Pensieri sulla Famiglia...gamico (Deus Caritas est, 11). La sua stessa indissolubilità è ancora...

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Pensieri sulla Famiglia December 9, 2008 − 1ª BOZZA

Extrait de la publication

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BENEDETTO XVI

Pensierisulla Famiglia

Selezione di testidi papa Benedetto XVI

e Introduzionedi Lucio Coco

LIBRERIA EDITRICE VATICANA

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© Foto di copertina: “L’Osservatore Romano”

© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana00120 Città del VaticanoTel. 06 69 88 50 03 - Fax 06 69 88 47 16www.libreriaeditricevaticana.comwww.vatican.va

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PRIMA EDIZIONE DIGITALE 2012


La famiglia è l’ambito privilegiatodove ogni persona impara a dare ericevere amore

BENEDETTO XVI

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INTRODUZIONE

Sfogliando le pagine di questo volumet-to che raccoglie alcuni pensieri di papaBenedetto XVI sul tema della famiglia èbello riflettere con il Santo Padre sullaverità del matrimonio che traduce ildisegno di Dio sull’uomo e sulla donna diessere due in una carne sola (cfr. Gn 2,24)e sul fondamento teologico di questaunione: Dio che è amore ha creatol’uomo per amore, la vocazione all’amoreè ciò che fa dell’uomo l’autentica imma-gine di Dio perciò, come ha modo di direin un passaggio folgorante di un suodiscorso, l’uomo diventa simile a Dio nellamisura in cui diventa qualcuno che ama(Discorso, 6.6.05).

Lo stesso carattere di unicità e definiti-vità del matrimonio trova il suo fonda-mento in questo legame d’amore cheintercorre tra Dio e l’uomo: il modo diamare di Dio diventa la misura dell’amore

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umano, per cui all’immagine del Dio mo-noteistico corrisponde il matrimonio mono-gamico (Deus Caritas est, 11). La sua stessaindissolubilità è ancora una qualità intrin-seca alla natura di questo « potente lega-me stabilito dal Creatore » (GiovanniPaolo II, Catechesi, 21.11.79). È vero chequesto disegno iniziale che racchiude ilprogetto di Dio sull’uomo e ne rappresen-ta la sua intima destinazione oggi puòrisultare oscurato e minacciato da cultureche tendono a relativizzare, a sminuire e arendere precario il principio di questaunione ma è altrettanto vero, dice papaBenedetto rispondendo alle domande deigiovani in occasione dell’incontro di pre-parazione alla XXI GMG, che l’uomo nonha mai potuto totalmente dimenticare questodisegno che esiste nella profondità del suoessere. Ha sempre saputo in un certo senso chele altre forme di rapporto tra l’uomo e la donnanon corrispondevano realmente al disegnooriginale sul suo essere. E così nelle culture,soprattutto nelle grandi culture, vediamo sem-pre di nuovo come esse si orientino verso questarealtà, la monogamia, l’essere uomo e donnauna carne sola (Discorso, 6.4.06).

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L’unicità e la definitività. In questo èracchiusa la verità e la bellezza del matri-monio Ma come farlo capire? Come comu-nicarlo? – si chiede il Santo Padre (Discor-so, 31.8.06). È questo il problema diun’epoca, la nostra, gaudente e disperata(Messaggio, 25.12.06), dove ogni scelta,ogni decisione, ogni impegno viene rin-viato o eluso in nome di una malintesaidea di libertà secondo la quale essarappresenta l’unica legge morale dell’in-dividuo, elevandosi a valore fondamentale alquale tutti gli altri dovrebbero sottostare (Di-scorso, 19.10.06). Spesso papa Benedettoha avuto modo di ripetere che questalibertà che rivendica per sé il diritto difare ciò che si vuole, che si separa dalbene, in questo caso dello sposo, dellasposa e dei figli (cfr. Discorso, 31.8.06), èarbitrio (cfr. Discorso, 10.2.06), è unapseudo-libertà che non porta alla libera-zione ma a una forma grave di dipen-denza e schiavitù: Troppo spesso – scrive ilpapa – la libertà è presentata come un’instan-cabile ricerca del piacere o di nuove esperienze.Questa è una condanna, non una liberazione(Messaggio, 24.1.07), in questo modo essa

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scade nel libertinismo e si pone al di làdella dignità della persona (cfr. Discorso,6.6.05). L’autentica libertà – replica papaBenedetto – non vuol dire godersi la vita,oppure ritenersi assolutamente autono-mi, ma orientarsi secondo la misura dellaverità e del bene (Omelia, 21.8.05). La libertàè stare nel sì, come quello che si promet-tono gli sposi, come il fiat di Maria chenell’obbedienza al Padre realizza interamente lapropria libertà e proprio così esercita la libertà,obbedendo (Omelia, 25.3.06).

Sono legami forti quelli che il SantoPadre propone per la famiglia controogni equivoco e contro ogni deriva versosoluzioni deboli o intermedie, che fini-rebbero per snaturare l’essenza del matri-monio; il riconoscimento e la promozione dellastruttura naturale della famiglia, quale unionefra un uomo e una donna basata sul matri-monio, e la sua difesa dai tentativi di renderlagiuridicamente equivalente a forme radical-mente diverse di unione che, in realtà, ladanneggiano e contribuiscono alla sua desta-bilizzazione, oscurando il suo carattere par-ticolare e il suo insostituibile ruolo sociale

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(Discorso, 30.3.06) sono principi non ne-goziabili per qualsiasi politica della fami-glia che la Chiesa ha il compito di tute-lare e di garantire nella misura in cui ilsuo pensiero e la sua cura principale èproprio l’uomo e la sua dignità e suodovere è quello di difendere questa crea-tura che, proprio nell’unità inseparabile dicorpo e anima, è immagine di Dio (Discorso,22.12.06).

Volendo indicarci un modello e nellostesso tempo far maturare la nostra con-sapevolezza, dopo aver richiamato le fra-gilità della famiglia di oggi, dove i rappor-ti sono precari, dove i genitori sonoassenti, dove non c’è comunicazione trale generazioni, papa Benedetto non sistanca mai di parlarci della famiglia comeprimo e principale luogo di accoglienza dellavita (Discorso, 30.12.05), di insistere sul-l’immagine positiva dell’esistenza – anchenonostante le difficoltà (Discorso, 8.7.06) –che i genitori devono trasmettere ai figli esulla dimensione relazionale della fami-glia come spazio aperto in cui si “im-para” a vivere (cfr. Omelia, 9.7.06), che si

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costruisce e acquista una fisionomia e unaidentità propria anche attraverso le crisi,gli smarrimenti, le sofferenze, come havoluto sottolineare ricordando il viaggio aValencia (8-9 luglio 2006): Così dallatestimonianza di queste famiglie ci giungevaun’onda di gioia, non di un’allegrezza super-ficiale e meschina che si dilegua presto, ma diuna gioia maturata anche nella sofferenza, diuna gioia che va nel profondo e redimeveramente l’uomo (Discorso, 22.12.06).

La famiglia come santuario dell’amore,della vita, della fede, come chiesa dome-stica ma anche come scuola di umanesi-mo, come luogo dove si educa all’eserci-zio dell’intelligenza, alla libertà dellescelte, al servizio dell’amore, al bene dellapreghiera, nella quale si attende il fioriredi nuove vocazioni, sono questi i pen-sieri di cui il Santo Padre ci fa dono e suiquali vuole farci riflettere invitandoci aintraprendere uno straordinario viaggio– come egli stesso sottolinea – alla ricercadi che cosa significhi l’essere uomo (Discorso,22.12.06). Ed è lungo queste direttrici delsuo magistero, nel solco della dottrina e

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dell’insegnamento della Chiesa (cfr. Di-scorso, 6.6.05), che si può costruire esviluppare quel Vangelo della famigliainteso come cammino di realizzazioneumana e spirituale, in cui l’amore puòmaturare per essere pienamente umano eprincipio di una gioia vera e duratura (Discor-so, 8.7.06) e sul cui buon esito papaBenedetto ci invita a lavorare e a impe-gnarci con la certezza che nella storia enella vita delle nostre famiglie il Signore èsempre presente con la sua grazia (Discorso,3.12.05).

LUCIO COCO

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BENEDETTO XVI

P E N S I E R IS U L L A F A M I G L I A

1. Programma

Il mio desiderio è proporre il ruolocentrale, per la Chiesa e la società, cheha la famiglia fondata sul matrimonio.Questa è un’istituzione insostituibile se-condo i piani di Dio, ed il cui valorefondamentale la Chiesa non può smetteredi annunciare e promuovere, affinchésia vissuto sempre con senso di responsa-bilità e gioia.

Discorso (1), 8.7.06

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1. La verità del matrimonio

2. Il racconto biblico del matrimonio

La prima novità della fede biblicaconsiste, come abbiamo visto, nell’imma-gine di Dio; la seconda, con essa essenzial-mente connessa, la troviamo nell’immagi-ne dell’uomo. Il racconto biblico dellacreazione parla della solitudine del primouomo, Adamo, al quale Dio vuole affian-care un aiuto. Fra tutte le creature,nessuna può essere per l’uomo quell’aiu-to di cui ha bisogno, sebbene a tutte lebestie selvatiche e a tutti gli uccelli egliabbia dato un nome, integrandoli così nelcontesto della sua vita. Allora, da unacostola dell’uomo, Dio plasma la donna.Ora Adamo trova l’aiuto di cui ha biso-gno: « Questa volta essa è carne dalla miacarne e osso dalle mie ossa » (Gn 2,23).È possibile vedere sullo sfondo di questoracconto concezioni quali appaiono, peresempio, anche nel mito riferito da Plato-ne, secondo cui l’uomo originariamenteera sferico, perché completo in se stesso

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ed autosufficiente. Ma, come punizioneper la sua superbia, venne da Zeus dimez-zato, così che ora sempre anela all’altrasua metà ed è in cammino verso di essaper ritrovare la sua interezza. Nel raccon-to biblico non si parla di punizione; l’ideaperò che l’uomo sia in qualche modoincompleto, costituzionalmente in cam-mino per trovare nell’altro la parte inte-grante per la sua interezza, l’idea cioè cheegli solo nella comunione con l’altrosesso possa diventare « completo », èsenz’altro presente. E così il raccontobiblico si conclude con una profezia suAdamo: « Per questo l’uomo abbandone-rà suo padre e sua madre e si unirà a suamoglie e i due saranno una sola carne »(Gn 2,24). Due sono qui gli aspettiimportanti: l’eros è come radicato nellanatura stessa dell’uomo; Adamo è inricerca e « abbandona suo padre e suamadre » per trovare la donna; solo nelloro insieme rappresentano l’interezzadell’umanità, diventano « una sola car-ne ». Non meno importante è il secondoaspetto: in un orientamento fondato nella

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creazione, l’eros rimanda l’uomo al ma-trimonio, a un legame caratterizzato daunicità e definitività; così, e solo così, sirealizza la sua intima destinazione. All’im-magine del Dio monoteistico corrispondeil matrimonio monogamico. Il matrimo-nio basato su un amore esclusivo edefinitivo diventa l’icona del rapporto diDio con il suo popolo e viceversa: il mododi amare di Dio diventa la misura del-l’amore umano. Questo stretto nesso traeros e matrimonio nella Bibbia quasi nontrova paralleli nella letteratura al di fuoridi essa.

Deus Caritas est, 11

3. Il fondamento teologico del matrimonio

Matrimonio e famiglia non sono inrealtà una costruzione sociologica casua-le, frutto di particolari situazioni storicheed economiche. Al contrario, la questionedel giusto rapporto tra l’uomo e la donnaaffonda le sue radici dentro l’essenza piùprofonda dell’essere umano e può trovarela sua risposta soltanto a partire da qui.Non può essere separata cioè dalla do-

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manda antica e sempre nuova dell’uomosu se stesso: chi sono? cosa è l’uomo?E questa domanda, a sua volta, non puòessere separata dall’interrogativo su Dio:esiste Dio? e chi è Dio? qual è veramenteil suo volto? La risposta della Bibbia aquesti due quesiti è unitaria e consequen-ziale: l’uomo è creato ad immagine diDio, e Dio stesso è amore. Perciò lavocazione all’amore è ciò che fa dell’uo-mo l’autentica immagine di Dio: eglidiventa simile a Dio nella misura in cuidiventa qualcuno che ama.

Da questa fondamentale connessionetra Dio e l’uomo ne consegue un’altra:la connessione indissolubile tra spirito ecorpo: l’uomo è infatti anima che siesprime nel corpo e corpo che è vivificatoda uno spirito immortale. Anche il corpodell’uomo e della donna ha dunque, percosì dire, un carattere teologico, non èsemplicemente corpo, e ciò che è biolo-gico nell’uomo non è soltanto biologico,ma è espressione e compimento dellanostra umanità. Parimenti, la sessualitàumana non sta accanto al nostro essere

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I N D I C E

Introduzione . . . . . . . . . 7

BENEDETTO XVI

P E N S I E R IS U L L A F A M I G L I A

1. La verità del matrimonio . . . . 17

2. La famiglia . . . . . . . . . 39

3. I figli . . . . . . . . . . . 63

4. Le fragilità della famiglia oggi . . . 79

5. Il Vangelo della famiglia . . . . . 97

6. Chiesa e famiglia . . . . . . . 113

Indice analitico . . . . . . . . 131

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FINITO DI STAMPARE IN ROMA

DALLA TIPOLITOGRAFIA DETTI

NEL GENNAIO 2009

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