Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

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Oggi, ci troviamo in una società “evoluta”, in cui le dinamiche delle relazioni interpersonali si stanno modificando in maniera notevole. Quando parliamo di Peer to Peer, oltre che a indicare una particolare architettura informatica, si fa riferimento a relazioni di tipo orizzontale tra soggetti, volte a creare un valore comune, messe in atto grazie alla rete. In questo volume verranno affrontati diversi argomenti riguardanti e correlati al Peer to Peer; verranno chiaritenozioni di tipo specificatamente tecnico ma utilizzando anche esempi pratici, comprensibili anche da chi non abbia confidenza con i temi trattati, che si possano facilmente imprimere i vari concetti nella mente del lettore.

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Riccardo Moscone

Peer to Peer: un protocollo informatico e sociale

in evoluzione

Tesi di laurea in Scienze della Comunicazione

Università degli Studi di Teramo – a.a. 2012/1013

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Peer to peer: un protocollo sociale e informatico in

evoluzione

Autore: Riccardo Moscone

Quest’opera è distribuita con licenza Creative Commons

Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate

2.5 Italia

Copertina e progetto grafico: Riccardo Moscone

Finito di stampare nel mese di settembre 2013

presso Print@, viale Vittorio Pepe, 17 - Pescara

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Indice

Introduzione I

Capitolo 1: Il Peer to Peer e il concetto di coda lunga 3

- 1.1 Unicast, Multicast e Peer to peer

- 1.2 Come si individuano i file nei sistemi P2P

- 1.3 Il concetto di “coda lunga”

Capitolo 2: Legale ed illegale 19

- 2.1 Legalità e regolamentazioni

- 2.2 La dura battaglia contro il file sharing

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- 2.3 Una giusta alternativa

Capitolo 3: La nuova televisione 29

- 3.1 Le nuove televisioni: IPTV e NetTV

- 3.2 La TV si sta spostando sul web?

- 3.3 Il P2P nella nuova televisione

- 3.4 Pro e contro

- 3.5 La TV di domani

- 3.6 Progetto P2P-next

Capitolo 4: L’impatto del P2P nella diffusione delle

nicchie 48

- 4.1 Mainstream e nicchie

- 4.2 Un passo fuori e uno dentro il mercato

Capitolo 5: Diffusione culturale 55

- 5.1 Premessa

- 5.2 Media culture

- 5.3 Un altro punto di vista

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- 5.4 Sostenibilità e nuovi mercati basati sul P2P

Capitolo 6: Conclusioni 64

- 6.1 Approfondire

- 6.2 Uno sguardo al futuro

Bibliografia e sitografia 67

Glossario 72

Note 80

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I��

IntroduzioneIntroduzioneIntroduzioneIntroduzione

Oggi, ci troviamo in una società “evoluta”, in cui le

dinamiche delle relazioni interpersonali si stanno

modificando in maniera notevole. Quando parliamo di

Peer to Peer, oltre che a indicare una particolare

architettura informatica, si fa riferimento a relazioni di

tipo orizzontale tra soggetti, volte a creare un valore

comune, messe in atto grazie alla rete.

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II��

In questo volume verranno affrontati diversi argomenti

riguardanti e correlati al Peer to Peer; verranno chiarite

nozioni di tipo specificatamente tecnico ma utilizzando

anche esempi pratici, comprensibili anche da chi non

abbia confidenza con i temi trattati, che si possano

facilmente imprimere i vari concetti nella mente del

lettore.

I vari capitoli avranno un approccio introduttivo ad un

argomento per spiegarne le dinamiche principali e per

segnarne una breve cronologia dell’evoluzione, per poi

addentrarsi nella questione che interessa l’argomento

centrale del libro in quel campo: il Peer to Peer.

L'obiettivo è quello di offrire una veduta ampia della

situazione attuale riguardo le dinamiche e l’evoluzione del

Peer to Peer, in modo da rendere chiara l'ampiezza delle

possibilità che questo sistema rende (o renderebbe)

disponibili in diversi contesti.

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III��

Per facilitare la comprensione dei termini utilizzati

all’interno del libro, alcuni di essi saranno riportati in

corsivo e sarà possibile ricercarli in ordine alfabetico

all’interno di un breve glossario alla fine di esso.

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3�

CAPITOLO 1CAPITOLO 1CAPITOLO 1CAPITOLO 1

Il peer to peer e il concetto di coda lungaIl peer to peer e il concetto di coda lungaIl peer to peer e il concetto di coda lungaIl peer to peer e il concetto di coda lunga

1.1 1.1 1.1 1.1 Unicast, Multicast e Peer to peerUnicast, Multicast e Peer to peerUnicast, Multicast e Peer to peerUnicast, Multicast e Peer to peer

Internet è tradizionalmente noto come un ambiente

client-server (anche detto Unicast1). Ogni utente della

rete, detto client, richiede ad un server una specifica

risorsa. Il server riceve la richiesta, la analizza, la elabora e

quindi invia una risposta al preciso client che ne ha fatto

richiesta. Per poter mettere in atto questo processo, un

���������������������������������������� �������������������

1 Anderson Chris, The long tail - Wired Magazine US, San

Francisco, California, ottobre 2004, pag. 204.

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server ha bisogno di risorse come computer di potenza

elevata (server appunto), hard disk molto capienti e banda

Internet abbastanza larga da poter gestire tutti i contenuti

che si vogliono trasmettere. Il problema si pone nel

momento in cui il numero di richieste aumenta. Per

poterle soddisfare nel miglior modo possibile, il server

avrà bisogno di risorse maggiori: se si vogliono servire

5000 utenze, la potenza dell’hardware a disposizione

dovrà essere rapportata in modo da poterne servire per

l’appunto 5000.

Possiamo dire quindi, che, in questo tipo di rapporto

“uno-ad-uno” la potenza di un server è direttamente

proporzionale alla quantità di utenti che dovrà servire. Di

conseguenza, anche i costi aumenteranno notevolmente

con l’aumentare della potenza necessaria.

Questo tipo di sistema è quello utilizzato dalla

maggioranza dei servizi presenti in Internet. Basti pensare

al colosso di Mountain View, Google: ogni giorno, in una

dozzina di edifici imponenti sparsi nei luoghi più disparati

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5�

(Iowa, Belgio, Hong Kong e Singapore), vengono

indicizzati circa 20 miliardi di pagine web. Grazie a questa

infrastruttura di centri di calcolo dal valore di miliardi di

dollari, “The big G” gestisce quotidianamente più di 3

miliardi di ricerche, offre spazio gratuito per la posta

elettronica a 425 milioni di utenti Gmail e trasmette agli

utenti milioni di video di YouTube.

L’alternativa al modello Unicast è il modello Multicast2,

che permette di inviare simultaneamente un segnale a

diversi utenti (indipendentemente dal loro numero). La

differenza con il modello Unicast sta nella possibilità di

trasmettere una sola volta un pacchetto di informazioni

ad un nodo (nel caso di un’applicazione “domestica”

rappresentato dalle centraline presenti sul territorio)

���������������������������������������� �������������������

2 Kurose James F., Ross Keith W., Computer networking: a tow-

down approach - Pearson Education, Upper Saddle River, New Jersey,

edizione del 2013, pag. 405

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permettendone la ricezione da parte di un certo numero

di utenti.

A questo punto una domanda sorge spontanea: come si

individuano i client che dovranno ricevere i dati da una

certa trasmissione Multicast? La risposta a questa

domanda è in effetti il punto debole del Multicast, non

che il motivo per cui questo sistema non si pone come

reale alternativa al primo modello analizzato. Per ricevere

una trasmissione, gli utenti devono infatti,

necessariamente far parte di una rete privata collegata ad

uno specifico nodo abilitato a questo tipo di trasmissione

e quindi, capace di “moltiplicare” il segnale ed inviarlo a

tutti i destinatari a cui fa capo.

Per far parte di questo network riservato, ogni client dovrà

richiedere l’abilitazione all’operatore che gestisce il

servizio (solitamente grandi telecom operator). Per questo

motivo il Multicast è utilizzato principalmente (e in

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maniera limitata rispetto agli altri modelli) per alcuni tipi

di trasmissioni streaming, nelle teleconferenze e nella

gestione di database di grandi dimensioni.

Volendo confrontare i due modelli possiamo usare una

semplice analogia. Pensiamo ad una grande azienda

internazionale che debba inviare degli inviti per un evento

a tutti i suoi dipendenti. L’azienda potrebbe inviare

direttamente a casa di ogni dipendente l’invito, svolgendo

così una grossa mole di lavoro e creando un

congestionamento all’interno di un unico ufficio postale.

Inoltre la sede dovrà impiegare i suoi dipendenti per

individuare i nomi degli invitati, imbustare e spedire ogni

copia. Questo metodo può essere paragonato ad un

sistema Unicast.

L’azienda in questione, però, potrebbe inviare un solo

modello di invito per ogni filiale, incaricando un

particolare dipendente di effettuare tutte le copie

necessarie per poi spedirle localmente. In questo modo la

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sede potrà inviare un numero ridotto di modelli di invito,

indicando solo i pochi indirizzi delle filiali e non tutti i

singoli indirizzi personali dei dipendenti. In questo modo

si distribuirà anche il traffico nei vari uffici postali. Questo

metodo è più simile ad un sistema Multicast.

Di seguito due esempi di modello Unicast e Multicast.

Con il tempo è emerso un terzo sistema per la dis

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ribuzione dei contenuti in rete: il Peer-to-Peer3 (che da

ora in poi chiameremo P2P). Nel sistema P2P ogni client

diventa anche un server. A differenza del modello Unicast,

nel quale all’aumentare degli utenti diminuiscono le

prestazioni (nel momento in cui i server non vengono

potenziati), il P2P funziona più efficacemente con un

numero elevato di utenti nella rete: più client posseggono

un file, maggiore sarà l’efficienza del sistema. Non si parla

���������������������������������������� �������������������

3 Kurose James F., Ross Keith W., Computer networking: a tow-

down approach - Pearson Education, Upper Saddle River, New Jersey,

edizione del 2013, pag. 14.

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10�

più quindi di una gerarchia fissa client-server (cliente e

servente), ma di una logica di equivalenza, paritaria (in

inglese, appunto, “peer”).

Questo meccanismo, nel tempo, si è evoluto

ulteriormente: il processo di trasmissione diventa più

veloce una volta raggiunta una certa soglia di client

connessi, in quanto il file non viene più condiviso per

intero, ma vengono scaricate porzioni più piccole del file

totale da un numero variabile di utenti differenti. Quello

che rende tutto più rapido è la possibilità di scaricare da

più utenti contemporaneamente la stessa piccola porzione

di file.

Naturalmente nel momento in cui si è in possesso di una

porzione di un qualsiasi contenuto, la si può condividere

immediatamente con chiunque ne abbia bisogno. In

questo modo non c’è bisogno di essere in possesso

dell’intero contenuto per poterlo condividere, riducendo

così i tempi di diffusione delle fonti e aumentandone di

fatto il numero. Questo fa si che non si debbano più

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sostenere i costi necessari all’acquisto di potenti server che

forniscano un servizio 24 ore su 24, ciò comporta che

chiunque sia in possesso di un computer può entrare a far

parte di un sistema P2P. È pur vero, però, che essendo i

fornitori delle fonti dei semplici utenti, non sempre

potremmo trovare la stessa qualità e la stessa costanza di

trasmissione dati che si presenta in un modello come

quello Unicast4.

���������������������������������������� �������������������

4 Buford John F., Yu Heather, Lua Eng Keong, P2P Networking

and Applications - Morgan Kaufmann Publishers,

Burlington, Massachusetts, edizione del 2009, pag. 12.

Consultare Tessarolo Tommaso, Net TV: come internet cambierà la

televisione per sempre - Apogeo Saggi, Milano, Italia, edizione 2007, pag.

76.

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12�

Di seguito un esempio di modello P2P:

Grazie alla sua grande velocità e praticità, il P2P si è

diffuso rapidamente al grande pubblico ma è noto per lo

più come strumento di diffusione illegale di contenuti, ma

questo è un argomento che approfondiremo più avanti, in

un capitolo dedicato.

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1.21.21.21.2 ComeComeComeCome sisisisi individuanoindividuanoindividuanoindividuano iiii filefilefilefile neineineinei sistemisistemisistemisistemi P2PP2PP2PP2P

I sistemi P2P si sono cambiati nel tempo per risolvere uno

dei principali problemi che si sono posti con la nascita di

questo modello, cioè, come individuare i contenuti che si

desidera scaricare. Nella prima generazione di software

dedicati al P2P, come per esempio Napster, si utilizzava

un sistema di server che registrava le posizioni dei file

condivisi dai client in linea. Nel momento in cui un

utente cercava un file, il server avrebbe risposto con un

elenco di client che erano già in possesso del file. Sarebbe

bastato quindi selezionare un client e cominciare il

download. Questo sistema, evidentemente, ha delle

pecche non indifferenti. Innanzitutto il client richiedente

doveva mantenere per tutta la durata del download il

contatto con il client trasmettente; se la connessione si

fosse interrotta per qualsiasi motivo, il processo si sarebbe

dovuto ripetere con un altro client connesso.

Un secondo punto debole è sicuramente la centralità del

server. Questo fattore, per esempio, si è rivelato il vero

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tallone d’Achille di Napster che, chiuso il server centrale

a seguito di una lunga battaglia legale, ha letteralmente

cessato di funzionare.

Le nuove generazioni di P2P, sono state private proprio

della presenza di un server centrale, eliminando così il

punto di vulnerabilità del sistema. Quando si ricerca un

file, infatti, viene trasmessa una richiesta a tutti i client

conosciuti che ne siano in possesso. Se la connessione con

uno o più client si dovesse interrompere allora si

passerebbe al client successivo in lista. Essendo i file divisi

in piccoli pezzi, il client richiedente è in grado di scaricare

tutte le parti necessarie anche da diversi client

trasmettenti, per poi assemblarle ed ottenere il contenuto

finale.

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1.31.31.31.3 IlIlIlIl concettoconcettoconcettoconcetto didididi “coda“coda“coda“coda lunga”lunga”lunga”lunga”

Uno degli aspetti fondamentali del P2P è la quantità di

contenuti a disposizione degli utenti: raccolte dati infinite

di materiali come film, musica e libri, che nella realtà

avrebbero bisogno di spazi impensabili per essere

conservati. Questo fa si che, oltre ai titoli più diffusi,

anche i titoli normalmente più difficili da trovare o

addirittura fuori commercio, possano essere a disposizione

di tutti, in qualsiasi momento. Questo concetto è

chiamato “coda lunga5” (dall’inglese “long tail”).

Pensiamo per un momento ad un negozio di dischi:

all’interno la merce sarà sicuramente esposta in

raccoglitori, in scaffali o all’interno di schedari. Ognuno

di questi elementi occuperà spazio all’interno del negozio

stesso che, quindi, volendo disporre di un maggior

���������������������������������������� �������������������

5 Anderson Chris, The long tail - Wired Magazine US, San

Francisco, California, ottobre 2004.

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numero di titoli, dovrà aumentare la sua superficie e di

conseguenza aumentare i costi sostenuti (affitto, luce, gas,

ecc.). In questo modo il proprietario dell’attività avrà

maggior interesse ad esporre solamente la merce che sarà

venduta con più probabilità e che quindi, potrà garantire

il pagamento delle spese ed un profitto. La scelta, allora,

sarà indirizzata verso quei titoli che fanno parte delle

classifiche più importanti, come i dischi “top 100” e tutti

quei titoli che vengono comunemente chiamati “best

seller”. A questo va aggiunto il fattore della collocazione

fisica, cioè la possibilità di accogliere solo una clientela che

possa accedere fisicamente al negozio. Questo approccio,

all’antipode della coda lunga, può essere definito come

“coda corta”.

Con il concetto di coda lunga, invece, si possono creare

mercati più ampi sostenendo costi minori. Questo accade

grazie a diversi fattori:

- Abbattimento dei costi di stoccaggio. Tenere

stoccato un file ha costi molto vicini allo zero.

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Questo vuol dire che, anche vendendo una sola copia

di un titolo, si riesce ad avere un guadagno netto. Si

tende quindi ad avere archivi che nella realtà

avrebbero dimensioni impensabili.

- Diminuzione dei costi di distribuzione. Nel caso dei

contenuti esclusivamente digitali, si eliminano i costi

di trasporto, di stampa e in parte anche quelli di

commissione per la vendita al dettaglio.

- Maggior disponibilità di scelta. Anche la clientela

con i gusti meno diffusi può trovare ciò che cerca.

Non c’è più, quindi, un preciso target di vendita, ma

si possono soddisfare tutte le richieste, anche quelle

di nicchia.

- Aumento del volume di vendita. Non dovendo più

sostenere costi di stoccaggio e distribuzione elevati,

il prezzo finale al cliente viene ridotto sensibilmente,

generando un aumento del volume di vendita.

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Di seguito uno schema che esemplifica il concetto di coda

lunga ponendo nell’asse verticale il numero

di acquisti e in quella orizzontale la quantità di titoli

presenti.

Il fattore che risalta immediatamente, è il numero limitato

di titoli presenti all’interno del mercato principale e,

invece, l’aumentare del numero degli stessi man mano che

scende il numero di acquisti.

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CAPITOLOCAPITOLOCAPITOLOCAPITOLO 2222

LegaleLegaleLegaleLegale edededed illegaleillegaleillegaleillegale

2.12.12.12.1 LegalitàLegalitàLegalitàLegalità eeee regolamentazioniregolamentazioniregolamentazioniregolamentazioni

In rete possiamo trovare una moltitudine di software

dedicati al file sharing. Ovviamente, tutti questi

programmi sono legali ed utilizzabili da chiunque, senza

alcun tipo di restrizione: ognuno può condividere i file in

proprio possesso con altri utenti. Il problema però, sorge

proprio analizzando i tipi di file che vengono condivisi.

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20�

Nel momento in cui i dati in questione dovessero essere

protetti da diritti d’autore, si supererebbe il limite della

legalità, compiendo, di fatto, un reato punibile.

Questi software dedicati, quindi, possono esistere in

maniera legale; è l’utilizzo che se ne fa che determina la

commissione di un reato o meno. Facciamo un esempio

per cogliere meglio questo concetto: tutti possono

acquistare un paio di forbici legalmente, ed utilizzarle per

gli scopi più disparati, ma se dovessimo usare lo stesso paio

di forbici per ferire qualcuno o commettere un omicidio,

cadremo nell’illegalità, non per colpa delle forbici ma per

colpa dell’utilizzo inappropriato che ne abbiamo fatto.

Chiarito questo punto, cerchiamo di capire quali sono i

contenuti protetti da diritto d’autore, anche se la risposta

è molto semplice: quasi tutti i contenuti che vengono

venduti, sono protetti da diritti d’autore che tutelano il

lavoro detto “intellettuale”. Anche se questa definizione

sembrerebbe un po’ generica e poco precisa, si presta

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21�

perfettamente a rendere chiaro il limite tra legalità ed

illegalità.

Grazie alla loro facilità d’utilizzo, i software per la

condivisione P2P di file, sono largamente diffusi tra gli

utenti in rete, così come è diffusa la pratica (illegale, come

abbiamo chiarito) di sharing di contenuti protetti da

diritti d’autore: circa il 30% della popolazione “consuma”

musica, film, software e videogiochi scaricati dalla rete

senza pagare6. Questo fenomeno è talmente diffuso, che

secondo alcuni pareri sarebbe impossibile da arrestare.

Le soluzioni per combattere la pirateria applicate dai

diversi paesi, ovviamente sono differenti. In Inghilterra ad

esempio, se un utente viene scoperto a scaricare o

condividere files illegalmente, viene prima multato, e

successivamente addirittura privato della connessione ad

internet. In Germania sono state raccolte e consegnate alle

autorità, informazioni sul traffico dati delle reti P2P. Il

���������������������������������������� �������������������

6�Fonte dati: www.blogstudiolegalefinocchiaro.it

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22�

risultato sono state una serie lunghissima di denunce ed

un’accesa polemica sui diritti di privacy violati. In Italia la

legge per chi “riproduce, duplica, trasmette o diffonde

abusivamente, vende o cede a qualsiasi titolo oltre

cinquanta opere tutelate da diritto d’autore”, prevede fino

a quattro anni di reclusione in carcere ed una multa da

2.500 a 15.000 euro. Inoltre è prevista anche una sanzione

amministrativa da 103 a 1032 euro per ogni esemplare

abusivamente riprodotto o duplicato.

Altri paesi come il Portogallo e la Svizzera invece, si stanno

muovendo verso un compromesso che porti ad una

soluzione duratura, e favorisca la graduale legalizzazione

del file sharing.

La soluzione dunque non sarebbe quella di agire con il

“pugno di ferro”, ma di permettere in futuro, un utilizzo

dei sistemi P2P legale e regolamentato.

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23�

2.22.22.22.2 LaLaLaLa duraduraduradura battagliabattagliabattagliabattaglia controcontrocontrocontro ilililil filefilefilefile sharingsharingsharingsharing

Prendiamo come esempio il famoso (ex) sito Megaupload.

Con 50 milioni di download al giorno (il 4% del traffico

mondiale in rete) e 25 milioni di dollari all’anno

guadagnati in pubblicità, e altri 150 milioni grazie al

servizio Premium a pagamento, è stato uno dei colossi del

file sharing7.

Ma secondo le autorità, l’attività legale è solo una

copertura. Il vero traffico di utenti che avrebbe prodotto i

guadagni sarebbe stato vivo grazie ad un centro di scambio

di 550 milioni di dollari in film, serie tv, musica, libri,

videogiochi e software. Il crimine: violazione del diritto

d’autore. Grazie a questi contenuti quindi, il sito si

sarebbe guadagnato la sua popolarità, e di conseguenza gli

introiti derivati.

Il proprietario del mega sito, Kim “Dotcom” Schmitz, è

stato monitorato dall’FBI e arrestato dalle forze speciali

���������������������������������������� �������������������

7 Fonte dati: Wired Magazine n°48 – febbraio 2013�

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24�

neozelandesi poco più di un anno fa. La pena che rischia,

insieme a 6 suoi collaboratori, è di 55 anni di carcere. Il

sito ovviamente è stato chiuso.

2.32.32.32.3 UnaUnaUnaUna giustagiustagiustagiusta alternativaalternativaalternativaalternativa

Secondo una ricerca dell’Entertainment Media Research

di Londra, circa la metà degli utenti Inglesi di piattaforme

P2P sarebbe disposta a pagare per continuare ad usufruire

del servizio in maniera legale: il 59% pagherebbe una

piccola quota attorno ai 4 euro, mentre un quarto degli

utenti arriverebbe addirittura a circa 16 euro. Dalla ricerca

è emerso anche che il 25% degli utenti, vede come

favorevole le leggi antipirateria applicate dal governo,

mentre un 34% ha dichiarato8 che l’introduzione

di nuove leggi più severe non cambierebbe le proprie

abitudini.

���������������������������������������� �������������������

8�Fonte dati: www.musicweek.com�

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25�

Nei primi 6 mesi del 2012, secondo le statistiche

registrate da Musicmetric, società che si occupa proprio

di raccogliere dati riguardanti l’industria

dell’intrattenimento, alcuni programmi di promozione

sono stati concordati tra la società di San Francisco che

gestisce il famoso protocollo P2P BitTorrent, e diversi

artisti. Confrontando il dato appena citato con il totale

dei download musicali registrati nello stesso periodo, circa

405 milioni, emerge con estrema chiarezza che all’interno

delle piattaforme P2P è presente un’importante quantità

di contenuti legittimi, e che questi ultimi aggiungono

valore alle carriere di editori ed artisti che hanno deciso di

pubblicare le loro opere attraverso questa modalità.

Possiamo dedurre quindi, che una fetta degli utilizzatori

dei sistemi P2P più diffusi, tendano in parte ad acquistare

i contenuti precedentemente scaricati. Secondo una

ricerca condotta dall’Information Society Unit di Siviglia,

per ogni aumento del 10% di download non legale, le

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26�

vendite nel mercato autorizzato aumentano del 2%9.

Questo dato sta generando un approccio differente al

sistema che ha rappresentato, fino a qualche tempo fa,

esclusivamente il lato negativo della medaglia del file

sharing.

Lavorando su una continua ricerca di nuovi modelli di

business alternativi al “pagamento per contenuto”, si

potrà giungere alla realizzazione di servizi più efficienti e

meno costosi (grazie al protocollo P2P), sia per i gestori

che per gli utenti.

A sostegno di questa tesi, possiamo analizzare i dati

significativi riguardo Netflix, compagnia californiana di

servizi di media streaming on-demand nata nel ’97, e che

attualmente conta più di 33 milioni di utenti in tutto

il mondo (ma non in Italia, visto che il servizio non è

attualmente presente sul nostro territorio).

���������������������������������������� �������������������

9�Fonte dati: Ansa�

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27�

Netflix, offre un abbonamento mensile al costo di 7,99

dollari (circa 6 euro), con il quale si può accedere in

streaming ad una libreria di contenuti (serie tv, film,

documentari, ecc.) in continua crescita. Il servizio inoltre,

permette di visualizzare il tutto, oltre che su pc, anche su

smartphone, tablet, smart tv e console.

Secondo il traffico dati fatto registrare, Ted Sarandos,

direttore della gestione contenuti di Netflix, afferma che

con la crescita delle opzioni legalmente disponibili, gli

utenti tendono ad avere un minor incentivo nel cercare

materiale “pirata” in rete. Sarandos ed il suo staff, infatti,

hanno registrato un calo costante del traffico su

piattaforme Torrent, ogni qualvolta il loro servizio è stato

introdotto in un nuovo paese10.

La strada per contrastare la pirateria quindi, va percorsa

offrendo agli utenti buone alternative ad essa. In questa

���������������������������������������� �������������������

10 Dichiarazioni presenti su www.torrentfreak.com�

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28�

maniera si può diminuire il traffico illecito di dati, ed

aumentare la copertura e l’espansione di nuovi mercati e

modelli di distribuzione anche in paesi nei quali alcuni

contenuti normalmente non sarebbero presenti.

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29�

CAPITOLO 3CAPITOLO 3CAPITOLO 3CAPITOLO 3

La nuova televisioneLa nuova televisioneLa nuova televisioneLa nuova televisione

3.1 3.1 3.1 3.1 Le nuove televisioni: IPTV e NetTVLe nuove televisioni: IPTV e NetTVLe nuove televisioni: IPTV e NetTVLe nuove televisioni: IPTV e NetTV

Prima di affrontare questo capitolo, dobbiamo chiarire un

punto di fondamentale importanza: che differenza c’è tra

IPTV11 (Internet Protocol Television) e NetTV? La

���������������������������������������� �������������������

11Simpson Wes, Video Over Ip: Internet Video, H.264,P2P, Web TV,

and Streaming: A Complete Guide to Understanding the Technology – Focal

Press, Burlington, Massachusetts, edizione del 2008, pag. 2; Tessarolo

Tommaso, Net TV: come internet cambierà la televisione per sempre -

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30�

risposta a questa domanda potrebbe sembrare semplice,

ma data la genericità dei due termini ed il loro stretto

rapporto di parentela, ci soffermeremo sulla questione.

Di fatto, qualsiasi contenuto video presente su Internet

potrebbe essere classificato come IPTV, considerando il

fatto che tutte le tecnologie presenti in Internet e tutto ciò

che viene “trasportato” in Rete, si basa sull’Internet

Protocol (IP). La differenza fra le due tipologie di TV

però, si può individuare in alcuni elementi: nell’IPTV

abbiamo la presenza di un meccanismo di sintonizzazione

(IP tuner) attraverso il quale un set-top box collegato ad

una rete può individuare tutte le trasmissioni disponibili

(funzionamento simile ai decoder utilizzati per usufruire

dei servizi di TV via cavo). Inoltre, esiste uno standard

���������������������������������������� �������������������

Apogeo Saggi, Milano, Italia, edizione 2007, pag 86; Menduni Enrico,

Televisioni: dallo spettacolo televisivo alle piattaforme multimediali - Editrice

Il Mulino, Bologna, Italia, edizione del 2009, pag. 116.

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31�

condiviso (DVB-MHP12), per lo sviluppo e la diffusione

di questo tipo di tecnologie. La NetTv invece non ha uno

standard di riferimento e, generalmente, questo tipo di

trasmissioni sono pensate per essere fruite su PC. Per

accedere all’elenco dei programmi, viene utilizzata

solitamente una pagina web o un set-top box configurato

appositamente con dei software esterni.

Per cercare di dare una definizione riassuntiva e meno

tecnica, potremmo dire che l’IPTV è rappresentata da

sistemi televisivi chiusi e proprietari forniti da grandi

operatori di telecomunicazione (come gli odierni servizi

via cavo), con un forte controllo sui contenuti presenti al

suo interno, e distribuita attraverso canali IP

appositamente configurati. La NetTV è invece una

struttura “open” e in continua evoluzione, in cui un gran

numero di piccoli e medi produttori video, forniscono

���������������������������������������� �������������������

12 Tessarolo Tommaso, Net TV: come internet cambierà la televisione

per sempre - Apogeo Saggi, Milano, Italia, edizione 2007, pag. 89.

Page 40: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

32�

contenuti altamente innovativi e di nicchia rispetto ai

tradizionali canali di distribuzione, con una forte

componente “non lineare” e libera.

3.2 3.2 3.2 3.2 La TV si sta spostando sul web?La TV si sta spostando sul web?La TV si sta spostando sul web?La TV si sta spostando sul web?

La NetTV è un fenomeno in costante crescita, ma ad oggi

ha dimensioni e meccanismi che non le permettono di

poter affiancare in maniera significativa o addirittura

sostituire l’offerta della TV “classica”. Quest’ultima,

infatti, ha un punto a favore da non sottovalutare: la TV

classica si guarda su un televisore. Sembrerebbe un

elemento ovvio, ma se pensiamo che chi usufruisce della

Net TV lo fa prevalentemente su PC, ci rendiamo conto

che bisogna avere un minimo di conoscenza tecnica, cosa

che non vale per un televisore, in quanto è un elemento

particolarmente facile da utilizzare.

Per essere davvero una tecnologia presente nella “vita di

tutti i giorni”, la NetTV dovrà porsi, quindi, con la

Page 41: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

33�

semplicità dei vecchi apparati ma con nuovi contenuti,

nuove funzioni e maggiore qualità. Un buon

compromesso sono, o meglio sarebbero, i televisori di

ultima generazione, le cosiddette “SmartTV”, apparecchi

capaci di accedere ai contenuti Web grazie ad una

connessione. Sarebbero, e non “sono”, un buon

compromesso perché la TV è un apparecchiatura che

mediamente viene sostituita ogni 6-8 anni, questo fa si che

alle SmartTV si debbano necessariamente affiancare dei

set-top box (ormai se ne trovano anche delle dimensioni

di una penna USB).

Un’altra barriera che si frappone fra il grande pubblico e

la NetTV sono le infrastrutture dedicate al servizio

internet (e i loro relativi costi); basti pensare che in Italia

la banda larga non va data ancora per scontata.

Di centrale importanza in questo tema sono le modalità

di trasporto dei flussi dati audio/video. La modalità più

semplice è il modello Unicast (client/server), dove più

utenti da gestire significano necessità di server di maggiore

Page 42: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

34�

potenza e, conseguentemente, maggiori spese sia per i

gestori che per gli utenti. Dato i limiti dell’Unicast, si è

iniziato ad adottare un modello Multicast, capace di

trasmettere pacchetti dati ad un numero virtualmente

infinito di client collegati ad una rete, senza intaccare la

qualità. Questo sistema però, può essere autorizzato solo

da chi possiede un network Internet privato e decida di

abilitarlo ad una trasmissione dati di tipo Multicast. La

vera soluzione è quella nata spontaneamente dalla Rete

stessa: il P2P. Come abbiamo detto, nelle reti P2P ogni

client fa anche da trasmettitore (server) per altri client,

quindi nel momento in cui si scarica un contenuto e lo si

possiede, lo si può anche ridistribuire. Più soggetti

posseggono o stanno scaricando un contenuto, più

quest’ultimo avrà fonti disponibili per chi si appresta a

scaricarlo.

Già grandi networks come BBC e NBC stanno

utilizzando questo tipo di tecnologia per lo stream di

Page 43: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

35�

contenuti audio/video ottenendo risultati più economici,

affidabili e con una qualità pari a quella dei protocolli

“classici”. In paesi come gli Stati Uniti, ci sono compagnie

che stanno mettendo in atto una vera e propria

rivoluzione del concetto di televisione, ampliandone la

varietà di contenuti, la qualità e la quantità. In altri paesi,

purtroppo, questo processo di rinnovamento si prevede,

almeno per adesso, molto più lungo e faticoso.

3.3 3.3 3.3 3.3 Il P2P nella nuova televisione Il P2P nella nuova televisione Il P2P nella nuova televisione Il P2P nella nuova televisione

Facciamo prima un piccolo esempio per comprendere

meglio la portata del traffico dati di cui si parla: secondo

rilevazioni effettuate da TorrentFreak (un importate

weblog che riporta i maggiori dati del protocollo

BitTorrent), il season finale della famosa serie televisiva

Lost, ha fatto segnare circa 1 milione di download in sole

24 ore, nonostante venisse trasmesso in ben 59 paesi in

contemporanea all’originale sulla rete ABC. Incrociando

Page 44: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

36�

diversi dati provenienti da ricerche sostenute negli ultimi

anni da compagnie specializzate (come Sandvine e

Ipoque), il P2P occuperebbe una fetta della rete internet

che oscilla dal 45% al 61% del totale mondiale. È chiaro,

quindi, che un’enorme parte degli utenti che utilizzano

internet ne usufruisce in maniera continuativa.

Di seguito un grafico dell’utilizzo mondiale della rete

Internet

Page 45: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

37�

Questi dati13 non possono che scaturire in una riflessione:

se l’utilizzo del P2P è così diffuso, può essere il sistema che

permetterà alla televisione di rinnovarsi, e quali sono i pro

e i contro?

Ad oggi il sistema che sembra essere alla base di una

rivoluzione della televisione è la OTT TV (Over The Top

Television). Questo tipo di TV permette di diffondere

direttamente all’utente finale contenuti audio/video

tramite Internet, senza aver bisogno di un network privato

dedicato (altrimenti parleremmo di un sistema simile

all’IPTV). Per avere accesso a questi contenuti basta avere

a disposizione un set-top-box o una Smart Tv ed avviare

l’applicazione dedicata. La differenza sostanziale con gli

altri tipi di TV sta nel fatto possono essere richiamati

���������������������������������������� �������������������

13 Kurose James F., Ross Keith W., Computer networking: a tow-

down approach - Pearson Education, Upper Saddle River, New Jersey,

edizione del 2013, pag. 10; Schulze Hendrik, Mochalski Klaus, Internet

Study – Ipoque, Leipzig, Germania, edizione del 2009.

Page 46: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

38�

anche contenuti non forniti direttamente dai broadcaster;

si inseriscono, infatti, anche compagnie di “terze parti” ad

alto valore tecnico come YouTube, Hulu, Netflix,

Amazon e simili, che trasmettono un servizio aggiuntivo.

Inoltre, nella OTT TV, il fornitore può essere a

conoscenza del contenuto dei pacchetti IP inviati, ma non

è responsabile né in grado di controllare le capacità di

visualizzazione (cioè il bit-rate a cui il contenuto è

trasmesso), i diritti d’autore e l’eventuale ridistribuzione

dei contenuti. Possiamo dire, quindi, che l’OTT TV è

legata all’ISP solamente per quanto riguarda il trasporto

dei dati.

Due esempi di OTT TV che possiamo individuare oggi

sono My Sky HD di Sky e Premium Net TV di Mediaset.

Entrambi, grazie alla trasmissione di dati via banda larga,

forniscono contenuti on-demand agli utenti, anche in

maniera non lineare.

Page 47: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

39�

Ma il fattore che potrebbe portare ad un cambiamento

radicale, sarebbe l’inserimento delle dinamiche P2P in

questo tipo di televisione. In primo luogo, verrebbe

migliorata sicuramente la qualità della trasmissione ad un

costo minore: per molti fornitori di servizi il flusso dei dati

varia dinamicamente a seconda della qualità della rete e

della sua congestione facendo diminuire la qualità della

trasmissione (cioè il bit-rate) se necessario; con il P2P si

potrebbero trasmettere i pacchetti tra gli utenti, senza il

bisogno di un appoggio continuo ai server, ritardando le

situazioni di congestione. In secondo luogo si potrebbe

creare una fonte alternativa di fornitori di titoli,

indipendenti dai broadcaster e dalle società di servizi14; gli

stessi utenti potrebbero condividere i contenuti prodotti

autonomamente, creando gruppi tematici estendendosi

anche negli interessi di “nicchia” di cui parleremo nel

���������������������������������������� �������������������

14 Simpson Wes, Video Over Ip: Internet Video, H.264,P2P, Web

TV, and Streaming: A Complete Guide to understanding the technology –

Focal Press, Burlington, Massachussetts, edizione del 2008, pag. 33

Page 48: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

40�

prossimo capitolo. Ogni utente creerebbe la propria lista

di interessi e canali preferiti, accessibile a tutti gli altri

utenti (proprio come accade nelle librerie P2P), che a loro

volta potranno decidere se ricevere gli aggiornamenti di

questi ultimi tramite un sistema automatico (simile agli

RSS)15. La presenza di canali ancora più specifici

porterebbe a nuove possibilità pubblicitarie con un target

preciso, aumentando gli investimenti in questo campo

(già in crescita del 4% dal 200916), andando a fornire

fondi per il miglioramento del servizio. L’ottica può essere

vista come simile a quella utilizzata da YouTube ma con

la semplicità e la dinamicità d’utilizzo della nuova

televisione. Inoltre, una volta scaricato un contenuto

potrà essere possibile metterlo a disposizione degli altri

utenti e ridistribuirlo. È ovvio che per fruire di un modello

di consumo di questo tipo si devono creare nuove

���������������������������������������� �������������������

15 Simpson Wes, Video Over Ip: Internet Video, H.264,P2P, Web

TV, and Streaming: A Complete Guide to Understanding the Technology – Focal Press, Burlington, Massachusetts, edizione del 2008, pag. 374;

16 Fonte dati: http://blog.streamcast.it

Page 49: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

41�

tipologie di offerta: una delle barriere principali

all’introduzione del P2P nella televisione è proprio la

mancanza regolamentazioni legali adeguate riguardanti i

diritti d’autore e i modelli pay-per-download.

3.4 Pro e contro3.4 Pro e contro3.4 Pro e contro3.4 Pro e contro

Proviamo a stilare un elenco dei principali pro e contro

riguardo l’utilizzo del modello P2P nella televisione:

Aspetti positivi

- Maggiore disponibilità di contenuti di nicchia e

conseguente creazione di nuovo capitale da investire

- TV “open”. Tutti possono creare e distribuire i

propri contenuti;

- Minor saturazione della rete Internet;

- Rimodellamento delle norme legate ai diritti

d’autore e alla distribuzione di contenuti;

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42�

- Diminuzione dei costi di distribuzione.

Aspetti negativi

- Infrastrutture non abbastanza evolute e quindi non

sempre capaci di garantire una velocità di banda

adatta;

- Mancato investimento nel miglioramento delle reti

da parte dei broadcaster, che non gestiscono più in

esclusiva la trasmissione dei contenuti;

- Inesistenza di un protocollo che consenta di

accertare la sicurezza del servizio e delle applicazioni

(come l’HTTPS per esempio);

- Possibile rallentamento della velocità di trasmissione

da parte degli ISP che limitano la banda dedicata al

P2P;

- Frammentazione eccessiva del mercato dovuta alla

molteplicità di canali.

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43�

3.53.53.53.5 La TV di domaniLa TV di domaniLa TV di domaniLa TV di domani

È chiaro che la TV debba aspettare qualche giorno in più

di “domani” per subire una rivoluzione così profonda e

radicale, ma cerchiamo di dare uno sguardo a come

potrebbe presentarsi.

Si darà maggior importanza alla fruibilità e al diritto di

avere accesso ad un titolo piuttosto che al possesso di

quest’ultimo. Acquistare un contenuto significherà, oltre

che poterne usufruire in qualsiasi momento, poterlo

ridistribuire, beneficiando allo stesso tempo di un costo

minore grazie all’eventuale applicazione meccaniche del

P2P.

Il vecchio modello di televisione unidirezionale sarà

sostituito da uno nuovo incentrato sull’utente, che sarà

indipendente soprattutto dal fattore tempo; la non

linearità della TV sarà sicuramente un elemento centrale

Page 52: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

44�

(per il 2020 è previsto che il 10% dell’utilizzo televisivo

sarà di tipo non lineare17).

I servizi di televisione saranno probabilmente fruiti da

SmartTV e dispositivi mobili con funzionalità prese in

prestito dai social network che consentiranno agli utenti,

per esempio, di commentare e votare in diretta ciò che

stanno guardando. L’esperienza televisiva sarà

armonizzata ed intuitiva anche grazie all’utilizzo di

applicazioni dedicate e ad una regolamentazione che

fisserà gli standard qualitativi e di interfaccia.

Il mercato europeo purtroppo è ancora molto

frammentato e gli le compagnie che forniscono il servizio

via etere e satellite hanno ancora un posto di importante

rilievo. Negli Stati Uniti, invece, la realtà è differente già

ad oggi si hanno diverse alternative alla TV “tradizionale”.

���������������������������������������� �������������������

17�Fonte dati: http://www.key4biz.it�

Page 53: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

45�

3.63.63.63.6 Progetto P2PProgetto P2PProgetto P2PProgetto P2P----nextnextnextnext

Nel 2008, un consorzio europeo formato da diverse

emittenti televisive ed istituti che si occupano di ricerca e

innovazione, ha ricevuto un finanziamento di 10 milioni

di euro da parte dell’Unione Europea, per l’elaborazione

di nuove forme televisive via Internet. Il fulcro del

progetto è stato individuato proprio nel P2P, che,

utilizzando le reti a banda larga già esistenti, consente di

condividere contenuti audio/video e flussi dati.

George Wright, a capo del dipartimento Future Media &

Technology della BBC, ha dichiarato che parte dei fondi

sarà utilizzata per il potenziamento del software

“Tribler”18, sviluppato dalla University of Technology di

Delft in Olanda. Questo software, inizialmente basato sul

���������������������������������������� �������������������

18 Buford John F., Yu Heather, Lua Eng Keong, P2P Networking

and Applications - Morgan Kaufmann Publishers,

Burlington, Massachusetts, edizione del 2009, pag. 65;

Page 54: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

46�

protocollo BitTorrent19 e poi su un protocollo

proprietario chiamato Swift, mette a disposizione un

canale video ad una tariffa fissa, indipendentemente dal

numero di spettatori; questo avviene grazie al fatto che la

distribuzione del video viene affidata agli spettatori stessi

grazie al P2P. Tribler permetterà di visualizzare un

contenuto trasmettendo i dati sul proprio schermo e,

contemporaneamente, ridistribuire i pacchetti agli altri

utenti.

Il progetto, inoltre, potrà essere migliorato in

continuazione essendo stato rilasciato con licenza open-

source, cioè aperto ad eventuali modifiche e

miglioramenti da parte di programmatori indipendenti.

La sfida principale sarà stabilizzare qualitativamente il

flusso di informazioni ricevuto dagli utenti; i pacchetti

dati audio/video, infatti, non possono essere inviati in

���������������������������������������� �������������������

19 Buford John F., Yu Heather, Lua Eng Keong, P2P Networking

and Applications - Morgan Kaufmann Publishers,

Burlington, Massachusetts, edizione del 2009, pag. 144.

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47�

ordine casuale ma devono essere inviati e ricevuti in

sequenza.

In collaborazione con Pioneer Digital Design, è già stato

sviluppato anche un decoder che potrà facilmente essere

incorporato nei dispositivi sul mercato. Grazie a questo

decoder l’Università di Lancaster, nel Regno Unito, ha

potuto analizzare dei risparmi notevoli sia in

miglioramento della qualità video che nel risparmio (65%

in meno rispetto ai sistemi Unicast20) di banda rispetto

alle altre tecnologie.

Ad oggi il progetto è ancora in fase di lavorazione ma si

pone come una più che valida soluzione per la creazione

di nuovi mercati e nuove tipologie di televisione.

���������������������������������������� �������������������

20 Fonte dati: cordis.europa.eu�

Page 56: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

48�

CAPITOLO CAPITOLO CAPITOLO CAPITOLO 4444

L’impatto del P2L’impatto del P2L’impatto del P2L’impatto del P2P nella diffusioP nella diffusioP nella diffusioP nella diffusione delle nicchiene delle nicchiene delle nicchiene delle nicchie

4444.1 Mainstream e nicchie.1 Mainstream e nicchie.1 Mainstream e nicchie.1 Mainstream e nicchie

In questo capitolo parleremo di come i mercati offerti dal

sistema P2P possano agire sulla scelta di determinati

contenuti piuttosto che altri, e come possano soddisfare

uno spettro più ampio di richieste e gusti rispetto ai canali

“tradizionali” utilizzati dai media. Per farlo però,

dobbiamo prima analizzare in che modo la rivoluzione di

Page 57: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

49�

Internet abbia cambiato radicalmente alcuni settori

dell’economia come quello dell’entertainment (musica,

film, libri, ecc.).

Abbiamo già precedentemente affrontato le

problematiche legate ai negozi di tipo fisico, nella parte

del libro dedicata al concetto di coda lunga: la scelta di

titoli che potrà offrire il venditore sarà limitata allo spazio

disponibile tra il negozio ed il suo magazzino; inoltre,

dovendo coprire determinate spese, saranno selezionati

solo i titoli di maggior successo, in modo da assicurarsi un

guadagno.

Questo meccanismo, da vita ad una selezione che vedrà

esposti nei negozi solamente una percentuale minima del

totale dei titoli che ogni anno vengono prodotti tra film,

libri e musica, così come porta nel tempo, ad una graduale

eliminazione dei titoli più datati o che semplicemente non

hanno venduto abbastanza. Un grande mole di materiale

quindi, non avendo la possibilità di essere esposto o non

Page 58: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

50�

trovando più spazio in un determinato tipo di mercato,

non verrà mai alla luce o lo farà solo per brevi periodi di

tempo.

La selezione di cui abbiamo appena parlato, non avviene

perché a tutti i consumatori piacciano le stesse cose, ma

semplicemente perché si ha la mancanza di uno spazio

adeguato all’offerta di contenuti. Questo limite porta ad

una sorta di “mainstream” culturale e ad un tentativo di

uniformazione dei gusti, senza tener conto della vastità di

richiesta di contenuti differenti, definiti di nicchia.

Se un utente volesse mettere in vendita un cd intitolato

“I suoni della foresta”, nel quale ha registrato tutti i suoni

provenienti da diverse foreste del mondo, non importa

quante copie di questo cd vengano vendute, perché, come

abbiamo già detto, i costi di distribuzione e stoccaggio

sono molto vicini allo zero. Questo permette di avere in

catalogo contenuti poco richiesti o contenuti datati che,

comunque, produrranno un guadagno anche con una sola

vendita.

Page 59: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

51�

Riflettendo bene, nei mercati “tradizionali”, i contenuti

che non rientrano tra i titoli più venduti o più attesi di

fatto si vedono negato il diritto di esistere, dato che non

vengono inseriti in catalogo. Nei mercati on-line, invece,

anche opere emergenti, che non hanno più l’obbligo di

passare attraverso un editore, trovano posto in un mercato

aperto ad un vasto pubblico.

Questo significa, come abbiamo detto, un guadagno a

costo quasi nullo per le grandi aziende distributrici e la

possibilità futura di investire su eventuali esposizioni di

un’opera ad un pubblico maggiore.

4444.2 Un .2 Un .2 Un .2 Un passo fuori e uno dentro il mercatopasso fuori e uno dentro il mercatopasso fuori e uno dentro il mercatopasso fuori e uno dentro il mercato

La diffusione dei contenuti di nicchia, è avvenuta anche

(e soprattutto) grazie a servizi come Amazon, iTunes,

Netflix, ecc. che registrano una quota sempre maggiore di

profitti provenienti proprio dalla vendita di prodotti e

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52�

servizi di nicchia che, se presi in analisi singolarmente,

generano un traffico decisamente minimo rispetto al resto

del mercato, ma se presi in analisi complessivamente,

riescono ad avere un numero di vendite addirittura

superiore rispetto ai (pochi) titoli che fanno parte di quel

“mainstream” culturale di cui abbiamo appena parlato.

Come abbiamo detto, i titoli presenti nella coda lunga del

mercato sono titoli relativamente poco conosciuti dal

grande pubblico. In che modo, allora, si arriva alla loro

condivisione tra utenti, e quali sono gli eventuali benefici

rispetto al mercato “tradizionale”? Un esempio lampante

di un utilizzo “studiato” del P2P è rappresentato

dall’album solista di Trent Reznor, frontman dei Nine

Inch Nails, famoso gruppo musicale statunitense. Il disco

fu rilasciato nel 2008 sul sito del cantante e inserito nel

circuito P2P grazie all’utilizzo di diritti Creative

Commons (particolari diritti d’autore mirati ad un’ampia

distribuzione di un’opera ad uso non prevalentemente

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53�

commerciale). I fans sono stati spinti a ridistribuire e

condividere attraverso il file sharing l’album,

contribuendo ad una diffusione massiccia dello stesso.

Questo tipo di approccio adottato, ha permesso l’ascolto

e il download gratuito del disco, senza produrre

apparentemente guadagni immediati. In seguito, però,

sono state messe in vendita sul mercato 2500 edizioni

deluxe del disco alla cifra di 300 dollari, e un’edizione più

economica. Tutte le copie hanno fatto registrare il sold

out nella prima settimana successiva al lancio, e gli artisti

hanno avuto un guadagno di oltre 1.6 milioni di dollari

dai diversi formati in cui è stato venduto il disco.

È facilmente intuibile come questo tipo di approccio

possa creare nuove opportunità e facilitare l’inserimento

di nuovi titoli ad un costo molto vicino allo zero e

individuando con più precisione i target d’interesse adatti.

La forza portante del sistema sta proprio nella

condivisione di file tra utenti e nelle dinamiche sociali di

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54�

scambio che si vengono a creare: un gruppo di utenti con

dei gusti simili potrà essere informato e ricevere titoli che

suscitano in loro interesse e condividerli a loro volta con

gli altri utenti di quello stesso gruppo.

Possiamo sintetizzare questa dinamica con un semplice

concetto: un passo fuori e uno dentro il mercato21:

inserendo un nuovo titolo nei circuiti P2P è come se si

facesse un passo fuori dal mercato non essendoci guadagni

immediati, ma inserendo successivamente eventi,

merchandising, e supporti fisici, si compierà un passo per

tornare al suo interno beneficiando della diffusione creata

dalla condivisione tra utenti.

���������������������������������������� �������������������

21 Buford John F., Yu Heather, Lua Eng Keong, P2P Networking

and Applications - Morgan Kaufmann Publishers,

Burlington, Massachusetts, edizione del 2009, pag. 17.

Page 63: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

55�

CAPITOLO CAPITOLO CAPITOLO CAPITOLO 5555

Diffusione culturaleDiffusione culturaleDiffusione culturaleDiffusione culturale

5.15.15.15.1 PremessaPremessaPremessaPremessa

P2P non è soltanto un’espressione informatica

riguardante file sharing, ma una definizione che racchiude

in se le diverse forme di lavoro comunitario, condivisione

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56�

sociale e cooperazione che si svolgono in maniera libera ed

indipendente.

5.2 5.2 5.2 5.2 Media cultureMedia cultureMedia cultureMedia culture

La tecnologia è ormai parte integrante della vita di tutti i

giorni e contribuisce a creare e rafforzare quella che si

chiama “media culture”22. La media culture non è altro

una cultura comune sviluppata grazie ai mass media. Essa

contribuisce a creare le immagini e le ideologie più diffuse;

molte volte è associata ad un tipo di società consumistica.

Questo tipo di cultura contribuisce a plasmare e a volte

modificare le notizie e le storie che giungono alla pubblica

opinione, proprio per questo è spesso oggetto di forti

critiche.

���������������������������������������� �������������������

22 Augè Marc, La guerra dei sogni - Elèuthera, Milano, Italia,

edizione del 1998, pag. 15

Page 65: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

57�

Grazie alla diffusione massiccia dell’utilizzo della

tecnologia però, si sono create anche alternative valide alla

stessa media culture, nate proprio dal bisogno di avere più

punti di vista rispetto a quelli offerti dai mezzi tradizionali

di diffusione di massa (televisione, giornali, libri, radio,

cinema, ecc.).

Questo meccanismo ha fatto si che, al giorno d’oggi, in

rete si abbia una massiccia produzione di materiale

“sociale”23, per il puro scopo di fornire beneficio ad altri

utenti. Questa meccanica non è molto lontana da quello

che è il P2P, cioè lo scambio tra pari, tra utente ed utente.

Questo tipo di produzione (parliamo di diversi campi, dai

libri ai giornali, dai documentari alla musica) ha un fattore

caratterizzante che non troviamo dalla produzione

“classica” di contenuti, mirata al profitto immediato: il

modus operandi degli autori non dipende da un

���������������������������������������� �������������������

23 Tessarolo Tommaso, Net TV: come internet cambierà la televisione

per sempre - Apogeo Saggi, Milano, Italia, edizione 2007, pag. 135.

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58�

committente o dalla previsione di eventuali vendite; alla

base troviamo passione ed interesse personale. Basti

pensare ai software open-source per avere un esempio

lampante.

5.3 5.3 5.3 5.3 Un altro punto di vistaUn altro punto di vistaUn altro punto di vistaUn altro punto di vista

Sul piano della diffusione di contenuti culturali, i network

P2P sono già riusciti a sfidare le pratiche dominanti

associate al giornalismo, ad alcune forme di produzione

artistica e di proprietà intellettuale in generale. I vantaggi

della collaborazione all’interno della rete si possono

trovare soprattutto nel suo modello privo di gerarchie,

decentrato e fondato sulla collettività come condizione

d’esistenza.

La rapida diffusione delle notizie su Internet ha permesso

di far avvicinare sempre più il confine tra produttore di

contenuti e consumatore, così come l’introduzione di

attrezzature che rendono possibile produzioni

Page 67: Peer to peer: un protocollo informatico e sociale in evoluzione

59�

audio/video a basso costo con qualità più che buona

hanno permesso di diffondere punti di vista differenti

altrimenti irraggiungibili dai fruitori dei media attraverso

i canali “tradizionali”.

Per alcuni individui, infatti, il multiculturalismo, la

formazione dei gusti e le idee politiche rimangono

strettamente legati al contesto della propria nazione

d’appartenenza. Il P2P non ha fatto altro che fornire

nuove possibilità per la distribuzione, fuori da canoni

filtrati e controllati del mainstream.

Volendo analizzare un caso limite, basti pensare a

situazioni come quella del “Great Firewall of China”,

gioco di parole tra “wall”, che sta per muraglia e “firewall”,

elemento di difesa delle reti informatiche. Dal 2006

infatti, è stato attivato dal Ministero di pubblica sicurezza

della Repubblica popolare cinese un sistema che permette

di bloccare l’accesso ai siti vietati dal Governo cinese.

Della lista di questi siti proibiti ci sono anche siti di

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60�

propaganda occidentale, d’informazione indipendente o

non censurata dal Governo cinese e addirittura alcuni

termini di ricerca come “libertà”, “democrazia”,

“corruzione” o “Tibet indipendente” su Google. Grazie

alla condivisione (in questo caso illegale) di contenuti e

notizie tra utenti attraverso il P2P, si è potuto avere

accesso a materiali altrimenti irraggiungibili dal territorio

cinese.

Per primi sono stati i giornali e le trasmissioni televisive e

radiofoniche a legare insieme le comunità, fornendo un

unico punto di vista e di opinione ma la rete ha diramato

la distribuzione di informazioni e contenuti mettendola a

disposizione di chiunque abbia accesso ad un computer e

un modem, e lo ha fatto gratuitamente. Questo processo

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61�

ha costruito una comunità dai gusti largamente condivisi

e con una conoscenza culturale più ampia24.

L’idea di fornire contenuti “su misura” basati sugli

interessi degli utenti aiutano sicuramente ad avere una

conoscenza comune più estesa e a costruire una sfera

pubblica più consapevole ed informata. Nel caso di

comunità con interessi comuni, di fondamentale

importanza sono i feedback degli altri utenti, volti al

miglioramento di un servizio o di un particolare lavoro.

Questi permettono di migliorare continuamente il

servizio offerto agli altri utenti ed individuare eventuali

errori.

���������������������������������������� �������������������

24 Uricchio William, Cultural Citizenship in the Age of P2P

Networks - Intellect Press, Chicago, Illinois, edizione del 2004.

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5.4 5.4 5.4 5.4 Sostenibilità e nuovi mercati basati sul P2PSostenibilità e nuovi mercati basati sul P2PSostenibilità e nuovi mercati basati sul P2PSostenibilità e nuovi mercati basati sul P2P

Negli ultimi anni diversi gruppi di lavoro come la P2P

Foundation stanno lavorando alla creazione di una licenza

P2P simile ai Creative Commons. I Creative Commons

non sono altro che un particolare diritto d’autore che

permette la diffusione di proprietà intellettuali ma

riservando, appunto, solo una parte di esso. I creatori, in

pratica, hanno la possibilità di scegliere a quali diritti

rinunciare a favore dell’utilizzo e della condivisione del

proprio lavoro ai destinatari.

Poniamo che un nuovo processore per PC a basso costo,

sviluppato in open-source, venga introdotto sul mercato.

Tutte le informazioni e i progetti per produrlo sono messi

a disposizione di chiunque voglia accedervi. Se un’azienda

contribuisce a migliorare questo processore e ad

aggiungere le informazioni necessarie per farlo a quelle già

disponibili, allora questa azienda potrà produrre

gratuitamente in proprio il processore, senza doverne

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pagare i diritti. In caso contrario l’azienda dovrà

corrispondere le royalty come per qualunque prodotto

brevettato.

Il P2P significa anche questo, condividere la conoscenza e

porre le basi per costruire nuove forme di produzione e

nuovi mercati.

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64�

CAPITOLO 6CAPITOLO 6CAPITOLO 6CAPITOLO 6

ConclusioniConclusioniConclusioniConclusioni

6.16.16.16.1 ApprofondireApprofondireApprofondireApprofondire

Se avete trovato interessanti gli argomenti trattati in

questo saggio e vorrete approfondire le vostre conoscenze

autonomamente, dovrete tenere conto che: molte delle

informazioni e dei dati riportati hanno un alto tasso di

obsolescenza, tendono quindi ad avere una validità che nel

tempo potrebbe non persistere; internet è un valido mezzo

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per venire in possesso di statistiche e trattati ma i materiali

richiedono un’attenta verifica di attendibilità; le

informazioni e i dati più aggiornati spesso sono venduti

da vari enti di ricerca.

Vi rimando, inoltre, ai vari siti e volumi che potete trovare

nel capitolo “Bibliografia e sitografia”. I volumi “meno

tecnici”, come quelli di Tessarolo o Menduni, possono

aiutarvi a creare una visione abbastanza ampia

dell’argomento, senza approfondire eccessivamente

questioni puramente tecnico-informatiche.

6.26.26.26.2 UnoUnoUnoUno sguardosguardosguardosguardo alalalal futurofuturofuturofuturo

Gli spunti riflessivi e i brevi chiarimenti tecnici offerti dal

libro, rendono chiaro che il P2P potrà essere uno degli

elementi che andranno a costituire, negli anni a venire,

una nuovo tipo di tecnologia dal volto più “open” e che

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tenda, in modo diretto, ad essere influenzata in maniera

sempre più consistente dagli utenti.

Le prospettive più rosee lascerebbero prevedere una

riduzione dei costi di produzione dei servizi e quindi,

conseguentemente, una riduzione dei costi di vendita di

questi ultimi ai clienti finali.

A coadiuvare questo processo ci sarà un maggiore tasso di

alfabetizzazione informatica, in crescita nel tempo, e la

disponibilità di nuovi sistemi che permettano di mettere

in atto in maniera funzionale i processi di cui abbiamo

parlato nei diversi capitoli del saggio.

Attendiamo ed entriamo a far parte di questa evoluzione.

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BibliografiaBibliografiaBibliografiaBibliografia e sitografiae sitografiae sitografiae sitografia

Le pubblicazioni che mi hanno dato degli spunti di

riflessione per produrre questo lavoro sono diverse.

Alcune di esse sono in lingua italiana mentre altre,

purtroppo, non sono state tradotte e quindi reperibili solo

in lingua originale (in questo caso in inglese). La

sitografia, ovviamente, è riportata al momento in cui si

scrive e alcune pagine, quindi, potrebbero non essere

raggiungibili in futuro.

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BibliografiaBibliografiaBibliografiaBibliografia

Anderson Chris, The long tail - Wired Magazine US, San

Francisco, California, ottobre 2004.

Menduni Enrico, I media digitali: tecnologie, linguaggi e

usi sociali - Editori Laterza, Roma-Bari, Italia, edizione del

2007.

Tessarolo Tommaso, Net TV: come internet cambierà la

televisione per sempre - Apogeo Saggi, Milano, Italia,

edizione 2007.

Augè Marc, La guerra dei sogni - Elèuthera, Milano, Italia,

edizione del 1998.

Menduni Enrico, Televisioni: dallo spettacolo televisivo alle

piattaforme multimediali - Editrice Il Mulino, Bologna,

Italia, edizione del 2009.

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69�

Kurose James F., Ross Keith W., Computer networking: a

tow-down approach - Pearson Education, Upper Saddle

River, New Jersey, edizione del 2013.

Buford John F., Yu Heather, Lua Eng Keong, P2P

Networking and Applications - Morgan Kaufmann

Publishers, Burlington, Massachusetts, edizione del

2009.

Simpson Wes, Video Over Ip: Internet Video, H.264,P2P,

Web TV, and Streaming: A Complete Guide to

Understanding the Technology – Focal Press,

Burlington, Massachusetts, edizione del 2008.

Schulze Hendrik, Mochalski Klaus, Internet Study –

Ipoque, Leipzig, Germania, edizione del 2009.

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Uricchio William, Cultural Citizenship in the Age of P2P

Networks - Intellect Press, Chicago, Illinois, edizione del

2004.

SitografiaSitografiaSitografiaSitografia

6http://www.blogstudiolegalefinocchiaro.it/tag/peer-to-

peer/

8http://www.musicweek.com/news/read/pirates-could-

be-subscribers-claims-report/042700

9http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/tecnologia/201

3/03/20/Musica-piratata-penalizza-

vendite_8433176.html

10http://torrentfreak.com/netflix-says-its-killing-

bittorrent-traffic-130504/

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16http://blog.streamcast.it/2011/04/ott-tv-on-line-e-

tradizionale-in-un.html

17http://www.key4biz.it/News/2012/06/08/Tecnologie/

OTT_TV_ISIMM_Broadcaster_Google_Apple_Netflix

_Hulu_Facebook_Microsoft_Vodafone_TivuPrivacy_21

0996.html

20http://cordis.europa.eu/fetch?CALLER=OFFR_TM_I

T&ACTION=D&RCN=8784

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GGGGlossariolossariolossariolossario

Nodo: in informatica un nodo è un qualsiasi

dispositivo hardware del sistema in grado di comunicare

con gli altri dispositivi che fanno parte della rete; può

quindi essere un computer, una stampante, un fax,

un modem ecc. In ogni caso il nodo deve essere dotato di

una scheda di rete. I nodi sono collegati tra loro da un

pannello di connessione (in inglese Hub), chiamato

anche concentratore, che ha la funzione di semplificare

la connessione fisica tra i vari nodi e

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di instradare isegnali che vengono inviati da un nodo

all'altro.

Telecom operator: un operatore telefonico è un'azienda che

fornisce il servizio dati e il servizio di telefonia sulla Rete

Telefonica Generale.

Streaming: il termine streaming identifica un flusso di

dati audio/video trasmessi da una sorgente a una o più

destinazioni tramite una rete telematica. Questi dati

vengono riprodotti man mano che arrivano a

destinazione.

On-Demand: letteralmente “su richiesta”, l’on-demand è

un servizio interattivo che permette agli utenti di fruire,

gratuitamente o a pagamento, di un programma

televisivo in qualsiasi momento lo desiderino.

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Set-top box: il set-top box, in sigla STB, è una tipologia di

apparecchio elettronico televisivo non portatile destinato

ad aggiungere alcune funzionalità televisive ad

un televisore, un monitor, o un videoproiettore,

funzionalità inizialmente non previste in tali apparecchi

elettronici.

Banda larga: con il termine “banda larga” ci si riferisce in

generale alla trasmissione e ricezione di dati informativi,

inviati e ricevuti simultaneamente in maggiore quantità,

sullo stesso cavo o mezzo radio grazie all'uso di mezzi

trasmissivi e tecniche di trasmissione che supportino e

sfruttino un'ampiezza di banda superiore ai

precedenti sistemi di telecomunicazioni detti invece

a banda stretta.

VoIP: in telecomunicazioni e informatica con VoIP o

Voice over IP (Voce tramite protocollo Internet), si

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intende una tecnologia che rende possibile effettuare una

conversazione telefonica sfruttando

una connessione Internet o una qualsiasi

altra rete dedicata a commutazione di pacchetto che

utilizzi il protocollo IP senza connessione per il trasporto

dati.

Più specificamente con VoIP si intende l'insieme

dei protocolli di comunicazione di strato applicativo che

rendono possibile tale tipo di comunicazione. Grazie a

numerosi provider VoIP è possibile effettuare telefonate

anche verso la rete telefonica tradizionale (PSTN).

In realtà più in generale VoIP consente una

comunicazione audio-video real-time su rete a pacchetto

(es. videotelefonata, videochiamata e videoconferenza).

Tunneling: il termine tunneling si riferisce a un insieme di

tecniche per cui un protocollo viene incapsulato in un

altro protocollo per realizzare configurazioni particolari

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ovvero inserire funzionalità protocollari aggiuntive di

elaborazione non presenti nel protocollo iniziale, ma

presenti in altri protocolli.

Bit-rate: in informatica e telecomunicazioni, la velocità di

trasmissione (o di trasferimento detta anche frequenza di

cifrao bit-rate) indica la quantità di dati digitali che

possono essere trasferiti, attraverso

una connessione/trasmissione, su un canale di

comunicazione in un dato intervallo di tempo ovvero: bit-

rate = quantità delle informazioni / tempo di

trasferimento.

Broadcaster: un broadcaster è un ente o una persona che

effettua una telediffusione.

RSS: RSS (acronimo di RDF Site Summary, spesso

riportato come Really Simple Syndication o Rich Site

Summary) è uno dei più popolari formati per la

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distribuzione di contenuti Web; è basato su XML, da cui

ha ereditato la semplicità, l'estensibilità e la flessibilità.

L'applicazione principale per cui è noto sono i flussi

RSS che permettono di essere aggiornati su nuovi articoli

o commenti pubblicati nei siti di interesse senza doverli

visitare manualmente uno a uno.

HTTPS: in telecomunicazioni e informatica HyperText

Transfer Protocol over Secure Socket Layer (HTTPS) è il

risultato dell'applicazione di un protocollo di crittografia

asimmetrica al protocollo di trasferimento

di ipertesti HTTP. Viene utilizzato per garantire

trasferimenti riservati di dati nel web, in modo da

impedire intercettazioni dei contenuti.

ISP: in informatica e telecomunicazioni un Internet

Service Provider (termine mutuato dalla lingua inglese che

tradotto letteralmente in italiano significa "fornitore di

servizi Internet"), in sigla ISP (anche abbreviato

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in provider se chiaro il contesto informatico), è una

struttura commerciale o un'organizzazione che offre agli

utenti (residenziali o imprese), dietro la stipulazione di un

contratto di fornitura, servizi inerenti all'Internet, i

principali dei quali sono l'accesso a Internet e la posta

elettronica.

Mass Media: i Mass Media sono un mezzo attraverso cui è

possibile diffondere un messaggio, secondo le

caratteristiche proprie del mezzo, ad una pluralità di

indistinti e diffusi destinatari, senza che sia necessaria

l'interazione tra i due poli. Un esempio di Mass Media

sono i giornali, la televisione, internet, la radio, il cinema,

i libri.

Firewall: In informatica, nell'ambito delle reti di

computer, un firewall (termine inglese dal significato

originario di parete refrattaria, muro tagliafuoco, muro

ignifugo; in italiano anche parafuoco o parafiamma) è un

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componente passivo di difesa perimetrale di una rete

informatica, che può anche svolgere funzioni di

collegamento tra due o più tronconi di rete, garantendo

dunque una protezione in termini di sicurezza

informatica della rete stessa.

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NoteNoteNoteNote

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