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Laici Salesi Tre giorni di festa celebrati con gioia! pagina 15 Dalle Comunità Il sogno... divenuto realtà pagina 32 ANNO LVII - N. 2 - 2019 - Bollettino della Congregazione delle Suore Salesie PD - POSTE ITALIANE SPA - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/2/2004 N. 46) art. 1 comma 2 e 3 NE/PD PER FAVORE, SIATE CUSTODI DELLA CREAZIONE, DELL’ALTRO, DELL’AMBIENTE

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Laici Salesi

Tre giorni di festa celebrati con gioia!pagina 15

Dalle Comunità

Il sogno... divenuto realtàpagina 32

ANNO LVII - N. 2 - 2019 - Bollettino della Congregazione delle Suore Salesie PD - POSTE ITALIANE SPA - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/2/2004 N. 46) art. 1 comma 2 e 3 NE/PD

PER FAVORE, SIATE CUSTODI DELLA CREAZIONE, DELL’ALTRO,

DELL’AMBIENTE

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Sommario

Vita della Chiesa 3.Lettera della Madre Generale 4.Ilcoraggiodirischiare... 5.Tempo d’estate

Beata Liduina 6.Commozione per un anniversario 7. IldottorGianmpieroAvrusciocidocumenta...

e ci fa interrogare10. I bambini i veri protagonisti 11. Dal bruco a farfalla, simbolo di nuova vita12. Testimonianze13.Beata Liduina proteggici!

Cara Redazione 14.Una visita inaspettata

Laici Salesi 15. Tre giorni di festa celebrata con gioia!17. Dai giovani delle Salesie, di ieri, oggi e domani19. 150annicongliocchideibambini...20. Uno sguardo sul lungo cammino

Dalle Comunità 22.“L’amore paziente e gratuito compie il suo miracolo” 23.Un viaggio nella fantastico mondo dei libri 24.“Fammiincontrare...” 26.Scuola e territorio 29.Il mio passaggio 30.Condividerelavitauniversitaria... 31.Ginevra festeggia con gioia! 31.Testimonianza di una laureanda 32.Ilsogno...divenutorealtà 39.Prestaorecchio...algridodelmondo

Missioni40.Nella periferia povera, Gesù al centro40.Congratulazioni a suor Antonia Hossi!41.Viandante non esiste sentiero: nell’andare si segna il cammino!42.Unità,comunione,intercongregazionalità-valori che arricchiscono la vita consacrata 43.Il volto di Gesù nei migranti44.Lapietàpopolaremantienevivalafedenelpopolodell’Intag45.Giovane salesio non aver timore di puntare troppo in alto46.Gratitudineperi43annidellapresenzaSalesiinMilagro48.Grazie Madre Paola!

Nella luce di Dio

49.I nostri defunti

ANNOLVII-N.2-2019BollettinotrimestraleperlaCongregazionedelleSuoreSalesie-PDDirettore Responsabile: Mimmo VitaDirezione e Amministrazione:CorsoVittorioEmanueleII,172-35123PadovaTel.049.8801355-8801433Fax049.8801426mail:[email protected]:www.salesie.itCCP15278351 POSTEITALIANESPA-Sped.inabb.post.D.L.353/2003(conv.inL.27/2/2004N.46)art.1comma2e3NE/PAut.Trib.PDn.245del5Novembre1963

STAMPAeGRAFICA:GraficheErrediciSrl-Padova

AisensidelD.L.n.196/2003sigarantisce lamassimariservatezzadeidatipersonali fornitidai lettori aVitaSalesiae lapossibilitàdi richie-dernelarettificaolacancellazione.

AI GIOVANI E A TUTTO IL POPOLO DI DIO

“Cristovive.Eglièlanostrasperanza

elapiùbellagiovinezzadiquestomondo.

Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane,

diventanuovo,siriempiedivita.

Perciò le prime parole che voglio rivolgere

a ciascun giovane cristiano sono:

LUI VIVE E TI VUOLE VIVO!

Luièinte,Luièconteenonsenevamai.

Per quanto tu ti possa allontanare,

accantoatec’èilRisorto

chetichiamaetiaspettaperricominciare.

Quando ti senti vecchio per la tristezza,

i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti

Luisaràlìperridartilaforzaelasperanza”.

Da “Christus vivit”

di Papa Francesco

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Giugno 2019 Vita Salesia | 3

Vita della Chiesa

Carissimi sorelle e amici di Vita Salesia,

cisiamodapoco“lasciatiallespalle”iTempiForticheMadreChiesacihafattovi-vere: Quaresima e Pasqua, Tempo pasquale e Pentecoste… non solo, anche le grandi solen-nitàannuali:SS.maTrinità,CorpusDominieSacratissimoCuorediGesù,insiemeconiTempiForticihannoimmersonelmisterodellasalvezza,unasalvezzagratuitamentericevuta!Lapartecipazionevivaaquestimisteri,comecristianiimpegnatiecomeconsacrati/eaDio,di conseguenza non può che introdurci nel cuore e nella vita del mondo, per restituire gra-tuitamenteciòchegratuitamenteabbiamoricevuto(cfMt10,8).Misembrachemaicomein questo tempo siamo chiamati a rendere presente il Regno di Dio nel mondo, a “portare il lieto annuncio ai poveri e a fasciare le piaghe dei cuori spezzati (Is61,1).NonviviamopiùneltempoincuiChiesaevitasocialeeranoun“tutt’uno”,nelsensocheeraabbastanzafacile trovarsi d’accordo su scelte e opinioni riguardo a vari aspetti della vita familiare, so-ciale, politica… Ora, volenti o nolenti, come cristiani impegnati dobbiamo in qualche modo “uscirealloscoperto”,ossianonpossiamoesserenéciechinésordidifronteatanterealtàdi sofferenza ed emarginazione che ci interpellano, vicine o lontane da noi, chiamandoci a rispondereconquellacoerenzacheilVangelociimpone.Sappiamo bene, infatti, che essere cristiani non consiste solo in una relazione personale conDioenemmeno inqualchegestodi caritàper tranquillizzare lapropria coscienza…bensì,comediceilPapanell’esortazioneEvangelii Gaudium, nel“farregnareCristoinmez-zoanoieamareDiocheregnanelmondo”(cfEG180).CredoimportantericordarcicheDio“vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (1Tm 2,4);quindiilsinceroanelitoarealizzarequestavolontàdiDiononpuòmancarenelnostrocuore!Celebrareepregareèfondamentalepernoi,masenoncilasciamoavvinceredalloSpirito che ci vuole condurre ad essere prossimi al vicino che abbiamo in casa nostra come al“lontano”chevediamoannasparenelleacquedelMediterraneo,enoncisentiamostrin-gere il cuore, e non abbiamo il coraggio di contrastare l’odio e le tendenze esclusivistiche… comepossiamoesseredifattodiscepoli/ediCristocheèvenutosullaterraperogniuomo,ma in particolare per i poveri e gli esclusi?Probabilmente nessuno di noi, che scriviamo o leggiamo queste righe, detiene particolari poteri che possano determinare la sorte di popoli o nazioni, ma certamente a tutti noi cri-stianieconsacratièrichiestodinonpercorrerelestradediquestomondonell’indifferen-za, questa“modernaformadipaganesimo”chehailpoteredichiudercinelnostroegoismoeinsensibilitàaibisognialtrui.Indubbiamentesiamodifronteagrandisfide,maancheagrandiopportunitàcomecristianichevivonoinquestoXXIsecolo,cristianieconsacratiinminorità,equindifortidelladebolezzadelVangelo!(cf2Cor12,9-10).Noncivienechiestodifarrumore,nédiesserebraviorganizzatoridiprogettiecampagnevarieasuondipro-paganda,bensìdicambiare mentalità per riscoprire ciò che è essenziale in questo tempo cosìcomplessoedifficile…ossiametterci in ascolto personalmente e come Chiesa, come comunitàchevuolecapireconlamenteeconilcuoreciòcheavvienevicinoelontanodanoi.Erispondereconpensieridibenevolenza,conparoleegestidimitezza,fuggendodatuttociòchesadirifiutoediintolleranza,conlacertezzacheilRegnodiDio“avviene”nelmondo,“succede”inmezzoanoiservendosianchedellanostradocilitàepazienza…sì,lapazienza che raccomanda il Maestro ai suoi discepoli che vorrebbero drasticamente sradi-carelazizzaniaprimadeltempo(cfMt13,29-30).Cidevebastarediessere“semplicementeservi” (cfLc17,10)perchéquestaè lanostraidentitàumanaecristiana,ilnostroverovanto!Desidero questo per me e per tutti, care Sorelle e Amici, mentre continuiamo ad accogliere gliinvitiegliinsegnamentidelPapaedellaChiesainquestotempocosìriccodiluceedifrutti dall’Alto!

sr Paola ContinSuperiora generale

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Vita della Chiesa

Il coraggio di rischiare…

Quando, di una persona vogliamo mettere in ri-salto, in positivo, il suo modo di porsi nel fare le cose, diciamo spes-

so: “Sivedeche lasuaèunavocazione”. Qualunque sial’attivitàdellapersonainque-stione, metterne in risalto la vocazione ce la fa distinguere da chi quella stessa cosa la fa in maniera automatica, senza nessuno slancio né passione,senza “trasmettere” nulla. È,questo, un qualcosa di valido pertutti;mase,soloperfareun esempio, uno può esse-re un bravo medico anche se non ha scelto tale professione per vocazione, più difficile è pensare a un prete, o a unreligioso senza quella che, alla fine, è ciò che li distin-gue, o dovrebbe distinguerli.Perché, comeha scritto PapaFrancesconel suomessaggioper la 56a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, celebrata lo scorso maggio con il tema“Ilcoraggiodirischiareperlapromessa di Dio”, la vocazione non è«unagabbia»,né«unpesochecivienecaricatoaddosso»,eneppure«un’ingerenza di Dio nella nostralibertà».Alcontrario«è l’iniziativaamorevole con cui Dio ci viene in-contro e ci invita ad entrare in un progetto grande, del quale vuole renderci partecipi», e di cui ognichiamatodevefarsitestimone.Del resto, come osservato da Be-nedetto XVI nel 2011, «la testi-monianza fedele e gioiosa della propria vocazione è stata ed è unmezzo privilegiato per risvegliare in tanti giovani il desiderio di seguire i passi di Cristo, come pure il corag-gio di proporre con delicatezza e rispettolapossibilitàcheDiochia-

miancheloro.Spesso lavocazionedivina si fa strada attraverso una pa-rola umana o grazie a un ambiente incuisisperimentaunafedeviva».Per questo allora, per accogliere quella chiamata, «occorremettersiin gioco – afferma oggi Bergoglio –con tuttoséstessiecorrere il ri-schio di affrontare una sfida inedi-ta… bisogna lasciare tutto ciò che vorrebbe tenerci legati alla nostra piccola barca, impedendoci di fare unasceltadefinitiva;civienechie-sta quell’audacia che ci sospinge con forza alla scoperta del progetto cheDiohasullanostravita».Èproprioquesto,d’altraparte,quel-lo che accadde ai primi discepoli chiamati da Gesù presso il lago di Galilea, le due coppie di fratelli pe-scatori, Simone e Andrea con Gia-

comoeGiovanni:«Inquestomestiere faticoso, essi hanno imparato le leggi della natura, e qualche volta hanno dovuto sfidarle quando i venti erano contrari e le onde agitavano le barche. In certe giornate,la pesca abbondante ripa-gava la dura fatica, ma, altre volte, l’impegno di tutta una notte non bastava a riempire le reti e si tornava a riva stan-chi e delusi… sono queste le situazioni ordinarie della vita, nelle quali ciascuno di noi si misura con i desideri che por-ta nel cuore… Talvolta si gode di una buona pesca, altre vol-te, invece, bisogna armarsi di coraggio per governare una barca sballottata dalle onde, oppure fare i conti con la fru-strazione di trovarsi con le retivuote».Ma sempre, in tutte le circo-stanze dobbiamo essere con-sapevolicheCristoèsempreal nostro fianco e che ogni

chiamataèfruttodiunincontroconLui. «È successo così con la perso-na con cui abbiamo scelto di con-dividere la vita nel matrimonio, o quando abbiamo sentito il fascino della vita consacrata: abbiamo vis-suto la sorpresa di un incontro e, in quel momento, abbiamo intravisto la promessa di una gioia capace di saziarelanostravita».Èperquestocheireligiosisono«portatoridiunapromessa». La promessa di unDiod’amore che vuole «che la nostravita non diventi prigioniera dell’ov-vio, non sia trascinata per inerzia nelle abitudini quotidiane e non re-sti inerte davanti a quelle scelte che potrebberodarle significato».Che,insomma,siacapacedi“trasmette-re”qualcosa.

dott. Salvatore Mazza

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Vita della Chiesa

Tempo d’estate

È arrivato il tempo estivo. Ciraggiunge coi i suoi ritmi, i suoi riti, i suoi desideri. L’e-state, le ferie, le vacanze non sono nemici della fede, ma

sono semplicemente tempi da acco-gliere,davivere.Sonostateprogrammatedatempo.Mari,Monti,Laghi.Italia.Estero.Chipuò ascolta e vive i desideri più bel-li.Manoi checosadesideriamodaquesto tempo?La cosa più importante “è cercare quegli spazi di calma e di silenzio che permettono di riflettere, di pregare, di guardare meglio il mondo che ti circonda … per capire” cosa stiamo almondoafare(CV276).Ce lo insegna anche Gesù attraverso lepaginedeiVangeli.AncheLuihasentito il bisogno di ritirarsi in di-sparteper“alzaregliocchialcielo”e guardare senza fretta le persone checicircondano.Fasentire ilSuosguardo d’amore che dice tu sei im-portante per me.

Nel leggere il Vangelo scopri come Gesùvivelavitacongioia.Vedelavita che cresce attraverso gli uccelli del cielo, i gigli del campo, il lavoro fiduciosa del contadino nei campi,quello premuroso della donna in casa.Mavedeanchecomeillavoroèdelusione,fatica. Allora abbiamo bisogno delle ferie perriposare.Quando il lavoro diventa segno di povertà perché manca o presentai duri limiti della realtà ecco chesiamo chiamati a scoprire il mondo bellovolutodaDio.Perchéhafattotutto bello e buono e ora, che lo ha affidatoanoi,ècosìostile?Il riposo ci permette di guardare la realtàperrisvegliarlanostracreati-vità,levereleggisociali,tornarloa“sognarlo”cometuttobello.Vivevo con tristezza quando al ritor-no delle lunghe ferie scolastiche gli studenti mi dicevano: meno male chesonofinite!O leggere che dopo le vacanze al-

cuni hanno bisogno dello psicologo per chissàqualemalattiaènata inquesto tempo di pace!Farbenelevacanzeèunanecessità.Ancheperchinonpuòfarle.Il mio lavoro mi fa vivere con più di 200 malati che non possono fare fe-rie.Dal diario di uno persona simile ai miei malati ho scoperto una ricchez-zadivita.Luyichiedeva,dopoesse-re alzato e messo in carrozzina, di esserepostovicinoallafinestraperpoter vedere i fiori coltivati dallamogliechecrescevanolentamente.Diceva: io riesco a vedere la novità della crescita della vita che chi corre non vede.O ancora quanto sono importanti i fratelli. Nella malattia che mi ha immobilizzato ho scoperto la virtù dell’attesa. Prima c’era una immedia-ta coincidenza tra il volere e il fare… Ora se voglio qualcosa devo gridare, devo farmi sentire e poi aspettare che qualcuno venga, quando può …In questo ho scoperto una dimen-sione della speranza, la pazienza di attendere. Da vecchio e malato non posso far niente se non aspettare, ascoltare, obbedire. Ecco aspetto di essere gettato in Dio! (O. Clement)Vacanze,alloranonèsolopensareasestessi.Èfarequellochenormalmentenonfacciamo perché troppo occupa-ti. Troppo impegnati. È accorgersiche facciamo parte di un corpo in cui esistono membra più deboli.È, comemi diconomolti volontari,scoprireciòchevalenellavita.Eneldolore avere lacrime di commozio-ne grata che ci fa camminare per le vie del mondo riconoscendo i doni ricevuti per la comunione e il cam-minoditutti.

p. Piero Ottolini

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Beata Liduina

Il 18 maggio ricorreva il primo Anniversario dell’inau-gurazione del Bassorilievo dedicato alla Beata Liduina e posto nel chiostro dell’Ospedale Giustinianeo. Nono-stante il brutto tempo e una forte pioggia, la celebra-zione Eucaristica alla Cappella del Monoblocco è stata molto partecipata. Volti sorridenti e parole di affetto e riconoscenza verso la Beata Liduina che per tutti merita molto più di quello che noi facciamo per lei. Molto bello e commovente la processione che si è formata al termine della Celebrazione per portare il cesto di fiori ai piedi del Bassorilievo al Giustinianeo. Suor Bianca ha accolto i fedeli introducendo l’Eucaristia:

Èbelloritrovarciqui,oggi,percelebrareinsiemel’Eu-caristiaaricordodiquantoèavvenutounannofa:l’INAUGURAZIONE DEL BASSORILIEVO dedicato alla BEATA LIDUINA e posto al chiostro dell’Ospedale Giu-stinianeo.

Mi sembra doveroso, proprio qui davanti al Signore, ringraziare quanti a suo tempo si sono adoperati per questoavvenimento:dalComitato“BeataLiduina”alDirettoreGeneraleDott.LucianoFlor.Unannoètrascorsoelerisonanzesonoarrivateprestoallasuacappella,inC.soVitt.EmanueleII,doveriposa-nolesuespoglie.Risonanzechesiaccomunanoquasiinun’unicaespressione:“SonoandatoinOspedaleperun esame, ma prima sono passato per una preghiera davantialbassorilievo”.Sì,inunanno,anchequi,quelpiccoloangolodel“Giustinianeo”èdiventatomètasi-gnificativaperMedici,Infermieriemalati.E la nostra semplice ed umile Sorella accoglie con il suo sguardo mite e dolce le Invocazioni che le vengono rivolte,donandopaceeserenitànelcuore.Neèprovadiciòleparoledimolti:“Dopol’esamesonopassatoaringraziarla”.AmiamopensarechetuttosièrealizzatoperchéancheBeataLiduinadesideravaritor-nare nel luogo da dove era partita come infermiera, per continuare, in modo diverso, la sua missione: consolan-do gli ammalati e come presenza rassicurante accantoaiMedicieInfermieri.Preghiamoalloraperchériversi a piene mani in questo luogo la sua fede, la sua pace,nonchélasuaamorosaedelicatadedizioneaimalati.CelebreràconnoiepernoiDonRobertoRavaz-zoloeconcelebreràP.GiuseppedeiPadriCamillianichequioperanocontantadisponibilità.AnimeràlaliturgialaBanda“CristusVincit”diGiarrepaesenatìodellaBeata.IlSignorericompensitutticonl’abbondan-zadigraziasecondolenecessitàdiciascuno.Vorreifarpresente,giàdaora,chedopolaCelebrazio-neporteremounomaggioflorealeaipiedidelbassori-lievoalGiustinianeo.

Padova

Commozione per un anniversario

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Giugno 2019 Vita Salesia | 7

Beata Liduina

Ho cercato in tutti i modi di sottrarmi alla richiestadisuorBianca,perchénonmisento la persona adatta a parlare dal pulpitodiunaChiesaeancheperchéhoconosciuto Suor Liduina solo un anno fa,

quando Stefano, l’infermiere che lavora con me, mi ha invitato qui, ad una Messa come questa… Ma sr Bianca mi ha fatto un grande regalo, prestandomi il libro della Positio Super Virtutibus …un libro dove la vita di Suor Liduina viene setacciata e vista al microscopio, daquandoerabambinafinoalsuoultimogiornodivita, con le testimonianze di tutte le persone che in qualche modo erano venute a contatto con lei… Suor Liduina e la sua vita…una vita non certo facile, fatta di fatica, di sudore, di lavoro quotidiano… una vita abbastanza semplice, umile, fatta di piccole cose, dipiccoligesti…unavitadi“ordinariaquotidianità”eforse proprio per questo, molto vicina alla mia vita, alla vita di tutti noi…una vita però resa straordinaria dallacapacitàdiquestaragazzaditrasformareognipiccolo gesto, ogni sua azione in un grande atto d’A-more!

SuorLiduinaprimadipartireperl’Etiopia,fauno“sta-ge”(comediremmooggi),uncorsodipreparazionediinfermiera al Giustinianeo, l’ospedale nuovo di Pado-va, quello in cui ho lavorato e ancora oggi lavoro…ma èinteressantecapireinqualecontestoambientaleestoricosuorLiduinaagiva.Quale era per esempio il clima di quella parte di Africa? Lo racconta suor Liduina in una lettera alla mammail28luglio1937,dovedescrivelasuaprimanotte…una lettera come può scriverla una ragazza che hafrequentatosolofinoallaterzaelementare: “Ci hanno accompagnato dalle suore missionarie Francesi, ci hanno offerto un bicchiere d’acqua calda che a stento ne abbiamo preso poca, abbiamo cenato e si preparò le brande, coricate che siamo non si trova quiete, verso le 10, una alla volta abbiamo portato fuori le brande per-ché dentro non si poteva respirare in casa 40° di caldo, alla notte non si poté chiudere occhio il giorno meno che meno abbiamo la S. Messa con la Comunione e sia-mo fermate fino alle 3 del dopo pranzo, siamo andate alla stazione sotto un caldo insopportabile, si aveva paura di venire meno, ma il Cuore di Gesù ci diede tanta

Il dottor Giampiero Avruscio ci documenta…e ci fa interrogare

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8 | Vita Salesia Giugno 2019

Beata Liduina

forza di poterlo superare”.Come erano le condizioni dell’ospedale in Etiopia nel quale ha prestato la sua assistenza come infermiera? Loraccontailtenentemedicodott.DinoDonelli:“Esi-stevanosoloimuri,iforidellefinestreedelleporte…Non vi erano che reti metalliche, ben fortunato chi potevaavereunaspeciedimaterasso.NelclimainfidodiDire-Daua,dovelezanzareentravanoasciamiedinsetti di ogni specie infestavano le poche coperte, doveiservizinonesistevanoaffatto,eravamoricove-raticirca150traufficialiesoldati,feritioammalati.TraquestiruderiumaniprestavanoservizioleRev.SuoreSalesie…”.Come era l’ambiente delle relazioni umane nel quale suorLiduinaavevasceltodiandare?Loraccontailsig.ErmannoMenapace:“Quantoaimedici,l’ospedaleeraun po’ disgraziato: il direttore dell’ospedale aveva un soloscopoperrimanerelì,peraverelafamigliavici-na:pensavaasé,afarecommerciodimedicinali,tra-scurando il suo dovere, gli ammalati e disinteressan-

dosianchedellesuore.Unaltromedicosiscagliavacontro le suore e suor Liduina in particolare, con frasi inopportuneeoffensive”.Quali erano le condizioni umane della gente che vive-va in quella Regione? Lo racconta nel suo libro sulle Salesie Igino Morelli: ”Qui vi era un formicaio di gen-te, dove tutti vivevano in luridissimi tucul, addossati gliuniaglialtri,altiappenaunmetroemezzo.Dentro,insieme a creature umane, vi stavano l’asino, la vacca, lecapreelegalline,iltuttoinpochimetridispazio.”Suor Liduina è una rivoluzionaria, non ha mezze misure…come tutti i rivoluzionari, è una totalitaria! In genere la nostra vita viene declinata alla prima persona singolare: io voglio, io desidero, io sento, io faccio, io, io, io…e ancora io…a volte usiamo anche il noi…quando si tratta della nostra famiglia, dei nostri amici, dei nostri parenti, dei nostri interessi… Suor Li-duina ha rivoluzionato la prospettiva… al centro della propriavitanonc’èlapropriavita,noncisonoipropridesideri,nonc’èlapropriastanchezza,ipropripen-sieri,lapropriafatica,lapropriasofferenza,lapropria

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Beata Liduina

gioia… Suor Liduina era e continua ad essere per te, per voi, per loro prima che per se stessa… prima della sua vita c’era quella degli altri… che erano dei perfetti sconosciuti, come quelli che incontriamo ogni giorno, in ospedale, per strada, in viaggio… si dice che siamo tuttiuguali…manonèvero:uomini,donne…siamodiversi,abbiamoculturadiversa,sensibilitàdiversa,ceto sociale diverso, frequentazioni diverse, lingua diversa, esistono persone gradevoli, simpatiche, con cuièpiacevolestare,personesgradevoli,antipatiche,concuièfacilenonstare…personechetisorridonodavanti e ti sparlano dietro, persone che raccontano bugie…maalloraperchédifronteadeiperfettiscono-sciutiiodevocomprendernelesofferenze,invececheesserecompresonellemiesofferenze,perchédevocapire, aiutare, invece che essere capito, aiutato in quellocheritengolemienecessità,perchérinunciareallemieabitudini,allemiecomodità…Conlasuavita,suorLiduinamihadatolerisposte!Perchéinveritàla sua vita non l’ha dedicata a dei perfetti sconosciu-ti, ma conosceva perfettamente ciascuno di loro, li chiamava con il loro vero nome, ciascuno aveva un’i-dentitàbenprecisa,cheleiconoscevaericonoscevasempre… era Colui di cui si era innamorata, il suo vero Amore al quale aveva fatto posto e a cui aveva voluto consegnare la sua vita… in ognuna di queste persone lei riconosceva il suo Gesù e questo grande Amore superavaqualsiasifatica,qualsiasisofferenza,qualun-queostacolo,qualsiasiincomprensione…quandosièinnamorati non esiste distanza, ostacoli che possano frapporsi nel cercarsi, nel trovarsi, nello stare insie-me…suor Liduina era costantemente insieme a Lui e in questo grande unico Amore trovava forza, coraggio, fiducia,speranza…Tuttiimiracolisonostraordinari,come una guarigione umanamente inspiegabile, una Grazia esaudita… ma il più grande e straordinario Mi-racoloèquandoDiocambialatuavita…SuorLiduinaèriuscitaafaredellasuavitaun’operad’Arte…enonèacasocheparlodiArte…sepensiamoa chi consideriamo sia un artista: una persona che riesce attraverso le proprie opere, a lasciare qualco-sadisé,cheoltrepassailtempo,chedalparticolaredel proprio sentire, raggiunge una dimensione di bellezzauniversale,cheèriconosciutataledatutti.Chièilpiùgrandeartistadellastoria,LeonardodaVinci?Raffaello?Giotto?Shakespeare?Goethe?Be-ethoven?Mozart?...Tuttiquestigenidell’artehannolasciatosicuramentequalcosadisénelleloroopere…mailpiùgrandeArtistadellastoriaèGesù,percheèriuscitononalasciarequalcosadisé,mahalasciatotutto se stesso…nel nostro prossimo, nell’eucarestia, nella preghiera…e suor Liduina questo non solo lo ha

capito, ma lo ha vissuto pienamente, in modo attivo, cosciente… come Maria quando ha pronunciato il suo sì,diventandolatelasullaqualeDiohadisegnatoecoloratoilSuoprogetto.EoracapiscoperchéneigiorniseguentiaquellaMessa celebrata un anno fa, entrando al Giustinianeo evedendomolteeffigi,targhe,statuechericordanoi benefattori che hanno contribuito alla costruzione dell’ospedale, medici che hanno lavorato in quelle corsie,misonochiestoperchénonc’eranessunsegnoche ricordasse Suor Liduina, che in quell’ospedale c’era stata, aveva prestato la propria opera, si era pre-parata come infermiera… un pensiero ad alta voce che avevo manifestato a Stefano che mi aveva invitato a quellaMessa…edalìhoricevutovarietelefonatediadesioneesièformatoinmodospontaneo,naturaleun gruppo di persone, ognuna con le proprie diverse storie, con il quale ci siamo incontrati varie volte, perchésiapostounsegnoall’internodell’ospedaleGiustinianeo che ricordi Suor Liduina… ma sono con-vintocheilnostro“comitato”continueràancheoltre,perchésuorLiduinacihasegnato!L’augurio che faccio a me stesso e che faccio a tutti, è che l’esempio di vita di Suor Liduina, possa aiutarci a fare della nostra vita un’opera d’Arte.

Giampiero AvruscioDirettore UOC Angiologia

Azienda Ospedaliera-Universitaria, Padova

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10 | Vita Salesia Giugno 2019

Beata Liduina

Quando ero piccola frequentavo la scuola dove lavorava mia madre e fu lei a farmiconosceresuorLiduina.Eraunafiguracosìpococolorataelontanadal miomondoinfantile.Permoltiannila

allontanaidallamiaquotidianità.Le vicende familiari degli ultimi tempi però mi hanno riavvicinataaleiperchéildesideriodiunamaternitàchenonarrivavarendevalemiegiornateaffannateetristi.Conassiduitàquasisettimanale,frequentavola sua cappellina cercando pace, magari una risposta, magarisolounpo’diconfortodasrBianca.Lechie-devo incessantemente di aiutarmi ad accogliere e a

vedere con chia-rezza il disegno di Dio per la nostra coppia anche se non collimava con lenostreattese.Lo scorso 5 maggio io, mio marito e la nostra piccola Elisa Maria, abbiamo partecipato ad una celebrazione in suoonore.Quelgiorno pioveva molto ed eravamo incerti se parte-cipare o meno alla celebrazione, ma ha prevalso il desiderio di ringra-

ziare! Appena entrati abbiamo trovato posto in fondo alla cappellina dove vi erano due sgabelli vuoti che sembravaciaspettassero.Eranopresentimoltefami-glieedèstatocomeentrareacasa;ognunodeipre-sentiportavaconséciòcheera,quantodesiderava,un semplice grazie a lei che si fa carico nella storia di ognuno,diesserecustodedeiprogettidiDio.I bambini erano i protagonisti del momento, alcuni hanno cantato, altri hanno drammatizzato con sim-patia e innocenza il messaggio della Resurrezione di Cristo: siamo come bruchi che chiusi dentro alla nostra crisalide, apparentemente senza vita, torniamo arinascereconformeecoloridiversi.Gesùconlasuacrocefissione,morteeResurrezionecirestituiscela

dignitàdifiglielavitaeterna;nasciamoanuovavitaconlanecessitàdiandareversoilsuoAmore,quelloche si dona senza riserve, che si spende senza limiti e condizioni.A distanza di tempo capisco che la Beata Liduina con lasuaumiltàecaritàciaiutaaleggerel’Amoreinsen-solato:siamogenitori,maifiglicheabbiamosonoilfruttodiunAmoreconla“A”maiuscola…DiocelihaaffidatiaffinchélipossiamocondurrenelcamminodellavitaeperchépossanodiventareveritestimonidiGesùedelsuoAmoreperifratelli.Facciamotuttiparte di un progetto più grande e misterioso che va oltre quello che possiamo imma-ginare noi, dove ognunoèchiamatoa fare la propria parte! Credo che l’importante sia mettersi in ascolto per capire vera-mente ciò che Dio ci chiede di fare per camminare nel sentiero che Lui ha preparato per ognunodinoi.

Chiara Toaldo

I bambini i veri protagonisti

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Giugno 2019 Vita Salesia | 11

Beata Liduina

Domenica 5 maggio la cappella della Beata Liduina ha accolto ancora una volta tante famiglie, che due volte l’anno si ritrovano per ringraziare la Beata e il Signore per ildonodeifigli.Durantelacelebrazione,

P.AntonioBertazzocontantaattenzioneedolcezzainvita tutti i bambini a fare da corona all’altare della cappella.Comeognivolta,unsegnoparticolareaccompagnalacelebrazione:comeGesùèpassatodallamorteallavitaconlaResurrezione,cosìperdiventare farfalla, un bruco deve passare tramite vari stadi.Deibambinisonocosìstati“travestiti”dabruco,crisalideefarfalla,simbolodellanuovavita.Tanti genitori durante gli anni sono entrati nella cap-pellaedavantiallatombadellaBeatahannoaffidatoaleiildesideriodiunfiglio.ELiduinanonèmaiman-cataingenerosità:tantenuovevitesonosbocciatepersuaintercessione.In varie occasioni ho partecipato a questa celebrazio-ne, accompagnando con il canto la liturgia, ma nessu-naèstataspecialecomequesta.Seneglianniprece-dentisperavoeaffidavoanch’ioaquestamiagrandeamicaildesideriodivederfiorireunanuovavitatralemie mani, il 5 maggio, insieme a mio marito Alberto, hopresentatoaLiduinailnostroMatteo.Da molto tempo mi sono sentita accompagnata da lei, ma proprio nell’attesa di Matteo ho sentito più forte la sua vicinanza, soprattutto nel momento in cui, per complicanze,imedicihannodovutoindurreilparto.In sala parto sentivo di non essere sola: Liduina era conme.Nonostantelapreoccupazione,avevolacer-

tezza che tutto sa-rebbe andato bene ecosìinfattièstato.Aspettavo quindi con emozione que-sta celebrazione per ringraziarla di essermi stata ac-canto anche questa volta.Tanta gioia ac-compagna sempre queste celebrazioni, perchériconoscia-mo che la persona cosìpreziosacheteniamo tra le no-strebracciaèundono e il segno che, nonostante le no-streimperfezioni,DiosifidadinoielaVitafioriscetralenostremani.Voglio accogliere allora l’invito che questa celebra-zione ci ha lasciato e, come don Antonio ha mostrato ai bambini, ma anche a noi genitori, come un bruco si trasforma in farfalla, anche la nostra vita può essere trasformata se riusciamo a fare spazio e diventare ter-ra feconda dell’amore e della grazia di Dio, che passa anchedallemanideisuoisanti.

Elisa Nassi

Da bruco a farfalla, simbolo di nuova vita

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Testimonianze

Sabato18maggiou.s.haavutoluogounaSanta Messa per ricordare il primo anni-versario della apposizione del bassorilie-voinricordodiBeataLiduinaMeneguzzi.Numerosepersonalitàdellasocietàcivi-le patavina e fedeli, hanno preso parte alla funzione, testimoniando un sempre attuale e profondo attaccamento della comunità cristiana alla memoria dellaReligiosa.IlSuoesempiodidedizioneaipiù piccoli e dimenticati, portato a ter-minefinoallamorte,perduraneltempoe, come il bassorilievo dedicatoLe, resta fermoaindicarcichelaviadelsacrificioperAmoredelprossimoè lapiùgraditaa Dio, nel segno del Vangelo e nel solco del comandamento cristiano più nobile.BeataLiduinaè,dipersé,unmonumentoalVangelo,poiché,comeciriportal’Evan-gelista Giovanni: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i pro-pri amici»(Gv15,13).Ho avuto la fortuna di conoscere la storia di Beata Liduina l’anno scorso proprio in occasione dell’inaugurazione del basso-rilievo grazie ad un caro amico al quale tutt’ora sono grata per avermi fatto cono-scere questa Grande Donna e Religiosa, esemplare per tutti noi. L’ammirazionee la fede nutrita nei confronti di Beata Liduina accomuna tutte le persone che, come me, ritrovano in Lei il conforto dalle preoccupazioni quotidiane e la forza per sostenere coloro che richiedono il nostro aiuto concreto. La fede efiducia nutritaper Beata Liduina avvicina tutti i fedeli in unospiritodisolidarietàeinunsensodifamiliaritàepaceche ritrovoogniqual-volta entro nella Cappella a Lei dedicata o partecipo alle Celebrazioni o iniziati-

ve organizzate dalle Sorelle Salesie che nella loro azione quotidiana sono guida-te dall’amore, dal carisma e dallo spirito caritatevole che rendono Beata Liduina fontediispirazionepertuttinoi.

Roberta Cavenaghi

Testimonianze

Nell’impossibilità di farlo individualmente la Direzione ringrazia quanti hanno inviato

offerte per le Missioni, per la Rivista e per la Causa della Beata Liduina.

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Marzo 2019 Vita Salesia | 13

Beata Liduina

Beata Liduina proteggici!

Gruppo pellegrini dell’Uganda

Famiglia di Chicago, Stati Uniti

Gruppo Parrocchia Anguillara Veneta, Padova

Famiglia Avruscio, Padova

Fra Anselmo Marcos con amici di Mugello

Famiglia Salini di Piacenza

Abelardo cugino della Beata Liduina

Classe V^ Scuola S. Croce, PadovaAmiche dell’Isola d’Elba, Livorno

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14 | Vita Salesia Giugno 2019

Cara Redazione

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Nella Rivista a pagina 24 si legge l’articolo della gradita visita dei ragazzi della scuola me-dia “Bettini” di Ponte di Brenta, alle suore anziane della nostra Casa di Riposo. Esprimiamo il nostro caloroso grazie per la bella iniziativa, alle insegnanti che l’hanno resa possibile, disponendo i cuori dei ragazzi ad un atto di carità inestimabile. Attraverso questa lettera che pubblichiamo, conosciamo come è nata e i sentimenti che l’hanno suscitata…

Carissima sr Brunella,

desideravo risponderle subito, ma poi gli im-pegni e il ritmo di lavoro di questi ultimi giorni di scuolahannoavutoilsopravvento.L’incontro con le suore salesie a Ponte di Brenta èstatopernoiunfeliceincontro.Iltuttoènatolo scorso anno durante la Quaresima, era nostro desideriofavoriregestidicarità.InparticolareciavevanocolpitoleparoledipapaFrancescoconlequali invitavaafarvisitaa«queisan-tuari di apostolicità edi santità che sono lecasediriposodeipretiedellesuore».Strut-turecheospitano,haaggiunto,«bravipretie

brave suore, invecchiati, con il peso della soli-tudine, che aspettano che venga il Signore a bussare alla porta

deilorocuori...seguardiamopiùnelprofondo,sonobellissimi»,perlaricchezzadiumanitàchevièdentro.Visitarlidunquesignificafare«veripellegrinaggi,versoquestisantuaridisantitàediapostolicità»,allastessastreguadeipellegrinaggichesifannoneisantuarimarianioinquellidedicatiaisanti.(CappellaSantaMarta18ottobre2013)L’esperienza dello scorso anno è stata così significativa tanto da riproporla anchequest’anno.Nonsolo,alcunialunni,dopolamattinataconlesuore,hannomanifestatoildesideriodipassarenuovamenteasalutare,cosìconsrAlfredaabbiamoconcordatounpomeriggioprimadellafinedellascuola.AncheildialogoconsuorAlfredaèstatointeressante:unareciprocascoperta,unoscambiofraternodiesperienze.Gestisemplici,tuttaviainunmondocosìdisorientato,sonotassellidibenedacuiripar-tire.SepercasodovessepassareaPontediBrentail7/8giugnocipassiatrovare,siamoinfesta(incontri,mostre,teatro...)difineanno.

CordialmenteFerdinanda Sgalmuzzo

Cari amici lettori di Vita Salesia, desideriamo offrirvi uno spazio per comunicare ed esprimere rif lflessioni, commenti, grazie ricevute, che possono arricchire e mantenere il dialogo fra noi. Attenderemo con gioia anche un semplice pensiero.

Questi sono i nostri recapiti:

Redazione Vita Salesia

C.soV.EmanueleII,17235123Padovasalesrivista@salesie.itTel.049.8801433049.8801355Fax049.8801426

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Laici salesi L

Quest’anno, a maggio, nella pic-cola comunità di Alvignano(CE), abbiamo avuto l’onoredi festeggiare un compleanno

moltospeciale ...Quellodellanostra Scuola! L’Istituto Principi di Pie-monte ha compiuto i suoi pregevoli 150 anni di storia e noi tutti abbiamo voluto celebrare in pompa magna quest’evento cosìimportante!I festeggiamenti sono durati tre gior-ni ed hanno avuto iniziomercoledì 29con un convegno nel corso del quale l’excursus storico dell’Istituto, espostobrillantementedalprof.RaffaeleRoma-no,storicoedexallievodellaScuola,sièintrecciatoconletestimonianzedegliexalunni,passandoattraverso i ricordie le emozioni sempre vive di chi quella Scuola l’ha vissuta intensamente sin da-glialborieallaqualeèrimastoancoratoper tutta lavita. Ilgiornoseguente,30maggio,lafestaèproseguitaconlama-gistrale recita di fine anno degli alunni della scuola primaria, occasione in cui la bravura degli allievi e la competenza

delle insegnanti hanno regalato ai pre-sentiunagrandeemozione.Maèstatosabato1°giugno,conlaso-lenne celebrazione liturgica conclusiva dei festeggiamenti, che la bellezza di questo momento ha raggiunto il suo apice, allorquando, tutti i sentimenti mai sopiti che noi, affezionati e devoti di questa Istituzione scolastica, portia-mo dentro da decenni sono ritornati in superficie con una prorompenza inarre-stabile ed ho avuto netta la sensazione di essere ritornata indietro nel tempo, a quel lontano Settembre 1976, quan-do varcai per la prima volta il portone d’ingresso … Se chiudo gli occhi sento ancora l’odore del refettorio, il vociare di noi bambini nel cortile, la preghiera del mattino, le dolci carezze di sr Elisa all’asilo, la voce calma di sr M. Anto-nietta in prima elementare,..e, ancora,rivedo sr. Angelina, carica di anni e disapienza che, in quinta elementare, ci faceva cantare l’inno di Mameli in piedi, ognuno accanto al proprio banco, con la mano posata sul petto e lei che caden-

Tre giorni di festa celebrati con gioia!Alvignano • CE

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Laici salesiL

zava il tempo battendo con forza il pie-de sulla pedana della cattedra … Ricordo i capricci di mio fratello che non voleva andare all’asilo, il mio imbarazzo nel ve-derlo frignare e mamma che lo lasciava a malincuore ma con decisione affidan-dolo a suor Franca, la suora portinaia.Quanti ricordi, meravigliosi pensieri mi rapiscono se penso alla “mia” Scuolaalla quale devo tanto, tutto ciò che sono ... Attraverso i suoi insegnamenti, essaha saputo con maestria preparare il ter-reno e seminare i primi granelli che col tempo avrebbero portato i loro meravi-gliosi frutti che mi caratterizzano e che sento essere dei doni speciali come la coscienza scolastica, che mi ha sempre accompagnato nel corso degli studi e checercoditrasmettereaimieifigli; ilsensodeldoveresvoltocononestàver-some stessaprimadi tutto; il rispettoper gli altri; il considerare il prossimocome mio simile e tanto, tanto altro che diverrebbetroppolungoelencare.Ritenendo, dunque, un privilegio l’esse-re stata affidata, ieri, dai miei genitori, allascuoladelleSuore(alloradi Ivrea),amiavolta,oggi,hovolutofare“dono”di questa Scuola ai miei figli: attualmen-telascuolaPrincipidiPiemonteèrettadalle Suore Salesie che conosco oramai da trent’anni, ossia da quando giunsero ad Alvignano ed io, allora adolescente accolsi, insieme ad un gruppo di coeta-nei,lanovitàdellaloropropostarivolu-zionaria: una chiesa giovane e festosa, fatta di persone e non di mattoni, cuore pulsantediunacomunitàfinoadiventa-re l’emblema della pura gioia di vivere!

Eravamo agli inizi degli anni ’90 e sr Al-dina con sr Silvana e sr Giusta spalanca-vano le porte dell’Istituto a noi giovani che attraverso l’ACR scoprivamo l’es-senzaelabellezzadellaVita.Tuttociòè rimasto indelebile nei nostri cuori e,così, la seradella celebrazione conclu-siva, quando al termine della S.Messacisiamoritrovatinoiexacierrini,exani-matori,exgiovani, intornoall’altare in-sieme a don Pasqualino Rubino, nostro amicoe compagnodi strada,èbastatoguardarci un attimo negli occhi per riac-cendere nei nostri cuori la fiamma, mai smorzata, della gioia di ritrovarci in Cri-stonostroAmicoe rivedercicosìcomeeravamo, sempre uguali e uniti nono-stante la vita ci avesse portato a percor-rere strade diverse e, per alcuni di noi, in luoghi diversi … Abbiamo allora liberato i nostri cuori e cantato a squarciagola piangendo di felicità ed esclamando agran voce: “Sì, siamo davvero speciali, abbiamo ricevuto un dono grande!” Un grazie particolare va a sr Egle, sr Lu-cia, sr Concetta, sr Celestilla, sr Natalina e a tutte le Suore che si sono avvicen-datenellanostracomunitàdiAlvignano.Un ringraziamento smisurato dedico allaFondazionePrincipidiPiemonteedallecarissimesrRosalia,srFrancesca,srFranca e sr Lorena che continuano nelloro infaticabile lavoro di formazione scolastica, morale, religiosa e sociale, svolgendo la loro missione con dedizio-ne, cura, attenzione a tutta la persona: la passione che promana dal loro operato èpercepibilechiaramentedanoigeni-tori, eterni apprendisti in questo arduo mestiere, alle quali abbiamo affidato il nostro tesoro più prezioso, i nostri figli, ed alle quali chiediamo accoratamente di … prenderli per mano e farne dei ca-polavori! Con l’augurio più sincero che seguitino a seminare incessantemente e a racco-gliere, in ogni tempo, frutti di bene e d’amore.

Concetta Esposito

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Laici salesi L

Carissime suore, quando l’altro ieri sera ci avete riproposto le immagini di quel famoso 1989, molti di noi presenti in chiesa era-vamogliadolescentidiAlvignano.Nonfacciamo mistero che ognuno di noi ha avuto un nodo alla gola poiché quelleimmagini ci hanno riportato indietro nel tempo…ealloraènata l’ideadi ringra-ziare pubblicamente l’ordine delle suo-rediS.FrancescodiSalesperl’impegnoprofusosoprattuttoinqueglianni.Noi eravamo i ragazzi che cantavano a squarciagola: “Non possiamo tacere lavitacheèinnoi”cisentivamoilcuorediAlvignano che pulsava e si incamminava in un percorso che ci avrebbe portato tuttiinsiemesullastradadel2000.Con quelle immagini ci avete ridonato unricordoindelebileanoiexanimatori,exgiovanissimi,exbandadicorierisa-te.Quanteurladigioiaescherzimaan-che pianti, scontri e sofferenze hanno ri-empito queste sale che noi, ancora oggi sentiamonostre.Èstatountesorogran-de quello che abbiamo ricevuto, tutti noi siamo grati per ogni istante vissuto:

dal primo all’ultimo e credeteci sono tutti custoditi nelnostro cuore. Se sia-modiventatigliadultichesiamoèper-chéqualcunogettavainstancabilmentesemi di fiducia, attenzione, cura, condi-visioneovunque.Nelnostrogruppononc’eradistinzionedipersone.Ognunodinoi era un mondo: da chi camminava, a chi non riusciva, a chi si arenava, a chi si rialzava, a chi aveva voglia di andare oltre, però, credeteci, abbiamo ricevuto qualcosadispeciale.Comediceilprofe-taIsaia:“comelapioggiaelanevescen-dono giù dal cielo e non vi ritornano senza aver irrigato la terra, senza averla fecondataefattagermogliare”.Noiab-biamoricevutoquestodono.Èbastatopocoperfarriaffiorarequelloche il cuore custodisce gelosamente ma che è ancora fresco come un fiore ap-penasbocciato.Abbiamodentrodinoii ricordi profondi di tutto e di tutti, gli sguardi, le emozioni, il dono di donarci senzariserve,senzamisura.Fatiche,sa-crifici, giornate vissute sotto il sole co-cente intenti a preparare GREST e campi scuola dove ognuno di noi era chiama-to a far fiorire il talento che aveva in sé nascosto. Come abbiamo già dettoqualcuno aveva puntato su di noi, quel qualcuno ha un nome e anche se la vita l’haportataacompieresceltediverseèun nome scolpito nei nostri cuori, non lo possiamo tacere: sr Silvana. È statalei il motore di tutto, l’animatrice che cihaportatoallascopertadinoistessi.Lei credeva in ognuno di noi, ha letto nel cuore di ciascuno e ci ha fatto incontrare Dio.Eravamoragazzidi13/14anniacuiera stato dato un compito non per ave-re successonella vitamaun sogno, “ilsogno” da inseguire per diventare veri uomini e donne, liberi da compromessi, liberi da commenti inutili, uomini capa-ci di essere e fare tutto con passione e verità…Noi allora non lo capivamo, partecipa-vamoperchéqualcunocredevainnoi,ci

Dai giovani delle Salesie, di ieri, oggi e domani

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18 | Vita Salesia Giugno 2019

Laici salesiL

scavava dentro e ci faceva anche male…quante volte lo sguardo severo di SR Al-dina ci richiamava all’ordine e al rispet-to di noi stessi ma non mancava poi di accoglierci con un abbraccio o con uno sguardotenerochetiscioglievadentro.Non abbiamo mai lavorato per esibirci per ricevere applausi o corone d’alloro, ognuno nel suo piccolo faceva la sua parte.L’essenzialeeracreareadulticon-sapevolidellororuolo.Ebbeneogniin-controeraunafesta.Cisipreparavaset-timane prima e poi iniziava la macchina organizzativadovelasolapubblicitàerala voglia di stare insieme gioiendo delle piccole cose. Nessuno di noi potrà di-menticare gli adulti che si prodigavano pervenirciaprendereeposarepoichénoi eravamo piccoli e qui dovremo elen-care tutte le famiglie le persone adulte, i sacerdoti che hanno fatto da cornice alleSuoresalesie.Ecco,insiemeaque-ste persone che si mettevano in gioco insieme a noi, che siamo cresciuti e a cui stasera rivolgiamo semplicemente il no-stro“grazie”perchésenonfosserostatipresenti tra noi, e non avessero fatto da collanteogginoinonsaremmoqui.Non abbiamo mai guadagnato soldi, ci organizzavamo nella più grande creati-vità.Ogni cosaeraunospuntoper ini-

ziare…c’era in noi un’apertura di cuore che aveva la potenza di travolgere tutti ancheglianzianipoveriesoli.Èdaque-ste esperienze che noi abbiamo ricevu-toforza,coraggioevigore.Èpertuttoquestochestaseravivoglia-mo ringraziare per aver creato adulti co-raggiosi e testimoni, che l’essere cristia-nivuoldirenonaverepauradellaVeritàe non stancarsi mai di cercarla anche se il mondo ci vuole tutti uguali ma noi non potremmo mai essere tutti uguali per-chécièstatoinsegnato“difareladiffe-renza”.Credeteciachihavissutoqueglianni, nonostante le diverse strade intra-prese, ci basterebbe solo uno sguardo e tuttelebarriereeimurichelasocietàcihaimposto,cadrebbero.Ringraziamo tutte le suore salesie che hanno dato il loro contributo attivo ad Alvignano: sr Aldina, sr Giusta, sr Sil-vana, l’indimenticabile sr Almerina, sr Egle, sr Giuliana, sr Paola, sr Dionisia, sr Natalina, sr Concetta, sr Lucia, sr Lo-retta, sr Franca, sr Lorena, sr Rosalia e srFrancesca.Graziedalprofondodelnostrocuore.

I giovani delle Salesie di ieri, oggi e domani

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Quest’anno noi alunni della Scuola “Principi di Piemonte”, ma particolarmente noi della classe 5^, siamo capitati nel

più grande compleanno che potessimo festeggiare, quello della no-straScuola.Siamo stati tutti coinvolti in più momen-ti nei tre giorni organizzati per i festeg-giamenti: mercoledì 29 maggio abbia-mo aperto la festa con una bellissima coreografia di tutti gli alunni della Scuo-la Primaria, pensata e preparata in meno di una settimana dalla maestra Rosanna Massaro che ha messo a frutto il suo ta-lentodiessereanchemaestradidanza.Abbiamo poi alleggerito la parte storica delle relazioni con i canti, diretti dalla maestra di musica Angela Musco… Ab-biamo visto il video delle interviste, re-alizzate alcune settimane prima con l’a-iuto di una mamma, a persone anziane e via via più giovani che hanno frequenta-to nel tempo passato questa stessa no-strascuola.Unarispostachecièrimastapiùimpressaèstata:“Questascuolamiha trasmesso dei valori e delle emozioni importantiperlavita…”.Certoche,seèbellopresentareballiecanti, c’è anche una partemeno bella:quella delle prove! Specialmente per la

coreografia, quando si doveva provare sottoilsole.Malasoddisfazionedirice-vere tanti applausi ci ha ripagato di tutta la fatica!Il giorno successivo, 30 maggio, abbia-morappresentatoconlarecita“STORIAdi un TALENTO”, la lunga vicenda stori-ca dei 150 anni della Scuola, suddivisa in tappe: dagli inizi, al tempo dell’uni-tàd’Italia, quandoc’eranoqui le suoredell’Immacolata Concezione di Ivrea, fino agli anni più recenti con l’arrivo delle Suore Salesie. Molto simpaticisono stati i balletti che intervallavano le partirecitate.A noi sono rimaste impresse tutte le dif-ficoltà che hanno dovuto affrontare lepersone di Alvignano e il prezioso aiuto che hanno ricevuto con la presenza del-leSuore.Èstatodivertenteinterpretarela parte delle suore, con tanto di vestito e velo… Le suore hanno speranza di ave-re presto in noi delle nuove novizie!!!Nel finale, attraverso la proiezione di alcune diapositive, si sono ricordati i 30 anni dall’arrivo delle Suore Salesie, cosìmoltideipresenti,exadolescentidiqueglianni(oragenitoridimoltidinoi!),si sono emozionati nel rivedersi e nel ri-cordare i tempi d’oro dell’Azione Catto-licacheèarrivataadAlvignanopropriograzieaquestesuore.Cosìhannopensatodiesprimereanchepubblicamente durante la messa del 1 giugno con il Vescovo (Amministratore apostolico)OrazioFrancesco,unringra-ziamento a tutte le Suore Salesie che hanno incontrato negli anni della loro giovinezza…Èstatopernoiilmomentopiùbellodellamessa, perchéabbiamocantato e battuto le mani al ritmo della musica.Chissà… quando diventeremo grandiavremo anche noi da raccontare le no-stre emozioni ai nostri figli… sempre che qualcuna di noi non diventi davvero suora!

Alcuni alunni della classe 5^

150 anni con gli occhi dei bambini…

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1869 – 2019… Con uno sguardo quasi occasionale, si è scoperto il notevolecompleanno della nostra Scuola “Prin-cipi di Piemonte”. Proprio quest’annocompie150anni.“Buon compleanno, Scuola!” È statal’esclamazione di tutti i bambini della Scuoladell’InfanziaePrimaria.Una data… la chiave che ha aperto la porta ad iniziative, sogni, desideri che si sono realizzati nei giorni 29, 30 maggio e1giugno2019.L’entusiasmoaumen-tava giorno dopo giorno e la notizia in poco tempo ha raggiunto le periferie di Alvignano. Tutti, proprio tutti, uniti inun’unicafesta.L’Istituto“PrincipidiPiemonte”perchiben lo conosce da vicino, ha trascorso anni in “salita”,mamolti anche in “di-scesa”, tanto che ha varcato la soglia di essereestinto.Mano,nonpotevaesse-recosìperquesto“unicopuntodiriferi-mento” della gente del paese, non pote-va morire nella sua proposta una Scuola

impegnata nell’educazione e nella for-mazionediragazziedigiovani.Sballottata da un’amministrazione all’altra, ora come una “serenamadre”riposa in “Fondazione”, sotto la tuteladel Vescovo del luogo, attualmente Ora-zio Francesco Piazza, amministratoreapostolico.La raccolta di tante foto ci ha dato la possibilitàdirealizzareunamostrafoto-grafica;exallieviingarasisonopropo-sti per organizzare una tavola rotonda e rileggere insieme esperienze, fatti e incontri del passato; un recital anima-to, molto significativo, ha visto attori bambini della Scuola Primaria, mentre i piccoli della Scuola dell’Infanzia e Pri-mavera respiravano l’aria di festa resa tangibile con l’espandersi dell’entusia-smo.La Scuola fino a qualche tempo fa, con-tesa e discussa, giudicata e defraudata da volontà avverse, ha ora un valorenascosto, ma vivo, conosciuto e applau-

Uno sguardo sul lungo cammino

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Laici salesi L

dito,oraèun’istituzione liberae fami-gliare, protagonista e seria nel propor-re quanto ha bisogno la popolazione, i genitori e gli alunni: accoglienza, gioia, dialogo, collaborazione, desiderio di es-sereamicaecasapertutti.Non possiamo tacere quello che abbia-movissuto ilgiorno31maggio.Acon-clusione del mese, dopo aver percorso e visitato molte famiglie con il passaggio della Madonna Pellegrina, noi suore Sa-lesie abbiamo rinnovato i voti religiosi durante la celebrazione eucaristica, ce-lebrata presso il Santuario dell’Annun-ziata, adiacente alla Scuola, gremito di gente.Èstataunafesta,unabbraccioeunauguriocorale.Chebelloviverenel-laChiesacosì!DentroeconilPopolodiDio!Èstataanchepernoiun’emozionenel ricordare il nostro impegno al Signo-reGesùconleparole:“senzafine,senzamisura e senza riserve” nel farsi dono a Luieaglialtri.SonoquestiimomentidiChiesa viva, dove ti senti protagonista e responsabile di una vita donata!Con noi a festeggiare c’erano anche sr Blanca, la Vicaria Generale, sr Aldina che per 25 anni ha guidato la Scuola e ha visto il progressivo cammino del pa-ese di Alvignano e sr Egle, insegnante ed educatrice nei tempi passati, qua-

si in rappresentanza di tutte le Salesie chesonopassate inquestacomunitàeche avrebbero voluto partecipare ai fe-steggiamenti.ErapresentepureSilvanaCeladin, ricordata con affetto da molti suoi ex giovani, ora papà emamme difamiglia.Il tutto si è concluso con una solennecelebrazione eucaristica, presieduta dal nostro Vescovo, seguita da un concerto e da unmomento di convivialità all’a-perto.Tantivolti,tantisguardi,tantiab-bracci hanno permesso a tutti di espri-mersicosì:“…laNOSTRAScuola”.Siamo riconoscenti per quello che noi, Suore Salesie, abbiamo ricevuto e rice-viamo ogni giorno e questo ci fa essere una comunità significativa, gioiosa inquesto luogo, in questa Scuola, in que-stopaese!Nonè forseunadelle tanterisposte all’appello di Papa Francescochespingeauna“Chiesainuscita”perraggiungerele“periferie”?Nonèforseanche questo un modo di essere pre-senti per incontrare fratelli e sorelle silenziosamente alla ricerca di amore, di sostegno, di conforto, che oggi come oggi, solo le religiose possono donare? Qui si gusta la bellezza della nostra con-sacrazione!

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Il comitato della scuola dell‘infan-zia“SMariaGoretti“diValstagna(VI),assiemeallemaestreesuore

sisonoriunitiperrealizzarela“festadelpapà”.Ognuno ha collaborato con idee, creatività,iniziative,incuisièsperi-mentato l‘allegria, la comunione ed ilcoraggioeneèuscitoun“piccolo,grandemiracolo”.Martedì19Marzo:Tuttoèpronto!I bambini e tutti noi, siamo in attesa dei papà che, dopo aver chiesto ilpermesso, lasciano il lavoro in tutta

fretta arrivano felici nella nostra scuola, salutano i lorofigliedinpocotem-polasalasiriempie.I bambini li accolgono con gioia con il canto e la poesia a loro dedica-ta e con la consegna di un bellissimo regalo: i più grandi una vali-getta tutta colorata, ri-

tagliata e incollata con gli attrezzi che ogni giorno il papà deveavereconsé:pazien-za, coraggio, forza e amore;i più piccoli invece un bellis-simo razzo spaziale che vola tra le stelleconscritto:“insiemeatepapànonhopaura,andreifinoallaluna”.Dopo un momento di tenera com-mozione tutti seduti e pronti per mangiareassieme.Lunghefiledita-vole, dai volti sorridenti, dagli sguar-di affettuosi, gliocchiesprimevano

davvero che il senso del “GRAZIECARO PAPÀ“ era vivo e sentito datutti.Incantevolelafiguradelpapàvicinoalpropriofiglioinquestomomentodi festa e gratitudine, preparata da questicuoriinnocentiesinceri.Lasalacosìpreparatasembravatra-sformata in una favola bellissima ma era quel miracolo creato dal recipro-co amore, amore che tutti dobbiamo custodireecontagiare.Anche il reverendo parroco, Don Pa-trizio, era con noi, per condividere questomomentodifesta.Momenti che suscitano nuova spe-ranza nella famiglia, nella chiesa e nellasocietà.Siamo grati a Dio Padre sempre pre-sente nella nostra quotidianità enella missione affidataci. Spendia-moci con fedeltà e generosità con

quanti si rendono disponi-bili per una crescita uma-

naecristianadeifigli.

AffidiamociaSanGiusep-pe patrono della famiglia e, a suo esempio siano le nostre famiglie, piccole chiese domestiche dove si prega,silavora,sieducaesiama.

GRAZIE PAPÀ.....ATUTTIIPAPÀ!

“L‘amore paziente e gratuito compie il suo miracolo“

Valstagna • Vi

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In questo anno scolastico, i bam-bini della scuola dell’infanzia San Francesco di Sales di Villa

Adriana, hanno seguito un percor-so trasversale alla programmazione didatticaprevista.InfattiapartiredaDicembrefinoaMaggio,conl’aiutodi un cantastorie, le maestre hanno letto racconti di ogni genere e per-ché questa iniziativa fosse vissutaal meglio, hanno creato un angolo specifico dedicato all’ascolto deiracconti.L’obiettivo è stato quello di avvi-cinare i bambini al mondo dei libri e le storie raccontate sono state intenzionalmente del tutto nuove, non di quelle tradizionali che i bam-bini già conoscevano. Tale scelta èstata finalizzata proprio per stimo-lareinlorolacuriositàelacapacitàdi ascolto senza perdere la concen-trazione.Lestorietrattavanodiversiargomenti: il Natale, l’amore, le sta-gioniel’ecologia.Larispostadeibambinièstatasor-prendente e di conseguenza noi maestre possiamo ritenerci soddi-sfatte: i bambini hanno apprezzato moltissimoleletture;nelmomentoin cui iniziavano i racconti si mostra-vano completamente assorti e incu-riositi.Al terminedelprogettoèstataal-lestita, all’interno della scuola, una mostra di libri grazie al supporto di una biblioteca per bambini presen-te sul territorio, anche questo un gesto importante per raggiungere l’obbiettivoprefissato:avvicinarlialmondo dei libri e favorire crescita e conoscenza.Inconclusionesièrivelataun’espe-rienza utile e bella sia per i bambini chepernoiinsegnanti;sicuramenteverràripropostainfuturo.

Le insegnanti

Un viaggio nel fantastico mondo dei libri

Villa Adriana • Rm

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Un incontro speciale: la visita della scuola media Bettini alle suore sale-sie di Ponte di Brenta

La vita cambia attraverso un incontro. Inquesto tempocheprecede la Pasqua, abbiamo

propostoalcunigestidicarità.Gestisemplici per educare il cuore nostro e degli alunni che ci sono affida-ti. Così si sono declinati momenticome il Donacibo (colletta alimen-tare per i più poveri e bisognosi),l’incontro con un responsabile della CaritasdiocesanaeinfinealleSuoreSalesie presso la casa di riposo di Ponte di Brenta. A tema quindi laCarità,chesiesprimeneldesideriodi poter fare qualcosa di buono per gli altri. Questo atteggiamento innoicosìnaturale, tuttaviavacusto-dito ed educato anche attraverso la riflessione,perchénonrimangaunasemplice emozione, ma si trasfor-mi in qualcosa che vale, un valore appunto! Aglialunnidiprimaèstatopropostol’incontroconleSalesie.Igiornichehanno preceduto la visita sono stati pieni di attesa: i ragazzi incalzava-noconlelorodomande:“Prof,cosaportiamoallesuore?-“Voichedite?”-“Prof,nodolci!Nontuttipossonomangiarli,meglioifiori!”.Il giorno della visita con i ragazzi abbiamo vissuto dei gesti semplici, mapienidisignificato.Lasuperiora,suor Alfreda, circondata dalle sue suore ci hanno accolto on gioia e con affetto: raccontandoci la storiadell’Istituto, poi accompagnandoci a conoscere le consorelle anziane ammalateecostrettealettoeinfinecon nostra grande sorpresa facendo-ci trovare la merenda prima del rien-troascuola.Entrati nelle stanze, con un iniziale timore, gli alunni si sono avvicinati ailettidellesuore.“Cisiamopresen-tati,abbiamoregalatolorodeifiorie

cantato per loro e con loro”, raccon-tano.“Mihacolpitoinparticolarelaloro reazione: quando ci hanno visto si sono come risvegliate “.Gesti dicarità semplici che arricchiscono

l’animo.“Hocapitoveramentecosaèlacaritàeperchétirendefelice”,commentano i ragazzi. Sono statemolte le carezze e le mani strette condelicatezza.Ilmomentodelcan-

“Fammi incontrare…”Ponte di Brenta • Pd

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toèstatosignificativo:“Misonopro-prio commossa, ho sentito un’emo-zioneforteehopensatocheGesùèsempreaccantoame”.Il nostro sguardo sembra essere cambiato, è quanto descrivono iragazzi: “Prima, quando venivano imiei nonni a trovarmi, per tutte le cose che avevo da fare non dedica-vo loro molte attenzioni, ora invece guardo i miei nonni e gli altri anziani conocchidiversi”.Oppure“Acasaiomi porto la consapevolezza di avere una vita sana e bella, quelle volte che per un piccolo dolore piangevo e mi disperavo, ora, dopo aver visto quelle Suore anziane come affron-tano lamalattia, quelmalenon c’èpiù”,eancoraunaltro“Scopodellanostra uscita era portare un po’ di allegria alle suore, ma ciò che mi ha colpitodipiùèstatovederequelledonne che avevano passato tutta la vita per il bene degli altri invece che persestesse,oraeranolìammalatetantodarimanerealetto.Èstataunasituazione molto commovente, in-fatti molti dei miei compagni si sono messiapiangere”.“Grazieaquestoincontrosonocam-biata”, scrive un’alunna, “ho capitocheandareafarvisitaaqualcunoèildono più grande che si possa fare?…tuttavia vedere i nostri alunni felici e commossi per l’esperienza fatta ci viene da concludere che un grande dono l’abbiamo ricevuto anche noi dall’incontro con la comunità delleSuoreSalesie.

Docenti della scuola secondaria di primo grado “Bettini”

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Durante l’anno scolastico 2018/’19 i bambini dellascuola “S. Francesco di

Sales” di Villa Adriana hanno vis-suto diverse esperienze che hanno loro permesso di sentirsi maggior-mente parte viva del territorio in cui laScuolaè inserita,valorizzan-done la conoscenza da un punto di vista storico, artistico e culturale, con particolare riferimento alle sue tradizioni.In sintonia con il tema dell’anno, che sottolineava la gioia, i bambini della Scuola Primaria, con l’aiuto degli insegnanti, hanno approfondito alcune tradizioni del Carnevale Tiburtino e sotto la direzione del maestro Manuele Orati hanno cantato e registrato l’Inno del Carnevale Tiburtino, composto da GianninoDeAngelistraglianni‘30eglianni’40.Prima di presentarlo alla città diTivoli,durantel’evento“AllegriadelCarnevale Tiburtino”, organizzato presso le Scuderie Estensi il 22febbraio 2019, i bambini hannovoluto far ascoltare l’Inno al Sindaco della città, Giuseppe Proietti,

che, nei primi giorni di febbraio, ha accolto l’invito ad incontrare alunni e insegnanti della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria diVillaAdriana.

Quest’incontro è stato vissutocon particolare entusiasmo e capacità di collaborazione nelpreparare un ambiente vivace e colorato, espressione dell’allegria del Carnevale, e nel realizzare un gioioso momento d’accoglienza con canti, disegni, piccoli doni e messaggi.Ibambinidiclassequartacon le loro pianole hanno dedicato al Sindaco un brano musicale, mentre i ragazzi di quinta hanno voluto intrattenersi con lui rivolgendogli alcunedomande.Ecco quanto hanno scritto alcuni bambini dopo questa visita speciale:

“I nostri volti erano emozionati efelici,perchévedereilSindacononèassolutamentecosadituttiigiorni!...Nell’ascoltare l’Inno del Carnevale Tiburtino il Sindaco si è divertitocome un bambino, pensiamo che, attraverso la musica, abbia fatto un viaggio nel tempo… Ha risposto con

Scuola e territorioUNA VISITA SPECIALE

Villa Adriana • Rm

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cordialità alle nostre domande eha saputo trasmetterci qualcosa di stupendo. La sua testimonianza ciservirànellavita”.Significative sono state inoltre alcune riflessioni nate dai ragazzi di quinta dopo l’intervista fatta al Sindaco.“IlSignorSindacoGiuseppeProietticièsembrato…

… una persona molto attenta e gentile, perché ha ascoltato conattenzione e ha risposto a tutte le nostredomandeconserietà,umiltàe molta disponibilità, offrendocirisposteutiliperlanostravita.

… una persona rispettosa verso i più piccoli, come i bambini, una persona umile perché pur rivestendo unruolo importante ed essendo una persona colta, non si vanta di essere Sindaco, primo cittadino di Tivoli.Hadimostratounagrandecapacitàdi comunicare e di spiegarci la sua vita e le sue scelte con un linguaggio sempliceesenzavergogna.

… una persona trasparente, le sue risposte sono state delle lezioni di vita, perché erano vere, cioèprovenivano dal cuore, erano parole che veramente lui pensava eviveva.

… una persona molto educata e sincera perché ha risposto senzarimpianti e ha detto le cose come stanno.

… una persona fantastica, signorile, paziente … una persona dal cuore aperto e capace di vivere l’oggi, perché ci ha fatto capire chedobbiamo vivere bene il presente, in quanto l’oggi racchiude tutto il passato”.

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È PIÙ BELLO INSIEME!La Scuola “S. Francesco di Sales”non soloè inseritanel territoriodiTivoli, ma si sente parte anche di una Parrocchia, quella di San Silvestro Papa di Villa Adriana. La MissionePopolare svoltasi a Villa Adriana dal 28 marzo al 7 aprile 2019, èstata un’esperienza preziosa per aiutare piccoli e grandi a ravvivare ed approfondire il proprio cammino di fede e a sentirsi maggiormente inseriti nella vita della Parrocchia.L’invitodiGesù“Ecco sto alla porta e busso”(Ap3,20)èstatoiltemachehaaccompagnatolaMissione.I missionari presenti hanno incontrato in due mattinate distinte i bambini della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria, comunicando loro, attraverso attività, giochi ecanti, un messaggio di fiducia, hanno inoltre portato la loro testimonianza aigenitorideibambini.A loro il grazie della Scuola attraverso alcuni canti che i bambini hanno eseguito presso i campetti della Parrocchia, in occasione della festaafineMissione.Sono stati momenti significativi d’incontro, di riflessione, di ascolto, di testimonianza, di gioia che hanno lasciato in grandi e piccoli un messaggio: È più belloinsieme!Ognunoèdonoperl’altro!Se apriamo la porta del cuore e lasciamo entrare Gesù, la vita si

colora di gioia!La testimonianza di due mamme ci aiuta a cogliere alcune sfumature dell’esperienzavissuta.“Martedì2Aprile2019,ore15.00,inagendahoscritto:incontrogenitori-missionari nel salone della Scuola, decido di andare, a posteriori posso affermare che ho preso un’ottima decisione, di seguito i motivi.Innanzitutto appena arrivo e vedo Fra Fabio con due dei ragazzi chepartecipano alla Missione avverto subito una bella sensazione di serenità trasmessa dai loro voltisorridenti e rilassati. Poi la letturadi un brano del Vangelo di Giovanni che ci fa riflettere sull’importanza di non giudicare e sul fatto che sbagliareèumanoeilperdonoèlachiave per vivere con fede e amare il prossimo. Perdonare non sempreè facile, ma se lo fai sicuramentevivi con più gioia. Devo dire chesono rimasta entusiasta di questa esperienza”.“La Missione Popolare è stataper me un’esperienza molto importante. I missionari religiosi,accompagnati in questo cammino di evangelizzazione da ragazzi laici, hanno portato la Parola di Dio nelle nostreviteconsemplicità...Amehacolpitolalucedeiloroocchi.Lagioiache emanavano è stata contagiosa.Ci hanno donato un Gesù che

ama profondamente, un Gesù che accoglie e perdona, che non giudica, ma che attende pazientemente di farpartedellanostravita.Hoavutola sensazione di essere abbracciata, mi sono sentita parte di ognuno di loro”.Anche le parole dei bambini sono preziose per capire quanto l’incontro con i missionari abbia lasciato un segnonelcuoreenellavita.“Grazie alla Missione Popolareabbiamo imparato molte cose. Ifrati che sono venuti nella nostra Scuola, attraverso alcuni giochi, ci hanno fatto capire il valore della fedeltà, della fiducia, del saperamare, del saper essere originali e dell’accoglienza.Possiamoimpararead accoglierci, così come Gesù facon noi!... Le parole del canto chei missionari ci hanno insegnato, “È più bello insieme”, ci ha permesso ancora una volta di capire che quando si sta insieme sembra come una magia: tutto diventa più bello. La vita deve essere percorsainsieme, aprendo la porta del cuore aGesù,checivuolebene”.

Scuola “S. Francesco di Sales” di Villa Adriana

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Dopo sette anni di perma-nenza presso il santuario della Madonna delle Grazie

a Piove di Sacco, mi si è aperta lapossibilitàdiunanuovaesperienza.Nelventagliodellepossibilitàc’eraun posto a Teolo sui Colli Euganei, come ospite delle Suore Salesie che aspettavano un sacerdote a celebra-redueSS.Messequotidiane, unaacasa“S.FrancescodiSales”el’altraaCasa“Chantal”perlesuoreanzia-needinferme.Un cambiamento notevole nel rit-mo della giornata e nei rapporti con le persone: il tempo che dedicavo come penitenziere si è ridotto oquasi annullato, il contatto con gli ammalatinellelorofamiglienonc’èpiù, il campanello all’ingresso tace, nessuno viene a chiedere qualche servizio o colloquio, non c’è più laredazione della rivista, non ci sono fatture da pagare, non ci sono grup-pi da seguire…A Teolo ci sono solo Religiose an-ziane e ammalate a cui offrire unsorriso, qualche battuta di buon umoreelaS.Messaconlapresenzadi Gesù. Cerco di mettermi in sin-tonia con il loro stato d’animo, di usare comprensione e pazienza per le loro sofferenze, di interessarmidelle loro esperienze, di apprezzare quello che riescono ancora a fare in chiesa con la preghiera e l’adorazio-ne, in cucina, col ricamo, con i ferri a maglia, con la cura del giardino e conl’abbellimentodell’altare.Alcu-ne vivono la loro fedenell’intimitàmanifestando nell’aspetto umiltà eraccoglimento;altreportanoisegnidellafaticaedellasofferenza;tuttenella serenità e nell’abbandono inDio vedono passare davanti ai loro occhi i ricordi dei rapporti coltivati con amore con le persone incontra-te, con i bambini nel servizio educa-tivo,parrocchialeomissionario.Accomunatedallatardaetàedall’a-

bito bianco, non lasciano apparire, neanche a parole, ciò che le ha di-stinte nel tempo in cui erano attive…se hanno coperto qualche posto di responsabilitàall’internodellaCon-gregazione, come Superiora o Ma-estra o missionaria, se hanno con-seguito qualche titolo di studio…Io cerco di distoglierle dall’anonimato quando le vedo assieme, in silen-zio, sedute in cerchio: chiedo il loro nome, non sempre facile da memo-rizzare, ci scherzo su bonariamente ecosìsiapreildialogo…Io sono contento: l’abitazione che mi hanno assegnato in comodato d’uso è bella, originale, è tipomo-nolocale dal quale si accede alla cucina da una parte e alla stanzetta conbagnodall’altra;laparetefron-taleètuttavetrieallamattinalasciavedere il giardino e il panorama sui colliesullapianura;sullatodifon-dodelpiano-terraunabellascaladilegno verniciato sale sul soppalco

perentrarenellastanzaenelbagno.Tutta la parte posteriore della casa ha il soffitto a travi scoperti, stilemontagna.Lesuoremiprocuranoilvitto e provvedono alla biancheria.Ho accettato lo stesso medico del-le due comunità ed eventualmentechiedo qualche consiglio alla suora infermiera.Ciò che mi fa doppiamente contento èchesonoaipiedidelMontedellaMadonna: dalla chiesetta di Citta-della dove sono nato e dove ho fat-to il chierichetto, intitolata a Maria del Monte Carmelo sono arrivato a Maria del Monte della Madonna a Teolo, un monte vero, stavolta, non solountitolo;unbelviaggioiniziatocon Maria con una tappa al santuario della Madonna delle Grazie a Piove di Sacco ed ora nuovamente con Ma-riasulMontecheportailsuonome.

don Giovanni Battista

Il mio passaggioTeolo • Pd

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30 | Vita Salesia Giugno 2019

Il Collegio “CASA VANZO”, è unambiente stimolante ed educati-vo che permette alle studentesse

un confronto con chi, grande, ha maggior consapevolezza della vita universitaria e rende il lungo e arduo cammino universitario più leggero con il supporto e l’amicizia di tutte le collegiali. Sono le studentessestesse che, con le loro testimonian-ze, motivano il loro orientamento al Collegio:“HosceltoilCollegioper-chédesidero, inquestianni,viverela vita universitaria in modo diverso, desidero fare esperienze diverse, esperienze che rendono migliori gli anni di studio che mi preparano alla vitaprofessionale”. – “C’è inme lavoglia di condividere questo per-corso di studi e di vita – un percorso duroma splendido – perché è unaopportunità unica di crescita intel-lettuale, di cultura, di scambio, di conoscenzaedesperienza.Gliannidell’Università, sonoquelli

in cui la persona acquisisce un forte sensocritico,unagrandecapacitàdianalisidi ciò che la circonda; sono,forse, gli anni in cui davvero la stu-dentessa cresce, si allontana dal proprio “solito ambiente” e scopretante cose nuove… Le studentes-se fuori sede sanno cosa vuol dire confrontarsi con ambienti diversi da quelli che hanno sempre frequenta-to:quandocambianocittà, cambia-no vita, portano nella loro valigia, insieme a tutti i loro vestiti, anche un carico di esperienze che ognu-na di loro ha accumulato nel corso della vita… E allora il Collegio può diventare un luogo dove scambiare queste idee, dove crescere non solo professionalmente, ma anche come persone.La sfidaèproprioquesta: ricordareche non basta la formazione pret-tamente accademica,ma che è ne-cessario anche una crescita a livello umano e cristiano attraverso la ric-chezza delle relazione, dell’amicizia, del confronto in un contesto in cui non si è valutati e giudicati, comeesorta Papa Francesco nell’esorta-zione apostolica “Christus vivit”.

Fare “casa” dice, è “fare famiglia”;è imparare a sentirsi uniti agli altriin modo da sentire la vita un po’ più umana. Creare “casa” è rendere leore e i giorni meno inospitali, meno indifferenti e anonimi. Questa è lavita del Collegio, l’obiettivo di ogni istituzione.In questo modo, dice ancora Papa Francesco, si fa strada quell’indi-spensabile annuncio da persona a persona, che non può essere sosti-tuito da nessuna risorsa o strategia pastorale.

Le Suore della Comunità di “Casa Vanzo”

Condividere la vita universitaria…Padova • Casa Vanzo

30 | Vita Salesia Giugno 2019

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Giugno 2019 Vita Salesia | 31

Festeggiare questo mio primo traguardo di studi universitari con le ragazze

con cui ho vissuto e condivi-so l’accogliente realtà di CasaVanzo mi ha reso ancora più felice proprio perché è anchegrazie a loro e alla piccola comunitàdisuorechegestisco-no la struttura che sono riuscita a vivere questi miei primi anni accademici fuori sede con sere-nità ed equilibrio, studiando,maturando, conoscendo nuove persone, nuove amiche su cui poter contare, con le quali potermi confrontare, parlare, crescereassieme.

CasaVanzoèunagrandefami-glia nella quale mi sono sentita sin da subito accettata e com-presa;vorreidunqueringraziaredi cuore sr Brunetta, sr Marzia, sr Costanzina e sr Iole per la loro gentilezza, per la loro com-prensioneedefficienzanelcer-care sempre di comprendere le esigenzeeledifficoltàdinoira-gazze.Ringrazioanchelanostracollaboratrice Marilena che con il suo importante aiuto ci per-mette di vivere la dimensione della Casa con più tranquillitàlasciandoci libere di dedicarci pienamente al nostro impegno distudi.

Ginevra

Colgo l’occasione per ringraziare chi mi ha chiesto di fare una piccola testimonianza sulla mia espe-rienza universitaria e collegiale in questi 5 anni

perchémihapermessodi riguardare indietroaquellocheèaccaduto. Lagratitudineper chiho incontratoeper ciò che è successo, caratterizza questamia espe-rienza e la mia vitaQuesto percorso è stato perme occasione dimatura-zione vera, per cui posso guardare al passato con non troppanostalgiaperchéèoggichesonodiventatapiùmestessa.Inaspettatamente e quasi misteriosamente, seguendo quellocheèaccaduto,misonoritrovataacapireunpo’di più a cosa sono chiamata, la mia vocazione. Bastaguardareacometuttoèiniziato,anzituttofrequentarel’UniversitàdiPadovapiuttostochequelladellamiacit-tàelasceltainCollegio,incuihoincontratoecondivisol’esperienza quotidiana con tante ragazze, tra cui la più importante, la mia prima compagna di stanza assegnata casualmente, poi diventata la mia migliore amica… La realtà,insomma,cioffrequalcosacheèpropriopernoie se lo si riconosce tuttofiorisce: penso alle amicizie,gli incontri e momenti di condivisione in collegio e in università…tuttodiventapiùinteressante.

Credochelachiavedituttosiavivereconlealtàepas-sione quello che si fa condividendolo con chi ci viene messoaccantoperfareunpezzodistradainsieme.Per questo vorrei leggervi un pezzo del Piccolo Principe:

Cosìilpiccoloprincipeaddomesticòlavolpe.E quando l’ora della partenza fu vicina:“Ah!”disselavolpe,“...piangerò”.“Lacolpaètua”,disseilpiccoloprincipe,“io,nontivole-vofardelmale,matuhaivolutochetiaddomesticassi...”“Èvero”,disselavolpe.“Mapiangerai!”disseilpiccoloprincipe.“Ècerto”,disselavolpe.“Ciguadagno”,disselavolpe,“ilcoloredelgrano”.Poi soggiunse:“Va’arivederelerose.Capiraichelatuaèunicaalmondo.Quandoritorneraiadirmiaddio,tiregaleròunsegreto”.

EdarviallafineilmiopiccolosegretodiLaureanda“è il tempo che hai perso per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”(A.deSaintExupery)

Una laureanda

Ginevra festeggia con gioia!

Testimonianza di una laureanda

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32 | Vita Salesia Giugno 2019

Giàneimieisognidibambinami vedevo impegnata a lavo-rare con i bambini: maestra,

regista di spettacoli, direttrice di un orfanatrofioodiunasilonido;forseperchédaquandoeroancoramoltopiccola mia mamma mi ha coinvol-tonell’accudimentodei “fratellini”che nel giro di pochi anni sono diventati due, tre, quattro, cinque e infinesei.La vita mi ha portato a fare altro anche se non ho smesso mai di ve-dere dietro le persone che lavorava-no con me, nella mia esperienza di pubblico dipendente, prima come semplice impiegato e poi come di-rigente responsabile della gestione del personale di un ministero, le difficoltàe legioiedellerispettivefamiglie con figli, mamme, papà enonni.Quando sono andata in pensione avrei voluto con la mia liquidazio-ne mettere su un nido per offrire un aiuto alle tante mamme che non sanno mai a chi affidare i loro picco-liduranteleoredilavoro.Nonmièstato possibile o forse non ne sono statacapace.

Quindi quando Don Marco durante l’assemblea annuale della parroc-chia nel settembre 2016 ha pro-spettato l’idea di dare vita a una casa famiglia la cosa mi ha entusia-smatoemièsembratochelaProv-videnza o la Grazia di Dio mi chia-massero a realizzare in qualche modoilmiosogno.LaCasaFamigliaSalesiaoggièunarealtàeiosonomoltofeli-ce di partecipare come volon-tariaallasuavita.

Alll’entusiasmo del primo mo-mento dove il cuore la faceva da padrone, è subentrato un perio-do di impegno e di preparazione per capire che, oltre al cuore, che bisogna imparare a tenere a bada,

occorre un grande discernimento che ci insegni i limiti di rispetto e di prudenza necessari perché tuttipossano dare il proprio contributo in vista del raggiungimento del mi-gliorerisultatoeperchésiasempresalvaguardatal’integritàelapriva-cydeibambiniedellelorofamiglie.Nella stesura delle linee guida sono stati evidenziati gli impegni che come volontari siamo stati chiamati ad assumere perché la nostra pre-senza sia di aiuto alle suore, ai re-sponsabili, agli educatori e ai bam-bini.Impegno di fedeltà, educazioneamorevole, coerenza educativa, umiltà, consapevolezza dei proprilimiti, riservatezza, capacità dichiedere aiuto e di rappre-sentare modelli posi-tivi e di riferimento nell’ambito della comunitàparroc-chiale e del ter-ritorio.

Il sogno … divenuto realtàRoma

È tempo ormai di raccon-tarvi un po’ della Casa Fa-miglia Salesia attiva da un anno e mezzo, che ha già accolto 13 bambini e con tanta ‘bella gente’ che gira intorno ad essa.Vogliamo dar voce ai vo-lontari, e da queste pagi-ne li ringraziamo, insieme a tutti coloro che con la preghiera, la solidarietà, il proprio tempo, l’ami-cizia e l’incoraggiamento continuano a sostenerci. Grazie, veramente e di cuore a ciascuno!

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Con questo spirito ho cerca-to di essere presen-tequandosiè trattatodidarevitaalle iniziative necessarie a reperire i fondiperlenecessitàdellacasaconla vendita di torte, la preparazione di cibi e dolci per un buon pranzetto domenicale,ladisponibilitànelser-vizio di ritiro da scuola, l’offerta del-la casa di vacanze sia l’anno scorso chenelprossimomesediluglio.È un’esperienza bellissima riuscirea stabilire un rapporto con i bam-bini che sono contenti di vederti al

momento dell’uscita da scuola o quando possono gustare una

cosa buona preparata per loro con lo stesso amore

con cui la preparo per i mieinipoti.

Confido nell’a-iutodiDioperchéquest’opera pos-sa essere sempre più punto di riferimento e di aiuto per tutti quei piccoli chelaDivinaProvvidenzametteràsullanostrastrada.

Giovanna Arcà

Siamo ad un anno e mezzo dalla aperturadellacasafamiglia.Sisono susseguiti vari bambini,

alcuni rimasti per pochi mesi, altri per periodi più lunghi. Con tutti siècreatounlegame,ognunodiloroha cercato in noi collaboratori un punto di riferimento. Chi scrutan-doti dal primo giorno e chiedendoti

un po’ tutto di te, favoleggian-do magari su una famiglia,

una mamma, un papà,unarealtàconosciu-

ta da loro poco e male.

Chi maga-ri parlando

poco e chie-dendo at-tenzione e gioco. Chis e m b r a che si sia ambienta-to benis-simo, che non mostri

rabbia e ri-sentimento

per nulla e poi

un bel giorno, mentre fa colazione e lo passano a salutare delle suore che sono nella casa per un periodo evannovia,siincupiscetutto.Alloraglichiedi:-Cosa hai? Che ti è preso?- E lui ti guarda dritto negliocchi e dice: -Se ne vanno!--ma tor-neranno dai!-.-Sì, ma solo per un sa-luto, non ne posso più di chi entra ed esce dalla mia vita!-Alloratiritrovicon un bambino di otto anni a riflet-tere su Dio, sulla Sua presenza fissa nella nostra vita e sulla temporanei-tàdeilegamiumani.Chipoi,inveceti urla tutto il suo disagio con la for-zachehaincorpo,perchénoncapi-scecosacistaafarequi,cosafaràdomani,chenesaràdiluiedeile-gamichecrea.Sisperimentalapre-carietàdiquestanostracondizioneumanaspesso.Cisonoperòtanteri-sate, canzoni condivise, talenti che emergono, caratteristiche di ognu-no. Si cantano canzoni dimoda, cisi diverte sui vestiti della mattina, suor Tiziana raccomanda pulizia e abbigliamento sobrio per la scuola nello sbuffare di chi vorrebbe anda-reascuolainpailettes.SuorGinaincucinacheèunaesplosionedisim-patia, scherzetti e detti suoi in dia-letto.Unambientedifamigliadovequesti bimbi e noi sperimentiamo affettoeattenzione.Alcuniarrivanonellacasaconlasorellae/oilfratel-

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lo ed allora nella interazione tra loro rivivi anche tu magari il rapporto contuasorellaquandoeribambina.Riflettisullatuavita.Osserviquellasorella che prevarica un po’ l’altra e pensi quante volte lo hai fatto tu conlatua.Insommaundonoprezio-sopermeentrare inquesta realtà.Non sappiamo cosa sarà della vitadi questi bambini, questa parentesi di casa famiglia credo comunque la-sceràunsegno in loroemiauguroche i legami che si creano qui possa-no mantenersi anche una volta che loroescanodallacasa.

Francesca De Santis

Questo primo anno di collabo-razioneconlaCasaFamigliaSalesiaèstataunaesperien-

za che mi ha emozionato e arricchi-to.Ilmiocompitoèstatoaccompa-gnare i bambini a scuola un paio di mattineasettimana.Duechiacchie-re insieme durante la colazione e mentrefinivanodiprepararsi.Epoiuna passeggiatina mano nella mano, conversando del più e del meno e rispondendo a loro domande. È

stato dolcissimo conoscere pian piano i bambini ospiti, entrare gradualmen -te in sintonia con loro supe-rando le loro giuste e uma-nissime timi-dezze e diffi-denze, cercare di trasmettere dolcezza e valori conquistando la loro fiducia e ami-cizia... quale viaggiopiù bello si può imma-ginare? Certo, non sono i nostrifiglioparenti,ènostrodovere stare nei limiti del nostro piccolo compito, ma è bellissimoriuscire a conquistare un sorriso sincero, una domanda di consiglio, uno sguardo che racconta sintonia e condivisione.Èbellissimocercarediaiutarli a crescere di un pur piccolo passo guidandoli a scoprire/capireun valore, un principio, un senti-mento, un modo corretto di inte-ragire con gli altri, o come gestire unaemozioneoun’ansia. È la cosapiùgrandeesorprendenteèquantoloro sanno ricambiare, donando a noiadulti lacapacitàdivedereconnuovi occhi cose nuove, o di rivede-re cose ed emozioni che avevamo dimenticato per colpa dell’età.

All’inizio pensavo che il nome “casa famiglia” fosse con-venzionale. Invece ho capi-to che dice una verità. Sia

pure col limite della temporaneità,è un luogo che davvero trasmet-te-grazieinnanzituttoall’impegnodelle Suore Salesie - ai bambiniospiti, e a tutti noi che vi entriamo in contatto, un senso di vera fami-glia.Grazie!

Carlo D’Orta

Sono andata in pensione pre-sto, usufruendo di un regime speciale.Speravodidiventare

presto nonna, o di poter restituire, accudendo i pronipoti (i figli dei figli deimiei fratelli), tutti i piace-ri ricevuti dai miei familiari, che mi avevano tenuto le figlie men-tre lavoravo.Ma non succedeva nél’unanél’altracosa.Misonodetta:

“Ma come, ora che posso ren-dermi utile, nessuno chiede dime?”.Quando si è presentata

l’occasione, ho aderito ad un corso di volon-tariato, in preparazio-ne all’apertura di una casa famiglia “parroc-chiale”.Ilcorsoèduratoquasi

un anno, mi sono più volte domandata se dav-

vero fosse utile, a cosa

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potessero servire quei gruppi di ri-flessione sulle motivazioni o altri interrogativi a volte sfuggenti (sono piuttosto pragmatica, la psicologia non mi si addice). Alla fine pensosia stato piuttosto una prova di re-sistenza, utile a far rimanere chi fos-se davvero determinato a dare una mano.Quando finalmente la casa famiglia ha accolto i primi bambini, l’assi-stenza richiesta riguardava servizi molto semplici (lavare, stirare, ac-compagnare)!Hotiratounsospirodisollievo, non mi sentivo all’altezza degli insegnamenti ricevuti durante la preparazione, e ho pensato che lavare i piatti fosse la cosa più an-tipatica, magari quella che nessuno voleva fare, magari avrebbero preso persinomeperuncompitocosìmo-desto.Ungiorno,mentreaspettavoche si asciugasse il pavimento della cucina, una bimbetta mi ha chiesto sepotevo “essere sua”, e da alloral’ho aiutata a fare i compiti e tante altrecose,cosìnaturalmenteesem-

plicemente, e, dopo di lei,altrinesonoseguiti.I brevi momenti tra-scorsi con i piccoli membri della casa, l’af-fiatamento con le suore

e gli assistenti sociali mi riempiono di allegria e di serenità,mifannopassare

il malumore e considera-re nella giusta proporzione

i miei problemi quotidiani. La-vare i piatti è faticoso, ma penso

mi faccia sembrare una persona di famiglia,unapresenzanormale.Hocapito che non sono io a offrire qual-cosa alla casa, ma che ricevo da essa una grande pace, provo un senso di leggerezza nuovo. È passato ormaiun bel po’ di tempo, ora sono nonna, ehotantiimpegni,anchedilavoro.Eppure, ogni settimana, aspet-to il giorno del mio turno di lavapiatti,enonc’ènien-te che mi rincresca più di quando non riesco a rispettarlo. Unacosa ho imparato, e l’ho capita quando mièstatochiestoperché lo faccio.Lo faccio per me, perchémifarstarbene, penso di aver capito con-cretamente cosa significhi ricevere una grazia. Lo fac-cioperegoismo.

Cristina Di Pietro

Sono una che ha scelto di stirare. Durante il corsosono stati affrontati vari

temi emi è stato subito chiaroche i bimbi che avremmo accolto

avevano vissuto molte vicende difficili, qualche volta drammati-

che, e tutti, responsabili e volon-tari avrebbero dovuto fare il pos-sibile per tutelarli e accudirli in un ambiente affettuoso, competente e sereno. Sapevo, per essere statamadre di alunni della S. Francescodi Sales, che le suore sarebbero state bravissime nel creare quel climaeducativocosìsereno,apertoe costruttivo in cui i miei figli erano cresciuti, dall’asilo alle elementari.Qualche operatore disse che non era necessario avere un ruolo diretto con ipiccoli,maanchefareattività“alatere”,comepulireilgiardino,olavareipiatti,ostirare.”ComeElsa”,in un’altra esperienza, che stirando si rendeva comunque disponibile a chiacchierare ed intrattenersi con i piccoli senza compiti definiti. MisonodettasaròElsa,perchéavendodue nipotini piccoli non avrei potuto impegnarmi con orari e giorni fissi e la casa ha bisogno certo di continu-

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ità nella presenzamapoco cambiaspostare qualche volta lo stiro in unaltroorario.Capiscochequestolavoro non abbia un grande fascino, né sia particolarmente indispensa-bile o espressione della propria per-sonalità,maiolofacciovolentierieproprioperchénonèindispensabileavere una maglietta stirata, offro una sorta di risarcimento danni. Aimiei figli non sempre stiravo pigia-mini o tute, ma erano i signori della famiglia, gli ospiti d’onore e si sentivano principi anche con qualchepiegaaddosso.Inostribimbi della casa famiglia quando vanno fuori devono essere sicuri almeno sull’a-spetto curato riflesso di una sistemazione bella anche se provvisoria.Sonoinostri“figliunici” a cui le suore e gli altri

operatori dedicano delicate atten-zioni, a quello fa bene il calcio per l’altroèmegliounadisciplinacomeiljudo...Epoistirandolelorocoseliimmagino:H.quandofajudo,M.cosìaggraziata,D.con lesuemaglietto-nesportive,lecamicetteda“fichet-to”diunaltro.Etifoperloro,ancheseperovvimotividiprivacyiononso nulla di questi bambini a parte piccoli dettagli dell’organizzazione dellalorogiornata.Qualchevoltamisono incrociata con i bambini, scher-zato sulla Roma o la Lazio, spiegato al volo qualcosa di scienze naturali, come a L. che non aveva capito lafotosintesi. Sono poi contenta di

aver ripreso i rapporti con le suore, veremaestredivita,cosìimpegnatefisicamente e moralmente e cono-sciuto i volontari e gli operatori, persone in gamba con cui i rapporti anche i più frettolosi non sono mai banali.Quindi sono molto contenta di por-tare un piccolo contributo e ringra-zio questa casa per essere un esem-piodi solidarietàconcretaeamorecristiano.

Elena Laura Picardi

Sono una mamma con 4 figli, 4 maschi. Ho sem-pre pensato che il dono di

una famiglia così numerosa eunita non potesse esaurir-

si dentro le quattro mura di casa nostra. Da poco,

finalmente, con loro più autonomi, si è presen-tata l’occasione di dare un sostegno alla casa famigliadi viaAnapo.Si tratta di fare picco-li servizi di accompa-gnamento alle attività

pomeridiane o di stare

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insieme la domenica pomeriggio.La domenica viene pure mio mari-

to, giochiamo insieme con i bam-bini come quando lo facevamo

con i nostri e come quando, da fidanzati, animavamo festic-ciole per bambini. È belloritrovare quella complicitàe sperimentare insieme la stanchezza, ormai non più giovani, di correre, saltare e giocare come se gli anni nonfosseropassati.Èbellola sera confrontarci sulle impressioni e sugli atteg-giamenti giusti da tenere

con ciascuno di loro e, forti dell’esperienza con i nostri,

trovare potenziali strategie per

stabilire dinamiche migliori tra i bambini. È bello, infine,

con cuore di genitori, stringerci l’un l’altro preoccupati per le sof-

ferenzediqueibimbi.I bambini della casa si sono affezio-nati subito e subito hanno mostrano i loro lati deboli: insicurezza, fragili-tàemotivaebisogno,tantobisognodi essere ascoltati e amati in questo momento difficile della loro vita.Dagli incontri con gli altri volontari edairaccontièemersafortelacon-sapevolezza che questi bimbi, cosìpiccoli,così fragilisopportanoevi-vono situazioni più grandi di loro, piùgrandidinoi.A differenza di quello che accadeva nelle nostre esperienze preceden-ti, in questo caso è difficile e deli-cato stabilire i confini della nostra presenza. Loro richiedono inmodoinequivocabile un’attenzione indi-viduale, hanno un bisogno di amo-re che purtroppo noi non possiamo colmare.

Mi chiedo allora che senso abbia la mia presenza, cosa possa fare per alleviare quel dolore, quell’incer-tezza, quella mancata esperienza di amore incondizionato. Confron-tandomi con la mia esperienza di mamma, capisco che con fede devo affidarmi al Signore e affidare a Lui queste creature, chiedere a Maria la consolazione per loro e pregare che nella loro vite il Signore sappia tro-vareunpercorsodiamore.

Ilaria Sorcini

Mia madre naturale mi ha lasciato, oltre la vita, que-sto libro sottolineato in

questa parte:…e una donna che aveva al seno un bambino disse: parlaci dei figli. Ed egli rispose:I vostri figli non sono figli vostri... sono i figli e le figlie dell’ardore che

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la Vita ha per se stessa. Essi non ven-gono da voi, ma attraverso di voi e non vi appartengono benché vivia-te insieme. Potete dar loro il vostro amore, ma non i vostri pensieri. Po-tete custodire i loro corpi, ma non le loro anime, poiché abitano case fu-ture, che neppure in sogno potreste visitare. Potete sforzarvi di essere si-mili a loro, ma non cercate di rendere essi simili a voi poiché la vita proce-de e non si attarda su ieri. Voi siete gli archi da cui i vostri figli, come frecce vive, sono scoccati lontano. L’Arciere mira al bersaglio sul sentiero infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce vadano rapide e lontane. fate che sia gioioso e lie-to questo vostro essere piegati dalla mano dell’Arciere poiché, come ama il volo della freccia così Egli ama an-che l’arco che è saldo. (Kahlil Gibran)Mi ha lasciato sulla pelle che i figli sono figli di molte madri, della ter-ra, di Dio, di chi se ne prende cura… questoèciòchesiete,unadellema-dri che nel loro cammino incontre-ranno…

Krishna Arcà Cotter

Abbiamo iniziato la nostra attività di volontari alla casafamiglia Salesia quasi due

anni fa, dopo aver fatto una for-mazione insieme a tutti i volonta-ri. Ricordiamo benissimo il nostroprimo giorno di servizio, era il pomeriggio del 25 dicembre e, per festeggiare il Natale, siamo andati a giocare a tombola con i bimbi.Eravamo entusiasti e spaventati allo stessotempo.Lavogliadiiniziaree di fare era tanta, ma il timore di sbagliare ancora più gran-de: nessuno di noi si sentiva abbastanza pronto e capace.In modo del tutto inaspettato invece, una volta conosciuti i bambini è stato tutto moltopiù semplice e naturale. Lesuore ci hanno fatto sentire da subito bene accetti, e i bambi-ni ci hanno accolto e aiutato in

modonaturale.Ci hanno inse-gnato che non serve maschera-re le mancanze o le difficoltà;che mostrarci per quello che siamo, in modo sincero, èla cosa migliore che si possa fare, e cosìgrazie alla loro auten-ticità, siamo riusciti a la-sciarciandare.Superatiinostritimori, trascorrere il tempo con i giovaniospitidellacasaèdiventatomoltodivertente.Giocareanascon-dino, vedere i film della Disney oschizzarci in piscina ci fa tornare alla nostra infanzia, e ci fa rivivere mo-mentibellissimi. Inquestidueanniabbiamo incontrato tanti bambini, e ognunodi loronella suaunicitàhapresounpostoneinostricuori.La Domenica pranziamo veloce-mente per poter subito correre alla casa famiglia e quando non riuscia-mo ad andare ci mancano molto le ore trascorse in lorocompagnia. Lapiù grande difficoltà che abbiamodovuto affrontare riguarda l’orga-nizzazione del tempo, soprattutto quando gli impegni di studio si fan-nopressanti.Nonostantesitrattidipoche ore, in alcuni periodi diventa molto difficile organizzare il pro-prio tempo, e questo è sicura-mente un ambito in cui dob-biamoancoramigliorare.

Ormai ci sentiamo anche noi un po’ parte della grande famiglia delle SuoreSalesie.IlsorrisodisuorGinariesce a ridarci sempre fiducia e conforto e sr Tiziana con la sua au-torevolezzaèdiventataunpuntodiriferimentoanchepernoi.In conclusione, l’esperienza in casa famiglia arricchisce e ha arricchito tantissimo la nostra vita, e speriamo di essere riusciti a dare almeno un po’diquantoabbiamoricevuto.

Cecilia, Anna, Giovanni

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Ero stata un po’ perplessa: la decisione di fare la Cena Missionaria di Fraternità la

sera della festa della donna, face-va presagire una serata con poca gente! Nella fase preparatoria, quel-la più pratica, abbiamo avuto degli “Aiutanti speciali”, il gruppo giova-nissimi che si trovava in parrocchia per la settimana della Fraternità.Hanno fatto da comitato di acco-glienza all’ingresso della festa, sìperché la cena missionaria è stataproprio una festa! Una persona alla volta, senza rendercene conto, abbiamo riempito la sala con circa un centinaio di persone!Ospiti della serata: suor Lucia Colcera (salesia missionaria in Angola) e Alice Gottardo (giovane di 23 anni di Pre-maore con un’esperienza in Mozambico assieme a don Simone).... il color giallo dominan-te della mimosa donata ad ogni donna presente in sala, ha dato inizio ad una serata al femminile... A guidare lapreghiera prima della cena, suor Lucia Colcera, una pic-cola suora, dal volto segnato dall’età,sguardolimpido,ca-rattere energico. La sua bre-ve introduzione, lasciava giàpresagire il coinvolgimento con la gente.Dopo la benedizione di donSimone, ha aperto la cena un breve video dell’Ufficio Missionario di Pa-dova sulle note di Fiorella Manno-ia,“Sesolomiguardassi”,unbranomolto delicato che raccolta il punto di vista di tanti “invisibili” fratellistranieri che vivono intorno a noi, ai quali non chiediamo mai nulla delle loro vite e che avrebbero in realtàtanto da raccontarci se solo avessi-movogliadiascoltarli.Sièrespirataun’aria di serenità e di condivisio-ne in una cena ‘povera’, ma ricca di

provvidenza, delle tante cose che ci sonostateregalate.Dopo lacenaè iniziata l’intervista/testimonianza di suor Lucia, dei suoi 35 anni di missione africana in An-gola.Lei,colsuomododiparlareèriuscita ad entrare subito nel cuore dellepersonepresenti in sala. Par-lava a tutti, ma nello stesso tempo, sembrava quasi un dialogo perso-naleconciascunodinoi.Hasaputoinfattitrovareunamodalitàespres-siva tale da creare totale silenzio e profonda attenzione, dal bambino più piccolo, al ragazzo, al giovane

e all’adulto. Nella sua carrellata diesperienze travolgenti e stupefa-centi, che lasciano trasparire una personalità decisamente intrapren-dente, totalmente immersa nella vita e nei problemi in un mondo diversodalnostro;èemersa la suafemminilità e allo stesso tempo ilsuo essere religiosa per scelta, ad animapiena.Sfondo alla carrellata di episodi il tema proposto dall’Ufficio missio-nario“Prestaorecchio…algridodelmondo!” Dalle sue testimonianze l’eco di questo grido è emerso a

tutto volume; con una sensibilitàstraordinaria ci ha portato dalle sue avventure di guida alle sue prodezze di infermiera durante la guerra civi-le, parlandoci delle tante vite che è riuscita a salvare, con strumentiemodalitàmolto improvvisati. Nelparlare della femminilità africana,ha saputo calarsi nei problemi attua-li che colpiscono, in Italia, il mondo femminile e che permeano l’intera società,svuotata,vecchiaesuperfi-ciale.Comepossibilitàdirisurrezio-ne ha concluso la sua testimonianza con la lettura del libro del Siracide,

da dove ha preso spunto per parlare della donna virtuosa, brava moglie, grazia femmini-le.Inquestacornicedicittadi-ni del mondo, Alice Gottardo ha dato voce alle motivazioni che spingono una giovane a fare esperienza seppur per un periodo breve, in un ango-lo di terra, in questo suo caso, il Mozambico, dove non ci sono agiatezze e confort che abbiamonoi. Conungruppodi amici, guidati da don Si-mone sono stati a fare una esperienza missionaria con deibambinidell’orfanatrofio.LasemplicitàdiAlicehaemo-zionato tutti compresa suor Lucia.Alicesièrivistaneirac-

conti di suor Lucia e ha sottolineato il peso delle responsabilità che ledonnehannonellasocietàafricana;fin da bambine si trovano presto a dover accudire i fratelli più piccoli, adessereinsommagiàgrandi,findapiccole.Aduncertopuntoc’èstatoun momento di commozione e una pioggia di applausi di apprezzamen-to di una sensibilità che ai tempinostri sembra diventata quasi rara.Grazie suor Lucia, grazie Alice!

Chiara

Presta orecchio…al grido del mondo!Cena Missionaria di Fraternità

Prozzolo • Ve

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MissioniM

Dio Misericordioso fa grandi coseneipoveridiSpirito.Con molta fatica un grup-po di bambini di Colinas

del Cerro, si sono preparati a rice-verelaloroPrimaComunione.Èunquartiere molto difficile e si deve insistere molto perché siano per-severanti e non dobbiamo stancarci mai di farli felici annunciando loro il Vangelo e cercando di porre Gesù al centro.Allafineperò,dopounlun-go percorso abbiamo gioito tutti dei fruttidelloSpiritoSanto.Ancheunasignoradi75annisièac- costata con gioia, per la prima volta,

all’Eucaristia.Papa Francesco insiste molto per-chéandiamoverso leperiferiechespesso sono trascurate e noi Salesie viviamoinunaperiferia.In questo stesso quartiere c’è ungruppo di preghiera e di promozio-ne umana della donna dove lavora-noetessono.Sonomoltofelici.Stia-mo impegnandoci perché a poco a

pocoimparinoadamareGesù.Unavolta al mese si celebra la Santa Messaed il parrocoèmoltovicinoalla gente che ha bisogno di sentirsi amata.Ilmiocuoreesultaeringra-zia il Signore che mai abbandona i suoifigli.

Sr Bertha Vargas e comunità di Colinas del Cerro

Nella periferia povera, Gesù al centro

CORDOBA > ARGENTINA

Congratulazioni a suor Antonia Hossi!Nelgiorno17giugno2019,presso l’Ate-neo salesiano a Roma, sr Antonia Hossi, sorella angolana, ha discusso la tesi di baccalaureato nel corso di Pedagogia della formazione delle vocazioni sul tema: “Maturazione umana e cristiana, una necessità nel cammino di formazione del postulantato”.

È il coronamento di un impegno assiduochesrAntoniahacondottopertreanni.I docenti si sono complimentati con lei va-

lutando il suo lavoro di approfondimento eccellente.

Anche noi ci complimentiamo con te cara sr Antonia, per la tua testimonianza di fede, di vita consacrata e di appartenen-zaallafamigliaSalesia.Coleicheaderiscealla Sua Volontà canta vittorie, e con teinnalziamo la nostra lode al Signore per quanto ha operato nella tua vita, per il bene tuo, delle sorelle e fratelli che incon-treraieperlagloriadiDio.

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Missioni M

Nella festività dellaVisitazione della Santis-sima Vergine Maria, le Suore Salesie delle comu-

nità vicine ad Ibarra, hanno rinno-vato insieme i voti di consacrazione nellaCattedraleelaCelebrazioneèstata presenziata dall’Amministra-toreApostolicomons.IvanMinda.Allo stesso tempo, hanno accompa-gnato con la preghiera due giovani, Viviana Orellana e Anahì Romeroche desiderose, aspirano di conti-

nuare a far esperienza di Dio nella nostraFamigliaSalesiaentrandoinNoviziato.Sr Sonia Pozzo, Delegata in Ecua-dor, Perù e Cuba, le ha invitate a proseguire il cammino con gioia, a lasciarsi condurre e illuminare dal-loSpiritoSantochelecondurràallaconoscenza dello spirito, spirituali-tà,ecarismadellaFamigliaSalesia.Diocheè la roccia ferma, rifugioebaluardo, le sosterrà in tutti i mo-menti perché non perdano mai la

gioiadellachiamata.Leaffidiamoall’intercessionediMa-ria, nostra Madre della Visitazione, EllaleaiutiacamminareconfedeltàcomesposedelsuoFiglio.

Comunità di Ibarra

Viandante non esiste sentiero: nell’andare si segna il cammino!

IBARRA > ECUADOR

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MissioniM

Unità, comunione, intercongregazionalità - valori che arricchiscono la vita consacrata

BOGOTA’ > COLOMBIA

“Il significato della mia vita è aiu-tare gli altri a trovare il significato nelle loro” (Viktor Frank)

La conferenza dei Religiosi della Colombia (CRC), con ilfine di offrire uno spazio diformazione alle religiose, ha

un programma formativo denomi-nato“Scuolaperformatori”(ESFOR)con l’obiettivo di pianificare, coor-dinare,realizzarevalutare,fortifica-re i processi di formazione continua deireligiosi.Consideriamo una grazia e un re-galo aver partecipato nell’ESFOR,a uno spazio di formazione, appro-fondimento tanto teorico-riflessivoquantocomeesperienzadivita.In-fatti questa esperienza ci ha portato a condividere, conoscere differenticarismi nella Chiesa, come in un giardino nel quale ogni fiore ma-nifesta la suabellezza.Conquestoparagone cerchiamo di mettere in risalto i doni dello Spirito che ci fa un solo corpo con una diversità di

membra: “C’èdiversitàdi doni,maunoèloSpirito,diversitàdiministe-rimailSignoreèlostesso,diversitàdiopereperò,Dioèilmedesimocheoperatuttointutti”(1Co12,4-6).Questa esperienza ha procurato un momento di rinnovazione interiore checiportaaravvivareilsignifica-to della nostra Vita Consacrata, cu-stodendone le dimensioni: umana, spirituale, carismatica, apostolica e culturale, le stesse che ci danno l’i-dentitàeciaiutanoascoprireilme-glio delle nostre stesse persone per condividerleconglialtri.Coni37partecipanti,sacerdoti,re-ligiosie religiose,nell’ESFOR2019abbiamo formato delle piccole co-munità di vita nelle quali abbiamocondiviso la ricchezza della diver-sitàintercongregazionaleeinterna-zionale. Con loro abbiamo vissutomomenti di fraternità che hannoimplicato un cammino di accetta-zione, accoglienza e valorizzazione della differenza comeun itinerariodi vita comunitaria con la certezza

anche di cosa sia lo Spirito che ci ha unito, illuminato per vivere con responsabilitàl’aiutofraternocomeGesùsperadaisuoidiscepoli.Lanostracomunitàèstata formatada Guadalupe Zerda, suora france-scana di Maria Immacolata, Diana Dunque, suora del Buon Pastore, Maddalena Robles, Oblata del Di-vino Amore, Padre Ruben Jimenes, sacerdoteRedentorista.È importante esprimere la nostragratitudine ai Superiori che ci han-no permesso di realizzare questa meravigliosa esperienza. Uno spe-ciale ringraziamento va ai Padri Giuseppini di Murialdo che ci han-no offerto una calorosa e fraternaaccoglienza nella loro Comunità diBogotàaprendocileporteperospi-tarci.

sr Veronica Rivera e suor Maria Agila

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Giugno 2019 Vita Salesia | 43

Missioni M

Siamo le Salesie della casa S. Francesco di Sales che sitrova nel cuore della cittàdi Ibarra, chiamata la Città

Bianca per le belle case dipinte tutte di bianco che la dominavano e purtroppo molte delle quali sono scomparse per la impossibilità direstaurarle. Ciò che però si osser-vaè che cambianon solo il coloredelle case e la loro struttura, ma cambia anche la gente che le abita e che continua a passare…Per andare dove?Nonlosa:“Cammineremo”cidiceva una mamma con un bimbo in braccio,“finchétroveremounlavo-roelìcifermeremo”.

Ogni giorno arrivano alla nostra porta per la colazione ecuadoria-nibisognosi.Sonopassatiormaidipiù di cinquant’anni e avevano co-minciato questo servizio ai poveri leprimeSalesiegiunte inEcuador.Ora però giungono anche colombia-ni e venezuelani che fuggono per paura dalla guerriglia. Basta uscireda Ibarra verso Tulcan per incontra-re gruppi di persone, a volte tutti parenti o amici occasionali che in-sieme camminano sotto il sole co-cente o il freddo delle Ande nella notte sperando che qualcuno dia loro un passaggio gratis. ArrivanodalVenezuelaetuttoilmondolosa.

Questo mondo potente lo sa, ma per prudenza o per altri motivi anche i potenti diventano impotenti e non agiscono. Ebbene queste personeche fuggono dalla violenza, dopo giorni di cammino vengono alla no-stra casa per la colazione che, grazie allaProvvidenza,offriamodallune-dìalvenerdì.Giungononumerosievolentieri perché trovano del cibobuono e nutriente, ma anche per la Parola di Dio che ascoltano e le parole di conforto che cerchiamo di rivolgere loro.Piùdiunavoltaalleloro lacrime si uniscono le nostre.Sonopadri chehanno lasciatofiglie mogli che aspettano il loro aiuto economico che non possono inviare perché non trovano lavoro. Alcunisi fermano qualche giorno per poi proseguire per il Perù. A tutti cer-chiamodiinfonderesperanza.Bisognerebbe provare per compren-derefinoinfondol’animodiquestepersone che lasciano famiglia, ave-ri, cultura, terra e paese e forse col pensiero di non ritornare mai più.Il Signore con la sua infinitamise-ricordia raggiunga il cuore di tutti e doni la pace a questi paesi e a tutto ilmondo.

sr Arcangela Palaziol

Il volto di Gesù nei migranti

IBARRA > ECUADOR

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44 | Vita Salesia Giugno 2019

MissioniM

“Pietàpopolareèuntesoroche ha la Chiesa, spazio diincontroconCristo.Perconservare, coltivare e far

aumentare la questo tesoro è indi-spensabile ricorrere sempre a Cristo, fonteinesauribile”(Francesco)Intag–Apuelaèunazonachesitro-va nella provincia di Imbabura, sulla montagna. È un luogo di missioneche esige molto lavoro, impegno, servizio e vicinanza ai membri della Parrocchiaedellediversecomunitàche evangelizziamo. Condividiamo

con loro la celebrazione della festa patronaledellaparrocchia“IlSigno-rediIntag”.ÈiniziatalafestivitàconlanovenaanimatadaPadreFreddyLlerena, parroco di Apuela assieme allesuore.Con la partecipazione dei fedeli di tuttelecomunitàèiniziatal’apertu-ra della festa con quadri viventi rap-presentando l’immagine del Signore di Intag. I fedeli hanno partecipatoattivamente alla processione, con atteggiamento di raccoglimento, cantavano, pregavano, ringraziava-

no elevando preghiere e suppliche al patrono. In seguito c’è stata lacelebrazione dell’Eucaristia presie-duta da Mons. Ivan Minda, Ammi-nistratore Apostolico della Diocesi, assieme a tanti sacerdoti concele-brantidellazona.CheilnostroPatrono,“IlSignorediIntag”, ci aiuti a proseguire l’opera dell’espansione del Regno di Dio e l’incontro con ciascuno dei nostri fratelli col Dio della vita, per il bene dellaChiesaedellaFamigliaSalesia.

Comunità salesIa

La pietà popolare mantiene viva la fede nel popolo dell’Intag

APUELA > ECUADOR

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Giugno 2019 Vita Salesia | 45

Missioni M

Nella Costa ecuadoriana il mesedimarzoèstatopro-pizio, per realizzare una pausa delle attività acca-

demiche, scolastiche e la chiusura dell’anno pastorale con la celebra-zionedeisacramenti.Qualemiglio-re occasione di ospitare nella nostra Comunità di Honorato Vasquez igiovani della Pastorale Giovanile Salesia provenienti da Milagro, El Recreo, Mochumi (Perù), Viche,Vasquez. Questo incontro binazio-nalesièsvoltodal15al17marzo.Lacasasièaffollatadigiovanien-tusiasti e allegri che partecipano e gioiscono di far parte della spiri-tualitàsalesia.Lagioiadellavoroinequipe,ilsaluto“DIOSIABENEDET-TO”èlalorocaratteristicaeciòchedà identità al gruppo. La tematicache ha guidato l’esperienza giova-nileèstata“laSantità”.Tutti ipar-tecipanti avevano portato con sél’esortazione apostolica “GaudeteedExsultate”colfinediconoscerla,approfondirla e convincersi che sia-mo chiamati ad essere santi viven-

doconamoreeoffrendolapropriatestimonianza nelle occupazioni di ognigiorno,lìdoveognunositrova.L’adorazione al SS. Sacramento èstato il momento forte della pre-ghiera con Colui che chiama e ci dice: ”Venite a me voi tutti che siete

affaticatiedoppressieioviristore-rò”.Mt11,28Unita al Figlio non si può dimen-ticare la Madre, la Vergine Maria, cheèstataonorataconlarecitadelS.Rosarioperleviedellaparrocchia.Conunaserataricreativaètermina-toil3°incontroZonale–Binaziona-lenellaCosta.Nel medesimo mese di marzo, si è svolto anche l’incontro dei LaiciSalesi nella ZonadellaCosta.Han-no partecipato quelli di Milagro e Vasquez.Lafinalitàèstataquelladiravvivare il cammino e la spirituali-tàsalesia.Ringraziamo il Signore per le mera-viglie che compie in ciascuno di noi: suore, laici, giovani salesi attraverso ilnostrocarisma.P.Leonaticiaiutiavivere in ogni luogo, dove Dio ci ha posto,conlesuevirtù.

Salesie della comunità di Honorato Vasquez

Giovane salesio non aver timore di puntare troppo in alto

HONORATO VASQUEZ > ECUADOR

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46 | Vita Salesia Giugno 2019

MissioniM

“Ricorda il Passato con gratitudine, vivi il presente con entusiasmo e guarda verso il futuro con fiducia”(San Giovanni Paolo II)

I fedeli della Parrocchia “Sant’ Antonio” di Milagro,esprimono i loro sentimenti di gratitudine a Dio e alla nostra Famiglia Salesia con alcune testimo-nianze:

ParlaredellaComunitàdelleSuoreSalesiee ricordareil loro lavoro e la loro dedizione nella mia Parrocchia dove le ho conosciute: Sant’Antonio di Milagro e pen-sare poi a tutto quello che hanno fatto per i bambini, per i giovani e per gli adulti insieme alla grande opera diMons.JuanWiesneth…laloromissionealcampo,nel-la catechesi, in appoggio ai gruppi parrocchiali e a chi si accostava per un consiglio, per un aiuto, per una pa-roladiincoraggiamentocheessedavanoconaffetto…!Quandonel2007siformailgruppodeiLaiciSalesidelqualehoavutoilprivilegiodiiniziareechemièservitotanto nella mia vita personale, familiare e soprattutto nellapartespirituale.Solomi rimanediesprimereuninfinitograzieperilgranlavororealizzato:lasementesparsa seguirà adar fruttoperché ci hanno insegnatoilbeneeche“Sesiamofedelinellepiccolecose,Diocirenderàfortinellegrandi”.

Lorena Santillàn Laica Salesia

Oggi mi rimane solamente di ringraziare Dio per l’ope-rameravigliosacheharealizzatonellanostracomunitàunendoci a donne coraggiose e piene di amor di Dio, a donnechehannosaputofaredelloroserviziounaoffer-tagenerosaesenzaalcunapaura.Grazie,SuoredellaCongregazionediSanFrancescodiSales o come molti amano chiamarle Salesie, per averci insegnato ad essere coraggiosi e ad amare il nostro Cari-smaperaverciinsegnatochenonc’èfelicitàsenonsièaserviziocercandoilbenedelnostroprossimo.Sono tanti anni che Dio mi ha permesso di condividere assieme a loro che si sono convertite in madri e consi-gliere ineguagliabili, esse che con le loro sagge parole mi hanno aiutato a essere la persona che sono ora, e a lottaresempreper imiei idealicercandolavolontàdiDio,senzapaura.Èunapenaenormechenonstianofi-sicamenteconnoiperòl’ereditàchecihannolasciatoèmolto altro e non lo possiamo paragonare a nienteperchéquestoamoreversodi loroèdefinitivo, incon-dizionato.Grazie per tutto e grazie per tanto amore carissime Sa-lesie!

Cristina Macias Pastorale giovanile Salesia

DesideroesprimereungrazieinfinitoalleMadriSalesieche sono state un pilastro fondamentale nella mia vita e inquelladeimieifigli.Quandoilmiofigliomaggioreèstato accusato ingiustamente di ciò che non aveva com-messo in Collegio, come madre ho cercato le prove per

Gratitudine per i 43 anni della presenza Salesia in Milagro

MILAGRO > ECUADOR

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Missioni M

dimostrare la sua innocenza; anche se i risultati sonostati favorevoliquellochenonho immaginatoèstatoil cambiamento psicologico che avrei avuto tra di loro, laribellione,ladisobbedienza,elairresponsabilitàes-sendo aiutante della catechesi, egli non voleva saperne di andare in chiesa: ho pianto e ho chiesto al Signore di illuminarmiperchénonnepotevopiù.Èstatoquandoho mantenuto per consigli ed aiuti spirituali quello che le Madri Salesie mi avevano detto di non preoccuparmi chetuttosisarebberisoltoinbene.Colpassardeigiorni

miofiglioèritornatoadessereilmedesimoragazzodiprima, allegro, sensibile che ascolta con gioia la Parola diDioecontinuaadaiutarenellaCatechesi.Nelsaluta-re prima della partenza, ho detto loro che ero rimasta infinitamente grata per essere state il mio appoggio;suor Anna Maria e suor Silvia fanno parte di me e ognu-na delle Madri che con i loro consigli hanno aiutato la crescitaspiritualedeimieifigli.Digiàcimancano.Diolebenedica.

Katherine Ullari Cortez madre di famiglia

Ricordo con molta gioia che alcuni anni fa tre Salesie sono state presentate nella parrocchia San Giovanni XXIII–Duran,ElRecreo.Era laprimavoltacheavrem-moavutoilsupportodiunaCongregazionedisuore.Laprincipale missione delle Suore non era la formazione e l’accompagnamento di un gruppo di giovani, tuttavia tuttoèiniziatoconunaconferenzavocazionaleperado-lescenti.

Conillorobelcarismael’esempiodell’amoreinfinitoaDio, hanno animato le coraggiose adolescenti a servire laChiesaeaseguireGesù,miteedumiledicuore.Èsta-to breve il tempo che Dio ci ha regalato da condividere con loro,peròsufficienteperché ilnostropoverocuo-resi sia lasciatoaffascinaredalCarismaSalesio.Sonopassati otto lunghi anni e abbiamo vissuto molte espe-rienze, di incontri con le suore, di formazione e ognuna continua in questo cammino essendo parte di questo progetto di Padre Domenico Leonati, la PASTORALE GIO-VANILESALESIAediquestasantafamigliaspirituale.Ci rimane solamente di ringraziare per essere presenti nonostante la distanza, per pregare e scommettere sulla gioventù.SoprattuttoperòGRAZIEalSignoreperaver-celefatteconoscere.

Carolina Arguello partecipante della PJS

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48 | Vita Salesia Giugno 2019

MissioniM

“Maria andò e andò senza indugio in un villaggio nel monte di Giuda.Entrò nella casa di Zaccaria e salutò Elisabetta”. (Lc 1,39)

Con molta gioia, nelle comu-nità della Delegazioneargentina, abbiamo rice-vuto la presenza di Madre

Paola...Presenza, semplice, mater-na ed evangelizzatrice, segno di comunioneinfraternitàcontuttalaFamigliaSalesia.Abbiamo condiviso la gioia dell’a-pertura di una nuova missione in cui il Signore ci chiama, la casa del “Sacro Cuore di Gesù”, a Chilecito,La Rioja, dove accompagniamo nella crescita, bambine e adolescenti po-vereebisognose.Che Dio continui a infondere il suo Spirito nei nostri cuori, per essere un segno della Sua presenza amore-volenellenostrecomunitàeMariadella Visitazione ci insegni ad anda-re incontro ai nostri fratelli e sorelle piùbisognosi.GrazieMadreperlatuavisita.

Comunità di San Juan e Pocito

Grazie Madre Paola!

CORDOBA > ARGENTINA

1. Hogar Sagrado Corazón de Jesús(Chilecito): sr Marisa Mon-tero, M. Paola Contin, sr Adela Bustamente, sr Ceciclia Ruiz; 2. Comunita di San Juan e Pocito: sr Adriana Lopez, sr Patricia San-chez, sr Teresita Canovas, sr Guillermina Loja, sr Carina Alemañi,

M. Paola Contin, sr Luisa Cesped, sr Luigina Babolin, sr Teresa Rey; 3. Despedida de la Madre nella Comunità della Delegazione; 4. Comunità del noviziato: sr Alicia Rodriguez, sr Susana Gutier-rez, M. Paola Contin, Marisa (novizia), sr Patricia Pereira.

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Nella luce di Dio

Suor Lisetta Zazzaron

“Ha sete di Te Signore,l’anima mia” (sl 41)

SuorLisettaZazzaronèunasalesiacentenaria,checiha lasciato il 25 marzo 19 per l’incontro con il Signore che spesso invocava come ultima serena meta di un cammino di donazione tanto lungo e dinamico, basato sullafede.Sitrovavadaunannonellacasadiriposo“DonDomenicoLeonati”.EranataallafinedellaPrimaGuerraMondiale,aCarmignanodiBrenta(PD),il31agosto1918,inuna famiglia di allevatori e commercianti di latte, formaggi…quindi benestanti, che avevano superato lapovertàestremadellaguerracondignità,sacrificieanchegenerosità.Quantevoltepassandoperla Casa Madre, provvedevano le salesie di quanto necessitavano.SuorLisettaècresciutaquindiinuncontestocristiano,riccodigenerosità.Aveva21anniquandoèentratanell’IstitutodelleSuorediS.FrancescodiSalesdiPadovaperabbracciarecongioialavitaconsacrata.Intelligente,volitiva,riconosceva di avere un carattere deciso, con il quale ha dovuto impegnarsi, cosciente che un cammino diconsacrazioneloesigesse.Dopoilperiododiformazione religiosa, ha conseguito il Diploma all’insegnamento nella Scuola dell’Infanzia ed ha iniziato subito l’opera educativa tra i bambini, con grande entusiasmo: li amava e si faceva amare! Un bellissimo rapporto manteneva anche con i genitori, i nonni e le tante persone giovani e adulte alle quali lei stessa si accostava spontaneamente, per un messaggio positivo, un invito al bene, una raccomandazione, unannuncioevangelico.Adistanzadianniancoraèricordataconaffettoericonoscenza.Suor Lisetta era una salesia di profondo spirito di preghiera, un fervore mantenuto negli anni, ligia nei suoi doveri religiosi, puntuale, precisa, che operava con spirito di servizio e dimostrava di amare profondamente la sua vocazione lodando il Signore per tanti doni ricevuti e lo esprimeva concretamente in operebuone.

Oltre che nelle molte scuole del Veneto, ha prestato un buon servizio anche nelle Parrocchie, dando ai ragazzi della Catechesi il suo contributo di entusiasmo, iniziativaeoffrendolaricchezzadellaParoladiDioconlaquale,perprima,siconfrontava.Avevaunocchiodiattenzione per i giovani ai quali apriva le porte della casa per tenerli vicini negli incontri, nelle feste…li ascoltavaneilorobisogni,difficoltàedesigenzeconundialogoaperto.Più volte ha ricoperto il ruolo di Responsabile di Comunitàedhaesercitatoquestoincaricoconrettitudineecarità,grataversoiSuperiori.Gliultimiannidiattività,suorLisettalihatrascorsinellacomunitàdiVillaAdrianadove,diservizioinportineria,ha spaziato nell’accoglienza dei tanti alunni, genitori, insegnanti, abbracciando, sorridendo, facendo raccomandazioni con le sue battute scherzose…mai ferma,sempreallavoro,com’erastatapertuttalavita.Nel2006èstatatrasferitaaThiene:eranoarrivatiormaiigiornidelriposo,dellatranquillitàedhaaccoltolaprecarietàdellavecchiaiaconpacecercandosempre più l’unione col Signore, l’aiuto della Vergine MariaeaLeiaffidavalasuavitaetuttelenecessitàdell’umanità.Siaccontentavadell’essenziale,pernullaesigente, ringraziava di tutto e con questo spirito ha terminatoillungocammino.La fedele sposa del Signore ora dal cielo ci protegge, guarda a ciascuna salesia e con un’incessante supplica chiederàcertamentealSignorediarricchirelaCongregazionedinuovevocazioni.I funerali si sono svolti nella parrocchia di Ponte di Brenta e ora riposa nel cimitero di Carmignano di Brenta.

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Nella luce di Dio

Suor Tomasita Berdin

“Sono certa di contemplare la bontà del Signorenella terra dei viventi” (sl 26)

Il mattino del 3 maggio 2019 ci ha lasciato con serenitàeabbandonoallavolontàdiDio,lanostra cara sorella suor Tomasita Berdin per raggiungerelasplendidalucedell’eternitànell’incontro col Padre celeste e ricevere il pre-miodiunalungavitaoffertaalSignorefindallagiovinezza.NataaPovolaro(VI),il3febbraio1929 da una famiglia profondamente cristiana cheavevadatoagliottofigliunaeducazionericca di valori umani e religiosi, era cresciuta in unaatmosferapermeatadiaffettoediscambie-vole aiuto sotto la guida saggia dei genitori che davanoesempiodidisponibilità,condivisione,sorrettisempredallafede.Essi,congenerosità,specialmente nei duri anni della guerra e dopo guerra, non lasciavano mai le Suore della co-munitàsalesiasenzalapossibilitàdiriscaldarsiduranteirigidiinverni,diaverecibosufficiente,rispondendoadogniloronecessità.SuorTo-masita aveva imparato presto a prodigarsi per le sorelle più piccole, attenta, precisa, amante dell’ordine,aspettocheconserveràpertuttalavita.Nel1947,scelsedientrarenell’IstitutodelleSuorediS.FrancescodiSalesdiPadovaedabbracciarelavitareligiosaancheseèstatofor-te il distacco dalla famiglia che amava molto e dicuisaràsempreorgogliosa.Inseguito,entreràtra le Salesie anche la sorella minore, suor Mar-zia.Dopounaadeguatapreparazionespiritualenel Noviziato, emise la Professione nel 1949 e i superiori la destinarono a prestar servizio nella Scuola dell’Infanzia come assistente e poi come insegnante avendo conseguito il Di-plomadiAbilitazioneall’insegnamento.SuorTomasita si avvicinò subito ai bambini con amo-revolezza e ai genitori con stima, collaborando nell’educazione dei piccoli e nella loro crescita serena.Buonaorganizzatrice,intraprendenteedispiritoallegroevivace,animavaleattivitàconentusiasmo.Moltisonostatiitrasferimentinelle varie Scuole del Veneto e del Lazio dove

halasciatodeibeiricordi.Ancoroggieravisita-ta da persone che aveva conosciute da giovani, riconoscenti per quanto avevano ricevuto da lei, lungoglianni.Eraunapersonaintelligente,cor-diale, sempre rispettosa anche nei confronti dei Superiori,fedeleaisuoidoveridireligiosa.Piùvolte aveva ricevuto l’incarico di Responsabile dicomunitàeavevacondottoilsuoimpegnoconserietàcreandoinsiemeallesorelleunam-bientedifraternaamicizia.Sidistinguevaanchenei rapporti con i laici per la sua gentilezza, per il sorriso con cui accoglieva assicurandoli delle sueassiduepreghiereallaVergineMaria.SuorTomasita godeva anche di una buona salute e finoadetàavanzatapotévivereincomunitàdandodeipiccolicontributinellevarieattività,capaceanche,nell’anzianitàcheavanzava,difare proposte, dialogare, esprimere il suo giudi-zioedoffrireprogettidisvagoedivertimentoperlacomunità.Inquestiultimiannisiaffidavamolto alle consorelle, docile nel farsi aiutare, mantenendosempreilsuocaratteredeciso.Sopraggiungendoledifficoltàfisiche,èstataospitatanellacasadiriposo“S.FrancescodiSales” di Teolo, dove trascorreva il tempo nella preghieraenellavorodiuncinetto.Maèstatobreveilperiododipermanenzaperché,sco-perto improvvisamente un male grave, in poco temposièpreparatacontranquillitàall’incon-tro con il Signore disponendosi al distacco per raggiungerelapienezzadellavita.Oraciguardadal cielo implorando le benedizioni celesti per quantiamavasullaterra.I suoi funerali si sono svolti nella parrocchia di Ponte di Brenta e ora riposa accanto ai suoi cari nelcimiterodiPovolaro(VI).

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I Nostri Defunti

Fraternamente unite nel dolore porgiamo alle consorelle ed ai loro parenti vive condoglianze. Preghiamo per i cari defunti per i quali sarà

celebrata a Casa Madre una Santa Messa di suffragio.

I Nostri Defunti

Gastone Busato, fratello di sr ClaritaSorella di sr Beatrice MarzaroFlavio, fratello di sr Josefa LovatoBertilla, zia di sr Alfreda VisentinElsa Ferro e Guglielmo Bademer, zii di sr TeresaRita Visentin, zia di sr Renata SoligoZia di sr Patricia Pereira (Argentina)Ilario Capuzzo, zio di sr M. Cristina RomanatoFranco Baraldo, zio di sr Giuliana CarturanZio di sr Helena Bondo (Angola)Lucia, nipote di sr Elda BoschesiMarisa, cugina di Madre PaolaUn cugino di sr Nazarena BallanGiovannina Rampazzo cugina di sr LeandraUna cugina di sr M. Elena PettenonGilda, cugina di sr AdelinaGino Dal Bo, cugino di sr Lorenzetta BazzanAntonio Meneguzzi, nipote della Beata LiduinaUn nipote di sr Lucia PaceLia Schiavo, cognata di sr OfeliaCognato di sr Barbara Bugin

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Istituto Suore di San Francesco di Sales Corso Vittorio Emanuele II, 172 - 35123 Padova

Conto Corrente Postale 15278351

Tel. 049.8801355 / 049.8801433 Fax 049.8801426Web: www.salesie.it / www.liduinameneguzzi.it

e-mail: [email protected]

Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno,

noi Ti ringraziamo e Ti benediciamo perchè la Vergine Maria,

Madre di Cristo, tuo Figlio e nostro Signore,

è stata assunta nella Gloria del Cielo.

In Lei primizia e immagine della Chiesa, hai rivelato

il compimento del mistero di salvezza e hai fatto risplendere

per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di

consolazione e di sicura speranza.

Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro

Colei che ha generato il Signore della vita. Amen.