Per studiare la lingua latina: i prerequisiti

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11 Per studiare la lingua latina: i prerequisiti Latino e italiano L’italiano deriva – si sa – dal latino, ma fra le due lingue esistono, oltre ad affinità (vocaboli, espressioni, in parte anche sistema sintattico), anche sostan- ziali differenze, sia nel lessico, sia nella morfologia, sia nella sintassi. Per quanto riguarda il lessico, basta ricordare le numerose parole che derivano dal latino e le trasformazioni che tali parole hanno subito nel tempo (es. poetam > poeta, pullum > pullu > pollo, auricula > auricla > oricla > orecchia etc.). Per la morfologia, ricordiamo che: le parti del discorso sono in italiano 9, 5 variabili (articolo, prono- me, nome, aggettivo e verbo) e 4 invariabili (congiunzione, prepo- sizione, avverbio e interiezione), mentre in latino sono 8 perché manca l’articolo; il soggetto e i complementi in italiano sono espressi a volte dalla posizione nella frase, più spesso con l’aiuto di preposizioni (semplici o articola- te), mentre in latino le funzioni logiche (soggetto e complementi) sono espresse da desinenze specifiche, per cui i nomi, i pronomi e gli aggettivi si declinano secondo sei casi (nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo e ablativo); ciascun caso copre una o più funzioni logiche; – i generi in italiano sono due (maschile e femminile), mentre in latino sono tre (si aggiunge il neutro). Perciò, mentre in italiano un nome, un pronome o un aggettivo si declinano (o si flettono) secondo generi e numeri, in latino invece la declinazione (o fles- sione nominale) avviene in base a genere, numero e caso. LINGUE A CONFRONTO La morfologia Italiano Latino Parti variabili articolo, nome, aggettivo, pronome, verbo nome, aggettivo, pronome, verbo (non ci sono gli articoli) Flessione genere e numero (non ci sono i casi) genere, numero e caso Generi maschile e femminile maschile, femminile, neutro rispetto all’italiano ha un genere in più: il neutro Lessico: complesso dei vo- caboli che costituiscono una lingua. Morfologia: studio delle for- me che assumono le parole: generi e numeri dei sostan- vi, modi e tempi verbali. Sintassi: struura della fra- se e del periodo.

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Per studiare la lingua latina:i prerequisiti

Latino e italianoL’italiano deriva – si sa – dal latino, ma fra le due lingue esistono, oltre ad affinità (vocaboli, espressioni, in parte anche sistema sintattico), anche sostan-

ziali differenze, sia nel lessico, sia nella morfologia, sia nella sintassi.Per quanto riguarda il lessico, basta ricordare le numerose parole che derivano dal latino e le trasformazioni che tali parole hanno subito nel tempo (es. poetam > poeta, pullum > pullu > pollo, auricula > auricla > oricla > orecchia etc.).

Per la morfologia, ricordiamo che:

– le parti del discorso sono in italiano 9, 5 variabili (articolo, prono-me, nome, aggettivo e verbo) e 4 invariabili (congiunzione, prepo-sizione, avverbio e interiezione), mentre in latino sono 8 perché manca l’articolo;

– il soggetto e i complementi in italiano sono espressi a volte dalla posizione nella frase, più spesso con l’aiuto di preposizioni (semplici o articola-te), mentre in latino le funzioni logiche (soggetto e complementi) sono espresse da desinenze specifiche, per cui i nomi, i pronomi e gli aggettivi si declinano secondo sei casi (nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo e ablativo); ciascun caso copre una o più funzioni logiche;

– i generi in italiano sono due (maschile e femminile), mentre in latino sono tre (si aggiunge il neutro).

Perciò, mentre in italiano un nome, un pronome o un aggettivo si declinano (o si flettono) secondo generi e numeri, in latino invece la declinazione (o fles-sione nominale) avviene in base a genere, numero e caso.

LINGUE A confronto La morfologia

Italiano LatinoParti variabili articolo, nome, aggettivo, pronome, verbo nome, aggettivo, pronome, verbo

(non ci sono gli articoli)Flessione genere e numero

(non ci sono i casi)genere, numero e caso

Generi maschile e femminile maschile, femminile, neutrorispetto all’italiano ha un genere in più: il neutro

Lessico: complesso dei vo-caboli che costituiscono una lingua.

Morfologia: studio delle for-me che assumono le parole: generi e numeri dei sostan-tivi, modi e tempi verbali.

Sintassi: struttura della fra-se e del periodo.

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Per quanto riguarda infine la sintassi, il latino presenta differenze dall’italiano soprattutto:

– nella disposizione delle parole (o meglio dei sintagmi) nella frase;

– nel modo di esprimere alcune proposizioni nel periodo (ad esem-pio, la soggettiva e l’oggettiva sono espresse in latino con l’infini-to anziché con la congiunzione che come facciamo noi).

Per questi motivi sono indispensabili, per chi studia il latino, sia la conoscenza della struttura della frase e un’acquisita competenza nell’analisi logica, sia la conoscenza della struttura del periodo e la competenza nell’analisi del periodo.

il leSSicoParole italiane derivate dal latinoRicordando che il lessico della lingua italiana deriva per la maggior parte dal latino parlato (mol-to meno da quello letterario), elenchiamo i principali fenomeni linguistici grazie ai quali i voca-boli si sono trasformati. Nel passaggio dal latino all’italiano si sono dunque verificati i seguenti fenomeni:

– sono prevalse le parole più comuni rispetto a quelle usate dagli scrittori. Esempi:

latino letterario latino volgareignis (fuoco in genere) focus (fuoco del focolare) > fuocoequus (cavallo come specie) caballus (cavallo da lavoro) > cavalloflere (piangere) plangere (piangere gridando) > piangere

– hanno vinto i diminutivi propri del linguaggio familiare, ad esempio:

avis (uccello) avicellus (uccellino) > uccelloagnus (agnello) agnellus (agnellino) > agnellocepa (cipolla) cepulla (cipollina) > cipolla

– molti vocaboli, pur restando uguali nella forma (significante), sono cambiati nel significato:

pullus (piccolo di animale) pullu (piccolo di gallina) > polloorbus (privo di qualcosa) orbu (privo degli occhi) > cieco

– vocaboli latini sono stati sostituiti da altri germanici, arabi etc. Per esempio: bellum fu sostituito dal germanico werra (guerra), ma rimase nei derivati: bellico, belligerante etc. albus (bianco opaco) e candidus (bianco brillante) furono sostituiti dal germanico blank (bianco),

ma rimasero sia in derivati che come parole autonome (alba, candido).

Per la disposizione dei sintag-mi nella frase, basta ricorda-re che per noi la frase “Paolo picchia Mario” è ben diversa da “Mario picchia Paolo”, mentre in latino l’ordine in cui mettiamo il soggetto e il com-plemento oggetto non ha la stessa importanza, in quanto essi si riconoscono dalle desi-nenze: Paulus percutit Ma-rium o Marium percutit Pau-lus significano sempre “Paolo picchia Mario”.

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– nel lessico latino prima e in quello italiano poi sono entrate infine, grazie al Cristianesimo, parole greche, ebree, aramaiche. Esemplare la trasformazione di un vocabolo importantissimo:

greco latino latino parlato italiano

parabolé parabola paravola parolaparagone paragone nei discorsi di Gesù discorso parola

Come vedi, i percorsi delle parole sono sorprendenti. Avresti mai pensato che la parola “concordia” (cum + corda) significa “con i cuori uniti” e discordia “con i cuori divisi”? E che il termine inglese “computer” viene dal latino computo che significa “calcolare”? Non a caso il computer ai suoi inizi veniva chiamato in italiano “calcolatore elettronico”.

eSercizi1. Riconosci nel brano seguente le singole parti del discorso e inseriscile nello schema.

Nel portarsi verso via Garibaldi, sentì che le gambe le si piegavano, e si sedette a riposare su una panchina nel giardinetto di qua dal ponte. La sua mente era distratta, così che percepiva appena confusamente delle voci che conversavano là presso, nel giardinetto o alla fermata del tram poco lontano. L’argomento non era nuovo: si parlava di un bombardamento che c’era stato quel giorno stesso, in periferia.

(Elsa Morante, La storia)

Nome Verbo Aggettivo Articolo Pronome Avverbio Congiun-zione

Preposi-zione

Interie-zione

via portarsi Nel (in + il)verso

2. Distingui il valore del termine «che» nelle seguenti frasi (pronome relativo, congiunzione - indicandone il tipo - altro).

1. La notizia che avrebbe dovuto riferire era spiacevole ..........................................................

2. Sapeva che la notizia da riferire era spiacevole ....................................................................

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3. Non sapeva che parole usare per dare quella spiacevole notizia .......................................

4. Mi informerò sulle compagnie che frequenta ....................................................................

5. Gli chiederò che compagnie frequenta ...............................................................................

6. Gli chiederò che ne pensa di quelle compagnie .................................................................

7. Sono tanto sorpreso che stento a riprendermi ...................................................................

8. A tutti i viaggiatori è stato chiesto che biglietto avessero ...................................................

9. A tutti i viaggiatori è stato detto che occorreva munirsi di biglietto ...................................

10. Nessuno sapeva a che ora sarebbe arrivato .......................................................................

3. Distingui la funzione della voce «è» nelle seguenti frasi (voce del verbo essere; ausiliare intransitivo; ausiliare passivo):

è uscito: ………………..………………....... - è fermato dalla polizia: ………………..………………....... - è fermo da un mese: ………………..………………....... - è rimasto a casa: ………………..………………....... - è caduto a terra: ………………..………….……...... - è immobile a terra: ……….………..………………...... - è scaraventato a terra: ………………..……….………...... - è in ritardo: …………….…..………………...... - è apparso: ………………..……….………...... è tardi: ………………..…..……………...... - è stanco: ………………..………………....... - è sollevato dall’incarico: ………….……..………………...... - è accaduto a Roma: ………………..………….……...... - è indirizzato a me: ………………...………………...... - è travolto dalla valanga: ………………..…….…………...... - è entrato dalla finestra: …………….…..………………......

4. Esegui l’analisi logica delle seguenti frasi.

1. Nel Medioevo i monasteri erano centri di cultura. 2. La tesi di quello studente fu giudicata buona. 3. Servio Tullio fu uno dei sette re di Roma. 4. Nell’età della pietra gli uomini vivevano nelle caverne. 5. Il libro di mia sorella ha molte pagine scarabocchiate. 6. Ho spedito una lettera di scuse al mio datore di lavoro. 7. A Cicerone fu affidata la difesa del poeta Archia. 8. Gli uomini non conoscono il futuro. 9. Gli Ateniesi diedero a Pericle il potere. 10. Durante le Olimpiadi una medaglia d’oro è data all’atleta vittorioso.

5. Esegui l’analisi logica delle seguenti frasi.

1. Rispettiamo, cittadini, la Costituzione, fondamento dello Stato. 2. Ovidio fu esiliato a Tomi da Augusto. 3. Numerose nazioni dell’Asia sono state colpite da catastrofi naturali. 4. L’uragano Katrina ha ucciso molti abitanti di New Orleans. 5. Gli uomini politici dovrebbero badare agli interessi dei cittadini. 6. Nel museo archeologico sono conservate monete d’oro e d’argento. 7. Gli alunni hanno discusso di etica con il loro insegnante di filosofia. 8. Il discorso del presidente della Repubblica fu seguito con interesse dagli ascoltatori. 9. In molti paesi dell’Africa gli abitanti muoiono di fame. 10. Bisogna ammirare le persone ricche di umanità .

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6. Esegui l’analisi logica delle seguenti frasi.

1. La nevicata ha spezzato degli alberi nel giardino. 2. I cittadini eleggono i deputati e i senatori. 3. Gli antichi consideravano l’Egitto dono del Nilo. 4. Le lingue romanze derivano dal latino. 5. Da molti paesi giungono allarmanti notizie sulla peste aviaria. 6. La riforma della scuola, secondo alcuni, discrimina i ragazzi più deboli per cultura e ambiente di provenienza. 7. La vita dei ragazzi di oggi è sottoposta a continue e contrastanti sollecitazioni. 8. In questi ultimi tempi la televisione offre agli spettatori programmi vacui e di dubbio gusto. 9. In Italia i quotidiani sono letti da un numero limitato di persone. 10. Dopo la cacciata di Tarquinio il Superbo, a Roma fu istituito il consolato.

7. Esegui l’analisi del periodo del seguente brano.

Per capire come mai vi siano tanti rifugiati che si dirigono verso l’Italia bisogna rivolgere l’attenzione ai focolai di instabilità e di tensione in paesi geograficamente o storicamente legati a quello di destinazione. Nel mondo globalizzato nessuno può sottrarsi alla concatenazione degli eventi, e anche ciò che accade lontano da noi finisce comunque per riguardarci. Alla fine degli anni Novanta in Kosovo la maggioranza albanese scappava dalla pulizia etnica e migliaia di persone arrivavano attraverso il Montenegro e l’Albania sulle coste pugliesi e calabresi. Non c’è quindi da meravigliarsi se più recentemente sulle coste siciliane sono arrivati somali, eritrei, afgani e iracheni. Qualcuno però in modo quanto meno anacronistico ritiene che per risolvere il problema sia sufficiente aumentare i mezzi di contrasto e respingere tutti indietro. Altri invece, con più buon senso, ritengono che se non si trattano seriamente le cause alla base della fuga, il problema non si risolve, anzi, se possibile, si peggiora.

(Laura Boldrini, Tutti indietro, Rizzoli)

8. Esegui l’analisi del periodo del seguente brano.

La storia è avvezza a inventare e talvolta inventando scopre la verità. Le lettere ingiallite, le carte diplomatiche tarlate degli archivi non servono ad altro; interpretare e dedurre sono eufemismi che mascherano il lavoro dell’immaginazione. L’unica cosa certa è che Cosimo (de’ Medici) parlò usando termini che ancora arrotolano le lingue dei viventi, battono palati, schiacciano labbra. (Usò termini come) Stato, Famiglia, Dovere, Politica, Bene Pubblico, Morale; e altri che hanno mantenuto il suono ma perduto il senso, come Gloria, Onore, Fede, Obbedienza, Rispetto. Inventare per ipotesi il discorso di Cosimo è più innocuo e meno importante che decifrare l’impronta di un mammouth.

(Anna Banti, La camicia bruciata, Mondadori)

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Parte seconda

Unità 3• Pronomerelativoeproposizionerelativa• Pronomiinterrogativi• Valoreefunzionideiparticipi• Perifrasticaattiva,ablativoassolutoeparticipiocongiunto• Complementidiluogo

1. |Il pronome relativo e la sua concordanzaIl pronome relativo latino ha la seguente declinazione:

Singolare PluraleMaschile Femminile Neutro Maschile Femminile Neutro

Nom. qui quae quod qui quae quaeil quale, che

(sogg.)la quale,che

(sogg.)che

(sogg.)i quali, che

(sogg.)le quali, che

(sogg.)le quali cose, che (sogg.)

Gen. cuius quorum quarum quorumdel quale, della quale, di cui, della qual cosa dei quali, delle quali, di cui, delle quali cose

Dat. cui quibusal quale, alla quale, a cui, cui, alla qual cosa ai quali, alle quali, a cui, cui, alle quali cose

Acc. quem quam quod quos quas quaeche (compl. ogg.) che (compl. ogg.)

Abl. quo qua quo quibusper il quale,

per cuiper la quale,

per cuiper la qual

cosa, per cuiper i quali, per le quali, per cui,

per le quali cose

Nell’ablativo con la preposizione cum (=con) la preposizione si pospone e si lega al relativo: quocum, quibuscum = con il quale, con i quali.

Nota che:

– il pronome relativo di norma, in latino come in italiano, va concor-dato con la parola a cui si riferisce (e che di solito lo precede) nel genere e nel numero, mentre regola il suo caso, ovviamente, in base alla funzione logica che ha nella proposizione che introduce e che si chiama appunto proposizione relativa.

Esempi:Ti regalo un libro che insegna molte coseTibi dono librum qui multa docet

Per saperne di piùRicorda che in latino, come in italiano, vi sono degli av-verbi relativi di luogo:

ubi = dove (stato in luogo)quo = dove (moto a luogo)qua = per dove (moto per luogo).

II Parte seconda

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Unità 3

Il libro che mi regali insegna molte coseLiber quem mihi donas multa docet.

Negli esempi sopra riportati il che italiano è reso in latino la prima volta con il nominativo qui perché è soggetto, e la seconda volta con l’accusativo quem perché è complemento oggetto, ma in entrambi i casi con il singolare maschi-le, come libro, la parola cui si riferisce.

Nota che:quando un pronome relativo è legato ad un pronome dimostrativo (quello che, coloro i quali, ciò che etc.), in italiano può trovarsi il pronome misto chi:

quello che sbaglia, pagherà = chi sbaglia, pagherà.

In latino il dimostrativo può essere sottinteso nel relativo soltanto se i due pronomi sono nello stesso caso (oltre che genere e numero). Così, la frase dell’esempio precedente suonerà in latino:

qui errat, solvet poenam

oltre che

is qui errat, solvet poenam.

Quando però i due pronomi non sono nello stesso caso, in latino si troverà di norma espresso il dimostrativo, mentre in italiano possiamo avere anche il solo pronome chi.

Così, in italiano:

Disapprovo quelli che non leggono/colui che non legge = disapprovo chi non legge.

Ma in latino:

Vitupero eos qui non legunt

oppure

Vitupero illum qui non legit.

LINGUE A CONFrONTO Differenze nell’uso del pronome relativoSolitamente la relativa latina è uguale a quella italiana. Vi sono però in latino certi usi del relativo diversi dai nostri. Ad esempio, il pronome relativo che è legato ad un’apposizione segue l’apposizione in italiano, mentre in latino la precede: l’apposizione prende il caso del pronome relativo, che a sua volta prende il genere e il numero dell’apposizione. Perciò:

Sono diretto a Roma, città che si trova in Italia

diventa in latino

Contendo Romam, quod oppidum est in Italia

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Parte seconda

oSServa e riflettiAttenzione: quando il relativo è un complemento indiretto, anche in italiano dobbiamo esprimere il dimostrativo. Ad esempio, sarebbe sbagliato dire in italiano:

A chi hai dato il libro non me l’ha restituito

mentre si deve dire:

Colui/colei/la persona a cui hai dato il libro non me l’ha restituito.

Attenzione inoltre all’uso del pronome italiano cui. Quando noi diciamo “il cui libro” intendiamo dire “il libro del quale” (della quale, dei quali...) e perciò in latino “cui” andrà reso con il genitivo. Diver-so è il caso di “cui” usato come dativo (la persona cui ho dato il libro...), riconoscibile perché si può sempre aggiungere la preposizione «a» (la persona a cui...), così come, d’altronde, si fa per rendere gli altri complementi indiretti (di cui, per cui, da cui, in cui etc.).

eSercizi1. Inserisci nelle seguenti frasi il pronome relativo, poi traduci.

1. Nos habitamus in Italia, ………….. est omnium regionum pulcherrima. ............................................................................................................................................

2. Ille ………….. sibi non imperat est tamquam servus. ............................................................................................................................................

3. Saepe viri sapientes non probant ea ………….. vulgo placent. ............................................................................................................................................

4. Multae fuerunt barbarae gentes, ………….. Caesar acri bello debellavit. ............................................................................................................................................

5. Nomina fortissimorum militum, ………….. pro patria ceciderunt, in memoria manebunt. ............................................................................................................................................

6. Caesar cum exercitu Rhenum flumen, ………….. Galliam a Germania dividit, superavit. ............................................................................................................................................

7. In meo horto multae arbores sunt, ………….. umbra aestate gratissima est. ............................................................................................................................................

8. Miramur et semper mirabimur eos ………….. nullum periculum terret. ............................................................................................................................................

9. Multorum memoriam, ………….. olim celebres fuerunt, tempus delevit. ............................................................................................................................................

10. In montibus Germaniae erant silvae, ………….. multa animalia ferocia vivebant. ............................................................................................................................................

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Unità 3

2. Analizza e traduci in latino il pronome italiano “cui” nelle seguenti espressioni, badando alla sua funzione logica (complemento di termine, di specificazione, di argomento etc.).

Analisi TraduzioneEs. L’uomo cui ho dato il libro cui = al quale – compl. di termine,

dativo, masch. sing.cui

1. La donna di cui ti ho parlato

2. I libri di cui sei proprietario

3. Il maestro, i cui insegnamenti ricordiamo

4. Il paese in cui ti trovi

5. Gli strumenti con cui lavoro

6. L’amico con cui passeggio

7. Gli amici con cui passeggio

8. La città verso cui siamo diretti

9. Le donne i cui mariti lavorano

10. Gli uomini le cui mogli lavorano

3. Traduci le seguenti frasi.

1. Post Romulum Numa Pompilius rex creatus est, qui bellum quidem nullum gessit, sed non minus civitatem quam Romulus iuvit. 2. Nihil age, quod utile non sit. 3. Tiberius Drusum fratrem in Germania amisit, cuius corpus Romam pervexit. 4. Themistoclis ad nostram memoriam monumenta manserunt duo: sepulcrum prope oppidum, in quo est sepultus, statua in foro Magnesiae. 5. Lacedemoniis mos erat duos habere reges, alterum ex familia Procli, alterum ex familia Eurysthenis, qui Spartae regnaverat. 6. Qui dat malis auxilium, post tempus dolet. 7. Qui sustinere nescit malum suum, aliorum inspiciat. 8. Frustra veniam delictorum rogat, qui in malitia perdurat. 9. Qui non audit bona consilia, inveniet malum. 10. Erant eo tempore Athenis duae factiones, quarum altera populi causam agebat, altera optimatium.