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153 153 Nazione: Francia / Capoluogo: Papeete / Lingua: francese, tahitiano Moneta: Franco CFP (Franco della Comunità Francese del Pacifico) / Clima: tropicale. La stagione calda, quella delle piogge, va da novembre a marzo, mentre la stagione secca, più fresca e ventilata, da aprile a ottobre. Grazie ai venti alisei, che soffiano tutto l’anno, la temperatura è costante e si aggira sempre intorno ai 27°C. Paradiso IN TERRA La Polinesia Francese è un gruppo di isole paradisiache sparse nell’oceano Pacifico, circondate da acque incontaminate e colora- te con tutte le gradazioni di verde e di blu. Vi abita una popolazio- ne che si distingue per gentilezza e senso di ospitalità di Marina Sella – foto di MorgueFile e Sxc.hu turistinonperCASO Polinesia Francese

Transcript of per Paradiso IN TERRA - portalegelato.it · dizionale tahitiano è il ma’a Tahiti composto da...

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Nazione: Francia / Capoluogo: Papeete / Lingua: francese, tahitiano Moneta: Franco CFP (Franco della Comunità Francese del Pacifico) / Clima: tropicale. La stagione calda,

quella delle piogge, va da novembre a marzo, mentre la stagione secca, più fresca e ventilata, da aprile a ottobre. Grazie ai venti alisei, che soffiano tutto l’anno, la temperatura è costante

e si aggira sempre intorno ai 27°C.

Paradiso

IN TERRALa Polinesia Francese è un gruppo di isole paradisiache sparse nell’oceano Pacifico, circondate da acque incontaminate e colora-te con tutte le gradazioni di verde e di blu. Vi abita una popolazio-ne che si distingue per gentilezza e senso di ospitalitàdi Marina Sella – foto di MorgueFile e Sxc.hu

turistinonperCASOPolinesia Francese

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A circa seimila chilometri a est dell’Au -stralia si trova un insieme di 118 isolee atolli, divisi in cinque arcipelaghi.Durante il XIX secolo la marina france-se s’insediò nelle isole che costituironoLes Établissements français de l’Océa -nie e che dal 1957 assunsero la deno-minazione di Polinesia francese. La co -stituzione del 1946 fissò per l’Établisse-ments lo statuto di “territorio d’oltrema-re”. Compongono la Polinesia francesele isole Australi, le isole Marchesi,l’arcipelago Gambier, l’arcipelagoTuamotu, le isole della Società.

Le isole della Società sono ilgruppo più importante dalpunto di vista economico edemografico, e anche quellopiù turistico della PolinesiaFrancese. L’arcipelago sisuddivide in isole delVento (Îles du Vent) e isoleSottovento (Îles Sous-le-Vent). Fra queste ultime,oltre alle famose Tahiti,Bora Bora e Moorea, viè Tahaa, chiamata “l’isola

della vaniglia”, rinomataappunto per la produzionedi questa spezia, di cuicopre la maggior parte dellaproduzione polinesiana.Thaiti, di origine vulcanica,ha spiagge di sabbia nera el’interno lussureggiante; èformata da Tahiti Nui (iso-la grande) a nord, dove si trova il capoluogoPapeete, e Thaiti Iti (isolapiccola) a sud.

Tra finzione e realtàA 59 km a nord di Papeete Tetiaroa, pro-tetta da una grande barriera corallina e conspiagge bianchissime, fece da sfondo, nel1962 al film “Gli ammutinati del Bounty”che narra la storia di un fatto vero avvenu-to nel 1789. Marlon Brando, principaleinterprete, durante le riprese si innamoròdella futura terza moglie, la protagonistafemminile Tarita Teriipaia, figlia di unpescatore di Bora Bora. Nel 1967 Brandoacquistò l’isola per la figlia e impartì ordiniaffinché vi fosse il rispetto assoluto dell’e-cosistema del luogo. SuccessivamenteTetiaroa fu in parte ceduta dal figlio dell’at-tore a un imprenditore americano che dapoco ha ultimato la costruzione di unresort di grande lusso.

Il più turisticoLaggiù nell’oceano

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Bora Bora, a nord-ovest diTahiti, ha una conformazioneparticolare; sorge al centro diuna laguna ed è circondata damotu, piccole isole coperteda palme e orlate da spiaggebianche che si estendonolungo la barriera corallina.Un solo passaggio attraversola barriera collega l’isola conl’esterno della laguna: il Passdi Teavanui. A ovest, l’isola diMaupiti ha un paesaggiosimile a Bora Bora, ma è

meno turistica, con pensionigestite da famiglie locali.Fanno parte dello stessogruppo gli adiacenti atolli diTahaa e Raiatea. La prima,lontana dai circuiti turisticitradizionali, è coperta da unalussureggiante vegetazioneed è famosa per la produzio-ne di vaniglia e per questo èchiamata vanilla island.Raiatea, a sud del gruppo,è un’isola considerata sacra emeta di pellegrinaggi.

L’arcipelago delle isoleTuamotu è la più vastacatena di atolli corallini delmondo; isolotti vulcanici,costituiti da una coronacorallina che impedisce all’a-tollo di scomparire, a formadi anello con una lagunainterna. Il più grande delgruppo è Rangiroa, chesignifica “grande cielo”,seguito da Fakarava, en -

trambi mete degli appassio-nati di snorkeling e diimmersioni. Rangiroa èuna distesa di 240 piccolimotu che circondano lalaguna, con due villaggi posticiascuno agli ingressi degliunici due passaggi che pos-sono essere solcati dallenavi senza rischio di inca-gliarsi sul fondo: Avatorue Tiputa.

Fakarava, dalla forma rettangolare econ una laguna lunga circa 60 km e larga25 km, ospita colonie di uccelli marini emantiene inalterato il proprio ecosiste-ma naturale; per questo è tutelatodall’Unesco come riserva della biosfera.Attraverso le due aperture che comuni-cano con l’oceano, il pass di Garuae e ilpass di Tumakohua, si possono ammira-re pesci d’alto mare come squali emante. Le principali attività degli abitan-ti sono la coltivazione delle perlenere, il turismo e la produzione dicopra, la polpa di cocco essiccata eutilizzata per produrre un particolare ti -po di olio. Si può raggiungere grazie a uncampo d’aviazione inaugurato nel 1995.

Spiagge famose

Riserva protetta

Anelli suggestivi

Paul Gauguin scelse queste isole per trascorrere gli anni

più importanti della sua carriera

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All’estremità sud orientale delleTuamotu, appena a nord del tropico delCapricorno, si trovano le tranquilleisole Gambier, di cui le più note sonoAkamaru, Aukena, Mangareva eTaravai. L’attività principale è costituitadalla perlicoltura, praticata specialmen-te nelle acque cristalline della laguna diMan gareva, dove viene coltivata anchela meravigliosa ostrica PinctadaMargaritifera che produce perle daun colore inusuale che varia dal grigiomadreperlaceo al nero. Queste perleoggi sono le più ricercate e le più care almondo.

Un mondo di madreperla

Le Isole Marchesi, ilgruppo più vicino all’equato-re, sono montuose, verdeg-gianti, con coste frastagliate eripide scogliere; si differen-ziano dagli altri arcipelaghiper l’assenza di lagune e dibarriera corallina. Sono ca -ratterizzate da un fascino sel-vaggio, specialmente l’isola diHiva Oa, dove si trovano iTiki più grandi di tutta laPolinesia francese; si tratta distatue scolpite in pietra e di -pinte che rappresentano l’es-

sere umano. Secondo le leg-gende polinesiane in ogni Tikisi trova uno spirito che vieneraffigurato anche in sculturedi legno e gioielli. In quest’i-sola il pittore francese PaulGauguin e il cantante belgaJacques Brel passarono gliultimi anni della loro vita;sono tumulati nel piccolocimitero marino della cittadi-na di Atouna. Pare, inoltre,che in queste isole sia nato iltatuaggio, arte a cui è at -tribuita origine divina.

Sculture misteriose

Esperimenti devastantiL’atollo di Mururoa, nel gruppo delle Tuamotu, è stato ufficialmenteistituito come sito di test nucleari dalla Francia che ha condottoesperimenti dal 1962 al 1996 per un totale di 193 esperimenti di cui46 atmosferici e 147 sotterranei. Nel luglio 1966 viene fatta esplode-re una bomba nucleare di 30 chilotoni, più potente di quella diHiroshima; due anni dopo una bomba H della potenza di mille chilo-toni. Nel 1985 una nave di Greenpeace, che si stava preparando alasciare Auckland (Nuova Zelanda) per Mururoa, fu affondata da dueesplosioni operate da agenti francesi.

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Più a sud, sotto il Tropico delCapricorno, si trovano lesette isole Australi, di cuisolo cinque realmente acces-sibili: Rimatara, Rurutu, Tu -buai, Raivavae, Rapa. Leisole Maria e Marotiri sonodisabitate. Godono di un cli -ma particolarmente mite ehanno il terreno più fertiledella Polinesia; sono famoseper l’artigianato realizzato

con le fibre vegetali. Raivavaeè caratterizzata dalle abita-zioni di colori pastello, men-tre nelle acque di Rurutu lebalene trovano un ambientefavorevole alla riproduzione.Nel territorio sono presentiuna moltitudine di grotte cal-caree con stalattiti e stalag-miti. A gennaio si svolge unafesta religiosa con la famosagara dei sollevatori di pietra.

Il tradizionale Heiva Nuisignifica grande festa e sitiene ogni anno da fine giu-gno a fine luglio in quantooriginariamente commemo-rava la presa della Bastiglia (in seguito all’annessione diTahiti alla Francia nel 1881).La manifestazione, simbolodella cultura polinesiana, èricca di esibizioni di danza,musica e canto, elementimolto importanti per i poli-

nesiani, alle quali si alternanogare sportive come l’Heivava’a i Tahiti, la sfida tra le tra-dizionali piroghe poline -siane, e l’Heiva Tu’aro ma’o-hi, tipiche competizioniMaohi fra cui l’arrampicatasulle palme da cocco o lecorse dei portatori di frutta.Per l’occasione si riunisconoballerini, cantanti, atleti, arti-giani e agricoltori provenien-ti dai cinque arcipelaghi.

Festa tahitiana

Isole meridionaliIncisioni artisticheArte antica nella cultura polinesiana, iltatuaggio era più di un mero ornamento, inquanto rappresentava uno status sociale,come il passaggio all’età adulta. Gli uominisolevano tatuarsi su tutto il corpo, mentreper le donne i tatuaggi erano meno estesie limitati solo ad alcune zone del corpo. Lospecialista tatuatore godeva di grande pre-stigio. Il tipo di disegni variava da isola aisola, comunque erano caratterizzati daforme geometriche; una decorazionefatta di triangoli disposti in maniera irrego-lare distingueva i guerrieri valorosi. Il navi-gatore James Cook nei suoi diari di viag-gio riferisce che gli indigeni chiamavano“tatau” l’operazione di incidere e colorarela pelle. Pare che da questa derivi il termi-ne tattoo (in inglese). Dopo l’arrivo deimissionari nel XIX secolo questa pratica fubandita per un certo periodo.

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Uno degli alimenti principalidi queste isole è il pesce, dicui il mare offre una grandevarietà. Non manca, ovvia-mente, la frutta tropicalecome pompelmo, mango, li -me, anguria, ananas, banana.Il latte e la noce di cocco so -no presenti in abbondanza esono utilizzati in pietanze siasalate sia dolci. Tipiche le sal -se miti hue, a base di coc -co fermentato, e taioro,cocco grattugiato unito a

gamberi d’acqua dolce. Alcu -ni prodotti sono da noi pococonosciuti, come le radicidella pianta di taro, simili allapatata, o l’uru, il frutto del-l’albero del pane. Piatto tra-dizionale tahitiano è il ma’aTahiti composto da taro,uru, pesce, latte di cocco everdura. La carne di maiale,importata, è in genere cottanell’ahima’a, forno tradizio-nale interrato, foderato dipietre roventi.

Emblema di Thaiti e di tutta la Polinesiafrancese è il fiore di tiarè, candida gar-denia talvolta riflessata di giallo o rosa,simbolo di benvenuto e di festa, pre-sente in tutti i giardini e utilizzata dalledonne thaitiane come ornamento. Il no -me scientifico è Gardenia tahitensis ecresce spontaneamente in queste isole.Il tiarè è il principale ingrediente delfamoso olio Monoi, ricco di vitaminaE, dai molteplici utilizzi dermatologici:da idratante e anti-age a doposole permantenere l’abbronzatura.

Prodotti tipici

In queste isole non esiste ilnostro concetto di dessert,le pietanze dolci vengonopresentate insieme agli altripiatti. Come fine pastoviene servita, in genere,frutta fresca. Tra le prepara-zioni dolci molto popolare èil po’e che consiste in frut-

ta cotta arricchita conamido e latte di cocco; ifirifiri sono ciambelle frit-te simili ai Donuts, mentre èspesso offerto come primacolazione il faraoa coco,un pane al cocco. La bibitapiù diffusa è invece la papehaari, l’acqua di cocco.

Simbolo floreale

Dolci pietanze

ogni emozione si traduceva in danza a ritmo di tamburoRifugio storico

Tubuai, l’isola più grande e centro amministrativo ed economico, fuscoperta nel 1777 dal capitano Cook. Qui si trova Fort George, unaricostruzione del rifugio che Fletcher Christian e i marinai ammu-tinati del Bounty, rifugiatisi nell’isola, costruirono nel 1789.

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