Pentecoste 2012

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Il ponte, Pentecoste 2012

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SOMMARIO Pentecoste 2012

Il Bilancio di 1 anno di attività 22 Arriva l’estate - consigli e suggerimenti 44

Medical Detection Dogs italia 55 Laboratorio teatrale 66

88 1212 1313

La nostra raccolta di ricette 1515 Da cosa nasce cosa 1616

Laboratorio del legno 1717 Orto magico 1818

Polenta de stiani 1919 Mi piace 2020

2121 2323 2424

Vivacità in Casa 2525

2626 2727 2828

A stretto giro di posta 2828

Concorso UPIPA

Sferruzzando per l’Etiopia

Ricordi in arte

Mestieri perduti

Racconti di una vita

Gisella, 100 anni . . . di servizio

Menù moderno per tegnir en piè el governo

Al Redentor

Ne scrive da lassù la siora Maria

La Casa informa

Progetti

Attività

Ricordi

Eventi

Poesie

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EDITORIALE

Il Consiglio di Amministrazione dell’A.P.S.P. S. Spirito Fondazione Montel di Pergine Valsugana nella seduta del 27 aprile u.s. ha approvato all’unanimità di voti il Bilancio di esercizio ed il Bilancio sociale e di missione anno 2011. La Santo Spirito, in qualità di azienda pubblica, è chiamata ad operare secondo i principi di efficacia, efficienza ed econo-micità, principi che si esplicano meglio nelle risultanze dei due documenti che oggi vogliamo presentare. L’esercizio 2011 chiude sostanzialmente in pareggio (con un utile di € 380,38). Ciò significa che tutte le risorse disponibili so-no state utilizzate per garantire quantità e qualità dei servizi, nell’ottica della diversi-ficazione e della personalizzazione dell’in-tervento assistenziale. E’ stato registrato un valore della produ-zione (fatturato) pari ad € 11.420.159,01 in aumento rispetto al 2010 (+5,65%). Lo stato patrimoniale al 31/12/2011 pareggia sulla cifra di € 48.411.598,38 di cui il 74,63% è rappresentato dal patrimonio netto. Le immobilizzazioni materiali rap-presentano il 93% delle attività. Questi dati stanno a dimostrare la solidità patri-moniale e finanziaria dell’APSP. Il costo del personale rappresenta il 74,55% della spesa, mentre il 76,85% dei

fornitori provengono dalla Provincia di Trento (il 26,68% da Pergine). Oltre al bilancio economico, da 4 anni l’APSP pubblica il proprio bilancio sociale e di missione che ormai è diventato di rife-rimento per l’intero sistema delle RSA provinciali. Il Bilancio sociale permette di avere uno sguardo complessivo, e non solamente sotto l’aspetto economico, dell’attività dell’APSP, focalizzando l’attenzione sulla qualità dei servizi, sulla ricaduta economi-ca e sociale alla comunità di riferimento, sul ruolo sociale e lavorativo della RSA, sulla partecipazione della comunità alla vita della casa, sul raggiungimento degli obiettivi e sulla capacità di risposta ai bi-sogni degli utenti. Il Bilancio sociale e di missione è suddivi-so in 7 capitoli ognuno dei quali cerca di analizzare l’azienda sotto vari aspetti. Oggi l’APSP, quale soggetto integrato all’interno del sistema sociale provinciale, offre servizi residenziali (RSA e Casa di soggiorno), semiresidenziali (Centro diur-no), ambulatoriali (fisioterapia e odontoia-tria), domiciliari ed alberghieri (pasti a do-micilio), informativi e consulenziali (sportello badanti, notaio informa, occhio alla salute), di supporto (utilizzo sale). Nel presentare questi dati voglio a nome

di MARCO CASAGRANDE

IL BILANCIO DI ANNO DI ATTIVITA’

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mio personale e di tutto il Con-siglio di Amministrazione rivol-gere un plauso al Direttore Ge-nerale e a tutti i suoi collabora-tori per la professionalità e la dedizione dimostrata nel gesti-re questa nostra Istituzione, e a tutto il personale, ai molti volon-tari e a quanti prestano la pro-pria opera all’interno della Casa perché solamente grazie al loro contributo oggi la Santo Spirito può essere riconosciuta come una delle locomotive del siste-ma in grado di offrire servizi di qualità ed attenta ai cambia-menti sociali ed istituzionali in atto. In occasione di questa nostra Sagra Patronale, va a tutti gli Ospiti residenti, ai loro familiari, ai volontari, al personale, ai col-laboratori ed ai rappresentanti delle Istituzioni pubbliche e pri-vate, il mio più cordiale saluto ed il ringraziamento, anche a nome dei membri del Consiglio di Amministrazione e del Diret-tore, per il senso di apparte-nenza e la vicinanza dimostrata alla Casa, ormai riconosciuta da molti quale Cittadella dell’anziano e dei servizi alla persona.….

3 editoriale /il bilancio di 1 anno di attività

Il bilancio in numeri

Risorse umane (personale): • 262 dipendenti • 80% donne • 42 anni età media • 10 anni e 5 mesi anzianità di servizio media • 73% con contratto a tempo indeterminato • 39% con contratto part time • 182,59 minuti di assistenza pro-capite (+11.86% ri-

spetto ai parametri PAT) • 56% provenienti da Pergine • 27% dalla Comunità di Valle • 10% dalla Valsugana • 55% del personale ha meno di 10 anni di anzianità • 4% ha più di 30 anni di anzianità • - 23,6% in diminuzione le giornate di assenza • - 25% in diminuzione gli infortuni • 1.846.85 ore di formazione (7 ore medie pro-capite) Utenza (gli Ospiti): • 99,86% copertura posto letto • 74% donne • 84,82 anni età media (il più giovane ha 41 anni, il più

anziano 103) • 4,6% più che raddoppiato il numero degli ammini-

stratori di sostegno • 44,46% dei familiari ha partecipato al PAI • 46% proviene da Pergine • 41% dalla Comunità di valle Centro diurno; • 32 utenti accolti • 75% donne • 8,84 presenza media al giorno • 82,79 età media (64 più giovane, 99 più vecchio) Pasti: • 15.530 pasti eterni (42 media giorno) • 161.042 pasti totali (441 media al giorno) Fisioterapia per utenti esterni: • 2.363 trattamenti totali • 173 utenti Odontoiatria per utenti esterni: • 750 trattamenti • 122 utenti

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dott. Lorenzo Brandolani e Lucia Zampedri

ARRIVA L’ESTATE Consigli e suggerimenti utili

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L’arrivo dell’estate ci impone di evidenziare alcune riflessioni. La stagione estiva è sempre più caratterizzata da periodi più o meno brevi di caldo afoso accompagnato sempre più frequente-mente da umidità elevata. Questo abbinamento climatico può divenire una situazione stressan-te per l’organismo umano, soprattutto per le persone con maggiore predisposizione, nei sog-getti più “fragili”, che nella nostra realtà specifica sono rappresentati dagli anziani. Durante il periodo di grande caldo, si accentua la sudorazione e diminuisce la quantità delle urine elimi-nate. Si ritiene opportuno quindi, fare delle considerazioni sul fabbisogno di liquidi delle perso-ne anziane in particolare, e fornire qualche consiglio utile per prevenire la comparsa della disidratazione. Tale problematica è determinata dalla eccessiva perdita di acqua dall’organi-smo non bilanciata da una idonea assunzione, che si manifesta con segni e sintomi, che pos-sono essere causa di complicanze anche gravi. Fra i più comuni segni e sintomi vi possono essere stanchezza, sonnolenza, irritabilità, confusione mentale, ipotensione arteriosa, riduzione della quantità delle urine, sete intensa…Da segnalare inoltre che la disidratazio-ne interferisce con il metabolismo, l’assorbimento e l’eliminazione dei farmaci alterando così altre situazioni patologiche. Una idratazione normale, è caratterizzata da un bilanciamento tra i liquidi assunti e quelli eliminati ed una delle vie principali per l’assunzione dell’acqua è sicura-mente il cibo. In una alimentazione adeguata i cibi solidi introducono circa 1 litro d’acqua, un altro litro circa è introdotto con le bevande e circa 300 ml sono prodotti dall’organismo stesso. Nelle persone anziane, l’introduzione di cibo e liquidi è sbilanciata di per sé da alterazioni fisio-logiche e patologiche, che determinano frequentemente lo stato di disidratazione stessa. Inol-tre è importante sottolineare che anche il riflesso della sete è molto ridotto e quindi non viene percepito il bisogno di aumentare l’introito di liquidi.

10 consigli

1. Ripartire più pasti nella giornata, alleggerendo quelli principali, aumentare spuntini leggeri ed aumentare consumo di cibi liquidi (frullati, minestre..)

2. Ridurre i grassi e sughi in genere 3. Monitorare e quantificare l’assunzione dei liquidi anche tra i pasti 4. L’alcool va assunto con moderazione, ove non controindicato 5. Esercizio fisico moderato nelle ore meno calde della giornata 6. Abbigliamento fresco e comodo (cotone-lino, colori chiari) 7. Moderazione nell’utilizzo dell’aria condizionata (per evitare gli sbalzi termici tra interno ed esterno degli

ambienti) 8. Controindicati i ventilatori a getto orientato alle persone 9. Valutare col proprio medico eventuale revisione delle terapie diuretiche ed ipotensive 10.Gli anziani non autosufficienti vanno stimolati e monitorati attivamente

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dott. Diego Pintarelli e Enzo Vezzoli

La Medica Detection Dogs, presentata ufficialmente il 24 febbraio scorso nella sala polivalente della nostra APSP con 166 persone pre-senti e numerosi rappresen-tanti delle istituzioni, prose-gue il suo lavoro di prepara-zione dei cani ed istruttori che sosterranno questo pro-getto di ricerca e sperimenta-zione unico in Italia, finalizza-to alla diagnosi precoce di patologie tumorali da parte di cani addestrati. Sorprenden-te la dimostrazione di Daisy e Lucy, due cani inglesi ac-compagnati dai loro istruttori che senza alcuna incertezza hanno individuato sempre i campioni di urine con cellule cancerogene ed hanno fatto diagnosi precoce su un cam-pione fornitoci da un nostro concittadino. L’entusiasmo suscitato da quell’evento ci ha ulteriormente incoraggiati a proseguire sulla strada già intrapresa molti anni or sono da inglesi, giapponesi, fran-cesi ed americani. Supportati dalla casa di riposo che ci ha messo a disposizione lo spa-zio per attività di segreteria

MEDICAL DETECTION DOGS ITALIA

Glenn al lavoro

prevalente a progetti locali. Ringraziamo la dottoressa Cazzolli della chirurgia, il professor Malossini ed i dot-tori Reich e Cai dell’urologia per la loro disponibilità e col-laborazione forniteci fin dall’inizio di questa sfida che non sarà l’unica perché è nostra intenzione, consolida-to questo progetto, intra-prendere un percorso di ad-destramento di cani per dia-betici che avvisano con largo anticipo il paziente dell’avvi-cinarsi di crisi iper o ipoglice-miche. Convinti, sulla base di pubblicazioni scientifiche di poter fornire alla nostra comunità un ulteriore mezzo di prevenzione che si affian-ca a quelli già esistenti, rin-graziamo per l’attenzione, vi invitiamo a settembresettembre a par-tecipare e vi chiediamo di sostenerci.

ed addestramento e dalla Cassa Rurale di Pergine che ha creduto in questo progetto assegnandoci risorse econo-miche, il nostro primo cane Glenn ha raggiunto un buon livello di preparazione e un altro è in addestramento in Inghilterra con preparatori che da oltre dieci anni sono specializzati in questo setto-re. A settembre saranno pre-sentati ufficialmente e saran-no a disposizione della co-munità perginese come ulte-riore mezzo di screening per la diagnosi precoce di patolo-gie tumorali. Siamo in contat-to costante con l’oncologia di Biella che ha assicurato la assoluta disponibilità a speri-mentazione e pubblicazione delle ricerche ma anche ab-biamo avviato contatti con l’assessorato alla sanità di Trento per finalizzare l’attività

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Scriveva el poeta valsuganoto Mario Sarto-ri :”- El tempo el passa e el va/come na scio-petà.” E l’è proprio vera, che ne passa via i ani a ogni strucon de oci. Forsi l’è perché noi el Giorgio Mottesi l’avem sempre ricordà come che el fusse lì ‘n tra de noi, vivo! Vivo al Borgo, a Trento, en Rendena o a Ro-vereto, a Castel Tesin come a Levego, al Liceo “da Vinci” come ala Dante Alighieri o al Centro Rosmini. Dopo la presentazion del so ultimo libro” Gieri, ancoi, forsi doman”, ‘nsieme a l’a-mico Nino Forenza, ‘n la sala granda del Comprensorio Alta Valsugana, noi del Ce-nacolo Valsugana aven avù diverse ocasion, coi soi de famiglia, col Coro Castel Pergine, (en do che elo el cantava), de lezer, scherzar, ri-der, pensar, coi so versi e le so rime, seriosi, spotici, burloni, ‘namorai e co le so piture e le so sculture. L’aven sempre ricordà ‘nsieme ale poetese Maria Pellegri Beber e la Ema Valcanover

Oss Emer, ma anca coi altri valsuganotti, sgolai en zielo, Feruccio Gasperetti e Rober-to Spagolla. Tuto perdite grosse! Subito, nel domili e tre, aven tolto 12 so poesie e i so disegni, fati co la biro lì en pressa quando se se trovava a Borgo, e i avem stampai sul

libro “La poesia, l’estro, el saver “a cura de Bruna Sar-tori, Nadia Martinelli, Luciano Coretti co la Daria, so sposa, e i so fioi, avem messo su, ‘n de sti ani, diverse serate e la zente l’ha avù anca ela quela bela impresion: l’è chi ‘n fra noi... senti la so moto... a no, forsi l’è via lì dal Bar-ber o dal Bazaroto...o, l’è na su al manicomio… Po’ ga-vem deicà anca na sezion dei concorsi de poesia che

avem organizà a livelo regionale e nazionale e per le scòle. Tante volte ne sen trovai per far programmi proprio lì a so ca’, anca sul balcon, ‘n via Tera Rossa, lezendo so poe-sie sconte, “inedite “, mai date ale stampe o fate congnoser ai amizi, che enveze ader le è stae stampae per tuti. Col coro Castel

Comitato editoriale

LABORATORIO TEATRALE “tutto nostro”

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LA PROPOSTA DI REALIZZARE UN LABORATORIO TEATRALE NASCE DALL’AMICO ELIO CARLIN CHE DA TEMPO CERCA DI TRASMETTERCI IL SUO AMORE PER IL TEATRO. L’IDEA INIZIALE E’ DI PARTIRE IN PUN-

TA DI PIEDI PER POI CON L’ESPERIENZA COINVOLGERE ANCHE I NOSTRI RESIDENTI, VOLONTARI E FAMI-

LIARI, SPERANDO DI FAR NASCERE IL DESIDERIO DI LASCIARSI CONQUISTARE DA QUEST’ARTE. PER ROMPERE IL GHIACCIO IN AUTUNNO PRESENTEREMO IL LAVORO DEL POETA PERGINESE GIORGIO MOTTESI, AMICO E VOLONTARIO, SCOMPARSO CIRCA 11 ANNI FA. IN QUESTA OCCASIONE PROPORRE-

MO ALCUNE POESIE CHE BENE LO RAPPRESENTANO. IN ATTESA DI CONDIVIDERE QUESTO PARTICOLARE EVENTO, PRESENTIAMO L’OMAGGIO DI LUCIANO DE CARLI IN OCCASIONE DEI 10 ANNI DALLA SCOMPARSA.

A Perzene,

en Valsugana, diese ani dopo,

… el poeta Giorgio Mottesi

dal “ Cenacolo Valsugana” - Luciano De Carli

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Pergine, cinque ani fa, en sala dela Banda, avem presentà el so volume de versi “Poesie fate en piaza”: tanta zente e che risae de gusto! Ma po’ ghè sta anca en in-contro per la nova via Maier: poesia, musi-ca, bombi e gazose a iosa. ‘N occasion del decenale de la so morte, avem po’ solecità la amministrazion Corradi, Taffara, Morelli, Zanella.....a ‘ntitolarghe, come ale altre do poetese e a Mario Paoli dela RAI de Trento, na sala del novo teatro de corso dei Alpi-ni. Cosita per ricordar la bela abitudine che ‘l Giorgio, “in primis”, e le altre poetese i gaveva de nar ‘ntele scòle e ‘ntei teatri a recitar poesie sul Perzenal , sul” lac de Ar-demol”, sul “Nadal” o la Pasqua ,sul” ricove-ro de San Vincenzo”, su “El giomo mato”, su le nostre montagne e su l’amor, ma anca

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Illustrazione di Giorgio Mottesi (da “Algeri ancoi forsi doman” antologia di poesie 1986-2000)

La Casa informa/Laboratorio teatrale

per tuto quel che i ha fato per la so zente e la poesia en dialeto. ‘L Comune de Perzene, per l’ocasion, aiutà dal maestro Claudio Morelli, l’ha stampà ‘n proprio e co la Cassa Rurale, cola copertina e i disegni del pitor, so amico, Carlo Girardi, ‘l volume dei inediti: en Mottesi pù mauro, pù riflessivo, pù pensieroso e ancor pù’namorà de quando che el neva en giro, a pe’, per ste montagne. Le filodramatiche del Perze-nal l’è ha messo ‘nsieme ‘n recital che ģha piasesto a tuti. Doveria vegner for anca en DVD con tante interviste e ricordi, tante foto vecie e dei so amizi. El spetem! Noialtri del Cenacolo Valsugana, caro Giorgio, te vorem sempre bem!

Bate l’orloi di Giorgio Mottesi

Bate l’orlòi de Ciesa granda ‘nà volta, doi … dese … mezanòt.

Dorme ‘l paes e tuta la so zent i siori sula piuma i poreti sui sfoiazi la nòt, ades, l’avèrt i bràzi.

Ma quanti ghen saràl, che come mi, endafaradi a desgartiar pensieri, i sènte n’altro bòt … doi … dese … mezanòt.

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…” Ricordo quando i prati sotto casa erano liberi e noi bambini ci rotolavamo nell’erba o ci ar-rampicavamo impavidi sugli alberi, o quando costruivo la capanna di frasche e mi nascondevo alla vista dei miei compagni e… quando con il fido temperino modellavo cortecce che, gettate nel fosso, proseguivano lungo il corso del Rio e correvo sugli argini per accompagnare la corsa delle nostre barchette… Ricordo le mie sorelle che, con le loro amiche, raccoglievano steli di erbe per intrecciare ghir-lande o ne facevano cestini per mettervi le fragole… Ricordo l’avvento della guerra che cambiò lo spirito dei nostri giochi… la rinascita dopo i disa-stri bellici, quindi, la fatica della ricostruzione, il raggiunto benessere…” Chi parla è un anziano residente di una Casa di Riposo e documenta con semplici parole e to-no appassionato uno stralcio del suo mondo di fanciullo a contatto con la natura, intento a co-struirsi interessi, a ritagliarsi uno spazio di riflessione e di espressione del suo mondo interiore, insomma il suo modo di giocare, per mezzo di strumenti che potremmo anche definire “giocattoli”. Abitualmente quando si parla di gioco si tende a riferirsi al bambino poiché nella mentalità po-polare, lo stereotipo vuole che questo sia prerogativa dei piccoli, ritenendo, inoltre, il gioco una attività frivola e insulsa per un adulto, anzi proprio una dimostrazione di immaturità. Lo sviluppo degli studi filosofici e pedagogici, oltre a confermare l’importanza formativa del gio-co nel bambino, riconosciuto come una vera applicazione lavorativa che deve essere sollecita-ta, rivaluta il valore dello svago o del divertimento nell’adulto considerato impegno positivo ed anche terapeutico in una società frenetica e stressata come quella odierna. Ricerche storiche, dipinti, manufatti archeologici dimostrano come da sempre il gioco sia stato presente nella quotidianità dell’uomo e molti antichi strumenti ludici siano ancora attualissimi pur appartenendo alla preistoria del tempo (la palla ad esempio). È assodato come giochi e giocattoli siano uguali o molto simili tra loro in tutti i luoghi, anche lontanissimi, come nascano dalle stesse motivazioni ed esprimano gli stessi concetti, mirando agli stessi obiettivi. Tutti i popoli, nei loro percorsi evolutivi si sono serviti dei prodotti naturali dell’ambiente dove hanno vissuto ed operato sviluppando le loro creazioni con il pensiero, l’in-gegno e la manualità: terrecotte, labirinti, carrettini, sonagli, biglie, cerchio, sono tutti oggetti di antica data con precisi riferimenti mitici o religiosi. Il percorso di identificazione dei giochi e relativi giocattoli richiede operazioni complesse perché spesso i concetti di giochi, giocattoli, svaghi e divertimenti si incrociano e si differenziano nei riferimenti, nelle preferenze del bambino e dell’adulto, nei maschi e nelle femmine, nella tipolo-gia dell’oggettistica in famiglie povere e benestanti e in tanti altri distinguo. È inevitabile ad esempio che gioco o divertimento o svago si sovrappongano e spesso un certo tipo di attività corrisponda all’uno e all’altro o anche no. Nella scuola venivano svolte attività di apprendimento (giardinaggio e traforo per i maschi – cucito, ricamo, maglia ecc. per ragazze) che nel futuro dei

CONCORSO UPIPA

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...“IL TEMPO DEL GIOCO E I GIOCHI D’UN TEMPO” di Teresa Natale

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discenti sono poi diventate lavoro vero e proprio o passatempo. I nostri anziani ricordano come attività piacevole e svago il portare il pranzo ai famigliari che lavoravano nei campi o l’accudire i bachi da seta in casa e a scuola. Le tipologie del gioco possono suddividersi ancora in: giochi individuali, di società, all’aperto, da tavolo, di movimento, tipici di feste e ricorrenze (Natale, Pasqua, festa del patrono, S. Lucia, Befana, Carnevale, coscritti e altro), gare di abilità, musicali, ricorrenze nel lavoro, burattini, teatro, manufatti, di emulazione, come le armi e tanti altri ancora. E tutto questo a dimostrare la grande risorsa creativa dell’uomo che non dovrebbe arrendersi!

LA VITTORIA

“DOPO IL 2° POSTO RAGGIUNTO NEL 2010 ECCOCI FINALMENTE VINCITORI” di Giovanna Meneghini Il 1° marzo 2012 nella sala convegni del palazzo della Regione, una rappresentanza di resi-denti, accompagnata da alcuni volontari ed animatori, è stata premiata con il premio più am-bito. E’ stato un riconoscimento molto apprezzato. Infatti, da anni partecipiamo ai concorsi indetti da UPIPA con sempre maggiore impegno e dedizione per produrre un lavoro che pri-ma di tutto riporti fedelmente quanto emerso dai protagonisti dei racconti e delle testimonian-ze: i nostri residenti. “Primo premio, per l’alta aderenza al tema del concorso e l’originalità in cui il percorso di ri-cerca ha avuto esito. La realizzazione del “Gioco dei giochi” ha consentito il coinvolgimento attivo dei residenti, che hanno consegnato un lavoro esemplare nella sua possibilità di inte-grare le generazioni, stimolare la curiosità sul tema in oggetto, approfondire l’importanza del-la dimensione ludica nel passato e nel presente. La realizzazione del CD multimediale del gioco facilita la sua riproducibilità. Il “Gioco dei giochi” nasce nel 2011 nella nostra A.P.S.P., non solo come gioco vero e proprio ma anche come strumento di presentazione, con l’obiet-tivo di raccogliere e documentare i giochi che maggiormente sono emersi dai racconti e dai ricordi dei nostri anziani residenti durante gli incontri ed i laboratori, per la partecipazione al concorso. Prendendo spunto da un gioco molto antico e popolare, il “Gioco dell’oca”, ci sia-mo divertiti a realizzare un tabellone gigante decorato con immagini con per narrare, in mo-do semplice ed efficace, i vari giochi con le loro regole, i racconti, le testimonianze, e quant’altro abbiamo affrontato. Il risultato, a nostro parere, è un gioco carino ed originale. Visto il tema, vastissimo, del concorso con titolo: “Il tempo del gioco e i giochi di un tempo” ci sembrava un po’ presuntuoso pensare di creare una documentazione esaustiva e completa di tale argomento. Abbiamo così scelto di divertirci e di fare divertire la commissione facen-dola giocare assieme a noi e scoprire quanto abbiamo in cuore di raccontare )attraverso il gioco reale ma anche mediante la versione interattiva presentata con CD). Il progetto ha vi-sto coinvolti una cinquantina di residenti delle due strutture, diversi volontari, e i bambini del-le scuole primarie della 1° e 2° classe di Susà. Interviste, laboratori, uscite sul territorio, po-meriggi di giochi ci hanno accompagnati fino al traguardo....

9 concorso UPIPA /Il gioco dei giochi

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La premiazione

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I PASSAGGI PIU’ BELLI

LABORATORIO BAMBOLE

con i bambini della

1° classe elementare di Susà

IL GIOCO DELL’OCA Laboratorio espressivo figurativo curato da Teresa Natale

PISTA DELLE BIGLIE

con i bambini della

2° classe elementare di Susà

I GIOCATTOLI DI LEGNO Laboratorio di restauro degli oggetti antichi

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11 concorso UPIPA /La mostra

LA MOSTRA LABORATORI E VISITE

GUIDATE di Giovanna Meneghini Per valorizzare tutto il lavoro svol-to, da qualche anno, abbiamo scelto di “mettere tutto in mostra” utilizzando la nostra bella e gran-de Sala Polivalente di Via Pive. Quest’anno visto il tema, oltre alla semplice visita alla mostra si è dato la possibilità a chi lo richie-deva di organizzare visite guidate, laboratori esperienziali e la even-tuale partecipazione a “Il gioco dei giochi”. La mostra è stata inaugurata il 15 marzo e doveva essere chiusa il 15 aprile ma le richieste per le vi-site guidate ed i laboratori da par-te delle scuole e di altre A.P.S.P. del territorio sono state così nu-merose da farci proseguire fino al 26 aprile. Gli incontri con gli amici di altre A.P.S.P. è stata l’occasione per vivere un momento ricco di emo-zioni date dalla condivisione di ricordi che appartengono allo stesso vissuto. Molte le firme, le dediche o le bel-le parole lasciateci nel Libro degli Ospiti che ci hanno dato la con-ferma che quanto abbiamo propo-sto è stato apprezzato e che an-che se faticoso questo lavoro vale la pena portarlo avanti.

DURANTE LA VISITA LA SPERIMENTAZIONE PRATICA DI ALCU-NI GIOCHI E I LABORATORI MANUALI HANNO FATTO SI CHE I BAMBINI SI SIANO DIVERTITI DAVVERO MOLTO PORTANDO A CASA UN RICORDO TANGIBILE DELL’ESPERIENZA VISSUTA CON I NOSTRI RESIDENTI.

CON I BAMBINI DELLE SCUOLE ELEMENTARI SI È TRATTATO DI UN MOMENTO FORMATIVO A TUTTI GLI EFFETTI DOVE L’ESPERIENZA DEGLI ANZIANI RESIDENTI SI INTRECCIAVA IN MODO CONCRETO ATTRAVERSO DOMANDE, TESTIMONIAN-ZE E CONFRONTO SU UN TEMA CHE LEGA LE GENERAZIONI, QUALE APPUNTO IL GIOCO.

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E' stato un successo!!! Quest'anno abbiamo voluto esagerare!!! I gruppi maglia di entrambe le strutture, insieme al laboratorio bam-bole ed al gruppo espressi-vo creativo, hanno realizzato una magnifica mostra dei nostri lavori. Siamo state ospitate con grande disponi-bilità allo “Shop Center Val-sugana” dal direttore Morelli che, per una settimana, ci ha messo a disposizione un largo spazio al 2° piano. Per 7 giorni volontari , residenti ed operatori, si sono alternati per illustra-re ed offrire i nostri manufatti, orgogliosi sia del lavoro svolto, sia della destinazio-

ne finale delle offerte. Offerte che sono state sostanziose e che sono state pron-tamente date al nostro dott. Brandolani

in partenza in gennaio per l'Etiopia. Al suo ritorno il dottore ci ha portato una lettera di ringraziamento del Vescovo del luogo e a, bre-ve, ci troveremo per farci raccontare le sue esperien-ze. I gruppi maglia, però, non hanno intenzione di ri-posare sugli allori e sono già ripartiti a spron battuto con nuove produzioni. Co-

gliamo l'occasione per invitarvi a farci visita, troverete i lavori in corso e vi offri-remo un buon caffè.

SFERRUZZANDO PER L’ETIOPIA

Quest'anno

abbiamo voluto esagerare!!!

Ringraziamenti

Emdibir - lunedì 9 gennaio 2012

Giuntami in questi giorni, tramite i signori Brandolani, la Vostra offerta, Vi scrivo per porVi i miei più sentiti ringraziamenti. La Vostra generosità è grande e molto apprezzata. La Chiesa Cattolica, nella Diocesi di Emdibir, porta avanti molti progetti sia nel campo sanitario, che scolastico, che lavorativo. Investiremo le vostre offerte in uno dei progetti attualmente in atto. Colgo l’occasione per farvi gli auguri di un felice anno nuovo

In fede, Paolo Caneva Missionario Laico Fidei Donum

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“Deserti e montagne a Est e a Ovest del Mondo” questo il titolo scelto per la mo-stra espositiva delle opere create dagli studenti dell’Istituto delle Arti “Liceo A. Vittoria” di Trento che raccontano i ricordi dei nostri residenti. L’inaugurazione della mostra si è tenuta giovedì 9 febbraio 2012 ore 16.00 presso lo Spazio Archeo-logico Sotterraneo del Sas Trento, Piazza Cesare Battisti (detto comunemente

PROGETTI

di GIOVANNA MENEGHINI

RICORDI IN ARTE

DESERTI E MONTAGNE

A EST E A OVEST

DEL MONDO

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“Museo S.A.S.S.”). C’eravamo anche noi. Una esperienza emozionante che ci ha visto protagonisti delle storie, raccontate in modo artistico su pannelli e formelle di ceramica di varie dimensioni, in uno spa-zio archeologico importante di Trento. La mostra è stata aperta fino al 15 aprile e sono stati organizzati degli eventi collaterali come conferenze e laboratori. Per noi è stata anche una bella occasione di visitare il museo e di rive-dere i ragazzi con cui i nostri residenti avevano lavorato, raccontando i propri vissuti. Per l’occasione anche il Direttore e il Presidente con altri membri del Consiglio di Amministra-zione della nostra A.P.S.P. hanno partecipato all’evento che si è concluso con un ottimo rinfre-sco a buffet, preparato in modo magistrale dal nostro servizio cucina e servito in loco dal nostro capo cuoco Renzo e dalla collaboratrice Marta. Ora le opere sono state portate nella nostra A.P.S.P. in attesa di trovare la giusta collocazione nei corridoi e nelle sale della sede di Via Marconi, per abbellire e rendere accogliente l’ambien-te di vita per i nostri residenti.

ESPOSIZIONE opere esposte alla mostra

INAUGURAZIONE apertura della mostra

VISITA con il Direttore e il Presidente

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3° e 4° piano di via Marconi

La ricetta

leggermente diversi, quindi era anche questa l’occasione giusta per discutere e confrontarsi. Con il trascorrere delle settima-ne, il nostro quaderno, dove si trascrivevano le ricette prese al volo dai loro racconti, si riempi-va di ricette molto gustose ed invitanti. Chi raccontava di co-me cucinava i primi, chi invece ci ingolosiva parlando di coni-glio arrosto e polenta, ed infine le torte… nemmeno il tempo aveva cancellato questi ricordi, molto stuzzicanti per il nostro appetito!!! Non era però solo un modo per ricordare la ricetta in sé, perché le ricette erano sempre legate a

dei momenti di vita molto parti-colari. Momenti di difficoltà eco-nomiche, ma anche momenti di festa molto felici, che si trascor-revano riunendo tutta la fami-glia attorno ad un bel piatto preparato con tanta cura; oppu-re in occasione di feste impor-tanti come il S. Natale o la Pa-squa. Sono state molte quindi le emozioni che i nostri Ospiti hanno rivissuto attraverso que-sto percorso. La raccolta delle ricette verrà esposta nei nostri nuclei di via Marconi, per poter dare a chi lo desidera, la possi-bilità di provare a cucinare que-sti piatti.

Durante l’anno appena trascor-so, dopo averne parlato con i residenti del 3° e 4° piano di via Marconi, abbiamo iniziato a fare una raccolta di ricette. Tale atti-vità aveva luogo alla domenica nei soggiorni dei nuclei, ed era l’operatore di turno a guidare i nostri residenti in questo lavoro. Era un modo per stimolare i ri-cordi e la memoria a lungo ter-mine. Così, piano piano, uno dopo l’altro, i nostri cari ospiti, si sono lanciati in questa avventura! A volte succedeva che le stesse ricette fossero ricordate in modi

Sbater 3 ovi col zùcher, el boter, el sal, el lievito e la scorza de limon; se ghe mete la farina, se smisia ben polito, fin che deventa na bela balota. Se la lasa polsar zirca na mez’ora. En tant se onze la bazina e dopo se la ‘nfarina perché la fugaza no la tachia. Se mete la pasta ‘n del stamp, e se la mete a coser zirca 40 mi-nuti; ‘ntant, se la ten oservada. Se l’ei pronta se ghe dà na spenelada per farla bela da veder e bona da magnar. Noi l’aven tastada, felo anca voi!!!

La fugaza Santo Spirito

Ingredienti: ½ kilo de farina 2 eti de boter 4 ovi 5 cuciari de zùcher 1 scorza de limon gratada 1 bustina de lievito 1 cit de sal

LA NOSTRA RACCOLTA DI RICETTE

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Page 17: Pentecoste 2012

Laboratorio del riciclo

I nostri residenti, sono stati informati su come, oggi, nelle abitazioni e anche qui nella nostra APSP si effettuta la raccolta differenziata. Così anche noi abbiamo pen-sato di dare un contributo e ci siamo fermati a ragionare su come avremmo potuto utiliz-zare del materiale per i nostri laboratori, non più acquistato ma riciclato. E allora i vasetti di yogurt della merenda sono diventate delle campanelle di Pasqua, i vasetti delle mele frullate sono serviti per dei centrotavola primaverili, i ve-stiti dismessi sono diventati dei fiori, gli scatoloni dei pan-nolini sono diventati dei sim-patici addobbi di carnevale e

così via dando un contributo per rispettare l'ambiente. I vari laboratori, sono serviti ai nostri Residenti per identi-ficare lo spazio temporale (campanelle di Pasqua, fiori per la primavera e così via) e per far loro ricordare e re-cuperare emozioni già vissu-te e magari dimenticate. Ogni residente ha dato il proprio contributo, chi con la manualità, chi tenendo com-pagnia o raccontando del proprio vissuto. Sono stati momenti gioiosi e produttivi che hanno coinvolto anche gli operatori di assistenza che hanno contribuito ad abbellire gli ambienti di vita.

Durante l'attività di lettura dei quotidiani sono emerse delle discussioni sull'importanza dello smaltimento corretto dei rifiuti.

DA COSA NASCE COSA

Il riciclaggio

previene lo spreco di materiali

potenzialmente utili, riduce il consumo di

materie prime, e riduce l'utilizzo di

energia, conseguentemente l'emissione di gas

serra.

Laboratorio fiori di stoffa

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Page 18: Pentecoste 2012

LABORATORIO DEL LEGNO

In autunno, vista la disponibilità del signor Beppino, abbiamo ripreso il laboratorio le-gno. L’affiatamento raggiunto a primavera tra gli ospiti e il volontario ci ha permesso di par-tire ben spronati con mano sicura nel lavoro. Come deciso precedente-mente con gli Ospiti durante un gruppo discussione, sono stati realizzati dei cuoricini per Natale. Tagliati dal signor Beppino, sono stati carteg-giati e colorati dagli Ospiti con un buon risultato. Una parte sono serviti per abbelli-re il piano. Altri sono serviti come parte in-tegrante, assieme a dei Babbo Natale, per

realizzare dei lavoretti messi in vendita al mercatino, proposto al centro commercia-le, in favore dell’Etiopia. In seguito è stato realizzato un quadro-puzzle raffigurante dei gabbiani in volo per

abbellire il piano. Per Pasqua di quest’anno gli Ospiti hanno scelto una chioccia con i pulcini e le uo-va pasquali, che ultimata, è stata appesa sulla porta del soggiorno. Il laboratorio è un occasione per lavorare, farsi compagnia e scambiare quattro chiac-chiere. Inoltre è motivo d’or-

goglio vedendo i lavori ultimati, poter dire: il merito di questo risultato è anche MIO!

Dino tra trapano, morsetto e legno

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Il merito di questo risultato è anche

MIO!

Page 19: Pentecoste 2012

4° piano di via Pive

ORTO MAGICO

E' tornata la

primavera, le piante iniziano a germogliare

armadi. Questi sono solo alcuni esempi dei nostri intenti. Sia-mo appena all'inizio ed il gruppo di lavoro, formato da Gemma, Annamaria, Agne-se, Giovanna, Clara e Sonia, si è incontrato più volte per esaminare le proprietà delle varie piante e poterle così scegliere con cognizione di causa. Se sentirete un meraviglioso profumo diffondersi nel no-stro piazzale, alzate gli oc-chi, vedrete il verde e rigo-glioso frutto delle nostre ma-gie nel terrazzo del 4° piano di via Pive.

ché i profumi e le influenze delle piante officinali induco-no un'atmosfera fatata di altri tempi, quando la salvia era usata per l'arrosto ma anche per curare il raffreddore, e la menta serviva sia per la li-monata sia per profumare gli

E’ tornata la primavera, le piante iniziano a germogliare ed anche per il nostro orto è ora di tornare a nuova vita. Quest'anno nel nostro “frutte-to” è tutto cambiato: cambiata la posizione, si è infatti spo-stato (come vi avevamo preannunciato a Natale) nella magnifica nuova terrazza adiacente la sala da pranzo; cambiata la struttura, con nuove vasche dotate di gra-ticcio; cambiata la tipologia, alle piante da frutto infatti si aggiungeranno piante offici-nali. E per ultimo, ma non meno importante, è cambiato anche il nome. Abbiamo deciso di chiamarlo “Orto magico”, per-

Le piante officinali

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Page 20: Pentecoste 2012

Centro Diurno

POLENTA DE STIANI

La ricetta

Me ricordo che da picinina a me casa se feva la polenta, a volte mora, altre volte de patate con i pòri ma el pù dele volte se feva de quela zalda. I meteva su el paròl per far boier l’acqua, en pizech de sal, la farina e po’ via con la mescola per tre-quarti de ora a svoltolarla finchè la era còta (Con el stess procedimento se fa anca la polenta mòra, dro-pando però la farina de for-menton “grano saraceno”). Dopo se la treva sul tabièl de legn e se la taiava. Me mama la la taiava con el fil,

en de altre case i la taiava con el cortèl de legn. Me pa-pà, siccome ero el “coanif”, cioè la pù picola dei fradèi, el me deva “el bocon del popo”, en de’n tochetin de polenta el ghe sghizava dent ‘na fietela de formai e el me lo deva de magnar. Finì de magnar, vanzava sul tabièl, el “bocon del rispèt”, cioè l’ultim tochet che tuti i gave-va vergogna a torlo, a volte se ‘l magnava toncà en del zucher. Con la polenta vanzada, quando che en vanzava, me mama la feva i “monchi”,

En chilo e mèz de patate, lavade, lessade, mondade e salade. De ‘na banda far nar a fòch

lento tre etti de farina bianca enfin a brustolarla, che la vegna “color biscòt”. De ‘na

banda meter mèz bicér de òio en de ‘na padeleta e meterghè zò en tochetin de pòr taià

su a fietèle e smorzarlo en de l’òio, che el vègna pena, pena passà. Quando le è còte

sghizàr le patate en del paròl, butarghe zo el pòr col condimento, en pizech de sal fina e

la farina. Mescolàr tut con la mescola per dese minuti.

la la taiava a quadrati e la la meteva en l’acqua che boiva con en cìt de sal per pochi minuti, po’ la la scolava e la la condiva con en cìt de buro fuso, quando che ghe n’era se ghe meteva su el grana. Altre volte enveze la la taia-va zò a fiete e la la meteva su la fornasèla e quando la era brustolada se ghe ma-gnava arent en tòch de for-mai. Prima de lavar fòra el paròl, se ghe toleva su le groste e se le magnava la matina a colazion toncade en del lat.

Polenta de patate con i pòri

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Page 21: Pentecoste 2012

Mi piace quando dopo una mia assenza di sole due settimane, Romano dice di trovarmi dima-grita e che il mio aspetto è migliore; ringrazio per il complimento ma lo rassicuro sulla regres-sione della sua vista e ci ridiamo sopra.

Mi piace quando Livia, che conosceva mia madre, mi esorata ad andare in TV a fare la con-duttrice perché, dice, sono “bella e brava” (aiut!) e che tanta gente come lei trascorrerebbe mo-menti di intrattenimento in modo gioioso e costruttivo.

Mi piace quando Mario dice a Giuseppina di conoscere la fi-lastrocca dei mesi e che le farà da “voce” mentre lei, vicina ai novant’anni, la trascriverà su un quaderno suo personale che poi presterà a Gabriella, interessata ai detti e proverbi trentini.

Mi piace quando Anna e Livia seconda, ricordano, insegna-no e cantano le canzoni patriottiche che poi tutti insieme can-tiamo o ascoltiamo con il “groppo alla gola” per l’emozione.

Mi piace quando Bruno, mentre si sta parlando di “Contenitori”, ricorda ad una giovane stagista presente, che nella borsetta di sua moglie, oltre il rossetto, il portamonete e le chiavi, trovava posto anche la sua dentiera di riserva,

Mi piace quando Emilia allunga delicatamente le braccia per portare al suo viso un mazzetto di fiori per odorarli e con gli occhi mi fa capire che le piacciono.

Mi piace quando Casimiro, che è del 1918, dice di “essere pronto anche oggi”, ma che fino al giorno in cui verrà chiama-to sul serio, si impegnerà a vivere con riconoscenza la vita che gli resta.

Mi piace quando Gemma corregge le mie nozioni zootecni-che e agricole, poco convincenti.

Mi piace quando Tullio mi imbroglia costantemente con le sue “uscite apparentemente sagge.

Mi piace quando Carlo mi aiuta a recuperare qualche concet-to familiare con affermazioni consolatrici,

Questo è il mio “gruppo dell’amicizia” del 4° piano di via Pive,

gruppo sempre in divenire nel quale, ho la certezza, tutti ci troviamo bene.

Gabriella Bonvecchio Beber

MI PIACE

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Mi piace

quando Livio, quando Agnese, quando Maria, quando Sara, quando Dora, quando Pia,

quando Leda, quando Armando,

quando Francesco, quando Giovanna,

quando Anna, quando Maria, quando Elda,

quando …

Page 22: Pentecoste 2012

Spazzacamini,

seggiolai, ombrellai, stagnini

La ricchezza dell’artigianato

che fu

A partire dal 1945 inizia la lenta agonia, fino all’estin-guersi, di molti mestieri tipici delle nostre valli a seguito dell’affermarsi dell’industria. Se questa situazione ha, da un lato, portato maggior be-nessere, dall’altro ha provo-cato un progressivo pendola-rismo sfociato in un depreca-bile esodo verso le città. Anche in Valsugana, come in tutte le nostre valli, si è assi-stito all’abbandono di certi mestieri con conseguente perdita di un patrimonio eco-nomico ed anche culturale del quale è bene ricordarsi. Gli anziani che vissero inte-gralmente i tempi e le vicen-de sotto descritte, ricorderan-no con piacere avvenimenti e circostanze che seguirono con interesse, passione ed emozione. I giovani troveranno motivo di utile riflessione per le scelte che il vivere di allora propo-neva. Alla mancanza di bollettini meteo si suppliva come si po-teva. Oltre ai proverbi e antichi det-ti si osservava l’ambiente

esterno. “Rosso di sera buon tempo si spera”, “Rosso di mattina la pioggia si avvici-na”. Una nuvola che sosta sopra una certa montagna è presagio di peggioramento del tempo.

cone di tela greggia riempito di foglie di granoturco. I vestiti passavano di padre in figlio e dai fratelli maggiori a quelli minori. Giacche e cappotti continua-vano poi la loro vita sulle spalle dei nipoti. Accanto a queste situazioni esistevano una miriade di artigiani scomparsi. L’om-brellaio (quasi sempre oriun-do dal varesotto) passava di casa in casa per le riparazio-ni. Così pure lo stagnaio (parolot) in genere proveniva dalla Val di Sole, si sedeva in un angolo della piazza e riparava pentole e paioli ap-plicando a questi ultimi lu-centi tasselli di rame. Solita-mente dal Primiero venivano seggiolai (careghetti) per la riparazione delle poltrone e seggiole spagliate. Altro arti-giano itinerante era l’arrotino (moleta) quasi sempre Ren-denese che arrivava spin-gendo il suo trabiccolo mon-tato su una bici sulla quale era issata la mola azionata con un collegamento dai pe-dali. Coltelli, forbici, rasoi ed ogni oggetto da taglio ai

I cibi erano quelli tipici delle coltivazioni locali. Cibo di tutti i giorni era la “mosa”, la polenta con crauti e alla sera il “minestron” con l’orzet. Il pane era riservato ai “siori”. I mulini erano sempre in fun-zione per macinare frumento e granoturco. La maggior parte della gente dormiva sul “paiariz” un sac-

Leone Chilovi

MESTIERI PERDUTI

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Page 23: Pentecoste 2012

quali dava il filo per ripristina-re la loro efficienza. Vi era poi lo spazzacamino che passa-va periodicamente a ripulire le canne fumarie. Questa atti-vità dalle mie parti è stata svolta per decenni dal buon Guido Chini di Segno. Recan-dosi nelle case di famiglie po-vere e numerose (che non ce la facevano a mettere assie-me il pranzo con la cena) do-po aver eseguito il suo lavoro alla richiesta di quanto gli fos-se dovuto, rispondeva

Pensare a tutti questi me-stieri quasi completamente scomparsi, provoca una te-nerezza ed una nostalgia per un tempo di ristrettezze sì, ma sicuramente più felice di quello di oggi. Ci si accon-tentava e si gioiva veramen-te con poco. Coloro che han-no vissuto gli ultimi anni, li ricordano con affetto e rico-noscenza, irripetibili protago-nisti nella vita quotidiana.

“niente, niente, pensate ai vostri bambini” accarezzava sui capelli il più piccolo di questi e salutando se ne an-dava. Alla sera quando rac-contava il fatto alla moglie Maria, ne riceveva il plauso e tutta la comprensione. Non ultimo di questi artigiani è il fabbro ferraio. Accanto ave-va “il travvai” struttura nella quale venivano introdotti buoi, mucche e cavalli per applicare i ferri affinchè non si consumassero gli zoccoli.

L’ombrellaio

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La mattina partiva da Penia verso le 7 e arri-vava a Bolzano verso le 9, attraversando molti paesi: Pera, Pozza, Moena, Predazzo, Ziano, Tesero, Cavalese, Passo Lavazè fino ad arrivare a Bolzano. Sulla corriera era da solo, non c’era il bigliettaio e lui doveva pen-sare a tutto. Le persone salivano fino a Pre-dazzo, poi faceva linea diretta fino a Bolza-no. Il ritorno era alle 16 e 30 e arrivava a Pe-nia vero le 19 e 30- 20. Nel frattempo doveva aspettare e ricorda la lunga giornata… per fortuna a Bolzano abitava una cugina dove andava a pranzo. Dormiva a Penia “ che pù en dento no ghè nia”, in una stanza in casa privata e cenava in albergo. Questo per 3-4 mesi. Poi si è avvicinato un po’. Fu trasferito a Daiano (dove dormiva all’albergo Stella) e faceva la linea per i minatori di Stava: Daia-no, Carano, Cavalese, Tesero e su. Qui doveva coprire i tre turni di lavoro dei minatori: 6-14 e 22, visto che in miniera lavo-ravano 24 ore su 24. Questo per un mese sostituendo una malat-tia. Poi un altro po’ più vicino, a Cavalese dove la linea era: Cavalese, Molina, Segon-

zano, Trento e lì faceva una corsa al giorno, andata e ritorno. Per un anno, si dormiva in albergo. Il giorno di riposo tornava a casa, e lì si godeva la moglie e i figli. Trascorso un paio d’anni così si liberò finalmente un posto vicino a casa. Fatta domanda di avvicina-mento gli fu concessa, con l’incarico di bi-gliettaio. Partenza da Trento, negli anni ha coperto diverse linee, Campiglio, Borgo, Ri-va, Cembra e molte altre. Riusciva comun-que a tornare a casa tutti i giorni. Lavorò per l’Atesina 22 anni , poi nel 1983 ebbe proble-mi di salute ed andò in pensione. Rammen-tando tutto questo, dice che siano vecchi ri-cordi… ma era dura, basti pensare all’inver-no, a montar catene e portare un pullman su strade ghiacciate con a bordo tante perso-ne…

Dallapiccola Carlo

RACCONTI DI VITA

IL SIGNOR CARLO RACCONTA, CHE NEI PRIMI ANNI SESSANTA ,QUANDO LAVORAVA PER L’ATESINA, COPRIVA LA LINEA DA PENIA IN VAL DI FASSA A BOLZANO.

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Gisella Anesi, vedova Cri-stelli di Miola di Pinè, ha rag-giunto e superato il secolo di vita. Una vita non facile la sua, che a soli 36 anni si è vista portare via il marito Ma-rio Cristelli, in un incidente tipico dei boscaioli per i quali c’è sempre l’insidia di un tronco d’albero che ti stronca la vita. Rimasta vedova con tre figlie, Annamaria, Lucia-na e Isabella, ancora in te-nera età, si vide davanti un compito immane di crescerle ed educate da sola. E lo fece senza lamentarsi arrabattandosi nei servizi stagionali negli alberghi, se-guendole una ad una, fino alla maturità e al matrimonio. C’erano tutte e tre a farle co-rona, domenica scorsa (12 febbraio), alla festa per i cento anni, presenti anche numerosi parenti e il sindaco

di Baselga. La primogenita Annamaria era arrivata dal Canada, do-ve è emigrata assieme al marito Renzo Moser, recan-do alla mamma la splendida fotografia di otto pronipoti, alcuni dei quali già ventenni. Festa di famiglia e della fa-miglia. Ma Gisella trovò an-che il tempo di servire la co-munità di Miola. Sistemate le figlie, divenne presidente del gruppo donne dell’Azione Cattolica e della

Confraternita dell’Addolora-ta. Simbolico questo nome “addolorata” di una vita di stenti ma di fede di servizio. Vissuti nell’anonimato, ma testimoniati i valori che oggi passano in secondo piano, durano anche oltre i cento anni. Qualcuno che se ne intende-va diceva, che durano in eterno.

Vittorio Cristelli (nipote)

GISELLA, 100 ANNI . . . DI SERVIZIO

Auguri zia Gisella e grazie.

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“RACCONTI DI UN VIAGGIO” con Carlin Elio e Padre Pietro

FESTA DELLA DONNA con il Coro Edera

“I CANTORI DELLA STELLA” per mantenere vive le tradizioni e la cultura dei nostri residenti della Valle dei Mocheni.

VIVACITA’ IN CASA GLI EVENTI DI PRIMAVERA

SPETTACOLINO dei Ragazzi della 3° C delle

Garbari

PRESENTAZIONE de “IL MIO PEZZETTINO DI CIELO” incontro con Paola Ol-zer e Diego Andreratta

SPETTACOLO Associazione “Le Farfalle” in uno spettacolo di Danza

66 Gennaio

77 Gennaio

2929 Gennaio

1818 Febbraio

2121 Febbraio

66 Marzo

88 Marzo

1919 Marzo

77 Aprile

1212 Aprile

2020 Aprile

2929 Aprile

1111 Maggio

GLORIA PASQUALE momento conviviale per augurarsi una Buona Pasqua

EPIFANIA in compagnia del

Coro Castel Pergine

CONCERTO del Coro “Cantando in allegria”

di Tavernaro

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Qua i continua a predicar Che l’è crisi e bisogna sparagnar;

Bisognerà far en poca de attenzion, Preparar el menù de tuta la stimana

E per tuta la stagion. Faren tuta roba naturale,

Così no la fa male. La carne el l’à proibida el medico,

Ed dis che la da masa forza, la pol far male E magari ne tuca nar a l’ospedale.

Così, per scominziar e no far de colpo masa forza, Patate lese co’ la scorza.

Lunedì ala matina polenta, radicio e salata; E la sera polenta brustoladà e qualche patata.

Martedì ala mattina polenta e poina, la sera menestron Che en vanze anche per mercole a colazion. Mercoledì a mezzogiorno un uovo fritto,

Ala sera qualcosa se farà, se se manga masa ben se se remena, no se dorme gnanca ben.

Giovedì la stimana l’ei inoltrata, Polenta, radicio e salata. Venerdì saria de magro,

Minestra con qualche dado. Sabato l’è giorno de vigilia, se fa en poco de astinenza,

Se magna a mezzodiì e la sera se sta senza. Domenega de festa faron gnochi,

Se no i dis che sen pitocchi, ma for per la stimana con sta roba en abondanza, Basta i gnochi, se no se fa pecà de intemperanza.

Mi me par che con sto menù moderno, Andoron in tera tutti noi,

ma resterà almeno en piè el governo.

Ospiti del 3° piano di via Pive

MENU’ MODERNO PER TEGNIR EN PIE’ EL GOVERNO

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Page 28: Pentecoste 2012

Dorigoni Massimo

AL REDENTOR

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Al Redentor

“Santa Madre, deh! Voi fate, che le piaghe del Signor, siano impresse nel mio cuor. La chiesa era quasi tutta al buio/ed entrarci incuteva un po’ di timore,/le donne intonavano una canzone/e poi per un attimo si respirava il niente.//Dalla nebbia bassa lasciata dall’incenso/uscivano le

voci di tutta quella gente,/il prete in ginocchio recitava le preghiere/i chierichetti con serietà reggevano la croce e i candelabri/e con umile riverenza vi si posizionavano vicino.//Adesso quegli anni se ne sono andati/Ma ancora nei miei occhi quel luccichio/che dava ad ogni sta-zione il lumino (della via Crucis),/e nelle mie narici sento ancora l’odore del fumo lasciato dal

sacrista/quando, finita la funzione, soffocava/con molta curanza ogni stoppino.

“Santa Madre, deh! Voi fate, che le piaghe del Signor,

siano impresse nel mio cuor”.

La cesa l’era quasi tuta al stròf e feva en poch paura narghe dent,

le done l’entonava ‘sta canzon e po’ per en moment se respirava el nient.

Dala bauta bassa lassada da l’incens vegniva fòr la voze de tuta quela zènt,

el pret en ginocion disea su orazion i ceregòti sèri, con cross e candeleri

con umil riverenza i se metea lì arènt.

Adèss quei ani i è voltadi via… ma ancor ghè ‘n dei me òci quel slusor

che deà a ogni stazion el so lumìn, en del me nass el fum lassà dal sacrestan

quando finì funzion, el stofegava zo con tanta de curanza ogni stopìn.

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Era del persenal/ na veze sceta: gaveva quala pressa maledeta de dir la mia, temprada da ani e ani, pasadi for ‘ntra speranze e afani. Cola me bicicletta neva ‘n giro e se me capitava, proprio a tiro, ‘n veciot, na siora ‘n po’ pasada, Subito ghe domandava: -”’Ndo èla la strada? Come vala a so cà? ei po’ da ben? Avè taia la legna? Ava fatu su ‘l fen? Gavè? … Sa feo? … ‘Ndo neo? … … e ‘l tempo ‘l neva, come sgoli de rondole lì ‘n fiera! - “Spetava che butase Primavera per piantar fiori per meter sui balconi i me gerani e po’ parlarghe su. G’ho ‘n po’ destrani, fora per l’inverno, co i è lì fiapi, sechi, zaldi, bruti, coi fiori ‘nrizolai, tuti distrutti. Ve lasso le ma foto, scriti e poesie, testi de teatro: lì no gh’è bosie! Ve parlo de matei e de matele, de zii, noni, fradei e de sorele, de tante storie e usi de sti ani, de zento e pù fadighe e mili afani, ma se era ‘n po’ pù bòni, pù da ben, rispetosi e laorentoni. Si gh’era anca faolenze, le era poche, savè le madurenze po’ le guarisce e ‘nient niente le va! Me venze ancor la voia de restar chi sempre con voi, nar …

e girar per tuta la me Val, nai ai laghi de tuto ‘l Persenal … respirare storie lì, si ai Montesei, … veder noar neodi e altri matei zo al Sontachi o dentro per ‘l lago, ‘ndo che gh’è le trote e forsi ‘l drago. Ah, come l’era bel de tuto scrivere … scriver … scriver … scriver … scrivere de artesani o qualche tresca de Contrada Taliana opur Todesca, po’ del veterinario o del dentista, de Spettacolo Averto o del turista che girava coi popi e so fradel per tutte le frazion e al marcadel … Sentir le voze, ogni sabo, ‘n fiera saludar ‘l bonèra e qual lingera, vardar tuti i presepe che i fa su coi pastori, i Re Magi e qual Gesù, che ‘l me rideva coi brazoti averti, solo co na maiota e i pei descuerti … M’è restà ‘ndrio le storie dele strie, de nani o re e zerte poesie che se de amori, de sogni opur de fiori … Ma voi eser lì con voi a respirar tuti i profumi che fa ricordar: odor de rose, odor de persemol, odor de muscio su verso Nerdemolo, odor de spico, odor fresco de rasa … vardar ‘l finco che salta sula dasa e saver po’ che sta bela e civia val, ogni paesoto del me Perzenal, ogni porta e ogni sasso che ho tocà l’è sta, l’è ancora e sempre la me cà! Cia a tuti … Maria.

(‘N QUEI MOMENTI MISTERIOSI, CHE SE PENSA AI NOSTRI CARI, ALE PERSONE CHE AVEN CONOSÙ, CA-PITA DE SENTIRLI LÌ VIZINI CHE I NE DIR QUALCOSS CHE I VOLEVA DIRNE E NO I HA PODÙ DIRNE, PER TANTI MOTIVI, ITOBELA!)

Luciano De Carli

NE SCRIVE DA LASSU’ LA SIORA MARIA

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A STRETTO GIRO DI POSTA

Noi volontari dell’Associazione AVULSS di Civezzano, Fornace e Pergine desideria-mo ringraziare, dalle pagine di questo giornale, tutti gli ospiti della Casa che parte-cipano numerosi e con costanza alle varie attività proposte. Sentiamo che i nostri in-contri non sono soltanto occasioni di svago, peraltro positivi, ma anche momenti carichi di affetto e di simpatia. Ringraziamo anche tutto il personale, con noi sempre molto disponibile. Auguriamo a tutti una bella estate in salute e serenità.

Un affettuoso abbraccio da Renzo, Silvano, Augusta, Gianna e Anna.

Intervento 19

Mi chiamo Fiorella, assunta dalla cooperativa 90 per il servizio “Intervento 19” presso la A.P.S.P. S. Spirito nella sede di via Marconi a Pergine. Per me è la prima esperienza all'in-terno del servizio animazione, ma avevo già conosciuto la realtà della casa di riposo, poiché avevo lavorato come ausiliaria per 3 mesi nell'estate scorsa. Devo dire che mi piace molto il lavoro che svolgo adesso, in quanto mi trovo a rapportarmi con i residenti per più tempo, po-tendo dedicare loro attenzione e ascolto, organizzando attività per trascorrere insieme in ar-monia qualche ora. Inoltre i rapporti con i colleghi sono improntati alla collaborazione e al rispetto reciproco in un clima sereno. Io sono Daniela e questo è per me il 3° anno che presto servizio in questa struttura. Anche quest'anno staremo insieme per un “bel periodo” visto che sarò con voi fino a fine dicembre, e spero sia ricco di soddisfazioni per tutti. Un grazie a Clara e Roberta per il loro ottimo sup-porto, ed a Giovanna per i preziosi momenti che ci dedica.

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Page 31: Pentecoste 2012

Comitato editoriale Presidente: Giovanni dott. Bertoldi Direttore: Cristina Bolgia In redazione: Fabrizio Cestari Giovanna Meneghini Andrea Zuccatti Cura redazionale e impostazione grafica: Cristina Bolgia Giovanna Meneghini Fotografie: Servizio animazione Redazione presso: S. Spirito - Fondazione Montel Azienda Pubblica di Servizi alla Persona 38057 - Pergine Valsugana (TN) Via Marconi n. 4 tel. 0461/531002 fax 0461/532971 E-mail: [email protected] Sito: www.apsp-pergine.it Stampa: Grafica Pasquali 38057 - Pergine Valsugana (TN) Via Dossetti n. 14 tel. 0461/533941 Distribuzione gratuita Si ringraziano tutti coloro che hanno dato il loro apporto per la realizzazione del periodico

GLI SPONSOR

ANCHE SU www.apsp-pergine.it

staff

ANESI FLAVIO

BONORA ORTOFRUTTA S.r.L.

CANTINA ALDENO SOCIETA' COOPERATIVA AGRICOLA

CASAPICCOLA DRINK LINE S.n.c.

D.S. MEDICA S.r.L.

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TONINI S.n.C. di Tonini Stefano & C.

UNIFARM S.P.A.

Page 32: Pentecoste 2012

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