Per Russel, Caleb e Joseph - WordPress.comCon tanti amici con cui andare in giro il pomeriggio, cose...

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PerRussel,CalebeJoseph

Testo:©2012R.J.Palacio

Immaginedicopertina:©2012TadCarpenter

Tuttiidirittiriservati.PubblicatonegliStatiUnitidaAlfredA.Knopf,unmarchio

diRandomHouseChildren’sBooks,unadivisionediRandomHouse,Inc.,NewYork.

Traduzione:AlessandraOrcese

Progettograficodiinternoecopertina:YoshihitoFuruya

www.giunti.it

©2013GiuntiEditoreS.p.A.

ViaBolognese165-50139Firenze-Italia

ViaBorgogna5-20122Milano-Italia

Primaedizione:maggio2013

ISBN:9788809783089

Medicisongiuntidacittàlontane

solopervedereme,

inpiedisulletto.

Noncredevanoailoroocchi.

Diconochesonounprodigio

dellacreazionediDio

eaquantoèdatolorodivedere

nonsonoingradodifornirespiegazionealcuna.

(NatalieMerchant,Wonder)

PartePrima

August“Ilfatohasorrisoelasorte

harisoquandosièavvicinataallamiaculla…”

(NatalieMerchant,Wonder)

Normale

So di non essere un normale ragazzino di dieci anni. Sì, insomma, faccio cose normali,naturalmente.Mangio il gelato. Vado in bicicletta. Gioco a palla.Ho l’Xbox. E cose come questefannodimeunapersonanormale.Suppongo.Eiomisentonormale.Vogliodiredentro.

Masoancheche i ragazzininormali non fanno scappareviagli altri ragazzininormali fraurla estrepitiaigiardini.Esochelagentenonlifissaaboccaapertaovunquevadano.

Se trovassi una lampada magica e potessi esprimere un desiderio, vorrei avere una faccia cosìnormale da passare inosservato. Vorrei camminare per strada senza che la gente, subito dopoavermivisto,sivoltidall’altraparte.Esonoarrivatoaquestaconclusione: l’unicaragionepercuinonsononormaleèperchénessunomiconsideranormale.

Mainuncertosensopossodirecheormaimisonoabituatoalmioaspettofisico.Socomefingeredinon notare la faccia che fa la gente. Siamo diventati tutti abbastanza bravi, in questo genere dicose:io,mamma,papàeVia.

Anzi,no,mirimangio laparola:Vianonèaffattobrava.Si irritaparecchioquandoqualcunofa loscemoconme.Comequellavoltaaigiardini,quandodeiragazzipiùgrandisisonomessiafaredeiversi.Perlaveritànonsonemmenobenecosadicessero,perchénonlihosentiti,maViasì,ehacominciatoagridarglidietroditutto.Èfattacosì,lei.Iono.

Vianonmiconsideranormale.Leidicedisì,masefossinormalenonavrebbetuttoquestobisognodiproteggermi.Nemmenomammaepapàmi consideranonormale.Credo che l’unicapersonaalmondochecapiscequantosononormalesonoio.

MichiamoAugust,per inciso.Nonmidilungoadescrivere ilmioaspetto.Tanto,qualunquecosastiatepensando,probabilmenteèmoltopeggio.

Perchénonsonomaiandatoascuola

Lasettimanaprossimacominciolaprimamedia.Edatochenonhomaifrequentatounaverascuolaprimad’ora,direichesonoassolutamente terrorizzato.Lagentepensache ioascuolanonci siamaiandatoperviadelmioaspetto,manonècosì.Èperviaditutteleoperazionichirurgichechehofatto.Ventisette,dachesononato.Lepiùgrosseaddiritturaprimadeimieiquattroanni,perciòdiquellenonmiricordo.Madaallorahosubitodueotreinterventil’anno(tragrandiepiccoli)e,datochesonomingherlinoperlamiaetàechesonoaffettodaaltrimisteridellamedicinacheidottorinonhannomai identificato,miammalavodicontinuo.Ragionpercui imieigenitorihannodecisocheeramegliochenonandassiascuola.Adessosonomoltopiùforte,però.L’ultimaoperazioneèstataottomesifaeprobabilmentenondovròaffrontarnealtreperunpaiod’anni.

Lamammamifacevastudiareincasa.Primafaceval’illustratricedilibriperragazzi.Disegnafateesirenedavveroforti.Lecosechefaperimaschinonsonoungranché,però.UnavoltahacercatodidisegnarmiunDartFener,maleèvenutofuoriunaspeciedistranorobotaformadifungo.

Èdaunsaccoditempochenonlavedodisegnare.CredosiaperchéhatroppodafareconmeeconVia.

Non posso dire di aver sempre voluto andare a scuola, perché non sarebbe vero. Mi sarebbepiaciutosìandareascuola,masolosefossistatocomeunqualsiasialtrobambinochevaascuola.Contantiamiciconcuiandareingiroilpomeriggio,cosecosì.

Diamiciverinehopochi,ora.Christopherèilmiomiglioramico,edopodiluivengonoZacharyeAlex.Ciconosciamodaquandoeravamopiccoli.Edatocheloromihannosempreconosciutocosì,sonoabituatiame.Quandoeravamopiùpiccolicitrovavamosempreagiocareinsieme,solochepoiChristopherhatraslocatoaBridgeport,nelConnecticut.Chevuoldireapiùdiun’oradadovevivoio, ovvero North River Heights, sulla punta estrema di Manhattan. E Zachary e Alex hannocominciato ad andare a scuola. È buffo: anche se è Christopher quello che è andato ad abitarelontano,vedopiùspesso luidiZacharyeAlex.Lorohanno tuttiquestinuoviamici,adesso.Seciincontriamopercasoperstradasonoancoracariniconme,però.Emisalutanosempre.

Hoanchealtriamici,manonveriamicicomeloeranoChristopher,ZackeAlex.Peresempio,ZackeAlexmihannosempreinvitatoallelorofestedicompleannoquandoeravamopiccoli,mentreJoel,EamonneGabeno.Emmamihainvitatounavolta,maèunsaccochenonlavedo.E,naturalmente,vadosemprealcompleannodiChristopher.Forse,ilproblemaèchedotroppaimportanzaallefestedicompleanno.

Comesonovenutoalmondo

Mipiacequandolamammaraccontaquestastoria,perchémifaridereunsacco.Nonèdivertentecomeunabarzelletta,maquandoleicelaraccontaioeViacisganasciamodallerisate.

Dunque,quandoeronellapanciadellamiamammanessunoavevalaminimaideachesareiuscitodalìconl’aspettocheho.LamammaavevaavutoViaquattroanniprimaederastataunaspeciedi“passeggiata al parco” (espressione sua), perciò non c’era stato motivo di fare alcun esameparticolare.Circaduemesiprimadellamianascita,idottorisisonoresicontochec’eraqualcosachenonandavanellamiafaccia,manoncredevanosarebbestatocosìgrave.Disseroamammaepapà che avevo una “palatoschisi” e qualche altra cosa che mi stava spuntando. Parlarono di“piccoleanomalie”.

C’eranodueinfermiereinsalaparto,lanotteincuisonovenutoalmondo.Unaeramoltocarinaedolce.L’altra,adiredellamamma, tuttosembrava trannechecarinaodolce.Avevadellebracciaenormie(quivienelapartedivertente)continuavaascoreggiare.Tipocheportavadelghiaccioallamammaenemollavauna.Lecontrollavalapressioneenemollavaun’altra.

Lamammadicecheeraincredibile,perchéladonnanonsièscusatanemmenounavolta!Inpiù,ilginecologocheseguivalamammanoneradiguardiaquellanotte,perciòeracapitataconquestodottorestrampalatocheleiepapàavevanosoprannominato“Doogie”,dalnomedelprotagonistadiun vecchio programma televisivo, o di un telefilm, non so (ovvio che non lo chiamavano in quelmodo in sua presenza). Ma la mamma dice che, anche se tutti in quella stanza sembravano dicattivoumore,papàhacontinuatoafarlariderepertuttalanotte.

Quandosonouscitodallasuapancia, lamammadicechenellastanzaècalatoimprovvisamenteilsilenzio.Leinonhaavutonemmenomododivedermi,perchél’infermieracarinamihaportatoviainfrettaefuria.Papàlesieraprecipitatodietrotalmentedicorsachelatelecameragliècadutaedèandatainmillepezzi.Epoilamammahacominciatoadagitarsiehacercatodialzarsidallettopercapiredovestesseroandando,mal’infermierascoreggional’habloccataconlesuebraccione.Inpraticastavanolitigando,perchélamammaeradiventataistericaelascoreggionalegridavadistarecalma,epoitutteeduehannoiniziatoastrillareperchiamareildottore.Ma,indovinateunpo’?Luierasvenuto!Lungodistesosulpavimento!Perciò,quando lascoreggionasiè resacontoche il tipoerasvenuto,hacominciatoa tirarglicalcipersvegliarlo,urlandogliaddossocomeunapazza:«Macherazzadidottoresei,eh?Cherazzadimedicosei?Svegliati!Alzati!».Epoi,dipuntoinbianco,avevamollato lascoreggiapiùgrossa,piùrumorosaepiùpuzzolentedellastoriadellescoregge.Lamammapensasiastataquellascoreggiaafartornarefinalmenteinvitaildottore.Inognicaso,quandoraccontaquestastorialamammarecitatuttiiruoli–incluselepartirumorose–ecifasbellicaredalridere!

Lamammadicechelascoreggionasièpoirivelataunadonnamoltogentile.Nonl’halasciatasolaunminuto.Nonsièspostatadalìnemmenodopochepapàètornatoeidottorilihannoinformatidiquanto fossimessomale. Lamamma si ricorda che, quando il dottore le ha detto che con tuttaprobabilitànonsareisopravvissutoallanotte,l’infermieralehabisbigliatoall’orecchio:

«QualunquecreaturadiDiovinceilmondo».1

E ilgiornoseguente,dopocheavevosuperato lanotte,èstataquell’infermieracheha tenuto la

manoallamamma,quandol’hannoportataavedermiperlaprimavolta.

La mamma dice che, a quel punto, di me le avevano detto tutto. Era pronta a incontrarmi. Maraccontaanchechequandohaabbassatolosguardoperlaprimavoltasullamiaminuscolafacciaspappolatatipopoltiglia,tuttoquellocheèriuscitaavedereèquantofosserobelliimieiocchi.Lamamma è stupenda, per inciso. E papà è un bell’uomo. Via è una ragazza carina. Casomai ve lostiatedomandando.

CasadiChristopher

EromoltotristequandoChristopherhatraslocatotreannifa.Avevamotuttieduepiùomenosetteanni.PassavamooreagiocareconipersonaggidiGuerreStellarieaduellareconlesciabolefinte.Mimancatuttoquesto.

LaprimaverascorsasiamoandatifinoaBridgeportatrovareChristopheracasasua.Mentreioeluicercavamoqualcosadamangiarepermerendaincucina,hosentitolamammacheparlavaconLisa,lamammadiChristopher,del fattoche inautunnosareiandatoascuola.Non l’avevomaisentitanemmenonominarelascuolaprimadiallora.

«Dichecosastaiparlando?»lehochiesto.

Lamammamihaguardatosorpresa,comesel’avessibeccataarubarelamarmellata.

«Dovrestidirgliquellochehai inmentedi fare, Isabel» leha fattonotarepapà.Luieradall’altrapartedelsoggiornoaparlareconilpapàdiChristopher.

«Megliochenediscutiamopiùtardi»harispostolamamma.

«No,vogliosaperedichecosastateparlando»hoinsistitoio.

«Nonpensidiessereprontoperlascuola,Auggie?»mihachiestoalloralamamma.

«No»hodetto.

«Nemmenoio»hadettopapà.

«Dunqueècosì,ilcasoèchiuso»hoaggiuntoio,facendospallucce,emisonosedutoinbraccioaleicomeunbambinopiccolo.

«Pensosolochehaibisognodi impararepiùcosediquellechesonoingradodi insegnarti io»haripresolamamma.«Eddai,Auggie,losaichesonoundisastroconlefrazioni!»

«Qualescuola?»hofattoio.Egiàmivenivadapiangere.

«LaBeecherPrep.Quellavicinaacasanostra».

«Uau,èunascuolafantastica,Auggie»hadettoaquelpuntoLisa,dandomiunapaccasulginocchio.

«EperchénonnellascuoladiVia?»hochiesto.

«Troppogrande»harispostolamamma.«Noncredovadabeneperte».

«Nonvoglio»horibadito.Loammetto:l’hodettoconunavoceuntantinoinfantile.

«Nonseicostrettoafarenullachetunonvoglia»èintervenutopapà,avvicinandosieprendendomidallebracciadellamamma.Miha fatto sedere inbraccioa lui, sull’altro latodeldivano.«Non ticostringeremoafarenullachetunonvoglia».

«Peròglifarebbebene,Nate»hadettolamamma.

«Nonseluinonvuole»harispostopapà,guardandomi.«Nonseluinonèpronto».

Hovistolamammarivolgereun’occhiataaLisa,chehaallungatounbraccioperstringerlelamano.

«Trovereteunasoluzione»hadettoallamamma.«Cisietesempreriusciti».

«Parliamonepiùtardiebasta»haconcluso lamamma.Erocertoche leiepapàsisarebberofattiunabellalitigata,piùtardi.Evolevochefossepapàavincerelabattaglia.Sebbeneunapartedimesapessechelamammaavevaragione.Elaveritàècheeradavveroundisastro,conlefrazioni.

Inmacchina

Ilviaggioversocasaèstatolunghissimo.Iomisonoaddormentatosulsedileposteriorecomefacciosempre,latestaingremboaViacomesefosseilmiocuscinoeunasciugamanoavvoltointornoallacinturadisicurezzainmododanonsbavarleaddosso.

AncheViasièaddormentataemammaepapàhannodiscussotranquillamentedicosedagrandidicuiamenonimportavauntubo.

Nonsoquantohodormito,ma,quandomisonosvegliato, fuoridal finestrinosplendevauna lunapiena. Era una notte violetta e stavamo guidando su un’autostrada piena di macchine. E poi hosentitolamammaeilpapàcheparlavanodime.

«Nonpossiamocontinuareaproteggerlo»habisbigliatolamammaalpapàcheeraallaguida.«Nonpossiamofaresemplicementefintachesisveglieràdomattinaechequestanonsaràlasuarealtà,perché lo è ebasta,Nate, enoi dobbiamoaiutarlo a impararea farci i conti.Nonpossiamo solocontinuareaevitarelesituazioniincui…»

«Perciò vorresti mandarlo alla scuola media come un agnello al macello…» l’ha interrotta papàarrabbiato,manonhanemmenofinitolafraseperchésièaccortodallospecchiettoretrovisorechelistavoguardando.

«Checos’èunagnelloalmacello?»hodomandatoassonnato.

«Rimettitiadormire,Auggie»hadettogentilmentepapà.

«Mifisserannotuttiascuola»hodettoio,mettendomitutt’auntrattoapiangere.

«Tesoro»hadettolamamma.Siègirataehaposatounamanosullamia.«Losaichesenontelasentidifarequestacosanonlafarai.Maabbiamoparlatoconilpresidedellascuola,gliabbiamoraccontatoditeealuipiacerebbedavveromoltoincontrarti».

«Echecosagliavresteraccontato,dime?»

«Diquantoseisimpatico,maancheeducatoeintelligente.QuandoglihodettochehailettoDragonRideraseianniluihadettounacosatipo:‘Uau,devoassolutamenteconoscerequestoragazzino’».

«Enongliavetedettonient’altro?»hoinsistito.

Lamammamihasorriso.Quelsuosorrisochemiavvolgevacomeunabbraccio.«Glihodettodelletueoperazioniediquantoseicoraggioso»harisposto.

«Vuoidirechesacheaspettoho?»hodomandato.

«Be’, gli abbiamo portato un po’ delle foto che abbiamo fatto l’estate scorsa a Montauk» èintervenutopapà.«Gliabbiamomostratolefotodituttalafamiglia.Equellagrandeincuitutieniinmanolaplatessasullabarca!»

«C’erianchetu,allora?»

Devoammettere chemi sono sentitounattimo sconcertatoall’idea cheanchepapàavesseavutounaparteinquellafaccenda.

«Gliabbiamoparlatotuttiedue,sì»harispostopapà.«Èunuomodavverosimpatico».

«Tipiacerebbe»haaggiuntolamamma.

Dicolpomisonosentitocomesestesserotuttieduedallastessaparte.

«Aspettateunattimo.Esipuòsaperequandoloavrestevisto?»hochiesto.

«Cihafattofareunavisitaallascuolal’annoscorso»harispostolamamma.

«L’annoscorso?»hofattoio.«Voletedirecheèunannointerocheaveteinmentequestacosaenonmel’avetemaidetto?»

«Non sapevamo nemmeno se ti avrebbero preso» si è giustificata la mamma. «È molto difficileriuscire a entrare in quella scuola. C’è tutta una trafila da fare per l’ammissione, sai. Non horitenutocifossemotivodiparlarteneeinnervosirticonquestastoriainutilmente».

«Peròhairagione,Auggie,avremmodovutodirteloilmesescorsoquandoabbiamosaputocheseistatopreso»haaggiuntopapà.

«Colsennodipoi,»hasospiratolamamma«immaginodisì».

«E quella signora che è venuta a casa nostra l’altra volta, aveva qualcosa a che fare con tuttoquesto?»hochiesto.«Quellachemihafattofaretuttiqueitest».

«Sì,naturalmente»harispostolamammaintonocolpevole.«Sì».

«Tumihaidettochesitrattavasolodiuntestsulquozientediintelligenza,però»lehofattonotare.

«Loso,be’,èstataunabugiabianca»harispostolei.«Erauntestchedovevifareperpoterentrareinquellascuola.Elohaieseguitomoltobene,fral’altro».

«Perciòmihaimentito»hodetto.

«Unabugiabianca,masì.Midispiace»harispostolamammacercandodisorridere,maquandoiononlehosorrisoamiavoltaleisiègiratadinuovodavanti,aguardarelastrada.

«Checos’èunagnelloalmacello?»horipetuto.

Lamammahasospiratoeharivoltoapapàunadiquellesue“occhiate”.

«Nonavreidovutodirlo»harispostopapà,guardandomidallospecchiettoretrovisore.«Nonèvero.Lecosestannocosì:ioelamammativogliamotalmentebenechevorremmoproteggertiintuttiimodi.Solochequalchevoltaognunodinoiduevorrebbefarloinmododiverso».

«Iononcivoglioandareascuola»horibadito,incrociandolebraccia.

«Peròtifarebbebene,Auggie»hadettolamamma.

«Magaril’annoprossimo»hofattoio,guardandofuoridalfinestrino.

«Sarebbemeglio quest’anno, Auggie» ha insistito lamamma. «E lo sai perché? Perché faresti laprimamedia,cheèilprimoannodiunascuoladiversa…pertutti.Ilchevuoldirechenonsarestil’unicoragazzonuovo».

«Sareisemprel’unicoconquestafaccia,però»hodetto.

«Non ti dico che non sarà una grande sfida per te, perché lo sai meglio di me» ha risposto lamamma. «Ma ti farà bene, Auggie. Ti farai un sacco di amici. E imparerai cose che conme nonavrestimaiimparato».Sièvoltatadinuovoaguardarmi.«Quandoabbiamofattolavisitaguidatadellascuola losaichecosaavevanonel laboratoriodiscienze?Unpulcinocheeraappenauscitodall’uovo. Era così carino! In un certo sensomi ha ricordato te appena nato, Auggie… con queigrandiocchimarroni…»

Disolitomipiace,quandoparlanodiquandoeroneonato.Avoltevorreiraggomitolarmicomeunapallinapiccolapiccola e farmi abbracciare e sbaciucchiare.Honostalgiadi quandoeropiccolo eancoranonsapevolecose.Mainquelmomentononerodell’umoregiusto.

«Noncivoglioandare»hodetto.

«Senti, cosa ne pensi di questo: potresti almeno incontrare il signor Kiap, prima di prendere ladecisionedefinitiva,no?»mihachiestolamamma.

«IlsignorKiap?»hofattoio.

«Èilpreside»mihaspiegatolamamma.

«IlsignorKiap?»horipetuto.

«Loso,vabene?»èintervenutopapà,sorridendoeguardandomidallospecchiettoretrovisore.«Tirendi conto?Si chiamaproprio così,Auggie!Vogliodire, chimai almondopotrebbeaccettaredichiamarsisignorKiap?»

Hosorrisoanchesenonvolevochemivedesserosorridere.Papàeral’unicapersonaalmondocheriusciva a farmi ridere anche quando non ne avevo laminima voglia. Papà faceva sempre rideretutti.

«Losai,Auggie,dovrestiandareinquellascuolasolopersentireilsuonomedaglialtoparlanti!»haesclamatopapàconentusiasmo.«Te lo immaginiquantosarebbecomico? ‘Pronto,salve. IlsignorKiapèdesideratonelsuoufficio!’»Stavafacendounavoceinfalsetto,tiposignoraanziana.«‘Oh,salvesignorKiap!Èunpo’unaschiappaoggi,eh?Hatamponatoforse ildidietrodellasuaauto?Oh,nessunoacchiappasfortuneunadietrol’altracomelei!’»

Sonoscoppiatoaridere,nonsoloperchépensavochefossedivertente,maancheperchénoneroinvenaditenereancorailmuso.

«Potrebbeandareanchepeggio,però!»hacontinuatopapàconilsuotonodivocenormale.«Ioelamammaall’universitàavevamounaprofessoressachesichiamavasignorinaCuly».

Anchelamammastavaridendo,aquelpunto.

«Veramente?»hochiesto.

«RobertaCuly»harispostolamamma,alzandolamanocomeselostessegiurando.«BobbieCuly».

«Eavevaunpaiodinatichedavveroenormi»haaggiuntopapà.

«Nate!»haesclamatolamamma.

«Chec’è?Hodettosolocheavevaduenaticheenormi».

Lamammaharisoescossolatestacontemporaneamente.

«Ehi,ehi,hotrovato!»haripresopapàtuttoagitato.«Fissiamogliunappuntamentoalbuio!Ve loimmaginate? La signorina Culy che incontra il signor Kiap. Magari si sposano e sfornano unasquadraditantipiccoliKiappettini».

«Povero signorKiap» ha detto lamamma scuotendo la testa. «Auggie non l’ha nemmeno ancoraconosciuto,Nate!»

«Chi è il signor Kiap?» ha chiesto Via, con la voce ancora impastata di sonno. Si era appenasvegliata.

«Èilpresidedellamianuovascuola»horisposto.

IlsignorKiapèdesiderato

ConoscereilsignorKiapmiavrebbemoltopiùagitato,seavessisaputodidoverincontrareanchealtri ragazzi della nuova scuola. Ma non lo sapevo, perciò, semmai mi scappava da ridere. Nonriuscivoasmetteredipensareatuttelebattutechepapàavevafattoapropositodelsuocognome.Così,quando ioe lamammasiamoarrivatiallaBeecherPrep,qualchesettimanaprimadell’iniziodellascuolaehovistoilsignorKiapcheciaspettava,lìinpiedidavantiall’ingresso,hocominciatoaridacchiarequasisubito.

Non era assolutamente come me l’ero immaginato, però. Pensavo che avesse tipo un sederonegigantesco,inveceno.Alcontrario,erauntizioabbastanzanormale.Altoemagro.Vecchio,manonvecchissimo.Sembravasimpatico.Primahastrettolamanodellamamma.

«Salve,signorKiap,ècosìbellorivederla»hadettolei.«QuestoèmiofiglioAugust».

IlsignorKiapmihaguardatodrittonegliocchi,hasorrisoefattouncennoconlatesta.Poimihaportolamanoperchéglielastringessi.

«Ciao,August»hadettoinuntonoassolutamentenormale.«Èunpiacerefarelatuaconoscenza».

«Salve»hobofonchiato, infilando lamanonella sua,mentre abbassavo lo sguardo sui suoi piedi.Portavadelleadidasrosse.

«Allora…» ha detto lui inginocchiandosi davanti a me, così non vedevo più le sue scarpe daginnasticaederocostrettoaguardarloinfaccia.«Latuamammaeiltuopapàmihannodettounsaccodicosesudite».

«Peresempio?»hofattoio.

«Comehaidetto?»

«Devialzarelatestaquandoparli,tesoro»hadettolamamma.

«Un saccodi cose tipo?»ho chiesto, cercandodi nonbofonchiare.Ammetto di avereuna cattivaabitudinealmugugno.

«Be’, tipo che ti piace leggere, per esempio» ha risposto il signor Kiap. «E che sei un grandeartista».Avevaunpaiodiocchiazzurri con lecigliabianche.«Echeseiappassionatodi scienze,giusto?»

«Ehm…sì»hodettoannuendo.

«Abbiamounpaiodicorsi facoltatividiscienzeallaBeecher»mihadetto ilsignorKiap.«Magaripotrestiiscrivertiauno…»

«Ehm…sì»hodetto,malgradononavessilaminimaideadicosafosseuncorsofacoltativo.

«Allora,prontoafareungirodiispezione?»

«Vuoldireadesso?»hochiesto.

«Credevicheandassimoalcinema?»harispostolui,sorridendomentresialzavainpiedi.

«Nonmiavevidettocheavremmofattoungirodellascuola»hofattonotareallamammanelmiosolitotonoaccusatorio.

«Auggie…»hacominciatolei.

«Andràtuttobene,Auggie»miharassicuratoilsignorKiap,tendendomilamano.«Teloprometto».

Credo volesse prendermi per mano, ma io l’ho data alla mamma, invece. Lui ha sorriso e hacominciatoacamminareversoilportonediingresso.

Lamammamihadatounaleggerastretta,nonsobenesedeltipo“tivogliobene”odeltipo“midispiace”.Probabilmenteunpo’tutteeduelecose.

L’unicaaltrascuolaincuiavevomessopiedeprimadialloraeraquelladiVia,quandosonoandatoinsiemeapapàemammaavederemiasorellacantareaiconcertidifineannoocosedelgenere.Maquestascuolaeramoltodiversa.Erapiùpiccola.Epuzzavadiospedale.

LasimpaticasignoraGarcia

Abbiamoseguito ilsignorKiapper icorridoi.Noncheci fossemoltagente ingiro.Equellapocanon sembrava notarmi affatto, anche se, probabilmente, solo perché nonmi aveva visto.Mentrecamminavamo, cercavo di nascondermi dietro la mamma come potevo. So che può sembrareinfantile,mailfattoècheinquelmomentononmisentivoparticolarmentecoraggioso.

Siamoarrivati a una stanzetta sulla cui porta campeggiava la scritta PRESIDENZA.Dentro c’eraunascrivaniae,sedutadietro,unasignoradall’ariasimpatica.

«Questa è la signora Garcia» ha detto il signor Kiap e lei ha sorriso alla mamma, si è tolta gliocchialiesièalzatadallasedia.

Lamammalehastrettolamanoehadetto:«IsabelPullman,piacerediconoscerla».

«EquestoèAugust»hadettoilsignorKiap.

Lamammahafattounaspeciedipassolaterale,inmodochepotessifarmiavanti.Epoièsuccessaquellacosachehovistosuccedereunmilionedialtrevolte.Quandohoalzatogliocchi sudi lei,quellidellasignoraGarciasisonoabbassatiperunsecondo.Unmovimentotalmenteimpercettibilechenessunaltrosenesarebbeaccorto,vistocheilrestodelvisoèrimastoassolutamenteimmobile.Sfoggiavaunsorrisodavverosmagliante.

«Èunveropiacereconoscerti,August»mihadetto,porgendomilamanoperchéglielastringessi.

«Salve»hodettopiano,dandolelamia,manonvolevoguardarlainfaccia,quindihocontinuatoafissarlegliocchiali,chetenevaappesiaunacatenellaintornoalcollo.

«Uau,chestrettasalda!»hadettolasignoraGarcia.Lasuamanoeracaldissima.

«Ilragazzohaunastrettadimanodakiller»haconcordatoilsignorKiap,etuttisopralamiatestasisonomessiaridere.

«PuoichiamarmisignoraG»hadettolasignoraGarcia.Credostesseparlandoconme,maadessostavostudiandotuttiglioggettichec’eranosullasuascrivania.«Ècosìchemichiamanotutti.‘Hodimenticato lacombinazionedel lucchetto, signoraG’. ‘Hobisognodiunpermessoper il ritardo,signoraG’.‘Vorreicambiarecorsofacoltativo,signoraG’».

«La verità è che è la signoraG che dirige questo posto» ha detto il signorKiap, che ha fatto dinuovorideretuttigliadulti.

«Sonoquituttelemattineallesetteemezzo»haproseguitolasignoraGarcia,sempreguardandomimentre io le fissavo isandalimarroniconpiccoli fioriviolasulle fibbie.«Perciò,sehaibisognodiqualcosa,August,domandaame.Puoichiedermiqualsiasicosa».

«Okay»hobofonchiato.

«Oh, guardate che carinoquel ragazzo»hadetto lamamma, indicandounadelle fotografie sullabachecadellasignoraGarcia.«Èsuofiglio?»

«Santo cielo, no!» ha esclamato la signoraGarcia, facendo un sorriso gigantesco stavolta,moltodiversodalsuosorrisosmagliante.«Mihaappenafattoungranregalo.Inveritàèmionipote».

«Checarino!»hadettolamamma,scuotendolatesta.«Quantianniha?»

«Inquellafotoquasicinquemesi,credo.Maègrandeadesso.Haquasiottoanni!»

«Uau»hadettolamamma,facendodisìconlatestaesorridendo.«Be’,èdavverobellissimo».

«Grazie!» ha detto la signora Garcia, annuendo come se fosse in procinto di aggiungerequalcos’altro sul nipote. Ma poi, di colpo, il suo sorriso è diventato un po’ più piccolo. «Ciprenderemo tutti cura al meglio di August» ha detto alla mamma e ho visto che le ha strettobrevementelamano.Hoguardatolafacciadellamammaedèstatoquelloilmomentoincuimisonoaccortocheeranervosaalmenoquantome.Pensochemisiapiaciuta,lasignoraGarcia…quandononsfoderavaquelsuosorrisosmagliante.

JackWill,JulianeCharlotte

Abbiamo seguito il signor Kiap in una piccola stanza che si apriva di fronte alla scrivania dellasignoraGarcia.Quandoha chiuso la porta del suo ufficio e si è seduto dietro l’enorme tavolo, ilsignorKiapstavadicendoqualcosa,maiononeromoltoattento.Stavostudiandoglioggettisullascrivania.Cosestupende,tipounmappamondochefluttuavaperariaeunaspeciedicubodiRubikfattodipiccolispecchi.

Quell’ufficiomipiacevaunsacco.Mipiacevachesullepareticifosserotuttiqueidisegninicuratiedipintideglistudenti,incorniciaticomesefosseroquadridivalore.

LamammasièsedutasuunasediadavantiallascrivaniadelsignorKiape,malgradocenefosseun’altraaccantoallasua,iohodecisodirestareinpiedivicinoalei.

«ComemaileihaunastanzatuttasuaelasignoraGno?»hodetto.

«Perchéhounufficio,vuoidire?»hachiestoilsignorKiap.

«Hadettocheèleiadirigerequestoposto»glihofattonotare.

«Oh!Be’,inuncertosensostavoscherzando.LasignoraGèlamiaassistente».

«IlsignorKiapèilpresidedellascuolamedia»mihaspiegatolamamma.

«ElachiamanoSignorK?»glihodomandato,cosachelohafattosorridere.

«No» ha detto il signor Kiap, scuotendo la testa. «Nessunomi chiama signor K. Anche se ho lasensazione che mi chiamino in un altro mucchio di modi che nemmeno conosco. Guardiamo larealtà:nonèfacileconvivereconunnomecomeilmio,capiscicheintendo?»

Equidevoammetterechesonoscoppiatoaridere,perchésapevoesattamentechecosaintendevadire.

«MiamammaemiopapàhannoavutounaprofessoressachesichiamavasignorinaCuly»hodetto.

«Auggie!»haesclamatolamamma,mailsignorKiaphariso.

«Diavolo,bruttastoria»hadettoilsignorKiapscuotendolatesta.«Alloraionondovreilamentarmi!Ehi,ascolta,August,eccocosapensochedovremmofareoggi…»

«Maquellaèunazucca?»hochiestoindicandoundisegnoincorniciatodietrolascrivaniadelsignorKiap.

«Auggie,tesoro,noninterrompere»sièintromessalamamma.

«Tipiace?»mihadomandatoilsignorKiap,voltandosiaguardareildipinto.«Ancheame.Eanch’iocredevofosseunazucca,finchélostudentechemel’haregalatomihaspiegatoche,inverità,nonsitrattaaffattodiunazucca.È…nonsoseseiprontoperquesto…unmioritratto!Adessolochiedoate,August:somigliopropriocosìtantoaunazucca?»

«No!» ho risposto, anche se pensavo il contrario. Qualcosa, nel modo in cui le guance glisporgevano in fuori quando sorrideva, lo faceva somigliare un po’ a una di quelle zucche diHalloween.Epropriomentreformulavoquestopensiero,mièvenutoinmentequantofossebuffol’accostamentofralesueguancepaffuteeilsuocognome.Ehocominciatoaridacchiareframeeme.Hoscossolatestaemisonocopertolaboccaconlamano.

IlsignorKiaphasorrisocomesemiavesselettonelpensiero.

Stavoperaggiungerequalcos’altro,maproprioinquelmomentohosentitoaltrevociproveniredafuori: voci di ragazzini. Non sto esagerando, il cuore ha cominciato a battermi come se avessiappena corso la gara più lunga del mondo. E la risata che avevo dentro mi è semplicementetraboccatafuori.

Ilfattoèchequandoeropiccolononavevoproblemiaconoscerealtribambini,perchéancheloroeranopiccoli.Quellocheè forte,deibambinipiccoli,èchenondicono lecosecon l’intenzionediferire,anchesepoilofanno.Èchenonsannoveramentequellochedicono.Iragazzigrandino:lorolo sanno, quello che dicono. E questo non è affatto divertente perme.Una delle ragioni per cuil’annoscorsomisonofattocrescereicapellilunghièchemipiacechelafrangiamicopragliocchi:miaiutaaescluderetuttoquellochenonvogliovedere.

LasignoraGarciahabussatoehafattocapolinoconlatestadadietrolaporta.

«Sonoarrivati,signorKiap»hadetto.

«Chi?»hochiestoio.

«Grazie»harispostoilsignorKiapallasignoraGarcia.«August,hopensatochesarebbestataunabuonaideasetuavessiconosciutoqualcunodeglistudentichesarannoinclassecontequest’anno.Pensochepotrebberoportartiunpo’loroingiroperlascuola,perfartiavereunpo’ilquadrodellasituazione,comesidice».

«Nonvoglioconoscerenessuno»hodettoallamamma.

Tutt’aun tratto il signorKiaperadi fronteame, lemaniposatesullemiespalle.Sièchinato inavanti emi ha sussurratomolto piano all’orecchio: «Andrà tutto bene,August. Sono ragazzini ingamba,teloassicuro».

«Staraibene,Auggie»mihasussurratolamammacontuttelesueforze.

Primacheleipotesseaggiungerequalsiasialtracosa,ilsignorKiaphaapertolaportadell’ufficio.

«Avanti,ragazzi»hadettoesonoentratidueragazzinieunafemmina.

Nessunodeitrehaguardatomeolamamma:sonorimastifermisullasoglia,guardandodrittonegliocchiilsignorKiapcomeselalorovitadipendessedaquesto.

«Molte grazie per essere venuti, ragazzi… soprattutto visto che la scuola comincerà il meseprossimo!»hadettoilsignorKiap.«Avetepassatounabuonaestate?»

Tuttietrehannoannuito,manessunohadettonulla.

«Benone,molto bene» ha detto il signor Kiap. «Dunque, ragazzi, volevo presentarvi August, chequest’annosaràunnuovoalunnodiquestascuola.August,lorosonostatiallievidellaBeecherPrepsin dalla scuola materna, naturalmente stavano nell’edificio della scuola elementare, peròconosconotuttiidettaglidelprogrammadellascuolamedia.E,dalmomentochesaretetuttinellastessa classe, ho pensato che sarebbe stato carino se vi foste conosciuti un po’ prima dell’inizio

dellascuola.Okay?Perciò,ragazzi,questoèAugust.August,luièJackWill».

JackWillmihaguardatoemihatesolamano.Quandogliel’hostretta,luihafattounmezzosorrisoehadetto:«Ciao»esubitodopohaabbassatogliocchimoltoinfretta.

«QuestoèJulian»haproseguitoilsignorKiap.

«Ciao»hadetto Julianeha fattoesattamente la stessa identica cosadi JackWill:mihapreso lamano,sièsforzatodisorridereehaabbassatosubitogliocchi.

«EleièCharlotte»haconclusoilsignorKiap.

Charlotteavevaicapellipiùbiondicheioavessimaivisto.Leinonmihastrettolamano,mamihafattounvelocissimocennodi salutoemiha sorriso. «Ciao,August.Piaceredi conoscerti»mihadetto.

«Ciao»horispostoguardandoinbasso.AipiediavevadelleCrocsdiuncolorverdebrillante.

«Allora»hadetto il signorKiap, congiungendo lemani in una sorta di lento applauso. «Pensavo,ragazzi,chepotresteportareAugustafareunbrevegiroturisticodellascuola.Cominciatedalterzopiano,magari…Ilvostrogruppoclassesiritroveràlì:aula301.Credo.SignoraGarcia,è…»

«Aula301!»hagridatolasignoraGarciadall’altrastanza.

«Aula301» il signorKiapha annuito. «Epoi potetemostrare adAugust i laboratori di scienze el’auladiinformatica.Dopopotetescendereinbibliotecaefarglivedereilteatro,alsecondopiano.Eaccompagnateloancheinmensa,naturalmente».

«Dobbiamoportarloanchenell’auladimusica?»hachiestoJulian.

«Buonaidea,sì»harispostoilsignorKiap.«Suoniqualchestrumento,August?»

«No»horisposto.Noneralamiamateriapreferita,tenutocontochenonpossiedoorecchie.Be’,celeho,veramente,manonhannoesattamentel’aspettodiunnormalepaiodiorecchie.

«Tipiaceràlostessovederel’auladimusica»hadettoilsignorKiap.«Abbiamounaselezionemoltointeressantedistrumentiapercussione».

«Avrestisemprevolutoimparareasuonarelabatteria,August»èintervenutalamamma,cercandodi costringermi a guardarla. Ma i miei occhi, coperti dalla frangia, fissavano ostinatamente unavecchiaciccaappiccicatasottolascrivaniadelsignorKiap.

«Ottimo!D’accordo,perchénonviavviate,ragazzi?»hadettoilsignorKiap.«Solotornatefra…»haguardatolamamma.«Mezz’ora,vabene?»

Credochelamammaabbiafattosegnodisìconlatesta.

«Tuttobeneperte,August?»mihachiestopoiilpreside.

Nonhorisposto.

«Vabene,August?»haripetutolamamma.Aquelpuntol’hoguardata.Volevochevedessequantoeroarrabbiato.Mapoihovistolasuafacciaemisonolimitatoafareuncennoaffermativoconlatesta.Sembravaancorapiùspaventatadime.

Glialtriragazzisisonoavviativersolaporta,perciòlihoseguiti.

«Civediamofraunpo’»hadettolamamma,conlavocediuntonopiùaltadelnormale.Nonlehorisposto.

Ilgiroturistico

Io, Jack Will, Julian e Charlotte abbiamo imboccato un lungo corridoio che portava a un’ampiarampadiscale.Nessunohadettounasolaparola,mentresalivamoalterzopiano.

Quando siamo arrivati in cima alla scala, abbiamo preso un altro corridoio più piccolo su cui siaffacciavanounsaccodiporte.Julianhaapertoquellacontrassegnatadalnumero301.

«Questasaràlanostraclasse»hadetto,standodavantiallaportasemiaperta.«Lanostraprofèlasignora Petosa. Dicono che è okay, quanto meno per i compiti a casa. Ho sentito dire che è

severissimasecel’haipermatematica,però».

«Nonèvero»lohacontraddettoCharlotte.«Miasorellacel’haavutal’annoscorsoehadettocheèsimpaticissima».

«Nonèquellochehosentitodire io»ha insistito Julian.«Macomunque…»harichiuso laportaeabbiamoproseguitolungoilcorridoio.

«Questo invece è il laboratorio di scienze» ha detto quando siamo arrivati davanti alla portasuccessiva. E, proprio come aveva fatto due secondi prima, è rimasto in piedi davanti alla portasemiapertaehacominciatoaparlare.Nonmihaguardatounasolavolta,mentreparlava,ilcheeraokayperché anch’io non lo stavo guardando. «Non si saprà chi è il prof di scienze fino al primogiorno di scuola, ma il meglio sarebbe il signor Haller. Prima insegnava alla scuola elementare.Suonalatubainclasse».

«Èuncorno»hapuntualizzatoCharlotte.

«Èunatuba!»harispostoJulian,chiudendolaporta.

«Ehi,lascialoentrarenell’aulacosìpuòdareun’occhiata»glihadettoJackWill,spingendodaparteJulianespalancandolaporta.

«Entrasevuoi»hadettoJulian.Èstatalaprimavoltaincuimihaguardato.

Hofattospallucceemisonoavvicinatoallaporta.Juliansièspostatomoltorapidamente,comesetemessechepassandogliaccantopotessiaccidentalmentetoccarlo.

«Nonc’èmoltodavedere»hadettoJulian.Ehacominciatoa indicareunmucchiodicosesparseperlastanza.«Quellaèl’incubatrice.Quellagrossacosaneraèlalavagna.Questisonoibanchi.Equelle le sedie. Questi sono i bruciatori col becco. Questo un grosso manifesto di argomentoscientifico.Questoèilgesso.Equestoilcancellino».

«SonosicuracheAugustsachecos’èuncancellino»èintervenutaCharlotte,conuntonochemiharicordatoVia.

«Eiocomefaccioasaperequellochesa?»harispostoJulian.«IlsignorKiaphadettochenonhamaimessopiedeinunascuolaprimad’ora».

«Losaichecos’èuncancellino,vero?»mihadomandatoCharlotte.Ammettochemisentivocosìnervosochenonsapevocosadireofare,senonfissareilpavimento.

«Ehi,saiparlare?»mihachiestoJackWill.

«Sì»hoannuito.Nonavevoancoraguardatoinfaccianessuno,nondirettamente.

«Losaichecos’èuncancellino,vero?»haripetutoJackWill.

«Macerto!»hofarfugliato.

«Te l’avevodettochenonc’eranientedavederequidentro»haconcluso Julian,conun’alzatadispalle.

«Hounadomanda…»hodetto,cercandodimantenerelavoceferma.«Cosavuoldire,esattamente,“lanostraclasse”?Ècomeunamateria?»

«No,èsemplicementeilgruppodeicompagniconcuistudi»mihaspiegatoCharlotte,ignorandoilsorrisettocompiaciutodiJulian.«Tipoilpostodovetiritroviconlorotuttelemattinequandoarriviascuolaedovelatuainsegnantediclassefal’appelloerobadelgenere.Inuncertosenso,èlatuaaulapiùimportante,anchesenonèesattamenteunaclasse.Vogliodireèunaclassesì,ma…»

«Credoabbiacapito,Charlotte»èintervenutoJackWill.

«Haicapito?»mihachiestoCharlotte.

«Sì»hoannuito.

«Okay,andiamo»hadettoJackWilluscendodall’aula.

«Aspetta,Jack,cièstatodettodirispondereallesuedomande»glihafattonotareCharlotte.

Mentre si voltava, JackWill ha alzato un attimo gli occhi al cielo. «Hai altre domande?» mi hachiesto.

«Ehm,no»horisposto.«Oh,be’,veramentesì.TichiamiJackoJackWill?»

«Jackèilmionomedibattesimo.EWillilmiocognome».

«Oh,perchéilsignorKiaptihapresentatocomeJackWill,cosìpensavo…»

«Ah!CredevichesichiamasseJackwill!»harisoJulian.

«Già,alcunimichiamanoconilmionomeecognome»hadettoJack,alzandolespalle.«Nonlosoperché.Comunque:possiamoandare,adesso?»

«Andiamoalteatro»hadettoCharlotte,facendocistradafuoridellaboratoriodiscienze.«Èforte.Tipiacerà,August».

Ilteatro

Charlottenonhapraticamentesmessounattimodiparlare,mentrescendevamoalsecondopiano.Stava descrivendo la commedia che avevanomesso in scena l’anno prima, che eraOliver!. E leiavevarecitatoneipannidiOliver,ancheseeraunafemmina.Mentremeloraccontava,haspintoleantediunadoppiaportachesiaffacciavasuun immensoauditorium.All’estremitàoppostadellagrandeaulac’eraunpalco.

Charlottehacominciatoasaltellareversoilpalco.Julianleècorsodietroepoi,ametàcorridoio,sièvoltatoversodime.

«Forza,vieni!»hagridato,facendomicennodiseguirlo,cosachehofatto.

«Cisarannostatecentinaiadipersonenelpubblicoquellasera»haproseguitoCharlotteemicièvoluto un attimo per realizzare che stava ancora parlando diOliver!. «Ero così nervosa. Dovevorecitareunbelpo’dibattute.Epoic’eranotuttequellecanzonidacantare.Èstataveramente,maveramentedura!»

Sebbenestesseparlandoconme,nonmiguardavamolto.

«La sera della prima imiei genitori erano in fondissimo all’auditorium, tipo laggiù dove sta Jackadesso,ma quando le luci sono spente non si vede fin laggiù. Perciò io ho fatto una scena tipo:‘Dove sono i miei genitori? Dove sono i miei genitori?’. E allora il signor Resnick, il nostroinsegnante di recitazione dello scorso anno, ha detto: ‘Charlotte, smettila con queste tue arie dadiva!’.Eiohodettoqualcosatipo:‘Okay!’.Eallafinesonoriuscitaavederli,imieigenitori,ederofelicissima.Nonmisonoscordatanemmenounabattuta».

Mentreleiparlava,misonoaccortocheJulianmifissavaconlacodadell’occhio.Unacosachelepersonefannopiuttostospessoconme.Credonocheiononsappiachemistannofissando,maiolocapiscodacom’èinclinatalatesta.MisonogiratopervederedovefosseandatoJack.Erarimastoinfondoall’auditorium,comesefosseannoiato.

«Facciamounospettacolotuttiglianni»mihaspiegatoCharlotte.

«Non penso ci tenga particolarmente a prender parte allo spettacolo della scuola, Charlotte» hadettoJulianintonosarcastico.

«Puoi farpartedello spettacolo senzaessereveramente “nello” spettacolo»ha rispostoCharlotteguardandome.«Puoioccupartidelleluci.Odipingerelescenografie».

«Oh,già,uau»hafattoJulianschioccandoleditainaria.

«Ma non sei obbligato a scegliere il corso di recitazione, se non ti va» ha detto Charlotte conun’alzatadispalle.«Cisonoancheballo,ilcoroolabanda.Eilcorsodidirettore».

«Soloifessifannoquellodidirettore»l’hainterrottaJulian.

«Seitalmenteodioso,Julian!»èsbottataCharlotte,cosachelohafattoridere.

«Sceglieròilcorsodiscienze»hodetto.

«Forte!»hacommentatoCharlotte.

Julianmi ha guardato dritto negli occhi: «Il corso di scienze è riputato il più difficile» ha detto.«Senzaoffesa,masenonseimai,maistatoascuola,comefaiapensarediesseretutt’auntrattoabbastanzaintelligentedaiscrivertialcorsodiscienze?Nelsenso:haimaistudiatoscienzeprimad’ora?Intendoscienzevere,nonquellechesifannopergiococonquellescatolechetiregalano».

«Sì»hoannuito.

«Guardachehapresolezioniacasa,Julian!»hadettoCharlotte.

«Vuoidirecheeranoiprofessoriavenireacasatua?»hachiestoJuliansconcertato.

«No,erasuamammacheglifacevalezione!»glihaspiegatoCharlotte.

«Fal’insegnante?»hachiestoJulian.

«Tuamammaèunaprofessoressa?»haripetutoCharlotte,rivolgendosiame.

«No»horisposto.

«Ecosìnonèunaverainsegnante!»haconclusoJulian,comesequestocomprovasseilsuopuntodivista.«Eraquestocheintendevo.Comefaainsegnarescienzeseriamenteunachedimestierenonfal’insegnante?»

«Sonosicurachecelafarai»hadettoCharlotteguardandomi.

«Andiamoallabibliotecaadesso»hagridatoJack,cheaquelpuntosembravaparecchioinfastidito.

«Perché tieni i capelli così lunghi?» mi ha domandato Julian. Dal tono, pareva che la cosa lodisturbasse.

Nonsapevochecosadire,perciòmisonolimitatoaun’alzatadispalle.

«Possofartiunadomanda?»hadettolui.

Hofattospallucce.Nonmeneavevaforseappenafattauna?

«Che è successo alla tua faccia? Voglio dire: sei rimasto imprigionato in un incendio o roba delgenere?»

«Julian,seicosìmaleducato!»èintervenutaCharlotte.

«Non sonomaleducato» ha ribattuto Julian. «Stavo solo facendo una domanda. Il signorKiap hadettochepotevamofarglidelledomandeanchenoi,sevolevamo».

«Ma non domandemaleducate come questa» ha insistito Charlotte. «E poi, lui ci è nato così. ÈquellochecihaspiegatoilsignorKiap.Matunonlostaviascoltando,vero?»

«Lostavoascoltandoinvece!»haribattutoJulian.«Solopensavochepotesseessersianchetrovatoinunincendio».

«Cavolo,Julian»hadettoJack.«Sta’zittoebasta».

«Sta’zittotu!»hastrillatoJulian.

«Forza,August»hadettoJack.«Andiamoallabiblioteca,dai».

MisonoincamminatoversoJackel’hoseguitofuoridell’auditorium.Tenevaaperteledoppieportepermee,mentreleoltrepassavo,mihaguardatodrittoinfaccia,comepersfidarmiaricambiareilsuosguardo,cosachehofatto.Epoi,misonoritrovatoasorridere.Nonloso.Avoltemicapitadisentirechestoperpiangereeunattimodopoquellastessasensazionesitrasformainunaspeciedirisata.Èquellochedev’essermisuccessoinquelmomento,perchéhosorrisoquasicomesestessipermettermiaridere. Il fattoèche,perviadellamia faccia, lagentechenonmiconoscemoltobenenonsemprecapiscechestosorridendo.Lamiaboccanonsisollevaagliangolicomefannolebocchedellealtrepersone.Miattraversasemplicementelafacciadaunaparteall’altra.Ma,inunmodoonell’altro,JackWilldeveavercapitochegliavevosorriso.Emihasorrisoasuavolta.

«Julianèuncretino»mihabisbigliatoprimacheJulianeCharlotteciraggiungessero.«Però,caromio, sarà meglio che tu dica qualcosa». Lo ha detto seriamente, come se volesse aiutarmi. Hoannuito,mentrearrivavanoancheJulianeCharlotte.Siamorimastituttizittiperunsecondo,tuttiequattrotipofacendodisìconlatesta,afissareilpavimento.Poi,iohoalzatolosguardosuJulian.

«Sidicereputato,comunque»hodetto.

«Madichestaiparlando?»

«Prima,haidettoriputato»glihofattonotare.

«Nonèvero!»

«Sì invece» ha confermato Charlotte. «Hai proprio detto: ‘il corso di scienze è riputato il piùdifficile’.Tihosentito».

«Nonèaffattovero»hainsistitoJulian.

«Vabbe’basta,ora»èintervenutoJack.«Andiamo».

«Sì, andiamo e basta» ha concordato Charlotte, seguendo Jack giù per le scale. Ho fatto perseguirla,maJulianmihatagliatolastradamettendosidimezzoeperpocononmihafattoruzzolareall’indietro.

«Ops,midispiace!»hadetto.

Madalmodoincuimihaguardato,sonosicurochenonglifossedispiaciutonemmenounpo’.

Ilpatto

Quandosiamotornatinell’ufficio,lamammaeilsignorKiapstavanoparlando.LasignoraGarciaèstata la prima a vederci e, mentre entravamo nella stanza, ha cominciato a sfoderare quel suosorrisosmagliante.

«Allora,checosanepensi,August?Tièpiaciutoquellochehaivisto?»mihachiesto.

«Sì»hoannuito,cercandolamammaconlosguardo.

Jack, Julian eCharlotte stavano inpiedi vicino alla porta, non sapendobenedove andare o se cifosseancorabisognodiloro.Misonodomandatocos’altroglierastatodettosulmioconto,primachemiincontrassero.

«Haivistoilpulcino?»mihadomandatolamamma.

MentrescuotevolatestainsegnodidiniegoèintervenutoJulian.«Staparlandodeipulcinichecisononellaboratoriodiscienze?Vengonodonatiaunafattoriaallafinediogniannoscolastico».

«Oh»hafattolamamma,delusa.

«Maseneschiudonodinuoviogniannoascienze»haaggiuntoJulian.«PerciòAugustpotràvederlidinuovoaprimavera».

«Oh,bene»hadettolamamma,lanciandomiun’occhiata.«Eranotalmentecarini,August».

Hodesideratocontuttelemieforzechenonmiparlassecomeaunbambinopiccolodavantiatutti.

«Allora,August,»hadettoilsignorKiap«tihannofattofareungiroabbastanzaesaustivo,iragazziqui, o desideri vedere qualcos’altro?Mi sono reso conto che non ho detto dimostrarti anche lapalestra».

«Perònoiloabbiamofatto,signorKiap»hadettoJulian.

«Moltobene!»hadettoilsignorKiap.

«Eioglihoraccontatodellospettacolodellascuolaedialcunicorsifacoltativi»hadettoCharlotte.«Oh,no!»haesclamatoall’improvviso.«Cisiamodimenticatidimostrargliillaboratoriodiarte!»

«Nonfaniente»hadettoilsignorKiap.

«Peròsiamosempreintempoafarglielovedereadesso»sièoffertaCharlotte.

«Ma non dobbiamo andare a prendere Via fra poco?» ho chiesto alla mamma. Era il segnaleconvenutopercomunicarlechevolevoandarmene.

«Oh,hairagione»hadettolamamma,alzandosiinpiedi.Hointuitochefacevafintadicontrollare

l’orasull’orologio.«Scusatecitutti,hopersolanozionedeltempo.Dobbiamoandareaprenderemiafigliaallasuanuovascuola.Stafacendoungirodiperlustrazione,oggi».

Quest’ultimanoneraunabugia: ancheViaquel giorno stava esplorando la suanuova scuola. Lapartedellabugiaerachedovevamoandareariprenderla,cosachenoneravera.Sarebbetornataacasaconpapàpiùtardi.

«Edovevaascuola?»hachiestoilsignorKiap,alzandosianchelui.

«AndràalliceoFaulknerilprossimoautunno».

«Uau,nonèfacileentrareinquellascuola.Complimenti!»

«Grazie»haribattutolamamma,annuendo.«Èunviaggioarrivarci,però:deveprenderelametroAper l’Ottantaseiesima,poi ilbuscheattraversa tutta lacittà finoall’EastSide. Inquestomodocivuolecircaun’ora,mentreconl’autosarebberosoloquindiciminuti».

«Nevarràlapena.ConoscounpaiodiragazzichesonoriuscitiaentrareallaFaulkneresonomoltocontenti»hadettoilsignorKiap.

«Dobbiamoproprioandareora,mamma»hodetto,tirandolaperlaborsetta.

Dopodichéabbiamorivoltoatuttiunsalutogentile,mafrettoloso.CredocheilsignorKiapfosseunpo’sorpresodelfattocheavessimodecisodiandarcenecosìall’improvvisoesubitodopomisonochiestosenonavrebbedatolacolpaaJackeCharlotte,ancheseinveritàerastatosoltantoJulianquellochemiavevafattosentireadisagio.

«Sonostatituttimoltocariniconme»misonopremuratodidirealsignorKiapprimadiuscire.

«Nonvedol’oradiaverticomestudente»hadettoilsignorKiap,dandomiunapaccasullaschiena.

«Arrivederci»hodettoaJack,CharlotteeJulian,manon lihoguardati,o forsenonhonemmenoalzatolatestafinchénonsiamostatifuoridall’edificio.

Casa

Nonappenasiamostatiadalmenomezzo isolatodallascuola, lamammamihachiesto:«Allora…com’èandata?Tièpiaciuta?».

«Nonancora,mamma.Quandosiamoacasa»horisposto.

Ma nell’attimo stesso in cui abbiamo messo piede in casa sono corso in camera mia e mi sonobuttatosulletto.Eroquasisicurochelamammanoncapissecosamistavasuccedendoeinrealtànonlosapevonemmenoio.Misentivomoltotriste,maunbricioloanchefelice,tipoancoraquellasensazionedipianto-riso.

Ilmio caneDaisymi ha seguito in cameramia, è saltato sul letto e ha cominciato a leccarmi lafaccia.

«Chièlamiapreferita,qui,eh?»lehodettoconlamiavocedapapà.«Chièilcanepiùbravodelmondo?»

«Va tutto bene, tesoro?» mi ha chiesto la mamma. Voleva sedersi di fianco a me ma Daisymonopolizzava il letto.«Scusa,Daisy».Lamammasièseduta,spostando ilcane.«Nonsonostaticarinicontequeiragazzi,Auggie?»

«Oh,no»hofattoio,dicendosolounamezzabugia.«Sonostatiokay».

«Masonostatigentili?IlsignorKiapnonhafattocheripetermituttoiltempocheragazzisimpaticisono».

«Già»hoannuito,mahocontinuatoaguardareDaisybaciandole ilnasoesfregandole l’orecchio,finchélazampaposteriorenonhafattoquelpiccolomovimentotipograttarsivialepulci.

«Quelragazzino,Julian,sembravapropriogentile»hadettolamamma.

«Oh,no, luiera ilmenosimpatico.Mièpiaciuto Jack,però.Lui sì cheèstatocarino.CredevosichiamasseJackWill,invecesichiamasoloJack».

«Aspetta,forseliconfondo.Chieraquellocoicapellineripettinatiinavanti?»

«Julian».

«Enonèstatogentile?»

«No,nonloèstato».

«Oh» la mamma ci ha pensato su un secondo. «Okay, allora è quel genere di ragazzo che sicomportainunmodocongliadultieinunaltroconiragazzi…»

«Già,pensodisì».

«Ah,nonlisopporto,quellicomelui»harispostolamamma,annuendo.

«Mihaanchechiesto:‘Allora,August,cheèsuccessoallatuafaccia?’»hoaggiunto,fissandoDaisytuttoiltempo.«‘Seirimastoimprigionatoinunincendioorobadelgenere?’»

La mamma non ha detto nulla. Ma quando ho alzato gli occhi per guardarla ho visto che erasconvolta.

«Nonl’hadettoinmodocattivo»misonoaffrettatoarassicurarla.«Volevasolosapere».

Lamammahafattosegnodisìconlatesta.

«Però Jack mi è proprio piaciuto» ho ribadito. «Lui ha detto: ‘Ma sta’ un po’ zitto, Julian!’ eCharlotte:‘Seiungranmaleducato,Julian!’».

Lamammahaannuitodinuovo.Sièpremutaleditacontrolafrontecomesevolessescacciareunmalditesta.

«Midispiacetanto,Auggie»hadettopiano.Avevaleguancediunrossoacceso.

«No,vatuttobene,mamma,davvero».

«Nondeviandarciperforzaascuolasenontelasenti,tesoro».

«Maiovoglio».

«Auggie…»

«Davvero,mamma.Voglioandarci».

Enoneraunabugia.

Fifadaprimogiorno

D’accordo, lo ammetto: il mio primo giorno di scuola non avevo la tremarella, ero proprioterrorizzato!Anchemammaepapàdovevanoessereunpo’agitati,masisonocomportaticomesefosserosolofeliciperme,facendofotoameeaViaprimadiusciredicasa,vistocheancheperleierailprimogiornoinunascuolanuova.

Finoaqualchegiornoprimanoneravamoancorapernientesicurichesareiandatoascuola.DopoilmiogiroturisticoallaBeecherPrep,mammaepapàsieranoscambiatiiruoli.Adessolamammaeraquellachedicevachenoncidovevoandare,mentreilpapàdicevachedovevo.

Papàmiavevadettocheeramoltoorgogliosodicomeavevogestito la faccendacon Julianechestavo trasformandomi in un uomo tutto di un pezzo. E l’ho sentito dire allamamma che adessopensavacheavevaavutoragionelei.Malamamma,nesonoquasicerto,nonerapiùmoltosicura.Equando ilpapà lehadettoche luieViavolevanoaccompagnareanchemea scuola,quelgiorno,datoche lamiascuolaèdistradaperandareaprendere lametropolitana, lamammamièparsamoltosollevatadelfattochesaremmoandatituttiinsieme.Eanch’io,credo.

AncheselaBeecherPrepsitrovaasolipochiisolatidacasamia,erostatoinquellazonasolounpaio di volte prima di allora. In generale cerco di evitare i posti con troppi ragazzi in giro. Nelnostro isolato mi conoscono tutti e io conosco tutti. Conosco ogni singolo mattone, ogni troncod’alberoeognifessuradelmarciapiede.ConoscolasignoraGrimaldi,quellachestasempresedutaalla finestra, e il vecchio che va su e giù per la via fischiando come un uccellino. Conosco larosticceriaall’angolo,dovelamammacicompraibagel,elecamerieredelcaffè,chemichiamanotutte“dolcezza”emiregalanounlecca-leccaognivoltachemivedono.

Mipiaceilmioquartiere,NorthRiverHeights,cheèpoiilmotivopercuimisentivocosìstranitoa

camminareinquellestrade,comesetuttomifosseimprovvisamentenuovo.AmesfortAvenue,unastrada che ho percorso un milione di volte, per una qualche strana ragione mi sembravacompletamentediversa.Pienadigente chenonavevomai vistoprima, cheaspettava l’autobusospingeva il passeggino. Abbiamo attraversato Amesfort Avenue e svoltato in Heights Place: Viacamminava di fianco a me come sempre, mentre mamma e papà stavano dietro di noi. Appenagiratol’angolo,abbiamovistotuttiiragazzidavantiallascuola:centinaia,cheparlavanofraloroapiccoli gruppi, ridevano o stavano lì ad aspettare insieme ai genitori, intenti a loro volta achiacchierareconaltrigenitori.Hotenutolatestachina.

«Guardachesonotuttinervosiesattamentecomete»mihasussurratoViaall’orecchio.«Ricordaticheèilprimogiornodiscuolapertutti.Okay?»

IlsignorKiapstavasalutandostudentiegenitoridavantiall’ingressodellascuola.

Devo ammetterlo: sino a quel momento non era accaduto niente di male. Non avevo beccatonessunochemiavessefissatoenemmenonotato.Solounavoltahoalzatogliocchiehovistodelleragazze che guardavano dalla mia parte e bisbigliavano qualcosa mettendosi la mano a coppadavanti alla bocca, ma quando si sono accorte che le stavo guardando anch’io si sono voltatedall’altraparte.

Siamoarrivatidavantiall’ingressoprincipaledellascuola.

«Okay,cisiamo,ragazzomio»hadettopapà,posandomilemanisullespalle.

«Buon primo giorno di scuola. Ti voglio bene» ha detto Via, dandomi un grande bacio e unabbraccio.

«Ancheate»horisposto.

«Tivogliobene,Auggie»haaggiuntopapàabbracciandomi.

«Ciao».

Lamammamihaabbracciato,maeroquasisicurochestesseperscoppiareapiangere,cosachemiavrebbeimbarazzatoterribilmente,perciòmisonolimitatoastringerlaconforza,hogiratoitacchiesonosparitoall’internodellascuola.

Lucchetti

Sonoandatodrittofilatoall’aula301alterzopiano.Adessoerocontentodiaverfattoquelgirettoturistico della scuola, perché almeno sapevo esattamente dove andare e non ho dovuto alzare latestanemmenounavolta.Misonoresocontocheadessoqualcheragazzomifissavainquelmodo“speciale”.Ehomessoinattoquellamiatatticadel“facciofintachenonsiacosì”.

Sonoentratoinclassee,mentretuttiiragazzicominciavanoasedersineivaribanchi,l’insegnantestavagiàscrivendoqualcosaallalavagna.Ibanchieranodispostiinpiùfileasemicerchio,perciòneho scelto uno nel mezzo e abbastanza indietro, cosa che ho pensato avrebbe reso più difficilefissarmi. Tenevo ancora il capo chino, cercando solo di sbirciare da sotto la frangia per vedere ipiedideimieicompagni.Quandoibanchihannocominciatoariempirsimisonoaccortochenessunosi sedeva vicino ame. Un paio di volte qualcuno ha fatto per sedersi, ma poi ha cambiato ideaall’ultimominutoesièsedutodaqualchealtraparte.

«Ehi,August».EraCharlotte,chemirivolgeva il suopiccolocennodisalutocon lamanomentreprendevapostoinunbancoinprimafila.Perchémaiunodecidedimettersidavanti,poi,iopropriononlocapisco.

«Ciao»hofattoio,rispondendoleconuncennodisalutodellatesta.PoihonotatocheJuliansistavasedendoqualchesediapiùinlàestavaparlandoconaltriragazzi.Sochemihavisto,manonmihanemmenosalutato.

All’improvvisoqualcunosièsedutovicinoame.EraJackWill.Jack.

«Comeva»hafattolui,facendouncennodelcaponellamiadirezione.

«Ehi,Jack»hofattoiosalutandoloconlamano,cosadicuimisonopentitounsecondodopo,perchémièsembratoungestomoltoinfantile.

«D’accordo,ragazzi,sedetevi,tutti!»hadettol’insegnante,oragirataversodinoi.Avevascrittoallalavagnailproprionome:signoraPetosa.«Trovatetuttiunpostodovesedervi,perfavore.Entrate»

hadettoaunpaiodiragazzicheavevanoappenamessopiedenell’aula.«C’èunpostoquieunaltrolaggiù».

Nonmiavevaancoravisto.

«Adesso,perprimacosavogliochesmettiatediparlaree…»

Adessomiavevavisto.

«…posiateilvostrozainoaterraevicalmiate».

Aveva esitato solo per unmilionesimo di secondo,ma sarei stato in grado di dire con esattezzal’istanteincuimiavevanotato.Comehogiàdetto:cisonoabituato.

«Orafarò l’appelloe lapiantinadeibanchi»haproseguito lasignoraPetosa,sedendosisulbordodellacattedra.Vicinoa leic’eranotrefileordinatedicartellineasoffietto.«Quandovichiamo,vialzateeioviconsegneròunacartellettaconsuscrittoilvostronome.Contieneilvostroorarioelacombinazionedellucchettodelvostroarmadietto,chenondovretecercarediaprirefinchénonvelodicoio.Ilvostronumerodiarmadiettoèscrittosulfogliodell’orario.Fateattenzioneperchéalcuniarmadiettinonsonoaccantoallaclasse,ma lungo ilcorridoioe,primachequalcunopossaanchesolopensaredidomandarmelo,no,nonpotetefarescambiodiarmadiettoenemmenodilucchettoecombinazione. Poi, se ci resterà ancora un po’ di tempo, cercheremo di conoscerci tutti un po’meglio,d’accordo?D’accordo».

Hapresoilregistrocheeraappoggiatosullacattedraehacominciatoaleggereinomiavocealta.

«D’accordo,allora,JulianAlbans?»hadettoalzandogliocchi.

Julianhaalzatolamanoehadetto:«Presente!»nellostessomomento.

«Ciao, Julian»hadetto laprofessoressa,annotandoqualcosasullasuapiantinadeibanchi.Poihapreso laprimadelle cartellineegliel’haporta. «Vieni aprendertela»hadetto in tono sbrigativo.Juliansièalzatoehapresolasuacartellina.«XimenaChin?»

Amanoamanochespuntavainomi,laprofessoressaconsegnavaaciascunolapropriacartellina.Mentre proseguiva con l’elenco, ho notato che la sedia accanto ame era l’unica rimasta vuota,anchesec’eranodueragazzisedutiinunbancosingoloqualchepostopiùinlà.Quandolaprofhachiamatounodeidue,untipogrossodinomeHenryJoplinchesembravagiàunodelliceo,hadetto:«C’èunpostovuotolaggiù,Henry.Vaiasedertilì,vabene?».

Gli ha consegnato la sua cartellina e intanto indicava il banco vicino al mio. Senza bisogno diguardarlo,hocapitocheHenrynonvolevaspostarsivicinoamedalmodoincuitrascinavalozainosul pavimento mentre si avvicinava, come se si stesse muovendo al rallentatore. Dopodiché, hapiazzatolozainoinpiedisullatodestrodelbanco,dimodochecifosseunabarrieratrailsuobancoeilmio.

«MayaMarkowitz?»stavadicendolasignoraPetosa.

«Presente»hadettounaragazzacircaquattrobanchidavanti.

«MilesNoury?»

«Presente»hadettoilragazzinocheprimaerasedutoinsiemeaHenryJoplin.Mentreritornavaalpropriobanco,misonoaccortochelanciavaun’occhiatadeltipo“poveretto!”aHenry.

«AugustPullman?»hadettolasignoraPetosa.

«Presente»hodettopiano,alzandolamanosenzaslancio.

«Ciao, August» ha detto l’insegnante, facendomi un grande sorrisomentre andavo a prendere lamiacartellina.Perqueipochisecondiincuisonorimastoinpiedidavantiallaclasse,mièsembratodisentiregliocchidituttichemitrafiggevanolaschienae,mentretornavoalbanco,tuttihannoabbassato lo sguardo.Una volta seduto ho resistito alla tentazione di girare la combinazione dellucchetto,ancheselostavanofacendotutti,perchélaprofavevadettoesplicitamentedinonfarlo.Me la cavavo già abbastanza bene ad aprire lucchetti, in ogni caso, perché li ho usati per labicicletta.Henrycontinuavaacercarediaprireilsuo,manonciriusciva.Cosachelostavafacendoinnervosireeimprecareabassavoce.

LasignoraPetosahachiamatoinomichemancavano.L’ultimoeraJackWill.

Dopoaver dato anche a lui la sua cartella la prof ha detto: «D’accordo, allora, scrivetevi tutti lacombinazionedelvostrolucchettoinunpostosicurochenonvidimenticherete,vabene?Masevelodimenticate,cosachesuccedetrevoltesudueognisemestre,lasignoraGarciahaunelencoditutti i numeri delle combinazioni. Adesso forza, tirate fuori dalla cartellina il vostro lucchetto edesercitateviperqualcheminutoadaprirlo,anchesesochealcunidivoimihannoprecedutoe lohannogiàfatto».Mentrelodiceva,haguardatoHenry.«Enelfrattempo,ioviracconteròqualcosinasudime.E voi ragazzi potrete raccontarmiqualcosa sudi voi inmodoche, ehm, cercheremodiconoscerciunpo’tuttiquanti.Vabene?Bene».

LasignoraPetosahasorrisoallaclasse,anchesemièsembratochestessesorridendosoprattuttoame.Noneraunodiquei sorrisi smaglianti, stile signoraGarcia,maun sorrisonormale, comesequellochevolevaveramentefarefosseproprioquesto:sorridermi.Avevaunaspettomoltodiversoda quello che mi ero messo in testa dovessero avere i professori. Ero convinto che dovessesomigliare a una tipo la signorina Fowl di Jimmy Neutron: una vecchia signora con un grossochignonsullatesta.

Invece,lasignoraPetosaassomigliavaaMonMothmadiGuerreStellari-QuartoEpisodio:tagliodicapelliallamaschiettoeampiacamiciabiancatipotunica.

Laprofsiègirataehacominciatoascriverequalcosaallalavagna.

Henry non riusciva ancora ad aprire il suo lucchetto e si irritava sempre di più ogni volta chequalcunaltroriuscivaafarscattareilproprio.Masièseccatodavvero,quandoiosonoriuscitoadaprireilmioalprimotentativo.Lacosadivertenteèche,senonavessemessoilsuozainoinmezzo,quasicertamenteiomisareioffertodiaiutarlo.

Inclasse

AquelpuntolasignoraPetosaciharaccontatounpo’chiera.Cosenoiosetipodadovevenivaedicomeavessedesideratodasempre fare l’insegnanteeavesse lasciato il suo lavoroaWallStreet,circa sei anni prima, per inseguire il suo “sogno” e insegnare ai ragazzi.Ha finito chiedendo sequalcunoavessedomandedafarleeJulianhaalzatolamano.

«Sì…»laprofhadovutoguardarel’elencoperricordarsiilsuonome.«Julian».

«Forte,questacosadicomeleihainseguitoilsuosogno»hadettolui.

«Grazie!»

«Prego!»Julianhasorriso,tuttocompiaciutodisé.

«Vabene,perchénonci dici qualcosa sudi te, Julian?Anzi, ecco cosa vi chiedodi fare.Ognunopensi a due cose di sé che vuole far sapere agli altri.No, aspettate: quanti di voi vengono dallascuolaelementareBeecher?»

Circametàdeiragazzidellaclassehaalzatolamano.

«Okay,perciòalcunidi voi si conosconogià.Magli altri, immagino, sononuovi inquesta scuola,giusto?Bene,allorapensatetuttiaduecosechevoleteglialtrisappianodivoi…eseconoscetegiàqualcuno,provateapensareaqualcosasudivoicheancoragli

altrinonsanno.D’accordo?Vabene.CominciamodaJulian,allora,efacciamoilgirodellaclasse».

Julian ha aggrottato la fronte e ha cominciato a tamburellare con le dita, come se fosse moltoconcentrato.

«Bene,quandoseipronto»hadettolasignoraPetosa.

«Dunque,laprimacosaèche…»

«Unfavore,cominciatecolripetereilvostronome,d’accordo?»lohainterrottolaprof.«Miaiuteràaricordarlitutti».

«Oh,okay.MichiamoJulian.Elacosanumerounochevorreidireatuttisudimeèche…hoappenaricevutoBattlegroundMysticperlaWiiedèassolutamentefantastico.Elacosanumerodueèchequest’estateabbiamocompratountavolodaping-pong».

«Molto bene, mi piace il ping-pong» ha detto la signora Petosa. «Bene, e tu cosa ci dici…» haindicatoCharlotte,probabilmenteperchéilsuobancoerailpiùvicino.

«Oh,certo»Charlottenonhaavutonemmenounattimodiesitazione,comesesapesseesattamenteche cosa voleva dire. «Mi chiamo Charlotte. Ho due sorelle e in luglio ci hanno regalato unacucciolachesichiamaSuki.L’abbiamopresainuncanileedèveramenteunamore!»

«Fantastico,Charlotte,grazie»hadettolasignoraPetosa.«Bene,allora,chièilprossimo?»

Agnelloalmacello

Comeunagnelloalmacello:Sidicediqualcunochevainunpostoconlatranquillitàdichinonsacheinquelpostogliaccadràqualcosadimoltospiacevole.

SonoandatosuGoogleierisera.EderaesattamenteaquestochestavopensandoquandolasignoraPetosahafattoilmionomee,tutt’auntratto,èarrivatoilmioturnodiparlare.

«MichiamoAugust»hodetto,esì,l’hodettobofonchiandounpo’.

«Come?»hafattoqualcuno.

«Puoiparlareunpo’piùforte,tesoro?»mihadettolasignoraPetosa.

«Mi chiamo August» ho ridetto più forte, costringendomi ad alzare la testa. «Io, ehm… ho unasorellachesichiamaViaeuncanechesichiamaDaisy.E,ehm…ètutto».

«Benissimo»hacommentatolaprof.«QualcunohadomandeperAugust?»

Nessunohadettoniente.

«Okay,toccaate»hadettolasignoraPetosarivolgendosiaJack.

«Aspettate, io ho una domanda per August» è intervenuto Julian, alzando la mano. «Perché haiquellaminuscolatreccinadietro?ÈunacosatipoPadawan?»

«Già»hofattospallucceeannuito.

«Checos’èunacosatipoPadawan?»hachiestolasignoraPetosasorridendomi.

«VienedaGuerreStellari»harispostoJulian.«UnPadawanèunapprendistaJedi».

«Oh, interessante» ha risposto la signora Petosa, guardandomi. «E così ti piaceGuerre Stellari,August?»

«Be’…sì»hoannuito,masenzaalzarelatestaperchéinrealtàvolevoscivolaresottoilbanco.

«Equalè il tuopersonaggiopreferito?»mihachiestoJulian.Hocominciatoapensareche,forse,nonerapoicosìmale.

«JangoFett».

«EdiDarthSidiouscosanepensi?»hainsistitoJulian.«Tipiaceanchelui?»

«D’accordo, ragazzi, potrete parlare di Guerre Stellari nell’intervallo» ha detto allegramente lasignoraPetosa.«Maadessoandiamoavanti.Nonabbiamosentitoancoranientedi te»hadettoaJack.

Era il turno di Jack,ma confesso che non ho sentito una sola parola di quel che diceva.Magarinessuno ha colto l’allusione a Darth Sidious e può darsi che Julian non l’abbia fattointenzionalmente.MainGuerreStellari-IIIEpisodio:LavendettadeiSithlafacciadiDarthSidiousviene incendiata dal lampo di Sith e diventa completamente deforme. La sua pelle è tuttaaccartocciataeilsuovoltoècomeliquefatto.

Hosbirciato Juliandisottecchiemistavaguardando.Macerto,sapevabenissimoquelchestavadicendo.

Sceglierelagentilezza

C’eraungrantramestioquandoèsuonata lacampanae tuttisisonoalzati.Hocontrollato ilmioorarioedicevachel’oradopoavreiavutoinglesenell’aula321.Nonmisonofermatoacontrollarese qualcun altro della mia classe dovesse andare dalla mia stessa parte: sono semplicementeschizzato fuori dall’aula e giù per il corridoio, e mi sono seduto il più lontano possibile dallacattedra.Ilprofessore,untipoaltodallabarbagiallognola,stavascrivendoallalavagna.

Gli studenti sono entrati ridendo e chiacchierando a gruppetti, ma io non ho alzato la testa.Praticamente,èsuccessalastessacosacheerasuccessaprimanellanostraauladiclasse:nessunosièsedutovicinoameaparteJack,chestavascherzandoinsiemeadaltriragazzinondelnostrogruppo.ErosicurocheJackfossequelgenerediragazzochepiaceatutti.Avevaunsaccodiamici.Efacevaridere.

Quandoèsquillatalasecondacampanatuttisisonozittitiel’insegnantesièvoltatoversodinoi.CihadettodichiamarsisignorBrowneepoihacominciatoaraccontarcidituttoquellocheavremmofattonelprossimosemestre.Auncertopunto,inunqualchemomentofraNellepieghedeltempoeShenoftheSea,sièaccortodime,mahaproseguitonelsuodiscorso.

Mentre luiparlava,hopassatoquasi tutto il tempoascarabocchiaresulquaderno,maogni tantobuttavo lì un’occhiatina agli altri ragazzi. Charlotte era nello stesso corso. E così pure Julian eHenry.Milesno.

IlsignorBrowneavevascrittosullalavagna,acarattericubitali:

P-R-E-C-E-T-T-O

«Bene,scrivetetuttiquestaparolaincimaallaprimapaginadelvostroquadernodiinglese».

Mentre eseguivamo il compito, il prof ha detto: «D’accordo, chi sa dirmi che cos’è un precetto?Qualcunolosa?».

Nessunohaalzatolamano.

IlsignorBrownehasorriso,haannuitoesièvoltatodinuovoascriveresullalavagna:

PRECETTI:

REGOLECHERIGUARDANOCOSEMOLTOIMPORTANTI!

«Tipounamassima?»hagridatoqualcuno.

«Tipounamassima!»haconfermatoilsignorBrowne,annuendomentrecontinuavaascrivereallalavagna.«Comeunacitazionefamosa.Comelafrasediuncioccolatino.Qualchedettooregoladibase in grado di motivarci. In pratica, un precetto è qualcosa che aiuta a guidarci quandoprendiamodecisionicheriguardanoquestionidellamassimaimportanza».

Ilprofhascrittotuttequestecoseallalavagna,quindisièvoltatodinuovoversolaclasse.

«Allora,achivieneinmenteunaquestionedellamassimaimportanza?»cihachiesto.

Alcunihannoalzatolamano,luilihaindicatiunoauno,iragazzihannodatolalororisposta,cheilprof andava amano amano scrivendo alla lavagna, con una scrittura veramentema veramentepessima:

REGOLE.COMPITIINCLASSE.COMPITIACASA.

«Chealtro?»hachiestoilsignorBrownementrescriveva,senzavoltarsi.«Diteloebasta!»

Ehascrittotuttelecosechevenivanofuori.

FAMIGLIA.GENITORI.ANIMALIDOMESTICI.

Unaragazzinahagridato:«L’ambiente!».

L’AMBIENTE

hascrittoilprofallalavagna,ehaaggiunto:

ILNOSTROMONDO!

«Glisquali,perchémangianolecosemortenell’oceano!»hagridatounodeimaschi,unragazzodinomeReid,eilsignorBrownehascritto:

SQUALI.

«Api!»

«Cinturedisicurezza!»

«Riciclo!»

«Amici!»

«D’accordo»hadettoilsignorBrowne,sempresenzasmetterediscrivere.Poi,quandohafinitodiannotare tuttoquellocheeravamoriuscitia tirare fuori, sièvoltatodinuovoversodinoi.«Perònessunohanominatolacosapiùimportanteditutte».

Tuttiloabbiamoguardato,acortodiidee.

«Dio?»habuttatolìunragazzo,maerosicurocheancheseilsignorBrownehascritto“Dio”allalavagnanoneraquellalarispostachestavacercando.Senzaaggiungerealtrohascritto:

CHISIAMONOI!

«Chi siamo noi» ha detto, sottolineando ciascuna parolamentre la pronunciava. «Chi siamo noi!Noi!Giusto?Chegeneredi persone siamo?Chegeneredi persona sei tu?Nonè forsequesta lacosapiù importantedi tutte?Nonè forsequesto il generedidomandachedovremmo fareanoistessi tutto il tempo?Chegeneredipersonasono io?Aqualcunoèmaicapitatodi farecasoallatargachec’èaccantoalportonediquestascuola?Qualcunohalettocosadice?Nessuno?»

Ilprofsièguardatointorno,manessunoconoscevalarisposta.

«Dice:‘Conoscitestesso’»hasvelato,sorridendoefacendosegnodisìconlatesta.«Evoisietequiproprioperimpararechisiete».

«Credevofossimoquiperimpararel’inglese»hascherzatoJack,etuttisisonomessiaridere.

«Oh, certo, anche per imparare l’inglese!» ha risposto il signor Browne, il che penso sia statodavvero carino da parte sua. Si è girato e ha scritto a caratteri cubitali, occupando tutta lalarghezzadellalavagna:

ILPRECETTODISETTEMBREDELSIGNORBROWNE:

Quandotivienedatalapossibilitàdiscegliereseavereragioneoesseregentile,sceglidiesseregentile.

«Bene,allora»haconcluso,voltandosidinuovoversolaclasse.«Adessovogliochecominciateunasezione nuova nel vostro quaderno che intitolerete “I precetti del signor Browne”». Mentreeseguivamo,luihacontinuatoaparlare:«Metteteincimaallaprimapaginaladatadioggi.Ed’orainavanti,all’iniziodiognimesescriveròallalavagnaunnuovo“PrecettodelsignorBrowne”evoiloricopierete sul vostro quaderno. E poi discuteremo tutti insieme di quella massima e del suosignificato. E alla fine del mese dovrete scriverci sopra un testo, su quello che quella massimasignificapervoi.Cosìafineannoavretetuttiilvostroelencodiprecettidaportareconvoi.Durantel’estatechiedoaimiei studentidi trovareciascuno ilproprioprecettopersonale, scriverlosuunacartolinaespedirmelodalluogoincuisitrovanoinvacanza».

«Elofannodavvero?»hachiestounaragazzadicuinonricordavoilnome.

«Oh,ma certo!» ha risposto il prof. «Lo fanno davvero.Ho avuto studenti che addirittura hannocontinuatoamandarmi i loroprecettiannidopoessersidiplomati inquestascuola.Straordinario,no?»

Hafattounapausa,accarezzandosilabarba.

«Comunque la prossima estate, a quanto pare, è ancora molto lontana, lo so» ha scherzato,facendoci ridere. «Quindi per un po’ potete rilassarvi mentre io faccio l’appello e dopo, quandoavremo finito, comincerò a raccontarvi di tutte le cose divertenti che faremo quest’anno nell’oradi…inglese»e,mentrelodiceva,haindicatoJack,cosachecihafattotuttiridereun’altravolta.

Mentre annotavo sulmio quaderno il precetto di settembre del signorBrowne, all’improvvisomisonoresocontoche–tuttosommato–lascuolacominciavaapiacermi.

Pranzo

Via mi aveva messo in guardia sulla mensa della scuola, perciò avrei dovuto aspettarmelo, chesarebbestatodifficile.Solononpensavochelosarebbestatocosìtanto.Inpratica,tuttiiragazzidi

tutte le prime si riversavano a frotte in mensa nello stesso momento, parlando a voce alta eurtandosi l’un l’altro mentre correvano a occupare i tavoli. Una delle insegnanti di turno nelrefettorio ha detto qualcosa a proposito del fatto che non era possibile tenere un posto perqualcuno,manonsapevocosa intendessedireveramente,e forsenemmenoglialtri lo sapevano,perchépiùomenotuttistavanotenendolesedieperiloroamici.Hocercatodisedermiauntavolo,mailragazzodellasediaaccantohadetto:«Midispiace,èoccupato».

Perciòmisonospostatoauntavolovuotoehoaspettatochetuttisicalmasseroechel’insegnantedi turno ci spiegasse cosa dovevamo fare.Mentre la prof cominciava a spiegarci le regole dellamensamisonoguardatoingiropercapiredovesi fossesedutoJackWill,madallamiapartenonc’era.

Lamammamiavevapreparatounpaninoalformaggio,biscottieunsuccodifrutta,quindiquandohannochiamatoilmiotavolononc’erabisognochemimettessiinfilaconglialtri.Invecemisonoconcentratosull’aperturadelmiozaino,ho tirato fuori lascatolacon ilpranzoe,pianopiano,hocominciatoascartareilfogliodialluminioincuieraavvoltoilpanino.

Misonoaccortochequalcunomistavafissandosenzanemmenoguardare.Sapevochelepersoneintornoamesidavanodellegomitateemilanciavanoocchiatinedinascosto.

Pensavodiessermiabituato,ormai,aquelgenerediattenzione,maaquantoparenoneracosì.

C’era un tavolo di ragazze che, sapevo, stavano bisbigliando qualcosa su di me, perché mentreparlavanosi coprivano laboccacon lamano. I loro sguardie sussurri continuavanoa rimbalzarenellamiadirezione.

Odioilmodoincuimangio.Soquantopuòsembrarestrano.Dapiccolohoavutoun’operazionepersistemarelapalatoschisiepoiunasecondaquandoavevoquattroanni,mahoancoraunbuconelpalato. E anche se qualche anno fa ho fatto un intervento di allineamento della mascella, devomasticareilciboconidentianteriori.Nonmieronemmenoresobenecontodicheeffettofacesse,finchéungiornononmisonoritrovatoaunafestadicompleannoeunodeibambinihadettoallamamma del festeggiato che non voleva sedersi vicino ame, perché ero troppo sporco con tuttequellebricioledicibochemischizzavanofuoridibocca.Sochequelbambinonon l’hadettoconcattiveria,mapiùtardihapassatounmucchiodiguaiequellaserasuamammahachiamatolamiaperscusarsi.Quandosonorientratoacasadallafesta,sonoandatodavantiallospecchiodelbagnoehocominciatoamasticareuncrackersalatopervederechecosafacevomentremangiavo.Quelbambino aveva ragione. Mangio come una tartaruga, se mai vi fosse capitato di vedere unatartarugaall’opera.Comeunaqualchecreaturapaludosadeitempipreistorici.

IltavolodiSummer

«Ehi,èoccupatoqui?»

Ho alzato gli occhi e una ragazzina che non avevomai visto prima stava in piedi davanti almiotavoloconunvassoioper ilpranzocolmodicibo.Aveva lunghicapelliondulaticastanieportavaunat-shirtmarroneconilsimbolodellapacestampatoinviolasuldavanti.

«Ehm,no»hodetto.

Leihaposatoilvassoiosultavolo,hamollatolozainosulpavimentoesièsedutadifronteame.Poihacominciatoamangiarel’hamburgeralformaggiocheavevanelpiatto.

«Ugh»hadetto,dopoaveringoiatoilprimoboccone.«Avreifattomeglioaportarmiunpaninocomete».

«Già»horibattutoannuendo.

«MichiamoSummer,comunque.Etu?»

«August».

«Forte»hadettolei.

«Summer!»un’altraragazzinastavavenendoversodinoiconilvassoio.«Perchétiseisedutaqui?Tornaalnostrotavolo».

«Eratroppoaffollato»leharispostoSummer.«Vieniasedertiquianchetu.C’èpiùspazio».

L’altra è rimasta perplessa per un secondo.Mi sono reso conto che era una di quelle che avevo

sorpreso a sparlare di me qualche minuto prima: con le mani davanti alla bocca, a nasconderechissàqualebisbiglio.SuppongocheancheSummerfosseunadelleragazzediqueltavolo.

«Nonimporta»hadettol’altraragazzaandandosene.

Summermihaguardato,hamezzoalzatolespalleemezzosorrisoaddentandounaltromorsodelsuocheeseburger.

«Ehi, i nostri nomi sono in qualche modo collegati, non ti pare?» ha detto senza smettere dimasticare.

Immaginoabbiacapitodallamiafacciachenonavevolaminimaideadicosastesseparlando.

«Summer… August… Estate + agosto: ti dice niente?» ha detto sorridendo, gli occhi spalancatimentreaspettavacheledessiunqualchesegnalediavercapito.

«Oh,già»hodettodopounsecondo.

«Potremmoconsiderarequestoil“tavolodell’estate”dellamensa»hadetto.«Soloquellichehannonomi che c’entrano con l’estate potranno venire a sedersi qui. Vediamo, c’è qualcuno qui che sichiamaJuneoJuly?»

«C’èunaMaya»horisposto.

«Tecnicamenteparlando,maggioèunmeseprimaverile»harispostoSummer.«MaseMayavuolevenire a sedersi qui potremmo fareun’eccezione».L’hadetto come se stessedicendo la cosapiùseriadelmondo.«Epoic’èJulian,checomeJuliavienedaJuly».

Sonorimastozitto.

«C’èunragazzochesichiamaReidnelmiocorsodiinglese»hodettopoi.

«Sì,loconosco,mainchesensoReidsarebbeunnomeestivo?»mihachiestoSummer.

«Nonloso»hofattospallucce.«Solohopensatochesipronunciacomereed,“canna”,euncannetomifapensareall’estate».

«Ah, capito»Summerhaannuito, tirando fuoriun taccuino.«Eanche la signoraPetosapotrebbevenire a sedersi qui. Il suo nome suona un po’ come “petalo” e anche il petalo di un fioremi fapensareaqualcosadiestivo».

«Èlamiainsegnantediclasse»hodetto.

«Iocel’hopermatematica»haribattutoSummer,facendounasmorfia.

Ehacominciatoabuttargiùunelencodinomisullapenultimapaginadelsuoblocchetto.

«Allora,chialtri?»hachiesto.

Afinepranzoeravamoriuscitiamettereinsiemeunelencocompletodinomidialunnieinsegnantiche,se loavesserovoluto,avrebberopotutosedersialnostrotavolo.Lamaggiorpartenoneranoesattamentenomiestivi,maeranonomicheavevanounqualchetipodiconnessionecon l’estate.Sono riuscito persino a trovare ilmodo di farci entrare JackWill, sottolineando che il suo nomepotevaesserefacilmentetrasformatoinunafraseinglesedeltipo:Jackwillgotothebeach,“Jackandràinspiaggia”,eSummerèstatad’accordochelacosapotevafunzionare.

«Masequalcunononhaunnomeestivoevuolevenirecomunqueasedersiconnoi»haconclusoserissima«bastachesiasimpaticoeglidaremoilpermessodifarlo.Cistai?».

«Cisto»hoannuito.«Ancheseavesseunnomeinvernale».

Summersembravaproprioquelcheilsuonomefacevapensare.Eraabbronzataeisuoiocchieranoverdicomeunafoglia.

Daunoadieci

Lamammaha sempreavutoquestaabitudinedi chiedermi comemi sentissi rispetto auna certacosasuunascaladaunoadieci.Tuttoècominciatodopo l’operazioneallamascella,quandononpotevoparlareperchéavevolaboccacucitacoldelfilometallico.Miavevanopresounpezzodiossodalbacinoeloavevanoinseritonelmentoperfarlosembrarepiùnormale,perciòsentivomaleinun

sacco di posti. Lamamma indicava un punto dellemedicazioni, e dovevo alzare le dita per dirlequanto mi faceva male. Uno significava pochissimo. Dieci significava tantissimo. Poi, quando ildottorepassavaperilsuogiro,lamammaglidicevasec’eranopuntidasistemareocosesimili.Lamammaincerticasièdiventatapropriobravaaleggerminelpensiero.

Daallora,abbiamopreso l’abitudinedi farequestacosadellascaladaunoadieciognivoltachestavomale,tiposeavevoancheunsemplicemaldigolaleimichiedeva:«Daunoadieci?»eiolerispondevo:«Tre»oquellocheera.

Quando è finita la scuola sono uscito e c’era la mamma che mi aspettava davanti al portoneprincipale, come tutti gli altri genitori o baby-sitter. La prima cosa chemi ha detto dopo avermiabbracciatoèstata:«Allora,com’èandata?Daunoadieci?».

«Cinque»horispostofacendospallucce,cosachemisonoresocontol’hacompletamentespiazzata.

«Uau»hadettopiano.«Èanchemegliodiquelchesperavo».

«AndiamoaprendereVia?»

«LaaccompagnaacasalamammadiMirandaoggi.Vuoichetiportilozaino,tesoro?»

Avevamo cominciato a farci largo attraverso la ressa di studenti e genitori, lamaggior parte deiqualimistavanonotandoemiindicavano“segretamente”gliuniaglialtri.

«Celafaccio»hodetto.

«Misembraunpo’troppopesante,Auggie»ehafattoperprendermelolostesso.

«Mamma!»hoesclamato,strappandoledimanolozaino.Ehocontinuatoacamminaredavantialeifralafolla.

«Civediamodomani,August!»eraSummer.Stavacamminandonelladirezioneopposta.

«Ciao,Summer»hodettofacendoleuncennodisalutoconlamano.

Una volta attraversata la strada e fuori della calca lamammami ha chiesto: «E quella chi era,Auggie?».

«Summer».

«Èinclasseconte?»

«Nehounmucchio,diclassi».

«Èinunadelletueclassi?»hainsistitolamamma.

«No».

Lamammahaaspettatocheaggiungessiqualcos’altro,mamoltosemplicementeiononavevovogliadiparlare.

«Allora è andata bene?» ha detto lamamma. Ero sicuro che fossero unmilione le domande chevolevafarmi.«Sonostatituttigentili?Tipiaccionoituoiinsegnanti?»

«Sì».

«Equeiragazzichehaiconosciutolasettimanascorsa?Lorosonostatigentili?»

«Sì,sì.Jackèstatoparecchioconme».

«Maèmeraviglioso,tesoro.Echemidicidiquelragazzino,Julian?»

MiètornatainmentelasuaallusioneaDarthSidiousdiGuerreStellari.Mainquelmomentomièsembratochefosseunacosasuccessauncentinaiodianniprima.

«Èstatookay»horisposto.

«Elaragazzinabionda,comesichiamavalei?»

«Charlotte.Mamma,tihogiàdettochesonostatituttigentili».

«D’accordo»harispostolei.

Onestamente, non so perché ce l’avessi tanto con la mamma, ma era così, ce l’avevo con lei.Abbiamo attraversato Amesfort Avenue e lei non ha più detto una parola finché non abbiamosvoltatonelnostroisolato.

«Allora» ha detto a quel punto. «Com’è che hai conosciuto Summer se non era in una delle tueclassi?»

«Cisiamosedutiallostessotavoloapranzo»horisposto.

Avevoiniziatoaprendereacalciunsassocomesefossestatounpallonedafootball,inseguendolosuegiùperilmarciapiede.

«Sembramoltosimpatica».

«Sì,loè».

«Edèanchecarina»haaggiuntolamamma.

«Sì,loso»horisposto.«SiamounaspeciediLaBellaelaBestia».

Non ho aspettato di vedere la reazione della mamma. Mi sono limitato a correre giù per ilmarciapiededietroalmiosasso,chequestavoltaavevoscagliatopiùlontanochepotevo.

Padawan

Quella sera mi sono tagliato la treccina che portavo dietro alla testa. Papà è stato il primo adaccorgersene.

«Oh,bene»hadetto.«Nonmièmaipiaciutoquell’affare».

Viainvecenonpotevacrederechel’avessifatto.

«Maticisonovolutianniperfarlacrescere!»haesclamato,quasiarrabbiata.«Perchél’haifatto?»

«Nonloso»horisposto.

«Qualcunotihapresoingiroperviadellatreccia?»

«No».

«HaidettoaChristopherchetelasarestitagliata?»

«Nonsiamopiùnemmenoamici!»

«Questononèvero»ha ribattuto lei. «Non riescoacredereche tu te la sia tagliataviacosì»haaggiuntostizzitaepoi,uscendo,hapraticamentesbattutolaportadicameramia.

Quando,piùtardi,èarrivatopapàperrimboccarmilecoperte,stavofacendolecoccoleaDaisy.Luil’haspostatagentilmenteesièsdraiatovicinoamesullacoperta.

«Allora,AugieDoggie»hadetto.«Èstatadavverounabuonagiornata?»

AvevapresolabattutadaunvecchiocartonecheparlavadiunbassottodinomeAugieDoggie,perinciso.MeloavevacompratosueBayquandoavevocircaquattroannieloavevamoguardatounbelpo’divolteperuncertoperiodo;specialmenteinospedale.Luimichiamava“AugieDoggie”eiolochiamavo“carovecchiobabbo”,comeilcucciolochiamavapapàbassottonelfilm.

«Certo,èandatabenissimo»hodetto,annuendo.

«Seistatocosìsilenziosotuttalasera».

«Sonostanco,penso».

«Èstataunalungagiornata,vero?»

Hofattosegnodisìconlatesta.

«Maèstataveramenteunagiornataokay?»

Hodinuovoannuito.Luinonhadettoniente,perciòdopoqualchesecondohoaggiunto:«Èstatomegliocheokay,veramente».

«Èfantasticosentirtelodire,Auggie»hadettotranquillamentepapà,baciandomiinfronte.«Ecosì,aquantoparelamammahaavutounabellaidea,amandartiascuola».

«Già.Mapotreisempresmettere,secambiassiidea,giusto?»

«Questieranoipatti,sì»harispostopapà.«Ancheseimmaginopotrebbedipenderedallaragionepercuihaidecisodinonandarcipiù,però, capisci.Bastache tuce lodica.Deviparlarci edircicometisentieseèsuccessoqualcosadibrutto.D’accordo?Mipromettichecelodirai?»

«Sì».

«Allorapossofartiunadomanda?Seiarrabbiatoconlamammaoqualcosadelgenere?Seistatounpo’scontrosoconleipertuttalasera.Sai,Auggie,iosonocolpevolediquestadecisionedimandartiascuolatantoquantolei».

«Nonèvero,hapiùcolpalei.Èstataunasuaidea».

Proprioinquellalamammahabussatoallaportaehafattocapolinoconlatestaincameramia.

«Volevosoloaugurartilabuonanotte»hadetto.Mièsembrataunpo’intimiditaperunattimo.

«Ciao, mamma» ha detto papà prendendomi una mano e facendomi fare “ciao ciao” nella suadirezione.

«Hosentitochetiseitagliatolatreccia»mihadettolamamma,sedendosisulbordodellettovicinoaDaisy.

«Saicheproblema»horispostofrettolosamente.

«Nonhomaidettochelofosse».

«Perché non lometti tu a letto stasera?» ha detto papà allamamma,mentre si alzava. «Ho dellavorodasbrigare,inognicaso.Buonanotte,figliomioadorato».EraunaltropezzodelnumerodiAugie Doggie, anche se io non ero dell’umore giusto per rispondere: “Buonanotte, caro vecchiobabbo”.«Sonomoltoorgogliosodite»haaggiuntopapàepoisiètoltodalletto.

Mammaepapàhannosemprefattoaturnopermettermialetto.Socheeraunpo’infantilecheneavessiancorabisogno,mafunzionavacosì,franoi.

«Mentrevaidilà,daiun’occhiataaVia?»glihachiestolamamma,sdraiandosivicinoame.

Papàsièfermatosullaportaesiègirato:«Chec’èchenonvaconVia?».

«Niente»hadettolamammaalzandolespalle.«Almeno,amenonhadettoniente.Ma…èstatoilprimogiornodiliceoancheperlei,dopotutto».

«Mhmmm»hafattopapàepoimihapuntatounditoefattol’occhiolino.«C’èsemprequalcosachenonvaconvoifigli,vero?»hadetto.

«Maiunmomentodinoia»haconclusolamamma.

«Maiunmomentodinoia»haripetutopapà.«Notte,ragazzi».

Nonappenaharichiusolaporta, lamammahapresoil librochemistavaleggendodaunpaiodisettimane.Hotiratounsospirodisollievoperchéavevoveramentepaurachevolesse“parlare”eiononme la sentivo di farlo, punto.Ma nemmeno lei sembrava averemolta voglia di parlare. Si èaccontentatadifarpassarelepagine,pertrovareilpuntoincuieravamorimasti.EravamoarrivatipiùomenoametàdiLoHobbit.

«‘Fermatevi!Fermatevi!’gridòThorin»hacominciato,leggendoadaltavoce.«Maeratroppotardi,inanientusiastiavevanosprecatoleloroultimefrecceeadessogliarchicheavevadatoloroBeornerano fuori uso.Eranouna squadra scura in volto, quella sera, e l’oscurità si sarebbe addensataancoradipiù sudi loroneigiorni seguenti.Avevanoattraversato il torrente fatato,maaldi là ilsentierosembravaprocederetortuosoesattamentecomeprimaenellaforestanonavevanoscortoalcuncambiamento».

Nonsobeneperqualemotivo,madicolpomisonomessoapiangere.

La mamma ha posato il libro e mi ha abbracciato. Non sembrava per nulla sorpresa delle mielacrime.«Vatuttobene»mihabisbigliatoall’orecchio.«Andràtuttobene».

«Midispiace»hodettotirandosucolnaso.

«Schh» ha fatto lei, asciugandomi le lacrime con il dorso dellamano. «Non c’è nulla di cui devidispiacerti…»

«Perchédevoesserecosìorribile,mamma?»hosussurrato.

«No,ragazzomio,tunon…»

«Losochelosono».

Leimihabaciatosututtalafaccia.Mihabaciatogliocchitroppobassi.Mihabaciatoleguancechesembravanorientranti.Mihabaciatolaboccadatartaruga.

Emihamormoratoparoledolci,chesapevoavrebberodovutoaiutarmi.Peccatocheleparolenonpossanocambiarelamiafaccia.

“WakeMeUpwhenSeptemberEnds”2

Il resto del mese di settembre è stato durissimo. Non ero abituato a svegliarmi così presto lamattina.Noneroabituatoatuttaquestafaccendadeicompitiacasa.Ehodovutofareilmioprimotestafinemese.Nonavevomaifattodeitestquandolamammamidavalezioniacasa.Enonmipiacevaaffattol’ideadinonaverepiùunbricioloditempolibero.Primapotevogiocareognivoltacheneavevovoglia,maadessomisentivocomesecifossesemprequalcosadafareperlascuola.

Edessereascuolaèstatoorribile,iprimitempi.Ogninuovocorsocheavevoeraun’occasioneperglialtridi“nonfissarmi”.Milanciavanoleloroocchiatinedinascostodadietroiquaderni,oquandopensavanocheiononlistessiguardando.Facevanoilgiropiùlungopossibileperevitareintuttiimodidi imbattersi inme,neancheglipotessiattaccarequalchevirus;comeselamiafacciafossecontagiosa.

Neicorridoi,cheeranosempreaffollati,ilmiovisoriuscivaasorprenderesemprequalcheragazzoignaro che non aveva ancoramai sentito parlare dime. Ilmalcapitato emetteva a quel punto lostesso suono che uno fa quando trattiene il respiro prima di immergersi in acqua, una specie dipiccolo“uh”!Questoaccadevaforsequattroocinquevoltealgiorno,nelleprimesettimane:sullescale,davantiagliarmadietti,inbiblioteca.Cinquecentoragazziniinunascuola:unmomentoounaltro,dovevacapitarechetuttivedesserolamiafacciaperlaprimavolta.Ehocapitodopoiprimiduegiornichesierasparsalavocesudime,perchéditantointantobeccavoqualcunochesidavagomitate con l’amico mentre mi passavano vicino, o che si metteva la mano davanti alla boccaparlandomentreiolosuperavo.

Possosoltantoindovinarequellochedicevano.Ma,perlaverità,preferiscoevitaredipensarci.

Comunquenonstodicendochelofacesserointenzionalmente:nessunragazzohamairisonemmenounavolta,ofattoversiorobadelgenere.Eranosemplicementedeinormalissimiragazziniottusi.Loso.E inuncertosensoavreianchevolutodirglielo.Tipo:“èokay, losochehounaspettostrano,guardatepure,micamordo”.Ehi, laveritàècheseunWookieecominciassedipunto inbiancoafrequentare la scuola io sarei curioso e probabilmente un po’ lo fisserei anche! E se stessicamminandoconJackoSummerprobabilmentebisbigliereiloroqualcosadeltipo:“Ehi,guardate:c’èilWookiee”.EseilWookieemibeccassementrelodico,saprebbechenonvolevoesserecattivo.StavosolosottolineandoilfattocheluièunWookiee.

C’èvolutaunasettimanaperchéimieicompagnidiclassesiabituasseroallamiafaccia.Elivedevotuttiigiorniintuttiimieicorsi.

Cisonovoluteduesettimaneperchéilrestodeiragazzidelmioannosiabituasseallamiafaccia.Elivedevoinmensa,incortile,aeducazionefisica,amusica,inbibliotecaeainformatica.

Mac’èvolutocircaunmeseperchéilrestodellascuolasiabituasseallamiafaccia.Eranoiragazziche frequentavano tutti gli altri anni. Alcuni eranograndi. Alcuni avevanoun taglio di capelli dapazzo. Altri portavano piccoli piercing al naso. Alcuni erano anche pieni di brufoli. Ma nessunoavevaunafacciacomelamia.

JackWill

StavoinsiemeaJackinclassenostra,poiinquellediinglese,storia,informatica,musicaescienze,

cheeranopoituttiicorsichefrequentavamoentrambi.Gliinsegnantiassegnavanoibanchiinogniaula e io ho finito col sedere vicino a Jack in ogni corso, perciò mi sono immaginato che o aiprofessoriqualcunoavevadettodimettermi insiemealui,oppuresiètrattatodiunacoincidenzaassolutamenteincredibile.

Ancheiltragittoperraggiungerelevarieaulelofacevoinsiemealui.Sochenotavairagazzichemifissavano,mafacevafintadiniente.Unavolta,però,mentreandavamoallalezionedistoria,untipoenormediterzachestavascendendoigradinidueallavoltacièvenutoaddossopersbaglioemihabuttatointerra.Mentremiaiutavaarimettermiinpiedihavistolamiafacciae,senzasicuramentevolerlo, gli è uscito un: «Uau!». Poi mi ha assestato una pacca sulla spalla, come se mi stessetogliendo la polvere di dosso, ed è ripartito in quarta dietro ai suoi amici. Per qualche stranaragione,ioeJacksiamoscoppiatiaridere.

«Queltipohafattounafacciabuffissima!»hadettoJackmentrecisedevamoalnostrobanco.

«Vero?»hofattoio.«Hadetto:‘uau!’».

«Pensocheselasiafattaaddosso,logiuro!»

Ridevamocosìfortecheilprofessore,ilsignorRoche,hadovutochiederedicalmarci.

Più tardi, quando abbiamo finito di leggere di come gli antichi Sumeri costruivano lemeridiane,Jackhabisbigliato:«Haimaiavutovogliadipicchiarequeiragazzi?».

Hoalzatolespalle.«Forse.Nonloso».

«Iovorrei.Credochedovrestiprendereunospruzzinosegretooqualcosadelgenereeattaccarteloagliocchiconunqualchesistema.Eognivoltachequalcunotifissa,dovrestidargliunaspruzzatinainfaccia».

«Conunafanghigliaverdognolaosimili»horisposto.

«No,no:conbavadilumacamistaapipìdicane».

«Già!»hodetto,approvandoinpieno.

«Ragazzi» ha detto il signor Roche dalla parte opposta dell’aula. «Ci sono persone che stannoancoraleggendo».

Abbiamoannuitoeabbassatogliocchi sui libri.Poi Jackhabisbigliato:«Maavrai semprequestoaspetto,August?Vogliodire,nonsipuòfareuninterventodichirurgiaplasticaorobasimile?».

Ho sorriso indicando la mia faccia. «Ehi, salve, c’è qualcuno? Questo è già il risultato di uninterventodichirurgiaplastica!»

Jacksièbattutolafronteconunamanoehacominciatoaridereinmodoisterico.

«Ehi,misachefarestimeglioafarecausaaltuochirurgoallora!»harispostoridacchiando.

Stavoltatuttieduestavamoridendocosìtantocheèstatoimpossibilesmettere,persinodopocheilsignorRocheèvenutolìecihafattoscambiaredisediaconilnostrovicino.

PRECETTODIOTTOBREDELSIGNORBROWNE

IlprecettodiottobredelsignorBrowneera:

Letueazionisonoituoimonumenti.

Cihaspiegatochequestafraseerascrittasullalastratombaledialcunitiziegiziani,mortimigliaiadi anni fa. E dato che in storia stavamo proprio per iniziare a studiare l’antico Egitto, il signorBrownehapensatochefosseunabuonasceltaperunodeinostriprecetti.

Il compito a casa era scrivere un paragrafo su quello che pensavamo fosse il significato di quelprecetto,osucomecifacevasentire.

Eccoquellochehoscrittoio:

“Questoprecettosignificachedovremmoesserericordatiperlecosechefacciamo.Lenostreazionisonolacosapiùimportanteditutte.Sonopiùimportantidiquellochediciamoodelnostroaspettoesteriore. Ciò che facciamo sopravvive alla nostra naturamortale. Le nostre azioni sono come i

monumentichelagentehacostruitoperonorareglieroidopolaloromorte.Sonocomelepiramidiche gli egiziani hanno costruito per onorare lamemoria dei faraoni. Solo che, invece che esserefattedipietra,sonocostituitedal ricordoche lagenteconservadinoi.Edificatecon lamemoria,invecechecoisassi”.

Mele

Ilmiocompleannoèil10ottobre.Mipiaceilmiocompleanno:10/10.Sarebbestatograndiososefossi anche nato alle 10:10 del mattino o della sera, ma non è così. Sono nato subito dopomezzanotte.Peròcontinuoapensareancoracheilmiocompleannosiabellissimo.

Di solito faccio una festicciola a casa, ma quest’anno ho chiesto alla mamma se potevamoorganizzareunaverafestaalbowling.Lamammaneèstatasorpresaefeliceinsieme.Mihachiestochimi sarebbe piaciuto invitare dellamia classe e io ho risposto tutti quelli delmio gruppo piùSummer.

«Sonotanti,Auggie»hadettolamamma.

«Devoinvitaretuttiperchénonvogliochequalcunosioffendasescoprechealtrisonostatiinvitatieluino,vabene?»

«D’accordo»haaccettatolamamma.«Intendiinvitareanchequelragazzinodel“cheèsuccessoallalatuafaccia”?»

«Sì,puoiinvitareJulian»horisposto.«Cavoli,mamma,avrestigiàdovutodimenticartelo».

«Loso,hairagione».

Un paio di settimane dopo ho chiesto allamamma chi sarebbe venuto allamia festa e leimi harisposto:«JackWill,Summer,ReidKingsley.TuttiedueiMax.Unpaiodialtriragazzihannodettochefarannodituttoperesserci».

«Tipochi?»

«La mamma di Charlotte ha detto che sua figlia ha un saggio di danza prima, quel giorno, macercheràdi venire alla tua festa se farà in tempo.E lamammadi Tristanhadetto che lui potràveniredopolapartitadicalcio».

«Tuttoqui?»hodetto.«Sono…cinquepersone».

«Sonopiùdicinque,Auggie.Credocheunsaccodigenteavessegiàaltriprogrammi»harispostolamamma. Eravamo in cucina. Stava tagliando a pezzettiniminuscoli una dellemele che avevamoappenapresoalmercato,inmodochepotessimangiarla.

«Chegenerediprogrammi?»hochiesto.

«Nonloso,Auggie.Credocheabbiamomandatogliinvitiunpo’inritardo».

«Sì,checosatihannodettoperò?Chemotivitihannodato?»

«Tutti hanno detto ragioni diverse, Auggie». La mamma aveva un tono un tantino spazientito.«Davvero, tesoro,nondovrebbe importarechemotivierano.Lagentehadellecoseda fare, tuttoqui».

«EJulianchemotivotihadato?»lehochiesto.

«Veramente,»hadettolamamma«suamadreèstatal’unicapersonachenonharisposto,losai?»mihaguardato.«Immaginochelamelanoncadatroppolontanodall’albero».

Misonomessoaridereperchépensavocheavessefattounabattuta,mapoimisonoresocontocheeraseria.

«Checosavuoldire?»lehochiesto.

«Nonimporta.Adessova’alavartilemanicosìpuoimangiare».

Lamia festadicompleannosiè rivelatamoltopiù ristrettadiquelchemiero immaginato,maèstatabellissima lo stesso. Jack,Summer,Reid, Tristan e i dueMax sonoarrivati direttamentedascuolaedèvenutoancheChristopher:sièfattotuttalastradadaBridgeportconisuoigenitori.EdèvenutozioBen.ZiaKateezioPosonoarrivatidaBoston,ancheseTataePoppasitrovavanoin

Floridaperl’inverno.Èstatodivertenteperchéèandataafinirechetuttigliadultisisonomessiagiocareabowlingnellapistadifiancoallanostra,quindidopotuttosembravadavverochecifosserolìunsaccodipersoneafesteggiareilmiocompleanno.

Halloween

A pranzo, il giorno dopo, Summermi ha chiesto da che cosami sarei travestito per Halloween.NaturalmentenonavevofattochepensarcidallafestadiHalloweendell’annoprima,perciòavevoleideechiare.

«BobaFett».

«LosaichetipuoimettereincostumeancheperandareascuolaaHalloween,vero?»

«Staischerzando».

«Tutto,purchésiapoliticallycorrect».

«Intendidirenientepistoleerobasimile?»

«Esatto».

«Echemidicideiblaster?»

«Credocheunblastersiaconsideratocomunqueun’arma,Auggie».

«Oh,cavolo…»hofattoioscuotendolatesta.BobaFettavevaunblaster.

«Se non altro, non dobbiamo più venire mascherati da personaggio di un libro. Alle elementaridovevamofarecosì.L’annoscorsoiohofattolaStregaCattivadell’OvestdelMagodiOz.

«Maquelloèunfilm,nonunlibro».

«Scusa?» ha fattoSummer. «Prima è stato un libro!Unodeimiei libri preferiti almondo, per laprecisione.Miopadremeneleggevaunpezzettinotuttelesere,quandoeroinprimaelementare».

Quando Summer parla, specialmente quando è infervorata per qualcosa, gli occhi le diventanopiccolicomeduefessure,comesestessefissandoilsole.

DuranteilgiornoioeSummernonciincrociamoquasimai,perchél’unicocorsocheseguiamotuttiedueèquellodiinglese.Masindaquelprimopranzoascuolacisiamosedutiinsiemeal“tavolodell’estate”tuttiigiorni,ioeleidasoli.

«Equindidachecosativestirai?»lehochiesto.

«Ancoranonloso.Sodachecosamipiacerebbemoltissimovestirmi,mapensochepotreisembrareidiota.Sai,ilgruppodiSavannanonhaintenzionenemmenoditravestirsiquest’anno.PensanochesiamotroppograndiperHalloween».

«Cosa?Cheidiozia».

«Loso,vabene?»

«Credevonontiimportassedicosapensanoquelleragazze».

Summerhafattospallucceehabevutounlungosorsodilatte.

«Sentiamo,daqualeidiotissimacosavorrestivestirti?»lehochiestosorridendo.

«Prometti di nonmetterti a ridere?»ha inarcato le sopracciglia e curvato le spalle, imbarazzata.«Daunicorno».

Hosorrisoehoabbassatogliocchisulmiopanino.

«Ehi,avevipromessodinonmettertiaridere!»haprotestatoleiridendo.

«Vabene,vabene»hodetto.«Mahairagione:èun’ideatroppoidiota».

«Loso!»haesclamato.«Maavevogiàprogrammatotutto:avreifattolatestadicartapesta,dipintoilcornod’oro,eanchelacriniera…Sarebbestatodaurlo».

«D’accordo»hoalzatolespalle.«Alloradovrestifarlo.Echiseneimportadicosapensanoglialtri,no?»

«MagaripossomettermiilcostumesoloperlasfilatadiHalloween»hadettoSummerschioccandoledita.«Eperlascuolamitruccheròsolo,vediamo,daGothicgirl.Già,sì,eccocosafarò».

«Sì,mipareunottimopiano»hoannuito.

«Grazie,Auggie»Summerharidacchiato.«Losai,èsoprattuttoquestochemipiacedite.Sentochepossodirtipropriotutto».

«Davvero?»horisposto.Elehomostratounpollicealzato.«Grande».

Fotoscolastiche

Credochenessunosaràsconvoltodalfattochenonvogliochelamiafotoscolasticavengascattatail22diottobre.Neancheperidea.Nograzie.Hosmessodaunbelpo’dipermetterechelagentemifaccia fotografie. Immagino la si possa chiamare fobia. No, veramente non è una fobia. Èun’“avversione”, che è una parola che ho appena imparato al corso del signor Browne. Nutroun’avversioneneiconfrontidelfattochequalcunopossascattarmiunafoto.Ecco,housatolaparolainunafrase.

Credevochelamammaavrebbecercatodiconvincermiadabbandonarelamiaavversioneversolafotoritrattodellascuola,manonl’hafatto.Sfortunatamente,mentreiomiimpegnavoaevitareladannatafotoritratto,nonsonoriuscitoascansarequelladiclasse.Ugh.Ilfotografo,quandomihavisto,sembravasi fosseappenamangiatoun limone intero.Sonosicurochehapensatocheavreirovinatoilsuoscatto.Erounodiquellidavanti,seduto.Nonhosorriso,anchesenonsenesarebbeaccortonessuno,semail’avessifatto.

Formaggite

Misonoaccortononmoltotempofache,anchesetuttisistavanoabituandoame,nessunoosavamaiveramente toccarmi.All’iniziononmenerendevoconto,perchéallemedie, ingenere,nonèche i ragazzi vadano ingiro a toccarsi l’un l’altro.Magiovedì scorso, a lezionedi ballo, che è ilcorsochemipiacemeno,lasignoraAtanabi,l’insegnante,hacercatodiconvincereXimenaChinafare coppia conme. Ora, io non avevomai visto nessuno prima d’ora in preda a un “attacco dipanico”,peròneavevosentitoparlare,esonoquasisicurocheXimenaneabbiaavutounoinquelprecisoistante.Hacominciatoadagitarsiedèdiventatatuttapallida,sièletteralmenteinzuppatadisudorenelgirodiunminutoepoiseneèvenutafuoriconunaqualchescusasghembatipochedovevacorrereinbagno.InognicasolasignoraAtanabilehacavatolecastagnedalfuoco,perchéhafinitocoldecideredinonfarballarepiùnessunoincoppia.

Epoi ieri, al corsodi scienze, stavamo facendoquesta indaginesuunapolveremisteriosa, incuidovevamo classificare una sostanza dividendola in acida o basica. Tutti dovevano riscaldare lepolverimisteriosesuun’appositapiastraesuccessivamente fare leproprieosservazioni,perciòcistavamo tutti curvi sopra, ognuno con il suo quaderno a portata di mano. Dunque, ci sono ottoragazzinelcorsoesetteeranoammassatiunosull’altrodaunlatodelpiattoperriscaldare,mentreuno solo – il sottoscritto – aveva tutto lo spazio delmondo dalla parte opposta. A quel punto hopresoattodellafaccendaperforza,mahosperatochelasignoraRubinnoncifacessecaso,perchénonvolevointervenisse.Inveceovviamenteancheleiseneèaccortaeinfattihadettoqualcosa.

«Ragazzi,c’èunsaccodispaziodaquestaparte.Tristan,Nino,spostatevidiqui»hadettolaprof,cosìTristaneNinosonovenutidalmiolato.

TristaneNinosonosemprestatigentiliconme.Lodicoufficialmente.Nonsupergentili,tantodacambiareabitudiniperstareconme,maabbastanzagentili, chevuoldirechemisalutavanoesirivolgevanoameparlandomiintononormale.Perciònonhannofiatato,quandolasignoraRubinhachiesto lorodispostarsisulmio lato,mentrequasi tutti fannodellesmorfiedinascostopensandocheiononliveda.Comunque,stavaandandotuttolisciofinchélapolveremisteriosadiTristannonhacominciatoasciogliersi.Luihatolto ilsuopezzettinodialluminiodallapiastrapropriomentrecominciavaa fondersianche lamiapolvere,motivopercuisonoandatoper togliereanche ilmioalluminio,edèstatoallorache lamiamanohaurtatoaccidentalmente lasuaperunafrazionedisecondo.Tristanharitratto lamanoconungestocosì fulmineocheha lasciatocadere l’alluminiosulpavimento,facendocascarecontemporaneamentedallapiastraanchetuttiquellideglialtri.

«Tristan!»hastrillato lasignoraRubin,maaTristannonglienepoteva importaredimenoche lasuapolveresifosserovesciataaterra,odiaverfattocaderedallapiastraquelladeglialtri.L’unicapreoccupazionechehaavutoinquelmomentoèstatadiprecipitarsiallavandinodellaboratorioa

lavarsilemanipiùinfrettapossibile.ÈstatoinquelprecisoistantechehocapitocheallaBeecherPrepesistevaquestoproblemadeltoccarmi.

Immaginofosseunpo’comela“formaggite”nelDiariodiunaschiappa. Inquellastoria i ragazziavevanopauradibeccarsilepulci,seavesserotoccatoilvecchioformaggiomuffitonelcortiledelbasket.AllaBeecherPrep,ilvecchioformaggiomuffitosonoio.

Costumi

PermeHalloweenèlafestapiùbelladelmondo.PersinopiùbelladelNatale.Mitravestosempre.Emettolamaschera.Possoandarmeneingiromascheratocometuttiglialtrienessunopensacheiosiastrano.Nessunosiprendequelsecondoperguardarmi.Nessunominota.Nessunomiconosce.

Vorreiche fossesempreHalloween.Potremmogiraremascherati tutti igiorni.Eandare ingiroeconoscercil’unl’altroprimadisaperecheaspettohaciascunosottolamaschera.

Quand’eropiccolo,c’èstatounperiodoincuimimettevouncascodaastronautaovunqueandassi.Alparcogiochi.Alsupermercato.QuandoandavoaprendereViaascuola.Anche inpienaestate,anchesefacevacosìcaldochemisudavalafaccia.Credodiessermimessoquelcascoperunpaiod’anni,mahodovutosmetterequandohofattol’operazioneall’occhio.Avevocircasetteanni,credo.E dopo non siamo più riusciti a trovare il casco. La mamma lo ha cercato dappertutto. Haimmaginatoche,probabilmente,fossefinitonelsolaiodellanonnaehacontinuatoacercarlo,maaquelpuntomieroabituatoanonusarlopiù.

HolefotodituttiimieitravestimentidiHalloween.IlmioprimoHalloweensonostatounazucca.Ilsecondo Tigro. Il terzo Peter Pan (papà si era vestito da Capitan Uncino). Il quarto ho fatto ioCapitanUncino(epapàsièvestitodaPeterPan).Ilquintoeromascheratodaastronauta.Ilsestoda Obi-Wan Kenobi. Il settimo ero un Clone Trooper. L’ottavo Darth Fener. Il nono l’UrloSanguinante,queltiziocondelsanguefintocheglicolagiùdallamascheradateschio.

Quest’annosaròBobaFett:nonBobaFettilragazzinodiGuerreStellari-IIEpisodio:L’attaccodeiCloni,maBobaFettl’uomodiGuerreStellari-VEpisodio:L’Imperocolpisceancora.Lamammahacercato ilcostumedappertutto,manonriuscivaa trovarneunodellamiamisura,perciòabbiamocompratouncostumedaJangoFett,datocheJangoerailpadrediBobaeavevalastessaarmatura,e poi abbiamo dipinto l’armatura di verde. Lamamma ha fatto qualche altro aggiustamento perfarlosembrareunpo’logoro.Risultatosembravero.Lamammaèbravaconicostumi.

In classe parlavamo tutti di come ci saremmo vestiti per Halloween. Charlotte sarebbe statal’HermionediHarryPotter.Jackunlupomannaro.HosentitodirecheJuliansisarebbevestitodaJangoFett,ilcheeraunacoincidenzapiuttostobuffa.NoncredosiastatocontentodisaperecheiomisareivestitodaBobaFett.

LamattinadiHalloween,Viasiè fattaungranpiantoperunqualchemotivo.Viaèsemprestatacosì calma e tranquilla,ma quest’anno ha avuto due o tre di queste specie di crisi. Papà era inritardoperandareallavoroedicevaqualcosadeltipo:«Andiamo,Via!Dai!».Disolitopapàèunapersonasuperpaziente,manonquandofatardiallavoroeisuoistrillihannostressatoViaancoradipiù,cosìleihacominciatoapiangerepiùforteelamammahadettoapapàdiportarmiascuolaecheleisisarebbeoccupatadiVia.PoilamammamihadatounrapidobaciodisalutoprimacheiomimettessiilcostumeedèsparitaincameradiVia.

«Andiamoadesso,Auggie!»hadettopapà.«Hounariunione,nonpossoassolutamentearrivareinritardo!»

«Manonmisonoancoramessoilcostume!»

«Ealloramettitelo.Cinqueminuti.Tiaspettofuori».

Sonocorso incameramiaehocominciatoa infilarmi ilcostumediBobaFett,matutt’auntrattononme la sono sentita dimetterlo.Non sono sicuro del perché: forse perché aveva tutte quellecinturechesidovevanostringereeavevobisognodiqualcunochemiaiutasseametterlo.Oforseperché puzzava ancora di tempera. L’unica cosa che sapevo era che sarebbe stata un’impresamettersiaddossoquell’affareepapàmi stavaaspettandoe si sarebbespazientitounsaccosegliavessi fatto fare tardi. Così, all’ultimo minuto, mi sono messo il costume da Urlo Sanguinantedell’annoprima.Erasemplicissimo:solouna lungavesteneraeunagigantescamascherabianca.Hostrillatoun“ciao”dallaportamentreuscivo,malamammanonmihanemmenosentito.

«CredevotivestissidaJangoFett»mihadettopapàquandosonouscito.

«BobaFett!»

«Quellocheè»hadettopapà.«Questocostumeèpiùbello,però».

«Sì,èforte»horisposto.

UrloSanguinante

Camminarepericorridoidellascuolaquellamattinaperraggiungeregliarmadiettièstato,lodevoriconoscere,assolutamente fantastico.Era tuttodiverso,adesso. Ioerodiverso.Laddovedi solitoandavo a testa bassa, cercando di evitare di farmi vedere, quel giorno camminavo a testa alta,guardandomi intorno.Volevo essere visto.Un ragazzo che indossavaun costume identico almio,con un lungo teschio bianco al posto della faccia da cui colava sangue finto rosso,mi ha dato ilcinquementreci incrociavamosullescale.Nonavevoideadichifosseeluinonavevaideadichifossiioe,perunsecondo,misonodomandatosecisaremmomaidatiilcinqueseluiavessesaputochesottoquellamascherac’eroio.

Stavocominciandoapensarechequellasarebbestataunadellegiornatepiùfantastichedellamiavita,mapoisonoentratonellamiaclasse.Ilprimocostumechehovistomentrevarcavolasogliaèstato quello di Darth Sidious. Aveva una di quelle maschere di gomma che sembrano cosìrealistiche, con un gran cappuccio nero tirato sopra la testa e una lunga veste nera. Ho capitosubitocheeraJulian,naturalmente.Dovevaavercambiatotravestimentoall’ultimominutoperchépensava che io sarei venuto vestito da Boba Fett. Stava chiacchierando con due mummie, cheprobabilmenteeranoMileseHenry,etuttiguardavanoversolaportacomesefosseroinattesachearrivassequalcuno.SapevochenoneraUrloSanguinantequellocheaspettavano.EraBobaFett.

Stavoperandareasedermialmiosolitobanco,maperunaqualchestranaragione,nonsoquale,mi sono ritrovato a dirigermi verso uno dei banchi vicini a loro, così potevo sentire quello chedicevano.

Unadellemummiestavadicendo:«Sembrapropriolui».

«Soprattuttoquestopezzo…»harisposto lavocedi Julian.Ehaportato leditasuguanceeocchidellasuamascheradaDarthSidious.

«Veramente,»haribattuto lamummia«sembraunadiquelle testeraggrinzite.Avetepresente?Èidenticospiccicato!».

«Iodicochesembraunorco».

«Sì,vero!»

«Seiosembrassiunorco»hadettolavocediJuliancomesestesseridendo«giurosuDiochemimettereiuncappucciotuttiigiorni».

«Iocihopensatounbelpo’»hadettolasecondamummiaconariaseria«ecredodavveroche…sesembrassicosì,lodicodavvero,credochemiucciderei».

«Iono»harispostoDarthSidious.

«Sì,davvero»hainsistitolastessamummia.«Nonriescoaimmaginarediguardarmitutti igiorniallo specchio e vedere una faccia come quella. Sarebbe troppo orribile. E sentirsi fissati tutto iltempo».

«Alloraperchéstaisempreconlui?»hachiestoDarthSidious.

«Nonloso»harispostolamummia.«Ilpresidemihachiestodistareconluiall’iniziodell’annoedeveaverdettoatuttigliinsegnantidimetterciviciniintuttiicorsiorobadelgenere».

Lamummiahaalzatolespalle.Conoscevoquelgesto,naturalmente.Eanchelavoce.Avreivolutocorrere fuori da quella classe in quello stesso istante. Invece mi sono alzato in piedi restandodov’eroehoaspettatocheJackWillfinissedidirequellochestavadicendo.

«Sì,insomma,lecosestannocosì:miseguedappertutto.Checosadovreifare,secondote?»

«Scaricaloebasta»hadettoJulian.

NonhoideadicosaabbiarispostoJack,perchésonouscitodallaclassesenzachenessunosapessecheerostatolì.Misentivolafacciainfiamme,mentrescendevolescale.Stavosudandosottoilmio

costume.

Ehocominciatoapiangere.Nonhopotuto impedirmelo.Le lacrimeeranocosìcopiosechequasinon riuscivo a vedere, ma non potevo asciugarmele attraverso lamaschera, mentre camminavo.Stavocercandounangolinoincuisparire.Volevounbucoincuipotercadere:unpiccolobuconerochemiinghiottisse.

Insulti

Ratto.Mostro.Scherzodinatura.FreddyKrueger.E.T.Disgustoso.Facciadilucertola.Mutante.Loso cosa mi dicono dietro. Ho frequentato abbastanza giardinetti da sapere che i ragazzi sannoesserecrudeli.Loso,loso,loso.

Sonofinitoneibagnidelsecondopiano.Nonc’eranessunoperchéerainiziatalaprimaoraetuttierano in classe. Ho chiuso a chiave la porta, mi sono tolto lamaschera e ho pianto per non soquanto tempo.Poi sonoandato in infermeria ehodetto all’infermiera cheavevomaldi stomaco,cosaperaltroveraperchémisentivocomesemiciavesseroappenatiratouncalcio.L’infermieraMollyhachiamatolamammaemihafattosdraiaresuldivanovicinoallasuascrivania.Unquartod’oradopolamammaerasullaporta.

«Tesoro»hadetto,precipitandosiadabbracciarmi.

«Ciao»hoborbottato.Nonvolevochemichiedessenullafinoatempodebito.

«Haimaldistomaco?»mihachiesto,portandoinautomaticolamanoallamiafrontepercontrollarechenonavessilafebbre.

«Dice che gli viene da vomitare» le ha spiegato l’infermieraMolly, guardandomi con degli occhidolcissimi.

«Ehoanchemalditesta»hobisbigliato.

«Chissàseèqualcosachehaimangiato»hadettolamammaconariapreoccupata.

«C’èunvirusgastro-intestinaleingiro»hadettoMolly.

«Oh, cavolo» ha commentato la mamma, inarcando le sopracciglia e scuotendo la testa. Mi haaiutatoarimettermiinpiedi.«Devochiamareuntaxiocelafaiatornareacasaapiedi?»

«Celafaccio».

«Che ragazzino coraggioso!» ha esclamato l’infermiera, dandomi qualche pacca sulla schienamentrecidirigevamoverso laporta.«Secominciaavomitareodovessesalirgli la febbre,megliochechiamiateildottore».

«Macerto»hadettolamamma,stringendolelamano.«Graziemilleperessersipresacuradilui».

«Madiniente»harispostol’infermieraMollymettendomiunamanosottoilmentoesollevandomilafaccia.«Riguardati,d’accordo?»

Hoannuitoebofonchiatoun:«Grazie».

Ioelamammaabbiamocamminatoabbracciatipertuttoiltragitto.Nonlehodettonientediquelcheerasuccessoepiùtardi,quandoleimihadomandatosemelasentivoditornareascuolaperlastoriadischerzettoodolcetto, lehodettodino.Ilchel’hapreoccupata,perchésapevaquantodisolitomipiacessequestapartedellafestadiHalloween.

L’hosentitachedicevaalpapàper telefono:«…Nonhanemmeno l’energiaper farescherzettoodolcetto… No, no, non ha una linea di febbre… Be’, se non si sentirà meglio domani… Lo so,poverino…TupensachesistaperdendolafestadiHalloween».

Hoevitatoditornareascuolaancheilgiornodopo,cheeravenerdì.Cosìavreiavutoadisposizionetutto ilweekendperrimuginarcisopra.Ederoquasisicurocheascuolanoncisarei tornatomaipiù.

1-1Gv5,4

2“Svegliamiquandofiniscesettembre”.GreenDay

ParteSeconda

Via“Lontanosoprailmondo

ilPianetaTerraèblu

enonc’ènientecheiopossafare”.

(DavidBowie,SpaceOddity)

Ungiroturisticodellagalassia

Augustèilsole.Io,mammaepapàsiamoipianeticheruotanointornoalsole.Glialtrimembridellanostra famiglia e gli amici sono asteroidi e comete che fluttuano intorno ai pianeti che ruotanointornoalsole.L’unicocorpocelestechenonruotaintornoalsoleAugustèDaisy,ilcane,equestosoloperchéaisuoipiccoliocchidacanelafacciadiAugustnonsembramoltodiversadaqualsiasialtrovoltoumano.PerDaisy,tuttelenostrefaccesembranouguali,piatteepallidecomelaluna.

Sonoabituataalmodoincuifunzionaquestouniverso.Nonmenesonomaifattauncruccio,perchéèciòcheconoscodasempre.HosempresaputocheAugustèspecialeechehabisognispeciali.Sestavofacendoungiocotropporumorosoeluifacevailpisolino,sapevocheavreidovutogiocareaqualcos’altro, perché lui aveva bisogno di riposare dopo una qualche cura medica che l’avevalasciatodeboleedolorante.Sevolevochemammaepapàmiguardasserogiocareacalcio,sapevoche se lo sarebbero perso, perché nove volte su dieci avevano da accompagnare August dallalogopedista,odalfisioterapista,odaunnuovospecialista,oafareun’operazione.

Mammaepapànonfacevanocheripetermicheerolaragazzinapiùcomprensivadelmondo.Iononloso,sosolocheavevocapitochelamentarsinonservivaaniente.L’hovisto,August,dopolesueoperazioni: la sua faccina avvolta nelle bende e gonfia, il suo corpicino pieno di flebo e tubi pertenerlo invita.Edopochehaivistoqualcunaltropassarecosesimili,sembraassurdo lamentarsiperchénonhaiavutoquelgiocattolo,operché lamammanonèvenutaavedertiallarecitadellascuola.Sapevotuttequestecosegiàall’etàdiseianni.Lesapevoebasta.

Perciòmisonoabituataanonlamentarmiemisonoabituataanondarenoiaamammaepapàperquestionidipococonto.Misonoabituataacapire lecosedasola:comemettereaposto igiochi,come organizzare la mia vita in modo da non perdermi le feste di compleanno, come renderesemprealmassimoascuolainmododanonrestareindietro.Nonhomaichiestoaiutopericompiti.Nonhomaiavutobisognochemiricordasserodifinireunalezioneodistudiareperunaverifica.Seavevoproblemiconunamateriaascuola,tornavoacasaelastudiavofinchénonriuscivoacapirladasola.Hoimparatopercontomiocomeconvertirelefrazioniindecimaliandandosuinternet.Homessoapuntotutti iprogettiscolastici inquasicompletaautonomia.Quandomammae papàmidomandavanocomeandava la scuola rispondevosempre“bene”…anchequandononandavacosìbene. Il mio giorno peggiore, il peggiore di tutti, il peggiore mal di testa, il peggiore livido, ilpeggiorecrampo,lacosapiùcattivachechiunquepotesseavermidettoeranosempreunniente,separagonati a quel che stava passando August. Il che non significa che io fossi animata da buonisentimenti,perinciso:èsolochesapevocomestavanolecose.

Equestoè ilmodo incui le cose sonosempreandateperme,per ilnostropiccolouniverso.Maquest’annoaquantoparec’èstatounoslittamentonelcosmo.Lagalassiastacambiando.Ipianeti

stannouscendodalloroallineamento.

PrimadiAugust

Onestamente,nonricordolamiavitaprimachecientrasseAugust.Guardolemiefotodapiccolaevedomammaepapàchesorridonostrafelicimentremitengonoinbraccio.Nonriescoacredereaquanto sembrassero più giovani allora: papà, con quella sua faccia da hippy, e mamma cosìattraente, con quell’aria da brasiliana trandy. C’è una mia foto, scattata il giorno del mio terzocompleanno.Papàèdietrodime,mentrelamammatienelatortaconletrecandelineesullosfondocisonoTataePoppa,lanonna,zioBen,ziaKateezioPo.Tuttiguardanomeeioguardolatorta.Inquestafotosivedechiaramenteche ioero laprimogenita, laprimanipote, laprimapronipote. Ionon mi ricordo com’era, però, ma lo vedo con quella chiarezza con cui lo si vede solo nellefotografie.

NonmiricordoilgiornoincuihannoportatoAugustacasadall’ospedale.Nonmiricordochecosahodetto,ofatto,oprovatoquandol’hovistoperlaprimavolta,anchesetuttihannounastoriadaraccontareinproposito.Aquantopare,l’hosologuardatoalungosenzadireassolutamentenullaepoialla finehodetto:«NonsembracomeLilly!».Lillyera ilnomediunabambolache inonnimiavevanoregalatoquandolamammaavevascopertodiessereincinta,perchépotessi“esercitarmi”afare la sorella. Era una di quelle bambole che sembrano incredibilmente vere eme l’ero portataovunque permesi, cambiandole il pannolino e dandole damangiare.Mi hanno detto chemi erocostruitaancheunaspeciedimarsupioperportarla.Lastoriaproseguedicendoche,dopolamiainiziale reazione ad August che è durata solo pochi istanti (secondo la nonna) o qualche giorno(secondo lamamma), ci sono voluti solopochiminuti perché io fossi tuttaproiettata sudi lui: lobaciavo, lo cullavo, gli parlavo come si parla ai bambini piccoli. Dopodiché, non ho mai piùmenzionato,nétoccatoLilly.

VedereAugust

Non avevo mai guardato August come lo vedevano gli altri. Sapevo che non aveva un aspettoesattamente normale, ma davvero non capivo comemai gli estranei sembravano tanto sconvoltiquando lo vedevano. Inorriditi. Disgustati. Spaventati. Ci sono talmente tante parole che potreiusareperdescriverel’espressionedeilorovolti.Eperunlungoperiodohocontinuatoanoncapire.Mi arrabbiavo e basta.Mi infuriavo quando lo fissavano. Emi infuriavo quando distoglievano losguardo.«Sipuòsaperechecosacavoloavetedaguardare?»dicevoallagente,ancheagliadulti.

Poi, quando ho avuto circa undici anni, sono andata a stare dalla nonna aMontauk per quattrosettimane,mentreAugustfacevaquellagrossaoperazioneallamascella.Èstatoilperiodopiùlungoin cui sono stata viada casa edevodire cheè statomeraviglioso sentirmi così improvvisamenteliberadatuttequellecosechemifacevanotantoarrabbiare.

Nessunofissavameolanonnaquandoandavamoinpaeseafarelaspesa.Nessunociindicavacoldito.Nessunofacevacasoanoi.

La nonna era una di quelle nonne che farebbero qualsiasi cosa per i nipoti. Si sarebbe tuffatanell’oceanosegliel’avessichiesto,anchetuttavestita.Milasciavagiocareconisuoitrucchianchese facevodelleprovedi pittura sudi lei.Miportavaamangiare il gelato anche senonavevamoancora cenato. Disegnava cavalli col gesso sul marciapiede davanti a casa. Una sera, mentrestavamotornandoapiedidalpaese,lehodettochemisarebbepiaciutovivereconleipersempre.Erocosìfelicelì.Credochesiastatoilperiodopiùbellodellamiavita.

Tornare a casa dopo quattro settimane mi è sembrato molto strano, all’inizio. Mi ricordo connitidezza di aver varcato la soglia e di aver visto August corrermi incontro per salutarmi e, perquella minuscola frazione di secondo, l’ho visto non come l’avevo sempre visto, ma come lovedevanoglialtri.Èstatosolounflash,unistante,mentreluimiabbracciava,cosìfelicecheiofossidinuovoacasa,mamihasorpresaperchénonl’avevomaivisto inquelmodo,primadiallora.Enonavevomainemmenoprovatoprimaquelloprovavoinquelmomento:qualcosachehoodiatogiàmentresuccedeva.Mamentreluimibaciavacontuttoqueltrasporto,l’unicacosachevedevoeralasalivacheglicolavagiùdalmento.Etutt’auntrattoeccomilìanch’io,chelofissavoedistoglievogliocchidalui,comeun’estranea.

Inorridita.Disgustata.Spaventata.

Graziealcielo,èduratosolounsecondo:nell’istantestessoincuihosentitoAugustfarequellasuarisatarauca,eragiàpassato.Tuttoètornatocom’eraprima.Mamiavevaapertounaporta.Anzi,unbucodellaserratura.Edall’altrapartec’eranodueAugust:quellochevedevosenzavederloequellochevedevanotuttiglialtri.

Credochel’unicapersonaalmondoacuiavreipotutoconfessarlofosselanonna,manonl’hofatto.Eratroppodifficilespiegarletuttoaltelefono.Hopensatochemagarigliel’avreiraccontatoquandosarebbe venuta da noi per il Giorno del Ringraziamento, invece la mia bella nonna è morta. Èsuccessotuttocosìinaspettatamente.Aquantopare,eraandataafarsivedereall’ospedaleperchéavevaunattaccodinausea.Ioelamammaabbiamopresolamacchinaperandareatrovarla,macivoglionotreorediviaggiodadoveabitiamonoie,quandosiamoarrivateall’ospedale,lanonnaseneeragiàandata.Unattaccodicuore,cihannodetto.Propriocosì.

Ècosìstranocomeungiornopuoiesseresullaterrael’altrononciseipiù.Dov’eraandata?L’avreidavverorivista,oerasolounafavola?

Sivedonofilmoserietelevisiveincuilagentericevenotizieorribilinegliospedali,mapernoi,contuttiqueiviaggiall’ospedaleconAugust,c’eranostatisempreesitipositivi.Ilricordopiùvividochehodelgiornoincuièmortalanonnaèlamammachesiaccartoccialetteralmentesulpavimento,scoppiandoinlentisinghiozzi,tenendosilostomacocomesequalcunoleavesseappenasferratounpugno.Nonhomaipiùvistolamammainquellecondizioni.Maipiùsentitounsuonocomequellouscirle da dentro.Ancheper tutte le operazioni di August lamammaha sempremostrato la suafacciacoraggiosa.

IlmioultimogiornoaMontauk,ioelanonnaeravamorimasteaguardareilsoletramontaresullaspiaggia.Avevamopresounacopertaper sederci,maeravenuto freddo,perciò l’avevamomessasullespallerannicchiandoci l’unavicinoall’altraederavamorestatelìachiacchierare,finchénonerarimastapiùnemmenounafettinadisolesull’oceano.Alloralanonnamiavevadettocheavevaunsegretodaconfidarmi:volevabeneamepiùcheaqualsiasialtrapersonaalmondo.

«PiùbenecheadAugust?»leavevochiesto.

Leiavevasorrisoemiavevaaccarezzatoicapelli,quasistessepensandoacomerispondermi.

«Voglio molto, moltissimo bene ad August» aveva detto piano. Ricordo ancora il suo accentoportoghese,ilmodoincuilesue“r”rotolavano.«Maluihagiàmoltiangelichesioccupanodilui,Via.Einveceiovogliochetusappiachetuhaimechevegliosudite.D’accordo,meninaquerida?Voglio che tu sappia che sei la numero uno per me. Sei la mia…» aveva spinto lo sguardosull’oceanoespalancatolemani,comesestessecercandodilisciareleonde.«Tuseiilmiotutto.Micapisci,Via?Tuesmeotudo».

Lacapivo.Esapevoancheperchémistavaconfidandoquelsegreto.Lenonnenondovrebberofarefavoritismi.Losannotutti.Madopocheleièmorta,iomisonoattaccataaquelsegretoeholasciatochesistendessesopradimecomeunacopertacalda.

Augustdalbucodellaserratura

I suoi occhi sonocircaduecentimetri più sotto il punto in cuidovrebbero trovarsi, quasi ametàdelleguance.Sonoinclinativersoilbassoconun’angolazioneestrema,comesequalcunogliavesseintagliatoinfacciaduefessureindiagonale,equellasinistraèdecisamentepiùbassadelladestra.Sporgonoinfuoriperchélesuecavitàocularisonotroppopocoprofondepercontenereibulbi.Lepalpebre superiori sono sempre mezzo abbassate, come se stesse per addormentarsi. E quelleinferiorisiaffloscianotalmentechesembraquasicheunpezzodi filo invisibileglielestia tirandoverso il basso: si vede il rosso dell’interno dell’occhio, come se fossero rigirate. August non hasopracciglia né ciglia. Il suonaso è sproporzionatamente grossoper la sua faccia e, comedire…carnoso. La testa ha due rientranze nel punto in cui dovrebbero esserci le orecchie, come sequalcunoavesseusatounpaiodipinzegigantiperschiacciarglilapartecentraledellafaccia.Nonhazigomi.Daunaparteedall’altradelnasoduegrinzeprofondegliscendonofinoallabocca,cosachelofasembraredicera.Avoltelagentecredechesisiaustionatoinunincendio:sembracheisuoi lineamenti si siano fusi, tipo le gocce che si rapprendono ai lati di una candela. Diverseoperazionipersistemargliilpalatoglihannolasciatodellecicatriciintornoallabocca,lapiùvisibiledellequalièunosquarcioseghettatochevadametàdel labbrosuperiore finoalnaso. Identidisoprasonopiccoliesporgenti.Chiudemalelaboccaehaunamascelladecisamentetroppopiccola.Il mento è minuscolo. Quand’era piccolissimo, prima che un pezzo di osso dell’anca gli venisseimpiantato nellamascella inferiore, si può dire che ilmento non ce l’aveva affatto. La lingua glipenzolava fuori dalla bocca senza niente che potesse trattenerla. Grazie al cielo, le cose sonomigliorate,adesso.SenonaltroAugustpuòmangiare:dapiccolosinutrivaconunsondino.Esaparlare.Ehaimparatoatenerelalinguadentrolabocca,malgradocisianovolutidiversianniperfarlo.Haancheimparatoacontrollarelasalivacheglicolavasulcollo.Tuttiquestisonoconsideratimiracoli.Quand’eraappenanato,imedicipensavanochenoncel’avrebbefatta.

E ci sente, anche. La maggior parte dei bambini nati con questo tipo di malformazioni hanno

probleminellapartemedianadell’orecchiocheimpedisconolorodiudire,maalmenosinoraAugustriesceasentirciabbastanzabeneattraversoquellesueminuscoleorecchieaformadicavolfiore.Idottoridiconocheprimaopoidovràportaredegliapparecchiacustici,però.Augustodiaanchesolol’idea.Pensachesivedrannotroppo.Iomiguardobenedalfarglinotarechegliapparecchiacusticisarebberol’ultimodeisuoiproblemi,ovviamente.Perchésonosicurachelosagià.

AnchesenonsonodavverosicuradiquellocheAugustsaenonsa.Diquellochecapisceechenoncapisce.

Si accorge di come lo vedono gli altri, oppure è diventato talmente bravo a fare finta di nonaccorgersene chenongliene importapiùnulla?Ogliene importa, invece?Quando si guarda allospecchio,vedel’Auggiechevedonomammaepapàovedel’Auggiechevedonotuttiglialtri?Oc’èunaltroAugust che vede lui?Sognaqualcunaltro, dietroquella testa equella facciadeformi?Avolte,quandoguardavolanonnariuscivoavederelabellaragazzacheerastatauntemposottolerughe.Riconoscevo laragazzadi Ipanemadentro lasuacamminatadavecchiasignora.Augustsivedecomeavrebbepotutoesseresenzaquell’unicogenechehacausatolacatastrofecheèlasuafaccia?

Vorreipoterglifaredomandesimili.Vorreichemidicessecomesisente.Erapiùfacilecapirecosaglipassavadentroprimadelleoperazioni.Sapeviche,quandostringevagliocchi,erafelice.Quandolaboccasitrasformavainunalineadiritta,volevadirechestavapercombinarneuna.Equandoglitremavano leguance,stavaperpiangere.Haunaspettomigliore,adesso,suquestononcipiove,ma i segnali che usavamo per decifrare i suoi umori sono tutti spariti. Ce ne sono di nuovi,naturalmente.Mammaepapà sono ingradodi leggerli tutti.Ma iohoqualchedifficoltà a starcidietro.

Ec’èunapartedimechenonvuolecontinuareaprovarci.PerchéAugustnonpuò,semplicemente,dire quello che sente come chiunque altro? Non ha più un tubo in bocca che gli impedisce diparlare. Non ha più la mascella cucita. Ha quasi undici anni. Sa usare le parole. Invece tutticontinuiamoamuoverci intornoa lui come se fosseneonato.Cambiamoprogramma, torniamoalpianoB, interrompiamounaconversazione,ci rimangiamo lepromesseasecondadei suoiumori,dei suoi capricci, dei suoi bisogni. Il che poteva andare finché era piccolo. Ma deve crescere,adesso.Dobbiamolasciarlocrescere.Dobbiamoaiutarloacrescere.Eccochecosapenso:abbiamospeso talmente tanto tempo a cercare di far credere ad August che era normale, che adesso luipensadavverodiesserenormale.Eilproblemaèchenonloè.

Scuolasuperiore

Quellochemièsemprepiaciutodellascuolamediaècheeraunospazioseparatoediversodacasa.Potevoandare lìedessereOliviaPullman;nonVia,cheècomemichiamanoincasa.Viaèanchecome mi chiamavano alle elementari. All’epoca, tutti sapevano tutto di noi, naturalmente. LamammavenivaaprendermidopolascuolaeAugusterasemprenelpasseggino.Nonc’eranomoltepersoneconirequisitinecessariafaredababy-sitteradAuggie,perciòmammaepapàloportavanoatuttiimieispettacoli,concertierecitediclasse,atuttelecerimonie,imercatinielefieredellibrodellascuola.Imieiamiciloconoscevano.Igenitorideimieiamiciloconoscevano.Imieiinsegnantiloconoscevano. Ilcustode loconosceva. («Ciao,cometiva lavita,Auggie?»glidicevasempre,edavaadAugustunbelcinque).Augusteraunaspeciediistituzione,lì.

InveceallascuolamediaunmucchiodigentenonsapevanientediAugust.Imieivecchiamicisì,ovvio, ma i miei nuovi amici no. O, se lo sapevano, non era necessariamente la prima cosa chesapevano dime. Forse era la seconda o la terza: «Olivia? Sì, è simpatica.Hai sentito che ha unfratellodeforme?».Laodiavoognivolta,quellaparola,masapevocheera ilmodoincui lagentedescrivevaAuggie.E sapevo chequelgeneredi conversazioni avvenivaprobabilmenteal di fuoridellaportatadellemieorecchie,ognivoltacheuscivodaunastanzaaunafestaochemiimbattevoin gruppi di amici in pizzeria. E questo passi pure. Sarò sempre la sorella di un ragazzo con undifettocongenito:nonèquestoilproblema.Èsolochenonmivadiesseresempredefinitacosì.

Lacosapiùfortedelliceoèchequasinessunomiconosce.TranneMirandaedElla,naturalmente.Elorosannocomeevitarel’argomento.

Io,MirandaedEllaciconosciamosindallaprimaelementare.Lacosabellaerachenondovevamomaispiegarciniente.QuandohodecisochevolevocheloromichiamasseroOliviaenonVia,hannoafferratoilconcettosenzabisognocheioglifornissialcunaspiegazione.

ConosconoAugustsindaquandoeraneonato.Quandoeravamopiccolelacosachecipiacevadipiùeragiocareai travestimenticonAuggie;coprirlodiboapiumatiegrandicappellieparrucchedaHannah Montana. Lui si divertiva, naturalmente, e noi pensavamo che fosse a suo modo

adorabilmentecarino.ElladicevachegliricordavaE.T.Enonlodicevaconcattiveria,ovvio(ancheseforseeraun’affermazioneunpo’cattiva).Laveritàèchec’èquellascena,nelfilm,incuiDrewBarrymoremetteintestaaE.T.unaparruccabionda:equelloerailritrattoperfettodiAuggienelnostroperiodoMileyCyrus.

Durantelemedie,io,MirandaedEllafacevamoquasisempregruppettonoitre.Eravamoametàtralesuper-simpaticheelesimpatiche:noncervellone,nonsportivissime,nonricche,nondrogate,noncattive,nonsanterelline,nonfantastiche,manemmenoinvisibili.Nonsosenoitrecisiamotrovateperchéeravamocosìsimilisottotantipuntidivista,osesiamodiventatesimilisottocosìtantipuntidivistaperchécisiamotrovate.Maeravamocosì felici,quandotutteetresiamostatepreseallaFaulknerHighSchool.Ci sembrava impossibile checi ammettessero tuttee tre, soprattuttovistochenonerastatopresonessunaltrodellanostrascuola.Meloricordobene,comeabbiamostrillatodentroiltelefonoilgiornoincuiabbiamoricevutolaletterachedicevacheeravamoentrate.

È per questo che non ho capito cosa ci stia succedendo, ultimamente, ora che il liceo lo stiamofrequentandoperdavvero.Nonassomigliapernienteaquellochemieroimmaginata.

MajorTom

Dinoitre,MirandaerasemprestatalapiùdolceconAugust,quellacheloabbracciavaegiocavaconluiperunsaccoditempoanchedopocheioedEllaavevamoiniziatoqualchealtrogioco.Anchequandoeravamopiùgrandi,Mirandanonperdevaoccasioneper coinvolgereAugustnellenostreconversazioni,perchiederglicomestava,parlarglidiAvataroGuerreStellarioBoneoqualunqueargomentofossesicurapotessepiacergli.

EraMirandacheavevadatoaAuggie il cascodaastronautache lui indossavapraticamenteognigiorno quando aveva cinque o sei anni. Lo chiamavaMajor Tom, “Maggiore Tom”, e cantavanoinsiemeSpaceOdditydiDavidBowie.Eraillorogioco.

Lasapevanotuttaamemoria,lasparavanoatuttovolumesull’iPodelacantavanoasquarciagola.

DalmomentocheMirandaciavevasemprechiamatisubitoquandorientravadalcampeggioestivo,sonorimastaunpo’sorpresaquandoinvecenonl’hosentita.Lehopersinomandatounmessaggio,ma lei nonmi ha risposto. Ho pensato che forse era rimasta di più al campeggio, dato che eradiventatacapogruppo.Omagariavevaincontratounragazzocarino.

Poi,grazieallabachecadiFacebook,misonoresacontocheeraacasadaduesettimane,perciòlehomandatounmessaggiolìeabbiamochattatounpo’,manonmihafornitoalcunaspiegazionedelperchénonsierafattaviva,cosachehotrovatoquantomenobizzarra.Mirandaerasemprestataunpo’strana,però,quindiho immaginatochefosseperquelloebasta.Abbiamoprogrammatodivederciincentro,mapoiiohodovutoannullarel’appuntamentoperchéandavamoatrovareTataePoppaperilfinesettimana.

Così,èandataafinirechenonhopiùvistoMirandaedEllafinoalprimogiornodiscuola.E,devoammetterlo, sono rimasta di stucco.Miranda sembrava così diversa: aveva un taglio di capelli acaschettoall’ultimamodaeselieratintidiunrosabrillante,tantopercominciare,epoiindossavaun top aderente a strisce che: a) sembrava alquanto inappropriato per la scuola e, b) nonappartenevaassolutamenteal suosolitostile.Mirandaerasemprestatacosìmoralista in fattodivestiti ed eccola lì, con i capelli rosa shocking e il top a tubino.Ma non era solo il suo aspettoesteriore a essere diverso: si comportava anche inmodo diverso. Non posso dire che non fossegentile,perchéloera,mainuncertosensosembravadistante,comeseiofossiun’amicacasuale.Davverolacosapiùstranadelmondo.

Apranzo ci siamo sedute tutte e tre insieme come avevamo sempre fatto,magli equilibri eranocambiati.Mi è risultato chiaro che Ella eMiranda dovevano essersi viste più volte senza dime,durante l’estate, per quanto non lo abbiano mai veramente ammesso. Io fingevo di non essereaffattoturbata,mentreparlavamo,anchesesentivolafacciaavvampareeilmiosorrisodiventarefinto.

MalgradoEllanonfossesopralerighetantoquantoMiranda,honotatouncambiamentoanchenelsuostiledisempre.Eracomesesifosseromessed’accordoperridefinirelapropriaimmaginenellanuova scuola,ma avessero deciso di non rendermi partecipe della cosa. Lo ammetto: ho semprecredutodiesserealdisopradiquestetipichemeschineriedaadolescente,mamisentivoungroppoallagola,mentreeravamoatavola.Elavocemihatrematounpo’quandoèsuonatalacampanaehodetto:«Civediamodopo».

Dopolascuola

«Hosentitochedobbiamodartiunostrappoacasa,oggi».

EraMiranda,all’ottavaora.Sieraappenasedutanelbancodietroalmio.MierodimenticatachelamammaavevachiamatolamammadiMiranda, laseraprima,perchiederleseall’uscitadiscuolapotevanoriaccompagnarmiacasaloro.

«Non sei obbligata» ho risposto d’istinto, facendo l’indifferente. «Può venire a prendermi miamamma».

«VeramenteavevocapitochedovevaandareaprendereAuggie,oqualcosadelgenere».

«Ma dopo è saltato fuori che poteva venire, invece. Mi ha mandato un messaggio. Non c’èproblema».

«Oh.Okay».

«Grazie».

Eraunabugia,manonriuscivoavedermisedutainunamacchinaconlanuovaMiranda.Dopolascuola mi sono infilata in un bagno, onde evitare di imbattermi nella madre di Miranda fuori.Mezz’oradoposonouscitadallascuola,hofattodicorsaitreisolatisinoallafermatadelbus,sonosaltatasullaM86perCentralParkWestehopresolametropolitanafinoacasa.

«Eccotiqui,tesoro!»haesclamatolamammanelmomentostessoincuihooltrepassatolasoglia.«Com’èstatoiltuoprimogiorno?Stavocominciandoachiedermidoveeravatefinite».

«Cisiamofermateamangiareunapizza».Incredibileconqualefacilitàunabugiapossascivolarefuoridallelabbra.

«EMirandanonèconte?»lamammasembravasorpresadinonvederlaallemiespalle.

«Èandatasubitoacasa.Abbiamounmucchiodicompiti».

«Ilprimogiorno?»

«Esattamente,ilprimogiorno!»hostrillato,cosachehalasciatolamammadistucco.Maprimacheavesseiltempodidirequalcosahoaggiunto:«Lascuolaèandatabene.Èdavverogrande,però.Iragazzisembranosimpatici».Volevodarleinformazioniasufficienzaperchénonsentisseilbisognodichiedermialtro.«Com’èandatoilprimogiornodiscuoladiAuggie?»

Lamammahaesitato, le sopraccigliaancora inarcatesulla fronteper lamiarispostacciadipocoprima.«Èstatookay»harispostopiano,comesestesselasciandouscireilrespiro.

«Cosavuoldire“okay”?»horibattutoio.«Èandatabeneomale?»

«Auggiehadettocheèandatabene».

«Alloraperchépensichenonsiaandatabene?»

«Iononhodettochenonèandatabene!Cavolo,Via,sipuòsaperechetiprende?»

«Dimenticatichetiabbiafattounadomanda»horisposto,esonocorsaconfaremelodrammaticoincameradiAuggiesbattendolaporta.LuistavadavantiallaPlaystationenonhanemmenoalzatogliocchidalloschermo.Odiavoilmodoincuiivideogiochilorendevanounozombie.

«Allora,com’èandataascuola?»glihochiesto,spostandopiùinlàDaisyinmododapotermisederesullettovicinoalui.

«Bene»harisposto,masempresenzaalzaregliocchidalgioco.

«Auggie,stoparlandoconte!»glihostrappatolaPlaystation.

«Ehi!»hafattolui,arrabbiato.

«Com’èandataascuola?»

«Hodettobene!»mihastrillatodirimando,riappropriandosidellaPlaystation.

«Sonostaticariniconte?»

«Sì!»

«Tihannotrattatomale?»

Auggiehaposato laPlaystationemihaguardatacomesegliavessiappenafatto ladomandapiùstupidadellaterra.«Perchémaidovrebberotrattarmimale?»hadetto.Eralaprimavoltanellasuavitaincuilosentivotantosarcastico.Nonlacredevounacosadalui.

IlPadawanmordelapolvere

Nonsoesattamentequando,quellasera,AuggiesisiatagliatolatreccinadaPadawan,néperchélacosamiabbiamandatocosìfuoridaigangheri.AvevosempretrovatolasuaossessioneperqualsiasicosariguardasseGuerreStellari inqualchemodofanaticae latrecciacheportavadietro latesta,con quelle minuscole perline, era semplicemente orrenda. Ma Auggie ne era sempre andatoorgogliosoeavevaimpiegatounsaccoditempoperfarselacrescereeleperlineleavevascelteluistesso in un negozio di artigianato di Soho. Lui e Christopher, il suo migliore amico, giocavanosempreconlespadefinteelarobadiGuerreStellari tutte levoltechesivedevano,e tuttiedueavevanocominciatoafarsicrescerelatreccinanellostessoperiodo.

QuandoAugustsiè tagliato lasuaquellasera,senzaunaspiegazione,senzadirmeloprima(cosasorprendente),osenzanemmenotelefonareaChristopher,cisonorimastacosìmalechenemmenoriescoaspiegarneilmotivo.

HovistoAuggiespazzolarsi icapelliallospecchiodelbagno.Cercavadimetteremeticolosamenteognisingolocapelloaposto.Inclinavalatestaperguardarsidadiverseangolazioni,comesedentroallo specchio ci fosse qualche magica prospettiva in grado di cambiare le proporzioni della suafaccia.

Dopocenalamammahabussatoallaportadicameramia.Sembravasvuotataehorealizzatoche,trameeAuggie,quelladovevaesserestataunagiornatamoltoduraancheperlei.

«Allora,vuoidirmicosastasuccedendo?»mihachiestointonodolceegentile.

«Nonora,okay?»lehorisposto.

Stavoleggendo.Erostanca.ForsepiùtardimisareialzataperraccontarlediMiranda,manonora.

«Vengoacontrollareprimache tuspenga la luce»haribattuto lei,quindisièavvicinataemihaposatounbacioincimaallatesta.

«Daisypuòdormireconmestanotte?»

«Certo,laportoquidopo».

«Nondimenticartiditornare»lehodettomentreusciva.

«Promesso».

Invecequellaseralamammanonètornata.Èvenutopapà.MihaspiegatocheAuggieavevaavutounbruttoprimogiornoechelamammalostavaaiutandoasuperarlo.Mihachiestocom’eraandatalamiagiornataeioglihodettobene.LuiharispostochenoncicredevanemmenoperunsecondoealloraglihoraccontatocheEllaeMirandasicomportavanoda idiote. (Nonhoaccennatoal fattocheavevopresolametropolitanadasola,però).

Luihadettochenientemetteallaproval’amiciziaquantoilliceoepoihaproseguitoprendendomiingiroperchéstavoleggendoGuerraepace.Nonmoltodivertente,inverità,dalmomentocheloavevosentitovantarsiconaltridiavere“unaquindicennecheleggeTolstoj”.

Maglipiacevaprendermiperifondellichiedendomiinqualepuntodellibromitrovavo,seinunascena di guerra o di pace, e se c’era scritto qualcosa, lì dentro, a proposito del periodo in cuiNapoleone era stato ballerino di hip-hop. Erano stupidaggini, ma papà riusciva sempre a fartiridere.Equalchevoltaquestaèl’unicacosadicuisihabisognopersentirsimeglio.

«Nonavercelaconlamamma»mihadettomentresichinavaperdarmiilbaciodellabuonanotte.«LosaiquantosipreoccupaperAuggie».

«Loso»horiconosciuto.

«Vuoi la luce accesa o spenta? Si è fatto un po’ tardi» ha detto papà, fermandosi di fianco

all’interruttoredellalucevicinoallaporta.

«PuoiportarmiDaisy,prima?»

DuesecondidopoèritornatoconDaisycheglipenzolavafralebracciael’haposatadifiancoamesulletto.

«Buonanotte, tesoro» ha detto, baciandomi sulla fronte. E ha baciato sulla fronte anche Daisy.«Notte,ragazza.Sognid’oro».

Un’apparizionesullaporta

Unavoltami sono svegliatanelbelmezzodellanotteperchéavevo seteehovisto lamamma inpiedifuoridallacameradiAuggie.Avevalamanosulpomello,lafronteappoggiataallaporta,cheera socchiusa.Non stavaentrandonéuscendodalla stanza: era semplicemente lì, ferma inpiedifuori dallaporta, come se stesse ascoltando il suonodel suo respiromentredormiva.Le luci delcorridoioeranospente.L’unicacosache la illuminavaera la luceazzurrinadel farettodanotte incamera di Auggie. Sembrava un fantasma. O forse avrei dovuto dire un angelo. Ho cercato ditornarmeneincameramiasenzadisturbarla,malamammamihasentitaedèvenutaversodime.

«Sta beneAuggie?» le ho chiesto. Sapevo che qualche volta si svegliava strozzandosi con la suastessasaliva,sepercasosigiravainavvertitamentesullaschiena.

«Oh, sta bene» ha risposto la mamma, circondandomi con le braccia. Mi ha riaccompagnata incameramia,miha rimboccato le coperte emihadato il baciodella buonanotte.Nonmihamaispiegatocosacifacessefuoridaquellaporta.Emidomandoseabbiamaifattolastessacosafuoridacameramia.

Primacolazione

«Puoi venire a prendermi a scuola, oggi?» le ho chiesto la mattina dopo, mentre spalmavo delformaggiocremososulmiobagel.

La mamma stava preparando il pranzo di Auggie (una sottiletta con il pane integrale, che èabbastanzamorbido perché Auggie riesca amangiarlo) e lui era seduto al tavolo davanti al suoporridge.Papàsistavapreparandoperandareallavoro.

Adessocheandavoalliceo,lanuovaroutinescolasticaprevedevachelamattinaioepapàavremmopreso lametropolitana insieme, ilchesignificavache luidovevauscireunquartod’oraprimadelsolito, poi io sarei scesa allamia fermata e lui avrebbeproseguitoper la sua strada. Lamammasarebbeinvecevenutaaprendermiinmacchinaafinelezioni.

«PensavodichiamarelamammadiMirandapercapiresepuòriaccompagnartidinuovoacasalei»hadettolamamma.

«No, mamma!» mi sono affrettata a risponderle. «Vieni a prendermi tu. Se no prendo lametropolitana».

«Losaichenonvogliocheprendilametropolitanadasola»miharisposto.

«Hoquindicianni,mamma!Tuttiallamiaetàprendonolametropolitanadasoli!»

«Puòtornareacasainmetropolitana»èintervenutopapàdall’altrastanza,sistemandosilacravattamentrefacevailsuoingressoincucina.

«EperchénonpuòsemplicementerecuperarlalamammadiMiranda?»haobiettatolamamma.

«Perchéèabbastanzagrandeperprenderelametropolitanadasola»hainsistitopapà.

Lamammacihaguardatientrambi.«C’èqualcosachenonsoechedovreisapere?»nonharivoltoladomandaanessunodeidueinparticolare.

«Losaprestise fossi tornata ieriseraasalutarmi»horisposto inmalomodo.«Comemihaidettocheavrestifatto».

«Oh Dio, Via» ha fatto la mamma, ricordandosi in quel momento che la sera prima mi avevacompletamentescaricata.Haposatoilcoltellochestavausandopertagliareametàgliacinid’uvadiAuggie (anchequelli a rischiodi soffocamentoper lui, date ledimensioni del suopalato). «Midispiacetanto.MisonoaddormentataincameradiAuggie.Equandomisonosvegliata…»

«Loso,loso»hoannuito,fingendoindifferenza.

Lamammasièavvicinata,mihamessolemanisulleguanceemihasollevatoilvisoversodilei.

«Midispiacedavverotanto»habisbigliato.Socheeravero.

«Nonfaniente!»hodetto.

«Via…»

«Va tuttobene,mamma»equestavoltaneeroconvinta.Sembravacosì sinceramentedispiaciutachevolevosololiberarladelsuosensodicolpa.

Leimihabaciataeabbracciata,poiètornataaichicchid’uva.

«Ecosì,c’èqualcosachenonvaconMiranda?»mihachiesto.

«Solochesicomportacomeunaperfettaidiota»hodetto.

«Mirandanonèun’idiota!»sièintromessotutt’auntrattoAuggie.

«Einvecepuòesserlo!»hostrillato.«Credimi».

«Vabeneallora,vengoaprendertiio,nonc’èproblema»hadettodeterminatalamamma,facendocadere i chicchi in un sacchettino trasparente con il lato del coltello. «Questo era il programmainiziale,inognicaso.IoandròaprendereAuggieascuolainmacchinaepoiveniamoarecuperarete.Pensochearriveremoallequattromenounquarto».

«No!»horibattutoconfermezza,primadidarleiltempodifinire.

«Prenderàlametropolitana,Isabel»hainsistitopapàimpaziente.«Viaèunaragazzagrande,ormai.StaleggendoGuerraepace,sevogliamodirlapropriotutta».

«Echecosac’entraGuerraepace?»harispostolamamma,evidentementeinfastidita.

«C’entra perché non è necessario che tu la vada a prendere in macchina come se fosse unabambina»haribattutoluisevero.«Seipronta,Via?Prendilatuaborsaeandiamo».

«Sonopronta»hodetto,raccogliendolozaino.«Ciao,mamma!Ciao,Auggie!»

Lihobaciatiallasveltaentrambiemisonoincamminataversolaporta.

«Cel’haialmenolatesseradellametropolitana?»mihagridatodietrolamamma.

«Macertochecel’halatessera!»harispostopapà,ormaiesasperato.«Caspita,mamma!Smettiladipreoccuparticosìtanto!Ciao»lehadettobaciandolasullaguancia.«Eciaoancheate,ragazzogrande» ha detto ad August, baciandolo sulla testa. «Sono orgoglioso di te. Passa una buonagiornata».

«Ciao,papà!Buonagiornataancheate».

Io e papà abbiamo sceso i gradini della veranda saltellando e ci siamo incamminati per il nostroisolato.

«Chiamami dopo la scuola prima di prendere la metropolitana!»mi ha strillato la mamma dallafinestra.Nonmisononemmenovoltataasalutarlaconlamanoperchécapissechel’avevosentita.Mapapàhafattodietrofrontedètornatoindietrodiqualchepasso.

«Guerraepace,Isabel!»lehagridato,sorridendolementreindicavame.«Guerraepace!»

Genetica101

EntrambiiramidellafamigliadipapàeranoebreiprovenientidallaRussiaedallaPolonia.Inonnidi Poppa erano sfuggiti ai pogrom ed erano finiti a New York City all’inizio del secolo scorso. Igenitori di Tata erano scampati ai nazisti e si erano ritrovati in Argentina negli anni Quaranta.PoppaeTatasieranoconosciutiaunballonelLowerEastSidementreleieraincittàinvisitadaunacugina.Sieranosposati,trasferitiaBayside,eavevanoavutopapàezioBen.

Dalla parte della mamma, invece, la famiglia è originaria del Brasile. Fatta eccezione per suamamma, lamia splendidanonna,e suopapà,Agosto, cheèmortoprimache ionascessi, il resto

dellafamigliadellamamma,tuttelesueincantevolizie,ziiecugini,vivonoancoraaAltoLeblon,unsobborgolussuosoasuddiRio.

LanonnaeAgostosisonotrasferitiaBostonagliinizideglianniSessantaehannoavutolamammaeziaKate,chehasposatozioPorter.

MammaepapàsisonoconosciutiallaBrownUniversityesonoinsiemedaallora.IsabeleNate:dueanimegemelle.

SisonotrasferitiaNewYorksubitodopoilcollege,hannoavutomequattroannipiùtardi,quindihannotraslocato inunacasetta inmattoniaNorthRiverHeights,capitalehippydellaManhattanveramenteupper,quandoioavevocircaunanno.

Nessunonelmiscuglioesoticodel“poolgenico”dellamiafamigliahamaimanifestatoalcunsegnaleevidente di quello che affligge August. Sono rimasta curva per ore su fotografie sgranate colorseppiadiparentimorticonintestailbabushka;suscattiinbiancoenerodilontanicuginiinabitodi crespo di lino bianco, soldati in uniforme, signore con acconciature a nido d’ape; polaroid diadolescenticonipantaloniazampadielefanteehippyconicapellilunghi,enonc’èstataunavoltain cui sia riuscita a individuare in quei volti la sia pur minima traccia della faccia di August.Nemmeno una. Ma dopo la nascita di August i miei genitori si sono sottoposti a un consultogenetico.EglihannospiegatocheAugusteraaffettodaquellochesembravaessereuntiposinorasconosciutodi“disostosimandibolo-faccialecausatadaunamutazionedelgeneTCOF1,chesitrovanel cromosoma5, complicata daunamicrosomia emifacciale caratteristica della gammaOAV”.Avoltequestemutazionisiverificanodurante lagravidanza.Avoltevengonoereditatedaununicoparente che possiede il gene dominante. A volte sono provocate dall’interazione di più geni,possibilmente in combinazione con fattori ambientali. Questa cosa si chiama “ereditàmultifattoriale”.NelcasodiAugust,imedicisonoriuscitiaidentificareunadelle“singolemutazionidellacancellazionedelnucleotide”chesisonofattelaguerrasullasuafaccia.Lacosastranaèche,anchesenonlosisarebbemaidettoguardandoli,entrambiinostrigenitorisonoportatoridelgenemutante.

Elosonoanch’io.

IlQuadratodiPunnet

Seavessideifigli,avreiunaprobabilitàsuduedipassargliilgenedifettoso.Ilchenonsignificacheavrebberol’aspettodiAugust,masarebberoportatoridelgenecheinAugustsièraddoppiatoehacontribuito a renderlo così com’è. Se sposassi qualcuno che possiede lo stesso gene difettoso, cisarebbeunaprobabilità sudueche inostri figli fosseroportatoridelgeneeavesserounaspettoassolutamentenormale,una suquattro che i nostri figli non fosseroportatori delgene, euna suquattrocheinostrifigliavesserolostessoaspettodiAugust.

SeAugustavessedei figliconqualcunochenonporta tracciadelgene,ci sarebbero ilcentopercentodiprobabilitàcheilorofigliereditasseroilgene,malozeropercentodiprobabilitàcheilorofiglicel’avesserodoppio,comeAugust.Ilchesignificachesarebberoportatoridelgenemasenzaconseguenze,potrebberocioèavereunaspettonormale.Se inveceAugustsposassequalcunochepossiedeilgene,ilorofigliavrebberolestesseidenticheprobabilitàdeimiei.

QuestospiegasololapartecomprensibilediAugust.C’èquell’altrapartedelsuocaratteregeneticochenonèstataereditata,maèsolofruttodiun’incredibilesfortuna.

Nelcorsodeglianniunnumeroinfinitodidottorihadisegnatopiccolegriglieditris,zeriexperimiei genitori, per cercare di spiegare loro questa lotteria della genetica. Gli esperti di geneticausano questi “Quadrati di Punnet” per determinare l’ereditarietà, i geni recessivi e dominanti,probabilità e possibilità. Ma per ogni cosa che sanno, ce n’è un’altra che non sanno. Possonocercarediprevederelecombinazioni,manonpossonogarantirle.Usanoterminicome“mosaicismogerminale”,“riarrangiamentocromosomico”o“mutazioneritardata”perspiegarecomemailaloroscienzanonèunascienzaesatta.

Mipiaceilmodoincuiparlanoidottori.Adoroilsuonodellascienza.Mipiacecomeparolechenonsicapisconospieganocosechenonsipossonocapire.

Esistono un mucchio di persone sotto le parole “mosaicismo germinale”, “riarrangiamentocromosomico”o“mutazioneritardata”.

Unnumeroinfinitodibambinichenonnascerannomai,comeilmio.

Bastacolvecchiume

Miranda edElla sono sparite. Si sono appiccicate a un nuovo gruppetto destinato alla gloria delliceo.Dopounasettimanadipranzisofferti,duranteiqualil’unicacosachefacevanoeraparlaredipersonechenonmiinteressavano,hodecisodidareuntaglionetto.Lorononhannofattodomande.Iononhodettobugie.Siamosemplicementeandateognunaperlasuastrada.

Dopounpo’nonmiimportavapiùnemmenotanto.Hosmessodiandareapranzoperunasettimanacirca,però,perrenderepiùfacilelafasedipassaggio,perevitareifalsi“Oh,cavolo,nonc’èpostopertealtavolo,Olivia!”.Erapiùfacileandareinbibliotecaemettersialeggere.

InottobrehofinitoGuerraepace.Fantastico.Lagentepensachesiaunmattone,inveceèunasoapopera conunsaccodipersonaggi,personeche si innamorano, litiganoperamoreemuoionoperamore.Anch’iovoglioinnamorarmiinquelmodo,ungiorno.EvogliochemiomaritomiamicomeilprincipeAndrejamavaNatasha.

HofinitoperstareconunaragazzachesichiamaEleanorcheconoscodalleelementari,ancheseallemedieabbiamo frequentato scuolediverse.Eleanor è sempre statamolto intelligente;unpo’frignonaaitempi,masimpatica.Nonmisonomairesacontodiquantofossedivertente(nonqueldivertentechetifascoppiarearidereogniduepertretipopapà,mapienadispirito)eleinonhamai saputoquanto iopotessiessere ironica.Eleanor, suppongo,era semprestataconvintache iofossiuntipopiuttostoserio.E,comesièpoiscoperto,non lesonomaipiaciuteMirandaedElla.Pensavafosseroduegasate.

GrazieaEleanormisonoguadagnataunpostoaltavoloacuipranzavailgruppettodeglistudentigenio.Erapiùnumerosodiquellocheeroabituataafrequentareeunacompagniapiùdiversificata.Includeva il ragazzo di Eleanor, Kevin, che prima o poi sarebbe sicuramente diventatorappresentantediclasse,unpaiodi fissaticon la tecnologia, ragazzecomeEleanorche facevanopartedella commissioneper il librodell’annoedelgruppodidiscussione, eun tipo tranquillodinome Justin, che portava degli occhialini tondi e studiava il violino e per il qualemi sono presaimmediatamenteunacotta.

QuandovedevoMirandaedElla,cheadessosiaccompagnavanoalgruppettodeisuperpopolari,cidicevamo:«Ciao,comeva?»eproseguivamoognunaperlanostrastrada.DitantointantoMirandamichiedevacomestavaAugustepoimidiceva:«Salutamelo».Cosacheiononhomaifatto,nonperripiccanei confrontidiMiranda,maperchéAugust inqueigiorni vivevanel suomondo.C’eranoperiodi,acasa,incuinonciincrociavamonemmeno.

31ottobre

LanonnaèmortalaseraprimadiHalloween.Daallora,anchesesonopassatiquattroanni,questoèunperiodotristeperme.Ancheperlamamma,anchesenonlodice.Alcontrario,siimmergeneipreparatividelcostumediAugust,vistochetuttisappiamochequestaèlasuafestapreferita.

Quest’anno non è andata diversamente dagli altri anni. Veramente August voleva essere unpersonaggiodiGuerreStellarichesichiamaBobaFett,così lamammahacercatouncostumediBoba Fett della taglia di August che, abbastanza stranamente, era esaurito quasi ovunque. Hacontrollato tutti i rivenditori online, ha trovato un sito di eBay dove lo vendevano a una cifraassurda,eallafinehacompratouncostumedaJangoFett,chehapoitrasformatoinunodaBobaFett dipingendolo di verde. In tutto, deve averci messo due settimane a mettere insieme quellostupidocostume.

E,no,nonmenzioneròilfattochelamammaamenonhamaifattonessuncostume,perchélacosanonhaassolutamentealcunarilevanza.

LamattinadiHalloweenmisonosvegliatapensandoallanonna,cosachemiharesamoltotristeemalinconica.Papànonfacevachecontinuareadirmidisbrigarmiavestirmi,stressandomiancoradipiù,e tutt’auntrattomisonomessaapiangere.L’unicacosachedesideravoerarestarmeneacasa.

CosìquellamattinapapàhaportatoascuolaAugustelamammahadettochepotevostareacasaenoidueabbiamopiantoinsiemeperunpo’.Unacosasodisicuro:perquantolanonnamimanchitantissimo,lamammasentelasuamancanzamoltodipiù.TuttelevolteincuiAugustsiaggrappavaalla vita dopo un’operazione, tutte le corse al pronto soccorso: la nonna era sempre lì per lamamma.Perleieperme.Auncertopunto,allamammaèvenutal’ideadiguardareinsiemeameIlfantasmaelasignoraMuir,cheeraunodeinostrifilminbiancoeneropreferiti.Iolehodettocheera una splendida idea. Penso che probabilmente avrei potuto approfittare di questa sessione dilacrimeefazzolettiperraccontareallamammatuttoquellochemistavasuccedendoascuolaconMiranda ed Ella, ma proprio quando stavamo per sederci davanti al lettore DVD è squillato iltelefono. Era l’infermiera della scuola di August che chiamava per dire allamamma che August

avevamaldistomacoequalcunodovevaandareaprenderlo.Tantoèduratoiltempoperguardareinsiemevecchifilmecoltivarelanostrarelazionemadre-figlia.

LamammaèandataaprendereAuguste,nell’istantestessoincuièentratoincasa,miofratelloèandatoinbagnoehavomitato.Poisièmessoalettoesiètiratolecopertefinsopralatesta.Lamammaglihamisuratolafebbre,glihaportatounpo’ditècaldoehaassuntodinuovoilsuoruolodi“mammadiAugust”.La“mammadiVia”,cheavevafattocapolinoperunattimo,èstatamessaall’angolo.Iohocapito,però:Augusterainunodeisuoimomentibrutti.

NessunadelledueglihachiestocomemaiavesseindossatoilcostumedaUrloSanguinanteinvecediquellodiBobaFett chegli aveva fatto lamamma.E, sepercaso lehadato fastidio il fattodivedere il costumea cui aveva lavoratoperdue settimanebuttato in terra e inutilizzato, non l’hadatoavedere.

Dolcettooscherzetto

Augusthadettochenonsisentivaabbastanzainformaperandareafaredolcettooscherzettoquelpomeriggio, cosa ben triste per lui, visto che so quanto gli piace quella parte della festa diHalloween;especialmentequandofuorifabuio.Malgradoioavessisuperatodaunpezzolafasedischerzettoodolcetto,disolitomiinfilavounamascheraol’altraperaccompagnareAugustsuegiùper la via e rimanere a guardarlo mentre bussava a casa della gente, eccitato oltre ogni dire.Sapevocheeral’unicaseradell’annoincuipotevaesseredavverounragazzinocometuttiglialtri.Nessunoaveva ideadel suoesserediverso sotto lamaschera.E,perAugust,questacosadovevaesseresemplicementefantastica.

Quellaseraallesettehobussatoallaportadicamerasua.

«Ciao»glihodetto.

«Ciao»harisposto.NonstavagiocandoallaPlaystationnéleggendoqualchefumetto.Senestavasemplicemente lì, sdraiato sul letto, a guardare il soffitto. Daisy, come sempre, era accoccolatavicino a lui. La testa appoggiata sulle sue gambe. Il costume daUrlo Sanguinante giaceva tuttostropicciatosulpavimentovicinoaquellodiBobaFett.

«Comevalostomaco?»glihochiesto,sedendomivicinoaluisulletto.

«Hoancoralanausea».

«SicurochenonriesciadalzartiperlasfilatadiHalloween?»

«Rispostaaffermativa».

Questomihasorpresa.DisolitoAugusteraunduro,riguardoaisuoiproblemidisalute,siachesitrattassediandaresulloskateboardpochigiornidopounadellesueoperazioniodisucchiareilcibodaunacannucciaquandolasuaboccaerapraticamentecucitacolferro.Eraunragazzocheall’etàdi dieci anni aveva fatto più punture, preso piùmedicinali, sopportato più interventi di quanti lagente normale ne avrebbe potuto affrontare in dieci vite intere; possibile che adesso fosse inpanchinaperunabanalissimanausea?

«Vuoi dirmi che cosa sta succedendo?» gli ho chiesto in un tono che mi ha un po’ ricordato lamamma.

«No».

«Èlascuola?»

«Sì».

«Iprofessori?Icompitiinclasse?Gliamici?»

Nonharisposto.

«Qualcunotihadettoqualcosa?»hoinsistito.

«La gente dice sempre qualcosa» ha risposto August amareggiato. Avrei giurato che stesse permettersiapiangere.

«Raccontamichecosaèsuccesso»glihointimato.

Eluihaubbidito.Avevasentitopercasoalcunicommentimoltocrudelichedeiragazziniavevanofatto su di lui e questo se lo aspettava, ma era rimasto male perché uno di loro era il suomiglioreamicoJackWill.Misonoricordatacheloavevanominatounpaiodivolte,negliultimimesi.EmiètornatoinmentechemammaepapàdicevanocheeraunragazzomoltogentileecheeranocontenticheAugustsifossegiàfattounamicocosì.

«Avolte i ragazzi sonostupidi»hodettopiano,prendendogli lamano.«Sonosicurachenon l’hafattopercattiveria».

«Allora perché lo avrebbe detto? Ha fatto finta di essere mio amico per tutto il tempo.ProbabilmenteKiap lo ha compratopromettendogli buoni voti o qualcosadel genere. Scommettocheèstataunacosatipo:‘Ehi,Jack,sefaiamiciziaconquelfenomenodabaracconenondovraifarenessunaverificaquest’anno’».

«Losaichenonèvero.Enondartidelfenomenodabaracconeperfavore».

«Qualunquecosasia.Vorreinonessercimaiandatoascuola,punto».

«Maiocredevotipiacesse».

«Laodio!»tutt’auntrattoAugusterafuriosoeprendevaapugniilcuscino.«Laodio!Laodio!Laodio!»stavagridandoapienipolmoni.

Iosonostatazitta.Nonsapevochecosadire.Eraferito.Earrabbiatocomenonmai.

Gliholasciatosfogarelasuafuriaancoraperqualcheminuto.Daisyhacominciatoaleccarglivialelacrimedallafaccia.

«Forza,Auggie»glihodettodandogliqualchepaccagentilesullaschiena.«PerchénontiinfiliiltuocostumedaJangoFettenon…»

«ÈuncostumedaBobaFett!Perchésiconfondonotutti?»

«IlcostumedaBobaFett»misonocorretta,cercandodimantenerelacalma.Glihomessoilbracciointornoallespalle.«Andiamoallasfilataebasta,tiva?»

«Secivadolamammapenseràchemisentomeglioedomanimimanderàascuola».

«La mamma non ti farà mai andare a scuola» gli ho risposto. «Dai, Auggie. Andiamo. Saràdivertente,teloprometto.Etidaròtuttelemiecaramelle».

Luinonsièmessoadiscutere.SièalzatodallettoehacominciatolentamenteainfilarsiilcostumedaBobaFett.L’hoaiutatoasistemarsi lecinghieeastringere lacintura,equandosièmesso intestailcascoerosicurachesisentisseunpo’meglio.

Tempoperpensare

August ha finto di avere ilmal di stomaco, il giorno dopo, per non andare a scuola. Ammetto diessermidispiaciutaunpo’perlamamma,cheerasinceramentepreoccupatachesifossepresounqualchevirus,maavevopromessoamiofratellochenonleavreiriferitodell’incidenteascuola.

Peccatoche,ladomenica,Augustfosseancoradecisissimoanonrimetterepiedeascuola.

«Checosapensididireamammaepapà?»glihochiestoquandomel’haconfidato.

«Hannopromessocheavreipotutosmettereinqualsiasimomento».

L’hadettosenzastaccaregliocchidalgiornalettoafumettichestavaleggendo.

«Tunonseimaistatoilgeneredipersonachesitiraindietrodavantiaqualcosa,però»hoobiettato,elopensavodavvero.«Questononèdate».

«Mollo».

«Dovrai spiegarne la ragione a mamma e papà» gli ho fatto notare, tirandogli via di mano ilgiornalinoinmodochefossecostrettoaguardarmiinfaccia.«Epoilamammachiameràlascuolaelosaprannotutti».

«EJackpasseràdeiguai?»

«Credodisì».

«Bene».

Devoammettere cheAugustmi stava sorprendendo sempredipiù.Hapresounaltrogiornalettodallamensolaehacominciatoasfogliarlo.

«Auggie» gli ho detto. «Hai davvero intenzione di permettere che un paio di stupidi ragazzini tiimpediscano di frequentare la scuola? Lo so che ti sta piacendo, invece.Non dargli tutto questopotere.Nondargliquestasoddisfazione».

«Ilfatto,vedi,èchenonsannominimamentechelihosentiti»mihaspiegato.

«No,loso,ma…»

«Vatuttobene,Via.Soquellochestofacendo.Hopresolamiadecisione».

«Ma è folle, Auggie!» ho esclamato in tono enfatico, sottraendogli anche il secondo giornalino.«Devitornareascuola.Tuttiodianolascuola,avolte.Èlavita,Auggie.Vuoiesseretrattatoinmodonormale,giusto?Questoènormale!Chetuttisiamocostrettiadandareascuola,avolte,equestononostanteabbiamodellegiornateno,vabene?»

«Lagentecambiaforsestradaperevitareditoccarti,Via?»miharispostoAugust,cosachemihalasciata momentaneamente senza parole. «Già, giusto. Perché è proprio a questo che stavopensando.Perciò,nonparagonareituoigiorninoperandareascuolaaimiei,okay?»

«D’accordo,suquestohairagione»hoammesso.«Malaquestionenonèsuchiabbia igiornipiùdifficili.Ilpuntoèchetuttidobbiamofareiconticonlenostregiornateno.Ora,amenochetunonvogliaesseretrattatocomeunneonatoperilrestodellatuavitaocomeunragazzocondeibisognispeciali,devisolomandarlagiùetornareascuola».

Augustnonhadettoniente,macredochel’ultimapartedelmiodiscorsoglifossearrivata.

«Nondevidireunasolaparolaaqueiragazzini»hocontinuato.«Davvero,August,èuntuopuntodiforzailfattochetusaichecosahannodettomentrelorononsannochetulosai,capisci?»

«Esipuòsaperechecosaciguadagnoio?»

«Lo sai cosa intendo. Non devi parlaremai più con loro, se non vuoi. E loro non saprannomaiperché.Capisci?Oppurepuoifarefintadiessereancoraloroamico,anchesedentroditesaichenonècosì».

«ÈcosìchefaiconMiranda?»lehochiesto.

«No»glihorispostofrettolosa,sulladifensiva.«NonhomaifintoimieisentimentineiconfrontidiMiranda».

«Alloraperchéstaidicendochedovreifarloio?»

«Non è vero! Sto solo dicendo che non dovresti permettere a quei piccoli idioti di condizionarti,nient’altro».

«ComeMirandahafattoconte».

«SipuòsapereperchécontinuiatirareinmezzoMiranda?»hogridatoesasperata.«Stocercandodiparlartideituoiamici.Tienifuoriimiei,perfavore».

«Tunonseipiùnemmenosuaamica».

«Equestocosaavrebbeachefareconquellodicuistiamoparlando?»

IlmodoincuiAugustmistavaguardandomiharicordatol’espressionediunabambola.Mifissavainespressivo,conisuoiocchimezzichiusi.

«Hatelefonato,l’altrogiorno»mihadettofinalmente.

«Cosa?»erosbalordita.«Etunonmel’haidetto?»

«Nonstavacercandote»miharisposto,strappandomidimanotuttiedueigiornaletti.«Volevame.Solo per salutarmi. E sapere come stavo. Non sapeva nemmeno che frequento una vera scuola,

adesso. Non riesco a credere che tu non gliel’abbia mai detto. Ha raccontato che voi due nonpassatepiùmolto tempo insieme,mavoleva sapessi che leimiha semprevolutobenecomeunasorellamaggiore».

Sbalorditaduevolte.Puntasulvivo.Basita.Nessunaparolaprendevaformanellamiabocca.

«Perchénonmel’haidetto?»glihochiestoallafine.

«Nonloso»Augusthafattospallucce,riaprendoilprimogiornaletto.

«Be’,sesmettidiandareascuoladiròamammaepapàdiJackWill»horisposto.«ImmaginocheKiap ti farà chiamare a scuola e costringerà Jack e gli altri a scusarsi davanti a tutti e tutti titratterannocomeunochedovrebbeandareinunascuolaperragazzi“diversi”.Èquestochevuoi?Perché è questo che succederà. Altrimenti, torni a scuola e ti comporti come se nulla fosseaccaduto.OsevuoiaffrontareJacksullaquestione,bene.Maseno,setu…»

«Vabene.Vabene.Vabene»mihainterrotta.

«Checosa?»

«Va bene! Ci andrò!» ha gridato, ma non troppo forte. «Basta che la smetti di parlarne. Possoleggereilmiogiornalinoadesso,perfavore?»

«Ottimo!»horisposto.Poi,mentremivoltavoperusciredacamerasua,mièvenutainmenteunacosa.«Mirandahadettoqualcos’altrosudime?»

Augusthaalzatogliocchidalfumettoemihaguardatadrittonegliocchi.

«Hadettodidirtichelemanchi.Aperteechiuselevirgolette».

Hoannuito.

«Grazie» ho detto con noncuranza, troppo imbarazzata per lasciargli capire quanto la cosa miavessefattopiacere.

ParteTerza

Summer“Seibellononimportacosadicono

Leparolenonpossonoabbatterti

Seibelloinognimodopossibile

Sì,leparolenonpossonoabbatterti”.

(ChristinaAguilera,Beautiful)

Stranicompagni

Stranamente, alcuni deimiei compagni ogni tantomi domandano perché passo tanto tempo conquel “fenomeno da baraccone”. Non lo conoscono nemmeno bene. Se lo conoscessero non lochiamerebberocosì.

«Perchéèsimpatico»rispondosempre.«Enonchiamateloinquelmodo».

«Seiunasanta,Summer»mihadettoXimenaChinl’altrogiorno.«Iononsareicapacedifarequellochestaifacendotu».

«Permenonèmicaunproblema»lehorispostosinceramente.

«Telohachiestoilpresidediesseresuaamica?»mihadomandatoCharlotteCody.

«No.Sonosuaamicaperchévoglioesseresuaamicaebasta»horisposto.

Echilosapeva,chesedermiatavolaapranzoconAugustPullmanpotevadestaretantointeresse?Lagentesicomportacomesefosselacosapiùstranadelmondo.Èstranocomeriescanoaesserebizzarri,imieicompagni.

La prima volta mi sono seduta lì perché mi dispiaceva per lui. Nient’altro. Era lì, un ragazzodall’aspettostrano inquellascuolacompletamentenuova.Nessunogli rivolgeva laparola.E tuttichelofissavano.Tutteleragazzedelmiotavolochespettegolavanoabassavocesudilui.Micaeral’unico ragazzo nuovo, alla Beecher Prep, però era l’unico sulla bocca di tutti. Julian lo avevasoprannominatoilRagazzoZombieederacosìchelochiamavanotutti.“NonaveteancoravistoilRagazzo Zombie?”: parole così si diffondono alla svelta. E August lo sapeva. È già abbastanzadifficile essere i nuovi arrivati anche quando si ha una faccia normale. Figuriamoci con la suafaccia…

Cosìmisonoavvicinataemisonosedutaconlui.Nientediche.Vorreichelagentelasmettesseditrasformarequesta cosa inqualcosadi piùgrande.È soloun ragazzo. Il ragazzodall’aspettopiùstranocheioabbiamaivisto,questosì.Masolounragazzo.

Lapeste

Ammettochecivuoleunpo’,perabituarsiallafacciadiAugust.Èdaduesettimanechemisiedo

vicinoaluiediciamomoltosemplicementechenonèlapersonachemangianelmodopiùeducatodelmondo.

Maapartequesto, èpiuttosto simpatico.Dovrei anchedire chenonprovopiùpenaper lui. Puòesserestatoquello,afarmisederevicinoaluilaprimavolta,manonèlaragionepercuicontinuoafarlo.Continuoasedermiconluiperchéèdivertente.

Unadellecosechenonmipiacediquest’annoèchequasituttiimieicompagnisicomportanocomesefosserotroppograndipergiocareancoraaqualcosa.L’unicacosachegliinteressaèandarseneingiroechiacchierareall’intervallo.Eleunichecosedicuiparlanoadessoèdichipiaceachiechièpopolareechino.

AdAugust non interessa niente di tutto questo. Lui nell’intervallo si diverte a giocare ai quattrocantonieancheamepiaceunsacco.

È stato proprio perché giocavo ai quattro cantoni con August che ho scoperto la faccenda dellapeste.

Aquantopare,èun“gioco”cheduradall’iniziodiquest’anno.ChitoccapersbaglioAugusthasolotrentasecondiperlavarsilemaniotrovareundisinfettanteprimadiprendersilapeste.

Nonsonosicuradichecosatisuccedaesattamenteseprendilapeste,perchénessunohaancoratoccatoAugust;nondirettamente.

HoscopertotuttoquestoperchéMayaMarkowitzmihaspiegatocheilmotivopercuinonvolevagiocareaiquattrocantoniconnoidurantel’intervalloeraperchénonvolevaprendersilapeste.Eiolehodettotipo:«Cos’èlapeste?»eleimelohaspiegato.IohodettoaMayachepensavochefossedavvero stupido e lei erad’accordo conme,ma tutt’oranon toccherebbeunapalla che sia stataappenatoccatadaAugust.

LafestadiHalloween

ErodavveroeccitataperchéavevoricevutouninvitoallafestadiHalloweendiSavanna.

Savannaèprobabilmentelaragazzapiùpopolaredellascuola.Tuttiimaschilevannodietro.Etuttele femminevoglionoesseresueamiche.Èstata laprimaragazza ingradodiavereveramenteun“fidanzato”.Unodiun’altrascuola,ancheseleilohascaricatoperuscireconHenryJoplin,chehasensoperchétuttieduesembranogiàdeiteenager.

Comunque, anche se io non sononel gruppodi quelle “popolari”, sono stata, non sobene come,invitata,cosacheinséeperséerafantastica.QuandohodettoaSavannacheavevoricevutoilsuoinvitoechesareiandataallafestaleièstatadavverocarinissimaconme,anchesesièaffrettataadirmichenonavrebbeinvitatounmucchiodipersone,perciòavreifattomeglioanonandareingiroavantarmicontuttidiesserestatainvitata.Mayanonerastatainvitata,peresempio.Savannasièanche accertata che per la festa diHalloween io non avrei indossato un costume; non quello daunicornochemierofattoperlasfilata,mailvestitodaGothicgirlcheavevomessoascuola.MaanchequelloèstatoesclusoperlafestadiSavanna.L’unicacosanegativadelmiopartecipareallafestadiSavannaeracheadessononsareipotutaandareallasfilataecheilcostumedaunicornoloavevofattoperniente.Abbastanzaunascocciatura,mavabbe’.

Comunque,laprimacosacheèsuccessaquandosonoandataallasuafestaèstatacheSavannamihasalutatosullaportaemihachiesto:«Dov’èiltuoragazzo,Summer?».

Ilfattoèchenonavevolaminimaideadichecosastessedicendo.

«Non ha neanche bisogno dimettersi un costume perHalloween, no?» ha aggiunto. E allora hocapitochestavaparlandodiAugust.

«Nonèilmioragazzo»lehodetto.

«Lo so. Stavo solo scherzando!»Mi ha baciata sulla guancia (tutte le ragazze del suo gruppo sibaciano sulle guance, adesso, ogni volta che si salutano) e ha buttato la mia giacca su unattaccapanniinanticamera.

C’erano circa quindici invitati: tutti erano popolari, del gruppo di Savanna o di quello di Julian.Immaginochesisianocomeunitiinununicograndesupergrupposuperpopolare,orachealcunidilorohannocominciatoauscireinsieme.

Iononsapevonemmenochecifosserocosìtantecoppie.Vogliodire,sapevodiSavannaedHenry,

maXimenaeMiles?EdEllieeAmos?Ellieèpraticamentepiattaquantome.

Inognicaso,circacinqueminutidopochesonoarrivatalì,HenryeSavannamisisonoappiccicatiletteralmenteaddosso.

«Allora,vogliamosapereperchétenevaisempreingiroconilRagazzoZombie»hadettoHenry.

«Non è uno zombie» ho risposto ridendo, come se avessero appena fatto una battuta. Stavosorridendo,mainveritànonavevonessunavogliadisorridere.

«Sai,Summer?»hadettoSavanna.«Piacerestimoltodipiùa tutti senonstessiappiccicataa luituttoiltempo.Telodicochiaroetondo:Juliantivienedietro.Vuolechiedertidiuscire».

«Davvero?»

«Secondoteèbello?»

«Ehm…credodisì.Già,ècarino».

«Perciò,seituchedeviscegliereconchistare»haconclusoSavanna.Mistavaparlandocomeunasorellamaggiore.«Tupiaciatutti,Summer.Tuttipensanochetusiadavverosimpaticaechetusiamolto,moltocarina.Potrestiassolutamentefarepartedelnostrogruppo,sesoltantotulovolessie,credimi,cisonomolteragazzedelnostroannochepagherebberoqualsiasicosaperriuscirci».

«Loso»hoannuito.«Grazie».

«Nonc’èdiche»miharispostolei.«VuoichedicaaJuliandivenireaparlareconte?»

HoguardatonelladirezionechemistavaindicandoehovistoJuliancheciguardava.

«Ehm,veramenteadessodevoandareinbagno.Dov’è?»

Sonoandatadovemiha spiegatoSavanna,mi sono seduta sulbordodella vasca,ho chiamato lamammaelehochiestodivenirmiaprendere.

«Vatuttobene?»mihachiestolamamma.

«Sì,solochenonvogliorestarequi».

Lamammanonmihafattoaltredomandeehadettochesarebbearrivatanelgirodidieciminuti.

«Nonsuonareilcampanello»lehodetto.«Chiamamiquandoseifuori».

Sonorimastainbagnofinchélamammanonmihachiamata,poisonosgattaiolatadisoprasenzachenessunomivedesse,hopresolamiagiaccaesonouscita.

Erano solo le nove emezzo. La sfilata di Halloween era in pieno svolgimento, giù per AmesfortAvenue. Frotte di gente ovunque. Tutti in maschera. Scheletri. Pirati. Principesse. Vampiri.Supereroi.Manemmenoununicorno.

Novembre

Ilgiornodopo,ascuola,hodettoaSavannachedovevoavermangiatoqualchedolcediHalloweenchemiavevafattomaleeperquestomeneeroandataviaprimadallasuafesta,eleicihacreduto.Ineffettigiravaunvirusgastrointestinaleinqueigiorni,perciòeraunabuonabugia.

LehoanchedettochemieropresaunacottaperqualcunaltrochenoneraJulian,cosìmiavrebbelasciatainpaceanchesuquestacosae,sperabilmente,avrebbefattoarrivarelavoceaJuliancheiononerointeressata.Lei,ovvio,volevasapereperchimieropresalacotta,maiolehodettocheeraunsegreto.

AugusteraassenteilgiornodopoHalloweene,quandoètornatoascuola,disicuroglierasuccessoqualcosa.Sicomportavainmodocosìstrano,apranzo!

Nonhaquasiapertoboccaementregliparlavohacontinuatoateneregliocchisulcibo.Comesenonvolesseguardarminegliocchi.

Allafinehobuttatolìun:«Tuttobene,Auggie?Seiarrabbiatoconmeperqualcosa?».

«No»harisposto.

«MispiacechenonseistatobeneadHalloween.ContinuavoacercareBobaFettneicorridoi».

«Già,hoavutolanausea».

«Tiseipresoquelvirusallostomaco?»

«Già,immagino».

Poi,Auggiehaapertounlibroehacominciatoaleggere,nonmoltocarinodapartesua.

«NonstopiùnellapelleperilprogettosulmuseoEgizio»hodetto.«Etu?»

Augusthascossolatesta,laboccapiena.Aquelpuntohovoltatolatestadall’altraparte,perchétrailmodoincuimasticava,chedaval’ideachestessefacendoilmaleducatoapposta,equelloincuitenevagliocchipraticamentechiusi,miarrivavapropriounavibrazionenegativadalui.

«Cheprogettohaiavuto?»glihochiesto.

Lui ha fatto spallucce, ha sfilato un pezzettino di carta dalla tasca dei jeans eme l’ha allungatofacendolostrisciaresultavolo.

A tuttigli studentidelnostroannoerastatochiestodi lavorareaunmonumentoounoggettodiarteegizianaperlaGiornatadelMuseoEgizio,chesarebbestataadicembre.Iprofessoriavevanoscritto tutti iprogetti suquestiminuscoli foglietti cheavevanomesso inunabocciadivetro,poi,riuniti in assemblea, tutti noi alunni del primo anno avevamo dovuto pescare dalla boccia unbiglietto.

HosrotolatoilpezzettinodicartachemiavevaappenadatoAuggie.

«Oh,forte!»hoesclamato,forsecalcandounpo’lamanosull’entusiasmo,perchéstavocercandoditirarlounpo’su.«TiètoccatalapiramideagradonidiSaqqara!»

«Loso!»hafattolui.

«AmeètoccatoAnubis,ildiodell’aldilà».

«Quelloconlatestadicane?»

«Veramenteèlatestadiunosciacallo»l’hocorretto.«Ehi,tivasecominciamoalavorareainostridueprogettiinsieme,dopolascuola?Potrestivenireacasamia».

Augusthaposatoilsuopaninoesièappoggiatoconlaschienaallaseggiola.Nonriesconemmenoadescriverelosguardochemiharivolto.

«Losai,Summer»mihadetto.«Nonc’èbisognochetulofaccia».

«Madichestaiparlando?»

«Nondeviesseremiaamica.Losocheèstatoilpresideadirtelo».

«Nonholaminimaideadiquelchestaidicendo».

«Stosolodicendochenondevifarefinta:socheilsignorKiaphaparlatoconalcuniragazzi,primachecominciasselascuola,ehadettolorochedovevanoesseremieiamici».

«Manonhaparlatoconme,August».

«Sìchel’hafatto».

«No,nonl’hafatto».

«Sìinvece».

«Nonèvero!Logiurosullamiavita!»hoalzatolemani,perfarglivederechenonstavoincrociandoledita.Luihaabbassatoimmediatamentelosguardosuimieipiedi,cosìmisonosfilatalescarpedaginnasticaperfarglivederechenonavevoincrociatonemmenoleditadeipiedi.

«Mahailacalzamaglia»mihafattonotareintonoaccusatorio.

«Peròlovedi,cheholeditapiatte!»hostrillato.

«Okay,nonc’èbisognocheurli».

«Nonmipiaceessereaccusatadicosechenonhofatto,vabene?»

«D’accordo.Midispiace».

«Misembrailminimo».

«Madavveronontihadettoniente?»

«Auggie!»

«Okay,okay,midispiacedavvero».

Avreidovutorestarearrabbiataconluidipiù,mapoiAugustmiharaccontatounacosabruttissimacheglierasuccessaadHalloweenenoncel’hopiùfattaatenergliilbroncio.Praticamente,avevasentitoJackchesparlavadiluieglidicevadellecoseveramenteorribilidietrolespalle.Lafaccendaspiegavailsuocomportamentoeadessosapevoancheperchéerarimastoassente“perlanausea”.

«Promettichenonlodiraianessuno»hadetto.

«Nonlofarò»hoannuito.«Etupromettichenonsaraipiùcosìcattivoconme?»

«Prometto»hadettoAugusteabbiamogiuratoincrociandoilmignolo.

Attenzione:faccianonadattaaunpubblicosuggestionabile

Avevo preparato lamamma, a proposito della faccia di August. Le avevo descritto il suo aspettofisico.L’ho fattoperchésochenonè semprebravaa fingerequellocheprovaeAugustvenivaacasa mia per la prima volta, quel giorno. Le ho persino mandato un messaggino al lavoro perricordarglielo.Mahocapitodall’espressionedellasuafaccia,quandoèarrivatadopoillavoro,chenonl’avevopreparataabbastanza.Quandohavarcatolasogliadicasaehavistolasuafacciaperlaprimavoltaèrimastadistucco.

«Ciao,mamma,luièAuggie.Puòrestareacena?»lehochiestoinfretta.

Cièvolutounsecondoperchélamiadomandavenisseregistrata.

«Ciao,Auggie»hadettolamamma.«Ehm,macerto,tesoro.SenoncisonoproblemiperlamammadiAuggie».

Mentre Auggie chiamava sua madre dal cellulare ho bisbigliato alla mamma: «Smettila di farequelle facce assurde!». Aveva quell’espressione di quando sta guardando il telegiornale ed èsuccessoqualcosadispaventoso.Sièaffrettataafarmisegnodisìconlatesta,comesenonsifossedavvero resa conto che stava facendo una strana faccia, e da lì in poi è statamolto carina conAuggieesiècomportatainmodoassolutamentenormale.

Dopo un po’, io e Auggie ci siamo stancati di lavorare ai nostri progetti e siamo andati a farequalcosainsoggiorno.Auggiestavaguardandolefotosullamensoladelcaminettoenehavistaunamiaconpapà.

«Ètuopadre?»mihachiesto.

«Già».

«Nonsapevochefossi…com’èchesidice?»

«Mulatta».

«Giusto.Eccocomesidice».

«Già».

Haguardatodinuovolafoto.

«Sonodivorziatiituoigenitori?Nonl’homaivistoaccompagnartiascuolaorobadelgenere».

«Oh,no»horisposto.«Eraunsergentediplotone.Èmortoqualcheannofa».

«Uau!Nonlosapevo».

«Già»hoannuito,dandoglilafotodipapàinuniforme.

«Cavoli,guardaquantemedaglie».

«Già.Eraabbastanzafantastico».

«Uau,Summer.Midispiace».

«Già,nonfaniente.Èchemimancadavverounsacco».

«Be’,certo,loimmagino»Augusthaannuito,restituendomilafoto.

«Haimaiconosciutoqualcunocheèmorto?»glihochiesto.

«Solomianonna,enonmelaricordonemmeno».

«Peccato».

Auggieerad’accordo.

«Telochiedimai,checosasuccedeallagentequandomuore?»glihodomandato.

Auggiehaalzato le spalle.«Veramenteno.Vogliodire, immaginovadano inparadiso…È lì cheèandatamianonna».

«Io ci penso spesso» ho detto. «Credo che quando le persone muoiono, la loro anima vada inparadiso,masoloperunpo’.Tipochelìèilpostodoverivedonoivecchiamicierobadelgenereerivivonounpo’ivecchitempi.Madopo,secondomel’animacominciaaripensareallasuavitasullaterra, se si è comportata bene omale o qualsiasi cosa. E poi rinasce di nuovo nelmondo, sottoformadiunnuovobambino».

«Eperchédovrebberovolereunacosadelgenere?»

«Perché così hanno un’altra possibilità di comportarsi bene» ho risposto. «La loro anima ha unasecondapossibilità».

August ci ha pensato un po’ su e poi ha concordato: «Un po’ come quando ripeti un esame lasecondavolta».

«Esatto».

«Però non tornano qui con lo stesso aspetto» ha detto August. «Voglio dire, sono delle personecompletamentediversequandotornano,no?»

«Ohsì»horisposto.«Latuaanimarimanelastessa,matuttoilrestoèdiverso».

«Mipiace»hadetto,annuendoconentusiasmo.«Mipiacedavveroquestacosa,Summer.Significache,nellamiaprossimavita,nonsaròintrappolatoinquestafaccia».

Quandohadettocosìsièindicatoilvisoehasbattutogliocchi,cosachemihafattoridere.

«Pensodino»hoalzatolespalle.

«Ehi,potreipersinoesserebello!»hadettoluisorridendo.«Sarebbefantastico,no?Potreitornarequaggiùedesserequestotipofascinoso,altoesuperattraente».

Horisodinuovo.Eracosìautoironico.EccounadellecosechemipiaccionodipiùdiAuggie.

«Ehi,Auggie,possofartiunadomanda?»

«Certo»hafattolui,comesesapesseesattamentechecosavolevochiedergli.

Hoesitato.Eradaunpo’chevolevodomandarglielo,manonsonomairiuscitaatrovareilcoraggio.

«Cosa?»hadetto.«Vuoisaperechecos’halamiafaccia?»

«Sì,pensodisì.Sepossochiedertelo».

August ha fatto spallucce.Mi sono sentita così sollevata, perché non sembrava né arrabbiato nétristeperlamiadomanda.

«Be’,nonc’èmoltodadire»hadettosenzadarci troppopeso.«Lacosapiù importantechehoèquestadi-so-sto-siman-di-bo-lo-fac-cia-le…checihomessounavitaa imparareadirlo, fra l’altro.Mahoanchequest’altraspeciedisindromechenonriesconemmenoapronunciare.Eleduecosesisonocomefuseinsiemeinun’unicagrossasupercosa,cheètalmenterarachenonlehannoancoradatounnome.Insomma,nonchevogliadarmiarieosimili,masonodavveroconsideratounaspeciediprodigiodellamedicina,saicom’è».

Hasorriso.

«Eraunabattuta»haaggiunto.«Puoiridere».

Hosorrisoescossolatesta.

«Seisimpatico,Auggie»hodetto.

«Sì,losono»hadettoorgoglioso.«Sonoungrande».

Latombaegiziana

DuranteilmesesuccessivoioeAugustsiamostatiparecchioinsiemedopolascuola,siadamesiaacasasua.Isuoigenitorihannopersinoinvitatoacenameelamammaunpaiodisere.Unavoltaliho sentiti persino dire che volevano fissare un appuntamento al buio fra la mamma e lo zio diAugust,Ben.

Il giorno della mostra del Museo Egizio eravamo tutti piuttosto agitati ed emozionati. Il giornoprimaeranevicato;noncosìtantocomedurantelavacanzadelRingraziamento,ma,comunque,laneveèlaneve.

Lapalestraerastatatrasformatainunmuseogigantesco,conimodelliniegizianidiognunoespostisuuntavolocondavantiuncartellinochespiegavachecos’erano.Lamaggiorpartedeilavorieranoveramente forti,madevodire che secondome ilmio equello diAugust erano imigliori. Lamiastatua di Anubis era piuttosto realistica e avevo persino usato della vera tempera dorata perdipingerla.EAugustavevarealizzatolasuapiramideagradonicondellezollettedizucchero.Eraalta circa sessanta centimetri e aveva dipinto le zollette con della pittura spray di questo colorefintasabbia,orobadelgenere.Erafantastica.

Eravamo tutti incostumeegiziano.Alcunieranovestitidaarcheologo tipo Indiana Jones.Altridafaraone.IoeAugustcieravamotravestitidamummie.Avevamolafacciacoperta, fattaeccezioneperdueminuscoliforipergliocchieunaltroperlabocca.Quandosonoarrivatiigenitori,sisonomessituttiinfilanell’atriodifronteallapalestra.Poicihannodettocheciascunopotevaandareaprendereiproprigenitorieportarliafareungirodellapalestrabuia,illuminandolecoseconunatorcia.IoeAugustabbiamoportatoingirolenostremammeinsieme.Cisiamosoffermatidavantiaognilavoroperspiegarechecos’era,parlandoabassavoceerispondendoallelorodomande.Datocheerabuio,mentreparlavamousavamoletorceperilluminarelevarieopere.Avolte,perottenereuneffettodrammatico, tenevamo la torcia sotto ilmentoper spiegarequalcosapiùneldettaglio.Era così divertente, sentire tutti quei bisbigli al buio e vedere tutti quei fasci luminosi chezigzagavanoperlastanzascura.

Auncertopunto,sonoandataaldistributorediacquaperbere.Ehodovutotogliermidallafaccialamascheradamummia.

«Ehi,Summer»mihadettoJack,chesieraavvicinatoperparlarmi.EravestitocomequeltipodelfilmLamummia.«Belcostume».

«Grazie».

«El’altramummiaèAugust?»

«Già».

«Ehm…ehi,saiperchéAugustèarrabbiatoconme?»

«Già»hoannuito.

«Epuoidirmelo?»

«No».

Hafattosegnodisìconlatesta.Sembravadeluso.

«Glihopromessochenontel’avreidetto»glihospiegato.

«È così strano» mi ha detto. «Non ho idea del perché si sia arrabbiato con me, così di colpo.Nessuna.Nonpuoidarmialmenounindizio?»

Ho buttato un’occhiata all’altro capo della stanza, dove c’era August che parlava con le nostremamme.Nonchevolessi rompere ilmiogiuramentosolennedinonriferireanessunoquellocheAugustavevasentitopersbaglioilgiornodiHalloween,mamidispiacevaperJack.

«UrloSanguinante»glihobisbigliatonell’orecchioepoisonocorsavia.

ParteQuarta

Jack“Eccoilmiosegreto.Èmoltosemplice.

Nonsivedecheconilcuore.

L’essenzialeèinvisibileagliocchi”.

(AntoinedeSaint-Exupéry,IlpiccoloPrincipe)

Latelefonata

Ecosì, inagosto imieigenitorihannoricevutoquesta telefonatadal signorKiap, ilpresidedellascuolamedia.

Elamammahadetto:«Forsechiamatuttiinuovistudentiperdareilbenvenuto».

Mentrepapàhadetto:«Unbelpo’diragazzidachiamare,allora».

Così lamammaloharichiamatoe io l’hosentitaparlareal telefonocon lui.Edeccoesattamentechecosahosentito:

«Oh, salve, signor Kiap. Sono Amanda Will, so che mi ha cercata… (Pausa). Oh, grazie! Moltogentiledapartesua.Nonvedel’ora.(Pausa).Già.(Pausa).Oh.Macerto.(Pausalunga).Ohhh.Sì.(Pausa). Be’, è davvero molto gentile da parte sua pensarlo. Sono sicura che lo farà. Mi lasciprenderenota…fatto.Larichiamodopochesaròriuscitaaparlareconlui,vabene?(Pausa).No,grazieperaverpensatoalui.Arrivederci».

Equandoleihamessogiùiohofattotipo:«Chesuccede,checosatihadetto?».

E la mamma ha risposto: «Be’, è una cosa lusinghiera, ma anche molto triste. Vedi, c’è questoragazzino che inizierà la scuolamedia quest’anno e non hamai frequentato prima un ambientescolastico,perciòilsignorKiaphafattoduechiacchiereconlemaestredellascuolaelementarepersaperechifossero,secondoloro,iragazzipiùingambatraquellichepassanoinprimamediaelorodevonoaverglidettochetuseiunragazzospeciale–cosachenaturalmenteiosapevogià–ecosìilsignor Kiap si chiedeva se può contare su di te per fare un po’ da guida a questo ragazzinoall’internodellascuola».

«Tipochedovreicercaredipassaredeltempoconlui?»hochiesto.

«Esattamente»hadettolamamma.«IlsignorKiaphaparlatodiessereun“ragazzoaccogliente”».

«Maperchéio?»

«Tel’hodetto.LetuemaestrehannodettoalsignorKiapcheseiunbravoragazzo.Vogliodire,sonocosìorgogliosacheabbianounacosìbuonaopinionedite…»

«Eperchésarebbeunacosatriste?»

«Chevuoidire?»

«Haidettocheeraunacosalusinghiera,maancheunpo’triste».

«Oh» la mamma ha annuito. «Be’, a quanto pare questo ragazzino ha una specie di… ehm,immaginosiaunqualcheproblemaconlasuafaccia…oqualcosadelgenere.Nonhocapitobene.Forsehaavutounincidente.IlsignorKiaphadettochecispiegheràmeglioquandoandraiascuolalaprossimasettimana».

«Malascuolamicacominciainsettembre!»

«Vuolechetuconoscaquestoragazzoprimadell’iniziodellascuola».

«Devoproprio?»

Lamammamihaguardatounpo’sorpresa.

«Be’,certocheno»harisposto.«Masarebbecarinochetulofacessi,Jack».

«Senonsonoobbligato»hodetto«nonvogliofarlo».

«Puoialmenopensarciunpo’su?»

«Cistopensandoenonlovogliofare».

«Bene,nonhointenzionedicostringerti,»hadettolei«maalmenopensaciunaltropo’,d’accordo?NonrichiameròilsignorKiapfinoadomani,perciòrimuginaciunpo’sopra.Sai,Jack,davverononcredo sia pretendere molto, chiederti di passare un po’ di tempo in più con un nuovo ragazzoche…».

«Nonèsolocheèunnuovoragazzo,mamma»horisposto.«Ècheèdeforme».

«Èunacosaorribiledadire,Jack».

«Maloè,mamma».

«Nonsainemmenochiè!»

«Sìcheloso,invece»sonosbottato,perchéavevocapitonell’istantestessoincuilamammaavevacominciatoaparlarediluichesitrattavadiquelragazzodinomeAugust.

Carvel

RicordodiaverlovistoperlaprimavoltadavantiaCarvelinAmesfortAvenuequandoavevocinqueoseianni.IoeVeronica,lamiababy-sitter,eravamosedutisuunapanchinafuoridallagelateriaconJamie, ilmio fratellinopiùpiccolo,cheerasedutonelpasseggino,voltatoversodinoi. Immaginofossiimpegnatoamangiareilmiogelato,perchénonhonemmenofattocasoallagentechesedevavicinoanoi.

Poi,auncertopunto,hovoltatolatestaperleccareilgelatochemistavacolandofuoridalfondodelconoel’hovisto:August.Erasedutopropriodifiancoame.Sochenonèstataunacosagentile,maquandol’hovistomièuscitounaspeciedi“Uhhh!”perché,elodicosinceramente,mièpresapaura.Hopensatocheavesseunamascheradazombie,orobadelgenere.Eraqueltipodiversoche ti vien fuori quando stai guardando un film dell’orrore e il cattivo salta fuori dai cespugli.Comunque,sochenonèstatocarinodapartemiae,anchesequelbambinononmihasentito,suasorellasì.

«Jack!Dobbiamoandare!»hadettoVeronica.Sieraalzataestavagirandoilpassegginodall’altraparte perché Jamie, che ovviamente aveva anche lui notato il bambino, stava per fare qualchecommentoimbarazzante.

Perciò sono balzato su all’istante, come se una vespa mi si fosse appena posata addosso, e hoseguitoVeronicamentreschizzavaviacomeunafuria.

Hosentito lamammadelbambinochedicevapianodietrodinoi:«D’accordo, ragazzi, credochedobbiamoandare,adesso»emisonogiratoaguardarliun’ultimavolta.Ilbambinostavaleccandoilsuoconogelato,lamammastavariprendendoilsuomonopattinoelasorellamistavafissandocomesevolesseuccidermi.Misonoaffrettatoadistoglierelosguardo.

«Checos’haquelbambino,Veronica?»hosussurrato.

«Taci,sciocco!»mihadettoarrabbiata.VogliobeneaVeronica,maquandosiarrabbiasiarrabbiasulserio.Nelfrattempo,Jamiesistavapraticamentecatapultandofuoridalpassegginopercercaredidareun’altraocchiatinamentreVeronicasiallontanava.

«Ma,Vonica…»hafattoJamie.

«Voibambinisapeteessereveramentecattivi!Moltocattivi!»hadettoVeronicanonappenasiamostatiabbastanzalontani,lungol’isolato.«Fissarloinquelmodo!»

«Maiononvolevofarlo!»misonodifeso.

«Vonica»hadettoJamie.

«Chec’è,Jamie?»

«ÈHalloween?»

«No,Jamie».

«Alloraperchéquelbambinoavevaunamaschera?»

Veronicanonharisposto.Avoltefacevacosì,quandoeraarrabbiata.

«Nonavevaunamaschera»hospiegatoaJamie.

«Taci,Jack!»haesclamatoVeronica.

«Perchéseicosìarrabbiata,Veronica?»nonhopotutofareamenodichiederle.

Credevochequestol’avrebbefattaarrabbiareancoradipiù,invecehascossolatesta.

«Ci siamo comportati male» ha detto. «Alzarci in quel modo, come se avessimo appena visto ildiavolo. Ero spaventata per quello che avrebbe potuto dire Jamie, capisci? Non volevo dicessequalcosacheavrebbepotutoferireisentimentidiquelbambino.Maabbiamofattomoltomaleadandarceneviacosì.Lasuamammahacapitobenissimocosastavasuccedendo».

«Manoinonvolevamofarlo»hoinsistito.

«Avoltenonc’èbisognodivolerferirequalcunoperfarglidelmale,Jack.Capito?»

QuellaèstatalaprimavoltaincuiavevovistoAugustnelquartiere,almenocheiomiricordi.Madaalloral’hovistospessoingiro:unpaiodivolteaigiochiequalchealtravoltaalparco.Ognitantoportavauncascodaastronauta.Maiosapevosempreche,sottoilcasco,c’eralui.Tuttiiragazzidelquartiere sapevano chi era. Tutti hanno vistoAugust, una volta o l’altra. Tutti sappiamo come sichiama,ancheseluinonsacomecichiamiamonoi.

Etutte levolteche lovedo,cercodiricordarmiquellochehadettoVeronica.Èdifficilenonfarsisfuggireunasecondaocchiata.Èdifficilecomportarsinormalmente,quandolovedi.

Perchéhocambiatoidea

«Chialtrihachiamatoilpreside?»hochiestoallamammapiùtardiquellasera.«Tel’hadetto?»

«HafattoilnomediJulianeCharlotte».

«Julian!»hoesclamato.«Ugh.PerchéJulian?»

«MatueriamicodiJulian!»

«Quelloeraall’asilo,mamma.Èlapersonapiùfalsacheesistaalmondo.Estacercandointutti imodidifarsilafamadelsimpatico».

«Be’,»hadettolamamma«senonaltroJulianhaaccettatodidareunamanoaquelragazzino.Ediquestobisognadarglicredito».

Nonhodettonienteperchésapevocheavevaragione.

«ECharlotte?»lehochiesto.«Haaccettatoanchelei?»

«Sì»harispostolamamma.

«Ovviochesì.Charlotteètalmentebravaafarelasanterellina».

«Santocielo,Jack!»hadettolamamma.«Aquantoparenonvaipropriod’accordoconnessunoinquestigiorni».

«Èsoloche…»hocominciato.«Nonhaiideadell’aspettochehaquelragazzino,mamma».

«Possoimmaginarlo».

«No!Nochenonpuoi!Nonl’haimaivisto.Iosì».

«Potrebbeanchenonessereilragazzoacuistaipensandotu».

«Loè,fidati.Etidicocheèveramente,maveramenteorribile.Èdeforme,mamma.Hagliocchiquiinbasso»misonotoccatoleguance.«Enonhaleorecchie.Elasuaboccaècome…»

Jamiehafattoilsuoingressoincucinaperprendersiunsuccodifruttadalfrigo.

«Chiedilo a Jamie» le ho detto. «Vero, Jamie? Ti ricordi quel ragazzo che abbiamo visto al parcodopolascuola,l’annoscorso?QueltipochesichiamaAugust?Chehaquellafacciapazzesca?»

«Oh, quello?» ha detto Jamie, spalancando gli occhi. «Mi ha fatto fare un incubo! Te lo ricordi,mamma?Quell’incubosuglizombie?»

«Pensavotifossevenutoperchéavevivistounfilmdell’orrore!»harispostolamamma.

«No!»hafattoJamie.«Èstatoperchéavevovistoquelragazzo!Quandol’hovisto,mièvenutodafare“Ahhhh!”ecorrerevia…»

«Aspettaunmomento»hadettolamamma,diventandoseria.«Vuoidirechehaifattocosìdavantialui?»

«Mièscappato!»hastrillatoJamie,mettendosiafrignare.

«Dovevitrattenerti,invece!»lohasgridatolamamma.«Devodirvelo,ragazzi,sonodavverodelusada quello che sto ascoltando». E lo sembrava davvero. «Intendo dire, sinceramente, è solo unragazzino…propriocomevoidue!Pensaacometisentiresti,Jamie,selovedessiscappareviadateurlando!»

«Noneraunurlo»hapuntualizzatoJamie.«Èstatounaspeciedi“Ahhhh!”»sièmessolemanisulleguanceehacominciatoacorreretuttointornoperlacucina.

«Dai, Jamie!»è sbottata lamammaarrabbiata. «Veramente, credevoche imiei figli fosserodellepersonepiùsensibili».

«Checosavuoldiresensibili?»hachiestoJamie,chefacevasololasecondaelementare.

«Saibenissimochecosaintendoconsensibili,Jamie»hadettolamamma.

«Èsolocheècosìorribile,mamma»hainsistitoJamie.

«Ehi!»hastrillatolamamma.«Nonmipiacequellaparola!Prendiiltuosuccoebasta,Jamie.VoglioparlaredasolaconJackunmomento».

«Senti, Jack» mi ha detto la mamma non appena Jamie è uscito dalla cucina e ho capitoimmediatamentechestavaperfarmiunodeisuoidiscorsetti.

«Vabene,lofarò»hodetto,cosachel’halasciatacompletamentedistucco.

«Davvero?»

«Sì!»

«AllorachiamoilsignorKiap?»

«Sì!Sì,mamma,hodettodisì!»

Lamammahasorriso.«Losapevochesarestistatoall’altezzadellasituazione,ragazzo.Benfatto.Sonoorgogliosadite,Jackie».Emihaarruffatoicapelli.

Edeccoperchéhocambiatoidea.Nonèstatoperchénonvolevobeccarmilalezioncinadivitadellamamma.EnonèstatoperproteggereAugustdaJulian,chesapevosisarebbecomportatodaidiotacomesuosolito.Èstatoperché,quandohosentito JamieraccontaredicomeerascappatoviadaAugustfacendo“Ahhh”,misonosentitodavveromale.IlfattoèchecisarannosempredellepersonecomeJulianchefannogliidioti.MaseunbambinopiccolocomeJamie,chedisolitoèabbastanzaeducato, riesce a essere così crudele, allora vuol dire che uno come August non ha una solapossibilitàdisopravvivereallascuolamedia.

Quattrocose

Tantopercominciare,bisognaabituarsiaquellafaccia.Leprimedueotrevolteerotipo:“Uau,nonmiciabitueròmai”.Epoi,dopocircaunasettimana,hocominciatoafaretipo:“Huh,nonèpoicosìterribile”.

Secondo, August è veramente in gamba. Sì, insomma, è piuttosto divertente. Genere che unprofessorediceunacosaeluimisussurrasubitoqualcosadidivertenteemifapiegareinduedallerisate.Sì,ecco,soprattuttoèsimpatico.Vogliodirechemiviene facilepassaredel tempocon luifuoridascuola,parlareerobasimile.

Terzo,èintelligentissimo.Pensavosarebbestatol’ultimodellaclasse,vistochenonèmaiandatoascuolaprima.Invecenellamaggiorpartedellematerieèdigranlungapiùbravodime.Be’,magarinon intelligente comeCharlotte o Ximena,ma comunque sta in cima alla lista. E a differenza diCharlotteeXimena,luimilasciacopiaresedavveronehobisogno(anchesemièsuccessosolounpaiodivolte).Unavoltamihapersinofattocopiareuncompitoacasa,anchesetuttiedueabbiamopassatodeiguaiperquesto,dopolalezione.

«Voidueavetedato lestesse, identicherispostesbagliatenelcompitodi ieri»hadetto lasignoraRubin,guardandocientrambicome inattesadiunaspiegazione.Nonsapevocosadire,perché lamiaspiegazionesarebbestata:“hocopiatoilcompitodaAugust”.

Ma August ha mentito per proteggermi. Ha detto una cosa tipo: «Oh, è perché abbiamo fatto icompitiinsiemeieripomeriggio».Cheeral’ultimadelleverità.

«Be’, studiare insiemeèunabella cosa»ha risposto la signoraRubin. «Maèmeglio cheperorafacciate i compiti per conto vostro, d’accordo?Potete lavorare fianco a fianco, se volete,manonfareicompitiinsieme,vabene?Avetecapito?»

Dopochesiamouscitidallaclassehodetto:«Ehi,grazie».Eluimiharispostoqualcosatipo:«Nonc’èdiche».

Èstatoforte.

Quarto,adessocheloconoscopossodirechesonoiochevoglioessereamicodiAugust.All’inizio,loammetto,erosuoamicosoloperchéilsignorKiapmiavevachiestodiesserecarinoconluietuttoilresto.Maadessolosceglierei,distareconlui.Ridedituttelemiebattute.Eioholasensazionedipotergliraccontarequalsiasicosa.Comesifaconunbuonamico.Tipochesequalcunomettesseinfilacontroilmurotuttiiragazzidiprimamediaemifossedatal’opportunitàdisceglierneunoconcuivedermi,ioscegliereiAugust.

Examici

UrloSanguinante?Machediavoloè?SummerDawsonèsemprestataconsiderataunpo’stranina,maquestoeratroppo.LeavevosemplicementechiestoperchéAugustsicomportassecomesefossearrabbiatoconmeorobadelgenere.Immaginavocheleilosapesse.Etuttoquelcheèriuscitaadirmièstato“UrloSanguinante”?Nonhoideadicosavogliadire.

Ècosìstrano,perchéungiornoioeAugusteravamoamici.Eilgiornodopo,puff,luimirivolgevaamalapenalaparola.Eiononholaminimaideadelperché.Quandoglihodetto:«Ehi,August,seiarrabbiatoconmeosimili?»luisièlimitatoafarespallucceesièallontanato.Perciòiol’hopresacomeunsìcategorico.Edatochesopercertochenonglihofattoniente,hopensatocheSummerpotesse spiegarmi cosa stava succedendo. Ma tutto quel che ne ho cavato è stato “UrloSanguinante”?Già,propriounbell’aiuto.Grazie,Summer.

Sapete,hounmucchiodialtriamiciascuola.Perciò,seAugustvuoleessereufficialmentemioexamico, allora bene, perme è okay, sapessi cheme ne importa. Adesso a scuola ho cominciato aignorarlocomeluiignorame.Cheèunacosaabbastanzacomplicata,dalmomentochesiamosedutiviciniinquasituttiicorsi.

Gli altri se ne sono accorti e hanno iniziato a chiedere in giro se io e August avessimo litigato.NessunochiedeadAugustcosastasuccedendo.Amalapenaqualcunoglirivolgelaparola,inognicaso.Vogliodire,l’unicapersonaconcuistaoltreameèSummer.AvoltestaancheunpochinoconReid Kingsley e i due Max lo hanno fatto giocare a Dungeons & Dragons un paio di volteall’intervallo.Charlotte,contuttoquelsuofarelasanterellina,nonfamoltodipiùcherivolgergliuncennodisalutoquandoglipassavicinonelcorridoio.

Nonsoseglistianofacendoancoraquelgiocodellapestedietroallespalle,perchénessunomenehamaiveramenteparlatoinmododiretto,masecondomeAugustnonhaungranchédiamicioltreame.Sevuoledarmicontroèluicheciperde,nonio.

Dunque è così che stanno le cose fra noi, adesso. Parliamo solo di scuola e solo se abbiamol’assolutanecessitàdifarlo.Tipocheioglichiedo:«Checompitihadetto,lasignoraRubin?»eluimirisponde.Oppureluimichiede:«Miprestiiltemperamatite?»eioglitirofuoriiltemperamatitedall’astuccio.Maappenasuonalacampanella,lenostrestradesidividono.

Lacosahaisuoivantaggi,perchéadessomivedoconunsaccodialtriragazzi.Prima,quandostavocon August tutto il tempo, gli altri non uscivano con me perché altrimenti avrebbero dovutofrequentareanchelui.Oppuremitenevanonascostelecose,cometuttaquellafaccendadellapeste.Penso di essere stato l’unico che non lo sapeva, eccetto Summer e, forse, i due diDungeons&Dragons.Elaveritàèquesta,anchesenessunolodice:nessunovuolestareconlui.Hannotuttilafissa di far parte del gruppetto di quelli “che piacciono”, che è agli antipodi di August. Inveceadessopossovedermiconchiunquemivada.Esevolessifarpartediquelgruppetto,nonc’èalcundubbiochepotrei.

Devodirechelacosahaancheisuoisvantaggiperché,be’:a)nonmidivertocosìtantoastareconquellidelgruppettodei“popolari”eb)stareconAugustmipiacevadavvero.

Quindièunbelpasticcio.EdètuttacolpadiAugust.

Neve

Laprimanevedell’invernoèarrivatasubitoprimadellevacanzedelRingraziamento.Lascuolaerachiusa,perciòabbiamoguadagnatounaltrogiornodivacanza.Erocontento,perchéerocosìdelusoper tutta questa storia di August e volevo solo un po’ di tempo per farla sbollire, senza esserecostrettoavederloognigiorno.Epoi,svegliarsiconlaneveèlacosachepreferiscoalmondo.Mipiacequellasensazionediquandoaprigliocchilamattinaenonsainemmenobeneperchétuttotisembra così diverso dal solito. Poi, di colpo capisci: è tutto silenzioso. Niente auto chestrombazzano.Niente autobus chepassanoper la strada.Allora corri alla finestra e fuori è tuttocopertodibianco:marciapiede,alberi,macchineparcheggiate,ivetridellatuafinestra.Equandosuccedeinungiornodiscuolaescoprichelatuascuolaèchiusa,be’,nonimportaquantodiventeròvecchio:penseròsemprechequellasia lasensazionepiùbelladelmondo.Enonsaròmaiunodiquegliadulticheusanol’ombrelloquandonevica…mai.

Anchelascuoladipapàerachiusa,perciòhaportatomeeJamieaslittaregiùalparcodiSkeletonHill.Diconochequalcheannofaunragazzosisiarotto ilcollo,mentrescendevaconlaslittagiùdallacollina,manonsosesiaveroosiasolounadiquelleleggende.Mentretornavamoacasa,hovisto con la coda dell’occhio questa slitta di legno mezzo rotta, tipo appoggiata al monumentodell’OldIndianRock.Papàcihadettodilasciarlalì,cheerarobadabuttare,maqualcosamidiceva

chepotevadiventarelaslittapiùbelladelmondo.Cosìpapàmihadatoilpermessoditirarlafinoacasaeiohopassatoilrestodellagiornataasistemarla.Hoincollatoinsiemeconlasupercollaleassispezzateecihoavvoltointornodelnastroisolantebiancoresistenteperrinforzareiltutto.Poil’hodipintacondellavernicespraybianca,cheavevocompratoperlasfingedialabastroacuistavolavorandoperilprogettodelMuseoEgizio.Quandosièasciugata,hodipintosulpezzodilegnoinmezzolascrittaFULMINEaletteredorate,esopraleletterehodisegnatoilsimbolinodellampo.Avevaun’ariadavveroprofessionale,devodire.Papàseneèuscitoconun:«Uau,Jackie!Cisaifareconleslitte!».

Il giorno dopo siamo tornati a SkeletonHill con Fulmine. Era la cosa più veloce che avessimaiguidato:cosìincredibilmentepiùvelocedelleslittediplasticacheavevamousatosinoadallora.Edatochelatemperaturafuorierasalita,laneveeradiventatapiùfriabileeumida:neveperfettaperesseretrasformatainunapistasucuiscivolare.IoeJamieabbiamofattoaturnoconFulminetuttoilpomeriggio.Siamorimastialparcofinchéleditanoncisisonocongelateelelabbranoncisonodiventateviola.Inpratica,papàhadovutotrascinarciacasaconlaforza.

A fine weekend la neve aveva cominciato a diventare grigio-giallina e, dopo un temporale, l’hatrasformataquasituttainunafanghiglia.Equandosiamotornatiascuola,illunedì,dinevenoncen’erapiù.

Ilprimogiornodopolevacanzec’erauntempodaschifoepioveva.Ederaesattamentecosìchemisentivo,anchedentro.

Appenal’hovisto,hoaccennatoun“ciao”adAuggie.Eravamodavantiagliarmadiettieancheluimihadetto“ciao”.

AvreivolutoraccontarglidiFulmine,manonl’hofatto.

Lafortunaaiutagliaudaci

PRECETTODIDICEMBREDELSIGNORBROWNE

Lafortunaaiutagliaudaci.

Tuttidovevamoscrivereunbranosuunmomentodellanostravitaincuiavevamofattoqualcosadimoltocoraggiosoeraccontarecome,perquestaragione,cifossepoisuccessoqualcosadibello.

Cihopensatosuunbelpezzo,aesseresinceri.Devodireche lacosapiùcoraggiosachehomaifattoèstatodiventareamicodiAugust.Manonpotevoscriverequesto,naturalmente.Avevopaurache fossimocostrettia leggerloavocealta,oche il signorBrowneavrebbeesposto inostri temisullabachecacomefacevaavolte.Perciò,hoscrittoinvecequestacosaunpo’sghembasucome,quandoeropiccolo,avessipauradell’oceano.Erastupido,manonsonoriuscitoa farmivenire inmentenientedimeglio.

MidomandochecosaabbiascrittoAugust.Misacheluihaavutosolol’imbarazzodellascelta.

Scuolaprivata

Imieigenitorinonsonoricchi.Lodicoperchéavoltelagentecredechetuttiquellichefrequentanounascuolaprivatasianoricchi,manelnostrocasononècosì.

Papàèuninsegnanteelamammafal’assistentesociale,ilchesignificachenessunodeiduehaunodiqueilavoripercuilagenteguadagnafantastilionididollari.

Avevamo un’auto, ma l’abbiamo venduta quando Jamie ha cominciato ad andare all’asilo allaBeecherPrep.

Nonviviamoinunagrandecasamonofamiliareoinunodiqueicondominiconilportierevicinoalparco.

Abitiamoalquintopianodiunpalazzosenzaascensore,cheabbiamopresoinaffittodaun’anzianasignoradinomeDoñaPetra,sull’altrolatodiBroadway,comesidiceincodiceperindicarequellapartediNorthRiverHeightsincuilagentepreferiscenonparcheggiarel’auto.

IoeJamiedividiamolastessastanza.Miècapitatodisentire imieigenitorichesidicevanocosetipo:«Ce la facciamoa fareamenodiun impiantodiariacondizionataancoraperunanno?»,o:«Forsepotreifareundoppiolavoro,quest’estate».

Dunque,oggiall’intervallostavoconJulianeMiles.

Julian,chetuttisannoesserericco,seneèuscitoconun:«OdioquandodevotornareaParigiperNatale.Ècosìnoioso!».

«Be’…comunqueParigièParigi…»hodettocomeunidiota.

«Ènoiosissimo,credimi»hainsistitolui.«Mianonnaabitainunacasaenormeinmezzoalnulla.Ètipo a un’ora da Parigi, in un minuscolo, microscopico villaggio. Lo giuro su Dio, non succedeveramenteniente,lì!Sì,insomma,deltipocheunosiritrovaadirecosecome:‘Oh,uau,c’èun’altramoscasulmuro’o:‘Guardate,c’èunnuovocanechedormesulmarciapiede’.Evviva!»

Horiso.AvolteJuliansaesseremoltodivertente.

«Ancheseimieistannopensandodidareunamegafestaquest’anno,invecediandareaParigi.Lospero.Evoichecosafateperlevacanze?»hachiestoJulian.

«Oh,iomenevadounpo’azonzo»horispostoio.

«Beatote»hafattolui.

«Spero che nevichi di nuovo» ho risposto. «Ho una nuova slitta che è la fine delmondo». StavoquasiperraccontarglidiFulmine,maMilesmihaprevenuto.

«Anch’iohounaslittanuova!»hadetto.«Miopapàl’hapresadaHammacherSchlemmer.Èsupertecnologica».

«Macomefaunaslittaaesseretecnologica?»hachiestoJulian.

«Ècostataottocentodollari,ogiùdilì».

«Uau!»

«DovremmoandaretuttiaslittareefareunagaragiùdaSkeletonHill»hobuttatolì.

«Quellacollinaètroppopocoinpendenza»harispostoJulian.

«Staischerzando?»hofatto io.«Unragazzocisièrotto ilcollo, lì.Èperquestoche lachiamanoSkeletonHill».

Julianhastrettogliocchiafessuraemihaguardatocomesefossiilpiùgrandeidiotaalmondo.

«GuardachesichiamaSkeletonHillperchéeraunanticocimiteroindiano,bello»hadetto.«Inognicaso, dovrebbe chiamarsiGarbageHill, adesso, “collina spazzatura”, visto che è piena di tossici.L’ultimavolta checi sonostatoeraunvero schifo,pienadi lattineebottiglie rotte»ha scosso latesta.

«Ciholasciatolamiavecchiaslittalaggiù»èintervenutoMiles.«Unoschifosissimopezzodilegno…equalcunosel’èpureportatavia!»

«Magariunbarbonecheavevavogliadifarsiunaslittata!»hadettoridendoJulian.

«Edovel’avevilasciata?»glihochiesto.

«Vicino a quella grossa roccia che c’è ai piedi della collina. Sono tornato il giorno dopo ed erasparita.Noncipotevocrederechequalcunoselafossepresaperdavvero!»

«Sentite, possiamo fare così» ha detto Julian. «La prossima volta che nevica, mio papà ci puòportaretuttisuaquelcampodagolfaWestchester,cheaconfrontoSkeletonHillèunniente.Ehi,Jack,dovetenevai?»

Avevocominciatoadallontanarmi.«Devoandarearecuperareunlibronell’armadietto»homentito.

Volevosoloandarmenedalìilpiùinfrettapossibile.

Nonvolevoqualcunoscoprissecheil“barbone”cheavevapresolaslittaeroio.

Inscienze

Comestudentenonsonoungranché.Adalcunilascuolapiace,loso,masedevoesseresinceroiononnevadopazzo.Mipiaccionoalcunecose,tipoginnasticaeinformatica.Lamensael’intervallo.Ma,perdirlapropriotutta,stareibenissimoanchesenza.Elacosachepiùodiodellascuolasono

tuttiqueicompitichecidannoacasa.Nonbastadoverstareseduti,un’oradilezionedopol’altra,ecercare di star svegli mentre ti riempiono la testa di tutta quella roba che probabilmente nonabbiamo affatto bisogno di sapere, tipo come calcolare l’area della superficie di un cubo, o chedifferenzac’ètral’energiacineticael’energiapotenziale!Iomidomando:maachiimporta?Nonhomai,edicomai,sentitoimieigenitoriusarelaparola“cinetico”invitamia!

Madituttelemateriequellacheodiodipiùèscienze.Cifannolavorareunsaccoenonènemmenodivertente! E la professoressa, la signora Rubin, è così severa… si arrabbia persino per comescriviamoiltitolodelcompitoinclasse!Unavoltahopresoduevotiinmenoinuncompitoacasaperchémierodimenticatodimettereincimaladata.Follia.

Quando io e August eravamo ancora amici, in scienze andavo bene, perché August stava sedutovicino ame emi lasciava sempre copiare i suoi appunti. August ha la calligrafia più ordinata diqualunquealtroessereumanodi sessomaschileche ioabbiamaiconosciuto.Persino il corsivoèpulito:suegiùallaperfezione,conicerchiettidelleletterepiccolissimi.Solocheadessochesiamoexamici,èunproblema,perchénonpossopiùchiederglidifarmicopiaregliappunti.

Perciò ero un po’ in crisi oggi,mentre cercavo di prendere nota di quello che diceva la signoraRubin (la mia scrittura è pessima), quando di punto in bianco la prof ha iniziato a parlare delprogetto per la fiera di scienze, e che tutti avremmo dovuto scegliere un progetto di contenutoscientificodasviluppare.

Ementre lei lo diceva io hopensato: “Ma come, abbiamoappena finito quelmostruosoprogettosull’Egittoeadessocitoccacominciarealavorareaun’altracosa?”.Ealloranellamiatestaandavaformulandosi un “Oh, nooooo!”, come il bambino di Mamma ho perso l’aereo, con la boccaspalancataelemanisullafaccia.Eral’espressionechestavofacendodentro.

Esubitodopohopensatoaquellefotodifaccedifantasmichesisciolgono,chehovistodaqualcheparte,quandohannolaboccaspalancataeurlano.

Epoi,dicolpo,hapresoafluttuarminellatestaquestaimmagine,unricordo,ehofinalmentecapitoquello cheSummer aveva cercato di dirmi con quel suo “UrloSanguinante”. È così strano cometuttomisisiachiarito inunlampo.PerHalloweenqualcunoinclassesierapresentatovestitodaUrloSanguinante.Ricordodiaverlovistoaqualchebancodidistanzadanoi.Epoimiricordodinonaverlovistopiù.

Oddio.EraAugust!

Tuttoquestomisièmaterializzatodavantiagliocchinell’oradiscienze,mentrel’insegnantestavaspiegando.

Oddio.

StavoparlandodiAugustconJulian.Oddio.Adessosìchehocapito!Sonostatoperfido.Enonsonemmenoperché.Nonsononemmenosicurodiquellochehodetto,maeraunacattiveria.Èduratasolounminutoodue.ÈsolocheconoscevoJulianetuttieranoconvintichefossimattoastarmenetutto il tempo conAugust, perciòmi sono sentito stupido.Enon soperchéhodettoquelle cose.Stavosemplicementeparlandoaruotalibera.Sonostatostupido.Sonounostupido.Oh,Dio.PeròAugustavevadettoatuttichesarebbevenutovestitodaBobaFett!NonavreimaidettoquellecosedavantiaBobaFett.Peccatochequellofossepropriolui,UrloSanguinante,sedutoaquelbancocheciguardava.La lungamascherabianca, con il finto rivolodi sanguechegli colavagiù.Laboccaspalancata.Comeundemoneurlante.Eralui.

Mièvenutodavomitare.

Lavorodicoppia

NonhosentitounasolaparoladiquelchelasignoraRubinhadettodopo.Blablabla.Progettoperla fiera di scienze.Bla bla bla. Lavoro di coppia.Bla bla. Era comeparlano gli adulti nei filmdiCharlie Brown. Come qualcuno che stesse parlando sott’acqua. Mwah-mwah-mwahhh, mwahmwahh.

Poi,tutt’auntratto,lasignoraRubinhacominciatoaindicareiragazziingiroperlaclasse.«ReideTristan,MayaeMax,CharlotteeXimena,AugusteJack».Ementrelodicevahaindicatoversodinoi.«MileseAmos,JulianeHenry,Savannae…»ilrestononl’hosentito.

«Eh?»hofatto.

Squillodellacampanella.

«Perciònondimenticatedi trovarvicon il vostrocompagnoperscegliereunprogettodall’elenco,ragazzi!» ha detto la signora Rubin mentre tutti cominciavano a uscire. Mi sono girato versoAugust,maluisieragiàinfilatolozainoederapraticamentefuoridallaporta.

Devoaveravutoun’espressione idiotastampatasulla faccia,perchéJulianmisièavvicinatoehadetto:«Aquantopare,tueiltuomiglioreamicodovretefareilprogettoinsieme»hafattounmezzosorrisetto.Èstatoinquelmomentochel’hoodiatocontuttelemieforze.

«Pronto,pianetaterraaJackWill?»hadettoquandononglihorisposto.

«Sta’unpo’zitto,Julian»stavoinfilandoilraccoglitorenellozainoevolevosolocheluimistesseallalarga.

«Immagino sarai scocciato perché ti tocca stare con lui» ha aggiunto Julian. «Dovresti dire allasignoraRubinchevuoicambiarecompagno.Scommettochetidicedisì».

«Nonlofarà»horibattuto.

«Etuchiediglielo».

«No,nonvogliofarlo».

«SignoraRubin?»hadettoJulianguardandosiintornoealzandolamanocontemporaneamente.

LasignoraRubinstavacancellandolecosescritteallalavagna.Quandohasentitoilsuonomesièvoltata.

«No,Julian!»glihointimatoinunsussurro.

«Chec’è,ragazzi?»hadettolaprof,impaziente.

«Possiamocambiarecompagnosevogliamo?»hachiestoJulian,conl’ariapiùinnocentedelmondo.«IoeJackavevamoun’ideaperilprogettodellafieradiscienzeacuicisarebbepiaciutolavorareinsieme…»

«Be’,credochepotremmosistemarela…»hacominciatoadirelaprof.

«No, va bene così, signora Rubin» mi sono affrettato a dire, avviandomi verso la porta.«Arrivederci!»

Julianmiècorsodietro.

«Perchél’haifatto?»mihachiestoraggiungendomisullescale.«Avremmopotutolavorareioete.Nonseiobbligatoaessereamicodiquelmostrosenontiva,sai…»

Ealloraioglihotiratounpugno.Drittosullabocca.

Punito

Cisonocertecoseche,semplicemente,nonsipossonospiegare.Nonciprovineanche.Nonsaprestidachepartecominciare.Tuttelefrasisiingarbuglierebberoinunnodogigante,seaprissilabocca.Equalsiasiparolativenisseinmentesarebbesbagliata.

«Laquestioneèmolto,moltoseria,Jack»stavadicendoilpreside.Eronelsuoufficio,sedutosuunasediadavantiallascrivania,efissavoildisegnodiunazuccaappesosullapareteallesuespalle.«Glistudentivengonoespulsiperungestocomequesto,Jack!Socheseiunbravoragazzoenonvogliochequestoaccada,madevidarmiunaspiegazione».

«Nonèdate,Jack»èintervenutalamamma.

Eravenutadirettamentedallavoroappenal’avevanochiamata.Sentivocheoscillavafraunagranrabbiaeunsentimentodigenuinasorpresa.

«CredevochetueJulianfosteamici»hadettoilsignorKiap.

«Nonsiamoamici»horibattuto.Tenevolebracciaincrociatesulpetto.

«Però, dare un pugno a qualcuno sulla bocca, Jack…» ha incalzato la mamma, alzando la voce.

«Insomma, ma cosa ti è saltato in mente?» ha guardato il signor Kiap. «Non ha mai picchiatonessunoprima,davvero.Nonèdalui».

«LaboccadiJuliansanguinava,Jack»hadettoilpreside.«Glihaifattocadereundente,losai?»

«Erasoloundentedalatte»misonogiustificato.

«Jack!»haesclamatolamamma,scuotendolatesta.

«Èquellochehadettol’infermieraMolly!»

«Tunonvuoicapire!»hastrillatolamamma.

«Iovogliosolosapereperché»hainsistitoilsignorKiap,alzandolespalle.

«Nonfaràchepeggiorarelecose»hosospirato.

«Dimmeloebasta,Jack».

Hofattospallucce,masonorimastozitto.

Nonpotevo,ecco.

Segli avessidetto che JulianavevadatodelmostroadAugust, allora luineavrebbeparlatoconJulianeaquelpuntoancheJuliangliavrebbespifferatoquellocheavevodettosuAugust,ecosìloavrebberosaputotutti.

«Jack!»hafattolamamma.

Hocominciatoapiangere.«Midispiace…»

Ilpresidehainarcatolesopraccigliaehaannuito,manonhadettoniente.Invece,siècomesoffiatosulle mani, come si fa quando sono molto fredde. «Jack» ha detto. «Davvero non so cosa dire.Insomma, hai picchiato un ragazzo. Abbiamo delle regole, su questo genere di cose, capisci?Espulsioneimmediata.Etunonstainemmenoprovandoagiustificarti».

Aquelpuntopiangevocomeunafontanae,nell’attimostessoincuilamammamihacircondatolespalleconunbraccio,hocominciatoaululare.

«Vediamo,ehm…»hadettoilsignorKiaptogliendosigliocchialiperpulirli.«Facciamocosì,Jack.Lasettimanaprossimanoncisaremocomunqueper levacanze invernali.Chenediciserestiacasaper il restodiquestasettimanaepoi,dopo lavacanza, torniquie tuttosaràcomenuovo.Tabularasa,percosìdire».

«Sonosospeso?»hodettotirandosucolnaso.

«Be’»haribattutolui,alzandolespalle.«Tecnicamentesì,masoloperunpaiodigiorni.Etidiròun’altracosa.Mentresaraiacasa,tiprendiiltempoperpensareaquellocheèsuccesso.Esetivadiscrivermiunaletteraperspiegarmituttoeun’altraletteradiscuseaJulian,alloravuoldirechenonregistreremonientedituttoquestosultuoprofilodistudente,vabene?Tuvaiacasa,neparliconmammaepapàeforsedomattinaavraileideeunpochinopiùchiare».

«Misembraunbuonpiano,signorKiap»hadettolamammaannuendo.«Grazie».

«Andrà tutto bene» ha concluso lui avviandosi verso la porta, che era chiusa. «Lo so che sei unbravoragazzo,Jack.Esocheavolteancheibraviragazzifannocosestupide,giusto?»haapertolaporta.

«Grazieperesserestatocosìcomprensivo»hadettolamamma,stringendoglilamanosullasoglia.

«Nonc’èdiche».IlsignorKiapsièchinatoinavantielehadettopianoqualcosacheiononsonoriuscitoasentire.

«Loso,grazie»hadettolamammaannuendo.

«Allora, ragazzo»haconcluso il preside,posandomi lemani sulle spalle. «Pensaaquello chehaifatto,d’accordo?Epassadellebuonevacanze.BuonChanukah!BuonNatale!BuonKwanzaa!»

Misonoasciugatoilnasoconlamanicaemisonodirettoallaporta.

«Di’graziealsignorKiap»hadettolamamma,picchiettandomicolditosullaspalla.

Mi sono fermato e voltato,ma non sono riuscito a guardarlo in faccia. «Grazie, signor Kiap» hodetto.

«Ciao,Jack»harispostolui.

Epoisonouscitodallaporta.

Bigliettidiauguri

Abbastanzaparadossalmente,quandosiamoarrivatiacasaelamammahaportatodentrolapostac’erano dei biglietti di auguri sia dalla famiglia di Julian sia da quella di August. La cartolina diJulian era una sua foto con la cravatta, sembrava stesse per andare all’opera o robadel genere.QuelladiAugusterauno scattodiunvecchio canemolto simpatico, conantenneda renna,nasorossoestivalettirossi.Sopralatestadelcanec’eraunfumettoconscritto“Ho-ho-ho!”.Edentroilbigliettosileggeva:

AllafamigliaWill,

pacesullaterra.

Conaffetto,Nate,Isabel,Olivia,August(eDaisy)

«Bellacartolina,eh?»hodettoallamamma,chedurantetuttoiltragittofinoacasamiavevarivoltoamalapena una parola. Penso che, sinceramente, non sapesse che cosa dire. «Dev’essere il lorocane»hoaggiunto.

«Vuoidirmicosastasuccedendodentrolatuatesta,Jack?»mihachiestolamammaseria.

«Scommettochecimettonosemprelafotodelcanesullecartolinediauguri,tuttiglianni»hodetto.

Lamammamihapresoilbigliettodimanoehaguardatoattentamentelafoto.Poihainarcatolesopracciglia,alzatolespalleemel’harestituita.«Siamofortunati,Jack.Cisonotalmentetantecosechediamoperscontate…»

«Loso»horibattuto.Sapevodicosastavaparlandosenzabisognodidirlo.«Miègiuntavocechelamammadi Julianhadavvero tolto la facciadiAugustdalla fotodiclasseconPhotoshop.Enehadataunacopiaaunpaiodialtremamme».

«Maèorribile»hacommentatolamamma.«Lagenteècosì…nonsicomportasemprenelmiglioredeimodi».

«Loso».

«ÈperquestochehaipicchiatoJulian?»

«No».

EpoilehoraccontatoperchéavevopicchiatoJulian.ElehodettoperchéAugusteramioexamico,adesso.ElehodettoanchediHalloween.

Lettere,e-mail,Facebook,messaggi

18dicembre

CarosignorKiap,

midispiacemoltissimodiaverpicchiatoJulian.Hosbagliato,emolto.Hointenzionediscrivereunaletteraperdirloanchealui,comunque.Seèokay.Preferireidigranlunganondirlelaragionepercui ho fatto quello che ho fatto, perché in ogni caso questo non sistemerebbe le cose. E poi,preferireinoncausaredeiproblemia Julianperaverdettoqualcosachenonavrebbemaidovutodire.Cordialisaluti,

JackWill

18dicembre

CaroJulian,

midispiacedavveromoltissimoperquelpugno.Hosbagliato.Sperochetustiabene.Esperocheildentenuovoticrescainfretta.Imieidentinuovilohannosemprefatto.Ciao,

JackWill

26dicembre

CaroJack,

moltegrazieperlatualettera.Hoimparatounacosa,dopoesserestatopresidediscuolamediapervent’anni: ci sonoquasi semprepiùdiduepuntidi vistaperogni storia.Anche senonconosco idettagli,hounsentorediquellochepuòaverscatenatolalitefrateeJulian.

Esenientegiustificailfattodimetterelemaniaddossoaunaltrostudente–mai–sochequalchevolta vale lapenadidifendere i buoni amici.Questoèunannodifficilepermolti alunni, comeèsempreilprimoannodiscuolamedia.Continuaalavorarebeneecontinuaaessereilbravoragazzochetuttisappiamosei.

Conimieimiglioriauguri,

LawrenceKiap

Presidedellascuolamedia

A:lKiapbeecherschool.edu

Cc:johnwillphillipsacademi.edu;amandawillcopperbeech.org

Da:melissa.albansrmail.com

Oggetto:JackWill

GentilesignorKiap,

ierihoparlatoconAmandaeJohnWill,chemihannoespressoillorodispiacereperilfattocheJackabbia colpito nostro figlio Julian sulla bocca. Le scrivo per informarla che io e mio maritoapproviamolasuadecisionediriammettereJackallaBeecherPrepdopounasospensionediappenadue giorni. Anche se credo che colpire un ragazzo sia una ragione valida per un’espulsionedefinitiva, condivido che una misura così estrema non sia giustificata in questo frangente.Conosciamo la famiglia Will da quando i nostri ragazzi andavano all’asilo e siamo fiduciosi cheverrannopresituttiiprovvedimentiperchéquantoaccadutononsiripeta.

Aquestoscopo,michiedoseilcomportamentoinaspettatamenteviolentodiJacknonpossaesserestato una conseguenza del peso eccessivo caricato sulle sue giovani spalle. Sto parlando, nellospecifico,diquelnuovoragazzinodifficileconilqualesiaaJuliansiaaJackèstatochiestodi“fareamicizia”.Conilsennodipoieavendovistoilragazzoinquestioneindiverseoccasioniufficialiascuolaenellefotodiclasse,credopossaesserestatoeccessivochiedereainostrifiglidifarsicaricodituttoquesto.Naturalmente,quandoJuliancihadettocheeraindifficoltànelfareamiciziaconilragazzo, gli abbiamo detto di considerarsi “libero dall’impiccio”. Riteniamo che il passaggio allascuolamediasiagiàabbastanzapesanteenonvisiabisognodigravaredipiùarduifardellioprovequeste giovani menti impressionabili. Forse dovrei anche dire che, come membro del consiglioscolastico,mi ha un tantino irritata che durante le procedure per l’iscrizione di quel ragazzo inquestascuolanonsiastatadatamaggioreconsiderazioneal fattoche laBeecherPrepnonhaunprogramma per l’integrazione scolastica. Ci sono parecchi genitori – me compresa – che siinterroganosulladecisionediammetterequelragazzonellanostrascuola.Daultimo,mipreoccupail fatto che il ragazzo non sia stato sottoposto alle stesse procedure di iscrizione severe (vedicolloquiodiammissione)richiesteatuttiglialtristudentiinarrivoallascuolamedia.

Cordialità,

MelissaPerperAlbans

A:melissa.albansrmail.com

Da:lKiapbeecherschool.edu

Cc:johnwillphillipsacademi.edu;amandawillcopperbeech.org

Oggetto:JackWill

GentilesignoraAlbans,

grazieper lasuae-mail,chemette in luce lesuepreoccupazioni.Senon fossi statoconvintocheJackWill eraoltremododispiaciutoper il suogesto, stiapur certa chenongli avreipermessoditornareallaBeecherPrep.

Per quanto concerne le altre preoccupazioni a riguardo del nuovo alunno, August, consideri, laprego,chenonsitrattadiunragazzinoconproblemi.Nonèdisabileenonsoffredialcunritardocognitivo, perciò non esiste ragione alcuna per cui si debba mettere in discussione la suaammissione alla Beecher Prep e questo che si tratti di una scuola che preveda l’integrazione omeno.Perquantoriguardailprocedimentodiammissione,siaiosiailcoordinatoredelleiscrizioniabbiamoritenutonostrodirittotenereilcolloquioconAugustfuorisede,acasasua,perragionichemipaionoovvie.Riteniamochequestaminimaderogaalprotocollofosseauspicabile,mainnessunmodo pregiudiziale – per una ragione o per l’altra – al colloquio di ammissione. August è unostudenteeccellente,esièassicuratol’amiciziasinceradialcuniragazzidavveroingamba,inclusoJackWill.

A inizio anno scolastico, quando ho reclutato alcuni studenti perché costituissero una sorta di“comitatodibenvenuto”perAugust,l’hofattopensandoaunmodoperfacilitareilsuoinserimentoin un ambiente scolastico. Non ho affatto pensato, chiedendo a questi ragazzi di essereparticolarmente accoglienti con un nuovo studente, di caricarli di alcun “gravoso fardello” o“prova”.Alcontrario,hocredutocheavreiinsegnatolorounacosaodueapropositodivaloricomeempatia,amiciziaelealtà.

Comesièpoiappreso,JackWillnonavevaalcunbisognodiapprenderealcunadiquestevirtù:lepossedevagiàinabbondanza.

Grazieancoraperessersimessaincontattoconme.

Cordialisaluti,

LawrenceKiap

A:melissa.albansrmail.com

Da:johnwillphillipsacademi.edu

Cc:lKiapbeecherschool.edu;amandawillcopperbeech.org

Oggetto:JackWill

CiaoMelissa,

grazieperesserestatacosìcomprensivariguardol’incidentediJack.Comesai,èmoltodispiaciutoperilsuogesto.SperovorraiaccettarelanostraoffertadipagarelaparcelladeldentistadiJulian.Siamo molto commossi per la tua preoccupazione a proposito dell’amicizia di Jack con August.Sappi, ti prego, che abbiamo chiesto a Jack se avesse mai avvertito una pressione eccessiva suquestafaccendaelasuarispostaèstataun“no”moltodeciso.LodivertelacompagniadiAuguste,aquantopare,sièfattounbuonamico.BuonAnno!

JohneAmandaWill

CiaoAugust,

JacklopeWillvuoleesseretuoamicosuFacebook

JacklopeWill

32amiciincomune

Grazie,ilteamdiFacebook

A:auggiedoggiepullmanemail.com

Oggetto:Scusa!!!!!!

Messaggio:

Ehi,August.Sonoio,JackWill.Honotatochenonsonopiùnell’elencodeituoiamici.Sperosaraidinuovo mio amico perché mi dispiace veramente moltissimo. Volevo dirti solo 2 cose. Scusa. So

perché 6 arrabbiato conme emi dispiace, non volevo dire le cose che ho detto. Sono stato cosìstupido,speropotraixdonarmi.

Speropossiamoesseredinuovoamici

Jack

1nuovomessaggio

Da:AUGUST

31Dic4:47pm

ricevutotuomessaggiosaiperchésonoarrabbiatoadesso?

Tel’hadettoSummer?

1nuovomessaggio

Da:JACKWILL

31Dic.4:49pm

Mihadettourlosanguinantetipoindiziomaall’iniziononhocapitopoimisonoricordatodiavervistourlosanguinanteinclasseadHalloween.nonsapevofossitucredevosarestivenutovestitodaBobaFett.

1nuovomessaggio

Da:August

31Dic4:51pm

hocambiatoideaall’ultimominuto.HaidavverodatounpugnoaJulian?

1nuovomessaggio

Da:JACKWILL

31Dic.4:51pm

sìglihofattocadereundentedietro.Dalatte.

1nuovomessaggio

Da:August

31Dic4:55pm

perchélohaipicchiato?????

1nuovomessaggio

Da:JACKWILL

31Dic.4:56pm

nonloso

1nuovomessaggio

Da:AUGUST

31Dic4:58pm

bugiardo.

scommettochehadettoqualcosasudimevero?

1nuovomessaggio

Da:JACKWILL

31Dic.5:02pm

è un idiota. ma lo sono stato anch’io. mi dispiacemoltissimissimissimo per quello che ho detto,amico,Ok?possiamoesseredinuovoamici?

1nuovomessaggio

Da:AUGUST

31Dic5:03pm

ok

1nuovomessaggio

Da:JACKWILL

31Dic.5:04pm

grande!!!!

1nuovomessaggio

Da:AUGUST

31Dic5:06pm

peròdimmilaverità,ok?vorrestidavverouccidertisefossime?

1nuovomessaggio

Da:JACKWILL

31Dic.5:08pm

no!!!!!matigiurosullamiavitaamico:

vorreiuccidermi2voltesefossiJulian;-)

1nuovomessaggio

Da:AUGUST

31Dic5:10pm

hahaha

sìamico,siamoancoraamici.

RientrodallevacanzediNatale

AdispettodiquantoprospettatodaKiap,nonèstata“tabularasa”quandosonotornatoascuolaagennaio.Alcontrario,lecosesonogiratestraneapartiredalsecondoincui,laprimamattina,sonoandatoalmioarmadietto.StovicinoadAmos,cheèsemprestatountipoabbastanzaaposto,egliho detto qualcosa tipo: «Ehi, come va?»ma lui si è limitato a un cenno del capo e a un “ciao”mugugnatoadentistretti,hachiusolaportadelsuoarmadiettoesièallontanato.Mièsembratoquantomenobizzarro.Poihodetto:«Ciao,comeva?»aHenry,chenonmiharivoltonemmenounmezzosorriso,masièvoltatodall’altraparte.

Okay:vamale.Insultatodaduepersoneinmenodicinqueminuti.Noncheunool’altrocontinopiùditanto.Hopensatodiprovareun’altravolta,conTristan,ebam,stessafaccenda.Veramenteluimièsembratoanchenervoso,comeseavessepauradiparlarmi.

Misonopresounaspeciedipeste,èquellochehopensato.LavendettadiJulian.

Edèpiùomenocosìcheèandatatuttalamattina.Nessunomiharivoltolaparola.No,nonèvero:leragazzeeranoassolutamentenormaliconme.EAugustmihaparlato,naturalmente.E,inverità,devodirecheentrambiiMaxmihannosalutato,cosachemihafattosentireunpo’adisagioper

nonessermimaivistoconloroneicinqueanniincuisiamostatiinclasseinsieme.

Hosperatocheapranzoandassemeglio,manonèstatocosì.MisonosedutoalmiosolitotavoloconLucaeIsaiah.Pensavochesareistatoalsicuroconloro,dalmomentochenonfacevanopartedelgruppodeisuperpopolari,maeranounasortadiviadimezzo.Maquando lihosalutati, lorohanno amalapena annuito.E dopo, quandohanno chiamato il nostro tavolo, hannopreso la lororobadamangiaree sono spariti.Lihovisti sedersi aun tavolo lontanissimo,dallaparteoppostadellamensa.NoneranoaquellodiJulian,mavicinoalui,comefosserounafrangiadellapopolarità.Dunque,inognicaso,erostatoscaricato.Sapevochegliscambirepentiniditavoloeranounacosachecapitava,inprimamedia,manonhomaipensatochesarebbesuccessoame.

Misentivodaschifo,astarmeneaqueltavolotuttosolo.Avevolasensazionechetuttimifissassero.Emisonosentitoanchecomesenonavessiamici.Hodecisodisaltareilpranzoediandaredirettoinbiblioteca.

Laguerra

EraCharlottechesapevaperchétutticel’avevanoconilsottoscritto.Afinegiornata,hotrovatounbigliettinodentroalmioarmadietto.

VEDIAMOCINELL’AULA301SUBITODOPOLASCUOLA.VIENIDASOLO!

CHARLOTTE

Quandosonoarrivato,leieragiàlì.«Spara»hodetto.

«Ciao»hafattolei.Sièaffacciatasulcorridoio,haguardatoadestraeasinistra,poihachiusolaportael’habloccatadall’interno.Quindisiègirataversodimee,mentreparlava,hacominciatoamordicchiarsiun’unghia. «Senti,midispiaceperquello che sta succedendoevolevo solo riferirtiquellocheso.Promettichenonlodiraianessuno?»

«Promesso».

«Allora,Julianhaorganizzatounamegafesta,durantelevacanzediNatale»mihadetto.«Davveromega.L’amicadimiasorellahafattoilsuoballodeisedicianninellostessoposto,l’annoscorso.Cisarannostateduecentopersone,quindiintendodireunpostoveramentegigante».

«Vabene,e…?»

«Vabene,e…be’,c’eranopraticamentetuttiquellidelnostroannolì».

«Nontutti»hoscherzato.

«Giusto,non tutti.Già.Mac’eranoanche igenitori, capisci.Tipo imiei.Lo sai che lamammadiJulianèvicepresidentedelconsigliodellascuola,no?Perciòconosceunsaccodigente.Comunque,inpraticaèsuccessocheJulianèandatoingiroadireatuttichetulohaipicchiatoperchéhaideiproblemidirelazione…»

«Checosa?!?»

«Echesarestistatoespulsoseisuoigenitorinonavesserosupplicatolascuoladinonfarlo…»

«Come?!?»

«E che niente di tutto questo sarebbe successo, innanzitutto, se il signor Kiap non ti avessecostrettoafareamiciziaconAuggie.Hadettochesuamammaèconvintachetu,citofravirgolette,“haidatodimattoperlapressioneacuitihannosottoposto…”»

Nonriuscivoacredereallemieorecchie.«Perònessunociècascato,giusto?»hodetto.

Charlotte ha fatto spallucce. «Non è nemmeno questo il punto. Il punto è che Julian è davveropopolare. E, lo sai, miamamma ha saputo che la sua sta facendo pressione sulla scuola perchérivedanolalorodecisionediammettereAuggieallaBeecher».

«Puòfarlo?»

«Laquestioneèche laBeechernonsarebbeunascuolabasatasuunprogrammadi integrazione.Valeadireunadiquellescuolechemischianoragazzinormaliconragazzidisabili».

«Maèstupido.Auggienonèunragazzodisabile».

«Già,maleisostienecheselascuolastacambiandoilmodoincuidisolitofannolecose…»

«Malorononstannocambiandoproprioniente!»

«Sì,invece.NontiseiaccortochehannocambiatoiltemadellaMostrad’Artedell’AnnoNuovo?Glianniscorsiquellidiprimamediadipingevanounautoritratto,mentrequest’annocihannofattofarequeiridicoliautoritrattiimmaginandocidiessereunanimale,ricordi?»

«Saichegranproblema».

«Lo so!Non sto dicendo che sono d’accordo, sto solo riferendoti quello che pensa lamamma diJulian».

«Loso,loso.Ètuttosoloungranpasticcio…»

«Loso.Comunque,JulianhadettochepensacheessereamicodiAuggietimettaincattivaluceecheperiltuobenedovrestismetteredistareconluituttoqueltempo.Echeseavessicominciatocon ilperderetutti i tuoivecchiamici,sarebbestatocomeungrancampanellodiallarmeperte.Cosìinpraticaeperiltuobene,hadecisodismetteredeltuttodiesseretuoamico».

«Notizialampo:iohosmessodeltuttodiesseresuoamicoprimadilui!»

«Già,peccatocheJulianabbiaconvintotuttiimaschianonesserepiùtuoiamici…periltuobene.Èperquestochenessunotirivolgepiùlaparola».

«Tumelastairivolgendo,però».

«Sì,be’,èpiùunafaccendadamaschi»mihaspiegatoCharlotte.«Leragazzesononeutrali.Fattaeccezione per il gruppo di Savanna, perché loro fanno comunella con il gruppo di Julian.Ma inrealtà,pertuttiglialtriquestaèunaguerraframaschi».

Hoannuito.Charlottehainclinatolatestadilatoefattounafacciatriste,comefossedispiaciutaperme.

«Hofattobeneadirtituttequestecose?»mihachiesto.

«Ma sì! Certo!Nonmi interessa chimi parla omeno» homentito. «È solo che è tutto talmentestupido».

Hafattosegnodisìconlatesta.

«Ehi,Auggiesaqualcosaditutta’stastoria?»

«Certocheno.Nondame,almeno».

«ESummer?»

«Noncredo.Senti,megliochevadaadesso.Egiustoperchétulosappia,miamammapensachelamammadiJuliansiaun’idiotatotale.Hadettochepensachepersonecomeleisipreoccupanodipiùdellafotodiclassedeiproprifiglichedifareciòcheègiusto.HaisentitodellastoriadiPhotoshop,vero?»

«Sì.Semplicementedisgustoso».

«Davvero»haconcordatoCharlotte.«Inognicasomegliochevada,ora.Volevosolotusapessicosastasuccedendoetuttoilresto».

«Grazie,Charlotte».

«Tifacciosaperesemiarrivaall’orecchioqualcos’altro»mihadetto.Primadiuscirehacontrollatofuori dalla porta, a destra e a sinistra, per assicurarsi che non ci fosse nessuno. Immagino che,ancheseeraneutrale,nonvolevachelavedesseroinsiemeame.

Cambioditavolo

Ilgiornodopoapranzo,stupidome,misonosedutoal tavoloconTristan,NinoePablo.Credevoche, forse, con loro sarei stato al sicuro perché non erano considerati davvero popolari,ma nonpassavanonemmenol’intervalloagiocareaD&D.Erano,percosìdire,ametàstrada.Eall’inizioho

pensatoanchediaverciazzeccato,perchémentrepuntavoallorotavolosonostatisostanzialmentetroppo carini per ignorare lamia presenza. Hanno detto tutti e due: «Ciao» anche se nonmi èsfuggito che si sono scambiati un’occhiata.Ma poi è successa la stessa cosa che era capitata ilgiornoprima:hannochiamatoilnostrotavolo,lorohannopresolalororobadamangiareesisonodirettiaunaltrotavolo,all’angolooppostodelrefettorio.

Sfortunatamente,lasignoraG,chequelgiornoeral’insegnantedelturnomensa,hanotatoquellocheerasuccessoeliharincorsi.

«Nonèpermesso,ragazzi!»liharipresiadaltavoce.«Nonsieteinquelgenerediscuola.Tornateimmediatamentealvostrotavolo».

Fantastico,comesequestopotesseessermidiaiuto.Primacheiduevenisserocostrettiasedersidinuovoaltavoloconme,hopresoilmiovassoioemisonoallontanatointuttafretta.Sonoriuscitoasentire la signora G che mi chiamava per nome, ma ho fatto finta di niente e ho continuato acamminareimperterritoversol’altrolatodelrefettorio,oltreilbanconedoveservivanoilcibo.

«Siediticonnoi,Jack».

Era Summer. Lei e August erano seduti al loro tavolo e tutti e duemi facevano grandi cenni diraggiungerli.

PerchénonmisonosedutoconAugustilprimogiornodiscuola

Evabene,sonoun ipocritatotale.Quelgiorno, ilprimogiornodiscuola,miricordodiavervistoAugust inmensa.Tutti lostavanoguardando.Eparlavanodi lui.All’epoca,nessunosieraancoraabituatoallasuafacciaonemmenoeraalcorrentechesarebbevenutoallaBeecher,perciòèstatounveroshockperparecchivederselolìilprimogiorno.Lamaggiorpartedeiragazziavevapersinotimoreadavvicinarlo.

Così,quandol’hovistoentrareinmensadavantiame,sapevogiàchenonavrebbeavutonessunoconcuisedersi,ma,semplicemente,noncel’hofattaadandareasedermiconlui.Erostatoconluituttalamattina,perchéseguivamoinsiemequasituttiicorsie,ecco,avevosolounpo’ildesideriodi rilassarmipassandodel temponormalecongli altri ragazzi.Equando l’hovistodirigersiauntavolo dall’altra parte rispetto al bancone centrale, ho scelto di proposito il tavolo più lontanopossibile dal suo. Mi sono seduto con Isaiah e Luca, anche se non li avevo mai visti prima, eabbiamoparlatodibaseballtuttoiltempo,edopo,durantel’intervallo,hogiocatoabasketconloro.Dalì inpoi,sonodiventati imieicompagniditavoloperilpranzo.HosentitodirecheSummersierasedutaconAugust,cosachemihasorpresoperchésapevochenoneraunadellepersoneacuiilsignorKiapavevaesplicitamentechiestodifareamiciziaconAuggie.Quindimierachiarochelostava facendo solo eunicamenteper essere carina con lui e questo era fin troppo coraggiosodapartesua,hopensato.

Comunque,adessoeccomisedutolìconSummereAugusteloroeranosimpaticiegentiliconmecomesempre.LihoaggiornatisuquantomierastatoriferitodaCharlotte,matralasciandotuttaquellaparte,nondapoco,apropositodelfattocheero“scoppiato”sottolapressioneeccessivadeldoveressereperforzaamicodiAuggie,oanchelapartesullamammadiJulianchesostenevacheAuggieeraunragazzodisabile,comepure ildiscorsosulconsigliodellascuola. Insomma, l’unicacosachehodettoèstatocheJulianavevadatounafestadurantelevacanzeeinquell’occasioneerariuscitoamettermicontrotuttiglistudentidelnostroanno.

«È solo che mi sembra così strano» ho detto «non avere intorno qualcuno con cui parlare, masolamentepersonechefannofintachetunonesista».

Auggie ha cominciato a sorridere. «Davvero?» ha detto in tono sarcastico. «Benvenuto nel miomondo».

Fazioni

«Allora,eccocomesono ipartitiufficiali»haesorditoSummerapranzo ilgiornodopo.Ha tiratofuoriunfoglioripiegatoelohaaperto.C’eranotrecolonnecondeinomi.

«Equestocometeloseiprocurato?»lehachiestoAuggiesbirciandodasopralamiaspallamentreioleggevol’elenco.

«LohafattoCharlotte»sièaffrettataarispondereSummer.«Melohadatoall’ultimaora.Hadettochepensavatudovessisaperechistavadallatuaparte,Jack».

«Già,nonmoltepersone,questoècerto»hocommentato.

«Peròc’èReid»hadettoSummer.«EancheidueMax».

«Fantastico.Isecchionifannoiltifoperme».

«Nonesserecrudele»haribattutoSummer.«CredochetupiacciaaCharlotte,inognicaso».

«Sì,loso».

«Pensidichiederlediuscire?»

«Staischerzando?Nonposso,orachetuttisicomportanocomeseavessilapeste».

Nel secondo stesso in cui lo dicevo,mi sono reso conto che non avrei dovuto farlo.C’è stato unmomentodisilenzioimbarazzante.HoguardatoAuggie.

«Tranquillo»mihadetto.«Losapevo».

«Mispiace,amico»hofattoio.

«Nonsapevoche la chiamassero lapeste,però»haaggiuntoAuggie.«Immaginavo fossepiùunacosatipopigliatila“formaggite”osimili».

«Ah,sì.ComeinDiariodiunaschiappa»hoannuito.

«Lapesteperòsuonameglio»hascherzatoAuggie.«Comesequalcunopotessebeccarsila“morteneradell’aspettoorripilante”»ementrelodiceva,hafattoconleditailsegnodellevirgolette.

«Io credo sia stato orribile» è intervenutaSummer,mamentrebevevaun sorsodel suo succodifruttaAuggiehafattospallucce.

«Comunque,nonpensodiinvitarefuoriCharlotte»horibadito.

«Miamammadicechesiamotutti troppogiovaniperuscireconqualcuno, inognicaso»hadettoSummer.

«EseReidtichiedessediuscireconlui?»lehodetto.«Ciusciresti?»

Mièsembratasorpresa.«No!»haesclamato.

«Chiedevosolo»hodettoridendo.

Summerhascossolatestaehasorriso.«Perché?Checosasai?»

«Niente!Stavosolochiedendo!»horibadito.

«Veramente, io sono d’accordo con la mamma» ha detto lei. «Penso davvero che siamo troppopiccoliperdarciunappuntamento.Insomma,nonvedoperchétantafretta».

«Già,condivido»hadettoAugust.«Ilcherendelafaccendaancorapiùdisdicevole,sapete:checosamenefacciodituttequellepollastrellechemisiaccollanoincontinuazioneenonmimollanopiù?»

Lohadettoinunmodocosìbuffoche,quandosonoscoppiatoaridere,illattechestavobevendomièuscitodalnaso.Aquelpunto,cisiamorotolatituttietredallerisate.

CasadiAugust

Eravamogiàametàgennaioeancoranonavevamosceltoacheprogetto lavorareper la fieradiscienze.Pensochecontinuavoarimandareperché,moltosemplicemente,nonneavevovoglia.AllafineAugustmihadetto:«Dobbiamopropriomettercial lavoro,amico».Così,dopo lascuolasonoandatoacasasua.

EromoltonervosoperchénonsapevoseAugustavessedettoomenoaisuoigenitoridiquelloche,adesso,chiamavamol’IncidentediHalloween.Comehopoiscoperto,suopapànoneranemmenoacasa e suamammaerauscita a faredelle commissioni.Maper quei due secondi in cui ci siamoparlati,sonostatoabbastanzasicurocheAuggienonavessefattoparoladellacosa.Suamammaèstatacarinissimaesupergentileconme.

QuandofinalmentehomessopiedeincameradiAugustmièuscitoun:«Uau,Auggie,matusoffridavverodiunagraveformadidipendenzadaGuerreStellari!».

Avevamensole piene di personaggi inminiatura della saga, e un immensomanifesto diL’Imperocolpisceancoraappesoallaparete.

«Loso,vabene?»haammessoluiridendo.

Sièsedutosuunasediaadondolovicinoallascrivaniaeiomisonolasciatocaderesuunaspeciedipoltronamorbida a puffo in un angolo. È stato in quel momento che il suo cane ha fatto il suoingressoapaperanellastanza,puntandodrittosudime.

«Ehi, ma lui era sulla tua cartolina di auguri per Natale!» ho detto, lasciando che il cane miannusasselamano.

«Èunalei»mihacorrettoAuggie.«Daisy.Puoiaccarezzarla.Nonmorde».

Quandohocominciatoacoccolarla, leinonse loè fattodireduevolteesièsubitorigiratasullaschiena.

«Vuolechelegrattilapancia»mihaspiegatoAuggie.

«D’accordo, questo è il cane più bello che io abbiamai conosciuto» ho detto, accarezzandole lostomaco.

«Loso!Èilcanemiglioredelmondo.Vero,bella?»

NonappenahasentitolavocediAuggiechedicevacosì,lacagnolinahacominciatoadimenarelacodaeglisièbuttataaddosso.

«Chièlamiapreferita,eh?Chiè?»stavadicendoAuggie,mentreleiglileccavatuttalafaccia.

«Quantovorreiavereuncane»hodettoio.«Maimieigenitoridiconocheilnostroappartamentoètroppopiccolo».Poihocominciatoaguardarmiingiroe,intantocheAuggieaccendevailcomputer,aesaminaretuttoquellochec’eranellastanza.«Ehi,mahaiunaXbox360?Possiamogiocarci?»

«Guardachesiamoquiperlavorarealprogettodellafieradiscienze,amico».

«Cel’haiHalo?»

«Certochecel’ho».

«Possiamogiocare,tiprego?»

MaAuggiesieragiàcollegatoalsitodellaBeechereadessostavascorrendolapaginadellasignoraRubin,conl’elencodeiprogettidiscienze.«Civedidalì?»mihachiesto.

Conunsospiro,sonoandatoasedermisuunosgabellinovicinoalui.

«BelMac»hodetto.

«Perché,tuchecomputerhai?»

«Iononhonemmenounacameratuttamia,amico,etantomenouncomputermio.ImieigenitorihannounantiquatissimoDell,cheèpraticamentedefunto».

«D’accordo,chenepensidiquesto?»mihachiesto,voltandoloschermoversodimeinmodochepotessileggere.Hodatounarapidaocchiataallapaginaeimieiocchihannocominciatoavederesfuocatoall’istante.

«“Costruireunameridiana”»hadettoAugust.«Forte,no?»

Misonoritrattodalloschermo.«Nonpossiamofaresemplicementeunvulcano?»

«Lofannotutti,unvulcano».

«Certo,perchéèfacile»glihofattonotare,rimettendomiadaccarezzareDaisy.

«Alloracosadicidi:“Crearepuntedicristalloconsaledimagnesio”?»

«Chenoia»horisposto.«PerchésichiamaDaisy?»

Augustnonhanemmenodistoltogliocchidalloschermo.«Èstatamiasorellaadarle ilnome. IovolevochiamarlaDarth.Inverità,tecnicamenteparlando,ilsuonomecompletoèDarthDaisy,manonl’abbiamomaichiamatacosì».

«DarthDaisy!Chebuffo!Ciao,DarthDaisy!»hodettoalcane,cheèrotolatodinuovosullaschienaperfarsigrattarelapancia.

«Evabene,questoèilnostro»hadettoAugust,indicandosulloschermolafotodiunmucchiettodipatatedacuispuntavanodeifilielettrici.«“Comecostruireunabatteriaorganicacondellepatate”.Questo sì che è forte. Dice che ci si può far funzionare una lampadina, con questo. PotremmochiamarlaPatalampada,ounarobadelgenere.Chenedici?»

«Misembradecisamentetroppocomplicato,amico.Losaichefaccioschifoinscienze».

«Sta’zitto,nonèvero».

«Sìcheèvero,invece!Hopresounmisero54all’ultimaverifica!»

«Nonèvero!Equelloèsuccessosoloperchéstavamoancoralitigandoeionontihoaiutato.Adessotipossoaiutare,invece.Èunbuonprogetto,Jack.Dobbiamofarlo».

«Bene,comevuoi»hofattospallucce.

Inquellahannobussatoallaporta.Unaragazzinadailunghicapellineriondulatihafattocapolino.Nonsiaspettavadivedermi.

«Oh,ciao»hadettoatuttiedue.

«Ehi,Via»hadettoAugust,tornandoaguardareloschermodelcomputer.«Via,luièJack.Jack,leièVia».

«Ciao»hodetto,facendoleuncennodisalutoconlatesta.

«Ciao» ha risposto lei, scrutandomi intenta. Ho capito nell’istante stesso in cui August hapronunciato ilmio nome che a lei il fratello aveva riferito di quel che avevo detto su di lui. L’hocapitodalmodoincuimihaguardato.Anzi,ilmodoincuimihaguardatomihafattopensarecheVia si ricordasse di me da quel lontano giorno di tanti anni prima in cui ci siamo incontrati daCarvel,inAmesfortAvenue.

«Sto aspettando un amico che voglio farti conoscere, Auggie, okay?» ha detto Via. «Dovrebbearrivareamomenti».

«Èiltuonuovoragazzo?»l’haschernitaAuggie.

Via ha sferrato un calcio alla sua sedia. «Vedi solo di essere carino» ha detto, ed è uscita dallastanza.

«Belpeperinotuasorella,amico»hodetto.

«Loso».

«Miodia,vero?Lehaidettodell’IncidentediHalloween?»

«Già».

«Giàmiodia,ogiàlehaidettodiHalloween?»

«Tutteeduelecose».

Fidanzato

Dueminutidopo lasorelladiAugustè tornata lì conquesto tiziochesichiamava Justin.Un tipoabbastanzaaposto,aquantopareva.Capellolunghino.Occhialettitondi.Avevainmanounalungacustodiad’argentolucidocheaunadelledueestremitàterminavainunapuntaaffilata.

«QuestoèilmiofratellinoAugust,Justin»hadettoVia.«EluièJack».

«Ciao,ragazzi»hadettoJustin,dandocilamano.Sembravauntantinoimbarazzato.Probabilmenteperché vedeva August per la prima volta. A volte dimentico quanto possa essere scioccante, laprimavoltacheloincontri.«Bellastanza».

«Sei il fidanzatodiVia?»glihachiestoAuggie in tonomaliziosoe suasorellaglihaabbassato ilcappellinodabaseballsullafaccia.

«Checos’hainellacustodia?»glihochiestoio.«Unamitragliatrice?»

«Ahah!»hafattoilfidanzato.«Questasìcheèdivertente.No,èun…ehm…violino».

«Justinèunviolinista»haprecisatoVia.«Fapartediunabandzydeco».

«Echediavolosarebbe,unabandzydeco?»hadettoAuggie,guardandome.

«Èungeneredimusica»harispostoJustin.«Tipolamusicacreola».

«Creola?»

«Farestiprimaadireallagentecheèunamitragliatrice»hadettoAuggie.«Nessunoavrebbedaridire».

«Ahah,credotuabbiaragione»hadettoJustin,portandosiicapellidietroleorecchie.«LamusicacreolaèqueltipodimusicachesuonanoinLouisiana»hadettoame.

«SeidellaLouisiana?»glihochiesto?

«No,ehm»harisposto,spingendosiinsugliocchiali.«SonodiBrooklyn».

Nonsoperchélacosamihafattovenirevogliadiridere.

«Forza,Justin»hadettoVia,tirandoloperlamano.«Andiamoceneincameramia».

«Okay,cisivededoporagazzi.Ciao»hadettoJustin.

«Ciao!»

«Ciao!»

Appenaiduesonouscitidallastanza,Auggiemihaguardatosorridendo.

«SonodiBrooklyn»hofattoio,etuttieduesiamostaticoltidaunattaccodiridarellaisterica.

ParteQuinta

Justin“Avoltepensochelamiatestasiacosìgrande

perchéèpienadisogni”.

(JohnMerrickinTheElephantMan,

drammateatralediBernardPomerance)

ilfratellodiolivia

prima volta in cui vedo il fratello più piccolo di Olivia: devo ammetterlo, colto totalmente disorpresa.

non avrei dovuto, naturalmente. olivia mi aveva parlato della sua “sindrome”. mi ha persinodescritto che aspetto aveva.mami ha anche raccontato delle operazioni cheha subito nel corsodeglianni,perciòsivedechemiaspettavounaspettopiùnormale.comequandounbambinoconunamalformazionedelpalatofauninterventodichirurgiaplastica:avoltenonsivedenemmeno,senonfosseperquellapiccolacicatricesopraillabbro.credodiaverpensatochesuofratellopotesseaverequalchecicatrice,quaelà.manonquesto.disicurononmiaspettavodivedereilragazzinoconintestauncappellinodabaseballcheèsedutodavantiameinquestomomento.

veramentecenesonoduediragazzini,davantiame:unochehaunaspettoassolutamentenormale,ricciolibiondiesichiamajack;l’altroèauggie.

mipiacepensarechesonocapacedinasconderelamiasorpresa.sperosiacosì.malasorpresaèun’emozionedifficiledacamuffare,siaquandostaicercandodisembraresorpresoeinvecenonlosei,siaquandostaicercandodinonsembraresorpresoeinvecelosei.

gli stringo lamano. stringo quella dell’altro ragazzino. non voglio concentrarmi sulla sua faccia.bellastanza,dico.

seiilfidanzatodiVia?mifalui.pensostiasorridendo.

oliviagliabbassasullafacciailcappellinodabaseball.

equellacos’è,unamitragliatrice?michiede il ragazzinobiondo,comese iononavessisentito ladomanda precedente. e per un po’ parliamodimusica zydeco. poi viami prende permano emitrascinafuoridallastanza.nonappenacisiamorichiusilaportadietro,lisentiamoridere.sonodiBrooklyn!mifailversouno.

oliviaalzagliocchialcielomasorride.andiamoceneincameramia,dice.

sonoduemesicheusciamoinsieme.l’hosaputodalprimomomentochel’hovista,nell’attimostessoin cui si è seduta al nostro tavolo inmensa, chemi piaceva. non riuscivo a toglierle gli occhi didosso.davverobellissima.con lapelleolivastraegliocchipiùazzurricheabbiamaivisto invitamia.

all’iniziosicomportavacomesevolessechefossimosoloamici.credoche,inuncertosenso,emaniquelgeneredivibrazionesenzaavernel’intenzione.sta’allalarga.noncipensonemmeno.nonfalacivetta come fanno altre ragazze. quando ti parla ti guarda dritto negli occhi, come se ti stessesfidando. così ho continuato anch’io a guardarla semplicemente dritta negli occhi, come sericambiassilasfida.epoilehochiestodiuscireeleihadettosì,cosachemihasconvoltononpoco.èunaragazzafantasticaeadorouscireconlei.

non mi ha detto di august fino al nostro terzo appuntamento. credo abbia usato l’espressione“un’anormalitàcraniofacciale”perdescriverelasuafaccia.oforseera“anomaliacraniofacciale”.sodi certo che l’unica parola che non ha usato è stata “deforme”, perché una parola così l’avreisicuramenteregistrata.

allora, che ne pensi? mi chiede lei ansiosa un secondo dopo che siamo nella sua stanza. seisconvolto?

no,mento.

leisorrideedistoglielosguardo.seisconvolto.

nochenonlosono,larassicuro.ècomemihaidettochesarebbestato.

olivia annuisce e si lascia cadere sul letto. è buffo come abbia ancora unmucchio di animali dipeluchesulletto.neprendeuno,unorsopolare,senzapensarci,eseloappoggiasullapancia.

iomisiedosullasediaadondolovicinoallascrivania.haunastanzaimmacolata.

quand’eropiccola,midice,c’eranounmucchiodiragazzichenoncitornavanounasecondavolta,agiocareacasamia.insomma,davverotanti.avevopersinoamicichenonpotevanovenireallemiefestedicompleannoperchéc’eralui.nonmel’hannomaiveramenteconfessato,maprimaopoilacosamiarrivava.alcunisemplicementenonsannocomecomportarsiconauggie,capisci?

annuisco.

enonpossonemmenodirechesonoconsapevolidelfattochestannofacendoqualcosadisbagliato,aggiunge.eranosolospaventati.sì,vogliodire,diciamocelo:lasuafacciafaunpo’paura,giusto?

immaginodisì,rispondo.

peròtunonhaiproblemiconquestacosa,vero?michiededolcemente.nonseitroppodisgustato?ospaventato?

iononsonosconvoltonéspaventato.sorrido.

leiannuisceeabbassagliocchisull’orsopolarechetieneinbraccio.nonsonoingradodidiresemicredaomeno,mapoi stampaunbacio sulnasodell’orsopolareeme lo lancia conun sorrisino.credopossasignificarechemicrede,oquantomenochevuolecredermi.

sanvalentino

perilgiornodisanvalentinodoaoliviauncuoredicioccolato,eleimiregalaunaborsaatracollacostruitada lei condei vecchi floppydisk. è fortissimocome riesceamettere insieme le cose inquestomodo.orecchiniricavatidamorsettidicircuitielettrici.vestitidamagliette.borsedavecchijeans. è così creativa. le dico che dovrebbe fare l’artista, un giorno,ma lei vuole diventare unascienziata.unastudiosadigenetica,veramente.vuoletrovarecureperlepersonecomesuofratello,immagino.

facciamodeipianiperché finalmente ioconosca i suoigenitori.unristorantemessicanovicinoacasasuasabatosera.

stoinansiatuttoilgiornoperquestacosa.equandostoinansiamiritornanofuorituttiimieitic.sì,insomma,vogliodirecheimieiticcisonosempre,manonsonoglistessidiquandoeropiccolo:nulla di più di qualche battito di palpebra, adesso, e di tanto in tanto uno scatto della testa.maquandosonostressatopeggiorano…edisicuromistressaunsaccol’ideadiconoscereisuoi.

miaspettanodentro,quandoarrivoalristorante.ilpadresialzaemistringelamanoelamammadioliviamiabbraccia.salutoauggiepugnocontropugnoeprimadisedermibaciolamiaragazzasullaguancia.

ècosìbelloconoscerti,justin!abbiamosentitotantoparlaredite!

i suoigenitorinonpotrebberoesserepiùsimpatici.mimettonosubitoamioagio. il cameriereciportaimenuenonmisfuggelasuaespressionementrepuntagliocchisuaugust.mafingodinonaccorgermene. immagino facciamotuttiunpo’ fintadinonnotare lecose,stasera. ilcameriere. imieitic.ilmodoincuiaugustfrantumaletortillaschipssultavoloesimetteinboccalebricioleconilcucchiaio.guardooliviaeleimisorride.capisce.vedel’espressionedelcameriere.eancheimieitic.oliviaèunaragazzaacuinonsfuggenulla.

passiamo tutto il tempodellacenaaparlareea ridere. igenitoridioliviamichiedonodellamiamusica,dicomehocominciatoastudiareviolinoe robadelgenere.e iodico lorodicomeprimastudiassimusicaclassica,mapoimisonoimbattutonellamusicafolkdegliappalachiedoponellozydeco.elorosibevonoognunadellemieparolecomesefosserodavverointeressati.midiconodifar lorosaperequandosarà laprossimaserata incuisuonerà lamiaband,cosìpossonovenireasentirmi.

nonsonoabituatoatuttaquestaattenzione,adirelaverità.imieinonhannolaminimaideadiquelchevogliofaredellamiavita.nonmelochiedonomai.nonparliamomaicosì.credononsappianoneppurechedueannifahoscambiatoilmioviolinobaroccoconun“hardangerfiddle”aseicorde.

dopocenatorniamoacasadioliviaamangiareunpo’digelato.illorocanecifalefestesullaporta,unvecchiocane,superdolce.havomitatolungotuttoilcorridoio,però.lamammadioliviacorreaprendere dei tovaglioli di cartamentre il papà prende in braccio la cagnolina come se fosse unbambino.

chesuccede,bella?dice,e ilcaneèalsettimocielo, linguafuori,codachesidimena,gambeperariaconun’angolazionequantomenobizzarra.

papà,raccontaajustincomehaitrovatodaisy,diceolivia.

già!approvaauggie.

ilpadresorrideesisiedesuunasediaconilcaneancorarannicchiatofralebraccia.èevidentecheharaccontatoquestastoriagiàunmilionedivolteechetuttiloroadoranosentirla.

allora,ungiornostavotornandoacasadallametropolitana,dicelui,euntiziosenzafissadimorachenonavevomaivistoprimanelquartierestaspingendoquestobastardinodalleorecchielunghesuunpasseggino,miavvicinaemidice,ehi,signore,vuolecomprareilmiocane?esenzanemmenopensarci su iogli rispondo, certo, quanto vuoi? e luimidicedieci dollari, perciò iogli do i ventidollarichehonelportafoglieluimidàilcane.teloassicuro,justinnonhomaiannusatoqualcosadipiùpuzzolenteinvitamia!puzzavanonsodirtiquanto!perciòl’hopresadadov’erael’hoportatadalveterinarioinfondoallastrada,epoiacasa.

nonmihanemmenochiamataprima,perinciso!intervienelamammamentrepulisceilpavimento,persapereseerod’accordocheluiciportasseincasailcanediuntiziosenzafissadimora.

lacagnolinaalzagliocchieguardalamammamentreleidicequestacosa,comesecapissetuttoquellochestannodicendosudilei.èunacagnolinafelice,neanchesapessequantoèstatafortunatailgiornoincuihatrovatoquestafamiglia.

credodisaperecomesisente.mipiacelafamigliadiolivia.ridonounsacco.

lamiafamiglianonèaffattocosì.miopapàemiamammahannodivorziatoquandoavevoquattroanni e praticamente si può dire che si odiano. sono cresciuto passando mezza settimananell’appartamentinodimiopadreachelseael’altrametàacasadimiamadreneiquartierialtidibrooklyn.hounfratellastrochehacinqueannipiùdimeeamalapenasacheesisto. finoadoveriescoarisalireconlamemoria,misonosentitocomeseimieinonvedesserol’orachediventassiabbastanzagrandeperbadareamestesso.“puoiandareafarlaspesadasolo.”“eccolechiavidelmio appartamento.” è buffo come esista una parola tipo iperprotettivo per descrivere alcunigenitori,manessunaparolachevogliadirel’opposto.cheparolasiusaperdescriveredeigenitoriche non ti proteggono abbastanza? ipoprotettivi? negligenti? egoisti? carenti? tutto quello di cuisopra.

lepersonedellafamigliadioliviasidicono“tivogliobene”aognimomento.

nonriescoaricordarel’ultimavoltaincuiqualcunodellamiafamiglialohadettoame.

quandoarrival’oradiandareacasa,tuttiimieiticsonospariti.

piccolacittà

perlospettacolodiprimaveradiquest’annorecitiamolacommedia“piccolacittà”.oliviamisfidaacercarediottenereilruoloprincipale,quellodelprotagonista,einunmodoonell’altrociriesco.unverocolpodifortuna.nonhomaiavutounruoloprincipaleinniente,prima.dicoaoliviacheèleiaportarmi fortuna. sfortunatamente, non è lei a ottenere la parte della coprotagonista femminile,emilywebgibbs.vaallaragazzadaicapellirosachesichiamamiranda.oliviaottieneunaparticina,mafaanchel’attricesostitutadiemily.sonoancorapiùdelusodiolivia.leisembraquasisollevatainvece. nonmipiace che tuttimiguardino, dice, cosa alquanto stranadettadauna ragazza cosìcarina.unapartedimepensacheabbiamandatoarotolilasuaaudizionediproposito.

lospettacolodiprimaverasaràallafinediaprile,siamoametàmarzoadesso,perciòhomenodiseisettimaneper imparare lamiaparte.più il tempodelleprove.più il tempoperesercitarmiconlaband.più il tempodellaprovagenerale.più il tempodapassareconolivia.sarannoseisettimanedurissime,pocomasicuro.ilsignordavenport,l’insegnantediteatro,ègiàossessivoalriguardo.cifarà diventare pazzi da qui alla fine, non c’è dubbio. ho saputo da voci di corridoio che avevaprogrammato dimettere in scena “the elephantman”ma ha cambiato idea all’ultimo scegliendo“piccolacittà”,eilcambiamentohaportatoviaunasettimanaalnostrocalendariodelleprove.

nonsipuòdirechenonstianellapelleall’ideadiaffrontarelafolliadelprossimomeseemezzochemiaspetta.

coccinella

ioeoliviasiamosedutisuigradinidellaverandadicasasua.mistadandounamanoastudiarelemie battute. è una tiepida sera dimarzo, neanche fosse già estate. il cielo è ancora di un colorazzurroacceso,mailsoleèbassoeimarciapiedisonostriatidalungheombre.

storecitando:sì,ilsoleèsortounmigliaiodivolte.estatieinvernihannocreatonuovecrepenellemontagneelepioggehannoportatoviaunpo’diterra.qualchebambinochenoneraancoranatooracominciagiàaparlare;elepersonechepensavanodiesseregiovaniearzillesisonoaccortedinon riuscire più a salire una rampa di scale, com’erano abituate, senza sentir tremare un po’ legambe…

scuotolatesta.nonriescoaricordareilresto.

tuttoquellochepuòaccadereinmillegiorni,misuggerisceolivia,leggendodalcopione.

giusto, giusto, giusto, dico, scuotendo la testa. sospiro. sono fregato, olivia. come diavolo farò aricordarmituttequestebattute?

ce la farai, mi risponde fiduciosa. allunga le mani e le chiude a coppa intorno a una coccinellaapparsanonsisabenedadove.visto?portafortuna,dice,sollevandopianolamanochestasoprapermostrarmilacoccinellachecamminasulpalmodell’altra.

portafortunaoforsesoloilbeltempo,scherzo.

buonafortunadisicuro,ribattelei,osservandolacoccinellachelesiarrampicasuperilpolso,misa che c’è una tradizione, sai, a proposito dell’esprimere un desiderio con una coccinella. io eauggie lo facevamo sempre con le lucciole, da piccoli. richiude le mani sopra la coccinella. dai,esprimiamoundesiderio.chiudigliocchi.

chiudogliocchiobbediente.passaunlungosecondo,poiliriapro.

espressoildesiderio?michiedeolivia.

sì.

sorride,aprelemanielacoccinella,comeaunsegnale,spalancalealievolavia.

nonvuoisaperechedesideriohoespresso?lechiedo,baciandola.

no, mi risponde timida, alzando lo sguardo verso il cielo che, in questo momento, ha lo stessoidenticocoloredeisuoiocchi.

anch’iol’hoespresso,undesiderio,midiceconariamisteriosa,macisonotantidiqueidesidericheoliviapotrebbeesprimere,chenonholaminimaideadiqualesiaquelloacuistapensando.

fermatadell’autobus

lamammadiolivia,auggie,jackedaisysimaterializzanosullaverandaproprionelmomentoincui

stosalutandooliviaperandarmene.

leggermenteimbarazzante,dalmomentochesiamonelbelmezzodiunlungo,bellissimobacio.

ciao,ragazzi,dicelamamma,fingendodinonvederenulla,maidueragazzistannoridacchiando.

salve,signorapullman.

chiamamiisabel,tiprego,justin,dicedinuovo.dev’esserelaterzavoltachemelodice,perciòmisachedevoveramentecominciareachiamarlapernome.

stavoandandoacasa,dico,neanchedovessidareunqualchetipodigiustificazione.

oh, vai verso la metro? mi chiede lei, seguendo il cane con un giornale. non è che potrestiaccompagnarejackfinoallafermatadell’autobus?

nessunproblema.

pertevabene,jack?glichiedelamammadioliviaeluifaspallucce.puoistareconluifinchénonarrivailbus,justin?

macerto!

cisalutiamotuttiquanti.oliviamifal’occhiolino.

nonc’èbisognocheresticonme,dice jackmentreci incamminiamo lungo lavia.prendosemprel’autobusdasolo.lamammadiauggieètroppoprotettiva.

haunavocebassaeroca,dapiccoloduro.somigliaaunodiqueimascalzoncellideivecchifilminbiancoenero,glimancanosoloilberrettodamocciosochevendeigiornalieicalzoniallazuava.

arriviamoallafermataeilcartellodicecheilbussaràlìfraottominuti.aspettoconte,glidico.

comevuoi.alzalespalle.miprestiundollaro?vogliocompraredellegomme.

pesco un dollaro dal portafogli e lo guardo attraversare la strada fino al negozio di alimentariall’angolo.ha l’ariadiesseretroppopiccoloperandare ingirodasolo, inuncertosenso.mapoiripensoacom’eropiccolo ioquandoho iniziatoaprendere lametropolitanadasolo.decisamentetroppopiccolo.diventeròunpadreiperprotettivoungiorno,loso.imieifiglidovrannosaperechemipreoccupoperloro.

sonolìcheaspettodaunminutooduequandonototreragazzinicherisalgonolaviadalladirezioneopposta. oltrepassano il negozio di alimentari, ma uno di loro butta un’occhiata all’interno e dàgomitateaglialtridue,alloratuttietretornanoindietroesifermanoaguardare.sopercertochenonstannocombinandonulladibuono,dalmodoincuisidannogomitatel’unl’altroridendo.unodiloro è alto come jack, ma gli altri due sembrano molto più grandi, più che adolescenti. sinascondono dietro la bancarella della frutta che sta davanti al negozio e, quando jack esce,comincianoaseguirlo,facendotipofintadivomitare.all’angolojacksivoltafingendoindifferenzapercapirechisonoelorocorronovia,scambiandosiilcinqueeridendocomematti.piccoliidioti.

jackattraversalastradacomesenullafosseaccadutoesifermaaccantoameallafermatadelbus,soffiandounpalloncinoconlagomma.

amicituoi?glichiedoallafine.

ahah,falui.cercadisorrideremacapiscocheèsconvolto.

degli stupidi dellamia scuola, dice. un tipo che si chiama julian e le sue due guardie del corpo,henryemiles.

èdamoltochetidannonoia?

no,nonl’hannomaifattoprima.nonlofarebberomaiascuola,overrebberoespulsi.julianabitaadueisolatidaqui,perciòèstatasolosfortunailfattochel’abbiaincontrato,credo.

oh,okay.annuisco.

nonèunproblema,mirassicura.

entrambibuttiamol’occhiogiùperamesfortavenuepervederesestaarrivandol’autobus.

siamo tipo in guerra,mi dice dopo unminuto, come se questo spiegasse tutto. poimi tira fuoriquestopezzettinodifoglioappallottolatodallatascadeijeansemelodà.losrotoloedèunelencodinomisuddivisiintrecolonne.èriuscitoamettermicontrotuttiglialunnidelmioanno,dicejack.

nontutti,puntualizzo,facendoscorrerel’elenco.

milasciadeifogliettinell’armadiettoconscrittosopracosetipo“tuttitiodiano”.

dovrestiparlarneconl’insegnante.

jackmiguardacomesefossiunidiotaescuotelatesta.

inognicaso,haituttequellepersonechesononeutrali,dico.seriesciaportarledallatualecosepotrebberomigliorareunpo’.

sì,comeno,succederàdisicuro,ribatteintonosarcastico.

perchéno?

miscoccaun’altraocchiatacomesefossiiltiziopiùstupidoalmondoconcuiabbiamaiparlato.

chec’è?dico.

jack scuote la testa come se fossi senza speranza. diciamo solo, continua, che sono amico diqualcunochenonèesattamenteilragazzinopiùpopolaredellascuola.

aquelpuntocapiscoquellochenonmistaesternandoechenondice:august.tuttoquestohaachefareconl’essereamicodiaugust.ejacknonvuoledirmeloperchéiosonoilragazzodisuasorella.già,dev’esserepropriocosì,hasenso.

vediamoilbusarrivaregiùperamesfortavenue.

be’,tieniduro,glidico,restituendoglilozaino.lascuolamediaèquasibruttacomesembra,mapoilecosevannomeglio.tuttosiaggiusterà.

jackfaspallucceesiricacciailfogliettointasca.

quandosalesulbuscisalutiamoancoraunavoltaconlamano,erimangolìaguardarlomentresiallontana.

scendendonella stazionedellametropolitanadue isolati più in là, vedogli stessi tre ragazzini diprimachecincischianodavantialnegoziodeibagel lìvicino.stannoancoraridendoeammiccanol’un l’altromanco fosserobullettidiunabanda, ragazzetti ricchi in jeansattillati e costosi che sicomportanodaduri.

nonsochecosamipiglia,mamitolgogliocchiali,limettointascaecacciolacustodiadelviolinosottoilbraccioinmodochelaparteappuntitastiadavanti.camminoversodiloro,scuroinvolto,l’espressione accigliata. loro mi guardano, non appena mi vedono il sorriso gli si spegne sullelabbra,ilconogelatochehannoinmanomessoditraverso.

sentiteunpo’,voi.lasciateinpacejack,dicopianissimo,adentistretti,unavoceallaclinteastwoodquando fa la parte del duro. dategli noia ancora e avrete molto, ma veramente molto, di cuidispiacervi.quindidouncolpettoaeffettoallacustodiadelviolino.

afferratoilconcetto?

annuisconoall’unisono,ilgelatocheglicolasullemani.

bene. annuisco con faremisterioso, poimi infilo giù per la scala dellametropolitana, saltando igradiniadueadue.

leprove

a mano a mano che ci avviciniamo alla sera della prima, la commedia mi porta via sempre piùtempo.unmucchiodibattutedaricordare.lunghimonologhiincuidevoparlaresoloio.

oliviahaavutoquestafantasticaidea,però,chemistaaiutando.hoilviolinoconmesulpalcoelosuono un po’ mentre parlo, nel copione non è scritto così, ma il signor davenport pensa cheaggiungaqualcosadifolkavereilprotagonistachepizzicalecordediunviolino.

e per me è perfetto perché ogni volta che ho bisogno di un secondo per ricordarmi la battutasuccessiva,bastachecominciasuonareunpezzettinodi“soldier’sjoy”eilgiocoèfatto.

hoavutomododiconosceremoltomeglioglistudenticherecitanonellospettacolo,specialmentelaragazzacoicapellirosachefalapartediemily.hoscopertochenonèpoicosìpresuntuosacomepensavo, vista la quantità di persone che le girano intorno. il suo ragazzo è questo tipo atleticomolto conosciuto nel circuito sportivo della scuola. un interomondo con cui non ho nulla a chespartire,perciòsonoabbastanzasorpresochequestamirandasiriveliesserepiuttostosimpatica.

ungiornosiamolìsedutisulpalco,inattesacheitecnicisisteminoilpuntolucepiùimportante.

allora,daquantotempousciteinsieme,tueolivia?michiededipuntoinbianco.

circaquattromesi,rispondo.

haiconosciutosuofratello?michiedeintonocasuale.

ècosìinaspettatochenonriescoanasconderelasorpresa.

conosciilfratellodiolivia?lechiedo.

vianontel’hadetto?eravamomoltoamiche.conoscoauggiedaquandoènato.

oh,già,forsemel’avevadetto,rispondo.nonvogliosappiacheolivianonmihadettounbelnientedituttoquesto.nonvogliosappiaquantomisorprendecheleilachiamivia.nessunotrannequellidellasuafamiglialachiamavia,edeccotiquestaragazzadaicapellirosa,checredevoessereunaperfettaestranea,chelachiamacosì.

mirandarideescuotelatestamanondicenulla.segueunsilenzioimbarazzato,quindileicominciaafrugarenellaborsaenetirafuoriilportafogli.fapassareunpaiodifotografieepoimeneporgeuna. è un ragazzo piccolo al parco, in una giornata di sole. porta dei pantaloni corti e unamaglietta…euncascodaastronautacheglicopretuttalatesta.

cisarannostatiquarantagradiquelgiorno,midicemiranda,sorridendoallafotografia.maluinonsisarebbetoltoquelcosodallatestapernullaalmondo.l’haportatoperqualcosacomedueannidifila,estateeinverno,persinoinspiaggia.purafollia.

già,hovistolefotoacasadiolivia.

sonostataioaregalargliilcasco,aggiungeemisembraquasiunpo’orgogliosadiquellochedice.prendelafotoelainfiladinuovoconcautelanelportafogli.

forte,dico.

etutelacavibenecon’stacosa?michiede,guardandominegliocchi.

laguardoinespressivo.melacavobeneconcosa?

mirandainarcalesopraccigliacomesenonmicredesse.losaiacosamiriferisco,dice,ebeveunlungo sorso dalla sua bottiglietta dell’acqua. ammettiamolo, continua, l’universo non è statogenerosoconauggiepullman.

uccellino

perchénonmihaidettochetuemirandanavaseravateamiche?chiedoaoliviailgiornodopo.sonodavveroscocciatochenonmeneabbiaparlato.

sai che problema, risponde lei sulla difensiva, guardandomi come se le avessi appena fatto ladomandapiùstrana.

èunproblemainvece,dico.hofattolafiguradell’idiota.comehaipotutonondirmelo?haisemprefattocomesenemmenolaconoscessi.

e non la conosco infatti, mi ha risposto lei in modo frettoloso. non ho idea di chi sia quellacheerleaderdaicapellirosa.laragazzacheconoscevoioeraun’imbranatadiprimacategoriachecollezionavabamboleamericane.

eddai,olivia.

eddaitu!

avresti potuto almeno accennarmelo a un certo punto, ribadisco con calma, facendo finta di nonnotareillacrimonechetutt’auntrattolerotolagiùdallaguancia.

oliviafaspallucce,ricacciandoindietrolacrimepiùgrosse.

èokay,nonsonoarrabbiato,dico,pensandochestiapiangendoperme.

sinceramentenonmeneimportaunficoseccoseseiarrabbiato,puntualizzaleipiccata.

oh,seidavverosimpatica,ribattoacido.

olivianondicenulla.lelacrimestannoperarrivare.

chesuccede,olivia?lechiedo.

lei scuote la testa come se non volesse affrontare l’argomento, ma poi, di colpo, le lacrimecomincianoarotolareaunchilometroall’ora.

midispiace,nonèperte,justin.nonstopiangendopercolpatua,diceallafinefraisinghiozzi.

alloraperchépiangi?

perchésonounapersonaorribile.

madichestaiparlando?

nonmiguarda,mentresiasciugalelacrimeconilpalmodellamano.

nonhodettoaimieigenitoridellospettacolo,diceinfretta.

scuoto la testa perché non afferro bene quello chemi sta dicendo. è okay, ribatto. non è troppotardi,cisonoancorabigliettidisponibili…

iononvogliochevenganoavedere lacommedia, justin,mi interrompeoliviacon impazienza.manoncapisciquellochetistodicendo?iononvogliochecivengano!sevengonoporterannoauggieconloro,eiononmelasentodi…

aquelpuntovienecoltadaun’altracrisidipiantocheleimpediscedifinirelafrase.lacircondoconunbraccio.

sonounapersonaorribile!ribadiscefraunsinghiozzoel’altro.

nonseiunapersonaorribile,ledicodolcemente.

sì che lo sono invece! grida piangendo. è così bello stare in una scuola nuova dove nessuno loconosce,capisci?nessunochemibisbigliacosechenonpossosentiredietrolespalle.ècosìbello,justin.masemiofratelloverràallospettacolo,alloraneparlerannotutti,losaprannotutti…nonlosoperchémisentocosì…giurochenonmièmaicapitatoprimadivergognarmidilui.

loso, loso, ledico,cercandodicalmarla.nehai tutto ildiritto,olivia.haidovuto far fronteaunmucchiodicosepertuttalavita.

oliviami ricordaunuccellinoa volte, con lepiumeche si arruffano tuttequandoè arrabbiata, equando è così fragile come in questomomento, è un piccolo uccellino sperduto che cerca il suonido.

perciòleoffrolamiaalaperchéleicisinascondasotto.

l’universo

stanottenon riescoadormire.ho la testapienadipensieri vorticosi.battutedeimieimonologhi.elementi della tavola periodica che teoricamente dovrei imparare amemoria. teoremi che dovreicomprendere.olivia.auggie.

continuanoa tornarmi inmente leparoledimiranda: l’universononèstatogenerosoconauggiepullman.

ci sto pensando parecchio, e a tutto quello che questo può significare. ha ragione su questo.l’universononèstatogenerosoconauggiepullman.checosahafattoquelpiccolopermeritarelasuapunizione?checosahannofattoisuoigenitori?oolivia?unavoltaoliviamiharaccontatoche

unqualchedottorehadettoaisuoigenitoricheleprobabilitàchequalcunosiacolpitodallastessacombinazionedi sindromiche si sonomesse insiemeper creare la facciadi auggieeranouna suquattro milioni. ma questo non fa dell’universo una gigantesca lotteria, dunque? quando nascicompriunbiglietto.edipendetuttodalcaso,seèunbigliettobuonoounbigliettocattivo.èsoloquestionedifortuna.

continuo a tornarci su, con la testa che mi gira vorticosamente, ma poi pensieri più dolci micalmano,comeunaterzadiminuitasuunaccordoinmaggiore.no,no,nonètuttaunacasualità,sefossedavverotuttoaffidatoalcasol’universociabbandonerebbecompletamente.invecenonècosì.si prende cura delle creature più fragili in modi che non ci è dato di vedere. per esempio congenitori che ti adorano senza riserve. e una sorella più grande che si sente in colpa se provasentimentiumanineituoiconfronti.eunragazzinodallavoceprofondacheèstatomollatodaisuoiamicipercausatua.epersinounaragazzadaicapellirosachesenevaingiroconunatuafotonelportafogli.saràancheunalotteria,mal’universometteapostotutto,allafine.l’universosiprendecuradituttiisuoiuccellini.

ParteSesta

August“Checapolavoroèl’uomo!Nobiled’intelletto,dotatod’unaillimitatavarietàditalenti;

esattonellasuaformaeintuttiisuoiatti;compiuta,ammirevolecreazione:

pariaundionellamente,enell’azioneaunangelo.Lui,labellezzadelmondo…!”

(Shakespeare,Amleto)

PoloNord

AllamostradiscienzelaPatalampadahariscossounsuccessone.IoeJackcisiamoguadagnatiunabella “A”.È stata la prima “A” che Jack si è preso in unamateria dall’inizio dell’anno, perciò eragasatissimo.

Tuttiiprogettiperlamostraeranoespostisudeitavoliinpalestra.LastessadisposizionesceltaperilMuseoEgiziodidicembre,solochequestavoltaalpostodipiramidiefaraonisuitavolic’eranovulcaniedioramamolecolari.Einvecedeiragazzicheportavanoingiroigenitoriadammirareleopereditutti,dovevamostareinpiedivicinoalnostrotavolomentreigenitorigiravanoliberamenteperlastanzaevenivanodanoiunoallavolta.

Eccoquindicomestavano lecose intermininumerici:sessantaalunnidelnostroannoequivaleasessanta coppie genitoriali; e questo senza includere i nonni. Il che significa come minimocentoventipaiadiocchicheprimaopoisiposanosudime.Occhichenonsonoabituatiamecomelosonoormaiquellideilorofigli.Èunpo’comequandol’agodellabussolapuntasemprealnord,nonimportadachepartetigiri.TuttiquegliocchisonobussoleeperloroiosonoilPoloNord.

Èperquestocheancoranonmipiaccionoglieventidellascuolachecoinvolgonoigenitori.Noncheliodicomeliodiavoall’iniziodell’anno.ComelafestaperilRingraziamento:quellaèstatalavoltapeggiore,credo.Laprimaincuihodovutoaffrontareigenitorituttiinsieme.

IlMuseoEgizioèvenutodopo,malìmièandatabeneperchéerotravestitodamummiaenessunohafattocasoame.Poic’èstatoilconcertoinvernale,chehoodiatocontuttelemieforzeperchédovevocantarenelcoro.Nonsolosononegatoacantare,mamisentivocomese fossiesposto invetrina.

Lamostrad’artedigennaiononèstatatremenda,macomunqueabbastanzaimbarazzante.Hannoappesolenostreoperepertuttiicorridoidellascuolaeigenitoridovevanovenireavederle.Èstatocomericominciarelascuoladaccapo,contuttiquegliadultiignarichemipassavanoaccantosullescale.

Comunque,nonimportapiùditantochelagenteabbiadellereazioni,vedendomi.Comehodettountrilione di volte: oramai mi ci sono abituato. Non mi lascio sfiorare. È come quando esco epioviggina.Micatimettiglistivaliquandopioviggina.Nonaprinemmenol’ombrello.Camminisottolapioggiaequasinontiaccorgicheicapellitisibagnano.

Maquandoc’èunapalestragigantescapienadigenitori,alloralapioggerellinasitrasformainuno

spaventosouragano.Egliocchidituttitisiriversanoaddossocomeunmurod’acqua.

Mamma e papà cincischiano un bel po’ intorno al mio tavolo, insieme ai genitori di Jack. Èabbastanzabuffo come, alla fin fine, i genitori finiscano con il riprodurregli stessi gruppetti cheformanoiproprifigli.Comeimieigenitori,quellidiJackequellidiSummer,chesistannosimpaticie vanno d’accordo fra loro.Mentre vedo i genitori di Julian girare insieme a quelli diHenry e aquellidiMiles.EpersinoigenitorideidueMaxfannogruppettofraloro.Ècosìbuffo.

Piùtardihodettoquestacosaapapàemamma,mentretornavamoversocasa,elorohannopensatochefosseun’osservazionedivertente.

«Be’,ilsimilecercailsimile,credo»hadettolamamma.

AuggieDoll

Per un po’, la guerra è stata il nostro unico argomento di conversazione. Febbraio è stato ilmomentopeggiore,daquestopuntodivista.QuandopraticamentenessunocirivolgevalaparolaeJulian ha cominciato a lasciarci bigliettini negli armadietti. Le frasi per Jack erano stupidissime,tipo:“Puzzi,formaggiosochenonseialtro!”e“Nonstaipiùsimpaticoanessuno!”.

Ionehotrovatoaltriconscritto:“Mostro!”.Eunaltrochediceva:“Viadallanostrascuola,orco!”.

SummerritenevachedovessimomostrareibigliettiniallasignoraRubin,vicepresidedellascuola,ealsignorKiap,manoieravamodell’ideachesarebbestatocomefarelaspia.Inognicaso,nonchenon li lasciassimo anche noi, dei bigliettini, malgrado i nostri non fossero cattivi quanto i loro.Erano,piuttosto,buffiesarcastici.

Unodiceva:“Seicosìcarino,Julian!Tiamo.Vorrestisposarmi?Conaffetto,Beulah”.Unaltroera:“Adoroituoicapelli!xoxBeulah”.Unaltroancora:“Seiuntesoro.Solleticamiipiedi.xoBeulah”.

Beulah era una ragazza di fantasia che ci eravamo inventati io e Jack. Aveva abitudini davverodisgustose,tipomangiarsilarobaverdecheavevafraleditadeipiediosucchiarsilenocchedellemani. Così abbiamo fatto finta che una tipa così si fosse presa una cotta per Julian, che invecesembravaesicomportavacomeunragazzinodellapubblicitàKinder.

Inunpaiodioccasioni,sempreafebbraio,Julian,MilesedHenryhannofattodeglischerziaJack.Amenonlifacevano,penso,perchésapevanocheseliavesserobeccatia“faredelbullismo”controdimeavrebberopassatounbelpo’diguai.Jackinvece,credevanoloro,eraunbersagliopiùfacile.Così,unavoltaglihannorubatoipantaloncinidaginnasticaelihannousatipergiocareatorelloinmezzoallospogliatoio.

Un’altra volta Miles, che in classe era seduto vicino a Jack, ha preso dal banco il foglio con ilcompitoinclassediJack,lohaappallottolatoelohalanciatoaJuliandall’altrapartedellaclasse.Questo non sarebbe successo se la signora Petosa fosse stata lì, naturalmente, ma c’era unasupplente,quelgiorno,elesupplenti,sisa,nonsiaccorgonomaidiquellochesuccedeveramente.Jack era bravissimo. Non gli dava mai la soddisfazione di farsi vedere arrabbiato, anche seimmaginoqualchevoltalofosse.

Glialtridelnostroannoeranoalcorrentedellaguerra.FattaeccezioneperilgruppodiSavanna,all’inizioleragazzeeranoneutrali.Maora,amarzo,sieranostufatedellacosa.Ecosìpurealcunimaschi. Come quella volta in cui Julia n stava rovesciando nello zaino di Jack degli scarti deltemperamatiteeAmos,chedisolitostavaappiccicatoalorotipocozza,hastrappatolozainodallemanidiJulianeloharestituitoaJack.Aquantopareva,lamaggiorpartedeimaschinonandavanopiùdietroaJulian.

Epoi,qualchesettimanafa,JulianhacominciatoaspargerequestavoceridicolasecondocuiJackavrebbeassoldatoun“killerprofessionista”per“dareunalezione”alui,MilesedHenry.Labugiaera talmente patetica che la gente se la rideva della grossa dietro alle sue spalle. A quel punto,qualsiasi maschio fosse rimasto dalla sua parte ha cambiato partito ed è diventato chiaramenteneutrale.Così,versolafinedimarzo,soloMilesedHenryfacevanocomunellaconJulian;ecredocheanchelorofosseroabbastanzastufidellaguerra,aquelpunto.

Sonoanchequasicertochetuttiabbianosmessoconquellastoriadigiocareallapestedietrolemiespalle.Nessunofapiùdellefacceassurdequandopersbaglioglivadoaddossoelagenteprendeinprestitolemiematitesenzacomportarsicomeselamatitaavesseipidocchi.

Addiritturaoraqualcunoscherzaconme.Comel’altrogiorno,quandohovistoMayachescrivevaunbigliettinoaElliesuunquadernodiUglydolleio,nonsoperché,hobuttatolì:«Ehi,losapevate

chequellochehacreatogliUglydollsièispiratoame?».

Mayamihaguardato con tantod’occhi, come se ci fosse cascata inpieno.Poi, quando si è resacontochestavoscherzando,hapensatochefosselabattutadelsecolo.

«Seicosìsimpatico,August!»hadetto,dopodichéhariferitoaEllieeaqualcun’altradelleragazzequellocheavevoappenadettoeancheglialtrilohannotrovatomoltodivertente.Tipocheall’iniziosonorimastidistucco,mapoi,quandohannovistocheanch’ioci ridevosopra,anche lorohannocapitochepotevanoridere.EilgiornodopohotrovatounpiccoloportachiaviUglydollsedutosullamiasediaconunbigliettinocarinodapartediMayachediceva:“Perl’AuggieDollpiùsimpaticodelmondo!xoxMaya”.

Seimesifaunarobadelgenerenonsarebbemaipotutasuccedere,maaddessoaccadesemprepiùspesso.

Epoi,sonostatituttimoltocariniquandohocominciatoausaregliapparecchiacustici.

Lobot

Sindaquandoeropiccolo,idottorihannodettoaimieigenitoriche,ungiornool’altro,avreiavutobisognodiapparecchiacustici.Nonsoperchéquestacosamihasempreunpo’spaventato: forseperchéqualsiasicosaabbiaachefareconlemieorecchiemipreoccupanonpoco.

Il mio udito stava peggiorando, ma non lo avevo detto a nessuno. Il rimbombo dell’oceano chesentivodentrolatestaavevapresoilsopravvento.Stavasoffocandolevocidellepersone,comefossisott’acqua.Seeroseduto inunodegliultimibanchi,nonsentivogli insegnanti.Mamierachiaroche, se ne avessi parlato con papà e mamma, avrei finito con il dover portare gli apparecchiacustici;mentrelamiasperanzaeradiriuscireafinirelaprimamediasenzachequestoaccadesse.

Poi,però,nelmiocontrolloannualediottobre,altestaudiologicohofattocileccaeildottoreseneèuscitoconun:«Ègiuntoilmomento,amico».Emihamandatodaunotorino,chemihapresodelleimprontedelleorecchie.

Ditutti imieitrattisomatici, leorecchiesonolacosacheodiodipiù.Sonocomeminuscolipugnichiusiailatidellamiafaccia.Estannoanchetroppobassesullatesta.Sembranopezzispiaccicatidipastaperpizzachemispuntanoimprovvisamentefuoridalcollo,oqualcosadisimile.Okay,forsestounpo’esagerando.Peròleodiodavvero.

Quandol’otorinohatiratofuoriperlaprimavoltagliapparecchiacusticiperfarlivedereameeallamamma,mièuscitoungemito.

«Ioquegliaffarinonmelimetto»hoannunciato,incrociandolebracciasulpetto.

«Socheforsesembranounpo’grossi»hadettol’otorino.«Maabbiamodovutoattaccarliaquestaspeciedifasciaperchénonc’eraaltromodoperfarlistaredentroalletueorecchie.

Perché, vedete, gli apparecchi acustici normali di solito hanno una parte che si avvolge intornoall’orecchioesterno,inmododatenerealsuopostol’auricolareinterno.Manelmiocaso,vistochenonpossiedoorecchioesterno,hannodovutoapplicaregliauricolariaquestaspeciedicerchiettomoltoresistente,chedovevapoggiaresullaparteposterioredellamiatesta.

«Nonpossomettermeli,mamma»hopiagnucolato.

«Ma non si vedranno quasi» ha detto la mamma, con finta allegria. «Sembreranno dellenormalissimecuffietteperlamusica».

«Cuffiette?Maguardale,mamma!»hoesclamatorabbioso.«SembreròLobot».

«EchièLobot?»mihachiestoconcalmalamamma.

«Lobot?» L’otorino ha sorriso,mentre studiava le cuffie e apportava qualchemodifica. «L’Imperocolpisceancora?Iltiziocalvofortissimo,conquelcosobionicotiporadiotrasmettitorechegligiraintornoallaparteposterioredelcranio?»

«Credodinoncapire»hafattolamamma.

«ConosceGuerreStellari?»hochiestoall’otorino.

«Se conoscoGuerre Stellari?» ha risposto lui, facendomi scivolare quell’affare in testa. «Ma se

praticamentel’hoinventatoio, ilmarchingegnodiGuerreStellari!»sièappoggiatoalloschienaledellasediapervederecomemistavalacuffiaepoil’haripresa.

«Ma adesso, Auggie, voglio spiegarti che cos’è tutta questa roba» ha detto, indicando le diversepartidiunodeidueauricolari.«Questopezzettoricurvodiplasticaquisoprasiconnettealtubicinochec’èsullostampodell’orecchio.Èperquestocheadicembretiabbiamofattoqueicalchi,perchéquestapartechevadentroal tuoorecchio siadattinelmiglioredeimodienon tidia fastidio.Equestapartequisichiamagancettodeltono,okay?Equestacosaèilpezzospecialecheabbiamoattaccatoaquestopiccoloavvallamentoqui».

«LapartedelLobot»hodettodisperato.

«Ehi,Lobotèforte»hadettol’otorino.«MicastiamodicendochesomiglieraiaJarJar,no?Quellosìchesarebbeunguaio».Mihafattodinuovoscivolare lecuffiesullatestaconcautela.«Eccoqui,August.Allora,com’è?»

«Scomodissimo!»hodetto.

«Ticiabitueraimoltoinfretta»haconclusol’otorino.

Misonoguardatoallospecchio.Gliocchihannocominciatoalacrimarmi.L’unicacosacheriuscivoavedereeranoquestitubichemispuntavanodaciascunlatodellatestatipoantenne.

«Devodavveroportarequestiaffari,mamma?»hodetto,cercandodinonpiangere.«Liodio.Enonservonoaniente!»

«Ehi, dagli almeno un secondo, ragazzo» è intervenuto il dottore. «Non li ho nemmeno ancoraaccesi.Aspettadisentireladifferenza:vedraichesaraituavolerlimettere».

«Nochenonvorrò!»

Edopolihaaccesi.

Sentircibene

Comepossodescriverechecosahosentitoquandoildottorehaaccesogliauricolari?Oquellochenonhosentito,dovreiforsedire…Troppodifficilefarsivenireinmenteleparole.

Perfarlabreve,nonavevopiùl’oceanodentroallatesta.Sparito.Riuscivoasentireisuonicomesefosserolucichemibrillavanodentroalcervello.Eracomequandotitroviinunastanzaincuiunodiqueifarettiasoffittononfunzionano,matunontirendicontodiquantoèbuiofinchéqualcunononcambialalampadinaeallorahailasensazioneche,uau,ècosìluminosoqui!Nonsoseesistaunaparolacheabbialostessosignificatodi“luminoso”interminidiudito,mavorreiconoscerneuna,perchélemieorecchiecisentivanoluminosamente,adesso.

«Comecisenti,Auggie?»hadettol’otorino.«Riesciasentirmibene,ragazzo?»

L’hoguardatoehosorriso,manonhorisposto.

«Sentiqualcosadidiverso,tesoro?»hadettolamamma.

«Nonc’èbisognocheurli,mamma»hoannuitofelice.

«Cisentimeglio?»mihachiestol’otorino.

«Nonsentopiùnessunrumore»horisposto.«Ècosìtranquilloquidentro!»

«Ilrumoredisottofondoèsparito»haconfermatolui,annuendo.Mihaguardatoemihastrizzatol’occhio.«Tel’avevodettochetisarebbepiaciutoquellocheavrestisentito,August»hasistematoqualcos’altrosull’auricolaredisinistra.

«Tisembramoltodiverso,tesoro?»hachiestolamamma.

«Già»hofattosegnodisìconlatesta.«Cisento…piùleggero».

«Èperchéadessohaiiltuouditobionico,ragazzo»hadettol’otorino,sistemandoanchel’auricolaredestro. «Ma adesso tocca qui» mi ha messo una mano dietro l’apparecchio acustico. «Lo sentiquesto?Èilvolume.Devitrovareilvolumechevabeneperte.Lofaremolaprossimavolta.Be’,chenepensi?»haalzatounospecchiettoemihafattovederenellospecchiograndecomelecuffiemistavanodadietro.Icapellicoprivanoilcerchiettoquasideltutto.L’unicapartechespuntavaerail

tubicino.

«Ti senti a tuo agio con i tuoi nuovi auricolari bionici da Lobot?» mi ha chiesto l’otorino,guardandomidentroallospecchio.

«Sì»hoammesso.«Grazie».

«Graziemille,dottorJames»hadettolamamma.

Ilprimogiornoincuimisonopresentatoascuolaconimieinuoviapparecchiacusticipensavocheicompagniavrebberofattounsaccodiscene.Inveceno.SummererafelicecheiocisentissimeglioeJackhadettochequelcosomifacevasembrareunagentedell’FBI,oqualcosadelgenere.Maètutto.IlsignorBrownemihachiestocos’era,durantelalezionediinglese,manonèstataunacosadel tipo: “Che diavolo hai sulla testa?!?”, è stato più un: “Se hai bisogno che ripeta qualcosa,Auggie,tiraccomandodidirmelo,intesi?”.

Colsennodipoi,nonsoperchéfossicosìstressatoall’idea.Èbuffocomeavoltecisipreoccupiunsaccoperqualcosachepoisirivelanonessereniente.

IlsegretodiVia

Unpaiodi giornidopo la finedelle vacanzedi primavera, lamammaha scoperto cheVianon leavevadettodiunacertarecitascolasticachecisarebbestataalsuoliceolasettimanaseguente.Elamammasièarrabbiataunsacco.Lamammanonsiarrabbiamaicosì(anchesepapàhaun’altraopinione…),maconViasièinfuriatadavverotantissimo.Hannofattounalitechenonfinivapiù.ElemieorecchiebionichedaLobotsonoriusciteasentirelamammachediceva:«Sipuòsaperechecosatistasuccedendoultimamente,Via?Seilunaticaetaciturna,enonraccontipiùniente…».

«Chec’èdi tantosbagliatosenontidicodiunastupidarecita?»Viastavapraticamenteurlando.«Nondevorecitarenemmenounabattuta,io!»

«Iltuoragazzosì,però!Nontiinteressachevediamolui?»

«No!Veramenteno!»

«Smettiladiurlare!»

«Seituchehaicominciato!Lasciamiinpace,okay?Seistatacosìbravaalasciarmiinpacepertuttalamiavitafinora,noncapiscoperchéhaisceltoproprioilliceopercominciareainteressartidi…»

Dopo, non so che cosa le abbia risposto la mamma, perché tutto è diventato improvvisamentesilenzioso,epersinolemieorecchiebionichedaLobotnonriuscivanoarilevareunsegnale.

Lamiacaverna

Per ora di cena sembravano essersi chiarite. Papà lavorava fino a tardi. Daisy stava dormendo.Aveva vomitato un bel po’ prima, quel giorno, e la mamma aveva preso un appuntamento perportarladalveterinarioilmattinodopo.

Eravamosedutituttietreenessunoparlava.

Allafinehodetto:«Allora,andiamoavedereJustinallarecita?».

Vianonharisposto,mahaabbassatogliocchisulpiatto.

«Sai,Auggie»mihadettopianolamamma.«Nonavevocapitochegeneredispettacolofosseenonèdavverounacosachepotrebbeinteressareunragazzinodellatuaetà».

«Vuoldirechenonsonoinvitato?»hofattoio,guardandoVia.

«Nonhodettoquesto»haribattutolamamma.«Solononpensochetidivertiresti».

«Tiannoierestiunsacco»hainsistitoVia,comesemistesseaccusandodiqualcosa.

«Matuepapàciandate?»

«Ciandràpapà»harispostolamamma.«Iorestoacasaconte».

«Checosa?»hastrillatoViainfacciaallamamma.«Oh,fantastico,ecosìmipuniraiperesserestatasinceracontenonvenendoallospettacolo?»

«All’iniziononvolevinemmenochecivenissimo,ricordi?»harispostolamamma.

«Maadessochesaiilmotivo,certochevogliochecivieni!»haesclamatoVia.

«Be’,devotenerecontodeisentimentidituttiqui,Via»hadettolamamma.

«Sipuòsaperedichecosastateparlando?»hostrillato.

«Diniente!»sonosbottatetutteedueall’unisono.

«ÈsoltantounacosadellascuoladiViachenonhanienteachevedereconte»hadettolamamma.

«Staimentendo»hodettoio.

«Scusami?»hafattolamamma,tiposconvolta.PersinoViasembravasorpresa.

«Hodettochestaimentendo!»hogridato.«Èunabugia!»hostrillato in facciaaVia,alzandomi.«Sietebugiarde,tutteedue!Mistateraccontandounmucchiodibugiecomesefossiunidiota!»

«Siediti,Auggie!»mihaordinatolamamma,prendendomiperunbraccio.

MisonodivincolatoehopuntatoilditocontroVia.

«Credichenonlosappia,checosastasuccedendo?»hostrillato.«Èsolochenonvuoicheneltuofantasticonuovoliceogliamicisappianochehaiunfratellomostro!»

«Auggie!»haurlatolamamma.«Nonèvero!»

«Smettiladimentirmi,mamma!»hogridato. «Smettiladi trattarmi comeunpoppante!Nonsonoritardato!Capiscoquellochesuccede!»

Misonoprecipitatoincorridoioedilìincameramia,sbattendomilaportadietrolespallecosìfortechehosentitoletteralmentepezzettinidimurosbriciolarsidentrol’intelaiatura.Poimisonolasciatocrollaresul lettoemisonotiratosulecopertefinoalmento.Misonoammucchiatotutti icuscinisopra lamia facciadisgustosaepoiho impilatoanchetuttiglianimalidipeluchesopra icuscini,comesefossidentroaunapiccolacaverna.Eseavessipotutoandarmeneingirotuttoiltempoconuncuscinosullafaccialoavreifatto.

Nonsonemmenocomehofattoadarrabbiarmitanto.Noneroveramentearrabbiato,all’iniziodellacena. E neanche triste.Ma poi, di colpo, tutto è come esploso fuori di me. Sapevo che Via nonvolevacheandassialsuostupidospettacolo.Esapevoancheilperché.

Mieroimmaginatochelamammamiavrebbeseguitosubitoincameramia,invecenonl’hafatto.Volevochemitrovassesepoltodentroallamiacavernadianimalidipeluche,cosìhoaspettatounaltropo’,maaddiritturadopodieciminutileinonsierafattaancoravedere.Eropiuttostosorpreso.Vienesempreacontrollarequandomichiudoincamera,sconvoltoperqualcosaorobadelgenere.

Mi sono visto lamammaeVia cheparlavanodime in cucina.Eho immaginato cheVia dovessesentirsimolto,mamoltomale.Hopensato che lamamma fosse sopraffattadal sensodi colpa.Eancheilpapàsisarebbeinfuriatoconlei,unavoltatornatoacasadallavoro.

Ho scavato un buchino fra la pila di cuscini e animali di peluche e ho dato una sbirciatinaall’orologio appeso alla parete. Era trascorsa mezz’ora e la mamma ancora non era apparsa incamera mia. Ho cercato di sentire i rumori che provenivano dalle altre stanze. Stavano ancoracenando?Checostastavasuccedendo?

Finalmente,laportasièaperta.

EraVia.Nonsiècuratadivenireverso ilmio lettoenonèentratapianocomepensavoavrebbefatto.Èarrivatacomeunafuria.

Addio

«Auggie»hadettoVia.«Vieni,sbrigati.Lamammavuoleparlarti».

«Nonhointenzionedichiederescusa!»

«Nonc’entri tu!»ha strillato.«Nonècheogni cosaalmondodeveper forzagirare intornoa te,Auggie!Adessomuoviti.Daisystamale.Lamammalastaportandoallaclinicaveterinaria.Vieniasalutarla».

Hobuttatovia icuscinidalla facciae l’hoguardata.Èstato lìchemisonoaccortochepiangeva.«Cheintendidirecon“salutarla”?»

«Vieni!»hadettotendendomiunamano.

L’hopresapermanoel’hoseguitagiùperilcorridoiofinoincucina.Daisyerasdraiatadilatosulpavimento, con le zampe dritte davanti a lei. Ansimava forte, come se avesse fatto una corsa alparco.Lamammaerainginocchiataaccantoaleieleaccarezzavalatesta.

«Cosaèsuccesso?»hochiesto.

«Dicolpohacominciatoaguaire»mihaspiegatoVia,inginocchiandosivicinoallamamma.

Hoabbassatogliocchisullamamma,stavapiangendoanchelei.

«Laportoall’ospedaledeglianimaliincentro»hadetto.«Iltaxistaperarrivare».

«Mailveterinariolarimetteràinsesto,giusto?»hochiestoio.

Lamammamihaguardato.«Lospero,tesoro»harispostopiano.«Masinceramentenonloso».

«Macertochesì!»hoinsistito.

«Daisyèstatamalespesso,ultimamente,Auggie.Edèvecchia…»

«Maloropossonofarlaguarire»horibadito,guardandoViaincercadellasuaapprovazione,inveceVianonhanemmenoalzatolatesta.

Allamammatremavanolelabbra.«CredochepotrebbeesserearrivatoilmomentodidireaddioaDaisy,Auggie.Midispiace».

«No!»hogridato.

«Nonvogliamochesoffra,Auggie»hadettolamamma.

Èsquillatoiltelefono.Viaharisposto,hadetto:«Okay,grazie»ehariattaccato.

«Iltaxièfuori»haaggiunto,asciugandosilelacrimeconildorsodellemani.

«Bene,Auggie,mi apri la porta, tesoro?» ha detto lamamma, prendendo in braccioDaisymoltodelicatamente,comefossestataungrossobimboaddormentato.

«Tiprego,no,mamma…»hodettopiangendo,parandomidavantiallaporta.

«Tesoro,perpiacere»hadettolamamma.«Èmoltopesante».

«Epapà?»hogridato.

«Miraggiungeall’ospedale»harispostolamamma.«NonvuolecheDaisysoffra,Auggie».

Viamihascansatodallaportael’hatenutaapertaallamamma.

«Hoilcellulareacceso,seavetebisognodiqualcosa»hadettolamammaaVia.«Puoicoprirlaconlacoperta?»

Viahafattosegnodisìconlatesta,mastavapiangendodisperatamente,adesso.

«SalutateDaisy,ragazzi»hadettolamamma,conlelacrimechelerigavanolafaccia.

«Tivogliobene,Daisy»hadettoVia,baciandolasulmuso.«Tivogliotantissimobene».

«Ciao,bella…»hosussurratoall’orecchiodiDaisy.«Tivogliobene…»

Lamamma l’ha portata giù dai gradini della veranda. L’autista del taxi aveva aperto la portieraposterioreesiamorimastiaguardarlamentresalivainmacchina.Unistanteprimadirichiuderelosportello,lamammahaalzatogliocchisudinoi,fermidavantiallaportadicasa,ecihafattounpiccolocennodisalutoconlamano.Noncredodiaverlamaivistapiùtristedicosì.

«Tivogliobene,mamma!»hagridatoVia.

«Tivogliobene,mamma!»hodettoanch’io.«Midispiace,mamma!»

Lamammacihasoffiatounbacioehachiusolaportiera.L’abbiamoguardatapartireepoiViaharichiusolaportadicasa.Mihaguardatounsecondo,poimihaabbracciatofortissimissimoetuttiedueabbiamoversatounmilionedilacrime.

IgiocattolidiDaisy

Justin è venutodanoi circamezz’oradopo.Mihaabbracciato forte emihadetto: «Midispiace,Auggie».Tuttietrecisiamosedutiinsoggiorno,senzadirenulla.Perunaqualcheragione,ioeViaavevamo raccolto tutti i giocattoli di Daisy sparsi per casa e li avevamo ammucchiati vicino altavolinodellasala.Adessononsapevamofarealtrochefissarequelmucchietto.

«Èveramenteilcanepiùfantasticodelmondo»hadettoVia.

«Loso»hadettoJustin,sfregandolaschienadiVia.

«Hasolocominciatoaguaire,cosìdipuntoinbianco?»hochiesto.

Via ha annuito. «Tipo due secondi dopo che ti sei alzato da tavola» ha detto. «Lamamma stavavenendodate,maDaisyhacominciatocomeapiagnucolare».

«Piagnucolarecome?»hochiesto.

«Piagnucolareebasta,nonso»harispostoVia.

«Tipocheululava?»hoinsistito.

«Tipocheguaiva,Auggie!»èsbottata.«Hasemplicementeiniziatoalamentarsi,comesequalcosalefacessemoltomale.Eansimavainmanierafolle.Edoposiècomeaccasciatae lamammasièchinata su di lei e ha cercato di rimetterla in piedi, tipo, ma era evidente che le faceva malequalcosa.L’hapersinomorsicata».

«Che?»hofattoio.

«Quando lamammahacercatodi toccarle lapancia,Daisy lehamorsicato lamano»haspiegatoVia.

«MaDaisynonmorsicamainessuno!»horisposto.

«Noneralei»èintervenutoJustin.«Evidentementeavevamaledaqualcheparte».

«Papàavevaragione»hadettoVia.«Nonavremmodovutopermetterechearrivasseastaretantomale».

«Chevuoidire?»hochiesto.«Luisapevacheeraammalata?»

«Lamammal’haportatadalveterinariotipotrevoltenegliultimitremesi,Auggie.Nonfacevachevomitareadestraeasinistra.Nonteneseiaccorto?»

«Manonsapevochefossemalata!»

Vianonhadettoniente,mamihamessounbracciointornoallespalleemihatiratovicinoasé.Horicominciatoapiangere.

«Mi dispiace,Auggie» ha detto piano. «Mi dispiace tanto per tutto, va bene?Mi perdoni? Lo saiquantotivogliobene,vero?»

Hoannuito.Inunmodoonell’altro,lanostralitenonavevapiùtantaimportanza.

«Malamammasanguinava?»hochiesto.

«Èstatosolounmorsetto»harispostoVia.«Proprioqui»haindicatolabasedelpolliceperfarmivedereesattamenteinchepuntoDaisyl’avevamorsicata.

«Lefacevamale?»

«Lamammaèaposto,Auggie.Stabene».

Mamma e papà sono arrivati a casa due ore più tardi. Abbiamo capito, nell’attimo stesso in cuihannoaperto laportaeDaisynoneracon loro,chesen’eraandatapersempre.Ci siamosedutitutti in soggiorno, intorno al mucchietto dei suoi giocattoli. Papà ci ha raccontato quel che era

successoallaclinicaveterinaria,comeilmedicoavesseportatoDaisyafarealcuneradiografieedesamidelsangue,poieratornatoeavevaspiegato loroche ilcaneavevaunagrossamassanellostomaco.Facevafaticaarespirare.Mammaepapànonvolevanochesoffrisse,perciòpapàl’avevapresa in braccio come gli piaceva fare sempre, con le zampe dritte per aria, e lui e la mammal’avevano baciata dicendole addio infinite volte, sussurrandole perché il veterinario le avrebbeinfilatounagonellazampa.Epoi,dopocircaunminuto,Daisyeramortafralebracciadipapà.Eracosì tranquilla, ha detto papà. Non aveva più male da nessuna parte. Come se si fosseaddormentata.Unpaiodivolte,mentreparlava,lavocedipapàsièincrinataehadovutoschiarirsilagola.

Nonhomaivistopapàpiangereprima,mal’hovistopiangerestasera.Eroandatoincameraloroacercarelamammaperchémidesselabuonanotte,quandohovistopapàsedutosulbordodellettochesistavatogliendolecalze.Voltavalaschienaallaporta,perciònonsapevachefossilì.All’iniziohopensatochestesseridendo,perchélespalleglisussultavano,mapoisièportatolemanisugliocchiehocapitochestavasinghiozzando.Erailpiantopiùsilenziosocheavessimaisentito.Comeunbisbiglio.Avreivolutoandaredalui,mapoihopensatocheforsepiangevasottovoceperchénonvolevacheiooqualcunaltrolosentissimo.Quindimisonoallontanato,sonoandatoincameradiViae ho visto la mamma sdraiata vicino a lei sul letto, e la mamma stava sussurrando qualcosaall’orecchiodiViachestavapiangendo.

Cosìsonoandatonelmioletto,misonoinfilatoilpigiamasenzachenessunomidicessedifarlo,hoacceso la lucina della notte e mi sono raggomitolato tutto dentro la montagnetta di animali dipeluche che avevo lasciato lì daprima.Mi sembrava che tutto fosse successounmilionedi anniprima.Mi sono tolto gli apparecchi acustici,mi sono tirato le coperte fin sopra le orecchie e hoimmaginatoDaisychesifacevailsuospaziettinovicinoame,lagrossalinguaumidachemileccavatuttalafacciacomesefossestatalafacciachepreferivaalmondo.

Edèinquelmodochemisonoaddormentato.

Paradiso

Piùtardi,misonosvegliatocheeraancorabuio.Sonoscesodallettoemisonodirettoincameradipapàemamma.

«Mamma?»hobisbigliato.Erabuiopesto,perciònonriuscivoavedereseavesseapertogliocchi.«Mamma?»

«Staibene,tesoro?»mihachiestoconlavoceimpastatadalsonno.

«Possodormireconte?»

Lamammasièspostataversoillatodipapàeiomisonoraggomitolatodifiancoalei.Mihabaciatosuicapelli.

«Latuamanostabene?»lehochiesto.«ViamihadettocheDaisytihamorsicata».

«Èstatosolounpiccolomorso»mihabisbigliatonell’orecchio.

«Mamma…»hocominciatoapiangere.«Midispiaceperquellochehodetto».

«Schhh…Non c’è niente di cui dispiacersi» ha ribattuto lei,ma così piano che ho fatto fatica asentirla.Eravamoguanciaaguancia.

«Viasivergognadime?»lehochiesto.

«No,tesoro,no.Losaichenonècosì.Sistasoloabituandoallanuovascuola.Nonèfacile».

«Loso».

«Losochelosai».

«Midispiacediavertidatodellabugiarda».

«Dormi,tesoro…tivogliotantobene».

«Ancheiotivogliotantobene,mamma».

«Buonanotte,tesoro»mihadettopianissimo.

«Mamma,Daisyèconlanonnaadesso?»

«Credodisì».

«Sonoinparadiso?»

«Sì».

«Lepersonehannolostessoaspetto,quandovannoinparadiso?»

«Nonloso.Noncredo».

«Maalloracomefannoariconoscersi?»

«Nonloso,tesoro»sembravastanca.«Losentonoebasta.Nonsihabisognodegliocchiperamare,giusto?Losentisemplicementedentrodite.Einparadisoècosìchefunziona.Èsoltantoamore,enessunodimenticalepersonechehaamato»mihabaciatodinuovo.«Adessodormi,tesoro.Ètardi.Eiosonostanchissima».

Manonsonoriuscitoaprendersonno,nemmenodopochehocapitocheleisierariaddormentata.Hosentitocheanchepapàdormivaeho immaginatodisentireancheViachedormiva incamerasua,infondoalcorridoio.AlloramisonochiestoseinquelmomentoancheDaisystessedormendo,in paradiso. E se stava dormendo, stava sognando dime?Emi sono chiesto come sarebbe statoessereinparadiso,ungiorno,enonaverepiù ilproblemadellamiafaccia.Propriocomenonerastatomai,edicopropriomai,unproblemaperDaisy.

Attricesostituta

QualchegiornodopolamortediDaisy,Viahaportatoacasatrebigliettiperlospettacolodellasuascuola.Non abbiamomai più riparlato della lite che avevamoavuto a cena. La sera della recita,subitoprimacheleieJustinuscisseroperandareascuolapertempo,Viamihaabbracciatoemihadettochemivolevabeneecheeraorgogliosadiesseremiasorella.

Eralaprimavoltachemettevopiedenelsuoliceo.Eramoltopiùgrandedellasuavecchiascuolaeunmilionedivoltepiùgrandedellamia.Piùcorridoi.Piùaule.

L’unicacosaveramentepessimadeimieiauricolaribionicidaLoboterailfattochenonpotevopiùmettermi il cappellino da baseball. E in situazioni tipo questa, i cappellini da baseball tornanodavvero utili. A volte vorrei ancora andarmene in giro con quel vecchio casco da astronauta cheportavodapiccolo.Checicrediateomeno,lagentepensavacheunbambinoconintestauncascodaastronautafosseunacosamoltomenostranadiunbambinoconlamiafaccia.Aognibuonconto,mentreattraversavoi lunghicorridoiilluminaticamminandosubitodietrolamamma,hotenutolatestachina.

Abbiamo seguito la fiumana di gente fino all’auditorium, dove alcuni studenti davanti alla portaprincipaledistribuivanoiprogrammi.

Ci siamo trovati un posto in quinta fila, abbastanza centrali. Appena seduti, la mamma hacominciatoafrugaredentrolasuapochette.

«Noncipossocredere:hodimenticatogliocchiali!»haesclamato.

Papàhascossolatesta.Lamammasidimenticavasempregliocchiali,olechiavi,oqualcos’altro.Èstorditaquantobasta.

«Vuoistarepiùvicina?»lehachiestopapà.

Lamammahastrizzatogliocchiindirezionedelpalco.«No,civedo».

«Parlaadessootacipersempre»lehadettopapà.

«Vabenecosì»harispostolamamma.

«Guarda,eccoJustin»hodettoapapà,indicandolasuafotosulprogramma.

«Bellafoto»hafattoluiannuendo.

«Ecomemainonc’èunafotodiVia?»hodettoio.

«Èl’attricesostituta»mihaspiegatolamamma.«Peròguarda:c’èilsuonomequi».

«Perchélachiamano“sostituta”?»hochiesto.

«Uau,guardalafotodiMiranda»hadettolamammaalpapà.«Noncredochel’avreiriconosciuta».

«Perchélachiamano“sostituta”?»hochiestodinuovo.

«HaisentitocheMartinstaperrisposarsi?»hadettopapàallamamma.

«Staischerzando?»harispostolamamma,sorpresa.

«ChièMartin?»hochiesto.

«IlpapàdiMiranda»harispostolamamma,poi,rivoltaapapà:«Chitel’hadetto?».

«HoincontratolamammadiMirandainmetropolitana.Nonneèfelice.Luistaperavereunaltrofiglio,etuttoquelcheneconsegue».

«Uau»hafattolamamma,scuotendolatesta.

«Dichecosastateparlandovoidue?»hochiesto.

«Diniente»harispostopapà.

«Maperchélachiamano“sostituta”?»

«Non loso,AugieDoggie»harispostopapà.«Perché impara lebattutedell’attoreprincipalee losostituisceincasodinecessità,suppongo».

Stavoperdirequalcos’altroquandolelucisisonospente.Ilpubblicosièzittitoquasisubito.

«Perfavore,papà,puoismetterladichiamarmiAugieDoggie?»glihosussurratoall’orecchio.

Papàhasorriso,hafattosegnodisìconlatestaehaalzatoilpollice.

Lospettacoloècominciato.Ilsipariosièaperto.Ilpalcoeracompletamentevuotofattaeccezioneper Justin, seduto su una vecchia sedia sgangherata a suonare il suo violino. Aveva un abitoantiquatoeuncappellodipaglia.

«Questa commedia si intitola Piccola città» ha detto al pubblico. «È stata scritta da ThorntonWilder; prodotta e diretta da Philip Davenport… Il nome della città è Grover’s Corners, NewHampshire,appenaoltreilconfinedelMassachusetts:latitudine42gradi,40primi;longitudine70gradi,37primi.Ilprimoattometteinscenaungiornonellapiccolacittà.Ilgiornoèil7maggiodel1901.L’oraappenaprimadell’alba».

Hocapitoinquelprecisoistantechelacommediamisarebbepiaciuta.Noneracomelealtrerecitescolastichecuierostato,tipoIlmagodiOzoPiovonoPolpette.No,aquantoparevaeraunarobadagrandiemisonosentitointelligenteperilsolofattodiesserelìaguardarla.

Un po’ più avanti, un personaggio di nome Mrs. Webb chiama sua figlia, Emily. Sapevo dalprogramma che quella era la parte che recitava Miranda, perciò mi sono sporto in avanti pervederlameglio.

«QuellaèMiranda»mihasussurrato lamamma,strizzandogliocchiverso ilpalcomentreEmilyfacevalasuaapparizione.«Certocheècambiatamolto…»

«ManonèMiranda»hobisbigliatoio.«ÈVia».

«OhmioDio!»hafattolamamma,agitandosinellasuasedia.

«Shhh!»l’hazittitapapà.

«ÈVia»glihasussurratolamamma.

«Loso»habisbigliatopapàsorridendo.«Shhh!»

Granfinale

Lo spettacolo è statomeraviglioso.Nonvorrei svelare il finale,maèdi quel genere che rende ilpubblico lacrimoso. La mamma ha completamente perso il controllo quando Via-Emily ha detto:«Addio,addiomondo!Addio,Grover’sCorners…mammaepapà.Addioagliorologiticchettantieai

girasoledellamamma.Aciboecaffè.Aivestitiappenastiratieaibagnicaldi…all’addormentarsieairisvegli.Oh,terra,seitroppomeravigliosaperchéchiunquepossacomprenderti!».

IlbelloècheViastavapiangendoveramente,mentrepronunciavaquelleparole.Tipolacrimevere:glielehovisterotolaregiùdalleguance.Èstatodavverosublime.

Quandosièchiusoilsipariotuttinelpubblicohannocominciatoadapplaudire.Poigliattorisonouscitiunoallavolta.ViaeJustinsonostatigliultimiatornaresulpalcoe,quandosonocomparsiilpubblico,sièalzatoinpiedi.

«Bravi!»hosentitochegridavapapàfacendodamegafonoconlemani.

«Perchésialzanotutti?»hochiesto.

«Èunastandingovation»harispostolamammaalzandosiasuavolta.

Perciòmisonomessoinpiedianch’ioenonlafinivopiùdiapplaudire.Hocontinuatoabatterelemanifinchénonhannocominciatoafarmimale.

Perunsecondo,hoimmaginatoquantosarebbestatoforteessereViaeJustininquelmomento,contuttequellepersoneinpiedichefacevanoiltifoperloro.Credodovrebbeesserciunaregolapercuituttinelmondo,primaopoi,hannodirittoariceverealmenounastandingovationnellavita.

Alla fine, dopo non so quantiminuti, la fila degli attori sul palco ha fatto un passo indietro e ilsipariosièrichiusodavantialoro.L’applausosièfermatoeilpubblicohacominciatoausciredallasala.

Io,mammaepapàcisiamofattistradaverso ilpalco.Frottedipersonesistavanocongratulandocongliattori,circondandolieassestandoloropacchesullaschiena.

AbbiamovistoViaeJustininmezzoallafolla,chesorridevanoatutti,ridevanoeparlavano.

«Via!»hagridatopapà,agitandolamanomentresiaprivalastradafralacalca.Unavoltacheleèarrivato abbastanza vicino l’ha abbracciata e l’ha sollevataunpo’ da terra. «Sei stata fantastica,dolcezza!»

«OhmioDio,Via!»stavastrillandolamammafuoridiséperl’emozione.«OhmioDio!OhmioDio!»lastavaabbracciandocosìfortechehopensatocheViasarebbesoffocata,inveceViastavaridendo.

«Seistatabravissima!»hadettopapà.

«Bravissima!»haripetutolamamma,facendodisìconlatestaescuotendolaadestraeasinistracontemporaneamente.

«Etu,Justin»hadettopapà,stringendoglilamanoeinsiemeabbracciandolo.«Seistatofantastico!»

«Fantastico!» ha ripetuto la mamma. Era, è il caso di dirlo, talmente emozionata che riusciva astentoadarticolareunafrase.

«Mièvenutouncolpoavedertilassù,Via!»hadettopapà.

«Lamammanontiavevanemmenoriconosciuta,all’inizio!»hodettoio.

«Sì,nontiavevoriconosciuta!»haripetutolamamma,unamanodavantiallabocca.

«Mirandaèstatamaleappenaprimacheiniziasselospettacolo»hadettoVia,senzafiato.«Nonc’èstatonemmenoiltempodiannunciarelasostituzione».

Devodirechemihafattounostranoeffetto,contuttoiltruccocheleavevanomessoaddosso,nonl’avevomaivistacosìprima.

«Vuoidirechehaimessopiedesuquelpalcocosì,soloall’ultimominuto?»hadettopapà.«Uau».

«Èstatameravigliosa,vero?»hadettoJustin,circondandoViaconunbraccio.

«Nonc’eraunsoloocchioasciuttonellasala»hadettopapà.

«MaMirandastabene?»hochiestoio.Nessunomihasentito,però.

Inquelmomento,unuomochepensofosseilloroinsegnantediteatroèvenutoversoJustineVia

battendolemani.

«Bravi,bravi!OliviaeJustin!»habaciatoViasulleguance.

«Hotoppatounpaiodibattute»hadettoVia,scuotendolatesta.

«Peròcel’haifattaauscirneindenne»haribattutoilprofessore,facendounsorrisocheandavadaunorecchioall’altro.

«SignorDavenport,questisonoimieigenitori»hadettoVia.

«Doveteesseredavveroorgogliosidellavostraragazza!»hadettolui,stringendolorolamanoconentrambelesue.

«Elosiamo,infatti!»

«Equestoèilmiofratellino,August»hadettoVia.

Iltipomihaguardatocomesestesseperdirequalcosa,mapoi,dicolpo,nonappenamihavistoèrimastodistucco.

«SignorD»hadettoJustin,tirandoloperlamanica»vengaaconosceremiamamma.

Viastavaperdirmiqualcosa,mapoisièavvicinatoqualcunaltrochehacominciatoaparlareconleie,primacheavessiiltempodirendermeneconto,misonoritrovatodasoloinmezzoallafolla.Vogliodire,sapevodov’eranomammaepapà,mac’eranotalmentetantepersoneintornoanoielagentecontinuavaavenirmiaddosso, facendomigirareunpo’e lanciandomiquellatipicaocchiatauno-duechemifacevasentireabbastanzaadisagio.

Non so seè statoperchéavevocaldoo cosa, stadi fatto che, auncertopunto,ha cominciatoagirarmilatesta.Lefaccedellepersonemiturbinavanodavantiagliocchi.Elelorovocieranocosìfortichequasimifacevanomalealleorecchie.HocercatodiabbassareilvolumedellemieorecchiedaLobot,mamisonoconfusoeall’iniziol’hoalzato,cosachemihaspaventato.Allorahoalzatolosguardoenonhopiùvistolamamma,ilpapàeViadanessunaparte.

«Via?» ho strillato. Ho preso a farmi largo fra la calca per trovare la mamma. «Mamma!» Nonriuscivo a vedere davvero niente, se non le pance e le cravatte di tutte le persone che micircondavano.«Mamma!»

Tutt’auntratto,qualcunomihaafferratodadietro.

«Maguardaunpo’chic’èqui!»haesclamatounavocefamiliare,abbracciandomiforte.All’iniziohopensato che fosseVia,maquandomi sono voltato sono rimasto di stucco. «Ehi,MajorTom!» hadettolaragazzachemistavadifronte.

«Miranda!»hofattoio,el’hostritolatanell’abbracciopiùstritolosochepotessidarle.

ParteSettima

Miranda“Hodimenticato

cheavreipotutovederetantecosebelle.

Hodimenticatocheavreipotutoaverbisogno

discoprirechecosapotevaportarmilavita”.

(Andain,BeautifulThings)

Bugiealcampeggio

Imieigenitorihannodivorziato l’estateprimacheentrassiallesuperiori.Subitodopo,miopadrestavagiàconun’altra.Anzi,anchesemiamammanonlohamaidetto,credosiastataproprioleilaragionepercuihannodivorziato.

Dopo il divorzio, mio padre quasi non lo vedevo più. E mia madre si comportava nel modo piùstrano.Nonchefossesquilibrataorobadelgenere:solodistante.Remota.Miamadreèquelgeneredi persona che ha una faccia felice per il resto del mondo, ma non ne avanza granché per lasottoscritta.Nonchemiabbiamaiparlatomolto…nondeisuoisentimenti,dellasuavita.Nonsomolto di com’era quando aveva la mia età. Non so molto delle cose che le piacevano o non lepiacevano.Lepochevolteincuihanominatoisuoigenitori,cheiononhomaiconosciuto,èstatosoprattuttoperdirmiquantoavrebbevolutoallontanarsiilpiùpossibiledalorounavoltachefossestataadulta.Nonmihamaidettoperché,però.Gliel’hochiestopiùvolte,maleifacevafintadinonsentirmi.

Noncivolevoandarealcampeggio,quell’estate.Avreivolutorestareconlei,aiutarlaasuperarelafase difficile del divorzio.Ma lei insisteva perché partissi.Ho immaginato che avesse bisogno distareunpo’dasola,perciòallafinegliel’hoconcesso.

Il campeggio è stato un disastro. Odiavo essere lì. Ho pensato che essere capogruppo juniormiavrebbefacilitatolecose,invecenonèstatocosì.Quelliconcuiavevofattoamicizial’annoprimanoneranovenuti,perciònonconoscevonessuno,neancheuncane.Allora,nonsonemmenobeneioilperché,hocominciatoafarequestogiochettodiinventarmilecoseconleragazzedelcampeggio.Tipo che loromi facevanodomande sudime e iomi inventavodi sanapianta le risposte: imieigenitorisonoinEuropa,hodetto.Vivoinunagigantescacasaincittà,nellastradapiùelegantediNorthRiverHeights.HouncanechesichiamaDaisy.

Poi,ungiornomenesonovenutafuoriconquestastoriacheavevounfratellopiùpiccolodeforme.Nonholaminimaideadelperchél’hodetto:misembravasemplicementeunacosainteressantedadire,ecco.E,naturalmente, la reazionechehoottenutodallealtreragazzinedelmiobungalowè

stata plateale. “Davvero? Mi dispiace così tanto! Dev’essere dura!” eccetera eccetera. Mi èspiaciuto di averlo detto nell’istante stesso in cui le parole mi sono scappate dalla bocca,ovviamente:misonosentitacosìfalsa.“SemaiVialovenisseasapere,”hopensato“crederebbechesonofuoriditesta”.E,inverità,unpo’fuoriditestamisentivo.Ma,lodevoammettere,c’eraunaparte dime che si sentiva anche un po’ autorizzata a questa bugia. Conosco Auggie da quandoavevoseianni.L’hovistocrescere.Hogiocatoconlui.HoguardatotuttieseigliepisodidiGuerreStellari per farlo contento, così potevo parlargli degli alieni, dei cacciatori di taglie e di tutto ilresto.Sonostataioaregalargliilcascodaastronautachenonsiètoltoperdueanni.Insomma,melosonoguadagnataildirittodipensarealuicomesefossemiofratello.

Elacosapiùstranaèchequestebugiechehoraccontato,questefinzioni,hannofattomeraviglieperlamiapopolarità.Glialtricapogruppojuniorlehannosentiteriferiredairagazzidelcampeggioe non facevano che parlare di questo. Mai nella mia vita sono stata considerata fra le ragazze“popolari”,maaquelcampeggioestivo,qualenesiastata laragione,ero laragazzaconcuituttivolevanostare.Persinoleragazzedelbungalow32nonavevanoocchicheperme.Eloroeranoiltopdeltop.Dicevanocheglipiacevailmiocoloredicapelli(ancheseilloroeradiverso).Dicevanocheglipiacevailmodoincuimitruccavo(ancheseavevanocambiatoanchequello).Mifacevanovederecome trasformare lemiemagliette in top.Fumavamo.Sgattaiolavamo fuoridinascosto lanotteeci inoltravamoper il sentieronelboscocheportavaalcampodeimaschi.Uscivamocon iragazzi.

Quandosonotornataacasadalcampeggio,hochiamatosubitoEllaperfareprogetticonlei.Nonlosoperchénonho chiamatoVia. Semplicemente, credo chenonme la sentissi di parlaredi certecose con lei.Mi avrebbedomandatodeimiei genitori e del campeggio.AElla nonnon sonomaiinteressatedavveroquestecose.Inquestosenso,erapiùfacileavereun’amicacomelei.Noneraseriosa comeVia. Era divertente.Mi aveva approvata in pieno, quandomi sono tinta i capelli dirosa.Evolevasaperetuttodiquellemiefughefraiboschiatardanotte.

Scuola

AscuolanonhoquasimaivistoVia,quest’anno,equandomiècapitatoèstato imbarazzante.Misentivocomesemistessegiudicando.Sapevochenonlepiacevailmionuovolook.Sapevochenonlepiaceva ilmiogruppodiamici.Delresto,amenonpiacevano isuoi.Nonabbiamomai litigatoveramente:cisiamosemplicementeallontanate. IoedEllanon facevamochesparlaredi lei: leièmoralista, leièdiqua, leièdi là.Sapevamochecistavamocomportandomale,maerapiù facilemollarla se fingevamo che fosse stata lei a farci qualcosa.Ma la verità vera era che lei non eracambiataaffatto:noisì.Noieravamodiventatealtreduepersone,mentreleieralastessapersonadiprima.Ilchemiinfastidivanonpoco,anchesenonsapevoperché.

Ogni tanto buttavo un occhio per vedere dove fosse seduta in mensa, o agli elenchi dei corsifacoltativipervedereaqualesiera iscritta.Maapartequalchecennodisalutoneicorridoioun“ciao”occasionale,nonciparlavamomaiveramente.

MisonoaccortadiJustinpiùomenoametàdell’annoscolastico.Nonl’avevonotatoaffattoprimadiallora,senonperilfattocheeraquestoragazzomagroabbastanzacarinocongliocchialispessieicapelli lunghi, che si portava dietro un violino praticamente ovunque. Poi, un giorno l’ho vistodavantiallascuolachetenevastrettaViaconunbraccio.«Ehi,Viahaunragazzo!»hodettoaElla,intonosarcastico.

Nonsoperchéilfattocheavesseunragazzomiavessecosìsorpresa.Dinoitre,leierainassolutolapiùcarina:occhiazzurrissimielunghicapellineriondulati.Manonsieramaicomportatacomesefosseinalcunmodointeressataairagazzi.Quasifossetroppointelligenteperquestogeneredicose.

Cel’avevoanch’io,unragazzo:untipodinomeZack.Equandol’hoinformatocheavevointenzionediscegliereilcorsoditeatroluihascossolatestaemihadetto:«Attentaanontrasformartiinunadiquelle fanatichedellarecitazione».Non il ragazzopiùsensibiledella terra,mamoltocarino.Èunodeicapi,alliceo.Giocanellasquadrapiùfortedellascuola.

Nonavevointenzionediscegliereteatro,all’inizio.Poi,però,hovistoilnomediViasulfogliodelleiscrizionie in fondoall’elencoho scrittoanche ilmio.Nonsonemmenoperché.Siamoriusciteaevitarciperlamaggiorpartedelsemestre,comesenemmenociconoscessimo.Poi,ungiornosonoarrivataalezionediteatrounpo’piùprestoeDavenportmihachiestodistamparequalchealtracopiadellacommediachevolevafarcirecitareper lospettacolodiprimavera:TheElephantMan.Neavevosentitoparlare,manonsapevoesattamentedicosasitrattasse,perciò,mentreaspettavoallafotocopiatrice,hocominciatoasfogliarla.Parlavadiunuomospaventosamentedeformevissutopiùdicentoannifa,dinomeJohnMerrick.

«Nonpossiamomettereinscenaquestacommedia,signorD»glihodettoquandosonotornatainclasseeglihospiegatoperché:ilmiofratellinohaundifettocongenitoeunafacciadeforme,elospettacolotoccherebbeargomentitroppovicinoallamiafamiglia.Ilprofmièsembratoinfastiditoehaavutounareazionepococomprensiva,mapoihoaggiuntoqualcosadeltipocheimieigenitoriavrebberofattounsaccodiproblemi,selascuolaavesseproseguitosuquell’idea.Così,aognibuonconto, il signorDavenportha finitocolcambiare idea, sostituendoTheElephantManconPiccolacittà.

Credo di essermi candidata per il ruolo di Emily Web Gibbs perché sapevo che voleva provarciancheVia.Manonavreimaiimmaginatochesareistataioaottenerelaparte.

Quellochemimancadipiù

Unadelle cose chemimancanodi più dell’amicizia conVia è la sua famiglia.Volevobene a suamamma e suo papà. Sapevo che amavano i loro figli più di qualsiasi cosa.Mi sentivo sempre alsicuro, quando ero con loro: più al sicuro che in qualsiasi altro luogo almondo.Ma quanto erapatetico che mi sentissi più al sicuro a casa di qualcun altro che non nella mia, vero? E,naturalmente,volevobeneadAuggie.Nonhomaiavutopauradi lui,persinoquandoeropiccola.AvevoamicichenonriuscivanonemmenoacrederecheandassiacasadiVia.«Lasuafacciamifapaura»dicevano.«Sietestupidi»ribattevoio.LafacciadiAugustnonècosìterribile,unavoltacheticiseiabituato.

UnavoltahochiamatoacasadiViasolopersalutareAuggie.ForseunapartedimesperavacheavrebberispostoVia,nonso.

«Ehi,MajorTom!»hodetto,chiamandoloconilsoprannomechegliavevodatoio.

«Miranda!»mièsembratocosì felicedisentire lamiavoceche lacosamihaveramentecoltodisorpresa.«Frequentounascuolanormale,adesso!»mihaannunciatoentusiasta.

«Davvero? Uau!» ho fatto io, assolutamente sorpresa. Immagino di non aver mai pensato cheAugust potesse frequentare una scuola normale. I suoi genitori sono sempre stati talmenteprotettivineisuoiconfronti.Nellamiatestamieroimmaginatachesarebberimastopersempreilbimbettoconilcascodaastronautachegliavevoregalatoio.

ParlandoconAuggie,hodedottochenonavesseideadelfattocheioeVianonfossimopiùmoltoamiche.«Alliceoèun’altracosa»glihospiegato.«Sifinisceconlostareconunmucchiodipersonediverse,sai».

«Hodegliamici,nellamianuovascuola»mihadettolui.«UnragazzinodinomeJackeunaragazzachesichiamaSummer».

«Maè fantastico,Auggie»hodetto.«Be’, stavogiustoperchiamareedirtichemimanchi,echesperotustiapassandounbuonanno.Sentitiliberodichiamarmiognivoltachetiva,okayAuggie?Losaichetivogliosemprebene».

«Anch’iotenevoglio,Miranda!»

«SalutamiVia.Dillechemimanca».

«Lofarò.Ciao!»

«Ciao!»

Fantastica,manessunolìavedermi

Némiamadrenémiopadresarebberopotutivenireavederelospettacololaseradellaprima:miamadreperchéavevaquesto impegnoal lavoroemiopadreperché lasuanuovamogliestavaperavereilbambinodaunmomentoall’altroedovevaesserereperibile.

NemmenoZack poteva venire la sera della prima: aveva una partita di pallavolo che non potevaassolutamenteperdere.Anzi,avrebbevolutocheiomiperdessilaseradellaprimacosìsareipotutaandareafareiltifoperlui.Lemie“amiche”sonoandatetutteallapartita,naturalmente,perchéilorofidanzatigiocavano.PersinoEllanonèvenuta.Dateleunapossibilitàdiscegliere,eleiseguiràilgregge.

Così,laseradellaprimanonc’eranessunonemmenodiminimamentevicinoame.Eilfattoèche,

menesono resacontodurante la terzao laquartaprova,me lacavavopiuttostobene inquestacosadelrecitare.Misentivonellaparte.Comprendevoleparolechedicevo.Eroingradodileggerele battute come se uscissero dalmio cervello e dalmio cuore. E la sera della prima posso diresinceramentechesareistatapiùchebrava:sareistatagrande.Sareistatafantastica;peccatochenoncisarebbestatonessunoavedermi.

Stavamo tutti dietro le quinte, agitati come non mai a ripassare mentalmente le battute. Hosbirciatoattraversoilsipariolagentecheprendevapostonellasaladell’auditorium.Èstatoallorache ho visto Auggie, che avanzava nel corridoio con Isabel eNate.Hanno occupato tre sedili inquinta fila, più o meno a metà. Auggie portava un cravattino a farfalla e si guardava intornoemozionato.Eracresciutounpo’dall’ultimavoltache l’avevovisto,quasiunannoprima.Aveva icapellipiùcortieindossavaunaspeciediapparecchioacustico,adesso.Malasuafaccia,quellanoneracambiatanemmenodiunavirgola.

Davenportstavarivedendoalcunicambiamentidell’ultimominutoconloscenografo.HovistoJustinchecamminavaavantieindietronellequintedisinistra,ripetendonervosamentelesuebattute.

«SignorDavenport»hodetto,sorprendendomidasolamentrelodicevo.«Midispiace,manonpossorecitarestasera».

Davenportsièvoltato,moltolentamente.

«Cosa???»hadetto.

«Midispiace».

«Staischerzando?»

«Èsoloche…»hobofonchiato,abbassandogliocchi«nonmisentobene.Midispiace.Mivienedavomitare».Eraunabugia.

«Èsolol’agitazioneprimadell’inizio…»

«No!Nonpossofarlo!Dicosulserio».

Davenportsembravafurioso.«Questoèoltraggioso,Miranda».

«Midispiace!»

Davenporthapresounprofondorespiro,comesestessecercandodicontenersi.Aesseresincera,mièsembratochestesseperesplodere.Lafronteglièdiventatadiuncolorrosaacceso.«Questoèassolutamenteinaccettabile,Miranda!Adessotutifaiqualchebelrespiroe…»

«Iononreciterò!»hodettoavocealtaemisonovenuteabbastanzafacilmentelelacrimeagliocchi.

«Evabene!»haurlatolui,senzaguardarmi.PoisiègiratoversounragazzinochesichiamaDavid,uno degli scenografi. «Vai a cercare Olivia nella cabina luci! Dille che deve sostituire Miranda,stasera!»

«Come?»hafattoDavid,chenoneratropposveglio.

«Va’!»glihagridatoinfacciaDavenport.«Subito!»

Glialtriragazzihannocercatodicapirecosastessesuccedendoehannofattocapannello.

«Chesuccede?»hachiestoJustin.

«Cambiodiprogrammadell’ultimominuto»haannunciatoDavenport.«Mirandanonsisentebene».

«Holanausea»hoconfermato,cercandodisembrarecredibile.

«Allora perché sei ancora qui?» mi ha detto Davenport rabbioso. «Smettila di parlare, levati ilcostumeedalloaOlivia!Capito?Forza,tuttiquanti.Andiamo!Forza!Forza!»

Sonocorsadietrolequinte,direttaalcamerinopiùinfrettachepotevo,ehocominciatoasfilarmiilcostume.DuesecondidopoqualcunohabussatoeViahasocchiusolaporta.

«Sipuòsaperecosastasuccedendo?»mihachiesto.

«Sbrigati,mettitiquesto»lehodettopertuttarisposta,porgendoleilvestito.

«Staimale?»

«Già!Muoviti!»

Via, con aria perplessa, si è toltamaglietta e jeans e si è fatta passare l’abito lungoda sopra latesta.Iol’hoaiutataafarloscendereelehoallacciatolacernierasullaschiena.PerfortunaEmilyWebbGibbscomparivanellacommediadieciminutidopol’inizio,perciòlaragazzachesioccupavaditruccoeacconciaturehaavutoiltempodiraccogliereicapellidiViainunatrecciaedidarleunarapidamanoditrucco.NonavevomaivistoViamoltotruccata:sembravaunamodella.

«Manonsononemmenosicuradiricordarmilebattute»hadettolei,guardandosiallospecchio.«Letuebattute».

«Andraiallagrande»l’horassicurata.

Viamihaguardatadallospecchio.«Perchéstaifacendoquesto,Miranda?»

«Olivia!» era Davenport, che ci gridava di star zitte dalla porta. «Devi essere in scena fra dueminuti.Adessoomaipiù!»

Via lo ha seguito fuori dalla porta, così non ho mai avuto la possibilità di rispondere alla suadomanda.Nonsocosaavreidetto,inognicaso.Nonerobensicuradiqualefosselarisposta.

Lospettacolo

Hoguardatoilrestodellacommediadallazonasubitoaccantoalpalco,vicinoaDavenport.JustinèstatofantasticoeVia,inquell’ultimascenastrappalacrime,èstataincredibile.C’èstataunabattutain cui ha appena incespicato,ma Justin l’ha coperta e nel pubblico nessuno se ne è accorto.HosentitoDavenport chemormorava sottovoce: «Bene, bene, bene». Era più nervoso lui di tutti glistudenti messi insieme: attori, scenografi, la squadra dei tecnici della luce, il tipo che apriva erichiudevailsipario.Davenporteraunostrazio,edicodavvero.

L’unicomomento in cui ho provato un po’ di dispiacere, sempre che lo si possa chiamare così, èstatoalla finedello spettacoloquando tutti sonousciti aprendersigli applausi.Viae Justin sonostatigliultimiattoriaritornaresulpalcoe,quandohannofattol’inchino,ilpubblicosièalzatoinpiedi.Quelmomento,loammetto,èstatounpo’dolceamaroperme.MasolopochiminutidopohovistoNate,IsabeleAuggiedirigersiversolequinteeavevanotuttietreun’ariacosìfelice.Tuttisistavano congratulando con gli attori, assestandomanate sulla schiena. È stato in quella caoticaconfusione, dietro le quinte del teatro, dove sostavano attori sudati mentre la gente veniva acomplimentarsi con loro per qualche secondo. In quella ressa di persone, ho notato Auggie cheaveval’ariaunpo’persa.Misonofattalargotralafollapiùinfrettachepotevoeglisonoarrivataallespalle.

«Ehi!»hodetto.«MajorTom!»

Dopolospettacolo

NonsodireperchéfossicosìfelicedivedereAuggiedopotantotempo,ocomemisonosentitabenequandomihaabbracciata.

«Nonriescoacredereaquantoseicresciuto»glihodetto.

«Credevochetiavreivistarecitare!»hafattolui.

«Noncel’hofatta»hodetto.«MaViaèstatagrande,no?»

Haannuito.DuesecondidopoIsabelcihatrovati.

«Miranda!»hadettofelice,dandomiunbaciosullaguancia.Epoi,rivoltaadAugust:«Nonspariremaipiùaquelmodo».

«Veramenteseitucheseisparita»haribattutoAuggie.

«Cometisenti?»mihachiestoIsabel.«Viacihadettocheavevilanausea…»

«Moltomeglio»horisposto.

«Tuamammaèqui?»hacontinuatoIsabel.

«No, aveva del lavoro da sbrigare, quindi non è stato un gran problema per me» ho dettosinceramente. «Abbiamo ancora due spettacoli comunque, anche se non credo che nei panni diEmilysaròbravacomeViastasera».

Nate ci ha raggiunti e abbiamo avuto una conversazione pressoché identica. Poi Isabel ha detto:«Senti, stiamo andando a cenaper festeggiare lo spettacolo. Ti va di unirti a noi?Ci piacerebbetanto!».

«Oh,no…»hocominciatoadire.

«Tipreeego…»hafattoAuggie.

«Dovreiandareacasa».

«Insistiamo»hadettoNate.

AquelpuntosonoarrivatiViaeJustinconlamammadiJustin,eViamihamessounbracciointornoallespalle.

«Tu vieni e basta» ha detto, rivolgendomi uno dei suoi sorrisi di una volta. Hanno cominciato aguidarmifuoridallaressaedevoammettereche,perlaprimavoltadopomolto,moltissimotempomisonosentitacompletamentefelice.

ParteOttava

August“Toccheraiilcielo,

vola…belbambino”

(Eurythmics,BeautifulChild)

Lagitadiprimamedia

OgniannoinprimaveraglialunnidiprimamediadellaBeecherPrepvannoviapertregiornieduenotti, inunpostochesichiamaBroarwoodNatureReserve inPennsylvania. Ilviaggio inpullmanduraquattroore. Iragazzidormonoinpiccolecasette–tipobungalow–contanti lettiacastello.Fuochidibivacco,marshmallowarrostitisulfuocoelunghepasseggiateneiboschi.Iprofcihannopreparati a questo per tutto l’anno, per cui tutti i ragazzi di prima non stanno più nella pelle…eccettome.Nonècheiononsiaentusiasta,perchéinuncertosensolosono;èsolochenonhomaidormitoprimafuoridicasaesonountantinopreoccupato.

Lamaggiorpartedeimieicompagnihagià fattodeipigiamapartyacasadegliamici.Moltisonostati incampeggio,osonorimastiadormiredainonniocheso io.Manonio.Amenochenonsitengacontodeimieinumerosi soggiorni inospedale,maanche inquel caso lamammao il papàsonosemprerimasticonmelanotte.PerònonhomaidormitoacasadiTataePoppa,oacasadiziaKateeZioPo.Quandoeropiccolissimo,questoaccadeva il piùdelle volteperché c’erano troppeincombenzemedichedaeseguire,tipoiltubicinodellatracheotomiachedovevaessereripulitoognioraoilsondinoperlanutrizionecheandavareinseritosepercasosierastaccato.Maquandosonostatopiùgrande,semplicementenonmelasonomaisentitadidormiredaqualchealtraparte.C’èstata un’unica volta in cui homezzo dormito a casa di Christopher. Avevamo circa otto anni, ederavamoancoramiglioriamici.

EravamoandatiatrovarlieioeChristophercistavamodivertendounsaccoagiocareconunlegodiGuerre Stellari e, quando è venuta l’ora di andare, non avevo nessuna voglia di staccarmici.Alloraabbiamocominciatoadiretipo:«Perfavore,tipregotiprego,possiamodormireinsieme?».Perciòigenitorihannodettosì,emamma,papàeViasonotornatiacasa.IoeChristophersiamoandatiavantiagiocarefinoamezzanotte,finchéLisa,suamamma,hadetto:«Bene,ragazzi,èoradiandarea letto».Be’, è statoallorachesonoandatounpo’nelpanico.Lisahaprovatoa farmiaddormentare,maiohocominciatoapiangeredicendochevolevotornareacasa.Cosìèandataafinire che all’una Lisa ha chiamatomamma e papà, e papà è tornato a Bridgeport a prendermi.Siamoarrivatiacasaalletredinotte.Perciòilmiounicosleepover,almenofinora,sièrisoltoinunmezzodisastro,cheèpoiilmotivopercuisonounpo’agitatoperlagita.

Ma,d’altraparte,sonoanchemoltocontento.

Ilmiomarchio

Hochiestoallamammadicomprarmiunnuovoborsoneper il viaggio,perchéquellovecchioerapienodiscritteedisegnidiGuerreStellarienonl’avreimaiportatoingita.PerquantoadoriGuerreStellari,nonvogliochesiailmiomarchio.Tuttihannounmarchioallascuolamedia.TipocheReidèconosciutoperessereespertissimodipesciedioceaniecosedelgenere.EAmosperessereun

giocatore di baseball veramente bravo. Mentre Charlotte perché ha fatto una pubblicità in TVquandoavevaseianni.EXimenaperlasuaintelligenzasuper.

L’ideachemisonofattoècheallascuolamediatimettonounmarchioperlecoseincuiseiesperto,ebisognastarcimoltoattentiquindi.Peresempio,MaxGeMaxWnonsiperdonerannomailaloroossessioneperDungeons&Dragons.

Perciòvolevoprendereunpo’ledistanzedatuttalastoriadiGuerreStellari.Insomma,saràsempreunacosaimportanteperme,comeloèperilmedicochemihamessogliapparecchiacustici.Solonon è la cosa per cui voglio essere conosciuto nellamia scuola.Non sono sicuro di quale possaessere,questacosa,madisicurononèquella.

Ilchenonècompletamentevero:iolosobenissimo,perchecosasonoveramenteconosciuto.Masuquestononpossofarciniente.MentresuunborsonedaviaggiodiGuerreStellariqualcosapossofare.

Fareibagagli

La sera prima del grande viaggio la mamma mi ha aiutato a preparare la valigia. Abbiamoappoggiatosullettotuttiivestitichevolevoportareeleiharipiegatotuttoperbeneelohainfilatonelborsonementreiostavoaguardare.Eradistoffablu,perinciso:néscrittenédisegni.

«Eselaseranonriescoadaddormentarmi?»hochiesto.

«Portatiunlibro.Senonriesciadormirepuoitirarefuorilatorciaeleggereunpochino,finchénontivienesonno»miharispostolamamma.

Hoannuito.«Esefacciounincubo?»

«Cisarannogliinsegnanti,tesoro»haribattutolei.«EJack.Eituoiamici».

«PotreiportareBaboo»hobuttatolì.Erailmioanimaledipeluchepreferitoquandoeropiccolo.Unorsettoneroconunmorbidonasonero.

«Perònoncidormipiùconlui,giusto?»haobiettatolamamma.

«No, però lo tengo nell’armadio casomai mi svegliassi nel cuore della notte e non riuscissi ariaddormentarmi»hodetto.«Potreinasconderloinvaligia.Nonlosaprebbenessuno».

«Allorafacciamocosì»lamammahaannuito,togliendoBaboodall’armadio.

«Quantovorreichesipotesseroportareicellulari»hodettopoi.

«Loso,anch’io!»hadetto lamamma.«Anchesesochetidivertiraiunsacco,Auggie.SicurochevuoichemettanellaborsaancheBaboo?»

«Sì,mabeninfondodovenessunolopossavedere»hodetto.

LamammahaficcatoBabooinfondissimoepoicihamessosopral’ultimamaglietta.«Unbelpo’divestiti,perappenaduegiorni!»

«Tregiornieduenotti»l’hocorretta.

«Già» ha annuito, sorridendo. «Tre giorni e due notti». Ha richiuso il borsone e lo ha sollevato.«Nontroppopesante.Prova».

Hosollevatolavaligia.«Bene»hoalzatolespalle.

Lamammasièsedutasulletto.«Ehi,cosaèsuccessoaltuoposterdell’Imperocolpisceancora?»

«Oh,l’hotiratoviamesifa»horisposto.

Lamammahascossolatesta.«Bah,nonmeneeroaccorta,allora».

«Stocercando,sai,dicambiareunpochinolamiaimmagine»lehospiegato.

«Okay»hasorriso,facendouncennoaffermativoperdirmicheavevacapito.«Inognicaso,tesoro,devipromettermichenontidimenticheraidimetterelosprayantizanzare,d’accordo?Sullegambe,soprattuttoquandofaretelepasseggiateneiboschi.Èproprioqui,nellatascaanteriore».

«Uh-uh».

«E mettiti anche la crema da sole» ha aggiunto. «Non vorrai scottarti. E, te lo ripeto, nondimenticareditogliertigliapparecchiacusticiseandreteanuotare».

«Restereifulminato?»

«No, ma ti fulminerebbe tuo padre perché quegli affari costano una fortuna!» ha risposto leiridendo.«Homessoanchelamantellaperlapioggianellatascadavanti.Alcunecosedeviusarlesepiove,Auggie,okay?Eassicuratidicoprirtigliauricolaricolcappuccio».

«Sissignore»hodettofacendoilsalutomilitare.

Lamammaharisoemihaattiratoasé.

«Non riesco a credere a quanto sei cresciutoquest’anno, Auggie» ha detto piano, posandomi lemanisuilatidellafaccia.

«Tisembropiùalto?»

«Certo»haannuito.

«Peròsonoancorailpiùbassodelmioanno».

«Quellodicuistavoparlandononèesattamentelatuaaltezza»hadettolei.

«Esemifaschifo,là?»

«Tidivertirai,Auggie».

Hoannuito.Lamammasièalzataemihastampatounrapidobaciosullafronte.«Bene,maadessodicocheèoradiandarealetto».

«Sonosololenove,mamma!»

«Il tuo pullman parte alle sei, domattina. Non vorrai arrivare tardi. Forza. Sbrigati. Denti giàspazzolati?»

Hofattosegnodisìconlatestaemisonoinfilatosottolecoperte.Leihafattopersdraiarsivicinoame.

«Nonc’èbisognocherestiper farmiaddormentarestasera,mamma»hodetto.«Leggopercontomiofinchénonmivienesonno».

«Davvero?»haannuito,colpita.Mihastrettolamanoemihadatounaltrobacio.«Vabeneallora.Buonanotte,amore.Sognid’oro».

«Ancheate».

Haaccesolalucinadifiancoalletto.

«Tiscriveròdelle lettere»hoaggiuntomentre leistavauscendo.«Ancheseprobabilmentesaròacasaprimacheleabbiatericevute».

«Vorràdirecheleleggeremoinsieme»harispostolei,mandandomiancoraunbacio.

QuandoèuscitahopresolacopiadiIlleone,lastregael’armadiodalcomodinoehocominciatoaleggerefinchénonmisonoaddormentato.

…anchese lastregaconoscevalaMagiaOscura,c’eraun’altramagiaancorapiùoscurachenonconosceva. Le sue conoscenze risalivano indietro fino all’alba dei tempi. Ma se avesse potutoguardare un pochino più indietro, nel silenzio e nell’oscurità di prima che nascesse il Tempo, lìavrebbetrovatounamagiadiversa.

Alba

Ilgiornodopomisonosvegliatodavveropresto.Eraancorabuioincameramiaepersinopiùbuiofuori,anchesesapevocheprestosarebbestatomattino.Misonogiratosuunfianco,manonavevopiù neanche un’ombra di sonno. È stato allora che ho vistoDaisy sedersi vicino almio letto. Sì,insomma,sapevochenoneraDaisy,maperunsecondohovistoun’ombrachesembravaidenticaa

lei.Nonhopensatochefosseunsogno inquelmomento,maadesso,guardandoaritroso,sochepotevaesserlo.Vederlanonmiha intristitoperniente:anzimiha fattosentirebene.Unsecondodoposeneeragiàandatae,nelbuio,nonsonoriuscitopiùatrovarla.

Apocoapocolastanzahacominciatoarischiararsi.Hoallungatounamanoperprenderelacuffiacongliauricolariemelasonomessa,eadessosìcheilmondoeradavverosveglio.Hosentitoperlastradaiportellidelcamiondellaspazzaturachesbattevanorumorosamenteegliuccellinelnostrogiardino.Edalfondodelcorridoiomièarrivatoilsuonodellasvegliadellamamma.IlfantasmadiDaisymiavevafattosentiremoltofortedentro,dandomilaconsapevolezzache,ovunquefossistato,leisarebbestataconme.

Mi sonoalzatodal letto, sonoandatoalla scrivaniaeho scrittounbigliettinoper lamamma.Poisono andato in soggiorno, dove il mio borsone era posato vicino alla porta. L’ho aperto e ci hofrugatodentro,finchénonhotrovatoquellochecercavo.

HoriportatoBabooincameramia,l’hoappoggiatosullettoeglihoattaccatosulpettoilbigliettinoperlamammaconunpezzettodiscotch.Quindihotiratosulecoperte,dimodochelamammalotrovassesolopiùtardi.Sulbigliettoc’erascritto:

Caramamma,nonavròbisognodiBaboo,

masesentirailamiamancanzapuoitenertelovicinotu.

xoAuggie

Giornouno

Ilpullmansfrecciavaviavelocissimo.MisonosedutoaccantoalfinestrinoeJackerasedutovicinoame,sulsediledelcorridoio.SummereMayaeranodavantianoi.Tuttieranodiottimoumore.Granconfusione,unsaccodirisate.

HonotatoquasisubitocheJuliannonerasulnostropullman,malgradocifosseroHenryeMiles.Hoimmaginatochefossesalitosull’altro,mapoihosentitoMilesdireadAmoscheJulianavevadecisodinonvenireallagitadiprimamedia,perchéritenevachetuttaquantalafaccendadellagitafosse,citotravirgolette,“un’idiozia”.Aquelpunto iomisonogasatounsacco,perchéavereachefareconJulianpertregiornidifila–eduenotti–eraunodeimotiviprincipalipercuisuquestastoriadella gita di classe mi sentivo nervoso. Mentre adesso, senza lui tra i piedi, potevo davverorilassarmienonpreoccuparmidiniente.

Siamoarrivatiallariservanaturaleintornoamezzogiorno.Laprimacosacheabbiamofattoèstatamettere le nostre cose nei bungalow. C’erano tre letti a castello in ogni stanza, così io e Jackabbiamofattosasso,carta,forbiciperlacuccettapiùinaltoehovintoio.Yuppi.

InostricompagnidistanzaeranoReideTristan,PabloeNino.

Dopoaverpranzatonell’edificioprincipale,siamoandatituttiafareungiroguidatodelboscoperdueore.ManoneraunboscotipoquellodelCentralPark:eraunboscovero.Alberigiganteschichebloccavano quasi completamente la luce del sole. Grovigli di foglie e tronchi caduti. Ululati ecinguettii e canti di uccello a squarciagola.C’era anche una specie di nebbiolina, comeun fumoazzurrochiaro,checiavvolgeva.Forte.

Laguida ci indicava e spiegava tutto: i diversi tipi di albero accanto a cui passavamo, gli insettirintanatineitronchisulsentiero,letraccedelpassaggiodicervieorsi,qualitipidiuccellistavanofischiandoedove cercarli.Mi sono reso conto che imiei auricolari daLobotmipermettevanodisentiredavveromoltomegliodellamaggiorpartedeglialtri,perchéilpiùdellevolteeroproprioioilprimoaindividuareilcantodiunnuovouccello.

Quando ci siamo di nuovo incamminati verso la base, ha cominciato a piovere.Ho tirato fuori ilponchoemisono tiratosu il cappucciocosìgliapparecchiacusticinonsi sarebberobagnati,maquandoabbiamoraggiunto ilbungalow, jeansescarpesierano inzuppaticompletamente.Èstatodivertente,però.Eunavoltaincameraabbiamofattounabattagliatirandocilecalzebagnate.

Datochehacontinuatoapiovereperilrestodellagiornata,abbiamotrascorsolamaggiorpartedelpomeriggio a fare gli stupidi nella stanza giochi. C’erano un tavolo da ping-pong e vecchivideogiochi tipoPac-Man eMissile Command, con cui ci siamo divertiti fino all’ora di cena. Perfortuna,aquelpuntoavevasmessodipiovere,perciòabbiamopotutofardamangiaresuunverofuocodacampo.Itronchipersedersieranoancoraunpo’bagnati,maciabbiamomessosopralegiaccheesiamostati lìvicinoal fuoco,adarrostiremarshmalloweamangiare imigliorihot-dog

abbrustoliticheavessimaiassaggiatoinvitamia.Lamammaavevaragionesullezanzare,però:cen’eranoatonnellate.Menomalechemierospruzzatolosprayprimadiuscire,cosìnonsonostatodivoratovivocomealcunideglialtriragazzi.

Mièpiaciutounsacco,starelìintornoalfuocodopocheavevafattobuio.Mipiacevailmodoincuilescintille infuocatevolteggiavanoverso ilcieloesparivanonell’ariadellanotte.Ecome il fuocoilluminavalefaccedellepersone.Mipiacevaancheilrumorechefaceva,ilfuoco.Ecomeglialberifosserotalmentescuricheintornoatenonpotevivederenientee,seguardaviinsu,vedeviinveceuntrilionedistelle.IlcielononsembralostessodiNorthRiverHeights.NehovistounosimileaMontauk,però:comesequalcunoavessecosparsodisaleunalucidatavolanera.

Quandosiamorientratierocosìstancochenonhoavutobisognoditirarefuoriillibroperleggere.Inpraticamisonoaddormentatonell’attimostessoincuilamiatestahatoccatoilcuscino.Eforsemisonosognatodellestelle,nonso.

Ilpratogigante

Ilgiornodopoèstatofantasticotantoquantoilprimo.Durantelamattinasiamoandatiafareunapasseggiataacavallo,mentreilpomeriggioconl’aiutodelleguidecisiamoarrampicaticonlacordadoppia sucerti alberi enormi.Quando siamo ritornati ai bungalowper la cenaeravamodinuovostanchimorti.Dopomangiatocihannodettodi riposarciun’oretta,perchépoi, conunviaggio inpullmandiunquartod’oracirca,saremmoandatiavedereunfilmall’apertoallestitonell’enormepratonedovec’eralafiera.

Nonavevoancoraavutomododiscrivereunaletteraamamma,papàeVia,cosìnehoscrittaunaperraccontaretuttelecosecheavevamofattoquelgiornoeilgiornoprima.Emisonovistomentregliela avrei letta ad alta voce una volta a casa, dato che non c’era la minima possibilità che laricevesseroprimadelmioritorno.

Una volta arrivati al pratone, il sole cominciava a tramontare. Erano circa le sette e mezzo. Leombre si allungavano tantissimo sull’erba e le nuvole erano di un arancio rosato. Sembrava chequalcunoavessedisegnatoilcielocondeigessetti,sfumandoicoloriconledita.Nonchenonavessivistoaltritramontiprimadialloraincittà,perchéneavevovisti–fetteditramontotragliedifici–manoneroabituatoavederecosìtantocieloinognidirezione.Làfuori,inquellospiazzoaperto,hopotuto capire comemai gli antichi pensavano che il mondo fosse piatto e il cielo una specie dicupolachequalcunociavevaappoggiatosopra.

Sembravapropriocosìdaquellaposizione,nelbelmezzodiquell’immensocampoaperto.

Datochesiamostatilaprimascuolaadarrivare,cisiamomessiacorreresuegiùperilpratofinchégli insegnantinoncihannodettocheeraoradistendereisacchiapeloaterraedisceglierciunposto da cui vedessimo bene. Abbiamo aperto le cerniere dei sacchi a pelo e li abbiamo distesisull’erbatipocopertedapic-nic,davantialloschermogigantescoinmezzoalprato.Poisiamoandatiallafiladeibaracchinichevendevanocibarie,parcheggiatiailatidelprato,afareilpienodisnack,bibite e tutto il resto. C’erano anche delle bancarelle tipo quelle del mercato, che vendevanonocciolineabbrustoliteezuccherofilato.Epocopiùinlàanchedeibaracchinitipoquellideiluna-park,doveseriescialanciarelapallainuncanestrovinciunanimaledipeluche.IoeJackabbiamotentatoentrambi–senzariuscirci–mapoiabbiamosentitocheAmosavevavintoun ippopotamogiallo e lo aveva regalato aXimena. E quello è stato il grande pettegolezzo che ha cominciato acircolare:losportivoelacervellona.

Dai baracchini del cibo si vedevano gli steli di granturco che facevano da sfondo allo schermo.Ricoprivanocircaun terzodi tutto il campo. Il restodelpratoera completamentecircondatodaiboschi.Mentreilsolesiabbassavanelcielo,gli immensialberisullimitaredelboscosembravanobluscuro.

Mentreipullmandellealtrescuoleparcheggiavano,noieravamodinuovoainostripostisuisacchiapelo,propriodavantialloschermo:imiglioripostidituttoilpratone.Tuttisipassavanoglisnackesidivertivanoallagrande.Io,Jack,Summer,ReideMayagiocavamoaPictionary.Sentivamoilvociodellealtrescolaresche inarrivo, le risatee il chiacchiericciodeglialtri ragazzinicheprendevanopostosulpratodaunaparteedall’altrarispettoanoi,manonpotevamopropriovederli.Malgradoilcielofosseancorachiaro,ilsoleerascesodeltuttoeognicosaaterraeradiventatadiunviolaintenso. Le nuvole erano ombre, adesso. Facevamo fatica persino a vedere le carte diPictionarydavantianoi.

Inquelmomento,senzaalcunpreavviso,tutteleluciaimarginidelpratonesisonoacceseinsieme.Erano come quei grandi fari luminosi che ci sono negli stadi.Mi è venuta inmente la scena diIncontriravvicinatidelterzotipoincuilanavespazialealienaatterraelorostannosuonandoquella

musica: du-da-du-da-dun. Sul prato tutti hanno cominciato ad applaudire e a lanciare grida digiubilo,comesefosseappenaaccadutoqualcosadistraordinario.

Siategentiliconlanatura

Daglienormialtoparlantivicinoaifaridastadioèuscitoilseguenteannuncio:«Benvenutiatutti.BenvenutiallaventitreesimaGrandeNotteCinemadellaBroarwoodNatureReserve.Benvenutiainsegnanti e studenti della…William Heath School…» un grido di esultanza si è alzato dal latosinistrodelpratone.«Benvenuti, insegnantiestudentidellaGloverAcademy…»èpartitounaltrogridodigiubilo,questavoltadadestra.«Ebenvenuti, insegnantie studentidella…BeecherPrepSchool!»tuttoilnostrogruppohacominciatoagridareasquarciagola.«Siamomoltoemozionatidiavervi come ospiti qui stasera e felici che le condizioni meteorologiche siano favorevoli… anzi,avrestedettomaichesarebbestataunacosìsplendidaserata?»dinuovotuttisisonomessiaurlaree strillare. «Dunque, mentre approntiamo il film, vi chiediamo di prendervi qualche istante perascoltarequestoannuncioimportante.LaBroarwoodNatureReserve,comesapete,èdedicataallaprotezionedellenostrerisorsenaturaliedell’ambiente.Vichiediamodinonlasciareingirorifiuti.Lasciatetuttocomeloavetetrovato,quandoveneandate.Siategentiliconlanaturaeleilosaràconvoi.Vichiediamoditenerloamente,mentrepasseggiatesulprato.Nonspingetevioltreiconiarancionechedelimitano imarginidelpratone.Nonandatenei campidigranturcooneiboschi.Teneteicellularialminimo,perfavore.Anchesenonviinteressavedereilfilm,ivostricompagnipotrebbero pensarla diversamente, per cui per favore siate cortesi: non parlate, non ascoltate lamusica,noncorretedappertutto.Ibagnisitrovanosullatooppostorispettoaibaracchini.Quandoilfilm sarà terminato, saràpiuttosto buio, quindimentre tornerete verso i pullman vi chiediamodirestare insieme al gruppo della vostra scuola. Professori, c’è sempre qualcuno che si perde allaGrandeNotteCinemadiBroarwood:fateinmodochenonaccadaavoi!Ilfilmdistaseraè…Tuttiinsiemeappassionatamente!»

Hocominciatosubitoadapplaudire,anchesel’avevogiàvistounbelpo’divolte,perchéerailfilmpreferito inassolutodiVia.Mamihacolpitocheun interogruppodiragazzi (nondellaBeecher)abbiacominciatoafarebuuuu,afischiareearidere.Qualcunodallatodestrodelpratohapersinolanciatouna lattinacontro loschermo,cosacheèsembratasorprendere ilsignorKiap.L’hovistoalzarsiinpiedieguardareindirezionedichiavevafattoillancio,anchesesapevochealbuiononsarebberiuscitoavedereniente.

Ilfilmèpartitosubito.Ifaridastadiosisonoabbassati.Laprotagonista,Maria,inpiediincimaallamontagna,nonlafinivapiùdipiroettaresusestessa.Tutt’auntrattomièvenutofreddo,perciòmisono tirato su il cappuccio della giacca a vento gialla, ho regolato il volume degli auricolari, hoappoggiatolaschienaallozainoemisonomessoaguardareilfilm.

Lecollinesonovive…

Iboschisonovivi

Auncertopunto,quandoc’èquelpezzonoioso incui ilragazzochesichiamaRolfe la figliapiùgrandecantanoQuindicianni,quasisedici,Jackmihadatounagomitata.

«Ehi,devofarepipì»hadetto.

Cisiamoalzati tuttiedueeabbiamocominciatoamuoverci,praticamentesaltellandotraglialtriragazzi seduti o sdraiati sui sacchi a pelo. Summer ci ha fatto un cenno di saluto con la manomentrepassavamovicinoaleienoileabbiamorisposto.

Naturalmente,aibagnic’eraunafilabestiale.

«Lasciaperdere,faccioprimaacercareunalbero»hadettoJack.

«Manonsipuò,Jack.Aspettiamoebasta»horisposto.

Luisièdirettoinveceversounafiladialberiaibordidelprato,cheeraaldilàdeiconiarancioneoltreiqualicierastatodettoesplicitamentedinonandare.E,ovviamente,ioglisonoandatodietro.E,ovviamente,nonavevamotorceperchéavevamodimenticatodiprenderle.Eratalmentebuiocheadesso,letteralmente,mentrecidirigevamoversoilbosco,nonvedevamoadiecipassidanoi.

Perfortunale lucidel filmsisonoalzateunattimo,perciòquandoabbiamovistodei fascidi luceprovenire dagli alberi nella nostra direzione abbiamo capito immediatamente che si trattava diHenry,MileseAmos.Immaginocheanchelorononavesserovolutofarelafilaaibagni.

Miles edHenry non rivolgevano ancora la parola a Jack,mentre Amos aveva lasciato perdere la

guerragiàdaunbelpo’.Ementrecipassavanoaccantoluiciharivoltouncennodisaluto.

«Attenti agli orsi!» ci ha gridato dietro Henry e intanto che si allontanavano lui e Miles sonoscoppiatiaridere.

Amoshascossolatestacomeadirci:“Nonfatecasoaloro”.

IoeJackabbiamocamminatoancoraunpo’,finchénonsiamostatipropriodentroalbosco.PoiJackhacercato l’alberoperfettoe finalmentehafattoquellochedovevafare,anchesemièsembratochecimettesseunavita.

Ilbosco risuonavadi rumori stranissimi, cinguettii egracidii, comeunmurodi suoni cheuscissedirettamentedaglialberi.Poiabbiamocominciatoasentiredeicolpisecchipocolontanodanoi,tipocolpidipistola;enoneranoversidiinsetto,pocomasicuro.Inlontananza,comedaunaltromondo,abbiamosentitocantare:“Goccedipioggiasulverdedeiprati,sciarpedilana,guantonifelpati…”.

«Ah,oravameglio»hadettoJack,tirandosisulacerniera.

«Solocheadessoscappaancheame»hoannunciatoio.El’hofattacontrol’alberopiùvicino.NonavevonessunaintenzionediaddentrarmioltreinquelboscocomeavevafattoJack.

«Losentiquestoodore?Sembranopetardi»hadettoJack,venendoversodime.

«Oh,sì,eccocos’eranoqueibotti»hofattoio,tirandomisulacerniera.«Strano».

«Andiamo».

Alien

Abbiamoripercorso inostripassi, indirezionedello schermogigante.Èstatoalloracheci siamoimbattutiinungruppodiragazzichenonconoscevamo.Eranoappenaspuntatidaglialberi,facendoqualcosadicuinondesideravanoiloroinsegnantifosseroaconoscenza,neerocerto.Sentivoodoredi fumo adesso, sia di petardo, sia di sigaretta. Ci hanno puntato contro le torce. Erano in sei:quattromaschieduefemmine.Probabilmentediterza.

«Dichescuolasiete?»hadomandatounodeiragazzi.

«BeecherPrep!»hacominciatoarispondereJack,quando,dipuntoinbianco,unadelleragazzehacominciatoastrillare.

«OhmioDio!»haurlato, portandosi lamanodavanti agli occhi come se stesseperpiangere.Hopensatocheuninsettomostruosolefosseappenavolatoinfaccia,orobasimile.

«Noncicredo!»hagridatounodeimaschiehainiziatoamenaregrancolpiperariaconlamano,comeseavesseappenatoccatoqualcosadimoltocaldo.Esubitodoposiècopertolabocca.«Chemostroincredibile,ragazzi!Chemostroassurdo!»

Adessotuttiavevanocominciatoaridacchiareeacoprirsigliocchiconlemani,spintonandosil’unl’altroeimprecando.

«Ma che cos’è?» ha detto quello che ci stava puntando contro la torcia, ed è stato solo inquell’istantechemisonoresocontocheilfascioluminosoerapuntatodrittosullamiafacciaechequellodicuistavanoparlando–lacosapercuistavanourlando–eroio.

«Andiamocene»mihadettoJackconcalmaemihatiratoperlamanicadellafelpacominciandoadallontanarsi.

«Aspetta aspetta aspetta!» ha gridato il ragazzino con la torcia, bloccandoci la strada. Mi hapuntatodinuovolaluceinfacciaeaquelpuntodistavadamenonpiùdiunmetroemezzo.«OhSignore! Santo cielo!» ha esclamato scuotendo la testa, la bocca spalancata. «Ma che cosa ti èsuccessoallafaccia?»

«Smettila,Eddie»hafattounadelleragazze.

«Non sapevo che stessimo guardando Il signore degli anelli, stasera!» ha continuato l’altro.«Guardate,gente,èGollum!»

Cosachehafattovenireaisuoiamicilaridarellaisterica.

AbbiamocercatodinuovodiallontanarciedinuovoiltiziochesichiamavaEddiecihaostruitoil

passaggio. Era alto almeno una spanna più di Jack, che era alto almeno una spanna più di me,quindiqueltipomisembravaenorme.

«Mano,gente,èAlien!»hadettounodeglialtrimaschi.

«No,no,no,ragazzi.Èunorco!»haesclamatoridendoEddie,puntandomidinuovocontrolatorcia.Questavoltaeraesattamentedifronteanoi.

«Lascialostare,vabene?»hadettoJack,spingendolamanoinavantiperspostarelatorcia.

«Mafammiilfavore»hafattoEddie,spostandoilfascioluminososullafacciadiJackadesso.

«Sipuòsaperecheproblemahai,bello?»glihachiestoJack.

«Èiltuoamico,ilmioproblema!»

«Andiamoceneebasta,Jack»hodettoio,tirandoloperilbraccio.

«Oddio,maparla!»haurlatoEddie,illuminandomidinuovolafaccia.L’altrotiziocihalanciatounpetardosuipiedi.

JackhacercatodispingeredaparteEddie,maEddieglihamessolemanisullespalleeglihadatounospintonechelohafattocadereall’indietro.

«Eddie!»hastrillatounadelleragazze.

«Sentite»hofattoio,mettendomidavantiaJackealzandolemaniperariaamo’divigile.«Siamodeinaniinconfrontoavoie…»

«Staiparlandoconme,FreddieKrueger?Noncredoproprio tuvogliamescolarti conme,mostroche non sei altro» ha ribattuto Eddie. Quello è stato il momento in cui ho capito che dovevoscapparepiùinfrettachepotevo,maJackeraancoraaterraeiononavevonessunaintenzionedilasciarlolì.

«Ciao,raga»hadettounanuovavoceallenostrespalle.«Chestasuccedendo?»

Eddieharuotatosusestessoehapuntato la torciaverso lavoce.Perunsecondo,hostentatoacredereaciòchevedevanoimieiocchi.

«Lascialostare,amico»hadettoAmos,conMilesedHenrysubitodietrodilui.

«Echilodice?»haribattutounodeitizichestavanoconEddie.

«Lascialostareebasta,amico»haribaditoAmosconcalma.

«Seianchetuunmostro?»glihachiestoEddie.

«Sonotuttiunbrancodimostri!»haesclamatounodeisuoiamici.

Amosnonharispostoaloro,invecehaguardatonoi.«Venite,ragazzi,andiamocene.IlsignorKiapcistaaspettando».

Sapevo che era una bugia, ma ho aiutato Jack a rimettersi in piedi e abbiamo cominciato aincamminarciversoAmos.Poi,dipunto inbianco,Eddiehaafferrato ilmiocappucciomentreglipassavovicino,tirandolotalmentefortedastrattonarmiindietro,esonocadutolungodistesosullaschiena.Èstataunabruttacadutaemisonofattounmalecanealgomitocontrounsasso.Nonsonoriuscitoacapirebenechecosaèsuccessodopo,senoncheAmossièslanciatoaddossoaEddietipounenormecamionetuttieduesonocadutiperterravicinoame.

Dopodiché,tuttosiètrasformatoinunagranconfusione.Qualcunomihatiratoperlamanicaehagridato: «Corri!» e qualcun altro ha strillato contemporaneamente: «Prendeteli!» e per qualchesecondohoavutoveramenteduepersonechemitiravanoperlemanichedellafelpaindueoppostedirezioni.

Lihosentitiimprecareentrambi,finchélafelpanonsièstrappataeilprimotiziomihastrattonatoper ilbraccioehacominciatoa trascinarmidietrodisémentrecorrevamo;cosacheho fattopiùvelocechepotevo.

Sentivopassidietrodinoievocichegridavanoeragazzeurlanti,maeracosìbuiochenonsapevoachiappartenesserolevoci,sentivotuttocomesestessimosott’acqua.

Correvamo come pazzi ed era buio pesto e ogni volta che cominciavo a rallentare il tipo chemitiravaperilbracciourlava:«Nonfermarti!».

Vocinelbuio

Allafine,dopoquellacheèsembrataunacorsainfinitaqualcunohagridato:«Credocheliabbiamoseminati!».

«Amos?»

«Sonoqui!»hadettolavoceaqualchemetrodidistanza,dietrodinoi.

«Nonpossiamofermarci!»hagridatoMilesdapiùlontano.

«Jack!»hostrillatoio.

«Ehi!»hagridatoJack.«Sonoqui».

«Noncivedouncavolo!»

«Seisicurocheliabbiamoseminati?»hachiestoHenry,lasciandomiandareilbraccio.Èstatolìchemisonoresocontocheerastatoluiatrascinarmisinlìnellacorsa.

«Già».

«Shhh!Ascoltate!»

Tuttisiamoammutoliti,inascoltodipassinell’oscurità.Matuttoquellochesiamoriuscitiasentireeranoigrillieleraneeilnostrorespiroansimante.Eravamosenzafiato,cifacevamalelapanciaestavamopiegatiindue,appoggiatialleginocchia.

«Liabbiamoseminati»haconclusoHenry.

«Uau!Èstatoforte!»

«Elatorcia,chefinehafatto?»

«Miècaduta!»

«Comefacevateasaperlo?»hachiestoJack.

«Liavevamovistiprima».

«Degliidioti».

«Matutiseilanciatoaddossoaluiconlatesta!»hodettoadAmos.

«Loso,vabene?»hadettoAmosridendo.

«Nonlohanemmenovistoarrivare!»haaggiuntoMiles.

«Luihafatto:“Seiunmostroanchetu?”,etu,bam»hafattoJack.

«Bam!»haripetutoAmos,scagliandounpugno inaria.«Madopoche l’hoatterratomisondettotipo,corri,Amos,seifesso,èdiecivoltepiùgrossodite!Emisonoalzatoehocominciatoacorrerepiùinfrettachepotevo!»

Siamoscoppiatituttiaridere.

«EiohoafferratoAuggieeglihodetto:“Corri!”»èintervenutoHenry.

«Nonsapevonemmenochefossitu,atrascinarmi!»hoosservatoio.

«Unacosaassurda»hadettoAmosscuotendolatesta.

«Completamenteassurda».

«Tisanguinaillabbro,amico».

«Hopresounpaiodipugni»harispostoAmos,asciugandosiillabbro.

«Credofosseroditerza».

«Eranoenormi».

«Perdenti!»hagridatoHenrydavveroforte,matuttiloabbiamozittito.

Siamorimastiinascoltoperqualchesecondo,peresseresicurichenessunoloavessesentito.

«Madove diavolo siamo?»ha chiesto a un certo puntoAmos. «Non riesco nemmeno a vedere loschermo».

«Credoneicampidigranturco»harispostoHenry.

«Già, siamo nei campi di granturco» ha confermato Miles, pungendo Henry con uno stelo dipannocchia.

«D’accordo, so esattamente dove ci troviamo» ha concluso Amos. «Dobbiamo tornare in quelladirezione.Arriveremosull’altrolatodelpratone».

«Ehi, ragazzi» ha detto Jack, unamano alzata per aria. «È stato davvero forte che siate tornatiindietroacercarci.Dicosulserio.Grazie».

«Non c’è di che» ha risposto Amos, dando il cinque a Jack. E poi ancheMiles edHenry si sonoscambiatiilcinqueconlui.

«Già, ragazzi, grazie»ho fatto io, aprendo lamano comeaveva appena fatto Jack,malgradononfossisicurocheavrebberodatoilcinqueancheame.

Amosmihaguardatoehaannuito.«Fortecomeglihai tenutotesta,amico»hadetto,dandomi ilcinque.

«Già,Auggie»haconcordatoMiles,dandomiancheluiilcinque.«Haidettotipo:“Siamodeinaniinconfrontoavoi…”».

«Nonsapevochedire!»hoesclamatoridendo.

«Grande»hacommentatoHenry,dandomiasuavoltailcinque.«Midispiacediavertistrappatolafelpa».

Hoabbassatogliocchi:lamiafelpaeracompletamentestrappatanelmezzo,ineffetti.Unamanicavenivaviael’altraerastatatiratatalmentetantochemiarrivavaalginocchio.

«Ehi,tisanguinailgomito»hanotatoJack.

«Già»hofattospallucce.Macominciavaafarmiunbelpo’male.

«Staibene?»mihachiestoJack,vedendolamiafaccia.

Hoannuito.Ma tutt’aun trattomièvenutodapiangere,anchesecercavo in tutti imodidinonfarlo.

«Ehi,nonhaipiùgliauricolari!»haesclamatoJack.

«Che?!?»ho strillato, toccandomi leorecchie.Lacuffia congli apparecchiacusticinonc’erapiù.Eccoperchémierasembratodistaresott’acqua!«Oh,no!»hodetto,edèstatoinquelmomentochenonsonopiùriuscitoatrattenermi.Èstatocomesetuttoquellocheeraappenasuccessomisifosserovesciatoaddossoenonhopotutofarneameno:hocominciatoapiangere.Unpiantovero,diquellichelamammachiama“acascata”.Erocosìimbarazzatochemisonocopertolafacciaconlemani,manonsonoriuscitoafermarelelacrime.Iragazzisonostatimoltocariniconme,però.Emihannoconsolatoasuondipacchesullaschiena.

«Vatuttobene,amico.Èokay»hannodetto.

«Seiunpiccolettocoraggioso,losai?»mihadettoAmos,mettendomiunbracciointornoallespalle.Equandohavistocheiocontinuavoapiangere,luimihaabbracciatocomeavrebbefattomiopapàemihalasciatopiangere.

Laguardiadell’imperatore

Abbiamo ripercorso i nostri passi sull’erba per un buondieciminuti, per vedere se riuscivamo a

trovare i miei apparecchi acustici, ma era troppo buio per vederci qualcosa. Dovevamoletteralmentetenercil’unoallamagliettadell’altroecamminareinfilaindianapernoninciamparciaddosso.Eracomesequalcunociavesseversatotutt’intornodell’inchiostronero.

«Nonc’èsperanza»hadettoHenry.«Potrebberoesseredappertutto».

«Forsepossiamotornareacercarliconunatorcia»hadettoAmos.

«No,nonimporta»hodetto.«Andiamoebasta.Grazie,però».

Siamotornativerso icampidigranturcoe liabbiamoattraversati, finchénonècomparso ilretrodelloschermogigantesco.Madatochenoneragiratoversodinoi,noncihamandatoalcunalucefinchénonabbiamodinuovosvoltato l’angolodelbosco.Solo lìabbiamocominciato finalmenteavedercidinuovoqualcosa.

Nonc’eratracciadiquelliditerzadanessunaparte.

«Dovepensatesianoandati?»hachiestoJack.

«Saranno tornati ai baracchini» ha risposto Amos. «Probabilmente hanno paura che andiamo araccontareaqualcunocosaciècapitato».

«Edèquellochefaremo?»hachiestoHenry.

Mihannoguardato.Hoscossolatesta.

«D’accordo»haconclusoAmos:«Perònonvenirepiùquidasolo,amico,vabene?Sehaibisognodiandaredaqualcheparte,dicceloenoitiaccompagniamo».

«Okay»hoannuito.

Amanoamanocheciavvicinavamoalloschermo,hocominciatoasentirelenotediIlpastorechepascolava, ehosentito l’odoredello zucchero filatocheprovenivadaunodeichioschivicinoallebancarelle.C’eranoun saccodi ragazzi che si aggiravano in zona, cosìmi sono tirato sulla testaquello che restava del mio cappuccio e ho tenuto il capo chino e le mani in tasca, mentre ciaprivamounvarcoinmezzoallaressa.Eradaunbelpo’chenonstavosenzagliapparecchiacusticiemisembravadiesseremigliasottoterra.Unpo’comeinquellacanzonechemicantavasempreMiranda:

“GroundControltoMajorTom,

yourcircuit’sdead,there’ssomethingwrong…”3.

IntantochecamminavohonotatocheAmosrimanevaalmiofianco.EJackstavadall’altraparte.EMiles era davanti ed Henry subito dietro. Mentre attraversavamo la folla di ragazzi, loro micircondavano.Comeseavessilamiapersonaleguardiadell’imperatore.

Dormire

Vennerofuoridallastrettavalleedipuntoinbiancoleinecompreselaragione.Làc’eranoPeteredEdmundetuttoilrestodell’esercitodiAslan,checombattevanodisperatamentecontrolaressadiorribilicreaturecheleiavevavistolaseraprima;soloora,allalucedelgiorno,apparivanopersinopiùestraneiepiùcrudeliepiùdeformi.

Misonofermatolì.Stavoleggendodapiùdiun’oraeilsonnoancoranonarrivava.Eranoquasileduedelmattino.Tuttiglialtrisieranoaddormentati.Tenevolatorciaaccesadentroilsaccoapeloeforseeralaluceilmotivopercuinonriuscivoadormire,maavevotroppapauradispegnerla.Avevopauradelbuiofuori.

Quandosiamoritornatinellanostrazonadavantialloschermo,nessunosieranemmenoaccortocheci eravamo allontanati. Il signor Kiap, la signora Rubin, Summer e tutti gli altri stavano,semplicemente, guardando il film. E non sospettavanominimamente cosa avevamo rischiato io eJack. È talmente strano, come ti possa capitare di trascorrere la notte peggiore della tua vitamentrequellastessanotte,perchiunquealtro,puòessereunanotteugualea tutte lealtre.Tipoche, sul calendario a casa, io segnerei questo comeunodei giorni più terrificanti dellamia vita.Insieme al giorno in cui è morta Daisy. Ma per il resto del mondo questa è stata una giornataesattamente come tutte le altre. O, forse, è stata addirittura una buona giornata. Forse oggiqualcunohaaddiritturavintoallalotteria.

Amos,MilesedHenryhannoriaccompagnatomeeJackdoveeravamosedutiprima,conSummer,MayaeReidepoisonoandatiasedersialloroposto,vicinoaXimenaeSavannaeillorogruppo.Inuncertosenso,tuttoeraesattamentecomeloavevamolasciatoprimadiandareacercareibagni.Ilcieloeralostesso.Ilfilmeralostesso.Lefaccedituttieranolestesse.Anchelamiaeralastessa.

Maqualcosaeradiverso.Qualcosaeracambiato.

HovistoAmos,MilesedHenryraccontareailoroviciniquellocheeraappenasuccesso.Sapevochestavanoparlandodiquelloperchécontinuavanoaguardarenellamiadirezione.Ancheseilfilmnonera ancora finito, la gente ha cominciato a commentare la cosa al buio. Notizie del genere sispargono alla svelta. E questo è stato l’argomento di conversazione preferito anche sul pullman,mentretornavamoalcampeggio.Tuttelefemmine,persinoalcunechenonconoscevomoltobene,nonfacevanochedomandarmisestavobene.Imaschiinvecediscutevanotuttidicomevendicarsisulgruppettodeiragazziditerza,cercandodiimmaginarediqualescuolapotesseroessere.

Nessunodinoiaveva intenzionedi riferireagli insegnantidell’accaduto,ma lohannoscoperto lostesso. Sarà stato per via della felpa strappata e del gomito insanguinato. O forse è solo che iprofessorivengonoasaperetutto.

Quandosiamorientratidallanostraseratafuori,ilsignorKiapmihaportatoininfermeriae,mentremilasciavodisinfettareebendareilgomitodall’infermiera,luieildirettoredelcampeggiostavanonellastanzaaccantoaparlareconAmos,Jack,HenryeMiles,cercandodifarsidareunadescrizionedei bulli. E quando, poco dopo, il signor Kiap mi ha chiesto di loro, io gli ho detto che nonmiricordavoaffattochefacceavessero,cosachenoneravera.

Eranolelorofacce,appunto,checontinuavoavedereognivoltachechiudevogliocchiperdormire.L’espressionediorroreinauditosulvisodellaragazzaquandomihavistoperlaprimavolta.Ilmodoincuiilragazzinoconlatorcia,Eddie,mifissavamentremiparlava,unosguardocaricod’odio.

“Comeunagnelloalmacello”.Ricordochepapàhadettoquestacosaunavitafa,mastaseracredodiavercapitocosasignificadavvero.

Conseguenze

Quandoilpullmanèarrivato,lamammamiaspettavadavantiallascuolainsiemeaglialtrigenitori.SullaviadelritornoilsignorKiapmihadettocheavevanochiamatoimieiperanticipareloroche,la seraprima, si era verificatauna certa “situazione”ma che tutti stavanobene.Hadetto che ildirettore del campeggio e alcuni degli assistenti il mattino dopo erano andati a cercare gliapparecchiacusticimentretuttinoieravamoafarciunanuotatanellago,manoneranoriuscitiatrovarlidanessunaparte.Broarwoodciavrebberimborsatoilcostodegliauricolari,hadetto.Eranotuttimoltodispiaciutiperl’accaduto.

Mi sono domandato se per caso Eddie non si fosse portato via la mia cuffia a mo’ di souvenir.Qualcosaperricordarsidell’orco.

Quandosonoscesodalpullmanlamammamihastrettoinunabbracciostritolante,manonmihasubissatodidomandecomemisareiaspettato.

Il suo abbraccio mi ha fatto sentire bene e non ho sentito il bisogno di divincolarmi come altriragazzinistavanofacendodall’abbracciodeirispettivigenitori.

L’autistahacominciatoascaricare ibagaglie iosonoandatoacercare ilmioborsone,mentre lamammaparlavaconilsignorKiapelasignoraRubin,chel’avevanoavvicinata.

Mentre trascinavo il borsone verso di lei un mucchio di ragazzi che di solito non mi rivolgononemmenolaparolamihannofattocennidisaluto,omihannodatounapaccasullaschienamentreglipassavovicino.

«Pronto?»hadettolamammaquandomihavisto.Mihapresolaborsaeiononhonemmenofattoilgestodi trattenerla:miandavabeneche laportasse lei.Seavessevolutoportareanchemesullespalle,credochenonavreiavutonulladaridire,aesseresincero.

Appenaprimacheceneandassimo,ilsignorKiapmihadatounbreveabbraccio,manonhadettoniente.

Casa

Ioelamammanonabbiamoparlatogranchémentretornavamoversocasae,nonappenaabbiamo

messopiedesullaveranda,hoguardatoinautomaticoversoilbovindo,perchéperunsecondomierodimenticatocheDaisynonsarebbestatalì,comesempre,adaspettareilnostrorientro.Misonosentitounpo’triste,quandosonoentrato.

Unavoltaincasa,lamammahamollatoilborsoneemihaabbracciatoforte,baciandomisullatestaesullafacciacomesevolesserespirarmi.

«Ètuttookay,mamma,stobene»l’horassicuratasorridendo.

Leihaannuitoemihapresolafacciafralemani.Avevagliocchilucidi.

«Losochestaibene»hadetto.«Miseimancatocosìtanto,Auggie».

«Anchetumiseimancata».

Sentivocheavrebbevolutodirmiunmucchiodicose,machesicontrollavapernonfarlo.

«Haifame?»mihachiesto.

«Muoio,dallafame.Possoavereuntoastalformaggio?»

«Macerto»harisposto,ehacominciatoaprepararlosubitomentre iomi toglievo lagiaccaemisedevoalbanconedicucina.

«Dov’èVia?»hochiesto.

«Tornaacasaconpapà,oggi.Cavoliseleseimancato,Auggie»haaggiuntolamamma.

«Dici? Le sarebbe piaciuta la riserva naturale. Indovina che film ci hanno fatto vedere? Tuttiinsiemeappassionatamente».

«Questoglielodevidire».

«Allora, vuoi sentire prima le cose belle o le cose brutte?» le ho chiesto dopo qualche minuto,sorreggendomilatestaconlamano.

«Quellochepreferiscitu»harispostolei.

«Be’,apartel’ultimaseramisonodivertitounsacco»hoiniziato.«Sì,insomma:èstatofantastico.Èperquestochesonocosìdepresso.Misentocomesequeitizimiavesserorovinatotuttaquantalagita».

«No,tesoro,nondevipermetterglielo.Seistatolìperpiùdiquarantottooreequelmomentoorribileèduratosolouna.Nonlasciarechetiportinoviatuttoilresto,d’accordo?»

«Loso»hoannuito.«IlsignorKiaptihadettodegliapparecchiacustici?»

«Sì,cihachiamatistamattina».

«Epapàsièinfuriato?Perchécostavanounosproposito?»

«Oh,santocielo,certocheno,Auggie.L’unicacosachegliimportavaerachetustessibene.Perchéquesta è davvero l’unica cosa che ci interessa. E che tu non permetta a quei…mascalzoni… dirovinartilagita».

Mihafattounpo’ridere,ilmodoincuihadetto“mascalzoni”.

«Chec’è?»mihachiesto.

«Mascalzoni»l’hoschernita.«Unaparolapassataunpo’dimoda,mipare».

«D’accordo,idiotiallora.Cretini,imbecilli»èsbottatalei,rigirandoiltoastperchésiabbrustolisseanchedall’altraparte.«Cretinos,comeavrebbedettomiamamma.Comunquetulivogliachiamare,selivedessiperstradaio…»hascossolatesta.

«Eranopiuttostogrossi,mamma»hosorriso.«Diterza,credo».

Ha scossodinuovo la testa. «Di terza?Maquesto il signorKiapmicace l’avevadetto.Oh santocielo».

«EtiharaccontatoanchedicomeJackmihadifeso?»lehochiesto.«EdicomeAmos,bam,hadatounabellatestataallorocapetto.Sonoruzzolatituttiedueaterra,comeinunverocombattimento!Facevaabbastanzaimpressione,devodire.ConillabbrodiAmoschesanguinavaetuttoilresto».

«Ci ha detto che c’era stato un litigio, ma…» ha ripreso la mamma, guardandomi con unsopracciglioalzato.«Sonosolo…fiuu…sonosolocosìgratachetu,AmoseJackstiatebene.Quandopensoaquellochesarebbepotutosuccedere…»lafraseleèrimastasospesaametà,mentregiravailtoastun’ultimavolta.

«Ilcappucciodellagiaccaaventomisièstaccatoquasideltutto».

«Be’,quellosipuòaggiustare»harispostolamamma.Mihamessoiltoastgrigliatosuunpiatto,posandomelodavanti.«Latteosuccod’uva?»

«Latte e cacao, grazie…»ho cominciato adivorare il toast. «Oh, e lopuoi fare inquel tuomodospeciale,conlaschiuma?»

«Masipuòsaperecomecisietefiniti,tueJack,aimarginidelbosco,primaditutto?»mihachiestopoi,versandomiillatteinunbicchierelungo.

«Jackdovevaandareinbagno»horisposto,conlaboccapiena.Mentreparlavo, leihaversatouncucchiaio di cacao e ha cominciato a rollare velocissimamente fra lemani una specie di frullino.«Mac’eraunfilachenonfinivapiùeluinonavevavogliadiaspettare.Perciòsiamoandativersoglialberiperfarepipì».

Mentre faceva laschiuma, lamammahaalzatogliocchiversodime.Sapevochestavapensandochenonavremmodovutofarlo.Illatteconcacaonelbicchiereadessoavevadueditadischiumaincima.«Misembrachepossabastare,mamma.Grazie».

«Epoi,checosaèsuccesso?»hacontinuatolei,mettendomidavantiilbicchiere.

Hobevutounlungosorsodicioccolata.«Vabeneseperadessosmettiamodiparlarediquesto?»

«Oh.Okay».

«Ti prometto che ti racconterò tutto più tardi, quando papà e Via tornano a casa. Vi dirò ogniparticolare.Solochenonvogliodoverriraccontaretuttaquantalastoriaall’infinito,capisci?»

«Assolutamentesì».

Hofinitoiltoastcondueultimibocconiehotrangugiatoillatteecacao.

«Uau,queltoastteloseipraticamenteaspirato.Nevuoiunaltro?»mihachiestolamamma.

Hoscossolatestaemisonopulitolaboccaconildorsodellamano.

«Mamma… dovrò sempre preoccuparmi di idioti come quelli?» le ho chiesto. «Tipo che anchequandosarògrandesaràsemprecosì?»

Leinonmiharispostosubito,mamihapresopiattoebicchiere, lihamessinel lavandinoe lihasciacquati.

«Cisarannosempredegliidiotialmondo,Auggie»hadettoguardandomi.«Maiocredodavvero,eanchepapàlocrededavvero,checisianomoltepiùbravepersoneaquestomondochenoncattive,elebravepersonesiproteggonol’unl’altraesiprendonocuraleunedellealtre.PropriocomehafattoJackconte.EAmos.Equeglialtriragazzi».

«Oh, sì,MilesedHenry»ho fatto io. «Anche loro sono stati fantastici.È strano,perchéMilesedHenrynonsonomaistatinemmenomoltogentiliconmepertuttol’anno».

«Avoltelepersonecisorprendono»mihadettolamamma,accarezzandomisullatesta.

«Be’,aquantopareècosì».

«Vuoiunaltrobicchieredilatteecacao?»

«No,basta»hodetto.«Grazie,mamma.Veramentesonounpo’stanco.Nonhodormitomoltobene,lanottescorsa».

«Megliochetutifacciaunsonnellino,allora.GrazieperavermilasciatoBaboo,fral’altro».

«Haitrovatoilmiobigliettino?»

Hasorriso.«Hodormitoconluitutteeduelenotti».Stavaperaggiungerequalcos’altroquandoleèsquillatoilcellulareeharisposto.Qualcheistantedopo,mentreascoltava,hafattoun’espressioneraggiante.«Oh,mioDio!Veramente?Ecom’è?»hadettoemozionata.«Sì,èproprioqui.Stavaperandareariposare.Lovuoisalutare?Oh,vabene,civediamofradueminutiallora»ehachiuso.

«Erapapà»mihaspiegatotuttacontenta.«LuieViasonoinfondoall’isolato».

«Manonèallavoro?»hodomandato.

«Èuscitoprimaperchénonvedeval’oradivederti»mihaspiegato.«Quindi,megliochetunonvadaadormiresubito».

CinquesecondidopopapàeViasonoentratidallaporta.

Misonobuttatofralebracciadipapà,luimihasollevato,mihafattogirareemihabaciato.Nonmiha lasciato andarealmenoperunminuto, finché iononhodetto: «Va tuttobene,papà».Epoi èstatalavoltadiVia,emiasorellamihasbaciucchiatodappertuttocomefacevaquandoeropiccolo.

Soltantoquandohasmessohonotatocheavevanounagrossascatoladicartonebianco.

«Checos’è?»hodomandato.

«Aprila»mihadettopapà sorridendoe lui e lamammasi sono scambiati uno sguardodi intesa,comesetuttieduefosseroalcorrentediunsegreto.

«Forza,Auggie!»mihaincitatoVia.

Hoaperto lascatola.Edentroc’era ilcucciolopiùcarinoche ioavessimaivisto invitamia.Eraneroemorbido,conunmusinoappuntito,unpaiodiocchinerilucidiedellepiccoleorecchiechegliricadevanoall’ingiù.

Orso

Abbiamo chiamato il cucciolo Orso perché non appena la mamma lo ha visto ha detto cheassomigliavaaunorsetto.Ealloraiohodetto:«Vuoldirecheèpropriocosìchelochiameremo!»etuttisonostatid’accordochequelloerailnomeperfetto.

Ilgiornodoposonorimastoacasadascuola;nonperviadelgomito,ancheseineffettimifacevamale,maperchécosìavreipotutogiocareconOrsotutto ilgiorno.MammahapermessoancheaViadinonandareascuola,cosìabbiamofattoaturnoafarelecoccoleaOrsoeagiocarealtiroallafune con lui. Avevamo conservato tutti i vecchi giochi diDaisy e a quel punto li abbiamo ritiratifuori,percapirequaliglipiacevanodipiù.

Èstatodivertentestare insiemeaVia tutto ilgiorno, solonoidue.Èstatounpo’comeaivecchitempi, prima che io cominciassi ad andare a scuola. All’epoca non vedevo l’ora che mia sorellatornasseacasaperchépotessegiocareconmeprimadicominciareafareicompiti.Orachesiamopiùgrandi,però,echeiovadoascuolaehodegliamicimieiconcuimitrovo,nonlofacciamopiù.

PerciòèstatobellopassarequeltempoconVia,aridereeagiocare.Ecredosiapiaciutoanchealei.

Cambiamenti

Quandosonotornatoascuola,ilgiornodopo,laprimacosachehonotatoèstatochelecoseeranocambiate di brutto. In modo incredibile. Un cambiamento sismico, direi. Forse persino cosmico.Comunquelosivogliachiamare,èstatoungrandecambiamento.Tutti–nonsoloquellidelnostroanno,maancheglialtri–avevanosentitodiquellochecierasuccessoconiragazziditerza,così,dipuntoinbianco, iosonodiventatoquelloconosciutononperquellacosapercuierosemprestatoconosciuto,maperquest’altrachemierasuccessa.Elastoriadiquellocheeraaccadutodiventavasemprepiùgraveognivoltachevenivaraccontata.Duegiornidopo,levocidicevanocheAmoserarimastocoinvoltoinunlitigiospaventosoconuntipoecheMiles,HenryeJackavevanotiratoanchequalche pugno agli altri ragazzi. E la fuga attraverso il campo si era trasformata in questarocambolescaavventuraattraversounlabirintodipannocchieenelleprofonditàdiunboscooscuro.LaversionedellastoriadiJackeraforselamiglioreperchéluieradivertente,mainogniversionedeifatti,enonimportavachifossearaccontarla,duecoserestavanosempreuguali:cheiovenivopresoingiroperlamiafacciaconJackchemiavevadifeso,echeglialtri–Amos,HenryeMiles–miavevanoprotetto.Eadessocheloromiavevanoprotetto,ancheioerodiversoneiloroconfronti.

Era come se fossi uno di loro. Tutti mi chiamavano “amico”, ora, persino quelli della squadrasportiva. Quei ragazzi grandi e grossi, che fino al giorno prima quasi non conoscevo, adessomidavanoilcinqueneicorridoi.

Un’altra conseguenza della faccenda è stata che Amos è diventato super popolare e Julian, dalmomentochesièpersoiltutto,eradavverounpo’uscitodalgiro.MilesedHenrysivedevanoconAmos tutto il tempo,adesso,comese fosserodiventatimiglioriamici.AquestopuntovorreipoterdireanchecheJulianavevacominciatoatrattarmimeglio,maquestononsarebbevero.Inclassemilanciavaancora lesueocchiataccedisempre.Enonparlavaancoranéconme,néconJack.Soloche adesso era rimasto l’unico, a comportarsi in quelmodo.E ame e a Jack la cosanonpotevaimportaredimeno.

Anatre

Ilgiornoprimadell’ultimogiornodiscuola,ilsignorKiapmihachiamatonelsuoufficioperdirmicheeranoriuscitiaprocurarsiinomideiragazziditerzadellagitanatura.Mihalettounamanciatadinomichepermenonsignificavanoassolutamentenulla,quindihapronunciatol’ultimo:«EdwardJohnson».

«Hoannuito».

«Tidiceniente?»mihachiesto.

«LorolochiamanoEddie».

«Giusto. Be’, hanno trovato questo nell’armadietto di Edward» emi ha allungato quanto restavadella cuffia con i miei apparecchi acustici. L’auricolare di destra era completamente andato e ilsinistro era danneggiato. La fascia che li collegava, la parte di Lobot, era ripiegata all’ingiù nelmezzo.

«Lasuascuolavuolesapereseintendidenunciarlo»hadettoilsignorKiap.

Hoguardatoimieiauricolari.

«No,noncredo»hoalzatolespalle.«Menehannogiàfattounpaionuovi,inognicaso».

«Mhm. Perché non ne parli con i tuoi genitori stasera? Chiamerò tua mamma domattina perdiscuterneancheconlei».

«Andrebberoinprigione?»

«No, niente prigione. Ma è probabile che finirebbero in riformatorio. E forse imparerebbero lalezione,così».

«Sifidi:questoEddienonimpareràproprionessunalezione»hoscherzato.

IlsignorKiapsièsedutodietrolascrivania.

«Perchénontisiediunsecondo,Auggie?»hadetto.

Houbbidito.Sullascrivaniac’erano lestesse identichecosedellaprimavolta incuiavevomessopiede nel suo ufficio, l’estate prima: lo stesso cubo con gli specchietti, lo stesso piccolomappamondochefluttuavaperaria.Misembravafossesuccessotuttosecoliprima.

«Difficilecrederechequest’annosiaquasi finito,eh?»hadetto il signorKiap,neanchemistesseleggendonelpensiero.

«Già».

«Èstatounbuonannoperte,Auggie?Èandatabene?»

«Sì,èandatabene»hoannuito.

«Lo so che dal punto di vista del profitto è stato un anno eccezionale per te. Sei uno dei nostristudentimigliori.Ecomplimentiperilriconoscimentodell’HighHonorRoll».

«Grazie.Già,forte».

«Peròsocheèstatounannochehaavutoanchelasuapartedialtiebassi»haaggiuntoinarcandolesopracciglia.«Disicuroquellaseraallariservanaturaleèstatounodeibassi».

«Già»hoannuito.«Maèanchestatounodeglialti».

«Inchesenso?»

«Be’,sa,ilmodoincuiglialtrimihannodifesoerobadelgenere…»

«Quelloèstatofantastico»haconcordatoluisorridendo.

«Vero».

«SocheascuolalecosenonsonoandatepropriolisceconJulian,avolte».

Devoammetterlo:ilsignorKiapmihacoltodisorpresa,conquell’affermazione.

«Èalcorrentediquellocheèsuccesso?»glihochiesto.

«Ipresidisannocomevenireasapereunmucchiodicose».

«Tipocheavetedelletelecameredisicurezzanascosteneicorridoi?»hoscherzato.

«Emicrospieovunque»haribaditoluiridendo.

«No,sulserio?»

Harisodinuovo.«No,nonsulserio».

«Ah!»

«Ma i professori sanno molte più cose di quanto non credano gli alunni, Auggie. E mi sarebbepiaciutochetueJackfostevenutidame,perquellastoriadeibigliettiniconlecattiveriechesonostatilasciatineivostriarmadietti».

«Macomefaasaperlo?»hoinsistito.

«Tel’hodetto:ipresidisannotutto».

«Nonèstatopoiungranproblema»horisposto.«Epoi,anchenoiabbiamoscrittodeibigliettini».

IlsignorKiaphasorriso.«Nonsosesiaancoracosadidominiopubblico»haproseguito.«Ancheselosaràprestoinognicaso,maJulianAlbansnontorneràallaBeecherPrepl’annoprossimo».

«Come?!?»hoesclamato.Sinceramentenonsonoriuscitoanasconderequantofossisorpreso.

«IsuoigenitorinonsonoconvintichelaBeecherPrepsialascuolagiustaperlui»haproseguitoilsignorKiap,facendospallucce.

«Uau,questasìcheèunanotizia»hodetto.

«Già,pensavodovessisaperlo».

Poi,dicolpo,honotatocheildisegnodellazuccaappesoallaparetedietrolascrivaniaerasparitoecheilmiodisegno,ilmio“Autoritrattoinformadianimale”cheavevofattoperlaMostrad’ArtediInizioAnno,adessoeraincorniciatoeappesodietrolascrivania.

«Ehi,maquelloèmio!»hoesclamatoindicandolo.

Il signor Kiap si è girato come se non sapesse di cosa stavo parlando. «Oh, è vero!» ha detto,battendosilamanosullafronte.«Eradamesichevolevofartelovedere».

«Ilmioautoritrattocomeanatra»hoannuito.

«Mipiacequellavoro,Auggie»hadettolui.«Equandolatuaprofessoressadistoriadell’artemelohamostrato le ho chiesto se potevo tenerlo per appenderlo allamia parete. Spero tu non abbianienteincontrario».

«Oh,già!Certo!Machecosaneèstatodelritrattodellazucca?»

«Èpropriodietrodite».

«Ah,eccolo.Carino».

«Te lo volevo chiedere da quando l’ho appeso…» ha aggiunto il signor Kiap guardando il miodisegno.«Comemaihaidecisodirappresentartipropriocomeun’anatra?»

«Inchesenso?»horisposto.«Erailcompito».

«Sì,maperchéproprioun’anatra?»hainsistitolui.«Sbaglio,sedicocheèstatoperquellastoria…ehm,dell’anatroccolochesitrasformaincigno?»

«No»horispostoridendoescuotendolatesta.«Èperchécredodavverodisomigliareaun’anatra».

«Oh!»hafattoilsignorKiap,spalancandogliocchi.Poihacominciatoaridere.«Sulserio?Bah.Epensare che io andavo in cerca di un simbolismo o dimetafore e, ehm… a volte un’anatra è unanatraebasta!»

«Sì,immaginosiacosì»hoconcluso,nonafferrandoesattamenteperchépensassechelacosafossecosìdivertente.IlsignorKiaphacontinuatoarideredisestessoperunbuontrentasecondi.

«Adognimodo,Auggie,graziedellachiacchierata»hadettoallafine.«Vogliosolochetusappiacheèun veropiacere averti qui allaBeecherPrep e chenon vedo l’ora che sia l’annoprossimo»haallungatolamanoattraversolascrivaniaecelasiamostretta.«Civediamodomaniperlacerimoniadeidiplomi».

«Adomani,signorKiap».

L’ultimoprecetto

Eccocosac’erascrittosullalavagnadelsignorBrownequandosiamoentratinellaclassediinglesel’ultimogiorno:

PRECETTODIGIUGNODELSIGNORBROWNE

Vivil’oggiecercailsole!

(ThePolyphonicSpree)

BUONEVACANZEESTIVE,CLASSEIB!

ÈSTATOUNANNOFANTASTICOESIETESTATIUN’OTTIMACLASSE.

Sevenericordate,speditemiunacartolinaquest’estate

conilVOSTROprecettopersonale,perfavore.

Puòesserequalcosachevisietefattivenireinmentedasoli,oppurequalcosacheavetelettodaqualcheparte

echehaunparticolaresignificatopervoi

(intalcaso,nondimenticatelafonte,viprego!).

Nonvedol’oradiriceverle.

TOMBROWNE

563SEBASTIANPLACE

BRONX,NY10053

Giùilsipario

Lacerimoniadeidiplomi si è tenutanell’auditoriumdella scuola superiore.C’erano soloquindiciminutidistradaapiedi,dacasanostraall’edificiodell’altrascuola,mapapàmicihaaccompagnatoinmacchina perché ero vestito di tutto punto e avevo delle scarpe nere nuove di zecca che nonavevoancoramaimesso,enonvolevochemifacesseromaleipiedi.

Glistudentisarebberodovutiarrivareall’auditoriumun’oraprimadell’iniziodellacerimonia,manoisiamoarrivati inanticipo,perciòsiamorimastiseduti inmacchinaadaspettare.Papàhaaccesoillettore CD ed è partita la nostra canzone preferita. Abbiamo sorriso tutti e due e abbiamo

cominciatoamuoverelatestatenendoiltempoconlamusica.

Papàcantavaseguendolacanzone:

AndywouldbicycleacrosstownintheraintobringyouCandy

«Ehi,èdrittalamiacravatta?»hochiesto.

Mihaguardatoemel’haraddrizzataunpochino,mentrecontinuavaacantare:

andJohnwouldbuythegownforyoutoweartotheProm…

«Eicapelli,mistannobene?»hochiesto.

Papàhasorrisoeannuito.«Perfetti»hadetto.«Staid’incanto,Auggie».

«Via ci ha messo del gel stamattina» gli ho spiegato, abbassando lo specchietto retrovisore eguardandomicidentro.«Nontisembranotroppogonfi?»

«No,staidaDio,Auggie.Noncredotuliabbiamaiavuticosìcortiprimad’ora,vero?»

«Vero,lihotagliatiieri.Pensomifacciasembrarepiùgrande,no?»

«Macerto!»Papàstavasorridendo,mentremiguardavaeannuiva.

ButI’mtheluckiestguyonthelowereastside

'CauseI’vegotwheelsandyouwanttogoforaride

«Maguardati,Auggie!»mihadettosorridendodaunorecchioall’altro.«Guardati,cosìadultoedelegante.Nonpossocrederechestaiperpassareinsecondamedia!»

«Loso,èabbastanzaincredibile,vero?»hoannuito.

«Sembraierichehaicominciato».

«Teloricordi,cheavevoancorailtreccinodiGuerreStellarichemipenzolavadietrolatesta?»

«Oddio,hairagione»hafattolui,sfregandosiilpalmodellamanosullafronte.

«Tuloodiaviqueltreccino,veropapà?»

«Odiareèunaparolagrossa,maunacosaècerta:nonmipiaceva».

«Loodiavi,dai,ammettilo»l’hopresoingiro.

«No, non lo odiavo» ha sorriso, scuotendo la testa. «Però ammetto che odiavo quel casco daastronautachenontitoglievimai,tiricordi?»

«QuellochemiavevaregalatoMiranda?Certochemeloricordo!Cel’avevosempreintesta».

«BuonDioseloodiavo,quell’affare»hadettopapàridendo,quasipiùdiséchedime.

«Erotalmentedisperatoquandoèsparito»hofattoio.

«Oh,nonèsparito»harispostoluicomesenullafosse.«Sonostatoiochel’hobuttatovia».

«No,aspetta.Come?»horibattutoio.Intuttasincerità:pensavodinonaversentitobene.

Thedayisbeautifulandsoareyou

stavacantandomiopadre.

«Papà!»hoesclamato,abbassandoilvolume.

«Cosa?»hafattolui.

«L’haibuttatovia?!?»

Finalmente si è voltato aguardarmi e solo allora si è reso contodi quanto fossi arrabbiato.Nonpotevocrederechefossecosìtranquillo.Sì,insomma,permequellaerastataunaconfessionedella

massimaimportanzaeluisicomportavacomesefosseunabazzecola.

«Nonriuscivopiùasopportaredivederticonquelcosocheticopriva la faccia,Auggie»hadettoimbarazzato.

«Ma a me piaceva quel casco, papà! Significava moltissimo per me! Ed ero davvero disperatoquandononloabbiamopiùtrovato…nontiricordi?»

«Certochemenericordo,Auggie»hadettopiano.«Oh,Auggie,nonesserearrabbiato.Midispiace.Èsolochenonpotevopiùsopportaredivederticonquelcosointesta,capisci?Nonpensavofosseunacosabuonaperte»stavacercandodiguardarminegliocchi,maiononloguardavo.

«Eddai,Auggie,cercadicapire,tiprego»haproseguitolui,mettendomiunamanosottoilmentoevoltandomi la faccia dalla sua parte. «Indossavi quel casco tutto il santo giorno. E la vera, vera,verissimaveritàèquesta:avevonostalgiadellatuafaccia,Auggie,mimancava.Loso,cheatenonsemprepiace,matudevicapireche…iolaamo.Ioamolatuafaccia,Auggie, inmodoassolutoeappassionato. Emi spezzava il cuore, in un certo senso, che tu te la coprissi sempre»mi stavaguardandostrizzandogliocchi,comesevolessedavverocheiocapissi.

«Lamammalosa?»glihochiesto.

Haspalancatogliocchi.«Certocheno.Staischerzando?Miavrebbeucciso!»

«Hadistruttomezzacasapercercarequelcasco,papà»glihodetto.«Vogliodire,hapassatotipounasettimanaacercarloinogniarmadio,inlavanderia,dappertutto».

«Loso!»haesclamato.«Èperquestochemiavrebbeucciso!»

Esubitodopomihaguardatoequalcosanellasuaespressionemiha fattoveniredaridere,cosachehafattospalancarelaboccaaluicomeseglifosseappenavenutoinmentequalcos’altro.

«Ehi,aspettaunminuto,Auggie»hadetto,puntandomiunditocontro.«Mideviprometterechenondiraimaiallamammanientedituttoquesto».

Hosorrisoemisonosfregatolemani,comesefossidifronteaunatavolaimbanditadidolci.

«Dunque, vediamo» ho detto accarezzandomi il mento. «Voglio la nuova Xbox, che esce il meseprossimo.Evoglioassolutamenteavereunamiamacchinapersonalenelgirodiseianni,sarebbecarinaunaPorscherossa,e…»

Papàhacominciatoa ridere.Mipiacequandosono ioa far ridere lui,vistochesolitamenteè luil’uomospiritosochefarideretuttiglialtri.

«Oddio,oddio»hadettoscuotendolatesta.«Seidavverodiventatogrande».

Era cominciato il pezzo della canzone che più ci piace, perciò ho alzato il volume. E abbiamocominciatoacantaretuttiedue.

CauseI’mtheugliestguyonthelowereastside

ButI’vegotwheelsandyouwanttogoforaride

Wanttogoforariiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiide4

Cantavamosemprequest’ultimaparteasquarciagola,cercandoditenerel’ultimanotatantoquantoiltiziochelacantava,cosachecifacevasemprepiegareinduedallerisate.Ementreridevamoacrepapelle,cisiamoaccorticheeraarrivatoJackechestavavenendoversolanostramacchina.

Hofattoperscendere.

«Aspetta»hadettopapà.«Voglioesseresicurochetumiabbiaperdonato,vabene?»

«Sì,tiperdono».

Mihaguardatoriconoscente.«Grazie».

«Manonpermettertimaipiùdibuttareviaunamiacosaqualunquesenzadirmelo!»

«Promesso».

HoapertolaportieraesonoscesonelmomentoesattoincuiarrivavaJack.

«Ciao,Jack»l’hosalutato.

«Ciao,Auggie.Salve,signorPullman»hadettoJack.

«Comeva,Jack?»hafattopapà.

«Civediamopiùtardi,papà»hodettoio,richiudendolaportiera.

«Buona fortuna, ragazzi!» ci ha gridato dietro lui, tirando giù il finestrino. «Vi aspetto di là daltraguardo!»

Loabbiamosalutatocon lamanomentre lui riaccendeva ilmotoree ripartiva,mapoi iogli sonocorsodietroeluihafermatolamacchina.Hoinfilatolatestanelfinestrino,cosìJacknonavrebbesentitoquelcheglistavoperdire.

«Ehi,potresteevitaredisbaciucchiarmitroppo,dopolacerimonia?»glihochiestopiano.«Èunpo’imbarazzante».

«Faròdelmiomeglio».

«Cipensituadirloancheallamamma?»

«Nonpensocheleiriusciràatrattenersi,Auggie,mariferiròilmessaggio».

«Ciao,carovecchiobabbo».

«Ciao,figliomioadorato».

Prendetepostotutti

IoeJackcisiamoincamminatisubitodietrounacoppiadistudentidisecondaversol’edificioepoiliabbiamo seguiti fino all’auditorium. La signora G stava davanti all’ingresso a distribuire iprogrammieaspiegareairagazzidoveandare.«Quellidiprimainfondoalcorridoioasinistra»hadetto.«Equellidisecondaadestra.Tuttidentro.Venite.Buongiorno.Raggiungetelavostrazona.Studentidiprimaasinistra,studentidisecondaadestra…»

Dentro,l’auditoriumeragigantesco.Enormilampadariabraccialuccicanti.Paretidivellutorosso.Filee filee filedisedili imbottiti, finoalpalco immenso.Abbiamocominciatoascendere lungo ilcorridoio centrale e abbiamo seguito le indicazioni per gli studenti di prima, che portavano inun’ampia stanza a sinistra del palcoscenico. All’interno c’erano quattro file di sedie pieghevolirivolteversolapartefrontaledell’aula,dovestavalasignoraRubin,chenonappenasiamoentraticihasalutaticonuncennodellamano.

«D’accordo, ragazzi, sedetevi. Prendete posto» stava dicendo indicando le file di sedie. «Nondimenticatevi che dovete sedervi in ordine alfabetico. Forza, prendete posto, tutti quanti». Nonerano ancora arrivatimolti ragazzi e quelli che erano già lì non la stavano ascoltando. Io e Jackavevamoingaggiatouncombattimentodispadeconinostriprogrammiarrotolati.

«Ciao,ragazzi».EraSummer,dietrodinoi.Indossavaunabitorosachiaroe,credo,ancheunfiloditrucco.

«Uau,Summer,seifantastica»lehodetto,perchéloeraveramente.

«Dicisulserio?Grazie,anchetustaibenissimo,Auggie».

«Già,staipropriobene,Summer»haconfermatoJack, inuntonochevolevasembrarecasuale.EperlaprimavoltamisonoresocontocheJacksierapresounacottaperlei.

«Ècosìemozionante,vero?»hadettoSummer.

«Sì,unpo’»horisposto,annuendo.

«Oddio,guardateunpo’questoprogramma»hadettoJack,grattandosi lafronte.«Dovremostarequituttolostramaledettogiorno».

Misonoconcentratosulfoglio.

Benvenutodeldirettoredelcomplessoscolastico:

Dr.HaroldJansen

Discorsodelpresidedellascuolamedia:

signorLawrenceKiap

“LightandDay”

corodellascuolamedia

Interventoperglistudentidiprimamedia:

XimenaChin

Pachelbel:“CanoninD”

Orchestradacameradiinsiemedellascuolamedia

Interventoperglistudentidisecondamedia:

MarkAntoniak

“UnderPressure”

corodellascuolamedia

Discorsodellavicepresidedellascuolamedia

signoraJenniferRubin

Presentazionedeipremi(vediretro)

Appellodeglistudenti

«Perchédicicosì?»hochiesto.

«PerchéidiscorsidelsignorJansenduranounavita»hadettoJack.«Èpersinopeggiodelpreside!»

«Miamammamiharaccontatocheleisièappisolataperdavveroquandohaparlatol’annoscorso»haaggiuntoSummer.

«Checos’èlapresentazionedeipremi?»hochiesto.

«Èdovedannolamedagliaallesecchiepiùsecchieditutti»harispostoJack.«IlchevuoldirecheCharlotte e Ximena vinceranno tutto quello che si può vincere in primamedia, così come hannovintotuttoinquartaequintaelementare».

«Einterzano?»hochiestoridendo.

«Glianniprimanoncisonopremi»miharispostoJack.

«Magariquest’annovinceraitu,invece»hoscherzato.

«Impossibile, ameno chenon riconoscanounpremio almiglior giocatorediCounterStrike!» haribattutoluiridendo.

«Sedetevi tutti!» ha cominciato a strillare la signora Rubin, più forte adesso, come se si fossestufata del fatto che nessuno la stesse ascoltando. «Abbiamo unmucchio di cose da fare, perciòsedetevi.Enondimenticatevidifarloinordinealfabetico!DallaAallaGsieteinprimafila!DallaHallaNinseconda;dallaOallaQinterza;edallaRallaZinultima.Forza,ragazzi».

«Megliocheandiamoasederci»hadettoSummer,incamminandosiversolesediedavanti.

«Ehi, ragazzi, dovete venire assolutamente a casamia quando tutto sarà finito, va bene?» le hogridatodietro.

«Macerto!»hafattolei,andandoasedersidifiancoaXimenaChin.

«EdaquandoSummerèdiventatacosìcarinaeinteressante?»mihamormoratoJacknell’orecchio.

«Sta’zitto,amico»hodettoridendo,mentrecidirigevamoversolaterzafiladiseggiole.

«Dicosulserio,quandoèsuccesso?»habisbigliatoJack,occupandolasediavicinoallamia.

«SignorWill!»hagridatolasignoraRubin.«L’ultimavoltachehocontrollato,laWstavafralaRelaZ,osbaglio?»

Jackl’haguardataconariaebete.

«Seinellafilasbagliata,amico!»glihospiegato.

«Davvero?»elafacciachehafattomentresialzavapercambiarediposto,cheeraunmiscugliofraunochesembrava inunostatodi confusione totaleeunocheavesseappena fattounoscherzoaqualcunaltro,mihafattopiegareinduedallerisate.

Unacosasemplice

Circaun’orapiù tardistavamotutti sedutinelgigantescoauditorium, inattesache il signorKiaprivolgesseilsuo“discorsoallascuolamedia”.Lasalaerapiùgrandediquelchemieroimmaginato,più grande persino di quella della scuola di Via.Mi sono guardato intorno e ci saranno state unmilionedipersonefrailpubblico.D’accordo,nonunmilione,maeranodavverounsacco.

«Grazie,direttoreJansen,perlegentilissimeparoledellasuaintroduzione»hadettoilsignorKiap,standodietro ilpodioposizionato inmezzoalpalcoeparlandoalmicrofono.«Benvenuti,colleghiprofessori…Benvenuti,genitorienonni,amicieragguardevoliospiti,benvenutiaimieistudentidiprimaesecondamedia…BenvenutiallacerimoniadeidiplomidellascuolamediaBeecherPrep!!!»

Tuttihannoapplaudito.

«Ognianno»haproseguitoilsignorKiap,leggendodagliappunticongliocchialidapresbiteposatisullapuntadelnaso«michiedonodifareduediscorsiinquestaoccasione:unoperlacerimoniadeidiplomidi primae secondamediadi oggi, eunoper la cerimoniadi terzamedia che si svolgeràdomani.Eogniannomidico:vediamoseriescoaridurreilmiolavoroeascrivereununicodiscorsochepotreiusareinentrambelesituazioni.Nonsembrerebbeunacosatantodifficile,vero?Eppure,ogniannofiniscoconilprepararmiduediscorsidiversi,adispettodellemieintenzioni,efinalmentequest’anno ne ho compresa la ragione. Non è, come potreste ipotizzare, semplicemente perchédomanimirivolgeròadeiragazzipiùgrandi,conun’esperienzadiscuolamediaoramaiampiamenteallelorospalle,mentrelavostraesperienzadistudentidiscuolamediastaingranmisuraancoradavanti a voi. No, credo che ciò abbia più a che fare con questa etàmolto particolare in cui vitrovateora,conquestomomentospecialedellavostravitache,anchedopovent’annichefrequentoglistudentidellavostraetà,ancoramicommuove.Perchévoivitrovatesuquestaspeciedicrinale,ragazzi.Sietealconfinefral’infanziaetuttociòchevienedopo.Sieteinunafaseditransizione.Citroviamo tutti qui»haproseguito il signorKiap, e si è toltogli occhiali per indicare tutti noi nelpubblico «tutti i vostri parenti, amici e insegnanti, per celebrare non solo i risultati che aveteconseguitonelloscorsoanno,studentidellamediaBeecher…maanchelevostreinfinitepossibilità.Se riflettete su questo anno appena trascorso, voglio che ciascuno di voi consideri dove si trovaadessoedovesitrovavaprima.Sietediventatituttiunpo’piùalti,unpo’piùrobustieunpo’piùintelligenti…vogliosperare».

Aquestopuntoqualcherisatinaèuscitadalpubblico.

«Mailmodomigliorepermisurarequantosietedavverocresciutinonèincentimetriocontandoilnumeroditraguardicheavetevarcatolungoilpercorsoenemmenoconsiderarelamediadeivostrivoti;anchesetuttequestecosesonoimportanti,certamente.Maèdaciòcheavetefattodelvostrotempo,dalmodoincuiavetetrascorsolevostregiornateedallepersonecheaveteconosciutonelcorso di quest’anno. È questa, a mio parere, la più grande misura del successo. C’è una frasemeravigliosa, in un libro di J.M. Barrie; e, no, non si tratta diPeter Pan e non ho intenzione dichiedervidiapplaudiresecredetenellefavole…»

Quituttihannorisodinuovo.

«Ma inunaltro librodi J.M.Barrie che si intitolaL’uccellinobianco… l’autore scrive…» il signorKiaphacominciatoa sfogliareun libriccinoposato sulpodio finchénonha trovato lapaginachestavacercando,epoisièmessogliocchiali.«“Nondovremmoforseinventareunanuovaregoladivita…cioècercarediesseresempreunpo’piùgentilidelnecessario?”»

A questo punto il signor Kiap ha alzato gli occhi sul pubblico. «Più gentili del necessario» haripetuto.«Che frasemeravigliosa,nonècosì?Piùgentilidelnecessario.Perchénonè sufficienteesseregentili.Bisognaesserepiùgentilidiquantocivienerichiesto.Ilmotivopercuiamoquestafrase,questoconcetto,èperchémi rammentacheportiamoconnoi, inquantoesseriumani,non

solo lacapacitàdiesseregentili,maprimadi tutto lagentilezzacomeverasceltadivita.Ecosasignifica,questo?Qualèl’unitàdimisura?Nonsipuòusarecertoilmetro.Èpropriocomedicevoun momento fa: non è come misurare quanto siete cresciuti di altezza in un anno. Non èesattamentequantificabile,giusto?Comefacciamoasaperesesiamostatigentili?Checos’è,esseregentili,inultimaanalisi?»

IlsignorKiapsièrimessogliocchialieharicominciatoasfogliareillibriccino.

«C’èunaltropassaggiodiunaltrolibrochevorreicondividereconvoi»haproseguito.«Seavreteunattimodipazienzamentrevelocerco…Ah,eccoci.InSottol’occhiodell’orologiodiChristopherNolan, il personaggio principale è un giovane che si trova a dover affrontare alcune sfideeccezionali.Ec’èquestopezzoincuiqualcunoloaiuta:unragazzodellasuaclasse.Inapparenza,sitratta solo di un piccolo gesto. Ma per questo giovane, il cui nome è Joseph, è… be’, se me loconcedete…»

Sièschiaritolavoceehalettodallibro:

«“ErainmomenticomequellocheJosephriconoscevailvoltodiDionellasuaformaumana.Brillavanellagentilezza chegli altrimanifestavanoversodi lui, splendevanel loroardore, si nascondevanellaloropremura,erainverounacarezzanellorosguardo”».

IlsignorKiaphafattounapausaesiètoltonuovamentegliocchiali:«Brillavanellagentilezzacheglialtrimanifestavanoversodilui»haripetuto,sorridendo.«Unacosacosìsemplice,lagentilezza.Cosìsemplice.Unabuonaparoladiincoraggiamentoquandosenehabisogno.Ungestodiamicizia.Unsorrisofugace».

Harichiusoillibro,lohaposatoesièsportoinavantidalpodio.

«Ragazzi, quello che volevo trasmettervi oggi è una comprensione del valore di questa cosa cosìsemplice che si chiama gentilezza. Ed è tutto ciò che voglio affidarvi quest’oggi. So che vadotristementefamosoperlamia…ehm…verbosità…»

E qui tutti hanno riso un’altra volta. Penso il signor Kiap sapesse di essere conosciuto per lalungagginedeisuoidiscorsi.

«…ma ciò che voglio che voi, imiei studenti, portiate con voi della vostra esperienza di scuolamedia»haproseguito «è la certezza che, nel futuro che voi stessi vi andrete costruendo, tutto èpossibile.Seognisingolapersonapresenteinquestasalaassumessecomeregolaquelladicercare,ovunquesitrovieognivoltacheneabbialapossibilità,dicomportarsiinmodounpo’piùgentiledelnecessario, qualcunaltro, daqualcheparte, ungiorno,qualcunaltropotrebbe riconoscere invoi,inognunodivoi,ilvoltodiDio».

Hafattounapausaealzatolespalle.

«Odiqualsivogliarappresentazionespiritualepoliticamentecorrettadelladivinitàuniversaleincuivi troviatea credere»haaggiunto rapidamente, sorridendo, cosa cheha suscitatounmucchiodirisatee tonnellatediapplausi, specialmentedalleultime filedell’auditorium incuieranoseduti igenitori.

Premi

Mièpiaciuto ildiscorsodelpreside,ma lodevoammettere:hopersoquae là laconcentrazionedurantealcunideglialtridiscorsi.

MisonosintonizzatodinuovoquandolasignoraRubinhacominciatoaleggereinomideiragazzicheavevanoottenutoilriconoscimentodell’HighHonorRoll,perchéciavevanodettocheognunodinoi avrebbe dovuto alzarsi in piedi se avesse sentito il proprio. Perciò sono rimasto in attesa disentirmi chiamare, mentre la prof scorreva l’elenco in ordine alfabetico. Reid Kingsley. MayaMarkowitz.AugustPullman.Misonoalzato.Poi,quandoleihafinitodileggereinomi,hachiestoatuttinoidivoltarciversoilpubblicoedifareuninchinoetuttihannoapplaudito.

Nonhoideadidovepotesseroessereseduti,inquellaressa,imieigenitori.Tuttoquelcheriuscivoa vedere erano i lampi di luce di chi scattava le foto e i genitori che salutavano con la mano irispettivi figli. Mi sono immaginato la mamma che si sbracciava in un qualche puntodell’auditorium,anchesenonriuscivoavederla.

PoiilsignorKiapètornatoalpodioperpresentarelemedaglieperl’eccellenzanelprofittoeJacknon ci era andato lontano:XimenaChinha vinto lamedaglia d’oroper “l’assoluta eccellenzanel

profitto fra tutti gli studenti del suo anno”. A Charlotte è toccata quella d’argento. Charlotte hapreso anche la medaglia d’oro per la musica. Amos ha vinto la medaglia d’oro per l’eccellenzaassolutaneglisport,cosadicuisonostatomoltofeliceperché,dallagitaallariserva,consideravoAmosunodeimieimiglioriamiciascuola.MamisonoemozionatoveramentetantoquandoilsignorKiaphachiamatoSummerperlamedagliad’oroinscritturacreativa.HovistoSummercoprirsilabocca con lamanoquandoha detto il suo nome e quando è salita sul palco io ho strillato: «Vai,Summer!»piùfortechepotevo,anchesenoncredomiabbiasentito.

Quandoanche l’ultimonomeè stato chiamato, tutti i ragazzi che avevanoappenaottenuto i variriconoscimentieranoinpiedisulpalco,unodifiancoall’altro,eilsignorKiaphadettoalpubblico:«Signore e signori, sono molto orgoglioso di presentarvi i migliori studenti di quest’anno allaBeecherPrepSchool.Congratulazioniatuttivoi!».

Hoapplaudito,mentreiragazzisulpalcofacevanol’inchino.ErocosìfeliceperSummer.

«L’ultimopremiodiquestamattina»hadettoilsignorKiapdopocheiragazzieranoscesidalpalcopertornareasedersiaipropriposti«èlamedagliaHenryWardBeecherperonorarequeglistudentichesisonofattinotareohannoavutouncomportamentoesemplareincertiambiti,durantequestoanno scolastico. In particolare, questa medaglia è il nostro modo per riconoscere azioni divolontariatooservizioallascuola».

Ho pensato subito che sarebbe stataCharlotte a prendere lamedaglia, perché quest’anno avevaorganizzatol’imbiancaturadellepareti,perciòmisonodinuovounpo’deconcentrato.Hoguardatol’orologio:10:56.Cominciavaavenirmiuncertoqualeappetito.

«Henry Ward Beecher fu, naturalmente, l’abolizionista e strenuo difensore dei diritti umani deldiciannovesimosecolodacuiquestascuolahapresoilnome»stavadicendoilsignorKiapquandohodinuovorivoltoaluilamiaattenzione.

«Rileggendo lasuavitaperprepararmiaquestapremiazione,misono imbattuto inunpassaggioscrittodaluichemisembravaparticolarmentepertinenteconitemichehotoccatoprima,temisucuiho rimuginato lungo tutto il corsodell’anno.Nonsolo lanaturadellagentilezza,maanche lanatura della gentilezza di una persona in particolare. La forza dell’amicizia di una persona inparticolare. L’esame del carattere, di una persona in particolare. La forza del coraggio, di unapersonainparticolare…»

Aquestopuntoèsuccessaunacosastranissima:lavocedelsignorKiapsièincrinataappena,comese,tutt’auntratto,glifosseandatoqualcosaditraverso.Cosìsièschiaritolagolaehabevutounsorsod’acqua.Eiohoprestatolamiaattenzione,perdavveroadesso,aquelchestavaperdire.

«Laforzadelcoraggiodiunapersonainparticolare»haripetutopiano,annuendoesorridendo.Haalzatolamanodestra,aenumerarelecose.«Coraggio.Gentilezza.Amicizia.Carattere.Sonoquestele qualità che ci definiscono come esseri umani e che ci sospingono, di tanto in tanto, verso lanostragrandezza.EdèaquestocheèdedicatalamedagliaHanryWardBeecher:alriconoscimentodiunqualchegeneredigrandezza.Macomefare,adattribuirla?Comesipuòmisurareunconcettocomelagrandezzaumanadiunapersona?Dinuovo,nonesisteunmetroperquestogeneredicose.Come possiamo definirla, alla fin fine? Be’, in verità Beecher aveva una risposta anche a questadomanda».

Il signor Kiap si èmesso di nuovo gli occhiali da lettura, ha sfogliato il libro e ha cominciato aleggere.

«“Lagrandezza”hascrittoBeecher“nonrisiedenell’essereforti,manelgiustousochesifadellaforza.Èilpiùgrandecoluilacuiforzatrascinailmaggiornumerodicuori…”».

Edinuovo,dipuntoinbianco,qualcosaglièandatoditraverso.Sièmessodueditasullabocca,primadiproseguire.

«“È il più grande» ha ripreso «colui la cui forza trascina il maggior numero di cuori grazie alrichiamo del proprio”. Perciò, e senza ulteriori indugi, quest’anno sono molto orgoglioso diconsegnare lamedagliaHenryWardBeecherallo studente la cui forza tranquillaha trascinato ilmaggiornumerodicuori.Quindi,AugustPullman,vuoiperfavoresaliresulpalcoariceverequestoriconoscimento?»

Fluttuando

La gente ha cominciato ad applaudire prima che le parole del signor Kiap venissero veramenteregistrate dalmio cervello.Ho sentitoMaya, seduta vicino ame, fare un piccolo urletto di gioia

quandohasentitoilmionomeeMiles,cheeradall’altrolato,mihadatounapaccasullaschiena.«Alzati, in piedi!» hanno detto i ragazzini intorno a me e ho sentito un sacco di mani che mispingevanoper farmialzaredallasediaemiguidavanoverso l’estremitàdella fila,dandomialtrepacche o anche il cinque: «Continua così, Auggie! Ben fatto, Auggie!». Ho sentito persino chequalcunofacevailtifoperme:«Aug-gie!Aug-gie!»misonogiratoehovistocheaguidareilcoroeraJack,ipugniinaria,chesorridevaemifacevasegnodiproseguire,mentreAmosgridavaconlemaniamegafono:«Yu-huuu,piccoletto!».

PoihovistoSummersorriderementrepassavoaccantoallasuafiladisedieequandosièaccortachelaguardavomihamostratounpiccolopollicealzatoehasillabatosilenziosamenteconlaboccaun “Grande, Auggie”. Ho riso e scosso la testa, come se stentassi a crederci. E veramente nonriuscivoacrederci.

Pensochestessisorridendo.Forseeroaddiritturaraggiante,nonso.Mentrerisalivoilcorridoioindirezione del palco, tutto quel che vedevo era un turbinio di volti luminosi di felicità che miguardavano,emanicheapplaudivanoperme.Ehosentitolagentechemistrillavacosetipo:«Telomeriti, Auggie! Ottimo, Auggie!».Ho visto tutti imiei professori nel corridoio centrale, il signorBrowne,lasignoraPetosa,ilsignorRoche,lasignoraAtanabi,l’infermieraMollyetuttiglialtri:estavanofacendoiltifo,chiamandoefischiandoinmioonore.

Mi sentivo come se stessi fluttuando. Era così strano. Come se il solemi stesse splendendo allamassimapotenzasullafacciaeilventocistessesoffiandocontro.MentremiavvicinavoalpalcohovistolasignoraRubinchemifacevaciaoconlamanodallafiladavantie,subitoaccantoalei,c’erala signoraG, che stavapiangendo inmodo isterico –unpiantodi gioia – senza smettereun soloistante di sorridere e battere le mani. E intanto che salivo i gradini che portavano sul palco èsuccessa la cosa più strabiliante di tutte: tutti hanno cominciato ad alzarsi in piedi. Non solo leprime file,ma tutto quanto il pubblico si è alzato in piedi, urlando, gridando e battendo lemanicomepazzi.Unastandingovationinpienaregola.Perme.

HoattraversatoilpalcoscenicodirigendomiversoilsignorKiap,chemihastrettounamanousandoentrambe le sue emi ha bisbigliato all’orecchio: «Ben fatto, Auggie». Poimi ha fatto passare lamedagliad’orodasopralatesta,propriocomefannoalleOlimpiadiemihafattovoltareinmodocheguardassi il pubblico.Mi sono sentito come se stessi guardandome stesso in un film, quasi,comesefossiqualcunaltro.Èstatounpo’comenell’ultimascenadiGuerreStellariEpisodioIV-Unanuovasperanza,quandoLukeSkywalker,HanSoloeChewbaccaricevonol’applausoperaverdistruttolaMorteNera.Riuscivoquasiasentirelacolonnasonoradelfilmrisuonarminellatesta,mentremenestavolìinpiedisulpalco.

Noneronemmenobensicurodiqualefosseilmotivopercuimistavanodandoquellamedaglia,inverità.

No,questononèvero.Losapevo,ilperché.

È come succede con quelle persone che si vedono in giro ogni tanto, quando non riesci aimmaginarecomesarebbesefossituquellapersona,tipoqualcunochestasuunasediaarotelleoqualcunochenonèingradodiparlare.L’unicadifferenzaècheiosapevodiesserequelgeneredipersonaperglialtri,forseperognisingolapersonapresenteinquell’auditorium.

Perme,però,iosonosoloio.Unragazzocometuttiglialtri.

Ma,ehi,sepropriovoglionodarmiunamedagliaperchésonomestesso,amestabene.Laaccetto.Non ho distrutto laMorteNera né niente del genere,ma sono appena riuscito a uscire indennedallaprimamedia.Cosanonfacileequestoanchesenzaessereme.

Fotografie

Dopodichéc’èstatounrinfrescoperglistudentidiprimaesecondamediasottounenormetendonebiancoallestitosulretrodellascuola.Tuttiiragazzihannotrovatoirispettivigenitorienonmihapernienteinfastiditoquandomammaepapàmihannoabbracciatoforsennatamente,oquandoViamihastrettofralebracciaemihafattooscillareadestraeasinistraunaventinadivoltecirca.PoièstatalavoltadiPoppaeTata,chemihannoabbracciato,ediziaKateezioPo,zioBen:tuttitipocongliocchilucidieleguanceumide.MaMirandaèstatalapiùbuffa:leipiangevapiùdituttiglialtriemistringevacosìfortecheViahadovutopraticamentestrapparmeladidosso,cosachelehafattescoppiarearideretutteedue.

Tutti hanno cominciato a scattarmi foto e a tirare fuori le loro digitali e poi papà ha presome,Summer e Jack per fare una foto a tutti e tre insieme.Ci siamo fatti passare il braccio sopra lespalle,eper laprimavoltadache iomiricordi,noncistavonemmenopensandoallamia faccia.

Semplicemente, stavo regalando il sorrisone più felice alle diversemacchine fotografiche chemistavanoimmortalando.Flash,flash,clic,clic:senzasmetteredisorridere,mentreigenitoridiJackelamammadiSummerhannocominciatoascattare.PoièstatalavoltadiReideMaya.Flash,flash,clic, clic. E dopo è arrivata Charlotte e ha chiesto se poteva fare una foto insieme a noi, e noinaturalmente:«Masì,certo!».EallafineigenitoridiCharlottefacevanolafotoalnostrogruppettoconigenitoridituttiglialtri.

L’ultimacosachemiricordoèchesonoarrivatiidueMax,conHenry,MileseSavanna.InfineAmose Ximena. E tutti insieme formavamo questo bel gruppone, gli uni addosso agli altri, mentre igenitoriscattavano fotoadestraeamancacomesestessimosuunredcarpetdaqualcheparte.Luca.Isaiah.Nino.Pablo.Tristan.Ellie.Hopersotracciadichialtrièarrivato.Tutti,praticamente.L’unicacosachesapevopercertoèchetuttiridevamoecistringevamol’unoall’altroeanessunosembravaimportaresefosselamiafaccia,quellacheavevavicina,omeno.Anzi,enonlodicoperdarmidellearie,avevocomelasensazionechetuttivolesseropropriostarci,vicinoame.

Versocasa

Dopoilrinfrescoascuolasiamotornatiacasaapiedipermangiareunpo’ditortaegelato.Jack,isuoigenitori e il suo fratellino, Jamie.Summere suamamma.ZioPoe ziaKate.ZioBen,TataePoppa.Justin,ViaeMiranda.Mammaepapà.

Eraunadiquellemeravigliosegiornatedigiugnoincui ilcieloècompletamenteazzurroeilsolesplende,manonfatroppocaldodafartidesiderarediesseresuunaspiaggiainvecechelì.

Semplicementelagiornataperfetta.Tuttieranofelici.

Misentivoancoracomesestessifluttuando,lamusicaeroicadiGuerreStellariintesta.

IocamminavoconSummereJackenonriuscivamoasmetterediridere.Nonc’eracosachenoncifacesseridere.Ci trovavamo inquelgeneredistatod’animo incui tibastacheunotiguardiperscoppiarearidere.

Ho sentito la voce di papàdavanti a noi e ho alzato gli occhi. Stava raccontando a tutti,mentrescendevanoperAmesfortAvenue,unadellesuestorielledivertenti.Anchegliadultiridevanotutti.Eracomedicevasemprelamamma:papàavrebbepotutofarel’attorecomico.

Honotatochelamammanonstavaconilgruppodegliadulti,perciòmisonovoltato.Erarimastaunpo’indietro,esorridevafraséesécomesestessepensandoaqualcosadibello.Sembravafelice.

Sono tornatounpezzettino indietroe l’hosorpresaabbracciandolamentrecamminava.Leimihacircondatoconunbraccioemihadatounastretta.

«Grazieperavermifattoandareascuola»lehodettopiano.

Leimihastrettoforte,attirandomiasé,sièchinatasudimeemihabaciatosullatesta.

«Grazieate,Auggie»miharispostodolcemente.

«Percosa?»

«Pertuttoquellochecihaidato»hadetto.«Peressereentratonellenostrevite.Peresserete».

Sièchinataemihasussurratonell’orecchio.«Seiunprodigio,Auggie.Unveroprodigio».

3“TerrachiamaMaggioreTom,iltuocircuitoèinterrotto,c’èqualcosachenonva…”

DavidBowie,SpaceOddity

4“Andyattraversavainbicilacittàperportartilecaramelle/EJohntiavrebbecompratounvestitodaindossarealballoconTom,l’astronomocheavevadatoiltuonomeaunastella./MasonoilragazzopiùfortunatodelLowerEastSide,perchéhodueruoteeatevadifareunacorsa./Lagiornataèbella,eloseianchetu/SonoilragazzopiùorribiledelLowerEastSide,mapossiedodueruoteetuvuoifartiunacorsainmoto”.

TheMagneticFields,TheLuckiestGuyontheLowerEastSide

APPENDICE

IPRECETTIDELSIGNORBROWNE

SETTEMBRE

Quandotivienedatalapossibilitàdiscegliereseesseregiustooesseregentile,sceglidiesseregentile.(Dr.WayneW.Dyer)

OTTOBRE

Letueazionisonoituoimonumenti.(Iscrizionesuunatombaegizia)

NOVEMBRE

Nonavereamicichenonsianoallatuaaltezza.(Confucio)

DICEMBRE

Audentesfortunaiuvat.Lafortunaaiutagliaudaci.(Virgilio)

GENNAIO

Nessunuomoèun’isola,interoinsestesso.(JohnDonne)

FEBBRAIO

Èmeglioconoscerealcunedelledomandechetuttelerisposte.

(JamesThurber)

MARZO

Leparolegentilinoncostanomolto.Tuttaviaottengonomolto.

(BlaisePascal)

APRILE

Ciòcheèbelloèbuono,ciòcheèbuonoprestosaràbello.(Saffo)

MAGGIO

Fa’tuttoilbenechepuoi,utilizzandotuttiimezzichepuoi,intuttiimodichepuoi,intuttiiluoghiincuipuoi,tuttelevoltechepuoi,

atuttalagentechepuoi,pertuttoiltempocheriesci.

(RegoladiJohnWesley)

GIUGNO

Vivil’oggiecercailsole!

(ThePolyphonicSpree,“LightandDay”)

IPRECETTIDELLECARTOLINE

PRECETTODICHARLOTTECODY

Nonèsufficientecomportarsidaamici.Bisognaesserlo.

PRECETTODIREIDKINGSLEY

Salvateglioceani,salvateilmondo!(Io!)

PRECETTODITRISTANFIEDLEHOLTZEN

Sedavverovuoiqualcosainquestavita,devilavorareperottenerlo.Maadesso,silenzio:stannoperannunciareinumeridellalotteria!

(HomerSimpson)

PRECETTODISAVANNAWITTENBERG

Ifiorisonofantastici,mal’amoreèmeglio.(JustinBieber)

PRECETTODIHENRYJOPLIN

Nonessereamicodeglistupidi.(HenryJoplin)

PRECETTODIMAYAMARKOWITZ

Tuttociòdicuihaibisognoèl’amore.(TheBeatles)

PRECETTODIAMOSCONTI

Nonsforzartidirisultaresimpatico.

Sinotasempre,equestononèsimpatico.(AmosConti)

PRECETTODIXIMENACHIN

Questosoprattutto:atestessosiifedele.(Shakespeare,Amleto)

PRECETTODIJULIANALBANS

Avolteèbelloricominciaredaccapo.(JulianAlbans)

PRECETTODISUMMERDAWSON

Seriesciasuperarelascuolamediasenzaferireisentimentidinessuno,seidavveroforte.(SummerDawson)

PRECETTODIJACKWILL

Mantenetelacalmaeproseguite!

(QualcunolohadettodurantelaSecondaGuerraMondiale)

PRECETTODIAUGUSTPULLMAN

Ognunodovrebbericevereunastandingovationalmenounavoltanellavita,perchétutti“vinciamoilmondo”.(Auggie)

LACOLONNASONORA

NATALIEMERCHANT“WONDER”

http://www.youtube.com/watch?v=4TZ-v5BW-pQ

GREENDAY,“WAKEMEUPWHENSEPTEMBERENDS”

http://www.youtube.com/watch?v=KjNJmwwf7QA

DAVIDBOWIE,“SPACEODDITY”

http://www.youtube.com/watch?v=cYMCLz5PQVw

CHRISTINAAGUILERA,“BEAUTIFUL”

http://www.youtube.com/watch?v=eAfyFTzZDMM

ANDAIN,“BEAUTIFULTHINGS”

http://www.youtube.com/watch?v=FTNIw91aOrI

EURYTHMICS,“BEAUTIFULCHILD”

http://www.youtube.com/watch?v=azBjWMz3yek

TUTTIINSIEMEAPPASSIONATAMENTE,“QUINDICIANNI,QUASISEDICI”

http://www.youtube.com/watch?v=fvlDKdb7ngo

TUTTIINSIEMEAPPASSIONATAMENTE,“LECOSECHEPIACCIONOAME”

www.youtube.com/watch?v=sbDLAyPcOmg

THEMAGNETICFIELDS,“THELUCKIESTGUYONTHELOWEREASTSIDE”

http://www.youtube.com/watch?v=GhO1XlDFqxE

THEPOLYPHONICSPREE,“LIGHTANDDAY”

http://www.youtube.com/watch?v=wN3rGIUx2ew

QUEEN,“UNDERPRESSURE”

http://www.youtube.com/watch?v=a01QQZyl-_I

RINGRAZIAMENTISonogrataoltremisuraallamiafantasticaagente,AlyssaEisnerHenkin,peraveradoratoquestolibropersinonellasuaprimastesuraedessereunacosìstrenuapaladinadiJillAramor,R.J.Palacio,o con qualsivoglia nome io abbia deciso di chiamarmi. Grazie a Joan Slattery, il cui gioiosoentusiasmomihaportatodaKnopf.EsoprattuttograzieaErinClarke,editorstraordinario,cheharesoquestolibrovalidoquantopotevaesserloeperessersipresatantoacuoreAuggie&Company:sapevocheeravamotuttiinbuonemani.

Grazieallameravigliosasquadracheha lavoratoperWonder. IrisBroudy,sonoonoratadipotertichiamaremia copy editor. Kate Gartner e Tad Carpenter, grazie per la splendida copertina. Benprimacheioscrivessiquestolibro,hoavutolafortunadilavorarefiancoafiancoconcopyeditor,correttoridibozze,disegnatori,managerdiproduzione,assistentidimarketing,pubblicitari,etuttiquegliuominiequelledonnechefaticanosilenziosamentenell’ombraperchéilibridiventinolibri…esobenechenonèperdenaro!Masoloperamore.Grazieairesponsabilivendite,aicompratorievenditoridilibri,chelavoranoinun’industriaimpossibilemameravigliosa.

Grazie ai miei fantastici figli, Caleb e Joseph, per tutta la gioia chemi portate, per essere staticomprensivituttequellevolteincuilamammadovevascrivereeperaversempresceltodiessere“gentili”.Voisieteimieiprodigi.

Epiùditutti,graziealmioincredibilemarito,Russel,perletueintuizioniilluminanti,iltuosestosensoeiltuosostegnoincrollabile–nonsoloaquestoprogettomaatuttiiprogettinelcorsodeglianni–eperessereilmioprimolettore,ilmioprimoamore,ilmiotutto.ComehadettoMaria,“Inunqualchemomentodellamiagiovinezzaodellamiainfanzia,devoaverfattoqualcosadibuono”.Comealtrospiegarequestavitacheabbiamocostruitoinsieme?Sonogrataognigiorno.

Infine,lastbutnotleast,vorreiringraziarelaragazzinachestadifrontealnegoziodeigelatietuttiglialtri“Auggie”,lecuistoriemihannodatol’ispirazioneperscriverequestolibro.

R.J.

L'editoreKnopfhaottenutodalleseguenticasediscografiche

ilpermessodiristamparematerialegiàpubblicato:

GayandLoudMusic:

Estrattoda“TheLuckiestGuyontheLowerEastSide”,

scrittodaStephinMerrittedeseguitodaiMagneticFields,

©1999StephinMerritt.

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RistampatoconilpermessodiGayandLoudMusic.

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scrittodaNatalieMerchant,

©1995NatalieMerchant(ASCAP).

Tuttiidirittiriservati.

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Estrattoda“Beautiful”,

scrittodaLindaPerryeinterpretatodaChristinaAguilera,

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TableofContentsCollana

Dedica

Colophon

Titolo

Epigrafe

PartePrima-August

ParteSeconda-Via

ParteTerza-Summer

ParteQuarta-Jack

ParteQuinta-Justin

ParteSesta-August

ParteSettima-Miranda

ParteOttava-August

APPENDICE

RINGRAZIAMENTI

Copyrights