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1° CONCERTO Sabato 1° dicembre 2012 – ore 21.00

PECETTO TORINESE

CORRADO CAVALLIorgano

Italian composers for organ music

(Cd Elegia ELEORG020 – World premiere recording)

ROBERTO REMONDI

Chiesa parrocchiale di Santa Maria della Neve

111° CONCERTO11° CONCERTO

Programma

Roberto Remondi(1850 – 1928)Gran Coro op. 130

Marcia pastorale op. 145Cornamusa op. 104

Preludio e fuga su tema pastorale op. 105Pastorale sull’antica Sequenza del Natale Laetabundus op. 91

Les cloches de Noël op. 147

Minuetto op. 94 (arr. C. Cavalli)

Cantilena Pastorale op. 134Romanza senza parole op. 99

(arr. C. Cavalli)

Pastorale op. 97Musette op. 93Adagio op. 85Musette op. 82

Postludio pastorale op. 146Preludio op. 52

Allegretto per ArmonioFinale

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RobeRto RemondiNacque a Fiesse, in provincia di Brescia, nel 1850. Allievo di A. Mazzucato, L. Rossi, A. Ponchielli, R. Boucheron, ricoprì l’incarico di organista e maestro di cappella presso il Duomo di Brescia e, successivamente quello di organista della Cattedrale di Piazza Armerina. Nel 1892 iniziò la sua carriera didattica al Liceo Musicale di Torino come professore dell’appena nata classe di organo, incarico che dovette abbandonare nel 1911 a causa della quasi totale perdita della vista. Sempre a Torino negli stessi anni fu organista nella Chiesa del Carmine e un apprezzato concertista internazionale. La sua variegata produzione, pressoché dimenticata, comprende diversi lavori teatrali, una “Elegia” in morte di Giuseppe Garibaldi, inni patriottici, diverse messe e mottetti, una raccolta di canti liturgici e molta musica sia per organo sia per pianoforte. Senza dubbio le sue opere a carattere didattico, come il celebre ‘Gradus ad parnassum dell’organista’, sono i lavori più noti. Nella sua classe si formarono illustri organisti: Ulisse Matthey, Achille Schinelli, Dino Sincero. Morì a Torino nel 1928.

L’aRte di RobeRto RemondiLa maggior parte dei lavori organistici di Roberto Remondi pervenuta a noi è dedicata al periodo natalizio. Le numerose pastorali, musette e persino un preludio e fuga su “tema pastorale” pubblicate dall’editore Marcello Capra di Torino, testimoniano l’interesse dell’Autore e del pubblico per questo genere di musica, pensata tanto per il servizio liturgico quanto per l’uso concertistico. Accanto a questo corpus centrale vi sono altri brani, in parte pubblicati all’inizio del XX secolo, in parte inediti, quali preludi, fughe, adagi che saggiano l’arte melodica e contrappuntistica dell’Autore. Purtroppo, sebbene nelle classi di organo dei Conservatori italiani la sua opera didattica più celebre, il Gradus ad Parnassum dell’organista op. 77, venga ancora utilizzata, già dalla seconda meta del XX secolo le sue opere non compaiono più nei programmi da concerto, né nei cataloghi delle case editrici. Il presente concerto, il cui programma coincide esattamente con il contenuto del cd Elegia (ELEORG020), vuole essere un piccolo omaggio al compositore e organista bresciano, presentando per la prima volta assoluta una selezione delle sue opere tanto edite che inedite, sia originali per organo che trascritte. Il concerto si apre con il Gran coro op.130 brano dedicato all’abate Joubert ma mai pubblicato, il cui manoscritto è conservato presso la Biblioteca del Conservatorio Statale “Giuseppe Verdi” di Torino. Si tratta di una composizione solenne scritta nella luminosa tonalità di Si bemolle maggiore: la parte iniziale e finale enfatizza il tutti dell’organo mentre quella centrale le sfumature più delicate dei registri di fondo. La Romanza senza parole op. 99 ed il Minuetto op. 94 sono due brani da “salotto” composti per pianoforte ma qui trascritti ed eseguiti all’organo. La Romanza ha uno spiccato carattere lirico e ha la forma dell’aria di fine ottocento, il Minuetto, invece, presenta la struttura classica A-B -A con una breve coda finale.

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Continuando la didascalia dei brani non dedicati al Natale troviamo l’Adagio op.85. Questa è una paginetta dalle armonie e andamento semplice e tranquillo che incarna la nuova concezione musicale organistica ceciliana così come il Finale dedicato al M° Angelo Surbone che è, come il precedente, un lavoro molto probabilmente destinato alla liturgia. E’ un brano organizzato in tre momenti distinti: nel primo, il tema principale viene esposto in maniera accordale, successivamente sottoforma di fuga a 4 voci e, infine, a mò di corale nella parte finale. L’Allegretto per armonio è invece una fughetta a tre voci il cui gioioso tema in ritmo ternario dà vivacità alla composizione ricca di verve e di modulazioni armoniche. Un’altra opera che si presenta come fuga a 4 voci, il cui tema è l’incipit del Magnificat del tono VIII, è il Preludio op.52: il complesso discorso polifonico è reso interessante anche dalla forma di dialogo tra le due tastiere e la pedaliera. Il Preludio e Fuga su tema pastorale op. 105 è un interessante brano costituito da due parti: la prima è una breve introduzione nella quale è esposto parte del materiale tematico utilizzato, successivamente, per la fuga, che è la parte più estesa, costituita con il classico intreccio a 4 parti. Per quanto riguarda invece i brani natalizi osserviamo che molti hanno caratteri comuni sebbene ogni brano sia indipendente dagli altri. La Marcia pastorale op. 145 e la Pastorale op. 97 hanno una struttura simile: parti imitative ed accordali si alternano creando varietà nel discorso musicale. Nella Pastorale la sezione polifonica è un canone a 2 voci tra il registro di voce corale e quello del clarinetto. Anche Les cloches de Noël op. 147 e la Cornamusa op. 104 hanno nel pedale armonico di quinta un elemento in comune; questo è un sostegno armonico sul quale si dipanano linee melodiche dalle reminiscenze agresti e montanare. Altra composizione simile è la Musette op. 82 scritta per armonio: anche qui la melodia ha un fondamento tonale in una sorta di basso albertino [Formula di accompagnamento ad

arpeggi spezzati molto usata nella musica per clavicembalo o pianoforte del periodo dello “stile galante”. Prende il nome da Domenico Alberti (1710 o 1717 – 1740)], quasi un ostinato. L’altra Musette, op. 93, ha una costruzione più articolata e, come altri brani, è riconducibile alla forma melodia – accompagnamento. Qui i due elementi si bilanciano in maniera interessante: l’accompagnamento quasi statico sorregge virtuosistici arabeschi che danno dinamismo all’intero lavoro. La Pastorale sull’antica Sequenza del Natale “Laetabundus” op. 91 è pagina dall’interessante struttura. La melodia viene spezzettata dando origine a diverse sezioni. Nella prima i frammenti vengono esposti e completati da alcune battute di “commento”, nella seconda un ulteriore frammento dà vita ad un lungo canone a due voci ripartite nelle due tastiere. L’ultima sezione riprende lo stilema della prima, la coda finale è realizzata su un basso che discende cromaticamente. Come il brano precedente anche la Cantilena Pastorale op. 134 ha una organizzazione formale a blocchi in cui si alternano episodi melodici a momenti contrappuntistici ma ora la concatenazione armonica è più avvincente e raffinata. Infine il Postludio pastorale op. 146 ha le caratteristiche della classica pastorale: i lunghi pedali, le diverse sezioni nelle tonalità vicine e l’andamento cullante, accentuato soprattutto nell’ultima sezione, conferiscono a quest’opera una sorta di modello della pastorale ceciliana.

Corrado Cavalli

I brani : Preludio e fuga su tema pastorale op. 105, Pastorale op. 97, Cornamusa op. 104, Adagio op. 85, Gran Coro op 130 sono pubblicati nella raccolta “Roberto Remondi, Sei composizioni per organo” dall’Edizioni Armelin Musica, OIO 243, nella collana “L’organo Italiano nell’800”.

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CoRRado CavaLLiInizia gli studi musicali sotto la guida del M° P. Tarallo intraprendendo, successivamente, quelli di Organo e Composizione organistica presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino sotto la guida dei Maestri G. Cagnani e L. Fornero. Termina gli studi ordinari col massimo dei voti e riceve il premio “C. Silipo” come migliore diplomato nella propria disciplina. Due anni dopo completa gli studi accademici di Organo, Summa cum Laude, con la tesi “U. Matthey, sette brani dai manoscritti di Loreto”. Approfondisce contemporaneamente diversi aspetti della letteratura organistica con illustri maestri quali L. Tagliavini, L. Robillard, L. Lohmann, E. Kooiman, B. Winsemius e J. Van der Kooy presso i corsi di perfezionamento promossi dalla prestigiosa Internationale Zomeracademie voor Organisten Haarlem (Accademia Internazionale estiva per organisti di Haarlem) in Olanda e dall’associazione ASPOR di Torino. Il suo interesse per la musica corale l’ha portato inoltre a frequentare il corso triennale di direzione corale “Il respiro è già canto”, patrocinato dalla FENIARCO (Federazione Nazionale Italiana Associazioni Corali), sotto la guida dei Maestri D. Tabbia, A. Seggi e A. Ruo Rui. Ha vinto due edizioni del Concorso Nazionale d’organo “Città di Viterbo”, nel 2003 nella sezione studenti, e nel 2007, premio Pinchi, nella sezione concertisti.Oltre all’attività concertistica solistica in Italia, Europa (Francia, Austria, Norvegia, Germania, Irlanda, Regno Unito, Principato di Monaco e Svizzera) e negli USA, collabora con svariate formazioni strumentali tra cui l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Orchestra Filarmonica di Torino, l’Orchestra del Conservatorio “G. Verdi” di Torino, con la quale ha eseguito il concerto per organo e orchestra di F. Poulenc, l’ “Ensemble Orchestral des Alpes et de la Mer” di Nice. Dal 2005 al 2011 affianca in qualità di organista il Coro da Camera del Conservatorio “G. Verdi” di Torino e dal 2009 l’Ensemble Vocale

“Claricantus” di Torino. Ha pubblicato per la casa editrice Armelin di Padova e ha registrato per le etichette discografiche Elegia Records, Elledici ed Effatà. È organista presso le chiese di S. Giulia e di San Filippo Neri della sua città ed è membro della Commissione Diocesana di Musica Sacra.

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Lo stRumentoAutoreFrancesco Maria e Giovanni Battista Concone / Carlo Pera.Anno di costruzione1778 / 1898.Interventi di restauro e modificaCarlo Davico, 1937; Silvio Chiara, 1995;Marco Renolfi, 2011.Iscrizioni «Pera Carlo di BergamoTorino – Via della Zecca n°33 / Medaglia Esposizione Internazionale Milano 1906» con integrazione «Restaurato da Carlo Davico 1937 / Torino», sulla console.UbicazioneIn controfacciata, su tribuna lignea coeva alla cassa settecentesca.CassaRisalente al 1778, a tre campate, ampliata nel 1898 con affiancamento di due ulteriori campate laterali, sormontata da cornice curvilinea con cimasa riccamente intagliata ed angeli trombettieri, dipinta di colore beige, provvista di tenda a sipario per la chiusura del prospetto.

ProspettoFormato da 27 canne in stagno a formare tre campate centrali a cuspide, rette da maggette, disposte su unico ordine, con profilo curvilineo, bocche allineate, labbro superiore a mitria, appartenenti al registro Principale 8’ nell’estensione Do1-Re3 (risalenti al 1778), più ulteriori 34 canne in tigrato a formare due campate laterali a cuspide, rette da maggette, disposte su unico ordine, con profilo piatto, bocche non allineate, labbro superiore a mitria, appartenenti ai registri Violoncello 8’ e Viola gamba 8’, entrambi nell’estensioneDo1-Mi2 (risalenti al 1898).TastiereIn numero di 2 in console a finestra, con 58 tasti ciascuna ed estensione Do1-La5; tasti diatonici rivestiti in avorio, tasti cromatici rivestiti in ebano.PedalieraConcava con 30 tasti paralleli,estensione Do1-Fa3.RegistriAzionabili mediante pomelli estraibili allineati in due file sopra la seconda tastiera; diciture riportate sui pomelli.

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(Do1-Re trasmissione dal Subbasso)

(da Do2)

(sic; non ritornella)(non ritornella)(XIX+XXII+XXVI)

(XXIX+XXXIII+XXXVI)

disPosiZione FoniCaPRima tastieRaBORDONE 16PPRINCIPALE 8PFLAUTO 8PDOLCIANA 8PVIOLA GAMBA 8PUNDA MARIS 8POTTAVA 4PDUODECIMA 2½PDECIMAQUINTA 2PPIENO GRAVE 3FILEPIENO ACUTO 3FILETROMBA 8PCLARINETTO 8P

AccessoriTremolo alla seconda tastiera; pedaletti per Espressione, unioni II-I, I-pedaliera, II-pedaliera, Concerto violini II, Ripieno II, Fondi I, Mezzo forte I, Ripieno I, Fortissimo I.Manticeria: costituita da 2 mantici a lanterna ubicati nel basamento della cassa; azionamento con elettroventilazione.SomieriIn numero di 9; somiere a vento con 58 canali, 13 pettini e crivello in cartone per la prima tastiera (ubicato in posizione centrale), somiere a vento con 58 canali, 9 pettini e crivello in cartone per la seconda tastiera (in posizione centrale, sopraelevata, entro cassa espressiva); somieri secondari per: 1° Contrabasso (diviso in due sezioni, nell’espansione laterale destra della cassa), 2° Subbasso (nell’espansione laterale sinistra della cassa), 3° Ottava 8’ (davanti al precedente), 3° Flauto 8’ limitatamente all’estensione Do1-Si1 e Principale 8’ della seconda tastiera limitatamente all’estensione Do1-Do2 (dietro al somiere per la prima tastiera), 4° canne di facciata delle campate laterali, diviso in due sezioni.TrasmissioniMeccaniche per tastiere, pedaliera e comandi di registrazione, con leva Barker per la prima tastiera, di tipo sospeso per la seconda tastiera.

Pressione60 mm in colonna d’acqua per i registri delle tastiere, 80 mm per i registri della pedaliera.Corista436 Hz a 15°C.TemperamentoEquabile.

Data del sopralluogo18 agosto 2012SchedaSilvio SorrentinoManutenzione dello strumento per OrganaliaMarco Renolfi - Torino

seConda tastieRa (in Cassa esPRessiva)PRINCIPALE 8PVIOLA GAMBA 8PVIOLA FLEBILE 8POTTAVA 4PFLAUTO 4PDECIMAQUINTAPIENO 4 FILEOBOE 8’VOCE CORALE 8’PedalieraCONTRABASSO 16’SUBBASSO 16’OTTAVA 8’VIOLONCELLO 8’

(da Do2)

(non ritornella)(XIX+XXII+XXVI+XXIX)

(da Do3)

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La CHiesaLa parrocchiale di Pecetto, dedicata a Santa Maria della Neve, fu costruita dal 1730 al 1739. Si tratta del primo edifi cio progettato dall’architetto Bernardo Antonio Vittone. L’interno evidenzia una serie di sei altari collocati lungo le pareti laterali e culmina nell’elegante altare maggiore in marmo, proveniente dall’Eremo ad opera di Francesco Dellala di Beinasco (da notare in particolare i due eleganti angioletti che sorreggono la mensa eucaristica). Sullo sfondo si erge la pala realizzata nel 1783 da Vittorio Amedeo Raptus, allievo del Beaumont. In questa splendida grande tela, contornata da un’imponente cornice lignea, è rappresentata superiormente la Vergine con Bambino, avente a fi anco un grande Angelo e San Grato, nell’atto di consegnare una pergamena con la pianta del costruendo edifi cio; inferiormente compaiono San Sebastiano e San Giacinto. Angioletti, putti, nuvole e un paesaggio idealizzato di Pecetto

completano questo quadro. Altri dipinti notevoli sono la tela del primo altare a sinistra, di ignoto autore, raffi gurante Sant’Orsola con le consorelle e quella del successivo altare dedicata alle Anime purganti, e sul secondo altare, lungo la parete di destra, il quadro dei santi protettori Antimo e Ferrario, recante in basso un’immagine settecentesca di Pecetto. Signifi cativo anche l’imponente organo a cinque corpi del 1778 e il pulpito in legno. Dal fondo alla navata, sulla destra, si accede ad una cappellina separata, fatta approntare dall’attuale parroco,dove è esposta una grande statua in cartapesta raffi gurante la Vergine addolorata, opera settecentesca notevole per la bellezza, il materiale impiegato e la tecnica esecutiva.

InfoComune di Pecetto TorineseAdriano PIZZOsindacoAnnalisa FALCHERO BEMPORADassessore alla CulturaParrocchia della Madonna della NeveDon Gianmario NEGROparroco

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