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PER UNA DIDATTICA INCLUSIVA STRUMENTI-PROCEDURE E MODELLI OPERATIVI CTI MONZA BRIANZA CENTRO Maristella Colombo Referente integrazione UST MONZA E BRIANZA Corso informazione formazione insegnanti non specializzati 2013 / 14

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PER UNA DIDATTICA INCLUSIVA

STRUMENTI-PROCEDURE E MODELLI OPERATIVI

CTI MONZA BRIANZA CENTRO

Maristella ColomboReferente integrazioneUST MONZA E BRIANZA

Corso informazione formazione insegnanti non specializzati 2013 / 14

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LA COMPLESSITA’

In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni:

svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua

italiana perché appartenenti a culture diverse.

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PERCHE’ INCLUDERE?

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NONOSTANTE TUTTONonostante tutto, continuiamo ad essere convinti che in questi momenti serva il pensiero e non il lamento.Nonostante tutto, infatti, crediamo che abbia ancora senso inconfutabile l’idea e la pratica che solo una scuola capace di accogliere tutti e di pensare al futuro per il loro ingresso nel mondo degli adulti, ha titolo a chiamarsi scuola. Questo è ancora una volta necessario, ma soprattutto possibile, nonostante dieci anni di smantellamento dei valori fondativi della scuola per tutti e per ciascuno.

DARE FIDUCIA ALLA SCUOLARISPETTARE LA NORMALITA’ DELL’AUTONOMIA

DAL CONFLITTO ALLA MEDIAZIONE

PER UNA VALUTAZIONE INCLUSIVA

LA QUESTIONE DEI BES: PER UNA INCLUSIONE VERA PER NUOVE RISORSE

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Lettura più ampia dei bisogni

-per una scuola più equa e più inclusiva

-superamento dell’anacronistica e non equa lettura del bisogno basata solo sulle certificazioni sanitarie di disabilità

OBIETTIVO

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Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 Indicazioni operative

La Direttiva estende pertanto a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi enunciati dalla Legge 53/2003.

Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare PER

un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata

strategie di intervento più idonee e i criteri di

valutazione degli apprendimenti.

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Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi situazione evolutiva, permanente o transitoria, di funzionamento problematico che risulta tale anche per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall’eziologia, e che necessita di educazione speciale individualizzata”. Ianes

“L’autonomia delle istituzioni scolastiche… sisostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, istruzione e formazionemirati allo sviluppo della persona umana… al fine digarantire ai soggetti coinvolti il successo formativo”(art. 1, c. 2)

Regolamento sull’autonomia delle istituzioni(DPR 275/99)“

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La direttiva 27 dicembre 2012 relativa ai BISOGNI EDUCATIVI SPECIALIe la circolare sulle Indicazioni operative del 6 marzo 2013:opportunità e criticità per la scuola

LA DIRETTIVA E’ UN DOCUMENTO TECNICO-DI INDIRIZZO LA CIRCOLARE E’ UN DOCUMENTO TECNICO-POLITICO

BES

Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici DES (DSA, deficit del linguaggio,

delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, disturbi dell’attenzione e

dell’iperattività (con situazioni di comorbilità), funzionamento intellettivo limite, disturbo dello spettro autistico lieve)

quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.

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SEGNALAZIONE,CERTIFICAZIONE eRELAZIONE CLINICA

DISABILITA’-LEGGE 104/1992

Verbale di accertamentoDIAGNOSIFUNZIONALE

PROFILODINAMICOFUNZIONALE

PIANO EDUCATIVOINDIVIDUALIZZATO

DALL’INDIVIDUAZIONE DELLA DISABILITA’ALLA STESURA DEL PEI

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SEGNALAZIONE CERTIFICAZIONE DIAGNOSI FUNZIONALE

La D.F. è redatta dall ‘U.O.N.P.I.A. di riferimento e/o ente accreditato e contiene:-dati anagrafici-diagnosi clinica (definita nel Verbale di Accertamento di Handicap allegato alla DF)-diagnosi analitica: esprime le potenzialità residue e difficoltà rispetto alle aree:1 Cognitiva (Sviluppo raggiunto/Capacità di integrazione delle competenze)2 Affettiva-Relazionale (Rapporti interpersonali, controllo pulsionale, tolleranzaalle frustrazioni, autostima)3 Comunicazione (Comprensone, Produzione, Modalità compensative)4 Sensoriale5 Motorio-Prassica (Motricità globale/Motricità fine)6 Neuropsicologica (Memoria, Attenzione, Organizzazione spazio-temporale)7 Autonomia (Personale, Sociale)-Eventuali note descrittive delle funzioni compromesse e delle potenzialità e risorse

Definisce: la necessità di sostegno per la didattica (livello lieve, medio, alto) la necessità di assistenza(di base, specialistica per l’autonomia personale) la necessità di ausili e del servizio di trasporto

P.D.F. P.E.I.

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Il P.D.F (profilo dinamico funzionale) rappresenta lo strumento di raccordo tra:• la conoscenza dell’alunno conseguente alla DIAGNOSI FUNZIONALE• la progettazione e la definizione delle attività del PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO-Fornisce un quadro globale del percorso da compiere-Dovrebbe essere il risultato di un processo di condivisione di obiettivi e di strumenti tra• operatori sanitari• insegnanti e assistenti educativi• famiglia

Fasi operative del PDF1. Evidenziare punti di forza (il livello raggiunto, le abilità possedute adeguatamente) e deficit (carenze e incapacità)2. Definire gli obiettivi a medio termine (gli obiettivi effettivi su cui si inizia a lavorare)3. Definire gli obiettivi a breve termine (la sequenza dei sottoobiettivi graduati per difficoltà)4. Individuare le proposte di intervento (tecniche, materiali, attività)

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Il Piano Educativo Individualizzato è il documento nel quale vengono descritti gli interventi predisposti per l’alunno disabile sulla base dei dati derivanti dalla diagnosi funzionale e dal profilo din.funz.Il PEI tiene presente i progetti educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati e le forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche

P.E.I.

1. Dati anagrafici e relativi alla famiglia2. Curriculum scolastico3. Analisi della situazione di partenza4. Obiettivi trasversali (declinati per i singoli assi con la specifica di attività,contenuti, metodi e strumenti)5. Obiettivi disciplinari relativi alla programmazione individuale o di classe6. Metodologia, strategie didattiche7. Verifiche e valutazione globale P.E.I.

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DES-disturbi evolutivi specifici

I disturbi specifici dell’apprendimento, i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività, funzionamento intellettivo limite, disturbo dello spettro autistico lieve

Tutte queste differenti problematiche, ricomprese nei disturbi evolutivi specifici, non vengono o possono non venir certificate ai sensi della legge 104/92, non dando conseguentemente diritto alle provvidenze ed alle misure previste

dalla stessa legge quadro, e tra queste, all’insegnante per il sostegno.

La legge 170/2010, a tal punto, rappresenta un punto di svolta poiché apre un diverso canale di cura educativa, concretizzando i principi di personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella legge 53/2003, nella prospettiva della “presa in carico” dell’alunno con BES da parte di ciascun docente curricolare e di tutto il team di docenti coinvolto, non solo dall’insegnante per il sostegno.

Per “disturbi evolutivi specifici DES” si intendono…

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Adozione di strategie di intervento per i BES

Piano Didattico Personalizzato quale strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti PER documentare le strategie di intervento programmate.

Le scuole con determinazioni assunte dai Consigli di classe, risultanti anche (non necessariamente)

dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico possono avvalersi per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010 (DM 5669/2011).

E’ deliberato in Consiglio di classe/da tutti i componenti del team docenti

L’adozione delle misure è collegiale proprio per evitare ogni forma delega…

Firmato dal Dirigente scolastico, dai docenti e dalla famiglia.

Il Piano Didattico Personalizzato non può più essere inteso come mera esplicitazione di strumenti compensativi e dispensativi!

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Cosa significa concretamente?

Responsabilizzazione del Consiglio di classe e dei teams per l’elaborazione di un piano che non si limiti solo alla richiesta dell’insegnante di sostegno!

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Ma cosa deve saper/poter fare il Consiglio di classe/team docenti?

rendere efficaci i tempi dedicati all’analisi della situazione, alla progettazione e alla condivisione dei progetti personalizzati.

individuare e  proporre le risorse umane, strumentali e  ambientali da utilizzare per favorire al meglio i processi inclusivi.

definire il metodo di lavoro, l’organizzazione delle attività ,

le strategie per favorire un clima positivo di lavoro e la collaborazione tra scuola/famiglia e territorio.

 

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Il ruolo del Consiglio di classe è determinante e sarà responsabilità dello stesso:

osservare la classe nelle sue dinamiche di funzionamento

documentarne le caratteristiche;

definire una programmazione didattico pedagogica  globale, creativa e propositiva che tenga conto di tutti gli 

studenti e delle risorse umane, materiali e metodologiche 

presenti e realisticamente attivabili;

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ORGANIZZAZIONE IN OGNI ISTITUTO SCOLASTICO

GLI

Il GLH assume il nome di GLI - Gruppo di Lavoro per l’Inclusione con funzioni di:

Rilevazione dei BES presenti nella scuola Raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi Focus/confronto sui casi Consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola Raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi Elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli

alunni con BES da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di giugno): analisi dei punti di criticità/forza, utilizzo funzionale delle risorse perl’anno successivo- Piano deliberato in Collegio

Esplicitazione nel POF degli impegni progettuali a favore dell’inclusione e obiettivi di miglioramento

COMPOSIZIONE

...i componenti sono integrati da tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola (funzioni strumentali, insegnanti per il sostegno, assistenti...

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RUOLO DELLA FAMIGLIA

 

Si sottolinea non solo la necessità che essa sia informata dei bisogni rilevati dagli insegnanti, ma anche sul proprio

ruolo di corresponsabilità /necessità di collaborazione.

Senza un parere positivo della famiglia i percorsi personalizzati non possono essere attivati.

La modalità di contatto e di presentazione della situazione alla famiglia è determinante ai fini di

una collaborazione condivisa. Pertanto, la comunicazione con la famiglia deve essere puntuale, in modo particolare 

riguardo alla lettura condivisa delle difficoltà e alla progettazione educativo/didattica.

 

 

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Questioni aperte

Esami finali? Certificazione degli esiti?

valutazione

Criteri per identificare gli alunni con difficoltà

LINEE GUIDA REGIONALI

Un facilitatore/tanti ostacoliRisposta didattica/risposta educativaResponsabilità/discrezionalitàEtichettatura/potenzialitàCriteri di lettura dello svantaggio/equitàCorresponsabilità/conflittualitàValutazione/certificazione

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RISPOSTE SPECIALI AI BISOGNI DI TUTTI

Nonostante tutto crediamo che una diversa scuola sia possibile, non solo necessaria. Perché continuiamo a credere nell’insegnamento di Don Milani:

“Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne Insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia”.

(Mozione finale del 9 ° Convegno Erickson di Rimini, 8-10 novembre 2013)