percorso protetto lungo circa 300 m dotato di mancorrente, con 3 postazioni multisen-soriali e cartelli in Braille. Al termine del percorso guidato è possibile seguire un trac-

Esposizione fruibile e accessibilità:è possibile, su prenotazione, visitare il Villaggio e la Casa Museo, vedere e toccare ar-redamenti e suppellettili dell’epoca. Il percorso è corredato dal libro tattile “Toccare ilVillaggio Leumann”. Un modello in legno riproduce lo straordinario Villaggio Operaio.

Page 94: Per vedere-oltre-manuale

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Parco Regionale dell’Orsiera-Rocciavrè.Via San Rocco, 2 - Frazione Foresto - 10053 Bussoleno (TO).Tel. 0122 47 064

Accessibilità:presenza di cartelli tattili.

Parco Regionale La Mandria.Viale Carlo Emanuele II, 256 - 10078 Venaria Reale (TO).Tel. 011 49 93 311 - Fax 011 45 94 [email protected] informativo Ponte Verde: tel. 011 49 93 [email protected]

Accessibilità:i servizi fruizione ed educazione ambientale organizzano escursioni gratuite per as-sociazioni o gruppi di disabili, individuando appositi percorsi di visita e attività spe-cifiche. Il parco è dotato di due tandem tradizionali in linea in uso gratuito presso ilcentro noleggio biciclette alla Cascina Prato Pascolo: tel. 011 49 93 333.

ciato sterrato verso la palude. Lungo il tragitto sono presenti postazioni audio con i versiregistrati degli uccelli, di solito presenti in quel tratto. Libretto tattile sulla fauna delparco con 21 schede ed allegato CD.

2 . P A R T E S E C O N D A – A L L E G A T I A L L A P A R T E S E C O N D A

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Parco della Maddalena.Strada Comunale di San Vito Revigliasco, 460 - Fermata bus 70 - 10100 Torino.

Accessibilità:il percorso è attrezzato e consente anche ai disabili visivi di percorrerlo in piena autono-mia. Tracciato facile, mancorrente, attraversamenti guidati, testi in Braille ed in carat-tere ingrandito, disegni tattili offrono un supporto essenziale. Un libro corredato da di-segni tattili e da un’audiocassetta fornisce tutte le informazioni utili a seguire l’itinerarioe a interpretare correttamente le immagini tattili disponibili lungo il percorso e sul libro.

Bosco Parco del Bric Filia.Frazione Villa - 10080 Castelnuovo Nigra (TO).Tel. 0124 65 96 60 - Fax 0124 69 70 39www.comune.castelnuovonigra.to.it

Accessibilità:cartelli e libretto tattile di guida alla fauna e flora del parco. È presente nei pressiun’area picnic. Il percorso naturalistico didattico è fruibile anche da non vedenti.

Parco del Sacro Monte di Belmonte.Corso Massimo d’Azeglio, 216 - 10081 Castellamonte (TO).Tel. 0124 51 06 05

Accessibilità:cartelli e libretto tattile di guida alla flora del parco.

Page 95: Per vedere-oltre-manuale

2 . P A R T E S E C O N D A – A L L E G A T I A L L A P A R T E S E C O N D A

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Museo Borgogna.Via Antonio Borgogna, 4 - 13100 Vercelli.Tel. / Fax 0161 21 13 [email protected]

Esposizione fruibile e accessibilità:raccolta di 12 tavole tattili di dipinti selezionati dalla collezione del museo il qualedispone anche di audiocassette che commentano le tavole tradotte in rilievo e fornisceinformazioni sul percorso museale; vi sono operatori specializzati che guidano la visita.Su prenotazione.

V E R C E L L I E P R O V I N C I A

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A L L E G A T I A L L A P A R T E S E C O N D A – 2 . P A R T E S E C O N D A

Museo Tattile di Scienze Naturali di Trarego Viggiona.Contrada San Mauro - 28826 Trarego Viggiona (VB).Tel. / Fax 0323 84 53 79 oppure 348 73 40 [email protected]

Esposizione fruibile e accessibilità:il percorso si articola in diversi diorami che propongono ricostruzioni di ambienti conl’utilizzo di piante vive ed animali naturalizzati, oltre ad oggetti ed elementi naturali.

Museo Civico Archeologico di Mergozzo.Antico Palazzo Comunale - Via Roma, 8 - 28802 Mergozzo - (VB).Tel. 0323 84 53 79 - Fax 0323 80 [email protected]

Esposizione fruibile e accessibilità:postazione tattile con 30 riproduzioni di reperti archeologici.Didascalie in Braille; visite guidate.

V E R B A N O - C U S I O O S S O L A E P R O V I N C I A

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Fonti Legislative.

P A R T E T E R Z A

3 . P A R T E T E R Z A – F O N T I L E G I S L A T I V E

187

Legge 3 aprile 2001, n. 138.

Classificazione e quantificazionedelle minorazioni visive e normein materia di accertamenti oculistici.

Carta dei servizi per il superamentodelle barriere comunicative,11 maggio 2004.

Consiglio nazionale degli Utenti.

Legge 9 gennaio 2004, n. 4.

Disposizioni per favorire l’accessodei soggetti disabili agli strumenti informatici.

Legge 1 marzo 2006, n. 67.

“Misure per la tutela giudiziaria delle personecon disabilità vittime di discriminazioni”.

Decreto 28 marzo 2008.

Linee guida per il superamentodelle barriere architettonichenei luoghi di interesse culturale.

Convenzione ONU sui Dirittidelle persone con disabilità.Adottata dall’Assemblea generaleil 13 dicembre 2006;firmata per l’Italia dal Ministro perla Solidarietà Sociale il 30 marzo 2007.

Legge 9 gennaio 1989, n. 13.Disposizioni per favorire il superamentoe l’eliminazione delle barrierearchitettoniche negli edifici privati.

Decreto MinisterialeMinistero dei Lavori Pubblici14 giugno 1989, n. 236.Prescrizioni tecniche necessarie a garantirel’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilitàdegli edifici privati e di edilizia residenzialepubblica sovvenzionata e agevolata, ai finidel superamento e dell’eliminazionedelle barriere architettoniche.

Legge 5 febbraio 1992, n. 104(integrata e modificata con la Legge28 gennaio 1999, n. 17).Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazionesociale e i diritti delle persone handicappate.

Decreto del Presidente dellaRepubblica 24 luglio 1996, n. 503.Regolamento recante norme perl’eliminazione delle barriere architettonichenegli edifici, spazi e servizi pubblici.

Legge Regionale Piemonte7 aprile 2000, n. 37.Compiti associativi di rappresentanzae tutela delle categorie protette.

Page 97: Per vedere-oltre-manuale

Bibliografia e siti internet.

P A R T E T E R Z A

AA.VV,“Non ti leggo. La disabilità visiva come barriera sociale”.Atti del Convegno “Non ti leggo”, organizzato a Torino il 18 febbraio 2005,Edizioni Angolo Manzoni, 2005.

3 . P A R T E T E R Z A – B I B L I O G R A F I A E S I T I I N T E R N E T

189

Bibliografia.

AA.VV,“Toccare l’arte: l’educazione estetica di ipovedenti e non vedenti”,a cura di Andrea Bellini, Armando Editore, Roma, 2000.

Maria Agostiano, Lucia Baracco, Andrea Pane, Fabrizio Vescovo,Elisabetta Virdia, (a cura di),“Linee Guida per il superamento delle barriere architettonichenei luoghi di interesse Culturale”,Gangemi Editore 2008.

Alberto Arenghi, (a cura di),“Design for all - Progettare senza barriere architettoniche”,Utet Scienze Tecniche, 2007.

Ileana Argentin, Matteo Clemente, Tommaso Empler,“Eliminazione delle barriere architettoniche. Progettare per un’utenza Ampliata”,DEI, 2008.

Page 98: Per vedere-oltre-manuale

B I B L I O G R A F I A E S I T I I N T E R N E T – 3 . P A R T E T E R Z A

190

Atti del Convegno,“L’arte a portata di mano”, Ancona 21-23 ottobre 2004,a cura del Museo Tattile Statale Omero, Armando Editore, Roma, 2006.

Alessandro Bacchetti, Paolo Felli, Antonio Lauria,“Comunicatività ambientale e pavimentazioni per la segnaletica sul piano di calpestio”,ETS, Pisa, 2004.

Lucia Baracco, Erika Cunico, Flavio Fogarolo, (a cura di),“Questioni di leggibilità. Se non riesco a leggere non è solo colpa dei miei occhi”,Comune di Venezia, 2005.

Rosalia Cavalieri,“Il naso intelligente”,Editori Laterza, Bari-Roma, 2009.

Dario Galati, (a cura di),“Vedere con la mente. Conoscenza, affettività, adattamento nei non vedenti”,Franco Angeli, Milano, 1996.

Hervé This,“Pentole e provette”,I saggi del Gambero Rosso, 2003.

Lucia Lancerin, (a cura di),“Il verde è di tutti, schede tecniche per la progettazione e la realizzazionedi aree verdi accessibili e fruibili”,Edizitore Giunta Regionale Veneto, 2003.

3 . P A R T E T E R Z A – B I B L I O G R A F I A E S I T I I N T E R N E T

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John M. Kennedy,“Drawing and the Blind”,Yale University Press, 1993.

Antonio Lauria, (a cura di),“Persone ‘reali’ e progettazione dell’ambiente costruito - Accessibilità come risorsa ambientale”,Maggioli, Rimini, 2003.

Fabio Levi, Rocco Rolli,“Disegnare per le mani, manuale di disegno in rilievo”,Silvio Zamorani Editore, Torino, 1994.

Organizzazione Mondiale della Sanità,“Classificazione internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF)”,Erikson, Trento, 2001.

Romedi Passini, Paul Arthur,“Wayfinding, People, Signs and Architecture”,McGraw-Hill Book Company, New York, 1992.

Page 99: Per vedere-oltre-manuale

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Augusto Romagnoli,“Introduzione alla educazione dei ciechi”,ristampa a cura UICI, Firenze, 1990.

Anna Maria Sacchetti,“Vedere con le mani”,Edizioni Clandestine, Marina di Massa, 2005.

Matteo Schianchi,“La terza nazione del mondo. I disabili tra pregiudizio e realtà”,Feltrinelli, Milano, 2009.

Loretta Secchi,“L’educazione estetica per l’integrazione”,Carrocci Editore, Roma, 2004.

Jakob Street,“Louis Braille. Il ragazzo che leggeva con le dita”,Filadelfia, Milano, 2002.

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Pierre Villey,“Le monde des aveugles”,Corti, Paris, 1954.

R I V I S T E E D O C U M E N T I

AA.VV,“La qualità in Albergo”, ed altri manuali pratici,Editore Promoveneto, Camera Commercio Belluno, Verona, Vicenza.

AA.VV,“La Storia del Bastone Bianco”,a cura UICI.

AA.VV,“Non così, ma così”,a cura UICI.

AA.VV,“Buon compleanno Jack: per un mondo a portata di mano”,a cura UICI - Sezione provinciale di Asti, 2007/2008.

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www.aisquared.comwww.apf.asso.frwww.cavazza.itwww.handicapincifre.it

www.macrosystems.itwww.parchiaccessibili.itwww.subvisionmilano.comwww.superabile.it

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Testi a cura di: Rocco Rolli, Cristiana Aletto, Sergio Prelato, Adriano Capitolo

Fotografie: Archivio UICI

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Giugno 2010

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