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Pensioni, giovani ragionieri tutelati L’ente di previdenza ... commercialisti... · puto (che,...
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49Giovedì 23 Novembre 2006RAGIONIERI E PREVIDENZA
DI SIMONE DI MEO
Aumentare la dote dei gio-vani ragionieri e lavorare
perché i percorsi previdenzialidei nuovi iscritti (quelli, cioè, apartire dal 2004) siano irrobu-stiti per riequilibrare iltasso di sostituzionetra reddito e pen-sione. È la nuovasfida che la Cas-sa dei ragionie-ri ha deciso diraccogliere; ilConsiglio di am-ministraz ionedell’Istituto, in-fatti, ha propo-sto l’au-
mento di quattro punti per-centuali dell’aliquota di com-puto (che, attualmente, è pariall’aliquota della contribuzionesoggettiva) grazie ai fondi delcontributo integrativo.
A spiegarne la logica è il pre-sidente della Cassa, Paolo Sal-
vadori: «Il tasso di sostitu-zione teorico, con circa40 anni di contribuzio-ne, tra reddito dichia-rato e prestazione pre-v i d e n z i a l e p a s s adall’80% garantito dalsistema reddituale al40%, al massimo, del si-stema contributivo, a
seconda dell’ali-quota soggetti-
va versata. Ma il tasso di so-stituzione reale difficilmentepotrà superare il 25% e anzi,nella maggior parte dei casi,sarà nettamente inferiore a ta-le percentuale».
L’Istituto di assistenza, co-munque, ha già modificato inmaniera incisiva la propria nor-mativa previdenziale interna,adottando il sistema contribu-tivo e abbandonando quello re-tributivo, che avrebbe portato,stante le proiezioni attuariali,a uno scompenso dei conti delfondo nel lungo periodo per so-stenere una solidarietà inter-generazionale che non avevapiù motivo di esistere.
Con il nuovo sistema, invece,la Cassa si è assicurata una du-ratura sostenibilità finanziariache poggia su un duplice pila-stro, le prestazioni erogate pri-ma e dopo la riforma, con con-seguente abbattimento del de-bito latente futuro, e ora è in-tenzionata a tutelare ulterior-
mente le giovani generazioni.La proposta dell’accreditodiretto di parte del contri-buto integrativo sulle po-
sizioni dei singoliiscritti può essereutilizzata dallaCassa di previ-
denza dei ragionieri proprio per-ché essa non ha fatto alcun con-to sull’apporto delle nuove ge-nerazioni. Il progetto che va inquesta direzione è stato ulte-riormente elaborato e sarà pre-sentato dal cda della Cassa alcomitato dei delegati a fine me-se e ruota appunto attorno alprincipio di utilizzare le risorsederivanti dalle nuove iscrizioni.
«Abbiamo deciso di operarequesta scelta», ha aggiunto Pao-lo Salvadori, «di divisione del-la previdenza dei vecchi iscrit-ti da quella dei giovani per evi-tare che le nuove generazionipaghino le prestazioni di quan-ti le hanno precedute. Il con-tributo integrativo versato dainuovi iscritti può così essere uti-lizzato in funzione solidaristi-ca ed essere destinato ad au-mentare la loro prestazioneprevidenziale, che in sede diriforma era stata pesantemen-te ridotta. Questo riequilibrioripristina un minimo di soli-darietà nei confronti delle ge-nerazioni che hanno subito glieffetti più duri della riforma del2003».
E i conti sono presto fatti. Afronte di un versamento dell’8%i giovani iscritti otterranno unaccredito del 12%; a fronte di
un versamento del 15%, otter-ranno un accredito del 19%. Co-sì, per esempio, a fronte di unversamento di 3.200 euro, pa-ri all’8% di un reddito profes-sionale di 40.000 euro, il gio-vane si troverà accreditato, nelproprio conto individuale, unversamento di 4.800 euro. Co-me se avesse prodotto un red-dito professionale di 60.000 eu-ro; o come se avesse versato uncontributo del 12% su un red-dito di 40.000 euro, appunto.L’accredito viene riconosciutosolo a chi non si avvale dellafacoltà della decontribuzione,che consiste nella possibilità diversare, per i primi sette annidi iscrizione ed entro il 38° an-no di età, i contributi in misu-ra pari alla metà di quelli do-vuti. L’obiettivo di questo se-condo passo della riforma ini-ziata nel 2003 è quello infattidi garantire una pensione di-gnitosa anche ai giovani. L’au-mento di un conto individuale,alimentato dal 4% del reddito,come avviene per chi si avvaledella facoltà della decontribu-zione, non raggiungerebbe que-sto scopo. Che è, poi, quello dioffrire un futuro più sereno aigiovani ragionieri. (riproduzio-ne riservata)
L’ente di previdenza ha proposto l’aumento di quatto punti percentuali dell’aliquota di computo
Pensioni, giovani ragionieri tutelatiLa Cassa aumenta la dote e rafforza i percorsi previdenziali
DI MICHELE GRECO
«È giunto il momento di direbasta a un approccio moltospesso demagogico e propa-gandistico alla questione pre-videnziale». Paolo Saltarelli, vi-cepresidente della Cassa ra-gionieri, interviene in merito al-la polemica riguardante i ri-tardi nell’aggregazione degliIstituti pensionistici e sceglieil convegno «Unica professione,unica previdenza», che si è svol-to a Torino il 20 novembre scor-so, per chiarire quanto le criti-che «siano strumentali e fuoriluogo e non offrano una visio-ne corretta della realtà».
«La Cassa ragionieri», ha ag-giunto Saltarelli durante il suointervento, «quando, per primain Italia, ha modificato la pre-videnza dei propri iscritti, havoluto chiudere definitivamen-te con un passato troppo gene-roso in cui le prestazioni nonerano in alcun modo correlateai contributi versati.
Per quanto riguarda gli aspet-ti previdenziali derivanti dallaunificazione delle due profes-sioni, noi abbiamo una posi-zione molto semplice in propo-sito: nessuna delle due catego-rie può vantare giuridicamen-te alcun titolo per annoverarein esclusiva, come propri, gliiscritti all’Albo unico a partiredal 2008».
Walter Pivato, presidente del-l’Unione interregionale dei Col-legi dei ragionieri di Piemonte
e Val d’Aosta, punta invece ildito contro chi «non riesce a ve-dere nell’unificazione delle Cas-se professionali la naturale evo-luzione dell’Albo unico dei dot-tori commercialisti e degliesperti contabili». «Alimentarele contrapposizioni non giova adalcuno», ha commentato Piva-to, «ma bisogna pur fare dei di-stinguo. È solo che una frangiadi dottori commercialisti, perfortuna minoritaria, approfit-tando della confusione che si stagenerando attorno all’aggrega-zione degli enti assistenziali,cerca di rimettere in discussio-ne pure l’unificazione ordinisti-ca, per la quale i tempi di at-tuazione, stabiliti dal decretodell’agosto 2005, sono stati piùche rispettati grazie alla buonavolontà di entrambi i Consiglinazionali».
Sulla stessa lunghezza d’on-da anche Raffaele Marcello,presidente Unione nazionalegiovani ragionieri commercia-listi: «L’unificazione delle Cas-se rappresenta un momento dicrescita importante per l’inte-ra categoria, che va a comple-tare e a integrare il percorsoevolutivo avviato con la nasci-ta dell’Albo unico».
Il convegno «Unica profes-
sione, unica previdenza» ha re-gistrato una massiccia parteci-pazione di professionisti; a fa-re gli onori di casa c’era il pre-sidente del Collegio di Torino,Cesare Ferrero. All’incontrohanno partecipato, tra gli altri,anche Riccardo Ottaviani, or-
dinario di matematica attua-riale università La Sapienza diRoma, Silvano Piccininno, do-cente Lumsa, Mimmo Nicandro,garante dell’iscritto della Cn-pr, Sandro Marchisio, presi-dente dell’associazione regio-nale dei Collegi della Liguria,
Laura Borello, presidente delsindacato dei ragionieri di Pie-monte e Valle d’Aosta, e Mar-co Linty, rappresentante dei de-legati della Cassa di previden-za di Piemonte e Val d’Aosta.Al dibattito erano presenti an-che i consiglieri di ammini-strazione della Cassa, Raffae-le Giglio, Raffaele Grimaldi eFausto Giulietti, e i componentidel collegio sindacale del cdaCarla Campasso e RolandoChiocchini. (riproduzione ri-servata)
«La fusione degli Albi di ragionieri e dotto-ri commercialisti è un approdo naturale e lo-gico per l’evoluzione di entrambe le categorie,che però non deve essere vista come sommaalgebrica di quanto esisteva prima, ma comeregolamentazione di un nuovo, importante pro-filo professionale. E altrettanto naturale e lo-gica appare, allo stato attuale, la fusione del-le rispettive Casse di previdenza». Roberto Sa-lerno, membro della commissione Finanze del-la Camera dei deputati, intervenendo al con-vegno «Unica professione, unica previdenza»organizzato dall’Unione interregionale dei Col-legi di Piemonte e Valle d’Aosta, che si è svol-to a Torino lunedì 20 novembre, invita al dia-logo: «Ritengo che l’aggregazione degli istitu-ti pensionistici possa rappresentare un valoreaggiunto e permetta anche degli indubbi van-taggi per gli iscritti dal punto di vista dellaqualità delle prestazioni».
«La questione previdenziale è di grande im-portanza per le categorie di ragionieri e dot-tori commercialisti. Spero vivamente che le dueprofessioni, che si avviano a diventare un uni-
co soggetto ordinistico, possano superare le di-vergenze e incontrarsi per definire punti dicontatto», è stato invece il commento che ar-riva dalla senatrice Daniela Alfonzi, compo-nente della commissione commercio di palaz-zo Madama, alla quale ha fatto eco il senato-re Aldo Scarabosio, presidente della commis-sione industria, commercio e turismo di pa-lazzo Madama.
«Dopo l’unificazione degli ordini», ha com-mentato, «credo sia un passaggio naturale an-che la fusione delle rispettive Casse di previ-denza.
Dal punto di vista della professione, è statacertamente una scelta ponderata e oculata. Bi-sogna dire che da entrambe le parti è statofatto un buon lavoro, anche perché ormai ilruolo del professionista è cambiato e ce ne ac-corgiamo pure dalla riforma dei cicli univer-sitari.
Adesso, il passaggio successivo», ha conclu-so Scarabosio, «è tutelare i percorsi previden-ziali e assistenziali delle giovani generazioni».(riproduzione riservata)
Salerno: si tratta di un’evoluzione naturale
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PaoloSalvadori