Pentecoste 2011

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Pentecoste 2011 - numero 1 - anno XXVII

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Pentecoste 2011 - numero 1 - anno XXVII

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Pentecoste 2011 - numero 1 - anno XXVII

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LA CASA INFORMA 2 Il nuovo Consiglio di Amministrazione

3 150 anni di unità

5 Anno del volontariato

6 Bilancio Sociale e di Missione

PROGETTI 7 Il libro dei desideri

8 Concorso UPIPA

9 Clown terapy

10 La pet-therapy con Ris

ATTIVITÀ 11 El pellegrinaggio a Monte Berico …

11 … anca ala Madona de Segonzan

12 Visita ad Ortinparco!?!

12 Il mercato contadino

13 Il nostro orto

14 Gruppo cucina

15 Laboratorio quadri in lana

16 Laboratorio legno

16 Laboratorio argilla

17 Le nostre borse artistiche

17 Laboratorio espressivo figurativo

RICORDI 18 Toni il francese

19 Raccontiamoci per conoscerci meglio

CENTRO DIURNO 21 Noi come pittori famosi

EVENTI 23 Concerto “Trio Ametista”

23 Dall’angolo della musica

24 Il carro della musica, …

24 Pomeriggio con il laboratorio ceste

26 Nonno e nipotino

L’ANIMAZIONE INFORMA 27 Il corso di formazione per volontari

27 Pomeriggio con Anteas e ...

A STRETTO GIRO DI POSTA 28 Un carnevale diverso

29 Il nucleo “Sorgente”

30 L’occasione di una domenica diversa

POESIA 25 Voria volar

26 Sera di primavera

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SOMMARIO

Il ponte n. 1 - Pentecoste 2011 Distribuzione gratuita Comitato di redazione Cristina Bolgia Meneghini Giovanna Cura redazionale e impostazione grafica Cristina Bolgia Meneghini Giovanna Fotografie Servizio animazione Redazione presso: S. Spirito - Fondazione Montel Azienda Pubblica di Servizi alla Persona 38057 - Pergine Valsugana (TN) Via Pive n. 7 tel. 0461/531002 fax 0461/532971 E-mail: [email protected] Sito: www.apsp-pergine.ti Stampa Publistampa Arti grafiche, Pergine Valsugana Si ringraziano tutti coloro che hanno dato il loro apporto per la realizzazione del periodico

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di Marco Casagrande

LA CASA INFORMA 2

IL NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

La S. Spirito proviene da una lunga storia che l’ha proiettata alla realtà che oggi tutti noi possiamo ammirare. Di questa realtà si deve dar atto e merito ai Consigli di Amministrazione e ai dirigenti che nel corso degli anni hanno governato l’Ente, portando a termine la realizza-zione della Cittadella dell’An-ziano con l’inaugurazione e l’a-pertura della nuova Palazzina Servizi e i sottopassi pedonali di collegamento, rendendo la Casa di Riposo ancora più mo-derna e funzionale.

Che questa Azienda risulti oggi la prima azienda nel perginese per numero di addetti è cosa ormai consolidata, segno di grande attenzione prestata dal-la direzione alla problematica del lavoro ma anche espressio-ne di ambiente e organizzazio-ne flessibile e di primissimo livello. Anche da questo punto di vista ci impegneremo per mantenere questo livello di fi-delizzazione nel rispetto dei contratti collettivi provinciali di lavoro vigenti, anche attraverso l’utilizzo intelligente della con-trattazione decentrata e azien-dale. Il mio personale impegno, ma penso di esprimere anche il pensiero dei miei colleghi del Consiglio di Amministrazione, sarà rivolto a garantire sempre la miglior qualità della vita pos-sibile ai nostri cari ospiti, ben consapevole che i tempi stanno

Se oggi la Casa di Riposo risul-ta una struttura efficace ed effi-ciente è merito di tutti, non solo degli amministratori, ma anche e soprattutto del personale che sta lavorando quotidianamente con dedizione, passione e pro-fessionalità per garantire e pro-muovere il bene e il benessere degli Ospiti. Ai nostri collabora-tori voglio in questa sede espri-mere l’impegno di questa Am-ministrazione a garantire le mi-gliori condizioni lavorative pos-sibili in un patto tra Azienda e personale dipendente che met-ta al centro qualità, umanità e professionalità di intervento da una parte e senso di apparte-nenza, dedizione e responsa-bilità dall’altra. E’ nostro impe-gno mantenere e garantire inol-tre il già ottimo livello di qualifi-cazione professionale attraver-so percorsi formativi sia d’aula che sul campo.

Da pochi mesi si è insediato il nuovo

Consiglio di Amministrazione

dell’A.P.S.P. che sono

stato chiamato a presiedere.

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LA CASA INFORMA

di Andrea Zuccatti

CENTOCINQUANTANNI DI UNITA’

cambiando e che le risorse, senza le quali non si possono fare grandi progetti, incomincia-no a scarseggiare in un conte-sto di crescente domanda di servizi alla persona. Io e il Di-rettore ci rendiamo fin da subito disponibili ad un confronto sulle tematiche rilevanti e di notevole importanza per dare risposte attente e puntuali alle giuste richieste di assistenza espres-se e non dai nostri cari Ospiti. Ai numerosi volontari voglio dire ancora una volta grazie, quel grazie che viene espresso quotidianamente dagli Ospiti e in maniera ufficiale nella an-nuale festa del volontariato che sarà nostra cura promuovere anche per il futuro. L’Azienda ha avviato in questi anni numerosi progetti di mi-glioramento, non solo dal punto

di vista strutturale, ma soprat-tutto organizzativo e qualitativo: basti pensare alla certificazione di qualità ISO, all’adesione al marchio qualità U.P.I.P.A. che ci vede tra le strutture leader a livello provinciale, alla realizza-zione e gestione del “nucleo sorgente” per malati di alzhei-mer, alla riorganizzazione dei servizi con l’individuazione di 4 nuove figure di coordinamento, alla stretta collaborazione con CRP (Cooperazione Reciproca Pergine) con la quale sono stati avviati diversi servizi gratuiti quali lo “Sportello badanti”, “Il notaio informa” e da ultimo “Occhio alla salute” (ambula-torio medico per la prevenzione delle malattie cardiovascolari). Tanto è stato fatto ma tanto è ancora da fare. E’ in programma una ristruttu-

razione a fondo della struttura di via Pive, la realizzazione di un nuovo centro diurno sotto la Sala polivalente, l’individuazio-ne di spazi e locali per realizza-re un centro diurno alzheimer dedicato e la realizzazione di 6 alloggi protetti, la creazione di nuovi spazi per gli ospiti auto-sufficienti con contestuale ridu-zione delle stanze a tre letti presenti in questa RSA, l’instal-lazione di pannelli fotovoltaici al fine di garantire un risparmio energetico e un’attenzione all’ambiente che sempre ci de-ve vedere in prima linea. Tutto questo accompagnato da quel-la umanità e professionalità che deve contraddistinguere il nostro operare.

Entrate nei corridoi di un piano. Eliminate i rumori

della vita quotidiana, i carrelli che si muovono

carichi di lenzuola e telini. Togliete le voci di operatori e

ospiti. Coprite il chiasso delle macchine che passano

nelle strade prospicienti. Talvolta, se fate silenzio (e

se siete fortunati) potete sentire un sussurro. E' il

ricordo lontano di una canzone abbozzata, con

una voce flebile da una nonna, portabandiera della

memoria italiana.

Su, figli d'Italia! Su, in armi, coraggio! Il suolo qui è nostro: del nostro retaggio

il turpe mercato finisce pei re. Un popolo diviso per sette destini, in sette spezzato da sette confini,

si fonde in un solo, più servo non è.

Su, Italia! Su, in armi! Venuto è il tuo dì! Dei re congiurati la tresca finì!

Dall'Alpi allo Stretto fratelli siam tutti! Su i limiti schiusi, su i troni distrutti piantiamo i comuni tre nostri color

il verde, la speme tant'anni pasciuta; il rosso, la gioia d'averla compiuta; il bianco, la fede fraterna d'amor.

Su, Italia! Su, in armi! Venuto è il tuo dì! Dei re congiurati la tresca finì!

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Quest'anno ricorre il 150° anni-versario dell'unità d'Italia. Il 17 marzo 1861 si riunì il Parla-mento italiano e decise di pro-clamare Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia. Se leggete il testo di qualsiasi canzone del periodo risorgimentale vi accor-gerete subito di quali valori mossero uomini e donne del periodo: ardore, indipendenza, unione, libertà, riscatto, speran-za, gioia, fede. Orgoglio e fidu-cia, innanzitutto. L'unificazione

nale. Il colonialismo africano. Quel 24 maggio 1915, che ci vide entrare nella prima guerra mondiale (più di un milione di vittime italiane). La dittatura fascista. La seconda guerra mondiale e la mobilitazione partigiana. Il primo voto delle donne per il referendum del 1946: repubblica. Il 1968 con i suoi cambiamenti sociali. Le stragi delle brigate rosse e poi quelle di mafia negli anni 80 e 90...

"Valgano dunque le celebrazioni del Centocinquantenario a diffondere e approfondire

tra gli italiani il senso della missione e dell'unità nazionale: come appare tanto più necessario

quanto più lucidamente guardiamo al mondo che ci circonda, con le sue promesse di futuro mi-

gliore e più giusto e con le sue tante incognite, anche quelle misteriose e terribili che ci riserva

la natura. Reggeremo alle prove che ci attendono, come abbiamo fatto in momenti cruciali del

passato, perchè disponiamo anche oggi di grandi riserve di risorse umane e morali. Ma ci riu-

sciremo ad una condizione: che operi nuovamente un forte cemento nazionale unitario, non ero-

so e dissolto da cieche partigianerie, da perdite diffuse del senso del limite e della responsabili-

tà. Non so quando e come ciò accadrà; confido che accada; convinciamoci tutti nel profondo,

che questa è ormai la condizione della salvezza comune, del comune progresso. (Giorgio Napolitano, Roma – 17 marzo 2011)

italiana ha rappresentato un'im-presa storica straordinaria, per le condizioni in cui si svolse, per il carattere e la portata che assunse, per il successo che la coronò, superando le previsioni di molti e premiando le speran-ze più audaci. E' passato tanto tempo da quella primavera italiana e ne è passata tanta di acqua sotto i ponti. Molti eventi hanno se-gnato il tempo fino ad oggi: il brigantaggio nell'Italia meridio-

"Viva l'Italia,

l'Italia che è in mezzo al mare,

l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare,

l'Italia metà giardino e metà galera,

viva l'Italia, l'Italia tutta intera!"

(Viva L'Italia – Francesco de Gregori)

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LA CASA INFORMA

Nello spirito di questi intendi-menti anche il Volontariato trentino si è dato da fare e, proprio per la fine del mese di maggio, a Trento, su iniziativa del Centro Servizi Volontariato ed il Comune di Trento, è stata organizzata la manifestazione:

di Renzo Rossi - presidente sez. AVULSS Civezzano Fornace Pergine

ANNO DEL VOLONTARIATO

Il Consiglio dell’ Unità

europea ha deliberato di

dichiarare il 2011 “Anno

europeo del Volontariato”

con il nome di “Anno

Europeo delle Attività

Volontarie che promuovono

la Cittadinanza Attiva” .

Proponendo l'iniziativa la commissione Europea si è posta come obiettivi strategici:

- la creazione di un ambiente per il volontariato in UE - per trasfor-mare il volontariato in elemento di promozione della partecipa-zione civica e delle attività di scambio tra cittadini dell'Unione europea;

- spronare le organizzazioni di volontariato e migliorare la qualità del volontariato - per agevolare le attività di volontariato e inco-raggiare il networking, la mobilità, la cooperazione e le sinergie tra organizzazioni di volontariato e altri settori nel contesto UE;

- evidenziare e riconoscere il valore delle attività di volontariato - per incoraggiare incentivi adeguati per gli individui, le aziende e le organizzazioni di sviluppo del volontariato e guadagnare il ri-conoscimento sistematico da parte dei legislatori, delle organiz-zazioni civili e dei dipendenti per le abilità e le competenze svi-luppate attraverso il volontariato.

- sensibilizzare sul valore e l'importanza del volontariato come espressione di partecipazione civile e esempio di scambio tra le persone che contribuisce a risolvere problematiche di interesse comune a tutti gli stati membri, ad uno sviluppo societario armo-nico e alla coesione economica.

Nel 2011 viene anche celebra-to il 10° anniversario dell’“An-no Internazionale del Volon-tariato” delle Nazioni Unite che nel 2001 dimostrò l’alto livello di attenzione dell’opinione pub-blica per i volontari ed il loro contributo alla società.

riconoscere le attività di volon-tariato, rafforzare le organizza-zioni del settore e aumentare la consapevolezza del valore del volontariato nella società. Tutto questo per dire che an-che noi Volontari Avulss dare-mo, per quel che possiamo, il nostro contributo all’effettuazio-ne di queste giornate sperando che altre nuove persone si uni-scano a quelle che già oggi operano in questo settore. Ma dobbiamo anche fare riferi-mento all’ interessante Corso di formazione indetto dall’ APSP “S. Spirito – Fondazione Mon-tel” che, in collaborazione con il

"Volontari! Facciamo la diffe-renza", punto di incontro tra associazioni, cittadinanza e istituzioni. "Volontari! Facciamo la diffe-renza" si inserisce nelle inizia-tive dell'Anno Europeo di cui condivide gli obiettivi generali:

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di Cristina Bolgia

BILANCIO SOCIALE E DI MISSIONE

per la genericità, l’inqualifica-zione, l’improvvisazione e quin-di ogni volontario Avulss si sen-te impegnato prima di tutto e soprattutto a formarsi una per-sonalità ricca, capace di ascol-to, di dialogo, di intervento di-screto, a tempo e luogo. Da questo scaturiscono la com-prensione, il dialogo, l’ attenzio-ne all’ altro, l’aiuto e la solida-rietà che provoca lo stile di vita nell’ AVULSS che si esprime

nel nostro motto “Lavorare insieme per servire meglio”. Pensiamo che questo Corso di formazione risponda in pieno ai nostri principi e ci auguriamo che non resti un’esperienza isolata ma sia solo un primo passo di un cammino che ci aiuti tutti nel nostro operato all’ interno della Casa di Riposo. 

Comune di Pergine Valsugana, ha proposto ai volontari che operano nelle case di Via Pive e Via Marconi, denominato “Stare accanto all’ anziano ….”. A quanto ci risulta, un elevato numero di volontari segue que-sto corso ed anche noi dell’A-vulss vi partecipiamo con gran-de attenzione ed interesse an-che perché, nel servizio di Vo-lontariato Avulss non c’è posto

Il Bilancio Sociale e di Missione costituisce per l’A.P.S.P. il prin-cipale documento che l’Azienda utilizza per rendicontare l’attività effettuata nel corso dell’anno, nell’ottica di una maggiore trasparen-za nei confronti dei principali stakeholder. Vuole essere un docu-mento che consente, anche ai "non addetti ai lavori", di capire in modo chiaro come sono state impiegate le risorse, come sono stati fatti gli investimenti, quali progetti si sono realizzati e con quali ri-sultati. L’edizione del 2010 si colloca in un percorso iniziato nel 2008, con la prima edizione del Bilancio Sociale, che ha portato negli anni ad una evoluzione del documento arrivando oggi ad identificare con più precisione le informazioni nonché migliorare la veste grafica.

Il Bilancio Sociale e di Missione è “uno strumento per

riaffermare e legittimare il ruolo delle amministrazioni pubbliche nella società, per

esplicitare il rapporto esistente tra il processo di formulazione

ed attuazione delle politiche pubbliche o di erogazione di servizi ed il valore prodotto

per i cittadini.” Ministero della Funzione Pubblica

Una versione del Bilancio Sociale e di Missione 2010 è scaricabile dal sito www.apsp-pergine.it, nella sezione Organizzazione - Qualità.

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Nel corso del 2010, grazie al gruppo di lavoro, ad alcuni volontari, famigliari e operatori, si sono potuti realizzare alcuni desideri espressi dai nostri residenti. Visto il gradimento di quanto realizzato fino ad oggi, si prosegue il progetto incrementando gli obiettivi che vi anticipiamo: ∗ continuare la raccolta dei desideri con la sperimentazione di una griglia per raccogliere informazioni; ∗ realizzazione di un libro che raccolga la documentazione; ∗ presentazione, con la realizzazione di un video, del progetto alla Comunità e alle scuole per un con-

fronto intergenerazionale.

di Giovanna Meneghini

IL LIBRO DEI DESIDERI

PROGETTI

“Giocare alla morra con gli amici di Bosco di

Civezzano”. Pio

“Poter rivedere casa e gatto”

Novella

“Poter tornare a Casa”

Daniela

““Rivedere la propria gatta”

Elfrida

“Poter rivedere il proprio paese d’origine: Luserna”

Edwige

“Trasformare la sala polivalente del 2° di

Via Marconi in una Sala da Ballo”

Teresa

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ECCO ESAUDITO UN DESIDERIO ...

Secondi classificati con menzione speciale… c’è mancato un soffio… meglio di noi solo la A.P.S.P. di Mori. Peccato, ce l’avevamo messa tutta!!! Il 4 aprile abbiamo ospitato due rappresentanti di UPIPA che sono venute a consegnare l’attestato di partecipazione e un regalino (quest’anno una campanella di legno decorata con il feltro) a ogni partecipante. Siamo comunque orgogliosi e soddisfatti del ma-teriale prodotto tanto che abbiamo voluto valoriz-zare i nostri lavori con una mostra aperta al pub-blico. Così, proprio in occasione della premiazio-ne, abbiamo fatto l’apertura della mostra e la no-stra grande Sala Polivalente si è impreziosita

Durante gli incontri del “Libro dei desideri” (momento in

cui i partecipanti al gruppo si raccontano ed esprimono ciò

che ancora desiderano) è emersa forte la nostalgia dei

residenti di rivivere quei momenti di spensieratezza e di

allegria legati al ballo e la signora Pasquali Teresa ha

espresso il desiderio di vedere la nostra grande sala poli-

valente, del 2° Piano della sede di Via Marconi, trasforma-

ta in una sala da ballo.

Il 31 dicembre abbiamo organizzato una serata danzante con musica e ballerini per festeggiare assieme ad alcuni residenti, che hanno apprezzato molto, l’arrivo del nuovo anno in quella che almeno in parte era diventata una balera con tanto di “grammofono e dischi vecchi”…

di Giovanna Meneghini

CONCORSO UPIPA

ospitando il frutto di un anno di lavoro. La mostra è stata molto apprezzata dai molti visitatori che si sono complimentati per la cura dei particolari e per la natura degli argomenti trattati. Inoltre, di-verse persone ci hanno richiesto il DVD audio-video realizzato per partecipare al concorso, che si poteva visionare durante la visita alla mostra. Cogliamo l’occasione per ringraziare i collabora-tori che hanno reso possibile tali risultati e rilan-ciamo la sfida che ci impegnerà per tutto il 2011. Il tema del concorso di quest’anno è quello del gioco: “Il tempo dei giochi e i giochi di un tem-po”.

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di Mauretto e Dani i paiazi di via Marconi Associazione Bau 7

CLOWN TERAPY

PROGETTI

Sono passati ormai tre anni e mezzo dal nostro primo incon-tro alla Casa di Riposo di Via Marconi. In questi anni quante emozioni quante risate, abbracci e baci. Ogni volta sembra la prima vol-ta ognuna diversa ognuna spe-ciale, difficile da spiegare a pa-role. I nostri amici vecchietti ci sorprendono sempre per la loro saggezza, sarcasmo e la loro disponibilità nell’interagire con noi. Come dimenticare i primi in-contri nel periodo di Quaresima quando alcuni amici ’vecchietti’’ ci dicevano ’’no l’è pu Carneval l’è quaresima e vestirse così l’è pecà”… ora gli stessi amici ci

chiedono ‘’dove se stadi tut stò temp, l’è en pez che no vegnì” … per l’appunto ci eravamo visti la settimana prima. Per

non parlare della diffidenza ini-ziale di alcuni parenti che nel vederci vestiti da clown pensa-vano a un qualcosa di più adat-to ai bambini che non agli adul-ti, invece, ora notiamo nei loro sguardi e nei loro commenti un forte apprezzamento. Non sappiamo se sia il naso rosso, i nostri vestiti colorati o altro ma ormai ci sentiamo co-me a casa nostra tra amici e nonni acquisiti. Adesso oltre al nostro incontro classico del giovedì dove fac-ciamo visita a tutti gli inquilini della nostra “casa famiglia” ab-biamo deciso di far partire una nuova iniziativa dal titolo ’’Libro dei Desideri’’ dove tra varie dif-ficoltà ma con grande soddisfa-zione cerchiamo di realizzare sogni nel cassetto o desideri di vario tipo dei nostri amici. Una volta al mese ci dedichia-

La “clown terapy” è un'attività, iniziata nel febbraio 2008, che utilizza i clown come strumento per interagire con per-sone che si trovano in situazione di svantaggio o di disagio, in modo “privilegiato” e competente, offrendo l’opportunità di sperimentare la tecnica della terapia del sorriso. Tale tecnica permette di creare una relazione di fiducia: il clown trasforma il reparto o la camera del residente in un ambiente magico, in cui la risata si fa strumento di gioia e sicurezza, incoraggiando al dialogo, quale forma essenziale di interazione e legami. Inoltre permette di stabilire con gli spettatori un rapporto umano di fiducia e confidenza, capa-ce di far dimenticare la quotidianità della vita in struttura, a profitto della fantasia e dell’immaginazione.

Incontri speciali e indimenticabili

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di Giovanna Meneghini

LA PET-THERAPY CON RIS

mo alla proiezione serale di documentari riguardo alla natu-ra e alla montagna grazie alla disponibilità del nostro amico Walter Fontanari.

Un abbraccio a tutti in

particolare a Giovanna e

agli altri animatori per la

loro disponibilità e per aver

sempre creduto in noi, a

tutti gli infermieri e OSS

che ci sopportano quando

siamo sopra le righe.

Nonostante il termine venga uti-lizzato in maniera generica, con Pet Therapy si intendono due tipi di trattamento con gli animali: Attività Assistite dagli Animali (AAA) e Terapie Assistite dagli Animali (TAA). Quello che stiamo proponendo in modo sperimentale nella struttu-ra di Via Marconi entra esatta-mente nella definizione di “ Atti-vità Assistite dagli Animali (AAA)". Secondo le fonti ufficiali sono interventi di tipo educativo e/o ricreativo che, finalizzati al miglioramento della qualità della vita, possono essere erogati in vari ambienti da professionisti opportunamente formati, para-professionisti e/o volontari, insie-me con animali che rispondono a precisi requisiti. Le AAA sono costituite da incontri e visite di animali da compagnia e a perso-ne in strutture di vario genere; hanno l'obiettivo primario di mi-gliorare la qualità della vita di alcune categorie di persone (anziani, ciechi, malati terminali,

ecc.) che necessitano di una for-te spinta alla socializzazione: l'interazione con l'animale da compagnia apre un canale di comunicazione verso l'esterno contribuendo al benessere psico-fisico della persona. Per ora le visite che proponiamo sono gestite con spontaneità grazie alla disponibilità di Jasmi-na e Ris; la loro durata non è prestabilita; non sono stati anco-ra definiti obiettivi specifici pro-grammati per ciascuna visita, anche se riteniamo opportuno

prevedere di proporceli e di pro-seguire con obiettivi di migliora-mento, raccogliendo e conser-vando dati sulle visite effettuate in modo da documentare il per-corso intrapreso e fare le dovute valutazioni per rendere l’attività maggiormente strutturata. Ris discende dalle due più pre-stigiose e importanti linee di Mai-ne Coon originali Americane il ANGTINI'S ed il MCKITTY-CREEK; Ris ha una intelligenza fuori dal comune ed è un micio molto sensibile ed emotivo.

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El 18 de magio sen partidi bonora dalla Casa de Riposo per arrivar a sto Santuario. Ognun de noi el gaveva el so accompagnator e eren en tanti. La giornada l’era bela, el pulman l’era comot (n’autista competente) e eren tuti en bona compagnia, no mancava proprio nient.

La Gemma quando sen arivadi l’ha subito dit “che bel” e na grazia alla Madonna l’ha do-mandà, l’ha dit che el viaz l’è sta lonch, ma n’ha valest la pena; Anca la Jole l’era molto contenta, el magnar l’era bon, del panorama nient da dir, na gior-nada stupenda; Dreo all’altar ghèra en quadro da nar a ba-sar, allora tutti sen nadi lì a darghe en baso; Anca el Carlo e l’Evelina i è stadi contenti, anca se i ha dit che i ha pregà masa, compli-menti a chi che l’ha organizà e sperante de nar n’altra volta da n’altra banda.

dagli Ospiti del 3° piano

EL PELLEGRINAGGIO AL MONTE BERICO A VICENZA

ATTIVITA’

… anca ala Madona de Segonzan sen nadi ...

Tut l’é partì dala Luisa, la fiola dela Pierina, che la m’ha telefonà per dirme che martì, el 24 de magio, l'è la festa ala Madona del'Aiut. La Pierina la ghe tegniva a nar, perchè l'era l'aniversario dela mort de so marì e la ghe neva tuti i ani. Con dei altri ospiti sen partidi la matina, con el pulmin de la casa de riposo, e ale dese e meza sen arivadi per la Mesa. La ciesa l'era piena, no credeven che ghe fusa tanta zent, e el pret l'è sta content de vederne. La Gemma e el Carlo, i ha volest far le foto su l'altar de la Madona e dopo, ensema ai altri n’ aven fat anca de fora. A mezdì sen nadi a magnar, ghèra en ristorante vizin ala ciesa, pasta ai fonghi e l'arosto, i a dit che no i ha mai magnà si ben... La giornada l'era bela... en picol riposin sule sdraio del giardin, e quando l'era le quatro aven dit che l'era ora de tornar a casa e ale zinque sen arivadi a Pèrzen. È nà tut ben e sperante che tute ste Madone che nen a visitar le ne daga la grazia de nar avanti e de continuar a far ste bele gite.

di Francesca Ferrari e i residenti del 3° piano di Via Pive

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dagli Ospiti di via Marconi

VISITA AD ORTINPARCO !?!

Nel primo pomeriggio ci siamo avviati con il pulmino della Ca-sa di Riposo sotto un cielo non del tutto minaccioso ma con qualche nuvola che non pro-metteva nulla di buono. Giunti infatti a Levico all’entrata del parco delle Terme siamo stati

accolti da una pioggia scro-sciante. Abbiamo così deciso di non scendere dal pulmino e di recarci subito al vivaio Ognibe-ni situato sempre a Levico e nostra alternativa già program-mata nell’ eventualità il tempo non fosse stato clemente. Con entusiasmo abbiamo visi-tato la parte dedicata all’ ogget-tistica e Clara ha scattato delle foto per poter poi “copiare” le idee da realizzare nei nostri laboratori.

Siamo poi passati al reparto dei fiori da trapiantare nei giardini per poi visitare la parte dedica-ta ai fiori d’appartamento. Finita la visita ci siamo recati al vicino ‘’Bicigril’’ per gustare la “treccia mochena” che aveva-mo acquistato al mattino e ber-ci un buon caffè. Siamo stati molto contenti gli ospiti di questo pomeriggio che la pioggia battente non ha per nulla rovinato.

Venerdì 29 aprile

Ortinparco

Levico Terme

Da aprile abbiamo ripreso le usci-te settimanali al mercato contadi-no… Che bello passeggiare per le vie di Pergine accompagnati dai nostri amici Volontari e dai nostri operatori. Per noi è l’occa-sione di incontrare tanta gente, vedere le vetrine dei negozi, le bancarelle di oggetti artigianali, ed il gusto di assaporare un buon caffè al bar in Piazza in ottima compagnia… Può sembrare una cosa da niente, ma per noi questo appuntamento, rappresenta un’opportunità di svago e di cam-biamento dalla routine quotidiana.

Speriamo che il tempo meteorologico ci sia favorevole e non intralci i nostri programmi durante l’estate.

IL MERCATO CONTADINO: UN APPUNTAMENTO CHE HA IL SAPORE DI UN RITO

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ATTIVITA’

Vicino all’orto collocheremo un grazioso gazebo in legno

dove potersi riparare dal sole e stare all’aria aperta,

magari anche insieme a qualche parente.

Con l’arrivo della bella stagione anche in Via Marconi si è ripro-posto il progetto dell’orto in ter-razza con grande gioia da par-te di tutti. Potendo sempre contare sul

IL NOSTRO ORTO

prezioso aiuto dei nostri volon-tari Silvano Broll e Silvano Del-lai, abbiamo pensato di proce-dere con il tradizionale orto pensile da terrazzo ma anche di crearne uno classico nel ter-

reno al piano terra nella zona adiacente alla struttura. Gli ospiti entusiasti hanno collabo-rato nella scelta del punto mi-gliore dove mettere a dimora le nostre piante e si è pensato di realizzare un orto di circa 15 mq. a Nord-Est della casa. Grazie alla valida collaborazio-ne del Signor Valter residente al 4° piano, dopo esserci pro-curati gli attrezzi necessari per dissodare e coltivare il terreno,

abbiamo iniziato il duro lavoro per renderlo fertile dopo diversi anni di improduttività. Seguen-do i preziosi insegnamenti degli “esperti coltivatori” residenti, abbiamo acquistato humus da mescolare alla terra esistente e il concime. La nostra intenzione è quella di piantare pomodori, melanzane, insalata, zucchine, fagiolini e siamo convinti che con la no-stra cura e dedizione giornalie-ra riusciremo a produrre un buon raccolto.

di Gino Grisenti e gli Ospiti di via Marconi

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Dai nostri ricordi è emersa la passione, la cura e la dedizione con cui preparavamo, dedicando molte ore del giorno, il cibo per le nostre famiglie. L'ora dei pasti era per noi un momento molto significativo, importante e di condivisione con tutti i componenti. Nei nostri incontri settimanali proponiamo le no-stre ricette che realizzavamo con pochi, poveri ma sani ingre-dienti. Riviviamo quei momenti che suscitano in noi belle emozioni e tanta nostalgia. Abbiamo raccolto molte ricette che vi proponiamo nella 2° edizione del libretto “le nostre ri-cette di ieri e di oggi” per dare a tutti l'opportunità di realizzar-le ed assaggiarle. Nel frattempo Manuela sta lavorando alla realizzazione del libretto.

Questa breve poesia che vi proponiamo racconta in modo

semplice quello che proviamo:

“Ne par de eser en la nosa cosina

la foto dei nosi cari no la manca su la vedrina el foc l'è vif en la fornasela

su la piastra ghè la nosa padela. Che bela sensazion!

Sentin perfin l'odor del minestron.”

L’appuntamento con le nostre Giulietta e Sandra è il venerdì

mattina in Sala Polivalente

GRUPPO CUCINA

di Cristina Petri e gli Ospiti del 1° piano di via Pive

Arredamento d'interni e tende da sole

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ATTIVITA’

Della passione che il Sig. Silvio Casagrande nutriva per la realizzazione di quadri in lana su velluto nero e il suo orgo-glio nel mostrare le foto di tali capolavori a chi ne nutrisse l’interesse , se ne è parlato in un gruppo discussione. Lui stesso ha offerto con entusiasmo la propria collabora-zione per realizzarne uno per la casa. In seguito a tale di-sponibilità si avvia un laboratorio al fine di valorizzare, recu-perare e diffondere le abilità acquisite da Silvio. Procurato il materiale in Svizzera, dove si usa fare questo genere di ricami e dove lui stesso aveva imparato a farli quando vi era emigrato per lavoro, con Silvio si è presenta-to a ospiti e operatori in che cosa consistesse il lavoro. Coinvolgendo gli ospiti per dipanare le matassine di lana e alcuni operatori ai quali ha insegnato l’uso dell’utensile, si è cominciato il lavoro, che al momento procede bene per me-rito di Silvio e della collaborazione di più persone.

LABORATORIO QUADRI IN LANA

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LABORATORIO LEGNO

puzzle con la collaborazione di molti Ospiti: chi per carteggia-re, chi per colorare o semplice-mente per seguire con curiosità il lavoro scambiando quattro

In seguito alla disponibilità del volontario sig. Beppino, si è iniziato un laboratorio dove si lavora il legno. Si è pensato che il traforo sia un hobby “su misura” per gli Ospiti del secondo piano in quanto maschi. Molti di loro, per passatempo o per piccoli lavori di casa, avevano già avu-to modo di lavorare il legno. Come inizio si era pensato di fare un paio di giornate per ve-dere in cosa consistesse il la-voro e valutare l’interesse degli Ospiti, per poi riprendere in au-tunno. Durante i 5 incontri sono stati realizzati dei quadretti-

chiacchere. La partenza è stata buona; ora aspettiamo l’autun-no per proseguire con lena e realizzare piccoli lavori per ab-bellire il piano.

LABORATORIO ARGILLA

lare non ha età. Con il progetto “Model-lazione creativa per tut-te le età” la Fondazione offre un'attività diversa e creativa per gli anziani nelle case di riposo. Un'occasione di stimolo alla percezione, alla creatività ed all'abilità manuale, ma anche e soprattutto una nuova prospet-tiva con la quale guardare la

“Con le mani e con il cuore” Il laboratorio di manipolazione argilla con le ceramiste dell’as-sociazione Lene Thun. Grazie alla generosa offerta della fondazione Contessa Le-ne Thun Onlus abbiamo avuto la possibilità di sperimentarci nei laboratori di manipolazione della creta. La Gioia di model-

vita. La gioia di creare con le proprie mani, plasmando e la-vorando l'argilla, previene l'iso-lamento sociale che spesso affligge le persone anziane e fa crescere in loro entusiasmo, autostima e fiducia liberando la fantasia e sviluppando la loro sensibilità. Le due ceramiste che abbiamo conosciuto ed apprezzato si chiamano Cristi-na e Rosa. Hanno saputo con-quistare i nostri residenti stimo-landoli ed aiutandoli nella rea-lizzazione di oggetti di vario genere. C’è stato un buon coinvolgi-mento ed interesse, soprattutto degli ospiti del 2° Piano di Via Pive; negli ultimi laboratori, inoltre, c’è stato uno simpatico scambio di “competenze” tra le due Volontarie ed il nostro resi-dente Dino Franzoi che ha in-segnato loro come utilizzare il tornio.

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ATTIVITA’

LE NOSTRE BORSE ARTISTICHE

dal gruppo maglia di via Pive

Il gruppo maglia di Via Pive per l'anno 2011 ha deciso di cambia-re “veste”! Così, organizzati in piccoli sottogruppi: “gomitolan-do”, “sferruzzando” e “tagliuz-zando”, stiamo realizzando delle borsette da presentare in una

esposizione delle nostre creazio-ni. L'ispirazione ci è venuta ammi-rando le borse di una “nota fir-ma”, che realizza delle borse che sembrano delle opere d'arte... così ci siamo lanciati a “imitare”

quello che è l'essenza del pro-dotto e cioè l'originalità. Grazie alla disponibilità di volon-tari, familiari, colleghi operatori dei diversi servizi della Casa è stato possibile recuperare stoffe di vari tessuti, bottoni, cotone, lana, feltro, ecc... per rendere possibile la realizzazione di fan-tasiosi modelli resi unici e parti-colari dalla creatività del gruppo che in questo progetto si sta di-vertendo veramente molto. Lavoro ce n'è per tutti: chi doppia i fili realizzando i gomitoli, chi ritaglia, chi cuce, chi incolla, chi sferruzza. Come già detto il lavo-ro non manca! Vi mostriamo un’anticipazione delle “creazioni” per darvi un'idea di quello che è il nostro impegno sperando che possiate apprez-zarlo assieme a noi.

Per poter partecipare ai concorsi indetti da UPIPA, per la valorizzazione ed il recu-pero dei ricordi degli anziani in RSA, il servizio animazione, già da alcuni anni, mette in rete molte risorse coinvolgendo ed attivando i diversi gruppi e laboratori in modo da affrontare il tema proposto sotto diversi punti di vista. Il laboratorio espressivo figurativo non ha perso tempo e ha già iniziato a lavorare coinvolgendo i partecipanti nella realizza-zione di alcuni giochi di un tempo come per esempio le bambole di pezza e di lana come la “trecciotta”…

LABORATORIO ESPRESSIVO FIGURATIVO

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TONI IL FRANCESE

di Leone Chilovi

Nella vita c'è chi ha poca fortuna. C'è anche chi, ancora in tenera età, incontra una terribile sorte. Antonio sicuramente è uno di questi. Aveva solamente due anni quando, in un terri-bile incidente stradale, ha perso entrambi i genitori. Il destino sembrava essersi accanito in quanto il padre non aveva parenti e la madre era americana del Massachusetts. A quel tempo non esistevano regole né per gli affidi né per le adozioni. In casi come questi, rarissimi per fortuna, si consultavano il Parroco con il Podestà (Sindaco di allora) per trovare una solu-zione. Esisteva una anziana signora che viveva da sola, ma in discrete condizioni finanziarie. Dopo attento esame Podestà e Parroco decisero di affidarle temporaneamente il piccolo To-ni. Ma si sa come vanno le cose, temporaneamente divenne per sempre. La donna si chia-mava Domenica, ma tutti la chiamavano “Minica”. Toni si affezionò e anche lui crescendo la chiamava “Nonna Minica”. Gli anni passarono e appena quindicenne, Toni cominciò a lavo-rare come garzone, senza peraltro trovare un lavoro stabile. Arriva il tempo del servizio mi-litare. Durante l'assenza di Toni, purtroppo, nonna Minica viene a mancare, non prima però di aver disposto con testamento, di destinare l'appartamento a Toni. Tornato al paese Toni era completamente cambiato. Aveva dimenticato tutti i buoni insegnamenti di nonna. Ostentava idee di miscredente. Inoltre professava apertamente idee sovversive. Diceva di es-sere iscritto al Partito Comunista clandestino. Un bel giorno l'OVRA (polizia segreta fascista per la soppressione dell'antifascismo) lo venne a cercare con l'ordine di arresto. Qualcuno lo avvertì e riuscì a fuggire iniziando una vita di clandestino. Riparò in Francia come persegui-tato politico. Da allora la gente l'ha sempre ricordato come “Toni il francese”. Dopo parecchi anni, caduto il fascismo, Toni ritorna in paese. È cambiato in peggio. Può usufruire del pic-colo appartamento avuto in eredità dalla Nonna Minica. Vive con qualche risparmio messo da parte in Francia. Non perde occasione per esternare il suo essere miscredente e il suo odio per la chiesa e i preti. Quando aveva qualche bicchiere di troppo canticchiava “Giù scendete vigliacchi dai troni deponete le vostre corone” e ancora “dinamite ai conventi e alle chiese”. Durante il Quaresimale (serie di prediche tenute da un frate in preparazione alla Pasqua) gi-rava per le osterie predicando il suo odio. In paese, il vecchio Parroco, contrario a tutto ciò che è moderno, ha conservato una usanza dal profondo significato. A coloro che venivano curati in casa, quando si avvicinava l'ultima ora, il Parroco si recava al capezzale sommini-strando l'estrema unzione impartendo l'Eucarestia come partecipazione al mistero Pasquale e quindi pegno di resurrezione. Il buon Parroco indossava la veste bianca sopra la tonaca ne-ra. Era accompagnato dal sagrestano che reggeva un piccolo baldacchino (specie di grande ombrello damascato) ed un chierichetto che annunciava il passaggio suonando un campa-nello. Al passaggio la gente faceva il segno di croce e cercava di capire chi poteva essere la persona morente. Quel giorno videro il Parroco entrare nella casa del Francese. Possibile, pensava la gente... no, il Francese non è possibile..., ci deve essere uno sbaglio. Invece era proprio vero. Il francese toccato dalla grazia divina, pentito della sua vita, ha chiesto i sacra-menti. In quel giorno Gesù Misericordioso ha accolto a braccia aperte il Francese che “perduto è stato ritrovato” purificato dal sincero pentimento è tornato dal Padre.

RICORDI

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RICORDI

RACCONTIAMOCI PER CONOSCERCI MEGLIO

delle pecore e della capra, il blo blo blo della zia Ida che brontola-va, spluffete dei sassi nel lago, muuu della mucca, ziiiii cigolìo del carretto a mano, il ponf ritmato del padre che tagliava le “stèle” di legna col “manarot sul zoc”. Ricorda con tenerezza lo stz stz delle foglie secche smosse con i piedi, le foglie che servivano da brucia-re e scaldare, le foglie per fare i “paioni” e il “farlet” (materassi per i letti e letto per gli animali), il pio pio dei pulcini e i versi inconfondibi-li del gallo e della gallina. Ricorda anche il grugnire del maiale…(dice una sua compagna: “ma lori i era bacani”). Il sibilo del vento, il tin tin della pioggia, il leggero botto della grandine le sono ancora familiari, come anche lo slam della porta che si chiude rumorosa-mente e il toc toc all’ uscio. Interiorizzando profondamente i suoi vissuti e il ricordo, Severina dice di udire ancora il ciof ciof della locomotiva e il lungo fischio del treno ma, lontano, lontano, oltre il lago….

Ricostruisce nella mente

la casa della sua infanzia,

la rivive e la racconta:

“ la casa era di sassi presi

nel bosco; c’erano le canti-

ne del vin e dele patate, la

stala e la teza del fen.

Grazie al lavoro prezioso di ascolto e attenzione per i dettagli del racconto della signora Severina e le volontarie del labora-torio espressivo figurativo è stato possibile realizzare il pannel-lo che racconta minuziosamente quanto emerso dai sui ricordi.

dai ricordi di Roat Severina

Ricostruisce nella mente la ca-sa della sua infanzia, la rivive e la racconta: “ la casa era di sassi presi nel bosco; c’erano le cantine del vin e dele patate, la stala e la teza del fen. Sul mur dela casa gh’era ‘na vigna de ua sciava.” Accanto alla casa c’era un vi-gneto con un “casot del vignal”. Lontano, oltre il lago di S. Cri-stoforo, passava regolarmente il treno della Valsugana; di fronte alla sua casa c’erano le case dei tedeschi. La sua casa era divisa in tre appartamenti siti sullo stesso lungo “ballatoio” esterno. Il padre era proprietario di due cavalli bian-chi, un carro di legno con “rode de fer”. La casa era decorata con “manze” (pannocchie di granturco). Severina ricorda lo scricchiolio dei cardini della porta (gneeeeec…), la coperta sbattuta dalla zia Ida sul pog-giolo (bat bat bat) , le assi del ballatoio (gni gni gni..), nel pra-to l’erba che veniva falciata (sccc.. e zinc e zinc), il bee

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Il Sig. Carlo Paoli durante un

gruppo discussione ci ha

raccontato l’esperienza la-

vorativa fatta in Australia.

tre fasi. Prima fase: la canna da zuc-chero veniva piantata con le macchine e in una giornata si riusciva a completare diversi ettari. Seconda fase: si toglieva l’erba a mano dalla piantagione per-ché le piante crescessero forti. In questa fase si prendevano più soldi perché era faticosa. Terza fase: quando la canna da zucchero era matura si bru-ciava per eliminare le foglie e le cime della pianta. Rimaneva così solamente la canna conte-nente lo zucchero. Veniva ta-gliata in giornata, per evitare che perdesse peso, con un ta-glio netto perché potesse riger-mogliare: la pianta così durava tre anni. In mezzo al campo posiziona-vano un binario con un trenino. Sui vagoni caricavano la can-na e veniva portata al treno principale che a sua volta la trasportava al mulino. Veniva

macinata in giornata e il mulino funzionava giorno e notte. Quando bruciavano la pianta-gione, capitava che vi rimanes-sero imprigionati dei piccoli canguri che non riuscivano a scappare, questi venivano cuci-nati e mangiati dai tagliatori di canna, così variavano l'alimen-tazione “seppur abbondante” con cibi diversi. Un amico tedesco che rientra-va in patria gli regalò il suo pi-tone da accudire sicuro di la-sciarlo in buone mani. Quando era al lavoro teneva il rettile di nome “Paito” in una cassetta, quando invece era in stanza lo liberava. Gli dava da mangiare una volta in settimana un uc-cello, di solito al sabato. Era diventato il suo passatempo. L’ultimo anno lo ha trascorso in una miniera d’oro nel sottosuo-lo, alla profondità di 700 metri, nella quale rimase intrappolato due giorni a causa di una frana, dopo questo fatto rientrò al suo paese in Italia. Questi quattro anni furono una bella esperienza che ricorda volentieri.

Erano gli anni 1954- 58 quando in Italia c’era carenza di lavoro. L’emigrazione governativa, or-ganizzava il viaggio, procurava il lavoro e contribuiva alla spe-sa del viaggio. Il restante costo del biglietto lo pagavano gli operai un po’ alla volta nei mesi successivi. All’epoca aveva 27 anni; assie-me a lui nel viaggio c’erano una ventina di trentini e strinse amicizia con Guido un ragazzo di Povo due anni più giovane di lui. Il viaggio durò un mese e un giorno. Partirono da Genova con una nave del Lloyd Adriati-co e dopo diverse fermate nei porti, necessarie per continuare il viaggio, arrivarono a Mel-bourne. Durante la navigazio-ne, a tratti, il mare era agitato perché era la stagione dei monsoni. Come primo lavoro fece il bo-scaiolo. Tagliavano la foresta per ottenere terra da coltivare segando le piante a mano con l’accetta o la sega lasciandole a terra. Cresceva l’erba e quando era tutto secco davano fuoco. Questo lo fece per un anno. Poi lavorò nelle pianta-gioni di canna da zucchero do-ve fece tre stagioni. Queste, duravano sei mesi, durante i quali si prendeva lo stipendio di un anno intero lavorato in fab-brica. La stagione si divideva in

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CENTRO DIURNO

NOI COME PITTORI FAMOSI

Quest’anno, al Centro Diurno, è stato proposto un nuovo progetto di lavoro per realizzare dei quadri col-lettivi prendendo spunto dai dipinti di alcuni famosi pittori. Abbiamo cercato, attraverso dei forum di let-tura e discussione, di conoscere l’ar-tista sia nella sfera personale e col-locazione temporale, sia analiz-zando le varie opere eseguite. Sono state scelte dal gruppo le opere più significative e successivamente, si è certato di riprodurle. Queste opere da principio sono state copiate singo-larmente, questo per permettere ad ogni persona di vivere le emozioni che il quadro trasmette in quel mo-mento. Successivamente, quando avremo imparato a conoscere tutti gli artisti presi in considerazione, verrà scelta in gruppo e per ogni pit-tore l’immagine che più ci ha colpi-to. Questa verrà poi riprodotta dall’intero gruppo di ospiti che an-drà a ricevere un grande quadro col-lettivo.

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Di imparare a crescereDi imparare a crescereDi imparare a crescere non si finisca mai ….non si finisca mai ….non si finisca mai ….

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CONCERTO “TRIO AMETISTA”

EVENTI

Il mese di marzo alla Casa di Riposo di Pergine è stato vera-mente proficuo, con ben due cori di musica polifonica. Nella sede di via Marconi han-no iniziato gli alunni delle scuo-le medie di Civezzano con un tenero coro di voci bianche: si sono esibiti con un repertorio semplice ma succoso, trasfe-rendo in musica testi di Giovan-ni Pascoli, Gianni Rodari e altri. Ciò che ha fatto piacere è lo sforzo, sia da parte dei docenti (il prof. Prezzi e l'insegnante) che da parte degli allievi, una trentina, di prepararsi in breve tempo per portare allegria ed arte a chi è costretto a non uscire dalla Casa. I Residenti sono stati entusiasti, ringra-ziando di cuore ed attendendo

ulteriori concerti. Qualche settimana dopo, nella sede di via Pive, si sono esibiti in Coro i “Minipolifonici” di Trento: diretti dal prof. Stefano Chicco, noto direttore d'orche-stra. 40-50 ragazzi, assai impe-gnati, accompagnati dal loro presidente dott. Carlo Alessan-drini. È stata la prova generale del concerto che han poi tenuto al Castello del Buonconsiglio di Trento per le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Hanno eseguito il famo-so adagio della sinfonia “Del Nuovo mondo” di Dvorak, in un'edizione originalissima per coro, in prima mondiale. Poi la nota canzone patriottica “Bella ciao” con una splendida armo-nizzazione. Vari pezzi originali

Lunedì 16 maggio l’A.P.S.P. S. Spirito ha avuto il piacere di ospitare il “trio ametista”: Silvia Refatti al Pianoforte, Chiara Refatti al Violino e Silvia Zampedri al Violoncello. Tre giovani ragazze che da qual-che anno offrono ai nostri residenti la possibilità di gustare un concertino di musica classica. Per questa occasione ci hanno proposto:

DALL’ANGOLO DELLA MUSICA: 2 cori alla S. Spirito

di Gian Luigi e Dolores

di autori americani, danesi e francesi trascritti in modo ge-niale, insolito, per pianoforte. Altri, del repertorio classico, sono stati trascritti addirittura per otto voci. La gustosissima “Ninna nanna della foca”. “Parole”, la celebre canzone di Mina con un'insolita armonizza-zione, e fischiettata. “Non pos-so fare a meno” del grande El-vis Presley, asso del rock. Ed in fine un accorata esecuzione di “Va pensiero”, il celeberrimo coro del Nabucco di Verdi, sul-la dolorosa deportazione del popolo ebraico in Babilonia, che ha coinvolto intensamente gli ascoltatori. E’ stato un piacere ascoltare i due valorosi complessi corali e speriamo di risentirli ancora.

Programma: F. Mendelssohn Trio Op. 49

Molto Allegro Agitato

Andante con moto tranquillo Scherzo leggero e vivace

Finale allegro assai appassionato

Durata 35 minuti

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Un rapporto che dura nel tem-po e che sempre ci porta alle-gria e gioia è quello instaurato ormai da diversi anni con alcuni cori e musicisti della zona. Stiamo parlando degli amici de “Il carro della musica” cono-sciuti anche come “I Semoloti” che arrivano puntualmente ogni anno per offrici un concerto fat-to di canzoni popolari ben note ai nostri residenti; o il “coro Edera”, molto presente nelle

nostre feste dei compleanni, composto dai pensionati del “Circolo Comunale di Pergine” questi ultimi che frequentano le nostre strutture anche per altri servizi di volontariato, nel tem-po, hanno saputo costruire im-portanti legami di fiducia e di conoscenza reciproca creando attesa e gioia negli incontri; co-me pure l’amico musicista Ugo Eligio sempre disponibile a venire a suonare in occasione

IL CARRO DELLA MUSICA, IL CORO EDERA, L’AMICO UGO ELIGIO e …..

Il programma di animazione settimanale si presen-ta ricco di proposte, alcune ormai consolidate e molto richieste, altre innovative. Sempre attenti e ben disposti a nuove attività da proporre, all'inizio dell'anno abbiamo ricevuto, da una nostra collega, la proposta di un laboratorio diverso da quelli fatti fino ad ora. Michela ci racconta che il papà, da qualche tempo, in altre strutture come la nostra, esegue un “laboratorio creazione di ceste”. Consi-derato che ai tempi dei nostri nonni, saper creare le ceste con materiali facilmente reperibili, come vimini, nocciolo, salice, midollino etc. era assai fre-quente, ci è sembrato bello ed interessante accet-tare questa proposta. Quindi, contattato il signor Pincigher Giordano, abbiamo stabilito una data nel mese di marzo, per svolgere questo nuovo laboratorio. Gli ospiti, hanno partecipato numerosi e molto interessati e duran-te l'attività hanno posto molte domande. Il signor Giordano intanto, piano piano ha creato davanti ai loro e nostri occhi, dei cestini davvero molto carini, alcuni davvero particolari. Gli ospiti, hanno espres-so il desiderio di trascorrere altri momenti come questo, ed il signor Giordano molto volentieri ha ac-cettato l'invito. Quindi, un arrivederci a presto, con l'intento di trascorrere un altro pomeriggio piacevole, stimolante ed interessante.

POMERIGGIO CON IL LABORATORIO CESTE

di Clara Carlin

di eventi particolari come gli amici Aldo e Graziano. Un doveroso ringraziamento va fatto anche al gruppetto di vo-lontari che, spontaneamente, si sono resi disponibili come aiu-tanti nelle feste di compleanno per animare ed allietare con poesie, canti, barzellette, ma anche per accompagnare gli ospiti in sala e per la loro com-pagnia.

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Doverìa tegnerme streta

a le note de la canzon che se slarga for per ciesa,

al color en polver che ‘mpitura le ale a le farfale,

al profumo de viole che se spande tut entor,

a la prima slinza de sol che scalda la me casa.

No vòi miga volar

su le ponte spize de le piramidi endorade

che vòl ricordar i so paroni siori

e gnanca su le zime alte dei campanii

che zerca de ciapar el Sioredio che sempre el tase…

Vorìa volar

entrà le fize de la vita che ò passà:

su quel nif calt e sicur che gò avù,

‘ndò che la nona la contava de la guera,

‘ndò che la mama la cantava “Nel blu dipinto di blu”

‘ndò che ‘l papà el brontolava a l’ora del disnar;

vorìa volar su la paura del me primo baso

e tegnerme fermo el còr che me sciopava;

vorìa tornar a pianzer

per quando è vegnù al mondo i me do popi;

vorìa farme ninar da ‘na goza de pioza

e volar ‘ndò che ò zavolà

POESIA

VORIA VOLAR

di Gabriella Bonvecchio Beber

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SERA DI PRIMAVERA

di Silvia Rita Sparpani e il gruppo maglia di via Pive

I primi garruli gridi di rondini

in cerca del vissuto nido

o come sposi novelli nel crearne di nuovi.

Timide primule gialle

pratoline ornate da corolle bianche,

violette profumate

punteggiano prati e clivi boschivi.

Un tiepido sole calante

accompagna il suono festoso delle campane

che rintoccano le preci del vespro

e dell’ave Maria

per ringraziare Dio del rinnovato

amore e vigore della vita su tutta la terra.

Nel cuore dell’uomo credente

scende una dolcezza preparatoria al riposo

e un fiducioso domani colmo di speranza!

NONNO E NIPOTINO

di Gigliola Campestrini

Passan sul ponte nonno e nipotino

Il nonno è vecchio, il bambino piccolino.

Passan sul ponte, dandosi la mano,

Il nonno dice: “ Presto andrà lontano,

andrò lontano e più tornerò”

Il bimbo dice: “Nonno mio ti scriverò.”

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27 L’ANIMAZIONE INFORMA

POMERIGGIO CON ANTEAS E IL FANTASISTA GIANKO NARDELLI

Quello di giovedì 26 maggio, in occasione della festa dei com-pleanni nella sede di Via Pive, è stato un pomeriggio all’inse-gna dell’allegria, grazie soprat-tutto all’animazione del fantasi-sta Gianko Nardelli che ha sa-puto coinvolgere attivamente i presenti alla manifestazione. L’evento è stato proposto dalla neo associazione ANTEAS che si è adoperata per la buona riuscita della festa e che ha provveduto ad offrire un regali-no ad ogni residente presente. A chiudere il pomeriggio, un

ottimo strudel fatto dalla nostra cucina, che ha deliziato tutti. Molti rappresentanti dell’asso-ciazione e i nostri amministra-

IL CORSO DI FORMAZIONE PER VOLONTARI

“Stare accanto all’anziano…” è il titolo del corso di formazio-ne per volontari che l’A.P.S.P. S. Spirito ha promosso, con il patrocinio dell’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Pergine Valsugana e di Coope-razione Reciproca Pergine. I volontari che operano nelle nostre strutture, “stando accan-to ai nostri ospiti”, offrono un contributo di tempo rilevante, diventando una risorsa signifi-cativa, che sempre più si inte-gra all’interno della nostra or-ganizzazione. Riconoscendo, quindi, il valore aggiunto che i volontari apportano rispetto alla

qualità della vita dei nostri resi-denti si è considerato necessa-rio attivare un percorso di infor-mazione-formazione per condi-videre, conoscere e approfon-dire i diversi aspetti che carat-terizzano la complessa e arti-colata realtà della nostra A.P.S.P. Il corso della durata di 5 incon-tri pomeridiani si è svolto nella sala polivalente dell’A.P.S.P. nella struttura di via Pive nei martedì di maggio dalle 17.00 alle 18.30. Nei vari incontri sono state af-frontate tematiche di ordine giuridico istituzionale, etica e

privacy, sanitarie, assistenziali e sociali. I partecipanti sono stati nume-rosi e hanno dimostrato inte-resse e apprezzamento per gli argomenti trattati e la metodo-logia utilizzata per trasmettere le informazioni. Certi dell’importanza d’investire nella formazione e nella moti-vazione di quanti a vario titolo operano nelle nostre strutture stiamo già ipotizzando una se-conda edizione del corso per ulteriori aggiornamenti e appro-fondimenti.

tori hanno partecipato alla festa inaugurando un rapporto di col-laborazione che ci auguriamo duri nel tempo.

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di Stefania Cobelli

UN CARNEVALE DIVERSO

Domenica 6 marzo per le vie di Pergine impazza allegro il carnevale, complice la bella giornata di sole.

Un gruppo di ragazze e bambini, però, hanno una destinazione ben diversa: Casa di Riposo Santo Spirito. Questo gruppetto pazzerello si diletta a inventare e mettere in scena commedie burlesche

che fanno semplicemente… divertire!! E questo è il loro intento di oggi: allietare per un poco il pomeriggio degli ospiti della casa. Voglio tornare indietro di un passo per farvi capire meglio lo spirito che anima questo gruppo. Tre di loro di Roncogno che frequentano la terza

media sono nel mio gruppo di catechesi, così le vedo ogni lunedì con i loro “colleghi” di Susà e Costasavina. Uno di questi lunedì butto lì la proposta: “vi andrebbe di fare una recita per gli

anziani?...” conoscendole non mi aspetto un rifiuto, ma sono piacevolmente colpita per il loro “si” immediato ed entusiasta. Già le sento parlare di avvisare gli altri componenti per fare prove… insomma come se li avessi invitati a una festa per adolescenti dove si beve coca-cola,

si mangiano pop-corn e la musica è più che a tutto volume. Questo loro accettare con tanta semplicità e immediatezza mi riempie il cuore di tenerezza e orgoglio, e soprattutto fiducia nei giovani. Detto questo un ringraziamento anche ai volenterosi genitori che si sono

prestati a “traslocare” tutto l’occorrente, e avreste dovuto vedere quanta roba!! Bottiglie, bicchieri, abiti, cellulari, mobili, boa di piume rosa, grembiuli, robot, “luganeghe”… un vero set cinematografico!! Mancava solo il regista perché questi ragazzi sono autonomi: si

dirigono da sé!! Mentre iniziavano le prove nella grande sala del 2° Piano di Via Marconi, hanno iniziato ad arrivare alla spicciolata gli ospiti. Chi sulle proprie gambe, chi con l’aiuto del girello, chi in carrozzina, o accompagnato da un operatore. Pian piano hanno preso

posto, qualcuno reclamando la prima fila per vedere meglio. Ero seduta di fronte a loro e mentre seguivo l’allegra brigata recitare guardavo quei visi antichi e stanchi. Alcuni dallo sguardo assente, altri silenziosi, molti attenti e divertiti o che ripetevano a voce alta le

battute degli attori. Una coppia di loro mi ha colpito: per tutta la durata dello spettacolo si è tenuta per mano e solo per applaudire se la sono lasciata. Ho provato un moto di simpatia

per questa coppia che alla fine, quando i nostri attori anche cantanti hanno intonato e ballato un classico tormentone estivo, seguivano il ritmo con il battito delle mani!! Evviva!!

A stretto giro di posta

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29 A stretto giro di posta

Speriamo, anche se per un breve lasso di tempo, di aver alleviato la sofferenza di questi nonni e nonne che per una lunga vita hanno amato, sofferto, gioito, lavorato… ed ora che sono

incapaci di gestirsi autonomamente si appoggiano alla Casa di Riposo. Poi se tutti gli operatori e infermieri sono come quelli che ho conosciuto in quell’allegra domenica credo di poter affermare che non sempre gli angeli stanno in cielo e hanno le ali: a volte sono in

ciabatte bianche e spingono con tenerezza e dedizione una carrozzina… Grazie agli ospiti e al personale che hanno accolto la nostra richiesta e spero in cuor mio che i “nostri” ragazzi rimangano così generosi e mantengano l’appuntamento annuale con i

nonni… mentre fuori prosegue l’altro carnevale…

Si, è trascorso già un anno dall’apertura del nucleo Alzhei-mer ora rinominato “Nucleo Sorgente”. L’aver scelto un pro-prio nome rende l’idea del sen-so di appartenenza e di identifi-cazione che si è creato negli operatori del nucleo. Per fe-steggiare questo primo anni-versario si è voluto organizzare

una vera e propria festa con tutti gli operatori, invitando i famigliari, gli amministratori, gli amici e i simpatizzanti. Musica, poesie e barzellette per trascorrere in lieta armonia questo evento un po’ speciale in un ambiente reso ancor più accogliente per l’occasione grazie al bellissimo striscione

IL NUCLEO “SORGENTE”

realizzato dagli operatori e dai residenti per questa bella occa-sione. Il tutto si è concluso con un de-lizioso rinfresco a buffet gentil-mente preparato dalle esperte mani degli operatori della no-stra cucina che cogliamo l’oc-casione per ringraziare.

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dai volontari della Croce Rossa Italiana

L’OCCASIONE DI UNA DOMENICA DIVERSA

Domenica 13 febbraio 2011.

In occasione della ricorrenza della Madonna di Lourdes si è tenuta la Giornata Mondiale del Malato. La Santo Spirito di Pergine, in collaborazione con la sede locale di Croce Rossa, ha organizzato per i suoi ospiti una giornata particolare.

Noi volontari abbiamo accompagnato gli ospiti nella Chiesa Parrocchiale per la celebrazione della S. Messa e vi abbiamo partecipato con loro aiutandoli negli spostamenti e assistendoli nelle necessità anche piccole che si sono presentate. Al termine del rito ci

siamo tutti trasferiti nella sala di via Pive dove è stato offerto un ricco rinfresco molto apprezzato. In seguito, su indicazione degli operatori, abbiamo provveduto a

riaccompagnare gli ospiti ai loro piani. Crediamo che sia stata una giornata significativa per gli ospiti della casa di riposo: per alcuni di loro il semplice poter assistere alla Messa nella “Ciesa Granda” ha sicuramente

reso speciale la loro e la nostra Domenica. Occasione molto importante anche per i volontari di Croce Rossa di Pergine che sentono il bisogno di “aiutare”, bisogno che non necessariamente si traduce nel servizio in

ambulanza, ma che può esprimersi anche in altri modi come l’aiuto agli anziani, e noi abbiamo un gruppo numeroso e molto attivo in quest’ambito. Ma non tutti riescono ad organizzarsi nei servizi esistenti che prevedono turni settimanali; molto spesso i nostri

volontari sono persone giovani che per motivi di lavoro e/o di famiglia non possono dare questa disponibilità, ma che colgono al volo la possibilità di donare il loro tempo in occasioni come queste.

Siamo sicuri che l’occasione proposta dal pellegrinaggio del 5 giugno sarà ugualmente calorosamente accolta e ci porterà a rinnovare quello spirito di solidarietà e disponibilità che accomuna tutti quanti prestino la loro opera e il loro tempo nelle diverse associazioni

di volontariato.

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