Pensieri e Parole Per Piccoli Apprendisti Saggi

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 Esprimi il tuo pensiero in modo conciso perchè sia letto, in modo chiaro perchè sia capito, in modo pittoresco perché sia ricordato e, soprattutto, in modo esatto perchéi lettori siano guidati dalla sua luce. (Joseph Pulitze) Questo libro una volta era un albero. Abitava insieme con tanti altri alberi in fondo a una strada  strett a perduta fra la nebbia e la campagna. Un giorno vennero gli uomini e presero l'alber o, insieme con tanti altri alberi. Li ammassarono tutti insieme, li portarono via con dei grossi autocarri. Era il suo destino: erano stati pro prio gli uomini infatti a metterlo lì, e lui sapeva che sarebbe stato pr eso un giorno, tagliato, lavorato, trasformato nelle pagine di un libro. Sperava solo una cosa: che fosse un libro bello, buono, di uei libri che restano nel cuore della gente, cile si fanno voler bene. Questo libro una volta era Un sogno. ! sogni si possono poi anche disegnare, raccontare, scriver e, oppure soltanto sognare. Quando il sogno finalmente esce dalla punta della biro, o dai tasti della macchina per scrivere o del  personal computer , prima di entrare in un li bro deve far e ancora molta strada. "i sono dei signori che leggono i degli altri e decidono se vanno bene# che si informano uali sono in ogni momento i sogni.  pi$ alla moda# che ti dicono perfino certe volte uali sono i sogni che dovrai fare domani. Questo libro una volta era un pe%%o di vita come tutti gli altri. La vita che studia, gioca, lavora, che si arricchisce di un viaggio o di una nuova amici%ia, che ride, che piange. Questo libro, oggi & un libro.  (  Racconto di Paolo Beneventi - Questo libro)

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Esprimi il tuo pensiero in modo conciso perchè sia letto, inmodo chiaro perchè sia capito, in modo pittoresco perché siaricordato e, soprattutto, in modo esatto perchéi lettori siano

guidati dalla sua luce. (Joseph Pulitze) 

Questo libro una volta era un albero. Abitava insieme con tanti altri alberi in fondo a una strada

 stretta perduta fra la nebbia e la campagna.

Un giorno vennero gli uomini e presero l'albero, insieme con tanti altri alberi. Li ammassarono tuttiinsieme, li portarono via con dei grossi autocarri. Era il suo destino: erano stati pro prio gli uomini

infatti a metterlo lì, e lui sapeva che sarebbe stato preso un giorno, tagliato, lavorato, trasformato

nelle pagine di un libro.Sperava solo una cosa: che fosse un libro bello, buono, di uei libri che restano nel cuore della gente,

cile si fanno voler bene.

Questo libro una volta era Un sogno. ! sogni si possono poi anche disegnare, raccontare, scrivere,oppure soltanto sognare.Quando il sogno finalmente esce dalla punta della biro, o dai tasti della macchina per scrivere o del

 personal computer, prima di entrare in un libro deve fare ancora molta strada. "i sono dei signori che

leggono i degli altri e decidono se vanno bene# che si informano uali sono in ogni momento i sogni. pi$ alla moda# che ti dicono perfino certe volte uali sono i sogni che dovrai fare domani.

Questo libro una volta era un pe%%o di vita come tutti gli altri. La vita che studia, gioca, lavora, che si

arricchisce di un viaggio o di una nuova amici%ia, che ride, che piange.Questo libro, oggi & un libro.  ( Racconto di Paolo Beneventi - Questo libro)

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 I COLORI DELLA PELLE 

 

Si racconta che nell'antichit pi$ antica tutti gli uomini erano bianchi. ! colori si erano divertiti a colorare ogni cosa: le montagne, le piante, gli animali, il cielo, ma si erano

dimenticati di colorare proprio gli esseri pi$ importanti che esistevano sulla (erra: gli uomini. Quando

 se ne accorsero, decisero subito di rimediare e si riunirono per stabilire a chi sarebbe spettato farlo. !concorrenti erano tanti.

)Spetta a me*) grid+ il viola. )Sono il colore pi$ distinto.

)erch- tu /li uomini saranno molto pi$ belli verdi*) ribatt- il verde.)0o, sono io, il celeste, il colore pi$ adatto*).

 Alla fine di una discussione burrascosa si pass+ ai voti e tre ottennero lo stesso numero di preferen%e:

il nero, il giallo e l'arancione. ! tre colori prescelti vennero a un accordo: il nero avrebbe colorato gliuomini che vivevano in America, il giallo uelli che vivevano in Asia, e l'arancione uelli che vivevano

in America. Subito partirono per mettersi al lavoro.

 1a a causa dei violenti litigi era avvenuta un' altra dimentican%a: i colori si erano scordati degli

uomini che vivevano in Europa."osì gli europei restarono bianchi, e figuratevi la loro rabbia uando cominciarono a viaggiare e si

accorsero che in Africa, in Asia, in America viveva gente con la pelle nera, gialla o arancio ne. 2orse

 proprio per la vergogna che i colori si fossero dimenticati di loro, presero a guardare di malocchio, eaddirittura dispre%%are, chi aveva la pelle colorata. 

Questo dur+ per vari secoli. Ai nostri giorni, per+, le cose sono abbastan%a cambiate.

 1olti bianchi, infatti, considerano oggi la pelle dei negri addirittura pi$ bella della loro, tanto & veroche d'estate, prendono il sole per ore e ore per diventare neri. 1a per uanto si sfor%ino, si vede subito

che sono dei bianchi soltanto abbron%ati. 3  Racconto di Marcello Argilli)

 

 PICCOLA FAOLA !"LLA LIBER#$

Un corvo, nero come le notti d4inverno, os+ affacciarsi alla finestra di un nego%io che vendevauccelli.Era la fame che lo aveva spinto così vicino agli affari degli uomini. er un po4 se ne stette ad

osservare i grassi pennuti che si sbafavano, al riparo delle loro gabbie, ciotole stracolme di semi,

 semini e grani prelibati. Un pappagallo con le piume verdi come il muschio e una cresta porporina,

vide il corvo rinsecchito che lo guardava con un occhio spiritato 3perch- gliene mancava uno5, e per poco non gli and+ di traverso un grosso chicco di granturco. assata la paura, gra%ie soprattutto alle

 sbarre della gabbia che lo proteggevano, si schiarì la voce e disse: 6 7h, guardate uel povero uccello."erto, & libero di volare, di planare e di gracchiare, ma si vola, si plana e si gracchia male uando la

 fame ci attanaglia la pancia*

 Un altro pappagallo, con piume lunghe e rosse come i tramonti settembrini, aggiunse: 

 6 Eh gi* Se ne affacciano tanti come te, pochi corvi a dire il vero, ma tanti piccioni e anche ualche

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 gabbiano. 8e ne state tutti lass$ alla finestra a guardarci mangiare, invidiando la nostra fortuna. Ladispera%ione vi si pu+ leggere sul becco* 0oi ui all4asciutto, con tutto uesto ben di dio, ed il gentile

 %io 2ernando che ci pulisce la gabbia ogni due giorni. Una vita di lusso9

 a un4altra gabbia si al%+ la voce cinguettante di una canarina, tra tutte la pi$ vanitosa: 6 E poi guarda le nostre piume come sono lisce e robuste, merito del cibo che ci danno e di uesta bella stan%a

temperata, non come voi, poverini, che vi tocca a mangiare uel che trovate per terra e a starvene al

riparo sotto le grondaie e sugli alberi.

 oi fu la volta di un signor usignolo, tutto impettito perch- si credeva un uccello importante. 6 !noltre, se permettete, ui nessuno litiga mai. 7gnuno ha la sua gabbia ed & contento. 1agari a volte

 succedono dei battibecchi, ma nessuno si fa male. !nvece mi hanno detto che l fuori ve le date di

 santa ragione, anche per un misero tocco di pane. "he creature sfortunate*

 !l corvo, che se ne stava appollaiato alla finestra con la pancia che gli brontolava dalla fame, non ne

 poteva pi$ di tutti ui petulanti cinguettii. /racchi+ ualcosa in corvesco antico che nessuno capì e prese il volo. 1entre raggiungeva il suo albero preferito, ripens+ a tutte le cose che uegli uccelli nelle

 gabbie gli avevano detto. er un momento vacill+, complice la dispera%ione arrecata dalla fame, e

incominci+ a dubitare della grande%%a della libert. Eppure lui, forse pi$ di ogni altro della sua specie,era un vero spirito libero. Stava pensando col suo cervello o con la sua pancia

 oi finalmente raggiunse il suo albero, una grande uercia che dominava la citt. Si appollai+ sul

ramo pi$ alto e si guard+ in giro. ;Eccolo*< e si butt+ in picchiata verso il verme che si era affacciato

dal terreno, piccolo ma abbastan%a gustoso da far %ittire per un po4 la pancia brontolona e far tornareil buon umore al nostro amico corvo. 

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 IL RACCO%#OÈ un testo narrativo che potrebbe avere sia uno sfondo fantastico o realistico.Segui lo schema per la procedura di un racconto:INTRODUION! In"uadramento del titolo  Introdu#ione a effetto: ribadire l$importan#a dell$afferma#ione colpendo

l$atten#ione del lettoreS%O&'I(!NTO )arte centrale del racconto dove si muovono i personaggi e susseguono le

varie a#ioni * gli interventi* le sconfitte + l$incontro,scontro + risolu#ione  del problema-ON-&USION! &a conclusione sintesi cerca di fare un riassunto con le proprie riflessioni  &a conclusione potrebbe verificarsi con un proponimento di "uello che

vorremmo fare o dire  &a conclusione potrebbe essere anche a effetto/ lasciando il lettore come  divertito o stupito

LA FIABA

La fiaba è un racconto fantastico in cui agiscono persone e creature con poteri magici come fate,

maghi, streghe e gnomi.

In ogni fiaba ci sono sempre uno o più protagonisti (personaggi principali) e uno o più antagonisti

(nemici dei personaggi principali).

La fiaba è un racconto fantastico dove accadono una serie di avvenimenti particolari: il protagonista

lascia la sua casa, viene ostacolato da un antagonista (nemico), viene salvato da un personaggio che a

volte è magico oppure deve superare delle prove difficili o ancora trova una oggetto magico che lo

aiuta ad arrivare al lieto fine.

Essa si compone di un ini#io, uno svolgimento  all'interno del uale vi è l'allontamento del

 protagonista, l'a!ione di ostacolo del cattivo, l'intervento dell'aiutante con salvataggio del protagonista e

un finale con il lieto fine.

 La nonna s&e&orataLa nonna di "arlo è molto vecchia e conosce tante fiabe, per#, a causa dell$et% fa molta confusione nel

raccontarle.;"era una volta in un bosco un riccio9 con gli stivali, che non trovava pi$ la casetta di =iancaneve e

i sette nani. Ad un certo punto il riccio entra i una casetta e trova la tavola apparecchiata con una bara di

cristallo. a chi 9.ai tre porcellini9* opo aver mangiato il riccio si addormenta.

 !ntanto tornano i padroni di casa: "appuccetto >osso, il lupo ed il cacciatore. opo un po4 arrivano anche 9?ansel e /retel accompagnati da tre orsi. 1a ecco ad un tratto

apparire la 9strega.

 La strega & la matrigna di 9di9"enerentola, che alla vista di tanti personaggi che non conosce fugge spaventata, perdendo la 9borsetta...o era la maglietta 7 forse la 9scarpetta<

&overa nonna che confusione aiutatela a trovare uali titoli di fiabe si nascondono nel suo confusoracconto.

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 el$immagine sotto sono disegnati i protagonisti di sette fiabe famose, li riconosci tutti

I& DI0RIO

Il diario è una forma narrativa attraverso la "uale 1 possibile raccontare gli avvenimenti pi2importanti giorno per giorno, oppure pu# essere la cronaca di una vita o di un periodo della vita di

una persona.Il diario si sviluppa cronologicamente, è spesso scandito ad intervalli di tempo regolari, di solitogiorno per giorno.

"on la parola diario si indica anche il supporto materiale dove uesto racconto viene reali!!ato (per

esempio un uaderno), una moderna forma di diario è il blog personale, attraverso il uale una persona pu# raccontarsi.

-0R0TT!RISTI-3! D!& DI0RIO:

* Una persona scrive il diario per se stessa4 per raccontare momenti felici e momenti tristi della

 propria vita, impressioni e sensa!ioni personali. Il diario non si scrive per gli altri, ovvero lo scopo principale dello scrivere un diario non è la divulga!ione, ma nasce dall$esigen!a di esprimere

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liberamente i propri pensieri in una forma strettamente privata e ci da la possibilit% di rileggere e dirivivere determinati avvenimenti.

+* Il diario si scrive in prima persona e si raccontano cose personali, fatti uotidiani (-oggi sono

molto felice -).

* Il diario si sviluppa cronologicamente, uindi prima di cominciare a scrivere si indicano la data el$ora in cui si scrive ( giugno +//0, +/:/).

1* Il linguaggio utili!!ato per scrivere un diario 1 semplice e informale, frutto di una scrittura

spontanea che da importan!a più al contenuto che alla forma, essendo strettamente personale.

2* -i si rivolge al diario come se fosse un amico a cui si racconta la propria vita, si comincia spesso

con l$espressione: 5caro diario5.3ra vi proporr# una pagina del diario di una raga##a, in uesto testo ci sono molti aggettivi cheservono per descrivere il carattere di una persona, se non conoscete il significato di uesti aggettiviusate il di#ionario online, cliccando sulla parola verr% visuali!!ato il suo significato.

 Il diario di Anna Fran' 

 Do&enica( * giugno +*,8enerdì @ giugno ero gi sveglia alle sei: si capisce, era il mio compleanno* 1a alle sei non mi era

consentito d'al%armi, e così dovetti frenare la mia curiosit fino alle sei e tre uarti. Allora non potei

 pi$ tenermi e andai in camera da pran%o, dove 1oortBe, il gatto, mi diede il benvenuto strusciandomiaddosso la testolina.

Subito dopo le sette andai da pap e mamma e poi nel salotto per spacchettare i miei regalucci. !l

 primo che mi apparve fosti tu, forse uno dei pi$ belli fra i miei doni. oi un ma%%o di rose, una piantina, due rami di peonie: ecco i figli di 2lora che stavano sulla mia tavola uella mattina# altri

ancora ne giunsero durante il giorno. a pap e mamma ebbi una uantit di cose, e anche i nostri

numerosi conoscenti mi hanno veramente vi%iata. 2ra l'altro ricevetti un gioco di societ, molte

 ghiottonerie, cioccolata, un pu%%le, una spilla, la "amera obscura, le Saghe e leggende olandesi di Coseph "ohen, le 8acan%e in montagna di aisD, un libro straordinario, e un po4 di denaro, così che mi

 potr+ comprare i 1iti di /recia e di >oma. "he belle%%a*

 !abato( , giugno +*,

 er alcuni giorni non ho scritto nulla, perch- prima ho voluto riflettere un poco su uestaidea del diario. er una come me, scrivere un diario fa un curioso effetto. 0on soltanto

 perch- non ho mai scritto, ma perch- mi sembra che pi$ tardi n- io n- altri potremo trovareinteressanti gli sfoghi di una scolaretta di tredici anni. er+, a dire il vero, non & di uesto che si

tratta# a me piace scrivere e soprattutto aprire il mio cuore su ogni sorta di cose, a fondo e

completamente.)La carta & pi$ pa%iente degli uomini), rimuginavo entro di me uesta massima in una delle mie

 giornate un po' melanconiche mentre sedevo annoiata con la testa fra le mani, incerta se uscire o

restare in casa, e finivo col rimanermene nello stesso posto a fantasticare.

 roprio così, la carta & pa%iente, e siccome non ho affatto inten%ione di far poi leggere ad altri uestouaderno rilegato di cartone che porta il pomposo nome di )iario), salvo il caso che mi capiti un

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 giorno di trovare un amico o un'amica che siano veramente l'amico o l'amica, così la faccenda nonriguarda che me. Eccomi al punto da cui ha preso origine uest'idea del diario: io non ho un'ami.er

essere pi$ chiara debbo aggiungere una spiega%ione, giacch- nessuno potrebbe credere che una

raga%%a di tredici anni sia sola al mondo. 0eppur uesto & vero: ho dei cari genitori e una sorella di sedici anni# conosco, tutto sommato, una trentina di raga%%e di alcune delle uali potreste dire che

 sono mie amiche, ho un corteo di adoratori che mi guardano negli occhi e, se non possono fare

altrimenti, in classe cercano di afferrare la mia immagine servendosi di uno specchietto tascabile. ?o

dei parenti, care %ie e cari %ii, un buon ambiente familiare# no, apparentemente non mi manca nulla, salvo l'amica. "on nessuno dei miei conoscenti posso far altro che chiacchiere, n- parlar d'altro che

dei piccoli fatti uotidiani. 0on c'& modo di diventare pi$ intimi, ecco il punto. 2orse uesta mancan%a

di confiden%a & colpa mia# comunue & una realt, ed & un peccato non poterci far nulla. erci+ uesto diario. Allo scopo di dar maggior rilievo nella mia fantasia all'idea di un'amica

lungamente attesa, non mi limiter+ a scrivere i fatti del diario, come farebbe ualunue altro, ma far+

del diario l'amica, e l'amica si chiamer ittD.

 Mercoled.( / luglio +*,

"ara ittD,

da domenica mattina a oggi sembra che siano passati degli anni. Sono avvenute tante cose da far

credere che il mondo si sia capovolto. 1a, ittD, vedi bene che vivo ancora, e uesto & ci+

I& T!STO D!S-RITTI%O

 presenta le caratteristiche di persone4 animali4 oggetti e ambienti

attraverso i cinue sensi

I cinue sensi

  sono

%IST0   'USTO UDITO T0TTO ODOR0TO

RI-ORD0

Il t e s to de sc r i t t iv o fa vedere con le parole com'è fattauna persona4

un animale

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una cosa4

un ambiente

descrivendone le caratteristiche e gli aspetti più significativi.

)!R S-RI%!R! UN

 4ELLI55I63 7E573 8E5"9I77I3

!$ I()ORT0NT!:

1. ; usare frasi brevi, per una maggiore chiare!!a della descri!ione<

2. ; usare vari e ricchi termini relativi ai dati visivi4 uditivi4 tattili4 olfattivi e gustativi, obbligatori

 per fornire un$immagine chiara e precisa della persona4 dell$animale4 della cosa o dell$ambiente

di cui si parla6

3. ; usare gli indicatori spa#iali: davanti, dietro, in basso, in alto, a sinistra, a destra, in primo piano

in secondo piano, in lontanan!a, sullo sfondo ecc-,  molto importanti e obbligatori  nella

descri!ione di una persona4 di un animale4 di un ambiente4 di un oggetto posi#ionato nello

spa#io 6

4. ; usare gli aggettivi4 obbligatori che indicano le ualit%  riferite alla persona 4 animale4 cosa o

ambiente di cui si parla .

IL RICCIO AFRICANO 

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I RICCI SONO ANIMALI PIUTTOSTO TIMIDI E DIFFIDENTI, CHE TENDONO A CHIUDERSIFORMANDOUNO SCUDO PUNGENTE; PASSATA LA PAURA PERÒ, SONO CURIOSI E SOCIEVOLI.IL RICCIO AFRICANO È UN SIMPATICO ANIMALETTO CHE ABITA NEI CAMPI O NEI BOSCHI, ÈMENO TIMIDO QUINDI PUÒ ESSERE UN FEDELE ANIMALE DOMESTICO.IL NOME SCIENTIFICO DI QUESTO ANIMALETTO, CHE VIVE NELLE SAVANE E NELLE FORESTEAFRICANE, È ATELERIX ALBIVENTRIS; È UN MAMMIFERO INSETTIVORO SIMILE AI NOSTRI RICCI,CON IL CORPO COPERTO DI SPINE E CON IL VENTRE CHE PRESENTA UNA PELURIA BIANCA.CONQUISTARE LA FIDUCIA DI UNA RICCIO AFRICANO NON È DIFFICILE, BASTA OFFRIRGLI DEIPRELIBATI BOCCONCINI A BASE DI FRUTTA E MIELE

COMPLE! LO "C#EM!.!"PEO $%"%CO #!&%! (do'e 'i'e) !&%*%+% E

COMPO!ME+O

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