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TECNICHE PERCUTANEE AVANZATE PER LA TERAPIA E LA CURA DEL DOLORE BENIGNO

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TECNICHE PERCUTANEE AVANZATEPER LA TERAPIA E LA CURA DEL DOLORE BENIGNO

CENTRO ITALIANO DI DIAGNOSTICA MEDICA ULTRASONICA S.p.A.Via Legnano, 23 - 10128 TORINO - Tel. 011.56.16.111 - Fax 011.56.23.367

[email protected] - www.cidimu.net

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Il Dott. Rodolfo Bucci, Specialista in Anestesiologia. Terapia e cura del dolore. Responsabile per

l’Europa del “The Barolat Neuromodulation Institute™” di Denver (Colorado, U.S.A.),

centro di riferimento mondiale, visita presso l’Istituto CIDIMU S.p.A. di Torino.

Il Dott. Giancarlo Barolat, Presidente e Fondatore del “The Barolat Neuromodulation

Institute™”, è uno dei leader mondiali nel campo delle tecnologie di neuro-impianto

per la gestione del dolore e dei disturbi motori.

Il Dott. Barolat è uno dei pionieri della stimolazione del midollo spinale per la spasticità

della gestione del dolore. Nei suoi 34 anni di carriera, il Dott. Barolat ha effettuato più

di 7.000 impianti di neuromodulazione. È abilitato dal Consiglio sia della Società Italiana

di Neurochirurgia che di quella Americana.

INDICE

Il dolore pag. 3

Classificazioni del dolore 4

Cos’è la radiofrequenza? 5

Quali le tecniche di chirurgia mini-invasiva del dolore benigno? 6

Cos’è la neuromodulazione? 10

La Neurostimolazione per il dolore cronico benigno 12

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Nessuna definizione del dolore è mai riuscita ad essere scientificamente completa e soddisfacente. Aristotele lo definì “un’emozione opposta al piacere”, la IASP (International Association of Study on Pain) lo definisce come “una esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata ad un danno tissutale potenziale o in atto o descritta nei termini di tale danno”.

Il dolore, ad ogni modo, è un fenomeno che riconosce una causa sia fisica che psichica.

Questo semplice fatto può innescare una catena di eventi che si fanno via via più complessi fino a generare, in modo neurobiologico, in parte ancora misterioso, la percezione di dolore.

Questa coscienza percettiva non è un oggetto, ma rappresenta bensì un processo. Un processo di comunicazione fra immense aree del nostro cervello, che oggi sappiamo essere emotive e cognitive, composto da almeno cento miliardi di neuroni, collegati fra di loro da un milione di miliardi di sinapsi. È proprio da questo gigantesco processo di comunicazione che si genera il dolore.

IL DOLORE

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Il dolore nocicettivo è quello dovuto all’azione dello stimolo doloroso sui recettori del dolore presenti nei vari tessuti e in grado di attivarsi in presenza di un potenziale o reale danno in corso.

Il dolore neuropatico è dovuto ad un danno del sistema nervoso centrale o di quello periferico o di entrambi. Può essere associato a deficit sensitivi, allodinia (alterata percezione del dolore) o iperalgesia (accentuata percezione del dolore).

Nel dolore misto abbiamo entrambe le componeneti: sia il dolore nocicettivo che qeullo neuropatico (es. il dolore radicolare).

Il dolore può essere acuto quando è di breve durata e per effetto di una causa esterna o interna si ha l’attivazione dei nocicettori. È presente un danno tissutale che una volta riparato determina la scomparsa del dolore.

Il dolore può essere cronico e persistente: lo stimolo nocicettivo rimane costantemente e arriva a determinare delle modificazioni della personalità e dello stile di vita del paziente che contribuiscono a mantenere il dolore indipendentemente dalla nocicezione.

La maggiorparte delle metodiche nella storia della terapia antalgica per il controllo del dolore, inizialmente, prevedeva l’utilizzo esclusivo di farmaci (blocchi anestetici locali) con risultati, seppur apprezzabili, molto limitati nel tempo.

Oggigiorno il dolore viene affrontato dal terapista antalgico con sistemi di cura polivalenti che si attuano con specifiche cure mini-invasive, per un benessere del paziente più prolungato nel tempo.Le tecniche a radiofrequenza apportano in questo campo le più avanzate applicazioni terapeutiche.

CLASSIFICAZIONI DEL DOLORELa neurolesione a radiofrequenza consiste nel ledere il nervo che si ritiene essere causa del dolore. • Nel caso della Radiofrequenza continua (con temperature maggiori di 43°) sfruttiamo il calore generato dal campo elettrico effettuando una termo-ablazione permanente ed irreversibile del nervo.• La Radiofrequenza pulsata (con temperature inferiori a 43°) agisce invece modulando l’imput algogeno a livello spinale attraverso una depressione funzionale reversibile della conduzione nervosa lungo le colonne dorsali del midollo spinale.

Le procedure vengono eseguite in anestesia locale e possono essere effettuate ambula-toriamente o necessitare di un ricovero in day hospital.Le indicazioni principali per tali procedure sono le lombalgie/cervicalgie dovute a problemi della colonna, neuropatie periferiche (come ad esempio la neuropatia del nervo grande occipitale per il trattamento delle cefalee) e problemi articolari come ad esempio la sacro-ileite cronica.Nel caso di lesioni nervose periferiche è necessario effettuare la procedura a livello o prima del danno neurologico in modo da bloccare il segnale doloroso. In questo caso è possibile effettuare la denervazione solo se il nervo non ha anche funzione motoria.

Alcune indicazioni applicative:• Dolore di origine articolare vertebrale (lombare, dorsale e cervicale)• Sacro-ileite• Dolori reumatici ed artrosici delle grandi articolazioni • Lombosciatalgia acuta e cronica • Dolore da degenerazione e protrusione discale

COS’È LA RADIOFREQUENZA?

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Un numero considerevole di procedure è realizzato oggi in Italia, dato il buon esito sul dolore. Le differenti tecniche si possono suddividere in varie modalità. Possiamo parlare di guarigione con rimozione della causa del dolore, di guarigione per interruzione delle vie di conduzione del dolore e di modulazione del dolore con riduzione dell’inten-sità percepita.

a) Procedure finalizzate alla guarigione con rimozione della causa • Peridurolisi Endoscopica/Endoscopia chirurgica del rachide Tenica innovativa a forte caratterizzazione italiana, consiste nell’introdurre nello spazio spinale una videoguida in cui si inseriscono le fibre ottiche per la visione diretta delle strutture anatomiche e la strumentazione (fogarty e bisturi specifici quali il resaflex) per la rimozione o cura della patologia in essere (cicatrici, fibrosi ecc.). È una procedura diffusa in molti Paesi e con forte esperienza italiana. È indicata nel dolore persistente alla schiena e alle gambe con difficoltà deambulativa (claudicatio neurogena) che è stato causato da esiti di interventi sul rachide (Fbss) oppure da una stenosi del rachide secondario a discopatie multisegmentarie in osteopatia lieve/listesi. Si esegue in circa 40 minuti, in anestesia locale con sedazione e permette la dimissione dopo un giorno. L’esito di guarigione prolungata è calcolato nel 65-75% dei casi trattati (Acta Neurochir. 2004, Raffaeli).

QUALI LE TECNICHE DI CHIRURGIA MINI-INVASIVA DEL DOLORE BENIGNO?

• Nucleoplastica/Anuloplastica Si tratta di procedure tese a determinare un controllo del dolore in patologie del disco intervertebrale (ernia/bulging). La Nucleopolastica (o anche coblazione) agisce tramite la riduzione della pressione intradiscale per mezzo di aspirazione/dissoluzione del nucleo polposo. Essa ha sostituito in circostanze ben delineate (mantenimento di integrità del disco) l’intervento chirurgico tradizionale (discectomia) nei pazienti con sciatalgia secondaria a ernia del disco senza presenza di deficit motori e refrattari a un adeguato programma di trattamento conservativo. Si può attuare a livello sia cervicale, sia lombare. La procedura di anuloplastica (Idet) si riserva, invece, alla popolazione con un dolore da degenerazione del disco cronico. Sono ambedue tecniche percutanee, che si effettuano in anestesia locale e permettono dimissioni in un giorno. La Fda americana le ha autorizzate fin dal 1998/1999.

b) Procedure finalizzate alla guarigione per lesione delle vie di conduzione del dolore • Termolesione percutanea a radiofrequenza delle strutture nervose Differenti sono le strutture nervose che possono essere sottoposte a denervazione a radio-frequenza; la procedura operativa consiste nella introduzione, in anestesia locale o generale (trigemino), sotto controlìo fluoroscopico radiologico di apposite sonde elettrificate in prossimità delle strutture nervose (gangli o rami terminali) che innervano il distretto patologico che genera dolore. La sonda permette di trasmettere della corrente a radiofrequenza modulata per intensità che genera una termoablazione/denervazione. Numerose sono le sedi ove si può applicare una denervazione a radio frequenza per le nevralgie ribelli a trattamenti farmacologici.

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c) Procedure finalizzate alla modulazione del dolore mediante il controllo della sua intensità e delle co-morbosità • Stimolazione del midollo spinale (Spinal cord stimulation-Scs) La Scs è una tecnica ormai consolidata per il trattamento del dolore cronico: la stimolazione riduce il dolore e genera una sensazione di formicolio (parestesia) nella/e zona/e sofferente/i. La Scs è attuata mediante il posizionamento di elettrocateteri sul midollo spinale, collegati a un piccolo generatore di impulsi totalmente impiantabile (simile a un pace maker cardiaco). I limiti pregressi della breve durata della batteria del generatore impiantato (2-3 anni) sono oggi superati da batterie a lunga durata che garantiscono una vita di circa 5 -15 anni.

• Stimolazione nervosa periferica (Pns periphera/nerve stimulation) - Stimolazione sottocutanea In questa procedura l’elettrodo viene posizionato direttamente attorno o sul nervo periferico, oppure nel sottocutaneo del distretto patologico. Il procedimento di Pns è scelto quando la sede patogica è sita in un distretto distale a bassa rappresentanza sul midollo (es. distretto distale del nervo surale oppure intemo del cavo politeo per una lesione post artroscopia). L’intervento può essere attuato mediante procedura percutanea o meglio con esposizione del ramo nervoso e inserimento dell’elettrodo in situ. Questa modalità ha permesso di curare patologie neuropatiche di difficile soluzione (esiti di interventi per intrappolamento di nervi quali il mediano, il surale ecc.). La modalità sottocutanea è stata introdotta a livello mondiale dal Dottor Barolat, neurochirurgo italo-americano, pioniere della Scs, che ha sperimentato, con ottimi risultati, l’elettrodo a diretto contatto del derma in casi di dolore puntiforme in zone quali quelle glutee, assiali rachidee, addominali e periferiche.

La finalità di queste procedure è la riduzione persistente del dolore e il miglioramento della funzione sottesa al dlstretto trattato. Le procedure più frequenti sono:

¡ denervazione delle faccette vertebrali. Viene denervata la branca mediale del ramo dorsale del nervo spinale, nel canale di Luska. Il trattamento si propone di togliere il dolore connesso alle patologie flogistiche-degenerative delle faccette articolari vertebrali, responsabili del cosiddetto “mal di schiena”. Si può attuare a livello cervicale, toracico e lombare. È indicato nelle patologie di natura osteodegenerativa- reumatica non responsive al trattamento farmacologico o in caso di trattamento efficace ma intollerato per effetti collaterali;

¡ denervazione del nervo grande occipitale (nevralgia di Arnold) con ottima efficacia per guarire la cefalea violenta nella sede posteriore del cranio;

¡ denervazione dell’articolazione sacro-iliaca: consiste nell’ablazione delle ramificazioni laterali afferenti che decorrono tra la regione sacro iliaca dolorante ed i forami sacrali posteriori (rappresenta il 20% delle cause di dolore lombare);

¡ denervazione del nervo femoro-cutaneo laterale nella patologia denominata meralgia parestesica (neuropatia da intrappolamento del nervo femoro-cutaneo laterale che dà dolore alla coscia della gamba);

¡ termorizotomia retrogasseriana trigeminale percutanea. È indicata nelle nevralgie essenziali del trigemino. Consiste nel raggiungere la struttura nervosa detta Ganglio di Gasser, posta all’interno della scatola cranica, da cui si dipartono i rami periferici che innervano il viso.

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La Neuromodulazione è una tecnologia che si interfaccia con l’elemento chimico o elettrico del sistema nervoso attraverso un dispositivo impiantato per ottenere l’effetto desiderato. La Neuromodulazione chimica è realizzata mediante medicazioni infuse attraverso apparecchiature impiantate chiamate “pompe”.L’approccio elettrico, attraverso dispositivi impiantati di neuro modulazione, è chiamato Neurostimolazione.

Giancarlo Barolat è uno dei leader mondiali nel campo delle tecnologie di neuro-impianto per la gestione del dolore e dei disturbi motori.Dott. Barolat è uno dei pionieri della stimolazione del midollo spinale per la spasticità e la gestione del dolore. La sua pratica è una delle più importanti del paese, con pazienti che giungono da tutti gli Stati Uniti. Nei suoi 34 anni di carriera, il dott. Barolat ha effettuato più di 7.000 impianti di neuromodulazione.È abilitato dal Consiglio sia della Società Italiana di Neurochirurgia che di quella Americana.

Carriera medicaNel 1978 ha intrapreso una prima specializzazione in Neurochirurgia Funzionale e Neurostimolazione presso il Mount Sinai Medical Center di Miami, in Florida, e una seconda in Neurochirurgia presso il Medical College of Wisconsin, nel Milwaukee.

1. Nel 1985 inizia a collaborare come docente di Neurochirurgia presso l’Università Thomas Jefferson, dove è stato anche fino al dicembre del 2004 Dirigente medico del Reparto di Neurochirurgia Funzionale e Dirigente medico dei Servizi Neurochirurgici presso l’Ospedale Universitario Thomas Jefferson (TJUH), in cui la sua pratica ha incluso sia la chirugia cranica che quella spinale.

2. Specialista del midollo spinale e dei danni alla spina dorsale, era parte integrante, per oltre dieci anni, del Programma sui Danni al Midollo Spinale del TJUH, compiendo centinaia di operazioni complesse alla spina dorsale.

3. Specialista nella gestione chirurgica delle convulsioni intrattabili attraverso l’impianto di apparecchiature di stimolazione del nervo vago.

4. Presidente della International Neuromodulation Society per due volte consecutive, è membro del Consiglio della Società di Neuromodulazione americana e della Direzione Editoriale della rivista Neuromodulation.

Altre informazioni sul dott. Barolat1. Nato a Torino, Italia, ha concluso gli studi di Medicina nel 1974 presso l’Università di Torino, dove si specializzò in Neurochirurgia.

2. Ha acquisito una notevole competenza in Oncologia, soprattutto nell’ambito della gestione chirurgica delle metastasi cerebrale e spinale, in particolare i melanoma maligni.

3. Presso il TJUH ha anche operato sui neonati idrocefali e/o con spina bifida in qualità di Neurochirurgo Pediatrico, acquisendo grandi competenze nelle procedure chirurgiche sulla spina dorsale.

4. È autore di più di 80 articoli medici e capitoli di libri, e ha partecipato come relatore in conferenze nazionali e internazionali.

5. Attualmente è Dirigente Medico del Barolat Neuroscience a Denver in Colorado, occupandosi di Neurochirurgia e Neuromodulazione, e collabora con il Presbyterian/ St. Luke’s Medical Center e con il Sky Ridge Medical Center. .

CHE COS’È LA NEUROMODULAZIONE?

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La maggior parte delle persone hanno familiarità con una forma di impianto tecnolo-gico di stimolazione, ossia il pacemaker cardiaco. Un pacemaker cardiaco ha dei fili elettrici nel cuore collegati ad una batteria programmabile. I segnali di corrente elettrica controllano il ritmo del cuore. In modo simile, con la neurostimolazione modifichiamo le funzioni del sistema nervoso alterato a causa di una malattia o di un danno. Poiché il sistema nervoso è un sistema elettrico complesso, inviando strategicamente degli impulsi in molte parti di esso possiamo tentare di correggere il segnale elettrico anomalo.Gli obiettivi più comuni sono il midollo spinale, i nervi periferici e i piccoli nervi localizzati sotto la pelle. Le altre aree del sistema nervoso che possono essere interessate alla terapia sono il cervello o le radici del nervo.

Le applicazioni di questi tipi di neuromodulazione includono i dolori intrattabili di varia natura ed origine che non hanno risposto alle altre modalità, incluso:● Trattamento del dolore di Disfunzione Urinaria;● Trattamento del Dolore di Collo Intrattabile;● Trattamento del Dolore di Schiena Intrattabile;● Trattamento della Sindrome del Dolore Regionale;● Trattamento del Dolore Pelvico;● Trattamento delle Cefalee;● Trattamento della Spasticità.

Trova altresì applicazione nelle sindromi dolorose complesse quali l’epilessia e il morbo di Parkinson. Si prevedono future applicazioni per i problemi di obesità, depressione, difficoltà visive e anche nell’aiuto ai pazienti con arti paralizzati.L’industria della neuromodulazione sta evolvendosi enormemente nello studio per la ricerca di ulteriori applicazioni.

INTRAOPERARORIA

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Gli elettrodi (elettrocateteri) possono essere impiantati in varie strutture diverse del sistema nervoso: i nervi periferici (di solito nelle braccia o gambe), le piccole fibre dei nervi sottocutanei, il midollo spinale elo le radici dei nervi (all’interno della spina dorsale) ed il cervello.Gli elettrodi non sono inseriti all’interno delle strutture nervose, ma accanto a loro.Le varie aree di destinazione non sono necessariamente esclusive, e qualche volta più di un’area è designata come obiettivo dell’impianto.Il medico a seconda della valutazione del paziente decide dove piantare gli elettrodi e quale tipo di elettrodi utilizzare. La decisione è presa di solito sulla base della distribu-zione e delle caratteristiche del dolore.

In genere il neurostimolatore (IPG) è impiantato sotto la pelle in un’area che ha qualche tessuto adiposo. Le aree di impianto più comuni sono la natica, il fianco, l’addome e l’area pettorale, proprio sotto la clavicola.I fili sono fatti passare poi sotto la pelle dal sito di impianto dell’elettrodo a quello di impianto del neurostimolatore. Alla fine della procedura di impianto, nessun “filo” sarà visibile.

Quando le terapie più tradizionali sono inefficaci, aumentando il costo e i rischi nella gestione del dolore, sempre di più si preferisce un approccio multi-modale al dolore che include varie forme di neurostimolazione.La Neurostimolazione è una terapia che si basa su apparecchiature elettriche impiantate nel sistema nervoso finalizzate al tentativo di fermare o correggere il segnale eccessivo di dolore.Il sistema impiantato invia impulsi elettrici attraverso un elettrocatetere alle varie parti del sistema nervoso. I segnali di dolore vengono interdetti prima che raggiungano il cervello e lo sostituiscono con una sensazione di formicolio (parestesia) che copre specifiche aree dove si avvertiva il dolore. Un sistema di neurostimolazione consiste di due componenti impiantati:

Il Neurostimolatore (Pacemaker, IPG) fonte di energia impiantata ricaricabile o non-ricaricabile che genera un impulso elettrico secondo i parametri e le caratteristiche programmabili della neurostimolazione. Contiene una batteria al litio così come il circuito elettronico.

Elettrocatetere - Un set di “fili” sottili con un rivestimento protettivo ed elettrodi vicino la punta (elettrocatetere percutaneo) o su una piastra (elettrocatetere chirurgico).Gli elettrodi emettono gli impulsi elettrici sull’area di stimolazione. Gli elettrocateteri percutanei, anche noti come elettrocateteri cilindrici, sono inseriti solitamente attraverso un ago. Gli elettrocateteri a piattina, che sono simili a piccoli nastri piatti, invece, devono essere inseriti attraverso una procedura chirurgica. Ci sono vantaggi e svantaggi per ogni tipologia di elettrocatetere così come indicazioni diverse. Questi verranno discussi tra il paziente e lo staff medico.

Due componenti esterni al sistema di stimolazione del midollo spinale permettono alla terapia di essere personalizzata per ciascun paziente:Programmatore del medico clinico: utilizzato dai rappresentanti della società per programmare il neurostimolatore impiantato.Programmatore del paziente: ai pazienti viene data una versione a scala ridotta del programmatore per permettere loro, all’interno di parametri medici prestabiliti, di ottimizzare i risultati tarando lo stimolatore.

LA NEUROSTIMOLAZIONE PER IL DOLORE CRONICO BENIGNO

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Il periodo di prova consiste in almeno 7-10 giorni di stimolazione.Durante questa fase il paziente può verificare se la stimolazione riduce l’uso dei farmaci antidolorifici, se riesce a fare più attività di prima o solo se gli consente di migliorare la sua qualità di vita. Se durante questo periodo di prova il paziente è abbastanza soddi-sfatto dei risultati si può passare al programma di impianto permanente.

PROCEDURA DI PROVA IN SINTESI

Ci sono due modi per condurre una prova di stimolazione. Uno è con elettrocateteri percutanei provvisori, e l’altro è con elettrocateteri a piastra. Li approfondiamo entrambi di seguito.

A) Prova con Elettrocateteri PercutaneiLa procedura di prova con stimolatore percutaneo è del tipo mini invasivo e in anestesia locale. Uno o più elettrodi sono inseriti nella spina dorsale o nei nervi attraverso un ago, molto similmente ad un’iniezione epidurale durante il parto.

Dopo che gli elettrocateteri sono sistemati, il chirurgo farà domande al paziente per determinare se sente la sensazione di formicolio nell’area del dolore. Se c’è la stimolazione nella regione dolorosa, i fili vengono assicurati con un nastro al corpo del paziente e coperto con una benda per proteggerlo da possibili infezioni. Se, invece, non è nell’area corretta il chirurgo sposta l’elettrocatetere ad un’area diversa per trovare la stimolazione migliore. I fili saranno connessi ad un dispositivo esterno, molto simile al Programmatore del Paziente.

Il paziente porterà lo stimolatore per almeno 7-10 giorni, durante cui terrà sotto con-trollo il livello del dolore, l’ammontare dei medicinali antidolorifici, e il livello di attività. Se durante questo tempo il paziente e il medico decidono che il test ha avuto un esito positivo sul dolore, il paziente può candidarsi per un impianto permanente del sistema.

PATOLOGIE TRATTABILI CON LA NEUROSTIMOLAZIONE● Dolore da stenosi del canale vertebrale● Sindromi Complesse di Dolore Regionale (RSD);● Dolore Toracico - Sindrome dello stretto toracico superiore;● Sindrome dell’arto fantasma (o da moncone);● Cefalee Intrattabili (cefalea cervicogenica);● Nevralgia del Trigemino (vari dolori del viso o dolore faciale atipico);● Dolore Pelvico Intrattabile - Cistiti Interstiziali;● Disfunzione alla Vescica - Vescica Neurogenica;● Dolore Persistente Plantare dopo interventi chirurgici;● Dolore Postoperatorio: Ernie, protesi del Ginocchio, protesi della Spalla, ecc;● Dolore Persistente e Intrattabile al Collo;● Dolore dopo danno alla spina dorsale (esiti dolorosi di interventi chirurgici sulla colonna vertebrale);● Dolori fibromialgici● Nevralgia post erpetica● Neuropatia diabetica● Malattia di Reynaud● Dolore da lesioni traumatiche di nervo● Dolore da lesione di plesso nervoso● Coccigodinia● Dolori anali e perineali● Dorsalgie e nevralgie intercostaliLa Neurostimolazione non guarisce le cause basilari, che non è possibile ad ogni modo. Lo scopo della neurostimolazione è quello di eliminare o di ridurre il dolore ad un livello più ragionevole e tollerabile.

COSA IMPLICA UN TRATTAMENTO DI NEUROSTIMOLAZIONE Anche se in molti esempi lo stimolatore offre una riduzione molto significativa del dolore, questo non accade sempre in tutti i pazienti. Ecco perché prima che il paziente abbia un sistema di stimolazione impiantato in modo permanente (l’elettrodo, i cavi di estensione e il neurostimolatore (IPG)) è necessario un test di prova per verificarne la funzionalità.Questa procedura di pre-trattamento con neurostimolazione prima di passare ad una apparecchiatura impiantata in modo permanente risulta essere eccellente.

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B) Prova con Elettrocateteri a PiattinaIn questo esempio la prova è compiuta in due tappe chirurgiche separate da circa una settimana. Nella prima tappa gli elettrocateteri a piastra saranno inseriti chirurgicamente. Questi elettrocateteri se la prova ha successo, rimarranno fissi nel sito. Gli elettrocate-teri sono agganciati poi ad un cavo provvisorio di estensione portato fuori attraverso la pelle. La stimolazione è sperimentata poi per una settimana. Una settimana più tardi, verranno effettuate delle riunioni medico paziente per analizzare i risultati della prova. Se la prova ha avuto successo il giorno successivo si passa alla seconda procedura chirurgica che consiste nel collegare gli elettrocateteri a piastra al neurostimolatore che viene inserito in una tasca sotto la pelle. I cavi provvisori vengono eliminati. Se invece la prova non ha successo, gli elettrocateteri a piastra vengono rimossi e nulla è impiantato.

I rischi della procedura includono perdita di funzione (paralisi), infezione, sanguinamento, intorpimento o altre perdite e cambiamenti di sensibilità nelle gambe e nelle braccia.La decisione di sottoporsi ad un tipo di prova provvisoria piuttosto che un’altra è di solito scelta dal medico con il contributo del paziente.In gran parte delle situazioni la prova con elettrocateteri percutanei è il modo migliore di procedere. Tutte queste scelte verranno comunque discusse tra il paziente e lo Specialista allo scopo di offrire il miglior approccio possibile.

CHIRURGIA PER IMPIANTARE IL NEUROMODULATORE Spiegazioni sull’Impianto Permanente del NeurostimolatoreL’impianto permanente di un sistema di neurostimulatore si distingue in alcune modalità dalla procedura di stimolazione di prova.La procedura varia a seconda della tipologia di prova effettuata. Se la prova è stata compiuta con elettrocateteri provvisori, che vengono alla fine rimossi, la procedura consisterà nell’impianto sia degli elettrocateteri che del neurostimolatore. Se la prova è stata effettuata con elettrocateteri già pronti per l’impianto la procedura consisterà nell’im-piantare il neurostimolatore e nel connetterlo con gli elettrocateteri già esistenti.

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RACHIDE CERVICO-DORSO-LOMBO-SACRALEEsiti dolorosi per interventi chirurgici di:> Ernia discale> Stabilizzazione> Laminectomia> CPRS (Complex Regional Pain Syndrome)> MLBP (Mechanical Low-Back Pain)> FBSS (Failed Back Surgery Syndrome)

NEVRALGIE TRIGEMINALI> Cefalea cervicogenica> Sindrome di Arnold> Algie cranio-faciali

NEUROPATIE PERIFERICHE> Sindrome sciatalgica> Patologie cervicali> Algie lombo-sacrali> Neuropatia post herpetica> Meralgia parestesica> Neuropatia diabetica

SINDROME DISCALE> Dolore discogeno> Dolore discogenico> Disk degeneration disease

PATOLOGIE CLINICHE> Morbo di Reynaud> Sindrome epilettica> Morbo di Parkinson> Spasticità> Dolore fibromialgico

PROCEDURE CHIRURGICHE MINI INVASIVE CON RADIOFREQUENZE> Blocco e denervazione faccette articolari cervicali, dorsali e lombari> Denervazione articolazione sacro iliaca> Blocchi anestetici nervi periferici: (grande occipitale, trigemino, sovrascapolare, etc.)> Decompressione radicolare per via intradiscale> IDET - Biacuplastica> Periduroscopia - peridurolisi> Radiofrequenza pulsata epidurale> Radiofrequenza pulsata intrarticolare in fluoroscopia

PROCEDURE CHIRURGICHE MINI INVASIVE> Blocchi ecoguidati radici nervose e gangli> Peridurali selettive in scopia> Discografia vertebrale evocativa

PROCEDURE CHIRURGICHE> Impianto di neuro stimolatori midollari, perinervosi e sottocutanei

TECNICHE PERCUTANEE AVANZATEPER LA TERAPIA E LA CURA DEL DOLORE BENIGNO

INDICAZIONI

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