Pensare globale per l'accesso al farmaco
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JOB IN PHARMA––
90 FEBBRAIO 2013
accesso al mercato, che tipo di sostegno potrebbe venire agli affi liati da una funzione di global market access, e quali sono le sfi de principali quando si tenta di conciliare una strategia globale con le necessità locali?
Sono perfettamente d’accordo sul fatto
che i requisiti per l’accesso al mercato dif-
feriscano da stato a stato; in alcuni Paesi
addirittura vi sono requisiti differenti nel-
le singole Regioni. Per poter far fronte cor-
rettamente alle diverse necessità di clienti
diversi nel settore del market access (che
spesso chiamiamo anche “payer”), dobbia-
mo ascoltare con attenzione ed essere suf-
fi cientemente fl essibili da offrire le solu-
zioni migliori e soddisfare ogni necessità.
Ma c’è un fattore cui tutti i payer del mon-
do danno uguale importanza: tutti voglio-
no che i soldi siano ben spesi. Ciò implica
che dobbiamo dimostrare il valore dei no-
stri (nuovi) prodotti rispetto a terapie con-
solidate (meno recenti) e aiutare i payer ad
rendere disponibili questi nuovi medicina-
li in un contesto di risorse limitate.
A livello aziendale, noi facciamo tutto
il possibile per affi ancare i nostri colleghi
che operano nei vari Paesi, ad esempio in
Italia, fornendo loro informazioni, dati
e strumenti su misura. Inoltre disponia-
mo di una visione d’insieme sul market
access in tutto il mondo e possiamo iden-
tifi care e favorire la condivisione delle
pratiche che hanno dato i migliori risul-
tati in un mercato e che potrebbero esse-
re applicate anche in altri. Nel Corporate
Market Access riusciamo ad incidere sulle
cosiddette milestone R&D decisions, ovvero
le decisioni su come indirizzare ricerca e
La sostenibilità, parola cara a tutti
i sistemi sanitari, nasce da model-
li che sappiano coniugare il valore
clinico del farmaco a quello economico.
Il mondo dell’industria si attiva e pensa a
nuove fi gure professionali capaci di pensa-
re global, un ottimale interlocutore delle
istituzioni (payer), capace di creare l’acces-
so al farmaco innovativo. Nell’nell’intervi-
sta a Stefan Kilian, alla guida del Corporate
Market Access, Pricing and HEOR della tedesca
Bohering Ingelheim le sfi de e le opportuni-
tà di queste professioni emergenti.
Data l’ampia gamma di differenze tra i sistemi sanitari dei vari Stati e le peculiarità che ne derivano in termini di
sviluppo, così da garantire che l’impresa
sviluppi prodotti nuovi e innovativi, in
grado di offrire maggiore valore clinico
ai pazienti e al contempo maggiore valore
economico ai payer e alla società.
In Italia l’attuale crisi economica ha prodotto instabilità politica e causato un inasprimento delle misure di contenimento della spesa per i fi nanziamenti destinati sia alla sanità, sia ai medicinali, peggiorando ulteriormente le condizioni di accesso (time to market, livello di prezzo rimborsato) rispetto alla media dei Paesi europei. Dal punto di vista delle aziende, qual è l’analisi della situazione, e quale la sua gestione?
L’attuale crisi economica e fi nanziaria
sta colpendo quasi tutti i Paesi europei, e
ha certamente aumentato la pressione sui
già risicati fondi per la sanità. Questa pres-
sione si aggiunge alle modifi che demogra-
fi che in atto ormai da tempo, che compor-
tano un invecchiamento della popolazione
in tutto il continente. Ogni Stato, ogni
società deve decidere se sia disposto a pa-
gare l’innovazione in modo da consentire
ai propri pazienti l’accesso a cure nuove
e più effi caci. Ma è evidente che oggi i re-
sponsabili di queste scelte non rispondono
all’interrogativo con un sì o un no chiari,
e rimandano invece la decisione, frenati
dalla necessità di contenere i costi. A li-
vello locale e di impresa, facciamo tutto
quanto possiamo per aiutare la collettività
e i payer a dire “sì”, perché lo dobbiamo ai
pazienti che hanno bisogno di terapie mi-
gliori. L’innovazione ha un prezzo e noi del
mondo industriale abbiamo l’obbligo di
PENSARE GLOBALE PER
L’ACCESSO AL FARMACO
Lo sviluppo di prodotti innovativi da commercializzare a livello mondiale
(e le fi gure professionali necessarie) nell’intervista a Stefan Kilian, responsabile
del Corporate Market Access, Pricing and HEOR di Boehringer Ingelheim
STEFAN KILIAN
A cura della Redazione
di AboutPharma and Medical Devices
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dimostrare che il vero risparmio sta nello
spendere per l’innovazione.
A proposito di market access, spesso si fa riferimento, anche implicitamente, alla possibilità di un nuovo dialogo aperto tra i payer e le case farmaceutiche. Secondo lei, che tipo di caratteristiche dovrebbe avere questo rapporto per esser produttivo?
A mio modo di vedere non dobbiamo
limitarci ad avviare un dialogo con i pa-
yer, ma dobbiamo anche lavorare fi anco a
fi anco con loro per garantire che risorse
e fondi, limitati come sono, non vadano
sprecati. Bisogna cioè lavorare a nuovi mo-
delli. Per esempio, i payer dovrebbero paga-
re solo se i pazienti rispondono alle cure,
come già succede in alcuni Paesi nel setto-
re oncologico: il primo mese di terapia po-
trebbe essere gratuito se il risultato atteso
(ovvero la riduzione della massa tumorale)
non si producesse. Naturalmente questo
non è possibile per tutte le aree terapeu-
tiche, ma può essere un’ipotesi valida in
alcuni rami della medicina, come l’oncolo-
gia, le patologie infettive, il dolore, le in-
fi ammazioni eccetera. La recente scoperta
dei cosiddetti biomarcatori potrebbe forni-
re un altro elemento per decidere quanto
il paziente stia rispondendo alle cure e
quanto stia migliorando. Sfortunatamen-
te, molti sistemi sanitari in Europa sono
relativamente statici e integrano strut-
ture amministrative complesse, che non
permettono grande fl essibilità. Su questo
i payer e l’industria dovrebbero lavorare in
stretto coordinamento per cambiare l’inte-
ro paradigma di riferimento.
ha una percezione diversa delle cose.
Tendo a guardare avanti e credo che
spetti a tutti noi che oggi lavoriamo nel-
le aziende farmaceutiche più impegnate
sul fronte della ricerca e dello sviluppo
plasmare il futuro e cambiare almeno in
parte questa percezione errata. Lo svi-
luppo di una molecola chimica richiede
oltre 10 anni. Il nostro settore non ha
alternative, se non quella di far propria
l’idea di sostenibilità.
Alla Boehringer Ingelheim è già stato riconosciuto il ruolo strategico degli esperti di global market access, con una collocazione corretta e organica nella struttura aziendale?
Sono ancora nuovo nel mio ruolo attua-
le di responsabile Global Market Access
alla Boehringer Inghelheim (BI) e mi pos-
so considerare un esperto della materia.
Le uniche due risorse che posso mettere
sul piatto sono l’esperienza nel settore
farmaceutico e un po’ di “buon senso”.
Alla BI abbiamo la fortuna di disporre di
un settore di Ricerca e Sviluppo completo
di tutte le fasi, il che ci permette di lan-
ciare ogni anno prodotti nuovi, ammesso
di riuscire ad accedere ai mercati; coeren-
temente la BI ha dato la giusta priorità
strategica al market access. Come tutto
nella vita, i cambiamenti sono costanti
e quotidianamente impariamo e miglio-
riamo. Siamo convinti che i nostri nuovi
prodotti offriranno ulteriori vantaggi ai
pazienti e ai payer e io sono felice di con-
tribuire a sviluppare soluzioni che diano
medicinali migliori ai pazienti che ne
hanno bisogno.
Quali sono le differenze sostanziali tra un moderno esperto di market access e chi si occupa di marketing farmaceutico tradizionale?
Il market access manager deve essere
in grado di comprendere le necessità dei
suoi clienti. In questo non c’è differenza
rispetto ai normali esperti di marketing:
entrambi sono abituati a lavorare con
dati e motivazioni di carattere scientifi -
co o clinico, ed entrambi devono essere
estremamente rispettosi delle regole,
poiché si occupano di questioni sanitarie
delicatissime. Una possibile differenza
sta nel fatto che il responsabile marke-
ting tradizionale concentrava la propria
attenzione e l’attività di comunicazione
soprattutto sui professionisti della sani-
tà, come medici, farmacisti e infermieri,
con cui discuteva della validità del pro-
dotto. Chi si occupa di market access,
oltre a queste competenze, deve anche
saper gestire il valore economico dei me-
dicinali, e lavorare insieme ai payer per
riuscire a fi nanziarli nel rispetto dei limi-
ti di budget imposti.
Oggi “sostenibilità” è diventata la parola chiave di tutto il dibattito sui nuovi modelli di assistenza sanitaria. L’esperto di market access può davvero essere d’aiuto affi nché le istituzioni vedano nelle industrie farmaceutiche una parte della soluzione e non una parte del problema?
Io sono convinto che noi siamo una
parte della soluzione. Ma siccome sono
più di 30 anni che lavoro nel settore far-
maceutico e ho girato diversi Paesi del
mondo, posso anche capire chi magari